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16 Musica - Home Page - Teatro Verdi Pordenone · Adesso si tratta d’intendersi col giovane e la...

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16 17 Musica Il barbiere di Siviglia Lirica 16 17 Musica
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17

Musica

Il barbiere di Siviglia

Lirica

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17

Musica

Tutta un’altra stagione. Abbonati subito.

Info 0434 247624

Solita Gioiosa Romantica Libera Attenta InquietaMonotona Diversa.

Stagione 2016 — 17 Vivi il teatro da protagonista:abbonati agli spettacoli di prosa, musica e danza.

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La sera della prima, il 20 febbraio 1816, fischi e contestazioni accolsero la nuova opera di Gioachino Rossini, compositore pesarese appena ventitreenne: uno dei fiaschi più clamorosi nella storia del melodramma segnò il debutto del Barbiere di Siviglia, destinata a diventare ben presto una delle opere più celebri, citate, copiate, conosciute della storia. Oggi, 200 anni dopo, il Barbiere è l’opera italiana più rappresentata in assoluto nei teatri di tutto il mondo.

A dispetto del disastroso esordio, infatti, già dall’indomani e per tutte le repliche successive lo spettacolo ebbe una trionfale accoglienza di pubblico, che applaudì — parole dello stesso Rossini — “con un fanatismo indicibile”. Simbolo della migliore tradizione dell’opera buffa italiana, con una musica che gratifica le voci e numerosi intermezzi comici, in una giusta mescolanza di realismo e ironia, la vicenda presenta una galleria di personaggi benissimo tratteggiati e capaci di parlare al pubblico di ogni età e di ogni nazione: dal conte d’Almaviva a don Bartolo e all’intraprendente Rosina. Su tutti, Figaro: esuberante, dinamico e immortale “factotum della città”.

ArgomentoAtto Primo 

Una piazza di Siviglia, verso l’alba. – Il Conte d’Almaviva, innamorato della bella Rosina, pupilla di Don Bartolo, entra cautamente preceduto dal suo servo Fiorello e da vari musicanti. Egli spera che un’ardente serenata gli valga almeno un cenno di simpatia da parte della fanciulla; ma tutto è inutile: Rosina non dà segno di vita. Sconfortato, il Conte licenzia i musicanti e fa allontanare Fiorello, deciso ad attendere sotto il balcone il risveglio della bella; deve però, a sua volta, nascondersi se non vuole essere scorto da un tale che si avvicina cantando allegramente. Il nuovo arrivato è Figaro, furbo barbiere, servizievole ed astuto beniamino della città. Egli – chiamato da tutti per ogni intrigo – è felice che il proprio mestiere sia così vario e redditizio. Il Conte ravvisa in lui una vecchia conoscenza; gli si rivela ed in breve

sabato 29 ottobreIl barbiere di Siviglia

(titolo originale Almaviva, o sia L’inutile precauzione)

Melodramma buffo in due atti su libretto di Cesare Sterbini dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais

musica diGioachino Rossini

Maestro Concertatore e DirettoreFrancesco Quattrocchi

regia di Giulio Ciabatti

scene di Aurelio Barbatomaestro del Coro Francesca Tosi

orchestra, coro e tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Nuovo Allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

4Lirica

Domenico Balzani

Bogdan Mihai

Filippo Polinelli

Aya Wakizono

Giorgio Giuseppini

Maria Cioppi

Giuliano Pelizon

Hektor Leka

Figaro, barbiere tuttofare

Il Conte d’Almaviva

Bartolo, dottore in medicina, tutore di Rosina

Rosina, pupilla di Bartolo

Basilio, maestro di musica di Rosina

Berta, vecchia governante in casa di Bartolo

Fiorello, servitore di Almaviva

Un ufficiale

convince il barbiere ad aiutarlo presso Rosina e a persuaderla alle nozze. Ma ecco Don Bartolo che esce di casa; da alcune parole il Conte e Figaro apprendono com’egli abbia intenzione di sposare la sua pupilla prima di sera. Allontanandosi il tutore, d’Almaviva insiste affinché Figaro scongiuri immediatamente il pericolo. Dietro consiglio del barbiere, il Conte si dichiara a Rosina, tacendo il suo nome e facendosi passare per un tale Lindoro: la ragazza questa volta risponde. Giubilante per l’inatteso successo, Lindoro approva il piano di Figaro: si travestirà da soldato (tanto più che è amico del colonnello comandante il reggimento che deve giungere a Siviglia in giornata) e, presentando un falso “biglietto d’alloggio”, otterrà di entrare in casa di Don Bartolo. Per apparire meno pericoloso fingerà una leggera ubriachezza. Rimasti così d’accordo, i due amici promettono di ritrovarsi nella bottega di Figaro; l’uno pieno di gioia per le speranze d’amore, l’altro gongolante per la prospettiva di lauti guadagni.

Cortile della casa di Don Bartolo. Rosina ha ascoltato la dichiarazione di Lindoro le cui ardenti parole hanno provocato risonanza nel suo cuore: sposerà il giovane, ha deciso. E niente varrà a farle cambiare pensiero. Adesso si tratta d’intendersi col giovane e la ragazza pensa che Figaro – il quale giunge in quel momento – essendo barbiere, chirurgo, veterinario e speziale di Don Bartolo, potrà aiutarla; naturalmente Figaro non sogna di meglio; ma ambedue girano al largo prima d’impegnarsi, tastando reciprocamente il terreno. L’arrivo del tutore interrompe il dialogo. Figaro si ritira e Rosina, dopo aver risposto dispettosamente al sospettoso interrogatorio cui viene sottoposta, se ne va ella pure. Don Bartolo viene raggiunto da Don Basilio – ex maestro di musica che, con la scusa d’insegnare a Rosina, si fa complice del tutore nella speranza di buscar denari – e subito gli fa premura affinché le nozze con la pupilla abbiano luogo, per amore o per forza, al più presto. Don Basilio l’avverte dell’arrivo del Conte d’Almaviva in Siviglia. Don Bartolo trema all’idea che lo sconosciuto possa avvicinare la ragazza. Don Basilio gli consiglia di eliminare il giovane a mezzo della calunnia; ma Don Bartolo preferisce stendere subito il contratto nuziale: penserà poi egli stesso a mettere in salvo la moglie dalle mire degli zerbinotti. I due escono, Figaro, che tutto ha udito, s’introduce cautamente: a Rosina sopraggiunta, rivela le mire del vecchio tutore. Ma la ragazza non si spaventa e preferisce sapere chi sia il giovane che, in strada, parlava con Figaro all’alba. Figaro le dice trattarsi di un suo cugino studente. Essa, con ingenue ma astute domande, riesce ad avere conferma dell’amore

del giovane e a sapere che egli attende un biglietto d’incoraggiamento. La bricconcella finge di esitare, fa la vergognosa, finché, alle istanze di Figaro, mostra il biglietto già preparato in precedenza. Figaro ammira la furberia della giovane e parte contento. Chi lo è meno è Don Bartolo che, rientrando, s’accorge che Rosina ha un dito macchiato d’inchiostro, nota poi che manca un foglio dalla scrivania e che è stata temperata la penna. Non valgono le abili scuse di Rosina: egli sospetta, e, minacciando di richiuderla, esce inviperito. Rosina, sicura di potergliela fare in barba quando vuole, non si angustia ed entra nelle sue stanze. Ed ecco arrivare il Conte, vestito da soldato di cavalleria, in preda a falsa ubriachezza. Così può burlarsi della rabbia di Bartolo, accorso alle sue grida, che, nonostante l’esibizione del falso “biglietto d’alloggio”, non vuole saperne di ospitarlo in casa sua. Al frastuono, sopraggiunge Rosina cui il Conte si rivela ed alla quale, tra mille astuzie per eludere la gelosa attenzione del tutore, riesce a consegnare una lettera. Ma il giuoco non illude il vecchio che, pur cercando un foglio in suo possesso che lo esonera dal dar ricetto a militari, ha veduto giusto. Pretende che la carta gli venga consegnata; ma Rosina la cambia abilmente con la lista del bucato, sì che Don Bartolo è burlato una volta di più. La sua collera si riversa su quell’insolente soldato ubriaco che vuol rimanere ad ogni costo; invoca soccorso in modo da far accorrere un ufficiale, seguito da soldati. Figaro, vedendo che le cose si mettono male, si precipita a cercar di calmarlo fingendo di minacciare Lindoro. I due continuano a litigare incolpandosi vicendevolmente; ma quando il Conte si sente intimare l’arresto, prende a parte l’ufficiale e gli mostra una carta di fronte alla quale quegli non può che inchinarsi e far ritirare i soldati. I presenti commentano il fatto, sbalorditi, mentre il Conte e Figaro ridono soddisfatti.

