ACCESSO ALLA CONTRADA MONTEPIANO IN COMUNE DI LASTEBASSE
PROGETTO DEFINITIVO RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA
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INDICE
1. PREMESSA .................................................................................................................... 2
2. DESCRIZIONE GENERALE DELL’INTERVENTO ............................................................... 3
2.1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO .................................................................................... 3
2.2. DESCRIZIONE DELLO STATO ATTUALE DEL TRACCIATO ........................................... 3
2.3. INTERVENTI SULLA VIABILITÀ .................................................................................... 4
3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ................................................................................. 7
4. INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOTECNICO ............................................................... 9
5. DESTINAZIONE DEI TERRENI DI SCAVO ...................................................................... 11
6. OPERE DI CONTENIMENTO .......................................................................................... 12
6.1. TIPOLOGIA E CRITERI DI SCELTA ............................................................................ 12
6.2. VERIFICA DELLE OPERE DI CONTENIMENTO ........................................................... 12
6.2.1. Premessa .......................................................................................................... 12 6.2.2. Soil nailing spritz beton ...................................................................................... 15 6.2.3. Cordolo con tirante su muro esistente ................................................................. 21 6.2.4. Cordolo con tirante su terreno ............................................................................. 26
7. QUADRO GENERALE DI SPESA ................................................................................... 27
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1. PREMESSA
Il presente progetto definitivo riguarda le opere di sistemazione della strada di accesso alla Contrada
Montepiano nel Comune di Lastebasse.
Con la determinazione n. 23 del 22/10/2012, il Responsabile del Servizio Lavori Pubblici e Ambiente
arch. Giulia Ebalginelli. ha conferito l’incarico di redazione del progetto definitivo alla Studio Altieri
S.p.A..
Il presente progetto viene redatto nell’ambito del finanziamento “Decreto Capo Dipartimento per gli
affari regionali del 02/03/2012 D.P.C.M. 13/10/2011”.
Facendo seguito alle indicazioni fornite dall’Amministrazione Comunale, con la presente revisione
vengono introdotte alcune modifiche rispetto al progetto elaborato nel mese di Agosto 2013; in
particolare viene stralciata la realizzazione del parcheggio pubblico nelle vicinanze del centro abitato
di Montepiano, introducendo al suo posto un ulteriore intervento di stabilizzazione ed allargamento
della sede stradale.
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2. DESCRIZIONE GENERALE DELL’INTERVENTO
La frazione di Montepiano è isolata dagli altri nuclei abitati e la strada di accesso esistente, che
collega la SP 350 “Val d’Astico” al centro abitato della frazione, è l’unica viabilità che permette
l’accessibilità alla contrada. Il contesto ambientale è di tipo vallivo montano.
Gli interventi di progetto hanno lo scopo di migliorare sia l’accessibilità alla contrada che la fruibilità
del territorio circostante e consistono nella:
− realizzazione di allargamenti puntuali della viabilità di accesso;
− messa in sicurezza della strada.
2.1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Nella definizione di tutte le caratteristiche tecniche del tracciato di progetto si è fatto riferimento alla
Normativa Vigente. In particolare ci si è attenuti a quanto previsto da:
• Norme Funzionali e geometriche per la costruzione delle strade – DM 5 Novembre 2001;
• Nuovo Codice della Strada – DL 30 Aprile 1992;
• Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada – DPR 16
Dicembre 1992;
• Modifiche e integrazioni al Nuovo Codice della Strada - DL 10/09/1993
Ad integrazione dell’apparato normativo citato, in relazione a quegli aspetti tecnici per i quali lo
stesso non è in grado di fornire un adeguato supporto, e per recepire i più moderne orientamenti
progettuali, si è fatto ricorso a documentazione bibliografica consolidata.
2.2. DESCRIZIONE DELLO STATO ATTUALE DEL TRACCIATO
L’attuale strada oggetto d’intervento è l’unico accesso alla contrada in quanto il territorio circostante
non permette la realizzazione di altri accessi.
Si è in presenza di una carreggiata di larghezza limitata che raggiunge in pochi tratti la larghezza di
5 m. Pertanto è insufficiente ad una viabilità a doppio senso di marcia. La pendenza media risulta
circa attorno all’8-10 %.
