O Maria, Maria tempio della Trinit! O Maria portatrice del
fuoco! Maria porgitrice di misericordia. Maria germinatrice del
frutto, Maria ricompratrice dell'umana generazione, perch
sostenendo la carne tua nel Verbo fu ricomprato il mondo: Cristo
ricompr con la sua passione e tu col dolore del corpo e della
mente.
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O Maria mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra
fruttifera. Tu, Maria, sei quella pianta novella della quale
abbiamo il fiore odorifero del Verbo unigenito Figliuolo di Dio,
per che in te, terra fruttifera, fu seminato questo Verbo. Tu sei
la terra e sei la pianta.
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Con questo lume e fuoco della tua carit e con l'olio della tua
umilt traesti tu e inchinasti la divinit sua a venire in te, bench
prima fu tratto da l'ardentissimo fuoco della sua inestimabile
carit a venire a noi.
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O Maria, perch tu avesti questo lume, per non fosti stolta ma
prudente, onde con prudenza volesti investigare dall'angelo come
fosse possibile quello che t'annunciava. E non sapevi tu che questo
era possibile all'onnipotente Dio? Certo s, senza veruna
dubitazione.
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Dunque perch dicevi quoniam virum non cognosco perch non
conosco uomo? Non perch tu mancassi in fede, ma per la tua profonda
umilt, considerando la indegnit tua; ma non che tu dubitassi che
questo fosse possibile appresso Dio.
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Maria, fosti tu conturbata nella parola dell'angelo per paura?
Non pare, se io riguardo nel lume, che per paura tu fossi
conturbata, bench tu mostrassi alcun atto d'ammirazione ed alcuna
conturbazione.
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Adunque, di che ti meravigli? Della grande bont di Dio la quale
tu vedevi; e considerando te medesima, quanto tu ti conoscevi
indegna a tanta grazia eri stupefatta; dunque nella considerazione
della indegnit e infermit tua e della ineffabile grazia di Dio
diventasti ammirata e stupefatta.
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Ci scrisse la sapienza del Padre, cio il Verbo; ci ha scritto
la potenza, per che fu potente a fare questo grande mistero; e ci
ha scritto la clemenza dello Spirito santo, che solo per grazia e
clemenza divina fu ordinato e compito tanto mistero.
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Se io considero il grande consiglio tuo, Trinit eterna, veggo
che nel lume tuo vedesti la dignit e nobilt dell'umana generazione;
onde, s come l'amore ti costrinse a trarre l'uomo di te, cos quel
medesimo amore ti costrinse a ricomprarlo, essendo perduto.
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Ben dimostrasti che tu amasti l'uomo prima che egli fosse,
quando tu lo volesti trarre di te solo per amore; ma maggiore amore
gli mostrasti dando te medesimo, rinchiudendoti oggi nel vile
saccuccio della sua umanit. E che pi gli potevi dare, che dare te
medesimo? Onde veramente tu gli puoi dire: Che t'ho io dovuto o
potuto fare che io non l'abbi fatto?
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Cos veggo che ci che la sapienza tua vide in quel grande ed
eterno consiglio che fosse da fare per la salute dell'uomo, la
clemenza tua volle e la potenza tua l'ha oggi adempito, s che nella
salute nostra s'accord in quel consiglio la potenza, la sapienza e
la clemenza tua, o Trinit eterna;
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in quel consiglio la grande misericordia tua voleva fare
misericordia alla fattura tua, e tu, Trinit eterna, volevi compire
in lei la verit tua di darle vita eterna, che per questo l'avevi
creata, acciocch partecipasse e godesse di te.
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Ma a questo la giustizia tua contraddiceva, allegando nel
grande consiglio che, s come la misericordia t' propria, cos la
giustizia, la quale giustizia tua permane in eterno; onde, perch la
tua giustizia non lascia nessun male impunito, s come nessun bene
non remunerato, non si poteva salvare perch non poteva soddisfare a
te della colpa sua.