Atto Secondo

Studio in casa di Don Bartolo – Don Bartolo è angustiato: ha fatto ricerche ovunque, ma al reggimento nessuno conosce il soldato ubriaco. Che sia un emissario del Conte d’Almaviva venuto ad insidiare la ragazza? Alcuni colpi battuti alla porta lo distolgono dai tristi pensieri. Entra il Conte, travestito da maestro di musica, il quale assicura di essere Don Alonso, allievo di Don Basilio ammalato e da quest’ultimo mandato a sostituirlo nella lezione. Don Bartolo non si fida: quella faccia non gli è nuova. Allora il Conte ricorre, suo malgrado, ad un mezzo rischioso

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ma decisivo; egli mostra il biglietto consegnatogli da Rosina, finge di averlo intercettato, mentre era diretto al Conte d’Almaviva, per farsene un merito con lo stesso Don Bartolo e gli suggerisce di servirsi di quel foglio per calunniare l’innamorato presso la sua bella... La calunnia! Don Bartolo riconosce la scuola di Don Basilio e non diffida più: egli stesso va a chiamare Rosina che frena a malapena la sua gioia nel riconoscere Lindoro. Fingendo di far lezione di musica, e mentre il tutore sonnecchia, i due hanno modo d’intendersi perfettamente; però il giovane non fa in tempo ad avvertire la ragazza che il biglietto adesso si trova nella mani del vecchio. Intanto sopraggiunge Figaro che, con la scusa di far la barba a Don Bartolo, nasconde i due che amoreggiano; abilmente riesce anche a prender la chiave del balcone di Rosina. L’improvvisa comparsa di Don Basilio, che non è affatto malato, rischia di rovinar tutto; ma i tre giovani gli si fanno attorno impaurendolo, convincendolo che deve sentirsi male, che deve correre a letto perché ha una faccia cadaverica: Lindoro gli fa scivolare in mano una borsa gonfia di denaro; questo convince Don Basilio. Figaro riprende a servire Don Bartolo mentre i due innamorati decidono di fuggire a mezzanotte per andare a sposarsi. Lindoro vorrebbe avvertire Rosina in merito al biglietto; ma Don Bartolo, che ha colto una frase rivelatrice, capisce che il giovane è travestito, incomincia a gridare e tutti se ne vanno per evitare guai maggiori. Don Bartolo fa chiudere le porte e corre egli stesso a mettersi di guardia all’ingresso poiché non si fida più nemmeno della domestica Berta; la quale non può trattenersi dal commentare tutte le sciocchezze che avvengono in casa a causa dell’amore. Don Bartolo ha potuto rintracciare Don Basilio e da lui viene a sapere che il sedicente Don Alonso gli è completamente sconosciuto e che sospetta si tratti dello stesso Conte d’Almaviva. Il che induce il vecchio innamorato ad esigere le nozze con Rosina per la stessa sera. Don Basilio avverte che ciò non sarà possibile giacché il notaio la sera deve unire in matrimonio una nipote di Figaro; ma Don Bartolo sa che Figaro non ha nipoti, subodora un nuovo inganno e manda immediatamente il maestro di musica a chiamare il notaio affinché lo unisca alla pupilla. Indi, attuando un piano che dovrebbe convincere la ragazza, mostra a Rosina il biglietto che essa diede a Lindoro e le dice che questi non l’ama ma che vuole, invece, gettarla nelle potenti braccia del Conte d’Almaviva. Rosina, insospettita, cade nelle reti, e per vendetta, decide di sposare il tutore e gli confessa che di lì a poco Lindoro e Figaro devono rapirla. Don Bartolo le dice di chiudersi in camera mentre

egli andrà a chiamare i gendarmi ai quali consegnerà i due, facendoli passare per ladri. Appena Don Basilio è uscito, dalla finestra s’introducono Figaro e il Conte che rimangono esterrefatti dall’accoglienza di Rosina che respinge Lindoro e lo accusa di volerla sacrificare alle brame del Conte. Ma Lindoro le confessa di essere egli stesso il Conte d’Almaviva e le dice tutta la sua gioia nel sapersi tanto amato senza che il suo ceto abbia influito sui sentimenti ch’ella dimostra; dalla finestra ha veduto due persone introdursi in casa: bisogna fuggire subito! Si precipita alla finestra, ma una sgradita sorpresa li attende: la scala è stata tolta! Ormai bisognerà affrontare gli eventi. Ecco Don Basilio ch’entra cautamente cercando Don Bartolo ed introducendo il notaio. Figaro approfitta subito di tanta fortuna: presenta al notaio Rosina ed il Conte dicendogli che sono gli sposi che deve unire. Le obiezioni di Don Basilio vengono vinte dall’offerta di un prezioso anello da un lato e dalla minaccia di una pistola dall’altro. Cosicché il volpone firma, insieme con Figaro, quale testimone e i due giovani sono finalmente marito e moglie. Sopraggiunge Don Bartolo accompagnato da un ufficiale e da alcuni soldati per arrestare il Conte e Figaro, credendo che Rosina sia ancora disposta a sposare lui: quando apprende che non c’è più nessuna speranza, si dà alla disperazione, accusa tutti, indica il Conte come un ladro, sperando che lo arrestino;ma questi rivela il suo grado e il suo titolo. Don Bartolo smania ancora; ma, finalmente, sentendo che il Conte gli lascia in regalo la dote di Rosina cede al fatto compiuto e si rassegna. La vicenda si conclude così nel giubilo generale.

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Trovo il Teatro completamente vuoto. Poggiate al muro del retropalco sono addossate alcune assi, qualche cassa vuota, dei bauli, una scala, una panca... Penso a Rossini, che quarant’anni dopo il suo Barbiere, dopo aver incendiato i cuori e aver conquistato l’Europa in un baleno al pari di Napoleone, scelse il ritiro. A due passi dal Théatre des Italien.

Riceveva nella sua camera da letto, il cranio rasato avvolto da un’ampia sciarpa colorata e una collezione di parrucche arruffate in bella vista.

Il compositore, che sessantenne si schermiva con ironia definendosi “un vieux rococò”, era lo stesso che da giovane aveva salito le scale di uno dei tanti alloggi provvisori dove Beethoven, “scarmigliato” e in miseria, l’aveva accolto raccomandandogli di dare tanti Barbiere. Ma il mondo attorno nel frattempo era cambiato in fretta e l’opera buffa, la satira divertente, arguta e sfrontata nei confronti della vecchia società tutta ricondotta sotto la categoria del gioco era stata accantonata in favore delle nuove idee, delle mode romantiche, del nuovo pubblico. E penso a quei commedianti, che per decenni, con i loro bagagli, con le loro “robbe” trasportate su carri e su barche, con le loro storie reali e immaginarie, trovarono un porto, una stanza nella quale alloggiare, far conoscere il proprio mestiere, la propria “arte”, a pochi o molti spettatori.

Note di regiaLe vieux rococò

di Giulio Ciabatti

Libretto10 11

Accolti in una città, imprigionati in un’altra, lodati da questi, biasimati da quelli, felici col sereno e pazienti col brutto tempo, beffandosi degli imbecilli e sfidando i cattivi, ridendo della propria miseria e facendo la barba a tutti quanti. (Figaro, atto I, scena 2).

Non potendo disporre di apparati scenici magnificenti, dotarsi di costumi sfarzosi o di macchinari barocchi, come nelle feste nelle quali la Corte amava rispecchiarsi, questi attori portarono sulla scena solo se stessi, la propria capacità istrionica di travestirsi, improvvisare lazzi, battute giocose e mordenti. Avvicinavano l‘occhio dello spettatore a Mondi Nuovi, esibendo quella diversità ed estraneità che dalle piazze migrò ai luoghi chiusi dei Theatri di Città.

Giovani drammaturghi e commediografi seguirono queste compagnie, ne rimasero al fianco, o, come nel caso di Molière, le condussero alla celebrità. Il personaggio di Figaro germogliò dalla penna di Beaumarchais quando quell’epoca raggiunse il suo splendore. Da quel mondo passato e dalle sue ultime luci, dal desiderio di rendere omaggio a un’epoca e a uno straordinario ed eclettico compositore, prende spunto questa messa in scena del “Barbiere di Siviglia”, figlio del suo tempo.

Atto PrimoScena I

FiorelloPiano, pianissimo,senza parlar,tutti con mevenite qua.SuonatoriPiano, pianissimo,eccoci qua.FiorelloTutto è silenzio;nessun qui stache i nostri cantipossa turbar.ConteFiorello... Olà...FiorelloSignor, son qua.ConteEbben!... gli amici?FiorelloSon pronti già.ConteBravi, bravissimi,fate silenzio;piano, pianissimo,senza parlar.SuonatoriPiano, pianissimo,senza parlar.ConteEcco, ridente in cielospunta la bella aurora,e tu non sorgi ancorae puoi dormir così?Sorgi, mia dolce speme,vieni, bell’idol mio;rendi men crudo, oh Dio,lo stral che mi ferì.

Tacete! già veggoquel caro sembiante;quest’anima amanteottenne pietà.Oh istante d’amore!Oh dolce contento!Felice momentoche eguale non ha!Ehi, Fiorello?FiorelloMio Signore...ConteDi’, la vedi?FiorelloSignor no.ConteAh, ch’è vana ogni speranza!FiorelloSignor Conte, il giorno avanza.ConteAh! che penso! che farò?Tutto è vano... buona gente!SuonatoriMio signor.ConteAvanti, avanti.Più di suoni, più di cantiio bisogno ormai non ho.FiorelloBuona notte a tutti quanti,più di voi che far non so.SuonatoriMille grazie... mio signore...del favore... dell’onore...Ah, di tanta cortesia obbligati in verità.Oh, che incontro fortunato!È un signor di qualità.Sì, grazie, grazie del favor.ConteBasta, basta, non parlate...Ma non serve, non gridate...

