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2 In copertina: foto di San Michele cromaticamente rielaborata da ...

Date post: 10-Feb-2017
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2 PASQUALE RUSSO In copertina: foto di San Michele cromaticamente rielaborata da Giu- seppe Palmieri. Le foto sono state fornite da Antonio Arpèa, don Antonio Cantelmi, Fratelli Palmieri, Franco Perrone, Adriano Romano e Antonio Romano. In quarta di copertina: ampolline contenenti la Manna trasudata dalla Sacra Immagine dipinta sulla parete centrale del “cappellino”.
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PASQUALE RUSSO

In copertina: foto di San Michele cromaticamente rielaborata da Giu-seppe Palmieri.

Le foto sono state fornite da Antonio Arpèa, don Antonio Cantelmi, Fratelli Palmieri, Franco Perrone, Adriano Romano e Antonio Romano.

In quarta di copertina: ampolline contenenti la Manna trasudata dalla Sacra Immagine dipinta sulla parete centrale del “cappellino”.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

PASQUALE RUSSO

A TE, FERVIDO ARCANGELO!Storia, tradizione ed attualità del culto michaelico

a Sala Consilina

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Al semplice pastore che udì la vocedi San Michele

sopra il monte vicino alla Balzata

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

PRESENTAZIONE

ATe, fervido Arcangelo, il nostro grazie più vivo e sincero per il rapporto che ci hai offerto in questi anni di vita.

Ho detto “il nostro grazie” perché voglio offrirti il grazie

a lui debbo la prima notizia del tuo culto a Sala: mi diceva: «Ala Sala fanno1 san Michele, lu volu dell’Angelo, la Barca, la pro-cessione…». E’ nata, così, in me, la prima curiosità di conoscere

giorno in cui come Parroco sono venuto a Sala Consilina, il 29settembre 1983. Lungo gli anni ho capito che questa festa era il rinnovo di un’alleanza.

Tu, psicopompo, “portatore delle anime a Dio”, avrai già pre-sentato mio padre Michele a quel Dio cui nessuno è pari. Me lo dice la commozione che mi assale ogni volta che penso a lui e il santo orgoglio che provo ogni volta che sento dai suoi conoscenti elogiare la sua arte di falegname e la sua bontà di uomo.

nella innumerevole famiglia di tanti altri santi, almeno di quelli alla cui processione partecipava talvolta scalza, per impetrare le grazie necessarie alla famiglia e per la familiarità con cui me li additava, non mi additava statue di legno, ma persone viventi. Il mio cammino verso il Sacerdozio è stato spedito e sereno grazie anche al suo camminare scalza.

1 Ho lasciato il termine dialettale fanno perché più vicino al latino “for -

conto, il racconto della propria salvezza e di quella del proprio popolo.

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E l’elenco continuerebbe più ampio di questo stesso libro, ma sintetizzo nel ringraziarti insieme all’intero popolo di Sala, resi-dente o/e emigrato in altre terre, nelle sue associazioni: Procura di San Michele, Congrega di San Michele, Comitato dell’Angeloe di tante persone che, come la vedova del Vangelo, all’oscuro dallo sguardo umano ma sotto la luce del Dio che tutto vede, nei due spiccioli di carità e di fede hanno illuminato il mio cammino e rafforzato la mia fede.

Grazie alle Autorità e a tutti i Responsabili della Città per i lavori realizzati sul Santuario ed, in particolare, per il grande parcheggio inaugurato l’8 maggio 1990 nel XV Centenario del-l’apparizione di san Michele sul Gargano e per la ristrutturazione e il miglioramento statico che inizierà nell’autunno del 2006.

«Che cosa fa colui che costruisce una città se non scrivere - con la pietra, con il cemento armato, con l’acciaio ed il vetro - un suo messaggio? Progettando una città, non si può evitare di dire con la forza del cemento e della pietra quale tipo di comunità umana s’intenda costruire: dal modo con cui sono organizzati gli spazi (piazza, strade, zone pedonali, mercati, case) si dirà se si preferisce stare insieme e incontrarsi oppure se tutti sentono il bisogno di fuggire verso un riparo, fors’anche antiatomico. Nelle

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sante il culto. Tornano in mente le parole con cui il regista russo Pentimento. E’ una vecchia pellegrina che

parla: “A che serve una strada se non porta ad un tempio”…?».Il tempio verso cui convergono tutte le strade di Sala è il San-

tuario di San Michele sul Monte Balzata a cominciare dal primo pellegrinaggio avvenuto il 4 luglio del 1213.

Grazie agli emigrati tutti, prova più grande che la fede riesce -

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

e paralizzata, trovava la forza di sollevarsi sulla sedia e di com-muoversi al solo sentire il nome di San Michele, a lei ed al suo

il conseguente ritrovamento dell’affresco dell’Annunziata accan-to a quello di san Michele. Se l’Arcangelo afferma: Nessuno è come Dio, l’Annunciazione racconta che solo l’Altissimo ed il tre volte Santo può incarnarsi e divenire fragilità in terra, la fragilità di un neo-concepito e di un neo-nato.

Grazie, insieme all’autore Pasquale Russo, per averci rita-gliato momenti di intelligente solitudine2

dono a Te Arcangelo.Grazie all’allora confratello Don Angelo, oggi Vescovo An-

gelo, che nel 1983 mi accolse nell’Annunziata.Grazie agli adulti ed anziani che sapranno narrare ed ai gio-

vani e fanciulli che continueranno ad ascoltare le meraviglie ope-rate in San Michele e tramandarle alle generazioni future. Realiz-zando, così, le parole del Salmo:

Una generazione narra all’altra le tue opere, annunzia le tue meraviglie. Proclamano lo splendore della tua gloriae raccontano i tuoi prodigi. Dicono la stupenda tua potenza3.

Don Antonio Cantelmi

2 Dedicarsi nella solitudine allo studio puro sembra chi sa che stoltezza; è invece timore di Dio, è inizio di sapienza. E’ il grande eremitismo cristiano, è una preparazione, (sulla croce) a contemplare Dio. Ci siamo dimenticati che l’anima non la salviamo senza impegnare a fondo l’intelligenza (Don Giusep-pe De Luca).

3 (Salmo 145 4-6).

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Origine del culto michaelico

Antichissima è la devozione all’Arcangelo Michele, lega-ta in particolare all’Oriente ove i bizantini costruivano

santuari detti Michaelion. Dall’Oriente il culto si diffuse in Oc-cidente grazie anche ai monaci basiliani che fecero sentire inten-sa la loro presenza nell’Italia meridionale. La maggior parte dei santuari dedicati a San Michele erano situati in cima ad un monte o anche in grotte, specialmente in grotte vicino a corsi d’acqua o che avessero comunque a che fare con l’acqua (l’acqua e le forze soprannaturali hanno sempre determinato la sacralità di un luo-go), anche perché l’Arcangelo fu considerato un terapeuta, ope-ratore di miracoli per mezzo dell’acqua e dell’olio1, prima che i longobardi lo ritenessero eroe bellico per le qualità guerriere.

Il culto michaelico, infatti, nel divenire storico perse il ca-rattere devozionale e taumaturgico tipicamente orientale e diven-ne guerriero e nazionalistico quando i longobardi, convertitisi al cristianesimo, elessero Michele “Santo nazionale e protettore del loro regnum”. Si appropriarono di tale culto anche i franchi e i

1 Michele è ritenuto terapeuta, perché nel Paradiso custodisce l’albero del-la vita da cui stilla l’olio capace di sanare e ridare la vita, perciò egli è preposto

M. F. VENTURA,San Michele Arcangelo, San Pietro in Cariano, Segno dei Gabrielli Editori,2003, p. 27).

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normanni quando ne vennero a contatto ed altre connotazioni fu-rono attribuite all’Arcangelo: vincitore delle forze del male, pe-satore delle anime, accompagnatore di esse in Paradiso. Già dal VI secolo sul monte Gargano se ne venerava la memoria: a San Michele era consacrata una chiesa scavata in una spelonca “di as-sai rozza pianta ma fornita di virtù celesti”. Dal Gargano la devo-zione si propaga rapidamente e i luoghi sacri sono principalmente quelli delle grotte che richiamano alla mente la frequentazione di pastori e l’incubazione di Giacobbe a Bet-el: egli dormendo all’interno di una spelonca fa un sogno, ottenendo una rivelazio-ne divina2. Le caverne naturali, pertanto, sono considerate luoghi ove la sacralità deriva dalla divinità per mezzo della virtù celeste, prima di ogni decisione umana.

2 Genesi, 28, 17.

Il Santuario sul Monte

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-vincia di Salerno al territorio del Vallo di Diano e ai paesi con-termini, si possono ben citare molte spelonche che devono la

-cordano quelle di Sant’Angelo a Fasanella, Sant’Angelo a Sala, San Michele alle Grottelle a Padula, quella di Montesano sulla Marcellana, e, legate all’acqua, la grotta di Caselle in Pittari a sud e quella di Pertosa a nord della vallata.

La maggior parte dei santuari michaelici è sì situata nelle viscere della terra, in grotte, ma anche la cima dei monti è luogo sacro ove il tempio o la chiesa o la cappella con l’altitudine espri-mono una vicinanza più prossima a Dio, ove il cielo s’incontra

monti sia sede degli angeli e San Michele è capo degli angeli, Arcangelo.

Il Santuario di Sala Consilina, dedicato all’Arcangelo, si ele-va sulla vetta di un monte, la Balzata, nella catena appenninica della Maddalena a circa mille metri sul livello del mare.

La tradizione

Non vi sono documenti che attestino l’origine ed i motivi della devozione a San Michele a Sala o che facciano ri-

ferimento alla costruzione del tempio. Si sa solo che la tradizione è molto antica e deriva dalla memoria orale che, però, subisce

-nandosi dalla fonte originale. Costantino Gatta, storico ed erudito del ’700, che ha scritto sul culto dell’Arcangelo nel suo paese natio, afferma che «Della fondazione di detto Tempio non vi è

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scrittura, ò altra memoria, che né ragioni, v’è nondimeno costan-te fama, & antica tradizione cavata da un Manuscritto che egli in tal guisa ne avesse avuto l’origine…»3.

La “Memoria dell’Apparizione di San Michele Arcangelo al Pastore nell’anno del Signore 1213” del XVII sec., cui fa riferi-mento il Gatta, rappresenta dunque il primo documento che, pur non prescindendo da richiami fantasiosi e suggestivi, squarcia le tenebre del tempo e dà luce, almeno in parte, a un passato avvolto

A testimonianza di ciò si riporta la trascrizione della copia dal manoscritto originale del XVII sec.: «Memoria fatta da me D. Marco Antonio Caporale della Terra della Sala per la Ecclesia di S. Michele sopra lo monte vicino la Vaozata per averla ‘ntsa dalli antichi Sacerdoti, e miei antichi dico di mio Vavo, Vava, e Zii Sacerdoti. Massima quando si ieva alla Processione co lo Cinto, e tutti scalzi per la grazia ò dell’acqua, ò dello buono tiem-po, che subito si aveva per lo amuri di Isso Principe, e dicevano detti Antichi, che detta Ecclesia fu fatta sopra detto Monte con grandissima Divotiuni, e concurso di Popolo, e dicevano quelli Antichi, che l’annu dello Signore 1213 nel Paese della Sala v’era una Peste horribile, che portava grandi terrore, si trovò nello Loco dove hoggi è la Madonna dello Ritu uno simplici Pasturi, e di buona vita, e stando con le pecore in ditto Luoco li apparse uno Figliolo di bella vista, e lo domandò che facesse, e che si faceva nel Paeso, li rispose dittu Pasturi, che guardava le pecore nello Paese vi è una Peste grande, e per lo timore non si ne ieva, e lo

sopra detto monte elevato, che sarete libri, non solo da questo, ma da tutti autri travagli, e vi sarrà protettore in tutti l’autri vo-stri bisogni, e fù 19 Giugno dell’anno come sopra, e Issu simplici

3 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, 1723, pp. 80, 81.