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Non potendo realizzare una strada con dimensioni richieste dalla normativa in quanto i costi
sarebbero eccessivi in funzione dei benefici, ci si propone di realizzare dove possibile degli
allargamenti in modo da permettere l’incrocio di due veicoli.
Sulla strada sono già presenti piazzole di scambio, il progetto prevede di aumentare le aree di
scambio per permettere una più agevole viabilità per entrambi i sensi di marcia.
2.3. INTERVENTI SULLA VIABILITÀ
Non potendo comparare la strada oggetto di intervento, gli elementi della sezione tipo che la
compongono fanno riferimento per l’allargamento della viabilità è del tipo “F – Locali ambito
extraurbano” secondo le succitate Norme Funzionali. La sezione di riferimento utilizzata per gli
allargamenti la quale permette l’incrocio di due veicoli è costituita da due corsie, di larghezza minima
complessiva di 4,50 m ad esclusione di banchina e cunetta laterale per la raccolta delle acque.
L’asse risulta prevalentemente a mezza costa. Le sezioni prevedono la realizzazione di una cunetta
in calcestruzzo alla francese per la raccolta delle acque di piattaforma.
Ove l’allargamento avviene sul lato monte della strada è prevista la realizzazione di opere di
contenimento che minimizzano gli scavi costituite da pareti chiodate con paramento in spritz beton
armato di spessore pari a 25 cm ed inclinazione sull’orizzontale dai 70° ai 90°. Se lo scavo avviene in
roccia, è prevista la messa in opera di reti paramassi.
Nel caso invece di allargamento lato valle della strada, l’intervento prevede la realizzazione di cordoli
in c.a. tirantati sui quali vengono installati i nuovi guard-rail. Dove i muri di sottoscarpa esistenti lo
permettono, viene realizzato un cordolo con tiranti in sommità, previa scapitozzatura del muro
esistente, per l’installazione delle nuove barriere di sicurezza (di tipo H2 bordo ponte).
Si riporta di seguito una tabella nella quale vengono riassunti e brevemente descritti gli interventi
previsti sulla strada di accesso alla Contrada Montepiano. Per maggiori dettagli si rimanda
all’elaborato DSA2001-2 – Planimetria di progetto – Tav. 1/2-2/2.
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INTERVENTO DescrizioneEstensione intervento
El. grafici di riferimento TAV n.
N. 1Pulizia generale, rimozione e riposizionamento palo pubblica illuminazione, posa barriera stradale, sistemazione sede stradale, asfaltature.
15 m 2,4 - 2,6
N. 2Scavo, consolidamento parete con chiodatura, spritz beton e rivestimento, realizzazione di cunetta alla francese, sistemazione sede stradale, asfaltature.
30 m 2,4 - 2,6
N. 3Scavo, consolidamento parete con chiodatura, spritz beton e rivestimento, realizzazione di cunetta alla francese, sistemazione sede stradale, asfaltature.
40 m 2,4 - 2,6
N. 4Scavo, consolidamento parete con chiodatura, spritz beton e rivestimento, realizzazione di cunetta alla francese, sistemazione sede stradale, asfaltature.
45 m 2,4 - 2,6
N. 5Scavo, consolidamento parete con rivestimento rete acciaio doppia torsione, posa funi e chiodatura di ancoraggio, realizzazione di cunetta alla francese, sistemazione sede stradale, asfaltature.
30 m 2,4 - 2,6
N. 6Scavo, consolidamento parete con chiodatura, spritz beton e rivestimento, realizzazione di cunetta alla francese, sistemazione sede stradale, asfaltature.
32 m 2,4 - 2,6
N. 7Scavo, consolidamento parete con chiodatura, spritz beton e rivestimento, realizzazione di cunetta alla francese, sistemazione sede stradale, asfaltature.
30 m 2,4 - 2,6
N. 8Scavo, consolidamento parete con chiodatura, spritz beton e rivestimento, realizzazione di cunetta alla francese, sistemazione sede stradale, asfaltature.
40 m 2,4 - 2,6
N. 9
Rimozione e riposizionamento palo pubblica illuminazione, realizzazione di cordolo in c.a. su testa muratura esistente, realizzazione tiranti in barra di acciaio, rimozione e posa barriera di sicurezza stradale, sistemazione sede stradale, asfaltature.
40 m 2,4 - 2,6
N. 10
Rimozione e riposizionamento palo pubblica illuminazione, realizzazione di cordolo in c.a. , realizzazione tiranti in barra di acciaio, rimozione e posa barriera di sicurezza stradale, sistemazione sede stradale, asfaltature.