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Maledetti, andate via...Ah, canaglia, via di qua!Tutto quanto il vicinatoquesto chiasso sveglierà.FiorelloZitti, zitti... che rumore!Maledetti! via di qua...Ve’, che chiasso indiavolato!Ah, che rabbia che mi fa!Maledetti, andate via...Ah, canaglia, via di qua!ConteGente indiscreta!FiorelloAh, quasicon quel chiasso importunotutto quanto il quartiere han risvegliato.Alfin sono partiti!...Conte(E non si vede!È inutil sperar.)(Eppur qui voglio aspettar di vederla.Ogni mattina ella su quel balconea prender fresco viene sull’aurora.Proviamo)Olà, tu ancora ritirati, Fiorel.FiorelloVado. Là in fondoattendero suoi ordini.ConteCon leise parlar mi riesce,non voglio testimoni. Che a quest’oraio tutti i giorni qui vengo per leidev’essersi avveduta. Oh, vedi, amorea un uomo del mio rangocome l’ha fatta bella! Eppure, eppuredev’essere mia sposa!FigaroLa la la...ConteChi è mai quest’importuno?Lasciamolo passar; sotto quegli archi,non veduto, vedrò quanto bisogna;già l’alba è appena, e amor non sivergogna.

Scena seconda

FigaroLa ran la lerala ran la la(sorte)Largo al factotumdella città.Largo!Presto a bottega,ché l’alba è già!Presto!Ah, che bel vivere,che bel piacereper un barbieredi qualità!Ah, bravo Figaro!Bravo, bravissimo;Bravo!fortunatissimo per verità!bravo!Pronto a far tutto,la notte e il giornosempre d’intorno,in giro sta.Miglior cuccagnaper un barbiere,vita più nobile,no, non si da.Rasori e pettini,lancette e forbici,al mio comandotutto qui sta.V’è la risorsa,poi, del mestierecolla donnettacol cavalierecolla donnettaLa la ran lera...col cavaliere...Tra la la la...Ah, che bel vivere,che bel piacereper un barbieredi qualità!Tutti mi chiedono,

tutti mi vogliono,donne, ragazzi,vecchi, fanciulle:Qua la parrucca...Presto la barba...Qua la sanguigna...Presto il biglietto...Figaro... Figaro...Son qua, son qua.Figaro... Figaro...Eccomi qua.Ahimè, che furia!Ahimè, che folla!Uno alla volta,per carità!Ehi! Figaro! Son qua!Figaro qua... Figaro là...Figaro su... Figaro giù...Pronto prontissimoson come il fulmine;sono il factotum della citta.Ah, bravo Figaro!bravo, bravissimo;a te fortuna nonmancherà.La ran la la...Sono il factotumdella città.[Recitativo]Ah, ah! che bella vita!...Faticar poco, divertirsi assai,e in tasca sempre averqualche doblone,gran frutto della mia riputazione.Ecco qua: senza Figaronon si accasa in Siviglia una ragazza:a me la vedovellaricorre pel marito:io, colla scusadel pettine di giorno,della chitarra col favor la notte,a tutti onestamente,non fo per dir, m’adatto a far piacere.Oh che vita, che vita!Oh che mestiere!Orsù, presto a bottega...

ConteÈ desso, o pur m’inganno?FigaroChi sarà mai costui?...ConteOh, è lui senz’altro!Figaro!FigaroMio padrone...Oh, chi veggo!... Eccellenza!...ConteZitto, zitto, prudenza!Qui non son conosciuto,né vo’ farmi conoscere. Per questoho le mie gran ragioni.FigaroIntendo, intendo,la lascio in libertà.ConteNo...FigaroChe serve?ConteNo, dico: resta qua;forse ai disegni mieinon giungi inopportuno... Ma cospetto,dimmi un po’, buona lana,come ti trovo qua?... poter del mondo!Ti veggo grasso e tondo...FigaroLa miseria, signore!ConteAh, birbo!FigaroGrazie.ConteHai messo ancor giudizio?FigaroOh! e come... Ed ella,come in Siviglia?ConteOr te lo spiego. Al Pradovidi un fior di bellezza, una fanciullafiglia d’un certo medico barbogioche qua da pochi dì s’è stabilito.Io, di questa invaghito,

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lasciai patria e parenti, e qua men venni.E qui la notte e il giornopasso girando a que’ balconi intorno.FigaroA que’ balconi?... Un medico?...Oh cospetto! Siete ben fortunato;sui maccheroni il cacio v’è cascato.ConteCome?FigaroCerto. Là dentroio son barbiere, parrucchier, chirurgo,botanico, spezial, veterinario,il faccendier di casa.ConteOh che sorte!...FigaroNon basta. La ragazzafiglia non è del medico.È soltanto la sua pupilla!ConteOh che consolazione!FigaroPerciò... Zitto!...ConteCos’e?FigaroS’apre il balcone.

Scena terza

RosinaNon è venuto ancor. Forse...ConteOh mia vita!Mio nume! mio tesoro!Vi veggo alfine, alfine...RosinaOh, che vergogna!Vorrei dargli il biglietto...BartoloEbben, ragazza?Il tempo è buono. Cos’è quella carta?RosinaNiente, niente, signor: son le paroledell’aria dell’Inutil Precauzione.

ConteMa brava... dell’Inutil Precauzione...FigaroChe furba!BartoloCos’e questaInutil Precauzione?RosinaOh, bella! è il titolodel nuovo dramma in musica.BartoloUn dramma! Bella cosa!RosinaOh, me meschina! l’aria m’è caduta.Raccoglietela presto.BartoloVado, vado.RosinaPs... Ps...ConteHo inteso.RosinaPresto.ConteNon temete.BartoloSon qua.Dov’è?RosinaAh, il vento l’ha portata via.Guardate.BartoloIo non la veggo.Eh, signorina, non vorrei...Cospetto!Costei m’avesse preso!In casa, in casa,animo, su! A chi dico? In casa, presto.RosinaVado, vado. Che furia!BartoloQuel balconeio voglio far murare...Dentro, dico.RosinaAh, che vita da crepare!

Scena quarta

ContePovera disgraziata!Il suo stato infelicesempre più m’interessa.FigaroPresto, presto:vediamo cosa scrive.ConteAppunto. Leggi.Figaro“Le vostre assidue premure hanno eccitatala mia curiosità. Il mio tutore è per uscirdi casa; appena si sarà allontanato,procurate con qualche mezzo ingegnosod’indicarmi il vostro nome, il vostrostato e le vostre intenzioni. Io non possogiammai comparire al balcone senzal’indivisibile compagnia del mio tiranno.Siate pero certo che tutto e disposta a fare, per rompere le sue catene, la sventurata Rosina.”ConteSì, sì, le romperà. Su, dimmi un poco:che razza d’uomo è questo suo tutore?Figaro È un vecchio indemoniato avaro,sospettoso, brontolone; avrà cent’anniindosso e vuol fare il galante:indovinate? Per mangiare a Rosina tuttal’eredità s’è fitto in capo di volerlasposare... Aiuto!ConteChe?FigaroS’apre la porta.BartoloFra momenti io torno:non aprite a nessun.Se Don Basilio venisse a ricercarmi,che m’aspetti.(Le mie nozze con lei meglio è affrettare.

Si, dentr’oggi finir vo’ quest’affare.)ConteDentr’oggi le sue nozze con Rosina!Ah, vecchio rimbambito!Ma dimmi or tu! chi è questo DonBasilio?...FigaroÈ un solenne imbroglion di matrimoni,un collo torto, un vero disperato,sempre senza un quattrino...Già, è maestro di musica;insegna alla ragazza.ConteBene, bene;tutto giova saper.FigaroOra pensatedella bella Rosinaa soddisfar le brame.ConteIl nome mionon le vo’ dir né il grado; assicurarmi vo’prima ch’ella ami me, me solo al mondo,non le ricchezze e i titoli del conted’Almaviva. Ah, tu potresti...FigaroIo? No, signore; voi stesso dovete...ConteIo stesso? E come?FigaroZitto! Eccoci a tiro,osservate: perbacco, non mi sbaglio.Dietro la gelosia sta la ragazza;presto, presto all’assalto, niun ci vede.In una canzonetta,Così, alla buona, il tuttospiegatele, signor.ConteUna canzone?FigaroCerto. Ecco la chitarra; presto, andiamo.ConteMa io...FigaroOh che pazienza!ConteEbben, proviamo.

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[Canzone]Se il mio nome saper voi bramate,dal mio labbro il mio nome ascoltate.Io son Lindoroche fido v’adoro,che sposa vi bramo,che a nome vi chiamo,di voi sempre parlando cosìdall’aurora al tramonto del dì.RosinaSegui, o caro; deh, segui così!FigaroSentite. Ah! che vi pare?ConteOh, me felice!FigaroDa bravo, a voi, seguite.ConteL’amoroso e sincero Lindoro,non può darvi, mia cara, un tesoro.Ricco non sono,ma un core vi dono,un’anima amante,che fida e costanteper voi sola sospira cosìdall’aurora al tramonto del dì.RosinaL’amorosa e sincera Rosinadel suo core Lindo...ConteOh cielo!FigaroNella stanzaconvien dir che qualcuno entrato sia.Ella si è ritirata.ConteAh cospettone!Io già deliro... avvampo! Oh,ad ogni costovederla io voglio... Vo’ parlarle... Ah, tu,tu mi devi aiutar.FigaroIh, ih, che furia!Sì, sì, v’aiuterò.ConteDa bravo: entr’oggivo’ che tu m’introduca in quella casa.

