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16175769 Sheldrake Rupert I Poteri Straordinari Degli Animali

Date post: 05-Dec-2014
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Trattato sui poteri paranormali degli animali
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Prefazione Questo libro vuol essere un riconoscimento: dare atto che gli animali possiedono capacità che noi abbiamo smarrito. Ciascuno di noi ne ha in parte perduto la memoria ma in fondo ne è da sempre consapevole. Quand'ero piccolo, come molti bambini, mi interessavo di piante e di animali. In famiglia tenevamo una gran varietà di bestiòle il cane, Scamp, un coniglio, alcuni criceti, colombi, una taccola, un pappagallino, una tartarughina d'acqua dolce, due tartarughe di terra e molti pesci rossi, per non parlare delle popolazioni di girini e di bruchi che allevavo in primavera. Mio padre, Reginald Sheldrake, farmacista e appassionato del microscopio, incoraggiò i miei interessi e alimentò la mia passione per la natura mostrandomi il pullulare di una miriade di forme di vita in una goccia d'acqua dello stagno e la forma delle squame sulle ali delle farfalle. Un fenomeno che mi affascinava particolarmente era il ritorno dei colombi viaggiatori. Il sabato mattina mio padre mi portava ad assistere alla loro liberazione. Presso la nostra stazioncina di NewarkonTrent, nell'Inghilterra centrale, uccelli da competizione provenienti da tutto il paese attendevano dentro cesti di vimini accatastati. All'ora stabilita, gli inservienti aprivano gli sportelli e io avevo il permesso di aiutarli. C'era un'esplosione di vento e piume, ed ecco volteggiare in cielo centinaia di colombi che poi si dirigevano ciascuno verso la propria casa lontana. Come facevano? Nessuno lo sapeva. La loro abilità è ancora un mistero. A scuola la biologia e le scienze furono per me una scelta naturale e così pure all'università di Cambridge. Ma via via cominciò a spalancarsi un abisso tra la mia personale esperienza di piante e animali e l'atteggiamento scientifico che mi veniva insegnato. La teoria meccanicistica della vita, ancor oggi quella dominante e ortodossa, asserisce che gli organismi viventi altro non sono che macchine complesse, programmate geneticamente. Si assume che siano inanimate, cioè letteralmente prive d'anima. Come regola generale, il primo passo per studiare un organismo vivente era ucciderlo o farlo a pezzi. Trascorsi molte ore in laboratorio a eseguire dissezioni, e poi, man mano che i miei studi procedevano, vivisezioni. Per esempio, sezionare i nervi delle zampe tagliate di una rana e stimolarli elettricamente, in modo che i muscoli reagissero, era una parte essenziale del mio curriculum di studente di biologia. Per osservare gli enzimi presenti nel fegato del ratto (uno dei tessuti preferiti dalla biochimica animale), per prima cosa dovevamo decapitare il ratto ancora vivo, avendo cura che il sangue gocciolasse nel lavandino. Non sentii mai parlare delle doti del colombo viaggiatore. I miei esercizi di studente erano uno scherzo in confronto a quello che mi sarebbe capitato nel breve periodo in cui lavorai come tecnico di laboratorio nel reparto farmacologia di una multinazionale farmaceutica, nel quale si creavano e si testavano nuove medicine. Vi lavorai per sei mesi, quando avevo diciassette anni, tra la fine della scuola e l'università. Vi erano stanze piene di ratti, porcellini d'India, topi e altri animali in attesa di un'iniezione: bisognava scoprire quale dose di un determinato medicinale li avrebbe avvelenati. Ai porcellini d'India venivano stritolate le zampe finché urlavano di dolore, allo scopo di valutare le qualità antidolorifiche di una sostanza chimica. Si facevano esperimenti sui gatti. Alla fine della giornata dozzine di animali sopravvissuti ai vari test venivano asfissiati e buttati in un bidone destinato all'incinerazione. Avevo studiato biologia perché amavo gli ammali ed ecco dov'ero finito. Era una stortura. Che cosa stava succedendo? Più tardi compresi che quel disagio non era solo mio, ma era avvertito da molti dentro e fuori dalla comunità scientifica. Non era un destino ineluttabile. Una scienza meno invasiva è possibile ed è anche assai meno costosa. Nel 1994 pubblicai un libro intitolato Sette esperimenti per cambiare il mondo, nel quale mi occupavo di fenomeni ben conosciuti ma poco studiati e suggerivo alcune ricerche poco costose che potevano condurre a importanti risultati. Uno degli esperimenti riguardava le possibili doti telepatiche di cani e gatti. In
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PrefazioneQuesto libro vuol essere un riconoscimento: dare atto che gli animali possiedono capacità che noi abbiamo smarrito. Ciascuno di noi ne ha in parte perduto la memoria ma in fondo ne è da sempre consapevole.Quand'ero piccolo, come molti bambini, mi interessavo di piante e di animali. In famiglia tenevamo una gran varietà di bestiòle il cane, Scamp, un coniglio, alcuni criceti, colombi, una taccola, un pappagallino, una tartarughina d'acqua dolce, due tartarughe di terra e molti pesci rossi, per non parlare delle popolazioni di girini e di bruchi che allevavo in primavera. Mio padre, Reginald Sheldrake, farmacista e appassionato del microscopio, incoraggiò i miei interessi e alimentò la mia passione per la natura mostrandomi il pullulare di una miriade di forme di vita in una goccia d'acqua dello stagno e la forma delle squame sulle ali delle farfalle.Un fenomeno che mi affascinava particolarmente era il ritorno dei colombi viaggiatori. Il sabato mattina mio padre mi portava ad assistere alla loro liberazione. Presso la nostra stazioncina di NewarkonTrent, nell'Inghilterra centrale, uccelli da competizione provenienti da tutto il paese attendevano dentro cesti di vimini accatastati. All'ora stabilita, gli inservienti aprivano gli sportelli e io avevo il permesso di aiutarli. C'era un'esplosione di vento e piume, ed ecco volteggiare in cielo centinaia di colombi che poi si dirigevano ciascuno verso la propria casa lontana. Come facevano? Nessuno lo sapeva. La loro abilità è ancora un mistero.A scuola la biologia e le scienze furono per me una scelta naturale e così pure all'università di Cambridge. Ma via via cominciò a spalancarsi un abisso tra la mia personale esperienza di piante e animali e l'atteggiamento scientifico che mi veniva insegnato.La teoria meccanicistica della vita, ancor oggi quella dominante e ortodossa, asserisce che gli organismi viventi altro non sono che

macchine complesse, programmate geneticamente. Si assume che siano inanimate, cioè letteralmente prive d'anima. Come regola generale, il primo passo per studiare un organismo vivente era ucciderlo o farlo a pezzi. Trascorsi molte ore in laboratorio a eseguire dissezioni, e poi, man mano che i miei studi procedevano, vivisezioni. Per esempio, sezionare i nervi delle zampe tagliate di una rana e stimolarli elettricamente, in modo che i muscoli reagissero, era una parte essenziale del mio curriculum di studente di biologia. Per osservare gli enzimi presenti nel fegato del ratto (uno dei tessuti preferiti dalla biochimica animale), per prima cosa dovevamo decapitare il ratto ancora vivo, avendo cura che il sangue gocciolasse nel lavandino. Non sentii mai parlare delle doti del colombo viaggiatore.I miei esercizi di studente erano uno scherzo in confronto a quello che mi sarebbe capitato nel breve periodo in cui lavorai come tecnico di laboratorio nel reparto farmacologia di una multinazionale farmaceutica, nel quale si creavano e si testavano nuove medicine. Vi lavorai per sei mesi, quando avevo diciassette anni, tra la fine della scuola e l'università. Vi erano stanze piene di ratti, porcellini d'India, topi e altri animali in attesa di un'iniezione: bisognava scoprire quale dose di un determinato medicinale li avrebbe avvelenati. Ai porcellini d'India venivano stritolate le zampe finché urlavano di dolore, allo scopo di valutare le qualità antidolorifiche di una sostanza chimica. Si facevano esperimenti sui gatti. Alla fine della giornata dozzine di animali sopravvissuti ai vari test venivano asfissiati e buttati in un bidone destinato all'incinerazione.Avevo studiato biologia perché amavo gli ammali ed ecco dov'ero finito. Era una stortura. Che cosa stava succedendo? Più tardi compresi che quel disagio non era solo mio, ma era avvertito da molti dentro e fuori dalla comunità scientifica.Non era un destino ineluttabile. Una scienza meno invasiva è possibile ed è anche assai meno costosa.Nel 1994 pubblicai un libro intitolato Sette esperimenti per cambiare il mondo, nel quale mi occupavo di fenomeni ben conosciuti ma poco studiati e suggerivo alcune ricerche poco costose che potevano condurre a importanti risultati. Uno degli esperimenti riguardava le possibili doti telepatiche di cani e gatti. In

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particolare, prendevo in considerazione la capacità dimostrata da alcuni cani di sapere quando il padrone rientrerà a ca$a.E così, cercando un metodo scientifico per ampliare le prospettive, ho fatto ritorno agli animali di famiglia. Mi ci è voluto del tempo per

XIPrefazioneammettere che sono quelli che conosciamo meglio. Da bambino lo sapevo. Per molti è di un'evidenza palmare, ma per me fu una rivelazione. Mi resi conto che gli animali che conosciamo meglio hanno molto da insegnarci. Possono aiutarci ad allargare la nostra comprensione della vita; non sono soltanto carini, dolci da coccolare, consolanti o divertenti.Negli ultimi anni ho lavorato sulle capacità percettive degli animali domestici con l'aiuto di oltre duemila padroni e addestratori. Ho intervistato più di mille persone scelte a caso, per sapere quanto diffusi sono certi comportamenti apparentemente inspiegabili. I miei collaboratori e io abbiamo intervistato centinaia di esperti, tra cui istruttori di cani poliziotto e da soccorso, padroni di cani guida per ciechi, veterinari, proprietari di allevamenti canini e di scuderie, addestratori di cavalli e frequentatori di maneggi, contadini, pastori, guardiani di zoo, titolari di negozi di animali, allevatori di rettili e I >.idroni di animali.Se avessi citato tutte le testimonianze e le interviste, questo libro sarebbe almeno dieci volte più corposo. In alcuni casi, per esempio quello dei cani che avvertono il ritorno del padrone, le testimonianze sono state centinaia. Ho dovuto sintetizzare e fornire solo alcuni esempi per ciascun tipo di percettività preso in considerazione. Possi Ì citare solo alcuni dei tanti che hanno contribuito al quadro generale, ma senza l'aiuto di tutti, anche quelli di cui qui non compare il nome, questo libro non avrebbe visto la luce. Sono molto grato a coloro che mi hanno aiutato e ai loro animali.11 progetto ebbe i primi finanziamenti dal compianto Ben Webster, ii i Toronto, poi vennero le sovvenzioni della Lifebridge Foundation ili New York, dell'Institute of Noetic Sciences di Sausalito, California; di Evelyn Hancock di Old Greenwich, Connecticut; e del Ross Insti tute di New York. Ho ricevuto anche molto sostegno organizzala o: negli Stati Uniti dall'Institute of Noetic Sciences, nei paesi di lingua tedesca dalla fondazione Schweisfurth di Monaco e in Ingnillì TI a dalla Scientific and Medicai Network. Sono assai riconoscente per la loro generosità e per l'incoraggiamento.I )ebbo molto ai miei collaboratori, Pamela Smart nel Lancashire, fané Turney a Londra, Susanne Seiler a Zurigo e David Brown a Santa < ni/, California; e naturalmente alla mia segretaria, Cathy Lawlor. Putti mi hanno assistito in vario modo: eseguendo sondaggi, interviste ed esperimenti e raccogliendo dati. Tutti hanno contribuito alla Ovazione di una grande banca dati computerizzata sulle premonizion i " It'gli animali da compagnia, ma Pam Smart ha avuto un ruolo pri

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I poteri straordinari degli animali

mario nella progettazione e nell'aggiornamento. Ringrazio inoltre Anna Rigano e la dottoressa Amanda Jacks, che mi hanno aiutato nella ricerca bibliografica, e Helmut Lasarcyk per le sue accurate traduzioni dal tedesco delle centinaia di resoconti provenienti dai paesi di lingua germanica e per averli trascritti nella banca dati.Un grazie di cuore va a Matthew Clapp, che ha avuto la bontà di creare e di curare per me un sito Internet (www.sheldrake.org), già da quando era studente della University of Geòrgia.Nella ricerca e nella stesura del libro ho avuto il sostegno di conversazioni, commenti, suggerimenti e critiche, nonché dell'assistenza pratica di molte

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persone. In particolare sono grato a Ralph Abraham, Shirley Barry, Patrick Bateson, John Beloff, John Brockman, Sigrid Detschey, Lindy Dufferin con Ava, Peter Fenwick, David Fontana, Matthew Fox, Winston Franklin, Robert Freeman, Edward Goldsmith, FranzTheo Gottwald, il defunto Willis Harman, Myles Hildyard, Rupert Hitzig, Nicholas Humphrey,"Tom Hurley, Francis Huxley, Montague Keene, David Lorimer, Betty Markwick, Katinka Matson, Robert Matthews, Terence McKenna, John Micheli, Michael Morgan, Robert Morris, John O'Donohue, il defunto Brendan O'Reagan, Barbara e Charles Overby, Erik Pigani, Anthony Podberscek, mia moglie Jill Purce, Anthony Ramsay, John Roche, Miriam Rothschild, Marilyn Schlitz, Merlin e Cosmo Sheldrake, Paul Sieveking, Arnaud de St Simon, Martin Speich, Dennis Stillings, Dennis Turner, Varena Walterspiel, Ian e Victoria Watson, Alexandra Webster, Richard Wiseman e Sandra Wright.I miei appelli per ricevere informazioni sono stati raccolti da molti giornali e periodici europei e americani e da molti programmi televisivi e radiofonici. Ringrazio tutti.Ringrazio inoltre tutti coloro che hanno commentato le varie stesure del testo e dato suggerimenti: Letty Beyer, David Brown, Ann Docherty, KarlHeinz Loske, Anthony Podberscek, Jill Purce, Janis Rozé, Merlin Sheldrake, Pani Smart, Mary Stewart, Peggy Taylor e Jane Turney. I redattori letterari Steven Ross e Kristin Kiser a New York e Susan Freestone a Londra mi hanno fornito una collaborazione affettuosa e la forma definitiva di questo libro deve moltissimo ai loro suggerimenti costruttivi.Infine un grazie a Phil Starling per il permesso di riprodurre le foto 2.1, 4.1 e 8.1, a Gary Taylor per la foto 2.2, e a Sydney King per i disegni e i diagrammi.Londra 1999

I poteri straordinari degli animaliGrazie a tutti gli animali dai quali ho imparato

IntroduzioneKate Laufer è ostetrica e operatrice sociale a Solbergmoen, in Norvegia, e il suo lavoro non ha orari, ma al suo rientro, se il marito Walter è in casa, viene sempre accolta con una tazza di té fumante. Da cosa dipende il prodigioso tempismo del marito? Dal terrier Tiki, cane di famiglia. "Quando corre alla finestra e salta sul davanzale" dice il dottar Laufer "so che mia moglie sta tornando."Quando squilla il telefono, la moglie di un professore della University of California, a Berkeley, sa sempre se è il marito a chiamare. Come fa a saperlo? Whiskins, il loro soriano grigio, corre verso l'apparecchio e con le zampette gioca col ricevitore. "Più di una volta è riuscito a staccarlo e allora miagola soddisfatto a mio marito che sta dall'altra parte" dice la signora. "Se telefona qualcun altro, Whiskins rimane indifferente."Julia Orr aveva trasferito i suoi cavalli da Skirmett, nella contea di Buckinghamshire, a una fattoria a quattordici chilometri di distanza, ed era convinta che gli animali si fossero abituati alla nuova scuderia. Ma Badger, un pony gallese di ventiquattro anni, e Tango, di ventidue, stavano aspettando l'occasione. Una notte, sei settimane più tardi, quando un temporale spalancò ^cancelli, i due ne approfittarono. All'alba furono trovati che aspettavano pazientemente presso i cancelli della vecchia abitazione della signora Orr. Impronte di zoccoli sul ciglio della strada e sulle aiuole rivelarono che gli animali avevano raggiunto la casa battendo strade mai percorse prima.Il 17 ottobre 1989 la gatta di Tirzah Meek di Santa Cruz, California, all'improvviso corse a nascondersi in solaio. Non l'aveva mai fatto; sembrava terrorizzata e si rifiutava di scendere. Tre ore più tardi si scatenò il terremoto di Loma Prieta che devastò il centro di Santa Cruz.

4 I poteri straordinari degli animaliCani che sanno quando il loro padrone rientrerà, gatti che rispondono al telefono quando chiamano persone care, cavalli che ritrovano la via di casa per strade a loro ignote, gatti che prevedono i terremoti: sono alcuni comportamenti

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che suggeriscono forme di percezione negli animali che la scienza non ha ancora esplorato.Dopo cinque anni di ricerca approfondita sui poteri inspiegati degli animali, sono giunto alla conclusione che molte delle storie raccontate dai padroni sono in buona sostanza vere. Sembra davvero che alcuni animali abbiano capacità percettive che superano quelle dei sensi a noi noti.Non è una novità. Gli uomini lo sanno da secoli. Milioni di padroni di animali ne fanno esperienza diretta. Eppure il bisogno di negare o di minimizzare è molto diffuso. La scienza istituzionale le ignora. Gli animali che vivono con noi sono quelli che conosciamo meglio, ma i loro comportamenti più sorprendenti e curiosi non sono considerati degni di interesse. Come mai?Una delle ragioni è il tabù che vieta di considerare con atteggiamento scientifico gli animali di casa,1 tabù che non riguarda solamente gli scienziati, poiché rispecchia un atteggiamento schizofrenico verso gJi animali tipico della società in cui viviamo. La nostra vita lavorativa è tutta improntata a un'economia nutrita di scienza e tecnologia. Viviamo entro una visione meccanicistica dell'esistenza, che risale alla rivoluzione scientifica del Seicento, inaugurata daliateoria cartesiana dell'universo come macchina. Le metafore cambiano (al tempo di Cartesio il cervello era immaginato come una macchina idraulica; con la generazione che ci ha preceduti, si è passati all'immagine del centralino telefonico; e oggi paragoniamo il cervello a un computer), ma tuttora noi pensiamo alla vita come a un congegno.2 Animali e piante sono visti come automi geneticamente programmati e il loro sfruttamento viene dato per scontato.Nel frattempo, però, a casa ci sono i nostri amici animali, che stan * no in una categoria a parte, e verso i quali proviamo un affetto limitato all'ambito del privato, del soggettivo. Noi tendiamo a tener fuori dal mondo "reale", "obiettivo" le nostre esperienze affettive con gli amici di casa. C'è un abisso incolmabile tra loro che abitano con noi, trattati come membri della famiglia, e gli animali che stanno nelle fattorie industriali o nei laboratori di ricerca. All'amico di casa attribuiamo dignità di persona; non lo consideriamo un oggetto, secondo quanto esige la scienza. Io stesso, come dicevo nella prefazione, ho vissuto questa terribile ambiguità in prima persona.Sia in laboratorio sia sul campo, gli scienziati in genere tendono a

:; ' :.,' Introduzione 5evitare ogni coinvolgimento emotivo con gli animali studiati. Aspirano a un distacco obiettivo. È dunque improbabile che si trovino a rilevare comportamenti che richiedono un legame molto forte tra animale e padrone. In questo campo, gli addestratori o i proprietari di animali la sanno in genere assai più lunga degli studiosi; a meno che questi ultimi non possiedano a loro volta un animale.Il tabù sopra descritto non è l'unico a esimere la scienza istituzionale dall'obbligo di occuparsi dei fenomeni trattati in questo libro. Un altro è quello che ci impedisce di prendere sul serio i fenomeni telepatici o "paranormali". Essi vengono detti "paranormali" (vale a dire ai margini del normale) non perché siano rari o eccezionali (alcuni sono comunissimi), bensì perché non si possono spiegare in termini scientifici tradizionali; all'interno della teoria meccanicistica della natura essi non trovano posto.Il lavoro di ricerca con animali amiciII patrimonio delle esperienze di addestratori di cavalli e di cani, di veterinari e di padroni di animali viene di solito liquidato sotto la voce "aneddotica". Anzi, questa parola si usa in proposito tanto spesso che ne ho voluto cercare l'origine sul vocabolario per capire che cosa volesse dire. Viene dal greco anékdotos, che significa "non reso pubblico". Un aneddoto è una storia che non è stata pubblicata.In alcuni campi della ricerca scientifica, per esempio la medicina, l'aneddotica riveste una funzione rilevante: ma un aneddoto, se è pubblicato, cessa etimologicamente di esser tale; viene promosso al rango di "caso".Nel corso delle ricerche che descrivo in questo libro sono venuto a sapere che molti hanno riscontrato nei propri animali analoghe capacità percettive. E quando un numero così grande di resoconti, tutti indipendenti gli uni dagli altri, ci descrive comportamenti riscontrati con regolarità e riproducibili,

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l'aneddotica diventa storia naturale. La domanda successiva è questa: sono giustificate sì o no queste credenze? Ecco perché l'aspetto sperimentale è una componente essenziale di questo lavoro.Uno dei libri di biologia che amo di più è Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico di Charles Darwin, che fu pubblicato per la prima volta nel 1868. Contiene una messe di informazioni che Darwin raccolse da naturalisti, esploratori, funzionari di stanza nelle colonie, missionari e altri interlocutori sparsi in tutto il mondo con cui era in corrispondenza. Compulsava pubblicazioni come Poultry

6 / poteri straordinari degli animaliChronicle (Cronaca di pollicoltura) e The Gooseberry Grower's Register (Registro del coltivatore di uva spina). Egli stesso coltivava 54 varietà diverse di uva spina. Si valse dell'esperienza di dilettanti appassionati di gatti e conigli, di allevatori di cani e cavalli, di apicoltori, di coltivatori, di orticoltori e di esperti di animali e piante. Si iscrisse a due club londinesi di addestratori di colombi, allevò tutte le razze di colombi su cui riuscì a mettere le mani, e intratteneva rapporti con tutti i più importanti ornitologi collezionisti per poter vedere gli esemplari delle varie specie.Gli effetti degli incroci selettivi su animali e piante domestici, osservati con tanta attenzione da uomini e donne dotati di forte senso pratico, diedero allo scienziato le prove definitive dell'importanza della selezione, ingrediente fondamentale della sua teoria dell'evoluzione mediante selezione naturale.Dopo di lui, la scienza è andata sempre più escludendosi dal patrimonio d'esperienza di coloro che scienziati non sono. Esistono ancora milioni di persone che si intendono di colombi, di cani, di gatti, di cavalli, di pappagalli, di api e di altri animali; o di meli, di rose, di orchidee e di altre piante. Vi sono decine di migliaia di naturalisti dilettanti. Ma la ricerca scientifica è ora appannaggio quasi esclusivo delle università e degli istituti di ricerca, condotta da accademici professionisti: è uno stato di cose che impoverisce la biologia moderna in modo grave.Perché questa ricerca non è mai iniziata?L'osservazione dei poteri inspiegati degli animali che descriverò in questo libro è stata resa più semplice da strumenti tecnici moderni come computer e videocamere, ma in linea generale quasi tutto il nostro lavoro si sarebbe potuto fare cent'anni fa se non di più. Il fatto che si sia cominciato soltanto ora è un'indicazione di quanto siano forti i tabù che ostacolano questo tipo di studi.Abbiamo, io credo, molto da guadagnare se questi tabù li lasciamo cadere. Ritengo inoltre che vi sia molto da imparare se manteniamo un atteggiamento scientifico. Ma la parola "scientifico" può avere significati assai diversi. Troppo spesso si trova appaiata a una mentalità ristretta e dogmatica, preoccupata di negare o sminuire qualunque fenomeno non, rientri nella visione meccanicistica del mondo. Al contrario, io per "scientifico" intendo un metodo di indagine aperto, attento alle testimonianze, che metta alla prova per via sperimentale le possibili spiegazioni. La strada dell'indagine è

Introduzione 7più consona alla scienza di quella del rifiuto. E di certo è più divertente.I contrastanti atteggiamenti della scienza sono ben illustrati dalla storia di un cavallo, der kluge Hans (Hans, l'intelligente), usata di solito a dimostrazione dell'inesistenza di facoltà speciali negli animali. Io ne traggo la morale opposta; si tratta, a mio parere, di un esempio della necessità di investigare, e non di negare, un fenomeno che non ha spiegazione.La storia di Hans, l'intelligentePrima o poi, a chiunque voglia occuparsi dei poteri inspiegati degli animali verrà raccontata la storia di Hans. Essa è assurta al ruolo di apologo, di monito per chi si occupa di scienza.C'era una volta a Berlino, all'inizio del XX secolo, un cavallo che si chiamava Hans, il quale, si diceva, sapeva risolvere calcoli matematici, leggere e scrivere parole in tedesco. Dava le sue risposte battendo con lo zoccolo per terra. Il suo addestratore, Herr von Osten, ex insegnante di matematica, era convinto che il suo cavallo avesse capacità mentali ritenute esclusive

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dell'uomo. Hans divenne un caso e diede molte esibizioni davanti a professori, ufficiali dell'esercito e anche davanti a un pubblico composito.Le abilità di Hans furono studiate dal professor C. Stumpf, direttore dell'Istituto di psicologia dell'università di Berlino, e dal suo assistente Otto Pfungst. Si scoprì che il cavallo riusciva a fornire le risposte solo quando chi lo interrogava le conosceva e gli era visibile. Si giunse alla conclusione che Hans non aveva alcun talento matematico e che non sapeva leggere il tedesco. Sapeva invece leggere i piccoli movimenti del corpo del suo esaminatore e capire così quando aveva raggiunto il numero giusto di colpi di zoccolo.Da allora questa storia torna utile per giustificare la mancanza di interesse verso i fenomeni inspiegati del comportamento animale, che vengono ascritti a "suggerimenti nascosti" e non a eventuali "poteri straordinari". In definitiva, è stata utilizzata per impedire ogni ricerca, invece che per stimolarla. Ma se questa è la morale che traiamo dagli studi compiuti da Stumpf e Pfungst sul cavallo Hans noi non rendiamo giustizia al loro lavoro. I due fecero indagini su una questione controversa senza liquidarla come assurda e dimostrarono in tal modo di essere coraggiosi, perché le conclusioni cui giunsero andavano contro le credenze di molti colleghi.Alla base delle ricerche su Hans non c'era l'ipotesi dei poteri pa

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ranormali bensì quella che un animale potesse pensare. Molti scienziati, in particolare i darwiniani, erano portati a credere che il cavallo sapesse di aritmetica e di lingua tedesca perché se si fosse dimostrato che gli animali sono capaci di pensiero razionale poteva finalmente essere incrinata la diffusa credenza dell'unicità dell'intelletto umano. Gli studiosi preferivano un'evoluzione graduale, in cui tra l'animale uomo e gli altri animali vi fosse una differenza di grado e non di specie.Di converso, i tradizionalisti erano molto scettici a proposito di Hans, perché pensavano che le facoltà mentali superiori fossero appannaggio esclusivo dell'uomo. Le scoperte di Stumpf e Pfungst fecero loro gioco e furono poco gradite dai "darwiniani delusi, che espressero il timore che posizioni reazionarie e clericali traessero beneficio dalle conclusioni raggiunte".3Sebbene i biologi considerino l'"effetto Hans" una buona ragione per ignorare qualunque capacità non omologata si riscontri in un animale, si tratta di un fenomeno preciso, che si serve del linguaggio del corpo, elemento fondamentale di comunicazione reciproca nei cavalli come in molte altre specie. Tuttavia, se un animale reagisce a un atto compiuto da un essere umano che non è presente, questo fe;: nomeno non si può ascrivere all'effetto Hans: bisogna trovare un'altra spiegazione.Durante la mia ricerca sui poteri straordinari degli animali domestici ho imparato che la maggior parte degli allevatori e dei padroni è ben conscia dell'importanza del linguaggio del corpo. Ma in ogni caso molti dei fenomeni che tratterò in questa sede, come l'apparente capacità di un animale di sapere quando il padrone torna a casa, non sono archiviabili sotto la voce "effetto Hans". Un animale non può leggere il linguaggio del corpo di una persona che sta a molti chilometri di distanza.Tre esempi dì percettività inspiegataIn questo libro mi occuperò di tre grandi categorie di capacità percettive degli animali a tutt'oggi inspiegate, vale a dire la telepatia, il senso dell'orientamento e la premonizione.1. Telepatia. Comincerò a prendere in esame la capacità di alcuni cani e di altri animali di sapere quando i padroni torneranno a casa. In molti casi non possiamo spiegare il fenomeno con gli orari fissi del padrone, con i segnali lanciati dai familiari o con l'udito più acu

'.';.. :: "r Introduzione 9to del nostro che consente loro di riconoscere il rumore dell'automobile che si avvicina. In esperimenti videoregistrati, i cani sono stati capaci di prevedere il ritorno del padrone anche in orari scelti a caso, anche quando il padrone ha

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usato un taxi o un altro mezzo non riconoscibile. In qualche modo le persone comunicano la loro intenzione di tornare a casa.Alcuni animali da compagnia percepiscono telepaticamente un gran numero di intenzioni del padrone e rispondono a richiami e comandi silenziosi. Alcuni capiscono quando è una determinata persona a chiamare per telefono. Altri sentono quando il padrone, che si trova lontano, è in pericolo o in punto di morte.L'ipotesi che intendo avanzare è che la comunicazione telepatica dipende da precisi legami tra uomini e animali, legami non in senso figurato ma nel senso di connessioni reali che si propagano attraverso campi morfici. Nel capitolo I spiegherò che cosa siano i campi morfici e tratterò l'evoluzione dei rapporti tra esseri umani e animali.2. Senso dell'orientamento. I colombi viaggiatori trovano la via di casa percorrendo rotte sconosciute di molte centinaia di chilometri. Le rondini migratoci europee compiono un viaggio di molte migliaia di chilometri per raggiungere il loro territorio alimentare in Africa e in primavera tornano al luogo natio, addirittura allo stesso edificio dove avevano nidificato. Questa capacità di pilotarsi verso una meta tanto distante non è stata ancora spiegata in modo soddisfacente; certo non dipende dall'olfatto o da un altro dei cinque sensi e nemmeno da una bussola interna.Anche alcuni cani, gatti, cavalli e altri animali domestici hanno un buon senso dell'orientamento e riescono a ritrovare la via di casa da luoghi ignoti e lontani. Sembrano attratti verso la meta desiderata, come se fossero tirati da un elastico invisibile che li tiene attaccati a quel luogo.Per alcuni animali, "casa" non è un posto: sono le persone. Alcuni padroni di cani che partono lasciando a casa il loro amico vengono inseguiti fino a luoghi distanti che l'animale non h*a mai visto prima. L'olfatto potrebbe essere responsabile di questi fenomeni quando si tratta di distanze brevi, ma in altri casi l'unica spiegazione parrebbe essere un legame invisibile tra l'animale e la persona cara, un elastico teso dicevo, o in altri termini il campo morfico che unisce animale e padrone.3. Premonizione. Alcuni di questi fenomeni possono essere spiegati in termini di sensazioni fisiche: per esempio, è possibile che gli ani

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mali che alla vigilia di un terremoto appaiono turbati stiano reagem do a impercettibili variazioni elettriche; o anche che i cani che prevedono l'insorgere di una crisi epilettica percepiscano un tremito dei muscoli per noi invisibile o odori insoliti. Ma altri tipi di previsione sembrano implicare fenomeni misteriosi d'altra natura, che sfidano il normale modo di concepire la separazione fra passato, presente e futuro.

La telepatia, il senso dell'orientamento e la premonizione rientrano nella definizione di percezione extrasensoriale o ESP {extrasensory perception). Altri parlano di "sesto senso" (o di "settimo senso"; comunque di uno o più sensi aggiuntivi). Altri definiscono "paranormali" questi fenomeni, altri ancora "metapsichici". Tutte queste espressioni concordano nell 'indicare qualcosa che va oltre i limiti della scienza tradizionale."Percezione extrasensoriale" significa letteralmente una percezione che si spinge oltre i sensi. Viceversa "sesto senso" sembrerebbe indicare il contrario, perché postula una percezione sensoriale, benché non ancora riconosciuta dalla scienza. Questa contraddizione si dissolve nel momento in cui la parola "extrasensoriale" si consideri nell'accezione di "al di fuori dei sensi conosciuti".Né "percezione extrasensoriale" né "sesto senso" rendono l'idea della specificità di questi fenomeni e di come si producono. Ci indicano soltanto ciò che non sono. I sensi conosciuti non bastano a spiegarli.Tutti e tre i tipi di percezione, la telepatia, il senso dell'orientamento e la premonizione, sembrano più sviluppati in alcuni animali, il cane in particolare,

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che nell'uomo. Nondimeno essi si verificano anche fra gli uomini: il "sesto senso" apparirà in una luce più naturale, più biologica, se considerato alla luce del comportamento animale. Molti dei fenomeni che oggi ci appaiono "paranormali" ci sembreranno normali se ampliamo il nostro concetto di normalità.La scienza può progredire soltanto se cerca di superare i propri limiti. Con questo libro spero di riuscire a dimostrare che è possibile indagare alcuni comportamenti ammali finora inspiegati seguendo un metodo scientifico né invasivo né crudele. Suggerirò anche un certo numero di esperimenti mediante i quali studenti o padroni di animali potrebbero contribuire in modo determinante a questo nuovo campo di indagine.Abbiamo molto da imparare dai nostri amici. Possono insegnarci molte cose sulla loro natura, ma anche sulla nostra.

Parte primaII legame tra animali ed esseri umani

L'addomesticamento degli animaliLegami affettivi con gli animaliMolti instaurano con gli animali un forte rapporto affettivo, li iiiniino e ne sono riamati. In questo capitolo mi propongo di illustrare l'evoluzione e la natura di questi legami tra animali ed esseri umani.Anzitutto è necessario aver chiaro che un legame affettivo tra aniii 1.1 le e padrone non è la norma, bensì l'eccezione. Per ogni cane o K.itto amato vi sono centinaia di animali domestici prigionieri in aml'icnti asettici come fattorie industriali e laboratori di ricerca. In mol11 paesi del terzo mondo gli animali da soma sono spesso trattati con i >natalità, e nel ruolo dei bruti ci sono gli esseri umani. In genere le oc i età primitive sono tutt'altro che favorevoli ai moderni ideali di benessere per gli animali. Gli esquimesi, per esempio, tendono a l dittare i loro husky con molta durezza.Poi ci sono le vittime di una negligente indifferenza o di violenze i Ifliberate. In tutto il mondo industrializzato le organizzazioni per la prevenzione della crudeltà verso gli animali continuano a scoprire e .1 rendere pubbliche le innominabili sofferenze cui sono sottoposti ^li animali per mano dell'uomo: cavalli dalle costole visibili attraverso la pelle emaciata; cani incatenati e dimenticati; gatti torturati, li molti animali semplicemente vengono abbandonati. Soltanto negli SI,iti Uniti le autorità locali e alcune associazioni di volontari sopprimono ogni anno all'incirca cinque milioni di cani indesiderati e un numero suppergiù equivalente di gatti.1Ma nonostante gli sfruttamenti, i maltrattamenti e gli abbandoni, molti esseri umani si legano agli animali fin dall'infanzia. I bambini ricevono spesso orsacchiotti o altri animaletti giocattolo e si diverto

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1 P°teri straordinari degli animali

no ad ascoltare racconti di animali. Ma più di tutto i bambini amano avere animali veri. La maggioranza delle bestiole amiche vive in famiglie con bambini.2Ascoltare storie di animali che fanno paura (Cappuccetto Rosso, per esempio) e fare amicizia con gli animali sembra un tratto distintivo della natura umana. Anzi, il legame con gli animali è stato tanto determinante nella nostra storia evolutiva che tutte le culture sono ricche di canzoni, danze, rituali, miti e storie di animali.L'evoluzione del rapporto uomoanimaleLa prima specie di ominide che ci sia nota attraverso i ritrovamenti di fossili è 1''Australopithecus afarensis, che visse circa quattro milioni di anni fa. I primi utensili di pietra risalgono a due milioni e mezzo di anni fa, e i primi reperti di uomini che mangiavano carne si possono datare a circa un milione di

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anni più tardi, più o meno nel periodo in cui l'Homo erectus cominciò a lasciare l'Africa e a diffondersi in Eurasia (fig. 1.1). L'uso del fuoco risale probabilmente a 700.000 anni fa. L'uomo moderno ebbe la sua origine in Africa all'incirca 150.000 anni fa. Le prime manifestazioni artistiche, affreschi rupestri spesso raffiguranti animali, datano a circa 30.000 anni fa; l'agricoltura fece la sua rivoluzionaria comparsa 10.000 anni fa, mentre le prime civiltà e la scrittura risalgono a 5000 anni fa.3I nostri antenati vivevano di caccia e di raccolta, ma quest'ultima era preponderante rispetto alla prima. L'antica immagine del cacciatore primigenio che a grandi passi se ne va per la savana si rivela un mito. Anche tra gli odierni cacciatoriraccoglitori solo una piccola parte del cibo proviene dagli animali uccisi dagli uomini; quasi tutto il nutrimento consiste in ciò che viene raccolto, per lo più dalle donne. (Con l'eccezione delle popolazioni delle regioni artiche, povere di vegetazione.4) Generalmente gli ominidi e i primi esemplari di Homo sapiens, invece che cacciare per conto proprio, preferivano, laddove possibile, procurarsi la carne raccogliendo gli avanzi di predatori più efficienti come i grandi felini.5 È probabile che lo sciacal^ laggio sia stato sostituito dalla caccia grossa tra 70.000 e 90.000 anni fa, non prima.Nelle culture che vivono di caccia e raccolta gli esseri umani non ritengono di essere al di fuori del regno animale, ma di essere con questo intimamente connessi.6 Coloro che comunicano col mondo non umano, gli sciamani/tramite i loro spiriti guardiani, si mettono in contatto con i poteri animali. C'è una misteriosa solidarietà. Lo

L'addomesticamento degli animali 15Anni fa _ PRESENTERivoluzione industriale (150) Rivoluzione agricola (10.000) Prime manifestazioni artistiche (30.000)100.000 Addomesticamento del cane150.000? 700.000 1.000.000Comparsa dell'uomo moderno in AfricaUso del fuocoConsumo di carne2.000.000 Espansione del cervello. Primi utensili di pietra3.000.000 -I4.000.000 Primi ominidi,1. Grafico dell'evoluzione dell'uomo.

116/ poteri straordinari degli animalisciamano si sente guidato dagli animali, sente di tramutarsi in essi, di capire il loro linguaggio e di far sue le loro capacità divinatorie e i loro poteri occulti.7L'addomesticamento del caneII primo animale a venire addomesticato fu il cane. L'antenato del cane, il lupo, cacciava in branco come l'uomo e fin dalla notte dei tempi il cane fu usato per la caccia nonché per la guardia agli insediamenti umani. Esso era già addomesticato prima che si sviluppasse l'agricoltura.8Secondo la tesi più accreditata l'addomesticamento del lupo sarebbe avvenuto tra i 10.000 e i 20.000 anni fa, ma studi recenti sulDNA del lupo e del cane indicano un'epoca molto posteriore, 100.000anni fa, come inizio di un processo avvenuto a più riprese e col perdurare di incroci fra cani e lupi.9 :La conferma di queste scoperte significherebbe che l'antico vincolo tra uomo e cane potrebbe essere stato determinante nella nostra

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evoluzione. Il cane potrebbe aver avuto un peso decisivo nell'avanzamento delle tecniche venatarie verificatosi tra i 70.000 e i 90.000anni fa. Il veterinario australiano David Paxton arriva a dire che nonfu tanto l'uomo ad addomesticare il lupo quanto il lupo ad addomesticare l'uomo. È possibile che i lupi abbiano cominciato a spingersinelle periferie degli insediamenti umani. Alcuni avrebbero imparatoa convivere con l'uomo, stabilendo con lui un rapporto di reciprocautilità ed evolvendosi gradualmente in cani; o quanto meno si sarebbero adoperati per proteggere il villaggio dando l'allarme in caso dipericolo.10In termini evolutivi i lupi trasformatisi in cani hanno avuto un successo straordinario. È una specie che conta centinaia di milioni di individui e vive in ogni parte del mondo abitato. Mentre i lupi rimasti contano pochi individui riuniti in popolazioni spesso minacciate e hanno una distribuzione assai scarsa.L'addomesticamento del cane è avvenuto con immenso anticipo rispetto a quello di altre specie. È anche possibile che il cane abbia contribuito all'assoggettamento di altre specie, con la sua abilità di tenere insieme gruppi di animali come le pecore e di proteggerli dai predatori.Alcune razze canine sono molto antiche. Ai tempi dell'antico Egitto vi erano già parecchie razze distinte: cani sul tipo del levriero o del levriero persiano (saluki); del mastino, del basenji, del pointer, e una

<xum 1.2. Razze di cani egiziani, dalle tombe di Beni Hassan (22002000 a.C, da Ash, 'ti,\'S. Their History and Development, 1927).i izza assai simile al maltese, con tratti del terrier (fig. 1.2).n Nell'anti

< > Egitto i cani erano venerati. Alcuni venivano addirittura imbalsa11 i.ìti e in ogni città vi era un cimitero dedicato esclusivamente ai cani,lidio dei morti era Anubi, dalla testa di cane o di sciacallo.Ai tempi nostri vi sono grandi differenze tra cultura e cultura nel iinulo di trattare i cani. Il mondo arabo li ha in orrore, in parte per I Vi vesso di cani randagi o selvatici portatori di malattie pericolose i i>ine la rabbia; ciononostante alcuni cani da caccia sono ammirati e vezzeggiati. In altre parti del mondo, in alcune zone della Birmania,

leil'Indonesia e della Polinesia, il cane viene macellato per alimeni.izione umana e in genere non gode di molta stima.12 Ma nella maggior parte delle culture, specialmente dove il cane viene utilizzatoper la caccia e per la pastorizia o tenuto per compagnia, in genereviene trattato con affetto.13/.,'addomesticamento di altre specieFrancis Galton, cugino di Charles Darwin, fu un pioniere nel campo della concezione moderna dell'addomesticamento. Fu lui a far

18 7 poteri straordinari degli animalinotare che non tutte le specie erano adatte e che dovevano soddisfare precise condizioni.Dovevano essere di tempra robusta e in grado di sopravvivere con poche cure e attenzioni. Avere una naturale simpatia per l'uomo. Amare le comodità. Essere utili. Capaci di riprodursi in abbondanza. Essere gregarie e di conseguenza facili da controllare in gruppo.Pecore, capre, mucche, cavalli, maiali, anatre e oche soddisfano tutti questi criteri. Altre specie, come il cervo o la zebra, benché gregarie, non si dimostrano adatte e, nonostante i molti tentativi, rimangono troppo "selvatiche" perché si possano trattare con facilità."Il gatto è l'unica specie domestica a non essere gregaria, ma, avendo un forte senso del territorio e una vera passione per le comodità, riesce a instaurare con l'uomo un rapporto simbiotico, pur mantenendo in parte l'indipendenza del cacciatore. Gli è relativamente facile tornare a un'esistenza libera.15Il gatto fu addomesticato assai più di recente, forse non più di cinquemila anni fa. Le prime testimonianze sui gatti domestici ci sono pervenute dall'Egitto, dove venivano considerati sacri e non si potevano uccidere. Si mummificavano in così gran numero che all'inizio del XX secolo le mummie di gatto furono estratte dal suolo a tonnellate, macinate e vendute come fertilizzante.16

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Anche i cavalli furono addomesticati intorno ai cinquemila anni fa nella regione del Turkestan. È possibile che il loro primo utilizzo fosse per il traino. La prima testimonianza dell'uso di questo animale come cavalcatura risale all'antico Egitto, intorno al 1500 a.C.17 Il cavallo assunse presto una notevole importanza in guerra e a caccia. In queste attività divenne per l'uomo più un compagno che uno schiavo.Nelle civiltà antiche, anche se gli animali domestici venivano sfruttati per le attività umane, un senso di comunione pervadeva i rapporti con l'uomo. Molti venivano considerati sacri, così come lo sono ancora adesso in India le vacche, gli elefanti e le scimmie. Molte divinità avevano sembianze animalesche oppure avevano aiutanti animali.In genere resta ben poca traccia di questa solidarietà nelle società industriali. Gli animali da traino sono stati rimpiazzati da macchine; cavalli, asini, muli e buoi non sono più nostri compagni di vita. L'intimità di un tempo del contadino con l'animale si è spezzata con l'avvento degli allevamenti industriali che si avvalgono di macchine.

L'addomesticamento degli animali 19Ma nella vita privata, l'antica affinità sopravvive. Vi sono molti . ^passionati di birdwatching e molti naturalisti e fotografi dilettanli. I documentari sulla natura sono sempre seguitissimi in televisione, così come le storie di animali, specialmente quelle di cani sul filone di Lassie18 e del cane detective austriaco, il commissario Rex. È soprattutto la convivenza a tener saldi questi legami. Anche se chi abita in una città moderna non ha bisogno di un gatto perché gli acchiappi i topi o di un cane perché raduni il bestiame o insegua la preda, milioni di questi animali vengono tenuti in casa, per non parlare di tante altre creature di nessuna utilità pratica: pony, pappagalli, canarini, conigli, porcellini d'India, gerbilli, criceti, pesci rossi, lucertole, insetti stecchi e molti altri.A quanto pare noi abbiamo bisogno degli animali come di una parte della nostra vita; la nostra natura di uomini è strettamente connessa con la natura animale. Quando ce ne distacchiamo perdiamo qualcosa: una parte del nostro retaggio.L'animale amicoIn tutto il mondo gli uomini tengono animali per il proprio piacere. Come notava Francis Galton nel 1865, "È noto a qualsiasi viaggiatore che spesso i selvaggi catturano animali giovani di varie specie e li allevano per diletto, vendendoli o regalandoli come oggetto di curiosità".19Galton avanza l'ipotesi che questo primo contatto, cui seguirono il culto e l'allevamento di animali sacri e l'istituzione di serragli di re o di altri potentati, sia stato il primo passo verso l'addomesticamento di molte specie. In taluni casi, e qualora soddisfino i criteri riportati più sopra, gli animali catturati divengono domestici. L'ipotesi di Galton che l'abitudine di tenere animali per diletto preceda il processo dell'addomesticamento mi piace e la trovo assai plausibile. Se è vero che in principio furono i lupi ad avvicinarsi agli umani seguendo gli insediamenti umani e per questa via si trasformarono in cani, la teoria di Galton suggerisce un modo semplice in cui il processo potrebbe aver subito un'accelerazione: l'uomo prendeva con sé i cuccioli come animali da compagnia.Nell'antico Egitto, così come in molte parti del mondo, oltre ai cani più grandi, utilizzati per la caccia, la guardia e la pastorizia, esistevano razze più piccole che vivevano in casa. Anche i greci e i romani tenevano cani da compagnia (fig. 1.3). Anzi cani piccoli si riscontrano in tutto il mondo antico e sono gli antenati di molte raz

Figura 1.3. Piccoli cani da compagnia nell'antica Grecia (da Keller, Antike Tierivelt, 1913).ze da compagnia ancor oggi esistenti. Nel Tibet e in Cina era normale avere cani di entrambi i tipi; quelli da guardia erano grandi e fero*ci e vivevano fuori, mentre i piccoli stavano al chiuso, nelle case e nei monasteri.20L'abitudine di tenere un animale per diletto e non per utilità era, potremmo dire, un lusso. Oggi col miglioramento delle condizioni economiche adottare una

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bestiola amica è divenuto più frequente. E un animale che vive dentro le mura di casa spesso stabilisce un'intimità maggiore con la sua famiglia di quelli che vivono all'aperto, in una fattoria, un fienile o un canile. In paesi industrializzati come la Francia, l'Inghilterra o gli Stati Uniti, nella maggior parte delle famiglie vive almeno un animale da compagnia. E negli ultimi trenta o quarant'anni, con l'aumentare della prosperità e dell'urbanizzazione, il fenomeno è andato piuttosto aumentando che diminuendo. In

L'addomesticamento degli animali 21< iran Bretagna, per esempio, tra il 1965 e il 1990 il numero complessivo dei cani è cresciuto da 4,7 milioni a 7,4, e quello dei gatti da 4,1a 6,9.Le tradizioni dei diversi paesi in questo campo influiscono sul carattere nazionale". Ma non esistono studi specifici; abbiamo solo le nude statistiche. I dati sulle percentuali di proprietari di cani o di inatti in un certo numero di paesi è riportato nella tabella 1. Le perrentuali più alte si riscontrano in Polonia e Stati Uniti; seguono 1! rancia, Belgio e Manda. Uno dei paesi in cui si adottano con meno frequenza cani e gatti è la Germania. Quasi ovunque ci sono più case con cani che con gatti, ma in alcuni stati, specialmente in Svizzera e in Austria, il gatto riporta una sorprendente vittoria sul cane.Negli ultimi anni vi sono stati notevoli cambiamenti nei modelli di comportamento riguardo all'adozione degli animali da compagnia. In Inghilterra il numero dei cani è diminuito, mentre quello dei gatti ha continuato a crescere (fig. 1.4). Dal 1992 il numero complessivo dei gatti è maggiore di quello dei cani, ma il numero di famiglie con cani è ancora superiore, perché molti che hanno gatti ne possiedono due o più. Un simile incremento nella popolarità del gatto si è verificato anche negli Stati Uniti e nel 1996 i gatti hanno superato i cani e sono gli animali da compagnia più numerosi (59 milioni contro 53). Ma, come in Inghilterra, ci sono ancora più famiglie con cani che con gatti.21numero di caninumero di gattinumero di famiglie con caninumero di famiglie con gatti8 7.5 7 6.5 6 E 5.53.551 4.5 4199519901985198019751965 197019602000Figura 1.4. Grafico delle variazioni nel numero dei cani e dei gatti presenti in Gran Bretagna tra il 1965 e il 1997 (fonte: UK Pet Food Manufacturers' Association).

L'addomesticamento degli animali

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Tabella 1 fPercentuale di famiglie proprietarie di cani o di gatti nei vari stati (da Fogle, Unexpected dog..., 1994)

Percentuale di famiglie con

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canigattiPolonia5033Stati Uniti3830Francia3625Belgio3625Irlanda3620Canada3224Portogallo3014Repubblica Ceca3016Gran Bretagna2721Danimarca2317 '"Paesi Bassi2224Italia2022Finlandia2018Norvegia1718Svezia1619Spagna168Austria1526Giappone125Germania119Svizzera10

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26Grecia107Rapporti sociali fra animaliQuasi tutti gli animali domestici erano in origine animali sociali, come fa notare Galton. In generale si tratta di specie con forti tendenze alla gerarchla, ciò che rese facile all'uomo controllarli. Perfino i gatti, sebbene indipendenti e solitari nelle loro abitudini venatarie, conoscono fin da piccoli il forte vincolo sociale con la madre.Il carattere naturalmente sociale degli animali domestici si rivela nel momento in cui tornano allo stato selvatico. Charles Darwin si occupò di questo tema nella sua opera Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico.22In genere gli animali che tornano a vivere in libertà si raggruppano in modo analogo a quello dei loro progenitori selvatici. Per esempio i cavalli formano gruppi di più o meno cinque individui, così come i loro parenti selvatici.231 cani vivono in branchi e si costruiscono tane come i lupi.24

Gli animali sociali sono legati ai membri del proprio gruppo da ipporti invisibili. Gli stessi che legano gli esseri umani. I nostri animali domestici sono come noi gregari per natura. I vincoli che uni:ono uomini e animali costituiscono una specie di ibrido tra quelli i animali e quelli fra uomini.Capire il rapporto fra uomo e animale è difficile perché ancora Ilon abbiamo compreso il rapporto fra esseri umani né quello fra Jnimali. Sappiamo che esistono invisibili correnti affettive che fluicono tra membri di una stessa famiglia, sappiamo che resistono al empo e alle grandi distanze. Sappiamo che gli animali creano grupsociali e che il gruppo è collegato in maniera da funzionare come In perorganismo (di questo tratterò nel capitolo IX). La manifestazione più vistosa di questa organizzazione è riscontrabile presso gli insetti sociali: le formiche, le termiti, le api e le vespe. È chiaramente osservabile in uno stormo di uccelli che si inclina per la virata in un'azione pressoché simultanea, senza che nessuno si scontri con l'altro. Analogamente si comporta un banco di pesci che nuota in formazione ravvicinata: può cambiare direzione in qualsiasi momento reagendo con prontezza al sopraggiungere di un predatore.l'Natura dei rapporti socialiI rapporti sociali possibili all'interno delle varie specie sono molteplici: una gatta con la prole, un'ape con gli altri membri del suo alveare, uno storno col suo stormo, un lupo col branco; per non parlare dei numerosi legami che si possono creare tra esseri umani. Poi ci nono i vincoli che uniscono una specie con un'altra, come per esempio quelli tra un animale da compagnia e il suo padrone.I fili che legano i membri di un gruppo influiscono sui comportamenti sociali. Sono talmente concreti che continuano a tenere legati gli individui al di là della portata dei sensi. I legami a distanza potrebbero essere i canali della telepatia.I legami fra gli animali si sviluppano all'interno di un "campo sociale". Come quelli della fisica, i campi sociali connettono elementi distanti fra loro, ma hanno la particolarità di evolversi e di conservare una sorta di memoria. La tesi che espongo nel mio libro The Presence of thè Past è appunto questa: i campi sociali fanno parte di una serie più vasta di campi detti morfici.25Un campo morfico contiene e coordina nel tempo e nello spazio le varie parti di un sistema e ha memoria di precedenti sistemi analoghi. Gruppi sociali umani come la famiglia e la tribù ereditano attra

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I poteri straordinari degli animali

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verso i loro campi morfici una sorta di memoria collettiva. Le abitudini, le credenze e i costumi degli antenati influenzano i comportamenti presenti, sia in modo conscio sia in modo inconscio. Tutti noi abbiamo modo di entrare in sintonia con questa memoria collettiva, che somiglia un poco al concetto di "inconscio collettivo" di cui parla Jung.Anche le colonie di termiti, i banchi di pesci, gli stormi di uccelli, le greggi, i branchi e gli altri gruppi in cui si organizzano gli animali sono tenuti insieme e strutturati dai campi morfici e ciascun campo è formato da una memoria collettiva specifica a ogni gruppo.I singoli animali sono legati tra loro attraverso i campi sociali delproprio gruppo e si attengono a modelli di relazione acquisiti e reiterati da generazioni. L'istinto è come un'abitudine collettiva dellaspecie, o della razza, plasmata dall'esperienza attraverso molte generazioni e sottoposta ai rigori della selezione naturale. Questo modo di intendere l'istinto si avvicina a quello di Charles Darwinespresso soprattutto in Variazione degli animali e delle piante allo statodomestico, ma anche nell'Origine della specie.26II procedimento mediante il quale la memoria si trasferisce dalpassato al presente fra creature simili attraverso lo spazio e il tempoviene detto "risonanza morfica".27 Tratterò più diffusamente la natura dei campi morfici e della risonanza nel capitolo IX e nell'appendice C.Un campo morfico unisce tutti i membri di un gruppo sociale, e contiene in sé tutti gli appartenenti a questo gruppo (fig. 1.5A). Se un individuo si trasferisce in un luogo distante rimane ugualmente legato al gruppo attraverso questo campo sociale, che ha la caratteristica dell'elasticità (fig. 1.5B).I campi morfici permetterebbero il passaggio di una vasta gamma di flussi telepatici da un animale a un altro dello stesso gruppo, o da una persona a un'altra, o da una persona a un animalecompagno. La capacità di questi campi di tendersi come un elastico invisibile permette loro di fungere da canali per la comunicazione telepatica, anche a grande distanza.28Non è necessario cercare di capire ora tutti i dettagli dell'ipotesi dei campi morfici, che ho riassunto qui in modo assolutamente sommario. Deve però essere chiaro che all'interno di essa la telepatia non solo è possibile, ma addirittura probabile. Ma, se è possibile teoricamente, questo significa che avvenga di fatto? Sulla scorta delle testimonianze esistenti, che esamineremo nei prossimi capitoli, io sono giunto alla conclusione che sì, la telepatia è un fenomeno reale.

/ Viwa 1 5. Rappresentazione grafica del campo morfico di un gruppo sodale (A), che Illustra come il campo si tenda in modo da continuare a tener collegato un individuo | lontano con gli altri membri del gruppo (B).

Parte secondaAnimali che sanno quando i padroni stanno tornando a casa

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II CaniI ,c prove più significative dell'esistenza della telepatia fra esseriumani e animali ci vengono da quei cani che sanno quando il padrone sta tornando a casa. Questo comportamento di previsione è frequente. Molti padroni lo danno per scontato, senza riflettere sullav.istità delle implicazioni.Quando Peter Edwards torna alla sua fattoria di Wickford, nellaI1 >ntea di Essex, i suoi setter irlandesi sono quasi sempre al cancello adincoglierlo. Yvette, sua moglie, dice che spesso si appostano lì anche1020 minuti prima che arrivi e ben prima che l'uomo svolti dalla stradn principale nel viale che conduce alla fattoria. Per più di vent'anni la"ignora non ci aveva fatto caso; pensava semplicemente: "Se i cani sono al cancello vuoi dire che Peter sta tornando a casa".

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Finché un giorno lesse sul "Sunday Telegraph" che io lavoravo a una ricerca sui cani che sanno quando il padrone fa ritorno, Yvette cominciò a riflettere. Come fanno i setter a sapere che Peter sta rincasando? I suoi orari a Londra sono molto irregolari e non si sa mai quando arriverà. E i cani reagiscono indipendentemente dalla direzione del vento o dall'auto che adopera.Questo comportamento interessa molti altri cani. In un sondaggio da me condotto in Europa e nel Nordamerica, sono venuto a conoscenza di 580 casi di cani che sanno quando il padrone rientra e lo attendono alla porta o alla finestra con un anticipo di 10 minuti o più sul suo ritorno dal lavoro, da scuola, dalla spesa o da altre commissioni. Altri escono di casa e vanno incontro ai padroni per strada o alla fermata dell'autobus. Certi lo fanno quasi quotidianamente, altri solo quando il proprietario torna da una vacanza o da un viaggio lungo, nel qual caso danno segni di agitazione, ore e qualche volta persino giorni, prima del suo arrivo. E, anche se alcuni scienziati si affrettano ad attribuire il fenomeno all'abitudine o all'udito e

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Cani

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all'olfatto, sviluppatissimi nel cane, scopriremo che in un gran numero di casi una spiegazione tanto semplicistica non basta.Il contesto in cui vanno collocati questi fenomeni di premonizione è quello del grande entusiasmo con cui molti cani accolgono il padrone che rincasa. Se non è addestrato alla disciplina, un cane tende a saltar su per leccare la faccia del suo amico nello stesso modo in cui un cucciolo saluta i genitori, vale a dire scodinzolando con tanto vigore che tutta la parte posteriore del corpo è coinvolta nel movimento.Il lupo si comporta in maniera molto simile. Al tempo dello svezzamento i lupacchiotti cominciano a chiedere il cibo ai genitori o ad altri membri del branco che ritornano. Quando un adulto si avvicina con il cibo in bocca, i piccoli si affollano intorno a lui pieni di eccitazione, scodinzolando, facendo atto di sottomissione e saltando su per leccarlo agli angoli delle fauci. Presso il lupo adulto, questi atti si trasformano in saluto ritualizzato. Oggetto di attenzioni sono soprattutto gli animali di grado gerarchico superiore.1Ciò significa che il saluto che i cani riservano ai padroni ha un passato evolutivo assai antico, che risale al tempo dei lupi, gli antenati del nostro cane domestico. Ma molti cani vanno oltre: arrivano a prevedere l'arrivo del padrone, come sapessero che è per strada, anche quando si trova a molti chilometri di distanza.Che si tratti di abitudine?Quando i padroni tornano sempre alla stessa ora, il comportamento del cane si potrebbe ascrivere a un semplice fatto di abitudine. Teresa Preston di Suffolk, Virginia, vedeva che il suo cane, Jackson, aspettava i bambini tutti i giorni alla fermata dell'autobus della scuola, e supponeva si trattasse di routine. Ma dovette cambiare idea quando si accorse che Jackson prevedeva anche il ritorno del marito, che era capitano della guardia costiera statunitense e non aveva orari. La sua nave, addetta alla manutenzione delle boe di segnalazione, era di stanza a Portsmouth, un tragitto di trenta chilometri:Arrivava a ore sempre diverse. Quando la nave entrava in porto, Jackson cominciava ad agitarsi, andava alla porta e voleva uscire. Di solito andava a sedersi in fondo al marciapiede per guardare nella direzione da cui "sapeva" che la macchina sarebbe arrivata. Era diventato tanto bravo che non potevo fare a meno di notarlo e certe volte mi fidavo di lui a tal punto che mi rifacevo il trucco e mi davo un colpo di spazzola prima che tornasse mio marito! Se stavo

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cucinando e dovevo decidere quante porzioni preparare o per quanti apparecchiare, sfruttavo la sua preveggenza e mi regolavo sul suo istinto.

J anche possibile che i cani riescano a captare i segnali trasmessi J chi aspetta a casa. Può accadere che l'assente telefoni per dire che ta arrivando col risultato di modificare lo stato d'animo del parenil cane potrebbe riuscire a leggere il linguaggio del corpo. Ma tal Ita chi aspetta a casa non sa dell'arrivo del familiare. Ho ricevuto i uinerosi resoconti da famiglie di avvocati, tassisti, militari, giornali li, levatrici, e altri che non lavorano a ore fisse, in cui si riferisce i ic ò il cane ad avvertire le persone, e non viceversa.Ecco un esempio: Gloria Batabyal di Stretford, nella contea di incashire, lavorava in ospedale a orario flessibile, ma a qualsiasi ora rientrasse suo marito John la accoglieva con un té fumante. Fin qui scoprì che, esattamente nel momento in cui lasciava la corsia per riprendere la macchina e tornare a casa, tutti e due i suoi cani balzavano su e si mettevano a sedere nel vano della finestra; suo marito era avvertito: era ora di mettere su l'acqua.Anche la bambinaia irlandese della famiglia West di Manhattan godeva dei vantaggi di un simile preavvertimento canino, offertole da una kerry blue terrier di nome, per l'appunto, Kerry. Il generale 1 harles West era di stanza sulla Governor's Island nel porto di New ork e la moglie era vicepresidente della Time Inc. Per dirla con le I Mrole del generale:Vivevamo al quarto piano in un palazzo di appartamenti, e ciascuno di noi tornava a casa a ore diverse e da direzioni diverse. Né la bambinaia né il nostro bambino piccolo sapevano quando saremmo tornati a casa, ma dieci minuti, un quarto d'ora prima del nostro arrivo, Kerry entrava in agitazione: correva alla finestra e si metteva in piedi per guardare la strada, e mugoliva festosa, scodinzolando pazzamente. La tata sapeva che uno di noi due stava tornando e diceva sempre scherzando che per lei era il segnale per ripulire il bambino prima che arrivassero i genitori. E non accadeva di tanto in tanto. Ogni giorno, per anni.Molti cani sono abituati ad aspettare il ritorno del padrone a ore fisse senza che nessuno se ne sorprenda. Ma in quasi tutti i 585 casi che ho esaminato, come negli esempi che ho riportato più sopra, il comportamento del cane non può venir spiegato in termini di semplice routine.Che sia una questione di fiuto?La maggior parte dei cani ha un olfatto assai più sviluppato del nostro e perciò può sentire l'odore del padrone o della sua automo

32 / poteri straordinari degli animalibile a una distanza maggiore di quella possibile a un essere umano. Qual è questa distanza esattamente?Di norma un cane utilizza l'olfatto per seguire una pista sul terreno, annusando le orme. Ma per sentire l'odore di una persona che ritorna a casa gli sarebbe necessario annusare l'aria. Poniamo che il vento soffi nella direzione giusta e che l'animale sia fuori di casa o in casa con le finestre aperte, a quale distanza può percepire un uomo o una macchina in avvicinamento?Le stime più ottimistiche che sono riuscito a ottenere danno cifre notevolmente inferiori ai milleseicento metri, anche nel caso del segugio di sant'Uberto, o bloodhound, che è quello dal fiuto più sensibile. Malcolm Fish, dell'unità cinofila della polizia della contea di Essex, sta conducendo uno studio per conto del ministero dell'Interno inglese per scoprire se questa razza sarebbe più adatta dei pastori tedeschi (attualmente gli animali più usati) per talune operazioni di polizia. Fish sostiene che un bloodhound è in grado di rintracciare un uomo nascosto in una siepe purché l'uomo si trovi in un raggio di ottocento metri, purché sia fermo e il vento sia a favore. Ritiene molto improbabile che un cane, persino un segugio di sant'Uberto, possa sentire l'odore di una persona che rincasa dal lavoro con un automezzo. "Immaginiamo una persona dentro a un'automobile che si dirige verso casa con un candelotto fumogeno, con le finestre aperte e il fumo che scappa fuori: il fumo va all'indietro. L'odore non si propaga in avanti come il suono. Inoltre oggi la maggior parte delle macchine viaggia con i finestrini chiusi; di conseguenza non

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vi sarebbe gran fuga di odori e le porte delle case sono spesso chiuse per evitare le correnti. Dunque ritengo che sarebbe impossibile per un cane sentire l'odore del padrone a ottocento metri di distanza."Per i cani che reagiscono soltanto un minuto o due prima che torni il padrone si può parlare di olfatto. Ma per quelli che reagiscono con dieci minuti o più di anticipo, quando il padrone è ancora a molti chilometri di distanza, sia con vento favorevole sia con vento contrario, e anche a finestre chiuse, non si può ragionevolmente soste. nere che si tratti di olfatto.Che sia una questione di udito?Quasi tutti i cani ci sentono meglio di noi. Odono rumori di più alta frequenza, come quelli emessi dai fischietti "muti" per cani, che superano la soglia di frequenza udibile dall'orecchio umano. E odo

33Canim> ii maggiore distanza. Grosso modo, si ritiene che "un cane oda a miti distanza quattro volte superiore a quella a cui ode l'uomo".2 Ma < possibile che la stima sia eccessivamente generosa verso i cani. Celi .1 Cox, inglese, specializzata in otorinolaringoiatria veterinaria, ha avuto modo di valutare l'udito di migliaia di cani e ritiene che sia puri a quello umano. Lei dubita che riescano a sentire da molto lonIrtno i padroni in arrivo: "Molti padroni mi dicono che i cani sentono II loro arrivo addirittura prima che abbiano svoltato nella strada di t'iisa, ma escluderei che dipenda soltanto dall'udito".Del pari, Kevin Munro, dello Hearing and Balance Centre (centro l'<>r l'udito e l'equilibrio) dell'università di Southampton, ha fatto mia ricerca comparata delle capacità uditive dell'uomo e del cane? " >n una tecnica sofisticata detta Evoked Response Audiometry (auiliometria della risposta suscitata).3 Egli si aspettava di riscontrare? In' il cane ha un udito molto superiore a quello umano, conformei IRTI te a quanto si crede. "Quando ho avuto in mano i risultati sonorimasto assai sorpreso di vedere che l'udito canino, tranne per la capncità di percepire ultrasuoni, per tutto il resto era molto simile aoHo umano."Ma ammettiamo pure che i cani ci sentano quattro volte meglio di Ili e cerchiamo di fare un calcolo. Se una macchina o qualcuno che inoscete si avvicina a piedi a casa vostra, da che distanza li sentite?lo vivo a Londra e con tutto il rumore di fondo, di macchine e pe< Ioni, potrò udire un automezzo o una persona non oltre i diciotto motti e soltanto se mi trovo in una stanza che affaccia sulla strada e? i>n le finestre aperte. Chi abita in zone isolate, in campagna, doveI '.issano poche auto o addirittura nessuna, potrebbe sentire un vei? olo che si avvicina a più di setteottocento metri, specialmente dinotte. Ma ritengo che nelle zone urbane o suburbane in media sipossano udire automezzi o persone a qualche centinaio di metri senon meno. Fate voi stessi una stima approssimativa e poi verificatel,i con l'aiuto di un familiare o di un amico. A che distanza riuscite audire l'arrivo di una macchina o di qualcuno che conoscete?Moltiplicate il risultato per quattro. Avrete un'indicazione approssimativa, calcolata secondo le valutazioni più generose dell'uditi > canino, del raggio nel quale un cane è in grado di udire il ritorno ilei proprio padrone. Secondo me, in zone urbane o suburbane, non .irriva a ottocento metri, anche nelle condizioni più favorevoli, con il vonto che soffia dalla parte giusta. Meno a vento contrario, e meno nncora se il cane è in casa con le finestre chiuse.Tutto questo se la persona attesa si sposta a piedi o con la solita

34/ poteri straordìnarì degli animaliauto. Ma che succede se arriva in taxi o con l'auto di un amico o con un diverso mezzo di trasporto? Anche in assenza di suoni noti, molti padroni hanno notato che la capacità di prevedere il loro ritorno resta immutata.

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Per esempio, quando Louise Gavit di Morrow, in Geòrgia, si accinge a tornare a casa, il cane di famiglia, BJ, va alla porta. Il marito si accorge che il fenomeno si ripete e inizia a prendere nota degli orari. I due scoprono che le reazioni di BJ cominciano puntualmente quando Louise si avvicina al veicolo con il quale intende spostarsi. Anche se la signora si trova a molti chilometri di distanza. "I mezzi che adopero non sono mai gli stessi: la mia auto, quella di mio marito, un camion, svariate macchine guidate da persone che BJ non conosce; certe volte torno a piedi. In un modo o in un altro BJ risponde al mio pensiero/azione. Anche quando si accorge che la mia auto è ancora in garage."Ritorni in autobus, in treno o hi aereoL'ipotesi che il cane riconosca i rumori caratteristici dell'auto del padrone si rivela infondata perché i cani reagiscono allo stesso modo anche se il padrone torna con l'autobus o con il treno. Certo, se il padrone torna sempre con lo stesso autobus, per esempio il pulmino scolastico, l'animale potrebbe imparare a riconoscerne il rumore e a segnalarlo un po' prima del suo arrivo. Ma quando il proprietario viaggia su autobus o treni a ore diverse l'animale non può capire dal rumore se il padrone sia o no presente su quel determinato mezzo di trasporto.Helen Meither, per esempio, andava tutti i giorni a lavorare a Liverpool, percorrendo in autobus un tragitto di 23 chilometri, e lasciando il suo cairn terrier con la famiglia. A seconda dell'orario di lavoro, capitava che tornasse qualche volta con l'autobus delle sei di sera e qualche volta con quello delle otto. "La fermata era a quattrocento metri di distanza, oltre un boschetto. Io non ero mai sicura di riuscire a prendere il primo autobus, ma il cane sapeva sempre se ero su quello oppure no. Se c'ero, piovesse o tirasse vento, usciva dalla porta tra le 17.45 e le 17.50 e attraversava il boschetto per venirmi incontro. Se arrivavo tardi non muoveva un passo prima delle 19.45, puntuale all'arrivo del secondo autobus."In banca dati abbiamo più di 60 resoconti del genere, che stanno a dimostrare che un animale sa, senza valersi dell'abitudine, dell'udii to o dell'olfatto, che il padrone sta rincasando con l'autobus. E ne

35CaniA Marno più di 50 che dimostrano altrettanto quando il padrone torim col treno. Eccone un esempio:C 'nrole Bartlett di Chiselhurst, nel Kent, lascia il suo Sam, un incrocio fra un liibrador e un levriero, a casa con il marito quando va a teatro o a trovare j^ll umici a Londra. Per tornare prende il treno dalla stazione di Charing ( 'UIHS: un percorso di venticinque minuti, seguito da una passeggiata di cin|i'. Il signor Bartlett non sa con quale treno tornerà; potrebbe essere unoBlunque, dalle sei alle undici di sera. "Mio marito mi racconta che SamIto giù dal mio letto, sul quale passa la giornata quando io sono fuori, ride al piano di sotto mezz'ora prima del mio arrivo e aspetta davanti ali porta d'ingresso." In altre parole, il cane si mette ad aspettarla più o meno uri momento in cui lei inizia il suo viaggio in treno.A volte l'assente dice a chi sta in casa che prenderà un treno e poine prende un altro. Capitò a Sheila Brown di Westbury, Wiltshire,i|ii<indo andò a Londra per un matrimonio e lasciò in custodia la sualanetta, Tina, da una vicina, dicendole che sarebbe tornata con ili "no delle 22.30. Invece arrivò con cinque ore di anticipo e con suai .inde sorpresa fu accolta con un té bell'e pronto. Tina era saltata suil l'improvviso, era andata alla porta e si era seduta lì scodinzolante.i .i vicina, conoscendo il cane, aveva giustamente concluso che l'a111 ica aveva preso un treno prima.l'orse ancor più notevoli sono i cani che prevedono gli arrivi in "reo. Ci sono molte storie sull'argomento che risalgono ai tempi li'Ila seconda guerra mondiale, quando ad alcuni piloti era conseniiio tenere i propri cani presso gli aeroporti. Per esempio, il comandi, mte di squadriglia Max Aitken (che divenne poi Lord Beaverluook) teneva il suo labrador alla base della squadriglia 68.

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Edward Wolfe, che era ai suoi comandi, mi ha raccontato: "Quando gli aerei i ilornavano da un'operazione a uno o due per volta, il labrador nero, che fino a quel momento era stato seduto tranquillo alla mensa, i alzava di corsa e andava incontro al suo padrone. Sapevamo semI >i e quando Max Aitken stava tornando".Ho ricevuto un resoconto molto simile a proposito di un cane che rntiva il ritorno del padrone, pilota in una squadriglia di alianti, il < u i attcrraggio si svolge in un silenzio quasi perfetto.Almeno in un caso, l'eventualità che il cane potesse riconoscere il suono particolare di un determinato aereo è stata smentita. Il cane era un altro labrador e il padrone un ufficiale dell'aeronautica britannica. "Stette a guardare mentre il suo padrone decollava, poi si mise tranquillo ad aspettare. L'aereo rientrò, ma il cane non si alzò nemmeno. Tutti dissero che l'animale aveva fallito. Invece aveva ragione lui e

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g2. Talune persone per una buona parte del tragitto di ritorno non11 inno sentimenti o pensieri particolari a proposito del proprio rien11 >; magari sono impegnati in una conversazione o in altra attività.i 11 iché a un certo punto i sentimenti e i pensieri si rivolgono alla cai con intensità maggiore: per esempio, quando si atterra in aeroporto o si scende da una nave o si lascia il treno o l'autobus. Alcuni funi captano il segnale in questa fase.3. Una manifestazione estrema di telepatia è quella in cui i caniavvertono l'intenzione del padrone di tornare che si esprime neipreparativi o già nella disposizione d'animo.Di fatto, tutti e tre questi casi si riscontrano con frequenza. Alcuni j nini prevedono il ritorno con un anticipo di qualche minuto: perciò 11" possibile che si valgano dell'udito o del fiuto e che la telepatia non c'entri per nulla.torto gli uomini. Il padrone non era su quell'aereo. Più tardi arrivò un apparecchio diverso dalla direzione opposta. L'animale si alzò scodinzolando festoso. Il padrone era tornato." (J. Greany)Le previsioni dei cani appartenenti a dipendenti di compagnie aeree sono altrettanto impressionanti. Parecchie persone che lavorano per linee commerciali hanno scoperto che il loro cane era in grado di prevedere quando sarebbero tornate a casa, anche se non lo sapeva nessun altro. È il caso di Elizabeth Bryan:Ho passato tutta la mia vita lavorativa come membro di un equipaggio aereo che partiva dall'aeroporto di Gatwick. Per dieci anni Rusty, il mio cane, aveva l'abitudine di saltar su e di abbaiare esattamente nel momento in cui io atterravo; poi si sedeva tranquillo a guardare la porta d'ingresso fino '* al momento in cui arrivavo. La cosa stupefacente è che non vi era alcuna regolarità nei miei spostamenti: potevo star via un giorno come quindici; né l'ora di atterraggio era mai la stessa: eppure lui lo sapeva, infallibilmente.Altrettanto dichiarano i proprietari di cani che viaggiano in aereo per lavoro come passeggeri.Ian Fraser Ker di Westcott, nel Surrey, scoprì che il suo cane prevedeva il suo ritorno una volta che telefonò alla moglie al suo arrivo all'aeroporto di Heathrow. Lei gli disse che immaginava che sarebbe tornato perché il loro cane, un boxer, era molto agitato. "Poi via via, dopo ripetute conferme, quando il cane sedeva davanti alla porta d'ingresso con il muso cacciato fin dentro la buca per le lettere, mia moglie addirittura mi preparava il pranzo: ed ecco che io telefonavo dall'aeroporto dicendo che ero arrivato."In casi come questi il cane non può assolutamente aver riconosciuto suoni o odori familiari o aver reagito per abitudine. Né può aver captato atteggiamenti diversi di chi era in casa, dal momento che i familiari erano del tutto ignari del ritorno del loro caro. Per eli* minazione, la telepatia sembrerebbe la spiegazione più convincente. L'alternativa, come di certo si affretteranno a far notare gli scettici, è che le testimonianze dei padroni di animali non sono attendibili, o , perché sono scherzi della memoria o illusioni o perché

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deliberatamente inventate. Dopo aver parlato delle loro esperienze con molti proprietari di animali e con i loro familiari, io non ho alcuna ragione di dubitare che, in linea generale, i resoconti sul comportamento dei loro cani siano credibili. E, in assenza di altro materiale scientifico esistente, questi resoconti sono l'unico punto di partenza che abbiamo per esplorare il fenomeno.È giusto mantenere un atteggiamento critico, continuare a porsi domande e prendere atto che le persone possono sbagliarsi. Tuttavia

37Cani li'imi, per principio, liquidano come priva di attendibilità ogni teiiiiHinianza proveniente da chi ha un cane. Questo scetticismo auiii hi lieo discende dal canonico rifiuto della telepatia, una barriera iliNiientifica innalzata contro un'indagine serena e aperta. Io trovo i K1 i cani siano sempre più interessanti dei canoni.fi chiaro che alla casistica delle premonizioni deve accompagnarsi un ricerca sperimentale, secondo le modalità che descriverò piùinti in questo capitolo. Ma prima è necessario scoprire qualcosai pili sulla storia evolutiva dei cani che sanno quando i loro umanii nano a casa. E, dato che le testimonianze finora raccolte indicanoti sorta di collegamento telepatico, occorre capire più dettagliatali k che cosa precisamente implichi il concetto di telepatia.iri modelli della comunicazione telepaticalalopatia significa letteralmente "sentire da lontano", dalle parole fi'he tele, lontano, e patheia, sensazione, emozione. Se il cane rionde telepaticamente al ritorno del padrone significa che in quale modo è in grado di captare le sensazioni che il ritorno suscita neltd rone. Questo può accadere in tre modi: l. Alcuni cani captano tali sensazioni soltanto quando il padrone 1 molto vicino a casa ed è ovviamente conscio di essere quasi arriilo. Cioè la percezione avviene a una distanza relativamente bre e si manifesta con un anticipo che varia tra i due e i dieci minu indipendentemente dal momento in cui il padrone si è messo inMggio

38 I poteri straordinari degli animaliMa quando un cane risponde con più di cinque minuti di anticipo l'ipotesi telepatica va presa in seria considerazione, in special modo se l'animale si trova al chiuso e se il vento è contrario, cioè se le condizioni non sono favorevoli alla trasmissione dei suoni e degli odori. E di questi casi ve ne sono molti, come abbiamo visto a proposito di Peter Edwards con i suoi setter irlandesi, dei cani agli aeroporti che reagivano quando l'aereo del padrone stava per atterrare e dei cani che vanno incontro ai loro amici umani alla fermata dell'autobus partendo di casa quando il pullman è per la strada.Senza contare i cani che avvertono quando il padrone scende dalla nave, dall'aereo, dal treno o dall'autobus per cominciare il tratto finale del ritorno a casa, quelli che prevedono l'arrivo dei padroni (membri dell'equipaggio di volo o passeggeri di voli di linea) in aeroporto e quelli che sanno in quale momento il padrone scende da una nave, da un treno o da un autobus.Infine abbiamo gli animali che percepiscono l'intenzione del padrone, dunque addirittura prima che il percorso sia cominciato. BJ, il cane di Louise Gavit, è un esempio di questa categoria. La signora non ha orari fissi. Con l'aiuto del marito che annota le azioni di BJ a casa, è venuta a sapere che il comportamento tipo del suo cane è il seguente:Nel momento in cui lascio il luogo in cui sono stata e mi avvicino alla macchina con l'intenzione di tornare, il nostro cane BJ si sveglia, si avvicina alla porta, ci si sdraia davanti con il naso in direzione dell'ingresso. E lì aspetta. Man mano che io mi avvicino al vialetto l'animale si tira su, sta all'erta, si mette a passeggiare avanti e indietro, sempre più eccitato. Quando apro la porta lo trovo sempre lì, con il naso infilato nello spiraglio a mo' di

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saluto. Questa sensibilità non diminuisce con la distanza. E non c'è alcuna reazione quando mi sposto da un luogo a un altro: il cane si mette in movimento nell'istante in cui io formulo dentro di me l'intenzione di tornare a casa, e compio l'azione di avvicinarmi alla macchina per rientrare.Naturalmente non c'è nulla di nuovo in questo comportamento, che è stato notato e commentato da molti anni. Nel noto libro Kinship ivith Ali Life, J. Allen Boone racconta che il suo cane Stronghearf sapeva quando lui, dopo aver pranzato, lasciava il suo club a Los Angeles, a una ventina di chilometri da casa. Un amico teneva compagnia a Strongheart in sua assenza. "Non tornavo a orari fissi, ma, nel preciso istante in cui decidevo di lasciare il club e di venire a casa, Strongheart interrompeva qualsiasi attività, si metteva al suo osservatorio preferito e pazientemente aspettava che svoltassi dalla curva della strada e salissi su per la collina."4Gli stessi comportamenti sono stati riscontrati sperimentalmente.

