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15/03/2019 Pag. 62 N.446 - gen/feb 2019...che abbiano veramente la potenzialità di generare nuovi...

Date post: 22-Jul-2020
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uso yetiGiuseppe Mariggiò II ruolo elei vendor perdona corretta adozione. Lavera sfida non è svi- luppare l'inteIII \gep(za delle macchine, maabilitare il collegamento tra intelligenza uprrana e potenziamento tecnologico. Evitando di commet- tere irerropéaiì pensare al futuro imprigionati dagli schemi del passato 00=14 OO=1E La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 15/03/2019 Pag. 62 N.446 - gen/feb 2019 diffusione:18000 tiratura:20000 5 I-COM - Rassegna Stampa 15/03/2019
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usoyetiGiuseppe Mariggiò

II ruolo elei vendor perdona corretta adozione. La vera sfida non è svi-luppare l'inteIII\gep(za delle macchine, ma abilitare il collegamento traintelligenza uprrana e potenziamento tecnologico. Evitando di commet-tere irerropéaiì pensare al futuro imprigionati dagli schemi del passato

00=14 OO=1E

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

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DOSSIER Al

Luciano Floridi professoredi Filosofia ed Etica dell'Informazioneall'Università di Oxford

1 1 gap tecnologico che finora non cipermetteva di parlare a cuor leggerodi intelligenza artificiale è stato abbat-

tuto. Sempre di più stiamo direzionandolo sviluppo di questi servizi verso la do-tazione di capacità prescrittiva, ovverola capacità di prendere decisioni in auto-nomia, mettendo in pratica delle azioni,verso la mach ine intelligence. L'AI iniziadai dati, ma non è una sfera di cristallo,un robot autocosciente, e neppure unperfect model prediction. L'AI risolvemolte cose e crea qualche grattacapo.L'attenzione deve essere concentratasu quale sia il problema aziendale sotto-stante e capire come integrare l'intelli-genza artificiale, proprio come qualsiasialtra tecnologia aziendale.

Per evitare una bolla, sul modelloERP anni 90, i vendor devono concen-trarsi su quello che le aziende utentivogliono ottenere. Oggi, grazie alcloud, ai big data analytics e agli algo-ritmi di machine learning, le macchinepossono eseguire compiti complessiche se eseguiti da un essere umanorichiederebbero intelligenza. Soloquindici anni fa, era difficile prevederelo sviluppo di queste tecnologie. Siamodi fronte a qualcosa di completamente

l'intelligenza artificiale solo per ven-dere un paio di scarpe in più, non soloavremo sprecato la straordinaria op-portunità di capire di più il mondo, maavremo commesso l'errore di adattareil nostro mondo all'ambiente operativodi una macchina, e non viceversa. E ilcosto per scelte non fatte o fatte malepotrebbe essere altissimo.

L'AI È GIÀ IN MEZZO A NOILa percezione diffusa è che l'intelligenzaartificiale sia una "cosa" piuttosto cheun'intelligenza incorporata in maltiservizi e sistemi che già utilizziamo. Peresempio, ogni volta che interagiamo conle nostre piattaforme social preferite, c'èun algoritmo che accoppia la nostraesperienza d'uso con un motore di AIe decide quali post farci vedere. Alcunitra i videogiochi più popolari impiega-no l'intelligenza artificiale per crearesituazioni sempre nuove e imprevedibili.Anche chatbot e assistenti virtuali sonoalimentati dall'Ai. Uber la incorporaper stimare i tempi di percorrenza. EGmail impiega il machine learningcontro lo spam. Molti internet providerutilizzano l'intelligenza artificiale perridurre i consumi di energia elettrica