Dimmi, come farai?...Via!... Del tuo spiritovediam qualche prodezza.FigaroDel mio spirito!...Bene... vedrò... ma in oggi...ConteEh via! T’intendo.Va’ là, non dubitar; di tue fatichelargo compenso avrai.FigaroDavver?ConteParola.FigaroDunque, oro a discrezione?ConteOro a bizzeffe.Animo, via.FigaroSon pronto. Ah, non sapetei simpatici effetti prodigiosiche ad appagare il mio signor Lindoro,produce in me la dolce idea dell’oro.[Duetto]All’idea di quel metalloportentoso, onnipossente,un vulcano la mia mentegià comincia a diventar.ConteSu, vediam di quel metalloqualche effetto sorprendente,del vulcan della tua mentequalche mostro singolar.FigaroVoi dovreste travestirvi,per esempio... da soldato.ConteDa soldato?FigaroSì, signore.ConteDa soldato?... e che si fa?...FigaroOggi arriva un reggimento.ConteSì, è mio amico il Colonnello.

FigaroVa benon.ConteEppoi?FigaroCospetto!Dell’alloggio col bigliettoquella porta s’aprirà.Che ne dite, mio signore?Non vi par? Non l’ho trovata?Conte, FigaroChe invenzione prelibata!Bravo, bravo,in verità!Bella, bella, in verità!FigaroPiano, piano... un’altra idea!Veda l’oro cosa fa.Ubriaco... sì, ubriaco,mio signor, si fingerà.ConteUbriaco?FigaroSi, signore.ConteUbriaco?... Ma perché?...FigaroPerché d’un ch’è poco in séche dal vino casca già,il tutor, credete a me,il tutor si fiderà.Conte, FigaroChe invenzioneprelibata!Bravo, bravo,in verità!Bella, bella.ConteDunque...FigaroAll’opra.ConteAndiamo.FigaroDa bravo.ConteOh, il meglio mi scordavo!

Dimmi un po’, la tua bottegaper trovarti, dove sta?FigaroLa bottega?... Non si sbaglia;guardi bene; eccola là.Numero quindici a mano mancaquattro gradini, facciata bianca,cinque parrucche nella vetrinasopra un cartello “Pomata fina”,mostra in azzurro alla moderna,v’è per insegna una lanterna...Là senza fallo mi troverà.ConteHo ben capito...FigaroOr vada presto.ConteTu guarda beneFigaroIo penso al resto.ConteDi te mi fido...FigaroColà l’attendo.ConteMio caro Figaro...FigaroIntendo, intendo.ContePorterò meco...FigaroLa borsa piena...ConteSì, quel che vuoi, ma il resto poi...FigaroOh non si dubiti, che bene andrà...ConteAh, che d’amorela fiamma io sento,nunzia di giubiloe di contento!D’ardore insolitoquest’alma accende,e di me stessomaggior mi fa.Ecco propiziache in sen mi scende.

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FigaroDelle moneteil suon già sento!Già viene l’oro,viene l’argento;eccolo, eccoloche in tasca scende;delle moneteil suon già sento!D’ardore insolitoquest’alma accendee di me stesso maggior mi fa.FiorelloEvviva il mio padrone!Due ore, ritto in pie’, là come un palomi fa aspettare e poimi pianta e se ne va. Corpo di Bacco!Brutta cosa servireun padron come questo,nobile, giovinotto e innamorato;questa vita, cospetto, è un grantormento!Ah, durarla cosi non me la sento!

Scena quinta

RosinaUna voce poco faqui nel cor mi risuonò;il mio cor ferito è già,e Lindor fu che il piagò.Sì, Lindoro mio sarà;lo giurai, la vincerò.Il tutor ricuserà,io l’ingegno aguzzerò.Alla fin s’accheteràe contenta io resterò...Si, Lindoro mio sarà;lo giurai, la vincerò.Io sono docile, son rispettosa,sono obbediente, dolce, amorosa;mi lascio reggere, mi fo’ guidar.Ma se mi toccano dov’è il mio debolesarò una vipera e cento trappoleprima di cedere farò giocar.

[Recitativo]Sì sì, la vincerò. Potessi almenomandargli questa lettera. Ma come?Di nessun qui mi fido;il tutore ha cent’occhi... basta, basta;sigilliamola intanto.Con Figaro, il barbier, dalla finestradiscorrer l’ho veduto più d’un’ora;Figaro è un galantuomo,un giovin di buon core...Chi sa ch’ei non protegga il nostroamore!

Scena sesta

FigaroOh buon dì, signorina!RosinaBuon giorno, signor Figaro.FigaroEbbene, che si fa?RosinaSi muor di noia.FigaroOh diavolo! Possibile!Un ragazza bella e spiritosa...RosinaAh, ah, mi fate ridere!Che mi serve lo spirito,che giova la bellezzase chiusa io sempresto fra quattro mura,che mi par d’esserproprio in sepoltura?...FigaroIn sepoltura?... ohibò!Sentite io voglio...RosinaEcco il tutor.FigaroDavvero?RosinaCerto, certo: è il suo passo...FigaroSalva, salva; fra pococi rivedremo: ho da dirvi qualche cosa.

RosinaE ancor io, signor Figaro.FigaroBravissima.Vado.RosinaQuanto è garbato!

Scena settima

BartoloAh, disgraziato Figaro!Ah, indegno! Ah, maledetto!Ah, scellerato!RosinaEcco qua: sempre grida.BartoloMa si può dar di peggio!Uno ospedale ha fattodi tutta la famigliaA forza d’oppio, sangue e stranutiglia.Signorina, il barbierelo vedeste?RosinaPerché?BartoloPerché lo vo’ sapere.RosinaForse anch’egli v’adombra?BartoloE perché no?RosinaEbben, ve lo dirò. Si, I’ho veduto,gli ho parlato, mi piace, m’è simpaticoil suo discorso, il suo gioviale aspetto... (Crepa di rabbia, vecchio maledetto.)Bartolo Vedete che grazietta!Più l’amo, e più mi sprezza la briccona.Certo, certo è il barbiereche la mette in malizia.Chi sa cosa le ha detto!Chi sa! Or lo saprò. Ehi Berta.Ambrogio!BertaEccì...

AmbrogioAh! Che comanda?BartoloDimmi.BertaEccì!BartoloIl barbiere parlato ha con Rosina?BertaEccì!BartoloRispondi almen tu, babbuino!AmbrogioAh, ah!BartoloChe pazienza!AmbrogioAh, ah, che sonno!BartoloEbben!BertaVenne, ma io...BartoloRosina...BertaEccì ..BartoloChe serve! Eccoli qua, son mezzo morti.Andate.BertaEccì...BartoloEh, il diavol che vi porti!

Scena ottava

BartoloAh! Barbiere d’inferno...Tu me la pagherai...Qua, Don Basilio;giungete a tempo! Oh! Io voglio,per forza o per amor, dentro domanisposar la mia Rosina. Avete inteso?BasilioEh, voi dite benissimoe appunto io qui veniva ad avvisarvi...

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Ma segretezza!... È giuntoil Conte d’Almaviva.BartoloChi? L’incognito amantedella Rosina?BasilioAppunto quello.BartoloOh diavolo! Ah, qui ci vuol rimedio!BasilioCerto; ma... alla sordina.BartoloSarebbe a dir?...BasilioCosì, con buona graziabisogna principiarea inventar qualche favolache al pubblico lo metta in mala vista,che comparir lo facciaun uomo infame, un’anima perduta...Io, io vi servirò: fra quattro giorni,credete a me, Basilio ve lo giura,noi lo farem sloggiar da queste mura.BartoloE voi credete?BasilioOh certo! È il mio sistema.E non sbaglia.BartoloE vorreste?Ma una calunnia...BasilioAh, dunquela calunnia cos’è voi non sapete?BartoloNo, davvero.BasilioNo? Uditemi e tacete.[Aria]La calunnia è un venticello,un’auretta assai gentileche insensibile, sottile,leggermente, dolcementeincomincia a sussurrar.Piano piano, terra terra,sottovoce, sibilando,va scorrendo, va ronzando;

nelle orecchie della gentes’introduce destramentee le teste ed i cervellifa stordire e fa gonfiar.Dalla bocca fuori uscendolo schiamazzo va crescendoprende forza a poco a poco,vola già di loco in loco;sembra il tuono, la tempestache nel sen della forestava fischiando, brontolandoe ti fa d’orror gelar.Alla fin trabocca e scoppia,si propaga, si raddoppiae produce un’esplosionecome un colpo di cannone,un tremuoto, un temporale,un tumulto generale,che fa l’aria rimbombar.E il meschino calunniato,avvilito, calpestato,sotto il pubblico flagelloper gran sorte va a crepar.[Recitativo]Ah! che ne dite?BartoloEh! sarà ver, ma intantosi perde tempo e qui stringe il bisogno.No: vo’ fare a mio modo:in mia camera andiam. Voglio che insiemeil contratto di nozze ora stendiamo.Quando sarà mia moglie,da questi zerbinotti innamoratimetterla in salvo sarà pensier mio.BasilioVengan denari: al resto son qua io.