30 m 2,5-2,6
N. 11 Rimozione e posa barriera di sicurezza stradale 10 m 2,5-2,6
N. 11 bis
Rimozione e riposizionamento palo pubblica illuminazione, scavo, consolidamento parete con rivestimento rete acciaio doppia torsione, posa funi e chiodatura di ancoraggio, realizzazione di cunetta alla francese, sistemazione sede stradale, asfaltature.
15 m 2,5-2,6
N. 12Pulizia e abbattimento alberi, realizzazione di cordolo in c.a. , realizzazione tiranti in barra di acciaio, rimozione e posa barriera di sicurezza stradale, sistemazione sede stradale, asfaltature.
32 m 2,5-2,6
Tabella 1 – Descrizione degli interventi.
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3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE
L’area di intervento è di tipo montano con pendii accentuati. La strada percorre un pendio accentuato
ricco di vegetazione.
Figura 1 - Vista aerea del territorio.
Il tracciato si sviluppa prevalentemente all’interno di una zona agricola “E1”, interessando nel tratto
iniziale la zona residenziale “C1” di contrada Tamburinari.
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Figura 2 – Estratto PRG del Comune di Lastebasse e Legenda.
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4. INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOTECNICO
L’area oggetto degli interventi si colloca a Sud-Est dell’abitato di Lastebasse (VI) tra le località
Pedemonte e Casotto, sulla destra idrografica del Torrente Astico, ad una quota altimetrica che va dai
430 m a valle ai 600 m slm. Circa a monte.
L’altopiano dei Fiorentini appartiene all’unità tettonica delle Alpi Meridionali e più precisamente alla
catena delle Prealpi Venete e Trentine (Piccole Dolomiti). In questa zona affiora con continuità la
successione stratigrafica del Recoarese, le cui unità mesozoiche ne costituiscono l’ossatura
principale. Quest’ area è costituita prevalentemente da rocce sedimentarie, rappresentate da Dolomia
Principale (Norico-Retico) ricoperta da depositi alluvionali grossolani nella zona a valle e da detrito di
versante sopprattuto nella parte alta.
Per ulteriori dettagli si rimanda dall’estratto della Carta Geologica d’Italia Fg. 36 Schio riportato di
seguito.
Figura 3 – Estratto della Carta Geologica d’Italia Fg. 36 Schio e legenda
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La Dolomia Principale, che forma l’ossatura di questo complesso montuoso, è di età norico-retica e la
sua potenza si aggira dagli 800 ai 1000m. La deposizione della Dolomia Principale deriva
dall’annegamento di vaste e complesse piane tidali, stagni e bassi fondali ad opera di trasgressioni e
regressioni marine cicliche avvenute durante la fine del Triassico (BOSELLINI, 1967). Successivi
fenomeni diagenetici trasformarono questi depositi di fondali bassi, piatti ed estesi in quella roccia
che oggi noi conosciamo come Dolomia Principale.
Verso la fine del Triassico l’enorme piattaforma della Dolomia Principale venne fratturata in blocchi
soggetti a subsidenza differenziale. Il blocco dell’area in esame rimase strutturalmente elevato (horst)
anche per tutto il seguente periodo Giurassico, mentre le aree adiacenti sprofondarono, dando luogo
a bacini profondi (Bacino Lombardo e Bacino di Belluno). Nacque così la Piattaforma di Trento (o
Atesina), di cui l’Altopiano di Lavarone e Folgaria rappresenta un elemento del margine occidentale
(CASTELLARIN, 1972). L’origine di questo alto strutturale, deriva dal fatto che già dal Permiano
quest’area fu teatro di una rilevante attività magmatica (plutoni e vulcani) e che le rocce che ne
derivarono, che in alcuni casi sono anche di spessore elevato (“porfidi” permiani), irrigidirono ed
ancorarono l’intera zona alle parti più profonde della crosta terrestre.
Di conseguenza, fin dall’inizio del Lias sull’horst riprese la sedimentazione carbonatica di acqua
bassa che, anche a causa del cambiamento climatico avvenuto, depositò calcari invece di dolomia.
Abbiamo così nel Lias (Giurassico Inferiore) lo sviluppo di una piattaforma carbonatica rappresentata
dalla tipica unità dei Calcari Grigi che affiorano sia ad Est che a Sud dell’area in esame.