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4 La predetta copia fu trascritta nel 1733 dal dott. Domenico Giliberti come egli stesso afferma:

-natore, benche indegno, del Venerabile Santuario del Glorioso S. Michele Arcangiolo nel Monte della Città di Sala: essere stata la soprascritta Copia da me fedelmente estratta da altra consimil Copia qual si teneva registrata in dorso d’un libro dal quondam buon Sacerdote, e confessore Don Cosmo Santomartino dell’istessa Città, qual m’attestò, mentre viveva, dopò sortito il Prodigio della Resudazione della Sac. Imagine di detto Glorioso Arcangelo: che in tempo era lui Chierico d’età minore: essendo stato chiamato da una Donna Vecchia della medesima città, ad oggetto d’osservare alcune sue scrit-ture, fra quelle ritrovò la soprascritta Memoria originale del sudetto quondam D. Marcantonio Caporale e da quella n’esemplò l’accennata sua copia in dor-so del riferito suo libro: restando l’originale in potere della Vecchia sudetta,

(Vedi documento ritrovato nel 1981). Il manoscritto prima di tale data era «conservato nel Tesoro della Sacra Manna sul Monte a futura memoria», come si rileva da un appunto posto sul libro di C. Gatta, La Lucania Illustrata (in fotocopia presso P. Russo), a p. 81.

Pasturi non ne fece di nienti, poi il 4 luglio dello stesso annu dittu Pasturi si trovò sopra dittu Monte co le pecori à pascere, si mos-se una grandi tempesta che pariva, che cadisse il Cielo sopra la

passato, sintiu una Vuci, e li disse che era stato trascuratu del Tempio, che li aviva dittu, e che facesse lo tuttu che averribbino sempre la sua protittioni, e tu al presente si liberu, come così fù, et ogni cosa si seguì di detta Ecclesia e della sua devotione. Questo io so, e lo porto per memoria hoggi 16 Aprile 1631 =D. Marco Antonio Caporale»4.

Per saperne di più e con esattezza storica, dobbiamo attendere le pubblicazioni del Gatta che, riportando gli accadimenti della prima metà del settecento, rende chiaro e veritiero tutto quanto inerisce ai fatti ed al culto per San Michele Arcangelo.

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Verso il monte

«Ad una distanza di circa due miglia dalla città di Sala in un angolo di un’amena campagna, alla sinistra, verso

oriente si eleva superbo l’Appennino, nelle cui sommità poiché la natura vi ha fabbricato inaccessibili balze viene per ciò chiamato il monte della Balzata, che è diviso da una profondissima valle e, scorrendovi un perenne ruscello di limpidissime acque, forma un giogo contraddistinto dagli altri; ma tale poggio più si distingue dagli altri perché ha avuto in sorte di allogare nella sua cima più erta il famoso Tempio consacrato alle glorie dell’Arcangelo San Michele»5.

Dodici croci indicano la via che conduce al tempio. La prima s’incontra alle spalle della cappella di Santa Maria di Costanti-nopoli, un tempo iniziale punto di vista del Santuario, quando ancora la montagna non era coperta dagli alberi d’alto fusto, che ora l’adornano, la proteggono e l’abbelliscono.

Dalla cappella dedicata alla Madonna di Costantinopoli si sviluppa il percorso che esce fuori dell’abitato. Dopo circa tre km dal paese6 in una zona pianeggiante a 683 m. d’altitudine vi è la chiesetta della Madonna di Loreto, detta dal popolo la Maronna dello Ritu, un tempo con ingresso rivolto verso Oriente, ora verso Occidente: è di piccola dimensione, probabilmente costruita in epoca anteriore al 1609, anno di cui si fa menzione in una perga-mena dove viene citato il luogo detto S. Maria dello Rito7. A poca

5 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 723, p. 79.6 Sala Consilina è a 614 m. sul livello del mare.7 In una pergamena del 1609 viene citato il luogo detto S. Maria dello

Rito (SPINELLI - DIDIER, L’Archivio di San Pietro di Sala Consilina, Salerno, Laveglia Editore, 1990, p. 62).

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distanza vi è la collinetta del Calvario (744 m.), su cui è adagiato

esterno ha una edicola con l’immagine di San Michele8 e sulla soprastante piazzola tre croci, rivolte una ad est, l’altra ad ovest e la terza a sud (esse alludono alla morte di Cristo e dei due ladro-ni). Il sacerdote l’otto maggio vi recita le preghiere di rito e tiene l’omelia ai fedeli prima che si riprenda il cammino processionale su per la montagna.

Da qui inizia la vera e propria ascesi al Santuario. -

procede verso l’alto, ci si alleggerisce del peso dei propri peccati (le undici croci dei tornanti e le tre poste sul calvario rimandano

quelle del calvario richiamano i 12 apostoli).“la salita diviene

metafora dell’ascesa dello spirito”9.

curva l’altitudine è di 867 m. -

mente al sagrato a 986 m. sul livello del mare10.

8 L’immagine fu dipinta da G. Gallo su mattonelle della “Ceramica La Vietrese”, offerte “a devozione di Michele Cavallo 1925 e a devozione di An-tonio Santarsiere di Domenico 1966”.

9 M. F. VENTURA, San Michele Arcangelo, San Pietro in Cariano, Il Segno dei Gabrielli editori, 2003, p. 58.

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22, particella 18.

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11 A. SACCO, La Certosa di Padula(ristampa anastatica 1982), 1914, p. 25.

In località Sant’Angelo nel territorio di Sala Consilina un tempo si tro-vava una chiesa ed una grotta in cui era venerato il Santo guerriero: “Mirasi una grandissima spelonga uvi erasi lo altare maior e li altri allo culto di San

Uo-mini e fatti del nostro Meridione, Salerno, Palladio Editore, 1991, p. 70). Orasono visibili solo ruderi.

“Il santuario dista egualmente dall’antico feudo di Sant’An-gelo e da Sala e le linee congiungenti i tre punti formano un trian-golo isoscele di cui l’angolo ottuso o retto, il vertice, è nell’alto, a San Michele, e gli acuti uno a Sala e l’altro al feudo di Sant’An-gelo”11.

1935 - Verso il monte

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Il luogo sacro appare al pellegrino nella sua spazialità aerea e nella sua grandiosità strutturale con la chiesa e il campanile settecentesco, che, a sinistra di chi guarda, completa la visione e determina, nella sua posizione, il punto geodetico.

Durante l’ascesa il popolo penitente, un tempo, in onore del Santo protettore soleva cantare:

Iamu a lu mundi a truvani a San Michele,Lu iamu a bbisitani, oh cchi ggioia chi sarà.

Pi mmari, pi terra si nnumminatu tu,Sandu Micheli Arcangilu si cchjinu ri virtù.

Aruramu il nostro Principe e la sua putistà,Sandu Micheli Arcangilu, pi nnui stai a pprijha.

Mendri caminu mi sendu ‘na ggioiaRa San Micheli mi sendu chiamà,

Mi sendu rici: viniti, viniti, Ca vi vogliu perdunà.

Oi San Micheli bellu chi stai ‘ngoppa a stu mundiCcu ss’uocchi belli ’mbrondi, tu n’era aiutà.

Ebbiva San Micheli, San Micheli sempre vivaEbbiva San Micheli, viva Ddio che Lo creò.

Oi San Micheli bbellu chi stai ‘ngoppa a stu ’nghianuCcu ssa spata mmanu, tu n’he cunzulà.

Ebbiva San Micheli, San Micheli sempre vivaEbbiva San Micheli, viva Ddio che lo creò12.

12 (Andiamo al monte a trovare San Michele, lo andiamo a visitare, oh! che gioia che sarà. Per mare e per terra sei nominato tu, San Michele Arcangelo

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Ad occidente della Balzata, lungo gli stessi gioghi della catena appenninica, si contrappone il monte “Sito Alto”, sulla cui cima vi è una chiesetta, che ospita la statua della Madonna, detta dal popolo “la Maronna re la Sitauta”, che dall’altitudine di 1467 me-tri par che protegga la dimora dell’Arcangelo Michele, posta ai suoi piedi a circa 480 m. in linea d’aria più in basso. “Da quell’al-tura si gode splendida vista su gran parte della pianura sottostan-te. Per converso San Michele si vede torreggiare in alto tanto dai paesi e dai monti opposti, quanto dal piano della valle superiore del Tanagro”13.

Sul monte

Il Santuario è costituito del sagrato, della chiesa, del cam-panile e di una fabbrica con stanze che accolgono il clero

ed i pellegrini e di una terrazzina ad est.

botte sagomata su un arco a tutto sesto impostato su due snelli pilastrini (piedritti) che ne costituiscono gli stipiti. Sulla chiave

sei pieno di virtù. Adoriamo il nostro Principe e la sua potestà, San Michele Ar-cangelo per noi stai a pregare. Mentre cammino mi sento una gioia, da San Mi-chele mi sento chiamare, mi sento dire: venite, venite, ché vi voglio perdonare. San Michele bello, che stai sopra questo mondo con questi occhi belli in fronte, tu ci devi aiutare. Evviva San Michele, San Michele sempre viva, evviva San Michele, viva Dio che lo creò. O San Michele bello che stai sopra questo pia-no, con questa spada in mano, tu ci devi consolare. Evviva San Michele, San Michele sempre viva, evviva San Michele, viva Dio che lo creò).

13 A. SACCO, La Certosa di Padula,(ristampa anastatica 1982), 1914, p. 25.

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d’arco è scolpita la data 1945, anno in cui fu effettuata una più

-strella in pietra di Padula e una croce patente scolpita a rilievo. Accanto alla grande porta d’ingresso vi è un’altra croce in pietra, che in antico forse era simmetrica alla prima, rimossa poi pro-babilmente dalla sede originale. I due medaglioni avvisano che quel Santuario è luogo consacrato. La caratteristica del pronao è l’asimmetria, data dal portone d’ingresso, posto più a sinistra di chi entra rispetto alla verticale immaginaria che scende dalla chiave d’arco al piano del pavimento.

Il portone di legno stagionato è a due battenti: quello destro è tagliato a metà in modo da ricavarne una porticina d’ingresso. Al di sopra delle due ante vi è un’imposta che può aprirsi quan-do la statua di San Michele deve entrare o uscire dal Santuario.

Santuario esterno: sono visibili i due leoni trafugati e i due residui bellici del 1943 ora rimossi.

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Essa entra ed esce due volte l’anno, a maggio e a settembre: l’otto maggio il simulacro compie il viaggio di ascesa, il 29 settem-bre seguendo il cammino inverso, quello di discesa dal monte14.Rilevata dalla caggia, lo scarabattolo del Santuario15, la statua è portata a spalla da otto uomini, mentre altri due fanno da guida lungo tutto l’itinerario che dal monte conduce in città16. Al ter-mine trova ospitalità nella chiesa della SS. Annunziata in un’altra caggia, la custodia fatta costruire dalla “Congrega della Carità” di Sala17 e sistemata nell’abside a mezza altezza tra il catino e l’altare18.