Scena nona

FigaroMa bravi! Ma benone!Ho inteso tutto. Evviva il buon dottore!Povero babbuino!Tua sposa? Eh via, pulisciti il bocchino.Or che stan là chiusi,

procuriam di parlare alla ragazza:eccola appunto.RosinaEbbene, signor Figaro.FigaroGran cose, signorina.RosinaSì, davvero?FigaroMangerem dei confetti.RosinaCome sarebbe a dir?FigaroSarebbe a direche il vostro bel tutore ha stabilitoesser dentro doman vostro marito.RosinaEh, via!FigaroOh, ve lo giuro;a stender il contrattocol maestro di musicalà dentro or s’è serrato.RosinaSi? Oh, l’ha sbagliata affe’!Povero sciocco! L’avrà a far con me.Ma dite, signor Figaro,voi poco fa sotto le mie finestreparlavate a un signore...FigaroAh, un mio cugino,un bravo giovinotto; buona testa,ottimo cuor; qui vennei suoi studi a compiree il poverin cerca di far fortuna.RosinaFortuna? Oh, la farà.FigaroOh, ne dubito assai: in confidenzaha un gran difetto addosso.RosinaUn gran difetto...FigaroAh, grande: è innamorato morto.RosinaSì, davvero?

Quel giovane, vedete,m’interessa moltissimo.FigaroPer Bacco!RosinaNon ci credete?FigaroOh sì!RosinaE la sua bella,dite, abita lontano?FigaroOh no!...cioè...Qui!... due passi...RosinaMa è bella?FigaroOh, bella assai!Eccovi il suo ritratto in due parole:grassotta, genialotta,capello nero, guancia porporina,occhio che parla, mano che innamora...RosinaE il nome?FigaroAh, il nome ancora?Il nome... Ah, che bel nome!...Si chiama...RosinaEbben, si chiama?FigaroSi chiama... erre... o... ro... si... Rosina.[Duetto]RosinaDunque io son... tu non m’inganni?Dunque io son la fortunata!...Già me l’ero immaginata:lo sapeva pria di te.FigaroDi Lindoro il vago oggettosiete voi, bella Rosina.Oh, che volpe sopraffina,ma l’avrà da far con me.RosinaSenti, senti... ma a Lindoroper parlar come si fa?

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FigaroZitto, zitto, qui Lindoroper parlarvi or or sarà.RosinaPer parlarmi? Bravo! bravo!Venga pur, ma con prudenza;io già moro d’impazienza!Ma che tarda?... cosa fa?FigaroEgli attende qualche segno,poverin, del vostro affetto;sol due righe di bigliettogli mandate, e qui verrà.Che ne dite?RosinaNon vorrei...FigaroSu, coraggio...RosinaNon saprei...FigaroSol due righe...RosinaMi vergogno...FigaroMa di che? di che?... si sa!Presto, presto; qua il biglietto.RosinaUn biglietto?... eccolo qua.FigaroGià era scritto? Ve’, che bestia!Il maestro faccio a lei!RosinaFortunati affetti miei!Io comincio a respirar.Ah, tu solo, amor, tu seiche mi devi consolar!FigaroDonne, donne, eterni Dei,chi vi arriva a indovinar?Qui verrà. A momentiper parlar qui sarà.

Scena decima

RosinaOra mi sento meglio. Questo Figaroè un bravo giovinotto.BartoloInsomma, colle buone,potrei sapere dalla mia Rosinache venne a far colui questa mattina?RosinaFigaro? Non so nulla.BartoloTi parlò?RosinaMi parlò.BartoloChe ti diceva?RosinaOh! mi parlò di cento bagattelleDel figurin di Francia,del mal della sua figlia Marcellina.BartoloDavvero!... Ed io scommetto...Che vuol dir questo ditocosì sporco d’inchiostro?RosinaSporco? oh, nulla.Io me l’avea scottatoe coll’inchiostro or or l’ho medicato.BartoloDiavolo!E questi fogli...Or son cinque... eran sei.RosinaQue’ fogli?... e vero.D’uno mi son servitaa mandar dei confetti a Marcellina.BartoloBravissima!E la penna perché fu temperata?RosinaMaledetto!La penna!...Per disegnare un fiore sul tamburo.BartoloUn fiore?RosinaUn fiore.

BartoloUn fiore.Ah! fraschetta!RosinaDavver.BartoloZitto!RosinaCredete.BartoloBasta cosi.RosinaSignor...BartoloNon più... tacete.[Aria]A un dottor della mia sortequeste scuse, signorina!Vi consiglio, mia carina,un po’ meglio a imposturar.I confetti alla ragazza?Il ricamo sul tamburo?Vi scottaste: eh via!Ci vuol altro, figlia mia,per potermi corbellar.Perché manca là quel foglio?Vo’ saper cotesto imbroglio.Sono inutili le smorfie;ferma là,non mi toccate!Figlia mia non lo speratech’io mi lasci infinocchiar.Via, carina, confessate;son disposto a perdonar.Non parlate? Vi ostinate?So ben io quel che ho da far.Signorina, un’altra voltaquando Bartolo andrà fuori,la consegna ai servitoria suo modo far saprà.Eh, non servono le smorfie,faccia pur la gatta morta.Cospetton! per quella portanemmen l’aria entrar potrà.E Rosina innocentina,sconsolata, disperata,in sua camera serratafin ch’io voglio star dovrà.

Scena undicesima

RosinaBrontola quanto vuoi,chiudi porte e finestre. Io me ne rido:già di noi femmine alla più marmottaper aguzzar l’ingegnoe far la spiritosa, tutto a un tratto,basta chiuder la chiave e il colpo è fatto.

Scena dodicesima

BertaFinora in questa camerami parve di sentir un mormorio;sarà stato il tutor, colla pupillanon ha un’ora di ben...Queste ragazze non la voglion capir.Battono.ConteAprite!BertaVengo... Eccì... Ancora dura;quel tabacco m’ha posta in sepoltura.

Scena tredicesima

ConteEhi di casa!... buona gente!...Ehi di casa!... niun mi sente!...BartoloChi è costui?... che brutta faccia!È ubriaco! chi sarà?ConteEhi, di casa!... maledetti!BartoloCosa vuol, signor soldato?...ConteAh!... sì... sì... bene obbligato.BartoloQui costui che mai vorrà?ConteSiete voi... Aspetta un poco...Siete voi... dottor Balordo?

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BartoloChe balordo?...ConteAh, ah, Bertoldo?BartoloChe Bertoldo? Eh, andate al diavolo!Dottor Bartolo.ConteAh, bravissimo; dottor Barbaro;benissimo.BartoloUn corno!ConteVa benissimo;già v’è poca differenza.Non si vede! Che impazienza!Quanto tarda! Dove sta?BartoloIo già perdo la pazienza, qui prudenzaci vorrà.ConteDunque voi... siete dottore?BartoloSon dottore... sì, signore.ConteAh, benissimo; un abbraccio, qua,collega.BartoloIndietro!ConteQuaSono anch’io dottor per cento,maniscalco al reggimento.Dell’alloggio sul bigliettoosservate, eccolo qua.BartoloDalla rabbia e dal dispettoio già crepo in verità.Ah, ch’io fo, se mi ci metto,qualche gran bestialità!ConteAh, venisse il caro oggettodella mia felicità!Vieni, vieni; il tuo dilettopien d’amor t’attendo qua.

Scena quattordicesima

RosinaUn soldato ed il tutore!Cosa mai faranno qua?ConteÈ Rosina; or son contento.RosinaEi mi guarda, e s’avvicina.ConteSon Lindoro.RosinaOh ciel! che sento!Ah, giudizio, per pietà!BartoloSignorina, che cercate?Presto, presto, andate via.RosinaVado, vado, non gridate.BartoloPresto, presto, via di qua.ConteEhi, ragazza, vengo anch’io.BartoloDove, dove, signor mio?ConteIn caserma, oh, questa è bella!BartoloIn caserma?... bagattella!ConteCara!RosinaAiuto!BartoloOlà, cospetto!ConteDunque vado...BartoloOh, no, signore, qui d’alloggio nonpuò star.ConteCome? Come?BartoloEh, non v’è replica: ho il brevettod’esenzione.ConteIl brevetto?