39Caniir esempio, Monika Sauer, che vive in Germania, vicino a Monaco, j mia richiesta ha sottoposto il suo cane Pluto ad alcuni test, con la Dlhiborazione del suo compagno che osservava le reazioni del cane. Itilo reagiva non solo quando Monika si accìngeva a tornare a casa on la propria macchina, ma anche quando rientrava con quelle, conosciute al cane, di alcuni amici. A questo punto ho chiesto a MoIka di provare a tornare a casa in taxi. Pluto si mosse con 40 minuti I anticipo sul suo arrivo. Il tragitto durò 30 minuti. Il tempo traCorso tra la telefonata per ordinare il taxi e l'arrivo della vettura fu li 10 minuti. Il cane si era messo in attesa non nel momento in cui lei salita in taxi, bensì in quello in cui l'aveva chiamato. È difficile accorgersi di reazioni di questo tipo se non si fa espresnmente caso all'ora in cui una persona sì mette in viaggio per tornare e a quella in cui il cane comincia a manifestare la sua agitazione: Tra coloro che vi hanno prestato attenzione vi sono Catherìne e John D'Driscoll, il cui golden retriever Sansone è particolarmente sensibili1 al ritorno di John. Per esempio, una volta questi era a teatro, a Northampton, e Sansone si precipitò alla porta con grande entusiaimo e con molto anticipo. Catherine mi ha raccontato: "Chiesi a John che cosa stava facendo in quel momento e luì mi disse che aveva guardato l'orologio, pensando che avrebbe voluto tornare a cala". E un'altra volta che il suo padrone partecipava a una riunione: "Proprio nell'istante in cui John guardava l'orologio e chiudeva la ventiquattr'ore, Sansone è corso alla porta abbaiando eccitato".Vi sono molti esempi simili. Dei 585 cani che avvertono il ritorno del padrone presenti in banca dati, 97 (il 17 per cento) ne danno dimostrazione quando il padrone comincia il tragitto o si prepara a cominciarlo.È possibile che alcuni dei cani che sembrano reagire soltanto pochi minuti prima dell'arrivo della persona in realtà sappiano già prima quando è partita, ma mostrino segni evidenti di eccitazione soltanto quando è vicina ed è altresì possibile che alcune reazioni manifestate in precedenza, più difficili a individuarsi, passino inosHervate.Ritorni da vacanze o da assenze prolungateGli esempi riportati fin qui riguardano per lo più cani che sanno prevedere il ritorno dei padroni dal lavoro o dopo assenze abbastanza brevi. Ora ci occuperemo di reazioni ad assenze più lunghe, per vacanze o per lavoro. Alcuni cani non sono capaci di prevedere il ri

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I poteri straordinari degli animalilorno del padrone che si è assentato per la giornata, ma lo avvertono quando sta lontano per un tempo più lungo; citeremo a mo' di esempio il caso di Jessie, la cagnetta della marchesa di Salisbury, che vive con lei a Hatfield House, nella contea di Hertfordshire (fig. 2.1). "Jessie è una cagnetta molto sensibile e intelligente. Sa sempre in anticipo quello che farò" racconta Lady Salisbury. In occasione dei suoi viaggi all'estero la signora di solito affida Jessie, una hunt terrier, al suo capo giardiniere, David Beaumont. Lui e sua moglie sono sempre informati per tempo del ritorno di Lady Salisbury, perché Jessie diventa irrequieta e aspetta alla porta o al cancello della loro casa molte ore prima che la padrona appaia. Il comportamento della cagnetta è stato osservato dall'illustre naturalista Miriam Rothschild, membro della Royal Society, che mi ha cortesemente comunicato le informazioni raccolte. In un caso, per esempio, Jessie si è messa in attesa quando Lady Salisbury stava facendo i bagagli in partenza dall'Manda; in un altro imboccava la strada per l'aeroporto di Cracovia, in Polonia. Lady Salisbury sostiene che la madre di questa cagnetta era ancora più sensibile di lei e reagiva anche se la padrona era lontana per una sola giornata. Jessie non sembra captare alcun segno nel casr di assenze inferiori ai tre giorni.Talvolta il comportamento del cane sembra in relazione con i pensieri e le intenzioni del padrone e si manifesta molto prima che inizi il viaggio di ritorno. È il caso di Sandy, il cane di Frank Harrison. Pochi giorni dopo essersi arruolato nell'esercito inglese, il giovane si ammalò e subito dopo ebbe una licenza di qualche giorno. Egli non ne informò i genitori.Quando arrivai a casa Sandy (il nostro irish terrier) era alla porta. Mi dissero che non si spostava di lì da due giorni, se non per mangiare o per fare il suo giretto. Era lì più o meno dal momento in cui mi avevano comunicato che avrei avuto la licenza. Naturalmente il suo comportamento aveva preoccupato i miei genitori. Quando arrivai, la mamma disse: "Lui lo sapeva che dovevi arrivare. Ecco perché". L'abitudine di attendermi alla porta è durata per tutto il periodo in cui sono stato sotto le armi, vale a dire due an^ ni e mezzo. Sandy si sistemava presso la porta all'inarca 48 ore prima del mio arrivo. I miei genitori sapevano che tornavo perché lo sapeva lui.Ho ricevuto più di 20 resoconti di cani che prevedevano il ritorno in licenza di giovani di leva nelle forze armate o impiegati nella marina mercantile, e in molti casi le famiglie non erano al corrente del ritorno. I cani reagivano talvolta uno o due giorni (come nel caso di Sandy), talvolta qualche ora prima dell'arrivo del ragazzo.Se si tratta di telepatia, i casi descritti implicano che essa supera

Visura 2.1. La marchesa di Salisbury con la sua hunt terrier Jessie a Hatfield House, I lertfordshire (foto: Phil Starling).distanze enormi, dal momento che le reazioni di previsione si verifii ano anche quando chi si accinge a partire è in un altro continente. I ,a sensibilità non sembra diminuire in ragione della distanza così < urne avviene nei fenomeni gravitazionali, elettrici o magnetici.In alcuni casi si è potuto individuare il momento preciso della preparazione o della partenza in cui l'animale ha captato il segnale. Tony Harvey stava tornando alla sua fattoria nel Suffolk dopo una vacanza di caccia nel Dartmoor (un viaggio di quattrocento chilometri) durata tre settimane. Aveva lasciato Badger, il suo border terrier, a casa con la moglie. Al suo arrivo seppe da lei che l'animale era saltato su dal cesto e si era arrampicato sul davanzale alle 6.40 del mat

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I poteri stmordinari degli animali

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tino. "Era esattamente l'ora in cui avevo cominciato il viaggio; non il momento in cui abbiamo cominciato a caricare, ma esattamente quello in cui il camion si è messo in strada." Badger rimase "agitato per tutto il giorno, in piedi sul davanzale a guardare attraverso il cortile", fino al rientro del padrone, avvenuto alle 21.30.Viceversa, nei casi di assenze prolungate per lavoro si è riscontrato che alcuni cani reagiscono quando il padrone si sta avvicinando e non quando è all'inizio del viaggio. Per esempio, quando Larry Collyer si mette in strada per tornare a Glastonbury, nel Somerset, dopo un'assenza di parecchi giorni, la moglie Daphne sa sempre quando sta per arrivare perché mezz'ora un'ora prima il loro chow chow si piazza vicino alla porta, e lo fa anche quando il signor Collyer torna * inaspettatamente con uno o due giorni di anticipo.Chi lavora in una pensione per cani è in una posizione privilegiata per osservarne le reazioni prima del ritorno dei padroni dalle vacanze o da altri viaggi. I miei collaboratori e io abbiamo intervistato molti proprietari di canili in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e anch'essi hanno osservato che alcuni cani sembrano sapere quando i loro umani stanno per tornare. Ecco qualche commento ricorrente: "Certi cani, quando arriva il giorno in cui torneranno a casa, sono più all'erta". "Qualche ora prima assumono un'aria di attesa." "Alcuni cani s| comportano in modo diverso il giorno che devono tornare a casa.." Solo una signora ha negato che nella sua pensione sita nell'est dell'Iris ghilterra i cani diano segni d'attesa. "I cani qui sono talmente felici che si dimenticano completamente dei padroni e non gliene importa niente che tornino." Ma si tratta di un'opinione isolata.È possibile che il cambiamento che si riscontra nel giorno del ritiro sia dovuto alla maggiore attenzione che ricevono dai custodi. Ma ci sono cani che cambiano atteggiamento anche quando il proprietario anticipa il ritorno. Sam Hyers di Rockford, Michigan, ne fornisce un esempio: "Un cane relativamente tranquillo (la maggior parte del tempo se ne stava sdraiato da qualche parte) si era messo in piedi vicino alla porta da tre ore. Lo portai fuori parecchie volte, ma non aveva bisogno di scaricarsi: poi il padrone è venuto a prenderlo con due giorni di anticipo. Io non avevo la più pallida idea che i proprietari sarebbero arrivati prima".Natura del legame tra cane e padroneChi ha un cane che dimostra tale sensibilità in genere ritiene di avere con l'animale un "forte legame", un "grande rapporto affetti

43Canivo" o dice di essergli "molto affezionato". Nella maggioranza dei casi (il 78 per cento) presenti nella nostra banca dati, il cane reagisce di ritorno di una sola persona; il 17 a due, e solo il 5 a tre o più. Quando l'animale risponde a più di una persona si tratta solitamente di membri della famiglia, tranne qualche sparuto caso di amici per i quali il cane nutre una Speciale simpatia o che lo portano a passeggio o che hanno l'abitudine di regalargli qualche leccornia.Rarissimo il caso che risponda a persone che detesta. John Ashlon, per esempio, aveva un amico che andava a trovarlo nel Lancashire una volta alla settimana. Detestava i cani. Le prime volte Rolf, un alsaziano di ottimo carattere, non si comportava in modo insolito. "Qualche mese più tardi, il mio amico Clive venne a trovarmi di sera e circa dieci minuti prima Rolf si mise in attesa in garage, ringhiando; quando Clive arrivò dovetti trattenerlo. Posso solo immaginare che durante la visita precedente il mio amico l'abbia battuto o preso a calci. Dopo quella volta sono sempre dovuto scendere in garage per andare incontro a Clive e trattenere Rolf. Dieci minuti, un quarto d'ora prima che Clive arrivasse, il cane lo aspettava."In un caso molto interessante, uno springer spaniel che abitava nell'Oxfordshire reagiva in modo diverso a seconda delle intenzioni del visitatore. Lo racconta Christopher Day, veterinario; il cane apparteneva a sua suocera:La cagna capiva se ero in visita di cortesia o in veste di medico. Mi faceva delle gran feste, guaendo di felicità, se entravo da amico, ma se ero lì come

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veterinario la trovavo nascosta dietro la caldaia. Nessun indizio visibile poteva metterla in sospetto, tanto più che prendeva la decisione di nascondersi prima che io entrassi in casa. Ci azzeccava ogni volta. Andavo lì abbastanza spesso; facevo un salto un po' per un motivo un po' per l'altro, e ben di rado in veste di veterinario. Non andavo a visitarla solo quando era malata; poteva trattarsi anche di un controllo. Ma lei intuiva quando ero in servizio e quando non lo ero.Dunque l'intuizione si fonda su legami affettivi, di solito di segno positivo ma non sempre, e si manifesta in modo diverso a seconda dell'intenzione di chi si avvicina. Ma in linea generale dipende da un legame affettuoso con il padrone e i familiari o con amici intimi.Il cane, si sa, instaura legami profondi con gli esseri umani. James Serpell, pioniere dello studio dei rapporti uomocane presso l'università di Cambridge, si esprime così: "II cane medio si comporta come se fosse letteralmente "legato" al padrone con una corda invisibile. Se può lo segue dappertutto, si siede, si sdraia accanto a lui e si

44 I poteri straordinari degli animalimostra dispiaciuto quando il padrone esce senza di lui o inaspettatamente lo mette fuori dalla stanza".5Io ritengo che le testimonianze prese in esame in questo e nei seguenti capitoli stiano a indicare che quella corda invisibile è elastica: può tendersi e contrarsi (fig. 1.5B). Collega cane e padrone quando sono vicini e li tiene in contatto quando sono lontani centinaia di chilometri. Per suo tramite si propaga la comunicazione telepatica.Telepatia o precognizione?Dinanzi all'esperienza di essere attesi in anticipo dal proprio cane, molti padroni pensano alla telepatia, al "sesto senso", alla percezione extrasensoriale.Propriamente per telepatia si intende la percezione di pensieri, sentimenti, emozioni, intenzioni di una persona lontana. Sesto senso e percezione extrasensoriale sono concetti più generali, includono la telepatia e una serie di altri fenomeni che non hanno spiegazione, tra cui la capacità di prevedere un pericolo o quella di ritrovare la via di casa, alcuni dei quali rientrano nella precognizione, vale a dire la capacità di conoscere il futuro in anticipo.È possibile che un cane sappia quando il padrone rincasa non perché capti i pensieri o le intenzioni del padrone, bensì perché è dotato di precognizione?È possibile che in alcuni casi sia così. Ma, se un cane reagisce nel momento preciso in cui il padrone si accinge al viaggio o ne formula l'idea, prima ancora di partire, la telepatia mi sembra una spiegazione più plausibile. La telepatia è anche più adatta a spiegare quelle reazioni che si manifestano nell'istante in cui il padrone giunge a un punto nodale del viaggio: lo sbarco dall'aereo o dalla nave, l'arrivo del treno o dell'autobus.Per distinguere la telepatia dalla precognizione pensiamo a un padrone che cambia idea: sta andando a casa, ma per qualche ragione si ferma. Se la risposta del cane è di tipo precognitivo e si fonda sulla previsione dell'arrivo, non dovrebbe esserci attesa. Se invece la risposta è di tipo telepatico e coglie l'intenzione, dovrebbe comunque esserci attesa. Come vanno dunque effettivamente le cose?Che cosa succede quando il padrone cambia idea?Uno dei primi casi di risposta a un padrone che cambia idea mi è stato riportato da Radboud Spruit dell'università di Utrecht, nei Paesi

45CaniH.issi. L'uomo viveva non lontano dai genitori, a sei minuti circa di macchina, e andava a trovarli parecchie volte alla settimana, a ore compre diverse. La madre a un certo punto si accorse che il cane aveva l'abitudine di mettersi al cancello del giardino più o meno dieci minuI i prima dell'arrivo del figlio, qualche minuto prima che egli iniziasseI1 tragitto. "Un giorno mia madre mi chiamò e mi chiese se il giorno

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precedente avevo avuto intenzione di andare a trovarli, perché il canemi aveva aspettato. Infatti ci avevo pensato, ma avevo cambiato ideaper strada. Accadeva alla stessa ora in cui il cane si era messo al cancello. Mia madre disse che dopo un quarto d'ora di inutile attesa il cane.indo in confusione. Corse in casa, poi corse di nuovo al cancello. Dopo una mezz'oretta si mise completamente tranquillo."A volte chi è in casa col cane riesce a capire dai suoi atteggiamenI i quando il padrone ha deciso di partire e quando ha cambiato idea. Michael Joyce un giorno tenne il cane della cognata mentre lei e sua moglie andarono a far spese a Colchester nell'Essex, a venti chilometri. Alle 16.45 si accorse che il cane si alzò, si avvicinò alla finestra e lì si sedette. "Qualche minuto dopo si rimise nella posizione di prima, disteso sul tappeto. Poi, mezz'ora più tardi (saranno state le 17.15), entrò di nuovo in stato d'ansia e di eccitazione e si rimise accanto alla finestra, in attesa o in previsione del loro arrivo. Quando le due donne tornarono io dissi loro: "Avevate pensato di lasciare Colchester intorno alle 16.45, avete cambiato idea e poi avete deciso di partire alle 17.15"." Le cose erano andate effettivamente così.Le testimonianze di questi e di altri ritorni mancati fanno propendere per la tesi telepatica piuttosto che precognitiva.Quanti cani prevedono il ritorno del padrone?A rispondere alla mia richiesta di informazioni sono stati in larga misura i padroni di cani che manifestano comportamenti particolarmente strani. Naturalmente, coloro i cui animali non hanno reazioni non mi scrivono. Di conseguenza la mia banca dati non contiene un campione significativo di cani da cui si possa trarre la frequenza con cui questi casi si verificano.In via informale, parlando con amici, colleghi o col pubblico delle mie conferenze e dei miei seminari, ho scoperto che una percentuale compresa tra uno e due terzi di coloro che hanno un cane dice di essersi accorto di comportamenti di questo genere. Chi mi legge potrà facilmente fare le proprie indagini per vedere se ottiene risultati analoghi.Queste indagini informali forniscono un'indicazione di massima,

46I poteri straordinari degli animalima si prestano a critiche di varia natura, la più importante delle quaJi è la seguente: le persone interrogate non costituiscono un campione statistico. Per avere risultati significativi è necessario intervistare un campione ottenuto con metodo casuale, usando appositi formuJari. I miei collaboratori e io abbiamo condotto quattro indagini formali, in quattro ambienti culturalmente e geograficamente molto diversi: la zona nord di Londra; Ramsbottom, una cittadina nei dintorni di Manchester (Inghilterra nordoccidentale); Santa Cruz, città balneare e universitaria della California; e i sobborghi di Los Angeles nella San Fernando Valley.Conducemmo un'inchiesta telefonica. La percentuale di famiglie "con cani a Santa Cruz e a Los Angeles era del 35 per cento, cifra che si avvicina alla media nazionale statunitense. A Ramsbottom eravamo sul 31 per cento, lievemente superiore alla media nazionale inglese. A Londra riscontrammo solamente un 16 per cento, in accordo con la tendenza a un abbassamento del numero dei cani nelle grandi città, in cui è più frequente che la gente viva in appartamento.La prima domanda che sottoponevamo ai nostri intervistati era la seguente: "Lei (o qualcun altro della sua famiglia) si è mai accorto che il suo animale si mette in stato di agitazione in previsione del ritorno a casa di un familiare?". A coloro che rispondevano "sì" veniva successivamente chiesto: "Quanto tempo prima dell'arrivo comincia ad agitarsi?". (A questo punto facevamo altre domande di cui parlerò ai capitoli VII e Vili. I lettori interessati ai dettagli di queste indagini potranno saperne di più nei saggi da noi pubblicati in riviste'scientifiche,6 disponibili anche presso il mio sito Internet.7)Nonostante le grandi differenze tra i luoghi scelti per le inchieste, e nonostante il fatto che le interviste fossero eseguite da persone diverse, le risposte si somigliano in modo straordinario (fig. 3.1). È risultato che circa

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la metà dei cani manifesta comportamenti di previsione; la media complessiva è stata del 51 per cento. La percentuale più alta è stata quella di Los Angeles (61 per cento) e la più bassa quella di Santa Cruz (45). Si tratta di cifre semmai inferiori al reale, perché chi vive da solo difficilmente viene a sapere se il suo animale . ha comportamenti di questo tipo.Nella maggior parte dei casi la reazione avveniva meno di dieci minuti prima del ritorno del padrone, mentre in una fascia che oscilla tra il 16 e il 25 per cento avveniva con più di dieci minuti di anticipo.8 Come ho dimostrato più sopra, è improbabile che tali reazioni siano da attribuire all'olfatto o all'udito anche se talvolta si potrebbe chiamare in causa l'abitudine.

47CaniNon sono ancora state effettuate indagini statistiche ufficiali in altri paesi, ma quelle da me condotte in modo informale in Belgio, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Manda, Norvegia, Portogallo e Svizzera hanno dato risultati simili a quelle inglesi e statunitensi.Come mai tanti cani non reagiscono?Dalla mia ricerca risulta dunque che soltanto una metà dei cani prevede l'arrivo dei padroni. Perché l'altra metà no? Io intuisco cinque risposte possibili:1. Se una persona vive sola nessuno si accorge dei comportamentidel cane; di conseguenza passano inosservati.2. È possibile che il cane abbia avuto reazioni in passato, ma i padroni non se ne siano accorti o non abbiano incoraggiato l'animale.Il semplice fatto di ricevere attenzione funge da incitamento, ma inmolte famiglie il cane non viene spinto a esprimersi. Se un numeromaggiore di padroni ci facesse caso, forse ci sarebbero più cani chedimostrano di avere questa abilità.3. Il legame tra cane e padrone potrebbe non essere sufficientemente tenace da suscitare questo comportamento. Può darsi che ilcane non sia abbastanza interessato al suo ritorno.4. È possibile che alcuni cani siano meno sensibili di altri. Vi è unagradazione molto ampia nella sensibilità canina per tutti gli altriaspetti (vista, udito, olfatto), anche tra animali in rapporti di strettissima parentela. Perché dunque non dovrebbero esservi differenzenel campo che stiamo indagando?5. È possibile che alcune razze siano relativamente meno sensibili.Queste possibilità sono compatibili tra di loro, e potrebbero verificarsi tutte insieme.Al momento sappiamo troppo poco per poter prendere in esame le prime quattro possibilità. Ma la quinta possiamo esaminarla subito. Abbiamo le informazioni che ci servono. La nostra banca dati e i risultati delle indagini statistiche ce le forniscono.Alcune razze sono più sensibili di altre?I comportamenti di previsione osservati riguardano cani appartenenti a 44 razze canine, oltre a molti incroci e a bastardi di ascendenza ignota.

48 I poteri straordinari degli animaliLe razze canine vengono generalmente" divise in numerose categorie, e i vari esperti usano sistemi di classificazione diversi, tutti più o meno arbitrari. Io seguo il metodo del British Kennel Club, che elenca le categorie che riporto più sotto. I primi tre gruppi sono tradizionalmente utilizzati per la caccia, e vengono spesso chiamati sporting breeds, razze sportive:Cani da riporto. In questo gruppo rientrano i labrador, i retriever, gli spaniel e i setter.Segugi. Si suddividono ulteriormente in segugi a vista (levrieri e lurcher, un incrocio tra il levriero e il collie) e segugi a fiuto, come il bloodhound e il foxhound.Terrier.

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Cani da lavoro. Questo gruppo si compone in massima parte di cani originariamente utilizzati per il lavoro con il bestiame; vi appartengono il collie, il pastore tedesco e gli altri pastori, nonché le razze da slitta tipo husky.Cani di utilità. Gruppo assai composito, comprendente il barbone, il dalmata e il bulldog.Cani da compagnia. Si tratta per lo più di cani piccoli che sono stati selezionati per la vita in casa e per compagnia. Comprende, tra gli altri, i pechinesi, i cavalier king Charles spaniel e i chihuahua.Dei 415 resoconti di comportamenti di previsione presenti in banca dati nei quali era specificata la razza, la suddivisione secondo le categorie è come segue:74 49 46 135 52 22 37Cani da riportoSegugiTerrierCani da lavoroCani di utilitàCani da compagniaBastardiLe razze più ricorrenti sono i labrador (20), i pastori tedeschi (14), i collie (12) e i barboni (12). Questo non significa che siano cani particolarmente sensibili, bensì che sono fra le razze più diffuse. Per la stessa ragione vi è una preponderanza di cani da lavoro o da riporto.E così, sebbene non si possano trarre conclusioni precise sulle diverse capacità di previsione delle varie razze, è evidente che il comportamento di previsione è diffusissimo e non limitato a una sola categoria.

49CaniLe indagini complete condotte in Inghilterra e negli Stati Uniti danno un quadro più attendibile, perché si sono valse di un campione casuale. I risultati complessivi dei quattro studi sono mostrati nella tabella riportata più sotto. Oltre alle cifre di ciascuna categoria, abbiamo riportato anche quelle delle razze con più di dieci esemplari.Nessuna delle differenze fra.i gruppi è statisticamente significativa; potrebbe trattarsi di variazioni casuali dovute alle dimensioni relativamente piccole del campione. Non si possono dunque trarre particolari conclusioni, ma ho il sospetto che le percentuali relativamente alte dei gruppi da compagnia e di utilità potrebbero ripetersi in altri studi statistici. Molte delle razze appartenenti a questi gruppi sono state selezionate da generazioni perché siano di compagnia all'uomo. Può esservi una maggior sensibilità alle intenzioni del pad rone sia a causa della selezione sia perché questi cani hanno più facilmente accesso alla casa. Stanno forse tisicamente più vicini al padrone che i cani di taglia grande, che spesso vengono tenuti in canili all'aperto o banditi da alcune stanze della casa.

Numero di caniPercentuale dei cani

Numero totaleche prevedonoche prevedonoCategoriadi caniil ritorno dei padroniil ritorno dei padroni "Cani da riporto58

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3052 ;.labrador21838 Af.spaniel211257 ;]Segugi12650 >lTerrier412356 ::(Cani da lavoro552444 .';|pastori tedeschi16638 ';ìcollie13862 *fCani di utilità171165 :!Cani da compagnia 201365Bastardi823948Queste cifre confermano che la capacità di previsione si estende a più razze e non è caratteristica solo di alcune.Né risulta una significativa differenza fra i sessi, giacché i maschi prevalgono di poco sulle femmine. Dei 465 casi presenti in banca dati in cui si fa menzione del sesso dell'animale, un po' più della metà sono maschi. Le indagini a scelta casuale condotte in Inghilterra danno il 48 per cento dei maschi contro il 44 per cento dello femmine.

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Come tenere un diario del comportamento del canej I resoconti dei proprietari di cani a proposito del comportamento dei loro animali sono un punto di partenza preziosissimo per qualunque ulteriore indagine. Anzi, sono l'unico punto di partenza possibile, dal momento che, in assenza di studi scientifici in materia, sono le sole informazioni di cui disponiamo.

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Il passo successivo è tenere un diario scritto. Se ne possono trarre molti insegnamenti, bastano un blocco per gli appunti e una penna. Per un'indagine più dettagliata è necessario filmare il cane con una videocamera che riporti l'ora. Ne parlerò nel seguito del capitolo. " Ho raccolto più di venti diari sul comportamento del cane prima dell'arrivo del padrone e alcuni contengono varianti come il rientro a casa a ore insolite o viaggiando con mezzi inusuali.Queste annotazioni sono di estremo interesse e rivelano particolari che altrimenti sarebbero passati inosservati. Esse confermano che taluni cani sono in grado di prevedere l'arrivo dei padroni con una certa precisione, ma non necessariamente tutte le volte. Vorrei incoraggiare quei lettori i cui animali sembrano avere doti di questo tipo a tenere un diario, e ad annotarvi:1. La data e l'ora esatta in cui l'animale manifesta reazioni di previsione.2. L'ora in cui il padrone rincasa e quella in cui da inizio al viaggiodi ritorno.3. Il luogo in cui il padrone si trovava e il tempo in cui è stato assente.4. Il mezzo con cui è rincasato.5. Se l'ora in cui è tornato è abituale o insolita.fr ,6. Qualsiasi altro commento o osservazione.È meglio tenere gli appunti in un quadernetto apposito. È importante segnare tanto i successi quanto gli insuccessi, le volte in cui il cane non si mette in attesa e i falsi allarmi.In tutti i diari che ho ricevuto, tranne uno, i cani reagivano regolarmente con un anticipo di dieci minuti o più sul ritorno del proprietario; alcuni si mettevano in agitazione addirittura ore prima, quando il padrone stava per iniziare un lungo viaggio di ritorno. Sono comportamenti che non possono dipendere da olfatto o udito. La ' maggior parte non può nemmeno venire ascritta all'abitudine. Vi è un solo caso in cui il cane prevedeva l'arrivo del padrone soltanto :

CaniItv o quattro minuti prima; è quindi possibile che avesse sentito arrivare la macchina.In parecchi casi apparentemente i cani avevano dato falsi allarmi, ma più tardi si venne a scoprire che la persona si era messa in strada, ma aveva cambiato idea o si era fermata.Talvolta i cani non hanno mostrato di prevedere il ritorno del padrone perché erano concentrati su altro, ammalati o spaventati. Qualche volta non vi era ragione apparente per la mancata reazione. Ma nella grande maggioranza dei casi i cani hanno previsto l'arrivo dei loro umani con dieci minuti o più di anticipo.Le annotazioni più precise sono state raccolte a proposito di un incrocio di terrier maschio di nome Jaytee, che vive nella zona nordoccidentale dell'Inghilterra con la sua padrona Pamela Smart (fig. 2.2).Le intuizioni di JayteeFigura 2.2. Pam Smart con Jaytee (foto: Gary Taylor).Da tanti anni i familiari di Pamela Smart si erano accorti che Jaytee prevedeva l'arrivo di Pamela con un anticipo di mezz'ora o più. Capiva quando lei sarebbe rincasata anche quando in famiglia non lo sapeva nessuno o tornava a orari insoliti.

52 I poteri straordinari degli animali'/ Pam aveva adottato Jaytee nel 1989, quand'era ancora un cucciolo; l'aveva trovato al rifugio per cani di Manchester e presto strinse con lui un legame profondo. La ragazza vive a Ramsbottom, nei sobborghi della città, in un appartamento a pian terreno, accanto a quello dei genitori, William e Muriel Smart, pensionati. Quando esce, di solito Pam lascia Jaytee con loro.Nel 1991, quando lavorava a Manchester come segretaria, i suoi genitori si accorsero che il cagnetto, praticamente tutti i giorni feriali, intorno alle 16.30, si recava alla portafinestra, all'incirca nel momento in cui Pam si

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accingeva a rincasare. Il viaggio durava tre quarti d'ora un'ora, e Jaytee aveva l'abitudine di appostarsi lì quasi tutto il tempo fino al ritorno di lei. Dal momento che Pam aveva un orario d'ufficio regolare, la famiglia dava per scontato che il cane agisse così grazie a una sorta di senso del tempo.Nel 1993, in seguito a tagli dell'organico, Pam fu licenziata e si trovò disoccupata. Senza obblighi di orario, era spesso fuori casa. I genitori non sempre sapevano quando sarebbe rientrata, ma Jaytee continuava a prevedere il suo ritorno. Si metteva in attesa nel momento in cui Pam si preparava a rincasare.Nell'aprile del 1994, Pam lesse sul "Sunday Telegraph" un articolo a proposito delle mie ricerche9 e si prestò a partecipare come volontaria. Per la prima fase dell'esperimento lei e i suoi genitori ten t nero un diario. Tra il maggio del 1994 e il febbraio del 1995 in 100 casi Pam uscì lasciando Jaytee con i genitori, i quali annotarono tutte , le reazioni del cane. Anche Pam tenne un diario dei suoi spostamenti, della lunghezza dei tragitti compiuti, dei mezzi di trasporto utilizzati e dell'ora in cui era ripartita verso casa. In 85 casi su 100 il ca : ne reagì andando alla portafinestra ad aspettare, di solito con dieci minuti o più di anticipo sul ritorno della padrona.L'analisi statistica di questi dati ha rivelato che le reazioni dell'animale erano in relazione significativa10 con gli orari di partenza di Pam, come se sapesse che lei aveva iniziato il viaggio di ritorno.11 La distanza non influiva sul suo comportamento.12Nei restanti 15 casi Jaytee non aveva reagito in alcun modo. C'era stato qualcosa di diverso? Alcune volte la signora Smart non c'era o dormiva. Il cane era molto affezionato a lei e aveva un po' paura del signor Smart. Quando rimaneva solo con lui, si nascondeva in camera da letto sottraendosi all'osservazione. Altre volte c'erano forti distrazioni esterne, come una cagna in calore nell'appartamento di un vicino, o Jaytee era ammalato. Ma per tre volte non c'erano state di

53Canistrazioni o ragioni osservabili. Dunque, Jaytee non rispondeva sempre ai ritorni di Pam e poteva venire distolto.Le reazioni del terrier iniziavano quando Pam era lontana più di sei chilometri e in certi casi più di sessanta, dunque è escluso che riuscisse a sentire il rumore della macchina a quella distanza, specialmente se il vento non era a favore, anche perché coperto dal rumore di fondo del traffico pesante della periferia dì Manchester e dell'autostrada M66 che è molto vicina a Ramsbottom. Inoltre, i signori Smart avevano già avuto modo di osservare che il cagnolino riusciva a indovinare il ritorno di Pam anche quando arrivava con mezzi di trasporto a lui sconosciuti.Ciò nonostante, per controllare che le previsioni di Jaytee non dipendessero dal rumore dell'auto della padrona o di altre macchine che conosceva, abbiamo voluto provare a vedere che cosa sarebbe successo con veicoli insoliti: la bicicletta, il treno e il taxi. La risposta vi fu ugualmente.13Di norma Pam non avvertiva i genitori del ritorno né aveva l'abitudine di telefonare per informarli. Spesso non sapeva neanche lei quando sarebbe tornata dopo una serata con amici o parenti o dopo avere fatto commissioni. È facile che in alcuni casi i genitori potessero indovinare quando sarebbe tornata e comunicare a Jaytee, consciamente o inconsciamente, le loro aspettative. Alcune reazioni del cane potrebbero dunque ascriversi alle previsioni dei genitori e non a misteriosi influssi provenienti da Pam.Per escludere queste possibilità abbiamo fatto alcuni esperimenti. Pam rincasava a orari scelti a caso e decisi dopo che era già uscita. I suoi familiari non li conoscevano. Jaytee, benché nessun altro a casa sapesse nulla, si metteva ad aspettare nel momento in cui lei si accingeva a partire o per meglio dire con un minuto o due di anticipo, cioè mentre la sua padrona cominciava a dirigersi verso la macchina.14 Di conseguenza le reazioni non potevano dipendere dalle supposizioni dei genitori.

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Era arrivato il momento di filmare il cane con una videocamera, per avere una documentazione più precisa e obiettiva. Il tema interessava la redazione scientifica della televisione austriaca di stato (ORF) che mandò una sua équipe e Pam e i suoi genitori si prestaronogentilmente.Insieme con il dottor Heinz Leger e Barbara von Melle dell'ORF progettai un impianto con due videocamere, una che filmava continuamente Jaytee in casa dei signori Smart e l'altra che seguiva Pam nei suoi spostamenti.

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I poteri straordinari degli animali

Cani

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L'esperimento si svolse regolarmente nel novembre del 1994. Né Pam né i genitori conoscevano gli orari in cui le avremmo chiesto di rientrare, che erano decisi a caso.AU'incirca 3 ore e 50 minuti dopo che era uscita, le fu detto di ritornare a casa. Pam si diresse verso un posteggio di taxi che raggiunse in 5 minuti; il viaggio in taxi durò altri 10 minuti. Come sempre, Jaytee la accolse con entusiasmo.Grazie ai filmati, il comportamento di Jaytee potè essere osservato con una precisione impossibile fino a quel momento. Durante l'assenza di Pam, il cane trascorse praticamente tutto il tempo sdraiato tranquillamente ai piedi della signora Smart. Nel programma televisivo montato in seguito dall'ORF, è possibile vedere contemporaneamente i due filmati perfettamente sincronizzati sullo schermo diviso; da una parte Pam, dall'altra Jaytee. Prima il cane giace come al solito ai piedi della signora Smart. Poi Pam riceve l'invito a ritornare a casa e quasi immediatamente Jaytee drizza le orecchie; sta all'erta. Undici secondi dopo, mentre Pam attraversa un prato per raggiungere il posteggio dei taxi, Jaytee si alza e si apposta alla finestra seduto in attesa. Rimane alla finestra per tutto il tempo fino all'arrivo di Pam.15I cinque sensi non possono, io credo, essere responsabili della capacità di Jaytee di prevedere in quale istante Pam si sarebbe disposta a partire. Né poteva trattarsi di abitudine, dal momento che l'orario era stato scelto a caso in una fascia non abituale.L'esperimento ha chiarito l'importanza delle intenzioni di Pam. Jaytee si è messo in attesa appena la padrona ha saputo di dover tornare e prima che entrasse nel taxi per cominciare il tragitto. Pare proprio che Jaytee rispondesse telepaticamente.Esperimenti di videoregistrazione con JayteeNell'aprile del 1995 la fondazione Lifebridge di New York mi diede una sovvenzione per i miei studi sui poteri inspiegati degli animali. A quel punto, grazie alla pubblicazione del mio libro Sette esperimenti per cambiare il mondo16 e ai miei appelli ai proprietari di ammali a mandarmi informazioni, ricevevo ormai centinaia di lettere. Le leggevo e rispondevo a tutte personalmente, ma non ero in grado di occuparmi della banca dati. Avevo bisogno di un'assistente con esperienza di computer e di segreteria, interessata agli animali e capace di condurre esperimenti per conto proprio. Pam Smart era perfetta. Così, dopo un anno di lavoro volontario di ricerca sul proprio ca

ne, Pam divenne la mia assistente a tempo pieno. Gli studi su Jaytee continuarono, ma adesso si svolgevano mediante videoregistrazione costante del comportamento del terrier per tutto il periodo in cui Pam era assente.Si adottò una procedura semplice e automatica. La videocamera era sistemata su un treppiede e registrava su una videocassetta di lunga durata con l'orario inserito. La videocamera era puntata sul luogo dove di solito aspetta Jaytee,

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accanto alla portafinestra dell'appartamento dei genitori di Pam. Questi esperimenti sono stati possibili soltanto perché i signori Smart hanno gentilmente accettato che il loro salotto fosse filmato continuamente, per ore di seguito, anche più volte la settimana. Loro e quei membri della famiglia allargata che andavano spesso in visita semplicemente vi si abituarono e continuarono a vivere come sempre.Riprendemmo Jaytee anche nell'appartamento di Pam mentre era da solo e in casa della sorella di Pam, Cathie. Del montaggio si occupò una terza persona, incaricata esclusivamente di tagliare i lunghi pezzi in cui Jaytee non è in campo. Nella registrazione finale ogni volta che il cane appare alla finestra, sappiamo in che ora e per quanto tempo. Abbiamo preso nota anche delle varie attività. Per esempio, certe volte si avvicina alla finestra per abbaiare a un gatto di passaggio o per guardare che cosa sta succedendo fuori. Altre volte dorme al sole. Altre ancora da l'impressione di stare aspettando. Per ora abbiamo preparato e analizzato 120 documentari di Jaytee in cui si vede tutto quello che fa in assenza di Pam.Tra il maggio 1995 e il luglio 1996 abbiamo preparato una serie di 30 video di Jaytee presso l'appartamento dei genitori di Pam in assenza di lei. I signori Smart non sapevano quando sarebbe tornata e solitamente non lo sapeva nemmeno lei. Lo scopo era di osservare il comportamento di Jaytee in condizioni più o meno "naturali". Sette di questi video sono stati girati a ore diverse del mattino e del pomeriggio. Ventitré furono filmati la sera, con Pam che rincasa fra le 19.30 e le 23.Il risultato globale è mostrato nella figura 2.3. Il modello complessivo è chiaro. In media Jaytee ha aspettato alla finestra molto di più nei periodi in cui Pam era sulla via del ritorno e la sua attesa cominciava mentre lei si preparava a partire. Stava alla finestra molto meno durante il periodo principale della sua assenza. Queste differenze sono assai significative da un punto di vista statistico,17 e provano che Jaytee reagiva alle intenzioni di Pam. (Un'analisi più approfondita dei risultati si può leggere nell'appendice B.)

periodo principalepreritornoritorno7060

tempo50

40"' 1 Wi * _

:enti30. !lperi2010ritornoperiodo principale preritorno rcentuali diFigura 2.3. Reazioni di Jaytee ai ritorni di Pam. I rettangoli indicano le peitempo trascorso da Javtee alla finpctra noi "-;-i per ciascun valore è indicato gg e prop

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dalla verticale in cima.) A: Medie per i 30 esperimenti in cui Pam è tornata a casa in orari da lei decisi. B: Medie per i 12 esperimenti in cui Pam è tornata a casa in orari scelti con criteri aleatori, in risposta a una chiamata del suo cercapersone.

57CaniII modello delle reazioni di Jaytee può venire esaminato in dettaglio nella figura 2.4. (Abbiamo escluso pochissimi esperimenti disturbati da fattori esterni, comunque concordi con il modello generale, come si può vedere dalla figura B.1B nell'appendice B). Indipendentemente dalla durata dell'assenza di Pam, Jaytee ha aspettato accanto alla finestra per molto più tempo mentre lei era sulla via di casa che in qualsiasi altro periodo. Di solito iniziava ad attenderla pochi istanti prima che ella cominciasse il tragitto di ritorno, nel momento in cui Pam formulava dentro di sé l'intenzione di rincasare e si preparava a farlo.Avevamo scoperto fin dall'inizio che Jaytee prevedeva i ritorni di Pam anche quando lei rincasava a ore casuali e ci era sembrata una scoperta talmente importante che abbiamo filmato altre dodici occasioni nelle quali Pam rientrava a ore inaspettate. Io tiravo i dadi, e quando veniva il momento la chiamavo con il cercapersone.18 Lei si preparava a partire il più presto possibile. Come sempre, la zona presso la finestra veniva filmata per tutta la durata della sua assenza.I risultati, riassunti nella figura 2.3B, seguono lo stesso modello dei normali rientri di Pam (fig. 2.3A), e confermano che le reazioni di Jaytee non erano dettate da abitudine o da indizi captati dai signori Smart. Jaytee stava alla finestra assai di più durante i tragitti di ritorno che durante il periodo principale dell'assenza (55 per cento contro 5 per cento). Si tratta di un risultato assai significativo statisticamente.|l)In seguito al riuscitissimo esperimento fatto con I'ORF, si parlò molto di questi fenomeni in televisione e sui giornali. I giornalisti andarono a caccia di uno scettico che commentasse le nostre scoperte e la scelta cadde per lo più sul dottor Richard Wiseman, che appare regolarmente in televisione in Inghilterra in veste di ridimensionatore di fenomeni parapsicologici.20 È uno psicologo, insegna all'università dello Hertfordshire ed è consulente della rivista "Skeptical Inquirer", l'organo del Committee for thè Scientific Investigation of Claims of thè Paranormal, il Comitato per la ricerca scientifica sulle affermazioni sul paranormale.Diversamente da altri scettici da salotto, Richard Wiseman ha la grande virtù di sperimentare di persona anzifehé limitarsi a criticare gli altri. E così, quando criticò le mie ricerche su Jaytee, lo invitai a provare egli stesso, e Pam e la sua famiglia gli offrirono gentilmente il loro aiuto.Nelle sue prove, Richard Wiseman in persona riprese Jaytee, mentre il suo assistente Matthew Smith usciva con Pam e la riprendeva. Si spostarono con l'auto di Smith o in taxi e si recarono presso alcuni pub o altri luoghi distanti fra gli otto e i diciotto chilometri.

12 giugnoLunghe4 0OO4 dicembre

Figura 2.4. Periodi trascorsi da Jaytee alla finestra durante le assenze lunghe, medie e brevi di Pam. L'asse delle ascisse indica l'assenza suddivisa in periodi di 10 minuti (pi, p2 ecc). Il punto nero finale rappresenta i primi 10 minuti del viaggio di ritorno di Pam (rit). L'asse delle ordinate mostra la media dei secondi che Jaytee ha passato davanti alla finestra per ciascun periodo di 10 minuti. I grafici rappresentano la media di 11 assenze lunghe, 7 medie e 6 brevi.

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400 "] 350 300 250 1 200 15°1 100 H50050600 500 i 400 300 " 200 100 " 0 " 100

periodo

4 6 periodo

121 0 10

Figura 2.5. Risultati dei tre esperimenti condotti nel 1995 da Richard Wiseman e Mattew Smith con Jaytee presso l'appartamento dei genitori di Pam. Il grafico mostra la quantità di tempo, indicata per periodi successivi di 10 minuti, durante il quale il cane si è fermato alla finestra. Come nella figura 2.4, il punto nero finale rappresenta i primi 10 minuti del viaggio di ritorno di Pam (grafici desunti da Wiseman, Smith e Milton, Can animals detect..., 1998).

60 I poteri straordinari degli animalii.Smith sceglieva un numero a caso per decidere quando sarebbero ritornati o telefonava a una terza persona che aveva scelto un numero a caso per lui. L'assistente sapeva il numero già prima di partire, ma non lo comunicava a Pam fino all'ultimo momento.Le videocassette delle reazioni di Jaytee sono state analizzate "alla cieca" da qualcuno che non sapeva in che orari Pam fosse rincasata. Le abbiamo studiate anche Pam e io. Tutti concordiamo sugli orari in cui il cane si è recato alla finestra e su quanto vi è rimasto.21 I risultati si possono vedere nella figura 2.5. Il modello di comportamento è assai simile a quello verificato negli esperimenti condotti da me, e conferma che Jaytee prevedeva il ritorno di Pam anche quando lei arrivava in orari inaspettati e con veicoli a lui sconosciuti.22Nessun altro animale è stato studiato così in dettaglio, ma altri cani sono già stati filmati. I risultati confermano quelli raggiunti con Jaytee. I cani sembrano davvero sapere quando il loro umano sta tornando a casa, anche quando l'ora è insolita e il veicolo è loro sconosciuto.

61III GattiMolti gatti conducono una doppia vita: fuori di casa sono cacciatori solitari, in casa sono compagni più o meno affettuosi. Verso i propri custodi umani si comportano un po' come fanno i gattini con la madre che li nutre e li protegge.È cosa nota che in generale un gatto è più indipendente e meno socievole di un cane. Nessun gatto sente il bisogno di stare continuamente accanto al padrone. Mentre pe la maggior parte dei cani il centro dell'esistenza è l'essere umano, per il gatto tutto ruota intorno alla casa.Il gatto vive in comunione con l'uomo da almeno cinquemila anni. Con tutta probabilità fu addomesticato per la prima volta nell'Africa del nord, e il suo antenato selvatico fu il Felis silvestris della sottospecie libyca. Gli antichi egizi lo veneravano e lo tenevano in casa. Era l'incarnazione della deagatta Bastet, parente della terribile dealeonessa Sekhmet, che uccideva e divorava in guerra.In una delle famose Storie proprio così di Rudyard Kipling, II gatto che se ne andava solo, l'autore ritrae con grande acume le caratteristiche della specie, fra cui l'inclinazione a vivere da cacciatore solitario. Più vero per i maschi,

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meno per le femmine. Alcune recenti ricerche svolte su gatti randagi e di fattoria hanno dimostrato che le gatte sono sorprendentemente socievoli.1 Tendono a formare piccole comunità in cui convivono madri e figlie di cucciolate precedenti e talora cucciolate di madri diverse allevate nella stessa tana ricevono cure materne senza distinzioni di parentela. I maschi intanto vivono in solitudine, spaziando per territori più estesi.2L'intensità del vincolo gattopadrone può variare di molto e forse è proprio per questo che l'adozione di gatti è in aumento nei paesi industrializzati. In genere si tratta di rapporti piuttosto simmetrici.

62 I poteri straordinari degli animaliPiù il padrone cerca di venire incontro ai suoi desideri, più il gatto gli si dimostra premuroso. E, dal momento che l'indipendenza è un'esigenza imprescindibile per quasi tutti gli individui di questa specie, "l'accettazione dell'indipendenza dei gatti è uno dei segreti per stabilire con loro un rapporto armonioso".3 Se invece il padrone non ha tempo o non è interessato a creare un legame più intimo, il gatto è pronto ad accettare un'amicizia meno impegnativa.Capacità di prevedere il ritorno del padroneMolti gatti sono capaci di prevedere il ritorno del padrone. In risposta al mio appello ho ricevuto 359 testimonianze in questo senso. E, nel mio campione casuale, sulle quasi 1200 famiglie intervistate in Inghilterra e America, 91 avevano gatti che sembravano intuire quando il padrone sarebbe rientrato. In altre parole, l'8 per cento circa.Più o meno i tre quarti delle storie di cui sono venuto a conoscenza riguardano ritorni dal lavoro, dalla spesa, da scuola o da altre brevi assenze. Ecco alcune osservazioni frequenti:"Quando torno è quasi sempre alla finestra.""Appare dal nulla.""A qualunque ora torniamo sembra che i nostri due gatti stiano lì ad aspettarci.""È sempre lì, dietro la porta, in attesa.""È quasi sempre lì, e mi domando come faccia a sapere quando arrivo."Chi vive solo non può sapere da quanto tempo il gatto è lì ad aspettarlo o se addirittura è stato lì tutto il giorno. Se il gatto è libero di uscire, esce dal raggio di osservazione e chi è in casa può non accorgersi che il gatto aspetta fuori.Nel 70 per cento dei casi da me esaminati, l'animale aspetta esclusivamente una persona; nel 20 per cento ne aspetta due, e nel 10 tre o più. Come i cani e gli altri animali, anche il gatto aspetta gli umani cui è più legato, di solito familiari o amici intimi. Ecco la storia di un gatto di Washington, il quale reagiva al ritorno di due persone:II mio ragazzo per Natale mi ha regalato un gattino di nome Sami. Quasi tutte le sere, dopo il lavoro, lui veniva a trovarmi nel mio appartamento. Io sapevo sempre in anticipo del suo arrivo, perché Sami si metteva alla porta circa dieci minuti prima. Non poteva averlo capito da me, perché io non sapevo mai l'ora in cui il mio fidanzato sarebbe arrivato. Era un agente immobiliare e aveva abitudini irregolari. Dubito che Sami potesse riconoscere la macchina, dal momento che vivo nel centro di una città molto rumorosa, in

63Gattiun palazzo a molti piani. Quando la mia mamma è qui in visita, mi dice che Sami fa lo stesso con me, e io arrivo in metropolitana. (Jeanne Randolph)Nella maggior parte dei casi, il gatto si mette in attesa meno di dieci minuti prima del rientro del padrone. Ma in tutti il comportamento non è spiegabile con orarj fissi o con la percezione di suoni conosciuti. Un esempio: il figlio adolescente del dottar Carlos Sarasola viveva con lui in un appartamento di Buenos Aires e rientrava spesso tardi la sera, dopo che il padre era già andato a letto accompagnato dal gatto Lennon. Il dottor Sarasola cominciò ad accorgersi che Lennon saltava improvvisamente giù dal letto e andava ad aspettare accanto alla porta d'ingresso circa 10 o 15 minuti prima dell'arrivo del figlio che

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rincasava in taxi. Incuriosito, il dottor Sarasola si mise ad annotare gli orari nei quali il gatto aveva queste reazioni, per vedere se era avvertito dallo sbattere della portiera del taxi. Non si trattava di questo, perché il gatto si metteva in movimento ben prima dell'arrivo della macchina. "Una sera sono stato attento a tutti i taxi che si fermavano davanti al portone di casa mia. Ne arrivarono tre e Lennon rimase quieto a letto insieme con me. Un po' più tardi saltò giù e si diresse alla porta. Cinque minuti dopo udii il taxi a bordo del quale c'era mio figlio."Alcuni gatti ci tengono ad andare incontro ai padroni che ritornano dal lavoro o da scuola e certi li attendono addirittura alla fermata dell'autobus o alla stazione ferroviaria.Come nelle famiglie con cani, anche in quelle con gatti queste reazioni spesso fungono da segnale per preparare pasti o tazze di té. "11 gatto di mio padre andava al cancello davanti a casa e si sedeva su un pilastro di pietra ad aspettarlo dieci minuti prima del suo ritorno. Mio padre era giornalista e i suoi orari erano assai irregolari. Mia madre diceva di poter mettere le patate sul fuoco nell'istante in cui il gatto alzava il capo come in ascolto per poi trotterellare via. A metterlo all'erta non era il rumore della macchina in lontananza, perché continuò anche quando mio padre non aveva più l'auto e tornava a piedi o in autobus." (Joyce CollinSmith)In certi casi l'avvertimento del gatto può servire a nascondere festini illeciti. È il caso di Bryan Roche:Quando ero ancora studente di psicologia all'università, decisi di prendermi una vacanza di lavoro sull'isola di Nantucket, negli Stati Uniti. Lavoravo e dormivo in una pensione dove abitava una persiana di nome Minu. La sua padrona e mia datrice di lavoro continuava a dire che aveva con la gattinà un rapporto telepatico, infatti quando lei tornava a casa in macchina la gatta cominciava a "ringhiare" addirittura 20 minuti prima. Infiorava la

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Gatti

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storia con mille aneddoti buffi sui talenti di Minu e io avevo preso l'abitudine di scherzarci sopra insieme con i pensionanti. Una sera, però, senza dir nulla, in assenza della mia datrice di lavoro, tenni una festicciola in casa sua. Mentre eravamo nel pieno del divertimento, notai che Minu si comportava in modo strano. Arcuava il dorso come fanno spesso i gatti e nello stesso tempo ringhiava forte come un cane. Temendo di essere sorpreso in flagrante dalla mia padrona nel bel mezzo della festa, decisi di dar retta all'intuito di Minu e di sbaraccare in fretta. I miei ospiti trovarono la mia superstizione ancora più divertente dell'imitazione di un cane fatta da un gatto. E, guarda un po', la padrona arrivò a casa sei o sette minuti più tardi. Il gatto telepatico mi aveva salvato il posto di lavoro.Ma io non ero ancora convinto che c'entrasse la telepatia e mi misi a studiare Minu con attenzione. E dovetti constatare che riusciva a "sentire" il ritorno della padrona anche quando lei rientrava con un'altra macchina o a ore insolite. Non si sbagliò nemmeno quando la signora tornò sull'isola dal continente col battello! Mi convinsi a tal punto dell'affidabilità delle predizioni della gatta che diedi molti altri festini ai quali la invitavo di tutto cuore. E ogni volta l'animale si rivelò un infallibile "allarme antipadrona".Molti gatti prevedono sempre il ritorno dei padroni, altri solo qualche volta, soprattutto quando al rientro il padrone da loro da mangiare. E alcuni hanno notato che le femmine sono più sensibili quando sono incinte, ma del tutto indifferenti quando devono occuparsi della prole.

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Fra i 274 casi presenti nella mia banca dati in cui il sesso dell'animale viene riportato vi è una lieve preponderanza di maschi.4 Nell'inchiesta condotta in Inghilterra su un campione casuale, è risultato che un numero lievemente superiore di femmine reagisce al ritorno dei padroni: il 26 per cento contro il 24. Non sono differenze statisticamente significative, perciò possiamo concludere che, in media, maschi e femmine sotto questo aspetto si comportano in modo simile.Tenere un diarioI gatti che sono liberi di stare all'aperto si comportano diversamente a seconda del tempo. Se è bello, si mettono ad aspettare fuori, vicino alla porta o al cancello, in luogo assolato; se piove stanno a guardare fuori dal davanzale; e, se la giornata è fredda, si appostano in un angolino tiepido.Questa variabilità ha finora reso vani i tentativi di filmare le loro reazioni, perché può accadere che la videocamera sia direzionata su un punto, mentre il gatto sta ad attendere altrove, fuori campo. I cani invece tendono a mettersi sempre nello stesso posto, di solito ap

poggiati alla porta o al cancello, e si possono riprendere più facilmente. La sperimentazione coi gatti in questo campo richiederebbe un equipaggiamento più sofisticato di quelli usati finora, oppure dovrebbe limitarsi a quegli animali che attendono sempre nello stesso posto.Il comportamento dei gatti liberi di spostarsi dentro e fuori di casa è più naturale e più vario e i membri della famiglia possono analizzarlo in modo diretto e semplice annotando i suoi movimenti su un diario.Finora il più esauriente è stato tenuto da Judith PrestonJones e da suo marito che vivono a Tonbridge, nel Kent. Le loro due siamesi, Flora e Maia, prevedevano il ritorno della signora dopo assenze brevi (dalla spesa, dal nuoto) e l'aspettavano vicino al garage o sulla soglia di casa. In caso di assenze prolungate, o la sera, si appostavano una decina di minuti prima, non sempre nello stesso posto.Nel diario che i PrestonJones tennero per un periodo di due mesi ci sono 28 casi in cui Judith rientra a ore diverse, di pomeriggio o d i sera. In 15 occasioni marito e moglie uscirono insieme, perciò non c'era nessuno che potesse osservare le gatte prima dell'arrivo, ma 14 volte su 15 i coniugi le trovarono in attesa presso una delle solite postazioni. La volta che non erano in attesa c'era un clima particolarmente rigido e le gatte erano rimaste appollaiate sulla stufa. In 8 casi il signor PrestonJones osservò che le gatte mostravano segni di eccitazione e di attesa 1015 minuti prima dell'arrivo della moglie. Le postazioni variavano a seconda delle circostanze. Quando pioveva stavano in casa accanto alla porta oppure a guardare dalla finestra di cucina; e quando era bello aspettavano fuori, in giardino, sulla soglia di casa o vicino al garage. In 4 casi i gatti erano già in giardino con lui e non mostrarono particolari segni di agitazione, in uno i gatti erano spariti e furono ritrovati al piano di sopra: in casa c'era un tecnico che riparava la lavatrice.L'episodio più interessante accadde una sera in cui la signora PrestonJones venne a casa alle 21.40, dopo una riunione che si era svolta nella chiesa di un villaggio a circa cinque chilometri di distanza. 11 marito la accolse con un "Be', stavolta i gatti si sono sbagliati! Hanno cominciato ad agitarsi verso le nove. Io ti aspettavo mezz'ora fa". Era successo che la signora era uscita dalla chiesa e si era infilata in macchina; poi si era ricordata di dover parlare con un'amica; ritornò in chiesa e vi rimase fino alle 21.30. Le gatte si erano messe in attesa nel momento in cui la signora si era preparata a partire ed era entrata in auto per la prima volta.

Avversioni ,%Anche i gatti, come i cani, prevedono l'arrivo di persone che gli stanno antipatiche. Mosette Broderick, per esempio, divenne bersaglio dell'avversione di un gatto. La signora vive a Manhattan; il suo ex professore di università le aveva raccontato che quando portava la sua gatta, Kitty, dal veterinario lei gli portava rancore per giorni e giorni. Mosette volle aiutare il professore e si offrì di accompagnare lei la gatta per la visita. E Kitty cominciò a detestare lei.

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Col passare degli anni, Kitty affinò a tal punto l'avversione per me che il professore sapeva sempre quand'ero presente nell'isolato. Quando svoltavo giù da Lexington Avenue per la 62nd Street ed ero ancora a 60 metri di distanza, nonostante il chiasso della città che ci divideva, Kitty correva a nascondersi dietro le scale, un omaggio che riservava solo a me. È escluso che potesse percepire la mia presenza tramite l'udito, il fiuto o la vista. In una città affollata come New York non poteva certo udirmi in mezzo a tutto il rumore del traffico. Non poteva vedermi. E non poteva certo valersi del fiuto, in una metropoli barricata contro il freddo invernale con porte chiuse e riscaldamento acceso. E non poteva basarsi sugli orari perché arrivavo sempre in giorni e ore diversi.All'inizio Kitty si comportava così solo quando Mosette la portarva dal veterinario, poi cominciò a nascondersi anche in occasionadelle visite più innocenti. rlCani e gatti a confronto *I gatti che prevedono il ritorno dei padroni sono meno numerosi dei cani. Ho ricevuto 359 testimonianze di gatti contro 585 di cani. Naturalmente sono cifre indicative, ma un quadro simile emerge anche dalle inchieste condotte presso le famiglie scelte a caso in Inghilterra e negli Stati Uniti. Su un totale di quasi 1200 famiglie intervistate, 91 hanno osservato reazioni di previsione nei gatti, 177 nei cani. Il numero complessivo di gatti e di cani era più o meno lo stesso. In totale, il 30 per cento dei gatti contro il 55 per cento dei cani. Questa differenza è stata riscontrata in tutte e quattro le località in cui il sondaggio è stato eseguito: Londra e Ramsbottom in Inghilterra, Los Angeles e Santa Cruz in California (fig. 3.1).Le percentuali di gatti con comportamenti di previsione erano piùalte in California che in Inghilterra. Non so perché. Forse in California chi ha un gatto tende a legarvisi più intimamente. Ma anche inCalifornia i cani hanno superato di gran lunga i gatti. ;Dobbiamo dedurre che i gatti sono meno sensibili? Non necessaì

cani 9attiilllli!^:o:::::::::;:::':::imi111170 60 " 50 40 liiii1g. 30 i20 1 1 0 0liiiii:SÌ:i;:;:i:::::::::::iIliillini:::::"::::::;IlliilIIPÌli

Londra Ramsbottom Santa Cruz Los AngelesFigura 3.1. Percentuali dei padroni di gatti e cani che dichiarano che i loro ammali prevedono il loro ritorno. I sondaggi sono stati compiuti su un campione di famiglie scelte a caso a Londra, Ramsbottom, Santa Cruz e Los Angeles.riamente. Può darsi siano meno legati ai padroni o semplicemente siano più indifferenti ai loro spostamenti. In ogni caso sono molti i gatti che si interessano al ritorno dei padroni e sembrano presentirne l'arrivo.I modelli di comportamento dei cani sono diversi da quelli dei gatti. I cani che avvertono quando il padrone si mette in viaggio, come abbiamo visto, sono il 17 per cento contro l'I per cento dei gatti. Inoltre, i cani percepiscono, come s'è visto, anche il momento in cui i padroni raggiungono uno snodo del viaggio, come

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lo sbarco da un treno o da un aereo. Accade anche ai gatti, ma in una percentuale assai bassa, intorno al 2 per cento. Quasi tutti i felini dotati di facoltà di previsione sentono che i padroni sono di ritorno (dal lavoro o dalla spesa) quando questi sono già per strada. Come mai? Io vedo due possibili risposte:1.1 gatti sono effettivamente meno sensibili dei cani o, per qualche motivo, incapaci di captare il ritorno del padrone fino a quando questi non sia in prossimità della casa. E possibile che non siano in grado di cogliere quanto i cani le intenzioni del padrone a chilometridi distanza.2. Sono capaci di prevedere l'inizio del viaggio, ma non sono motivati a reagire tanto in anticipo. Se l'obiettivo è semplicemente quel

68 I poteri straordinari degli animali*lo di andare incontro alla persona che torna per accoglierla, non è necessario cominciare ad aspettare quando questa è ancora lontana. E, se una delle funzioni tradizionali del cane è quella di avvertire quando le persone si avvicinano, non ci si aspetta che i gatti facciano altrettanto.Entrambe le spiegazioni sembrano compatibili con i comportamenti rilevati nel caso di assenze relativamente brevi. Ma il modoimpressionante in cui alcuni gatti reagiscono al ritorno dopo assenzeprolungate fa pensare che abbiano una sensibilità non inferiore aquella dei cani. ,.Ritorni da vacanze o da assenze prolungate ;*."Alcuni gatti mostrano di sapere con molte ore di anticipo che i loro padroni sono di ritorno dopo una lunga assenza. Se sono stati custoditi da amici o vicini, uno dei comportamenti più frequenti è quello di rientrare nella propria casa. Un esempio: "II nostro gatto intuisce quando la famiglia sta tornando a casa. Durante la nostra assenza abitava presso i vicini. Nel momento in cui ci mettevamo in viaggio, in Grecia, in Turchia o in Italia (e naturalmente anche in posti più vicini) il gatto s'intestardiva a voler dormire di nuovo in casa nostra" (dottar Walther Natsch, Herrliberg, Svizzera).Talvolta avviene che questo comportamento colga di sorpresa chi accudisce la bestia, procurando grande ansia: "Andammo in vacanza, e lasciammo il gatto da mia zia che abita a poco più di tre chilometri dal nostro appartamento nel centro di Brighton. Quando tornammo, due settimane più tardi, il gatto stava seduto ad aspettarci sul pilastro accanto al cancello, e fummo grati alla zia che ci aveva risparmiato la fatica di andarlo a prendere. Le telefonammo per ringraziarla, ma la zia era fuori di sé; il gatto era scappato fin dal mattino e lei aveva passato tutta la giornata a cercarlo" (John Eyles).I gatti manifestano questa loro abilità anche in altro modo: si fanno vivi per incontrare un membro della famiglia che torna in visita. Ecco che cosa accadde a Elizabeth Bienz quando lasciò la casa paterna in Svizzera per trasferirsi a Parigi, lasciando ai genitori il suo adorato Moudi:Qualche giorno dopo la mia partenza sparì dalla casa dei miei e non si fece più vedere. Ogni due o tre mesi io tornavo e il gatto ricompariva, ben nutrito e curato. I miei genitori non hanno mai scoperto dove vivesse nel frattempo. La sorpresa più grande ce la diede la volta in cui io arrivai senza

69Gattipreavviso: qualche ora prima arrivò lui. Mia madre era stupita e pensò che si fosse sbagliato. Ma poi apparvi anch'io.In banca dati disponiamo di più di 50 esempi di gatti che prevedono il ritorno dei loro umani dopo vacanze o viaggi lunghi. In genere, come negli esempi riportati, lo prevedono con molto anticipo. E in alcuni casi si può escludere che abbiano captato qualcosa dalle persone che si curavano di loro.I dati sembrano confutare la tesi che il gatto goda di una capacità di percezione limitata. Evidentemente, dopo un'assenza o una vacanza lunga, l'animale è più eccitato e motivato, specialmente se è stato portato via dai

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luoghi a cui è abituato. Non solo prevede il ritorno della persona prediletta, ma anche quello al proprio territorio.Un gatto che intuisce l'imminenza del ritorno del padrone si comporta in modo tipicamente felino, ma con ogni evidenza le sue reazioni, come quelle del cane, non dipendono dall'abitudine o dalla percezione sensoriale. Come per i cani, la spiegazione più plausibile è la telepatia che poggia su legami profondi tra l'animale e l'uomo. Io avanzo l'ipotesi che corrispondano alle connessioni dei campi morfici, che si tendono senza spezzarsi quando l'uomo si allontana lasciando l'animale. Sono queste le vie attraverso le quali può aver luogo la comunicazione telepatica, anche a centinaia di chilometri di distanza.Cani e gatti non sono le uniche specie domestiche a sentire il ritorno dei padroni. Come vedremo nel prossimo capitolo, questa dote si rinviene anche in altre specie e perfino nell'uomo, a patto che vi siano legami profondi che fungano da canali per la comunicazione telepatica.

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Pappagalli, cavalli ed esseri umani

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IVPappagalli, cavalli ed esseri umaniDunque condizione necessaria per prevedere il ritorno del padrone è il vincolo sociale fra uomo e animale. Di conseguenza non ci aspetteremmo di riscontrare quest'abilità telepatica in specie intrinsecamente solitàrie, come molti rettili, o incapaci di instaurare rapporti significativi con l'uomo, come l'insetto stecco. E anche tra specie sociali che tendono a legarsi profondamente all'uomo, può darsi benissimo che alcune siano per natura insensibili ai sentimenti e alle intenzioni umane.Tuttavia, sebbene vi siano enormemente meno informazioni riguardanti specie diverse dal cane e dal gatto, ve n'è a sufficienza da far supporre che in almeno altre 17 specie si manifesti capacità di previsione. Specie umana compresa, soprattutto presso gruppi sociali primitivi o rurali.Usciamo dunque dal mondo dei mammiferi ed entriamo in quello degli uccelli, in particolare dei pappagalli, protagonisti della maggior parte dei resoconti che ho raccolto: 20 su 33.PappagalliI pappagalli hanno un vantaggio su cani e gatti: sanno parlare e perciò sono in grado di annunciare a viva voce l'arrivo del padrone. È il caso di Suzie, una femmina del genere Amazona, detto anche pappagallo verde, che visse con i Lycett, a Warwick, dal 1927 al 1987. Il capofamiglia, esattore per una compagnia di vendite rateali, soleva recarsi a fare il suo giro a Coventry in motorino.A causa del suo lavoro, mio padre non aveva orari fissi. Il suo nome era Cyril e Suzie non lo pronunciava molto bene. Alla sera lei stava appollaiata tranquilla sul suo trespolo; d'un tratto si agitava e si metteva a gridare

"Werril", e noi sapevamo che potevamo metter su l'acqua per il té, perché mio padre sarebbe rientrato entro mezz'ora. (John Lycett)Pepper è un giovane pappagallo che vive in Pennsylvania. Appartiene alla dottoressa Karen Milstein e a suo marito Philip, con il quale l'uccello ha un rapporto molto affettuoso. "Capita di frequente che un po' prima che mio marito torni a casa, a orari diversi a seconda delle esigenze di lavoro, il pappagallo cominci a dire ciao e a chiamarlo" mi raccontò la signora nel 1992. La dottoressa Milstein si mise a studiare le sue abitudini e nel 1994 si accorse che Pepper, che ormai aveva sette anni, reagiva all'intenzione di rientrare del marito. Così cominciò a tenere un diario. Riporterò, come esempio, le annotazioni del 17 ottobre:Ore 17.40: Pepper è tranquillo.Ore 18.14: Pepper comincia a dire "Ciao".

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Ore 18.16: Philip chiama per dire che sta per rincasare, ha deciso di uscirei dal lavoro due minuti prima.Pepper continua a dire "ciao Philip" fino all'arrivo di Phil, avvenuto poco dopo le 18.30.Ma, sebbene in moltissime occasioni il pappagallo si muovesse in; risposta all'intenzione di Phil di rincasare a orari non stabiliti, capitava anche che restasse tranquillo fino al momento in cui il padrone entrava nel vialetto di casa.I pappagalli sono capaci di affezionarsi moltissimo a una persona in particolare e di mostrare evidenti segni di gelosia, specialmente per il padrone di sesso opposto. Oscar, un pappagallo azzurro di David e Celia Watson, che abitano nel Sussex, è attaccatissimo a David: "Quando vede mio marito, certe volte non mi posso avvicinare, perché lui cerca di aggredirmi. Non posso nemmeno toccare la gabbia o dargli da mangiare. È gelosissimo. E si lancia contro le pareti della gabbia quando mio marito esce dalla stanza". Non sorprende che Oscar entri in stato di grande agitazione quando l'uomo fa ritorno. La sua frenesia ha inizio dai dieci ai venti minuti prima. "Pensavamo che potesse intuire il rientro perché David tornava a casa a orari regolari, ma non era così" dice Celia. "Con il lavoro che ha adesso non rientra mai alla stessa ora, ma Oscar è puntualmente in attesa. Corre per la gabbia sbatacchiando le ali ed emettendo strani gridolini."La maggior parte delle testimonianze a proposito di pappagalli che prevedono il ritorno dei padroni riguarda rientri dal lavoro o dalla spesa o altre assenze quotidiane. Ma in alcuni casi riguardano

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ritorni da assenze più lunghe. Per esempio, quando Peter Soldini partì dalla Svizzera per andare in vacanza in Francia, lasciò il pappagallo da sua madre, con l'intesa che sarebbe rientrato di lì a quattro settimane. Poi, dopo sole tre settimane, decise di rientrare e, senza avvertire la madre, partì per il viaggio di ritorno che durò tre giorni. "Quando arrivai da mia madre la prima cosa che mi disse fu: "Che cosa non ha combinato questo pappagallo negli ultimi tre giorni! Cantava e chiacchierava dalla mattina alla sera. È agitatissimo.""Altre specie della famiglia dei pappagalli :Anche altre specie di pappagalli sembrano capaci di prevedere il ritorno dei padroni. Mi sono stati riferiti tre episodi riguardanti pappagallini che entrano in grande agitazione cinquedieci minuti prima dell'arrivo dei proprietari; tre di parrocchetti e due di ninfici australiani.Kathy Dougan vive a Santa Cruz, California, e di pappagallini australiani ne ha sei. Una volta, lei assente, alcuni amici ospiti di Kathy notarono che gli uccellini si erano messi in agitazione e avevano preso a cantare forte poco prima ch'ella tornasse. Kathy Dougan è stata così gentile da accettare che il mio collega David Brown conducesse una serie di dieci esperimenti, durante i quali gli uccellini furono filmati con una videocamera mentre la padrona era assente. Doveva rientrare in orari scelti a caso, che le venivano comunicati col cercapersone.Un'analisi dei filmati rivela che in alcuni casi i pappagalli cantavano forte anche se lei non era sulla via del ritorno (per esempio quando squillava il telefono o qualcuno bussava alla porta). In sette casi su dieci cantavano effettivamente di più dopo che Kathy aveva cominciato il tragitto di ritorno, una passeggiata di oltre 20 minuti. In media, lungo tutto l'arco dell'esperimento, gli uccellini cantarono forte per il 15 per cento del tempo in cui Kathy era assente, e il 49 per cento di quello in cui era per strada. Si tratta di risultati statisticamente rilevanti.1

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Dal punto di vista dell'esperimento, un uccello che annuncia il ritorno del padrone per nome, come fanno taluni pappagalli, fornisce dati inequivocabili rispetto a quelli offerti da pappagallini o parrocchetti col loro canto esagitato, ma non abbiamo ancora avuto modo di filmare un pappagallo che annuncia il ritorno del padrone.I resoconti che ho ricevuto dicono che fra gli uccelli da gabbia ad avere queste doti sono quasi esclusivamente i pappagalli. E il risul

Figum 4.1. Suzanne Rolfe a Sutton St Nicholas, Herefordshire, con la gracula Sambo (nella foto sulla gabbia) e con quella che l'ha succeduta, Jacko (foto: Phil Starling).tato è confermato dai sondaggi presso famiglie inglesi e americane scelte con criterio casuale. Su 38 uccelli ospiti di tali famiglie, quattro sentivano l'imminenza del rientro dei padroni un pappagallo verde, un pafrocchetto, un cacatua e un ninfico australiano. Canarini, fringuelli o altre specie non compaiono.Ma c'è almeno un'eccezione: una gracula religiosa di nome Sambo, appartenente alla famiglia Rolfe di Sutton St Nicholas nell'Herefordshire (fig. 4.1). Sambo aveva un rapporto privilegiato con il figlio maggiore della famiglia, Robert, e aveva l'abitudine di avvertire i Rolfe del suo ritorno dal collegio. "Due o tre giorni prima, il pappagallo cominciava a chiacchierare di Robbie" dice Suzanne Rolfe. For

74I poteri straordinari degli animalise perché, si pensava, la famiglia in attesa in quei giorni lo nominava più spesso. Ma poi il ragazzo, terminati gli studi, si trasferì per lavo1 ro nell'Africa orientale: "Di rado ci avvertiva del suo arrivo, quasi sempre non ci faceva sapere nulla. Però noi lo sapevamo ugualmenj, te, perché Sambo qualche giorno prima si metteva a chiamare". jPolli, oche e un alloccoLe altre storie che ho raccolto a proposito dei comportamenti di previsione degli uccelli riguardano un allocco addomesticato e alcu. ni polli e oche.Allocco: Joggeli visse per 25 anni in un appartamento a Zurigo presso la famiglia Koepfler:Quando era contento, emetteva un verso squillante e chiudeva gli occhi. Al rientro dei ragazzi da scuola o dall'università sentivamo sempre il gioioso verso di Joggeli, prima che potesse vederli o sentirli. Mio fratello, che abi. ta fuori e viene a trovarci di rado, non prendeva sul serio il nostro allocco e ne rideva. Un giorno l'uccello si mise a gridare in modo sgradevole e ag1 gressivo, svolazzando contro una finestra. Pensai: "Che cos'ha? Fa così soltanto quando arriva Ralph". E infatti mio fratello era venuto a trovarci di sorpresa. (Heidi Koepfler)Polli: Un elemento comune nelle testimonianze sui polli è che ma* nifestano facoltà di previsione al ritorno della persona che si occupa di nutrirli. Per esempio, quando Roberto Hohrein era ragazzo, la sua famiglia aveva dieci polli. Era sua incombenza dar loro da mangiare quando tornava da scuola. Sua madre si accorse che, dieci o quindici minuti prima del suo ritorno, gli animali sembravano mettersi in attesa di lui, in un angolo del recinto dal quale potevano osservare il suo arrivo.Quello che sorprendeva mia madre era che l'ora cambiasse a seconda del mio rientro. Le galline seguivano le variazioni dell'orario scolastico e anticipavano l'attesa quando non tornavo coi mezzi pubblici perché qualcuno mi dava un passaggio in macchina. A qualunque ora tornassi, le galline stavano lì ad aspettarmi per essere nutrite. Tranne quando tornavo troppo presto e loro non avevano ancora fame.Oche: Se i polli sono motivati dall'attesa del cibo più che da devozione personale, non così tre oche di cui mi è stato raccontato. Herr K. Theiler, di Thun, in Svizzera, aveva tre oche cui era molto legato: "Perfino il mio umore,

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la mia felicità o la mia tristezza si riflettevano sul loro comportamento". Segnalavano regolarmente alla moglie il suo ritorno dall'ufficio. "Aspettavano impazienti all'ingresso del

Pappagalli, cavalli ed esseri umani 75| giardino. Normalmente io rincasavo alle 12.15, ma se c'era qualche contrattempo mia moglie lo sapeva perché le oche rimanevano tranquille."È documentato che uccelli appartenenti alle specie più varie si affezionano profondamente ad alcuni esseri umani, specialmente se allevati fin da piccoli,2 ed è possibilissimo che altre specie oltre a quelle di cui sono venuto a conoscenza siano capaci di comportamenti di previsione.Gli antenati selvatici della maggior parte degli uccelli addomesticati, compresi le oche, i polli e quelli appartenenti alla famiglia dei pappagalli, vivevano in stormi. Si potrebbe ipotizzare che la loro facoltà di prevedere l'arrivo di un essere umano derivi da facoltà più antiche legate alla loro socialità: preavvertire il ritorno di individui che si sono staccati dallo stormo o dei genitori che stanno portando il cibo. Ma non ci sono studi sul comportamento anticipatorio deiselvatici.Se ulteriori ricerche sugli animali domestici dovessero confermare che alcune specie prevedono il ritorno del padrone per una sorta di telepatia, varrebbe la pena di portare avanti uno studio anche sugli uccelli in libertà. Succede anche a loro di prevedere il ritorno di altri individui con i quali sono in rapporti stretti? I giovani nel nido sentono il ritorno dei genitori che portano il cibo?Si potrebbero fare esperimenti con uccelli domestici, come le oche, per vedere se prevedono il ritorno di una compagna, allontanandola e poi riportandola indietro. Altri se ne potrebbero fare con colombi viaggiatori: gli animali che vengono lasciati nella colombaia sentono o no con anticipo il ritorno da una gara dei propri partner o di altri uccelli del gruppo?Rettili e pesciNon ho notizie di tartarughe, lucertole, serpenti o altri rettili tenuti allo stato domestico che prevedano il ritornò'del padrone. Non mi sono giunte né in risposta ai miei appelli pubblici quand'ero alla caccia di dati sugli animali domestici con doti telepatiche né dai sondaggi inglesi e americani. Nemmeno gli appelli inseriti in pubblicazioni specializzate come il "Reptilian International" hanno dato frutto. Può darsi che esistano rettili con doti di questo tipo, ma se esistono sono molto rari.La mancanza di notizie è comunque un dato indicativo. Ne risul

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ta o che i rettili siano incapaci di prevedere l'arrivo del padrone o che non abbiano alcun interesse al riguardo. Io sospetto che il motivo sia da ricercarsi nell'assenza di legami sociali caratteristica della classe.Allo stato selvatico i rettili vivono per lo più solitari e si ritrovano soltanto per accoppiarsi. Inoltre, nella maggior parte delle specie, le femmine, dopo aver deposto le uova, le abbandonano al loro destino e la prole deve arrangiarsi da sola. Pensate, per esempio, alle tartarughe marine appena nate. Le uova da cui sono spuntate sono state deposte su spiagge che distano migliaia di chilometri dalle loro aree di alimentazione ancestrali e loro devono ritrovarle da sole, senza la guida di un adulto. Fa eccezione giusto il coccodrillo, fra cui quello del Nilo, le cui femmine fanno la guardia al nido, proteggono i piccoli e li accompagnano all'acqua. Poi, comunque, i nuovi nati si

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sparpagliano presto e tendono a tenersi a distanza dagli adulti della loro specie, le cui inclinazioni cannibalistiche hanno buone ragioni di temere.3 Dunque la socialità non è molto sviluppata. E se i rettili allo stato selvatico non possiedono la capacità di stabilire vincoli sociali fra loro, quelli in cattività non ne avranno alcuna di stabilirne con i loro custodi umani.Queste conclusioni negative sui rettili sono confermate da uno dei miei corrispondenti più esperti, Jeremy WoodAnderson, naturalista che vive nel Pakistan, dove da trent'anni tiene una vasta collezione di rettili delle specie più varie. Benché si dica convinto che le capacità telepatiche esistano, con varie sfumature, nei mammiferi e negli uccelli, egli non ritiene siano presenti, in forma riconoscibile, nei rettili. È sicuro che questi animali non sono in grado di cogliere i pensieri dei padroni in modo telepatico: "Al di là delle reazioni alle abitudini acquisite, non c'è nessun rapporto fra i processi mentali dei rettili e quelli degli esseri umani".Altrettanto negative sono le conclusioni cui sono giunto a proposito degli anfibi. Sono abbastanza poche le persone che tengono in casa rane o tritoni, e nessuno mi ha mai riferito comportamenti che facciano pensare all'esistenza di vincoli paranormali o di comunicazioni telepatiche con esseri umani. Lo stesso vale per gli insetti che vengono tenuti in casa (per esempio lo stecco).Vi sono parecchie specie di pesci che hanno comportamenti più sociali. Nuotano in banchi. E certe specie, tra cui qualcuna dei ciclidi, molto amati dai collezionisti di pesci tropicali, costruiscono nidi e proteggono le uova e gli avannotti. Ma anche in specie dove si individua una certa tendenza alla cura parentale, non vi è modo che

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un essere umano si possa sostituire al genitore formando un legame con i piccoli.Tenere pesci è assai più comune che tenere rettili, anfibi o insetti. Solo in Inghilterra vi sono 19 milioni di pesci rossi e 10 milioni di pesci tropicali.4 Circa il 10 per cento delle famiglie possiede un pesce. Non mancherebbero le occasioni per notare se uno di essi mostrasse segni di particolare eccitazione prima del ritorno di qualche membro della famiglia. Ma non mi è giunto all'orecchio un solo caso, né ho osservato alcunché di simile nei pesci rossi che sono vissuti in casa con la mia famiglia, né ho rinvenuto alcuna testimonianza di collegamenti telepatici tra esseri umani e pesci.Porcellini d'India, furetti e altri piccoli mammiferiI mammiferi di gran lunga più frequenti nelle famiglie sono i cani e i gatti, ma vi è una buona diffusione anche di altre specie: conigli, porcellini d'India, ratti, topi, gerbilli, criceti e furetti. Non mi sono pervenute testimonianze di comunicazioni telepatiche con gerbilli, criceti, ratti o topi. Ne ho solo una piuttosto discutibile su un coniglio da appartamento e quattro sui porcellini d'India, ma in nessuna si parla di reazioni di previsione superiori ai due o tre minuti di anticipo e non si può escludere che fossero risposte a rumori noti.Che io sappia, fra i piccoli mammiferi, l'unico interessante da un punto di vista telepatico è un furetto che abita a Londra, nell'East End. Ha un rapporto molto affettuoso col suo padrone e molto ostile con la moglie. Joan Brown ha osservato che il furetto si mette in attesa del marito prima del rientro:Se il furetto (è una femmina) è in salotto, sente la macchina prima di me o in qualche modo intuisce che mio marito è in arrivo, perché si precipita alla porta con almeno dieci minuti di anticipo. Qualche volta ritarda, ma lei lo sa. Quando si ferma a bere qualcosa con i colleghi può accadere che ritardi di un'ora e lei si mette ad aspettarlo un'ora più tardi.'v iScimmieJohn Bate, di Blackheath (Londra), aveva un uistiti che presentiva il suo arrivo:Quando facevo il pendolare tra Coventry e Blackheath, la scimmia con la sua strana risata avvertiva mia moglie che mi trovavo dal lato nord del Blackwall tunnel [che passa sotto il Tamigi]. Un venerdì pomeriggio mia moglie era in compagnia di un'amica: improvvisamente annunciò che sarei stato

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78I poteri straordinari degli animalia casa di lì a un quarto d'ora. "Come fai a saperlo?" chiese l'amica. "Me l'ha appena detto la scimmia." Dopo quindici minuti si udirono le chiavi nella serratura. Per quanto sia acuto l'udito di un animale, mi sembra improbabile che gli consenta di distinguere un'automobile da un'altra in mezzo al traffico londinese, a sei o otto chilometri di distanza, anche sotto il Tamigi.Condivido quest'analisi. Ho udito racconti di altre scimmie che presentono il ritorno del padrone, ma al giorno d'oggi è così raro che vengano tenute in casa che è poco probabile che si riesca ad analizzarne i comportamenti in maggior dettaglio, anche se ritengo che sarebbe assai affascinante.'vi1CavalliInsieme con cani e gatti, i cavalli sono la specie non umana con cui l'uomo stabilisce i legami più forti. Molti cavalieri si sentono profondamente legati al loro animale, e più d'uno è convinto che esista un rapporto telepatico. Riporterò nel capitolo Vili alcune testimonianze. Qui mi occuperò soltanto della capacità di presentire il ritorno del padrone.Molti sostengono che i loro cavalli avvertono la loro presenza quando essi si avvicinano alla stalla. Stanno all'erta, sono eccitati, nitriscono. Non sappiamo con quanto anticipo i cavalli si mettano in attesa, e fino a che punto si tratti di routine o di udito fine. Poiché non vivono in casa, è difficile che vengano osservati con l'attenzione che riserviamo a cani, gatti e ad altri animali domestici.Più attenti sono coloro che lavorano presso le scuderie o che si curano dei cavalli altrui in assenza dei padroni.Adele McCormick e i suoi lasciavano talvolta il loro ranch di Calistoga, in California, affidando la custodia dei loro tredici cavalli a persone che erano al corrente della data di ritorno dei padroni. I cavalli intuivano il momento del rientro, ma è possibile che avessero captato qualcosa dai loro guardiani. In un'occasione, tuttavia, furono affidati a uno sconosciuto, che non sapeva quando la famiglia sarebbe tornata.Al nostro arrivo l'uomo ci salutò dicendo: "Sapevo che stavate tornando a casa, perché i cavalli facevano cose strane". Disse che, quando gli aveva dato da mangiare, "invece di guardare il cibo come fanno di solito, tutti e tredici scrutavano in direzione della strada, correvano e nitrivano". Avevano cominciato alle 16.30. Noi arrivammo tra le 17.15 e le 17.30.Può accadere che un cavallo preveda il ritorno del padrone con un anticipo di ore, specialmente dopo una lunga assenza. È capitato

Pappagalli, cavalli ed esseri umani 79spesso a Elliott Abhau, la quale per lavoro fu obbligata a lasciare i due cavalli amatissimi con i suoi amici più cari presso una fattoria del Maryland. Nei dieci anni successivi la signora andava a trovarli di tanto in tanto. Non sempre avvertiva gli amici del suo arrivo, ma loro le dissero che ad avvertirli erano comunque i cavalli. "Il giorno prima si fanno i dispetti, che non è da loro, e il giorno dell'arrivo stanno presso la staccionata insieme e guardano giù per il viale." Cominciavano qualche ora prima, mentre Elliott stava affrontando un viaggio di quattrosei ore in automobile.Herminia Denot crebbe in un ranch in Argentina e imparò a cavalcare quasi prima che a camminare. Era affezionatissima al suo cavallo Pampero, ma dovette lasciarlo a casa quando si trasferì a Buenos Aires per il liceo. Ritornava soltanto per le vacanze. Il gaudio che si occupava del cavallo si accorse che, man mano che il momento del suo arrivo si avvicinava, "Pampero diventava matto. Galoppava in giro per il recinto e nitriva". Il giorno precedente si piazzava davanti al cancello e guardava verso nord, dove c'era la stazione ferroviaria. Una volta i genitori di Herminia la riportarono in macchina. Lo stalliere non capiva come mai Pampero guardasse verso sudest, e non a nord, finché non seppe che era la direzione da cui la ragazza stava avvicinandosi in auto.