Come già accennato precedentemente, sul fondovalle la Dolomia Principale risulta essere ricoperta
da depositi alluvionali terrazzati “abbandonati” dal Torrente Astico nelle ere geologiche passate. Tali
depositi possono presentare spessori rilevanti.
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5. DESTINAZIONE DEI TERRENI DI SCAVO
Le terre e rocce da scavo ammontano complessivamente a circa 1.700,00 m³. Di questi, circa 300 m³
verranno reimpiegati in cantiere come materiale di riempimento ed, eventualmente, come
sottoprodotti di prodotti industriali. La restante parte verrà portata in discarica o, eventualmente, vista
la bontà del materiale (essenzialmente di tipo roccioso), potrà essere ceduta in maniera onerosa
all’Impresa Appaltatrice.
Va precisato che il terreno soggetto a movimentazione dovrà essere sottoposto alle necessarie
indagini ed analisi per accertare la presenza di sostanze inquinanti.
Le terre da scavo la cui concentrazione di inquinanti rientra nei limiti dei valori definiti nella Tab 1,
col. A dell’All. 5 Titolo V parte quarta del D. Lgs. 152/06, potranno essere riutilizzate in sito senza
limitazioni.
Le terre da scavo la cui concentrazione di inquinanti è compresa tra i limiti succitati e quelli della
colonna B della stessa tabella hanno come destinazione possibile:
- realizzazione di sottofondi e rilevati stradali e ferroviari, arginature di corsi d’acqua:
- siti a destinazione produttiva (artigianale, industriale e commerciale), purché i test di
cessione rispettino i valori della tabella di riferimento indicata alla colonna A sopra citata.
Le terre da scavo che superano i limiti della colonna B della sopracitata tabella dovranno essere
conferite in apposite discariche autorizzate ad ricevere materiale contaminato da sostanze inquinanti.
Si conclude perciò quanto segue:
- per la parte del terreno movimentato che verrà riutilizzato all’interno dello stesso cantiere non
sussistono le condizioni tali da dover classificare questo materiale come sottoprodotto o
rifiuto in quanto non si andranno ad alterare le caratteristiche chimico-fisiche che
costituiscono il “fondo naturale “ del sito;
- i l restante materiale potrà essere riutilizzato per rinterri, riempimenti, rimodellazioni e rilevati
nel rispetto della compatibilità dei maggiori valori rilevati con i corrispondenti valori
riscontrabili nel sito di destinazione.
Qualora durante l’attività di escavazione fosse rinvenuta una qualche anomalia non attesa o si
venisse a cambiare la destinazione del materiale di risulta, dovranno essere attivate tutte le
procedure previste dalle vigenti disposizioni normative.
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6. OPERE DI CONTENIMENTO
6.1. TIPOLOGIA E CRITERI DI SCELTA
Per il contenimento dei terreni, saranno adottate le seguenti opere di contenimento:
- Soil nailing con parete in spritz-beton rivestita in pietra locale;
- Cordoli in c.a.;
- Reti metalliche per rivestimento e rinforzo scarpate rocciose.
Il soil nailing spritz beton è un’opera di contenimento scelta ad hoc per minimizzare gli scavi lungo la
viabilità di accesso alla contrada. Consiste essenzialmente in una parete chiodata con paramento in
spritz beton armato di spessore pari a 25-30 cm, inclinato dai 70° ai 90 ° sull’orizzontale.
La procedura di esecuzione è la seguente:
1. Messa in sagoma della scarpata o dello sbancamento da eseguirsi con opere di movimento
terra;
2. Posa della rete elettrosaldata cercando di profilare la scarpata o lo scavo;
3. Esecuzione dello spritz beton nella quantità e negli spessori previsti;
4. Esecuzione della chiodatura, rispettando la lunghezza dei chiodi e la maglia di perforazione;
5. Posa delle piastre e dei chiodi di bloccaggio;
6. Realizzazione di un paramento in pietra locale.
Infine, i cordoli – siti in sommità ai muri esistenti previa scapitozzatura degli stessi o posizionati
direttamente su terreno – sono dimensionati in funzione delle opere di sicurezza e protezione previste
come guard rail o recinzioni o parapetti ed ancorati al terreno/muro mediante appositi tiranti.