L'intelligenza artificiale è già in mezzo a noi. Decidere, trasformare leimprese e giocare d'anticipo. Le sfide per i CIO e il futuro del lavoro

nuovo. E non bisogna commetterel'errore di pensare al futuro imprigio-nati negli schemi del passato. Quandoparliamo di intelligenza artificiale nondovremmo pensare tanto a un disposi-tivo - «quanto alla più grande riservadi capacità di problem solving (a costiaccessibili) che l'umanità abbia maiconosciuto» - come afferma LucianoFloridi, professore di Filosofia edEtica dell'Informazione all'Univer-sità di Oxford. Oggi, la tecnologia cipermette di disarticolare la capacità diessere "intelligenti" dalla capacità disvolgere un compito con successo. Ed èqui che sta la vera killer application. Mail vero nocciolo della questione è comedecideremo di usarla. Se utilizzeremo

nei data center. E in moltissime città,aeroporti e stazioni, i sistemi di sicu-rezza e controllo sono basati su potentialgoritmi di riconoscimento facciale.Nell'industria retail, l'Ai viene utiliz-zata per prevedere i comportamenti diacquisto dei consumatori. E nel financee nell'insurance per la prevenzione dellefrodi. Anche gli assistenti di guida sullesmart car prendono decisioni, analizzan-do in tempo reale le informazioni cheprovengono dall'ambiente circostante.E l'Ai è anche al centro dell'evoluzionedella diagnostica medica e permetteràdi ridisegnare l'intero modello di spesadella Sanità, pubblica e privata, che oggiincide per 1*8,9% del prodotto internolordo nazionale (dati I-Com).

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Alessandra
Evidenziato
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DOSSIER Al

L'AI PER DECIDEREI sistemi di intelligenza artificiale sonosempre più utilizzati come supporto alledecisioni. Le imprese che decidono diadottare questi sistemi chiedono garan-zie non solo di trasparenza ma anche dimantenimento del fattore competitivo.Secondo Confindustria Digitale, latrasformazione digitale può impattaredi quasi il 10% sul fatturato delle PMI.Una leva di competitivita strategicaper l'Italia, che rappresenta la secondamanifattura d'Europa. Ma c'è moltoda fare nella creazione di una nuovacultura dell'innovazione. Abbiamoindividuato cinque fattori che possonoinfluenzare positivamente la correttaadozione dell'Ai da parte delle imprese:1) le strategie di acquisto da parte deidecision-makers; 2) una chiara datastrategy 3) i ruoli e le responsabilitàchiaramente definiti; 4) l'innalzamentodelle competenze; 5) e un offering daparte dei vendor basato su una logicadi progetto step-by-step. In linea te-orica, assistiamo alla nascita di nuoviruoli di gestione, ma nella pratica c'èancora confusione su come le nuovecompetenze debbano tradursi in ter-

del 37,3% fino al 2022, quando la spesasupererà i 77 miliardi di dollari. Nelleimprese italiane, entro il 2019 la spesaper sistemi e piattaforme di intelligenzaartificiale/cognitive crescerà a ritmimolto sostenuti: dai 17 milioni di europrevisti per il 2018, raggiungerà i 25milioni di euro nel 2019 (Dati Assin-tel - IDC). Secondo Diego Pandolfi,research and consulting managerdi IDC Italia - «le imprese italianestanno guardando a queste tecnologieper sviluppare progetti di applicazio-ni e sistemi in grado di apprendere,adattarsi al contesto e fornire rispostesulla base delle informazioni elaboratein diversi ambiti operativi, a partiredall'industria e destinati a estendersinell'area dei servizi».

IMPARARE A LAVORARECON L'AIL'AI trasforma un mondo di dati in unmondo di intelligenza diffusa, con unnuovo livello di interazione fra uominie macchine. Il principale beneficio ap-portato dall'intelligenza artificiale è lapossibilità di comprendere e sfruttaregrandi quantità di dati, anche di tipodifferente (strutturati e non), a supporto

Diego Pandolfi researchand consulting manager di IDC Italia

mini di responsabilità all'interno delle

I principi guida per una corretta adozione dellAI: imparzialità, affi-dabilità, sicurezza, privacy, incisività, transparency e accountabilityorganizzazioni per evitare di generaredata silos e fallimenti dei progetti.

UNA FORZA DIROMPENTEL'intelligenza artificiale sta diventandouna forza dirompente in tutti i settori.IDC definisce l'Ai come un sistema cheimpara, ragiona e si auto-corregge. Nel2018, la spesa mondiale per i sistemi diintelligenza artificiale ha raggiunto 24miliardi di dollari con un aumento del50,5 per cento rispetto al 2017.