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Infine un esempio inglese: Fiona Fowler ricevette in dono Joey, un pony della New Forest, quando era una ragazzina di dodici anni, e lo addestrò personalmente. Quando lasciò la campagna per studiare da infermiera a Londra, le toccò lasciare il cavallo da sua madre, vicino a Winchester. Tornava a casa in permesso più o meno due volte al mese. La madre si accorse che Joey sembrava prevedere il ritorno della padrona: si spostava da un recinto lontano, nel quale passava la maggior parte del suo tempo in compagnia degli altri cavalli, fino al cancello, dove si metteva ad aspettare. Continuò per anni a comportarsi così ogni volta che la ragazza tornava. "Un giorno non ero attesa e mia madre non capiva perché Joey fosse al solito posto al cancello. Dieci minuti più tardi telefonai per dire che ero alla stazione e per chiedere che qualcuno mi venisse a prendere."Aneddoti di questo tipo fanno pensare che alcuni cavalli prevedano telepaticamente il ritorno del padrone. Il passo successivo dovrebbe essere la ripresa filmata, in modo da verificare il comportamento dell'animale mentre attende il padrone, il quale rientra in ore scelte a caso.

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;*"PecoreNon capita di frequente che si tengano pecore come animali da compagnia ma, se un agnello viene allevato da un essere umano, si crea un legame profondo, come spiega la canzoncina Mary had a little lamb.Margaret Railton Edwards e il marito Richard si ritrovarono proprietari di un agnellino, quando alcuni amici allevatori ne lasciarono uno malato, che ancora prendeva il latte dal biberon, a casa loro nella contea di Cheshire. I due lo curarono finché guarì, e l'animale visse con loro in casa per circa quattro mesi:Shambles aveva imparato quasi perfettamente a non fare i suoi bisogni in casa e mi si sedeva in grembo per guardare la tv la sera. Mio marito Richard tornava a casa tra le 17 e le 18. Più o meno dieci minuti prima, Shambles si metteva alla porta d'ingresso e lo aspettava. Si metteva alla porta anche se Richard tornava con la macchina di un amico. E se mio marito rientrava anche per pranzo, Shambles era sempre in attesa.Ho saputo di altre due persone che tenevano una pecora come animale da compagnia e hanno avuto esperienze simili. Una famiglia di Whidbey Island, nel Washington, i Ferrier, avevano adottato un agnellino di nome Augustus, il quale si era particolarmente attaccato a Grant, un ragazzino di quattordici anni, che gli dava da mangiare, lo portava a passeggio, ci giocava a palla e a prendersi a testate. Il padre del ragazzo, Malcolm, mi ha raccontato che Grant tornava da scuola al pomeriggio, non sempre alla stessa ora perché svolgeva varie attività extrascolastiche, ma a qualunque ora tornasse "Augustus si drizzava, belava, correva per il recinto e aveva un atteggiamento di attesa. E cinque minuti più tardi eccoti arrivare Grant coi suoi amici". C'era modo che Augustus potesse saperlo per vie normali? Malcolm Ferrier sostiene di no:Abbiamo parlato spesso della sequenza di atti compiuti dall'agnellino e siamo giunti alla conclusione che Augustus non poteva valersi di alcun mezzo fisico normale per sapere che Grant era sulla via di casa. Nel momento in cui cominciava il suo rito di benvenuto non poteva vederlo, per la barriera di vegetazione, né poteva sentirlo, per il frastuono del traffico di periferia. Era molto chiaro a noi tutti, sia pure in modo amatoriale e poco scientìfico, che avveniva una strana comunicazione. Lo hanno notato anche i vicini. Grant ha provato più volte a coglierlo di sorpresa, ma senza successo.

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Queste testimonianze sulle pecore, benché scarse, sono in piena armonia con il modello comportamentale di cani, gatti, cavalli, pappagalli e altri animali. La capacità di prevedere il ritorno di un esse

re umano sembra presente in un gran numero di specie di mammiferi e di uccelli. In tutti i casi esaminati si accompagna a un forte legame affettivo tra la persona e l'animale.Le ragioni per cui altre specie non manifestano abilità del genere (pesci, rettili e piccoli mammiferi come criceti e topi) possono essere due: che la specie sia intrinsecamente insensibile agli influssi telepatici o che sia incapace di stabilire con esseri umani legami abbastanza forti da agire da canali di comunicazione.È presumibile che queste capacità non si evolvano soltanto nel contesto dei rapporti che intercorrono tra uomo e animale da compagnia, ma siano presenti anche negli animali allo stato selvatico. Ritornerò sull'argomento nel capitolo IX.Se le doti di previsione sono tanto frequenti fra gli animali, potremmo aspettarci che interessino anche alcuni esseri umani.L'uomoChi è vissuto a lungo e ha viaggiato molto in Africa racconta una messe di storie su alcuni africani capaci di prevedere il ritorno di una persona in assenza di visibili canali di comunicazione. Per esempio, Laurens van der Post scoprì che i boscimani del deserto del Kalahari, nell'Africa del Sud, sapevano quando i membri della loro tribù avevano ucciso un'antilope a 80 chilometri dal villaggio e quando sarebbero tornati. Van der Post era con i cacciatori e, mentre rientravano con le Land Rover cariche di carne, si chiedeva quale reazione avrebbe avuto il villaggio alla vista di quel successo. Uno dei boscimani rispose: "Lo sanno già". Ed effettivamente, mentre si avvicinavano al campo udirono il canto di festa. Nel momento in cui l'antilope veniva uccisa, lo sapevano "via cavo" disse il cacciatore. Van der Post scoprì che erano "convinti che anche il telegrafo dell'uomo bianco funzionasse per telepatia".5Molte persone che conoscono l'Africa hanno avuto di queste esperienze. Un giovane europeo di nome Sinel, che ebbe a trascorrere un periodo presso alcune tribù del Sudan meridionale, rileva che "la telepatia è una costante". Al villaggio sapevano sempre dove lui si trovava e che cosa stesse facendo, anche quand'era molto lontano. Una volta che si perdette, andarono a cercarlo come se l'avessero saputo. Un'altra volta il giovane aveva raccolto una punta di freccia e se l'era riportata al villaggio; due uomini della tribù vennero a chiedergli se potevano esaminarla.6 Ho udito storie simili in India. È

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probabile che doti di questo tipo si sviluppino meglio in società tra* dizionali che nel mondo industriale d'oggi.È un fatto accertato che perfino in alcune parti d'Europa si verificano fenomeni del genere. La "seconda vista" degli abitanti di ceppo celtico nelle Highlands scozzesi comprende anche la "visione di "ar* rivi" di persone assenti che arrivano successivamente".7 In Norvegia il fenomeno ha perfino un nome, vardeger, che letteralmente vuoi dire "spirito che avverte". Succede così: qualcuno a casa sente il familiare che arriva in macchina o a piedi lungo il vialetto d'accesso, sente che entra e appende il cappotto. Eppure non c'è nessuno. Dopo un po' (1030 minuti), la scena si ripete, ma questa volta è vero. "La gente ci si abitua. Le massaie mettono su l'acqua per il té appena compare il vardeger, sapendo che il marito arriverà di lì a poco."

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Fortunatamente il fenomeno è stato studiato dal professor Georg Hygen di Oslo, che ha analizzato un gran numero di casi recenti. E giunto alla conclusione che queste doti sono più da ascriversi a telepatia che a precognizione: in altre parole, il vard0ger non è tanto un'"eco anticipata" di ciò che accadrà in futuro quanto una percezione delle intenzioni. Innanzitutto, i suoni non sempre sono identici. Nel vard0ger si può sentire che il familiare si dirige verso la camera da letto, mentre poi in realtà entra in cucina.8 Per di più il fenomeno si verifica anche quando il familiare non torna perché ha cambiato idea.Per esempio, un uomo aveva preso appuntamento con la moglie in un grande magazzino. Poi cambiò idea e decise che sarebbe passato a prenderla in ufficio. Ma fece tardi e si recò direttamente al grande magazzino secondo gli accordi presi in precedenza. La moglie non c'era e, dopo averla aspettata per un'ora, l'uomo tornò a casa, dove trovò la moglie che l'aveva aspettato in ufficio per un'ora: lei aveva sentito il suo vard0ger e, date le precedenti esperienze, si era fidata ciecamente ed era rimasta in ufficio.Noi non abbiamo una parola corrispondente a vard0ger. Eppure il fenomeno di previsione di un arrivo, sia pure senza gli effetti sonori tipici della Scandinavia, si verifica anche qui. Dei racconti del mondo inglese, la maggior parte riguarda genitori e figli, altri coppie di coniugi.In alcuni casi è un bimbo a prevedere l'arrivo dei genitori. Ecco l'esempio di un bambino in fasce:Fino a che mio figlio compì otto mesi io sapevo sempre quando rientrava suo padre. Setteotto minuti prima, il bambino diventava particolarmente attento e sembrava aspettare qualcosa. Vivevamo presso una base aerea in

piena attività, perciò non credo che potesse udire dei rumori, anche perché mio marito certe volte tornava in bicicletta. Era un pilota con compiti di decollo immediato e poteva rientrare a qualsiasi ora del giorno o della notte. (Belinda Price)Altri genitori mi hanno raccontato che quando escono la sera lasciando i bambini con una babysitter molto spesso i piccoli si svegliano poco tempo prima del loro arrivo. Poi, quando sono in grado di parlare, capita che qualcuno addirittura annunci il rientro di uno dei genitori. Così accadde a New York a Sheila Michaels, che accudiva un bimbo di tre anni mentre la madre era in ospedale. "La aspettavo per il giorno successivo. Stavo leggendogli la sua favola preferita, quando il piccolo scese dal letto e si diresse verso la porta, dicendo con calma "Mamma, mamma", in un modo che mi sconvolse. Cercai di convincerlo a tornare a letto a leggere la storia con me, ma lui non si mosse e continuò a ripetere: "Mamma, mamma". Io gli dissi che sarebbe tornata l'indomani e che suo padre sarebbe rincasato di lì a due ore. Era inamovibile. A quel punto è entrata la madre."Non ho sentito di padri, ma parecchie madri sentono l'arrivo dei figli. Ecco un esempio drammatico che risale alla seconda guerra mondiale. "Durante la guerra mio fratello Jack era in marina e quando era in servizio attivo non poteva scrivere a casa. Una sera (era stato lontano per più di due anni) mia madre si alzò di colpo e disse: "Devo preparare il letto per Jack; stasera torna". "Che cosa diavolo te lo fa pensare?" chiedemmo noi, prendendola in giro. "Lo so, e basta" disse e andò di sopra a preparare il letto. Più tardi quella sera Jack arrivò!" (signora C.W. Lawrence)La maggior parte delle previsioni è più quotidiana. Bonnie Hardy, di Victoria, British Columbia, stava prendendosi un esaurimento per mancanza di sonno. Durante il fine settimana i figli adolescenti rientravano molto tardi e, nonostante gli sforzi per non disturbarla, la svegliavano regolarmente. "Non c'era rimedio. A un certo punto mi accorsi che non erano soltanto i loro movimenti in casa a turbare il mio sonno, perché mi svegliavo già prima, nell'istante in cui entravano in macchina per rincasare." Prima si svegliava, poi li sentivaarrivare.Analogamente, alcune donne si accorgono di destarsi prima che il marito rientri. Cindy Armitage Dannaker, che vive in Pennsylvania, ne è un esempio tipico: "Succede talmente spesso che adesso mi dico soltanto: "Sta arrivando", e mi

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metto ad aspettare. Di solito, di lì a cinque minuti sento la jeep di mio marito che svolta nella strada di

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casa. Ho la sensazione che lui pensi a me e capto il suo pensiero nel sonno. Tutto quello che so è che improvvisamente, senza ragione apparente, io sono completamente sveglia e so che lui sta tornando".Talvolta la premonizione avviene con grande anticipo, specialmente se le persone sono separate da molto tempo. E accade addirittura che si agisca di conseguenza, per esempio andando incontro a un certo treno o aereo.9 Ecco una testimonianza particolarmente sorprendente:Ho lavorato all'Orni per 14 anni e dovevo viaggiare molto. Una volta mi è capitato di tornare in anticipo a Ginevra perché ero malato. Si era negli anni Settanta e io ero ad Abidjan. Non informai mia moglie, perché non volevo preoccuparla e perché era in vacanza in Austria con i nostri quattro figli. Eppure, quando arrivai a Ginevra lei mi aspettava all'aeroporto. Disse che aveva avuto la sensazione violentissima di dover essere presente all'arrivo di quel volo e così aveva fatto armi e bagagli ed era tornata con tutta la famiglia. (O.S. Knowles)10Se i casi di previsione accaduti a esseri umani vengono considerati uno per volta, possono apparire anomalie fortuite. Ma, nel contesto delle capacità di molte altre specie animali, rientrano in un quadro più generale. La previsione del ritorno sembra un aspetto importante nella storia dell'evoluzione della telepatia. Che un lattante o un adulto addormentato possa prevedere il ritorno di un familiare significa che si tratta di capacità non dipendenti da funzioni mentali di ordine superiore. Sono fenomeni che operano a livello più profondo e si radicano nel nostro antico patrimonio biologico ed evolutivo.

VAnimali che curano e consolanoEmpatiaLa parola empatia significa "comprensione o sofferenza simpatetica".1 Come abbiamo visto, ha in comune con le parole simpatia o telepatia il termine greco patheia, che significa sensazione, sofferenza. Non dico che fra telepatia ed empatia vi sia un legame necessario. Non vi sono dubbi che gli esseri umani siano in grado di captare le emozioni degli altri attraverso il linguaggio del corpo o altre informazioni che cadono sotto il dominio dei sensi e che gli animali si valgano degli stessi strumenti con gli esseri umani. Quello che c'interessa qui non è tanto il modo in cui i sentimenti si trasmettono quanto il fatto che l'animale risponda in modo simpatetico.In molte specie animali l'aiuto reciproco è un aspetto essenziale della vita sociale. Anche coloro che credono che ogni comportamento animale sia dettato dai "geni dell'egoismo"2 ammettono l'importanza degli atti altruistici all'interno delle colonie di formiche, presso uccelli e mammiferi che si prendono cura della prole e in qualsiasi tipo di gruppo sociale.3 Per esempio, quando un animale appartenente a un gregge o a uno stormo lancia un segnale di allarme in modo da avvertire il gruppo di un pericolo incombente, rischia di attirare su di sé l'attenzione di un predatore.4I teorici del gene dell'egoismo ammettono l'altruismo fra gli animali sociali, ma lo considerano dettato dai geni dell'egoismo tesi agarantire la sopravvivenza genetica. Un singolo animale sacrifica lapropria vita per il bene dei geni che condivide con la prole o con altri individui con i quali è strettamente imparentato.II rapporto di solidarietà tra uomo e animale non può essere liquidato con teorie sui geni dell'egoismo. Chi aiuta una bestiola ammalata, la accudisce e paga la parcella del veterinario si comporta inII 88 I poteri straordinari degli animali

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modo altruistico, ma non a causa di un gene dell'egoismo identico a quello del suo compagno animale. I geni degli esseri umani e quelli degli animali sono assai diversi, dal momento che si tratta di specie diverse. E, se da una parte esistono persone disposte a soccorrere un animale, è vero anche che gli animali soccorrono le persone, e la capacità di formare legami affettivi non ne è l'aspetto meno importante.5 L'uomo si lega principalmente con quegli animali che gli dimostrano empatia: vale a dire soprattutto con cani, gatti e cavalli.L'amicizia di un animale può far bene alla salute :La gatta che viveva con noi si chiamava Remedy perché mia moglie Jill scoprì ben presto che proprio questo era: un rimedio. La sua presenza tiepida, le sue fusa erano una vera medicina. Sembrava intuire quando era davvero necessaria, e si sedeva o si sdraiava sul corpo mio o di Jill, e somministrava la sua magica terapia.Nella mia banca dati si trovano più di 200 casi di animali che curano e consolano. La maggior parte sono cani o gatti che stanno accanto a chi è malato o triste, come per confortarlo. E consolano davvero e addirittura aiutano a guarire. Un gran numero di ricerche scientifiche suffraga con le cifre l'esistenza delle loro doti benefiche.In uno studio condotto in America si sono confrontati anziani che avevano adottato un gatto con altri che non l'avevano adottato. Alcuni test e interviste successivi ripetuti a intervalli regolari hanno dimostrato che dopo un anno vi erano differenze sorprendenti fra i due gruppi. Dai test psicologici standard risultò che chi aveva un gatto si sentiva meglio, mentre chi non l'aveva si sentiva peggio. All'inizio dell'esperimento non c'era una grande differenza fra i membri dei due gruppi, dopo un anno coloro che avevano adottato un gatto si sentivano meno soli, meno ansiosi e depressi. La presenza degli animali aveva influito anche sulla salute, riducendo l'ipertensione e il bisogno di farmaci.6Naturalmente, i miglioramenti non erano dovuti alla semplice presenza del gatto in casa, ma al legame affettivo tra l'anziano e l'animale. Il nuovo amico faceva divertire, teneva compagnia, dava affetto e contribuiva a distrarre gli anziani dai loro dispiaceri e dagli acciacchi. Più forte era il legame, maggiori risultavano gli effetti positivi.7Analogamente, anche l'amicizia di un cane è in grado di ridurre l'ipertensione e procurare altri giovamenti psicologici.8 E i benefici sono reciproci: il ritmo cardiaco del cane si abbassa quando viene accarezzato.9

89Animali che curano e consolanoDa uno studio condotto da Erika Friedmann insieme con i suoi collaboratori presso l'università della Pennsylvania, è risultato che chi veniva ricoverato in ospedale per malattie cardiache (compreso l'infarto) e possedeva un animale da compagnia un anno dopo aveva un indice di sopravvivenza molto più alto rispetto al gruppo di controllo, composto di pazienti che non avevano animali.10 La presenza di un animale domestico è un dato statistico più significativo di quanto non sia un compagno o una famiglia affettuosa per valutare le probabilità di sopravvivenza del malato.Un animale da compagnia può anche aiutare chi ha subito un lutto. Molte indagini su persone rimaste vedove da poco dimostrano che chi tiene un animale è meno depresso e meno soggetto a sentirsi disperato o isolato, presenta migliore stato di salute e consuma meno farmaci.11Ma non solo chi è ammalato, anziano, in lutto o comunque in condizioni di vulnerabilità può ricavare beneficio dalla presenza di un animale. È un fenomeno generale che riguarda adulti e bambini.12 I cani in particolare facilitano l'instaurarsi di rapporti d'amicizia. Le ricerche condotte da James Serpell all'università di Cambridge hanno dimostrato che la maggior parte di coloro che avevano da poco adottato un cane acquisivano maggiore sicurezza e autostima e miglioravano il loro stato di salute, anche perché portare il cane a passeggio dava loro occasione di fare più moto. Soffrivano meno anche di piccoli disturbi come mal di testa, raffreddore e influenza.13Un amico animale può essere d'aiuto per insegnare a un bambino sentimenti di reciprocità e di partecipazione. Non soltanto offre fiducia, compagnia e

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divertimento, ma anche, se al bambino viene richiesto di accudirlo e di soddisfare i suoi bisogni, di aiutarlo a sviluppare la socialità e il senso di responsabilità.14 E a quanto pare nelle famiglie in cui vive un animale da compagnia si tende a litigare di meno, a sentirsi più legati e a passare più tempo a giocare insieme.15Tuttavia, sebbene gli studi continuino a dar ragione all'opinione diffusa che avere un animale per amico fa bene, questo non è sempre vero.16 Gli animali non sono magici; sono buoni, cattivi o medi, come gli esseri umani. C'è chi si procura un animale perché spera di ottenerne un giovamento e poi lo abbandona senza cerimonie perché non è stato all'altezza dell'aspettativa oppure lo sopprime perché pone problemi di comportamento o non ha recato alcun beneficio allo stato di salute del suo proprietario.

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Oltre a quei cani che vengono tenuti semplicemente per la compagnia, ci sono quelli che aiutano in modo concreto: i cani da pastore e gli altri cani da lavoro, nonché quelli che svolgono compiti vitali per migliaia di persone. I più noti sono i cani guida per ciechi, ma ci sono anche quelli per sordi, quelli che accompagnano gli invalidi e quelli che avvertono gli epilettici del sopravvenire di una crisi.Vi sono molti programmi di cura (2000 solo negli Stati Uniti) all'interno dei quali gli ammali visitano i pazienti in ospedale e nelle case di riposo per gli anziani. Di solito appartengono a volontari e vengono chiamati PAT (pet as therapy, l'amico animale come terapia). Sono di grande aiuto per i bambini, specialmente quelli affetti da malattie croniche, molti dei quali attendono con ansia queste visite.17 Sono anche molto amati dagli anziani e da chi vive negli istituti per malati terminali, perché hanno un effetto rilassante sia sui pazienti sia sul personale, perché rallegrano l'ambiente, danno affetto e permettono un contatto fisico: agiscono da "lubrificanti" dei rapporti sociali.18Alcune carceri permettono ai detenuti di ricevere animali o li incoraggiano a prenderli: si è riscontrato una diminuzione della violenza, dei suicidi e dell'assunzione di droga, nonché un miglioramento nei rapporti tra i detenuti e il personale.19Com'è possibile che gli animali facciano tanto bene all'uomo? I tentativi di classificare questi influssi positivi utilizzano parole come "empatia", "fiducia", "compagnia", "serenità" e "affetto". Le stesse che si usano per le persone capaci di consolare. Il segreto di questo potere è identico in un uomo o in un animale: amore incondizionato.L'amore incondizionato sembra riuscire meglio a cani e gatti che alla maggior parte degli esseri umani. Il comportamento amorevole di una bestia è a un tempo causa ed effetto del vincolo che contrae con l'uomo e si esprime al meglio quando il padrone è in condizioni di bisogno.Gatti che sanno consolareUno degli aspetti ricorrenti nelle storie di animali che consolano e curano è la loro capacità di intuire i bisogni dei padroni. Non si limitano a essere genericamente affettuosi. Per esempio:La mia Kitty pare sappia sempre quando ho bisogno di consolazione. Una sera, mentre mi mettevo a letto dopo una giornata particolarmente faticosa, con tutti i mali del mondo che mi pesavano sul cuore, Kitty mi saltò sopra, mi salì sul petto, si mise a miagolare e mi posò la zampa delicatamen

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te sul viso. Sembrava voler dire: "Va tutto bene, mamma, io ti amo". Poi mi si accoccolò sotto il mento. Era la medicina migliore che potessi prendere. (Jahala Johnson, Antioch, Tennessee, Stati Uniti)La sensibilità dei gatti colpisce ancora di più perché in deroga al loro amore per l'indipendenza.Per 15 anni Baerli, un gatto giallo, maschio, è stato un compagno leale, la gioia della mia vita. Era un animale meraviglioso e amava la libertà, ma quando non stavo bene o ero triste non si allontanava da me nemmeno un istante. Mi si sistemava in grembo e faceva le fusa, premendo il suo corpo contro il mio. Appena mi sentivo meglio se ne andava per i fatti suoi come sempre, specialmente la notte. (Gertrude Bositschnick, Leoben, Austria)Quando in una casa vi è più di un gatto, capita che si diano i turni. Karen Richards di Stourbridge, nell'Inghilterra centrale, vive con cinque gatti. Quando una lunga malattia la tenne a casa per molti mesi, uno dei cinque gatti le stava accanto, mentre gli altri se ne andavano in giro in libertà. "Si erano imposti turni di rotazione per uscire, in modo che non rimanessi mai completamente sola."Vi sono parecchi aneddoti di gatti che consolano i padroni in occasione della morte di una persona cara. Un esempio: "Entrambi i gatti mi stettero accanto come se non volessero lasciarmi sola con il mio dolore. Non mi abbandonarono per tutto il periodo del lutto. Poi i gatti tornarono a essere più indipendenti" (Murielle Cahen, Parigi).Molti raccontano che i gatti si comportano in modo straordinariamente premuroso quando i padroni sono malati. Il tratto comune è che la sollecitudine e la gentilezza da parte dell'animale si manifestano al bisogno e continuano per il tempo necessario. Quando il padrone si è risollevato o si è rasserenato o è guarito, il gatto torna ad avere il solito atteggiamento indipendente.Cani devotiCome i gatti, anche i cani sembrano sentire quando i loro umani hanno bisogno di consolazione. Per esempio, Jeannette Hamilton di Redwood City, California, si è accorta che il suo barbone di taglia media, Marcus, è straordinariamente sensibile ai suoi stati d'animo. "Ogni volta che piango (silenziosamente) lui viene da me e lecca le mie lacrime. È sempre sulla mia lunghezza d'onda, si trovi ai miei piedi o in un'altra stanza, sveglio o addormentato."Nelle 120 descrizioni di cani che hanno comportamenti di questo genere vi sono molti commenti sul tipo dì questo: "II mio cane sa

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con precisione quando non sto bene o quando sono triste", "Quando sono triste, lei non mi lascia e mi mette la testa in grembo". Le parole più semplici eppure più eloquenti le ha scritte Sue Norris di St Helens, Lancashire: "Io sono autistica e ho un cane, Nickita. Lei sa come sto. Mi consola prima che io glielo dica. Certi giorni sono di cattivo umore. Lei è lì con me dove sono io".Molti cani, a quanto pare, sanno quando il loro padrone è ammalato e si comportano con grande sollecitudine, standogli vicini e riuscendo a consolarlo. Rosemarie von der Heyde di Achern, in Germania, ha un bassotto che d'abitudine le fa grandi feste quando ritorna a casa. "Ma la volta che avevo preso una storta alla caviglia mi accolse in modo diverso. Stava lì fermo e mi guardava. Poi, lentamente, mi si avvicinò e mi tese una zampa. Io mi sdraiai sul divano, e lui, contrariamente al solito, non cominciò a saltarmi addosso. Si mise a giacere accanto a me tranquillo, come per consolarmi."

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Talvolta sembra che i cani sappiano qual è la parte del corpo che duole e danno conforto dove è richiesto. John Northwood, di Poole, nella contea di Dorset, è un poliziotto in pensione, ed è dell'opinione che un cane non debba salire sui letti. Spesso porta a passeggio Ben, il collie della figlia; ma una volta che andò da lei in visita aveva mal di schiena e dovette sdraiarsi.Proprio nel momento in cui la testa toccò il cuscino, si aprì la porta della camera da letto, ed eccoti Ben. Salta sul letto e si stende accanto a me, schiena contro schiena. Stavo troppo male per dire qualcosa, ma sentirlo lì mi faceva bene. Deve aver capito che avevo dei dolori e avevo bisogno di calore.Alcune persone che soffrono di emicrania si prendono il cane accanto durante gli attacchi. Frau R. Huber di Horgen, in Svizzera, scoprì che il suo cane, Nerone, sapeva addirittura da che lato aveva mal di testa. "Se era dal destro mi leccava con vigore e passione l'occhio e la tempia destri, emettendo un guaito lieve. Se il dolore era sul lato sinistro faceva la stessa cosa a sinistra. Era come un massaggio."Animali che sventano un suicidioCome abbiamo visto, sia i cani sia i gatti possiedono una grande sensibilità agli umori e alle emozioni delle persone che stanno loro intorno. In taluni casi le loro reazioni vanno oltre la consolazione: può accadere che salvino letteralmente una vita.Nel bel mezzo di una grave crisi coniugale, una signora che abita nel nord dell'Inghilterra decise di suicidarsi. Lasciò il cane e i gatti

"che dormivano sereni accoccolati davanti al fuoco", andò in cucina per prendere l'acqua e le pastiglie di paracetamolo. Improvvisamente William, il prediletto springer spaniel, saltò su, la superò e, per la prima volta nei 15 anni dacché era al mondo, "si mise a ringhiare! Le mascelle erano tutte tirate indietro: era quasi irriconoscibile. Inorridita, ho riavvitato il tappo del flacóne; mi faceva proprio paura. Sono tornata nella stanza e mi sono seduta sul divano. William mi è corso dietro, mi è balzato sopra e ha cominciato a leccarmi la faccia freneticamente scodinzolando con tutto il corpo".Si sono dati casi in cui un cane ha impedito un suicidio dando l'allarme. Rexina, una cagna che viveva in Germania, un giorno venne chiusa in casa dal suo padrone, il quale si diresse poi verso la rimessa in giardino. L'animale rimase in attesa accanto alla porta, ma dopo un po' si mise a ululare e raggiunse di corsa gli altri membri della famiglia.Era molto agitata e noi notammo che mio padre era assente da un po' di tempo. La lasciammo uscire e andammo in cerca di lui. Quando lo trovammo ci disse: "Grazie a Dio siete venuti!". Più tardi ci confessò che aveva avuto intenzione di suicidarsi. Rexina lo aveva intuito e se non fosse stato per lei saremmo arrivati troppo tardi. (Dagmar Schneider)Episodi simili hanno spesso per protagonisti anche i gatti; citeremo a mo' di esempio Pamponette, un gatto svizzero:Mi sentivo proprio giù, volevo uccidermi. La mia gatta deve averlo intuito. Quel giorno non si allontanò da me nemmeno per un attimo. Lei, che non miagola mai, miagolò tutto il giorno e ogni volta che mi sedevo si strusciava contro di me con la testa. Nel pomeriggio Pamponette era solita dormire con gli altri quattro gatti, ma in quell'occasione non mi ha lasciata un momento e durante la notte dormì accanto al mio cuscino, benché non sia la posizione che predilige. (P. Broccard)Più o meno gli stessi atteggiamenti consolatori che i gatti adopetrano con i padroni ammalati o tristi, ma in questo caso la posta ingioco è più alta. \L'animale guaritoreGli antichi greci ritenevano che i cani fossero in grado di curare le malattie e li tenevano come assistenti presso i templi di cura. Asclepio, la principale divinità guaritrice, esercitava i suoi poteri attraverso cani sacri.20 Sebbene la medicina moderna non riconosce ai cani una funzione terapeutica, in pratica tale funzione è tornata in auge grazie ai programmi gestiti da volontari del pet as therapy.21

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L'influenza benefica sugli anziani e sui malati è quella di mettere di buon umore e di aiutare a "uscire da se stessi". Tuttavia a volte si rileva una sensibilità ben precisa ai bisogni o alle condizioni di una persona in particolare. È il caso di Chad, un golden retriever, che va quasi tutti i giorni con la sua padrona, Ruth Beale, a visitare una casa di ricovero per malati terminali a Birmingham:Sembra che sappia quali sono i pazienti che stanno peggio; con gli altri fa il pagliaccio, ma con quelli si siede lì, gli mette la testa in grembo o sul letto oppure sta lì in piedi, tranquillo. C'era una signora con la quale si legò intimamente: una sera, alle dieci, ci telefonarono per dirci che la signora era in agonia e che voleva Chad accanto a sé. Lui le è stato vicino per tre ore; alla fine la signora morì con Chad che le teneva la testa accanto, sul letto.Nel 1997 Chad vinse il premio pet as therapy come miglior cane per il suo lavoro negli istituti per malati terminali.Deena Metzger, psicoioga, per un certo tempo visse in campagna nei pressi di Santa Monica (California), dove teneva un lupo di nome Timber. Anche lui dimostrava una sensibilità straordinaria. "Lo osservavo: cercava di capire i bisogni dei miei pazienti e, quando il loro dolore era troppo grande perché potesse essere consolato da un essere umano, si avvicinava e poneva loro il capo in grembo con delicatezza: II suo intuito era infallibile."22 Altri psicologi e psicoterapeuti hanno scoperto che i loro gatti e cani intuiscono i bisogni dei pazienti e fungono anche da coterapisti. Perfino Sigmund Freud si teneva accanto il suo cane, un chow chow, che non era lì per bellezza, ma faceva parte del processo terapeutico, come una sorta di "cura delle coccole". La cagna "sedeva tranquilla ai piedi del lettino durante l'ora d'analisi". Ma alla fine della seduta era più d'aiuto a Freud che al paziente, "perché puntualmente cominciava ad agitarsi" segnalando che il tempo era scaduto.23I cavalli hanno effetti straordinariamente benefici sui disabili fisici o mentali, compreso chi è affetto da sindrome di Down. Da anni, in Inghilterra e in altri paesi, vi sono programmi di ippoterapia mediante i quali si riesce a infonder loro sicurezza e un senso di libertà. Oltre agli effetti psicologici, si ottengono anche miglioramenti dell'equilibrio e delle capacità di coordinazione.24Nel loro ranch di Calistoga, in California, Adele e Deborah McCormick, madre e figlia, lavorano in équipe: si occupano di criminali, tossicodipendenti e malati mentali gravi. Ma il loro lavoro psicoterapeutico ha assunto una nuova dimensione col contributo dei cavalli.25 "La grandezza, la forza e la fisicità dell'animale obbligano a stare all'erta, costringono, letteralmente, a tornare in sé ... L'ippote

rapia serve a chiunque si senta depresso, demoralizzato, spaventato, preoccupato o sperso. È di grande giovamento a chi cerca un modo alternativo per curare una malattia fisica e a chi non sa come vincere il logorio della vita di tutti i giorni."Molti montano a cavallo per puro diletto e ne traggono giovamento senza neanche supporre che l'animale che li porta abbia poteri terapeutici.L'animale consigliereMolti parlano con gli animali e alcuni li prendono come confidenti. È un'abitudine che può essere di grande aiuto. È come se il piccolo amico fungesse da psicologo. Una donna di Chicago mi scrisse queste parole a proposito del suo pastore bernese:

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Mi sentivo triste: lui venne da me e mi diede un colpetto, come a dire: "Ricordati che sono sempre qui!". Mi si sdraiò accanto, io gli raccontai i miei dispiaceri e lui mi guardò con grandi occhi pieni di comprensione; poi mi mise una zampa sopra la mano. Da allora si comporta così regolarmente.La dottoressa Mary Stewart, della facoltà veterinaria dell'università di Glasgow, è un'illustre studiosa del rapporto uomoanimale nonché un'esperta psicoioga. Forte della sua conoscenza di entrambi questi campi, ella sostiene che vi sia un'analogia tra gli animali da compagnia, in special modo i cani, e gli psicologi.È universalmente riconosciuto che le qualità indispensabili per un buon psicologo sono "sincerità, onestà, doti di empatia, capacità di sospendere il giudizio, di ascoltare e di non parlare troppo, e discrezione assoluta". Mary Stewart fa notare che si tratta delle medesime doti che un padrone ama in un cane o in altri animali da compagnia. È come se queste creature fornissero, senza tante storie, un servizio di consulenza psicologica, senza che nessun altro ne sappia niente. La studiosa ritiene che cani e altri ammali sappiano infondere nei padroni senso di autostima e di benessere perché dotati per natura di quelle "qualità sintonia, empatia e un atteggiamento positivo senza riserve che sono indispensabili a qualunque consulente psicologico si sforzi di fornire quel "clima fecondo" che consente al cliente di attingere alle proprie risorse inferiori".26È chiaro che vi sono differenze fondamentali. Il fatto stesso che un animale viva tanto nel presente e sia incapace di parlare significa che non può aiutarci a esplorare il passato o tener conto dei rapporti personali o di modelli di comportamento autodistruttivi. In questo un buon terapeuta umano è insostituibile.

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Tuttavia, al di là di certe ovvie limitazioni, un animale offre anche alcuni vantaggi. L'uomo, così come gli altri primati, riceve conforto dal contatto fisico. Specialmente quando è giovane, per sentirsi sicuro, ha bisogno di essere carezzato e tenuto in braccio con amore. Gli animali possono toccarci per consolarci e noi possiamo stringerli e coccolarli; uno psicologo, invece, deve essere cauto in questo tipo di rassicurazioni per evitare possibili accuse di abuso.27Forse il maggior privilegio di un animale è la capacità di amare. Un cliente con problemi di autostima tende a non credere alla considerazione altrui e sospetta che lo psicologo lo accetti per dovere. A volte cerca di non scoprirsi per paura di perderne la stima. Ma non ha difficoltà a credere all'affetto incondizionato dej suo cane. Come dichiara brillantemente Jeffrey Masson nel titolo dèi suolibro, I cani non mentono sull'amore.28Cani fedeli oltre la morteLa devozione di alcuni cani può spingersi oltre la morte del padrone. Talvolta la fedeltà è tale che, senza saperlo, si guadagnano non soltanto fama e un posto nell'immaginario popolare, ma veri e propri monumenti in loro onore. Ve n'è uno presso le acque solitàrie del Derwent Dam, nella contea di Derbyshire, eretto con una pubblica sottoscrizione. Reca la seguente epigrafe:hIN MEMORIA DELLA DEVOZIONE DITIPCAGNA DA PASTORECHE STETTE ACCANTOAL CORPO DEL SUO PADRONE MORTO,

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f?IL SIG. JOSEPH TAGG, SULLA BRUGHIERA DI HOWDENPER QUINDICI SETTIMANE " DAL 12 DICEMBRE 1953 "AL 27 MARZO 1954II padrone di Tip era un guardacaccia in pensione che aveva 81 anni. Fu trovato morto nell'alta brughiera quindici settimane dopo aver lasciato la casa di Bamford con la sua cagna; voleva fare un giro per le colline. Le squadre di soccorso non erano riuscite a trovarli, la neve aveva coperto le alture e ormai erano dati per morti. Tre mesi e mezzo più tardi due pastori ritrovarono per caso il corpo, accanto al

quale giaceva Tip, in condizioni pietose, ma ancora viva. Di colpo divenne un'eroina nazionale, e trascorse l'ultimo anno della sua vita nel lusso con la nipote del padrone, cui toccò il compito di proteggere l'animale da torme di visitatori ammirati. Il suo monumento fu inaugurato davanti a una vera folla e ancor oggi riceve la visita di alcuni pellegrini.29Analoga celebrità aveva raccolto il terrier di un giovane, Charles Gough, che morì in una plaga remota della regione dei laghi nel 1805.1 suoi resti furono trovati mesi più tardi da un pastore, che aveva visto il cane emaciato che non aveva abbandonato il cadavere. Sir Edwin Landseer immortalò la scena in un dipinto e una schiera di poeti e artisti dedicò un tributo all'episodio.30 Fra questi il più grande fu William Wordsworth, il quale commemorò il cane nella sua poesia Fidelity, che termina con questi versi:Sì, ne ha dato la prova: dal giornoin cui l'infelice Viaggiatore morì,il cane restò di guardiaaccanto al suo padrone:e come si nutrì per mesi interisa solo chi donò quell'amor sublimeforte di un sentimento più grandedi quanto gli umani possano capire!Innumerevoli altri cani, pur non diventando famosi, dimostrano ai padroni una devozione che va oltre la morte. Sono spesso prostrati dal dolore e affrontano un vero e proprio lutto. Alcuni non vogliono più vivere. Un esempio: "Dopo la morte del padrone il cane rifiutò il cibo e morì anche lui circa due settimane più tardi". Alcuni si suicidano saltando giù dalla finestra o gettandosi sotto un camion.Altri riescono chissà come a trovare la tomba del padrone e non la lasciano più, come Greyfriars Bobby, il famoso cane di Edimburgo. Altri visitano il cimitero regolarmente, ma tornano pur sempre a casa, se hanno una casa alla quale tornare:Mio marito ebbe un colpo nel 1988 e fu ricoverato in ospedale, dove morì due settimane più tardi. Fu sepolto nel cimitero della chiesa vicino a casa. Joe, il nostro cane, prese l'abitudine di sparire per ore; scoprimmo che andava a sedersi accanto alla tomba di mio marito. Come faceva a sapere quando era morto e dove era seppellito? (Molly Parfett, Wadebridge, Cornovaglia) :Simili episodi di devozione eterna mostrano quanto forte sia l'afJ fetto che lega un cane al padrone e come sia fondata l'antica sua reputazione di fedeltà.

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Se è vero che esistono tra animale e padrone legami invisibili tali per cui l'uno risponde ai bisogni dell'altro, e se è possibile che talora un animale preveda telepaticamente il ritorno del padrone, sarebbe sorprendente che questi vincoli non avessero alcuna incidenza quando il padrone fosse in pericolo o morisse.Gli effetti della morte o dello stato di pericolo non sono oggetto di sperimentazione. Non si può chiedere a nessuno di procurarsi un incidente per amore della scienza o di morire a discrezione dello sperimentatore per osservare le reazioni dell'animale. Perciò le testimonianze riguardano fatti accaduti.In banca dati vi sono 108 cani e 51 gatti che hanno avvertito a distanza un incidente o la morte del padrone, e 10 persone che hanno avuto la stessa intuizione riguardo al loro amico animale. Quali insegnamenti ne possiamo trarre?Reazioni di cani a incidenti avvenuti a grande distanzaA volte i cani mostrano chiari segni di una sofferenza che non ha spiegazioni immediate. Si viene a sapere più tardi che in quel momento il padrone era in pericolo o era stato vittima di un incidente:Un giorno la nostra cagna era come pazza, andava a sbattere contro la porta e voleva uscire. La chiudemmo in casa. Ma lei continuò a ululare, a grattare; non era più lei. Improvvisamente mio marito tornò a casa: si era ferito in una rissa al bar. L'animale l'aveva intuito, non sappiamo come. (Hilde Albrecht, Limbach, Germania)In un caso di questo genere non è immaginabile che il cane potesse sapere dell'incidente occorso al padrone grazie alla vista, all'olfatto o all'udito. Uno scettico potrebbe argomentare che forse il bar era

vicino e che i normali organi sensoriali di un cane potevano captare qualche indizio. Ma certi incidenti avvengono a molti chilometri di distanza, al di fuori della portata dei sensi conosciuti.Una sera d'estate del 1991, un giovane soldato inglese lasciò la sua casa di Liverpool per tornare col treno alla caserma, nell'Inghilterra meridionale. Più tardi quella sera la cagna di famiglia, Tara, cominciò a uggiolare e a tremare. I genitori del ragazzo la credettero malata, le diedero del paracetamolo e cercarono di consolarla. Ma lei non diede segno di calmarsi per oltre un'ora. Rimase all'erta, in stato di grande agitazione, finché squillò il telefono:La chiamata veniva da un ospedale di Birmingham; ci dicevano che David era caduto dal treno dalle parti di Tamworth [a 130 chilometri di distanza da casa]. Le ferite che aveva riportato, benché gravi, non erano mortali, e potè parlare con noi per telefono. Durante la conversazione Tara mostrò tutta la sua gioia, poi si sdraiò e si addormentò. Sapemmo più tardi che aveva cominciato ad agitarsi nell'istante in cui era caduto dal treno e che si era calmata quando il ragazzo era in ospedale e lo stavano visitando e accudendo. (Margaret Sweeney)In banca dati vi sono 11 casi analoghi. Oltre ai due esempi riportati, cinque casi di incidenti automobilistici o motociclistici; uno di un kayak che si era capovolto; uno di un incendio; uno di un infarto; e uno di una donna che stava partorendo a 25 chilometri di distanza.Proprio mentre scrivevo questo capitolo, mi è capitato di assistere personalmente alle reazioni di un cane in occasione di un incidente avvenuto a grande distanza. Durante le vacanze scolastiche di metà semestre, nel febbraio del 1998, tenemmo presso di noi un labrador dorato di nome Ruggles, che apparteneva ad alcuni nostri amici e vicini, la famiglia Beyer. Il figlio Timothy era in gita con la scuola a sciare nelle Alpi italiane; i genitori erano in Spagna. Ruggles si ambientò facilmente e passava la maggior parte del tempo in salotto. Ma una mattina, alle 11.30, dopo che era tornato da una passeggiata, rimase incollato alla porta di ingresso. Non ci fu modo di convincerlo a spostarsi. Non si mosse di lì fino alle 15, ora della passeggiata. Il comportamento del cane era talmente strano che immaginai che i genitori di Timothy avessero deciso di tornare in anticipo. Mi attendevo una telefonata in cui mi annunciavano il rientro.Finché nel pomeriggio una telefonata arrivò, non dai genitori di Timothy, bensì dall'Italia; annunciava che il ragazzo era caduto da una seggiovia quella mattina e che si era fratturato una gamba; era stato portato all'ospedale con

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l'elicottero. L'incidente era accaduto alle lì (ora inglese). (Un fatto curioso: al ritorno dalla passeggiata

100 1 poteri straordinari degli animali : >*'pomeridiana Ruggles zoppicava. Era saltato in uno stagno ed era finito su alcuni vetri rotti; la zampa gli sanguinava, e un tendine si era spezzato. Dovette restare la notte in una clinica veterinaria. Entrambi, dunque, cane e padrone, passarono la notte in ospedale con un arto fasciato.)Naturalmente è impossibile dare per certo che il comportamento del cane tra le 11.30 e le 15 fosse in rapporto con l'incidente occorso al ragazzo. Ruggles non sembrava particolarmente angosciato mentre attendeva alla porta. Era piuttosto come se sapesse che stava succedendo qualcosa di importante e sentisse di doversi tenere pronto. Ma la reazione era talmente precisa e la coincidenza tanto straordinaria che non mi sento di escludere possa trattarsi davvero di un rapporto di causa ed effetto.In questo caso, come in quasi tutti, il comportamento del cane non era di alcuna utilità pratica al ferito. A parte qualunque altra considerazione, la distanza era troppo grande. Tuttavia, in taluni casi i cani hanno contribuito ai soccorsi o hanno cercato di farlo.Ecco un episodio in cui il padrone del cane era caduto da un kayak nel fiume Reno, e annaspava: "Sfinito, vidi i miei amici che correvano verso di me insieme con la mia cagna. Lei li guidava abbaiando forte. Gli amici mi erano venuti in aiuto, perché, esattamente nel momento in cui mi ero quasi arreso alla forza dell'acqua, lei si era messa a tirare al guinzaglio come se volesse scendere verso il fiume".In un altro caso, accaduto nell'Irlanda del Nord, un pastore tedesco di nome Chrissie salvò la vita del padrone, Walter Berry, il quale, intento a riparare un'automobile, si era inondato di benzina e poi dato fuoco per sbaglio con una saldatrice. Il cane stava con la moglie di Walter, Joan, a una distanza di 180 metri; in mezzo vi erano quattro garage e un cortile. "Chrissie sembrava impazzito, faceva dei rumori che non avevo mai sentito prima." Joan capì che qualcosa non andava e lasciò uscire l'animale che si diresse a precipizio verso Walter. La signora lo seguì e fortunatamente arrivò in tempo per estinguere il fuoco.In questi due casi, proprio perché i due cani erano abbastanza vicini da intervenire, non si può escludere che fossero stati messi in allarme da suoni o da altri indizi percepibili dai sensi. Ma è un'obiezione che non si può muovere all'episodio che riguarda una cagna di San Francisco di nome Lupe, che salvò la vita alla padrona lontana più di 60 chilometri:Quando Lupe aveva circa due anni, io presi un'overdose di stupefacenti. Lei era a casa di amici a San José. Mi è stato riferito più tardi che la cagna si

Morti e incidenti che avvengono a grande distanza 101era appostata nel punto più distante della loro proprietà e si era messa a ululare "in modo soprannaturale" e che era impossibile calmarla. Dopo un po' i miei amici pensarono: "A Leone sta capitando qualcosa di brutto", e si precipitarono a San Francisco dove mi trovarono. (Leone Katafiasz)In molti casi nei quali un cane si mette a ululare o precipita nell'angoscia, si viene a sapere più tardi che il suo padrone stava morendo. Non c'è nulla che un cane possa fare per salvarlo.Cani che ululano quando muore il padroneDei 40 casi raccolti in cui un cane percepisce da lontano la morte di una persona a lui molto cara, 36 (il 90 per cento) registrano reazioni sonore da parte dell'animale. In 21 casi il cane ha ululato; in cinque ha uggiolato o guaito; in quattro ha abbaiato in modo insolito; in tre ha "pianto"; e in tre ha ringhiato. Nei quattro resoconti in cui non è stata fatta menzione di suoni, si dice che l'animale era "addolorato", "infelice", "tremante" e "angosciato".Gli esempi più cospicui sono quelli di cani che mostrano segni di evidente dolore senza motivo apparente e il padrone è molto lontano. Nell'esempio che segue, al tempo della guerra delle Falkland, la distanza era di 10.000 chilometri:

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Mio figlio voleva molto bene alla nostra west highland terrier. Il ragazzo si arruolò nella marina britannica nel 1978 e, dal momento che era di stanza a terra fino al 1982, tornava regolarmente per il fine settimana. Viaggiava in treno. Nel corso degli anni ci accorgemmo che la cagnolina manifestava segni di agitazione 2030 minuti prima dell'arrivo di nostro figlio e così, appena l'animale cominciava a correre avanti e indietro dalla porta d'ingresso, io mi mettevo a preparare una merenda abbondante, un vero e proprio pasto, in modo che, quando il ragazzo sarebbe arrivato (aveva sempre fame), tutto fosse pronto. A quel tempo ci ridevamo sopra. Nell'aprile del 1982 la sua nave, la Coventry, fu spedita alle Falkland. Una sera, non tanto tardi (era il 25 maggio), il cane mi saltò in grembo tremando e uggiolando. Quando rientrò mio marito, dissi: "Non capisco che cos'abbia, è più di mezz'ora che fa così. Non riesco a farla star giù". Al telegiornale delle 21 annunciarono che era stata affondata una nave "tipo 42" e noi capimmo che era la Coventry, anche se il nome non fu divulgato fino al giorno seguente. Nostro figlio fu uno dei dispersi. La cagnolina entrò in uno stato di malinconia assoluta e in pochi mesi morì. (Iris Hall, Cowley, Oxford)Caratteristica comune di queste testimonianze è il fatto che gli ululati dei cani vengono capiti soltanto a posteriori:Durante la guerra mio fratello Michael era copilota su un bombardiere Wellington. Nel 1940 partecipò a molte incursioni sulla Germania. A quel tempo avevamo un cane, Milo, un incrocio tra uno spaniel e un collie, che

11

..li

102 I poteri straordinari degli animaliera particolarmente attaccato a Michael. Una notte di giugno, mio fratello stava tornando a casa dopo un raid; mandò un messaggio radio alla base per avvertire che aveva appena lasciato la costa del Belgio e che sarebbe giunto di lì a poco. Quella stessa notte, Milo, che dormiva in una stalla dietro alla casa, ululò tanto che a mia madre toccò andare a prenderlo e portarlo in casa. Michael non tornò mai dalla missione di quella notte. Fu dichiarato disperso, probabilmente ucciso, il 10 giugno 1940. (Stephen Hyde, Acton, Londra)Nel 1968 mio marito e io eravamo in vacanza in Manda, nella contea di Cork; il sabato di Pasqua mio marito morì improvvisamente. Il nostro barbone di taglia media di sette anni stava presso amici a St. Albans. Appena dopo mezzanotte il cane si mise a ululare e si precipitò di sopra dalla mia amica che stava facendo il bagno. Poco dopo mezzanotte mio marito spirò, (signora G. Moore, St Albans, Hertfordshire)Se il vincolo tra persona e animale è concreto, è un filo invisibile che tiene uniti a distanza di migliaia di chilometri, non c'è da stupirsi se l'interruzione di questo collegamento per un pericolo grave o per la morte di uno dei due causi un contraccolpo nell'altro. Per fare un esempio molto semplice, se due persone sono unite da un elastico teso e una delle due lo scuote o lo lascia andare, l'altro l'avverte: Sa che qualcosa è successo, anche se non sa precisamente che cosa.È improbabile che il cane stabilisca legami così forti solo con l'uomo: è un animale sociale, legato innanzitutto ai suoi conspecifici. È capitato che un cane reagisse a distanza alla morte di un altro cane suo amico? Sì, talvolta è capitato. Ecco un caso, fra i sette presenti in banca dati, in cui la morte dell'altro cane è avvenuta inaspettatamente e lontano:Ho un pastore della Beauce di due anni, Yssa, che lasciò l'isola della Réunion nell'Oceano Indiano quando aveva tre mesi per venire con me in Franeia; un viaggio di diecimila chilometri. Sull'isola lasciai la madre, Zoubida, di dieci anni. Lo scorso 13 di febbraio Yssa dormiva in camera di mio figlio. Verso le tre del mattino venne a grattare alla mia porta, guaendo e piangendo molto agitata. Non aveva bisogno di uscire. Alle nove chiamò mio cognato dalla

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Réunion. Il custode della nostra casa aveva trovato Zoubida morta. Era stata avvelenata, (dottor Max Rallon, ChàteauneufleRouge, Francia)Tante testimonianze analoghe e indipendenti le une dalle altre mi portano a pensare che il fenomeno sia reale, anche se non è possibile fare esperimenti. Tuttavia è necessario approfondire l'argomento, raccogliendo dati ben documentati, che saranno tanto più convincenti quante più persone sono state presenti all'accaduto.

Perché un cane ulula alla morte del suo amico umano? 'Non tutti i canidi ululano: le volpi, per esempio, non lo fanno. È un comportamento limitato alle specie più sociali, come il cane domestico, il dingo, il coyote e il lupo.1La letteratura sull'etologia dèi lupo suggerisce che la specie si serva di questo segnale per due motivi: quando sono in gruppo, per contribuire a radunare il branco, specialmente prima di una battuta di caccia; quando sono da soli, per cercare un contatto col branco o per attirare un partner durante la stagione dell'accoppiamento.2Alcuni lupi e cani ululano alla luna o al cielo: non sappiamo perché. Altri rispondono così al canto o al suono del violino, come se volessero unirsi alla musica. Ma, come i lupi solitari, anche i cani domestici per lo più ululano quando sono soli e privati della compagnia degli esseri umani o di altri cani e specialmente se vengono rinchiusi. Desmond Morris sostiene che questo "ululato di malinconia" è un modo per dire "venite a raggiungermi".3 E che cosa significano dunque gli ululati per la morte di una persona cara?Nei casi che ho raccolto alcuni cani erano chiusi fuori e con il loro richiamo avevano ottenuto di entrare in casa, come nell'episodio di Milo. Qui ululare è stato utile e ha procurato all'animale consolazione e compagnia. Ma in molte altre situazioni i cani ululavano anche se non erano chiusi fuori e i tentativi di consolarli erano stati vani, almeno da principio. Forse questo tipo di ululato è un modo di esprimere il lutto. E può darsi che abbia alle spalle un lungo passato evolutivo, dal momento che parecchi studiosi osservano che "i lupi ululano in modo particolarmente lamentoso alla morte di un compagno molto caro".4Gli animali che invece non ululavano erano visibilmente turbati o tristi, sentivano che c'era qualcosa che non andava. È possibile che non sapessero che cosa: forse erano in ansia o spaventati. Se c'era un amico umano nelle vicinanze, di norma andavano da lui per farsi consolare.Come reagiscono i gatti agli incidenti o alla morte di una persona cara in un luogo lontano?È meno frequente che un gatto percepisca a distanza un incidente o una situazione di pericolo, ma la reazione è la stessa, come si può osservare dai seguenti esempi:Nel maggio del 1994 sedevo sulla veranda e la nostra gatta persiana di tre anni, Klaerchen, era tranquilla vicino a me che faceva le fusa. La mia

104 I poteri straordinari degli animalii.bambina di undici anni era andata fuori con la sua amica in bicicletta. Il mondo pareva bellissimo e pieno di armonia, quando a un tratto Klaerchen saltò su, cacciò un urlo che non avevo mai udito prima e in un baleno corse in salotto, dove si sedette davanti alla mensola del telefono. L'apparecchio suonò di lì a poco e io seppi che a mia figlia era appena capitato un brutto incidente in bici e che era stata portata in ospedale. (Andrea Metzger, Bempflingen, Germania)Le reazioni dei gatti ai casi di morte di un padrone caro e lontano somigliano a quelle che manifestano nelle situazioni di emergenza. Di norma emettono suoni insoliti, urli, miagolii lamentosi o uggiolii e mostrano segni di sofferenza.Avevamo un bellissimo gatto certosino, un maschio, che noi tutti amavamo; ma lui aveva una preferenza spiccata per mio marito. Durante le vacanze estive andammo in campeggio in Danimarca e lasciammo il gatto in una pensione per animali in Svizzera. In Danimarca mio marito, che aveva 48 anni e non aveva mai avuto un

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disturbo in vita sua, morì d'infarto. Quando andammo a ritirare il gatto, la vecchia signora ci disse che sapeva esattamente quando ci era capitata la disgrazia e ci diede il giorno e l'ora esatti. E lei non poteva saperlo! Il nostro gatto si era nascosto in un angolino e aveva emesso un lamento stranissimo, mai udito prima, guardando fisso nel vuoto davanti a sé, come se vedesse qualcosa di spaventoso, e tutto il corpo gli tremava. (Hedwig Ritter, Zurigo, Svizzera)La maggior parte delle reazioni è stata vocale, è vero; ma ve ne sono state alcune silenziose. Un gatto semplicemente si nascose la notte in cui il padre di famiglia moriva in ospedale: "Nessuno riusciva a trovarlo, non rispondeva. Uscì dal nascondiglio soltanto quando tornammo a casa per il funerale" (Mme Charlin, Lione, Francia). Altri gatti vanno a dormire in un luogo diverso dal solito.Non sembra esservi rapporto tra queste reazioni e la distanza tra gatto e padrone. Fra i casi che abbiamo preso in esame ve ne sono alcuni in cui il morente era lontano migliaia di chilometri, eppure l'animale sembrava aver capito ugualmente. Per esempio, un gatto maschio che apparteneva a una famiglia svizzera era molto affezionato al figlio, Frank, che andò a lavorare come cuoco su una nave. Veniva a casa di tanto in tanto e il gatto aveva l'abitudine di aspettarlo accanto alla porta. Ma un giorno il gatto stette lì a miagolare con grande malinconia. "Non riuscivamo a farlo spostare. Infine lo lasciammo entrare nella camera di Frank, dove si mise ad annusare tutto, continuando i suoi lamenti. Due giorni dopo venimmo informati che nostro figlio era morto in viaggio, esattamente a quell'ora, in Thailandia" (Karl Pulfer, Koppingen, Svizzera). Oltre 11.000 chilometri di distanza.

Reazioni di esseri umani alla morte di un animale lontanoSe, come io sostengo, il legame tra animali e persone somiglia a un elastico, ne consegue che le correnti di comunicazione dovrebbero scorrere nei due sensi, da uomo ad animale e da animale a uomo. Abbiamo già preso in considerazione le prime. E le seconde? Capita che un essere umano reagisca in caso di incidente o di morte di un amico animale avvenuti in un luogo lontano?A giudicare dal numero di casi in banca dati, l'uomo è in genere meno sensibile al proprio animale di quanto questi lo sia a lui: 54 esempi di animali che hanno avvertito la morte di una persona, contro 7 persone, tutte donne, che hanno avvertito la morte di un animale. Cinque cani e due gatti. Cinque capitarono in stato di veglia, due in sogno.Nei casi di veglia c'era sempre angoscia, qualche volta malessere fisico. Per esempio, il 20 maggio 1997, Dianne Arcangel lasciò l'albergo per raggiungere l'aeroporto e tornare a casa, nel Texas. Già all'inizio del tragitto (erano le 16.05, ora texana), cominciò a sentirsi molto agitata senza una ragione apparente.Il viaggio in auto proseguiva e cominciai a sentire un po' di nausea e a sudare. Dopo una quindicina di minuti provai una tensione così atroce allo stomaco e agli intestini che mi toccò tenermi l'addome e piegarmi in avanti. Quando poi giungemmo all'aeroporto mi veniva da vomitare ed ero tristissima. Preoccupata che fosse accaduto qualcosa di grave a casa, telefonai a mia figlia. "C'è stato un temporale spaventoso, con lampi e tuoni, ma adesso è passato" mi disse. Ma io piansi per tutto il viaggio di ritorno. Quando atterrai all'aeroporto di Houston, alle dieci di sera, trovai mio marito in lacrime. Mi spiegò che il fulmine aveva colpito la casa alle 16.08 (tutti gli orologi si erano fermati). Kitty, uno dei miei otto gatti, si era talmente spaventata per il temporale che era corsa fuori. Quando mio marito rientrò, vide due grossi cani nel cortile posteriore, in piedi sopra il corpo della gattinà senza vita. Nel trascinarli via, si accorse che erano sporchi del pelo e del sangue di lei. Era stata azzannata nella stessa parte del corpo nella quale io avevo provato quel dolore fortissimo e alla stessa ora. (Dianne Arcangel, Pasadena, Texas)Anche altre donne hanno provato malessere fisico, ma in modo meno specifico. Fu quel che capitò a Mary Wall, che vive nella contea di Wiltshire, quando si trovava in vacanza a Cipro, a più di tremila chilometri di distanza dai suoi cani shi tzu:Alle quattro del pomeriggio (ora di Cipro) del venerdì fui travolta da una sensazione talmente intensa che finii per parlarne con mio marito. Era successo

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qualcosa di grave ai cani. La sensazione era tanto forte che mi faceva male fisicamente. Quando arrivai all'aeroporto di Heathrow qualche giorno più tardi, mi fu detto che il maschio era morto il sabato precedente. Non avrei mai creduto che un cane o un altro animale sarebbe stato capace di

106 I poteri straordinari degli animali"sintonizzarsi" a tal punto con un essere umano, anche se a me è successo due o tre volte nella vita di "sapere" quel che stava accadendo, ma sempre in situazioni che riguardavano parenti stretti.Talvolta vi è una sensazione di disagio imprecisato, non collegato specificamente al cane. Per esempio una signora svizzera, un mattino, mentre era in ufficio a Basilea, si sentì strana. Ne parlò con i colleghi, ma non riusciva a spiegare quel che provava. "Dopo un'oretta mi balenò in testa il pensiero: devi chiamare casa. Venni a sapere che un'ora prima il nostro pastore tedesco era stato investito da un'automobile ed era morto." (Lotti RiederKunz)In altri casi vi è chiara coscienza dell'accaduto. Nancy Millian di Newhaven, Connecticut, era andata in vacanza lasciando a casa il suo cane, Blaze. "Ero via da cinque giorni circa; cominciaia sentirmi incredibilmente agitata, e udii dentro di me le parole: Blaze è morto. Ne parlai al mio amico, il quale mi rispose che con tutta probabilità era un sintomo di generica preoccupazione. Chiamai casa e fui rassicurata. Tutto andava bene." Due giorni dopo, la signora ritornò negli Stati Uniti e venne a sapere che il cane era morto proprio nel giorno in cui lei aveva provato quella sensazione. Il suo custode non aveva voluto darle un dispiacere, sapendo che un ritorno anticipato non sarebbe servito a nulla.Infine, ecco un esempio di informazioni precise ricevute in sogno da un'adolescente:Nell'estate del 1992, nel mese di luglio, ero all'estero. Una notte ebbi un incubo: il mio gatto era stato travolto da un'automobile nella via sotto casa! nostra (noi vivevamo in Belgio e io ero nei Paesi Bassi in quel momento). Il mattino seguente l'impressione del sogno non voleva dileguarsi e, dal momento che tenevo un diario, ne presi nota. Quando ritornai a casa seppi che il gatto aveva subito un incidente. Controllai sul diario: era stato quella stessa notte. (Laura Broese)In tutti questi casi le persone e gli animali erano molto lontani fra di loro e l'informazione non poteva essere passata attraverso i normali canali percettivi. L'unica soluzione possibile mi sembra la telepatia o qualcosa che le somigli. Come un animale avverte telepaticamente quando il padrone è in pericolo o sta per morire, altrettanto può accadere al padrone nei riguardi del suo animale.Persone che presentono la morte di altre persone ,Finora abbiamo parlato di comunicazioni fra persone e animali. Ma ve ne sono anche fra esseri umani. Alcuni dei casi più impressio

107Morti e incidenti che avvengono a grande distanzananti di telepatia umana riguardano persone in pericolo di vita o moribonde che si trovano a grande distanza. I pionieri della ricerca parapsicologica, a partire da più di un secolo fa, hanno raccolto una mole di documenti riguardanti casi come questi, autenticati da indagini attente e suffragati da testimonianze.5 In poco più della metà di questi casi, la comunicazione della morte o dell'incidente è avvenuta in sogno. In stato di veglia, quasi sempre si parla di un'impressione o di un'intuizione. Nel venti per cento dei casi si parla di visioni o allucinazioni.6In banca dati c'è un solo esempio di allucinazione, quello del gatto travolto dall'auto, gli altri sono casi di intuizione. Sembra dunque che i modi della comunicazione a distanza di un pericolo o di una morte siano analoghi per persone e per animali, anche se la percentuale di sogno e di veglia, di comunicazione visiva e non visiva può cambiare. La telepatia tra esseri umani dipende dall'intimità del rapporto, esattamente come quella tra uomo e animale e fra animale e uomo che ho preso in esame in questo capitolo.

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Parte quarta Intenzioni, richiami e telepatia

VII Captare le intenzioni

II vincolo che unisce uomo e cane si è formato in decine di migliaia d'anni; quelli con il gatto e con il cavallo esistono da almeno cinquemila. Si tratta di rapporti sociali interspecifici che si sono evoluti passando per la selezione naturale e per quella volontaria attuata dall'uomo attraverso molte generazioni.I rapporti sociali tra persone e animali domestici somigliano a quelli che intercorrono tra animali della stessa specie, per esempio tra una coppia di scriccioli e i loro piccoli; o tra membri di un banco di pesci o tra lupi di uno stesso branco di caccia o tra i membri di una tribù di aborigeni australiani. Sono vincoli che si sviluppano all'interno dei campi morfici dei gruppi sociali. Attraverso questi campi, gli individui di un gruppo restano in contatto anche quando si trovano a grandi distanze gli uni dagli altri e comunicano telepaticamente.Abbiamo già visto come questo tipo di comunicazione a distanza permetta ad animali domestici di varie specie di sapere quando il padrone stia rincasando. In certi casi, pare che l'animale sia capace di captare addirittura le intenzioni della persona, ancor prima ch'essa sia partita. Sono doti riscontrabili anche in taluni esseri umani, doti che paiono però svilupparsi meglio nelle società rurali che in quelle moderne e, presso la nostra civiltà urbana, sembrano essere più acute nei bambini che negli adulti. Sia nell'uomo sia negli animali le anticipazioni telepatiche avvengono soltanto quando vi sono forti legami affettivi.Questi intimi legami, sia tra esseri umani sia (ed è quel che importa qui) tra esseri umani e animali, hanno anche un valore affettivo. Gli animali riescono a consolare e curare i loro amici uomini. Anche a grande distanza, capita che queste creature federate in un patto sappiano quando il compagno è in pericolo o sta per morire. E ciò

112 I poteri straordinari degli animalitavviene grazie a una sorta di telepatia in due direzioni: tra uomo e animale e tra animale e uomo.A questo punto non sarà fuori luogo una disamina dei modi in cui le intenzioni, i richiami e i comandi impartiti da una persona agiscono sul compagno animale e, di converso, dei modi in cui quest'ultimo è in grado di agire sul padrone. In alcuni casi, intenzioni, richiami e bisogni sembrano trasmettersi per telepatia, una forma di comunicazione presente nelle comunità di animali allo stato selvatico. Dunque la telepatia ha una storia evolutiva molto antica. È un fenomeno naturale, non soprannaturale, ed è un aspetto importante della comunicazione animale. La telepatia umana va considerata all'interno di questo contesto biologico più vasto.Comincerò ad analizzare qui i modi in cui un animale capta le intenzioni del padrone e quelli con cui il padrone raccoglie quelle del suo animale.Animali che "leggono il pensiero"Non di rado chi ha un animale nota che questi è in grado di leggergli nel pensiero. È possibilissimo che le capacità percettive di un animale domestico dipendano da una combinazione di fattori, come la capacità di leggere il linguaggio del corpo, di capire alcune parole e di imparare le abitudini del padrone. Non è altresì da escludere che riesca a captare un'intenzione direttamente grazie a una sorta di telepatia o risonanza. Come abbiamo visto, certi animali intuiscono intenzioni e sentimenti del padrone a distanza di chilometri; sarebbe dunque sorprendente che non lo facessero quando gli si trovano vicini.Chi ha dimestichezza con gli animali prende la telepatia per scontata, e vi è una messe di aneddoti che illustra la corposa realtà di questi flussi. D'altra parte, gli scettici convinti ritengono che qualsiasi comunicazione che non abbia

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una spiegazione scientifica sia impossibile o troppo improbabile da meritare uno studio serio.L'unico modo per risolvere la questione è esaminare con attenzione le testimonianze di chi possiede animali e poi fare esperimenti che gettino luce sui fatti.Gatti che spariscono prima di andare dal veterinario , ' ;Molti gatti detestano andare dal veterinario. Dozzine di proprietari di gatti mi assicurano che quando è il momento di recarsi all'ap

Captare le intenzioni 113puntamento semplicemente spariscono. Un padrone avveduto cerca di evitare di lasciare indizi, ma per lo più lo sforzo è vano:II gatto sa sempre con ore di anticipo che sto per portarlo dal veterinario, molto prima del momento in cui vado a prendere il cesto in soffitta. Io cerco di comportarmi nel modo più naturale possibile, così che non si accorga di niente, ma per lui sono un libro aperto e si mette a gnaulare perché vuole uscire. (Andrea Kùnzli, Starrkirsch, Svizzera)È un guaio non solo per i padroni, ma anche per i veterinari, che consigliano di tenere il gatto chiuso in casa prima dell'appuntamento, specie se ci sono iniezioni o interventi chirurgici da eseguire. Tuttavia certi animali riescono a scappare lo stesso.È un comportamento frequente? Abbiamo fatto un sondaggio presso le cliniche veterinarie presenti sulle pagine gialle di Londra Nord. Abbiamo parlato personalmente con i medici, con le infermiere, con le segretarie, e abbiamo chiesto se capita che un padrone che deve far visitare il suo gatto telefoni per cancellare l'appuntamento perché l'animale è introvabile. Sessantaquattro ambulatori su 65 hanno risposto che sì, era abbastanza frequente. La sessantacinquesima clinica ci spiegò che avevano abbandonato il sistema della prenotazione per i gatti: i clienti si presentavano senza appuntamento e in tal modo il problema era stato risolto.Benché fosse opinione generale che il gatto è in grado di captare l'intenzione del padrone, le risposte sui modi in cui ciò avveniva furono molto varie:Non è sempre colpa del cesto. I clienti sanno che una volta tirata fuori la gabbia da viaggio non c'è una speranza al mondo di acchiapparli. Loro spariscono prima. I proprietari raccontano che tornano a casa alle cinque e mezzo del pomeriggio e trovano sempre il gatto che li aspetta sullo scalino; invece quel giorno non c'è. Leggono nel pensiero perché, se il padrone è stato fuori tutto il giorno, il gatto non ha potuto leggere il suo comportamento. Le persone dicono: "Non so come mai non sia tornato a casa per la sua pappa della sera. È molto strano". (Segretaria di uno studio veterinario di East Barnet)Certe volte i clienti dicono che vanno a prendere il cesto mentre il gatto è fuori in giardino e che, pur non avendo visto la gabbia, il gatto non compare. Lo aspettano per colazione e lui se ne sta su un albero. Se l'appuntamento è di sera, i padroni escono per andare al lavoro e nel frattempo il gatto si nasconde. (Infermiera di uno studio veterinario di Wembley)Qualche volta scompaiono perché vedono il cesto, ma altre volte non c'è un motivo apparente. Succede abbastanza spesso. È vero che gli animali hanno dei sensi in più che noi non conosciamo molto bene. Non vorrei spingermi a parlare di telepatia, ma di sicuro sono capaci di sintonizzarsi con le

114 i poteri straordinari degli animali9situazioni più diverse. Sanno cogliere i sentimenti e i comportamenti delle persone, ma non mi sentirei di dire che leggono il pensiero. (Veterinario di Iiastcote)Normalmente è difficile, se non impossibile, riuscire a capire come l'animale riesce a captare l'intenzione del padrone quando questi gli è vicino. Sarebbe interessante vedere che succede se il padronedecide di portare il suo gatto dal veterinario quando l'animale non èpresente. Per esempio, se chiamiamo il veterinario dal luogo di lavoro per prendere un appuntamento per la sera stessa, il gatto sarà sì orio sparito quando andiamo a prenderlo a casa? E sparirebbe anche

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se il giorno della visita fosse deciso a caso da una terza persona e ilpadrone venisse avvertito solo al rientro? In questo modo la possibilità che alcuni gatti percepiscano le intenzioni del padrone per viatelepatica sarebbe messa alla prova in via sperimentale. {/Jtre idiosincrasie felineLe visite dal veterinario non sono le uniche cose che un gatto cerr cà di evitare. Alcuni se la danno a gambe anche quando devono prendere una medicina, venir spruzzati con l'antipulci o subire altri trattamenti per cui nutrono antipatia.Il mio gatto Ciggy sa dove tengo il suo cibo e spesso si apposta lì, in attesa del pasto successivo. Ma, se io mi avvicino a quello stipo per prendere lo spray per il pelo, prima ancora che l'abbia in mano lui schizza fuori dalla gattaiola e s'imbosca in giardino. Io non glielo dico mai quando ho deciso di spruzzarlo e ho perfino fatto lo sforzo di pensare a qualcos'altro mentre mi dirigo allo stipo, ma lui mi legge l'intenzione. (Sheila Howard, Wandsworth, Londra)I gatti tendono anche a sparire prima che qualcuno venga a portarli via per sempre. Per molti anni Pauline Westcott di Roehampton nel Surrey ha lavorato in un'organizzazione di soccorso per gatti: li andava a ritirare dalle persone che li trovavano o da chi non li voleva più. Purtroppo, in nove casi su dieci il gatto doveva essere soppresso.Ci capitava continuamente che, andandoli a ritirare previo appuntamento, Per quante precauzioni prendessero i loro ospiti, i gatti erano introvabili. Sparivano pochi minuti dopo la telefonata di segnalazione e anche un po' prima. Solo se una stanza veniva letteralmente sigillata, chiudendo ogni entrata, fessura, buco per la ventilazione eccetera, eravamo sicuri di trovare l'animale. Si sprecavano tempo, benzina e manodopera in quantità tali che il sistema dovette subire più di una modifica. Un gatto non catturato significava inevitabilmente più visite.

115Captare le intenzioniLa capacità del gatto di avvertire un pericolo imminente è di grande utilità per la sopravvivenza, specie per un animale selvatico, perciò si può ritenere che chi possiede questa dote sia favorito nella selezione naturale. Ma sugli animali selvatici abbiamo ancor meno informazioni che su quelli addomesticati.In confronto ai gatti, i cani spariscono o sì nascondono meno frequentemente prima di una visita dal veterinario. Ma spesso lo capiscono quando sono per strada. Ecco, in proposito, la descrizione di Maxine Finn, segretaria in un ambulatorio di Londra Nord:Molti clienti hanno cani che intuiscono la visita dal veterinario. In macchina l'animale comincia a tremare e a uggiolare come se sapesse che è per strada. Capita all'inarca una volta alla settimana che un cliente racconti un fatto del genere. Certe volte tra una visita e l'altra passano anni, eppure lungo il tragitto il cane si mette lo stesso a tremare. Forse si ricordano la strada o forse intuiscono dove li stanno portando.Cani e gatti capiscono in anticipo che stanno per essere sottoposti a un trattamento che gli sta antipatico come il bagno, il taglio delle unghie o la rasatura del pelo.Il giorno in cui portavamo la nostra barboncina Snowy a fare la toeletta (all'inarca ogni mese e mezzo), facevamo di tutto perché lei non lo venisse a sapere, ma non c'era verso: si nascondeva sempre sotto il letto o sotto il pianoforte. Non sono mai riuscita a scoprire come facesse, se non leggendomi nel pensiero. (Sylvia Scott, Goostrey, Cheshire)La risposta più comune alle intenzioni del padrone non riguarda un'idiosincrasia: è l'entusiasmo per la passeggiata.Cani che prevedono la passeggiataLa maggior parte dei cani è entusiasta alla prospettiva della passeggiata e fa grandi feste quando si accorge che il padrone si sta preparando a uscire con lui o se sente la parola "passeggiata". Alcuni escono regolarmente alla stessa ora e a quell'ora scattano in piedi tutti contenti. Per esempio, se l'uscita è prevista dopo la fine di un certo programma televisivo, quando sentono la musica

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dei titoli di coda o vedono che l'apparecchio viene spento, cominciano a mostrare segni di aspettativa. Da questo punto di vista le loro reazioni sono simili ai "riflessi condizionati" studiati dal fisiologo russo I.P. Pavlov, il quale scoprì che se un cane riceveva la carne subito dopo lo squillo di un campanello, associava il suono con il cibo, finché allo squillo metteva in moto la salivazione senza neanche aver visto la carne.

116I poteri straordinari degli animaliMa molti padroni non hanno abitudini così regolari e alcuni hanno scoperto che l'agitazione del cane comincia prima che essi abbiano dato prova visibile della propria intenzione (per esempio mettere il cappotto o prendere il guinzaglio). Ecco un caso:A causa del mio lavoro e degli impegni familiari ho l'abitudine di portare il mio cane Digby a fare la passeggiata a ore diverse, ma lui sembra sempre intuire quando ci sto pensando. Magari se ne sta lì tranquillo, sdraiato, mentre io sto facendo qualcosa in casa e mi viene in mente: "Adesso finisco qui ed esco con Digby". E subito lui salta su e mi segue con quel musino interrogativo e scodinzola. Io non so se lo capisce dal linguaggio del corpo o se mi legge nel pensiero: sta di fatto che può passare anche mezz'ora prima che usciamo effettivamente, ma lui sa che ho quel pensiero in testa. Non mi toglie gli occhi di dosso né si allontana dal mio fianco. È una cosa che mi ha stupito spesso (e anche irritato! Me lo ritrovo sempre sotto i piedi). Penso sempre: "Come fa a saperlo?". (Signora R. Kellard, Abington, Northamptonshire)Molti altri si dichiarano colpiti dall'apparente capacità dei cani di leggere loro nel pensiero, anche quando l'intenzione non viene minimamente manifestata. In banca dati ci sono più di 50 casi. Come la signora Kellard, quasi tutti coloro che ci hanno scritto sono ben consci che a rivelare la loro intenzione può essere il linguaggio del corpo, ma alcuni dichiarano che i loro cani reagiscono anche nel sonno, o senza vederli:; Io non riesco a capire come faccia il mio cane, Ginny, un bastardino che ho da sette anni, a indovinare quando ho deciso di portarlo fuori (insieme con gli altri due cani). Basta soltanto che io ci pensi e lui salta su e fa le feste. È bene che spieghi che i miei animali possono spostarsi liberamente e inv qualsiasi momento all'interno della nostra proprietà. Il seguente è un esperimento che ho fatto più volte. Sincerandomi di non essere vista da lui e che non potesse captare indizi attraverso gli altri sensi, quando pensavo di portarlo a fare la passeggiata lasciavo il cane fuori in giardino e io mi sbarravo dietro porte e finestre. Ma il risultato era sempre quello: era come pazzo di felicità e pieno di aspettativa. Quando mi vesto per andare al lavoro, invece, se ne sta tranquillissimo. Gli altri due cani non sono come lui. (Liliane Hoschet, Cessange, Lussemburgo)Potevo fare qualsiasi cosa oppure niente, potevo star lì a cucire o a preparare una torta, quando improvvisamente mi passava per la testa un pensiero: "Dai, fa' una passeggiata, porta i cani, fuori c'è bello", e i bassotti erano lì ai miei piedi che scodinzolavano. Non potevano saperlo basandosi sulle mie espressioni o sui miei movimenti, visto che capitava mentre erano in giardino, o addormentati. Mi sono premurata di controllare questa possibilità: ma non vi era modo che mi vedessero. Una volta che il pensiero mi era entrato in testa, i cani lo sapevano, qualunque cosa stessero facendo in quel momento. (Mary Rothwell, Arnold, Nottingham)

Captare le intenzioni 117Si possono fare alcuni semplici esperimenti. Il cane può essere tenuto in un luogo in cui non può né udire né vedere né fiutare il padrone, e filmato continuamente con una videocamera. Poi, a un orario scelto a caso, il padrone pensa di portarlo a fare un giro e, dopo cinque minuti, si decide a farlo effettivamente. Dai filmati risulta sì o no che il cane mostra segni di agitazione prima di uscire e dopo che il padrone ha formulato il pensiero di portarlo fuori?