Per ogni dettaglio si rimanda alla tavola DSA3100 – Opere di sostegno.
6.2. VERIFICA DELLE OPERE DI CONTENIMENTO
6.2.1. Premessa
La stratigrafia del sito ed i parametri geotecnici dei terreni attraversati sono stati ricavati dalla relazione geologica
redatta dal geol. G.F. Darteni.
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Le verifiche sono condotte con riferimento alle Norme Tecniche per le costruzioni (D.M. 14/01/2008); per i muri di
sostegno si ha:
- SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigido (EQU) o Stabilità globale, o Scorrimento sul piano di posa, o Collasso per carico limite dell’insieme fondazion-terreno, o Ribaltamento;
- SLU di tipo strutturale.
Le verifiche, ad eccezione delle verifiche di stabilità globale, sono condotte secondo l’approccio 2 (A1+M1+R3),
tenendo conto dei coefficienti parziali riportati nelle successive tabelle.
Tabella 1. Coefficienti parziali per le azioni (tab.6.2.I NTC2008)
Tabella 2. Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno (tab.6.2.II NTC2008)
Tabella 3. Coefficienti parziali per le verifiche SLU di tipo STR e GEO di muri di sostegno (tab.6.5.I NTC2008)
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La verifica di stabilità globale del complesso opera di sostegno-terreno deve essere effettuata secondo l’Approccio 1-
Combinazione 2 (A2+M2+R2) tenendo conto dei coefficienti parziali in Tabella 1e Tabella 2 e i coefficienti parziali
della successiva tabella.
Tabella 4. Coefficienti parziali per le verifiche di sicurezza (tab.6.8.I NTC2008)
Ai sensi delle NTC 2008 (par. 6.5.3.1.1), nelle verifiche effettuate con l’Approccio 2 che siano finalizzate al
dimensionamento strutturale, il coefficiente R non deve essere portato in conto.
Si adottano le combinazioni prescritte dalla normativa vigente ed espresse simbolicamente come segue:
( )
⋅+⋅+⋅ ∑=
=
ni
iikikqkg QQG
201 ψγγ per le azioni statiche
( )∑=
=
⋅+⋅+ni
iikik QGE
22ψ per le azioni sismiche
con il seguente significato dei simboli:
E valore caratteristico dell’azione sismica
Gk valore caratteristico delle azioni permanenti
Qik valore caratteristico dell’azione variabile i-esima
gg = 1.3 (1.0 se il suo contributo aumenta la sicurezza)
gq = 1.5 per accidentali, temperatura, neve, vento (0 se aumenta la sicurezza)
Y0i coefficiente di combinazione (tabella 2.5.I NTC08)
Le resistenze di calcolo dei materiali (calcestruzzo ed acciaio) sono ottenute mediante l’espressione:
fd= fk/M
dove:
fk= resistenze caratteristiche del materiale
M= coefficienti parziali per le resistenze.
I coefficienti di sicurezza sui materiali vengono quindi assunti pari a:
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Stato limite Acciaio γs Calcestruzzo γc Acciaio (carpenteria)
γM0
ultimo 1.15 1.50 1.05
Tabella 5. Coefficienti parziali di sicurezza relativi ai materiali
6.2.2. Soil nailing spritz beton
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6.2.3. Cordolo con tirante su muro esistente
ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI
Caratteristiche degli elementi strutturali:
- Cordolo: dimensioni 50×40 cm - Tirante: a 4 trefoli, Llib=3.5 m, Lbulbo=3.5 m, interasse=3 m.
La struttura è stata analizzata con modello agli elementi finiti (Plaxis 2D v.8.2).
Sono stati applicati i seguenti carichi accidentali:
- peso mezzi su strada: q1,k= 20 kN/m2; - azione su guard-rail: F2,k= 32 kN/m applicato ad un’altezza di 0,6 m da piano stradale (che corrisponde ad
un momento trasmesso dal guard-rail sul cordolo di 18,99 kNm, secondo il classe H2 adottata)
A A
01
2
3
4 567
910
B11
12 13
14
1516
17
181920
21
2223
24
La combinazione statica risulta quella più gravosa per le verifiche sulle strutture.
Per il tirante la sollecitazione massima risulta:
TEd= 77,7 kNm,
ossia su ciascun tirante: TEd,tirante= 77,7·3=233 kNm.