BartoloMio padrone,un momento e il mostrerò.ConteAh, se qui restar non posso, deh,prendete...RosinaOhimé, ci guarda!BartoloAh, trovarlo ancor non posso...RosinaPrudenza!BartoloMa sì sì, lo troverò.Conte e RosinaCento smanie io sento addosso.Ah, più reggere non so.BartoloAh ecco qui... “Con la presenteil Dottor Bartolo,etcetera. Esentiamo...”ConteEh, andate al diavolo!Non mi state più a seccar.BartoloCosa fa, signor mio caro?ConteZitto là, Dottor somaro.Il mio alloggio è qui fissatoe in alloggio qui vo’ star.BartoloVuol restar?ConteRestar, sicuro.BartoloOh, son stufo, mio padrone;presto fuori, o un buon bastoneti farà di qua sloggiar.ConteDunque lei, lei vuol battaglia?Ben! Battaglia le vo’ dar.Bella cosa è una battaglia!Ve la voglio qui mostrar.Osservate! questo è il fosso...L’inimico voi sareteAttenzion... E gli amici...

giù il fazzoletto....E gli amici stan di qua.Attenzione!BartoloFerma, ferma!ConteChe cos’è? ah!...BartoloVo’ vedere.ConteSì, se fosse una ricetta!Ma un biglietto... è mio dovere...Mi dovete perdonar.RosinaGrazie, grazie!BartoloGrazie un corno!Qua quel foglio; impertinente!A chi dico? Presto qua.RosinaMa quel foglio che chiedeteper azzardo m’è cascato;è la lista del bucato.BartoloAh, fraschetta! Presto qua.Ah, che vedo! ho preso abbaglio!È la lista, son di stucco!Ah, son proprio un mammalucco!Ah, che gran bestialità!Rosina e ConteBravo, bravo il mammaluccoche nel sacco entrato è già.BertaIl barbiere... Quanta gente!Non capisco, son di stucco;qualche imbroglio qui ci sta.BasilioSol do re mi fa re solmi la fa si sol doma che imbroglio è questo qua?RosinaEcco qua! sempre un’istoria;sempre oppressa e maltrattata;ah, che vita disperata!Non la so più sopportar.BartoloAh, Rosina... poverina...

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ConteVien qua tu, cosa le hai fatto?BartoloAh, fermate... niente affatto...ConteAh, canaglia, traditore!TuttiVia, fermatevi, signore.ConteIo ti voglio subissar!Tutti(eccetto il Conte)Gente! Aiuto, soccorretelo!ConteLasciatemi!TuttiGente! aiuto, per pietà!

Scena quindicesima

FigaroAlto là!Che cosa accadde,signori miei?Che chiasso è questo?Eterni Dei!Già sulla stradaa questo strepitos’è radunata mezza città.Signor, giudizio,per carità.BartoloQuest’è un birbante...ConteQuest’è un briccone...BartoloAh, disgraziato!ConteAh, maledetto!FigaroSignor soldato,porti rispetto,o questo fusto,corpo del diavolo,or la creanzale insegnerà.

Signor, giudizio,per carità.ConteBrutto scimmiotto!BartoloBirbo malnato!TuttiZitto, dottore...BartoloVoglio gridare...Rosina, Berta, Figaro, BasilioFermo, signore...ConteVoglio ammazzare...Rosina, Berta, Figaro, BasilioFate silenzio, per carità.ConteNo, voglio ucciderlo,non v’è pietà.TuttiZitti, che battono...Che mai sarà?BartoloChi è?SoldatiLa forza,aprite qua.TuttiLa forza! Oh diavolo!Figaro e BasilioL’avete fatta!TuttiQuest’avventura,ah, come diavolomai finirà?

Scena ultima

SoldatiFermi tutti. Niun si mova.Miei signori, che si fa?Questo chiasso d’onde è nato?La cagione presto qua.BartoloQuesta bestia di soldato,mio signor, m’ha maltrattato.

FigaroIo qua venni, mio signore,questo chiasso ad acquetare.Berta e BasilioFa un inferno di rumore,parla sempre d’ammazzare.ConteIn alloggio quel bricconenon mi volle qui accettare.RosinaPerdonate, poverino,tutto effetto fu del vino.UfficialeHo inteso.Galantuom, siete in arresto.Fuori presto,via di qua.ConteIo?... In arresto?... Fermi, olà.Bartolo, Rosina, Basilio e BertaFredd(o/a) ed immobilecome una statuafiato non restami da respirar.ConteFreddo ed immobilecome una statua,fiato non restaglida respirar.FigaroGuarda Don Bartolo!Sembra una statua!Ah ah! dal rideresto per crepar!BartoloMa, signor...SoldatiZitto tu!BartoloMa un dottor...SoldatiOh, non più!BartoloMa se lei...SoldatiNon parlar!

BartoloMa vorrei...SoldatiNon gridar!Berta, Bartolo, BasilioMa se noi...SoldatiZitti voi!Berta, Bartolo, BasilioMa se poi...SoldatiPensiam noi!Berta, Bartolo, BasilioMa se noi...SoldatiZitto tu!Berta, Bartolo, BasilioMa se noi...SoldatiNon parlar!Vada ognun pe’ fatti suoi,si finisca d’altercar.BartoloMa sentite, ascoltate.Berta, Rosina, Conte, Figaro,BasilioZitto su! Zitto giù!Zitto qua! Zitto là!TuttiMi par d’esser con la testain un’orrida fucina,dove cresce e mai non restadelle incudini sonorel’importuno strepitar.Alternando questo e quellopesantissimo martellofa con barbara armoniamuri e volte rimbombar.E il cervello, poverello,già stordito, sbalordito,non ragiona, si confonde,si riduce ad impazzar.

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Atto SecondoScena prima

[Recitativo]BartoloMa vedi il mio destino! Quel soldato,per quanto abbia cercato,niun lo conosce in tutto il reggimento.Io dubito eh, cospetto!Che dubitar? Scommettoche dal Conte d’Almavivaè stato qui spedito quel signoread esplorar della Rosina il core.Nemmen in casa propriasicuri si può star! Ma io...Chi batte?Ehi, chi è di là? Battono, non sentite!In casa io son; non v’è timore, aprite.

Scena seconda

ContePace e gioia sia con voi.BartoloMille grazie, non s’incomodiConteGioia e pace per mill’anni.BartoloObbligato in verità.Questo volto non m’è ignoto,non ravviso... non ricordoma quel volto... ma quel volto...non capisco... chi sarà?ConteAh, se un colpo è andato a vuotoa gabbar questo balordo,un novel travestimentopiù propizio a me sarà.Gioia e pace, pace e gioia!BartoloHo capito.Oh ciel! che noia!ConteGioia e pace, ben di core.BartoloBasta, basta... per pietà,

Ma che perfido destino!Ma che barbara giornata!Tutti quanti a me davanti!Che crudel fatalità!ConteIl vecchion non mi conosce:oh, mia sorte fortunata!Ah, mio ben! Fra pochi istantiparlerem con libertà.BartoloInsomma, mio signore,chi è lei si può sapere?ConteDon Alonso, professore di musicaed allievo di Don Basilio.BartoloEbbene?ConteDon Basilio sta male,il poverino, ed in sua vece...BartoloSta mal? Corro a vederlo.ContePiano, piano. Non è mal cosi grave.BartoloDi costui non mi fido.Andiam, andiamo.ConteMa signore...BartoloChe c’è?ConteVoleva dirvi...BartoloParlate forte.ConteMa...BartoloForte, vi dico.ConteEbben, come volete,ma chi sia Don Alonso apprenderete.Vo dal Conte di AlmavivaBartoloPiano, piano. Dite, dite, v’ascolto.ConteIl Conte...

BartoloPiano, per carità.ConteStamanenella stessa locandaera meco d’alloggio, ed in mie maniper caso capitò questo bigliettodalla vostra pupilla a lui diretto.BartoloChe vedo! è sua scrittura!ConteDon Basilionulla sa di quel foglio: ed io, per luivenendo a dar lezione alla ragazza,volea farmene un merito con voi...perché con quel biglietto...si potrebbe...BartoloChe cosa?ConteVi dirò...s’io potessi parlare alla ragazza,io creder verbigrazia le fareiche me lo die’ del conteun’altra amante,prova significanteche il conte di Rosina si fa gioco.E perciò...BartoloPiano un poco.Una calunnia! Oh bravo!Degno e vero scolar di Don Basilio!Io saprò come meritaricompensar sì bel suggerimento.Vo a chiamar la ragazza;poiché tanto per me v’interessate,mi raccomando a voi.ConteNon dubitate.L’affare del bigliettodalla bocca m’è uscito non volendo.Ma come far? Senza un tal ripiegomi toccava andar via come un baggiano.Il mio disegno a leiora paleserò; s’ella acconsente,

io son felice appieno.Eccola. Ah, il cor sento balzarmi in seno.

Scena terza

BartoloVenite, signorina. Don Alonso,che qui vedete, or vi darà lezione.RosinaAh!BartoloCos’è stato?RosinaÈ un granchio al piede.ConteOh nulla:sedete a me vicin, bella fanciulla.Se non vi spiace, un poco di lezione,di Don Basilio invece, vi darò.RosinaOh, con mio gran piacer la prenderò.ConteChe vuol cantare?RosinaIo canto, se le aggrada,il rondò dell’Inutil Precauzione.ConteDa brava, incominciamo.[Aria]RosinaContro un cor che accende amoredi verace, invitto ardore,s’arma invan poter tirannodi rigor, di crudeltà.D’ogni assalto vincitoresempre amor trionferà.Ah Lindoro, mio tesoro,se sapessi, se vedessi!Questo cane di tutore,ah, che rabbia che mi fa!Caro, a te mi raccomando,tu mi salva, per pietà.

ConteNon temer, ti rassicura;sorte amica a noi sarà.