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Alcune prove analoghe sono già state tentate da Jan Fennell di Winterton, nel Lincolnshire, che è una studiosa del comportamento animale e sa perfettamente che un cane impara le abitudini del padrone e le riconosce al minimo segno rivelatore. La signora ha sei cani e aveva già osservato che capivano quando lei stava per portarli fuori in orari inconsueti e quando cercava di non rivelare le sue intenzioni.Per l'esperimento, i cani furono chiusi in una rimessa in giardino, dove furono filmati in continuazione da una videocamera posta su un treppiede e puntata in direzione della porta. Mentre l'apparecchio registrava, in tempi scelti a caso la signora formulava dentro di sé l'intenzione di portare i cani a passeggio. Si registrò in cinque tempi: una volta di mattina, due volte di pomeriggio e due volte la sera.I filmati mostrano che i cani per la maggior parte del tempo se ne stavano in giro o giocavano insieme, e ogni tanto uno rizzava per un attimo le orecchie in reazione a un suono proveniente dall'esterno, per esempio una moto che passava. Ma, nel momento in cui Jan aveva formulato il pensiero di portarli fuori, in quattro filmati su cinque i cani si sono avvicinati alla porta e sono rimasti lì davanti a semicerchio, seduti o in piedi o scodinzolando. Rimanevano in stato di attesa da tre a cinque minuti prima che Jan si facesse vedere e aprisse la porta per farli uscire. Nel quinto filmato non reagiscono in anticipo e mostrano interesse solo 13 secondi prima dell'arrivo della padrona, probabilmente perché l'hanno sentita arrivare.Inoltre, Jan ha eseguito una controprova: è andata a trovare i cani in rimessa senza alcuna intenzione di portarli a passeggio. Mentre si avvicinava, solamente un cane le si è fatto incontro e soltanto 12 secondi prima che lei aprisse la porta. Solo allora gli altri cani si sono alzati, si sono sgranelliti un po', ma sono rimasti sostanzialmente calmi, senza manifestare la tipica gioia che precede una passeggiata.Questi esperimenti pionieristici indicano che il cane è in grado di prevedere l'intenzione del padrone di portarlo fuori in quasi tutti i casi in cui il proprietario non gli è visibile.

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1Cani che sanno quando saranno portati fuori in automobile 3%Alcuni cani sono in grado di prevedere quando il padrone vuole portarli fuori con la macchina. È un fenomeno analogo a quello delle passeggiate. L'abitudine o alcuni indizi percepibili dai sensi possono talvolta spiegare le reazioni dell'animale, ma non sempre. Ecco un esempio australiano:Mia moglie e io usciamo di casa a ore sempre diverse, per andare a fare la spesa o per altri motivi. In genere portiamo il cane in macchina con noi. Prima di partire l'animale si siede accanto al portellone posteriore dell'auto in attesa di entrare nel bagagliaio. Se vado verso l'auto per uscire, il cane si precipita al portellone. Ma se mi avvicino alla vettura con le chiavi in mano perché devo prendere qualcosa che ho lasciato dentro, lui non reagisce. Oggi, mentre eravamo seduti a tavola per colazione, mia moglie mi ha detto che voleva uscire per compere di lì a cinque minuti. Guardando fuori dalla finestra di cucina, ho visto il cane già seduto al suo posto col muso rivolto verso la casa e un'espressione di attesa. Fino a quel momento non ero uscito di casa e non avevo avuto alcun contatto con lui. Non vi era stato assolutamente alcun gesto che avesse potuto rivelare al cane le nostre intenzioni. (Dieter Eigner, Powelltown, Victoria)In banca dati ci sono più di 30 casi del genere, ma non è necessario analizzarli diffusamente, perché non si discostano nel loro complesso da quelli di previsione della passeggiata. Le stesse considerazioni valgono per eventuali esperimenti che eliminino possibili indizi sensoriali normali. Si dovrebbe decidere di usare l'auto in ore sempre diverse e il padrone dovrebbe essere fuori dalla portata della vista, dell'udito e dell'olfatto dell'animale. Le azioni del cane dovrebbero venir filmate con una videocamera a registrazione continua il cui obiettivo fosse puntato sul luogo dove il cane di solito si mette in attesa (nel caso riportato, accanto al portellone dell'auto).

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Animali che sanno quando il padrone sta per uscirePer un animale domestico l'uscita del padrone è un evento di notevole importanza, specialmente se parte per una vacanza o per un viaggio. Molti cani e gatti, a quanto pare, colgono l'intenzione di partire del padrone. Spesso lo capiscono dai preparativi (bagagli eccetera), ma in banca dati vi sono più di 100 persone che ritengono che il loro animale lo capisce anche prima dell'inizio dei preparativi visibili. Un esempio: "II nostro labrador, se un membro della famiglia andava in vacanza, si aggirava per casa con aria disperata con un anticipo di tre o quattro giorni su quello della partenza e prima

Captare le intenzioni 119che si cominciassero a fare le valigie. A partenza avvenuta, ricominciava a vivere normalmente" (Mary Burdett, Blackrock, Manda).Nei quattro sondaggi realizzati da me e dai miei colleghi in Inghilterra e negli Stati Uniti, una delle domande era la seguente: "Secondo voi è vero o no che il vostro animale è in grado di prevedere la vostra uscita di casa prima che cominciate a prepararvi?". La domanda copre un ventaglio di possibilità: partire per un viaggio, uscire con o senza l'animale. In media, il 67 per cento dei padroni di cani e il 37 di quelli di gatti hanno risposto sì (fig. 7.1). È la percentuale più alta di risposte positive che abbiamo avuto a proposito delle capacità percettive degli animali domestici. Tuttavia, sebbene sia la più frequente, è anche la dote più difficile da provare in via sperimentale, perché è complicato tenere lontani cane e proprietario prima della partenza.Animali che sanno quando stanno per ricevere il pastoMolti animali sembrano sapere quando verranno nutriti e spesso mostrano in anticipo una grande eccitazione. L'aspettativa può essere ascritta alla vista, all'udito, all'olfatto o all'abitudine, in risposta a qualche segnale dato da chi prepara il cibo. Ma può darsi dipenda anche da indizi più sottili.80gatti70 60 | 50 "8 40 i£30 20 \ 10 ]LondraRamsbottom Santa Cruz Los AngelesFigura 7.1. Percentuali di gatti e di cani che sanno quando i loro padroni stanno per uscire prima dei preparativi visibili. Il sondaggio è stato eseguito su un campione casuale di famiglie che abitano a Londra e Ramsbottom in Inghilterra; e a Santa Cruz e Los Angeles, in California.

120 I poteri straordinari degli animaliI casi più stupefacenti riguardano non la preparazione dei pastiregolari, ma l'offerta di bocconcini speciali e leccornie.II mio pastore tedesco Maxi più invecchia più pare acquistare doti telepatiche. Basta che io pensi soltanto "salsicce" o "cioccolato" o "biscotti" e luicompare. Lo "sa" anche se si trova in giardino con una porta chiusa di mezzo. Posso aprire il frigo una dozzina di volte, e lui niente; ma poi, se dal frigo prendo salsicce o cioccolato, lui è già alla porta che "bussa" per entrare.(Frank Bramley, Telford, Shropshire)I gatti si comportano in modo analogo. Ecco un esempio fra i molti:Tiger, che era un soriano, aveva l'abitudine di infilarmisi fra i piedi per raccattare i pezzetti di carne che cadevano per terra; fin qui niente di particolare, ma quando cominciavo a pensare di tirar fuori il tritatutto per macinare la carne lui lo capiva (nessuna reazione se lo usavo per frutta o verdura), e mi si cacciava fra i piedi anche se fino a quel momento era stato acciambellato a dormire o fuori in giardino. Tutto questo prima ancora che avessi aperto lo stipo in cui tenevo l'apparecchio e prima che prendessi la carne (sennò avrei supposto che ne aveva sentito l'odore). Semplicemente, pareva

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che mi leggesse nel pensiero, dato che restava indifferente se aprivo lo stesso stipo per prendere un altro utensile. (Joan Hayward, Dorchester)Come fanno a saperlo? In certi casi si valgono di un udito o un olfatto che superano di molto quelli dell'uomo; in altri dimostrano intuizioni telepatiche. La solita alternativa che si è presentata anche nei casi precedenti. Una volta di più, l'unico modo per risolvere la questione è separare l'animale dalla persona così da poter escludere udito, olfatto e vista.CavalliMolte persone che possiedono o custodiscono cavalli ritengono che questi animali sappiano prevedere il momento del pasto, ma è difficile stabilire se intuiscono l'intenzione, se reagiscono per abitudine o se sentono o vedono che il cibo viene preparato e portato. Alcuni padroni vivono a chilometri di distanza dal maneggio o dalle stalle, troppo lontano perché il cavallo possa vederli, fiutarli o sentirli; tuttavia anche in queste circostanze alcuni cavalli sembrano prevedere l'evento, come se sapessero che il padrone è per strada, anche se questi non ha orari regolari.Olwen Way, che vive a Brinkley, vicino a Newmarket, aveva un allevamento e una scuderia di cavalli da corsa e ha al suo attivo molti anni di esperienza nel campo. Adesso tiene un pony di nome Freddy presso la casa del figlio, nel paese vicino, Burrough Green, a

Captare le intenzioni 121quattro chilometri dal suo. Poiché Freddy ha un'arrembatura (un'infiammazione dello zoccolo provocata da un eccesso di ingestione di erba fresca), deve essere tenuto in un recinto sterrato, e Olwen va a Burrough Green tutti i giorni per nutrirlo. La nuora e i nipotini si accorgevano che Freddy si avvicinava allo steccato come in attesa di Olwen prima che arrivasse, nonostante le variazioni di orario.Per un periodo di sei mesi, nei giorni in cui c'era qualcuno in casa che lo potesse osservare, la famiglia Way tenne un diario delle attività di Freddy. Normalmente il cavallino reagiva due o tre minuti prima che Olwen arrivasse con la macchina, ma alcune volte è capitato che lo facesse con otto o dieci minuti di anticipo, cioè nel momento in cui Olwen usciva di casa. Una volta che veniva da un altro paese a venti minuti di macchina Freddy si mise in attesa venti minuti prima. Abbiamo anche filmato il comportamento del pony quando Olwen partiva di casa con un taxi in seguito a una mia telefonata. Freddy prevedeva sempre il suo arrivo, il che esclude la possibilità che reagisse per abitudine o perché sentiva il rumore dell'auto.Scimpanzè pigmeiAbbiamo svolto un'inchiesta presso vari zoo in Europa per sapere se è mai stato notato un comportamento di previsione del pasto nelle scimmie. Nella maggior parte dei casi gli animali ricevono il pasto sempre alla stessa ora ed è dunque difficile distinguere fra abitudine e intuizione. Inoltre, gli animali che vivono negli zoo sono quasi sempre ben nutriti; di conseguenza ben di rado hanno molta fame.La più bella storia di scimmie mi è pervenuta da Betty Walsh, guardiano in capo degli scimpanzè dello zoo di Twycross nel Warwickshire, in Inghilterra. Protagonista uno dei suoi scimpanzè pigmei:Ce n'era una che aveva in mano una lunga canna di bambù con la quale infastidiva il pubblico; volevamo togliergliela. In un sacchetto avevo quattro pasticcini che volevamo mangiarci per merenda con il té, e pensai che gliene avrei dato uno in cambio del bastone. Ma lei vide che ne avevo quattro e ruppe il bastone in quattro parti, una per ciascun pasticcino. Intelligente è dir poco. Ha fatto il calcolo in un secondo spaccato.Qui è impossibile distinguere telepatia, sottili indizi e intelligenza pura. In qualche modo l'animale ha colto l'intenzione del guardiano di premiarla con un dolce in cambio della canna e, visto che le paste erano quattro, ha immediatamente pensato a un sistema per averle tutte.

122 I poteri stmordinari degli animaliNonostante la difficoltà di distinguere la telepatia dall'abitudine, alcune scimmie fanno pensare che riescono davvero a cogliere l'intenzione del loro

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guardiano di nutrirle. Per esempio, Jacqueline Ruys, guardiano in capo all'Apenheul Zoo di Apeldoorn, nei Paesi Bassi, si occupa di tre scimpanzè pigmei. Prepara loro il pasto nel primo pomeriggio in un edificio che dista 100 metri dalla loro gabbia. Tra la gabbia e l'edificio vi sono un'altra costruzione e alcuni alberi. Il pasto di solito viene portato fra le tre e le cinque del pomeriggio, ma non a un'ora precisa:Quando mi allontano dal nostro edificio con il secchio del cibo in mano, gli animali non riescono a vedermi, ma i maschi si mettono a urlare. Cominciano quando ho un piede fuori dalla porta. Ma non urlano quando esco per buttare un secchio di immondizia nel bidone che sta fuori, e non ho il cibo. Entro ed esco di lì una cinquantina di volte al giorno. Non so come facciano, ma sanno sempre quando sto arrivando col cibo.Situazioni di questo tipo sono suscettibili di sperimentazione con registrazioni filmate e orari scelti a caso. Poiché l'arrivo del cibo è un evento centrale nella vita di tutti gli animali, la sperimentazione potrebbe estendersi a una grande varietà di specie, e si potrebbe così stabilire quali sono in grado di creare un legame con i guardiani umani e di rispondere telepaticamente alle loro intenzioni. Qui, come altrove, vi è un grande spazio potenziale per la ricerca empirica.

VITIRichiami e comandi telepaticiNel capitolo precedente abbiamo esaminato i modi in cui alcuni animali rispondono alle intenzioni umane indipendentemente dalla volontà o da un impegno deliberato di chi se ne cura. Vediamo invece che succede se interviene la volontà.Quando il padrone chiama un animale o gli impartisce un comando, intende influenzarne il comportamento. Chi chiama un gatto desidera che esso si avvicini. Un pastore vuole che il suo cane raccolga le pecore. Un'amazzone vuole che il suo cavallo salti una siepe. Attraverso richiami e comandi, l'uomo chiede all'animale una prestazione. Talvolta richiami e comandi seguono canali telepatici nei due sensi: da persona ad animale e da animale a persona.A quanto pare la telepatia corre anche attraverso il telefono. Alcuni cani e gatti sembrano sapere quando il padrone chiama o sta per chiamare. E anche a molti esseri umani, a quel che risulta, capita di sapere chi chiama ancor prima di aver alzato il ricevitore.Le esperienze telepatiche con animali sono frequenti?Fra coloro che lavorano con cani o cavalli, l'esistenza di flussi telepatici è data per scontata. "Nessuno può dubitarne se è in possesso delle proprie facoltà mentali" dice Barbara Woodhouse, espertaaddestratrice di cani che vive in Inghilterra: *Dovreste sempre tener presente che il cane conosce i vostri pensieri grazie a un affinatissimo senso telepatico, ed è inutile pensare una cosa e farne un'altra; non è possibile fregare un cane. Se volete parlargli, dovete farlo con la mente e con la forza di volontà, non solo con la voce. Io comunico i miei desideri con la voce, con la mente e con l'amore che ho per gli animali... Il cervello di un cane è talmente veloce a captare un pensiero che nel mo

.iti

124 I poteri straordinari degli animalimento stesso in cui l'avete formulato gli è già entrato in testa. È un fatto che mi rende la vita difficile quando tengo un corso di addestramento con i padroni, perché il cane obbedisce alle mie intenzioni prima che la mia bocca abbia avuto il tempo di impartire il comando agli uomini.1Quando cominciai a interrogare sull'argomento varie persone che tengono animali in casa, addestratori, non vedenti che hanno un cane guida e frequentatori di maneggi, venni a sapere che le opinioni di Barbara Woodhouse sono ampiamente condivise. Più tardi venne la conferma dei sondaggi.I miei collaboratori e io abbiamo lavorato su un campione casuale di famiglie in Inghilterra e negli Stati Uniti. Fra le domande che rivolgevamo a chi possedeva un animale vi era questa: "Ritiene sì o no che il suo animale comprenda i suoi

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pensieri o risponda a comandi non espressi in parole?". Il 48 per cento di proprietari di cani e il 33 di padroni di gatti ha risposto sì.2C'era anche un'altra domanda: "Ritiene sì o no che talvolta il suo animale abbia con lei rapporti telepatici?". In linea di massima, il modello delle risposte è stato assai simile a quello sui pensieri e i comandi silenziosi. Il 45 per cento di padroni di cani e il 32 di quelli di gatti pensa che le reazioni dei propri amici animali non dipendano soltanto dai sensi, ma anche da flussi telepatici.3Facemmo domande anche su esperienze con animali avuti in pre^ cedenza: "Ritiene sì o no che animali da lei conosciuti in passato avessero doti telepatiche?". Il 45 per cento di coloro che possedevano animali in quel momento, e il 35 per cento di chi invece non ne teneva hanno risposto sì.4In base a questi sondaggi risulterebbe che almeno un terzo della popolazione adulta ritiene di aver avuto in passato, o di avere attualmente, collegamenti telepatici con animali. In Inghilterra si tratterebbe di 15 milioni di persone e negli Stati Uniti oltre 65 milioni!Quali sono le esperienze che inducono tanti a pensare che i loro amici animali siano in grado di rispondere loro telepaticamente? Ho già esaminato i modi in cui un animale sembra afferrare le intenzioni del padrone e intuire quando questi si trovi in stato di pericolo. Ora mi occuperò di vari tipi di richiami e comandi.Chiamare un gattoDi tutte le esperienze apparentemente telepatiche descritte da chi ha un gatto, quella di chiamarlo a sé mentalmente è una delle più comuni. Per esempio, Nancy Arnold di Kalamazoo, Michigan, ne ha

Richiami e comandi telepatici 125cinque, e nota spesso che quando sono fuori di casa "Mi basta soltanto pensare a uno dei gatti, e dopo un minuto al massimo quello compare alla porta. È un fenomeno telepatico che prendo per scontato". Rona Hart viveva a Gerusalemme; mentre era al lavoro lasciava uscire la sua gatta, Tiger, la quale se ne andava in giro libera per i campi e i giardini dei dintorni. Quando la signora rincasava, Tiger spesso le veniva incontro, ma quando non si presentava Rona andava fuori a chiamarla per farla rientrare. "Cominciai ad accorgermi che qualche volta Tiger si faceva viva senza che mi toccasse uscire. Presi atto che il solo pensarla era più efficace che chiamarla."Ecco un altro esempio, riportato da Pauline Bamsay di Port Talbot, nel Galles, la quale è convinta che il suo gatto abbia poteri telepatici.Quando lui non c'è e mi pare che sia stato via per troppo tempo, è sufficiente che io pensi "Dai, Leo, vieni a casa" e in pochi minuti, certe volte anche in meno di uno, a seconda della distanza alla quale si trova, lui appare. Di solito gira per i giardini dei vicini e frequenta anche un'area dismessa proprio dietro il nostro. E il suo terreno di caccia. Se sono lì fuori e penso "Dove sei, Leo?" lui mi lancia un richiamo e nello stesso tempo si avvicina. Se sono in casa, salta dentro dalla gattaiola della porta posteriore miagolando forte e addirittura sale le scale per cercarmi. Proprio ora, mentre scrivo questa lettera, lo osservo acciambellato sul tetto del nostro garage che dorme. Penso "Ah, sei lì, Leo". Quasi immediatamente si sveglia, si alza e mi guarda diritto attraverso la finestra, che è all'inarca a quattro metri di distanza dal garage. Poi, dopo un momento, si volta e, attraversando il tetto, si dirige verso l'area dismessa!C'è chi ha fatto esperienza di un flusso telepatico inverso: è il gatto, a quanto pare, a chiamare il padrone, come spiegherò più avanti in questo capitolo.CaniQuando si addestra un cane, come animale da lavoro, per i concorsi di agilità o di obbedienza o semplicemente come animale da compagnia, di solito il padrone gli sta vicino; è dunque difficile distinguere gli effetti di una comunicazione mentale diretta da quelli dovuti alle normali percezioni e all'addestramento. La maggior parte degli addestratori si concentra sui risultati, senza stare a pensare per quali vie comunichino cane e padrone.

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Alcuni cani da lavoro sanno sempre che cosa devono fare, anche quando sono lontani dal padrone. Ma anche in questo caso è difficile sapere precisamente che cosa accada. Raymond MacPherson di

126 I poteri straordinari degli animali*Brampton, Cumbria, partecipa sovente, e con successo, ai concorsi per cani da pastore, ed è il vincitore dell'International Supreme Championship. Egli è convinto della grande intelligenza dei suoi border collie. Ma la loro capacità di prevedere le sue intenzioni è dovuta all'intelligenza e alla conoscenza dei meccanismi del lavoro da svolgere o alla telepatia?Se il vostro cane ha un cervello e un istinto che lo porta a raccogliere un gregge, riuscirà a fare moltissimo per conto proprio, senza bisogno di comandi. Assistendo a una gara si capisce soltanto una parte di quello che i cani da pastore sanno fare. Quando si va fuori, sulle colline, nel lavoro quotidiano con le pecore, allora sì ci si accorge di quanto siano bravi. Lavorano lontano dalla vista del padrone e capita che si debbano allontanare, magari anche di cinque chilometri: un solo cane è in grado di lavorare con un numero di pecore che va da tre o quattro fino a 500, e qualche volta anche di più. È possibile creare un legame straordinario con questi animali, che sono capaci di prevedere che cosa desiderate prima ancora che gliel'abbiate ordinato. La dolcezza è il modo migliore di stabilire un buon rapporto con un cane.Come al solito, per distinguere fra l'incidenza di eventuali indizi captati dai sensi e l'influsso mentale diretto, sarà bene creare situa/ zioni in cui né la routine né una comunicazione normale possa fornire una spiegazione plausibile. Alcuni cani, così come i gatti, sanno rispondere a richiami silenziosi e vengono dai loro padroni se questi lo richiedono. Gli esempi più spettacolari in questo senso riguardano cani che sono fuori di casa e molto lontani dai padroni.Eric LeBourdais ha abituato la sua golden retriever a rispondere a un fischietto: in questo modo l'animale godeva di una notevole libertà di movimento. Un giorno (la cagna aveva circa un anno) l'uomo si ricordò improvvisamente di avere un impegno in casa. L'animale si trovava a circa quattrocento metri da lui. Stava per infilarsi la mano in tasca per prendere il fischietto; ma nel momento in cui aveva formulato il pensiero essa aveva alzato il capo esattamente come se avesse fischiato e si era diretta verso di lui. L'uomo rimase sorpreso, ma pensò a una coincidenza. "Però, man mano che passavano gli anni, fatti del genere si ripeterono dozzine di volte, tanto da farmi pensare che non si trattasse affatto di coincidenza. Non ci fu mai un gesto da parte mia, niente di "normale" che avrebbe potuto fornire una spiegazione. Capitava talora che, quando cominciavo a pensare di rincasare, lei fosse completamente fuori dalla mia vista. Ogni volta si dirigeva diritta verso di me, come chiamata."Nel caso di cani da lavoro o che siano abituati a rispondere a rit chiami, l'animale già conosce il comando. L'effetto telepatico riguar*

Richiami e comandi telepatici 127da i tempi. Ma i casi più straordinari sono quelli in cui la persona, con la forza della propria mente, ordina al cane di eseguire un compito che esula da quelli abituali; in questi casi la comunicazione mentale è più precisa e specifica. Ecco l'esempio di un cane da compagnia che risponde ai comandi silenziosi della sua padrona, Janet Penney, che vive in Cornovaglia:Un giorno che il mio cane dormiva saporitamente, io mi misi a bella posta a pensare: "Svegliati, e portami la tua palla azzurra, quella grossa, che andiamo a giocare in giardino". Maggers si svegliò, si diresse al contenitore dei suoi giocattoli, si mise a grattare per tirar fuori la palla azzurra grande (che non gli era mai piaciuta!), me la portò e andò verso la porta posteriore (no, non gli scappava la pipì!). Un giorno, verso la fine della sua vita, aveva lasciato in giro tutti i suoi giocattoli e io ci inciampavo sopra (sono un poco malferma; molto artritica). Non ho detto una parola (il povero cane stava dormendo), ma ho pensato come sarebbe stato bello che lui si mettesse via i suoi giocattoli. Quando discesi lui era in mezzo al salotto accanto al recipiente dei giocattoli con tutti i giocattoli dentro!

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Questo tipo di comunicazione telepatica è stata studiata sperimentalmente da Vladimir Bechterev, eminente neurofisiologo russo, ora scomparso.5 Benché il suo lavoro risalga a molti anni fa, che io sappia è l'unico studio riportato dalla letteratura scientifica su questo argomento.Gli esperimenti di Vladimir BechterevBechterev, scienziato di pregevole curiosità e apertura mentale, rimase affascinato da un numero eseguito da un cane in un circo a San Pietroburgo: un fox terrier di nome Pikki apparentemente rispondeva ai comandi impartiti mentalmente dal suo addestratore, W. Durow. Durow spiegò a Bechterev che il suo metodo consisteva nel visualizzare dentro di sé l'azione ch'egli desiderava vedere eseguita (prendere un libro dal tavolo, poniamo) e poi tenere fra le mani la testa del cane guardandolo negli occhi.Io fisso nel suo cervello quello che poco prima avevo fissato nel mio. Gli metto davanti mentalmente il pezzo di pavimento che porta al tavolo, poi le gambe del tavolo, poi la tovaglia e infine il libro. Poi invio il comando o per meglio dire l'impulso mentale: "Va'!". Lui si strappa da me come un automa, si avvicina al tavolo e prende il volume con i denti. L'operazione è stata eseguita.Bechterev e altri suoi colleghi scoprirono che Pikki recepiva gli ordini anche da loro, perfino in assènza di Durow. Fecero una serie di

128 I poteri straordinari degli animalinprove in modo da escludere la possibilità di dare involontari suggerimenti con gli occhi, con la testa o con movimenti del corpo. Bechterev fece anche esperimenti con il proprio cane e scoprì che anche lui rispondeva a comandi silenziosi. Concludeva:1. Il comportamento degli animali, in specie quello di cani addestrati all'obbedienza, può essere influenzato direttamente dal pensiero.2. Questa influenza può funzionare anche senza contatti diretti tra coluiche impartisce gli ordini e il cane che li riceve, come nel caso in cui i due fossero separati da paraventi di legno o di metallo, o bendati ecc.3. Ne consegue che è possibile che il cane subisca influenze dirette senzache vi sia alcun segnale esterno che lo guidi.6Bechterev riteneva che i suoi esperimenti fossero solo un inizio cui occorreva dar seguito. "Sarebbe di grande importanza poter studiare non solo le condizioni che presiedono al trasferimento dell'influsso mentale da chi lo emette a chi lo percepisce, ma anche le condizioni necessarie sia per l'inibizione sia per l'esecuzione dei comandi. L'interesse di tali studi sarebbe non solo pratico, ma anche teorico." Sfortunatamente il lavoro da pioniere di Bechterev non ha avuto seguito e questo auspicio si può ripetere oggi: la situazione è la stessa di quando egli lo formulò più di 75 anni fa.7Cani guidaFra gli animali che lavorano più a contatto con gli esseri umani ci sono i cani guida per ciechi. Ho voluto informarmi se alcuni non vedenti avessero notato nel loro cane una tendenza a cogliere le loro intenzioni in anticipo sul comando verbale o gestuale. Con l'aiuto dell'associazione inglese dei cani guida per ciechi, Jane Turney e io abbiamo intervistato sull'argomento più di 20 padroni. Abbiamo inoltre ottenuto molte informazioni interessanti dalle risposte al nostro appello pubblicato in "Forward", rivista inglese in braille rivolta a chi possiede un cane guida.Soltanto pochi non avevano notato nulla; tutti gli altri risposero positivamente, facendo notare che la comunicazione telepatica dipende dal grado di intimità che si crea con l'animale e che alcuni cani vi erano più portati di altri. Anche a un cane molto dotato in questo senso può capitare di non azzeccarci tutte le volte:Paxton, un labrador nero, è il secondo cane che ho. Mi ci sono voluti due anni per abituarmi a lui. Ma ora mi accorgo che spesso raccoglie segnali che io non ho espresso ad alta voce. Magari penso "Qui dobbiamo andare a destra", e lui ci va anche se io non ho detto niente. Ha molto intuito per quel

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che io penso e sento. Certe volte l'ho messo alla prova: a bella posta formulavo dentro di me il pensiero della direzione da prendere, ma cercavo di camminare più diritto che potevo: lui capiva lo stesso. Non sempre però; certe volte è più in sintonia, altre meno. Capita che sia distratto o che io non pensi con sufficiente chiarezza e che il mio comando non gli arrivi con precisione. (Sarah Craig, Bridgend) .I casi più sorprendenti sono quelli dì cani che percepiscono un'intenzione che il padrone non vuole mettere in pratica immediatamente. Per esempio Mike Mitchinson, che abita a Bath, stava camminando da casa sua diretto a un certo negozio; una passeggiata d i venti minuti circa. Lungo il tragitto doveva passare davanti allo studio del suo dentista. "Mi ricordo di aver pensato, all'inizio della via dove c'è l'ambulatorio: "Non devo dimenticare l'appuntamento di giovedì mattina alle 10" (era lunedì). Poi continuai a camminare tranquillo, senza badare a dove ci stavamo dirigendo. Immagini la mia sorpresa quando mi son trovato a svoltare tutto a sinistra e a percorrere un vialetto di ghiaia! Sì, eravamo dal dentista." Analogamente, John Collen, di SouthendonSea, una mattina passò davanti ad alcuni negozi, pensando che nel pomeriggio avrebbe fatto un salto dal fruttivendolo per prendere delle mele, ma il cane lo guidò subito al negozio. "Dissi al padrone che ci avevo soltanto pensato, perché non avevo voglia di portarmi in giro le mele e che sarei tornato nel pomeriggio, ma per Pedro il fatto che ci avessi pensato, così, di passata, era stato sufficiente."Può essere che il cane reagisca a un mutamento nel passo o a una tensione del guinzaglio? Molti di quelli che ci hanno inviato informazioni hanno vagliato questa possibilità e tra questi il padrone di Pedro. "Io sono completamente cieco, non riesco a vedere il cane e non posso essere sicuro della direzione che ho preso. Non sono in grado di dare indicazioni sulla strada da percorrere o su quando fermarci o ripartire; io mi limito a camminare e a pensare, ed è per questo che ritengo che lui reagisca a stimoli che non sono visibili o materiali." Peter Neely di Kumnock in Scozia è giunto a conclusioni simili:Quando lavoro con Sam, il labrador nero che mi fa da guida ormai da due anni, ho la precisa sensazione che esista un vincolo telepatico, perché lui sa sempre da che parte voglio andare. Sembra prevedere quando cambio idea per strada. Ritengo che se hai un cane guida, è in più ami i cani, si crei un legame, una sorta di cordone ombelicale invisibile: i sentimenti tuoi e quelli del cane viaggiano su e giù per il guinzaglio. Qualcuno potrebbe dire che inconsciamente tu dai una pressione diversa al manico e che il cane se ne accorge, ma io, in tutta onestà, non credo che sia così.

130 I poteri straordinari degli animaliNaturalmente sono opinioni, ma le opinioni di chi ha al suo attivo anni di esperienza con cani guida valgono di più di quelle di chi non ha esperienza alcuna. Tuttavia, dal momento che effettivamente c'è il contatto fisico attraverso il guinzaglio, è difficile distinguere possibili sottili indizi sensoriali da eventuali flussi telepatici, e non sono stato capace di pensare a un esperimento fattibile da eseguirsi con un cane guida che possa escludere in modo definitivo la possibilità di movimenti inconsci da parte del padrone.Cavalli eJChi monta a cavallo sente in genere un legame profondo, fisico, mentale ed emotivo con il proprio animale. E talora ha la sensazione che il cavallo percepisca i suoi pensieri. Per esempio: "Sono in passeggiata con la mia cavalla e stiamo andando al passo; a un certo punto mi dico: "Quando arrivo a quell'albero la metto al trotto" e, come se mi avesse letto nel pensiero (e fino a quel momento non ho dato consciamente alcun segnale con il corpo), lei si mette a trottare. Mio marito e mia figlia hanno esattamente la stessa sensazione con i loro cavalli". (Andrea Kùnzli, Starrkirch, Svizzera) Molti cavalieri esperti prendono per scontate queste capacità. Ecco invece un resoconto di un'amazzone con meno esperienza:Montare Kazan era diventata un'impresa snervante, perché temevo sempre che s'imbizzarrisse. Poi cominciai a comunicare con lui telepaticamente. Tutto ebbe

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inizio quando decisi di attraversare un ponte di legno bianco. Prima non ci aveva voluto metter sopra neanche uno zoccolo; così quella volta mi sono figurata nel pensiero l'immagine di lui che con calma e al passo attraversava il ponte con me in groppa. Ha funzionato! Ci siamo avvicinati, abbiamo imboccato il ponte e l'abbiamo varcato senza un'esitazione. Urrà! Rimasi così colpita dal mio successo che cominciai a usare la telepatia per tutto il mio addestramento quotidiano con il cavallo. Quando voglio che Kazan salga nel suo trailer, io me lo vedo con gli occhi della mente, ed ecco che lui ci entra. (Lisa Chambers, Chico, California)Come per i cani guida, anche per i cavalli è difficile distinguere fra le influenze telepatiche e i segnali inconsci come lievi cambiamenti della tensione muscolare. "Quando si monta un cavallo molto ben addestrato o che si conosce molto bene, viene la tentazione di pensare che l'animale riceva da noi messaggi telepatici. Ma è probabile che il cavaliere compia movimenti impercettibili che il cavallo interpreta come ordini da eseguire."8 Tuttavia ci dev'essere una ra

Richiami e comandi telepatici 131gione (ancora sconosciuta) per cui fra molti esperti cavalieri è tanto diffusa la sensazione che la telepatia sia un fenomeno reale.Uno dei pochi a portare avanti esperimenti sulla comunicazione mentale con i cavalli è stato Harry Blake, addestratore inglese famoso per il suo metodo per "ingentilire" i cavalli. Egli lavorava non con il metodo tradizionale, che consiste nel "domare" un cavallo, ma, al contrario, cercando di stabilire con l'animale un'empatia. (Un metodo non dissimile dal "sussurrare ai cavalli" e dalle tecniche dell'addestratore americano Monty Roberts.9) Egli ha riassunto il suo lavoro di ricerca in un libro, Parliamo con il cavallo: uno studio sulla comunicazione tra l'uomo e il cavallo.1(r)Blake ideò una serie di esperimenti che eseguì con un cavallo di nome Cork Beg. Nella fase preliminare mise a una distanza di una decina di metri due secchi, uno dei quali conteneva cibo e l'altro era vuoto, e guidò l'animale verso quello pieno "mediante il solo uso della telepatia". "Dopo pochi giorni l'animale si diresse diritto al secchio che gli indicavo io e così fece per quindici giorni." Seguì l'esperimento vero e proprio, nel quale al cavallo venivano proposti due secchi contenenti la stessa quantità di cibo. Per le prime cinque mattine Blake lo mandò una volta a destra una volta a sinistra, e poi per quattro volte di seguito al contenitore di sinistra.La nona mattina fu la volta dell'esperimento più difficile di tutti. Per quattro volte di seguito aveva fatto colazione dal secchio a sinistra e al nono volli che usasse il destro. Con mio grande sollievo vi si recò senza esitazioni. Con questo successo alle spalle, il mattino successivo, il decimo, avrebbe dovuto nuovamente cibarsi dal contenitore a destra, l'undicesimo dal sinistro e il dodicesimo dal destro. Ogni volta il cavallo si recò al contenitore da me scelto.11Dal momento che il cavallo vedeva il suo addestratore, è impossibile escludere impercettibili suggerimenti espressi con il linguaggio del corpo, come nel caso di Hans, l'intelligente. Ma Blake ha condotto esperimenti di telepatia anche tra cavallo e cavallo, durante i quali teneva gli animali in edifici separati, per escludere la possibilità di suggerimenti da parte dell'addestratore o dell'altro cavallo. Esamineremo questi esperimenti nel capitolo IX.Comunicazione a due sensiSe è vero che questi legami tra animali e persone esistono, sarebbe assai sorprendente che permettessero soltanto una comunicazione a senso unico e non in entrambe le direzioni.

132 I poteri straordinari degli animaliHo raccolto più di 1500 testimonianze di influenze telepatiche o parapsicologiche di uomini su animali e 73 casi inversi. L'uomo sembra meno sensibile dei suoi amici animali oppure è meno attento al fenomeno. Tuttavia 73 non sono pochi ed è probabile che anche altre persone che non mi hanno scritto abbiano avuto esperienze del genere.Di questi 73 episodi, 10 riguardano casi di morte o di incidente avvenuti a grande distanza. Ne ho parlato nel capitolo VI. Per ciò che concerne i rimanenti

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63, si tratta quasi sempre di richieste silenziose di aiuto e quasi tutte hanno per protagonisti i gatti.Gatti che chiamanoI gatti hanno un talento speciale per ottenere con sistemi raffinati ciò che vogliono dall'uomo. E c'è chi da per certo che lancino richiami telepatici. Il caso più comune è quello del gatto che è fuori casa e chiede di entrare.David, mio marito, scoprì di sapere quando Suzie era fuori in giardino e voleva entrare. La prima volta che accadde fu una domenica mattina; noi eravamo a letto a leggere i giornali. David disse d'un tratto "Suzie vuole entrare", si alzò dal letto, scostò le tendine e vide la gatta seduta sul pilastro del cancello, che fissava assorta la nostra finestra. Dopo ci feci l'abitudine: David andava ad aprirle la porta davanti o di dietro, ma io non l'ho mai sentita miagolare o grattare alla porta. Lui diceva soltanto che la gatta lo "influenzava". (Sonya Porter, Woking, Surrey)Alcuni padroni sanno non solo quando un gatto vuole entrare, ma anche qual è il gatto che sta lanciando il richiamo silenzioso. Laura Meursing ne aveva sei, e aveva una grande proprietà in Belgio: "I gatti stavano spesso in giardino ma, se uno di loro voleva entrare, io lo sentivo e sapevo anche chi era". E un gatto francese di nome Minet chiama telepaticamente la sua padrona anche quando lei sta dormendo. "All'improvviso so che lui è lì, dietro la porta, perché l'immagine di lui, nella posizione in cui lo troverò, mi si impone nella mente, arrivando perfino a svegliarmi, se è necessario. Non vi è richiamo, né miagolio o altro segnale. Tutto avviene nel silenzio" (Mme G. Woutisseth, Vanves, Francia).Anche alcuni proprietari di cani hanno avuto esperienze analoghe. Ecco l'esempio di Lydia Arndt, di Riverside, California: "Capita che uno dei miei alani, una femmina, rimanga fuori casa, e che quando vuole entrare mi "ordini" di dirigermi alla porta posteriore. Anche se mi trovo dall'altra parte della casa, lei si concentra a tal

, Richiami e comandi telepatici 133punto su questo pensiero che mi tocca piantar lì tutto e andare ad aprirle. E la storia si ripete parecchie volte al giorno".Richiami di gatti smarritiNon di rado i gatti abituati a vivere liberi si perdono, sovente perché finiscono chiusi per sbaglio nel garage o nelle rimesse dei vicini. Alcuni proprietari di gatti hanno scoperto di essere capaci chissà come di indovinare dove sia il gatto perduto. Per esempio, Salomone, gatto siamese di Whittlesey, nella contea di Cambridgeshire, era un vagabondo e gli capitava spesso di finire chiuso da qualche parte. Quando a sera non si era fatto vedere, alla sua padrona, Celia Johns, toccava andarlo a cercare. "Non sapevo mai dove fosse, ma venni a scoprire che se mi mettevo sulla soglia della porta di dietro e mi concentravo, invariabilmente mi dirigevo dalla parte giusta."Alcuni aneddoti a proposito di gatti perduti e ritrovati sono addirittura drammatici e sembrano mostrare con quanta intensità riescano ad attirare il padrone verso di sé. Ma spesso succede dopo lunghe ricerche inutili, in cui il padrone sì dirige qua e là a casaccio. Ecco un caso:In giugno Solitaire, il più giovane dei nostri gatti, sparì. La cercammo senza successo. Il terzo giorno sentii improvvisamente dentro di me che dovevo andare subito fuori; mi precipitai su per la strada e girai in Fir Close. Mi diressi alla seconda casa sulla destra e suonai. Mi aprì un signore; gli chiesi scusa del disturbo e gli raccontai della mia gatta perduta. Mi assicurò di non averla vista. Gli chiesi se potevo andare a vedere nel giardino dietro la casa, perché mi sarei sentita meglio. Egli mi ci condusse e io chiamai: "Solitaire, Solitaire". Immediatamente arrivò in risposta un sonoro miagolio. Seguii il suono finché raggiunsi la montagnola dei rifiuti del giardino. Vi era un buco in cima; guardai dentro e vidi il muso della mia gattinà che mi guardava di sotto in su da una profondità di circa un metro. Era rimasta incastrata e il collo era piegato ad angolo... La riportai a casa tutta festante. (Martha Lees, Fleetwood, Lancashire)In altri casi il padrone si dirige non a piedi bensì in macchina dove sente la presenza del gatto. Nell'esempio che segue, come in quello precedente, il

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presentimento non è avvenuto subito, ma solo dopo che i luoghi più probabili erano stati perlustrati. Whisky era fuggita da una pensione per gatti nello Yorkshire mentre i familiari erano in vacanza. Al loro ritorno due settimane più tardi, essi vennero a sapere che era andata smarrita poco dopo la loro partenza. La padrona si mise a cercarla per tutto il paese, chiedendo in tutte le ca

134 I poteri straordinari degli animali*se e anche al pub. Molti avevano visto un gatto vagabondo, ma nessuno sapeva dove fosse.Tutto questo portò via molto tempo ed era sceso il buio; sembrava che non ci fosse altro da fare che tornare a casa e riprovarci il mattino seguente. Mi ero allontanata di un chilometro e mezzo, quando d'un tratto mi sentii obbligata a tornare al villaggio senza por tempo in mezzo. Seguii il mio impulso e svoltai in una via senza uscita che portava soltanto a una cisterna. La percorsi per setteottocento metri e fermai l'auto. Scesi e mi misi a chiamare: "Whisky". Immediatamente udii un miagolio e lei, con un balzo sopra a un muro, si materializzò da un campo. (Catherine Forrester)Come fanno i gatti ad attirare verso di sé i padroni? È un fenomeno correlato a quello di ritrovare i padroni, che esamineremo in dettaglio nel capitolo XIII.Cani in pericolo hLa maggior parte delle testimonianze su cani in grado di influenzare il padrone a distanza riguardano situazioni di grande pericolo. Ecco un esempio:Un giorno ero al lavoro e cominciò un acquazzone con un temporale. Mentre stavo lì mi sentivo sempre più nervosa; alla fine ero agitatissima. Non riuscivo a tenermi. C'era qualcosa che non andava. Di solito non chiedo permessi sul lavoro, ma mi decisi a chiedere al mio principale se potevo assentarmi per il pomeriggio perché non mi sentivo molto bene. Mentre percorrevo il tragitto di ritorno a casa sentivo che Eric, il mio pastore tedesco, stava male, stava perdendo sangue. Non appena a casa mi precipitai verso il patio sul lato posteriore. La finestra era in frantumi. Per lo spavento Eric aveva colpito il vetro con la zampa e i cuscinetti delle zampe anteriori erano stati recisi dalle schegge. Sanguinava copiosamente. Io credo che, avendo bisogno di me, mi abbia chiamato nell'unico modo che conosceva: telepaticamente, sapendo che io sarei arrivata. (Dolores Katz, Deming, New Mexico)Capita talora che la persona sia presa da angoscia ma non l'associ al cane. Per esempio, Jill Andrews era al lavoro nel suo ufficio di Exeter, quando provò "uno strano malessere fisico" che non riusciva a spiegare. Sentì l'urgenza di tornare a casa (una distanza di un paio di chilometri) perché temeva si trattasse della vecchia madre. Quando arrivò a casa, costei la accolse dicendo: "Come hai fatto a saperlo?". Il loro boxer di dieci anni aveva avuto un colpo ed era paralizzato. "Sono sicurissima che si era messo in contatto con me. Stava molto molto male e purtroppo di lì a poco dovette essere soppresso."

Richiami e comandi telepatici 135" In alcuni casi il senso di malessere avvertito dalle persone provieI' ne da un animale in punto di morte. Ne ho parlato nel capitolo VI.Cavalli, mucche e altri animali in pericolo ;La capacità di comunicare una situazione di pericolo non è limitata soltanto a cani e gatti. Una signora svizzera che allevava pecore mi ha raccontato che una notte si svegliò con un forte impulso a recarsi all'ovile e vide che una delle femmine aveva appena partorito. È convinta di essere stata "chiamata", perché non aveva l'abitudine di svegliarsi in questo modo e di andare nell'ovile nel cuore della notte.L'addestratore di cavalli Harry Blake ebbe un'esperienza simile con una mucca. Racconta che dorme come un sasso, ma una notte si svegliò con una violenta sensazione di disagio, e si recò fuori, dai suoi animali. La mucca stava partorendo, un parto podalico, ed era in difficoltà. Più tardi, ripensandoci, capì di essere stato inconsciamente attratto verso la stalla. Premonizioni del genere gli capitarono anche con cavalli, tra i quali uno al quale era particolarmente affezionato, che lo svegliò alle tre di notte. "Semplicemente

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sapevo che qualcosa non girava per il verso giusto e andai a trovarlo: scoprii che era in preda a una violenta colica."12Anche altri riferiscono episodi con cavalli, nei quali la sensazione che l'animale è in pericolo è corredata di precise informazioni. Charles Craig, per esempio, si svegliò una notte pieno di angoscia e di apprensione: si vestì e scese al piano di sotto. Prese un tronchese e una torcia elettrica, si mise gli stivali e uscì nell'oscurità più profonda; percorse ottocento metri circa, e si diresse senza esitazione al punto preciso in cui la sua cavalla preferita era rimasta intrappolata in un filo spinato in mezzo a un acquitrino. L'uomo racconta che, nello scendere le scale, sapeva "esattamente dove fosse e che cosa le fosse successo" perché lo vedeva "con l'occhio della mente".13C'è anche il caso di chi ha risposto al richiamo di un animale che nemmeno conosceva. A Lucy Crisp fu chiesto di dar da mangiare ai gatti di certi suoi vicini che partivano per le vacanze. Il primo giorno, mentre lasciava la casa dopo aver nutrito i gatti, percepì uno strano malessere che il giorno successivo si fece più intenso: andò sul retro della casa, dove trovò una gabbia nella quale c'erano due conigli disperati, che non avevano mangiato né bevuto per parecchi giorni. "Non ho idea di come abbiano fatto a inviarmi il loro appello" dice Lucy.

Comunicatovi con il mondo animale :*Oltre alle comunicazioni tra gli animali domestici e i loro padroni, nelle società tribali c'è una lunga tradizione di comunicazione sciamanica. Uno dei poteri degli yogi indiani si dice fosse la comprensione dei "versi di tutte le creature".14 Di alcuni fra i santi cristiani più amati, per esempio san Francesco d'Assisi e san Cutberto, si tramanda che sapessero intendere il linguaggio degli animali e comunicare con loro. E ci sono sempre stati guardiani e addestratori in straordinaria sintonia con i loro animali, tanto che sembrano conoscerne i sentimenti. Nel campo della narrativa, personaggi come il dottor Doolittle hanno una forte presa sulla nostra immaginazione.Addirittura c'è chi si guadagna la vita come "comunicatore col mondo animale", asserendo di capire telepaticamente che cosa pensino e sentano gli animali di casa. Alcuni forniscono consulenze a pagamento, di persona o per telefono.Date le testimonianze sulla comunicazione sciamanica con gli animali, le esperienze telepatiche fra animali domestici e padroni e la straordinaria sensibilità che alcuni dimostrano verso gli animali, io sono pronto a prendere in considerazione la possibilità che alcuni di questi comunicatori abbiano effettivamente doti fuori del comune, anche se in genere non si prestano molto alla sperimentazione scientifica. Tuttavia, non si può escludere che, specialmente se c'è un pagamento, vi sia una proiezione dei pensieri del comunicatore e non vera e propria telepatia.Gli stessi comunicatori sono ben consci del problema. Penelope Smith di Point Reyes, in California, che nei suoi seminari ha insegnato a centinaia di persone la "comunicazione telepatica interspecifica", ha visto gente che "confonde le capacità di comunicazione con problematiche e affetti personali". Perciò ha proposto un codice etico per i comunicatori interspecifici, nel quale si trova questo passo: "Ci rendiamo conto che la comunicazione telepatica può venire offuscata o oscurata del tutto dai nostri desideri inappagati, dai nostri giudizi critici o dalla mancanza di amore per noi stessi o per altri".15I professionisti della comunicazione animale sono disponibili a fornire informazioni su ciò che l'animale sta provando o anche sulla sua vita passata e possono dare consulenze preziose. Ma non di rado sono riluttanti a fornire dati più facilmente verificabili. Nel suo libro Communicating with Animals, il celebre giornalista Arthur

I

Richiami e comandi telepatici 137Myers16 racconta di aver intervistato molti "comunicatori" per scoprire quante probabilità avessero di ritrovare grazie alla telepatia animali dispersi. Quasi tutti hanno risposto che cercano di evitare lavori del genere. Tuttavia Myers ha

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accertato che ci sono stati casi in cui questi professionisti hanno effettivamente descritto il luogo in cui si era smarrita la bestia e fornito indizi che permettevano di ritrovarla.Per quanto mi riguarda, ritengo che le più interessanti testimonianze di comunicazioni da parte di animali sono quelle che si possono sperimentare empiricamente. Concordo con Myers che il ritrovamento di una bestia smarrita è probabilmente il miglior punto di partenza.Telefonate telepatichePrima dell'invenzione dei moderni mezzi di telecomunicazione, la telepatia era l'unico modo con cui era possibile comunicare con altri a distanza. Nel capitolo IV ho citato l'episodio raccontato da van der Post a proposito dei boscimani del Kalahari, i quali sapevano che cosa stava succedendo ai membri della loro tribù lontani molti chilometri e quando sarebbero tornati. I boscimani erano inoltre convinti che il telegrafo dell'uomo bianco funzionasse per telepatia.Anche nel caso del tradizionale tamtam, è possibile che il messaggio vero e proprio non sia trasmesso semplicemente dai suoni. Richard St Barbe Baker, nel suo libro African Drums, avanza l'ipotesi che l'uso delle percussioni servisse principalmente per "sintonizzare" tra loro mittente e destinatario: "Non potrebbe darsi che i tamburi creassero l'atmosfera adatta alla trasmissione dei pensieri e delle immagini che annullano tempo e spazio? Più ho approfondito il problema della trasmissione più mi sono convinto che il linguaggio delle percussioni è inseparabile dalla comunicazione di un'immagine visiva".17Le doti telepatiche non sono incoraggiate nelle società moderne. I razionalisti le tacciano di superstizione, le scienze istituzionali e le scuole le ignorano. E in ogni caso le tecnologie d'oggi forniscono mezzi assai più sofisticati per comunicare a distanza. La televisione permette a tutti di vedere immagini di luoghi lontani, il telefono ci consente di collegarci in un attimo con qualsiasi parte del mondo.Per ironia della sorte, tuttavia, il telefono ci fornisce un'occasione eccellente per studiare la telepatia, proprio perché ottempera alla

Richiami e comandi telepatici 139138 I poteri straordinari degli animali*stessa esigenza, vale a dire quella di comunicare a distanza. Per telefonare a qualcuno è necessario averne l'intenzione. L'atto in sé di telefonare concentra da lontano l'attenzione del chiamante sul chiamato. Abbiamo già visto che un animale domestico è in grado di cogliere richiami e intenzioni del padrone anche da lontano. È possibile che un animale indovini quando il suo padrone sta chiamando, ancor prima che si alzi il ricevitore?Gatti che rispondono al telefonoHo ricevuto notizia di 17 gatti che riconoscono le chiamate telefoniche provenienti da una determinata persona, addirittura prima che qualcuno abbia risposto. In tutti i casi ciò avviene quando il chiamante è persona molto cara all'animale, di solito il marito o la moglie di chi osserva il comportamento del gatto. Nel caso di Veronica Rowe si trattava della figlia Marian, il cui gatto, Carlo, non si lasciava coccolare da nessun altro della famiglia.Sette anni dopo aver adottato Carlo, mia figlia andò via di casa per frequentare un corso per insegnanti. Ci chiamava di rado. Però, quando il telefono squillava ed era lei, e non nostro figlio che stava al Politecnico di Kingston, Carlo schizzava su per le scale (il telefono stava sul pianerottolo) prima che io avessi alzato la cornetta!! Nessuno sapeva che era lei. Era un vero divertimento: se il gatto correva su per le scale doveva essere per forza Marian. Non l'aveva mai fatto e oltretutto non aveva il permesso di salire al piano di sopra.Godzilla viveva con David White (fig. 8.1), consulente di pubbliche relazioni, che aveva lo studio in casa a Watlington, nei pressi di Oxford. Parecchie volte l'anno l'uomo si allontanava e i suoi genitori si trasferivano in casa sua per occuparsi del gatto e rispondere alle telefonate. David chiamava dall'Africa del

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Nord, dal Medio Oriente o dall'Europa continentale per controllare che tutto andasse bene e per sapere se c'erano messaggi. "Tutte le volte che telefonavo la mia gatta correva e si metteva accanto al telefono che suonava, mentre ignorava le altre chiamate che arrivavano per me. E io telefonavo a ore sempre diverse." Godzilla andava al telefono prima che si alzasse il ricevitore e si potesse udire la voce di David.Quasi tutti i gatti di cui sono documentati comportamenti analoghi si mettono in agitazione quando l'apparecchio comincia a squillare, ma in cinque casi addirittura in anticipo sulla suoneria. Per esempio, Helena Zaugg, di Bruegg, in Svizzera, descrive come il gatto di famiglia rispondeva al padre, a cui era molto affezionato:

tdofuno, Watlington,Figura 8.1. David White e il suo gatto Godzilla che rispondi . Oxfordshire (foto: Phil Starling).Dopo che era andato in pensione, mio padre lavorava saltuariamente per un suo conoscente nel cantone di Argovia. Capitava talvolta che ci chiamasse di là verso sera. Un minuto prima il gatto cominciava ad agitarsi e si sedeva accanto all'apparecchio. Se mio padre prendeva il treno fino a Biel e poi da lì tornava a casa in motorino, il gatto si metteva fuori dalla porta 30 minuti prima del suo arrivo. Se arrivava a Biel più presto del solito e ci chiamava dalla stazione, il gatto si metteva accanto al telefono un momento prima che arrivasse la chiamata. Finita la telefonata, si appostava alla porta d'ingresso. Gli orari erano molto diversi, ma il gatto sapeva sempre dove fosse mio padre e che cosa sarebbe successo di lì a poco.Analogamente, un siamese che apparteneva a Vicki Rodenberg "drizzava le orecchie quando chiamava una certa persona; solo che lo faceva un attimo prima che il telefono suonasse! Andava verso il telefono e piangeva, e si trattava sempre della stessa persona".

140 I poteri straordinari degli animali(Mi sono giunti anche resoconti di gatti che vanno al telefono immediatamente dopo la chiamata, ma non li ho considerati perché può essere una risposta al suono della voce o alle reazioni di chi risponde.)Cani e telefoniMolti cani abbaiano o si mettono in agitazione quando squilla il telefono, chiunque chiami. Tuttavia la nostra banca dati contiene otto casi in cui il cane reagisce addirittura prima che qualcuno abbia risposto e solo nel caso che a chiamare sia il suo umano prediletto. Come i gatti, anche i cani riservano tale omaggio esclusivamente ai padroni o ad altri della famiglia cui sono particolarmente legati. Poppet, il cane di Margaret Howard, voleva molto bene alla madre della sua padrona e sapeva sempre quando era lei a telefonare o a venire in visita:La prima cosa che osservai fu che Poppet si mostrava irrequieta, eccitata: drizzava le orecchie, scodinzolava, faceva avanti e indietro tra l'ingresso di servizio e quello principale, e usava un modo di abbaiare particolare che io chiamavo "strillo". E tutto questo sempre pochi minuti prima che arrivasse mia madre. Le visite non avvenivano in ore fisse e non seguivano una routine, ma la reazione di Poppet era sempre la stessa, fosse mattino, pomeriggio o sera. Finché mi resi conto che sapevo se mia madre sarebbe entrata dalla cucina o dalla porta principale, visto che la cagnetta si appostava sempre a quella giusta. Notai anche che quando squillava il telefono, sebbene Poppet in genere non se ne curasse granché (si limitava a guardarlo mentre squillava), se a chiamare era mia madre, lei appariva tutta eccitata e si piazzava accanto all'apparecchio abbaiando in quel suo modo speciale.Come per i gatti, anche per i cani la distanza non sembra influenzare la capacità sensitiva. Marie McCurrach di Ipswich aveva un labrador che la famiglia adottò quando il figlio aveva dieci anni. Quattro anni più tardi il ragazzo andò a studiare in una scuola navale nel Galles settentrionale e poi entrò nella marina mercantile: il suo lavoro lo portava a percorrere con frequenza la rotta del Sud Africa.

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Tutte le volte che telefonava, il cane correva all'apparecchio prima che noi rispondessimo. Non si preoccupava di nessun'altra chiamata, solo di quelle di mio figlio. Dovevamo tenergli la cornetta vicino all'orecchio in modo che il ragazzo potesse parlargli e lui rispondeva. Nostro figlio non diceva mai a che ora avrebbe chiamato, né telefonava nello stesso giorno della settimana: e allora, come faceva il cane a sapere che era lui, ancora prima che sollevassimo il ricevitore?

Richiami e comandi telepatici 141Vi sono tre casi di cani che rispondono prima che il telefono squilli. Uno riguarda Jack, che apparteneva a una famiglia che viveva nei pressi di Gloucester. Capitava alcune volte che il capofamiglia, che lavorava per il ministero della Difesa, non riuscisse a tornare a casa perché aveva del lavoro urgente o perché si era fatto troppo tardi, e in questi casi telefonava per avvertire. "Una decina di minuti prima che arrivasse la chiamata, il cane si metteva a sedere accanto all'apparecchio fino al momento in cui squillava. Nelle sere in cui mio padre non aveva intenzione di chiamare, il cane non si muoveva. Se ne stava nel suo cestino e non prestava alcuna attenzione a qualsiasi altra telefonata" (S. Waller).Non solo cani e gatti, a quel che sembra, sono in grado di prevedere le telefonate del padrone. Ci sono anche alcuni pappagalli. Epoi c'è Sunday, una femmina di cebo cappuccino addomesticata. Ilsuo padrone, Richard Savage, produttore cinematografico, la lasciòpresso un amico in Canada, nella British Columbia, mentre era viaper lavoro. "Parecchi minuti prima che Richard mi chiamasse, Sunday saltava su e prendeva a squittire. Finita la telefonata si mettevatranquilla per giorni e giorni e ignorava il telefono, fino alla voltasuccessiva."18 ;*Persone che sanno chi sta chiamando al telefono''Parlando di questa mia ricerca in un seminario, mi sentii rivolgere questa domanda: "Se cani e gatti sanno chi sta chiamando al telefono, perché gli esseri umani no?". È una buona domanda. Poi mi sono ricordato che io stesso mi sono trovato a pensare senza un motivo particolare a una persona la quale di lì a poco mi ha chiamato. Chiesi ai partecipanti al seminario se non fosse capitato anche a loro e, con mia grande sorpresa, quasi tutti risposero sì.In seguito molti mi hanno scritto o raccontato episodi di questo genere. Per esempio, Lucinda Butler, di Londra, spesso sa in anticipo chi la chiamerà, specialmente quando si tratta del suo ragazzo:Ci frequentiamo più o meno regolarmente da cinque anni, e ci riconosciamo sempre. Lui alza la cornetta ed è talmente sicuro che sono io che spara una battuta per farmi ridere. Oddio, qualche volta si è sbagliato. E mi capita anche con altri: penso a qualcuno e mi dico: "Oh no, adesso che ci ho pensato mi telefonerà" e difatti è così.Ho ormai sondato in modo informale alcune migliaia di persone in occasione di seminari, lezioni e conferenze in Europa e in Ameri

142 1 poteri straordinari degli animalica, e ho chiesto agli intervenuti di alzare la mano se ritenevano di aver avuto esperienze telepatiche con chi li chiama al telefono. Di solito ricevevo risposte positive dall'8090 per cento dei presenti. I miei colleghi e io abbiamo inoltre condotto regolari sondaggi casuali in due zone dell'Inghilterra molto diverse tra loro: Bury, una cittadina industriale nei pressi di Manchester, e Londra. I risultati confermano che la grande maggioranza delle persone dice di avere esperienza diretta del fenomeno.19Quasi tutti i poteri straordinari descritti in questo libro sono più sviluppati negli animali che negli uomini. I più percettivi parrebbero i cani, seguiti da gatti, cavalli e pappagalli; gli umani arrancano assai più indietro. Tranne nel caso del telefono. Ma, per quanto sia una sensazione diffusa, indica un potere parapsicologico p semplicemente un'illusione?Ricerche sulla telepatia telefonica

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L'opinione dello scettico tipo è che ci si lasci ingannare dalla memoria selettiva: si ricordano le volte in cui s'indovina e si dimenticano le centinaia o migliaia in cui si sbaglia. Quando l'intuizione è esatta è un caso.Gli scettici non forniscono dati sperimentali a sostegno della loro tesi; enunciano un'ipotesi non provata da nessuno, nemmeno dai parapsicologi. Allo stato attuale, nessuno sa quante previsioni sulle telefonate in arrivo siano azzeccate e quante no. È un discorso assolutamente aperto. Può darsi che abbiano ragione gli scettici, può darsi di no. C'è un solo modo per saperlo, ed è la ricerca empirica.Le persone più adatte a fare da pionieri sono quelle che ritengono di essere dotate di telepatia telefonica. Per prima cosa bisogna annotarsi tutto. Nell'appendice A suggerisco un metodo semplice e pratico. A questo punto, se la previsione è frequente, il passo successivo è chiedere a chi vi chiama di telefonare in orari insoliti e scelti a caso.È un terreno vergine. La ricerca può condurre a risultati straordinari. Proprio il telefono che ha reso obsoleta la telepatia forse può aiutarci a riscoprirla.

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IXTelepatia fra animaliSe c'è telepatia tra uomo e animale e tra uomo e uomo, ci sarà anche tra animale e animale?Gli animali sociali che vivono allo stato selvatico sono spesso molto legati fra loro e sono praticamente incapaci di condurre un'esistenza isolata. Anche animali inferiori come il corallo e la spugna hanno un'organizzazione sociale complessa. Quello che noi chiamiamo un corallo o una spugna è in realtà una colonia composta da milioni di piccolissimi organismi, che insieme formano una specie di superorganismo.In questo capitolo mi occuperò dei modi in cui sono organizzati le colonie di insetti, i banchi di pesci, gli stormi, le greggi e altri gruppi sociali. Le attività del singolo animale sono coordinate attraverso il campo sociale del gruppo. Abbiamo già visto come il campo morfico leghi insieme esseri umani e animali e fornisca un canale telepatico di comunicazione tra animale e padrone. Lo stesso accade in alcune specie che vivono allo stato selvatico ed è qui che la telepatia tra animali affonda le sue radici.Comincerò col prendere in considerazione alcune delle organizzazioni sociali più complesse esistenti nel regno animale: quelle ideate da creature il cui cervello è più piccolo di una capocchia di spillo.Gli insetti sociali considerati come superorganismiLe colonie di termiti, formiche, vespe e api possono arrivare a contenere milioni di individui. Costruiscono nidi grandi e complicati, conoscono una divisione del lavoro altamente complessa e un loro modello di riproduzione. Sono stati spesso paragonati a organismi, o a superorganismi.

144 I poteri straordinari degli animaliiLa concezione distica, che vede le società degli insetti come un organismo, è stata data per scontata praticamente da tutti fino al ventesimo secolo. Vi rientrava anche la società umana, indicata come un tutto anche nella lingua, per esempio nelle espressioni: "capo dello stato", "braccio della legge", "corpo elettorale". Finché non subentrò la concezione meccanicistica, che negli anni Cinquanta aveva del tutto conquistato la biologia. Il riduzionismo prese il sopravvento. Edward O. Wilson, fondatore della sociobiologia, nel 1971 definì il superorganismo "un miraggio che si era dissolto".1Invece quel miraggio si è dimostrato tanto produttivo che è tornato in auge. Nel 1994 Wilson insieme con il collega Bert Hòlldobler scriveva:Consideriamo quelle società di insetti che più somigliano a veri e propri organismi: le grandi colonie di formiche legionarie africane. Osservata da lontano e senza mettere bene a fuoco, la colonna di formiche che compie

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un'operazione di razzia sembra un'unica entità con una vita propria. Si allunga come lo pseudopodio di una gigantesca ameba per un'estensione di cento metri di terreno ... La legione non ha un capo ... Il fronte, che avanza a venti metri l'ora, inghiottisce tutto il terreno e la vegetazione bassa che incontra, e raccoglie e uccide quasi tutti gli insetti e perfino serpenti e grandi animali che non sono riusciti ad allontanarsi. Dopo qualche ora la direzione del flusso s'inverte e la colonna ripercorre la propria strada fino a restare inghiottita dai buchi dei nidi. Se riteniamo che una colonia di formiche legionarie o di altri insetti sociali sia qualcosa di più di un'aggregazione di individui, dobbiamo accettare di conseguenza il concetto di superorganismo.2Wilson ci invita a guardare alla società nella sua interezza come a un organismo. Paragona la regina al cuore, le operaie alla bocca, alle viscere, agli occhi. Il metodo olistico porta lo studioso a vedere un'analogia tra un organismo che si sviluppa da un uovo fecondato e una società costituita dagli individui che la compongono.Gli insetti e gli altri animali sociali sono legati insieme all'interno del gruppo dai campi morfici, che portano in sé i modelli abituali e i "programmi" di organizzazione sociale. Nel caso degli insetti sociali che costruiscono nidi o altre strutture, a coordinare le attività di costruttori sono i campi, nei quali è contenuto l'invisibile progetto architettonico. Il campo morfico della colonia non solo è presente in ciascun individuo che la compone, ma è l'ambito in cui esistono i singoli animali. Il campo è un modello esteso nello spaziotempo: come il campo gravitazionale del sistema solare, non vive semplicemente all'interno del sole e dei pianeti, ma li contiene tutti e ne coordina il moto.Si sono fatte grandi scoperte sulla comunicazione che gli insetti

fi Telepatia fra animali 145sociali operano attraverso la condivisione del cibo, le tracce olfattive, il tatto e la vista: prima fra tutte la danza delle api da miele, che serve a indicare alle compagne la direzione e la distanza del cibo. Ma tutte queste forme di linguaggio percepibile dai sensi funzionano all'interno del tessuto connettivo del campomorfico del gruppo. È il campo, io credo, a permettere agli insetti di interpretare le piste olfattive, i movimenti della danza e altri segni, e di rispondere nel modo più adeguato.Le capacità sensoriali, infatti, non sono affatto sufficienti a spiegare come facciano per esempio le termiti, i cui nidi raggiungono i tre metri d'altezza, a costruire simili prodigiose strutture piene di cunicoli e celle, addirittura fornite di pozzi di aerazione. Le città degli insetti sono costruite su un progetto complessivo che eccede di gran lunga l'esperienza individuale di qualunque insetto.Karl von Frisch, lo scopritore della danza delle api, ha scritto un bellissimo libro sull'architettura animale3 nel quale descrive le complesse strutture edificate dalle termiti. Questi insetti sono ciechi e non sono in grado di vedersi l'uno con l'altro, ma lasciano sul sentiero che percorrono una scia olfattiva in modo che altre termiti possano seguirli e danno segnali percussivi sbattendo la testa contro una superficie dura. Ma, fa notare von Frisch: "La quantità di informazione che i due sistemi possono trasmettere è piuttosto bassa. Con le tracce odorose è possibile guidare il gruppo a un determinato luogo, ma non dire, per esempio, che cosa vi si dovrà fare, una volta che si è lì. Il tamburellare sulle superfici dure è un valido segnale con il quale le operaie vengono indotte dai soldati o dalle altre operaie a correre velocemente per rifugiarsi all'interno del nido ... La comunicazione equivale comunque soltanto a un "si salvi chi può!"". Lo scienziato conclude che "le strutture definitive sembrano il risultato del coordinamento delle attività dei singoli artefici secondo un progetto generale e secondo le specifiche necessità della colonia. Le modalità di questo coordinamento fra milioni di operaie cieche ci sfuggono".4Fortunatamente, lo scienziato sudafricano Eugene Marais, pioniere delle scienze naturali, ha condotto un esperimento decisivo che getta un po' di luce sul mistero. Cominciò osservando il modo in cui lavoravano le termiti operaie della specie eutermes per riparare alcuni grossi squarci da lui stesso inferti ai

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termitai. Le operaie cominciarono il lavoro simultaneamente da tutte le fiancate, ciascuna portando un granello di terra ricoperto di saliva vischiosa e incollandolo al suo posto. Gli insetti al lavoro da una parte e dall'altra dello squar

146 I poteri straordinari degli animali,ciò non erano in contatto fra di loro e non potevano vedersi, dal momento che sono ciechi. Ciononostante le due distinte strutture si unirono alla perfezione. L'opera di restauro sembrava coordinata da una superiore entità organizzativa che controllava il tutto, secondo Marais l'"anima del gruppo". A me piace pensarla come un campo m orfico.A questo punto Marais si chiese che cosa avrebbero fatto le termiti all'opera sulla breccia, se fossero state separate da una barriera. Prese una lamina d'acciaio e divise il termitaio in due parti. Ora le operaie che stavano da un lato e quelle che stavano dall'altro non potevano sapere nulla le une delle altre con mezzi sensoriali normali:Nonostante ciò, le termiti costruiscono, ai due lati della lamina, un arco o una torre identici. Infine togliete la lamina; una volta che il taglio è stato riparato, vedrete che le due metà combaciano perfettamente. La sola conclusione ammissibile è che in qualche luogo ci dev'essere un piano predeterminato, che le termiti semplicemente eseguono.5Purtroppo nessuno ha mai ripetuto questo o altri esperimenti di Marais, che approdavano all'assunto di un'"anima invisibile". Io sono convinto che è un campo di ricerca assai fertile.6 Se il comportamento degli insetti sociali è coordinato da campi fin qui sconosciuti alla biologia e alla fisica, la sperimentazione con questi insetti potrebbe dirci qualcosa sulle proprietà e sulla natura dei campi; con tutta probabilità essi operano in tutte le società organizzate, di qualsiasi grado, non esclusa la nostra.Banchi di pesci ; lVisto da lontano un banco di pesci sembra un grande organismo.7I pesci nuotano in formazioni compatte, guizzando e virando quasinello stesso istante. "I sistemi gerarchici non esistono oppure sonocosì deboli da avere scarsa o nessuna influenza sulla dinamica delbanco nel suo complesso ... quando un banco svolta a destra o a sinistra, gli individui che prima si trovavano sul fianco assumono laguida."8 Quando è attaccato, il banco talvolta fa il vuoto intorno alpredatore. Più spesso, però, si divide in due metà che nuotano divergendo e poi di nuovo riunendosi dopo aver circumnavigato il nemico. Quest'operazione, al termine della quale il predatore si trovaalla testa del banco, è nota con il nome di "effetto fontana". Ognivolta che il nemico attacca la strategia si ripete. >II metodo più spettacolare di difesa del banco è quello dell'espari

Telepatia fra animali 147sione a flash, che vista in una ripresa filmata sembra una bomba che esplode. Nel momento dell'attacco, ciascun pesce guizza via dal centro del banco a una velocità che può arrivare a un cinquantesimo di secondo. In quel tempo ciascun individuo accelera fino ad arrivare a una velocità di 1020 volte la propria lunghezza corporea al secondo, eppure nessun pesce si scontra con l'altro. "Non solo ciascun pesce sa in anticipo dove andare in caso di attacco, ma deve anche sapere dove nuoterà ciascuno dei propri vicini."9 È un comportamento che non può dipendere da informazioni ricevute dal pesce vicino grazie ai sensi, perché avviene troppo rapidamente, e gli impulsi nervosi non hanno il tempo di viaggiare dall'occhio al cervello e dal cervello ai muscoli.Non è nemmeno chiaro come venga coordinato il nuoto in banco1 pesci continuano a nuotare in formazione anche durante la notte; dunque non si servono della vista. In alcuni esperimenti di laboratorio ai pesci è stato temporaneamente tolto l'uso della vista con lenti a contatto opache e si è constatato che continuavano a mantenere la propria posizione all'interno del gruppo. Si è pensato che la capacità di misurare la distanza dal pesce vicino sia dovuta alle linee

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laterali, gli organi preposti alla misurazione della pressione dell'acqua, che corrono per tutta la lunghezza del pesce. Ma in altri esperimenti di laboratorio i nervi delle linee laterali sono stati tagliati all'altezza delle branchie senza che si producesse alcuna alterazione nel nuoto in banco.10Inoltre, anche se riuscissimo a capire come i normali sensi consentono ai pesci di rilevare la posizione dei compagni, non si spiegherebbe comunque la rapidità delle loro reazioni, non si spiegherebbe come fa un pesce a sapere in anticipo in che direzione hanno intenzione di nuotare i suoi vicini.Ma, se il comportamento del gruppo fosse dettato dal campo morfico, si capirebbe più facilmente. Il campo aiuta a modellare le attività del gruppo nella sua totalità e gli individui che stanno al suo interno reagiscono alla situazione locale del campo.11 Un'analogia semplice tratta dalla fisica: la limatura di ferro all'interno di un campo magnetico. Quando la calamità viene spostata, la limatura si dispone diversamente secondo nuove "linee di forza" perché ciascun pezzetto di ferro preso individualmente reagisce al campo magnetico che gli sta dentro e intorno, ed è il campo preso nel suo complesso che compone il disegno generale.Sarebbe affascinante scoprire come si comporterebbe un banco di pesci che venisse diviso in due da una barriera che blocca qualsiasi

148I poteri straordinari degli animalicontatto sensoriale. Le attività dei due gruppi rimarrebbero ugualmente coordinate? Per quanto ne sappia, nessuno si è mai addentrato in ricerche di questo tipo.Stormi di uccelli>,Come i banchi di pesci, anche gli stormi di uccelli mostrano una tale coordinazione da venir paragonati a un unico organismo vivente. Il naturalista Edward Selous ha scritto, a proposito del movimento di un grande stormo di storni: "Ciascun gruppo volteggiava, ruotava, invertiva la direzione del volo, cambiava colore d'un guizzo, da bruno a grigio, da scuro a chiaro, come se gli individui che lo componevano fossero stati una parte di un tutto".12Selous ha studiato il comportamento degli stormi per trent'anni e ha finito per convincersi che non è spiegabile in termini di normale comunicazione sensoriale. "Io chiedo: come si possono spiegare questi fenomeni se non facendo ricorso a un processo di trasferimento del pensiero tanto rapido da poter essere definito di fatto un pensiero collettivo e simultaneo?"13È sorprendente quanta poca ricerca sia stata compiuta a questo proposito; ma in uno studio eseguito negli anni Ottanta da Wayne Potts, una pietra miliare, i movimenti di virata di grandi stormi di piovanelli sono stati filmati con pellicole a esposizione rapida, in modo da poterle poi rallentare per studiare in dettaglio i movimenti dello stormo.14 Queste analisi hanno rivelato che il movimento non era esattamente simultaneo, bensì partiva da un singolo individuo o da alcuni uccelli contemporaneamente. Il comando poteva partire da qualsiasi punto dello stormo e da quel punto le manovre si propagavano come un'onda. Le onde erano velocissime, impiegavano in media non più di 15 millisecondi (millesimi di secondo) per trasmettersi da un uccello al suo vicino.Si provarono in laboratorio i tempi di reazione agli stimoli improvvisi dei piovanelli in cattività. La reazione di spavento per un flash acceso all'improvviso era di 38 millisecondi. Questo significa che è impossibile che la virata avvenga dopo aver colto il movimento del vicino, visto che essa avviene assai più velocemente del tempo minimo di reazione.Potts giunse alla conclusione che gli uccelli rispondono a un'"onda di manovra" che attraversa lo stormo, e adeguano la rotta di volo anticipando l'arrivo dell'onda. Lo studioso avanza l'ipotesi delle "ballerine di fila", che si basa su esperimenti compiuti negli anni

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Cinquanta a teatro. Le ballerine provavano una serie di figure. Una di loro, d'accordo con lo sperimentatore, passava alla figura successiva senza avvertire. La velocità alla quale i movimenti si propagavano fu valutata grazie a filmati. In media la reazione richiedeva 107 millisecondi tra una ballerina e la sua vicina, vale a dire quasi la metà della velocità della reazione visiva media dell'uomo, che è di 194 millisecondi. Potts ritiene che il singolo individuo veda le ondate di manovra che si avvicinano e valuti in anticipo il loro arrivo.In altre parole, Potts ritiene che gli uccelli o le ballerine di fila rispondano all'onda non in quanto individui, ma come un tutto unico. Non reagiscono tanto agli altri, quanto allo spargersi del modello di movimento in sé e per sé. Stiamo parlando di qualche cosa di molto affine a un campo e io avanzo l'ipotesi che l'onda di manovra è un modello che fa parte del campo morfico. A me sembra una spiegazione più plausibile di quella, alternativa, che tutta l'onda sia coordinata attraverso stimoli puramente visivi, perché in questo caso gli uccelli dovrebbero essere in grado di captare queste onde, di prenderne nota e di reagire quasi immediatamente, anche se provengono dai compagni che stanno immediatamente dietro a loro, e di avere un'attenzione visiva a 360 gradi, continua, senza neppure un battito di ciglia. L'ipotesi del campo permetterebbe di capire più facilmente come gli uccelli percepiscono e rispondono all'onda di manovra considerata come Gestalt, parola tedesca che significa forma intesa come insieme. Attraverso il campo morfico gli individui potrebbero cogliere il movimento dello stormo nel suo complesso e rispondere secondo la posizione che occupano. Il campo contiene in sé il continuum dello stormo e le sue figure coreografiche.15Se il campo morfico coordina' il volo di uno stormo si può ipotizzare che continui a tenere collegati gli uccelli anche quando sono impegnati in altre attività. Per esempio, se un gruppo va a caccia di cibo e alcuni uccelli trovano una buona fonte di nutrimento, la scoperta potrebbe propagarsi attraverso il campo morfico dello stormo sparpagliato e guidare gli altri nella giusta direzione.Vi è almeno un naturalista, William Long, che ha fatto sperimentazioni su questo comportamento. Egli dava da mangiare ad alcuni uccelli selvatici a intervalli irregolari e notò che, nel momento in cui taluni individui trovavano il nutrimento, altri apparivano ben presto nelle vicinanze. Non c'è niente di misterioso in questo, dal momento che gli altri potevano aver visto o udito gli uccelli che mangiavano. Ma lo studioso scoprì anche che uccelli relativamente più rari, più dispersi nella campagna, apparivano rapidamente se vi era

150 I poteri straordinari degli animalicibo a disposizione. Dopo molte osservazioni, Long ha concluso che le ipotesi più ragionevoli fossero due: o gli uccelli che si stanno nutrendo emettono un "richiamo silenzioso da cibo" o la loro eccitazione si diffonde in modo da essere percepibile in lontananza. Egli conclude che il messaggio "viene sentito da altri uccelli affamati, sensibili e all'erta, a una distanza assolutamente al di fuori della normale portata della vista o dell'udito".Per approfondire queste ricerche in via sperimentale dovrebbe essere possibile lavorare con gruppi di uccelli domestici (oche, polli e anitre). Si potrebbe dividere il gruppo in due, in modo che non vi sia passaggio di informazioni da uno all'altro. Se una parte del gruppo è disturbata o spaventata, questi sentimenti si trasmettono all'altra? Se si da da mangiare a una metà del gruppo si eccita anche l'altra metà?Telepatia delle mandrieNaturalisti e cacciatori che hanno studiato il comportamento delle mandrie allo stato selvatico, comprese quelle di caribù e alci, hanno osservato spesso che una mandria intera entra in allarme e fugge dopo che uno o più individui del gruppo hanno sentito un pericolo. Talvolta si tratta di un fenomeno dipendente dalle normali facoltà sensoriali, ma in altri casi gli osservatori sono incapaci di spiegare le ragioni di fughe improvvise di animali che qualche istante prima stavano pascolando o riposando senza sospetto. Il segnale di pericolo o d'allarme si diffonde con rapidità e in silenzio.William Long ha studiato a lungo e in dettaglio le reazioni dei caribù. Una volta stava seguendo una mandria da molte ore nei pressi di New Brunswick; a un

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certo momento si accorse dalle orme che un membro del gruppo era ferito e camminava arrancando con tre zampe, la gamba anteriore destra che gli penzolava inutile. Giunto a un declivio boscoso, riuscì a vedere col binocolo la mandria a un chilometro e mezzo di distanza circa. Mentre si dirigeva verso di loro, attento a non farsi vedere, si ritrovò sulle orme dell'animale solitario e azzoppato e di lì a poco lo scorse che si allontanava in mezzo alla boscaglia. Long trovò un varco tra gli alberi e puntò il binocolo in direzione degli altri caribù. Erano in allarme e già in fuga. Benché fossero troppo lontani dall'animale ferito avevano reagito "come a un campanello d'allarme". Long seguì le orme del gruppo fino al luogo dove stavano riposando prima di darsi alla fuga, e vide che non vi era traccia d'uomo o bestia che avrebbe potuto spaventare la man

... Telepatia fra animali 151dria. Concluse che doveva essere stato trasmesso un avvertimento silenzioso.Non sempre le cose vanno in questo modo, perché talvolta accade che un individuo del gruppo si spaventi senza per questo mettere in allarme gli altri. Long avanza l'ipotesi che in questo caso il caribù ferito fosse molto impaurito e di conseguenza abbia lanciato un segnale particolarmente intenso. Osservazioni analoghe di gruppi d'alci lo hanno portato a concludere che mandrie intere sono in grado di percepire e afferrare al volo il tacito incitamento alla fuga e vi obbediscono senza esitazioni, in un modo che può dirsi sostanzialmente telepatico.16Esperimenti con i cavalliL'addestratore di cavalli inglese Harry Blake è convinto che i cavalli comunichino telepaticamente tra loro e anche con gli uomini. Ritiene che sia una risorsa fondamentale per la sopravvivenza della specie, dal momento che allo stato selvatico una mandria di cavalli si sparpaglia e alcuni membri possono trovarsi fuori della portata di vista e udito. "Se alcuni individui del gruppo si spaventano per l'apparire di un uomo, di un lupo o di un altro predatore, il resto della mandria, che magari si trova in mezzo alla boscaglia, può venire avvertita per telepatia, anche se non vede né sente i compagni. I cavalli così allertati dapprima manifestano turbamento, poi drizzano le orecchie e sbuffano, indi cominciano ad allontanarsi dalla zona."17Blake ha eseguito parecchi esperimenti sulla telepatia fra cavalli. Scelse coppie di cavalli fratelli o sorelle che vivevano a stretto contatto, abituati a muoversi, pascolare e svolgere molte attività insieme.I due animali venivano separati in modo che non potessero né vedersi né sentirsi. Poi, uno dei due riceveva il pasto mentre l'altro veniva tenuto sotto osservazione. Durante l'esperimento i cavalli non furono mai nutriti alla medesima ora, né all'ora abituale. 21 volte su 24 Blake osservò che, mentre il compagno mangiava, il secondo cavallo mostrava segni di eccitazione e richiedeva il cibo, anche se non poteva vedere o sentire il primo.In un'ulteriore serie di esperimenti, uno dei due cavalli veniva portato all'aperto a correre, e quasi in tutti i casi l'altro mostrava segni di agitazione. Infine, Blake faceva le feste a uno dei due (di solito quello che amava di meno), e nella maggioranza dei casi l'altro dava segni di gelosia.In tutto, gli esperimenti compiuti da Blake furono 119, e nel 68 per

152 I poteri straordinari degli animalicento di essi i risultati furono positivi. Eseguì anche alcune controprove con una coppia di cavalli in cattivi rapporti fra loro. Ebbe un risultato soltanto in un caso su 15.Per quel che ne so io, esperimenti pionieristici di questo tipo non si sono più ripetuti. Essi sono significativi perché dimostrano che la ricerca sulla comunicazione telepatica tra cavalli o tra altri animali può essere portata avanti con metodi semplicissimi.Esperimenti con cani e conigliGli unici esperimenti sulla telepatia fra cani, che io sappia, sono stati compiuti su alcuni boxer a opera di Aristed Essner, psichiatra presso il Rockland State Hospital di New York. Egli diede inizio ai suoi studi perché gli era giunta voce che gli scienziati sovietici stavano sperimentando i poteri

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extrasensoriali degli animali. Girava in proposito un aneddoto: i russi avevano preso alcuni conigli appena nati e li avevano portati a bordo di un sottomarino, mentre la madre veniva tenuta in un laboratorio sulla terraferma. Una volta sott'acqua, i coniglietti furono uccisi uno dopo l'altro. A quanto pare la madre aveva manifestato grande agitazione nel preciso istante in cui venivano uccisi.18Per i suoi esperimenti, Essner usò due stanze isolate acusticamente in zone diverse dell'ospedale. Una mamma boxer stava da una parte e il suo cucciolo dall'altra. I cani erano stati addestrati a rannicchiarsi per paura quando qualcuno levava su di loro un giornale arrotolato. Durante l'esperimento, il cucciolo fu "minacciato" con il giornale e reagì come gli era stato insegnato. La madre, nella sua stanza isolata, ebbe la stessa reazione, precisamente nello stesso momento.19 Un altro esperimento prevedeva che un boxer venisse tenuto in una stanza, collegato a un elettrocardiografo, mentre la sua padrona, nell'altra stanza, sarebbe stata minacciata da un uomo. Nel momento in cui la padrona si spaventò il battito cardiaco del suo cane accelerò violentemente.20È improbabile che un padrone gradisca esperimenti del genere, ma usando stanze isolate e stimoli meno terrorizzanti si potrebbero ripetere. Per esempio, si potrebbe dar da mangiare a un cane in una stanza mentre si osserva se nello stesso momento si manifestino segni d'agitazione nel comportamento dell'altro, come ha fatto Blake con i cavalli.È possibile che gli esperimenti russi con i sottomarini altro non siano che voci prive di fondamento, ma recentemente in Francia ne

Telepatia fra animali 153sono stati condotti altri, regolarmente controllati, con conigli, i cui risultati sono analoghi a quelli riportati più sopra. In questi test agli animali venne misurato il grado di stress grazie alla pressione sanguigna delle orecchie. È una pratica indolore: su una zona rasata dell'orecchio si piazza una piccola clip che da una parte ha una minuscola sorgente luminosa e dall'altra una cellula fotoelettrica. In questo modo la quantità di luce visibile attraverso l'orecchio poteva essere misurata di continuo. Quando un coniglio è in tensione, le vene delle orecchie si contraggono, il flusso sanguigno diminuisce e la luce passa meglio.Questi studi, condotti da Rene Peoc'h, hanno utilizzato coppie di conigli della stessa cucciolata che sono vissuti insieme nella medesima gabbia per mesi, confrontando le loro reazioni con coppie che erano state tenute separate in gabbie singole.Durante l'esperimento ciascun coniglio veniva messo in una gabbia isolata sia da un punto di vista acustico sia da quello elettromagnetico. Durante la prova si misurava lo stress cui era sottoposto ciascun animale grazie al flusso sanguigno nelle orecchie. Peoc'h scoprì che quando uno dei due riceveva uno shock, nel giro di tre secondi anche l'altro tendeva a manifestare segni di tensione. Invece i conigli utilizzati per la controprova, che non si conoscevano, non ebbero reazioni. La differenza fra le coppie che si conoscevano e le altre era altamente significativa da un punto di vista statistico.21Ci stupirebbe se conigli e cani fossero capaci di comunicare telepaticamente durante un esperimento ma non nella vita reale. E in effetti molte persone che possiedono due o più cani dichiarano che sembrano influenzarsi l'un l'altro a distanza. Margaret Simpson, di Castle Douglas in Scozia, per esempio, ha un whippet e un labrador. Quando escono insieme a passeggio il whippet in genere si tiene molto vicino alla padrona, mentre il labrador (una femmina) in genere si allontana di più e sembra "chiamare" il compagno, specie quando trova un cervo. "Non c'era alcuna comunicazione normale o visibile ma il whippet sembrava ricevere una specie di messaggio e partiva. Esattamente come se fosse avvenuto un trasferimento di pensiero."Ci sono cani che reagiscono anche a un incidente o alla morte, avvenuta in un luogo lontano, di un cane cui sono legati. Abbiamo detto del pastore della Beauce che mostrò segni di grande afflizione quando la madre rimase uccisa sull'isola della Réunion, distante quasi 10.000 chilometri. Un altro esempio, riportato dal maggiore Patrick Pirie, vede protagoniste due labrador a pelo dorato, madre e

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154 I poteri straordinari degli animalifiglia. La figlia viveva con il maggiore Pirie nel Somerset e quando aveva nove mesi "per nessuna ragione e per l'unica volta in vita sua, rifiutò il cibo e stette mogia per tutto il giorno. La sera ricevemmo una telefonata che ci informava che la madre era stata travolta da un'automobile ed era morta. Sono convinto che lei l'aveva intuito e che sapeva cos'era successo a 160 chilometri di distanza".Un altro esempio in banca dati riguarda una coppia di bovari bernesi. "A uno dei due fu diagnosticato un cancro; si trovava nell'ambulatorio veterinario di Cambridge. Improvvisamente (era appena passato mezzogiorno), l'altro cane si mise a ululare, e per parecchio tempo si mostrò molto triste." Più tardi quel pomeriggio il veterinario di Cambridge telefonò per avvertire che il cane ammalato era stato abbattuto a mezzogiorno. (Josephine Woods)Gli esempi sopra riportati di cani, cavalli, caribù e altre specie fanno pensare che la telepatia sia un fenomeno assai diffuso nel regno animale.Caratteristiche comuni della telepatia animaleLe caratteristiche comuni della telepatia animale intraspecifica riscontrate in specie assai diverse tra loro sono le seguenti:1. La telepatia animale implica la capacità di un animale di comunicare con un altro in un modo indipendente dai cinque sensi conosciuti.2. Si verifica tra animali imparentati tra loro e facenti parte dellostesso gruppo sociale. In altre parole, tra individui "legati" fra di loro.3. In banchi, stormi, mandrie e altri gruppi sociali, è possibile chela comunicazione telepatica rivesta un ruolo importante nella coordinazione dell'attività del gruppo nel suo complesso.4. Per lo meno presso uccelli e mammiferi, la telepatia riguarda leemozioni, i bisogni e le intenzioni. È un canale per comunicare paura, allarme, eccitazione, richieste di aiuto, richiami per dirigere altriin un luogo determinato, previsioni di arrivi o partenze, il propriostato di pericolo e la propria morte.Le stesse caratteristiche ritroviamo nella telepatia fra gli animali domestici e le persone cui sono legati.Né cambiano in molta telepatia umana, come quei casi drammatici che riguardano incidenti o morti avvenuti in luoghi lontani.Una delle conclusioni più importanti che si possono trarre dal lavoro di ricerca descritto in questo libro è che la telepatia non è esclu

Telepatia fra animali 155sivo appannaggio dell'uomo. È una dote naturale, una parte della nostra natura animale.La telepatia funziona solo a distanza? , :II fatto che la comunicazione telepatica avvenga quando animali e persone non possono comunicare in modo diretto non prova che la telepatia non avvenga anche quando questo contatto c'è. È possibile che si tratti di una dote utilizzata solo quando è necessaria, così come si attiva un interfono quando si è a una certa distanza e lo si spegne quando si è insieme.D'altra parte, i vincoli parapsicologici e affettivi collegano animali e persone sia quando sono insieme sia quando sono separati. Può darsi che la comunicazione telepatica avvenga anche contemporaneamente con quella che passa attraverso i cinque sensi.Di certo non pensiamo che un animale smetta di sentire l'odore di qualcuno perché lo vede o lo sente. È per noi un dato di fatto che i sensi non si escludono a vicenda e che generalmente lavorano in sinergia. Io ritengo che la stessa cosa valga per l'invisibile comunicazione che passa attraverso i legami parapsicologici: essa di solito collabora con gli altri sensi. Il canale non viene disattivato quando gli individui collegati fra loro sono vicini e riattivato in caso di lontananza; è sempre presente in potenza, sia quando si è insieme sia quando si è separati.Conclusione alla parte IV

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Lo studio scientifico della telepatia animale sta compiendo i primi passi. Io prevedo che, man mano che la ricerca in questo campo progredisce, la telepatia sembrerà un concetto sempre più normale e non più paranormale. È uno degli aspetti della biologia dei gruppi sociali e della comunicazione, che permette ai membri di un gruppo di influenzare gli altri anche quando si trovano al di fuori della portata dei mezzi di comunicazione sensoriali, ed è probabile che sia molto importante per la sopravvivenza. Se le cose stessero così, le facoltà telepatiche dovrebbero essere soggette alla selezione naturale. Ci dev'essere stata un'evoluzione. Le radici della telepatia con tutta probabilità affondano nella storia dell'evoluzione dei primi animali sociali.