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Che modo trovasti, Trinit eterna, acciocch s'adempisse la tua
verit e facessi misericordia all'uomo, e che fosse soddisfatto alla
giustizia tua? Che rimedio ci hai dato? O ecco fatto rimedio: tu
disponesti di darci il Verbo dell'unigenito tuo Figliuolo,
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e che pigliasse la massa della carne nostra che t'aveva offeso
acciocch, sostenendo egli in essa umanit, fosse soddisfatto alla
tua giustizia, non in virt dell'umanit, ma in virt della deit unita
in essa. E cos fu fatto e fu adempita la verit tua e saziata la
giustizia e la misericordia.
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O Maria, io veggo questo Verbo dato a te essere in te, e non di
meno non separato dal Padre, s come la parola che l'uomo ha nella
mente che, bench ella sia profferta di fuori e comunicata ad altri,
non si parte per n separata dal cuore. In queste cose si dimostra
la dignit dell'uomo, per cui Dio ha operate tante e s grandi
cose.
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In te ancora, o Maria, si dimostra oggi la fortezza e libert
dell'uomo, perch, dopo la deliberazione di tanto e s grande
consiglio, mandato a te l'angelo ad annunciarti il mistero del
consiglio divino e cercare la volont tua, e non discese nel ventre
tuo il Figliuolo di Dio prima che tu lo consentissi con la volont
tua.
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Dunque manifestamente si dimostra la fortezza e libert della
volont, che n bene n male veruno si pu fare senza la volont; e non
demonio n creatura che possa costringerla a colpa di peccato
mortale se ella non vuole, n ancora pu essere costretta ad
adoperare verun bene pi che ella si voglia, s che la volont
dell'uomo libera, che nessuno la pu costringere a male n a bene se
ella non vuole.
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Picchiava, o Maria, alla porta tua la deit eterna, ma se tu non
avessi aperto l'uscio della volont tua non sarebbe Dio incarnato in
te. Vergognati, anima mia, vedendo che Dio oggi ha fatto parentado
con te in Maria. Oggi t' mostrato che bench tu sia fatta senza te
non sarai salvata senza te; onde, come detto , oggi bussa Dio alla
porta della volont di Maria e aspetta che ella gli apra.
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ma subito che egli fu concepito in te gli fu innestato ed
annesso il desiderio di morire per la salute dell'uomo, per la
quale si era incarnato; onde grande croce gli fu a portare tanto
tempo quel desiderio il quale egli avrebbe voluto che subito si
fosse adempito.
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A te ricorro, Maria, e a te offro la petizione mia per la dolce
sposa di Cristo dolcissimo tuo figliuolo e per il vicario suo in
terra, che gli sia dato lume s che con discrezione tenga il modo
debito atto per la riformazione della santa chiesa.
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Si unisca ancora il popolo insieme, e si conformi il cuore del
popolo col suo, s che mai non si levi contro il capo suo. Pare a me
che tu, Dio eterno, abbi fatto di lui una incudine, che ognuno lo
percuote con la lingua e con le opere quanto pu.
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Anco ti prego per quelli che tu hai messi nel desiderio mio con
singolare amore, che tu arda i cuori loro s che siano carboni non
spenti ma accesi ed affocati nella carit tua e del prossimo, s che
nel tempo del bisogno essi abbino le navicelle loro ben fornite per
loro e per altrui.
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Io ti prego per quelli e quali tu m'hai dati, bench io non sia
loro cagione di verun bene, ma sempre di male, perch io non sono
loro specchio di virt ma di molta ignoranza e di negligenza.
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O Maria, benedetta sia tu tra tutte le femmine in seculum
seculi per tutti i secoli, che oggi tu ci hai dato della farina
tua. Oggi la deit unita ed impastata con l'umanit nostra s
fortemente che mai non si pot separare, n per morte n per nostra
ingratitudine, questa unione;
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anco sempre fu unita la deit, eziandio col corpo nel sepolcro e
con l'anima nel limbo, e insieme con l'anima e con il corpo in
Cristo. Per s fatto modo fu contratto e congiunto questo parentado,
che s come mai non fu diviso, cos in perpetuo mai non si
discioglier. Amen.