14 Il simulacro parte dal paese, e propriamente dalla chiesa della SS. An-nunziata, ove dal 29 settembre dell’anno precedente e per tutto il periodo in-

e contrassegnato da due ovali laterali che ne indicano sul lato destro la data della costruzione, l’anno 1864 e il nome del committente, la Congrega della Carità di Sala, e sul lato sinistro lo stemma della città di Sala. (Lo scarabat-

di altezza e 210 di profondità - Notizie desunte dalla relazione di restauro del 2001 di Antonio Colitti).

15 Nel 1907 (25 ottobre) Giuseppe Labriola dona la caggia che accoglie la statua di San Michele nel Santuario durante il periodo estivo. Nello sca-rabattolo di legno vi è una targhetta di carta con la scritta “C. Bournique e C Napoli”.

16 La processione parte dal monte, tocca il Calvario, la cappella della Ma-

piazzetta Gracchi, percorre via Albinio, via Felice Orsini, via Silvio Pellico,

17 La Congregazione della Carità era una pia amministrazione, che pro-babilmente sorse per effetto delle leggi eversive, che stabilivano che tutte le opere pie amministrate dalle chiese o da comunità religiose fossero accentrate in un solo organismo col compito del maneggio delle elemosine, cf. V. BRACCO,Polla, linee di una storia, Salerno, Cantelmi, 1976, p. 445.

18 La caggia nel 1926 fu rimossa dal lato sinistro del piano del pavimento

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La chiesa sul monte è a croce latina a tre navate, con am-bienti laterali contras-segnati da pilastri su cui poggiano sei ar-chi a tutto sesto, che in cima accolgono al-

-tengono quattro altari adornati da altrettante cornici di stucco che un tempo erano sedi di dipinti su legno,

l’Annun-ciazione, la Natività, San Carlo Borromeo e San Francesco di Sales, San Raffaele e Tobia.

dove era stata ubicata sin dall’anno della sua costruzione e trasportata dietro l’altare maggiore al centro del coro, ove, ancora oggi, maestosamente cam-peggia. La statua di San Michele vi viene posta con un apposito “congegno elevatore” costruito dall’esperto meccanico Sigismondo Magaldi.

La statua di San Michele, dopo il terremoto del 23 novembre del 1980,a causa dei lavori di ristrutturazione e consolidamento della SS. Annunziatadal 1988 al 1989 fu ospitata nella chiesa di San Pietro apostolo in una custo-

chiesa di San Nicola per poi essere riposta di nuovo nella caggia originale dal settembre 1994, a lavori ultimati.

La “caggia” un tempo posizionata al lato sinistro dell’altare maggiore.

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L’aula centrale è delimitata da pilastri con archi a tutto sesto. Sui pilastri e sui muri interni sono riportate dieci croci patenti

-cangeli19. Separa l’aula centrale dal presbiterio, che un tempo era l’antica chiesetta, detta dal popolo “cappellino”, una settecente-sca balaustrata in pietra di Padula. Il cappellino, preparato da un arco trionfale con lo stemma in stucco del vescovo di Capaccio Antonio Raymondi, ospita l’altare policromo di pietre intarsiate, impreziosito, prima del furto del 1982, da due angeli di nobile fattura, splendida espressione dell’arte barocca.

Dietro l’altare maggiore, nel fondo dell’antico tempio, è af--

chele che riporta la vittoria sul demonio ed è in atteggiamento di pesatore d’anime

alla luce in occasione di un recente restauro. La chiesa ha la volta a botte, dipinta nel 1914 dal pittore Giuseppe Volpe, che vi rap-

due medaglioni di completamento sono evidenziati i simboli del santo guerriero: la spada e l’elmo, e lo scudo con la scritta Quis ut Deus20. Essa comunica con l’esterno da tre lati: con la porta rivol-ta verso Sala, l’antico ingresso al Santuario, con quella che guar-

19 Le dodici croci patenti (dieci interne e due esterne), confermano la con-sacrazione avvenuta il 12 maggio 1805 da parte del vescovo Filippo Speran-za attestata da una lapide all’interno, posta sull’angusta porta d’ingresso ad occidente, mentre la dedicazione del tempio all’Arcangelo era già avvenuta nell’anno 1741, il 24 giugno, da parte del vescovo Don Cesare Rossi di Mon-tepeloso, oggi Irsina (F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala Consilina, Tip. De Marsico, 1900, p. 95).

20 La volta fu dipinta in occasione della ristrutturazione del Santuario vo-luta dalla Società “Torquato Tasso” di New York nel 1914 come attesta la lapide posta sulla facciata del Tempio.

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da la Valle di Teggiano e con la porta rivolta verso Marsico, i cui abitanti avevano lo iussu, cioè il diritto di portare a spalla la sta-tua lungo l’ultimo tratto, dall’ultima curva al sagrato in occasio-ne della festa dell’otto maggio, e viceversa dalla chiesa all’inizio dell’ultima curva, il successivo ventinove settembre. All’interno vi è una piccola acquasantiera in marmo. Sull’arco di trionfo del cappellino -condo la tipologia dell’architettura del settecento, che richiama quelle laterali, impreziosita da vetri policromi offerti nel 1986dal Sac. Antonio Cantelmi e dai signori Michele Pompa, Miche-le Pica, Antonio Arpèa, Antonio Marino e Vincenzo Lobosco. Vi sono rappresentati: sul lobo sinistro San Michele e San Gabriele, sulla destra l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria, al cen-

-re i tre sì che hanno salvato l’umanità: il sì degli Angeli a Dio, il sì dell’umanità a Dio, il sì di Dio-incarnato al Padre.

Prodigio della resudazione

Scrive Costantino Gatta:«Correva l’anno 1715, quando Dio, sdegnato per i peccati

degli uomini, li riprendeva con frequenti turbini ……Ma tempeste maggiori nel medesimo tempo i barbari Traci

quando il Sommo Pastore per placare l’ira di Dio fece sperare ai fedeli, nei celesti tesori dell’indulgenza, una insperata misericor-dia, così che tutti facevano penitenze per far ritrattare la mano di Dio dalle giurate vendette.

Per ciò alcuni devoti sacerdoti di questa città di Sala si por-tarono riverentemente in detto sacro monte solito asilo delle av-

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versità [e ciò fu il 17 maggio di detto anno (1715)] per porgere

di intercedere da Dio la serenità dell’aria così come si fosse com-piaciuto di avvalorare col suo potente aiuto l’armi dei Cristiani contro i barbari maomettani, inesorabili nemici della nostra fede.

-sa dal reverendo sacerdote D. Cosma S. Martino21, uomo di vita esemplare e molto devoto dell’Arcangelo S. Michele intorno al tempo della consacrazione, si vide dalla Sacra immagine, spe-cialmente dal venerabile volto, grande quantità di limpidissimo

-

quei Sacerdoti che il fatto fosse prodigioso per cui, terminata la solennità della Messa, e raccolto parte di quel sacro liquore in ampolline di vetro subito ragguagliarono del fatto Monsignore D. Francesco di Nicolò, vescovo di Capaccio, che allora risiedeva nella città di Sala. Egli all’annuncio esclamò con S. Paolo: Chi

suddetti sacerdoti nel seguente modo:“Piaccia alla divina bontà e al glorioso S. Michele che vo-

glia consolare il loro desiderio ed assistere col potente patrocinio ai comuni bisogni. Del resto speriamo in Dio che si renda sempre più cospicua codesta Cappella di S. Michele nella conformità di tant’altri luoghi e che sempre più si accresca la devozione del popolo, né per adesso m’occorre aggiungere altro.

Sala 17 maggio 1715 Affezionatissimo come fratello Francescovescovo di Capaccio”

21 Don Cosma San Martino, ordinato sacerdote dal vescovo De Pace, al-l’epoca del miracolo aveva 64 anni (P. EBNER, Chiesa, Baroni e Popolo del Cilento, vol. II, Roma, Edizione di Storia e Letteratura, 1982, p. 477).

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Il giorno di sabato per la novità del prodigio accaduto si por-tarono nel sacro luogo innumerevoli persone e non si osservò nella venerabile immagine alcun’alterazione, giudicandola arida come al solito.

La Domenica 19 di maggio il popolo di Sala vi si portò pro-cessionalmente e penitente, e giunto, datosi in penitenze e ad umilissime preghiere si vide mutare colore e poi a resudare di nuovo mentre il Sacro liquore cresceva a stille a stille, in modo che gocciolando in giù formava numerosi rivoli, che fu parimenti raccolto e conservato in ampolline.

Lo stesso accadimento si osservò in altri giorni dello stes-so anno e ciò specialmente nelle solennità di Maria Santissima e

avvenimento non è mai accaduto al tempo in cui il popolo si è portato senza penitenza, ma solo per piacere e per curiosità.

Negli anni seguenti, nonostante un concorso maggiore di po-polo si è osservato più raramente, indi si restrinse solo ai giorni della festività dell’Apparizione e dedicazione di San Michele, e all’anniversario del suddetto avvenimento che cade il 17 maggio come pure in qualche altra giornata in cui il popolo vi si è portato penitente per implorare grazie.

solo in presenza d’innumerevole popolo, ma anche dell’illustrissi-mo e degnissimo Prelato D. Carlo Francesco Giocoli, che, essen-dosi portato il dì 28 di settembre nel sacro eremo nella solennità del vespro e poi di nuovo la mattina seguente, giorno festivo del santo e avendo attentamente osservato, che grondava dopo le so-

che come ruscello scendeva giù dalla santa Immagine, esclamò: Questo luogo è impressionante.

La predetta resudazione suole durare lo spazio di tre ore, dopo la sacra Figura incomincia a riasciugarsi tanto che al cadere

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del giorno si scorge tutta arida come si osservava la mattina prima dell’avvenimento ed il giorno precedente»22.

Anche il vescovo di Capaccio dà testimonianza del prodigio:«Carlo Francesco Giocoli per grazia di Dio e della Sede

apostolica già vescovo di San Severo e ora della chiesa di Ca-paccio e delle sedi unite di Paestum, Velino, Agropoli, Bussento, utile signore di Monte Lucoli ecc.

Rendiamo noto a tutti e a chi esaminerà, leggerà e parimenti agli ascoltatori ai quali queste nostre lettere saranno lette e testi-moniamo nel Signore come nel tempio di San Michele Arcangelo, eretto sulla cima dello stesso monte della città di Sala di que-

un’antichissima immagine di detto celeste principe della milizia, dipinta su un aridissimo muro durante le sacre celebrazioni più volte si mostrò prodigiosa scaturigine di linfa che prima resudò

-bondanza che per altrettante volte furono riempite della stessa più ampolle. E proprio tale prodigio che si manifestò più volte in detto corso di anni, non in altro tempo, come più volte accad-de in occasione delle più grandi festività di Santa Madre Chiesa sia nella solennità della Madre di Dio, dei Santi apostoli che in quella dello stesso San Michele e generalmente in nessuna altra ora se non durante la celebrazione delle Messe e mentre tutto

mosso da salutare penitenza si rivolse a Dio: Tale e così salutare portento per la prima volta si mostrò il 17 maggio dell’anno pre-detto (1715) al tempo del presulato del nostro predecessore ora arcivescovo di Consa; non senza consolazione del nostro animo tale portento toccò a Noi anche per i nostri occhi. Che tale resu-

22 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l721, pp. 88 – 89.