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RosinaDunque spero?ConteA me t’affida.RosinaE il mio cor?ConteGiubilerà.RosinaCara immagine ridente,dolce idea d’un lieto amor,tu m’accendi in petto il core,tu mi porti a delirar.ConteBella voce! Bravissima!RosinaOh! mille grazie!BartoloCerto, bella voce,ma quest’aria, cospetto! è assai noiosa;la musica a’ miei tempi era altra cosa.Ah! quando, per esempio,cantava Caffarielloquell’aria portentosa la, ra, la...sentite, Don Alonso: eccola qua.[Arietta]Quando mi sei vicina,amabile Rosina...l’aria dicea Giannina,ma io dico Rosina...Il cor mi brilla in petto,mi balla il minuetto.RecitativoBravo, signor barbiere,ma bravo!FigaroEh, niente affatto:scusi, son debolezze.BartoloEbben, qui dunque,che vieni a fare?FigaroOh bella!Vengo a farvi la barba: oggi vi tocca.BartoloOggi? non voglio.

FigaroOggi non vuol?... Dimaninon potrò io.BartoloPerché?FigaroPerché ho da farea tutti gli Ufficialidel nuovo reggimento barba e testa...alla marchesa Andronicail biondo parrucchin coi maronè...al contino Bombe’il ciuffo a campanile...purgante all’avvocato Bernardoneche ieri s’ammalo d’indigestione...e poi e poi... che serve?Doman non posso.BartoloOrsù, meno parole.Oggi non vo’ far barba.FigaroNo? Cospetto!Guardate che avventori!Vengo stamane: in casa v’è l’inferno.Ritorno dopo pranzo: oggi non voglioMa che? M’avete presoper un qualche barbier da contadini?Chiamate pur un altro, io me ne vado.BartoloChe serve? a modo suo;vedi che fantasia!Va’ in camera a pigliar la biancheria.No, vado io stesso.FigaroAh, se mi dava in manoil mazzo delle chiavi, ero a cavallo.Dite: non è fra quellela chiave che apre quella gelosia?RosinaSì, certo; è la più nuova.BartoloAh, son pur buonoa lasciar qua quel diavolo di barbiere!Animo, va’ tu stesso.Passato il corridor, sopra l’armadioil tutto troverai.

Bada, non toccar nulla.FigaroEh, non son matto.Allegri!Vado e torno.Il colpo è fatto.BartoloE quel briccon, che al Conteha portato il biglietto di Rosina.ConteMi sembra un imbroglion di prima sfera.BartoloEh, a me non me la ficcaAh, disgraziato me!RosinaAh, che rumore!BartoloOh, che briccon! Me lo diceva il core.ConteQuel Figaro è un grand’uomo;or che siam soli,ditemi, o cara: il vostro al mio destinod’unir siete contenta?Franchezza!RosinaAh, mio Lindoro, altro io non bramo...ConteEbben?BartoloTutto mi ha rotto;sei piatti, otto bicchieri, una terrina.FigaroVedete che gran cosa! Ad una chiavese io non mi attaccava per fortuna,per quel maledettissimocorridor così oscuro,spezzato mi sarei la testa al muro.Tiene ogni stanza al buio, e poi... e poi...BartoloOh, non più!FigaroDunque andiam.Giudizio.BartoloA noi.

Scena quarta

RosinaDon Basilio!ConteCosa veggo!FigaroQuale intoppo!BartoloCome qua?BasilioServitor di tutti quanti.BartoloChe vuol dir tal novità?Conte e FigaroQui franchezza ci vorrà.RosinaDi noi che mai sarà?BartoloDon Basilio, come state?BasilioCome sto?FigaroOr che s’aspetta?Questa barba benedettala facciamo si o no?BartoloOra vengo!Ehi... il Curiale?BasilioIl Curiale?ConteIo gli ho narratoche già tutto è combinato.Non è ver?BartoloSì, tutto io so.BasilioMa, Don Bartolo, spiegatevi.ConteEhi, Dottore, una parola.Don Basilio, son da voi.Ascoltate un poco qua.Fate un po’ ch’ei vada via,ch’ei ci scopra ho gran timore:della lettera, signore,ei l’affare ancor non sa.

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BartoloDite bene, mio signore; or lo mandovia di qua.RosinaIo mi sento il cor tremar!FigaroNon vi state a disperar.BasilioAh, qui certo v’è un pasticcio;non l’arrivo a indovinar.ConteColla febbre, Don Basilio,chi v’insegna a passeggiar?BasilioColla febbre?ConteE che vi pare?Siete giallo come un morto.BasilioSono giallo come un morto?FigaroBagattella!Cospetton! Che tremarella!Questa è febbre scarlattina!BasilioScarlattina!ConteVia, prendete medicina, non vi state arovinar.FigaroPresto, presto, andate a letto.ConteVoi paura inver mi fate...RosinaDice bene, andate a letto...Rosina, Conte, Figaro, BartoloPresto, andate a riposar.BasilioUna borsa! Andate a letto! Ma che tuttisian d’accordo?Rosina, Conte, Figaro, BartoloPresto a letto.BasilioEh, non son sordo.Non mi faccio più pregar.FigaroChe color!...

ConteChe brutta cera!BasilioBrutta cera?...Conte, Figaro e BartoloOh, brutta assai!...BasilioDunque vado...Rosina, Conte, Figaro, BartoloVada, vada!Buona sera, mio signore,presto, andate via di qua.Maledetto seccatore!Pace, sonno e sanità.BasilioBuona sera ben di core,poi diman si parlerà.Non gridate, ho inteso già.FigaroOrsù, signor Don BartoloBartoloSon qua.Stringi, bravissimo.ConteRosina, deh, ascoltatemi.RosinaV’ascolto; eccomi qua.ConteA mezzanotte in puntoa prendervi qui siamo:or che la chiave abbiamonon v’è da dubitar.FigaroAhi! ahi!BartoloChe cos’e stato?...FigaroUn non so che nell’occhio!Guardate... non toccate...soffiate per pieta.RosinaA mezzanotte in punto,anima mia, t’aspetto.Io già l’istante affrettoche a te mi stringerà.ConteOra avvertir vi voglio,

Cara, che il vostro foglio,perché non fosse inutileil mio travestimento...BartoloIl suo travestimento?Ah, ah! bravo, bravissimo!Sor Alonso, bravo!bravi!Pace, gioia,bricconi, birbanti!Ah, voi tutti quantiavete giuratodi farmi crepar!Su, fuori, furfanti,vi voglio accoppar.Di rabbia, di sdegnomi sento crepar.Rosina, Conte e FigaroLa testa vi gira.Ma zitto, Dottore,vi fate burlar.Tacete, tacete,non serve gridar.L’amico delira.Intesi ci siamo,non v’è a replicar.

Scena quinta

BartoloAh! disgraziato me! ma come! ed ionon mi accorsi di nulla! Ah! Don Basiliosa certo qualcosa.Ehi! chi è di là? Chi è di là?Senti, Ambrogio:corri da Don Basilio qui rimpetto,digli ch’io qua l’aspetto,che venga immantinenteche ho gran cose da dirgli e ch’io non vadoperché... perché... perché...ho di gran ragioni.Va’ subito.Di guardiatu piantati alla porta,e poi... no, no....

non me ne fido.Io stesso ci starò.

Scena sesta

BertaChe vecchio sospettoso!Vada puree ci stia finché crepa...Sempre gridi e tumulti in questa casa;si litiga, si piange, si minaccia...Non v’è un’ora di pacecon questo vecchio avaro, brontolone!Oh, che casa! Oh, che casain confusione![Aria]Il vecchiotto cerca moglie,vuol marito la ragazza;quello freme, questa è pazza.Tutti e due son da legar.Ma che cosa è questo amoreche fa tutti delirar?Egli è un male universale,una smania, un pizzicore,un solletico, un tormento.Poverina, anch’io lo sento,né so come finirà.Oh! vecchiaia maledetta.Son da tutti disprezzataE vecchietta disperatami convien cosi crepar.

Scena settima

BartoloDunque voi Don Alonsonon conoscete affatto?BasilioAffatto.BartoloAh, certoil Conte lo mandò.Qualche gran tramaqui si prepara.

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BasilioIo poidico che quell’amicoera il Conte in persona.BartoloIl Conte?BasilioIl Conte.La borsa parla chiaro.BartoloSia chi si vuole... amico, dal Notarovo’ in questo punto andare; in questa serastipular di mie nozze io vo’ il contratto.BasilioIl Notar? siete matto?Piove a torrenti, e poiquesta sera il Notaroè impegnato con Figaro;il barbiere marita sua nipote.BartoloUna nipote?Che nipote!Il barbiere non ha nipoti.Ah, qui v’e qualche imbroglio.Questa notte i bricconime la voglion far; presto,il Notaro qua venga sull’istante.Ecco la chiave del portone:andate, presto, per carità.BasilioNon temete; in due salti io torno qua.

Scena ottava

BartoloPer forza o per amoreRosina avrà da cedere. Cospetto!Mi viene un’altra idea.Questo bigliettoche scrisse la ragazza ad Almavivapotria servir... Che colpo da maestro!Don Alonso, il briccone,senza volerlo mi die’ l’armi in mano.Ehi, Rosina, Rosina,Avanti, avanti.

