Con desiderio di vedervi bagnato e annegato nel sangue dello
svenato Agnello
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Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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Carissimo figliuolo in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e
schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue
suo con desiderio di vedervi bagnato e annegato nel sangue dello
svenato Agnello, il quale sangue lava e annega cio uccide, la
propria perversa volont.
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Dico che lava la faccia della coscienza, e uccide il verme
d'essa coscienza; perch il sangue c' fatto bagno. E perch il sangue
non senza fuoco, anco intriso col fuoco della divina carit (perch
fu sparto per amore); sicch il fuoco col sangue lava e consuma la
ruggine della colpa, che nella coscienza: la quale colpa un verme
che rode in essa coscienza.
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Onde, morto che questo verme, e lavata che la faccia
dell'anima, privata del proprio e disordinato amore. Perch, mentre
che l'amor proprio nell'anima questo verme non muore mai, n si leva
la lebbra della faccia dell'anima.
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Poniamoch il sangue e il fuoco del divino amore ci sia dato (e
a tutti dato questo sangue e fuoco per nostra redenzione); e
nondimeno da tutti non partecipato: e questo non per difetto del
sangue, n del fuoco, n della prima dolce Verit che ce l'ha donato;
ma difetto di chi non vota il vasello per poterlo empire d'esso
sangue.
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Onde il vasello del cuore, mentre che egli pieno del proprio
amore, o spiritualmente o temporalmente, non pu empire il divino
amore, n partecipare la virt del sangue: e per non si lava la
faccia, e non s'uccide il verme. Dunque c' bisogno di trovare modo
di votarsi e d'empirsi, acciocch noi giungiamo a quella perfezione
d'uccidere la propria volont: perch, uccisa la volont, ucciso il
verme.
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Che modo ci dunque, carissimo figliuolo? Ve lo dico. Che noi ci
apriamo l'occhio dell'intelletto a conoscere un sommo bene e un
miserabile male. Il sommo bene Dio, il quale ci ama d'ineffabile
amore: il quale amore ci manifestato col mezzo del Verbo unigenito
suo Figliuolo, e il Figliuolo ce l'ha manifestato col mezzo del
sangue suo.
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Onde nel sangue conosce l'uomo l'amore che Dio gli porta, e il
suo proprio miserabile male. Perch la colpa quella che conduce
l'anima alle miserabili pene eterne. E per solo il peccato quello
che male, il quale procede dal proprio amore; perch verunaltra cosa
che sia male, se non questa. E questo fu cagione della morte di
Cristo.
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E per dico che nel sangue conosciamo il sommo bene dell'amore
che Dio ci ha, e il miserabile nostro male; perch altre cose non
sono male, se non solo la colpa, come detto .
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Onde n tribolazioni n persecuzioni del mondo non sono male, n
ingiurie, n strazi, n scherni, n villanie, n tentazioni del
dimonio, n tentazioni degli uomini, le quali tentano i servi di
Dio; n le tentazioni, n le molestie che d l'un servo di Dio
all'altro: le quali Dio tutte permette per tentare, e per cercare
se trova in noi fortezza e pazienza e perseveranza fino all'ultimo;
anco, conducono l'anima a gustare il sommo ed eterno Bene.
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Questo vediamo noi manifestamente nel Figliuolo di Dio, il
quale essendo Dio e uomo, e non potendo volere verun male, non le
avrebbe elette per s; ch tutta la vita sua non fu altro che pene e
tormenti e strazi e rimproveri, e nell'ultimo l'obbrobriosa morte
della Croce: e questo volle sostenere, perch era bene, e per punire
la colpa nostra, che quella cosa ch' male.
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Poi, dunque, che l'occhio dell'intelletto ha cos ben veduto e
discernuto chi gli cagione del bene, e chi gli cagione del male, e
quale quello che bene, e quello che miserabile male; l'affetto,
perch va dietro all'intelletto corre di subito e ama il suo
Creatore, conoscendo nel sangue l'amore suo ineffabile; e ama tutto
quello che vede che faccia pi piacere a lui e unire con lui.
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Onde allora si diletta delle molte tribolazioni, e priva s
medesimo delle consolazioni proprie per affetto e amore delle virt.
E non elegge lo strumento delle tribolazioni, che provano le virt,
a suo modo, ma a modo di colui che gliele d, cio Dio; il quale non
vuole altro se non che siamo santificati in lui, e per gliele
concede. Cos egli ha tratto l'amore dell'amore.
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E perch l'occhio dell'intelletto in esso amore ha veduto il suo
male, cio la sua colpa, lo odia, in tanto che desidera vendetta di
quella cosa che n' stata cagione. La cagione del peccato il proprio
amore, il quale nutre la perversa volont, che ribella alla ragione.
E mai non resta di crescere e di moltiplicare l'odio dell'amore
sensitivo fino che l'ha morto.
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E per diventa subito paziente; e non si scandalizza in Dio, n
in s, n nel prossimo suo; ma ha presa l'arme a uccidere questo
perverso sentimento, il quale conduce l'anima a tanto miserabile
male, che gli toglie l'essere della grazia, e gli d la morte,
tornando a non cavelle, perch privata di Colui che .
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Toglie dunque il coltello, che l'arme con che si difende da
nemici suoi; e con quello uccide la propria sensualit. Il quale
coltello ha due tagli, cio odio e amore. E lo mena con la mano del
libero arbitrio, il quale conosce che Dio gli ha dato per grazia, e
non per debito; e con esso coltello taglia e uccide.
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Or a questo modo, figliuolo, partecipiamo la virt del sangue e
il calore del fuoco: il quale sangue lava, e il fuoco consuma la
ruggine della colpa, e uccide il verme della coscienza: non uccide
propriamente la coscienza, la quale guardia dell'anima, ma il verme
della colpa, che v' dentro. In altro modo n per altra via non
potremo giungere a pace e a quiete, n gustare il sangue
dell'immacolato Agnello.
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E per vi dissi ch'io desideravo di vedervi bagnato e annegato
nel sangue di Cristo crocifisso. Dunque levatevi su, e destatevi
dal sonno della negligenza, e annegate la propria perversa volont
in questo glorioso prezzo. E non vi ritragga timore servile, n
amore proprio, n detto delle creature, n mormorazione, n scandalo
del mondo: ma perseverate con virile cuore.
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E guardate che voi non facciate come i matti; e se voi l'avete
fatto, s ve ne dolete, di scandalizzarvi nei servi di Dio, o
mormorare delle loro operazioni; perch questo uno dei segni che la
volont non morta: e se ella morta nelle cose temporali, non anco
morta nelle spirituali.
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Vogliate dunque che in tutto muoia ad ogni suo parere, e viva
in voi, la dolce eterna volont di Dio: e di questa siate giudice,
siccome dice la nostra lezione. Altro non dico. Permanete nella
santa e dolce dilezione di Dio.
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Mi scriveste che il figliuolo non poteva stare senza il latte e
il fuoco della mamma. Onde se ne avrete volont, non tardate a
venire per esso. Dite, che non vorreste offendere lobbedienza.
Venite con la licenza, e non l'offenderete. E ci di bisogno; perch
Nanni s' partito per buona necessit; sicch se potete venire, l'avr
molto caro.
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Raccomandateci al baccelliere, e a frate Antonio, e a misser
Matteo, e all'Abate, e a tutti gli altri.