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dazione poi fosse miracolosa non solo tale argomento lo dimo-stra da una parte, ma viene riconosciuta chiaramente dagli atti compilati dalla nostra Curia, con cui ecc. In fede di tutti i quali e singoli questi presenti sottoscritti dalla nostra mano demmo mu-niti col timbro del nostro episcopio della città di Novi il dì 17 del mese di ottobre del 1720.

C(arlo). F(rancesco). vescovo di Capaccio

Luogo del sigillo Angelo Pinto Cancelliere»23

Dopo il prodigio

«Io, Costantino Gatta, ritrovandomi nell’anno 1715 al governo della città di Sala in qualità di capoeletto feci

subito convocare pubblico consiglio e fu interpretato dai Cittadi-ni che tale avvenimento fosse un segno di protezione di san Mi-chele verso questa Città e che voleva essere venerato con mag-giore stima in detto sacro tempio, per cui furono subito creati ed eletti dal pubblico due dell’ordine dei primi gentiluomini per il governo di detto Santuario, con l’impegno e l’obbligo di avere cura del santo luogo.

Nello stesso tempo dal Chiericato di Sala furono destinati tre Sacerdoti, che dovessero continuamente assistere e di giorno e di notte alla venerazione del sacro tempio, udire le confessioni dei fedeli che in gran parte convenivano anche da remote contrade.

23 Vedi in appendice il documento in latino.

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Nel corrente anno 1720 l’illustrissimo Monsignore Giocoli ha costituito un penitenziero ordinario con ampia potestà crean-

I detti sacerdoti mutano ogni settimana. In tale luogo per comodità dei Sacerdoti si è fabbricato un casino, e si pensano altre fabbriche; sulla porta del tempio è stata scolpita in marmo l’iscrizione», che ricorda lo straordinario evento24.

«La memorabile resudazione è accaduta dopo l’occaso del sole e in tempo di difetto dei lumi, come avvenne nell’anno 1719nel dì dell’epifania ad ore due in circa di notte»25.

«I Paesani verso il glorioso Principe hanno sempre avuta somma devozione, come si scorge da altri antichissimi tempij in questo territorio di Sala consacrati al medesimo Arcangelo e ora si vedono sepolti dalla voracità del tempo nelle proprie rovine o

tempio con stupendo miracolo»26.«Essendosi tal liquore riconosciuto celeste per le sue mera-

vigliose virtù è stato esposto alla pubblica venerazione in molti luoghi e fra gli altri fu esposta il 29 settembre del 1716 nella insi-gne collegiata consacrata a San Michele della nobilissima Città e Repubblica di Lucca una Ampollina piena de questa Sacra Man-na, che fu trasmessa dall’illustrissimo Monsignore D. Francesco Nicolò, come consta da un autentico e pubblico attestato fatto so-lennemente in forma valida, in detta città che si conserva nell’ar-chivio di questo Sacro Tempio e da una lettera scritta e trasmessa a mons. Niccolò dal Reverendissimo sig. D. Ambrogio Rossi, Te-soriero e cappellano di detta collegiata del seguente tenore:

24 Vedi il testo latino e la traduzione riportati tra le lapidi.25 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 721, p. 101.26 C. GATTA, ivi, pp. 127, 128.

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Ill. e rev. Sig. padrone col(endissimo).Finalmente grazie all’Altissimo, alla Gloriosissima sempre

Vergine Maria, e all’adorato Principe della celeste gerarchia S. Michele Arcangelo, il giorno 29, festa della sua dedicazione fu esposta alla venerazione dei fedeli l’ampolla del sacro licore al-l’Altare maggiore di questa insigne Collegiata con sontuoso ap-parato di tutto questo Tempio, e ricco e nobile Reliquario come dall’acclusa copia di Bolla riconoscerà, e fu cantata la Messa da questo Monsignore ill. decano con più cori di musici e grande il concorso che vennero ad adorare e ammirare le meraviglie e

e suol compartire al genere umano. Io che più d’ogni altro mi ri-trovo interessato in questo sacro affare, non posso far di meno di non portarne alla bontà di V. Ill. la notizia e assieme col più reve-rente ossequio renderne di nuovo alla dilei liberalità le più umili grazie, che possa il mio cuore esprimerli, come faccio ancora col suo degnissimo Clero della Sala e in ispecie col Re. Sig. Arciprete che unitamente con V. Ill. hanno dato alla sudetta insigne chiesa e a tutta questa Città sì celeste dono, la cui memoria sarà eterna, assicurandole ancora che si sono fatte pubbliche e particolari orazioni secondo la loro giusta e pia intenzione. Condoni V. Ill.

umanità e resto facendogli profondissimo inchino.Lucca 4 ottobre 1716.Di V. Ill. e Rev. Humil. Divot. E Obblig. ServoD. Ambrogio Rossi.

L’ampolla fu ancora portata in processione dalle monache del monastero di San Nicola di Mira della città di Lucca e ciò per im-plorare la protezione del glorioso S. Michele contro le tempeste e i fulmini»27.

27 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 721, pp. 148 – 150.

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Nel libro delle Missioni Fra Domenico Serio dell’Ordine dei Predicatori fa menzione del miracolo di San Michele avvenuto nell’anno 1715 con le seguenti parole:

“…Quanti prodigi Egli (San Michele) ha operato in diver-se parti della cristianità; ma per tralasciarne ogni altro chi non ammira quegli che fa Egli tutti dì nel nostro Regno? Quanti ne ha Egli operato nel Monte Gargano nella Puglia: quanti nella Città della Sala nella Lucania, ove sono stato io spettatore nel meravi-glioso trasformamento del suo vaghissimo Volto, ora in candido, e ora in vermiglio, allora che ebbi l’onore di predicarvi il mio Quaresimale; ho veduto io il prezioso sudore che nel maggiore fervore del Popolo si degna Egli fare scorrere dalla sua Santa Immagine, ed in tanta abbondanza, che ne tiene piene quella Cit-tà nel suo Tesoro più Urne per dispensarsi a’ Devoti, de’ quali a turbe sogliono concorrere a visitarlo nella sua Chiesa, già fatta una delle Pellegrinazioni più celebri”28.

Nella Relazione ad limina del 1761 il vescovo di Capaccio Antonio Raymondi scrive e conferma:

«Lo stesso santuario è tenuto in massima venerazione per i non pochi prodigi dello stesso angelo, segnatamente per una mi-racolosa linfa che stilla dalla sua stessa immagine dipinta sulla parete, molto spesso e in special modo due volte all’anno, pro-priamente nei suoi due giorni festivi di maggio e così anche di settembre; perciò proprio in queste due circostanze si va lì dalla città di Sala in solenni processioni con grande concorso di popo-lo e nei nove giorni che precedono nove sacerdoti oltre ai chierici si trattengono per tenere gli esercizi spirituali; colà sono state costruite alcune camere da letto per comodità di due o più cap-pellani che vi dimorano per assolvere le funzioni connesse a quel

28 C. GATTA,Napoli, Muzio, 1732, p. 74.

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santuario e per amministrare i sacramenti ai moltissimi forestieri 29.

Ampliamenti

«Il tempio (di San Michele Arcangelo) - riferisce ancora il Gatta - sta situato alla sommità più erta del monte,

fabbricato non sul terreno, ma su un vivo sasso, e esposto per ogni parte non meno al riverbero de gli vibranti raggi del sole,

e le mura stanno così ben commesse, che naturalmente non può entrarvi neppure un atomo di piovana acqua»30.

In un documento del 1852 si afferma che nel 1718 «esso è situato sopra una pietra ed è isolato. E’ ventilato da tre lati e so-prattutto quello ove è posta la Sacra Immagine, esposta a mezzo-giorno.

Il quarto lato comunica, mediante un arco, con la Cappella esteriore.

dentro è ben intonacata, fuori è coperta di embrici così che non può penetrarvi l’umidità»31.

Sul primo ampliamento Costantino Gatta fornisce ancora preziose informazioni:

29 O. PEPE, Chiesa e Società a Sud di Napoli, Relazione ad limina III -1761, II, 19 - 20, Firenze, Ermes, 2002, p. 62- 63.

30 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l721, pp. 79, 98.31 Dalla copia del Sommario del processo formato sopra la portentosa

monte della citta’ di Sala, ut intus, fatta il 20 maggio del 1852 dal Servo della Diocesi di Diano Lorenzo Pericolo - vedi appendice.

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«E infatti l’anno passato (1720) nello scavare le fondamen-ta della nuova cisterna vicino il sacro Tempio fatta fabbricare per uso e comodità dei pellegrini con proprio denaro dall’illu-strissimo vescovo Carlo Francesco Giocoli, abbiamo osservato le rovine dell’antico tempio, che pareva fabbricato bassamente a forma di spelonca sotterranea, e nelle sue basse e profonde mura si osservavano le dipinture delle Sacre Immagini, logorate dall’antichità»32.

…«Quindi a tale piccolo Tempio, riuscendo molto angusto al grande concorso di popolo fu aggiunta con l’elemosine dei fedeli una nuova fabbrica, restando l’antica, ove è la venerabile Im-magine, racchiusa a modo di Tribuna, senza che restasse affatto alterata nel suo antico sistema»33.

Egli inoltre aggiunge:

basilica, ma si osserva una semplice fabbrica eretta sulla durezza delle selci, composta di rozze pietre del monte.

E’ questo tempio eretto sul vivo sasso nella sommità del mon-te, costruito di mura stabili e quadrate, che formano per tetto

più impetuose ire dei venti, ai quali sta esposto per ogni parte e frenare la furia dei turbini con la robustezza della fabbrica..

Ha la porta rivolta al settentrione alla cui prospettiva si mira un piccolo altare sul quale si scorge per icona dipinta sul muro un’antica e venerabile immagine che esprime con pittura

-vane alato con la lancia alla destra in atto di ferire il demonio

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32 C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., pp. 81, 82.33 Ibidem, p. 83.34 Ivi, p. 80.

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L’accenno alla spelonca e alle logorate dipinture fa pensare che in origine il Santuario fosse in una grotta dipinta da immagini di ascendenza bizantina, legandosi così alla tradizione che ritene-va i luoghi sotterranei ambienti riservati alla divinità.

All’epoca dei vescovi Carlo Francesco Giocoli (1717 -1723)e Odoardi (1724 - 41) si procedette alla costruzione di una secon-da fabbrica, restando intatta l’antica. L’ampliamento terminò nel 1728 come attesta il primicerio della cattedrale di Capaccio, Gio-van Battista Salomone, nel verbale del 18 novembre del 1728, re-datto in occasione della sua visita pastorale alle cappelle di Sala. Menzionando quelle fuori abitato, cita anche S. Maria di Loreto e la cappella di San Michele Arcangelo che - egli scrive - è supra collem, olim constructam et ad presens ampliatam; ha un altare privilegiato di San Michele e due altari laterali (San Michele e San Giuseppe). Dalla relazione del primicerio si può facilmente intuire che l’altare maggiore fu completato in quell’anno35

lapide in lingua latina che un tempo doveva trovarsi nel cappelli-no e che ora è posta sulla porta d’ingresso all’interno del Santua-rio, ne ferma il ricordo:

A Dio ottimo massimoA perpetua memoria

Questo altare maggiore dedicato al divino principe degli an-geli, fu impreziosito per speciale generosità di Sua Santità Be-nedetto XIII con perpetua indulgenza per il suffragio delle ani-me purganti il venerdì di ogni settimana e durante l’ottava della commemorazione dei defunti

nell’anno della Salvezza 1728 Il marmo e il luogo della sua collocazione fanno ritenere

che un nuovo altare avesse sostituito quello antico rudimentale e

35 P. EBNER, Chiese, Baroni e Popolo nel Cilento, II, Roma, Edizione di Storia e Letteratura, 1982, p. 478.

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piccolo posto sotto l’Immagine dipinta di San Michele Arcange-lo.