La spesa globale per l'intelligen-za artificiale continuerà a registraresignificativi investimenti da tutti isegmenti industriali nei prossimi anni.IDC (idcitalia.com) prevede un tassodi crescita annuale composto (CAGR)

del business. «Grazie all'Ai - spiegaFabio Moioli, direttore divisioneEnterprise Services di Microsoft Ita-lia - è ora possibile trasformare questeinformazioni in intelligence azionabileper supportare più rapidamente e inmodo più efficace i processi di decisionmaking». Per esempio - le tecnologiebasate sull'intelligenza artificiale posso-no migliorare sensibilmente la gestionedelle informazioni, consentendo diottenere vantaggi competitivi. «Tuttavia- avverte Moioli - sebbene i beneficidell'Ai siano tangibili ed evidenti, il pro-blema principale è la difficoltà riscontra-ta dalle aziende nel cambiare il propriomodo di operare». Per avere successonell'adozione dell'intelligenza artificiale

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DOSSIER Al

Fabio Moioli direttore divisioneEnterprise Services di Microsoft Italia

è quindi fondamentale concentrarsi sutre aspetti: «La strategia di business,la gestione del cambiamento e, infine,human intelligence e formazione». Insecondo luogo, è importante stabilireun fondamento etico che guidi lo svi-luppo interdisciplinare e l'applicazionedell'intelligenza artificiale. «Consi-derando la crescente sofisticatezza eil ruolo sempre più pervasivo dell'Ainella società moderna - continuaMoioli - le aziende devono svilupparee adottare chiari principi che ne gui-dino l'utilizzo». In questa prospettiva,Microsoft (www.microsoft.com/it-it)ha dato vita a un comitato consultivointerno che ha l'incarico di assicurareche ogni prodotto segua principi qualiimparzialità, affidabilità, sicurezza,privacy, inclusività, transparency e ac-countability. «Questi principi guida ciaiutano a garantire che i nostri tool diintelligenza artificiale e i nostri servizisiano di supporto ad aziende e personeaiutandole a realizzare il proprio po-tenziale» - spiega Moioli. «Quando silavora con l'intelligenza artificiale, bi-sogna ricordare che non si tratta di una"battaglia" tra uomo e macchine, ma diuna collaborazione virtuosa, che vede

"emergenti" entreranno in profonditàin tutti i processi aziendali.

Le aziende hanno chiari i problemidi business che devono affrontare,ma l'intelligenza artificiale non è unapanacea universale: «E un ambitocomplesso, che richiede ingenti risorsee anche l'effettiva disponibilità di datirilevanti da sfruttare, a prescinderedalla loro quantità».

Il primo suggerimento per i CIOquindi è quello di fare una valntazionesu due aspetti: «Da un lato valutarela capacità delle soluzioni AI - che sivorrebbero adottare - di semplificaree centralizzare la gestione dei progetti,per ottimizzare la possibilità dei sistemidi apprendere e creare valore crescente.Dall'altro capire se si può contare su datiche abbiano veramente la potenzialità digenerare nuovi insight e indirizzare l'a-zienda verso scenari magari inaspettatima sorprendenti, nella loro utilità - sug-geriti proprio dall'accoppiata dati-Ai».Detto questo, oggi la spinta all'inno-vazione arriva sempre più spesso dallelinee di business, sotto forma di necessitàanche molto specifiche: migliorare ilcustomer engagement, attuare unagestione del personale e dei talenti più

Nel 2018, la spesa mondiale per i sistemi di Al ha raggiunto 24 miliardidi dollari con un aumento del 50,5 per cento rispetto al 2017 [dati IDQ

ciascuno eccellere in ambiti differenti.Dobbiamo imparare a lavorare conl'Ai, coniugando la creatività, l'empatia,le emozioni e la capacità di giudizioche ci caratterizzano in quanto esseriumani con la velocità di calcolo e lapossibilità di elaborare e comprenderegrandi quantità di dati delle macchine,per aiutare il progresso della società,migliorando la qualità della vita».