VERIFICA DEL TIRANTE
Gli stati limte dei tiranti di ancoraggio si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso determinati dalla
mobilitazione della resistenza del terreno e al raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali.
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Con riferimento alle recenti raccomandazioni AGI-AICAP (“Ancoraggi nei terreni e nelle rocce” – giugno 2012), si
calcolano:
- la resistenza allo sfilamento: Rad= Rak/Ra (Ra=1,20 per ancoraggi permanenti) - la resistenza di progetto del materiale (resistenza dell’armatura): Rtd
� Resistenza allo sfilamento
inclinazione (gradi)
L libera tirante (m)
quota testa (m s.m.m.)
iniezioni ripetute γRa,p ξa3 FS
30 3.5 0 no 1.2 1.8 2.161.75 3.50
Terreno g wet φi c' k0 spess.quota fondo da p.c.
Z1 dal p.c. Z 2 dal p.c. σ'vi βi σ'ni Li Ai φi Ti Ti*4,3/FS
(KN/m^3) ° (KPa) da a 0 [m] [m] [kN/m2] [kN/m2] [m] [m2] [°] [kN] [kN]1 18 25 15 0.58 0.00 -0.80 0.8 0.8 0.00 0.00 0.0 0.0 0.0 0.00 0.0 25 0.0 0.02 19 35 0.43 -0.80 -1.60 0.8 1.6 0.00 0.00 0.0 0.0 0.0 0.00 0.0 35 0.0 0.03 22 35 50 0.43 -1.60 -11.60 10 11.6 1.75 3.50 32.0 0.6 19.8 3.50 2.0 35 126.3 251.4
3.5
[m]
180
Profondità (m su l.m.m.)Z medio da
p.c.
Stratigrafia terreno
CALCOLO DEL TIRO AMMISSIBILE DI UN TIRANTE
0.000.00
2.63
Lbulbo (m)
Calcolo del tiro ammissibile
Caratteristiche tiranteDiametro
perforazione (mm)
Conci di bulbo
Si ottiene: Rad= 251.4 > Ted, tirante
� Resistenza dell’armatura
La resistenza dell’armatura del tirante è calcolata come segue.
Area del trefolo A = 140 [mm2]Tensione limite di snervamento f0,1k = 920 [N/mm2]
Tensione limite di rottura ftk = 1040 [N/mm2]
Numero di terfoli presenti nel tirante nt = 4
Carico di esercizio (da calcolo) NQ = 250 [kN] VERIFICA
Carico limite di snervamento Nys = 515 [kN] Nys=nt A f0,1k
Carico limite di rottura Nts = 582 [kN] Nts=nt A ftk
Carico ammissibile Namm = 355 [kN] Namm=Nys/1,45
Carico max di presollecitazione Ni = 320 [kN] Ni=0,9 Namm
Tasso di lavoro del tirante δ = 70%
Il dimensionamento strutturale garantisce il rispetto del criterio della progettazione in capacità (gerarchia delle
resistenze) per cui la rottura per sfilamento della fondazione deve precedere sempre la rottura dell’armatura:
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Rak,max=251.4 <Rtd=355 kN.
VERIFICA DEL CORDOLO IN C.A.
Il cordolo è armato con 2Ø16 superiori e inferiori.
Si applicano le sollecitazioni dovute al tiro del tirante ed al momento applicato in testa trasmesso dal
guard-rail:
N= 77,7 kN/m
M= 18,99×1,5 = 28,5 kNm.
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VERIFICA DI STABILITÀ GLOBALE
La verifica di stabilità globale è condotta nella combinazione A2+M2+R2 e porta ad un valore del
coefficiente di sicurezza Fs=1.268>1.1.
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6.2.4. Cordolo con tirante su terreno
Sono valide le verifiche eseguite per la precedente tipologia di intervento e si adottano le medesime
dimensioni strutturali del cordolo e del tirante.
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7. QUADRO GENERALE DI SPESA
L’importo complessivo previsto per la realizzazione del progetto ammonta a 395.000,00 euro di cui:
• 278.911,53 euro di importo lavori a base d’appalto, a cui va detratto l’importo a corpo fisso
ed invariabile, non soggetto a ribasso d’asta, destinato all’attuazione dei piani di sicurezza
pari a 10.000,00 euro;
• 116.088,47 euro per le somme a disposizione dell’amministrazione.
Di seguito viene riportato il dettaglio del quadro generale di spesa.