All’epoca di don Antonio Raymondi, allora vescovo di Ca-paccio (1741-1768) e residente a Sala nel palazzo sito nel rione di San Raffaele, il tempio fu ulteriormente ingrandito nel rispetto dei canoni dell’architettura tardo-barocca, assumendo l’aspetto quale adesso si presenta al pellegrino.

Nella sua Relazione ad limina del 1761 il presule, soffer-

ed illuminanti chiarimenti:«Sulla cima di un alto monte non lontano dalla città di Sala

-egli scrisse- si erge un santuario sotto l’invocazione di San Mi-chele Arcangelo, che per mia solerte cura dall’inizio del mio presulato da piccola cappella dei tempi antichi fu ricondotta ad elegantissima forma con ampia chiesa costruita a volta e da ora

Interno del Santuario: altare maggiore policromo ed angeli laterali ori-ginali.

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poi con quattro altari, con un organo36 e una cantoria, ed anche 37.

Nell’ottocento pochi furono gl’interventi sul tempio che si

terremoto del 1857 che interessò Sala, il Vallo di Diano e molti paesi della Lucania.

Michelarcangelo Bove, allora sindaco della città, non trascu-rò in tale occasione il Santuario del Santo Patrono. Confermano l’azione di encomiabile zelo dell’insigne salese le parole di Padre Alfonso da Pescopagano, che ne intessé un appassionato elo-gio in occasione della morte, avvenuta nel 1860: “Quello che più contraddistingue l’ illustre concittadino si è che, prescelto a far parte di una Commissione per la restaurazione del santuario del Protettore, l’arcangelo Principe S. Michele, quasi abbattuto dal terremoto, egli, non curando strapazzi, disprezzando disagi, tutto fuoco, tutto energia, tutto impegno, si occupa a farlo risorgere con più maestà e con più gusto artistico”38.

Presumibilmente è successiva l’aggiunta di nuove stanze alla foresteria.

Nel novecento si deve ricordare il restauro del 1914 voluto dalla Società Operaia di mutuo soccorso “Torquato Tasso” di Sala Consilina, residente a New Jork.

36 L’organo, dotato di una cassa molto bella era adornato di stucchi di colore verde ed oro (i colori predominanti dell’Arcangelo). Esso fu trafugato nella notte di razzie del 23 aprile 1982 da mani sacrileghe.

37 Ho tradotto dal latino: «In praecelsi montis fastigio non procul a ci-vitate Salae exstat sanctuarium sub invocatione Sancti Michaelis Arcangeli,quod priscis temporibus ex parvo sacello mea cura et sollertia redactum ab initio usque mei praesulatus ad elegantisimam formam, cum ampla fornicata ecclesia et quattuor hinc inde altaribus, cum organo, odeo, necnon secretario

O. PEPE, cit., pp. 62- 63).38 E. SPINELLI, Contributi alla Storia Culturale del Vallo di Diano, Saler-

no, Laveglia Editore, 1994, p. 64.

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Negli anni cinquanta il Santuario fu dotato di un sistema di parafulmini, per tenerlo al riparo dagli attacchi della natura. Dopo il terremoto del 23 novembre del 1980 furono effettuati da par-te dell’Amministrazione comunale l’ampliamento e la pavimen-tazione del Sagrato, come attestano le due lapidi sulla facciata esterna.

Il Santuario, in occasione dei lavori dell’ultima ristrutturazio-ne, restò chiuso sino al 1° maggio del 198939.

Il campanile e le campane

Dopo il miracolo della resudazione del 1715, il culto per l’Arcangelo prese vigore tanto che San Michele fu scel-

cappellina con la costruzione di una nuova fabbrica, che rispon-desse all’esigenza di contenere un numero più rilevante di fedeli.

I lavori procedettero con sollecitudine e il primo intervento si concluse nel 1718.

Probabilmente la nuova struttura dovette essere dotata anche di un campanile più grande, predisposto a contenere due cam-pane, la piccola del 1640 e la grande, fatta fondere nel 1719 a Vignola, cittadina della Lucania, dove si manifatturava il bronzo in campane, mortai ed altro40.

Le notizie relative alla campana grande sono rilevabili dalle stesse iscrizioni incise sul bronzo:

39 Notizie rilevate dall’Archivio Parrocchiale della SS. Annunziata.40 T. PEDIO, La Basilicata Borbonica, Venosa, Osanna Edizioni, 1986, p.

119. Vignola oggi Pignola (Pz).

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A(nno) D(omini) MDCCXIX +

-MANO + D(omini) COSTANTINI

OB(olo) +».(traduzione: Il Maestro Giuseppe Bruno da Vignola mi fece nel-l’anno 1719 +Dominerai sul potere delle tenebre + Sotto il governo del dottore in utroque iure Nicola Romano, del dott. Costantino Gatta e del procuratore Gaetano Mugnolo + Chi come Dio? +Colei che schiaccerà il tuo capo + Il Verbo si fece carne + Costruita col denaro delle offerte dei devoti della Terra +).

Essa era decorata, inoltre, da quattro medaglioni che richia-

rispettivamente La lotta di San Michele con il drago (Quis ut L’Immacolata con il drago La

Sacra Famigliae lo stemma di Sala con tre torri in bassorilievo. Chiara l’allusio-ne in sintesi al mistero teologico dell’Incarnazione: La cacciata degli angeli ribelli dal Paradiso; La visione apocalittica della vittoria di Maria sul serpente; La nascita del Redentore; Il sacri-

.A causa di una lesione prodotta da un fulmine, il 23 gennaio

1985 la campana fu fatta rifondere dalla ditta Capezzuto di Na-

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poli, la quale il 25 marzo successivo alle ore 18,20 ripose nel campanile quella nuova, su cui, oltre al testo del settecento e alle

«Rifusanell’anno 1985 con le offerte dei fedeli di San Michele».

La torre campanaria da allora è stata dotata di un sistema

mano, tirando le corde, ma meccanicamente41.Nello stesso vano della torre campanaria è posta anche la

campanella antica, quella del 1640, che doveva appartenere al-

IN NOBIS + A. D. MDCXXXX». Anche su questa campana è

Cristo sulla croce. E’ evidente tra le due campane la continuità del messaggio

relativo alla salvezza dell’umanità, realizzatosi, dopo la vittoria di

di Cristo.

L’affresco

Nel cappellino del Santuario sopra il monte vi è un af-fresco d’antichissima data, rappresentante l’Arcangelo

41 La rifusione della campana del 1719 fu voluta dalla Procura del tempo e

in Si bemolle (dati rilevati dal verbale di rimozione e rottura della campana di San Michele del 23 gennaio 1985).

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-

nuda orante, nell’altro una che precipita verso il basso. Satana ha corpo umano ma con coda di serpente, mani e piedi unghiuti, orec-chie animalesche sprizzanti fuoco, occhi torvi. Non conoscendo-ne né la data d’esecuzione, né l’autore, si possono fare solo delle

cromatici, trarre delle conclusioni per determinare l’epoca in cui collocare il dipinto. Molto probabilmente l’affresco risale alla seconda metà del ‘500. San Michele è in piedi, in atteggiamento statico, vincitore del demonio, così com’era rappresentato prima

-gurava in atteggiamento dinamico, come venne espresso dal 1600

dell’Arcangelo, introdotta in pieno rinascimento, perché Michele venne da allora presentato come vittorioso sul demonio e consi-derato oltre che psicopompo, paratus ad animas suscipiendas cioè preposto ad accompagnare le anime, anche come psicosta, ossia pesatore di anime.

Anche i colori, emersi come erano in origine dal recente re-stauro42, richiamano la vivacità della pittura rinascimentale e sot-tolineano, nel rispetto dei canoni del tempo, l’uso dell’intonare cioè di rapportare secondo una particolare gamma cromatica un colore ad un altro.

Sono perciò evidenti più tinte che non solo creano un am--

scono la natura che fa da sfondo alla scena dell’Arcangelo e del demonio. Ad avvalorare ancora l’epoca del secondo ‘500 sono

42 Il restauro è stato effettuato nel 2000 da Tiziana Valeriani e Enza Bar-rese, che hanno riportato in luce anche gli affreschi laterali che attualmente completano il trittico (vedi relazione in appendice).

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PASQUALE RUSSO

gli affreschi recentemente portati alla luce, posti nei pennacchi laterali dell’abside, che completano quello centrale con il qua-le formano chiaramente un insieme omogeneo. Nelle due lunette è rappresentata la scena dell’Annunciazione: in quella destra è

rinascimentale: indossa una veste, “sbuffo”, «una specie di guar-

-ra angelica»43 e reca in mano il giglio, simbolo della purezza (il

-

le conclusioni del Concilio tridentino44.Nella lunetta sinistra Maria riceve l’annunzio. Essa è appog-

spalle si eleva una colonna. Le due aree, una riservata alla sfera celeste dell’Angelo e l’altra alla condizione terrestre di Maria,

45, e concor-

cromatica.Alla base del riquadro centrale, prima che fossero apportate

-cangele defende nos in proelio»46.

43 [CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) , Vol. I, Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 108].

44 Ivi, p. 108.45 Ibidem pag. 11746 Che l’affresco possa ritenersi della seconda metà del ‘500 lo fa inten-

dere anche Costantino Gatta che scrive: «sull’altare scorgesi per cona, dipinta nel muro, un’antica e venerabile immagine, che esprime con dipintura a fresco

, cf. C. GATTA, La Lucania Illustrata,Napoli, Abri, 1723, p. 80. L’affresco misura cm. 180 x 200.

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Attualmente l’affresco appare “ferito” da una spaccatura irre-

possibile, però, datare l’evento naturale che ne fu la causa.

Il dipinto nella “caggia”

Durante il periodo di statio della statua nel Santuario, per non lasciare i fedeli senza l’immagine del protettore, fu pensato di

-se San Michele vincitore sul diavolo47, da ostendere nella chiesa della SS. Annunziata.

«Il dipinto, databile alla seconda metà del XVIII secolo è

costume con tunica corta, la bilancia che pesa le anime e il De-monio vinto. …L’opera può essere giudicata di buona fattura sia

particolari che ben esprimono la “volontà narrativa” evidente nella punta della lancia poggiata sulla lingua del Diavolo e nel-l’espressione dello stesso più simile all’essere umano che alla bestia»48.

La tela di Mega

Ogni anno in occasione della festa in onore del protettore si preparava davanti alla chiesa dell’Annunziata un arco luminoso, in mezzo al quale veniva collocata una grande tela (cm. 277 x

47 Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, B. 2475, f. 2848 Dalla Relazione di restauro eseguito nel 1992 della prof. Maria Angela

Coronato. La tela misura cm 70 x 140.

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PASQUALE RUSSO

155) dipinta nel 1922 dal pittore salese Manlio Mega49. Da quan-do la facciata perse la sua caratteristica perché il frontone attico fu coperto nel 1959 da mattoni rossi con un mosaico al cen-

Santuario, sopra il monte, dove tuttora è conservata50.-

stauro, restringendone, insipientemente, le dimensioni così che

completo!51

La statua

Il vescovo Zuccari, dando inizio al sinodo diocesano ce-lebrato nel 1794 nella chiesa parrocchiale di San Pietro

apostolo, invoca la protezione dell’Arcangelo Michele e di San Biagio, essendo essi entrambi a quella data compatroni della cit-

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che resse per molti anni la chiesa di Santo Stefano. Dopo la sua permanenza a Sala, Manlio - afferma Davis Ottati - «si trasferì nelle Marche, dove forse la sua arte era più apprezzata».