LE SFIDE PER I CIOSecondo Stefano Maio, country salesleader Big Data Analytics di OracleItalia, le tecnologie di intelligenzaartificiale e machine learning offronoenormi potenzialità. E presto, questetecnologie che definiamo ancora

personalizzata, aumentare la sicurezza.Il secondo suggerimento quindi perun'adozione corretta di questa intelli-genza è quello di stabilire una strettacollaborazione tra le LoB, considerandol'intelligenza artificiale - «un patrimo-nio collettivo, un elemento da integrareintrinsecamente negli strumenti che lelinee di business utilizzano». In questosenso. Oracle (www.oracle.com/it) hafatto una scelta ben precisa: «Tuttele nostre applicazioni as a service perle varie aree si stanno man mano tra-sformando, diventando applicazioni"intelligenti e adattive" che rendonodisponibili le opportunità di machinelearning e AI anche in modo moltogranulare all'interno dei diversi processi.

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Infatti, l'interazione con macchine esistemi basati su AI non può prescinderein nessun caso dal fattore umano». Cisono però altri contesti in cui il machinelearning è invece fondamentale proprioper liberare le risorse umane da compitiripetitivi e per fare meglio dell'uomo- spiega Stefano Maio. E il caso peresempio della security del database.«La nostra proposta di autonomousdatabase permette di disporre di sistemiche si autogestiscono, autoproteggono,autoaggiornano, riducendo i marginidi errore e accelerando la capacità diinnovare e trasformare il business».Un ultimo aspetto importante è quel-lo che riguarda le competenze. «Persfruttare pienamente le opportunitàdell'intelligenza artificiale c'è bisognodi specialisti, che non sono semplici datrovare sul mercato del lavoro. È quindimolto importante sviluppare le compe-tenze del personale tecnico e attuarestrategie efficaci per attirare e trattenerei talenti del settore al proprio interno».

IL FUTURO DEL LAVORONei prossimi anni, la sfida principaleper le aziende sarà quella di riuscire adadattare l'organizzazione, i processi, i

ne porterà a una crescita generalizzatadel sistema, e in alcuni paesi comel'Italia, permetterà anche di colmare10 squilibrio dovuto alla progressivariduzione della popolazione in età la-vorativa, causata dall'invecchiamentodemografico. Attualmente, solo il5% circa delle occupazioni potrebbeessere completamente automatizzatocon le tecnologie disponibili. Moltilavori, infatti, comportano compiti chepossono essere automatizzati solo inparte o altri completamente non auto-matizzabili. Ma in prospettiva, da quial 2030, McKinsey prevede che circa

11 30% delle attività relative al 60% ditutte le occupazioni potrebbe essereautomatizzato, ma in ogni caso tuttele occupazioni saranno influenzatedall'automazione dei processi.

NUOVI MODELLILe parole automazione e intelligenzaartificiale suscitano timori come ladisoccupazione di massa, l'aumentodelle disuguaglianze e l'avvento di unmondo dove gli esseri umani verran-no sempre più sostituiti dai robot. Eindubbio che l'automazione e l'intel-ligenza artificiale diano vita a nuove

Stefano Maio country sales leaderBig Data Analytics di Oracle Italia

L'intelligenza artificiale trasforma le informazionigenza diffusa con un nuovo livello di interazione

in un mondo di intelli-fra uomini e macchine

modelli operativi e la gestione dellerisorse per affrontare questo scenarioin trasformazione.

L'automazione e l'intelligenza artifi-ciale (AI) stanno trasformando il busi-ness delle aziende di tutto il mondo econtribuiranno alla loro futura crescitaeconomica. Queste tecnologie nonsolo permetteranno loro di coglierenuove opportunità e fronteggiare lesempre più pressanti richieste deiclienti, ma trasformeranno la naturastessa del lavoro e dei luoghi da doveci connetteremo.

Le previsioni sono molto polariz-zate. Secondo gli analisti, a livello dieconomia globale, l'aumento dellaproduttività generato dall'automazio-

opportunità, ma creino al tempo stessograndi sfide. Un po' com'è stato perle rivoluzioni industriali che l'hannopreceduta. Anche la cosiddetta quartarivoluzione industriale racchiude insé grandi potenzialità, ma occorreprendere subito le decisioni giuste,in ambito imprenditoriale e politico,e adottare un nuovo approccio allaformazione e al lavoro. L'intelligenzaartificiale è una grande opportunitàper innovare il modo di fare impresama anche di essere impresa. Non sitratta soltanto di sostituire le attivitàripetitive. Dobbiamo puntare a cam-biare il modello di sviluppo, mettendole persone al centro. Se pensiamo chele macchine prenderanno il posto

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DOSSIER Al

Nicola Lalla senior directorSolution Engineering di Salesforce

delle persone, l'intelligenza artificialesarà percepita come una minaccia. Sepensiamo che le macchine potenzie-ranno le capacità delle persone, alloral'intelligenza artificiale rappresenterà unacceleratore dello sviluppo umano nonsolo della crescita economica.