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Parte quinto Senso dell'orientamento

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Incredibili avventureGli animali non solo instaurano legami all'interno del proprio gruppo sociale, ma sviluppano talvolta affetto per un determinato luogo. Molti animali, sia selvatici sia domestici, hanno la capacità di ritrovare la via di casa da località a essi sconosciute. È una facoltà che dipende dal campo morfico.Il senso dell'orientamento ha un ruolo fondamentale nel fenomeno della migrazione. Alcune specie (rondini, salmoni e tartarughe di mare) compiono percorsi migratori di migliaia di chilometri per andare e tornare dai propri territori alimentari a quelli di riproduzione. La loro capacità di tenere la rotta è uno dei grandi misteri irrisolti della biologia, come vedremo nel prossimo capitolo. Anche a questo proposito ritengo che l'ipotesi del campo morfico che contiene in sé una memoria ancestrale potrebbe spiegare molte cose.Cani, gatti e cavalli che ritrovano la via di casaSi narrano molti episodi a proposito di animali domestici che ritornano a casa dopo essere stati abbandonati o smarriti molto lontano. Alcuni sono divenuti leggendari, come un collie di nome Bobby, perduto nell'Indiana, che arrivò a casa nell'Oregon dopo un anno e 3000 chilometri. A episodi del genere si ispira il racconto di animali The Incredible Journet/,1 dal quale la Walt Disney ha tratto lo spunto per il suo film L'incredibile avventura, in cui un gatto siamese, un vecchio bull terrier e un giovane labrador percorrono 400 chilometri attraverso le plaghe selvagge dell'Ontano settentrionale per ritornare a casa.Nella vita vera le incredibili avventure capitano continuamente e

t160 I poteri straordinari degli animalii casi più clamorosi finiscono sui giornali. Nel 1995 il "Times" riportava la storia che segue:Un cane da pastore, dopo essere stato abbandonato da ladri d'automobile, è ritornato a casa dal padrone: ha percorso un tragitto di circa 100 chilometri. Blake, un border collie di dieci anni, fu rubato insieme con il suo compagno di cuccia, Roy, di quattro anni, mentre si trovavano nel retro della Land Rover di Tony Balderstone. I malfattori, che avevano rubato la vettura a Cley, nella contea di Norfolk, hanno abbandonato gli ammali a Downham Market, a 100 chilometri dalla casa del signor Balderstone, a Holt. Roy è stato catturato a Downham Market due giorni più tardi e restituito al proprietario; ma Blake partì tutto solo. Il signor Balderstone, che di mestiere fa il pastore, ha detto ieri: "Ero sicuro che ce l'avrebbe fatta, sempre che non finisse sotto una macchina o che non gli sparassero perché molestava il bestiame. Ho telefonato ai guardacaccia e alle fattorie che si trovavano sul suo percorso per avvertire". In cinque giorni il cane è arrivato a Letheringsett, a un chilometro e mezzo dall'azienda agricola del signor Balderstone; lì alcuni abitanti del paese lo hanno riconosciuto.2Per un caso come questo che finisce sul giornale ce ne sono dozzine che rimangono sconosciuti. In banca dati abbiamo raccolto 60 storie inedite di cani

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e 29 di gatti che hanno ritrovato la via di casa. Alcune, come quella di Blake, riguardano animali che sono stati perduti o abbandonati. Ma quasi tutte le altre riguardano animali che ritornavano alla vecchia casa.Quasi sempre gli animali erano stati trasportati, non erano arrivati alla nuova abitazione con le proprie zampe. Non potevano dunque aver notato odori o particolarità del paesaggio. Di norma il viaggio di andata era stato compiuto in macchina, più raramente in autobus o in treno, e in un caso in barca, sul lago di Zurigo. Talvolta la strada percorsa non era la più diretta. Ciononostante, quando si è potuto ricostruire l'itinerario, si è riscontrato che gli animali tendevano a prendere la via più breve e non quella compiuta all'andata. Del resto, un cane o un gatto che scegliesse di seguire la strada o il binario ferroviario percorso all'andata si troverebbe ben presto spiaccicato. In qualche modo sapevano in che direzione fosse casa propria, anche se si trovavano in un luogo mai visto prima, al quale erano stati portati compiendo un percorso complicato.La prova più schiacciante del fatto che il senso dell'orientamento di un animale non dipende dalla capacità di memorizzare gli odori o i punti di riferimento incontrati per strada ci proviene dai casi di animali trasportati in aereo. Durante la guerra del Vietnam, le truppe americane utilizzavano cani da ricognizione, che venivano tradotti alle zone di guerra in elicottero. Uno di questi, Troubles, fu portato

,

161Incredibili avventurenella giungla insieme con il suo addestratore, William Richardson, a sostegno di una pattuglia che operava a una quindicina di chilometri di distanza. Richardson fu ferito dal fuoco nemico e portato in elicottero all'ospedale; gli altri soldati della pattuglia semplicemente abbandonarono il cane. Tre settimane più tardi, Troubles fu ritrovato a casa sua, vale a dire presso il quartier generale della Prima divisione di fanteria aerotrasportata, ad An Khe. Stanco e macilento, non si lasciava avvicinare da nessuno. Frugò per tutte le tende finché trovò le cose di Richardson, vi si accoccolò accanto e si addormentò.3Anche se quasi tutti coloro che hanno un animale da compagnia rimangono stupiti delle capacità insospettate del loro amico di ritrovare la strada di casa, i pastori e coloro che possiedono cani da lavoro le considerano normali. Non a caso, il padrone di Blake, che era tanto sicuro che il suo cane sarebbe ritornato, era un pastore. Ai tempi in cui si usava fare la transumanza dall'Inghilterra alle Highlands scozzesi e viceversa, i pastori scozzesi erano soliti rimandare a casa i cani da soli dopo aver consegnato il bestiame in Inghilterra mentre loro si fermavano per la mietitura. I cani ripercorrevano la strada dell'andata fermandosi alle fattorie o alle locande dove avevano mangiato e dormito. I locandieri li nutrivano e venivano pagati dai padroni che ripassavano l'anno successivo.4 Prima della seconda guerra mondiale i contadini del Lincolnshire portavano il bestiame al mercato, che distava più di 150 chilometri, dividendo il tragitto in tappe di più di 30 chilometri al giorno. Dopo la vendita, i pastori liberavano i cani perché tornassero a casa per conto proprio, in modo da risparmiare il biglietto del treno. (Roger Dale)Alcuni cavalli hanno ritrovato la via di casa percorrendo chilometri di strade sconosciute e probabilmente i casi sarebbero più numerosi se non venissero tenuti chiusi in campi o scuderie. Un cavallo che se ne torna a casa è una seccatura, ma a volte può essere una fortuna.Era una bella giornata tranquilla, e Jean Welsh andò a fare una passeggiata a cavallo per la campagna dello Yorkshire. A un certo punto decise di esplorare una zona che né lei né il cavallo conoscevano. Dopo un po' si rese conto di essersi smarrita. "Il mio senso dell'orientamento è pessimo e cominciai ad agitarmi un pochino. Lasciai le redini abbandonate sul collo della mia cavalla e dissi: "Adesso tocca a te: portaci a casa!"". Lei proseguì senza esitazioni e si fermò davanti a un cancello che Jean non aveva mai visto. Jean lo aprì.

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"Procedeva sicura senza la mia guida." Seguì sentieri sconosciuti finché Jean, con grande sollievo, riconobbe la via di casa.

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Altri animali che ritrovano la via di casa iitLa capacità di ritrovare la via di casa è molto diffusa. Oltre a testimonianze a proposito di cani, gatti e cavalli, in banca dati ce n'è una che riguarda un gregge di pecore fuggito dal campo di un contadino e ritornato al pascolo natio percorrendo tredici chilometri; una di un maiale da compagnia che ne percorse undici; e infine molte storie di uccelli. Una delle più divertenti è quella di Donald e Dora, due anatroccoli di Pasqua allevati dalla famiglia Erickson del Minnesota.Costruimmo un bellissimo recinto nel cortile posteriore della nostra casa che sta nel centro di Minneapolis. Gli davamo da mangiare e gli facevamo il bagno in una grande vasca di plastica. Diventarono la nostra attrazione estiva. Passarono i mesi: essi crebbero e raggiunsero la taglia definitiva. Che cosa ne avremmo fatto l'inverno seguente? Alla fine, verso la metà di agosto, ci decidemmo a portarli a un grande stagno situato in un vasto parco non ancora completato, a tre chilometri da casa. La mamma diceva che sarebbe stato meglio per loro che si unissero ai propri simili e imparassero a comportarsi come animali selvatici prima dell'arrivo della neve. Accettammo con dispiacere e li lasciammo andare. Papa li marcò con un po' di vernice sulle ali, in modo da poterli distinguere dagli altri. Tornammo a casa pieni di tristezza. Improvvisamente sentimmo i vicini che per la strada gridavano e ridevano. Corremmo fuori, nel giardino sul davanti, e, con sommo divertimento, ecco che vedemmo Donald e Dora in cima alla collina, in mezzo alla strada, che scendevano sculettando e facendo qua qua qua. Avevano trovato la via di casa attraverso i boschi e le caotiche strade della città. (Leni Erickson)In questo caso la distanza non era grande, ma alcuni uccelli addomesticati hanno percorso centinaia di chilometri. Una gazza caduta dal nido era stata adottata dai bambini della famiglia Beauzetier a Drancy, nei pressi di Parigi. Durante le vacanze estive del 1995 i bambini andarono a stare dai nonni vicino a Bordeaux e portarono la gazza con sé. Un bel giorno la gazza fuggì, con gran dispiacere dei bambini che alla fine delle vacanze furono costretti a rientrare senza di lei. Non passò molto tempo che la avvistarono su un albero non lontano da casa. La chiamarono, lei rispose e tornò ad abitare con loro. Aveva percorso quasi 500 chilometri.Ancor più spettacolare fu il ritorno di un colombo, appartenente a Ken Clark di Bakersfield, California, che questi aveva regalato ai cugini venuti in visita dal Connecticut. "Un mese più tardi era di nuovo qui! La coda e le piume non c'erano quasi più. Era sporco e conciatissimo." I cugini avevano portato il colombo fino a casa (una distanza di 4800 chilometri), ma era volato via mentre cercavano di trasferirlo in una gabbia più grande.

Le doti dei colombi in questo senso non sono certo una novità, ma non sono affatto uniche: sono patrimonio di molte altre specie.Esperimenti con gatti e caniÈ comprensibile che molti padroni di animali siano contrari all'idea di abbandonare i propri amici per studiare le loro eventuali capacità di ritrovare la via di casa. A parte le mie ricerche fatte con il cane Pepsi, che descriverò più oltre, sono al corrente di due sole sperimentazioni di questo tipo.La prima serie fu portata avanti a Cleveland, Ohio, più di settantacinque anni fa, dallo zoologo F.H. Herrick, con il suo gatto. Il suo studio ebbe un inizio casuale: un giorno lo scienziato mise l'animale in una borsa e lo portò in tram

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dalla propria abitazione al suo ufficio presso la Western Reserve University; un percorso di 8 chilometri. Ma, al momento di uscire dalla borsa, il gatto scappò e arrivò a casa la sera stessa. Lo studioso rimase esterrefatto e volle approfondire la cosa: portò il gatto, in un contenitore chiuso, in vari luoghi la cui distanza da casa variava da un chilometro e mezzo a cinque. Scoprì che il gatto era capace di ritrovare la via in varie situazioni e da qualsiasi direzione.5La seconda serie di esperimenti fu condotta in Germania tra il 1931 e il 1932 dal naturalista Bastian Schmidt, il quale studiò tre cani da pastore. In ciascuna prova, uno dei tre ammali veniva portato, in vettura chiusa e per strade tortuose, in un luogo dove non era mai stato prima e lì liberato. Alcuni esperti osservatori, appostati sulla via che presumibilmente il cane avrebbe seguito per tornare a casa, prendevano nota del suo comportamento. Fu inoltre pedinato da ciclisti silenziosi, ai quali era stato dato l'ordine di non comunicare con il cane in alcun modo.6I primi esperimenti furono eseguiti nella campagna bavarese, con un cane di fattoria di nome Max. Quando fu lasciato per la prima volta in un luogo che non conosceva, il cane scrutò l'orizzonte in ogni direzione, come se stesse cercando di orientarsi. Dopo qualche incertezza, cominciò a concentrarsi sulla direzione di casa, guardando da quella parte con molta risolutezza; mezz'ora più tardi si decise a partire. Evitò di passare per i boschi, al passaggio delle automobili si nascose e aggirò fattorie e villaggi. Dopo poco più di un'ora sbucò sulla strada del villaggio e giunse a casa al galoppo. Aveva coperto una distanza di circa dieci chilometri.Nel secondo esperimento il cane fu lasciato nello stesso posto e

165164 I poteri straordinari degli animalidopo un'esitazione di soli cinque minuti ripartì seguendo più o meno lo stesso percorso della volta precedente ma con una scorciatoia e arrivò a casa in 43 minuti. In un terzo tentativo impiegò più tempo, perché il traffico intenso lo obbligò a una lunga deviazione.Ecco le conclusioni di Schmidt: "Max non utilizzò in alcun modo l'olfatto, senso pur tanto importante in un cane". Non annusò gli alberi né il terreno, né cercò di fiutare una pista. Non aveva motivo di farlo, conclude Schmidt: "Fiutare una pista, umana o canina, non serve a un cane che cerca di tornare a casa".7 Né è pensabile che si sia valso della vista, perché il paesaggio gli era totalmente sconosciuto.A questo punto Schmidt diede inizio a una serie di prove con un cane di città, Nora, che viveva a Monaco. Nora fu portata una mattina presto in un quartiere della città che non conosceva, distante circa cinque chilometri da casa sua, vicino al Tierpark. Uscendo dal cesto la cagna si trovò in una grande piazza (la Johannisplatz a Bogenhausen). Si comportò in modo assai simile a Max; per 25 minuti circa cercò di orientarsi, guardando per la maggior parte del tempo nella direzione di casa, poi partì trotterellando. Tutto andò bene fino al momento in cui, nella Tassiloplatz, incontrò un cane in vena di giocare, che la condusse fuori strada. Dopo un po' si riorientò e si mise sulla via più diretta per casa. In tutto ci mise 93 minuti, compreso il tempo impiegato a studiare la situazione, a giocare e a cambiare rotta.Nel secondo esperimento, sei settimane più tardi, Nora fu lasciata nello stesso luogo. Questa volta (anche qui come Max) ci mise solo cinque minuti a orientarsi e seguì la rotta già percorsa fino alla Tassiloplatz, dove non s'imbattè in distrazioni: arrivò di corsa a casa dopo soli 37 minuti.Come Max, anche Nora non fiutava, non badava agli odori. Il paesaggio non le era familiare, perciò non si valse della vista. Dunque Schmidt concluse: "Ci troviamo di fronte a un enigma, al mistero di un senso sconosciuto, che si potrebbe forse descrivere semplicemente come il senso dell'orientamento".8Lo studioso tedesco intraprese a questo punto tre esperimenti analoghi con un altro cane di fattoria, ma furono tre fallimenti. Il cane partiva sempre nella direzione sbagliata. E questo serva di salutare monito: i cani, come le persone, hanno doti diverse e alcuni hanno un senso dell'orientamento migliore di altri.

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Elizabeth Marshall Thomas, che nel suo libro La vita segreta dei cani racconta in modo affascinante le sue osservazioni sul comporta

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Incredibili avventuremento dei cani lasciati alle proprie risorse, è giunta a conclusioni analoghe. Uno dei suoi cani, un husky di nome Misha, aveva un senso dell'orientamento eccezionale e riusciva a compiere tragitti di più di trenta chilometri. (La compagna di Misha, Maria, non si perdeva quando era con lui ma quasi invariabilmente si smarriva se usciva da sola. In quel caso semplicemente si sedeva con aria derelitta sul gradino di una casa. Prima o poi qualcuno cercava sul suo collare il numero di telefono e chiamava la Thomas che andava a prenderla in auto.)La domanda che si era posta la Thomas nel dare inizio ai suoi studi riguardava il senso dell'orientamento di Misha. Ma a questo interrogativo, scrive la Marshall, "non sono riuscita a trovare una risposta".9 Il cane non utilizzava punti di riferimento perché non seguiva sempre la stessa strada. Seguiva le stelle o la posizione del sole? Il suono del vicino oceano Atlantico? Gli odori presenti nell'aria? "Non lo sapevo, e non riuscii a scoprire niente dall'osservazione del suo trotto sicuro, del suo contegno fiducioso."10Destinazioni varie: gli esperimenti con PepsiCome abbiamo visto, molte specie sembrano possedere un senso dell'orientamento che permette loro di ritornare a casa da luoghi sconosciuti. Ma alcuni animali sono capaci di individuare più di una destinazione e di recarsi, attraverso zone ignote, in luoghi diversi da casa loro. Sembra, cioè, che sappiano orientarsi verso piùluoghi.Sotto quest'aspetto il cane più straordinario che io abbia mai conosciuto è Pepsi, una meticcia figlia di un border collie e un terrier, che vive a Leicester. Quando il suo padrone, Clive Rudkin, mi contattò, nel 1995, Pepsi aveva già affrontato quattordici viaggi in tutta Leicester, dopo essere fuggita dalla casa di Clive o da quelle dei genitori e della sorella, per arrivare di lì a qualche ora a casa di amici o di familiari. Quasi tutti i tragitti compiuti erano più lunghi di cinque chilometri e avevano destinazioni varie: Pepsi aveva trovato la strada per arrivare in sei luoghi diversi che aveva conosciuto per esservi stata condotta in macchina e mai a piedi. Di solito, durante i viaggi in auto, la cagnetta se ne era stata seduta sul fondo della vettura e non aveva guardato fuori dal finestrino. Una volta era fuggita dalla casa dei genitori di Clive, sita a più di sei chilometri a nordest di quella del figlio, e si era materializzata da un amico del padrone, otto chilometri più a nord. Era già stata in quella casa, ma partendo da

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Incredibili avventure

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casa di Clive. Non aveva mai compiuto, nemmeno in macchina, il percorso dalla casa dei genitori a quella dell'amico.Nonostante queste avventure, distribuite su un arco di quattro anni, Pepsi non aveva mai avuto il permesso di vagabondare per le strade da sola e usciva solo accompagnata.La cagna non si era mai persa né fatta male e Clive si fidava di lei a tal punto che accettò di sottoporla a due esperimenti che furono filmati dalla BBC.11La prima volta, Pepsi fu lasciata sola in un parco, tre chilometri a sudest di casa sua, e fu seguita da un operatore della BBC. La cagnetta scelse, per tornare a casa, una strada lievemente più lunga, ma molto amena, e seguì per la

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maggior parte del tempo la riva del fiume. Il problema fu che ben presto Pepsi si accorse di essere seguita e si mise a sua volta a seguire il cameraman, insistendo a voler giocare con lui. L'uomo non fu capace di comportarsi da osservatore distaccato, ed è difficile capire quanto di quel che fece Pepsi sia stato influenzato dalla sua presenza.Per il secondo esperimento, Pepsi venne munita di un monitor GPS (Global Positioning System), sistemato sulla sua schiena in un taschino. Questo apparecchio, della grandezza di un telefono cellulare, indicava, tramite segnali satellitari, la posizione dell'animale con un'approssimazione di meno di dieci metri. Avevamo intenzione di lasciare Pepsi da sola in un luogo che non conosceva (la mattina presto, in modo da ridurre al minimo i pericoli del traffico) e di seguire i suoi spostamenti via satellite; le informazioni sul suo percorso arrivavano in automatico a intervalli di un minuto.Era il solstizio d'estate del 1996: mentre i druidi della New Age celebravano il sorgere del sole presso gli antichi megaliti, Clive e io eravamo in Ethel Road, a Leicester, e lasciavamo Pepsi a un angolo di strada che lei non conosceva, tre chilometri a est della casa di Clive. Ci eravamo arrivati con un taxi e lei era stata seduta sul fondo lontana dai finestrini. Seduta sul marciapiede, con aria perplessa ci guardò sparire, sempre con lo stesso taxi. Per precauzione, nel taschino che aveva sulla schiena avevamo lasciato un messaggio scritto, nel quale spiegavamo a chiunque la trovasse che ella partecipava a un esperimento; avevamo anche avvertito la polizia, nel caso si fosse smarrita.Tornammo a casa e attendemmo. L'avevamo lasciata alle 4.55 del mattino, e ci aspettavamo di vederla arrivare a casa di Clive, o a quella dei genitori, in due ore al massimo. Alle 9 del mattino non si era ancora fatta vedere e cominciavamo a stare in pensiero. Alla fine

i Clive venne l'idea di provare da sua sorella, che era via per le va' .inze. E lì trovammo Pepsi sdraiata tranquillamente sul prato del i;lardino posteriore. Erano almeno sei mesi che non ci andava né sol.i né accompagnata. Era però fuggita da quella casa un paio di volte negli anni precedenti per andare a casa di un amico che viveva circa sei chilometri a sudovest.Ripensandoci, capimmo che era stata una scelta saggia da parte di l'epsi, perché, fra quelle che conosceva, era la casa più vicina; distava infatti solo un chilometro e mezzo dal luogo in cui era stata abbandonata. Quando ci mettemmo a decifrare i suoi spostamenti rilevati dal GPS, scoprimmo che Pepsi si era diretta prima verso nord per 450 metri (nella direzione opposta a quella che aveva imboccato il laxi), poi aveva vagabondato per almeno 8 minuti per le vie lì intorno, come per capire dove si trovava; infine aveva puntato verso est, proseguendo per un chilometro abbondante fino all'ospedale generale di Leicester, intorno al quale si era aggirata per 7 minuti. A questo punto, ben decisa, si era diretta verso la casa della sorella di Clive, a circa 450 metri di lì (fig. 10.1).Pepsi non avrebbe potuto trovare la casa servendosi del fiuto, perché il vento quella mattina soffiava costante da nordovest e non ha mai avuto il vento a favore.Da allora la cagnetta è fuggita altre quattro volte e ha compiuto svariati itinerari attraverso Leicester per recarsi in case che conosce e anche in una mai visitata in precedenza, quella del fratello di Clive. Il senso dell'orientamento di Pepsi riesce, chissà come, a farle sapere la sua posizione rispetto a case diverse e la posizione delle case fra loro, anche se la cagnetta vi è stata condotta in macchina e non ha guardato fuori dai finestrini.È come se avesse in testa una sorta di cartina geografica, solo che non c'è modo che possa essersi formata visto che la cagnetta viene abbandonata in un luogo sconosciuto. Più che di una cartina, Pepsi sembra essere in possesso di un senso dell'orientamento.Il senso dell'orientamentoCome funziona il senso dell'orientamento? Quale che ne sia il fondamento fisico, io suppongo che l'animale in qualche modo senta che un certo luogo familiare è in una certa direzione, forse per una sorta di "attrazione". E forse ne sente anche la vicinanza o la lontananza.Nel caso più semplice, quello dei ritorni a casa, l'animale si sente

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168 I poteri stmordinari degli animali

Incredibili avventure

^ EVING PURFigura 10.1 Cartina parziale di Leicester. Sono indicati il posto in cui Pepsi è stata lasciata (A), i posti in cui si è recata, in ordine cronologico, così come sono stati rivelati dal GPS che portava sulla schiena, e la casa della sorella di Clive (B), dove pose termine al suo viaggio.

0,8 Km

170 I poteri straordinari degli animali"tirato" verso la sua abitazione e se si allontana dal percorso (come Nora a Monaco quando incontrò il cane che aveva voglia di giocare) è capace di riorientarsi e di riprendere la direzione giusta (fig. 10.2A). Un buon paragone potrebbe essere l'attrazione magnetica. Oppure un elastico invisibile. In entrambi i casi ci troveremmo di fronte a una forza che "tira" verso casa e da una sensazione, potremmo dire, di "fuochino" man mano che l'animale arriva più vicino. Il concetto di "fuochino" spiegherebbe anche la capacità che hanno certi animali trasportati in macchina o in altri veicoli di sapere quando stanno approssimandosi alla propria abitazione, come vedremo nel capitolo XII.10 sostengo che quest'attrazione verso casa ha luogo all'interno diun campo che connette l'animale con il proprio ambiente. L'animalesi costruisce una familiarità col suo ambiente. Il suo campo di attività all'interno dell'abitazione implica l'accumularsi di memorie.La mia ipotesi è che questo campo di attività, con la memoria che gli è intrinseca, sia una sorta di campo morfico. E, se l'animale è legato all'ambiente della sua abitazione da un campo morfico, ne consegue che questo collegamento è in grado di tendersi come un elastico e mantenersi anche a chilometri di distanza. Nonché di attirare l'animale verso casa.È possibile che, mentre l'animale è preso da altre attività, come la ricerca di nutrimento o l'esplorazione, il collegamento rimanga allo stato latente. Il cane che si trova lontano dalla propria dimora non ne viene attratto per tutto il periodo in cui è assente, ma, quando arriva il momento di tornare, è capace di trovare la strada. L'intenzione del ritorno ne motiva il comportamento, ma la capacità di ritrovare la direzione di casa o di un altro luogo dipende dall'aver stabilito o no in precedenza dei collegamenti con determinati luoghi. I comportamenti tendenti al ritorno, così come, più in generale, le doti di orientamento dipendono da una combinazione di fattori: : motivazione, ovvero intenzione, da una parte, e collegamenti creatisi in passato con determinati luoghi dall'altra; io suggerisco che questa memoria sia implicita nel campo morfico che connette l'animale a questi luoghi.11 campo morfico che collega un animale alla sua abitazione è instretto rapporto con quello del gruppo sociale con cui esso divide lapropria casa. Il primo tipo di campo implica il senso dell'orientamento; il secondo la comunicazione telepatica. Ma, come vedremo, icampi che collegano gli ammali tra loro non solo fungono da canaliper la comunicazione telepatica, ma sono in grado di dare informa

Figum 10 2 A: Connessioni attraverso un campo morfico tra un animale e la ,sua abita! "onee altri luoghi per lui importanti. B: L'animale è in un luogo

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diverso; di conseguenza ì coìlegamentfcon la casa e con gli altri luoghi gli forniscono informazioni direzionali diverse.zioni sull'orientamento. Abbiamo già incontrato esempi di questo tipo di comunicazione (gatti o altri animali in pericolo che chiamanoil padrone).L'analogia dell'elastico implica di per sé il concetto di direzione. Immaginate di essere bendati e di tenere in mano un capo di un lungo elastico teso. L'altro capo, che sta a molti metri di distanza, e at

173172 I poteri straordinari degli animalitaccato da qualche parte o tenuto da una persona. Voi vi sentite tirare non soltanto verso la persona, ma anche in una determinata direzione. Questa attrazione, o forza, che tira verso un obiettivo può venire modellata matematicamente in termini di attrattori dinamici all'interno di campi morfici (appendice C).Se un animale ha a disposizione molti luoghi in cui recarsi, si presume che provi la sensazione di venire attratto in più direzioni (fig. 10.2A). Forse è in grado di valutare la maggiore o minor vicinanza di ciascuno. Se l'animale è in una determinata posizione, le varie forze che lo tirano si orienteranno di conseguenza (fig. 10.2B).Alla luce di queste ipotesi, posso immaginare che Pepsi, abbandonata in un luogo a lei sconosciuto, abbia fatto il punto della situazione e preso nota delle varie direzioni in cui si trovavano le case amiche, tra cui la sua, quella dei genitori e quella della sorella di Clive. È possibile anche che abbia sentito che l'ultima fosse la più vicina e che per questa ragione si sia diretta da quella parte.La metafora dell'elastico è una delle due possibili. L'altra è quella dell'attrazione magnetica, che ha il vantaggio di ammettere non solo l'attrazione, ma anche la repulsione. Può darsi che luoghi in cui un animale ha avuto paura risultino repellenti anche a distanza, che la sensazione di "fuochino" man mano che ci si avvicina si leghi alla paura anziché al piacere. Questo spiegherebbe le reazioni che hanno certi cani mentre vengono portati in macchina dal veterinario.Se inquadriamo le capacità di orientamento degli animali domestici in un contesto evolutivo e biologico più vasto, ci sarà subito chiaro che si tratta di un'ipotesi piena di buon senso.Area familiare degli animali selvatici e randagiQualsiasi animale che abbia una residenza fissa (le api con l'alveare, i pettirossi con il nido, i lupi con la tana) frequenta la zona immediatamente circostante, detta "area familiare", che può variare in ampiezza da un giorno all'altro e da una stagione all'altra. All'interno dell'area familiare può esserci il territorio vero e proprio o area difesa. Un gatto domestico, per esempio, potrà avere un territorio del diametro di un centinaio di metri, che conosce perfettamente e protegge, ma può anche avere un'area familiare più vasta, che si estende per un chilometro e mezzo intorno all'abitazione in cui vive.Anche noi abbiamo un'area familiare che comprende il quartiere, i luoghi dove andiamo a fare la spesa, quelli in cui lavoriamo e giochiamo, quelli in cui andiamo a passeggiare con il cane, le abitazioni

1

Incredibili avventuredi amici e parenti dove ci rechiamo in visita e così via. All'interno di questo ambito ci sono i territori che difendiamo, solitamente la casa e il giardino.In linea generale, la nostra capacità di orientarci all'interno di questa zona dipende dal fatto che vediamo oggetti a noi ben noti e lo stesso vale per gli animali. Odori, suoni e oggetti familiari permettono loro di sapere dove si trovano e di orientarsi. All'interno dell'area familiare si percorrono strade note e non serve un particolare senso dell'orientamento.

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Ma le strade note hanno richiesto un apprendimento. Ogni animale giovane deve imparare a conoscerle. Ciascun individuo preso singolarmente e ciascun gruppo che si insedia in un luogo nuovo hanno necessità di esplorare le zone circostanti, poi, per ritrovare la via di casa, non possono contare sulla memoria, a meno di non tornare sui propri passi.In parte annotano alcuni punti di riferimento o seguono una pista olfattiva. Ma c'è un altro metodo: l'arte della navigazione. In senso biologico la navigazione è "la capacità di orientarsi in direzione di un obiettivo, indipendentemente dalla sua direzione e senza far riferimento a indicatori visivi".12 In questo modo l'animale è capace di tornare prendendo scorciatoie, senza dover memorizzare il percorso compiuto all'andata. Per esempio, se un animale è inseguito da un predatore, fugge correndo in una direzione sconosciuta e non annota nulla. Analogamente, un carnivoro si allontana spesso dalla sua area familiare per inseguire la preda. Gli uccelli possono essere portati fuori rotta da un vento forte e gli animali acquatici spinti lontano dalle correnti. In tutte queste situazioni gli animali devono affidarsi alle proprie doti di navigazione.In linea di principio, quanto più vasta è l'area familiare tanto più importanti sono le doti di orientamento dell'animale. Per esempio, alcuni branchi di lupi possiedono e difendono territori vastissimi. Nel Minnesota settentrionale, dove la popolazione dei cervi è relativamente numerosa, un territorio può raggiungere una superficie di 130300 chilometri quadrati. In Alaska, dove i lupi predano quasi esclusivamente le alci, un territorio può arrivare a quasi 2000 chilometri quadrati. Nelle isole artiche, dove la selvaggina è scarsa, il territorio di un branco può arrivare a coprire migliaia di chilometri quadrati. È stato osservato che un branco di Ellesmere Island (a nordovest della Groenlandia) in sei settimane copriva un territorio di più di 13.000 chilometri quadrati.13Se teniamo conto che il lupo, l'antenato selvatico del cane, ha un

174 I poteri straordinari degli animali i*così formidabile senso dell'orientamento, le capacità del cane domestico ci sembreranno meno sorprendenti.I cani randagi hanno un'area familiare notevolmente inferiore e tuttavia hanno una straordinaria capacità di orientamento. Nell'Italia centrale e meridionale, per esempio, non di rado capita di incontrare branchi di cani selvatici, e i loro spostamenti sono stati analizzati anche con l'aiuto di apparecchiature radio. In uno di questi studi, condotto in una regione montagnosa dell'Abruzzo, la superficie complessiva dell'area familiare risultò di 57 chilometri quadrati, all'interno dei quali vi erano tratti più frequentati, specialmente vicino alla tana e alle pattumiere dove i cani andavano a cercare il cibo. L'area familiare era mobile, a seconda della stagione e degli anni, e il branco cambiava abitudini quando individuava nuove fonti di sostentamento.14Ogni tanto il gruppo si allontanava dall'area familiare per grandi esplorazioni. In seguito a una di queste sortite una femmina si creò una nuova tana a 16 chilometri di distanza. Curiosamente, l'area familiare di questi randagi era incuneata tra i territori assai più ampi (uno di essi si estendeva per oltre 300 chilometri quadrati) di due branchi di lupi.I gatti hanno aree familiari assai più ristrette, anche se alcuni gattidi fattoria arrivano a coprire aree del diametro di 300 metri.15 Il maschio si muove in genere di più, e alcuni randagi delle foreste australiane arrivano a 5 chilometri quadrati.16È difficile capire quanto di questa capacità di orientarsi di lupi, gatti e cani dipenda dalla normale memoria dei luoghi attraversati e quanto invece da un senso dell'orientamento più misterioso. È probabile che questi fattori lavorino in sinergia.II cane e il gatto domestici si allontanano molto meno dei loro parenti randagi o selvatici, ma, proprio perché meno liberi, ci sono digrande aiuto per studiare il senso dell'orientamento. Le ricerche suiselvatici sono molto impegnative e quindi più rare: bisogna primacatturarli, poi portarli in un luogo a loro sconosciuto e infine liberarli. I domestici invece sono più accessibili. Vengono normalmente

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portati in giro in auto o con altri mezzi di trasporto e, come vedremo, benché si addormentino per strada, senza poter memorizzare lastrada percorsa, non di rado capiscono quando si sta per giungere adestinazione.Ma le più spettacolari doti di orientamento le dimostrano gli uccelli, e quelle meglio studiate sono quelle dei colombi.

I colombi viaggiatoriII primato delle distanze percorse dagli uccelli migratori appartiene a specie selvatiche. Il pinguino di Adelia, l'uccello delle tempeste codaforcuta, la berta minore, l'albatro, la cicogna, la sterna, la rondine e lo storno compiono percórsi migratori superiori ai millecinquecento chilometri.17 In un esperimento, due albatri di Laysan furono portati via dall'atollo di Midway, nel mezzo del Pacifico, e liberati a più di cinquemila chilometri di distanza, nello stato di Washington, sulla costa occidentale degli Stati Uniti: uno dei due ritornò in dieci giorni, l'altro in dodici. Un terzo tornò dalle Filippine (6500 chilometri) in poco più di un mese.18 In un esperimento con le berte minori, alcuni esemplari furono tolti alle loro gallerienido sull'isola di Skokholm, al largo della costa gallese. Una fu liberata a Venezia e tornò in quattordici giorni. Un'altra ce ne mise dodici e mezzo da Boston: un viaggio di 4800 chilometri attraverso l'Atlantico.19Benché i loro spostamenti siano assai meno ampi di quelli degli uccelli marini che ho appena citato, i colombi viaggiatori sono una scelta obbligata per chi desideri approfondire questi fenomeni, visto che sono stati allevati e selezionati da molte generazioni appositamente per la loro abilità di ritrovare la via di casa: quelli da competizione sono capaci di percorrere centinaia di chilometri in un sol giorno. Le tecniche per allevarli e addestrarli sono ben note, e non sono animali costosissimi.I colombi viaggiatori sono stati usati in molti esperimenti, eppure, dopo quasi un secolo di ricerca appassionata e frustrante, nessuno è riuscito a carpirne il segreto. Ogni tentativo di attribuire le loro doti di navigatori alle normali facoltà sensoriali o a fenomeni fisici conosciuti si è rivelato un fallimento. I ricercatori più accorti riconoscono tranquillamente il problema: "Le incredibili capacità di adattamento degli uccelli viaggiatori e migratori continua da anni a lasciarci esterrefatti. Si possono cancellare tutti i possibili indizi: questi animali hanno sempre di riserva qualche strategia per mantenere la giusta rotta di volo".20 "Il problema dell'orientamento degli uccelli rimane a tutt'oggi irrisolto."21Per capire perché, è necessario prendere in esame le varie ipotesi avanzate negli anni sui colombi viaggiatori e vedere come mai si siar no dimostrate tutte inadeguate.La teoria, sostenuta per la prima volta da Darwin, secondo la quale memorizzano ogni cambio di rotta del viaggio di andata, è stata confutata: i colombi sono stati trasportati per strade tortuose fino a

177176 I poteri straordinari degli animaliun luogo a essi sconosciuto, in un veicolo chiuso e dentro gabbie rotanti; altre volte sono stati anestetizzati per tutta la durata del viaggio: al momento del rilascio volano diritti a casa.22Anche l'ipotesi che riconoscano i luoghi basandosi sugli elementi del paesaggio si è rivelata priva di fondamento. I colombi sono sì capaci di ritrovare la via di casa seguendo rotte conosciute, ma sanno farlo anche partendo da luoghi sconosciuti e distantissimi. In alcuni esperimenti compiuti negli anni Settanta, ad alcuni colombi furono addirittura applicate lenti a contatto di vetro opaco che li rendevano temporaneamente ciechi: essi riuscirono ugualmente a trovare la strada, per quanto lunga e accidentata e per quanto alcuni abbiano urtato alberi o fili della luce in prossimità della colombaia. Avevano bisogno di vederci per atterrare, ma erano riusciti a compiere praticamente tutto il percorso.23L'ipotesi che i colombi calcolino latitudine e longitudine guardando la posizione del sole e che siano in grado di fare un confronto tra il moto e

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l'inclinazione solari del luogo in cui si trovano e quelli di casa propria, è stata invalidata in due modi. Primo, il colombo viaggia anche con il tempo nuvoloso e può essere addestrato a ritornare anche di notte. La vista del sole, dunque, non è indispensabile. Secondo, orientarsi con l'aiuto del sole è possibile solo se si possiede un orologio di precisione.24 Se noi teniamo un colombo viaggiatore alla luce artificiale per una parte della notte e al buio per una parte del giorno, otteniamo l'effetto di spostare il suo "orologio interno" di sei o dodici ore; se poi lo liberiamo in una giornata di bel tempo, prima l'animale risulta confuso e si accinge a partire nella direzione sbagliata, ma presto corregge la rotta e si dirige verso casa. Se il cielo è nuvoloso esso partirà subito nella direzione giusta. Questi esperimenti stanno a dimostrare che è sì possibile che il sole serva in qualche modo da bussola, ma che non è essenziale perché un colombo ritrovi la strada di casa.25La teoria secondo la quale l'uccello sentirebbe l'odore di casa da chilometri di distanza, anche con il vento contrario, pare estremamente improbabile. Nondimeno sono stati tentati vari esperimenti. In genere i colombi, pur con le narici bloccate dalla cera, i nervi olfattivi recisi o la mucosa olfattiva anestetizzata, riuscivano a trovare la direzione. Può darsi che utilizzino l'olfatto in zone che frequentano spesso e delle quali possano riconoscere gli odori trasportati dal vento, ma la loro capacità di tornare da luoghi sconosciuti non può dipendere da questo senso.26Infine vi è l'ipotesi magnetica. È possibile che i colombi abbiano

Incredibili avventureun senso preposto al magnetismo, una bussola biologica? Il problema è che, anche se disponessero di una bussola interna, essa non darebbe informazioni sulla direzione della via di casa. Se veniamo porlati in un luogo sconosciuto e forniti di bussola, individuiamo il nord, non casa nostra. Lo strumento ci aiuterebbe a orientarci, ma per sapere dove andare abbiamo bisogno di qualcos'altro.E se questa bussola interna fosse tanto sensibile da dare informazioni sulla latitudine? Ci sono due modi in cui lo potrebbe fare: primo, registrando i piccoli cambiamenti nell'intensità del campo magnetico che dipendono dalla distanza dal Polo; secondo, valutando l'inclinazione del campo magnetico. Al Polo Nord magnetico l'ago punta in giù, all'equatore è orizzontale e a metà strada l'angolo varia a seconda della latitudine. Tuttavia, per cogliere queste differenze, il senso magnetico dei colombi dovrebbe essere davvero molto preciso. Nella regione nordoccidentale degli Stati Uniti, per esempio, su una distanza di 160 chilometri in direzione nordsud, l'intensità media del campo cambia meno dell'un per cento e l'inclinazione dell'ago meno di un grado. E, anche volendo prendere in considerazione la possibilità che i colombi siano dotati di un organo tanto sensibile, esso non fornirebbe alcuna informazione sulla longitudine, vale a dire su quanto a est o a ovest da casa propria essi si trovino. I colombi sanno ritornare da tutti i punti cardinali.In ogni caso, l'ipotesi magnetica è stata messa alla prova: ad alcuni uccelli è stata attaccata una calamità, allo scopo di confondere il loro eventuale sensore interno; tuttavia, gli animali così preparati hanno fatto ritorno esattamente come quelli di controllo, che portavano oggetti di peso e dimensioni equivalenti, ma privi di qualità magnetiche.27L'inconsistenza di tutte queste teorie lascia la questione fondamentalmente inspiegata. Io personalmente ritengo che le imprese di viaggio dei colombi si possano spiegare soltanto con il senso dell'orientamento, come ho già detto a proposito di cani, gatti e altri animali. Indubbiamente possono aiutarsi a mantenere la rotta valutando la posizione del sole e forse anche basandosi su un senso del magnetismo. Ma senza l'attrazione del campo morfico che li collega con la casa questi uccelli si perderebbero.Il senso dell'orientamento nell'uomoI nostri antenati che si nutrivano cacciando e raccogliendo i frutti della terra erano soggetti alle stesse leggi della selezione degli altri

178 I poteri straordinari degli animali

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animali. Gruppi o individui che si allontanavano dalla dimora abituale e non riuscivano a ritrovare la strada finivano con tutta probabilità per soccombere, a meno di trovare un altro gruppo umano che li accettasse.Fino a tempi molto recenti, popoli come gli aborigeni australiani, i boscimani del Kalahari e i navigatori della Polinesia erano famosi per il senso dell'orientamento e per altre abilità straordinarie non riconosciute nelle società industriali moderne. Laurens van der Post racconta il suo viaggio nel deserto del Kalahari in compagnia di alcuni boscimani; dopo molti chilometri di marcia su una pista piena di curve, egli non aveva alcuna idea di dove si trovasse l'accampamento. Ma i compagni non avevano un dubbio. "Erano sempre orientati. Sapevano, senza uno sforzo cosciente, dove si trovava la loro casa."28Una delle più spettacolari dimostrazioni di capacità di orientamento è stata data da Tupaia, gran capo spodestato dei navigatori di Raiatea, vicino a Tahiti. Il capitano James Cook lo conobbe nel 1769, in occasione della sua prima esplorazione, e lo invitò a viaggiare con lui a bordo della nave Endeavour. Essi percorsero quasi undicimila chilometri: toccarono le isole della Società, fecero il periplo della Nuova Zelanda, costeggiarono l'Australia per approdare infine a Giava. In qualunque momento, nonostante la distanza e la complessità della rotta seguita dalla nave tra le latitudini 48° sud e 4° nord, Tupaia era in grado di indicare la direzione di Tahiti.29Le popolazioni civilizzate, invece, e in special modo quelle urbane moderne, hanno un numero così grande di apparecchiature per la navigazione, segnali, mappe e bussole (e moderni sistemi di localizzazione satellitare globale) che il senso dell'orientamento non è più necessario alla sopravvivenza. La nostra educazione non ne prevede il potenziamento e la scienza tradizionale gli dedica ben poco spazio.Cionondimeno, tale senso non si è atrofizzato completamente nell'uomo moderno.30 Siamo vagamente consci della sua esistenza, per esempio se ci paragoniamo ad altri che si perdono più o meno facilmente di noi. Tuttavia, in assenza di supporti artificiali, quasi tutti coloro che vivono nelle società industrializzate sono cattivi navigatori se comparati con gli animali non umani. Ed è per questo che rimaniamo tanto affascinati dalle capacità di cani e gatti e troviamo tanto interessanti le doti dei colombi viaggiatori. Sanno fare una cosa che noi non sappiamo fare. Hanno una sensibilità che noi abbiamo perduto.

XIMigrazioni e memoriaLa capacità di far ritorno al proprio nido e quella di migrare sono strettamente collegate. Potremmo dire che un ciclo migratorio è un sistema in cui si fa due volte ritorno alla propria abitazione. Per esempio, le rondini dell'Inghilterra percorrono in autunno un tragitto di quasi diecimila chilometri per raggiungere i propri territori alimentari in Sudafrica, trasvolando il deserto del Sahara. In primavera tornano ai territori di riproduzione in Inghilterra, spesso nel medesimo luogo in cui avevano nidificato l'anno precedente. Esse "tornano" in Africa e "tornano" in Inghilterra.Ancor più stupefacente è l'istinto dimostrato dagli uccelli giovani di raggiungere la propria sede invernale senza la guida degli adulti. Il cuculo europeo, in quanto parassita del nido, viene allevato da uccelli di altre specie e non conosce i genitori; per di più gli adulti partono per l'Africa meridionale in luglio o agosto, prima che i giovani siano pronti a migrare. Quattro settimane dopo i giovani cuculi trovano da soli la via per gli ancestrali territori alimentari africani.Anche gli insetti sono capaci di grandi voli migratori per destinazioni sconosciute. Il caso più noto è quello della farfalla monarca (Danaus plexippus). Le farfalle di questa specie, nate presso i Grandi Laghi, nella regione nordorientale degli Stati Uniti, compiono un percorso migratorio verso sud di circa 3000 chilometri, e svernano a milioni sugli "alberi delle farfalle" negli altipiani del Messico. Di lì in primavera tornano verso nord. La prima generazione di farfalle migratrici muore dopo essersi riprodotta nella zona più meridionale dei propri territori, tra il Texas e la Florida. La prole continua il viaggio verso nord fino ai Grandi Laghi e al Canada meridionale, dove si

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riproduce per molte generazioni. In autunno le giovani migratrici si dirigono verso il Messico per svernare sui medesimi alberi; ma sono lontane da tre a cinque generazioni da quelle arrivate l'inverno pre

180 1 poteri straordinari degli animali;cedente. Il ciclo migratorio si conclude dopo varie generazioni successive e nessuna farfalla presa individualmente può fare esperienza di tutto il processo.1Come fanno questi insetti a trovare la via verso le destinazioni ancestrali? Volano verso una meta, come i colombi viaggiatori, basandosi sul senso dell'orientamento? O seguono una serie di istruzioni programmate geneticamente, le quali indicano loro la direzione e li aiutano a orientarsi grazie al sole, alle stelle e al magnetismo?In questo capitolo mi propongo di dimostrare che la teoria dellaprogrammazione genetica della migrazione non spiega tutto e chegli animali migratori contano su un senso dell'orientamento che liconduce alla meta, alla quale sono collegati da un campo morficoche contiene la memoria ancestrale del percorso da compiere. Tuttavia, se è possibile che gli uccelli che navigano verso un obiettivo abbiano una bussola interna e riescano a orientarsi grazie al sole, è anche possibile che altri animali migratori si valgano dei flussimagnetici o dei segnali astronomici. >Sole, stelle e bussoleNella fantasia dei biologi, gli uccelli migratori sono muniti di un programma innato, una sorta di bussola interna che interpreta i flussi magnetici e la posizione del sole e delle stelle. In linguaggio scientifico questo dispositivo interno si chiama "programma di navigazione vettoriale spaziotemporale ereditario".2 Ma questo prezioso termine tecnico non fa che riproporre il problema senza risolverlo.La prova principale a favore del ruolo delle stelle consiste in questo: se, all'inizio della stagione migratoria, gli uccelli vengono tenuti dentro a un planetario, essi tendono a dirigersi nella direzione corretta rispetto alla rotazione delle "stelle". Nell'emisfero settentrionale, il punto intorno al quale ruotano gli astri è il Polo nord celeste, e in questo modo il movimento delle stelle serve da bussola.Tuttavia, nella vita reale, i migratori riescono a trovare la strada anche di giorno o quando il tempo è molto nuvoloso.3 Per esempio, in un esperimento eseguito nella contea di Albany, nello stato di New York, che prevedeva un sistema di localizzazione degli animali mediante radar, si scoprì che, nonostante un cielo nuvoloso che durò parecchi giorni, molte specie abituate a volare di notte non erano affatto disorientate. Non vi fu "il benché minimo cambiamento nel loro stile di volo".4 Dunque, una bussola basata sugli astri non sarebbe determinante.

1 ' Migrazioni e memoria 181E se fosse una bussola magnetica? A quanto pare alcune specie sentono effettivamente i flussi magnetici terrestri e gli uccelli migratori in gabbia cambiano direzione ai propri saltelli se si modifica il campo magnetico intorno a loro.5Se è vero che un "senso della bussola" e la rotazione delle stelle possono essere utili, è anche vero dhe non dicono a un uccello dove si trova e da che parte deve andare.La teoria della programmazione genetica sostiene non che i migratori sanno dove vanno, bensì che volano in una direzione prestabilita. C'è una grande differenza tra dirigersi in volo verso un obiettivo e seguire una serie di istruzioni, ed è che conoscere la destinazione consente una navigazione più flessibile. Se cerchiamo di raggiungere una città per una certa via e ci perdiamo, se sappiamo in che luogo siamo diretti possiamo trovare un percorso alternativo. Ma se non conosciamo la nostra destinazione e ci limitiamo a seguire una serie di istruzioni tipo "vai avanti per altri 120 chilometri a nordest, poi per 32 chilometri verso nord", non saremo in grado di far fronte a situazioni d'emergenza.

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Un percorso migratorio programmato dovrebbe essere di una precisione impressionante per permettere agli animali di trovare la strada verso i territori invernali provenendo da punti diversi e poi di ritornare nelle località d'origine la primavera seguente. Per esempio, le rondini dell'Irlanda occidentale, dell'Inghilterra orientale e della Germania settentrionale seguono tragitti diversi, in direzioni diverse, prima di convergere sullo stretto di Gibilterra da cui compiono la traversata verso l'Africa. Al ritorno, dovrebbero essere programmate in modo da separarsi dopo aver raggiunto l'Europa e imboccare quindi vie distinte che le portino alle rispettive destinazioni. Un sistema tanto rigido sarebbe poco adattabile e un uccello che perdesse la rotta a causa del vento avrebbe poche possibilità di ritrovare la strada che conduce ai territori di riproduzione.In secondo luogo, questi ipotetici programmi sarebbero creati da mutazioni genetiche casuali e da una selezione naturale che avverrebbe nell'arco di molte generazioni, ciò che renderebbe difficile l'evoluzione dei nuovi modelli di migrazione e impedirebbe agli animali di adattarsi rapidamente ai cambiamenti delle condizioni di vita.In terzo luogo, l'unico caso in cui sarebbe accettabile l'ipotesi del comportamento migratorio programmato sarebbe quello in cui il magnetismo si combinasse con la capacità di interpretare i moti del sole e degli astri. Il problema è che non solo il campo magnetico del

182 I poteri straordinari degli animali'4la terra subisce variazioni durante il giorno e a seconda delle stagioni dell'anno, ma i poli magnetici si spostano. Il polo nord magnetico non coincide perfettamente con quello geografico; attualmente è situato nel Canada settentrionale, nelle isole Regina Elisabetta, tra i 103° ovest e i 77° nord. Questo significa che l'ago della bussola non indica il nord reale, ma è inclinato rispetto a esso. L'angolo di deviazione, chiamato declinazione, varia da un luogo all'altro ed è tanto maggiore quanto maggiore è la latitudine. Chi naviga usando la bussola è costretto a tener conto di questo fenomeno e a fare calcoli, variabili a seconda della latitudine e della longitudine, che utilizzano fattori di correzione continuamente aggiornati a mano a mano che i poli magnetici si spostano. Non esiste animale programmabile per fare correzioni del genere.Accade inoltre che, in aggiunta allo spostamento dei poli, il campo magnetico della terra di per sé subisca modifiche notevoli su un arco di tempo di circa due secoli (fig. 11.1). Qualsiasi sistema di navigazione programmato geneticamente che fosse collegato con il campo magnetico della terra subirebbe veri e propri sconvolgimenti a causa di questi mutamenti; andrebbe aggiornato di continuo. Ma l'arco di tempo in cui questi cambiamenti avvengono è troppo breve perché la selezione naturale sia in grado di adattare i cosiddetti "geni della migrazione".La selezione naturale, con tutta probabilità, ha interesse a contrastare sistemi troppo rigidamente programmati. Sappiamo già che cani, gatti, colombi e altri animali sono capaci di ritrovare la via di casa da luoghi sconosciuti. Danno prova di capacità di navigazione rivolta a una meta, basata sull'attaccamento all'ambiente primitivo che consente di localizzarlo ovunque si trovi. Capacità d'orientamento di questo tipo, più flessibili, sarebbero forse favorite dalla selezione naturale rispetto a una programmazione genetica rigida, ammesso e non concesso che una simile programmazione esista.Infine, una migrazione programmata grazie a una sensibilità al magnetismo dovrebbe rivelarsi estremamente adattabile nei periodi di sconvolgimento dei poli magnetici. A intervalli irregolari i poli magnetici si rovesciano: il polo

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nord magnetico si trova vicino a quello sud geografico e viceversa. Negli ultimi venti milioni di anni il polo nord magnetico è finito al polo sud non meno di 41 volte, e 41 volte è ritornato al suo posto.6 (La storia di questi rovesciamenti polari è stata ricostruita grazie alla direzione della magnetizzazione nelle rocce magnetiche, vero e proprio "archivio" fossile della polarità esistente nel periodo in cui si sono formate. Il rovesciamento

Figura 11.1.1 cambiamenti nel campo magnetico terrestre negli ultimi secoli. Le isoipse indicano la forza del campo al punto di confine tra il nucleo e il mantello. Le linee di forza escono dall'emisfero meridionale e rifluiscono in quello settentrionale. Le linee continue rappresentano l'intensità del flusso magnetico verso l'interno del nucleo, quelle tratteggiate quella del flusso verso l'esterno (da Bloxham e Gubbins, The scodar variation...,1985).

JL

184 I poteri straordinari degli animali :;"della polarità è rivelato dall'alternarsi delle direzioni della magnetizzazione nei successivi strati di roccia.)Stando così le cose, la selezione naturale eliminerebbe gli animali che seguissero un programma di navigazione troppo rigidamente fondato sul magnetismo. Dal momento che tutti gli animali migratori esistenti oggi sono discendenti di specie che hanno visto un'ottantina di rivoluzioni magnetiche negli ultimi venti milioni di anni, essi devono avere avuto antenati capaci di raggiungere le mete desiderate in barba ai rovesciamenti della polarità magnetica della terra.E se gli animali fossero in grado di calibrare la loro bussola interna interpretando parametri celesti, come la direzione in cui tramonta il sole e la rotazione degli astri intorno al polo nord celeste? Studi compiuti sul passero delle savane, un migratore d'America, hanno dimostrato che la sua bussola interna subisce aggiustamenti e calibrature dovute all'osservazione degli astri addirittura nel corso della vita di un singolo uccello.7 Specie che dimostrano simili capacità di adattamento saranno bene in grado di preservare il proprio senso dell'orientamento nonostante le variazioni del campo magnetico terrestre.Tuttavia, anche se è possibile che alcuni migratori si servano del campo magnetico terrestre per mantenere la rotta, questo non significa che siano in possesso di un sistema di navigazione che li tiene informati sulla propria posizione e su quella della meta.Alcuni animali potrebbero avere ereditato una sorta di carta geografica mentale e sapere dov'è il loro obiettivo, ma è molto improbabile che volino semplicemente contando su una bussola interna, sul sole e sulle stelle. In fin dei conti, fino al XVIII secolo, neppure i più abili navigatori umani riuscivano a tenere una rotta perfetta basandosi su mappe e bussole e sull'osservazione degli astri. Per conoscere la latitudine (la posizione rispetto al nord e al sud) prendevano nota dell'elevazione del sole a mezzogiorno e poi si aiutavano con la bussola. Ma non era possibile conoscere la longitudine, vale a dire la posizione rispetto all'est e all'ovest. Soltanto dopo che John Harrison ebbe inventato il cronometro, meno di 250 anni fa, si arrivò a una misurazione corretta della longitudine per mare e a una maggiore precisione nelle rotte.8Migratori oceaniciAlcuni pesci, per esempio i salmoni e le anguille, compiono migrazioni di migliaia di chilometri e le loro doti di orientamento non sono spiegabili ricorrendo agli astri e al sole: è difficile osservare il

.=: :" '= .. Migrazioni e memoria 185i ielo stando sott'acqua. Deve esserci un'altra ragione. Con tutta probabilità l'olfatto ha un ruolo importante al momento dell'arrivo .i destinazione, e nel caso del salmone tutto sta a indicare che "fiui.i" il fiume d'origine fin dall'estuario.9 Ma non può essere l'olfatto i guidarli fino a quel tratto di costa, che dista centinaia o migliaia di chilometri dai loro territori alimentari. E gli stessi problemi si pongono se cerchiamo di capire la migrazione delle tartarughe marine.

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Le tartarughe franche appena sbucate dalle uova sull'isola di Ascensione, in mezzo all'Atlantico, sono capaci di attraversare l'oceano per raggiungere i territori alimentari degli antenati, al largo della costa brasiliana. Anni dopo, quando è il loro turno di deporre le uova, percorrono i 2250 chilometri che le separano dall'isola di Ascensione, il cui diametro è di soli 10 chilometri; e fra un luogo e l'altro non incontrano mai terra. Alcuni esperimenti, in cui le tartarughe venivano munite di dispositivi per la localizzazione via satellite, hanno dimostrato che mantengono un percorso rettilineo per centinaia di chilometri e che "durante viaggi di lunga percorrenza in i nare aperto, hanno la capacità di puntare su mete ben precise, senza che i loro comportamenti indichino una ricerca, casuale o sistematica che sia". Continuano a seguire la direzione prescelta anche di notte, anche quando la luna è invisibile, e compensano gli spostamenti dovuti alle correnti.10Se una tartaruga viene catturata e lasciata libera lontana dal luogo in cui vive di solito, essa riesce ugualmente a fare ritorno al proprio territorio. Ci è giunta notizia di un esperimento compiuto non intenzionalmente nel 1865: riguardava una tartaruga franca catturata ad Ascensione e portata in nave fino alla Manica, a 5000 miglia di distanza, e lì liberata. Due anni più tardi fu ritrovata di nuovo ad Ascensione e riconosciuta dal marchio sul carapace.11 Le testuggini sembrano possedere un senso del magnetismo,12 ma nemmeno la bussola più sofisticata può spiegare prodezze di navigazione di questo genere.La maggior parte dei migratori si muovono ciclicamente tra i territori di riproduzione e quelli alimentari, ma altri non hanno un itinerario fisso. Gli albatri, per esempio, vagano sull'oceano alla ricerca di cibo compiendo spostamenti grandi e imprevedibili, eppure riescono sempre a ritornare alle loro isole in mezzo all'oceano. Ad alcuni albatri migratori che nidificano nelle isole Crozet (nell'Oceano Indiano meridionale) sono stati applicati dispositivi per localizzarli via satellite: ne è emerso che si spingono in cerca di cibo in

186 I poteri straordinari degli animali*,qualsiasi direzione e che, per quanto lungo e complicato sia il lorogirovagare, rientrano senza un'esitazione (fig. 11.2).13 Come le tartarughe franche, ritrovano l'isola di provenienza seguendo un percorso rettilineo, come se sapessero precisamente dove si trovi e non come se la stessero cercando. Né può essere l'olfatto a guidarli, perchéspesso rincasano col vento di traverso o contrario.14 È evidente chequesti uccelli, come le testuggini, navigano verso la meta usandometodi che nulla hanno a che vedere con programmi ereditati e capacità sensoriali normali. ,,Senso dell'orientamento, campi morfici e memoria ancestralePercorso dell'albatro 1Percorso dell'albatro 2II senso dell'orientamento di animali domestici e colombi è frutto del legame fortissimo con i luoghi familiari e specialmente con l'abitazione; e io ritengo esista un vincolo analogo che collega le testuggini con le spiagge natie e i territori alimentari, gli albatri con le proprie isole e le rondini con i territori di riproduzione e di svernamento. Queste connessioni invisibili permettono agli animali di dirigersi verso la meta e passano attraverso i campi morfici, che han

Migrazioni e memoria , 187no un ruolo fondamentale tanto nel fenomeno migratorio quanto nell'abilità di ritrovare la propria abitazione.Una delle caratteristiche del campo morfico è la sua memoria intrinseca (appendice C), che si trasmette grazie a un processo di risonanza morfica e permette a un dato organismo (per esempio un uccello migratore) di "risonare" con organismi della stessa specie ma di generazioni precedenti.15 Così, se un giovane cuculo si mette in viaggio dall'Inghilterra verso l'Africa, si lascia

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guidare nel volo dalla memoria collettiva dei propri antenati, intrinseca al campo morfico del suo percorso di migrazione, la quale contiene il ricordo delle direzioni da prendere e gli da modo di riconoscere il paesaggio e i luoghi dove nutrirsi e riposarsi. Ed è sempre questa memoria collettiva a fargli riconoscere la destinazione, il territorio nel quale da sempre svernano i suoi antenati.La selezione naturale favorirebbe di gran lunga gli individui che entrano più facilmente in armonia con questo campo migratorio ancestrale. Gli animali non particolarmente dotati in questo senso avrebbero forse poche probabilità di sopravvivere.Le migrazioni seguono in genere itinerari sempre uguali, ripetutiper molte generazioni. Il senso dell'orientamento dei migratori si manifesta secondo sequenze precise. Per esempio, molte specie dell'America del Nord compiono i loro tragitti seguendo "rotte aeree", vere e proprie strettoie a imbuto che li portano in America centrale o sul golfo del Messico e poi si aprono a raggiera in più itinerari verso l'America del Sud. Al ritorno, le vie si restringono nuovamente sopra l'America centrale e il Golfo per poi seguire una delle grandi rotte che portano a nord: su per la costa del Pacifico, per esempio, o per il corso del Mississippi.Figura 11.2. Percorsi compiuti da tre albatrinell'Oceano Indiano meridionale (da Jouventin e Weimerskirsch, Satellite tracking...,

1990).Percorso dell'albatro 3

I I

188 I poteri straordinari degli animaliAnalogamente, alcuni migratori che si riproducono nell'Europa occidentale come le rondini convergono tutti verso lo stretto di Gibilterra, il tratto più breve di mare che separi l'Africa dall'Europa, e poi attraversano in volo il deserto del Sahara. Le popolazioni delle stesse specie che vivono nell'Europa orientale trasvolano invece il Bosforo, la breve traversata che divide l'Europa dall'Asia.In tutti i casi il senso dell'orientamento degli uccelli dipende dalla fase del viaggio in cui si trovano. Non si dirigono alla dimora estiva o invernale in linea retta, bensì secondo traiettorie di volo che li conducono ai punti tradizionali per la traversata e spesso volano lungo le coste dei mari o dei fiumi.I giovani uccelli che si mettono in viaggio per la prima volta senza la guida degli adulti che già conoscono la strada (per citare una specie, i cuculi) devono affidarsi esclusivamente a questa sequenza di istruzioni ereditate e non hanno alcuna esperienza personale della loro dimora invernale o delle fasi intermedie del viaggio.Dopo che hanno trascorso la stagione fredda nel territorio di svernamento o riproduzione, alcuni migratori sono in grado di ritrovare la meta non soltanto seguendo il percorso usuale, ma anche partendo da un luogo ad essi sconosciuto. La capacità di stabilire un collegamento con i luoghi viene definito dagli scienziati site imprinting, ma di fatto si sa assai poco di come funzioni.16 Io suggerisco l'ipotesi che questo imprinting sia possibile grazie a un campo morfico che collega l'animale al luogo e continua a tenerlo collegato anche a grande distanza."\ '. .'', ; Esperimenti con uccelli migratoriIn alcuni esperimenti classici, condotti negli anni Cinquanta su scala assai più grande di quelli eseguiti fino a quel momento o in seguito, il biologo olandese A.C. Perdeck studiò il comportamento di alcuni uccelli migratori che erano stati allontanati dai loro percorsi tradizionali. Catturò migliaia di storni e di fringuelli quando erano già partiti per la migrazione. Applicò loro un anello, li trasportò a centinaia di chilometri di distanza e poi li liberò in un luogo a essi sconosciuto. Una rete internazionale di ornitologi spediva a Perdeck i dati sui rientri degli uccelli marcati. Scopo dell'esperimento era scoprire se uccelli già esperti navigano verso una meta, come i colombi viaggiatori, o se seguono una direzione programmata. Per dirla con le parole di Perdeck:

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Migrazioni e memoria 189La capacità degli uccelli di orientarsi non soltanto in un determinato punto cardinale, ma verso una precisa posizione geografica, è stata definita hoining orientation (orientamento sul nido), complete navigation (navigazione issoluta) o truegoal orientation (capacità d'orientamento rispetto a un obiettivo), e la sua esistenza è stata provata oltre ogni ragionevole dubbio da esperimenti compiuti su molte specie durante la stagione riproduttiva. Sembra dunque improbabile che questa sensibilità sviluppatissima non venga utilizzata per la migrazione, visti i tanti vantaggi che presenta rispetto a un orientamento unidirezionale ... Gli esperimenti compiuti sul ritorno ai nidi fanno pensare che questa facoltà sia sviluppata soprattutto negli adulti che abbiano già trascorso una o più stagioni nella zona di destinazione.17In una serie di esperimenti ripetuti per molti anni, gli storni che migravano dalle regioni baltiche ai territori di svernamento in Inghilterra e nella Francia settentrionale furono catturati in autunno, al momento della loro sosta nei Paesi Bassi. Undicimila uccelli furono catturati, inanellati e portati in aereo in Svizzera, vale a dire all'incirca 600 chilometri a sudest, e ivi rilasciati. I giovani e gli adulti vennero liberati in tempi successivi. Normalmente gli storni volano in gruppi di età miste e gli uccelli più giovani sono accompagnati da quelli più esperti, ma in questo caso furono forzati ad arrangiarsi da soli.I giovani continuarono a dirigersi verso sudovest, vale a dire nella direzione che avrebbero preso dal luogo in cui erano stati catturati. In altre parole, seguirono una via parallela a quella normale. Alcuni finirono nel sud della Francia o in Spagna. Gli adulti, invece, si riorientarono (fig. 11.3) e riuscirono a raggiungere la Gran Bretagna e la Francia del nord. In altre parole, gli adulti ebbero un comportamento simile a quello dei colombi viaggiatori, dipendente cioè dal collegamento con la stazione invernale, il site imprinting.18Perdeck ottenne risultati simili con i fringuelli migratori, anch'essi catturati nei Paesi Bassi e liberati in Svizzera. I giovani si diressero verso sudovest, continuando nella stessa direzione che avrebbero tenuto se non fossero stati catturati e portati altrove. Gli adulti, invece, come gli storni, volarono verso nordovest alla volta dei loro quartieri invernali inglesi,19 dimostrando di avere le capacità di raggiungere la meta partendo da un luogo a essi sconosciuto e volando in una direzione diversa dalla solita.L'evoluzione di nuovi modelli di migrazioneL'esperimento di Perdeck ebbe un finale affascinante. A primavera, alcuni dei giovani storni che avevano trovato in Francia e Spagna nuove sedi per svernare ritornarono al paese natio sul Baltico.

Migrazioni e memoria

191

Normale direzione di migrazioneFigura 11.3. Le due direzioni prese dagli storni adulti e dagli storni giovani dopo che erano stati trasportati dai Paesi Bassi alla Svizzera. Gli adulti raggiunsero i soliti territori in Francia e Inghilterra, mentre i giovani volarono nella direzione che li avrebbe portati dai Paesi Bassi all'Inghilterra se non fossero stati forzatamente trasferiti altrove. Di conseguenza finirono in Francia o Spagna (da Perdeck, Two types oforientation.. .,1958).

Dimostrarono di essere capaci di raggiungere una zona che conoscevano già, anche dovendo seguire un nuovo itinerario. E, cosa assai interessante, l'inverno seguente alcuni tornarono alle nuove sedi francesi e spagnole adottate l'anno

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precedente.20 In un'unica generazione si era stabilito un nuovo ciclo migratorio. Non poteva trattarsi in nessun caso di una mutazione genetica.All'interno dell'ipotesi del campo morfico, è chiaro che un nuovo itinerario di migrazione può evolvere rapidamente. Un uccello che è stato spazzato lontano dal vento o che si sia semplicemente smarrito potrebbe trovare una nuova stazione invernale, così come accadde in Spagna ai giovani storni. Nel momento in cui questi animali, la primavera seguente, faranno ritorno alla regione natia, si stabilirà un nuovo percorso migratorio, che, qualora risultasse favorevole alla sopravvivenza e alla riproduzione, farà nascere una nuova razzadi migratori.Questo processo evolutivo ha interessato, negli ultimi trent'anni, la capinera, un silvide. È una specie presente in tutto il nostro continente. In autunno, le capinere dell'est europeo si dirigono alla volta del Bosforo per poi seguire la costa orientale del Mediterraneo fino a raggiungere l'Africa dell'est. Gli esemplari della stessa specie presenti nell'Europa occidentale tradizionalmente migrano in direzione della Spagna, dove alcuni si fermano, mentre altri si spingono fino in Africa e trascorrono i mesi freddi in Marocco o nell'Africa occidentale. Ma negli anni Sessanta si è creato un nuovo percorso di migrazione dall'Europa centrale verso l'Inghilterra, dove oggi molte migliaia di capinere trascorrono l'inverno. Circa il 10 per cento della popolazione delle capinere del Belgio e della Germania adesso emigra in Inghilterra e non più in Africa.Questo nuovo modello migratorio è stato reso possibile dal miglioramento del clima verificatosi in Gran Bretagna negli ultimi decenni nonché dall'abitudine degli inglesi di dar da mangiare agli uccelli durante l'inverno fornendo loro una fonte di nutrimento non disponibile in secoli passati. Questo tragitto è assai più breve e meno rischioso di quello tradizionale fino in Spagna o nell'Africa occidentale. Inoltre, gli uccelli che svernano in Gran Bretagna tendono a ritornare alle loro sedi di riproduzione in anticipo rispetto a quelli cui tocca un viaggio più lungo: di conseguenza gli accoppiamenti avvengono prima e gli uccelli hanno agio di occupare le sedi più favorevoli e di riprodursi in maggior numero.21 Ecco quindi che la selezione naturale favorisce il nuovo percorso migratorio e nasce una nuova razza di capinere.