50 Il parroco Cantelmi col suo buon senso, dopo il terremoto dell’80, ha ritenuto opportuno dover riportare all’antico assetto la chiesa della SS. An-nunziata, facendo ripristinare il frontone ed il rosone della facciata. Il mosaico

51 Dalla stessa cooperativa fu anche restaurata un’opera di Michele Volpe

omonima, fu traslata sul monte San Michele nel 1840. Essa misura cm. 197 x 116. Il 4 luglio del 1996 le due tele restaurate furono accolte nel Santuario con

G.PAGLIA, Le Pagine di Erò, luglio 1996).

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

tà52. Dopo le resudazioni del ‘700, grazie ai segni prodigiosi ve--

tiplicarono anche con l’uso della manna, il culto per San Michele

l’Arcangelo si affermò come unico patrono di Sala, oscurando il vescovo di Sebaste, protettore della gola.

La venerazione per il Santo guerriero è cresciuta sempre più e la devozione è divenuta nel tempo così viva che oggi gli sono tri-butati particolari onori, non solo perché patrono ma anche come “ragguardevole ed illustre cittadino di Sala Consilina”. Per dimo-

volle una statua, che rappresentasse degnamente il difensore di Dio, commissionandola ad un artista napoletano, che certamente dovette essere autorevole, vista la peculiare opera che realizzò. (Peccato che non se ne conosca il nome!).

Risale al 1835 il simulacro dell’Arcangelo, opera lignea53, che esprime in forma plastica la vittoria di San Michele sul demonio suo avversario: l’artista dà rilievo alle virtù del sostenitore della giustizia e del trionfatore sul male.

Lo scultore pone l’Arcangelo in uno spazio reale, in modo che campeggi in uno scenario creato dalle equilibrate ed armo-niche misure tra l’altezza e la base. L’impostazione è eccellente e rimanda ai canoni dell’arte del settecento napoletano: San Miche-le mantiene il suo perfetto equilibrio sul piede destro che poggia

-te la sua nervosa agitazione nella coda in contorsione e le pinne ritte, su cui sedici occhi scrutano in svariate direzioni, a sottoli-

52 A. DI LEO, I Sinodi Cilentani nei secoli XVI – XIX, Napoli, Ferraro Edi-

Sebastiano e Fabiano nel 1614. Prima lo era stato San Feliciano.53 F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala Consilina, Tip. De

Marsico, 1900, p. 95

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neare la disposizione del diabolico animale al peccato più grave dell’umanità: l’invidia (di cui appunto gli occhi sono simbolo). Il piede sinistro dell’Arcangelo rimane levato all’indietro.

Probabilmente l’autore s’ispirò al San Michele dello scultore Lorenzo Vaccaro e dell’argentiere Domenico Vinaccia54 risalente al 1691, i quali, avvalendosi della consulenza del pittore Luca Giordano, saranno i primi, insieme a Franco Picano, a determi-nare un nuovo corso artistico con le loro opere che diventeranno un punto di riferimento per tutta la produzione posteriore. Essi,infatti, impressero una svolta nell’arte pittorica e in quella sculto-

-

passando per l’elaborato plastico, meglio esprimeva l’ispirazione poetica.

San Michele è rappresentato come capo supremo degli ange-li, il guerriero che lotta contro le forze del male. Indossa la lorica da centurione romano ed ha la spada sguainata adornata da una

-

-

suoi spacchi consente una maggiore libertà di movimento e mette in evidenza le membra, marcandone l’incarnato. L’elmo, anch’es-

riporta in rilievo il motto: Quis ut Deus -zaglio del drago55

54 AA. VV., Civiltà del Seicento a Napoli, Napoli, Electa, 1984, p. 316.55 In anni recenti nella mano sinistra è stata posta anche la bilancia: proba-

bilmente una scelta arbitraria.

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pacata sospensione, rivelando chi non insuperbisce, anche se ha portato a termine una straordinaria missione. Egli, pur tenendo incatenato il suo avversario, sembra che non l’accusi, ma dica: «Il Signore ti punirà!»56. Alla base fanno da corona all’apoteosi del Santo otto puttini con le nudità coperte ciascuno da panneggi un tempo di vari colori57. Predominavano il giallo oro, il rosso e il verde nelle tonalità chiara e media. L’oro è il colore dell’eternità, il verde il colore della speranza e del paradiso, il rossola potenza dell’amore ardente, in contrapposizione al cupo verde scuro del drago, simbolo del male.

Il rosso del mantello ha un legame con l’apparizione dell’Ar-cangelo sul monte Sant’Angelo nelle Puglie, perché in quella ma-nifestazione avrebbe indossato il mantello di cotal colore58.

La statua poggia su una pedana di legno, che, come riportato sulla fronte, fu restaurata a Napoli nel 190059. È un’opera di sa-

nastro alla base.

56 Lettera di Giuda, 1, 9.57 Dopo l’ultimo restauro i colori dei panneggi sono stati “ridotti” a due:

verde e rosa.58 CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) , Vol. II,

Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 926.59 Le esatte parole riportate sulla piramide prima che un ulteriore interven-

to di restauro le ricoprisse sono: Restaurata A.D. MCM. G. Cest Napoli (Le pa-role incise sulla piramide sono state ricavate da una foto dell’inizio novecento, eseguita da M. Volpe).

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La statuetta

Prima che Sala si dotasse dell’attuale statua, il Santuario era provvisto di una statuetta di misure limitate, che la

tradizione fa risalire a contadini i quali la portarono dalla Puglia, dove si recavano stagionalmente a mietere il grano. In origine doveva essere in marmo bianco60, poi dipinta con diversi colori: rosso il mantello, oro la corazza, le ali e gli ornamenti dei cal-

realizzarla, s’ispirò all’opera del Sansovino che è nella grotta del Gargano: San Michele è in piedi in posizione statica, leggermente inclinata, rappresentato come guerriero vittorioso con la spada, dragona a due pendenti e nappe, sollevata, mentre calpesta l’av-

spuntano dall’elmo con pennacchio capelli a riccioli.

«La statua portatile di S. Michele - è scritto - fu riposta nel Cap-pellino interiore in Cornu Evangelii dell’Altare»61.

«Sopra lo altare trovasi una statua di marmo che villici andati alle Puglie per la mietitura de’ li gra-ni portarono seco»62.

60 F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala Consilina, Tip. De Marsico, 1900, p. 93. Che la statuetta sia stata dipinta successivamente fa fede la piramide che ora non è più dorata, ma di colore scuro con base sporgente dorata, su cui è scritto S. Michael Arcag. La statuetta è alta cm. 80.

61 Copia del Sommario Processo formato sopra la portentosa resudazione

città di Sala, fatta il 20 maggio del 1852 da Lorenzo Pericolo.62 U. LO BOSCO, Uomini e fatti del nostro Meridione, Salerno, Palladio

Editore, 1991, p. 66.

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Nell’inventario degli oggetti esistenti nella chiesa dell’An-

Petrinis, è riportato: «Statua di s. Michele Arcangelo con pirami-de dorata, l’autore non si sa, intiera, di pietra del monte Garga-no»63.

In un libretto dato alle stampe nel 1930, l’autore, menzionan-do le rovine prodotte dal terremoto del 1857, scrive: «la statua di marmo, che poi fu riattata, fu veduta ridotta in frantumi e gettata a terra»64. Probabilmente dopo tale evento si provvide al restauro dipingendola con gli attuali colori.

La statua della Confraternita

Anche la Confraternita di San Michele volle la sua statua per dotarne la chiesa detta la cappelluccia sita in via Sa-

vonarola. Ne fu dato l’incarico nel 1864 all’intagliatore e scultore Andrea Brigante di Padula, che aveva appena concluso l’opera lignea della caggia nell’Annunziata. Essa è di modesta fattura e si avvicina più alla forma artigianale che a quella dell’arte.

Il Santo è rappresentato in piedi, secondo la tipologia della

il Santo Patrono e come tale va rispettata.

63 Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, busta 2475, foglio 28.64 F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, Sala

Consilina, Tip. Auleta, 1930, p. 22.

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PASQUALE RUSSO

Statua di San Michele nell’edicola di via Manin

Nella nicchia dell’edicola di via Manin vi era un’antica statua di San Michele in dimensioni ridotte. Essa fu tra-

fugata nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio 1998.

opera del maestro Francesco Scialpi di Sala Consilina.

Le edicole

Le edicole che ornano le facciate delle case degli abitanti di Sala Consilina sono segno di un’antica fede e testimo-

la Madonna e gli altri santi, ve ne sono molte che onorano San -

scenza di una grazia ricevuta o per assicurarsi la protezione del santo che ivi era rappresentato od ospitato, oppure per prestigio.

-temente le adornavano, ma anche perché costituivano un punto di riferimento per gli abitanti del rione che spesso vi si raccoglieva-no a pregare o, passando, si segnavano devotamente e tacitamente elevavano una preghiera, sollecitavano una richiesta di aiuto o ringraziavano per averlo ricevuto: erano, isomma, una presenza familiare, fatta partecipe della vita un tempo più semplice e corale di quel rione.

Ora che i ritmi quotidiani sono più frenetici e meno aggregate -

ginale, mantengono quello di testimoniare una fede perdurante a trasmettere il messaggio che attraverso l’arte popolare vi si può

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

la fede dei padri, le ansie e le speranze che costituiscono il patri-monio spirituale che non conosce tramonti”.

Lungo il percorso seguito dalla barca e dalla statua di San Michele se ne incontrano molte, alcune anche di buona fattura,

maiolicate.Le più importanti sono collocate:

Orsini e via Amodio (dipinte)(mute)

- in piazzetta Gracchi, via Manin, via Grammatico, via Diego Gatta (con statua), via Cavour (in gesso)

- via Nazionale, via Litto, contrada Trinità e località Calva-rio (con maioliche)65.

Le feste

Si perdono nel tempo le origini dei festeggiamenti in onore di San Michele e si effettuavano ancor prima che l’Ar-

cangelo fosse eletto patrono della cittadina salese.La più antica documentazione storica risale al 1652, anno in

-mento di 4 ducati alla Michele66.

65 Le edicole mi sono state indicate dall’amico Adriano Romano, che rin-grazio anche per la collaborazione nelle ricerche.

66 U. LO BOSCO, (che riporta un manoscritto del 1784 di A. D. L. & F), Uomini e Fatti del Nostro Meridione, Salerno, Palladio Editore, 1991, p. 75.

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Nel 1700 la festa di settembre in onore di San Michele Arcan-gelo assume ampiezza, durata e consistenza rilevanti in seguito alla miracolosa resudazione avvenuta sul Monte Balzata tant’ è che in un documento è scritto che essa è “la più grande e cor-rono da’ paesi vicini e anco dalla città di Salierno e da Potentia

e li tamburi… tai giorni sono giorni di mangiatoria e bevitoria de li balli sopra li organetti e ciaramelle e sono anche momenti delli ziti e poscia de’ matrimoni”67.