Del vostro amante io vi vo’ dar novella.Povera sciagurata! In veritàcollocaste assai bene il vostro affetto!Del vostro amor sappiatech’ei si fa gioco in sen d’un’altra amante.Ecco la prova.RosinaOh cielo! il mio biglietto!BartoloDon Alonso e il barbiere congiurancontro voi; non vi fidate.Nelle braccia del Conte d’Almavivavi vogliono condurre.RosinaIn braccio a un altro!Che mai sento ah, Lindoro! ah, traditore!Ah sì! vendetta! e vegga,vegga quell’empio chi è Rosina.Dite,signore, di sposarmivoi bramavate...BartoloE il voglio.RosinaEbben, si faccia!Io son contenta! ma all’istante.Udite: a mezzanotte qui sarà l’indegnocon Figaro il barbier; con lui fuggireper sposarlo io voleva...BartoloAh, scellerati!Corro a sbarrar la porta.RosinaAh, mio signore!Entran per la finestra. Hanno la chiave.BartoloNon mi muovo di qui.Ma e se fossero armati? Figlia mia,poiché ti sei si bene illuminatafacciam cosi. Chiuditi a chiavein camera,io vo a chiamar la forza;dirò che son due ladri, e come tali,corpo di Bacco! l’avrem da vedere!Figlia, chiuditi presto; io vado via.RosinaQuanto, quanto è crudel la sorte mia!

Scena nona

FigaroAlfin, eccoci qua.ConteFigaro, dammi man. Poter del mondo!Che tempo indiavolato!FigaroTempo da innamorati.ConteEhi, fammi lume.Dove sarà Rosina?FigaroOra vedremo!Eccola appunto.ConteAh, mio tesoro!RosinaIndietro,anima scellerata; io qui di miastolta credulità venni soltantoa riparar lo scorno, a dimostrartiqual sono, e quale amanteperdesti, anima indegna e sconoscente.ConteIo son di sasso.Figarolo non capisco niente.ConteMa per pietà!...RosinaTaci. Fingesti amoreper vendermi alle vogliedi quel tuo vil Conte Almaviva...ConteAl Conte?Ah, sei delusa! oh me felice!Adunque tu di verace amoreami Lindoro... rispondi...RosinaAh, si! T’amai purtroppo!ConteAh, non è tempoDi più celarsi, anima mia, ravvisacolui che sì gran temposeguì tue tracce, che per te sospira,

che sua ti vuole; mira, o mio tesoro,Almaviva son io, non son Lindoro.[Terzetto]RosinaAh! qual colpo inaspettato!Egli stesso? o Ciel, che sento!Di sorpresa e di contentoson vicina a delirar.FigaroSon rimasti senza fiato:ora muoion di contento.Guarda, guarda il mio talentoche bel colpo seppe far!ConteQual trionfo inaspettato!Me felice! oh bel momento!Ah! d’amore e di contentoson vicino a delirar.FigaroSon rimasti senza fiato ecc.RosinaMio signor! ma voi... ma io...ConteAh, non più, non più, ben mio.Il bel nome di mia sposa,idol mio, t’attende già.RosinaIl bel nome di tua sposaoh, qual gioia al cor mi dà!ConteSei contenta?RosinaAh! mio signore!Rosina e ConteDolce nodo avventuratoche fai paghi i miei desiri!Alla fin de’ miei martiritu sentisti, Amor, pietà.FigaroPresto andiamo, vi sbrigate;via, lasciate quei sospiri.Se si tarda, i miei raggirifanno fiasco in verità.Ah! cospetto! che ho veduto!Alla porta una lanterna,due persone! che si fa?

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ConteHai veduto due persone?Una lanterna?FigaroSì, signore.Rosina, Conte e FigaroChe si fa?Zitti, zitti, piano, piano,non facciamo confusione;per la scala del balconepresto andiamo via di qua.FigaroAh, disgraziati noi! come si fa?ConteChe avvenne mai?FigaroLa scala...ConteEbben?FigaroLa scala non v’è più.ConteChe dici?FigaroChi mai l’avrà levata?ConteQuale inciampo crudel!RosinaMe sventurata!FigaroZi... zitti... sento gente. Ora ci siamo.Signor mio, che si fa?ConteMia Rosina, coraggio.FigaroEccoli qua.

Scena decima

BasilioDon Bartolo! Don Bartolo!FigaroDon Basilio.ConteE quell’altro?

FigaroVe’, ve’, il nostro Notaro.Allegramente.Lasciate fare a me. Signor Notaro:dovevate in mia casastipular questa serail contratto di nozzefra il conte d’Almaviva e mia nipote.Gli sposi, eccoli qua. Avete indossola scrittura? Benissimo.BasilioMa piano.Don Bartolo... dov’è?ConteEhi, Don Basilio,quest’anello è per voiBasilioMa io...ContePer voivi son ancor due palle nel cervellose v’opponete.BasilioOibò, prendo l’anello.Chi firma?Conte e RosinaEccoci qua.ConteSon testimoni Figaro e Don Basilio.Essa è mia sposa.Figaro e BasilioEvviva!ConteOh, mio contento!RosinaOh, sospirata mia felicità!Figaro, BasilioEvviva!

Scena ultima

BartoloFermi tutti. Eccoli qua.UfficialeColle buone, signor.

BartoloSignor, son ladri.Arrestate, arrestate.UfficialeMio signore,il suo nome?ConteIl mio nomeè quel d’un uomo d’onor.Lo sposo io sono di questa...BartoloEh, andate al diavolo! Rosinaesser deve mia sposa: non è vero?RosinaIo sua sposa?Oh, nemmeno per pensiero.BartoloCome? Come, fraschetta? Ah, son tradito!Arrestate, vi dico: è un ladro.FigaroOr or l’accoppo.BartoloÈ un furfante, e un briccon.UfficialeSignore...ConteIndietro!UfficialeIl nome?ConteIndietro, dico, indietroUfficialeEhi, mio signor! Basso quel tono.Chi è lei?ConteIl Conte d’Almaviva io sono.BartoloIl Conte! Ah, che mai sento!Ma cospetto!ConteT’accheta, invan t’adopri,resisti invan. De’ tuoi rigori insanigiunse l’ultimo istante.In faccia al mondoio dichiaro altamentecostei mia sposa.

Il nostro nodo, o cara,opra è d’amore. Amore,che ti fe’ mia consortea te mi stringerà fino alla morte.Respira ormai: del fido sposo in braccio,vieni, vieni a goder più lieta sorte.BartoloMa io...ConteTaci!BartoloMa voi...ConteOlà, t’accheta.Cessa di più resistere,non cimentar mio sdegno.Spezzato è il gioco indegnodi tanta crudeltà.Della beltà dolente,d’un innocente amorel’avaro tuo furorepiù non trionferà.E tu, infelice vittimad’un reo poter tiranno,sottratta al gioco barbaro,cangia in piacer l’affannoe in sen d’un fido sposogioisci in libertà. Cari amici...SoldatiNon temete.ConteQuesto nodo...SoldatiNon si scioglie,sempre a lei vi stringerà.ConteAh, il più lieto, il più feliceè il mio cor de’ cori amanti;non fuggite, o lieti istantidella mia felicità.SoldatiAnnodar due cori amantiè piacer che egual non ha.BartoloMa insomma, io ho tutti i torti!...FigaroEh, purtroppo è cosi!

Prossimi appuntamenti

2 novembre (ore 18.00) Tra la carne e il cieloincontro per raccontare in musica Pier Paolo Pasolinicon Roberto Calabretto, Maurizio Baglini, Silvia Chiesa e Azio Corghiingresso gratuito, con prenotazione

5 novembreCrossover JazzKurt Elling Quintet“The Beautiful Day”anteprima Il Volo del Jazzin collaborazione con Controtempo

7 novembre (ore 18.00)Music CornerTra misticismo e nostalgiaMassimo Giuseppe Bianchipianoforteingresso libero

Variazione

Avvisiamo i gentili spettatori che lo spettacoloGo.Go.Go.di Aleksandr Sokurov è stato annullato è sostituito con 7 e 8 novembre L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello con Gabriele Laviarimangono validi gli abbonamentiinfo 0434 247624

BartoloMa tu, briccone,tu pur tradirmi e far da testimonio!...BasilioAh, Don Bartolo mio, quel signor Contecerte ragioni ha in tasca,certi argomenti a cui non si risponde.BartoloEd io, bestia solenne,per meglio assicurare il matrimonio,io portai via la scala dal balcone.FigaroEcco che fa un’Inutil Precauzione.BartoloMa e la dote? Io non posso...ConteEh, via; di doteio bisogno non ho: va’, te la dono.FigaroAh, ah! Ridete adesso?Bravissimo, don Bartolo,ho veduto alla fin rasserenarsiquel vostro ceffo amaro e furibondo.Eh, i bricconi han fortuna in questomondo.RosinaDunque, signor don Bartolo?BartoloSì, sì, ho capito tutto.ConteEbben, dottore?BartoloSì, sì, che serve? Quel ch’è fatto è fatto.Andate pur, che il ciel vi benedica.FigaroBravo, bravo, un abbraccio;venite qua, dottore.RosinaAh, noi felici!ConteOh, fortunato amore!FigaroDi sì felice innestoserbiam memoria eterna;io smorzo la lanterna;qui più non ho che far.

Berta, Bartolo, Basilio e SoldatiAmore e fede eternasi vegga in voi regnar.RosinaCostò sospiri e peneun sì felice istante:alfin quest’alma amantecomincia a respirar.Berta, Bartolo, Basilio e SoldatiAmore e fede eternasi vegga in voi regnar.ConteDell’umile Lindorola fiamma a te fu accetta,più bel destin t’aspetta,su, vieni a giubilar!TuttiAmore e fede eternasi vegga in voi/noi regnar.

Fine

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