192 I poteri straordinari degli animali*Secondo le teorie classiche, l'istituzione di un nuovo percorso migratorio dipenderebbe da mutazioni casuali che modificherebbero la programmazione genetica. Senonché i geni mutanti capaci di produrre la nuova razza si affermerebbero nell'arco di molte generazioni.Invece, se le rotte migratorie dipendono da una memoria ereditata, nuove razze possono emergere in poco tempo, com'è dimostrato dalle capinere. Tanto per cominciare, una mutazione genetica non è affatto necessaria. Può darsi che le capinere siano capitate originariamente in Gran Bretagna perché il vento le aveva spazzate lontano dalla solita rotta per la Spagna e non perché si siano verificate mutazioni all'interno di ipotetici geni programmatori. Così, il nuovo percorso di migrazione degli storni dal Baltico in Spagna, e non più in Inghilterra, si deve al caso: uno scienziato olandese ne ha catturati alcuni e li ha portati in Svizzera con l'aereo; non vi è stata mutazione genetica.In condizioni normali, nuovi modelli di migrazione possono manifestarsi ovunque capiti che alcuni animali perdano la rotta e siano tanto fortunati da trovare un nuovo territorio alimentare. Se la selezione naturale favorisce questo cambiamento, il modello si ripeterà nelle generazioni a venire, come nel caso delle capinere. Né le nuove destinazioni né il percorso per raggiungerle è codificato nei geni: è più probabile che venga ricordato grazie ai campi morfici.22Questa conclusione è suffragata dai recenti studi genetici sulla tartaruga franca. Benché sussistano differenze genetiche tra razze che si riproducono lontane le une dalle altre e seguono percorsi di migrazione enormemente diversi, si tratta di variazioni piccolissime. Gli scienziati sono giunti alla conclusione che "percorsi migratori che conducono in luoghi specifici (per esempio l'isola di Ascensione) non siano portati genetici o "istintivi" ... L'apprendimento precoce favorisce una risposta ai cambiamenti nelle condizioni

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di vita degli uccelli più rapida di quanto possa consentire un rigido comportamento genetico, tanto rapida da creare un nuovo percorso migratorio in una sola generazione.23

XIIAnimali che intuiscono quando si stanno avvicinando a casaA chiunque sia capitato di viaggiare in loro compagnia è noto un bizzarro comportamento, comune a molti cani, gatti, cavalli e altre specie: sembrano sapere quando la destinazione è vicina, anche se non hanno modo di guardare fuori dal finestrino.Come abbiamo visto nei capitoli X e XI, la capacità di migrare o di ritrovare la via di casa dipende dal campo morfico, il quale tira, o attira, l'animale verso la meta ed è il cardine del suo senso dell'orientamento. Io mi propongo di dimostrare ora che questa ipotesi spiegherebbe anche l'intuizione di essere quasi arrivati a destinazione. In talune situazioni, questo comportamento dipende dai campi morfici che collegano la bestia a un luogo; in altre dalla persona con cui l'animale sta viaggiando; e non è da escludersi che in questo caso vi siano implicazioni telepatiche.Animali che viaggiano in automobileLa nostra gatta, Remedy, diversamente dalla maggior parte dei suoi simili, si divertiva a viaggiare in macchina. Dormiva su una coperta dentro la sua gabbia per quasi tutto il viaggio e noi le lasciavamo aperta la porticina in modo che potesse uscirne quando ne aveva voglia.Due o tre chilometri prima del nostro arrivo, Remedy si alzava, usciva dal cesto e, tutta eccitata, si metteva a camminare su e giù per l'abitacolo. Fu mia moglie la prima ad accorgersene. Mi dispiace dire che sulle prime io liquidai il fatto come pura coincidenza. Ero afflitto da chiusura mentale, da uno scetticismo che mi portava a ignorare o a negare quei comportamenti che non mi sembravano avere una spiegazione immediata. Ma alla fine le prove furono schiaccian

194 I poteri straordinari degli animali:'';'%ti. Davvero la gatta sembrava sapesse quando ci si stava avvicinando a casa. Come faceva?Dipendeva dagli odori? Possibile, ma improbabile, perché succedeva tanto in inverno con le finestre chiuse, quanto in estate quando erano aperte. Riconosceva le curve o il fondo stradale? Può darsi, ma come faceva a conoscere così bene i diversi percorsi attraverso le strade di Londra, nonostante le andature variabili a seconda dei semafori e del traffico? O reagiva a qualcos'altro? È possibile: ma a che cosa? Coglieva la nostra anticipazione, anche se a noi sembrava di comportarci esattamente come prima? E, se sì, come faceva?A tutt'oggi non conosco le risposte a queste domande, ma ho scoperto che altri notano atteggiamenti analoghi nei propri animali. In banca dati vi sono 60 testimonianze in questo senso e, se le prendiamo nel loro complesso, ci permettono di restringere il campo delle possibilità, come vedremo nel corso di questo capitolo.Non vi è dubbio che, quando un animale selvatico torna al proprio rifugio, riconosce intorno a sé oggetti, odori e rumori. Le informazioni fornite dall'ambiente gli sono necessarie per ritrovare la strada e senza di esse si perderebbe. Ma un animale selvatico non viene trasportato come si fa con un cane, un gatto o un cavallo, i quali peraltro non hanno modo di influire sulla scelta del percorso. In natura può capitare che un animale venga trascinato vivo da un predatore o che i piccoli vengano trasportati dalle mamme (come fa una gatta quando prende i cuccioli per la collottola), ma non c'è nulla di paragonabile al trasporto all'interno di un veicolo, eccezion fatta, forse, per lo spostamento causato dalle correnti marine per i pesci o dal vento per gli uccelli.L'arrivo a una destinazione familiare

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La reazione di Remedy è piuttosto diffusa e riguarda anche molti cani. Difficilmente gli animali vedono che cosa c'è fuori dall'auto, perché di solito viaggiano sdraiati sotto il livello dei finestrini e si addormentano. È l'eccitazione a destarli. E molti cani e gatti reagiscono anche se si sta viaggiando di notte.I cavalli non sono da meno: quando vengono trasportati in rimorchi, parecchi chilometri prima di arrivare a casa cominciano ad "eccitarsi", a "nitrire e ad agitarsi", a "dare colpi di zoccolo" o a mostrare altri segni di inquietudine.È più raro che a girare in macchina sia uno scimpanzè pigmeo, come accadde a quelli dello zoo di Twycross nel Warwickshire quando furono scritturati per recitare, in panni umani, una pubblicità del té.

Animali che intuiscono quando si stanno avvicinando a casa 195Molly Badham, la loro istruttrice, si accorse che dopo le riprese, durante il viaggio di ritorno, mostravano di sapere quando si era quasi arrivati. "A un chilometro e mezzo di distanza, più o meno, si svegliavano e intuivano di essere vicini a casa. Non ho idea di come facessero: c'era buio pesto e in ogni caso non potevano vedere fuori. Eppure era così: si svegliavano in preda all'eccitazione."Altri animali anticipano l'arrivo a destinazione anche quando vengono portati in luoghi noti ma diversi da casa; è il caso di Tasha, la barboncina di Alice Palmer, di Chicago. "Andavamo a trovare mio figlio, che sta a circa duecento chilometri da cas^; quando mancava una decina di chilometri all'arrivo, Tasha si destava, si metteva in piedi sul sedile posteriore sul quale stava dormendo, annusava dai finestrini e guardava fuori tutta emozionata fino all'arrivo." Può darsi che la cagnetta fiutasse qualcosa. Ma che succede se l'animale o trasportato per vie nuove?Percorsi insolitiAlcuni padroni hanno provato a percorrere itinerari alternativi per osservare le reazioni del cane. Jenny Mardell di Bath, per esempio, aveva notato che, quando andavano a Londra, il suo cane, Mandy, si metteva sempre in agitazione quando ci si avvicinava alla casa dei suoi genitori. "Non siamo mai riusciti a scoprire come facesse e abbiamo provato svariati itinerari: lei intuiva ugualmente e iveva una crisi isterica in macchina." Esperienza condivisa da Geneviève Vergnes: quando andava a trovare i suoi genitori a Parigi, "il cane si svegliava a circa sette chilometri dalla casa dei miei e si metli'va a "cantare" grattando il cruscotto. Ne deducemmo che conosceva la strada, e cambiammo percorso: i lungosenna, gli Champs Elysées, la periferia; ogni itinerario aveva una durata diversa. Tuttavia, sempre alla stessa distanza, lei si svegliava, si metteva a grattare il cruscotto e a "cantare!"".Ci sono situazioni nelle quali i padroni hanno buoni motivi per impedire al cane di svegliarsi e di fare baccano. Era il caso di alcuni nostri amici di Londra che avevano due gemelli. Durante il viaggio 11 i rientro, cane e bambini si addormentavano. A mano a mano che si .ivvicinavano a casa il cane, un labrador, cominciava ad agitarsi e a muoversi inquieto, svegliando i bimbi che scoppiavano a piangere. l'er evitare l'inconveniente, i nostri amici sceglievano percorsi complicati, ma non riuscirono mai a ingannare la bestia, che continuò a svegliare i gemelli.

196 I poteri straordinari degli animaliTutto ciò lascerebbe supporre che gli animali, o per lo meno alcuni di essi, sanno quando la meta si avvicina, quale che sia la strada seguita. Questa capacità dipende da qualche particolarità del luogo, percepibile anche nel sonno e a molta distanza? O non saranno piuttosto le persone presenti in auto a tradirsi?Dopo aver vagliato dozzine di testimonianze, io sono giunto alla conclusione che in alcuni casi è determinante il luogo, ma che in altri l'animale avverte il senso di attesa di chi è in macchina con lui. È poi probabile che entrambi questi fattori agiscano in sinergia.Luoghi familiari, luoghi sconosciutiNella maggior parte dei casi, gli animali reagiscono soltanto se la destinazione è la loro casa o comunque una casa familiare, avvalorando l'ipotesi che il

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fenomeno riguardi il luogo in sé e che le reazioni dipendano dalla memoria. È un quadro che emerge con grande chiarezza dalla testimonianza di Joséa Raymer di Aldermaston, Berkshire, proprietaria e conducente di un camion, che viaggia portando sempre con sé, per difesa, almeno un pastore tedesco:Posso guidare anche per quattro ore e mezzo di seguito, a qualsiasi andatura (fermandomi a semafori ecc, andando a passo d'uomo oppure ad alta velocità in autostrada), e i cani continuano a dormire; ma quando arrivo al luogo dove devo scaricare o sostare per la notte, il cane o i cani hanno reazioni più o meno vistose a seconda che conoscano già il posto oppure no, che l'abbiano già frequentato o che vi siano scesi per correre. Se è un posto nuovo o dove non è possibile lasciarli scendere, rimangono indifferenti fino al momento in cui mi fermo o faccio marcia indietro verso l'area di carico o apro la portiera. Se è un posto che frequentiamo spesso, soprattutto se è una piazzuola di sosta dove prevedono di divertirsi, cominciano ad agitarsi quando siamo ancora sulla strada principale, dove l'andatura del camion è sempre uguale.In casi come questi, la memoria del luogo sembra più importante del comportamento o dei pensieri del padrone. Ma cosa annota l'animale di un luogo determinato? Abbiamo già escluso tutto ciò che è visibile dal finestrino, perché dorme, è sdraiato o c'è buio.Tracce olfattive? È una spiegazione che può adattarsi a molti casi ma vi sono alcuni dati di fatto che sfuggono alle sue maglie. A variazioni ambientali che influissero sull'olfatto dovrebbero corrispondere variazioni di comportamento. Il cane dovrebbe reagire prima quando è bel tempo, poiché l'evaporazione è maggiore, o quando le finestre sono aperte o la direzione del vento è favorevole. In nessuna testimonianza si fa menzione di fatti simili né io personalmente ho

Animali che intuiscono quando si stanno avvicinando a casa 197notato, osservando la mia gatta, differenze di comportamento dovute al caldo, al vento o a finestre aperte.È possibile che vi sia un nesso tra questi fenomeni e il senso dell'orientamento di cui ho trattato nei due capitoli precedenti. Questa facoltà è di importanza fondamentale quando un animale selvatico deve attivamente trovare la propria strada, e nel contesto della vita casalinga ha subito un'evoluzione, trasformandosi nella capacità di ritrovare la propria casa o altri luoghi familiari; ha inoltre un ruolo determinante nelle migrazioni. Io suggerisco l'ipotesi che il senso dell'orientamento dipenda dai campi morfici, attraverso i quali una bestia è legata ai luoghi ad essa familiari, che le permettono di ritrovarli percorrendo regioni sconosciute e forse anche di riconoscerli a distanza, quando a decidere il percorso è qualcun altro.Le persone o il luogo?Via via che la destinazione si avvicina, è possibile che chi viaggia in macchina provi sollievo o pensi a ciò che dovrà fare all'arrivo e dunque gli animali avvertano l'anticipazione. Se il luogo è noto, è difficile scindere i segnali umani da quelli del luogo in sé e per sé. Ma se il luogo è sconosciuto e perciò gli animali non ne hanno memoria, a mettere sull'avviso gli animali possono essere solo gli umani.Alcuni animali sembrano avere una reazione che anticipa l'arrivo anche quando la destinazione è nuova. Jenny Vieyra, di Leighton Buzzard, nel Bedfordshire, ha un gatto che ha sempre saputo quando si stavano avvicinando a casa, "e si metteva in piedi nella gabbia a miagolare, come fuori di sé, cercando di uscire". Il gatto intuisce la meta anche quando lo portano a casa di amici o di familiari o alle pensioni per gatti dove ha già alloggiato, ma tutto questo potrebbe ben dipendere dalla memoria. Recentemente, tuttavia, la signora traslocò in una casa che distava 80 chilometri da quella vecchia e quando vi portò il gatto, che non c'era mai stato in vita sua, questi diede segni di grande eccitazione già prima di arrivare. È probabile che abbia avvertito i sentimenti della padrona.Alcuni, avendo visto ripetersi questi comportamenti, sono convinti che i loro animali abbiano doti telepatiche. Michaela DickinsonButler, di BurtononHumber, sostiene che il suo border terrier sia capace di leggerle nel pensiero. "Il cane sa esattamente quando ci fermeremo e si mette ad abbaiare e a uggiolare prima

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dell'arrivo, anche se non conosce il posto, anche se non ha guardato fuori dal finestrino, anche se noi stiamo in silenzio."

198 I poteri straordinari degli animali : ...'.?.;. .4Peter Edwards, che vive nell'Essex e alleva setter irlandesi, spesso partecipa a mostre canine, Sia quando stanno andando all'esposizione sia al ritorno, quindici minuti prima loro si svegliano. Certe volte la destinazione è assolutamente nuova, ma loro reagiscono ugualmente con lo stesso anticipo. È improbabile che sia l'odore degli altri cani a eccitarli, perché cominciano a dar segni di impazienza molti chilometri prima, quale che sia la direzione del vento. Per giunta, Peter Edwards si è accorto che il rituale è invariato anche se arriva prima e sono presenti soltanto pochi altri cani. "Io credo che lo intuiscano da me" dice. Ha chiesto ad altri concorrenti se sia capitato anche a loro e ha scoperto di sì. "È come se leggessero nel pensiero" conclude.Abbiamo una bella testimonianza su Morag, una yorkshire terrier abituata a compiere lunghi viaggi in macchina tra la sua casa sull'isola di Skye (al largo della costa occidentale scozzese) e un paesino della contea di Norfolk, nella regione più orientale dell'Inghilterra. Doris Ausden, la madre del padrone, ha gentilmente tenuto per me un diario dei comportamenti della cagnetta. Un giorno d'estate la signora accompagnò il figlio dal Norfolk all'isola di Skye. L'automobile si arrampicava su per una collina a nord di Uig e si era ormai nelle vicinanze di casa:Quando arriviamo lì mi dico sempre: ormai non manca molto, una decina di chilometri. Non l'ho mai detto ad alta voce, eppure, guarda un po', proprio in quel momento Morag comincia ad agitarsi. Non è la sensazione della salita a metterla sull'avviso, perché sulla strada ce ne sono molte. Quella volta, al ritorno viaggiammo tutta la notte, fermandoci varie volte per riposarci o per bere qualcosa. A un certo punto cambiammo strada per cercare un posto dove fare colazione e, non so come, sbagliammo strada. Abbiamo girato per un po' per strade che non avevamo mai frequentato, ma alla fine riconobbi un cartello che avevo già visto. Mi ricordo di aver pensato: non siamo lontani ormai. Immediatamente Morag, che era rimasta addormentata nel suo cesto fino a quel momento, cominciò a dare i soliti segni di impazienza.Un'altra testimonianza ci viene da Elizabeth Marshall Thomas. Nel suo libro, La vita segreta dei cani, racconta del suo dingo, Viva, una femmina, che intuiva di essere giunta a destinazione anche se il luogo le era sconosciuto. La Thomas volle scoprire come faceva. Il fondo stradale, accidentato nell'ultimo tratto dopo la strada pubblica, poteva essere un indizio, ma Viva non si lasciava sviare da altri tratti sterrati incontrati in vari percorsi. Anche le frequenti curve su stradine secondarie potevano essere rivelatrici, "ma spesso Viva si rallegrava dell'arrivo prima che l'auto affrontasse le svolte". Quan

Animali che intuiscono quando si stanno avvicinando a casa 199do la Thomas si accorse che Viva prevedeva con esattezza la maggior parte degli arrivi, volle verificare che non fossero i suoi atteggiamenti a trasmetterle il messaggio. "Credo di essere riuscita a mascherare le mie reazioni, ma lei capiva lo stesso e fino alla fine non ho fatto un solo passo avanti. Percezioni extrasensoriali canine? Forse."1 La capacità di un cane di percepire il mutamento delle condizioni psicologiche di una persona che arriva al termine di un viaggio non si discosta di molto da quella, analizzata nei capitoli precedenti, di intuire pensieri o intenzioni d'altro tipo. Che poi queste intuizioni dipendano da telepatia o dalla capacità di interpretare stati d'animo inconsciamente espressi dal padrone, questo è un altro discorso. Per scoprirlo, è necessario eseguire alcuni esperimenti.Un semplice esperimento sulla telepatiaPuò darsi che l'animale capisca gli stati d'animo di chi lo porta in auto perché coglie le parole, i cambiamenti impercettibili del comportamento, il linguaggio del corpo o altri segnali che cadono sotto la percezione sensoriale. Un modo di fare la controprova sarebbe far viaggiare l'animale nella parte posteriore di un

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camioncino, con i padroni davanti. Una persona seduta con lui, ignara della destinazione, potrebbe osservarne il comportamento; oppure si potrebbe filmare in automatico, montando una videocamera.Grazie alla valida collaborazione dell'unità cinofila della polizia di Manchester, abbiamo eseguito alcuni esperimenti preliminari, dai quali è risultato che la registrazione è fattibile. Certo è più facile con i cani poliziotto abituati a viaggiare in questo modo, mentre un cane nuovo all'esperienza dovrà prima familiarizzarsi con l'ambiente.Col sistema di registrazione in funzione, il proprietario si mette in viaggio verso destinazioni che il cane non conosce. I segni d'impazienza si manifestano ugualmente? Se sì, la reazione non dipende dalla memoria del luogo o dall'osservazione del comportamento del padrone o da altri segni percepibili dai sensi. Per eliminazione, la telepatia resta la soluzione più probabile.

, MlJXIIIAnimali che ritrovano i padroni lontaniNel 1582 Leonhard Zollikofer lasciò la natia San Gallo, in Svizzera, per recarsi a Parigi come ambasciatore alla corte di Enrico III. Lasciò a casa il suo cane, giustamente chiamato Fidelis. Quindici giorni dopo Fidelis sparì da San Gallo per riunirsi tre settimane più tardi con il suo padrone alla corte di Parigi, esattamente nel momento in cui gli ambasciatori svizzeri venivano accompagnati in udienza dal re. Il cane non conosceva la città.1 Come fece a ritrovare il padrone tanto lontano?Se fosse un caso unico, si potrebbe facilmente liquidare come una fola; ma gli esempi, anche più eroici, sono tanti. Eccone uno risalente alla prima guerra mondiale: Prince, un terrier irlandese, amava teneramente il proprio padrone, il soldato semplice John Brown del reggimento North Staffordshire e, quando il giovanotto fu spedito in Francia nel settembre 1914, divenne inconsolabile. Un giorno sparì dalla casa di Hammersmith (Londra) e, con immenso stupore di tutti, riapparve ad Armentières qualche settimana più tardi, dove, con giubilo immenso, ritrovò il padrone in una trincea. Nessuno ci voleva credere e così, il mattino seguente, l'ufficiale in capo fece esibire in parata il soldato con il suo cane. Evidentemente Prince si era unito ad alcune truppe che attraversavano la Manica e poi aveva trovato la strada fino al padrone. Divenne l'eroe del reggimento e combatte a fianco del suo amico per tutta la guerra.2In entrambi questi episodi gli ammali non tornavano a casa, non erano diretti a un luogo conosciuto. I loro viaggi non hanno nulla a che vedere con il senso dell'orientamento, o per lo meno con un senso dell'orientamento legato ai luoghi. L'obiettivo, semmai, erano le persone alle quali erano affezionati.Abbiamo visto come i legami tra uomo e animale permettano di captare richiami e intenzioni a distanza o di sapere se il padrone è

Animali che ritrovano i padroni lontani 201morto o ha avuto un incidente. Siamo nel campo della telepatia. Ma è possibile che questi legami operino secondo una direzione, come se Uomo e animale fossero uniti da un filo invisibile?In realtà abbiamo già avuto modo di rilevarvi informazioni sullai direzione. Alcuni padroni si sentono attratti, in un modo che noni sanno spiegare, verso il proprio gatto smarrito e sanno dove devonoi andare a cercarlo; alcuni animali sanno non soltanto quando torneràil padrone, ma anche da che porta entrerà.In questo capitolo mi occuperò di animali che ritrovano le persone in luoghi sconosciuti. Se è vero che alcuni di loro sanno farlo senza l'aiuto dei cinque sensi o del caso, questo significa che vi devono essere due diversi tipi di orientamento: uno per i luoghi e l'altro per le persone e gli animali, entrambi dipendenti dai campi morfici e dotati di direzione. Tuttavia, se il concetto di senso dell'orientamento spaziale ci è familiare, quello verso una persona o un animale lo è molto meno. È assai più difficile ritrovare un uomo (o un animale) che un luogo. Ciononostante, vi sono 42 testimonianze del genere in banca dati, delle quali 32 riguardano cani e 10 riguardano gatti.

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Per prima cosa analizzerò questi casi spontanei per vedere se vi sono modelli comuni e se le testimonianze sono convincenti. È un campo in cui è difficile fare esperimenti, perché, giustamente, i padroni non desiderano rischiare di perdere il proprio animale. I dati ci provengono unicamente da casi non programmati.Le più plausibili spiegazioni in alternativa alla telepatia sono due. Primo, il caso: l'animale ha semplicemente cercato a casaccio e noi veniamo a conoscere solo gli episodi a lieto fine. Secondo, l'olfatto: l'animale ha rintracciato il padrone seguendo una pista. Bisogna valutare queste possibilità con attenzione, perché, se uno dei due elementi è sufficiente a spiegare i fatti, non occorre postulare l'esistenza di un legame misterioso e invisibile.È il fiuto a mettere l'animale sulle tracce del padrone?Alcuni casi in banca dati riguardano cani o gatti che ritrovano i padroni che hanno traslocato in case distanti due o tre chilometri da quella precedente. Dal momento che il trasloco si svolge in automobile o in camion, sembra improbabile che l'animale abbia potuto seguire una pista olfattiva. Tuttavia, il fiuto e il caso restano due possibili spiegazioni, perché le persone possono aver lasciato odori nelle vicinanze della nuova abitazione, permettendo quindi all'animale che sta esplorando a caso di acchiappare la pista.

202 I poteri straordinari degli animali" Accade anche che un cane riesca a trovare il padrone a qualchechilometro di distanza presso un luogo di lavoro che l'animale non ha mai visitato prima e che l'uomo raggiunge con la macchina; e qui non può trattarsi di fiuto. Ammettiamo pure la possibilità che un cane o un gatto segua l'odore delle ruote, distinguendolo da quello di molte altre vetture: per riuscire nell'impresa dovrebbe mettersi ad annusare per terra in mezzo alla strada, pratica assai rischiosa. Per scarso che sia il traffico, un automobilista lo noterebbe, se non altro per evitarlo, e se ne ricorderebbe. Io non ho mai sentito parlare di simili creature annusastrade.Patricia Burke viveva in una fattoria sull'isola di Skye, al largo della Scozia, e andava a lavorare a Portree, a una decina di chilometri di distanza, lasciando il terrier a casa. Non si recava direttamente al lavoro; prima faceva una deviazione di cinque chilometri per andare a prendere una collega. Una mattina, con sua grande sorpresa, trovò il cane a Portree che l'aspettava lì seduto. "Come aveva fatto a scoprire che lavoravo lì? A Portree non c'era mai stato."Uno scettico potrebbe sostenere che l'animale conosceva l'odore del luogo di lavoro per averlo già sentito sui vestiti della padrona. Ma questo non spiegherebbe come abbia fatto ad arrivare al paese, a meno che si voglia riconoscere all'olfatto una potenza fino a qui mai riscontrata.In ogni maniera, la teoria del fiuto non spiega i casi in cui il cane ritrova il padrone in luoghi in cui il padrone stesso non è mai stato, il cui odore non potrebbe aver annusato sugli abiti o nei capelli. Eppure vi è più d'una testimonianza a proposito di animali che trovano i propri umani quando sono in visita in una casa per la prima volta o in un ospedale dove sono stati ricoverati d'urgenza o in un locale mai frequentato prima.È il caso del levriero Jonny, che Victor Shackleton teneva da ragazzo e al quale si affezionò moltissimo; purtroppo la sua famiglia non lo voleva in casa, perché c'era poco spazio. Con grande dolore del ragazzo, il padre lo vendette a un nipote che viveva in un paese minerario dello Yorkshire, dove padre e figlio si recarono in treno dal Cheshire, loro contea natale, per consegnare il cane al nuovo proprietario. Jonny fu legato nel cortiletto posteriore e il nipote insistette perché prima del lungo viaggio andassero tutti insieme a bere il bicchiere della staffa. Si infilarono in un camioncino scassato e si recarono a un pub frequentato da appassionati di levrieri:Mentre gli altri parlavano, io me ne stavo lì pieno di malinconia e pensavo a Jonny chiuso in quello strano cortile tutto solo e abbandonato. Il pub anda

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va riempiendosi; improvvisamente la porta si spalancò e io fui sommerso da una miriade di zampe. Era Jonny, con un pezzo di corda spezzata che gli penolava dal collare. Nessuno dei presenti credeva ai suoi occhi. Come cavolo .iv èva fatto a trovarci in questo pub a lui assolutamente sconosciuto, a cinque 11ilometri di distanza? Subito gli esperti di levrieri del pub ci spiegarono che <11 lesta razza non caccia a fiuto, bensì esclusivamente a vista.Per la sortita di Jonny non c'è nessuna spiegazione sensoriale e l'iI >otesi del fiuto sembra improbabile, come fecero notare gli esperti.Talvolta la capacità di un cane di trovare il padrone può salvare una vita, come nel caso di Uri Geller, il celeberrimo parapsicologo (he riusciva a piegare i cucchiaini con la forza del pensiero. Quando .iveva circa quattordici anni, Geller viveva a Cipro e si divertiva a esplorare le caverne nelle colline intorno alla scuola, vicino a Nicola. Di solito andava con amici e stava sui sentieri battuti. Ma un bel giorno non fece né l'una né l'altra cosa.Mi smarrii. Rimasi due ore nel fondo della caverna, al freddo, tutto bar.nato e terrorizzato, con la torcia che si stava scaricando, a cercare l'uscita. Infine mi accoccolai per terra e pregai Dio che qualcuno mi trovasse prima < he mi toccasse morire di fame, come era capitato a due miei compagni. Io non saprò mai come fece il mio cane Joker a rintracciarmi, visto che stava a molti chilometri di distanza, nell'albergo del mio patrigno. Poi, rannicchiato noi buio, udii il suo abbaiare: improvvisamente le sue zampe mi furono sopra e mi leccò la faccia. Naturalmente Joker sapeva dove si trovava l'uscita. l;u come se fosse stato evocato dalle mie preghiere.3Ammesso che il cane abbia seguito nella caverna una traccia olfatliva, resta da spiegare come sia arrivato alla caverna e proprio nel momento in cui c'era bisogno di lui.Nella quasi totalità dei casi, non disponiamo di informazioni su come si muove il cane per strada. Che itinerario sceglie? Annusa come per seguire una pista? Per fortuna, in uno dei resoconti di cui sono in possesso, un uomo ha avuto modo di osservare due cani all'opera. Il dottor Alfred Koref e sua moglie, di Vienna, avevano due I lassotti tedeschi. Una sera dovevano uscire e li lasciarono in casa della domestica. Il mattino seguente il dottor Koref passò a prenderli e aveva intenzione di portarli a casa a piedi, mentre la moglie in macchina andava a trovare alcuni amici che abitavano a tre chilomeI ridi lì.Invece di dirigersi verso casa, i cani mi tirarono in direzione di alcuni vic oletti che non erano abituati a prendere, finché arrivammo alla via principale, per la quale era passata mia moglie. Vollero percorrerla tutta finché arrivarono al palazzo dov'era l'appartamento dei nostri amici. I cani non

204 I poteri straordinari degli animali >c'erano mai slati, eppure imboccarono l'entrata giusta, salirono le scale e giunsero alla porta. Lei rimase stupefatta.Il fiuto avrebbe potuto guidare i cani al portone e all'appartamento, ma non spiega il tragitto precedente per vicoletti sconosciuti. E diventa ancor più improponibile nei casi in cui la distanza coperta è di decine, o centinaia, di chilometri.Padroni ritrovati a grandissime distanzeQuanto più lunga è la distanza coperta dagli animali per ritrovare le persone tanto più improbabili diventano le ipotesi del fiuto e de] caso. Nessuno dei resoconti raccolti dalla mia banca dati contempla distanze superiori agli 80 chilometri, ma, per fortuna, l'argomento è già stato studiato da uno dei pionieri della parapsicologia, J.B. Rhine della Duke University, nel North Carolina. Negli anni Cinquanta, questo scienziato identificò il fenomeno e gli diede un nome: psitrailing, vale a dire "inseguimento della pista psi", dove psi sta a indicare la natura parapsicologica di quest'abilità.4 Rhine e i suoi colleghi raccolsero, grazie ad appelli pubblicati in quotidiani e riviste e all'analisi di un gran numero di cronache giornalistiche, una messe di materiale, fra cui alcuni casi straordinari. Alcuni racconti poterono essere approfonditi con interviste dirette.Nel 1962, Rhine e Sara Feather pubblicarono un resoconto del lavoro svolto. Dalla massa dei dati eliminarono gli episodi di cui si sapeva troppo poco, i cui

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protagonisti non erano identificabili o erano introvabili. Rimasero 54 casi di possibile psitrailing: 28 riguardavano cani, 22 gatti e 4 uccelli.5Furono poi esclusi gli episodi in cui l'identità dell'animale non era incontrovertibile. Altri furono eliminati perché non si poteva saperne di più, o perché si trattava di fatti avvenuti in un passato troppo remoto o perché le persone coinvolte non potevano, o non volevano, collaborare. I casi in cui la distanza percorsa dalla bestia era inferiore ai 50 chilometri non furono presi in considerazione, in modo da ridurre di molto le probabilità che il ritrovamento fosse casuale. A questo punto rimasero alcuni episodi veramente impressionanti, che i due studiosi descrissero in dettaglio.In uno di questi, Tony, un bastardo appartenente ai Doolen di Aurora, Illinois, fu lasciato al paese quando la famiglia traslocò a East Lansing, a più di 300 chilometri di distanza, sulla riva meridionale del lago Michigan. Sei settimane più tardi il cane apparve a East

Animali che ritrovano i padroni lontani 205Lansing e si avvicinò tutto festante al signor Doolen per la strada. Tutti i familiari lo riconobbero, e lui loro. La sua identità era confermata dal collare, sul quale il signor Doolen aveva inciso una tacca < |uando si trovavano ancora ad Aurora.6L'episodio più notevole il cui protagonista è un gatto riguarda Sul'.ar, persiana color crema appartenente a una famiglia californiana. La famiglia si trasferì in Oklahoma. Sugar al momento del trasloco saltò giù dalla macchina, rimase qualche giorno con i vicini e poi scomparve. Un anno dopo si materializzò nella nuova casa in Oklahoma: aveva compiuto un percorso di più di 1600 chilometri attraverso plaghe a lei totalmente sconosciute. Sugar era riconoscibile non soltanto per il suo aspetto fisico e per il comportamento, ma anche per un difetto osseo all'anca sinistra, che Rhine stesso esaminò.7Il colombo 167 fu identificato dal numero impresso sull'anello legato alla zampa. Il proprietario era un ragazzo di dodici anni, che frequentava le medie a Summersville, West Virginia, dove il padre era sceriffo. Il colombo viaggiatore aveva sostato nel giardino dietro la casa, il bambino l'aveva nutrito e l'uccello si era fermato lì, diventando il suo animale da compagnia. Qualche tempo dopo il ragazzo fu ricoverato al Myers Memorial Hospital di Philippi (170 chilometri di macchina, 110 in linea d'aria) e il colombo fu lasciato a Summersville.All'inarca una settimana più tardi (era sera e nevicava), il ragazzo udì un frullo d'ali alla finestra della sua stanza d'ospedale. Chiamò l'infermiera e le chiese dì aprire la finestra, perché fuori c'era un colombo. Per farlo contento, l'infermiera aprì e l'uccello entrò. Il ragazzino riconobbe il suo amico e le chiese di guardare se il numero sull'anello era 167. Il numero era quello.8Oltre agli episodi riferiti da Rhine e Feather, abbiamo varie raccolte di storie analoghe provenienti da altri paesi. Per esempio, un cane da pastore di due anni fu lasciato dal padrone con suo cugino a Bethune, nella Francia nordorientale. L'uomo partì per far fortuna come muratore, spostandosi da un luogo all'altro a seconda di dove trovava lavoro. Un giorno era ad Avignone, a 800 chilometri di distanza dalla sua città, e venne a sapere che nei paraggi c'era un cane randagio che si comportava in modo strano. Andò a vederlo e fu letteralmente travolto dal suo cane giubilante per aver ritrovato il padrone.9C'è anche un episodio di una gazza addomesticata, raccontato dalla signora M. Johnson, insegnante di Lund, in Svezia. Un giorno, nella sua scuola, una gazza entrò da una finestra aperta, si diresse

206 I poteri straordinari degli animali>,verso un gruppo di una quarantina di bambini e si appollaiò sulla spalla di uno di loro. Il ragazzino esclamò: "È la nostra gazza dell'estate!", e spiegò che la sua famiglia aveva l'abitudine di trascorrere i mesi estivi in un cottage a circa 80 chilometri da Lund; durante le vacanze precedenti avevano trovato e addomesticato l'uccello, che avevano poi lasciato là. Era talmente evidente che il bambino lo conosceva che la maestra gli diede il permesso di tornare a casa per portarvelo.10

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Episodi di questo genere sono tanti, e io sono convinto che un animale sia capace di ritrovare il proprio umano, così come una persona è talvolta in grado di ritrovare il proprio animale (capitolo Vili) in modi che nulla hanno a che vedere con il fiuto o con il caso.Cani che trovano la tomba del padroneGli episodi di animali che rintracciano il padrone non si limitano all'arco di tempo in cui il padrone è in vita. Le testimonianze a proposito di animali che ritrovano tombe sono numerosissime e mi lasciano sconcertato. Pensavo che il legame tra animale e padrone si sciogliesse con la morte del padrone, davo per scontato che non fosse possibile un vincolo con un cadavere. Ma la mia era una considerazione infondata, inadeguata a spiegare alcuni avvenimenti. Consideriamo questo resoconto, che ci è pervenuto dall'Austria:II padre di mia moglie aveva una piccola fattoria e vi teneva un cane da guardia, Sultan. Un giorno mio suocero si ammalò e fu portato in ospedale con l'ambulanza. Qualche giorno più tardi morì e fu seppellito nel cimitero del paese, a cinque chilometri dalla fattoria. Qualche settimana dopo il funerale, il cane scomparve per parecchi giorni. Ci parve molto strano, perché Sultan non era abituato a vagabondare, ma non ce ne preoccupammo più di tanto. Una domenica mattina, tuttavia, ci venne a trovare una donna che aveva lavorato per noi e che abitava non lontano dal camposanto. Ci disse: "Pensate un po', l'altro giorno, quando sono andata al cimitero, ho visto Sultan ai piedi della tomba di famiglia". Come abbia fatto a trovare la strada, lunga com'era, non ne ho idea. Non c'erano impronte del padrone da seguire, il cane non era mai stato portato al cimitero e nemmeno nelle vicinanze, visto che doveva far la guardia alla fattoria. Come avrà fatto? (Joseph Duller, Graz, Austria)Di certo alcuni membri della famiglia avevano visitato il cimitero; potrebbero aver lasciato delle piste da seguire. Ma avrebbero anche lasciato piste dirette in altri luoghi: dunque, se Sultan le ha seguite, perché è andato proprio al camposanto e come faceva a sapere che nei cimiteri vi sono corpi seppelliti?

Animali che ritrovano i padroni lontani 207Perché un cane che ha perduto il padrone è attratto dalla sua tomba? L'unica ragione possibile è che l'attaccamento verso quella determinata persona persista oltre la morte e continui a essere fecalizzata sul corpo. Nel capitolo V abbiamo già preso in considerazione alcuni casi in cui cani sono rimasti accanto ai cadaveri dei padroni o hanno vegliato sulla loro tomba. Non necessariamente il legame uomocane viene spezzato dalla morte. La cremazione, immagino, indebolirebbe o annullerebbe questo legame, dal momento che del corpo non rimane altro che cenere. Effettivamente tutti i casi di cui mi è giunta notizia riguardano inumazioni: non ho mai sentito parlare di cani che attendono presso un crematorio o dove si spargono le ceneri.L'attaccamento alla salma dell'amato padrone può sembrare strano. Ma anche molti esseri umani, in fin dei conti, mantengono un rapporto straordinariamente forte con le spoglie mortali dei propri iari. È per questo che si erigono tombe e monumenti funebri e si compiono semplici atti di devozione come il deporre fiori su un sepolcro. In fin dei conti, un cimitero è un luogo visitato soprattutto da l'sseri umani; solo occasionalmente sarà un cane a visitarlo. E i luoghi di sepoltura degli uomini importanti, dei santi o degli eroi nazionali, diventano meta di pellegrinaggio per migliaia di persone, a volte milioni. Per capire in che cosa consistano i vincoli che continuano a legare certi cani alle spoglie mortali del loro amico umano, dovremmo indagare la natura del sentimento che spinge anche noi a visitare una tomba.Animali che ritrovano altri animaliNon di rado leggiamo sul giornale che a un animale di fattoria viene tolta la prole e che esso la ritrova. Ecco un esempio:Blackie, una giovenca di due anni, è scappata dall'azienda agricola alla quale era stata venduta e, percorrendo 11 chilometri di strada a lei totalmente sconosciuta, ha raggiunto la fattoria alla quale era stato venduto il suo vitellino. Tutto era cominciato al mercato di Hatherleigh, nel Devon, dove i due animali erano stati comprati separatamente. La madre finì a Okehampton, nella proprietà di Bob Woolacott, dove fu accolta per la notte e nutrita con la sua razione di fieno e acqua. Ma il suo istinto materno l'ha spinta a scavalcare una

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siepe e a fuggire dal cortile ritrovandosi in un viottolo di campagna. Il mattino seguente è stata rivista a undici chilometri di distanza mentre allattava il suo vitellino nella fattoria di Arthur Sleeman, a Sampford Courtenay. Il signor Sleeman è riuscito a identificarla come la madre dalle

208 I poteri straordinari degli animalietichette della vendita all'asta, avvenuta il giorno precedente, che aderivano ancora ai posteriori delle due bestie.11Abbiamo controllato i particolari di questa storia e intervistato tutti i protagonisti. La signora Mavis Sleeman ci raccontò che il marito aveva messo il piccolo appena comprato e non ancora svezzato insieme con gli altri vitelli. "La mattina seguente mia cognata vede una mucca che se ne viene giù per il viottolo. Arriva diritta al nostro edificio, quello dove stava il vitello (erano le otto del mattino). Era evidente che voleva entrare e così mia cognata ha aperto la porta: la vacca si è avvicinata immediatamente al suo piccolo per allattarlo."Ecco una testimonianza analoga di provenienza russa: "II contadino Magomed Ramazhanov, originario del Caucaso, fu non poco sorpreso di scoprire che una delle sue vacche era andata in cerca del proprio vitello, che era stato venduto a un agricoltore di un paese vicino. Magomed temeva che la creatura fosse finita in pasto alle bestie feroci, ma è riuscito finalmente a rintracciare la mite mamma mucca, riunita alla sua prole, a quasi 50 chilometri di distanza".12Per quanto ne sappia vi è stata poca o nessuna ricerca su come gli animali riescono a ritrovarsi a distanza. Uno dei pochi scienziati a occuparsene è stato il naturalista americano William Long, il quale, in occasione dei suoi studi pionieristici sul comportamento del lupo canadese, prestò un'attenzione particolare al legame che unisce i membri del branco anche quando si trovano lontani gli uni dagli altri. Rilevò che gli individui separati dal gruppo sembravano sapere sempre dove fossero gli altri.D'inverno, quando di solito il lupo nordamericano si raggnippa in branchi poco numerosi, un individuo solitario o separato dagli altri si comporta sempre come se sapesse dove stanno i compagni, sia che si trovino a caccia sia che perlustrino pigramente un territorio sia che riposino sul loro giaciglio diurno. Il branco è composto di membri della famiglia, più giovani o più anziani di lui, tutti allevati dalla stessa lupa; e, per una sorta di legame o attrazione o comunicazione silenziosa, un lupo è capace di raggiungere gli altri a qualsiasi ora del giorno o della notte, anche se non li vede da una settimana, anche se nel frattempo si sono allontanati di molti chilometri attraverso plaghe deserte.13Dopo lunghe osservazioni, Long giunse alla conclusione che per ritrovare il branco non seguivano sentieri già battuti o piste olfattive né erano guidati dagli ululati o altri suoni. Una volta trovò un lupo ferito e separato dal resto del branco, il quale era rimasto al sicuro in una tana per parecchi giorni mentre i compagni si allontanavano di molto. L'animale solitario individuò le orme degli altri nella neve, le

Animali che ritrovano i padroni lontani 209seguì e si trovò nelle vicinanze mentre uccidevano un cervo. Il branco mangiava in silenzio, come sogliono fare i lupi, e non vi furono ululati. L'animale ferito aveva percorso chilometri di valli e colline fittamente boscose.Quando feci ritorno al cervo, per cercare di scoprire come avevano fatto i lupi a sorprenderlo e ucciderlo, notai una traccia fresca, solitària, perpendicolare rispetto a quella del branco ... Seguii la pista fino alla tana da cui il lupo ferito era partito: era diritta, come se l'animale sapesse dove andare. Le orme provenivano da est; la poca brezza che soffiava giungeva da sud; dunque a condurlo alla carne non era stato il fiuto, anche ammesso che a quella distanza potesse essergli utile, ciò che assolutamente non era. Le tracce nella neve erano chiarissime, e da questo potremmo desumere che o i lupi possono lanciare un richiamo silenzioso da cibo o un animale solitario è legato ai compagni a tal punto che sa non solo dove essi si trovino, ma anche, in linea generale, che cosa stiano facendo.14Forse legami simili sono la norma nelle società animali, anche se noi non capiamo neanche lontanamente come funzionino, e collegano tra di loro i membri

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di un gruppo sociale quale un branco di lupi, fornendo informazioni non solo sulle attività degli altri che si trovano lontani, ma anche sulla direzione da prendere. E, se lupi e altre specie possiedono doti di questo genere, la reciproca capacità dell'animale da compagnia e dell'uomo di ritrovarsi a vicenda si può leggere in un contesto biologico più vasto.Legami fra membri del gruppo sociale e con un luogo '"'Se è possibile ad alcuni animali ritrovare esseri umani o altri individui della propria specie, sembra inverosimile che non possa farlo anche l'uomo, anche se in tutta probabilità in misura minore.Non mi stupirei dunque di venire a conoscenza di episodi in cui una persona ne ha trovata miracolosamente un'altra, senza sapere come, e che queste due persone siano vicine affettivamente: genitori e figli, poniamo, o marito e moglie. Mi aspetterei infine che queste doti siano maggiormente sviluppate e incoraggiate in società di tipo tradizionale, che vivono di caccia e raccolta, nelle quali la capacità di ritrovare uomini e luoghi è più importante per la sopravvivenza di quanto non lo sia in quelle industriali e moderne.Come il senso dell'orientamento dipende da un collegamento tra animale e luogo, anche il ritrovamento del padrone implica un collegamento tra animale e uomo. E anche il rapporto animaleuomo, così come quello animaleluogo, si può paragonare a un'attrazione

210 I poteri straordinari degli animali#magnetica o a un elastico teso. Entrambi i campi, animaleuomo e animaleluogo, come i campi magnetici, contengono informazioni sulla direzione da prendere.Il campo magnetico terrestre da informazioni sull'orientamento; ecco perché possiamo usare una bussola per trovare il nord. Nel linguaggio scientifico, attrazione e repulsione magnetica sono fenomeni vettoriali, vale a dire dotati di direzione, e non soltanto una dimensione. (Al contrario, una grandezza scalare possiede dimensioni ma non una direzione, per esempio la temperatura.)Queste connessioni animaleuomo e animaleluogo sono vettori, e possiedono dimensioni e direzione. L'animale si mette in viaggio e continua sul suo cammino nonostante avversità e distrazioni soltanto se l'attrazione è sufficientemente forte; e solo nel caso in cui l'attrazione è orientata sa da che parte dirigersi.L'ipotesi dei campi morfici che connettono un individuo ad altri membri del suo gruppo sociale consentirebbe la comprensione tanto dei fenomeni telepatici quanto delle forze che orientano un animale verso i compagni o verso il padrone. Invece quella del campo morfico che collega un animale a un luogo spiega le doti di orientamento dimostrate dai migratori o da quegli animali che sanno ritrovare la via di casa. È dunque possibile che la teoria morfica spieghi in modo soddisfacente fenomeni fin qui considerati inspiegabili.Ma vi è una grande categoria della percettività animale per la quale questa ipotesi potrebbe non essere sufficiente: la premonizione. Di questo ci occuperemo nei prossimi due capitoli.

Parte sesta Premonizioni

XIVPremonizioni di malattie, coma e morti improvvisePremonizione, alla lettera, significa un monito dato in anticipo, un avvertimento. Alcune sono spiegabili con la telepatia, ed è il caso degli animali che sanno quando rientrerà il padrone. Altre possono dipendere dal riconoscimento di odori, suoni, cambiamenti di natura elettrica o altri stimoli fisici. Ma vi sono casi che implicano sia la precognizione, vale a dire, letteralmente, il "sapere prima" sia il presentimento, il "sentire prima".Precognizione e presentimento sono più misteriosi di altre forme di premonizione, perché presuppongono che un influsso è in grado viaggiare nel tempo, dal futuro al presente o dal presente al passalo. E un concetto che mette in forse le nostre certezze sul principio di causalità, che vogliono che la causa preceda l'effetto, e sul presente, che allora non sarebbe così nettamente distinto dal passato e dal futuro.

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Si possono evitare questi paradossi e questi problemi? Le premonizioni sono spiegabili senza la precognizione e il presentimento? Alcune lo sono; può darsi che altre non lo siano.In questo capitolo esporrò le capacità dei nostri compagni animali di avvertirci di pericoli esterni (per esempio terremoti) e interni (il .sopraggiungere di una crisi epilettica). Ma per prima cosa è necessario analizzare il contesto biologico in cui allarmi e avvertimenti vengono dati.Pericolo, paura e allarmeLa paura è un fenomeno collegato al pericolo. Non a caso la parola inglese, fear, proviene da una radice che significa pericolo, come la parola tedesca Gefahr.

214 I poteri straordinari degli animali4La paura è un'esperienza che ognuno di noi conosce. Sentiamo l'imminenza di qualcosa di brutto. Stiamo all'erta. Il cuore batte più forte. Una scarica di adrenalina ci prepara a reagire. Il volto impallidisce; i capelli si drizzano; in casi estremi tremiamo di terrore e gli sfinteri si rilasciano. È un'emozione che ci accomuna agli animali non umani e che ci è facile riconoscere in loro. È ovvio che la paura è di grande utilità per la sopravvivenza della specie, in particolar modo in rapporto a potenziali predatori.La paura innesca comportamenti di difesa. Un animale fugge, si tuffa, si nasconde, si paralizza, urla per chiedere aiuto, chiude di colpo il guscio, mostra i denti o drizza gli aculei.1 Ma, per molti animali, inclusi noi, la paura è un sentimento collettivo e non solo individuale. Fra gli animali sociali dare l'allarme e comunicare la paura sono risorse essenziali per la sopravvivenza. Vi sono molti animali che dinanzi al pericolo avvertono gli altri. Danno l'allarme. Nella sua manifestazione estrema, il diffondersi nel gruppo della paura sfocia nel panico.Alcuni segnali d'allarme sono visivi. Il volo improvviso di un colombo spaventa i compagni che subito si allontanano in volo. Le code bianche dei conigli e di talune specie di cervi sono particolarmente visibili quando corrono e inducono gli altri membri del gruppo a fuggire.Altri segnali sono olfattivi, come quelli lanciati dalle sanguinerole, le quali, quando sono ferite, emettono una sostanza maleodorante, normalmente inattiva sotto pelle, che spaventa e allontana gli altri membri del banco e perfino pesci di altre specie. Le formiche secernono sostanzeallarme.2 Altre si spingono ancora più in là: è il caso di specie aggressive e schiaviste come la Formica subintegra, che utilizzano questi odori non solo per difendere le loro colonie, ma anche per terrorizzare le vittime. Una secrezione massiccia di questa sostanza manda nel panico le formiche attaccate, permettendo agli aggressori di conquistare il nuovo nido con pochissima fatica.3Molti animali, fra cui i merli, possiedono richiami particolari per avvertire i compagni del sopraggiungere di un pericolo. Non di rado questo segnale mette in allarme anche altre specie.Il cane abbaia. Da decine di migliaia di anni si rende utile avvertendo dell'arrivo di esseri umani o di altri potenziali pericoli. Con tutta probabilità è il motivo principale per cui è stato addomesticato.Il cane assolve a questo compito utilizzando olfatto, udito, vista e la capacità di captare le intenzioni, sia quelle ostili di un potenziale

Premonizioni di malattie, coma e morti improvvise 215aggressore, sia quelle del padrone che sta per ritornare. Naturalmente in questo caso non lancia un allarme ma annuncia un evento. Il cane e altri animali domestici non solo ci avvertono del pericolo dando l'allarme, manifestando paura o angoscia, ma intervengono attivamente per aiutarci e difenderci.Che cos'è l'epilessia?A Leesburg, in Virginia, due o tre volte la settimana, Annie, la cagna di Christine Murray, un incrocio fra un pitbull e un beagle, salta in grembo alla padrona e comincia a leccarle furiosamente il viso. Christine smette di fare qualunque cosa stia facendo e si sdraia: pochi minuti dopo viene colta da un

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attacco epilettico. "È stupefacente" dice la signora. "Non ho la minima idea di come ci riesca, ma Annie mi avverte sempre quando sto per avere una crisi."4Non è un caso unico. Molti altri cani riescono a prevedere un attacco epilettico. Come fanno? Non si sa, ma questi animali cambiano la vita dei malati.Le convulsioni e la perdita di coscienza durante una crisi epilettica dipendono da una brusca interruzione delle funzioni cerebrali. Nel caso più grave, quello del "grande male", il malato si irrigidisce e rischia di cadere, poi intervengono le convulsioni, respiro affannoso e talora incontinenza. L'inizio dell'attacco può essere annunciato da un urlo, da un arresto respiratorio e cianosi.La crisi è davvero impressionante, ma l'ammalato non soffre e di solito ricorda assai poco di ciò che è accaduto. Dopo qualche minuto l'attacco è passato, resta un senso di confusione e l'imbarazzo, specie se l'episodio si è verificato in pubblico e vi è stata incontinenza. A questo punto capita che taluni cadano in trance e si comportino in modo imprevedibile.L'attacco più benigno, chiamato "piccolo male", non comporta convulsioni, ma una perdita di coscienza di minor durata e un temporaneo sbattere delle palpebre. Questo tipo di crisi si presenta soprattutto nei bambini e viene chiamato "assenza".Fra i disturbi neurologici gravi l'epilessia è il più diffuso e colpisce a tutte le età. Ne soffre all'incirca una persona su 200, e in molti casi le prime crisi si verificano nell'infanzia. Anche se è possibile tenere la situazione sotto controllo con prodotti farmaceutici ed evitando situazioni che potrebbero innescare un attacco, capita che alcuni vi siano soggetti ugualmente.Nell'antichità l'epilessia era considerato "male sacro" e ha stimo

216 Ipoteri straordinari degli animali .'. :;:!"' ,"lato la fantasia popolare come nessun altro, forse perché i suoi sintomi ricordano i fenomeni di possessione. Uno dei problemi cui un epilettico deve far fronte è la condanna sociale che questa infermità porta con sé o per lo meno il senso di disagio che suscita negli altri.Quasi tutti gli epilettici riescono a condurre una vita abbastanza normale, anche se, per ovvi motivi, non possono guidare. Per quelli che non riescono a tenere la malattia sotto controllo con le medicine, il problema sta nell'imprevedibilità dell'evento, che solo in alcuni casi è preceduto da sintomi (la cosiddetta "aura"), fra cui contrazioni incontrollate di alcune parti del corpo, strane sensazioni o comportamenti bizzarri, che anticipano l'arrivo dell'attacco vero e proprio. Ma spesso la crisi colpisce con tale rapidità che il malato perde coscienza senza avere avuto il tempo di accorgersene.Nessun epilettico vorrebbe trovarsi per la strada, a fare la spesa o per le scale al momento dell'attacco. Perfino entro le mura domestiche c'è rischio di farsi male se la perdita di coscienza avviene mentre si sta in piedi. Si può cadere. Ecco perché nella vita di un epilettico la presenza di un cane in grado di prevedere una crisi può cambiare tutto.Comportamenti di previsione da parte di caniDa anni sappiamo che ci sono cani capaci di prevedere una crisi epilettica, ma fino a non molto tempo fa non era stata condotta alcuna ricerca sull'argomento. Quasi tutti i cani che hanno queste doti avvertono i padroni spontaneamente e non perché abbiano ricevuto un addestramento particolare. Ecco un classico esempio:Quando sono in casa, Penny, la mia dobermann, prevede i miei attacchi epilettici e tutte le volte mi spinge a sedere in poltrona. Ne ho parlato con un medico, il quale si è limitato a sorridere. Anch'io so quando un attacco è imminente, ma Penny mi batte sempre sul tempo. In casa non mi ha mai delusa, e quando siamo fuori mi sta accanto finché arrivano i soccorsi. (Hilary Spate, Little Sutton, South Wirral)

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Ruth Beale, del cui golden retriever, Chad, abbiamo già parlato, ha un figlio che soffre di accessi di piccolo e di grande male. Il cane avverte Ruth qualche minuto prima del sopraggiungere del grande male, ma solitamente ignora gli attacchi meno importanti. "Viene da me e mi mette la zampa in grembo come per chiedere attenzione; talvolta abbaia." Se Ruth si trova in un'altra stanza fa in tempo a raggiungere il figlio e a prevenire eventuali incidenti causati da una caduta.

Premonizioni di malattie, coma e morti improvvise 217In certi casi gli animali riescono a prevedere l'evento con qualche minuto di anticipo soltanto, in altri con mezz'ora o più. Antonia BrownGriffin, che abita nel Kent, subisce in media una dozzina di attacchi di grande male la settimana ed era costretta in casa finché adottò un cane da soccorso di nome Rupert, il quale è divenuto la sua ancora di salvezza, il suo cordone ombelicale con il mondo.Intuisce in anticipo (fino a 50 minuti prima) l'arrivo di uno dei miei attacchi e mi tocca due volte con la zampa in modo che io possa raggiungere un luogo sicuro. Sa premere un pulsante sul mio telefono e abbaia alla risposta per chiedere aiuto; se pensa che io possa avere una crisi mentre sono nella vasca da bagno, tira fuori il tappo. Non potrei immaginare la vita senza di lui.5Non sappiamo quanti epilettici abbiano la fortuna di avere un cane che li avverte dell'arrivo della crisi, ma è probabile che ve ne siano migliaia in tutto il mondo.La ricerca pionieristica di Andrew EdneyNei primi anni Novanta un veterinario inglese, Andrew Edney, condusse la prima inchiesta sistematica sui comportamenti di previsione delle crisi epilettiche da parte dei cani. Contattò un certo numero di malati tramite un appello pubblicato in "Epilepsy Today", il bollettino della British Epilepsy Association, e in altri periodici e giornali. Studiò in dettaglio 21 cani. Non vi era una razza predominante nel campione: cani da lavoro e da caccia, terrier, cani da compagnia, bastardi. Era un fenomeno che interessava animali di tutte le età e di entrambi i sessi.Sulla base di questionari, Edney riuscì a individuare il comportamento tipo di questi animali prima dell'inizio della crisi. Caratteristica comune era l'ansia, l'apprensione e l'irrequietezza. Andavano ad avvertire chi stava nelle vicinanze e a cercare aiuto. Frequentemente abbaiavano e uggiolavano e non di rado saltavano addosso o si strofinavano contro il malato, leccandogli le mani o il viso; gli si sedevano accanto oppure lo conducevano in un luogo sicuro, incitandolo a sdraiarsi. Durante la crisi vera e propria, o restavano accanto all'infermo, leccandogli il viso e le mani, o andavano a cercare soccorso. Erano estremamente affidabili. Come dice Edney, "Non ce n'era uno che sbagliasse un colpo: uno arrivò addirittura a ignorare un tentativo di attacco finto".Nessuno degli animali osservati da Edney era stato addestrato, tutti si comportavano così spontaneamente, e quasi tutti gli epilettici

218 I poteri straordinari degli animaliavevano imparato a capire i loro messaggi per esperienza personale. Alcuni commentavano che ci avevano messo un po' di tempo per capire il senso dei segnali che ricevevano.Conclude Edney: "Gli atteggiamenti degli animali prima della crisi sono tutti tesi a ottenere l'attenzione di qualcuno e ad arrestare le attività del malato in modo che possa mettersi al sicuro. Mentre la crisi è in atto, il comportamento è sempre lo stesso, teso cioè a proteggere il padrone e a farlo tornare in sé, nello stesso tempo continuando, in qualche misura, a cercare di avvertire chi sta nelle vicinanze".6Gatti e conigliEccezion fatta per due casi, tutti i comportamenti noti di previsione di una crisi epilettica si riferiscono a cani. La prima eccezione riguarda un coniglio di proprietà di Karen Cottenham di East Grinstead, nel Sussex.Karen prendeva terribili cadute quando aveva le sue crisi e si faceva molto male: si rompeva le costole, si fratturava le caviglie, si procurava ferite al volto. Un giorno, insieme col marito, acquistò un coniglio, Blackie, gli insegnò

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a fare i bisogni al posto giusto e lo tenne in casa. Presto si accorse che il coniglio le "volteggiava" fra le gambe poco prima di una crisi, permettendole così di portarsi in luogo sicuro. Alla morte di Blackie, Karen comprò un altro coniglio, Smokie, che prese il posto dell'altro in tutto e per tutto. "Non so come e perché, ma, qualche minuto prima dell'attacco, Smokie mi schizza freneticamente tra le gambe e io so che devo mettermi a letto o sdraiarmi per terra per non cadere. Quando rinvengo di solito me lo trovo vicino alla faccia, come se cercasse di farmi riprendere i sensi."7La seconda eccezione riguarda un gatto. Kate Fallaize, che vive nello Staffordshire, ha un gatto giallo e nero di cinque anni che l'avverte talvolta addirittura con un anticipo di un'ora. "Prima di una crisi comincia a comportarsi in modo strano: mi si avvicina proprio fin sotto il viso e mi fissa, poi mi si siede accanto e ogni qualche secondo mi tocca con le zampe. Non mi lascia, mi guarda a vista. Adesso quando fa così vado a sdraiarmi." Il gatto sta vicino a Kate per tutta la durata dell'attacco ed è ancora lì quando rinviene. Non è stato addestrato a farlo né il gatto che l'aveva preceduto si comportava così, anche se stava di guardia una volta che la crisi era cominciata.

L'addestramento di cani antiepilessiaA Sheffield, in Gran Bretagna, c'è un'associazione di beneficenza che sta compiendo un lavoro pionieristico nel campo dell'addestramento dei cani antiepilessia. Si chiama Support Dogs.8 La direttrice dell'addestramento, Val Strong, non ritiene che un cane possa venire educato a prevedere l'insorgere di una crisi. "Sembra che lo facciano spontaneamente quando c'è un legame molto stretto con il padrone" dice. Ma è possibile insegnar loro a dare segnali più chiari, in modo che il padrone colga l'avvertimento.Il primo successo fu ottenuto con la trovatella Molly, incrocio tra un collie e un pastore tedesco. Da principio Molly fu addestrata non ad avvertire la sua padrona, Lise Margaret, di una crisi imminente, ma solo a starle vicina. Prima le fu insegnato un buon livello di obbedienza generale, poi imparò a compiere alcuni atti specifici, come portare una coperta o il telefono. "A volte mi è difficile parlare; così adesso premo un tasto programmato, Molly abbaia nel telefono e i miei amici sanno che ho bisogno di soccorso."Sarebbe già stato un aiuto notevole se i talenti di Molly si fossero fermati qui; ma Val Strong sentiva che la cagna era in grado di andare oltre. Cominciò a filmare Molly e Lise quando erano insieme e, studiando con attenzione il materiale girato, notò un cambiamento minimo ma preciso nel comportamento dell'animale all'inarca 30 minuti prima del sopraggiungere di una crisi: cominciava a guardare fisso la padrona. "Bastava soltanto incoraggiarla a esprimersi in modo più chiaro. Adesso è addirittura drammatica: abbaia e lecca, ovunque le due si trovino." A partire da questa esperienza Support Dogs ha cominciato ad addestrare molti altri cani.Negli Stati Uniti un lavoro analogo è svolto dal National Service Dog Center della Delta Society,9 che cerca inoltre di risvegliare l'interesse del pubblico nei confronti dei cani che svolgono funzioni di assistenza. Mentre i cani guida per ciechi godono di ampio riconoscimento e sono ammessi ovunque, anche in negozi e ristoranti nei quali gli altri animali non possono entrare, le attività svolte dai cani guida per sordi, per invalidi ed epilettici sono sconosciute ai più. A Christine Murray è capitato più volte, quando era in compagnia del suo cane Annie, di vedersi proibire l'ingresso ad alcuni locali pubblici della Virginia. "Cerco di spiegare che è un cane di soccorso per l'epilessia, ma non mi credono."10 È un problema destinato a scomparire a mano a mano che l'importanza di questi cani verrà riconosciuta.

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Come fanno a saperlo? '.:. .,:... ' ¥i|i|

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Le ricerche sui cani capaci di prevedere crisi epilettiche sono quasi inesistenti11 e nessuno sa come fanno a saperlo. Le tre ipotesi più frequenti sono:1. Il cane nota cambiamenti quasi impercettibili di comportamento o tremiti muscolari di cui l'epilettico non è cosciente.2. Avverte le tensioni elettriche del sistema nervoso dovuti all'imminenza della crisi.3. Sente odori che potrebbero venire secreti dall'ammalato pocoprima dell'attacco.Tutte e tre le ipotesi prevedono che il cane si trovi abbastanza vicino al malato, vicinissimo nella seconda. Non è pensabile che un cane possa percepire o avvertire una crisi se non vede o non fiuta il malato.Eppure, come abbiamo visto, alcuni cani reagiscono a distanza a pensieri e intenzioni (vedi parti II e IV) o addirittura a un incidente o alla morte del padrone (capitolo VI). Allora forse vale la pena di considerare un'altra possibilità: che non si tratti soltanto di percezioni sensoriali, ma della capacità di cogliere segnali finora sconosciuti alla scienza. Può un cane prevedere l'arrivo di una crisi epilettica quando il padrone non è in vista e si trova a una certa distanza da lui?Normalmente un epilettico gradisce che il cane gli stia vicino per avvertirlo della crisi; ma sono al corrente di tre casi in cui il cane avverte il padrone anche se è in un'altra stanza. Jip, un bastardino di proprietà di Steven Beasant, di Grimsby, nel Lincolnshire, è bravissimo: prima di un attacco si incolla al padrone e quando questi si siede gli salta in grembo. Certe volte, dice Steven, "mi vola addosso dalla cucina, mi sbatte su una sedia e mi ci inchioda". E dunque, quale che sia il segnale a cui reagisce, è percepibile da un'altra stanza. Lo stesso valeva per Sadie, la dobermann appartenente a Barbara Powell di Wolverhampton. Fino alla sua morte, avvenuta all'età di tredici anni, Sadie ha uggiolato per avvertire la padrona della crisi incombente. Di norma era nella stessa stanza, ma capitava anche quando era in un'altra.Il neurologo Peter Halama, di Amburgo, ha una paziente epilettica i cui cani reagiscono anche se si trovano in un'altra camera:Prima di una crisi i suoi cani (due bastardi, un maschio e una femmina) le stanno vicini e, appena l'attacco si scatena, cercano di aiutarla. Uno dei due tenta perfino di mettersi tra lei e il pavimento mentre cade. Quando la signora è sdraiata per terra le leccano il viso e le mani fino a che lei riprende coscienza e non permettono a nessun altro di avvicinarsi. Se sono in un'altra

stanza corrono da lei qualche istante prima dell'attacco e stanno con lei, pronti a soccorrerla. Il marito ne è stato testimone e lo conferma.È interessante che questi cani prevedono anche il ritorno a casa della signora. Il marito si è accorto che "diventano irrequieti e vanno alla porta prima che lei torni dalla spesa (in orari sempre diversi). Fanno così 2030 minuti prima del suo rientro". Se questa anticipazione è di natura telepatica, può darsi che lo sia anche la capacità di prevedere un attacco epilettico da un'altra stanza. Ma vi è una differenza enorme tra le due situazioni: tornare a casa è un atto dipendente dalla volontà, mentre il sopraggiungere di una crisi non è un atto consapevole o intenzionale.DiabeteAlcuni cani appartenenti a diabetici sono in grado di avvertire i padroni che il livello di glucosio presente nel sangue è pericolosamente basso. L'ipoglicemia può condurre al coma, ad attacchi epilettici e perfino alla morte.Per esempio, Alan Harberd di Chatham, nel Kent, ha un collie di nome Sam che lo avverte quando è ipoglicemico. Se succede durante il sonno, Sam sveglia il padrone prima che sprofondi in coma. "Gli zuccheri sono bassi, ma non tanto che io non possa svegliarmi e porvi rimedio. A volte me la cavo per il rotto della cuffia, ma il comportamento di Sam ha qualcosa di soprannaturale."I risultati di una rivoluzionaria inchiesta sono stati pubblicati nel periodico "Diabetic Medicine" nel 1992 ad opera di un gruppo di cimici del Bristol and Berkley Health Centre (contea di Gloucester), i quali intervistarono 43 pazienti diabetici che avevano animali domestici. Quindici dichiararono di aver notato reazioni da parte dei loro animali, dei quali quattordici erano cani. Se

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necessario abbaiavano, avvertivano i vicini e si rendevano utili in vario modo.12Anche alcuni gatti sono capaci di prevedere le crisi ipoglicemiche e svegliano il padrone nella notte.In questo caso è probabile che sia una reazione dovuta all'olfatto, dal momento che i diabetici in crisi ipoglicemica tendono a secernere un odore caratteristico. Ma siamo nel campo delle congetture.CancroAlcune persone che si sono ammalate di cancro dichiarano che il proprio animale ha contribuito a metterle sull'avviso, e taluni di

222 I poteri straordinari degli animali' < ;Iquesti casi sono riportati in pubblicazioni mediche. Per esempio, nel 1989 un articolo sul "Lancet" di Hywel Williams e Andrew Pembroke, del reparto di dermatologia del King's College Hospital di Londra, raccontò come una signora era stata indotta a rivolgersi alhi loro clinica per un neo alla coscia sinistra che si rivelò un melanormi maligno.La paziente si accorse del tumore perché la sua cagnetta (un incrocio tra un border collie e un dobermann) la annusava continuamente. La cagnetta non s'interessava minimamente agli altri nei, ma annusava quel neo per interi minuti, persino attraverso i pantaloni. La paziente s'insospettì. Il cerimoniale si ripetè per parecchi mesi e culminò nel tentativo dell'animale di strappare via il neo con i denti, una volta che la signora portava i calzoni corti. Lei si decise a chiedere una seconda opinione medica. Non è escluso che il cane abbia salvato la vita alla padrona, spingendola a curarsi quando il danno era ancora leggero ed era possibile intervenire.13Vi sono svariati casi analoghi in banca dati. Per esempio, Joan Hart, di Preston, nel Lancashire, scoprì che quando si metteva a sedere con le ciabatte, Lady, la sua cagna, un pastore delle Shetland, gliene sfilava una, sempre quella, e le leccava il collo del piede, proprio dove c'era una cisti. Joan finì per farla vedere al dottore, il quale ritenne che si trattasse di una verruca, ma, per sicurezza, la mandò in ospedale per esami. Si scoprì che Joan aveva un tumore maligno molto raro. Disse: "Magari avessi fatto più attenzione a Lady, che cercava di dirmelo".A quanto mi consta, nessuno ha preso seriamente in considerazione la possibilità di usare i cani da fiuto nei reparti di oncologia. Non è di moda; in questo periodo si tende a porre l'accento sull'alta tecnologia.Altre malattieLe crisi epilettiche si ripetono con frequenza; dunque chi ne soffre ha tempo di imparare a riconoscere i segnali d'allarme lanciati da un animale e agire di conseguenza. Ma ci sono animali capaci di prevedere l'insorgere di altre malattie prima che l'interessato o un familiare abbia notato alcun sintomo, benché all'inizio i loro segnali non vengano compresi. Per esempio, un cane lupo di proprietà degli Albrecht di Limbach, in Germania, cominciò a seguire Hilde, la madre della famiglia, senza alcun motivo apparente, guardandola con espressione strana e uggiolando. "Dissi a mio marito di portarla dal veterinario perché c'era qualcosa che non andava. Qualche

223Premonizioni di malattie, coma e morti improvvisesettimana più tardi fui io ad ammalarmi, non il cane, e dovettero operarmi." Anni dopo, il cane fece lo stesso con la figlia maggiore che, come si seppe dopo, aveva l'appendicite, e infine con la sorellina più piccola.Anche Christine Espeluque, di NissanlesEnserune, in Francia, ha un cocker che avverte quando uno dei ragazzi della famiglia sta per ammalarsi. Con il bimbo di cinque anni, per esempio, "prima che si ammali lei comincia a seguirlo dappertutto. Si siede sulla stessa poltrona, dorme nello stesso letto per tutta la notte, piange tutto il giorno mentre lui è a scuola. Adesso che mi sono abituata so sempre in anticipo quando si ammaleranno i miei figli". Ma la

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cagnetta reagisce così soltanto alle malattie dei ragazzi, nessuna reazione per quelle della madre.Talvolta l'allarme è talmente chiaro che viene raccolto subito, come nel caso di Esther Allen di Bushbury, nelle Midlands occidentali: Stavo dipingendo il soffitto del salotto e per arrivarci dovevo stare in piedi su una sedia che stava a sua volta sopra il tavolo. Mi mancava da pitturare una striscia piccolissima, quando Farà, la mia bassottina tedesca a pelo lungo, saltò su una seggiola, di lì sul tavolo e cominciò a tirarmi per la gonna. Le dissi: "Aspetta un minuto, non mi manca molto", ma lei non voleva saperne di smettere e così discesi. Appena a terra persi i sensi per qualche secondo. Quando rinvenni Farà mi stava leccando la faccia. Se non mi avesse obbligato a scendere dal tavolo e dalla sedia, di certo mi sarei ferita in modo grave.Qui Farà si è comportata in modo analogo ai cani che prevedono le crisi epilettiche. Ma come fece a intuire che la signora avrebbe avuto un mancamento? Altrettanto misteriosamente, alcuni cani sono in grado di prevedere gli attacchi cardiaci e di agire in modo da attenuare i danni causati da un'eventuale caduta. Un esempio: "La mia compagna soffriva di cuore e aveva già avuto diverse crisi con pericolose cadute. Rolf, il nostro cane lupo, di solito un tipetto piuttosto rude, sapeva sempre in anticipo quello che sarebbe successo e si metteva davanti alla padrona di modo che lei non cadesse con la testa in avanti, ma di schiena" (Hans Schauenburg, Roelbach, Germania).È chiaro che la prima possibilità da prendere in considerazione è che l'animale percepisca un sottile mutamento nel comportamento o nei movimenti dell'ammalato o che fiuti un odore insolito. Ma capita che reagisca quando l'infermo è in un'altra stanza o anche più lontano. Nel caso riportato qui di seguito, un gatto intuì quello che stava accadendo al padrone uscito a passeggiare:

224 I poteri straordinari degli animali ,,:;:, i#Un pomeriggio di luglio, prima di cena, mio marito andò come sempre a fare un giretto. Dieci minuti più tardi il nostro gatto cominciò a comportarsi in modo assai insolito. Correva per tutto l'appartamento, ringhiava fra sé e gli si rizzarono i peli sulla schiena. Un'ora dopo mio marito tornò e disse: "Non sto bene. Vado a sdraiarmi prima di cena". Andò in camera da letto e io continuai a lavorare in cucina. Improvvisamente Aimo si agitò ancor di più: si strofinò col muso contro le mie gambe e fuggì dalla cucina, guardandosi indietro per controllare che io lo seguissi. Mi condusse fino alla stanza dove stava mio marito, il quale si contorceva per i dolori ai reni. Chiamammo il pronto soccorso e il medico gli somministrò un antidolorifico. Di lì a poco Aimo tornò a essere il gatto tranquillo di sempre. (Erni Weber, Grosskut, Austria)Se fosse un caso isolato, saremmo tentati di pensare a una "semplice coincidenza", o che il gatto abbia notato qualcosa prima dell'uscita del signor Weber e che la moglie ci abbia messo un po' di tempo a rendersi conto dello strano comportamento dell'animale. Ma, come abbiamo visto nel capitolo VI, ci sono molti casi documentati di animali che reagiscono a incidenti o alla morte dei padroni lontani. Date queste premesse, non è poi così sorprendente che un gatto avverta il malessere del padrone uscito a passeggiare.Presentimenti di morti improvviseLe reazioni degli animali domestici all'insorgere di una malattia non sono facili da decifrare sul momento e il loro significato si chiarisce solo in seguito. Lo stesso vale anche per le morti improvvise.Nel 1995, Christine Vickery e il marito vivevano a Sacramento, in California. La signora descrive il suo compagno come "un maniaco del fitness: aveva 52 anni ed era in forma perfetta". Cominciava la giornata con le pastiglie di vitamine, si atteneva a una dieta povera di grassi e, oltre a fare i suoi esercizi quotidiani sul Cardioglide, percorreva a piedi una parte del tragitto per andare a lavorare.La sera del 1° dicembre arrivò a casa alle 18.30 come sempre. Invece di andargli incontro come al solito, i miei due cani, Smokie e Popsie, rimasero nei loro cesti in un'altra stanza. Lui li chiamò, ma loro si rifiutarono di muoversi. Alle 21 i cani entrarono in salotto e si sedettero ai suoi piedi, guardandolo fisso, tanto che lui si turbò e si domandò (mi disse) se sapevano qualcosa che

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lui ignorava. Per i cinque giorni a seguire i cani osservarono questo strano rituale. La notte del 6 dicembre Smokie, il più anziano, gli accarezzò la gamba con il muso. Popsie gli offrì la zampa. All'I.30 del mattino del 7 dicembre mio marito morì nel sonno. Invidiai i miei cani. In qualche modo avevano saputo e gli avevano detto addio.Anche i gatti hanno di questi presentimenti. Per esempio, Dorothy Docherty, che vive nello Hertfordshire, racconta che il giorno

225Premonizioni di malattie, coma e morti improvviseprima che il marito fosse colpito dal collasso che lo portò alla morte la gatta di casa continuava a strofinarglisi contro le gambe. "Mi ricordo che disse: "Ma che cos'ha oggi?". Visto che mai era stata tanto insistente, mi sono chiesta spesso se lei sapesse che cosa stava per accadere."Vi sono molti altri esempi analoghi, il cui significato, come è normale, si rivela soltanto in seguito. Gli scettici diranno che ci sono chissà quanti comportamenti insoliti che, poiché non sono seguiti da disastri o morti, vengono dimenticati subito, e che in tutto questo di misterioso c'è soltanto una coincidenza casuale o uno scherzo della memoria selettiva. Tuttavia, se questa obiezione standard può avere la parvenza della scientificità, in realtà è un'ipotesi che non è stata provata. Gli scettici non hanno in mano alcuna statistica che dia loro ragione; anzi, per essere precisi, in questo campo non è stata condotta ricerca alcuna.Gli argomenti degli scettici hanno un valore scientifico qualora vengano trattati alla stregua di ipotesi ragionevoli che vanno verificate; ma sono antiscientifiche se vengono usate come un mezzo per impedire la ricerca. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, è così. Ecco perché sappiamo ancora tanto poco di questi affascinanti fenomeni.

M

XVPresentimenti di terremoti e altre catastrofiComportamenti degli animali prima dei terremotiII 26 settembre 1997 il terremoto in Umbria devastò la basilica di San Francesco d'Assisi e danneggiò gravemente paesi e città circonvicini. Molti notarono che, qualche tempo prima, gli animali si erano comportati in modo strano. La notte precedente alcuni cani avevano abbaiato più del solito e altri si erano messi in una strana agitazione. I gatti parevano turbati e inquieti e alcuni si erano imboscati. Il volo dei colombi era "innaturale". Qualche minuto prima del sisma gli uccelli selvatici tacquero e i fagiani "emisero grida strane".1 Alcune stranezze furono notate con parecchi giorni di anticipo:Un amico mi disse: "Non andare a mangiare nelle taverne sul fiume a Foligno, perché sulla riva è pieno di ratti giganteschi". Almeno una settimana prima del terremoto la gente cominciò a dire che Foligno era invasa dai ratti Io vivo qui da tanto tempo e una cosa del genere non era mai successa. C'erano ratti dappertutto, ma nessuno ha mai pensato che c'entrassero col terremoto. (Silvana Cacciaruchi)Foligno dista 20 chilometri da Assisi e fu gravemente colpita dal terremoto. Per quale motivo i ratti abbandonarono le fogne? Come mai tanti animali previdero la catastrofe?Gli scettici liquideranno queste storie come coincidenze o frutto della memoria selettiva: è possibile che la gente ricordi simili episodi solo se sono seguiti da un terremoto o da un'altra catastrofe, mentre in altre circostanze se ne dimenticherebbe. Indubbiamente è un argomento valido. Tuttavia sarebbe avventato disprezzare così tutte le testimonianze. Molti attenti conoscitori del mondo animale sono convinti che le bestie si comportino in modo innaturale prima dei terremoti. Tre settimane dopo quello di Assisi, mentre ancora si veri

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ficavano le scosse di assestamento, Anna Rigano, la mia assistente italiana, andò sul posto e intervistò dozzine di persone ad Assisi, a Foligno e in altri paesi colpiti; fra gli intervistati vi sono padroni di animali, di negozi di animali e veterinari che avevano ancora freschi nella memoria gli avvenimenti. Quasi tutti avevano osservato atteggiamenti insoliti e quasi tutti erano molto sicuri di averli osservati solo in quell'occasione.In tutto il mondo si riscontrano testimonianze analoghe, indipendenti le une dalle altre. Non posso credere che tutti abbiano potuto inventarsi simili storie o che a tutti la memoria abbia giocato strani scherzi.La prima descrizione dettagliata di un terremoto in Europa riguarda un cataclisma avvenuto nel 373 a.C. a Helike, in Grecia, sul golfo di Corinto, durante il quale la città fu inghiottita dal mare. Cinque giorni prima, narra lo storico Diodoro Siculo, ratti, serpi e donnole lasciarono la città a frotte, con grande stupore dei suoi abitanti umani.All'antichità risale anche la testimonianza di Plinio il Vecchio, secondo il quale uno dei segni premonitori di un terremoto è "l'inquietudine e il terrore degli animali senza causa apparente". Dal Medioevo ci sono pervenuti diversi racconti, tra cui quello del terremoto avvenuto nel 1095 nel Wùrttemberg: "I polli abbandonarono le abitazioni umane e andarono a vivere selvaggi nei monti e nei boschi".2 In secoli più recenti, il terremoto più grave che abbia scosso l'Europa fu quello che devastò Lisbona nel 1755: il movimento tellurico fu tanto potente che perfino in Svezia le campane oscillarono. L'evento colpì profondamente gli scrittori di quel tempo, che ne discettarono a lungo; fra questi si annovera anche il filosofo Immanuel Kant, che descrisse con queste parole i segni premonitori di un sisma: "Poco tempo prima gli animali vengono colti da terrore. Gli uc^ celli volano a nascondersi nelle case, i ratti e i topi strisciano fuori delle loro tane...". Si narra di una "moltitudine di vermi" che sbucò di sotterra otto giorni prima del terremoto di Lisbona e di bestiame "straordinariamente irrequieto" il giorno precedente.3Sono centinaia i casi narrati da cronisti e storici, alcuni dei quali recenti. Per esempio: "In occasione del terremoto che colpì Agadir, in Marocco, nel 1960, molti animali randagi, compresi i cani, furono visti abbandonare la città di mare prima della scossa che uccise 15.000 persone. Lo stesso accadde tre anni più tardi, prima del sisma che rase al suolo la città di Skopje, in Iugoslavia. Quasi tutti gli animali, pare, si erano già dileguati".4 Prima del cataclisma che distrus

228 I poteri straordinari degli animali *:<;?:",.;"se gran parte della città giapponese di Kobe, il 17 gennaio 1995, comportamenti insoliti furono notati in mammiferi, uccelli, rettili, pesci, insetti e vermi.5Eppure, nonostante questa messe di testimonianze, la maggior parte dei ricercatori di professione non prende in considerazione questi avvertimenti o li liquida come superstizioni o effetti della memoria selettiva. A quanto mi risulta, nessuna parte delle centinaia di milioni di dollari che vengono attualmente spesi ogni anno in occidente per la ricerca sismologica viene dedicata all'indagine del comportamento animale. Ecco un altro settore in cui i tabù e i pregiudizi hanno chiuso le menti degli scienziati, in cui lo scetticismo è usato per impedire il progresso e non per promuoverlo. Ma in questo caso non si tratta soltanto di un impoverimento del nostro sapere: gli animali potrebbero essere utili a dare l'allarme e a salvare vite.Previsioni di terremotiMolti uomini politici, e molti contribuenti, credono che le grandi somme di danaro pubblico spese per la ricerca sismologica servano a sviluppare i metodi per prevedere l'arrivo di un terremoto. Ma, all'insaputa dei finanziatori, la maggior parte degli studiosi è giunta alla conclusione che è impossibile fare previsioni precise e di conseguenza ha smesso di provarci. Un articolo pubblicato da quattro eminenti esperti sulla rivista americana "Science" nel 1997 lo rivelava in modo inequivocabile fin dal titolo: / terremoti non si possono prevedere. Citava, approvandole, le dichiarazioni di Charles Francis

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Richter, creatore dell'omonima scala di misurazione sismica, che liquidava l'eventualità di predire l'arrivo di un terremoto come "una bella riserva di caccia per dilettanti, eccentrici e disonesti tout court affamati di pubblicità". Piuttosto che concentrarsi sulla previsione di terremoti specifici, questi studiosi vedono la sismologia come una disciplina volta a "limitare i danni".Stime statistiche sulla sismicità che può verificarsi in una data regione su un arco di tempo tra i 30 e i 100 anni e sulla forza dei possibili movimenti tellurici sono dati molto importanti nella progettazione di strutture antisismiche. In caso di terremoto di forte intensità, il soccorso può essere facilitato dalla pronta determinazione dei suoi parametri, tra cui l'epicentro e la magnitudo.6Non v'è dubbio sull'utilità della funzione del sismologo. Ma, se la cautela protegge gli scienziati dal commettere errori che sarebbero resi pubblici in caso di falsi allarmi, essa giustifica anche che si conti

Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 229nui a ignorare la ricerca sugli avvertimenti che ci provengono daglianimali.In Cina, tuttavia, negli anni Settanta, gli scienziati addirittura incoraggiarono la popolazione a stare all'erta e a riferire alle autorità quei fenomeni che, secondo antiche tradizioni cinesi, facevano presagire l'imminenza di terremoti particolarmente gravi.Nel giugno del 1974, il dipartimento sismologico di Stato pubblicò un annuncio nel quale si prevedeva, sulla base di analisi storiche e geosismiche, che di lì a qualche anno si sarebbe verificato un terremoto assai grave nella provincia di Liaoning. Di conseguenza fu intensificata la rete di controllo scientifico e si organizzarono gruppi di osservatori dilettanti all'interno delle fabbriche, delle scuole e delle comuni agricole. Più di centomila persone furono addestrate a rilevare eventuali comportamenti insoliti negli animali, mutamenti nei livelli e nella trasparenza delle acque dei pozzi, rumori singolari e fulmini anomali.A metà di dicembre 1974 i serpenti uscirono dal letargo, strisciarono fuori dalle loro tane e morirono congelati sui campi coperti di neve. I ratti vennero allo scoperto in frotte ed erano talmente straniti che si potevano acchiappare con le mani; il bestiame e gli uccelli erano agitati; infine l'acqua delle sorgenti s'intorbidò. Vi fu un terremoto di piccola entità il 22 dicembre, ma per tutto il gennaio 1975 continuarono a pervenire relazioni su comportamenti anormali e di grande terrore riscontrati in più di venti specie animali. Si fecero progetti per evacuare Haicheng, una città di mezzo milione di abitanti. All'inizio di febbraio il numero di portenti s'impennò e mucche, cavalli e maiali erano in stato di panico. "Le oche volavano sugli alberi, i cani abbaiavano impazziti, i maiali si mordevano fra loro o scavavano passaggi sotto le staccionate delle porcilaie, i polli si rifiutavano di entrare nelle stie, le mucche si strappavano le cavezze e scappavano via, i ratti erano come ubriachi... Rapporti su anomalie nell'acqua freatica cominciarono a giungere da ogni parte."7La mattina del 4 febbraio le autorità decisero di evacuare Haicheng. Lo stesso giorno, alle 7.36, il terremoto previsto finalmente si scatenò, con un'intensità di 7,3 gradi della scala Richter. Più di metà degli edifici della città fu rasa al suolo. Senza quei puntuali avvertimenti, decine di migliaia di persone avrebbero perduto la vita. Qualche vittima, tuttavia, ci fu lo stesso: "Si trattava per lo più di persone che non avevano prestato fede alle previsioni ufficiali e non avevano voglia di starsene fuori al gelo di febbraio".8Per qualche tempo i sismologi d'occidente rimasero impressiona*

230 I poteri straordinari degli animali ,ti, tanto che la possibilità di utilizzare le anomalie del comportamento animale come segnale d'allarme per i terremoti fu discussa presso il servizio geologico statunitense.9 Ma nel giro di pochi anni lo scetticismo di maniera tornò a predominare e l'idea fu abbandonata. I cinesi, però, hanno continuato con il loro programma, ottenendo alcuni fallimenti spettacolari, fra cui la mancata previsione del terremoto di Tangshan del 1976, nel quale morirono più di 240.000

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persone, ma anche alcuni successi. Per esempio, nel 1995, le autorità dello Yunnan furono avvertite con un giorno di anticipo di un terremoto molto forte.10 Il 5 aprile 1997 i sismologi di Xinjiang previdero che entro una settimana si sarebbe verificato un terremoto tra il 5° e il 6° grado. Secondo una relazione apparsa su "Science",Durante la notte, le autorità sistemarono in baracche e tende 150.000 persone. La mattina seguente, molto presto, si scatenò un terremoto di magnitudo 6,4 e a mezzogiorno vi fu una scossa di 6,3. In totale furono distrutti 2000 edifici e altri 1500 furono danneggiati, ma non vi furono morti. Previsioni fatte con gli stessi criteri precedettero i sismi dell'll (6,6) e del 16 aprile (6,3)."È capitato anche che i sismologi di Xinjiang abbiano lanciato falsiallarmi. Nondimeno, si può asserire che i cinesi hanno mietuto considerevoli successi, in stridente contrasto con i loro colleghi occidentali che non tentano nemmeno. I cinesi continuano ad avere un atteggiamento pragmatico, unendo le misurazioni geologicheall'osservazione di pozzi e sorgenti e a "metodi alternativi" (eufemismo usato dalla scienza occidentale per indicare i comportamenti insoliti degli animali). Tuttavia, gli scienziati cinesi sono modesti e dichiarano che i maggiori successi sono stati ottenuti in caso diterremoti con scosse premonitóri, come nel caso di Haicheng, mentre in altre situazioni i risultati sono stati assai inferiori.12 ;Ricerche con gli (miniali in CaliforniaAl momento, che io sappia, nessun paese occidentale sta portando avanti studi sui comportamenti animali di previsione dei terremoti. I behavioristi ignorano l'argomento e così pure i sismologi, che concentrano la propria attenzione sulle misurazioni fisiche con strumenti. Visti i successi dei cinesi, mi pare si tratti di un'omissione piuttosto grave.Il mio collega David Jay Brown e io abbiamo dato inizio a un programma di ricerca in California per scoprire nuovi dati sull'argomento. Il nostro scopo è duplice.

Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 231Per prima cosa, desideriamo riuscire a definire i vari comportamenti, in modo da fornire una serie di indicazioni che permettano a chi ha un animale o ad altri di riconoscerne il significato. In secondo luogo, vogliamo scoprire che cosa precisamente scateni la reazione negli animali. Come fanno a sapere che un terremoto è in arrivo?Abbiamo cominciato chiedendo alla gente se ha notato qualche cosa di strano prima dei due più gravi sismi avvenuti in tempi recenti, quello di Loma Prieta del 17 ottobre 1989, che causò grandi danni a Santa Cruz, nella Silicon Valley e in altre parti della California settentrionale, e quello di Northridge del 17 gennaio 1994, con epicentro nella San Fernando Valley (sobborghi di Los Angeles).In entrambe le regioni molte persone notarono in animali domestici e selvatici comportamenti strani e apparentemente immotivati. Ecco un esempio: "La mia cockerina faceva veramente paura. Aveva gli occhi dilatati, correva di qui e di là come pazza, su e giù, su e giù. Veniva da me, poi se ne andava, poi tornava e se ne andava di nuovo, come se cercasse di dirmi: "Devi andartene anche tu". Io pensavo: "È diventata matta", e mi sono arrabbiata. Un'ora più tardi c'è stato il terremoto" (Renata McKinstry, San Jose, California).Quasi tutte le testimonianze che abbiamo raccolto riguardano cani e gatti, il che può dipendere semplicemente dal fatto che sono gli animali domestici più diffusi. I cani abbaiavano senza ragione, ringhiavano, ululavano, uggiolavano, correvano dappertutto, si nascondevano, mostravano segni di inquietudine, di nervosismo e di agitazione. I gatti erano nervosi e turbati e molti scapparono fuori di casa o si nascosero. Ma anche altri ammali reagirono. Gli uccelli in gabbia si fecero irrequieti. I cavalli si misero a galoppare in modo diverso dal solito, le capre erano in preda a una straordinaria agitazione e alcune galline smisero di covare. E non pochi ci hanno descritto uno strano silenzio che precedette il sisma: grilli e uccelli selvatici tacquero.Perfino gli emù sentirono qualcosa. Questi giganteschi uccelli, imparentati con gli struzzi, hanno l'abitudine di camminare avanti e indietro lungo le

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palizzate. Nella loro nativa Australia vengono spesso chiamati "uccelli in cerca di steccato", perché, anche se hanno a disposizione spazi immensi, vanno a cercare una staccionata per passeggiarci accanto. Nell'allevamento di emù di Sandy Scott, a Auburn, nello stato di Washington, di norma gli uccelli fanno le loro passeggiate lungo la palizzata e si ritirano nei ricoveri più o meno mezz'ora prima del buio. Tuttavia in due sere particolari si comportarono diversamente: "Stavano quasi correndo su e giù per lo stecca

232 I poteri straordinari degli animali , i ;*to. E quando cominciò a venire buio, e finalmente si decisero a mettersi giù per la notte, si accucciarono fuori dai ricoveri, non dentro". Tutte e due le volte ci fu un terremoto nella notte.Non tutti gli ammali hanno dato segni di agitazione. Per esempio, Susan Gray, che vive a Reseda, nei pressi di Northridge, commenta: "I gatti furono presi alla sprovvista quanto noi; era mattina presto e stavano tutti e due in camera nostra. Pochi secondi dopo la prima scossa erano già in anticamera e schizzavano fuori dalla gattaiola". Questi gatti, come molti altri, rimasero terrorizzati, e non vollero rientrare in casa per molti giorni. Quando infine si decisero, entrambi si scelsero un rifugio per nascondersi durante le scosse successive. "Lessa, la soriana, è quella che mi segue ovunque e di conseguenza quella che noto di più. Lei si era scelta una poltroncina in camera mia che aveva le gambe drappeggiate di stoffa fino a terra e si nascondeva lì tutte le volte che c'era una scossa di assestamento. Ma capitava che mi alzassi al mattino e che Lessa corresse (senza alcun motivo) a nascondersi sotto la sua poltroncina: qualche ora più tardi (fino a tre) avvertivamo una scossa secondaria."Susan Gray, come molti altri padroni di gatti della San Fernando Valley, notò che, dopo il grande terremoto, i gatti erano "nervosi" e si spaventavano facilmente. "Un movimento brusco li faceva voltare di scatto e fuggire verso la porta o verso il nascondiglio che si erano scelti." Erano diventati quasi paranoici per lo spavento. È possibile che qualcosa di analogo sia accaduto in Cina nei grandi terremoti preceduti da scosse preliminari: era in queste situazioni che le reazioni degli animali erano state più efficaci. Tuttavia è pur vero che non sempre i gatti di Susan Gray ci azzeccavano: "Talvolta stavano sulle spine per ore e ore e non succedeva niente. Ma quasi sempre, quando facevano così poi la scossa arrivava".Le reazioni di paura e agitazione degli animali prima dei terremoti di Loma Prieta e di Northridge cominciarono in certi casi con molti giorni di anticipo, in altri con qualche ora, in altri ancora con qualche minuto. A questo riguardo David Brown e io stiamo preparando una banca dati e speriamo di riuscire a tracciare un profilo delle reazioni manifestate, dei tempi in cui si sono verificate e delle condizioni scatenanti. Siamo inoltre interessati a sapere se vi siano stati comportamenti diversi a seconda del tipo di terremoto.Non soltanto gli animali hanno reazioni prima delle scosse; è capitato anche ad alcune persone, i cui sintomi sono stati agitazione, mal di testa e nervosismo immotivato. C'è chi asserisce di svegliarsi qualche istante prima; alcuni soffrono di un'insonnia inspiegabile.

Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 233Taluni sono particolarmente sensibili alle scosse di assestamento, come Barry Cane: "Mi è capitato spesso di sentire l'arrivo di una scossa di replica. Era come se ci fosse un'atmosfera diversa. Non saprei dirlo con le parole, ma mi veniva da dire, uh oh, eccoci. E di lì a un minuto, a cinque minuti, bum, lui colpiva".Un allarme antiterremoto basato sugli animaliImmaginiamo che cosa potrebbe succedere se, anziché essere ignorati, gli avvertimenti dati dagli animali (e dagli esseri umani) fossero presi sul serio, in California e in altre parti del mondo occidentale.Attraverso i mezzi di comunicazione, milioni di persone sarebbero informate sui possibili comportamenti dei propri amici o di altri animali e, qualora notassero alcuni di questi segni premonitori, potrebbero chiamare immediatamente una hotline con un numero facile da ricordare o potrebbero inviare un messaggio via

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Internet. Un sistema computerizzato analizzerebbe a quel punto il luogo d'origine delle chiamate. Certo, bisogna prevedere un buon numero di falsi allarmi lanciati da persone che hanno interpretato male gli atteggiamenti della propria bestiola, che magari era soltanto malata, ed è anche possibile che vi sia un buon numero di chiamate di buontemponi. Ma se d'un tratto vi fosse un profluvio di messaggi da una determinata regione, potrebbe voler dire che un terremoto è imminente. A quel punto bisognerà verificare che i comportamenti degli animali non dipendano da altri fattori: improvvisi e drammatici mutamenti nel clima, fuochi d'artificio, incendi o un inatteso afflusso di predatori nella regione.Nei primi tempi, per verificarne l'attendibilità, questo sistema verrebbe utilizzato esclusivamente a scopo sperimentale. Dunque non andrebbe pubblicizzato finché non si fosse ben certi del suo funzionamento. Un falso allarme potrebbe causare panico e scompiglio e gettare al vento anni di lavoro. L'ideale sarebbe che alle indagini sui comportamenti insoliti degli animali si associassero quelle degli altri fenomeni che precedono i terremoti, nonché le misurazioni sismologiche, come accade in Cina.La ricerca svolta in California ha già fornito alcune indicazioni positive. Verso la fine degli anni Settanta, in seguito ai successi cinesi di Haicheng, il servizio geologico statunitense sovvenzionò un progetto pilota, con base allo Stanford Research Institute. I coordinatori, Leon Otis e William Kautz, reclutarono 1200 osservatori volon

234 1 poteri straordinari degli animalitari che abitavano in zone particolarmente sismiche della California, i quali si impegnavano a chiamare un numero verde quando fosse loro capitato di osservare "un comportamento animale insolito la cui causa non sia immediatamente percepibile ed evidente".Il progetto fu portato avanti dal 1979 al 1981. Durante questo periodo nelle regioni sotto osservazione non si verificarono scosse superiori al 5° grado. In tutto, candidati all'analisi furono 13 terremoti di grado fra il 4° e il 5°, benché nessuno di essi avesse l'epicentro nelle zone in cui erano stati reclutati gli osservatori. Di questi sismi, 7 furono preceduti da un significativo aumento di telefonate.13 In taluni casi le statistiche furono veramente impressionanti.14 A questo punto le sovvenzioni cessarono e la ricerca fu interrotta.Se, invece di avere a disposizione 1200 osservatori, ne avessimo milioni, si potrebbe avere un quadro assai più preciso dell'attendibilità di questi avvertimenti. Chi possiede un animale avrebbe in questo processo una parte di importanza vitale, in special modo gli anziani che hanno più tempo e modo di osservare le proprie bestiole di chi è al lavoro tutto il giorno.Come fanno a saperlo?Per quanto ne sappia, non è mai stata condotta nessuna ricerca sui modi in cui gli animali riescono a presentire l'arrivo di un terremoto, eccezion fatta per alcuni esperimenti portati avanti di recente in Giappone. Ma le teorie possibili sono parecchie:1. Gli animali sentono suoni, vibrazioni o movimenti della terraper noi impercettibili.Questa teoria presenta alcuni problemi. Primo, alcune specie di animali che avvertono i terremoti non hanno un udito superiore al nostro.15 Secondo, le piccole scosse e i terremoti d'intensità minore sono frequenti nelle zone sismiche. Per esempio, in California nel 1980 si sono verificati 350 terremoti fino al 3° grado (senza contare le scosse secondarie).16 Se gli ammali fossero così sensibili alle piccole scosse, darebbero continuamente falsi allarmi, anche per camion di passaggio o macchinari pesanti. E, terzo, anche i sismologi, con i loro strumenti sofisticati, dovrebbero poter registrare le piccole scosse percepite dagli animali. Ma fino ad oggi, e nonostante anni di ricerca, non ne sono stati capaci.2. Gli animali sentono l'odore dei gas sprigionati dalla terra a callosa del terremoto.

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Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 235Sebbene alcune specie, tra cui i cani, abbiano un olfatto superiore al nostro, questo non è vero per altre, poniamo i passeracei. Non sembra esservi relazione tra le capacità olfattive e quelle di previsione dei vari animali. Non risulta comunque che un terremoto sia sempre preceduto dalla fuoruscita di gas dall'interno della terra. Né risulta che gli animali abbiano reazioni di panico dinanzi a buche o gallerie artificiali scavate dall'uomo, che avrebbero le stesse probabilità di produrre fuoruscita di gas di quante ne ha un terremoto.3. Gli animali reagiscono ai mutamenti dei campi elettrostatici che precedono un terremoto.È una teoria assai più plausibile delle due precedenti. Vi sono prove del fatto che alcuni terremoti sono effettivamente preceduti da mutamenti nei campi elettrostatici, probabilmente dovuti ai cambiamenti della pressione sismica sulle rocce. È un fatto ben noto che in alcuni cristalli e rocce i cambiamenti di pressione generano scariche elettriche (effetto piezoelettrico): questi effetti che precedono i terremoti potrebbero spiegare non solo le reazioni degli animali, ma anche altre anomalie, tra cui le interferenze nelle trasmissioni radio e televisive, e certe aure o luminescenze che scaturiscono dalla terra (tecnicamente note col nome di "luminescenza sismoatmosferica").17I sismologi tradizionali sono scettici in proposito, ma un gruppo di scienziati dissidenti greci, il cosiddetto gruppo VAN, diretto da P. Varotsos, dichiara di essere in grado di predire i terremoti in base a segnali di natura geoelettrica.18 E in California, il Time Research Institute, diretto da Marsha Adams, pubblica regolarmente una serie di previsioni sui terremoti ottenute mediante una rete di sensori elettromagnetici, i cui segnali vengono analizzati da un software specializzato.19 È un programma non sovvenzionato da danaro pubblico, ma da una sottoscrizione privata (lo slogan è: "Sostieni la ricerca per la previsione dei terremoti: sottoscrivi generosamente").Nel frattempo, in Giappone, Motoji Ikeya e i suoi colleghi dell'università di Osaka hanno condotto alcuni esperimenti di laboratorio nei quali hanno sottoposto una serie di specie ammali, tra cui sanguinerole, pesci gatto, anguille e lombrichi, a deboli scariche elettriche. I pesci ebbero reazioni di panico e i lombrichi sbucarono in massa fuori dalla terra.20 Queste prime scoperte potrebbero essere utili a spiegare i comportamenti anomali degli ammali acquatici e di quelli che vivono in ambienti umidi. Ma che succede a cani e gatti che stanno nelle case? Reagiscono agli ioni carichi di elettricità pre

236 I poteri straordinari degli animali :.; ! i'isenti nell'aria? Molte domande non hanno ancora trovato risposta, ma è chiaro che è un filone di ricerca assai fecondo.4. Infine può darsi che gli animali "sentano" in anticipo in un modo che va oltre la comprensione scientifica di oggi. In altre parole, è possibile che si tratti di "presentimento" oppure di "precognizione".Questa ipotesi non sarebbe necessaria se tutti i fatti fossero spiegabili in modo soddisfacente con le teorie più tradizionali. Molti scienziati (e io fra questi) sarebbero contenti di non dover prendere in considerazione l'idea di un fluire del tempo "all'indietro", dal futuro al presente. Confesso che preferirei accantonare quest'ipotesi, a meno di essere costretto dai fatti a prenderla in esame. Allo stato attuale, l'ipotesi elettrica sembra abbastanza promettente da permetterci di ignorare questa possibilità più radicale.Il guaio è che vi sono altri tipi di presagi da parte di animali che non possono venire spiegati in termini di campi elettrostatici, come vedremo tra poco. Che ci piaccia o no, i fenomeni a carattere precognitivo, a quanto pare, accadono. E, se accadono in altre situazioni, non possiamo escludere che abbiano un ruolo nelle previsioni dei terremoti. Ma per il momento preferisco attenermi all'ipotesi elettrica.Presagi di temporali"Era una bellissima giornata estiva. Il cielo splendeva azzurro. Me ne andai a fare una passeggiata con il mio alsaziano Rolly. Dopo un'oretta, il cane si rifiutò di andare avanti. Cercai di farlo muovere, ma non c'era verso. Non capivo cos'avesse. Finì che lui si sdraiò in un fosso. Che cosa potevo fare?

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Girai i tacchi e tornai a casa. Mezz'ora più tardi il cielo s'incupì e sentimmo da lontano il primo colpo di tuono. Affrettammo il passo e quando arrivammo a casa l'acqua cadeva a catinelle e grandmava. A quel punto capii che Rolly doveva aver intuito tutto con molto anticipo." (Louise Forstinger, Graz, Austria)Alcuni animali sono terrorizzati dai temporali e mostrano segni di paura molto prima che i padroni capiscano quello che sta per succedere. Non di rado cani e gatti vanno a nascondersi. Molti altri animali, tra cui cavalli, pappagallini e tartarughe, cominciano ad agitarsi.La maggior parte delle testimonianze di cui dispongo riferisce di reazioni che hanno luogo con mezz'ora, un'ora di anticipo, e in taluni casi addirittura tre ore prima o più.

Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 237I comportamenti degli animali somigliano a quelli che precedono le scosse sismiche, e qualsiasi sistema di previsione dei terremoti dovrebbe tenerne conto per evitare che un temporale venga confuso con un terremoto, con tutti i falsi allarmi che ne seguirebbero.Ovviamente il fulmine è un fenomeno elettrico e potrebbe ben essere che alcune se non tutte le reazioni di previsione da parte degli animali dipendano dalla loro sensibilità ai cambiamenti nei campi elettrostatici che precedono un temporale (e questo sarebbe un argomento a favore della teoria elettrica). È anche possibile che qualche animale dall'udito superiore al nostro senta il tuono quando è ancora lontano. Ma vi sono alcuni fenomeni che non si possono spiegare in questo modo.Previsioni di bombardamenti aerei '."Durante la guerra, quando i tedeschi ci bombardavano, noi avevamo una bastardina nera che andava alla porta di dietro e abbaiava per uscire; ci potevi scommettere che di lì a dieci minuti sentivi le sirene che davano l'allarme. Ci eravamo talmente abituati che io correvo fuori e andavo su e giù per la via a bussare a tutti i vicini per avvertirli. Non ha sbagliato un colpo." (Teddy Pugh, Birmingham)Abbiamo altri 22 resoconti di cani che avvertivano dell'arrivo dei bombardamenti con anticipo sull'allarme ufficiale. Alcuni uggiolavano, altri abbaiavano, altri ancora andavano a nascondersi; altri infine accompagnavano la famiglia alla cantina o al rifugio antiaereo. I cani inglesi prevedevano i bombardamenti tedeschi e quelli tedeschi avvertivano dei raid inglesi.Certi cani anticipavano le sirene di qualche minuto; la maggior parte 1030 minuti prima; e tre (pare) addirittura più di un'ora prima.Una cagnetta di nome Dee certe volte restava acciambellata nella sua cuccia anche se la sirena suonava, e invariabilmente si trattava di un falso allarme. Altre volte, invece, si agitava moltissimo, anche se non si sentiva la sirena, ed ecco un bombardamento non preannunciato.21 Per certe famiglie era una grazia; potevano tornarsene a letto prima del segnale di cessato allarme. "Il cane si alzava improvvisamente, lasciava il rifugio e si sistemava nella sua cuccia con un sospiro di sollievo. Cinque minuti dopo si sentiva la sirena."22La testimonianza più recente mi è pervenuta da Israele e riguarda un cane che viveva in un kibbutz. Durante la guerra del Golfo del 1991, quando si udiva la sirena d'allarme, i membri della comunità si rifugiavano in una stanza sigillata che fungeva da rifugio antigas.

238 I poteri straordinari degli animali"II cane se ne accorgeva per primo, in anticipo sulla sirena, e si precipitava al rifugio uno o due minuti prima degli altri. Se restava tranquillo non ci sarebbe stato allarme." (Savyon Liebrecht)Durante la seconda guerra mondiale, anche alcuni gatti prevedevano gli attacchi aerei, di solito agitandosi o andando a nascondersi. Alcuni, pare, reagivano con più di un'ora d'anticipo. E infine gli uccelli: i gabbiani svolazzavano; i fagiani maschi stridevano; oche e anitre starnazzavano. Ecco la storia un pappagallo che viveva in Germania:Durante l'anno di guerra 1943 soggiornai da alcuni conoscenti a Lipsia. In famiglia viveva un vecchio pappagallo. All'improvviso, una sera, saranno state le nove, esso apparve molto turbato. Dalla sua gabbia alzò l'ala sinistra e

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gridò: "Da oberi! Da oben!" ("Lassù! Lassù!"). Persino con lo sguardo indicava il soffitto, e nessuno riusciva a tranquillizzarlo. Io ero sorpreso e chiesi ai miei ospiti che cosa significasse. "Lo fa sempre prima di un allarme aereo" mi disse la signora. "Normalmente con un paio d'ore di anticipo." Quella notte gli inglesi arrivarono per davvero, e distrussero il Palazzo di cristallo. (Dagmar Kessel)Gli allarmi lanciati da alcuni colombi furono fonte di guai seri per un disgraziato scultore austriaco, Heinz Peteri, il quale era stato arrestato durante la guerra per le sue parole poco diplomatiche e deportato in Germania, a Bochum, nella regione della Ruhr, dove fu addetto al disinnesco di bombe inesplose. Lo avevano messo in una stanzuccia in cima alla torre dell'edificio della polizia, e dalla sua finestra vedeva i colombi che abitavano sui pochi tetti rimasti indenni. Presto notò che gli uccelli "spesso volavano via all'improvviso, tutti insieme, e mezz'ora più tardi al massimo arrivavano i bombardieri. Al cessato allarme gli uccelli tornavano". L'uomo utilizzò questa scoperta per avvertire i compagni e i superiori dell'imminenza di un raid: le sue previsioni si dimostrarono sempre esatte. Quando la Gestapo venne a saperlo, lo arrestò di nuovo come spia e per sospetta "collusione con il nemico".23Come facevano tutti questi animali a sapere dell'imminenza dei bombardamenti? L'ipotesi più ovvia è che udissero il rumore degli aerei nemici quando questi erano ancora troppo lontani perché fossero udibili a orecchio umano. Ma basta riflettere un momento per capire che, per almeno quattro motivi, non può essere questa la soluzione.Primo, come abbiamo visto, l'udito del cane e di altri animali d"

Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 239mestici non è poi tanto superiore al nostro, benché il cane oda rumori di frequenza più alta. I bombardieri della seconda guerra mondiale a pieno carico volavano a una velocità di circa 400 chilometri all'ora; di conseguenza, l'eventualità che le reazioni dell'animale dipendessero dall'udito implicherebbe che la bestia sentisse gli apparecchi quando si trovavano a una distanza di circa 200 chilometri, senza contare che di alcuni si dice che reagissero ancor prima, quando i bombardieri si sarebbero trovati a più di 300 chilometri. Anche gli animali che davano segni d'inquietudine soltanto pochi minuti prima del suono delle sirene avrebbero dovuto udire gli apparecchi quando ancora erano a una distanza di almeno 50 chilometri, se prendiamo per buono il dato che la sirena suonava all'inarca 5 minuti prima dell'arrivo delle bombe. È assai improbabile che gli animali udissero gli aerei a quella distanza.Secondo, la possibilità di udire suoni molto lontani dipende dalla direzione del vento, e in nessuna delle testimonianze viene fatta menzione di differenze di sensibilità dovute al fatto che gli aerei nemici fossero o no a favore di vento. Anzi, tutto sta a indicare che gli animali reagissero con mirabile costanza, senza alcun condizionamento. Per giunta, dal momento che i venti in Gran Bretagna soffiano prevalentemente in direzione sudovest e che i tedeschi sopraggiungevano da est, nella maggior parte dei casi sarebbero stati controvento, e semmai i suoni sarebbero stati portati via, non resi più udibili.Terzo, i cieli erano pieni di aerei, compresi quelli della propria patria che partivano per bombardare il territorio nemico. Non risulta affatto che qualche animale abbia avvertito del ritorno di bombardieri "amici". La teoria dell'udito implicherebbe la capacità di un animale di distinguere a grande distanza i suoni dei vari tipi di apparecchio, indipendentemente dalla direzione del vento. Non abbiamo alcuna prova che tutto questo sia possibile.Infine, durante l'ultimo anno di guerra, i tedeschi bombardarono Londra con i missili supersonici V2, che venivano lanciati dai Paesi Bassi cpn un'inclinazione di 45° rispetto alla superficie terrestre. I motori di questi ordigni si spegnevano dopo un minuto circa ed essi seguivano una traiettoria balistica piombando verso il basso a una velocità di oltre 3200 chilometri l'ora, invisibili e inudibili. Impiegavano circa 5 minuti per raggiungere i propri obiettivi in Inghilterra, distanti circa 320 chilometri, e portavano una tonnellata di esplosivo ad alto potenziale.24 Erano terrificanti perché la loro esplosione non era preceduta da alcun allarme e potevano colpire qualunque regio

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240 I poteri straordinari degli animali' : '.Ine dell'Inghilterra sudorientale, a qualsiasi ora del giorno o della notte.Il dottar Roy Willis, allora diciassettenne, viveva nella contea di Essex, appena a est di Londra. "Notai che il nostro cane, un incrocio tra un alsaziano e un elkhound norvegese, sembrava presentire l'arrivo dei V2. Il cane, che si chiamava Smoke, andava alla finestra e si metteva a guardare fuori con i peli irti sulla schiena come per collera o paura. Dopo un paio di minuti, durante i quali rimaneva alla finestra nella stessa postura di aggressione, sentivo il terribile strepito di un missile esploso."C'è almeno un'altra persona che ha avuto un'esperienza analoga, con l'animale che reagiva poco prima dell'esplosione. Se prendiamo per buone queste testimonianze (e non ho nessuna ragione di non prenderle per buone), dobbiamo considerare che un cane, pur fine d'udito, non poteva sentire l'arrivo degli ordigni, perché erano non solo silenziosi, ma anche supersonici.Dunque, se non era l'udito a far presentire l'arrivo degli aerei o dei missili, come facevano gli animali a sapere?Non ci troviamo di fronte a possibili teorie di scariche elettriche sprigionate dalla terra o dall'atmosfera, sul tipo di quelle che precedono i temporali e che potrebbero valere come allarme antiterremoto.Per conto mio rimangono solo due possibilità:1. Telepatìa. Gli animali captavano flussi telepatici da persone o altri animali lungo la traiettoria dei bombardieri. Col trasvolare degli apparecchi si spargeva fra uomini e animali la consapevolezza di una situazione di emergenza e l'allarme si diffondeva telepaticamente. Il guaio è che un simile avvertimento si sarebbe propagato in tutte le direzioni, causando falsi allarmi anche in quelle in cui l'aereo non stava volando. Oppure gli animali avrebbero potuto raccogliere le intenzioni ostili degli equipaggi tedeschi a mano a mano che si dirigevano verso i bersagli e che la loro attenzione si fecalizzava sui luoghi che dovevano attaccare.Siamo naturalmente nel campo delle congetture e, per fortuna, non abbiamo modo di verificarle sperimentalmente, dal momento che non subiamo bombardamenti aerei. La telepatia, inoltre, potrebbe dare una spiegazione soddisfacente di una parte dei fatti, ma non può spiegarli tutti, tanto meno quelli riguardanti il presagio dell'arrivo dei missili supersonici V2: nessuno ne conosceva la traiettoria e non vi erano uomini a bordo. Nemmeno i tedeschi che li lanciavano sapevano precisamente dove sarebbero caduti.

Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 2412. Precognizione. Forse gli animali intuivano in qualche modo quello che sarebbe accaduto in un prossimo futuro, o almeno avevano un sospetto che sarebbe accaduto qualcosa, senza sapere precisamente che cosa. Questa teoria renderebbe comprensibili i comportamenti dei cani che presentivano l'arrivo dei V2, nonché altri presagi. Ma, in primo luogo, si tratta di un'ipotesi assai vaga e, in secondo luogo, pone una serie di problemi logici assai gravi e di paradossi vertiginosi, poiché implicherebbe che un evento futuro può agire "all'indietro" nel tempo. La precognizione implica un altro problema logico: non si può sapere se un presagio è reale finché l'evento non si è verificato. Solo guardando indietro è possibile identificare un presagio come tale.Io preferirei di gran lunga evitare questa ipotesi. Mi è più facile accettare la telepatia che la precognizione, cui, per il momento, è necessario ricorrere soltanto per i casi dei V2. Tuttavia, vi sono molti altri esempi di presagi, che ora illustrerò, che rendono quasi inevitabile ritornare a precognizione o presentimento.Altre premonizioni .Oltre alle previsioni di terremoti e attacchi aerei, ho ricevuto 98 resoconti di ansie e agitazioni inspiegabili da parte di animali prima di incidenti, pericoli o eventi catastrofici.

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Non è raro che un cavallo si rifiuti di continuare a marciare quando più avanti sulla sua strada c'è un pericolo, come ebbe a scoprire Franziska Kabusch in una nevosa giornata d'inverno in Austria. La signora conduceva una slitta tramata da un cavallo ed era diretta al villaggio vicino.Ci incamminammo, io e la cavalla, ma dopo dieci metri lei si rifiutò di continuare. Non riuscivo a farla spostare di un centimetro. Se insistevo mi faceva marcia indietro, tanto che finimmo nel ruscello del villaggio. Ero disperata: come mai questa cavalla, solitamente di buon carattere, si comportava con tanta testardaggine? D'un tratto vi fu un rumore come di tuono: una valanga gigantesca precipitò da sopra il tetto del fienile che ci stava davanti e cadde precisamente in quella parte di strada dove saremmo dovute passare.È possibile che la cavalla abbia udito dei suoni rivelatori. Per il rotto della cuffia possiamo ancora evitare l'ipotesi della prescienza.Ho ricevuto dozzine di testimonianze su animali che non vogliono proseguire su una strada che cela un pericolo inaspettato: cani che si rifiutano di proseguire lungo un sentiero sul quale di lì a poco si

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242 I poteri straordinari degli animalit 'schianterà un albero o un ramo; cani, cavalli o gatti che impedisconola partenza del padrone a piedi o in auto per una strada sulla quale siverifica un incidente in cui il padrone poteva rimanere ucciso o ferito;||.| ; un cane che si rifiuta categoricamente di scendere in un sottopassopedonale, tanto che il padrone è obbligato a tornare indietro ("Ci eravamo appena girati che sentimmo una colossale esplosione, e il soffitr to di cemento crollò al suolo!"); ancora un cane che impedisce al proprietario di salire su una nave che esplode lì per lì e un altro che strattona il padrone, allontanandolo dal ciglio della strada pochi istanti prima che arrivi a tutta velocità un camioncino che si schianta precisamente dove si sarebbero trovati loro. E così via.In alcuni di questi casi c'è una vaghissima probabilità che l'animale abbia sentito qualcosa di insolito che l'ha messo in allarme. In altri questa eventualità non c'è, perché lo stato d'ansia si è innescato molto prima che la bestia abbia potuto udire qualche cosa. Un esempio: una donna guida e ha il gatto a bordo seduto sul sedile posteriore dove normalmente dorme; a un tratto ella si accorge che è turbato. Cerca di calmarlo, ma il gatto addirittura le tocca il braccio, poi le mordicchia la mano che regge il volante. "E così mi fermai. Esattamente in quell'istante un grande albero si schiantò sulla strada, a pochi metri dall'auto. Se avessi continuato a guidare, mi sarebbe caduto addosso." (Adele Holzer)In ogni caso, alcuni pericoli di cui gli animali ci avvertono non producono rumore, ciò che esclude l'udito come possibile causa della previsione. Una coppia austriaca guidava per raggiungere il luogo delle vacanze, che si trovava in cima a una ripida strada di montagna fiancheggiata da un lato da rocce, dall'altro da un burrone. D'un tratto la loro barboncina, Susi, si mise a ululare. "Addirittura premeva le zampe sulle spalle di mio marito per fermarlo. Io cercai di tranquillizzarla, ma senza successo; il suo comportamento si fece selvaggio. Esterrefatto, mio marito rallentò. Al tornante seguente rimanemmo senza fiato: la strada non c'era più. Qualche metro davanti a noi si spalancava un precipizio. Uno smottamento si era portato via tutta la strada. Susi ci aveva salvato la vita." (Friedel Ehlenbeck)Nella maggior parte dei casi a me noti, i moniti degli animali furono ascoltati e servirono a preservare i padroni dalle calamità. Non tutti, però:Una mattina il mio cane Toby cercò di impedirmi di uscire dalla porta principale di casa mia. Mi spinse, si appoggiò alla porta, mi saltò addosso.

Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 243Di solito è un cane tranquillo e affettuoso e conosce le mie abitudini: sarei tornata di lì a quattro ore. Mi toccò chiuderlo in cucina, dove lo lasciai che

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ululava, cosa che non aveva mai fatto prima e non fece mai dopo. Partii alle sette e mezzo: alle nove e quaranta mi trovai coinvolta in uno spaventoso incidente d'auto che mi procurò la frattura della spina dorsale e del braccio destro e lesioni varie. Mentre ero in ospedale, nel dormiveglia artificiale delle medicine continuavo a vedere dinanzi a me Toby e ne sentivo l'angoscia. Gli spedii con la mente un "Non preoccuparti, tornerò presto" e le immagini sparirono. Ne parlai con mio marito, il quale mi riferì che il cane era stato agitatissimo per 24 ore e poi si era tranquillizzato. Adesso piano piano sto guarendo. In futuro gli darò ascolto. (Elizabeth Powell, Powys, Galles)Talvolta le reazioni di un animale non sono specificamente volte ad avvertire il padrone perché vi possa porre rimedio, ma sembrano piuttosto presentimenti di qualche cosa di preoccupante. L'11 aprile 1992, Natalie Polinario era in casa propria, nella zona nord di Londra, vicino a Staples Corner, dove i terroristi dell'iRA fecero esplodere una bomba assai potente. Il suo pastore tedesco bianco, Foxy, era in giardino.Io ero sul letto a guardare la tv. Un paio di minuti prima che la bomba esplodesse la cagna entrò da me di corsa, letteralmente piangendo, di un umore veramente strano. Saltò sul letto e si mise a giacere accanto a me, rigida, come se qualcosa l'avesse spaventata; eppure fuori non c'era nulla. A questo punto si udì un'esplosione spaventosa: era la bomba di Staples Corner. Dopo il botto la cagna tornò a essere quella di sempre. Non ha più fatto una cosa del genere né l'aveva mai fatta prima.È difficile evitare il pensiero che alcuni di questi presagi siano di carattere precognitivo. Che altra spiegazione ci può essere? E, se premonizioni di catastrofi, incidenti e bombardamenti sono possibili, perché non dovrebbero esserlo quelle di taluni terremoti o temporali (anche se per altri è più probabile una spiegazione che prenda in considerazione i mutamenti elettrici o altre cause fisiche)? E allora forse anche la morte, il coma e le crisi epilettiche potrebbero essere oggetto di precognizione.Le capacità precognitive dell'uomoIn ogni parte del mondo si crede che alcuni esseri umani sappiano prevedere il futuro. Sciamani, veggenti, profeti, oracoli e indovini sono presenti in quasi tutte, se non tutte, le società tradizionali, e perfino nelle società industriali moderne gli indovini e ì chiromanti prosperano. Non v'è dubbio che alcuni siano degli imbroglioni. Tut

244 I poteri straordinarì degli animali . ;f':'tavia i casi di preveggenza umana sono troppi perché si possa liquidare il fenomeno come se non ci fosse.A molti, non soltanto agli indovini di professione, capita di avere premonizioni che si rivelano fondate, e tanti devono la vita a sogni, presentimenti o premonizioni che li hanno convinti a non prendere un determinato aereo che poi si è schiantato o a non andare dove si sarebbero trovati esposti a gravi e inaspettati pericoli. Talvolta accade che qualcuno non agisca, o non possa agire, in conformità con i propri presentimenti, o perché male interpretati o perché sottovalutati. Tuttavia c'è qualcuno che li prende sul serio.I diversi atteggiamenti possibili sono illustrati in modo drammatico da alcuni episodi che precedettero l'assassinio del presidente americano Abraham Lincoln, avvenuto nel 1865. Una settimana prima dell'attentato al Ford Theater a Washington, egli raccontò alla moglie e al suo amico Ward H. Lamon di aver fatto un sogno. La Casa Bianca echeggiava di lamenti di lutto, lui ne aveva cercato la provenienza di stanza in stanza finché, nella East Room, con "orribile stupore" aveva visto un catafalco con una salma solennemente vestita, vegliata da soldati e da una folla dolente. Poiché il volto del morto era coperto, aveva chiesto chi era. "È il presidente" gli avevano risposto e gli raccontarono che era stato assassinato.25Meno noto un altro episodio. Il generale Ulysses S. Grant e sua moglie Julia dovevano accompagnare a teatro il capo dello stato e sedere con lui nel palco. Quella mattina, la signora Grant sentì il bisogno disperato di lasciare Washington e di tornare a casa propria nel New Jersey con il marito e il figlioletto. Il generale non poteva partire, perché aveva molti appuntamenti nella giornata, ma l'angoscia della signora Grant crebbe ancora, tanto che mandò

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al marito numerosi messaggi supplicandolo di partire. Tanta fu la sua insistenza che il generale finì per acconsentire, nonostante l'impegno di accompagnare il presidente a teatro. Non appena arrivati a Filadelfia, i Grant ricevettero la notizia dell'assassinio e più tardi vennero a sapere di essere stati sulla lista delle vittime designate.26Naturalmente non tutti gli episodi di premonizione sono altrettanto drammatici né è obbligatorio che comportino pericolo. Molti, inoltre, passano inosservati, specie se si manifestano in sogno. I sogni premonitori sono sorprendentemente comuni. Un classico su quest'argomento è il libro dell'ingegnere inglese J.W. Dunne, Esperimento col tempo, il quale contiene semplici istruzioni che permettono al lettore di analizzare i propri sogni.27A favore della teoria precognitiva vi sono alcuni esperimenti di

Presentimenti di terremoti e altre catastrofi 245laboratorio condotti da parapsicologi, tra cui quelli, interessantissimi, di Dean Radin dell'università del Nevada. Sullo schermo di un computer si faceva scorrere una serie di immagini, per lo più di carattere tranquillizzante, paesaggi o volti sereni, frammiste ad altre inquietanti, foto pornografiche o di cadaveri. In ciascuna prova, all'inizio lo schermo era grigio, poi per tre secondi un'immagine, poi di nuovo grigio. La sequenza era decisa con criterio aleatorio dal computer. Durante lo scorrere delle immagini, la pressione sanguigna, la resistenza dell'epidermide e il volume del sangue nei polpastrelli venivano monitorati in modo da avere una misurazione oggettiva delle reazioni.Non sorprenderà che questi valori subissero sbalzi notevoli dinanzi alle immagini "forti" e restassero costanti dinanzi a quelle neutre. Ciò che stupisce è che l'eccitazione cominciava prima, anche se nessuno sapeva quale sarebbe stata l'immagine successiva. L'anticipazione cominciava all'incirca quattro secondi prima della comparsa dell'immagine. I risultati sono assai significativi da un punto di vista statistico e sono stati confermati da un laboratorio olandese che ha ripetuto i test autonomamente.28Questi straordinari esperimenti dimostrerebbero che perfino in situazioni di laboratorio, se sono in gioco forti emozioni, possono darsi presentimenti che non si possono spiegare in termini di normali percezioni sensoriali.Io sono convinto che ci troviamo alle soglie di una nuova fase scientifica, di cui questo tipo di ricerca è solo un esempio. Un'indagine senza pregiudizi nel mondo delle esperienze umane spontanee, coadiuvata da esperimenti di laboratorio, può aiutarci ad approfondire la nostra comprensione della natura umana. Ulteriori ricerche con gli animali non umani possono esserci utili a inquadrare queste nuove scoperte all'interno di un contesto biologico ed evolutivo più vasto. E forse le premonizioni getteranno luce su molti fenomeni, non solo per ciò che riguarda la natura della vita e della mente, ma anche a proposito di quella del tempo.

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Parte settima Conclusioni

XVII poteri animali e la mente umana

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Le facoltà percettive negli animali e nell'uomoMolti cani, gatti e altri animali nostri amici riescono a percepire le umane intenzioni a grande distanza, a ritrovare la via di casa attraverso strade sconosciute senza l'aiuto di carte geografiche o altri strumenti artificiali e, infine, a prevedere un terremoto di cui un umano non ha il minimo sentore.Naturalmente il livello di percettività varia da individuo a individuo e da specie a specie. Come ci sono differenze tra le specie riguardo all'olfatto e agli altri sensi, così ce ne sono per sensitività telepatica, senso dell'orientamento e premonizione di un pericolo.

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Quasi tutte le facoltà riscontrate negli animali si ritrovano anche nell'uomo d'oggi, ma meno sviluppate. Come mai siamo tanto insensibili? Sarà perché siamo uomini? Forse le nostre capacità percettive sono diminuite in misura inversamente proporzionale all'evoluzione del nostro cervello. Oppure lo sviluppo del linguaggio ha portato con sé un declino della nostra capacità di comunicare telepaticamente, di avere un presentimento o di orientarci dove non siamo mai stati. In questo caso, dal momento che tutte le culture umane possiedono un linguaggio, dovremmo aspettarci che gli esseri umani di tutto il mondo siano, sotto questo aspetto, meno sensibili del cane, del lupo o di altre specie.Ma forse questa decadenza delle nostre doti di percettività non è tanto legata alla nostra appartenenza alla specie umana e all'uso del linguaggio quanto a un fenomeno più recente: l'apparato sociale portato dalla civilizzazione, dall'alfabetizzazione, dall'atteggiamento meccanicistico nei confronti dell'esistenza e dalla dipendenza dalla tecnologia. Sembrano esservi pochi dubbi che nelle comunità tradizionali e non industriali gli esseri umani fossero più sensitivi di quelli che vivono nelle moderne società industriali.

250 / poteri straordinari degli animali"Molti esploratori e viaggiatori riferiscono che fra gli aborigeni australiani o fra i boscimani del Kalahari la comunicazione telepatica e il senso dell'orientamento sono molto sviluppati.1 Nelle società rurali dell'Europa, fenomeni inspiegati di percettività come la "seconda vista" degli abitanti delle Highlands scozzesi2 o la facoltà dei contadini norvegesi di prevedere l'arrivo di qualcuno grazie al vardeger erano generalmente accettati, come lo sono ancora nelle civiltà non occidentali, per esempio quella indiana.Anche nelle società moderne si possono riscontrare differenze nel livello di sensibilità a questi fenomeni: mediamente un bambino sarà più portato alla comunicazione telepatica di un adulto e una donna più di un uomo.3 D'altra parte gli uomini sono forse più abili a orientarsi.4Posto che gli esseri umani abitanti in seno a società di tipo tradizionale siano meno sensibili degli animali, i due tipi di percettività, umana e animale, non sono separate l'una dall'altra. L'uomo vive da molte migliaia d'anni in comunione con gli animali domestici: fin da prima dell'invenzione dell'agricoltura egli si fida dei segnali d'allarme lanciati dal cane. E prima ancora, innumerevoli generazioni di nostri antenati cacciatori e raccoglitori sopravvissero perché seppero interpretare il comportamento degli animali selvatici.Tra la sensibilità umana e quella animale si è sviluppata una simbiosi ed è possibile che i nostri antenati abbiano cercato di porre rimedio ad alcune deficienze percettive umane affidandosi alle capacità degli animali che li circondavano, cosa che del resto possiamo fare anche noi oggi.Facoltà percettive degli animali e ricerca parapsicologicaCuriosamente, le facoltà sensitive inspiegate degli animali sono state ignorate non solo dalla scienza ortodossa, ma anche, con poche eccezioni, da psicologi e parapsicologi.5 Perché?La ragione principale sembra essere storica. Lo studio scientifico della telepatia e di altri fenomeni paranormali ebbe inizio alla fine dell'Ottocento, in un'epoca in cui i pionieri in questo campo speravano di dare dignità scientifica alla questione della sopravvivenza della coscienza alla morte del corpo. La telepatia interessava perché si sperava facesse luce sulla natura dell'anima umana. In questo contesto, i fenomeni paranormali erano visti come una peculiarità dell'uomo, non come parte della nostra eredità biologica.La Society for Psychical Research fu fondata in Inghilterra nel

I poteri animali e la mente umana 2511882 "per esaminare, senza pregiudizi o preconcetti, e in ispirito scientifico, quelle facoltà, vere o presunte, proprie dell'uomo, le quali paiono inesplicabili sulla base di qualsiasi ipotesi generalmente accettata". In questo programma non si nega l'esistenza di analoghe doti negli animali non umani; semplicemente, l'attenzione è concentrata sulle facoltà "proprie dell'uomo". E

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altrettanta centralità spetta all'essere umano per ciò che riguarda la parapsicologia.La ricerca metapsichica e la parapsicologia vengono di solito trattate come fatti di nessuna importanza, nella migliore delle ipotesi marginali rispetto alla scienza vera e propria. Il discorso cambia radicalmente se vediamo la telepatia e gli altri fenomeni che non trovano spiegazione come facenti parte di un contesto non esclusivamente umano, ma biologico in un senso più vasto: ci è più facile accettare l'idea che la telepatia umana affondi le proprie radici nei vincoli che collegano tra di loro i membri di una società animale. Il senso dell'orientamento umano ha origine nella capacità che gli animali possiedono di ritrovare la via verso la propria tana dopo un viaggio di esplorazione o di foraggiamento. E i presagi che ci colpiscono sono strettamente imparentati con quelli di cui fanno esperienza molte altre specie. Gli studi metapsichici e parapsicologici potranno finalmente essere messi in relazione con la biologia, e i fenomeni di cui si occupano potranno essere inquadrati nella prospettiva della nostra evoluzione.Il potere dell'intenzioneLa volontà di un uomo può provocare effetti a distanza in molti modi: un cane può captare l'intenzione di tornare a casa di un padrone lontanissimo; un gatto può rispondere a un richiamo silenzioso; un uomo può prevedere che un altro telefonerà. Analogamente, la volontà di un animale può agire su un uomo a lui molto vicino, come nel caso in cui un gatto in pericolo chiama in soccorso il padrone. E un animale può agire su un altro. Forse questi tipi diversi di intenzione agiscono telepaticamente attraverso i campi morfici.E se le intenzioni di un animale fossero rivolte non a un membro del proprio gruppo sociale, ma a un oggetto inanimato? Se fossero in grado di agire su un oggetto a distanza senza contatto fisico di sorta, ci troveremmo di fronte a un esempio di psicocinesi.In alcuni stupefacenti esperimenti con pulcini appena covati, il ricercatore francese Rene Peoc'h ha dimostrato che i pulcini instauravano un rapporto di dipendenza con una macchina invece che con la madre.

252 I poteri straordinari degli animali* I pulcini appena covati, come gli anatroccoli e le ochette, sonosoggetti al fenomeno dell'imprinting con il primo oggetto mobile che incontrano e lo seguono ovunque. In circostanze normali, l'oggetto è la madre, ma, se le uova vengono covate in un'incubatrice e gli uccelli appena nati incontrano un uomo, essi seguiranno lui. In esperimenti di laboratorio si possono perfino indurre i pulcini a legarsi per "imprinting" con un palloncino che si muove o con altri oggetti inanimati.Per i suoi esperimenti, Peoc'h utilizzava un piccolo robot che si spostava su ruote in una serie di direzioni casuali. Alla fine di ciascun movimento, la macchina si fermava, ruotava su se stessa compiendo un angolo di ampiezza variabile, indi proseguiva in linea retta, fermandosi, ruotando di nuovo e così via: ampiezza degli angoli di rotazione e lunghezza del tragitto in linea retta erano scelti da un generatore di numeri aleatori contenuto nel robot. Gli sperimentatori presero nota dei percorsi scelti dalla macchina ed ebbero conferma che erano casuali.Peoc'h mostrò l'apparecchio ai pulcini appena usciti dal guscio; essi, a causa dell'imprinting, vi si legarono come alla madre e desideravano seguirlo, ma lo scienziato glielo impedì mettendoli in una gabbia dalla quale, però, potevano vederlo. I piccoli non potevano raggiungerlo, ma riuscirono a far sì che il robot si dirigesse verso di loro (fig. 16. 1). Il loro desiderio di essere vicini alla macchina riuscì in qualche modo a influenzare il generatore di numeri aleatori e l'apparecchio si tenne nei pressi della gabbia.6I pulcini che non avevano subito l'imprinting con il robot non riuscivano a influenzarne il movimento.

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In altri esperimenti, il Peoc'h tenne al buio alcuni pulcini che non avevano subito l'imprinting. Sistemò una candela accesa sul capo della macchina e mise i piccoli nella solita gabbia. Durante il giorno i pulcini preferiscono la luce ed essi "attirarono" a sé il robot per averne di più.7Lo scienziato francese fece altre prove. In alcune gabbie dalle quali il robot era visibile furono messi dei conigli, che sulle prime rimasero spaventati dalla macchina e la respinsero, provocandone l'allontanamento. Poi, dopo parecchie settimane, non ne avevano più paura e tendevano a farla avvicinare a sé.8Dunque il desiderio, o la paura, di questi animali, aveva il potere di influenzare a distanza eventi di carattere aleatorio e di attrarre o di respingere il robot. È evidente che non sarebbe stato possibile se desideri e paure di quegli animali fossero stati imprigionati dentro il

gabbiagabbiaFigura 16.1. Il tracciato compiuto dal robot semovente durante gli esperimenti di Rene Peoc'h. A: esperimento di controllo con la gabbia vuota. B: esperimento in cui nella gabbia c'erano alcuni pulcini che avevano un giorno di vita e avevano subito l'imprinting con il robot (riprodotto per gentile concessione di Rene Peoc'h).loro cervello. Al contrario, le loro pulsioni si tendevano verso l'esterno e agivano sul comportamento della macchina.Io interpreto questo influenza come un campo morfico che si proietta all'esterno, sull'oggetto dell'attenzione dell'animale, collegandolo a esso. Come un campo di intenzione può agire su un uomo o su un animale a distanza, può influire anche su un oggetto materiale. Nel primo caso l'intenzione agisce a distanza su un cervello in virtù della mediazione dei campi. Nell'altro, sempre tramite i campi, modifica gli eventi aleatori che avvengono in una macchina.Per quanto ne so, nessuno per il momento ha ripetuto gli esperimenti di Rene Peoc'h. Può darsi che in essi vi sia un difetto tecnico

254 1 poteri straordinari degli animali*che nessuno è ancora riuscito a individuare. Ma, nel caso in cui fossero attendibili e ripetibili, ci troveremmo di fronte a una scoperta di grande importanza. Se io fossi un imprenditore, proporrei a Peoc'h di produrre il suo robot su scala industriale e venderlo sia come strumento scientifico sia come giocattolo. Sarebbe affascinante poter fare questi esperimenti nei laboratori di ricerca, ma anche a casa o a scuola, per mettere alla prova le capacità di animali e umani di influenzare la macchina, obbligandola a compiere questo o quel percorso. Si potrebbero addirittura organizzare delle vere e proprie gare di psicocinesi, nelle quali un partecipante cerca di pilotare il robot da una parte e un altro da quella contraria: uno scontro di volontà sotto forma di gioco.Già oggi, alcuni esperimenti condotti a Princeton e in altre università, utilizzando generatori di eventi aleatori collegati a computer, dimostrano che la mente può vincere la materia a distanza. Questi marchingegni sono l'equivalente elettronico di "testa o croce": fanno uscire i numeri in sequenza casuale, come quando si getta una moneta. Ai partecipanti si richiede di cercare di influenzare il sistema in modo che, su un periodo determinato, vi siano più "teste" che "croci", o il contrario. Si tratta di esperimenti che hanno già dato risultati positivi, ripetibili e molto significativi da un punto di vista statistico. È proprio vero che una persona è in grado di influenzare eventi casuali a seconda delle proprie intenzioni, e che certuni sono più abili di altri.9Gli esperimenti pionieristici di Peoc'h ci dicono che un animale, domestico o selvatico, può influenzare la realtà attraverso le proprie paure e i propri desideri. Ma nessuno sa quanto grande possa essere il potere dell'intenzione animale né quanto lo sia il nostro.10La sensazione di essere osservatiUn'intenzione che si proietti al di fuori del cervello può anche dar luogo alla sensazione di essere osservati.

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Molti proprietari di animali mi dicono che riescono ad attirare l'attenzione del proprio amico semplicemente guardandolo. Se dorme riescono addirittura a svegliarlo. Alcuni dichiarano anche di sentire quando sono osservati dall'animale. Una recente indagine negli Stati Uniti ha dimostrato che si tratta di un'esperienza assai comune presso adulti e bambini: più di un terzo degli intervistati ha dichiarato di aver sentito su di sé lo sguardo di un animale, e più della metà che l'animale sente il suo su di sé.11

I poteri animali e la mente umana 255Ma il fenomeno non è limitato ai rapporti tra animali e uomo. Quasi tutti conoscono la sensazione che qualcuno li stia fissando da dietro e dichiarano di aver provato a fissare a loro volta qualcuno da dietro, ottenendo che la persona in questione si voltasse. Le indagini dimostrano che una percentuale oscillante tra il 75 e il 97 per cento degli americani e degli europei conosce questo fenomeno.12In ogni parte del mondo vi è abbondanza di folclore a proposito della potenza dello sguardo. In India il popolo è disposto a sobbarcarsi viaggi di centinaia di chilometri per ottenere la benedizione dello sguardo (darshan) di un uomo o di una donna dotati di poteri sacri; e questo è l'aspetto positivo, benevolo, della potenza di uno sguardo. All'opposto, vi è la credenza che un occhio colmo d'ira o d'invidia possa avere un influsso malefico su ciò che incontra. In italiano e in inglese si parla di malocchio (evil eye) e ci sono termini equivalenti in molte altre lingue. Nel mondo intero la gente si tutela dal malocchio con preghiere, incantesimi, talismani e amuleti.13 L'idea che uno sguardo cattivo possa nuocere a cose o persone è molto antica: se ne fa menzione nella Bibbia nonché in altri testi antichi sumeri e mediorientali.14Proprio perché sono credenze tanto diffuse, gli scienziati in genere le trattano come superstizioni e non le ritengono degne di seria considerazione. Vengono negate o minimizzate.Cionondimeno, come ho dimostrato nel mio libro Sette esperimenti yer cambiare il mondo,15 è possibile studiare la sensazione di essere osservati grazie ad alcuni semplici esperimenti che non costano quasi nulla.Occorre essere in coppia: uno dei due viene bendato e si siede dando le spalle all'altro, il quale a volte fissa il collo del bendato a volte no. Dopo che si è fatto questo gioco per qualche tempo, la sequenza dei periodi "osservato" e "non osservato" diventa casuale. In ciascun esperimento, il bendato deve indovinare se in quel momento viene rissato oppure no. La risposta può essere giusta o sbagliata e si prende nota dei punteggi. (Chi fosse interessato a provare per conto proprio può ottenere istruzioni dettagliate presso il mio sito Internet.)A tutt'oggi sono stati eseguiti 20.000 test di questo tipo. I risultati sono straordinariamente positivi e assai significativi da un punto di vista statistico16 (fig. 16.2). L'ipotesi che la maggior parte della gente sia sensibile agli sguardi da dietro risulta confermata.Esperimenti sulla forza dello sguardo sono stati condotti anche attraverso un televisore a circuito chiuso. In questi test veniva con

osservati risposte giuste risposte sbagliatenon osservatiFigura 16.2. Risultati degli esperimenti sulla sensazione di essere osservati, condotti su un totale di 900 soggetti. In chiaro sono indicati i soggeti che hanno dato risposte prevalentemente giuste, in scuro quelli che hanno dato risposte prevalentemente sbagliate. (Chi dava un numero equivalente di risposte giuste e sbagliate non viene considerato in quest'analisi.) I rettangoli sulla sinistra rappresentano le prove in cui i soggetti erano effettivamente osservati da dietro, quelli sulla destra rappresentano le prove di controllo in cui non erano osservati. Gli "osservati" indovinavano molto più spesso, in numero assai significativo da un punto di vista statistico (p < IO"37). I "non osservati" davano risposte giuste o sbagliate in numero quasi pari. Questo dimostra che la sensazione di essere osservati funziona soprattutto quando lo si è

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effettivamente. Nei test di controllo, in cui i soggetti non vengono osservati, di fatto si sta loro chiedendo di verificare che lo sguardo non c'è; situazione assai artificiosa, i cui risultati finiscono per essere più o meno casuali (Sheldrake, 1999).frollata la resistenza epidermica dei soggetti sottoposti all'esperimento, come in una prova con la macchina della verità: in tal modo i cambiamenti emotivi sono misurabili elettricamente. La resistenza epidermica cambiava notevolmente quando venivano osservate attraverso lo schermo da un'altra stanza.17Questi esperimenti dimostrano dunque che il semplice atto di guardare una persona ha un effetto. La mente, a quanto risulta, ha il potere di tendersi verso l'esterno per influire sul fulcro della sua attenzione; e la vista è un procedimento a due sensi: il movimento verso l'interno della luce che colpisce l'occhio e la proiezione verso l'esterno di un flusso che collega colui che guarda con l'oggetto del suo sguardo.

I poteri animali e la mente umana 257E se l'atto del vedere comporta qualcosa che si dirige verso l'esterno, di che natura è questo qualcosa? Io ipotizzo che colui che percepisce è collegato all'oggetto della sua percezione mediante un "campo percettivo", connesso con le attività del cervello, ma non limitato a esse. Il campo si estende ben al di là del corpo e abbraccia qualunque cosa cada in quel momento sotto la percezione. Si tratta di una sorta di campo morfico (appendice C).Attraverso i campi percettivi, animali e esseri umani sono collegati con gli oggetti della propria attenzione; anzi, la parola "attenzione" implica di per sé un simile procedimento. Le sue origini latine contengono il senso di tendere la mente verso qualcosa: ad = verso e tendere. È strettamente imparentata con la parola "intenzione", che vuoi dire tendere la mente dentro qualcosa.È improbabile che la sensazione di essere osservati si limiti agli umani e agli animali domestici. È molto probabile che anche gli animali selvatici sentano su di sé gli occhi di altri animali della propria specie o quelli, più pericolosi, di estranei o di possibili predatori.Se un animale che funge da preda avverte su di sé lo sguardo del predatore, si troverà avvantaggiato per la continuazione della specie. La selezione naturale favorirebbe lo svilupparsi di questa facoltà. Ma noi non sappiamo ancora nulla sull'evoluzione della sensibilità agli sguardi, né sulla storia evolutiva di questo fenomeno presso gli animali selvatici.Come spiegare gli straordinari poteri degli animali?Nel corso di questo libro ho preso in esame un gran numero di poteri misteriosi posseduti dagli animali e ho avanzato l'ipotesi dei campi morfici, che potrebbe spiegare molti dei fenomeni descritti. Non tutti, però.18Per quanto mi riguarda, i più straordinari sono quelle premonizioni che non si possono spiegare con la telepatia o con segnali sensoriali quasi impercettibili. In questi casi, per eliminazione, precognizione e presentimento sembrerebbero essere la sola possibilità. In questi tipi di previsione, un evento futuro sembra agire sull'animale nel presente e avvertirlo di un potenziale pericolo.Non pretendo di sapere come possa funzionare un'eventuale conoscenza del futuro da parte di un animale. Il fatto è che, a dir poco, l'eventualità della precognizione o del presentimento comporta una confusione tra ciò che accade ora e ciò che sta per accadere.Vi è una continuità tra passato, presente e futuro, come sappiamo

258 I poteri straordinari degli animalianche noi per esperienza e come la scienza deve dare per ipotesi se vuole capire come funziona la natura. Ma l'atteggiamento scientifico tradizionale vuole che le influenze possano estendersi solo in avanti, dal passato al futuro. La causa precede l'effetto. L'energia e la causalità scorrono dal passato al presente e dal presente al futuro. Non si accetta che esista un flusso nella direzione opposta.Ammettere l'esistenza della precognizione significherebbe accantonare l'ipotesi classica, con conseguenze enormi sulla nostra comprensione della mente, del tempo e della causalità.19

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Un possibile modo di immaginare la precognizione è di supporre che esistano flussi di informazioni rovesciati nel tempo. Oppure dovremmo riconsiderare il nostro normale concetto di presente. Forse è troppo limitato. Ciò che noi definiamo "ora" è un momento che possiede un certo "spessore" nel continuum spaziotemporale, qualche frazione di secondo. Ma quell'"ora" di cui noi facciamo consciamente esperienza potrebbe essere assai più breve dell'"ora" che alcune parti inconsce di noi vivono come tale.20 Negli esperimenti di Dean Radin, i soggetti si turbavano qualche secondo prima di vedere l'immagine forte, ciò che farebbe pensare che il presente abbia effettivamente maggiore spessore di quanto crediamo.Si tratta di grandi temi e vi sono molte cose che ignoriamo. Per capirne di più sui presentimenti e sulle precognizioni occorrerebbe, io credo, avere a disposizione una documentazione assai più vasta sulle premonizioni animali e umane. Per ora siamo solo all'inizio. Nell'appendice A indicherò ai lettori come potranno contribuire alle osservazioni in corso.Fili invisibiliLo sviluppo della scienza ha comportato inevitabilmente il progressivo riconoscimento di interconnessioni invisibili tra cose lontane nello spazio o nello spaziotempo. Il concetto di campo morfico compie un ulteriore passo in avanti.La scienza moderna prende l'avvio nel XVII secolo con una grandiosa visione di interrelazione universale. Secondo la teoria gravitazionale di Isaac Newton, la terra attrae la luna attraverso il vuoto e la luna attrae la terra, come dimostra la sua influenza sulle maree. Analogamente, il sole attrae la terra e la terra attrae il sole. Invero, ogni corpo esistente attrae tutti gli altri: tutto si tiene.Poi vi sono i campi magnetici della terra, del sole e di tutti gli altri corpi magnetici, la cui influenza si estende ben oltre i corpi materiali

1 poteri animali e la mente umana 259in sé e per sé. Guardiamo una bussola quando siamo su un aereo a 9000 metri di altezza: essa indicherà ugualmente il nord. Il campo magnetico della terra permea lo spazio che le sta intorno.Radiazioni giungono fino alla terra da galassie lontane attraverso campi elettromagnetici che percorrono miliardi di anni luce. Sulla terra, i campi elettromagnetici ci permettono di essere invisibili ma presenti ad avvenimenti che accadono in luoghi lontani, come ci ricordano in continuazione radio, televisione e telefoni cellulari. La stanza in cui sedete è carica di radiazioni provenienti da migliaia di trasmettitori radiofonici e televisivi. Che abbiate o no un ricevitore per sintonizzarvi, intorno a voi pulsa una rete fittissima di informazioni invisibili.Oggi tutti questi collegamenti sono un fatto acquisito. Sono il fondamento di ogni tecnologia moderna, dalla quale noi tutti dipendiamo. Li diamo per scontati. Può capitare facilmente di dimenticarsi che solo qualche generazione fa sarebbero stati inconcepibili. Chi, nel XVIII secolo, avrebbe potuto immaginare la televisione o Internet? Eppure la fisica è andata ancora oltre.Secondo la teoria quantistica, vi è un vincolo indissolubile tra l'osservatore e l'osservato, che abolisce la distinzione netta tra soggetto e oggetto. Uno scienziato non è più un osservatore distaccato, che guarda il mondo attraverso finestre di cristallo. Egli partecipa alla realtà che sta studiando. "Non è più sostenibile il vecchio punto di vista cartesiano secondo il quale possiamo osservare la natura come un ornitologo osserva gli uccelli ben celato nel suo nascondiglio: fra l'osservatore e l'osservato c'è un collegamento inscindibile." (John Barrow)21Un fatto ancor più sorprendente: secondo la fisica quantistica, le particelle che provengono da una sorgente comune, poniamo due fotoni emessi dallo stesso atomo, mantengono una misteriosa interconnessione, in modo che ciò che accade all'uno si riflette istantaneamente nell'altro. È un fenomeno noto con il nome di "non localizzazione", o "non separabilità" o "ingarbugliamento" che viene anche chiamato paradosso di EinsteinPodolskyRosen o disuguaglianza di Bell. Nessuno sa fino a che punto si estenda questa istantanea interconnessione.

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Alcuni fisici sostengono che tutto nell'universo è collegato attraverso la non localizzazione quantica:Una volta che due particelle hanno interagito, rimangono in qualche modo in collegamento, di fatto parti di un sistema unico e indivisibile. Questa proprietà della non localizzazione ha conseguenze di portata incalcolabile. Ci è possibile pensare all'universo come a una vasta rete di particelle intera

260 I poteri straordinari degli animaligenti, e ciascun legame tiene insieme tutte le particelle che lo compónganoin un unico sistema quantico. (Paul Davies e John Gribbin)22 ; i,Campi morfici !;Anche i campi morfici connettono parti di un sistema apparentemente separate tra loro, sebbene per ora nessuno sappia in che modo entrino in relazione con la non localizzazione quantistica. Questi campi sono il fondamento di interconnessioni non solo spaziali, ma anche temporali.Un gran numero di poteri inspiegati degli animali troverebbe una spiegazione all'interno di questa teoria:1. Un campo morfico tiene insieme i membri di un gruppo socialee continua a farlo anche quando si trovano a grande distanza gli unidagli altri (fig. 1.5). Questi legami invisibili fungono da canali per lacomunicazione telepatica tra animale e animale, tra uomo e animalee tra uomo e uomo.2. Questi legami, che agiscono come elastici invisibili, sottendonoanche il senso dell'orientamento che permette ad animali e uominidi ritrovarsi.3. Gli animali che hanno ricevuto l'imprinting della propria abitazione o di altri luoghi significativi vi rimangono collegati medianteun campo morfico. Attraverso questi collegamenti, l'animale può essere attratto in avanti o all'indietro verso luoghi familiari ed è anchecapace di orientarsi in regioni a esso ignote. Il senso dell'orientamento intrinseco ai campi morfici presiede sia ai fenomeni di ritrovamento della dimora abituale sia alle migrazioni.4.1 campi morfici collegano l'animale con gli oggetti della propria intenzione e potrebbero spiegare i fenomeni psicocinetici.5. I campi morfici collegano l'animale con gli oggetti della propria attenzione e gli consentono di influenzare l'oggetto osservato. Sono i campi che stanno a fondamento della sensazione di essere osservati.Dunque, l'idea dei campi morfici potrebbe fornire una spiegazione unificante a una vasta gamma di fenomeni apparentemente slegati fra di loro.Può darsi che qualcuno preferisca chiamare questi campi con altro nome o usare termini come "sistema" o "interrelazione", invece della parola campo. Ma, comunque si vogliano chiamare queste interconnessioni, dovranno godere della maggior parte delle proprietà

I poteri animali e la mente umana 261che io attribuisco ai campi morfici e che esaminerò più dettagliatamente nell'appendice C.Imparare dai nostri animali ...:,;Quali che siano le soluzioni che si riveleranno migliori, non vi è dubbio che abbiamo molto da imparare dai nostri cani, gatti, cavalli, pappagalli, colombi e dagli altri animali domestici, sia nel campo dei rapporti sociali che governano i gruppi animali sia in quello delle loro capacità percettive; e abbiamo molto da imparare anche sunoi stessi.Le testimonianze che ho esaminato in questo libro stanno a indicare che intenzioni, desideri e paure non si limitano a rimanerci in testa o a venire comunicati attraverso il comportamento o le parole. Possiamo influenzare animali e esseri umani anche a distanza. Possiamo rimanere legati a animali e esseri umani che ci sono cari nonostante la lontananza. Possiamo operare con lo sguardo su uomini e animali che non sono consci della nostra presenza. Possiamo mantenere un vincolo con le nostre case, anche se sono geograficamente distanti.

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E possiamo essere influenzati da eventi futuri secondo modalità che sfidano le nostre normali nozioni di causalità.Siamo alle soglie di una nuova scienza della mente.

Appendici

I

Appendice A Come partecipare alla ricerca

Quello che proponiamo di indagare è uno dei pochi campi della scienza moderna ai quali un non professionista, adulto o studente, possa ancora contribuire in modo divertente e concreto. La maggior parte degli argomenti trattati in questo libro è stata completamente ignorata dai professionisti della scienza; con poche, notevoli eccezioni,1 è stata ignorata anche dagli studiosi di fenomeni metapsichici, dai parapsicologi e dai veterinari. È dunque un terreno di ricerca praticamente vergine, che si trova nelle condizioni in cui versavano alcune discipline molto tempo fa: il magnetismo all'inizio del Seicento, lo studio dei fossili nel XVIII secolo, la genetica ai tempi di Mendel o la biologia molecolare agli inizi degli anni Cinquanta.Ma, proprio per questo motivo, ci sono notevoli opportunità per chi volesse condurre indagini originali, che potrebbero aprire nuovi sentieri alla scienza. Per le osservazioni pionieristiche sugli animali domestici occorre poco più che un quadernetto e una matita. Se si vuole approfondire l'argomento, videocamere e computer sono di grande aiuto e sono ormai alla portata di tutti.Dal momento che, per lo meno nelle prime fasi, le ricerche si possono fare con quattro soldi, non c'è bisogno di sovvenzioni massicce da parte dello stato, anzi non c'è bisogno di sovvenzione pubblica alcuna. Fino a questo momento nessuna burocrazia si è occupata del nostro lavoro. Tanta libertà è rara nella scienza, e in genere non dura a lungo.Le ricerche che ho descritto in questo libro sono un inizio, il tentativo di disegnare una mappa della storia evolutiva di questa regione quasi inesplorata. Vi sono molti modi in cui i lettori che hanno animali possono contribuire al progetto. Ma anche coloro che non ne hanno potranno fornire un aiuto prezioso, come dirò più sotto.

266 I poteri straordinari degli animaliSarei grato a chiunque volesse inviarmi agli indirizzi riportati alla fine di quest'appendice materiale riguardante uno qualsiasi degli argomenti trattati.Mettete per iscrìtto le vostre esperienze con gli animaliSe avete notato nel vostro animale un comportamento che ritenete sia attinente a questo programma di ricerca, per favore fatene un resoconto scritto. La testimonianza non deve essere redatta in un particolare formato. Una qualsiasi lettera o email va benissimo, ma ricordatevi di inviare il vostro indirizzo e il numero di telefono, in modo che io e i miei colleghi possiamo metterci in contatto con voi se abbiamo qualche dubbio o abbiamo bisogno di altre informazioni.In particolare noi cerchiamo di ottenere il maggior numero possibile di informazioni sui seguenti argomenti:1. Reazioni apparentemente telepatiche riscontrate in animaliche non vengono menzionati in questo libro: cammelli, elefanti, falchi e altri2. Qualunque stranezza di comportamento in rettili, anfibi, pesci,insetti e altri invertebrati3. Senso dell'orientamento degli animali4. Animali domestici che ritrovano il padrone lontano da casa

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5. La sensazione di essere osservati da un animale6. La reazione di un animale che viene osservato7. Presagi di crisi epilettiche8. Presagi di catastrofi o morti imminenti9. Capacità di prevedere un pericolo10. Comportamenti insoliti prima di un terremoto.Mettete per iscrìtto le vostre esperienze personaliLa maggior parte dei poteri straordinari degli animali che ho descritto in questo libro si riscontra anche nell'uomo, ma non si sa nulla della loro storia evolutiva presso il genere umano. Sono particolarmente interessato a conoscere testimonianze personali sui seguenti argomenti:1. Madri che allattano, il cui latte comincia a fuoruscire nel momento in cui il bambino ha bisogno di essere nutrito, anche se madre e figlio si trovano a grande distanza

Come partecipare alla ricerca 2672. Eventuali sensazioni di venire osservati da qualcuno3. Eventuali capacità di obbligare qualcuno a voltarsi semplicemente guardandolo4. Eventuali, e anormali, capacità di rintracciare le persone5. Capacità di orientamento eccezionali6. Capacità di prevedere terremoti o altre catastrofi.Tenete un diarioSe il vostro animale sembra reagire telepaticamente alle vostre intenzioni o a quelle di qualcun altro o se dimostra una sensibilità fuori dell'ordinario, potrete essere di grande aiuto se terrete un diario. Il modo più semplice è quello di scrivere tutto su un quadernetto apposito.Annotatevi la data, l'ora e le circostanze della reazione. Per esempio, se prevede il rientro di qualcuno, è necessario annotare l'ora in cui la persona è tornata, quella in cui è partita, il mezzo di trasporto utilizzato, se l'ora era quella abituale e se chi era a casa conosceva l'ora di rientro. È necessario riportare anche i casi in cui l'animale non reagisce.Quanto più a lungo si tengono questi diari, e quanti più particolari vi si annotano, tanto più sono utili.Costruitevi la vostra banca datiI miei appelli per ottenere informazioni sono stati pubblicati in Gran Bretagna, Manda, Francia, Stati Uniti e nei paesi di lingua tedesca. Sarebbe di grande utilità raccogliere informazioni provenienti da altre parti del mondo, per esempio dall'Europa orientale, da Africa, Asia e Sudamerica, dove è probabile che la gente abbia esperienze molto diverse da raccontare. Questi appelli possono essere lanciati attraverso i giornali, le riviste, le radio e le televisioni. E qualche lettore potrebbe reperire dati su un animale, poniamo un pappagallo o un furetto, attraverso riviste specializzate, opuscoli e associazioni.È importante organizzare il materiale in modo sistematico, così che le testimonianze possano essere cercate, esaminate e messe a confronto; a questo scopo una banca dati computerizzata è preziosissima. Forse vorrete crearvi la vostra, con il vostro formato, ma, se volete servirvi di quello che uso io, potrete ottenerne i particolari presso il mio sito, www.sheldrake.org. Usando il mio stesso formato

268 I poteri straordinari degli animali*facilitereste la circolazione dei dati provenienti da tutto il infondo, una fonte di importanza capitale per tutta la ricerca futura. SConducete una vostra inchiesta sugli animali telepatici i'Gli unici sondaggi eseguiti sulle capacità percettive degli animali, che io sappia, sono quelli condotti da me e dai miei colleghi in Inghilterra e California. Indagini analoghe condotte altrove sarebbero interessanti e potrebbero sortire risultati inaspettati. Se vorrete utilizzare gli stessi criteri adottati da noi, sarà possibile paragonare le risposte direttamente. I

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particolari delle nostre indagini sono stati pubblicati in varie riviste specializzate2 e sono inoltre disponibili presso il mio sito.Sperimentate con i vostri animaliNel corso di questo libro, e specialmente nel capitolo II e nell'appendice B, ho fatto alcuni esempi di esperimenti che si possono eseguire con animali per verificare se un dato comportamento dipende da abitudine o da normali percezioni sensoriali o se comporta forme di comunicazione d'altro tipo. Nuovi esperimenti con cani, gatti, cavalli, pappagalli e altri animali sarebbero assai auspicabili.L'uso di una videocamera non è indispensabile, ma è sicuramente prezioso. Un filmato con l'indicazione dell'ora fornisce una testimonianza obiettiva per la valutazione di terzi. Un video consente inoltre di registrare molti particolari che sfuggirebbero a un osservatore umano munito soltanto di taccuino.Potete organizzare i vostri esperimenti sulla falsariga di quelli condotti da me e dai miei colleghi, i cui dettagli sono stati pubblicati in riviste scientifiche3 e sono inoltre disponibili presso il mio sito. Oppure, se preferite, potete sviluppare nuovi metodi e procedimenti.Sperimentate la sensazione di essere osservatiNel mio libro Sette esperimenti per cambiare il mondo,4 illustravo un esperimento che si può fare lavorando in coppia con una persona che si mette alle spalle dell'altra. In una serie di test, l'"osservatore" fissa la schiena dell'altro o distoglie lo sguardo e pensa a un'altra cosa. Sulla falsariga di questo esperimento di base ne ho sviluppati di nuovi, adattandoli a uso scolastico. In molte scuole inglesi, america

I

Come partecipare alla ricerca 269ne e tedesche sono stati eseguiti test di questo tipo.5 Le istruzioni dettagliate, compresi i fogli di valutazione casualizzati, si possono scaricare dal mio sito.Approfondite l'argomento delle telefonate telepqticheSe vi capita spesso di sapere quando chiamerà una persona in particolare, potreste analizzare il fenomeno annotando le vostre intuizioni. Il sistema più semplice è quello di tenere un taccuino accanto al telefono. (È chiaro che qualsiasi dispositivo elettronico che mostri il numero di telefono di chi chiama dovrebbe venire spento o nascosto.) Ogni volta che avete la sensazione di sapere chi sta telefonando, scrivete il nome sul quadernetto prima di rispondere. Poi, quando riagganciate, ricordatevi di segnare data e ora della telefonata e se la vostra previsione era esatta. Segnate anche se si trattava di una chiamata che attendevate. In questo modo riuscirete ad avere un quadro dell'esattezza delle vostre intuizioni.Se vi capita di azzeccarci spesso, eccovi il passo successivo: chiedete a chi vi telefona di chiamarvi in ore casuali, decise lanciando i dadi o usando un generatore elettronico di numeri aleatori. Quanti successi ottenete in queste condizioni più rigorose?IndirizziMi potete scrivere per posta a questi due indirizzi:BM Experiments London WC1N 3XX InghilterraThe Institute of Noetic Sciences475 Gate Five Road, Suite 300SausalitoCA 94965USAPotete anche scrivere per posta elettronica, attraverso il mio sito Internet www.sheldrake.org.

Appendice B Esperimenti con Jaytee

Esperimenti con Jaytee 271Per l'analisi quantitativa, abbiamo incluso tutti i periodi in cui Jaytee era presente alla finestra, compresi quelli in cui dormiva o abbaiava ai gatti, e

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non solo quelli in cui stava in attesa. In questo modo abbiamo evitato un uso selettivo dei dati, anche se naturalmente abbiamo aggiunto elementi spuri che nulla avevano a che vedere con i rientri di Pam.

Nel capitolo II ho riassunto per sommi capi il risultato del lavoro di videoregistrazione con Jaytee per analizzarne il comportamento quando la padrona, Pam Smart, era fuori e in procinto di tornare a casa. La videocamera, montata su un treppiede, veniva accesa da Pam prima di uscire e continuava a filmare la zona in cui Jaytee soleva aspettarla. Utilizzando in longplay un nastro da 120 minuti, si poteva avere un filmato di 240 minuti senza interruzioni. In tutte le prove l'ora era registrata sul nastro, in modo da sapere al minuto secondo che cosa stesse facendo l'animale.Quasi tutte le riprese ebbero luogo nella casa dei genitori di Pam, adiacente alla sua, a Ramsbottom, un sobborgo di Manchester, dove Pam ha l'abitudine di lasciare il cane quando esce. In altri test, che descriverò più sotto, Jaytee fu lasciato nell'appartamento vuoto di Pam e in quello della sorella. In questi casi, i tragitti percorsi da Pam erano di una lunghezza variabile tra i 7 e i 23 chilometri. I nastri sono stati analizzati in questo modo: abbiamo preso nota di tutte le volte in cui Jaytee si trovava in campo, vale a dire accanto alla finestra, e di tutte le attività che vi svolgeva (per esempio, se abbaiava a un gatto di passaggio, se dormiva al sole o se stava seduto a guardare fuori). Queste analisi sono state eseguite da Pam e poi da me, da Jane Turney o dalla dottoressa Amanda Jacks "alla cieca" (vale a dire senza che conoscessimo gli orari o la lunghezza del tragitto di ritorno). Pam annotò separatamente i particolari dei tragitti. Il confronto tra questi risultati e quelli dei filmati, ottenuti "alla cieca" da altri, mostra una straordinaria concordanza, con rare differenze di un secondo o due, che non hanno alcun peso nella valutazione complessiva.