Organetti e ciaramelle, sebbene ridotti a pochi esemplari, an-

tali strumenti connotano il costume della nostra gente, rivelando il gusto per una musica che ha il sapore del mondo arcaico, il qua-le, attraverso note semplici, esprimeva il suo legame con il creato e ne interpretava la voce. La loro presenza testimonia il tenace legame con le passate generazioni che ne hanno mantenuta viva la tradizione. I suonatori precedono le donne in particolare, ma talvolta anche gli uomini, che sorreggono sul capo i cinti votivi68,frapponendo ad essi la spara, un panno attorcigliato a forma di spira (il cercine). I portatori si alternano in tale funzione ciascuno mosso da una propria motivazione, quale l’ottenimento di una grazia o la riconoscenza per averla ricevuta o in onore del Santo

lungo l’intero percorso processionale e durante tutte le feste che

67 Ivi, pp. 76, 77.68 “Lu cintu”, detto anche “lu cindu” è una fascia di candele che assem-

blate su una base di legno assumono la forma di un parallelepipedo, la torre, o di un ovoide, la barchetta.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

si svolgono nell’anno in onore del Santo e, al termine di esse, sono depositati nel luogo di stazione del simulacro69.

Le più importanti feste sono quelle dell’8 maggio e del 29

territorio, ma all’apparizione dell’Arcangelo sul monte Gargano nel 490 e alla dedicazione del Santuario pugliese.

Quelle pertinenti il nostro paese cadono il tre maggio, la “Cruci”, il diciassette maggio, il quattro luglio e il sei gennaio e richiamano i giorni della trasudazione del 1715, dell’apparizionedell’Arcangelo al pastorello nel luglio del 1213 a Sala e quello di un ulteriore miracolo avvenuto nel dì dell’Epifania sempre sul sacro monte.

«Il tre maggio, festa liturgica della Croce, si avviavano i pre-parativi del lungo ciclo festoso, che si concludeva, come oggi, il ventinove settembre, col pulire la via che dal calvario conduce al

70.“Il tre maggio è “la cruci”, scrive don Antonio Cantelmi,

giorno in cui volontari puliscono la strada dal fogliame e pietre e detriti vari”71.

Un tempo «il tre maggio era un avvenimento quasi pagano: i boscaioli armati di accette e roncole ripulivano le “volte” che conducevano al monte per agevolare la salita del santo in proces-sione il successivo otto maggio»72.

69 Grandi ceri sono conservati nel Santuario a testimonianza di una fede remota, duratura, che si perpetua nel tempo.

70 A. TORTORELLA, Senza eccettione d’avere primitiva alcuna, Salerno, Ti-

71 Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata, 1984, scritta da don Antonio Cantelmi.

72 D. OTTATI, Dal Feudo alla Libertà, Firenze, Pananti Editrice, 1996, p. 21.

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«Quando iniziava il pomeriggio, dopo avere dimenticato tut-te le buone intenzioni di pulizia e sistemazione della strada che conduceva al santuario, di rilevare i sassi e coprire tutte le grandi buche prodotte dalle acque correnti, accaldati e smaniosi per tutto il vino bevuto, scendevano dalla montagna portando grandi rami

73.-

ticci, percorrevano cantando tutto il paese con la testa del corteo ingabbiata in pali di legno, tenuti orizzontalmente, per evitare sbandamenti. Noi dalla terrazza assistevamo all’immancabile momento cruciale. Infatti la strada, con acciottolato e in discesa, che veniva verso il portale della nostra casa, da angusta, si allar-gava improvvisamente e la colonna di uomini urlanti, dapprima compressa, perdeva la tenuta e il controllo con conseguenti rovi-nosi ruzzoloni, tra bestemmie ed epiteti irriferibili»74.

Gli “’mbriachi” «si riunivano nella grande chiesa dove era il Santo per ringraziarlo a modo loro e facevano un grande bac-cano urtando con i legni, banchi e paramenti sacri, urlando agi-tati e gioiosi, con grande preoccupazione del parroco che doveva intervenire per calmarli e imbonirli»75.

«Nella chiesa dell’Annunziata gli alberelli e i fusti che erano stati sradicati, venivano, in segno di omaggio e di festa mentre il

levava un grido più minaccioso che giulivo: evviva Santo Miche-le!»76.

73 L. D’ANIELLO, Isolamento del viandante emigrato, Salerno, Stampa Po-ligraf, 1995, p. 39.

74 A. VESCI, Pietra Rossa, Gorizia, Graf. Goriziana, 1997, p. 160.75 L. D’ANIELLO, cit, p. 39.76 Ivi

rifatto il pavimento della Chiesa della SS. Annunziata e agli “’mbriachi” fu proibito l’ingresso. La tradizione scomparve così.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

La festa dell’otto maggio si svolge in una sola giornata con la processione che parte dalla SS. Annunziata, ove il simulacro è rimasto per tutto l’inverno, e si conclude sul monte. Durante il percorso, dopo la messa celebrata nella chiesa madre di San Pie-tro Apostolo, sosta avanti all’edicola detta di San Michelicchio in via Manin, dove un bambino, vestito da angelo con la spada in mano, recita in vernacolo salese l’ode al Santo Patrono. Indi si

lì l’ “angelo” recita di nuovo l’ode a San Michele. Si procede poi verso il Calvario, dove la statua viene adagiata su di un appog-

girare intorno ad esso per tre volte (il tre ed il cerchio sono sim-

Trinità).

8 maggio - Sosta avanti all’edicola di via Manin

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-sione riprenda e si concluda sul monte, residenza estiva del Santo Patrono. La statua, spogliata dell’oro, che viene riposto in cassa-forte77, è collocata nella caggia costruita nel 1907.

La solennità è resa più spettacolare dalle note della banda musicale, dal suono delle campane a distesa e dalle allegre comi-tive di pellegrini che si spargono in luoghi riposti sul monte.

La festa del ventinove settembre è più articolata e duratura delle altre: essa si protrae per tre giorni ed è caratterizzata da lu-minarie, fuochi e suoni. Peculiarità della solenne ricorrenza sono il rito della Barca, la gara del palio detto il “Palo”, il volo del-l’angelo e la messa celebrata all’aperto nella piazza principale

-menta con un repertorio prettamente lirico, mentre un cantante di

“laica”). La festa si conclude con la maestria dei fuochisti che

archi delle luminarie, che guarniscono di splendore il corso prin-cipale da via Vittorio Emanuele a tutta via Roma.

Meno impegnativa è la festa del diciassette maggio, quan-do si accompagna sul Santuario “lu cintu”, e ricorda l’avvenuta resudazione. Suggestiva ed emozionante è tuttavia la cerimonia che si svolge sulla Balzata: dopo la celebrazione della messa, il cinto, su cui è stata appoggiata una matassa di spago incerato, det-to cerino78, e tutti gli altri preparati in onore del Santo, preceduti dallo stendardo compiono tre giri attorno al Santuario, attraver-

77 La statua è rivestita dell’oro custodito nei forzieri prima di uscire dalla chiesa della SS. Annunziata.

78 Il cerino è lungo 45 metri e viene confezionato ogni anno, intridendo uno spago nella cera.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

sando le sue tre porte d’accesso, quella rivolta verso Sala, quella rivolta verso Marsico e l’altra d’ingresso abituale.

I tre giri circolari (il cerchio è simbolo di perfezione e di com--

le, entrano in una dimensione d’eternità, cioè nel regno di Dio,

augurale).I cinti, al suono delle ciaramelle e degli organetti, sono ac-

compagnati dal sacerdote celebrante, dai “fratieddi” vestiti del-l’abito della congrega e dai devoti che cantano il responsorio. Altermine un confratello, rilevato dalla cima del cappellino il vec-chio cerino, rimasto lì per un anno, scioglie la matassa del nuovo

Ritorno dal monte

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spago intriso di cera e lo avvolge con tre giri tutt’intorno all’an-tica cappella, che ora esteriormente è protetta da bianchi marmi squadrati. Dopo, il cerino che ha incubato per un anno la sacralità che promana da quel luogo “eletto”, viene tagliato a moccoli e distribuito ai fedeli che lo serbano e ne accendono lo stoppino, per allontanare o acquietare le forze disgregatrici della natura in caso di tempeste o altro fenomeno perturbatore.

Il quattro luglio si commemora l’apparizione del Santo al pastorello.

questa festa era più sentita ed osservata con maggiore partecipa-zione, anche perché i fedeli si ritenevano debitori verso il Santo nella convinzione che avesse assicurato la sua protezione per il buon raccolto oppure ne dovessero impetrare l’intervento in caso di inclemenza stagionale. Oggi che il rapporto con la natura è venuto meno, a ricordo dell’antico evento sul Santuario viene ce-lebrata una Santa messa cui intervengono pochi devoti.

Il sei gennaio, di buon mattino, si assiste alla “calata della stella”: mediante un meccanismo di funi una sagoma lignea di stella illuminata da lampadine multicolori, parte dalla cantoria e lentamente viene diretta verso l’altare maggiore su cui staziona durante la celebrazione della messa. Il rito rammenta la “Resu-dazione accaduta dopo l’occaso del sole, e in tempo di difetto di lumi, come avvenne nell’anno 1719 nel dì dell’Epifania ad ore due in circa di notte”79.

«E’ una cerimonia assai semplice, eppure suggestiva come lo sono tutte le cerimonie tradizionali, che, in questo periodo del-

79 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 723, p. 101. Le due di notte devono intendersi due ore dopo il tramonto secondo la scansione del tempo allora in uso.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

l’anno, svolgendosi in ore in cui non c’è ancora la luce del sole, si richiamano alla luce e alla Luce di Cristo»80.

Prima e dopo le date canoniche, la Chiesa invita i fedeli a se-guire la novena, ad intonare canti ed elevare lodi in onore di San Michele Arcangelo in preparazione e a conclusione dei giorni solenni del periodo festivo.

La Barca

“La Barca è una manifestazione allegorica, che trova fondamento e sostegno non nei documenti, ma solo

nella tradizione pratica, nel racconto orale del popolo salese”. Essa si concreta in una processione singolare che si svolge di not-te a partire dal crepuscolo del 28 settembre e attraversa la mag-gior parte delle vie del centro storico, non lambendo gli abitati sorti dalla seconda metà del novecento.

munito di una vela candida ospita un bambino travestito da an-gelo con gonnellino azzurro, camice bianco coperto da corazza, e con l’elmo in testa, la fascia traversa verde e la spada nella

-corso inverso a quello che il simulacro di San Michele compirà l’indomani 29 settembre, quando sarà portato a spalla dal sacro monte.

80 Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata 1983, scritta da don An-gelo Spinillo junior, ora vescovo di Teggiano – Policastro.

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Come nel regno di Dio tutto è luce, così in quello del demonio tutto è oscuro. Pertanto si potrebbe opinare che la Barca e l’an-

avere ragione di San Michele, camuffandosi sotto le spoglie inno-centi del bambino-angelo, che recita forse furbescamente un’ode in onore del protettore avanti ad ogni edicola che incontra lungo il percorso81. C’è da osservare ancora che Satana voglia mascherare la sua astuzia, servendosi di una barca e di indumenti dai colori che simboleggiano l’innocenza, la purezza, la luce, la verità as-soluta (il bianco), e la fedeltà alla verità rivelata (l’azzurro). Ma “la tonalità azzurrina è considerata anche il colore dell’aria dove abitano i demoni”82.