ABBATTERE I PREGIUDIZIAvvalersi dell'Ai per consolidare nonper sostituire, giocare d'anticipo, es-sere trasparenti e creare fiducia, sonoi fattori decisivi che caratterizzanouna corretta adozione dell'intelligenzaartificiale da parte dei manager cheguidano l'innovazione all'interno delleloro organizzazioni. Uno dei più grandimalintesi legati all'intelligenza artificialeè proprio la paura che questo tipo ditecnologia possa sostituirsi ai lavoratoriin carne e ossa. In realtà, l'Ai rimuoveràle attività automatizzate e di routine intutti i settori, ma come evidenziano idati Salesforce (www.salesforce.com/it), il 76% dei team di lavoro che già siavvalgono di soluzioni di intelligenzaartificiale ha in realtà aumentato i livellidi personale negli ultimi tre anni. Nonsolo, Gartner prevede anche che entroil 2020, l'Ai creerà 2,3 milioni di posti

valore solo nel momento in cui vengonoanalizzati e si riescono a sintetizzare».

GIOCARE D'ANTICIPONon c'è dubbio che l'intelligenza arti-ficiale stia sconvolgendo le logiche dellavoro, ma allo stato attuale ancora moltodeve essere fatto perché le aziende pos-sano sfruttarne appieno il potenziale. Se-condo una ricerca di Salesforce e HarvardBusinessReview, solo il 37% delle aziendeutilizza i dati dei clienti per prevedereo anticipare le loro esigenze. In pocheparole - spiega Nicola Lalla - «coloroche cominceranno per primi a sfruttarel'intelligenza artificiale avranno una co-noscenza più approfondita e intima deipropri clienti e quindi migliori relazionivolte alla fidelizzazione con la conse-guenza di ottenere migliori risultati».

CREARE FIDUCIAQuando si adottano soluzioni di in-telligenza artificiale, è fondamentalesviluppare una cultura della fiducia. Idati del report di Salesforce The Stateofthe Connected Customer sottolineanoche il 59% dei clienti è favorevole alleaziende che utilizzano l'intelligenzaartificiale per migliorare le esperienze

In crescita, la spesa per sistemi e piattaforme di Al/Cognitive an-che in Italia. Per il 2019, previsti 25 milioni di euro [dati Assintel - IDC]

di lavoro andando a eliminarne 1,8milioni, ma creandone altri 2 milionientro il 2025.

«In termini concreti - chiarisce Ni-cola Lalla, senior director SolutionEngineering di Salesforce - l'Ai nonpuò di fatto sostituire un venditoredurante una riunione con un cliente oprendere decisioni chiave per strutturareun nuovo accordo commerciale ma ciòche può fare, è aiutare le aziende a co-noscere meglio i propri clienti e persinoa suggerire soluzioni per rendere il pro-prio business più efficace sulla base didati e risultati precedenti. D'altra partestiamo parlando di grandi moli di datiimpossibili da analizzare manualmentee ben sappiamo che i dati acquisiscono

dei propri clienti. «Di conseguenza -mette in evidenza Nicola Lalla - leaziende avranno dati attendibili eriusciranno a migliorare le relazionicon i propri clienti rafforzandone lafiducia. Tuttavia, in seguito agli episodidi violazione dei dati personali degliutenti, non stupisce che il 57% dei clientidichiari di sentirsi a disagio nel modoin cui le aziende utilizzano le proprieinformazioni. Non a caso, Salesforce sindall'inizio ha posto la parola "trust" comevalore imprescindibile, che si traducenella trasparenza sulle misure di sicurezzamesse in atto per salvaguardare i datidei propri clienti e dei clienti dei propriclienti potenziate attraverso l'utilizzodell'intelligenza artificiale». DM

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