L'analisi dei datiPer analizzare i dati ho utilizzato due metodi principali.Il primo fornisce un modo semplice di mettere a confronto i diversi esperimenti. Per ciascun episodio, la percentuale di tempo trascorsa da Jaytee alla finestra è calcolata per tre periodi:1.1 primi 10 minuti del viaggio di Pam verso casa (il "periodo dì ritorno"). Abbiamo considerato soltanto i viaggi che duravano più di 13 minuti, conteggiando solo i primi 10 minuti. Le reazioni di Jaytee quando Pam era nelle vicinanze, che avrebbero potuto dipendere dal rumore della macchina in avvicinamento, non sono state tenute in considerazione. Di fatto quasi tutti i viaggi di ritorno duravano di più di 15 minuti; dunque abbiamo escluso ogni volta più di 5 minuti di filmato in cui il cane attendeva. Ai fini di quest'analisi statistica, erano importanti soltanto i primi 10 minuti del viaggio di ritorno.2.110 minuti precedenti il viaggio di ritorno di Pam ("periodo dipreritorno").3. Il tempo in cui Pam era stata assente prima del preritorno ("periodo principale"). Questo tempo variava tra i 60 e i 200 minuti.Esempi di dati analizzati in questo modo si possono vedere nella figura B.l.Il secondo metodo comporta di nuovo un'analisi dei dati divisi in ritorno (10 minuti), preritorno (10 minuti) e periodo principale; ma quest'ultimo è a sua volta suddiviso in periodi di 10 minuti. Il tempo trascorso da Jaytee alla finestra durante questi periodi di 10 minuti, indipendentemente dal motivo, può essere tracciato su un grafico, come nella figura 2.4.Nessuno dei due sistemi comporta un giudìzio soggettivo del comportamento di Jaytee. Essi si limitano a quantificare il tempo che il cane ha trascorso alla finestra.

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Trenta ordinari ritorni a casa ;;Nella figura 2.4 si possono vedere i risultati medi di 30 ritorni a casa, avvenuti in diverse ore del giorno. Durante il periodo principale, Jaytee rimase alla finestra il 9 per cento del tempo; durante i 10 minuti del preritorno vi rimase il 29 per cento del tempo, e durante i primi 10 del viaggio il 55 per cento.Questo procedimento di riduzione alla media non da rilievo ad alcuni dati interessanti.1. Durante il viaggio di ritorno in 24 occasioni Jaytee era stata allafinestra più di 10 minuti, in 5 addirittura (tutte alla sera) non c'eraandata affatto, e nella sesta (di mattina) c'era andata soltanto per 10secondi. Il contesto dei casi di non reazione era di accentuata inattività: forse era stanco per aver fatto lunghe passeggiate o non si sentiva bene. Insomma, quali che fossero i motivi, in 6 occasioni su 30 ilcane non manifestò i soliti comportamenti di attesa. Nei rimanenti24, tuttavia (vale a dire l'8O per cento delle volte), il noto atteggiamento di anticipazione è ben visibile.2. In genere Jaytee era assai più attivo e attento durante il giornoche la sera e in media stava alla finestra più a lungo (fig. B.1A). Fuori vi erano molte più cose da osservare e, se c'era bel tempo, tendevaa far la pennichella sdraiato lì al sole.3. Gli effetti dei "disturbi" sui modelli di comportamento del canepossono venire analizzati facilmente confrontando gli esperimenti"disturbati" con gli altri (fig. B.1B). Per definizione, negli esperimenti disturbati Jaytee è alla finestra per più tempo durante il periodoprincipale dell'assenza di Pam. Ciononostante, lo è di più nel preritorno e ancora di più nel ritorno.4. Per vedere se il comportamento del cane sia cambiato nel tempo si possono confrontare le medie della prima serie di 10 esperimenti (dal maggio al settembre 1995) con quelle della seconda e delFigura B.l. Esperimenti in cui Pam è tornata a casa in orari scelti da lei. I rettangoli mostrano le percentuali di tempo trascorse da Jaytee alla finestra durante il periodo principale dell'assenza di Pam (periodo principale), durante i 10 minuti precedenti il viaggio di ritorno (preritorno) e durante i primi 10 minuti del viaggio di ritorno (ritorno). (L'errore standard di ciascuna media è indicato dalla verticale in cima.) I dati provengono dagli stessi 30 esperimenti riassunti nella figura 2.3A, ma permettono di fare dei confronti nei seguenti modi: A: Esperimenti condotti di giorno (7) e di sera (23).B: Esperimenti normali (23) e disturbati (7) nei quali Jaytee era alla finestra per più del 15 per cento del tempo nel periodo principale. C: II primo, secondo e terzo gruppo di dieci esperimenti. D: Esperimenti lunghi (13), medi (9) e brevi (8).

274 I poteri straordinari degli animalila terza serie (rispettivamente dal settembre 1995 al gennaio 1996 e dal gennaio al luglio 1996). Il profilo complessivo è simile (fig. B.1C).5. Pam si assentava per tempi variabili. Il comportamento del cane variava in rapporto alla durata delle assenze? Per rispondere a questa domanda ho diviso i dati in tre tipi di assenza: lunga, media e breve1 (fig. B.1D). Il modello generale è simile, ma in occasione delle assenze brevi gli esperimenti erano più disturbati e Jaytee mostrava più agitazione nei 10 minuti del preritorno.È possibile che il cagnolino stesse tanto più a lungo alla finestra quanto più a lungo Pam restava fuori. In questo caso, il tempo di attesa sarebbe in rapporto al tempo di assenza e non dipenderebbe da poteri metapsichici. I dati della figura 2.4 analizzano quest'eventualità mostrando i comportamenti relativi ad assenze lunghe, medie e brevi. I dati non supportano questa ipotesi. Durante le assenze brevi, Jaytee sta alla finestra soprattutto nel periodo 8, vale a dire quando Pam è sulla via di casa, ma durante le assenze lunghe e medie nello stesso periodo 8 non vi è alcun aumento di tempo significativo. Analogamente, l'aumento del tempo trascorso alla finestra mentre Pam è sulla strada del ritorno durante il periodo 11 delle assenze medie non si riverifica nel periodo 11 delle assenze lunghe. Si tratta di differenze statisticamente significative.

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(Per il periodo 8, quando Pam era di ritorno negli esperimenti brevi, Jaytee era alla finestra per un tempo significativamente più lungo che nel periodo 8 degli esperimenti medio e lungo (p = 0,004).2 Per ciò cheriguarda il periodo 11, Jaytee è stato alla finestra molto di più durante gli esperimenti medi, mentre Pam era effettivamente in viaggio, che in quelli lunghi, nei quali mancava ancora almeno un'ora al suo ritorno (p = 0,003).3Abbiamo anche filmato il cane in sere in cui Pam sarebbe tornata a casa molto tardi o non sarebbe tornata. Questi filmati servono come controprove e mostrano che Jaytee non si recava alla finestra con maggior frequenza a mano a mano che la sera avanzava (fig. B.2).Esperimenti videoregistrati con ore di ritorno scelte con.crUmio casualeI risultati di questi esperimenti si possono vedere nella figura 2.3. Quando Pam ritornava in momenti selezionati a caso, in seguito a una mia chiamata al cercapersone, Jaytee di solito era alla finestra per molto più tempo nel periodo del ritorno che in quello precedente. Questo prova che le sue reazioni non dipendevano da consuetu

500 " 450 400 " 350 " 300 " 25Ò 200 " 150 " 100 50 050-1 ' 1-3530251015 20periodoFigura B.2. Tempo trascorso da Jaytee alla finestra nelle sere in cui Pam non tornava a casa. Il primo dei 30 periodi da 10 minuti va dalle 17.50 alle 18.00, e l'ultimo dalle 22.40 alle 22.50.1 punti bianchi sono le medie calcolate su 10 sere.dine o dal fatto che i genitori sapessero quando Pam sarebbe tornata e in qualche modo trasmettessero la loro attesa a Jaytee.Ma vi è un punto interrogativo in questi risultati. In certi casi, Jaytee cominciava ad attendere alla finestra nei 10 minuti che precedevano il momento in cui Pam riceveva il mio segnale. Com'è possibile che il cane prevedesse la mia intenzione di chiamare la sua padrona?In teoria Jaytee può aver captato telepaticamente la mia intenzione a più di 300 chilometri di distanza. Ma non posso prendere in seria considerazione quest'ipotesi. In un caso4 l'atto materiale di chiamare Pam al cercapersone è stato eseguito non da me, ma da qualcuno che né Pam né Jaytee conoscevano, e ugualmente il cane reagì con anticipo. In teoria Jaytee potrebbe anche aver avuto una precognizione. Ma potrebbe esserci una spiegazione più semplice, che comporta l'esistenza di un flusso telepatico tra Pam e Jaytee.In tutte queste prove, Pam sapeva che avrebbe ricevuto uno squillo che la invitava a tornare a casa. In linea di principio avrebbe dovuto avere la mente sgombra dal pensiero del ritorno fino al momento del bip, ma inevitabilmente le capitava di pensare al segnale specialmente se verso la fine del periodo concordato lo squillo non era ancora arrivato. Pam dice che pensieri come "adesso non mancherà molto" o "tra un po' mi metto in strada" erano talvolta inevitabili. È possibilissimo che Jaytee li captasse e vi rispondesse come a un'intenzione chiara e compiuta di ritornare.Un fatto analogo accadde durante l'esperimento condotto da Richard Wiseman e Matthew Smith (fig. 2.5).

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I20 "10 "preritornoritornoperiodo principaleFigura B.3. Confronto delle medie dei sei esperimenti aleatori nei quali Pam ricevette uno squillo durante la prima metà dell'arco di tempo concordato (bip presto) e dei sei esperimenti in cui lo ricevette durante la seconda metà (bip tardi).Anche qui, forse il cane reagiva al senso di attesa che c'era in Pam. Lei mi assicura che, mentre era con Matthew Smith e aspettava che questi le comunicasse l'ora scelta a caso in cui sarebbero dovuti rientrare, non poteva fare a meno di pensare al ritorno. Per giunta, Matthew Smith sapeva a che ora si doveva partire e potrebbe aver comunicato inconsciamente la sua aspettativa a Pam, per esempio manifestando un aumento di tensione via via che il momento si avvicinava.Se Jaytee rispondeva all'anticipazione di Pam come a un'intenzione, dovrebbe potersi rilevare un crescendo nelle reazioni di Jaytee in corrispondenza della fine del periodo concordato. Ho voluto controllare quest'ipotesi confrontando gli esperimenti nei quali chiamavo Pam più presto con quelli in cui la chiamavo più tardi (fig. B.3). Vi è effettivamente una differenza.Le cifre nella figura B.3 sono frutto di una media matematica e quindi non rivelano le differenze fra un esperimento e l'altro. I risultati di ciascuno dei 12 test fatti con il cercapersone sono mostrati in dettaglio nella figura B.4. Ogni test è diverso dall'altro, ma ia serie dei test in cui lo squillo arrivava presto rivela una marcata differenza da quella in cui arrivava tardi. In quattro su sei del primo tipo Jaytee non ha manifestato alcuna agitazione prima dell'effettiva partenza di Pam. Al contrario, vi sono stati comportamenti di attesa in tutti i casi in cui lo squillo era arrivato tardi, salvo uno. Vi è un'ecce

Esperimenti con Jaytee 277zione: quella in cui Jaytee non si è alzato nemmeno una volta per tutto il tempo in cui Pam era fuori.5Parrebbe dunque che la capacità di Jaytee di prevedere il bip che inviterà Pam a far ritorno sia in relazione con le aspettative di Pam, aspettative che andavano aumentando a mano a mano che il bip tardava. L'ipotesi è in armonia con l'idea chele reazioni del cane siano di tipo telepatico.Esperimenti con jaytee in altri ambienti ."'' ,.;Anche quando viene lasciato a casa della sorella di Pam, Jaytee si mette alla finestra ad attendere la sua padrona. Cathie, la sorella di Pam, riesce sempre a sapere dal comportamento di Jaytee quando Pam sarà di ritorno. In questa casa, per guardare fuori dalla finestra, il cane deve mettersi in equilibrio sullo schienale del divano e non riesce a rimanervi a lungo. Tuttavia, come risulta da una serie di esperimenti videoregistrati, il modello generale di reazione è analogo a quello manifestato nell'appartamento dei signori Smart (fig.B.5A).Abbiamo altresì condotto una serie di 50 esperimenti in cui filmavamo Jaytee mentre attendeva in casa di Pam. La videocamera era posizionata in modo da riprenderlo quando si avvicinava alla finestra. Il modello complessivo è sempre lo stesso (fig. B.5B), mentre il tempo trascorso in attesa accanto alla finestra è inferiore a quello in casa dei genitori della ragazza.Un'analisi approfondita rivelò che il cagnolino aveva due tipi di reazione diversi. Nella maggioranza dei casi (35 su 50) non andava alla finestra durante il viaggio di ritorno di Pam. Anzi, vi faceva pochissime visite, o nessuna, per tutto il periodo dell'assenza della padrona. Una delle ragioni potrebbe essere che la visuale è interrotta da un cespuglio e di conseguenza vi è poco interesse a guardare quel che accade di fuori, anche se è possibile vedere la strada per la quale Pam si avvicina con la macchina.Invece, in 15 esperimenti su 50 (il 30 per cento) Jaytee si comportò più o meno come a casa dei signori Smart (fig. B.5C), mostrando il solito atteggiamento di attesa.

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Sembra dunque che Jaytee fosse capace di prevedere il ritorno di Pam anche quando era da solo, ma che solitamente non lo facesse. Perché? Secondo me è una questione di motivazione. È possibile che aspetti la padr*ha alla finestra più per amore dei familiari che per se stesso. Egli comunica quello che sa e dice loro che Pam è per strada.

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Figura B.4. Grafici dettagliati dei dodici esperimenti in cui Pam è tornata a casa in orari scelti a caso e in seguito a un bip del cercapersone. À sinistra le chiamate avvenute presto, a destra quelle arrivate tardi. I momenti in cui Pam comincia a tornare sono indicati con un punto nero.

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ritornoperiodo principale preritornoFigura B 5 Media dei risultati degli esperimenti nei quali Jaytee fu lasciato nella Casa della sorella di Pam e da solo nell'appartamento di Pam. A: .Velia casa della sorella di Pam. Media di 5 esperimenti. B Da solo nell'appartamento di Pam. Media di 50 esperimenti.C Da solo nell'appartamento di Pam. Confronto tra le medie di 15 esperimenti positivi e 35 negativi.

v, Esperimenti con Jaytee 281Se non c'è nessuno a cui dirlo, il cane è meno incentivato a stare in attesa Nonostante questo, talvolta Jaytee lo fa ugualmente.La diversità fra il comportamento in casa della padrona e quello in casa dei genitori è quantitativa. In entrambi i luoghi a volte attendeva alla finestra a volte no. Ma presso i signori Smart il rapporto tra il numero di volte in cui aspettava e quello in cui non aspettava era di 80 a 20, mentre se era da solo in casa di Pam diventava di 30 a 70.ConclusioniQuesta nutrita serie di esperimenti registrati conferma ciò che i genitori di Pam sapevano da anni e ciò che una documentazione sistematica del suo comportamento in occasione di 100 assenze della ragazza* aveva già fatto rilevare. Di solito, quando il cane si trovava in casa dei genitori, mostrava di sapere quando Pam sarebbe rincasata anche se tornava a orari inconsueti, se iniziava il viaggio di ni torno in tempi scelti a caso o se usava mezzi di trasporto a lui sconosciuti L'animale si comportò nello stesso modo anche quando fu ripetutamente sottoposto a controprove da parte di alcuni scettici^Le 'sue reazioni avevano inizio di norma nel periodo di dieci minuti che precedeva il momento in cui Pam si metteva effettivamente in viaggio, ciò che fa supporre che riuscisse a captare telepaticamente l'intenzione che precedeva il viaggio.Il comportamento di previsione era meno vistoso quando il cane era a casa della sorella di Pam, forse perché non gli era altrettanto facile guardar fuori dalla finestra, dovendo stare in equilibrio sullo schienale del divano. Ciononostante, il cane trascorreva un tempo ^ maggiore alla finestra mentre Pam stava rincasando e si comporto in modo analogo anche in occasione dell'esperimento condotto dagliQuando era solo nell'appartamento di Pam andava abbastanza di rado alla finestra e nella maggior parte dei casi non reagiva. Qualche volta, tuttavia, si comportò come a casa dei signori Smart. Dal momento che il modello comportamentale in

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questi casi era tanto chia ro anche se non risalta dalle medie matematiche ottenute insieme con le volte in cui alla finestra non andava affatto, il risultato complessivo resta significativo da un punto di vista statistico.I risultati delle indagini fanno pensare che Jaytee prevedesse 1 orario di ritorno di Pam grazie alla telepatia, anche se non sempre reagiva in modo appariscente. Soprattutto quando era solo le reazio

282 I poteri straordìnari degli animalitni erano scarse, mentre il massimo dell'attività si manifestava quando il cane era lasciato presso i signori Smart, che gli prestavano attenzione.Qualora si dovessero condurre esperimenti analoghi con altri cani slmilmente dotati, c'è da immaginare che le reazioni siano anch'esse influenzate dalle circostanze. Se l'animale somiglia a Jaytee, di certo sarà più reattivo in presenza di persone di famiglia che prestano attenzione alle sue previsioni e meno se viene lasciato solo.

Appendice C I campi morfici

Nel corso di questo libro, ho riassunto per sommi capi alcune delle caratteristiche principali dei campi morfici. In questa appendice approfondirò l'argomento e prenderò in esame alcune delle sue implicazioni.Incominciai a interessarmi a queste idee quand'ero a Cambridge e partecipavo alla ricerca sulla crescita delle piante. Come fa una pianta a svilupparsi dal semplice embrione fino ad assumere la forma caratteristica della propria specie? Come fa una foglia di salice, di rosa o di palma a prendere proprio quella forma? Come fanno i fiori di queste piante a svilupparsi in modi tanto diversi? Sono tutte domande che riguardano quella che i biologi chiamano morfogenesi, vale a dire l'origine della forma (dal greco morphé = forma, e genesis = origine), uno dei problemi insoluti della biologia.L'atteggiamento più semplice sarebbe rispondere che ogni morfogenesi è programmata geneticamente. Ciascuna specie non fa che seguire le istruzioni dei geni. Ma bastano pochi istanti di riflessione per capire che la risposta è inadeguata. Tutte le cellule del corpo contengono gli stessi geni. Nel vostro corpo, lo stesso codice è presente nelle cellule degli occhi, del fegato, delle gambe e delle braccia. Ma, se le cellule sono tutte programmate identicamente, come fanno a svilupparsi in forme tanto diverse?Alcuni geni presiedono alla sequenza degli amminoacidi nelle proteine, altri al controllo della sintesi proteica; essi permettono a determinati organismi di produrre determinate sostanze chimiche. Ma non possono essere responsabili della forma. Le vostre gambe e le vostre braccia da un punto di vista chimico sono identiche: se fossero tritate e analizzate biochimicamente sarebbero indistinguibili; ma la loro forma è diversa. Per spiegare la forma è necessario supporre che esista qualcosa che sta sopra, oltre i geni e le proteine.

284 I poteri straordinari degli animaliQuesto concetto è forse più comprensibile se ricorriamo a un'analogia architettonica. Nella via di una città i palazzi hanno forma diversa, ma ciò che li rende diversi non è il materiale di cui sono costruiti. Potrebbero esser tutti fatti di mattoni, cemento, legno, chimicamente identici. Se venissero demoliti e analizzati, risulterebbero indistinguibili. Ciò che li rende diversi sono i progetti architettonici secondo i quali sono stati edificati. E questi progetti non si vedono al microscopio.I biologi che si occupano dello sviluppo della forma delle piante e degli animali sono consci da tempo dell'esistenza di questo problema e, fin dagli anni Venti, molti scienziati hanno ipotizzato che un organismo in via di sviluppo venga modellato da un campo, detto campo morfogenetico, una sorta di progetto architettonico invisibile che presiede alla forma dell'organismo in fase di crescita. È chiaro che non è disegnato da un architetto, così come non si intende che un "programma genetico" sia messo a punto da un programmatore di computer. Si tratta di un campo, di una regione d'influenza autoadattante,

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analoga ai campi magnetici e ad altri campi esistenti in natura e ormai riconosciuti come tali.Sebbene in biologia il concetto di campo morfogenetico sia largamente accettato, nessuno sa di che natura sia e come funzioni. La maggior parte dei biologi da per scontato che verrà un giorno in cui la fisica e la chimica tradizionali sapranno dare una spiegazione. Ma è, né più né meno, un atto di fede. Dopo molti anni di lotte e riflessioni sui campi morfogenetici, io sono giunto alla conclusione che non sono formule per definire i processi meccanicistici della scienza tradizionale ma un concetto assolutamente nuovo.Da qui sono partito per sviluppare la mia idea di campo morfogenetico, che ho proposto per la prima volta nel libro L'ipotesi della causalità formativa,1 e ho poi sviluppato in The Presence of thè Past.2 Si tratta di una teoria con tre punti chiave:1.1 campi morfogenetici sono un nuovo tipo di campo che fin qui non è stato riconosciuto dalla fisica.2. Così come gli organismi alla cui formazione presiedono, sievolvono. Hanno una storia e, grazie a un processo che io chiamo dirisonanza morfica, contengono in sé una memoria.3. Fanno parte di una famiglia più vasta di campi, detti campimorfici.Questi sono i principi base dell'ipotesi della causalità formativa"$

I campi morfici 285L'ipotesi della causalità formativaIn questa ipotesi suggerisco che gli organismi autoadattanti, a tutti i livelli di complessità, sono un tutto dipendente da uno specifico campo organizzatore di quel sistema che è il suo campo morfico. Questo tutto è composto di parti, le. quali sono a loro volta un tutto a un livello più basso (fig. CI). A ciascun livello, il campo morfico da a ciascun tutto le proprie caratteristiche e fa sì che esso ammonti a più della somma delle proprie parti.In zoologia e botanica, i campi che presiedono allo sviluppo e al mantenimento della forma corporea si chiamano campi morfogenetici. Quelli che si occupano della percezione, del comportamento e dell'attività mentale si chiamano campi percettivi, comportamentali e mentali. In mineralogia sono definiti cristallini e molecolari. In sociologia sono detti sociali e culturali.3 Tutti sono detti campi morfici.4I campi morfici, così come i campi della fisica già noti, sono regioni d'influenza all'interno dello spaziotempo, localizzati dentro e intorno ai sistemi che organizzano. Il loro funzionamento è probabilistico. Essi limitano ovvero impongono un ordine all'indeterminismo intrinseco dei sistemi cui presiedono. Comprendono in sé, e connettono, le varie parti del sistema che sono preposti a organizzare. Così un campo cristallino organizza i modi secondo cui molecole e atomi si ordinano all'interno di un cristallo. Il campo di un riccio di mare plasma le cellule e i tessuti all'interno dell'embrione del riccio e gui

OFigura CI. Livelli successivi in una gerarchla di sistemi autoadattanti. A ciascun livello i sistemi sono un tutto che contiene parti, le quali a loro volta sono un tutto contenente parti di livello più basso. Il diagramma potrebbe rappresentare particene subatomiche in atomi, molecole o cristalli; ovvero cellule, in tessuti, organi e organismi; o individui in gruppi familiari, in società, in ecosistemi. A ciascun livello il tutto è organizzato da un campo morfico.

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286 / poteri straordinari degli animaliida il suo sviluppo fino a che esso assuma la caratteristica forma adulta della specie. Un campo sociale organizza e coordina il comportamento degli individui

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che lo compongono, per esempio il modo in cui ciascun uccello vola all'interno dello stormo.5Il campo morfico conduce i sistemi a esso sottoposti verso mete o obiettivi specifici. Il biologo inglese C.H. Waddington chiamò "creodi" i canali di mutamento organizzati dai campi morfogenetici e li immaginò come dei condotti, lungo i quali le palline rotolano verso il proprio obiettivo.6 La pallina rappresenta lo sviluppo di una determinata parte dell'embrione verso la forma matura, per esempio il cuore o il fegato. I disturbi dello sviluppo potranno staccare la pallina dal fondo del condotto e portarla su per la parete, ma, a meno di non superare il margine della parete fino a cadere in un altro condotto, la pallina ritroverà la strada per arrivare in fondo, non al punto dalla quale è partita, ma a un altro punto, più avanzato, del sentiero canalizzato del mutamento. Questo è un modo per rappresentare la crescita dell'embrione, il processo per cui un organismo in via di sviluppo raggiunge la normale forma adulta nonostante eventuali disturbi nella fase di crescita.Il matematico Rene Thom ha creato i modelli matematici dei campi morfogenetici: in essi gli obiettivi in direzione dei quali un sistema si sviluppa vengono chiamati attrattori.7 Nella branca della matematica nota con il nome di dinamica, gli attrattori rappresentano i limiti verso i quali un sistema dinamico viene attratto. Sono, in linguaggio scientifico, gli scopi, le mete, le intenzioni.La parte più controversa di questa ipotesi è quella in cui si suggerisce l'eventualità che il campo morfico stesso si evolva. Esso non è fissato in eterno da un'equazione matematica in una sorta di paradiso platonico di trascendenza o da un cosmico compactdisc che si possa soltanto leggere e non modificare. La sua struttura dipende da ciò che è accaduto in precedenza. Contiene una sorta di memoria. Attraverso la ripetizione, i modelli che organizza divengono sempre più probabili, sempre più abituali.Il primo campo di uno qualsiasi dei tipi dati, poniamo il campo del primo cristallo di insulina, o quello di una nuova idea, diciamo la teoria di Darwin sull'evoluzione, comincia a esistere grazie a un salto creativo, la cui fonte evolutiva ci è sconosciuta. Forse si tratta del caso. Forse si tratta dell'espressione di una creatività intrinseca alla mente e alla natura.8Quale che sia la spiegazione della sua origine, una volta che questo nuovo campo, questo nuovo modello di organizzazione, ha co

I campi morfici 287tranciato a esistere, esso si rafforza attraverso la ripetizione. È sempre più probabile che il modello si riproponga. Quanto più spesso un modello si ripete tanto più probabile diventa; i campi contengono una sorta di memoria cumulativa, divengono a mano a mano sempre più abituali, evolvendosi nel tempo, e sono alla base della formazione delle abitudini. Da questo punto di vista la natura è per lo più abitudinaria. È possibile che perfino le cosiddette "leggi di natura" altro non siano che abitudini.9Il veicolo attraverso il quale le informazioni o i modelli di attività vengono trasmessi da un sistema precedente a uno successivo dello stesso tipo viene definito risonanza morfica: la risonanza morfica contiene in sé la possibilità che un'entità influisca su di un'altra simile, che modelli di attività influiscano su altri modelli di attività successivi e analoghi; e questi influssi passano attraverso, e dentro, lo spazio e il tempo, senza per questo affievolirsi, ma con una limitazione: provengono soltanto dal passato, non dal futuro. Quanto maggiore è la somiglianzà tanto più potente è la risonanza morfica.La risonanza morfica è il fondamento di tutta la memoria intrinseca ai campi, a tutti i livelli di complessità. Qualsiasi sistema morfico dato, poniamo l'embrione della giraffa, si "sintonizza" sui sistemi precedenti e simili, in questo caso le giraffe precedentemente sviluppatesi. Attraverso questo procedimento, ciascun individuogiraffa va ad attingere, e a sua volta a contribuire, a un patrimonio di memoria collettiva della sua specie. Parlando dell'uomo, questo tipo di memoria collettiva è strettamente affine a quello che lo psicologo C.G. Jung chiamava l'"inconscio collettivo".

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La mia ipotesi preconizza che la risonanza morfica si riscontri nella fisica, nella chimica, nella biologia, nella psicologia e nelle scienze sociali. Tuttavia, sistemi di antica formazione come gli atomi di idrogeno, i cristalli salini e le molecole di emoglobina sono governati da campi morfici talmente potenti, da abitudini talmente radicate, che è difficile osservarvi il più piccolo cambiamento. Si comportano come se fossero governati da leggi immutabili. Per altro verso i sistemi nuovi (cristalli nuovi, nuovi organismi, nuovi modelli di comportamento, nuove idee) dovrebbero mostrare una tendenza sempre crescente a venir posti in essere quanto più vengono ripetuti. Dovrebbero diventare sempre più probabili, sempre più abituali. La risonanza morfica implica effetti di non localizzazione sia nel tempo sia nello spazio.Ecco un riassunto delle ipotetiche proprietà dei campi morfici, come le ho enunciate in The Presence ofthe Past:10

288 I poteri straordinari degli animali1. Sono un tutt'uno autoadattante. " fi2. Hanno una posizione sia spaziale sia temporale e organizzanola trama spaziotemporale dell'attività ritmica o vibratoria.3. Hanno il potere di attirare i sistemi ai quali presiedono versoforme e attività determinate, alla cui nascita soprintendono e di cuicustodiscono l'integrità. Gli obiettivi verso i quali i campi morfici attirano i sistemi ad essi sottoposti sono chiamati attrattori.4. Mettono in relazione e coordinano le unità morfiche (oloni) alloro interno, le quali a loro volta sono organizzate dai campi morfici.I campi morfici a loro volta contengono in sé altri campi morfici secondo una gerarchla di insiemi a catena, detta olarchia.5. Sono strutture probabilistiche e la loro attività di organizzazione è probabilistica.6. Contengono una memoria intrinseca fornita dall'autorisonanzacon il passato dell'unità morfica medesima e dalla risonanza morfica con tutti i sistemi precedenti e analoghi. Questa memoria è cumulativa. Quanto più frequentemente un determinato modello di attività viene ripetuto tanto più abituale diviene.Nell'Ipotesi della causalità formativa e in The Presence of thè Past, prendevo in esame un certo numero di test sperimentali sulla risonanza morfica, che dipendevano tutti dalla possibilità di individuare un cambiamento nella facilità, o nella probabilità, con cui un modello ripetuto ricorre. In altre parole, mi concentravo sugli aspetti dell'ipotesi della causalità formativa riassunti nel punto 6 riportato più sopra e non proponevo esperimenti tesi a dimostrare gli aspetti più generali dell'ipotesi, vale a dire l'esistenza dei campi stessi, estesi nello spazio come descritto nei punti 15. Di ciò mi sono occupato nel libro Sette esperimenti per cambiare il mondo11 e nelle pagine che seguono.Connessioni con la fisica quantlsticaGli esperimenti necessari per provare gli aspetti spaziali dei campi morfici presuppongono una sorta di non localizzazione che, benché non riconosciuta dalla scienza ufficiale, è parte integrante della fisica quantlstica e implica connessioni o correlazioni a distanza che la fisica classica non poteva nemmeno lontanamente concepire. Albert Einstein non trovava di suo gusto l'idea di "azione soprannaturale a distanza" implicita nella fisica quantlstica; ma i suoi più gravi timori si sono rivelati fondati.12 Recenti esperimenti hanno dimo

": : I campi morfici 289strato che queste connessioni sono il fondamento stesso della fisica. Le conseguenze a vasto raggio di queste scoperte sono ancora sconosciute, ma è possibile che ci sia un collegamento con quelli che io chiamo i campi morfici. Non lo sa ancora nessuno.La non localizzazione è uno degli aspetti più sorprendenti e paradossali della teoria quantlstica: infatti, le'parti di un sistema quantico che sono state collegate insieme in passato mantengono una connessione istantanea anche se si trovano a grande distanza le une dalle altre. Per esempio due fotoni (che per

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definizione si spostano alla velocità della luce) che si allontanino in direzioni opposte dall'atomo che li ha emessi mantengono una connessione immediata non locale tale per cui, se misuriamo la polarizzazione di uno dei due, l'altro avrà istantaneamente quella opposta, anche se la polarizzazione di ciascuna particella non era stata determinata fino al momento della misurazione. Questo fenomeno viene chiamato anche "ingarbugliamento quantico".Le due parti del sistema separate nello spazio sono unite da un campo quantico, che non si estende nello spazio, ma è rappresentato matematicamente come uno spazio multidimensionale di possibilità.Come gli atomi o le molecole, anche i membri di un gruppo sociale fanno parte di uno stesso sistema. Condividono il cibo, respirano la stessa aria, sono in relazione gli uni con gli altri attraverso la mente e i sensi e interagiscono in continuazione. È possibile che, quando sono separate, le parti di quel sistema sociale mantengano un collegamento analogo alla non localizzazione riscontrata nella fisica quantlstica.Se così fosse, i campi morfici potrebbero venire reinterpretati alla luce della teoria quantlstica, la cui applicazione si estenderebbe fino a coprire l'organizzazione biologica e sociale. Può darsi benissimo che la fisica sarà costretta a fare questo passo.Ho discusso con il fisico David Bohm a proposito delle possibili parentele fra l'idea di campo morfico e la sua teoria dell'ordine "implicato", l'ordine "avviluppato" dentro a quello "esplicato", vale a dire quello svelato, quello di cui noi facciamo esperienza. La sua teoria, che si fonda sulla non separabilità dei sistemi quantlstici, si rivelò straordinariamente affine alle mie proposte.13 Questi collegamenti sono stati altresì studiati dal fisico americano Amit Goswami14 e dallo scienziato tedesco HansPeter Dùrr.15Tuttavia è anche possibile che i campi morfici siano una novità assoluta, un tipo di campo non ancora descritto dalla fisica. Ritengo

290 / poteri straordinari degli animaliicomunque più probabili le affinità con i campi quantici che con quelli gravitazionali o elettromagnetici.Ora esamineremo alcuni aspetti spaziali dei campi morfici, e poi approfondirò l'argomento della risonanza.Esperimenti sui campi morficiNon sono riuscito a escogitare esperimenti decisivi per dimostrare direttamente l'esistenza dei campi morfici all'interno di molecole, cristalli, microorganismi, piante e animali. Questi campi agiscono contemporaneamente ad altri campi e gradienti già noti e in genere è difficile separare gli effetti dei campi morfici da quelli dei gradienti chimici, dei geni, dei campi elettromagnetici eccetera. Tuttavia, se riuscissimo a individuare un effetto della risonanza morfica (che descriverò più sotto) avremmo una prova indiretta che i campi morfici esistono.Il modo più semplice di sperimentare la realtà di un campo morfico è di lavorare su società di organismi. Separando gli individui che vi appartengono in modo che non possano comunicare tra loro attraverso canali sensoriali normali, se la comunicazione avverrà ugualmente, sarebbe evidente che esiste un legame del tipo fornito dal campo morfico.Quando cominciai a cercare le prove dell'esistenza di connessioni simili a campi tra membri di un gruppo sociale, scoprii di essermi addentrato in una regione assai poco studiata dalla scienza. Per esempio, nessuno sa come facciano le colonie di termiti, questi piccoli insetti ciechi, a coordinarsi in modo da costruire dimore complicate, con un'architettura interna di grande complessità.16 Nessuno capisce come faccia uno stormo di uccelli o un banco di pesci a cambiare direzione tanto in fretta senza che ciascun individuo cozzi con un altro.17 Analogamente, nessuno conosce la natura dei legami sociali fra esseri umani.

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Un'area particolarmente promettente per questo tipo di ricerca potrebbe essere quella dei rapporti fra uomo e animali domestici, come abbiamo visto nel corso di questo libro.Secondo l'ipotesi della causalità formativa, i campi morfici si estendono oltre il cervello, fin nell'ambiente circostante, legandoci agli oggetti che cadono sotto la nostra percezione e rendendoci capaci di agire su di essi attraverso le intenzioni e l'attenzione.18 Questo è un altro aspetto che si presta bene alla sperimentazione. L'esistenza del campo implicherebbe che possiamo influenzare un

1 campi morfici 291oggetto semplicemente guardandolo, ciò che non è spiegabile attraverso le nozioni della fisica tradizionale. Per esempio, possiamo "farci sentire" da qualcuno guardandolo da dietro.La sensazione che qualcuno ci stia osservando è esperienza assai comune. Sono state condotte prove di laboratorio che dimostrano che il fenomeno è reale,19 non riconducibile al caso, alle percezioni dei cinque sensi o a campi attualmente già noti ai fisici.20I problemi insoluti dell'orientamento animale, della migrazione e della capacità di ritrovare la via di casa potrebbero anch'essi essere spiegati coi campi che, come elastici invisibili, connettono gli animali alle loro destinazioni. Per usare il linguaggio della dinamica, potremmo dire che l'abitazione funge da attrattore.21La risonanza morfica nella biologiaSe l'ipotesi della risonanza morfica fosse corretta, essa implicherebbe l'esistenza nella risonanza di una memoria intrinseca che riguarda sia la forma sia il comportamento degli organismi. Come in tutti gli effetti della risonanza morfica, i modelli morfogenetici e di comportamento istintivo che sono radicati nel tempo sono tanto abituali che è difficile osservarvi qualche mutamento. Solo nel caso in cui si presenti una nuova trama di sviluppo e di comportamento sarà possibile osservare sperimentalmente come si forma un'abitudine.Abbiamo le prove che qualcosa di simile sta già accadendo nella morfogenesi dei moscerini della frutta.22Molti indizi fanno inoltre ritenere che il comportamento animale si evolva in fretta, come se una memoria collettiva si costruisse attraverso la risonanza morfica. In particolare, si sono notati adattamenti su larga scala da parte degli animali domestici in tutto il mondo.Per esempio, Roy Bedichek, ai suoi tempi naturalista di una certa notorietà, descrisse nel 1947 i mutamenti che aveva osservato nel comportamento dei cavalli del natio Texas:Cinquant'anni fa si era arrivati alla conclusione di abolire per sempre il filo spinato per i pascoli destinati ai cavalli. Gli ammali, presi da paura o da euforia, urtavano contro i recinti, si tagliavano la gola, si laceravano il petto, si procuravano ferite che poi venivano infettate dalle larve. In tutte le zone agricole e di pascolo del Texas, non c'era un solo cavallo che non fosse coperto di cicatrici per il filo spinato ... Invece, in mezzo secolo essi hanno imparato a evitarlo. I puledri difficilmente ci vanno a finire contro. Tutta la specie ha appreso a temere qualcosa di nuovo.Al primo apparire delle automobili, per il traffico trainato dai cavalli fu

292 I poteri straordinari degli animali*un disastro ... Molti automezzi furono danneggiati e molti ossi del collo rotti nei primi incontri fra auto e cavallo prima di arrivare alla reciproca tolleranza. Si reclamavano a gran voce leggi che tenessero al loro posto le automobili ... Invece gli animali domestici in genere hanno perduto l'antica paura sia della locomotiva sia dell'auto.23Il mutamento di cui si parla qui non riguarda soltanto ciò che i puledri imparano dalla madre. Anche se non hanno avuto modo di conoscere il filo spinato o l'automobile, e anche se vengono separati dai cavalli più anziani ed esperti, i piccoli di oggi in genere non reagiscono nello stesso modo dei loro antenati di cent'anni fa.

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Un altro esempio riguarda le barriere multiple che impediscono alle mucche di oltrepassare i limiti del pascolo. I rancher di tutto l'Ovest americano hanno scoperto di poter risparmiare sulle barriere vere e di poterne utilizzare di finte, vale a dire una serie di strisce dipinte sulla strada. Quelle autentiche sono fatte di una serie di sbarre di acciaio parallele molto distanziate, che non possono essere attraversate dai bovini. Ma il bestiame d'oggi non ci prova nemmeno. Le barriere finte funzionano altrettanto bene di quelle vere. Quando una vacca ci si avvicina, mi disse un rancher, "si mette a frenare a quattro zampe".Questo accade soltanto perché i vitelli imparano dagli animali più anziani? Pare di no. Parecchi mandriani mi dicono che i vitelli che non hanno mai visto una barriera vera cercano di evitare quelle finte. E Ted Friend, della Texas A&M University, ha sperimentato le reazioni di centinaia di capi di bestiame alle strisce dipinte e ha scoperto che un animale senza alcuna esperienza le evita quanto quelli che hanno avuto modo di conoscere le sbarre vere.24 Neanche le pecore e i cavalli amano attraversare le strisce dipinte. Quest'avversione può ben essere frutto della risonanza morfica con i membri della specie di un periodo più antico, che hanno imparato a evitare le barriere a proprie spese.Esempi di questo genere non mancano. Vi sono in proposito dati di laboratorio su ratti e altri animali. Il caso più famoso riguarda una serie di esperimenti in cui generazioni successive di ratti impararono a fuggire da un labirinto d'acqua. Col passare degli anni, i ratti di tutto il mondo appresero a scappare sempre più velocemente.25Finora, nel campo dell'apprendimento animale, un solo esperimento è stato pensato apposta per la risonanza morfica. Protagonisti un gruppo di pulcini di un giorno di vita, autore uno scettico, Steven Rose, che lo condusse presso la Open University.Per parecchi giorni di seguito ad alcune batterie di pulcini appena

,':.: i!aii#' i; ; ttii I campi morfici 293covati venne mostrata una lucetta gialla {lightemitting diode, o LED) ed essi cercavano di beccarla (tendono a beccare qualsiasi oggetto prominente incontrino). Dopo che l'avevano beccata, ricevevano un'iniezione che procurava una sensazione di nausea: essi associavano il malessere con la lucetta gialla e in seguito la evitavano. (Questa forma di apprendimento rapido si chiama avversione condizionata.) Come test di controllo, a un uguale numero di pulcini fu mostrata una perlina di cromo, che essi beccavano, ricevendo un'iniezione indolore, la quale non produceva alcuna avversione nei confronti della perlina di cromo.Scopo dell'esperimento era dimostrare che, tramite la risonanza morfica comunicata dai predecessori, batterie di pulcini più giovani avrebbero mostrato un'avversione crescente nei confronti della lucetta gialla prima ancora d'averla beccata. Avrebbero attinto alla memoria collettiva che comunicava loro l'avversione e tanto maggiore fosse stato il numero di pulcini partecipe di quest'avversione tanto maggiore sarebbe stato l'effetto. Non ci si aspettava invece alcuna reazione nei pulcini di controllo sottoposti alla perlina di cromo.Effettivamente, a poco a poco le batterie di pulcini hanno cominciato a mostrare avversione dinanzi alla luce gialla, come previsto in base alla risonanza morfica.26 Si tratta di risultati statisticamente significativi.'ilLa risonanza morfica nell'apprendimento umano ',,;;La risonanza morfica ha molte implicazioni per ciò che riguarda la comprensione dell'apprendimento umano, inclusa l'acquisizione delle lingue. Attraverso la memoria collettiva, cui l'individuo attinge e contribuisce, dovrebbe essere più facile imparare ciò che altri hanno imparato in precedenza.Questa idea è in armonia con quelle di linguisti come Noam Chomsky, i quali sostengono che l'apprendimento di una lingua nel bambino avviene con tale rapidità e creatività che l'imitazione non è sufficiente a spiegarne il processo. In qualche modo la struttura del linguaggio sembra essere ereditaria. Nel suo libro L'istinto del linguaggio Steven Pinker cita molti esempi a sostegno di questa teoria.

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Il processo è addirittura stupefacente nell'evoluzione di lingue nuove, nate molto in fretta. Quando persone che parlano idiomi diversi hanno bisogno di comunicare, ma non conoscono l'uno la lingua dell'altro, sviluppano una specie di sostituto di lingua, o gergo, detto pidgin, una sfilza di parole rimasticate e prese a prestito dalla

294 I poteri stmordinari degli animali .'... >lingua dei colonizzatori, quasi completamente priva di grammatici). Ma, in molti casi, i pidgin si trasformano di punto in bianco in lingue compiute e complesse, dette creoli: basta che un gruppo di bambini sia esposto a questo pidgin nell'età in cui acquisisce la lingua materna. Storicamente, è probabile che questo sia accaduto ai figli degli schiavi custoditi tutti insieme da un lavorante che parlava loro in pidgin. "Non contenti di riprodurre le sequenze frammentarie di parole, i bambini immettevano complessità grammaticale là dove prima non esisteva, con il risultato di una lingua completamente nuova e altamente espressiva."27Ancor più notevole è l'evoluzione dei nuovi linguaggi muti. Per esempio, in Nicaragua non esistevano linguaggi di questo tipo fino a pochi anni fa, perché i non udenti erano isolati gli uni dagli altri. Quando, nel 1979, andarono al potere i sandinisti furono create le prime scuole per sordi.L'obiettivo era insegnare ai bambini la lettura delle labbra ma, come già era accaduto altrove, i risultati furono deludenti. Comunque non fu un problema. Sui campi da gioco e sui pullman scolastici i bambini inventarono un proprio linguaggio dei segni, ricavandolo dai gesti in parte improvvisati che usavano a casa con le loro famiglie. Dopo poco tempo il sistema si stabilizzò in quello che oggi si chiama Lenguaje de Signos Nicaraguense(LSN).28Questo linguaggio pidgin viene ora utilizzato dai giovani adulti non udenti, quelli che entrarono in queste scuole quando avevano dieci anni o più. Ma i ragazzi più piccoli, che le cominciarono più o meno a quattro anni, quando I'LSN era già stato creato, sono molto diversi. Il loro linguaggio è molto più complesso ed espressivo, e viene chiamato con un altro nome, Idioma de Signos Nicaraguense (ISN). Questo creolo, una vera e propria lingua con una sua grammatica coerente, fu creato di punto in bianco. Come annota Pinker, "è nata una lingua sotto i nostri occhi".29Gli schemi mentali ereditari, che facilitano sia l'apprendimento di una lingua esistente sia l'evoluzione di una lingua nuova, non sono semplicemente principi generali che per ragioni di logica devono essere presenti in tutte le lingue. Somigliano più a convenzioni arbitrarie, che avrebbero potuto essere diverse. Per dirla con Pinker, "È come se degli inventori isolati l'uno dall'altro fossero arrivati miracolosamente a formulare gli stessi standard per la tastiera delle macchine per scrivere, o il Codice Morse o i segnali stradali".30Sia Chomsky sia Pinker ipotizzano che la capacità di apprendere il linguaggio dipenda da un'informazione fornita dal DNA dei geni

'::' . ''.' : ;' ',' ', yw::' :''v'k Icampi morfici ' 295preposti alle strutture generali comuni a tutte le lingue. I due studiosi sostengono che i bambini devono avere uno schema innato, comune a tutte le lingue, la grammatica universale, tramite il quale i bambini di qualsiasi gruppo etnico sono capaci di imparare qualsiasi lingua; per esempio, un neonato vietnamita adottato da una famiglia finlandese imparerà con facilità il finlandese.La risonanza morfica fornisce una spiegazione più semplice. Il bambino "risuona" con coloro che intorno a lui parlano una lingua e con i milioni di persone che l'hanno parlata in passato. La risonanza morfica gliene facilita l'apprendimento, così come ne facilita altri, non esclusa l'acquisizione dei linguaggi muti da parte dei non uden2 ti, che si sintonizzano con chi ha utilizzato quel sistema di segni in passato. Non è affatto necessario supporre l'esistenza di geni nasco* sti nel DNA preposti alle lingue normali e agli alfabeti muti.Naturalmente, quest'interpretazione dell'apprendimento linguistico alla luce dell'ipotesi della causalità formativa è pura congettura. Ma lo è anche quella

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dei geni di una presunta grammatica universale. Come fa notare lo stesso Pinker, "Benché nessuno abbia ancora isolato ... un gene della grammatica, la ricerca continua".31Mutamenti nelle prestazioni intellettuali dell'uomo nel corso dei decenniUn modo per studiare i possibili effetti della risonanza morfica su larga scala sarebbe quello di valutare i dati sui progressi compiuti negli anni dall'uomo nelle varie discipline. Vi è una tendenza al miglioramento? La risposta è naturalmente positiva per ciò che riguarda attività come lo snowboard o la programmazione di computer. Ma ben di rado fenomeni di questo genere sono documentati in modo numericamente significativo; inoltre la situazione continua a cambiare grazie alle innovazioni tecniche, alla maggior disponibilità di apparecchiature, al migliore insegnamento, alla situazione sociale ed economica più favorevole eccetera. Anche se i dati esistessero, sarebbe arduo riuscire a distinguere gli effetti della risonanza morfica da tutti gli altri.Uno dei pochi settori in cui esiste una grande quantità di dati che copre un periodo di parecchi decenni è quello delle valutazioni dei test del QI (Quoziente intellettivo). Intorno al 1980 mi resi conto che, se la risonanza morfica è una realtà, la media dei risultati nei test del Qi dovrebbe aumentare, non perché gli uomini siano diventati più intelligenti, ma perché i test dovrebbero risultare loro più facili per effetto della risonanza morfica prodotta da milioni di persone che li

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296 I poteri straordinari degli animali ~hanno fatti in precedenza. Andai a caccia di dati, ma non riuscii a trovare nulla. Fui dunque molto incuriosito quando, nel 1982, si scoprì che in Giappone la media dei risultati dei test per il Qi si era alzata di tre punti percentuali per ogni decennio dalla seconda guerra mondiale.32 Ben presto si appurò (con grande sollievo di molti americani) che anche negli Stati Uniti era successa la stessa cosa.La scoperta si deve a James Flynn, il quale, in occasione del suo studio sui test del Qi eseguiti dalle autorità militari statunitensi, si avvide che reclute considerate di intelligenza soltanto media rispetto ai coetanei erano invece superiori alla media se paragonati ai ragazzi di una generazione precedente sottoposti allo stesso test (fig. C.2). Nessuno aveva fatto caso a questa tendenza, perché coloro che eseguivano le valutazioni d'abitudine comparavano i punteggi di un individuo con quelli dei coetanei che facevano l'esame insieme; in qualsiasi momento il risultato medio viene fissato, per definizione, a 100.33Oggi Flynn ha accertato che aumenti equivalenti nel QI si sono verificati in altri venti paesi, tra cui Australia, Inghilterra, Francia, Germania e Paesi Bassi.34 Sono stati compiuti molti tentativi di spiegare l'"effetto Flynn", ma nessuno soddisfacente.35 Per esempio, ben poco può venire ascritto a una maggior consuetudine con que102.5

100 97.5 "cog 95 1oa>= 92.5 s.£ goffi 87.5 "O 82'5 80 "77.5 1950 1960anno751970 1980 1990 20001910 1920 1930 1940

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Figura C.2. L'aumento nei punteggi del QI negli Stati Uniti tra il 1918 e il 1989,"p esempio dell'"effetto Flynn". I punteggi sono stati calibrati sui livelli del 1989 Ha Horgan, Get smart, take a test, 1995).

: :fe,';";;%!,;';:'.. I campi morfici 297sti test. Semmai, negli ultimi anni sono diventati meno frequenti. Nemmeno il miglioramento del sistema scolastico può venir considerato responsabile, e tanto meno l'aumento massiccio delle dosi di televisione. I QI sono aumentati a partire dagli anni Cinquanta, prima dell'avvento della tv e, come commenta ironicamente Flynn, "fino al momento in cui si è scoperto questo effetto la televisione è stata considerata un'influenza che rincretinisce".36 Più si ricerca, meno se ne capisce il perché. Lo stesso Flynn descrive il fenomeno come "un mistero".37 Ma la risonanza morfica fornirebbe una spiegazione naturale.Se si potesse concretamente attribuire alla risonanza morfica l'effetto Flynn, avremmo dimostrato che essa ha conseguenze relativamente piccole. Dato che milioni di persone sono sottoposti ai test per il Qi, e l'aumento è solo di pochi punti, in un esperimento in cui fossero coinvolte poche centinaia di persone, o tutt'al più qualche migliaio, gli effetti della risonanza sarebbero difficili da individuare, dato anche il "disturbo aleatorio" dovuto alle grandi variazioni possibili nei risultati da soggetto a soggetto.Implicazioni ALe implicazioni intrinseche all'ipotesi della causalità formativa sono molteplici e riguardano tutte le branche della scienza.In chimica, cristallografia e biologia molecolare, le forme molecolari e cristalline si potrebbero considerare non più come entità determinate da leggi eterne e immutabili, ma come sistemi che si evolvono e hanno una sorta di memoria interna. L'esplorazione della memoria di molecole e cristalli potrebbe condurre in ultima analisi ad applicazioni tecnologiche di portata immensa, tra cui nuovi computer interconnessi tramite la risonanza morfica e dotati di memoria collettiva globale.In biologia, lo sviluppo di animali e piante può venir pensato come modellato da campi organizzatori invisibili, che si fanno portatori di abitudini ancestrali. L'evoluzione delle forme biologiche significherebbe non soltanto l'evoluzione dei pacchetti genici, ma quella dei campi morfici della specie. Attraverso di essi le abitudini acquisite possono essere ereditate, proprio come intuiva Charles Darwin.38 E dal momento che, tramite la risonanza morfica, le nuove abitudini si radicano più in fretta che se dipendessero soltanto dal trasferimento di un gene mutante da un genitore alla sua prole, i cambiamenti genetici potrebbero avvenire più velocemente.

298 I poteri straordinari degli animaliiL'istinto dipende dalla tendenza dei campi comportamentali di una specie a modellare l'attività del sistema nervoso. I campi sono influenzati dai geni e anche ereditati attraverso la risonanza morfica; tramite quest'ultima, un modello di comportamento appena appreso si può spargere rapidamente per tutta una specie. L'apprendimento di nuove abilità diviene più facile a mano a mano che passa il tempo e si trasformano in abitudini.Nella psicologia umana, le attività della mente si possono interpretare come campi morfici che interagiscono con le attività fisicochimiche del cervello. Non si tratta di campi limitati al cervello, bensì tendenti ad uscire dal corpo e a penetrare nell'ambiente. Questi campi mentali estesi sono il veicolo della percezione e del comportamento. Permettono inoltre di considerare come normali i fenomeni "paranormali" come la telepatia e la sensazione di essere osservati.La memoria individuale altro non sarebbe che un'autorisonanza dal proprio passato; non è più necessario supporre che tutti i ricordi debbano essere immagazzinati nel cervello sotto forma di "tracce" di qualche vago materiale.39 Una risonanza meno specifica con innumerevoli altre persone appartenenti al passato collega ciascuno di noi alla memoria collettiva della propria società e cultura, e in ultima analisi a quella di tutta l'umanità.Le abitudini personali e quelle collettive sono diverse solo quantitativamente, non qualitativamente; entrambe dipendono dalla risonanza morfica. Questo nuovo

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atteggiamento nei confronti della memoria potrebbe dare nuovo impeto alla comprensione dei meccanismi dell'apprendimento in generale e potrebbe avere conseguenze notevoli nel campo dell'educazione. Metodi d'insegnamento nei quali venisse sfruttata al massimo la risonanza morfica da parte di chi ha già appreso le stesse cose condurrebbero a un apprendimento più rapido ed efficiente.I campi morfici dei gruppi animali spiegherebbero molti aspetti altrimenti misteriosi dell'organizzazione sociale, tra cui il comportamento degli insetti sociali, degli stormi e delle società umane.La sociologia avrebbe una nuova base teorica e si aprirebbero nuove vie alla ricerca. La comprensione di culture diverse alla luce dei campi morfici rivoluzionerebbe la nostra visione dell'influenza culturale dei nostri antenati su di noi. Richard Dawkins ha battezzato "memi" le "unità di trasmissione culturale":40 questi "memi" possono venire interpretati come campi morfici. La risonanza consente altresì una comprensione nuova di molte pratiche religiose, tra cui i riti.41 Perfino le leggi della scienza possono venire interpretate come

',.'. '. :.,,. , , I campi morfici 299campi morfici stabilizzati tramite risonanza, con una tendenza a diventare sempre più abituali e inconsce quanto più spesso vengono ripetute.42A questo punto potremmo dire che l'intero cosmo è soggetto alle leggi dell'evoluzione. I campi di atomi, molecole, cristalli, pianeti, stelle e galassie si stanno evolvendo; e la loro evoluzione è soggetta alla selezione naturale come quella dei campi morfici degli organismi biologici. L'ipotesi della causalità formativa fornisce uno strumento di indagine per conoscere i processi evolutivi in tutta la natura, non soltanto nella biologia.Ma, per quanto vaste siano le implicazioni, questa ipotesi contiene un grande limite. Contribuisce a spiegare come un modello di organizzazione venga ripetuto, ma non spiega come abbia avuto origine: lascia aperta la questione della creatività. La causalità formativa è compatibile con parecchie teorie sulla creatività, da quella che vuole che ogni novità non sia, in ultima analisi, che frutto del caso, a quella che chiama in causa l'intervento creativo di un'entità divina.43

Note

*!'fì;

Introduzione1 Serpell (1986).2 Per una disamina della teoria meccanicistica della vita e di altre teorie alternative, vedi Sheldrake (1988a, 1990).3 Pfungst (1911).

I. L'addomesticamento degli animali1 Karsh e Turner (1988).2 Godwin (1975); Marx et al. (1988). ; (3 Leakey e Lewin (1992); Mithen (1996). , '4 Ehrenreich (1997). i5Ibid.6 Eliade (1964); Burkert (1996). , . .7 Eliade (1964).8 Masson (1997). ì9 Morell (1997).1° Paxton (1994).11 Fiennes e Fiennes (1968). "12 Serpell (1983).l3lbid. r14 Galton (1865).15 Kerby e Macdonald (1955).

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16 CluttonBrock (1981), p. 110.17 KileyWorthington (1987).18 per una disamina assai interessante dell'evoluzione delle storie di Lassie,vedi Garber (1996).19 Galton (1865).20 Fiennes e Fiennes (1968).21 Negli Stati Uniti nel 1996 i proprietari di gatti ne possedevano in media 2,2,mentre i proprietari di cani ne possedevano 1,7 (fonte: Humane Society of America, Washington, DC).22 Darwin (1875). . .; ; ,';*¥

302 I poteri straordinari degli animali23 KileyWorthington (1987). .,;:>::, ',.' :':>. ",24 Kerby e Macdonald (1955).25 Sheldrake (1988a).2f> Francis Huxley fa notare che la più famosa opera di Darwin potrebbe intitolarsi "L'origine delle abitudini" (Huxley, 1959).27 Sheldrake (1981,1988a).28 Per un modello matematico della comunicazione attraverso un campomorfico, vedi Abraham (1996).II. .,. : ;1 Serpell (1986). "'"2 Fogle (1995), p. 41.3 Shiu, Munro e Cox (1997); Munro, Paul e Cox (1997).4 Boone (1954), cap. 7.5 Serpell (1986), pp. 10304.6 Sheldrake e Smart (1997); Brown e Sheldrake (1998); Sheldrake, Lawlor eTurney (1998).7 www.sheldrake.org.8 Sheldrake e Smart (1997); Brown e Sheldrake (1998); Sheldrake, Lawlor eTurney (1998).9 Matthews (1994).10 Per il rapporto lineare tra lunghezza del viaggio e tempi di reazione di Jaytee, p < 0,0001 (Sheldrake e Smart, 1998).1 ! 20 volte su 50 Jaytee reagì nel momento in cui Pani partiva con 2 minuti di approssimazione. Ma certe volte si metteva in allarme prima o dopo: 9 volte 3 minuti prima e 26 volte 3 minuti dopo. Variazioni puramente casuali? O errori nell'annotazione dei tempi? Ci sono almeno due fattori che possono aver alterato i dati. Primo, i ritardi potrebbero dipendere da una caduta di attenzione degli Smart. Se i signori Smart non fossero stati nel salotto o fossero stati distratti (per esempio dalla presenza di ospiti, da telefonate o da programmi televisivi), potrebbero non aver notato immediatamente le reazioni del terrier. Secondo, gli anticipi potrebbero dipendere dalle modalità di partenza di Pam. Pam segnava l'ora in cui entrava in macchina. Ma certe volte si preparava a partire anche 10 o più minuti prima, indugiando nei saluti o nella conversazione o pensava di partire senza di fatto cominciare a muoversi. Se Jaytee reagiva alle sue intenzioni, allora tendenzialmente la reazione avrebbe dovuto aver luogo prima che Pam si mettesse in macchina.12 Sheldrake e Smart (1998). ; 13 Ibid.ulbid.15 Un video che mostra alcune sequenze di questo esperimento è in commercio: Sheldrake, R. (1997) Severi Experiments That Could Change thè World: The Video. Wellspring Media, 65 Bleecker Street, New York, NY 10012, USA.16 Sheldrake (1994).17 p < 0,000001.18 Nell'arco di tempo in cui la chiamavo con il cercapersone doveva essere libera di tornare immediatamente; non doveva certo trovarsi dal dentista o in una riu

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nione importante. In quasi tutti gli esperimenti Pam andò da amici o parenti, o inbiblioteca, in un caffè o in un pub. Naturalmente l'arco di tempo era concordato.

303Note19 p < 0,000001.20 Vedi per esempio Matthews (1995).21 Wiseman, Smith e Milton (1998).22 I fatti non sono in discussione. Lo è l'interpretazione. Richard Wiseman eMatthew Smith inventarono un criterio di valutazione tutto loro per giudicare isuccessi di Jaytee. Il "segnale" di Jaytee per indicare il ritorno a casa di Pam eravalido quando l'animale stava alla finestra per più di due minuti di seguito, in assenza di stimoli esterni. Wiseman e Smith non hanno minimamente preso in considerazione i dati successivi a quel segnale. Di fatto, durante i loro esperimenti,anche se Jaytee di tanto in tanto andava alla finestra anche solo per guardare fuori, vi trascorreva molto più tempo quando Pam era sulla via del ritorno. In mediail cane è stato alla finestra solo il 4 per cento del tempo durante il periodo principale dell'assenza; nei dieci minuti precedenti il suo ritorno il 48 per cento, e durante il viaggio vero e proprio il 78 per cento. Il risultato, che esamino in modo approfondito nell'appendice B, è simile al mio (fig. 2.3), ed è statisticamentesignificativo. Tuttavia Wiseman e Smith hanno preferito ignorare la maggior parte dei dati da essi stessi raccolti, in modo da poter asserire che Jaytee non soddisfaceva il loro criterio arbitrario dei due minuti. I due diedero notizia delle loroconclusioni tramite agenzie, dichiarazioni in televisione e sui giornali. Per un resoconto più dettagliato, vedi Sheldrake, "Britsh Journal of Psychology", 1999.III. Gatti1 Deag, Manning e Lawrence (1988).2 Kerby e Macdonald (1955).3 Turner (1995).4 Sul totale dei resoconti in cui è indicato il sesso, i maschi sono il 54 per cento, contro il 46 per cento delle femmine.IV. Pappagalli, cavalli ed esseri umani1 Un'analisi statistica con il test t e campionato a coppie ha dato una significatività p = 0,03.2 Barber (1993).3vonFrisch(1975).4 UK Pet Food Manufacturers Assodation (associazione dei fabbricanti di drbo per animali domestici del Regno Unito), 1997.5 van der Post (1962).6Inglis(1977).7Lang(1911).8 Hygen (1987). . !9 Per esempio Haynes (1976), p|>j:20809., 10 Knowles (1996).V. Animali che curano e consolano1 Partridge (1958), p. 475.

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2 Per la più significativa esposizione di questo punto di vista, vedi Dawkins(1976). , . ,,:

304 I poteri straordinari degli animali' *3 Per la più sistematica esposizione di questa teoria vedi Wilson (1980).4 Per una disamina di quanto sia pericoloso per l'individuo, benché beneficoper il gruppo, lanciare un grido di allarme, vedi Ridley (1996).5 La tendenza di animaliamici e di esseri umani ad aiutarsi reciprocamente asopravvivere dimostra che c'è una interdipendenza genetica che si tramanda dauna generazione all'altra. E cioè che l'altruismo interspecifico è un prodotto della selezione naturale.6 Karsh e Turner (1988).: 7lbid. ;. ., ., , ,;. '8 Hart (1995); Dossey (1997). ;, :.; "',..,. >9 Lynch e McCarthy (1969). , , . ; ;. . ', 10 Friedmann (1995). .; " Hart (1995); Rennie (1997). . . :.. 12 Hart (1995). : V , : .; 13 Serpell (1991). . . i :, ,: 14 Hart (1995). , <;;,15 Dossey (1997).CK 16 Per esempio, Paul e Serpell (1996).:,/>::: " 17 Per esempio, Summerfield (1996). ;18 Per esempio, Phear (1997). )*;: ' 19 Ormerod (1996).20 Rennie (1997).21 Susan Chernak McElroy (1997) nel suo libro Animals as Teachers and Healerscita molti esempi di cani e altri animali che curano e consolano, tra cui quei caniche visitano gli ammalati o i morenti.22 Metzger (1998).23 Garber (1997), pp. 13738.24 Edney (1992). <25 McCormick e McCormick (1997).26 Stewart (1995).28 Masson (1997). > VA..29 Micheli e Rickard (1982). : :30 Ibid.VI. Morti e incidenti che avvengono & grande distanza1 Masson (1997).2 Bradshaw e Nott (1995).3 Morris (1986), p. 35.4 Steinhart (1995), p. 24. ^V/..':; . '5 Gurney, Myers e Podmore (1886); Broad (1962).6 Stevenson (1970).Vili. Richiami e comandi telepatici1 Woodhouse (1992), p. 54.2 Sheldrake e Smart (1997); Sheldrake, Lawlor e Turney (1998); Brown e Sheldrake (1998); Sheldrake (1998a).

305Note3 Ibid.5 Bechterev (1949; tradotto da un articolo originariamente pubblicato nel 1924in "Zeitschrift fùr Psychotherapie").6 Bechterev (1949), p. 175.

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7 Vero è che qualche esperimento è stato portato avanti in via preliminare e inmodo piuttosto inconcludente da Osis (1952) e Osis e Foster (1953).8 KileyWorthington (1987).9 Roberts (1996). sf|10 Blake (1975). ."*11 IMd., p. 131. "i12 Ibid., p. 94.13 Ibid., p. 129.14 Patanjali, Yoga Sutras, III, 36.15 Smith (1989).16 Myers (1997).17 St Barbe Baker (1942), p. 41.18 Steiger e Steiger (1992), p. 16.19 Abbiamo chiamato per telefono alcune famiglie scelte a caso sulla guida. ABury, il 65 per cento degli intervistati aveva telefonato a qualcuno che si era detto sul punto di telefonare. Il 50 per cento aveva capito chi li stava chiamando prima di rispondere, senza che vi fosse alcun indizio rivelatore. Succedeva più alledonne che agli uomini. (La significatività statistica della differenza tra uomini edonne era p < 0,02.) Più di un terzo degli intervistati ha detto che succedeva difrequente. A Londra abbiamo selezionato un campione casuale e abbiamo postola seguente domanda: "Ha mai avuto la sensazione che qualcuno stesse per telefonarle un attimo prima che questo avvenisse?". Il 58 per cento ha risposto positivamente. ,iIX. Telepatia fra ammali1 Wilson (1971). .2 Hòlldobler e Wilson (1994), pp.3 Von Frisch (1975). : : '4 Ibid., p. 161. ,' ;:"&:: 5 Marais (1973). : : ; :6 Sheldrake (1994).7 Wilson (1980).8 Ibid., pp. 21314. "'' ''' ' V: "' ' '*'".:!. 9 Partridge (1981).10 Ibid., pp. 49394.11 I modelli matematici del banco di pesci devono tenere in considerazionegli effetti di sinergia o cooperazione sull'intero gruppo, che sono di per sé unmodo di rappresentare il campo del banco. Vedi per esempio Huth e Wissel(1992); Niwa (1994).12 Selous (1931), p. 9.13 Ibid., p. 10. u Potts (1984).15 Per una summa della ricerca più recente sul comportamento degli stormi

306 I poteri straordinari degli animali^ ;e i modelli matematici dei gruppi animali, vedi Parrish e Hammer (1997)." I modelli che utilizzano le interazioni locali tra gli uccelli e i loro vicini sono stati costruiti da Craig Reynolds e altri sulla base di programmi informaticii; il programma più noto è quello di Reynolds, Boids (del quale si possono avere i dettagli sul suo sito: http://hmt.com/cwr/boids/htrnl). Questi programmi sono in grado di simulare alcune caratteristiche del comportamento dello stormo. Ma alcuni nuovi boidi raggiungono simulazioni più avanzate. Sono costruiti in base ai fenomeni dei campi, come il campo che presiede alla rotazione magnetica degli atomi all'interno di una calamità o i campi del flusso dei liquidi. Ma nessuno di questi modelli informatici precisa in dettaglio come avviene la comunicazione tra un uccello e l'altro. I dati tratti

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sperimentalmente dai filmati a esposizione rapida mostrano che le interazioni sono troppo veloci perché si possano attribuire alla vista dell'uccello vicino. Gli individui rispondono più velocemente di quel che i loro impulsi nervosi permetterebbero se stessero semplicemente reagendo ai movimenti del vicino (Sheldrake, 1988). Sembra piuttosto che reagiscano al modello di cambiamento dello stormo in movimento nel suo complesso. Le onde si propagano attraverso i campi di stormi (Schechter, 1999). I nuovi boidi più aggiornati implicano una sorta di trasferimento rapido di informazioni tramite i campi e sono in armonia con il modello che suggerisco.16 Long (1919), pp. 10105.17 Blake (1975).18 Ostrander e Schroeder (1970). : >.'<19 Rogo (1997). Ois20 Wylder (1978).21 Peoc'h (1997).X. Incredibili avventure . : . J1 Burnford (1961). V, ' . :2 Young (1995). :3 Lemish (1996), p. 220.4Haldane, Drovers'Roadsof Scotlandl ':, :v :<Ì':".;',"ÌYW.I '5 Herrick (1922).6 Schmidt (1932).7 Schmidt (1936), pp. 18889.sIbid.,p.l9Z. ' :" / ; '>,'9 Thomas (1993), p. 32. wIbid.,p. 33.11 Una cronaca di questo esperimento è stata mandata in onda su BBC 1 il 6 agosto 1996, nel corso della trasmissione "Out of This World". 12McFarland(1981).13 Steinhart (1995), p. 16. ;,5;14Boitani et al. (1995). ,;,.;;.,;, ::x*r.15KerbyeMacdonald(1955). \:H 16LibergeSandell(1955). 17 Carthy (1963); Matthews (1968).18Matthews (1968). i:19 Carthy (1963).

307Note20Gould(1990).21 SchmidtKoenig e Ganzhorn (1991).22Walraff (1990).23 SchmidtKoenig (1979).24 È il risultato cui sono giunti i tentativi di determinare la longitudine permare, cosa di grande importanza per la navigazione marittima. Vedi Sobel(1996).25 Keeton (1981).26 SchmidtKoenig (1979); Wiltschko, Wiltschko e Jahnel (1987). r%27 Moore (1988); Walcott (1991).28 van der Post (1962), p. 248. ;': ;,'29 Forster (1778). */30 Per un sunto delle ricerche in questo campo vedi Baker (1989).XI. Migrazioni e memoria1 Brower (1996). ,2 Berthold (1991).3 Keeton (1981). 74Able(1982).s Wiltschko e Wiltschko (1995,1999). 6 Skinner e Porter (1987). 7AbleeAble(1996).8 Sobel (1996).9 Hasler, Scholz e Horrall (1978).WPapieLuschi(1996).

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"Mi12 Lohmann (1992).13JouventineWeimerskirsch(1990);Weimerskirschetal. (1993).14 Papi e Luschi (1996).' 15 Sheldrake (1981,1988a).16Helbig(1996).17Perdeck(1958).wIbid. '. '': ' , ,,.20 Baker (1980).21 Helbig (1996).22 Entro questa ipotesi, nel caso di incroci fra uccelli di diverse razze migratone, per esempio tra capinere dell'Europa orientale e dell'Europa occidentale, laprole sarebbe sintonizzata su entrambi i corredi di abitudini migratone. Effettivamente, quando all'inizio della stagione migratoria gli incroci vengono sottoposti a test per vedere in che direzione si muovono nelle gabbie, dimostrano uncomportamento assai più vario di quello degli uccelli delle razze pure. Uccelli ingabbia di razza orientale tendono a zampettare in direzione sudest; quelli di razza occidentale verso sudovest; e gli incroci in media tentano una direzione intermedia verso sud (Helbig, 1993,1996). Nella vita reale, se un ibrido insistesse nelseguire questa direzione, non si troverebbe a percorrere né l'una né l'altra viatradizionale che dall'Europa porta in Africa con traversate brevi sul mare di Gi

308 I poteri straordinari degli animali"bilterra o sul Bosforo, e finirebbe per morire o per essere costretto a trovare uuanuova sede invernale. ; ,}{23 Bowen e Avise (1994). v,. filXII. Animali che intuiscono quando si stanno avvicinando a casa 1 Thomas (1993), p. 185.XIII. Animali che ritrovano i padroni lontani '"""11 dettagli vengono raccontati in una pubblicazione del XIX secolo, edita a San Gallo, dal titolo Zollikofer und sein Hund, una copia della quale mi è stata cortesemente donata dal professor C. Zollikofer dell'università di Zurigo, discendente dell'ambasciatore.2Cooper (1983),p. 149. ,; ...3 Geller (1998). : , ,, , . \f4Rhine(1951).5 Rhine e Feather (1962). :6Ibid. ; , ., , , ..7lbid.9Whitlock(1992). r '' '..'.' ,10Pratt(1964). :11 Ristampato in World Farming Newsletter, 1983.12 La lunga marcia della mucca, da un settimanale sovietico, 24 gennaio 1987.13Long(1919),p. 95. ;: '14 Jfeid., pp. 9799. * ''''XIV. Premonizioni di malattie, coma e morti improvvise fir'tI Per una illuminante dissertazione sullo stato d'tì^imo della paura, vediMasson (1996). tlW )2Hòlldobler e Wilson (1994). Ì;,W;,,?; ;3 Brown (1975). , f'4 Chandrasekeran (1995).5 Price (1998). ft: . . .' '6 Edney (1993). ' . :,

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7Smith(1997).8 Support Dogs, PO Box 447, Sheffield S6 6YZ, Inghilterra.9 National Service Dog Center, 289 Perimeter Road E, Renton, WA 980551329, USA. Un altro programma di addestramento è stato lanciato come partedel Prison Pet Partnership Program, 9601 Bujacich Road, PO Box 17, Gig Harbor,WA 983350017, USA.10Chandrasakeran (1995).II Al momento in cui scriviamo, programmi di ricerca in questo campo vengono presi in considerazione in almeno due centri di studi degli Stati Uniti: l'Epilepsy Institute, 257 Park Avenue South, New York, NY 10010, USA; e pressol'istituto di Scienze fisiologiche della facoltà di veterinaria della University ofFlorida, PO Box 100144, Gainesville, FL 326100144, USA.

30"Note12 Lim et al. (1992).13 Williams e Pembroke (1989).XV. Presentimenti di terremoti e altre catastrofi '"1 Per questi resoconti la mia riconoscenza ya ad Anna Rigano. ;2 Tributsch (1982), p. 13.3Ibid. :4 Bardens (1987).5Wadatsumi(1995).6 Geller et al. (1997). , r , ,rfpii,/7Tributsch,p. 9. "'* slbid.,p. 10.9 Evernden (1976). '' 10Hui(1996). 1 " Hui e Kerr (1997). ' 12 Hui (1996).13OtiseKautz(1981).14 Le probabilità che i risultati fossero dovuti al caso erano del tutto insignifitanti: p < 0,00005.' 15 Tributsch (1982), cap. 5.

16 Otis e Kautz (1981)., 17Ikeyaetal. (1997). 18 Lighthill (1996).

w Time Research Institute, PO Box 620198, Woodside, CA 94962, USA.j 20 Ikeya, Takaki e Takashimizu (1996); Ikeya, Matsuda e Yamanaka (1998). , 21 Cooper (1983).22lbid.,p. 128. , 23 Peter (1994).24 Parson (1956).25 Inglis (1985), p. 74.26 Radin (1997), p. 112.27 Durine (1958).28 Radin (1997), cap. 7.XVI. I poteri animali e la mente umana1 Vedi i due racconti di Laurens van der Post sui boscimani (capp. IV e X). 2Lang(1911).3 Dai nostri sondaggi risulta che sono più le donne che gli uomini a dichiarare esperienze parapsicologiche o telefonate apparentemente telepatiche: Sheldrake e Smart (1997); Sheldrake, Lawlor e Turney (1998); Brown e Sheldrake(1998).4 Baker (1989).5 La più notevole eccezione è quella del lavoro pionieristico di Rhine eFeather (1962). Per un resoconto sulle ricerche di impostazione parapsicologicasu questo tema, vedi Morris (1977).6Peoc'h(1988a,b). , .....7Peoc'h(1988c). , ; "]'. '

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310 I poteri straordinari degli animali "'...*'8Peoc'h(1997b). ' ;W;9 Jahn e Dunne (1987); Radin (1997).10 Sugli effetti dell'intenzione in rapporto al pensiero positivo e alla preghiera, vedi Sheldrake e Fox (1996). /_>11 Cottali, Winer e Smith (1996). "'12 Sheldrake (1994); Cotteli, Winer e Smith (1996).13 Elsworthy (1898).14Dundes(1981).15 Sheldrake (1994).16 Sheldrake (1998b, 1999).17 Braud, Shafer e Andrews (1993a, b); Schlitz e LaBerge (1997). Tuttavia, c'èchi non ha notato questi risultati quando si è posto in veste di osservatore nellastanza del televisore: Richard Wiseman e i suoi scettici colleghi. Chi, invece, ottenne risultati costantemente positivi fu Marilyn Schlitz, dell'Istituto di scienzenoetiche di Sausalito, che si trasferì al laboratorio di Wiseman in Inghilterra percondurre l'esperimento nelle condizioni dettate da lui, con un gruppo di volontari assegnati a caso sia a Wiseman sia alla Schlitz. Quando a osservare attraverso il video era la Schlitz, lo stato emotivo dei partecipanti cambiava (come rilevato dai mutamenti nella resistenza dell'epidermide) in modo statisticamentesignificativo. Quando era Wiseman a osservare, i risultati non erano altrettantobuoni (Wiseman e Schlitz, 1997). C'è dunque un chiaro "effetto sperimentatore":le aspettative e l'abilità di chi conduce il test possono influenzare i risultati. Ma,se è comprensibile che uno scettico possa contribuire al fallimento dell'esperimento, i risultati ottenuti da Marilyn Schlitz non sono altrettanto facili da spiegare. Il fatto che la studiosa desse credito agli esperimenti non poteva indurre ivolontari a sentire il suo sguardo, a meno di non ammettere un'influenza mentale a distanza.18 II concetto di campo morfico potrebbe forse essere esteso alle precognizionise si scoprisse come le onde e le vibrazioni si propagano nel tempo, senza soluzione di continuità tra passato, presente e futuro, come argomentato in Sheldrake, McKenna e Abraham (1998).19 Per una disamina di alcuni di questi temi, vedi Sheldrake, McKenna eAbraham (1998).20 Ringrazio David Jay Brown per avermi suggerito questa linea di pensiero.21 Barrow (1988), pp. 44748.22 Davies e Gribbin (1991), p. 217. Un recente sviluppo sperimentale del principio di non localizzazione è il "teletrasporto quantico" (Bouwmeester et al.,1997).Appendice A. Come partecipare alla ricerca1 Tra queste, Rhine e Feather (1962); Edney (1993); Peoc'h (1988a, b, e; 1997a, b).2 Sheldrake e Smart (1997); Sheldrake, Lawlor e Turney (1998); Brown e Sheldrake (1998); Sheldrake (1998a).3 Sheldrake e Smart (1998,1999).4 Sheldrake (1994).5 Sheldrake (1998b, 1999).

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311NoteAppendice B. Esperimenti con ]aytee1 In questo contesto, assenza lunga vuoi dire più,eli 3 ore; media, da Ih 50' a2h 50'; e breve da Ih 20' a Ih 40'. ìi:i ?f;'? ' 2 Valore F(df 2, 27) = 8,84.3 Valore F (df 1,22) = 11,31. ,\ ; r ,4 II 1° luglio 1997.5 II 29 agosto 1997.6 Sheldrake e Smart (1998). , ",Appendice C. Icampi morfici ?,i':):,'itì^1 { .:'>' '/1 Sheldrake (1981). : . ,2 Sheldrake (1988a). 7 ;3 Sheldrake (1981). 7 :4 Sheldrake (1988a). : , ; i5ffizii,capp. 13 e 14.6Waddington(1957). , ,7Thom (1975,1983).8 Per una disamina di alcune teorie alternative sulla creatività, vedi Sheldrake(1988a), cap. 18.9 Sheldrake (1988a, 1990). :10 Sheldrake (1988a), pp. 31617. 11 Sheldrake (1994).12 Davies e Gribbin (1991). , ,13 Bohm e Sheldrake (1985). , , 7;14Goswami(1997). ' A>:.r, /^^vy . .v :/': :: ". "15Durr(1997). : ,;16 Sheldrake (1994).17 Sheldrake (1988a). ;18 Sheldrake (1981), pt. 9.6. : ; ,, :^19 Sheldrake (1994; 1998b; 1999).20 Abraham, McKenna e Sheldrake (1992); Sheldrake (1994).21 Per una disamina di questa idea, vedi Sheldrake, McKenna e Abraham(1998), cap. 4.22 Sheldrake (1988a), cap. 8.23 Bedichek (1947), pp. 15758. , .,24 Sheldrake (1988b).25 Sheldrake (1988a), cap. 9. , 726 Sheldrake (1992a). Era forse inevitabile che Rose e io non fossimo d'accordo sull'interpretazione dei dati. Egli rimase scettico (Rose, 1992), ma le sue conclusioni si fondavano su una serie di dati inesatti, che ignoravano i risultati ottenuti con i pulcini di controllo (Sheldrake, 1992b). Vedi anche Mikulecky (1996).27Pinker(1994),p. 25.28 Ibid., p. 28.29 Ibid., p. 29. : '' ,:: > ^ ::30M£,p. 36.31 Ibid., p. 39. ,32Anderson(19"2).

W1'*'312 I poteri straordinari degli artiwiaM33 Flynn (1983,1984).34 Flynn (1987). :\C35 Neisser et al. (1995);36 Horgan (1995).

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37iMd. .... :38 Darwin (1875). .,, ',.; :.,,/ j, '39 Sheldrake (1988a). , ' """ "'40 Dawkins (1976).41 Sheldrake e Fox (1996).42 Sheldrake (1988a).43 Sheldrake (1981; 1988a; 1990), Ibid.


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