Fino a qualche anno fa la processione seguita dal popolo

83. Ora che inopinatamente l’accompagna il rettore di Santo Eustachio, sembra che sia venuto

81 -

grande edicola del Santo protettore l’angelo recita: “Salve o glorioso Arcange-lo”. Percorre poi via Giovanni Camera, procede per via Fratelli Bandiera e via

82 “Il colore dell’aria, dove abitano i demoni”, è rappresentato con una to-nalità azzurrina, secondo Efesini. 2,2 [CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) Ico-

, Vol. I, Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 106].83 Dello stesso avviso è il prof. Antonio Tortorella che ritiene che la Chie-

sa “teneva una certa distanza dalle attitudini religiose del popolo”, facendo risalire alle “incomprensioni la dicotomia tra gerarchie ecclesiastiche e popo-lo”. “La cosa induceva il popolo a scelte autonome, come è possibile dedurre ad esempio dalla tradizionale assenza di sacerdoti alla processione della Barca, alla vigilia della festa di San Michele a Sala” (cf. Bollettino Diocesano della Diocesi di Teggiano - Policastro, anno LXXXVII, 2005, p. 343).

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

meno il senso allegorico, che essa comunque ha84. Anche tra la barca e la vita umana è evidente l’analogia. Scrive Sant’Agostino:«La vita in questo mondo è come un mare tempestoso, attraverso

-mo a resistere alla tentazione delle sirene, raggiungeremo la vita eterna»85. E il demonio fa di tutto perché l’approdo luminoso non ci sia.

Giungendo sul sagrato della chiesa della SS. Annunziata,avanti alla porta un tempo chiusa86, la barca viene fatta avanza-re ed indietreggiare per tre volte dai portatori con movimento

d’onde, quasi marosi di tempesta scatenata dal maligno. La porta -

e l’ignoto, tra il di qua e l’aldilà, tra le tenebre e la luce. La porta invita ad oltrepassarla e solo dopo i movimenti a scatti vigorosi e rapidi c’è la vittoria del principe degli angeli. Ad avvalorare la tesi è anche una quartina dell’Inno a San Michele:

In questo mar del mondo,tu, qual propizia stella,guida la navicellaverso l’eternità.Concluso il movimento, i portatori gridano: «Evviva San Mi-

chele!» a sottolineare la vittoria del Protettore.

84 Anche il suono delle campane della torre di Sant’Eustachio ha contri-buito a rompere la purezza della tradizione.

85 GERD HEINZ-MOHR, , Vicenza, I .P. L., 1984, p. 240.

86 -bolico originale.

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PASQUALE RUSSO

Il cammino riprende verso il punto di partenza. La barca at-traversa la piazza e tutto il corso, lungo il quale non vi è più nes-suna edicola da onorare.

di paglia rivestiti di vecchi abiti – lu viecchiu e la vecchia – alla cui base sono disposti dei petardi, che un tempo scoppiettando

preannunziava una stagione agricola propizia, in caso contrario sarebbe stata negativa.

Nella piazzetta è intanto già pronto il “palio”, ovvero il palo

premio in prodotti alimentari e denari sistemati su due bracci at-tende il vincitore.

-gnia in attesa del domani, il giorno della Gloria di San Michele.

Salve, o glorioso Arcangelo!

Il mattino del 29 settembre il simulacro di San Michele scende dal monte. Giunto all’edicola di San Michelicchio

in via Manin viene rivestito dell’ “Oro”: collane, bracciali, orec-chini e preziosi vari87, donatigli per voto dai devoti. Indi pro-segue il suo cammino sostando qua e là su tavoli approntati per

87 Per preziosi s’ intendono tutti gli oggetti in oro applicati sulle palmette di velluto. A vestire il Santo è attualmente il sig. Vincenzo Chirichella.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

il rione Sant’Eustachio. La fol-la numerosissima gremisce la

-stere ad una delle più suggesti-ve manifestazioni popolari e di antica tradizione in onore del Santo Patrono.

Il bambino-angelo, che il giorno precedente ha compiu-to il percorso processionale sulla barca, mediante il volo ad un’altezza di otto-dieci me-tri dal suolo, offre doni a San Michele, chiedendone la pro-tezione anche per quei sale-si che sono lontani dalla terra d’origine, e declama l’ode, che si tramanda oralmente da un

con decisione alle corde che si protendono dal balcone di partenza88 verso un’impalcatura di legno posta a tale scopo di fronte, a ridosso del campanile della chiesa di Sant’Eustachio. Egli, librato nell’aria, solca il cielo per tre volte. Calato avanti alla statua dell’Arcangelo, in tre momenti successivi, offre al Santo Patrono l’incenso, un e una can-dela, rimarcando la dedizione del popolo al Santo guerriero ed invocando da lui protezione. Assumendo la posa di un angelo che vola “libero” nell’aria il bambino sovrasta gli astanti dai visi pro-tesi verso di lui: chissà quali emozioni prova! In passato la folla,

88 Il balcone da cui parte il volo dell’angelo è quello della casa del sig. Angelo Gesummaria.

Sala Consilina - Festività di S. Michele Arcangelo. Volo dell’Angelo al rione S. Eustachio.

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PASQUALE RUSSO

-nocchia più ma la commozione è palpabile e ciascuno nell’intimo rivolge la sua invocazione al Santo.

Toccava, un tempo, all’anziano del rione conservare le corde

sua riconosciuta fedeltà al santo ed aveva il privilegio di custo-89. Oggi hanno cura delle corde e della

barca gli organizzatori del Volo dell’angelo, mentre a tenere con impegno ed amore l’abbigliamento dell’angelo (fasce, gonnellino ali ecc.) è Michele Di Benedetto che si pregia, coadiuvato dal

-l’ode.

Ode a San Michele

Salve, o glorioso Arcangeloti offriamo l’incenso elettoed insieme al nostro petto s’alza una prece a te:una prece di fervidie avvolta d’amore immenso,che rassomiglia all’incenso,e vola al Re dei re.

A te, fervido Arcangelo,proteggi di valore,

89

Precedentemente le corde erano state custodite dalla famiglia Tommasiello.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

che manda olezzo al ciel.

accetta il dono ancora,e da quell’alta dimoraqui fanno le stelle un vel.

A te, possente Arcangelo,nemico d’ogni inganno,al primo odioso danno,col vittorioso pie’.Ti offriamo ardente un cereo,simbolo del tuo coraggio,se tu a noi mandi un raggio dalla celeste fe’.

Proteggi questo popol,che prostrato t’implora;proteggi quelli ancora che in terra straniera sono.E dai lontani e dai prossimiti sovvenga il pensiero. Odi, o Santo Guerriero,della nostra prece il sòn.

Odi, o Santo Guerriero,della nostra prece il sòn.

(da “A l’us’ andícu” di A. Tortorella).

Quest’ode che viene recitata in vernacolo dall’”angelo”, da-vanti alla statua di San Michele, potrebbe aver subito nel tempo una corruzione linguistica. Nell’esaminarla, infatti, emerge un

L’angelo parte dal balcone di casa di Angelo Gesummaria.

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PASQUALE RUSSO

componimento rispettoso di tutte le regole poetiche: dalla lun-ghezza del verso alla strofa, dalla rima al ritmo di cui l’anonimo autore doveva essere ben consapevole.

Se ne riporta il testo quale presumibilmente poteva essere in origine90.

1 Salve, ò gloriòso Arcàngelo,2 t’ offriàm incènso elètto3 e insièm dal nòstro pétto4 s’alza ùna prèce a te.5 la prèce, chè noi fèrvidi6 volgiàm con àtto91 intènso,7 è sìmil àll’incènso,8 che vòla al Rè da Te.

1 A tè, fervìdo Arcàngelo,2 portènto dì valòre3 offriàm un 4 che mànda olèzzo al cièl.

90 Trasposizione dall’espressione in vernacolo all’originale poetico. Quat-

A = settenario sdruccioloB = settenarioC = settenario troncoD = settenario sdruccioloE = settenarioI settenari tronchi rimano tra loro.Il terzo e il quarto verso, il settimo e l’ottavo sono legati dall’Enjamb-

ment.Accento ritmico:

espresso nell’ode) cade sulla seconda, quarta e sesta sillaba.91 Atto, forma sincopata da a(ffe)tto.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

6 accètta un dòno ancòra,7 e d’ ùna tàl dimòra 8 fa’ quì di stèlle un vèl.

1 A tè, possènte Arcàngelo,2 nemìco d’ògn’ingànno,3 ch’opprìmi il riòso dànno92

4 col vìttoriòso pie’,5 offriàm ardènte un cèrio,6 simìl al tùo coràggio,7 ché tù ci màndi un ràggio8 de là celèste fè’.

1 Protèggi quèsto pòpolo,

3 protèggi quèlli ancòra4 ch’in tèr-re strà-nier’ son. 5 E dèi lontàni e pròssimi6 sovvènga a tè un pensièro7 odi, ò San-to e Guer-riè-ro, 8 di nòstra prèce il suòn.

1 Odi, ò Santo e Guerrièro,2 di nòstra prèce il suòn.

Terminato il “volo dell’angelo”, riprende il percorso proces-sionale cui partecipano oltre il clero ed il popolo anche i rappre-sentanti di tutte le comunità e le congregazioni della città, i por-tatori dei cinti, i suonatori di organetti e ciaramelle, le principali

92

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PASQUALE RUSSO

vescovo della Diocesi.Chiudono i festeggiamenti religiosi fuochi pirotecnici cui

“assiste” il simulacro dell’Arcangelo, prima che venga riposto nel tosello preparato per Lui nella chiesa della SS. Annunziata a si-nistra dell’altare maggiore: vi rimarrà per qualche tempo esposto alla venerazione dei devoti.

La Confraternita di San Michele Arcangelo

Operava ed opera in onore del Santo Patrono la Congrega di San Michele Arcangelo, un sodalizio michaelico isti-

tuito con decreto reale del 1855, in seguito a richiesta formulata l’anno precedente93.

I confratelli, che ne fanno parte, hanno in dotazione un gon-falone ed uno stendardo con cui accompagnano la processione. Il gonfalone è portato dall’edicola di San Michelicchio in via Ma-

93 Dal libro delle Conclusioni della Congregazione di San Michele dal 1886 in poi alla pagina del bilancio 1939 vi è una nota interessante: «Notiziefornite dalla Curia di Teggiano il 5 agosto 1941 XIX –“Fondazione della Con-

ha beni immobili e quindi non ha rendite”».Il libro è presso la chiesetta di San Michelicchio in via Savonarola ed è

stato rinvenuto in occasione dei lavori di ristrutturazione per i danni provocati dal terremoto del 23 novembre del 1980. E’ un documento importante che fa

-

Cavallo Vincenzo, Rosciano Vincenzo, Balbo Domenico, Pisano Giuseppe e Cocozza Ciro. Oggi il numero sta aumentando, ridando vigore alla tradizione.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

viceversa, l’otto maggio94.Il Priore ha quale segno distintivo un bastone di legno nero

e, dal 1889, si adorna anche di un medaglione. I confratelli ve-stono il camice bianco su cui viene posto il mantello giallo oro, il cappuccio bianco, il cingolo verde attorno alla vita e la fascia tra-versa verdeoro la scritta Quis ut Deus. La fascia tracolla scende dalla spalla destra e si chiude sul lato sinistro all’altezza del cingolo95.

Non conosciamo le norme scritte nello statuto di fondazione, ma sappiamo i diritti ed i doveri dei confratelli, desumibili da un opuscolo del 1884, fatto stampare da Antonio Pernetti, che nel prendere possesso della carica a Priore dal 1 gennaio 1885rammenta ai sodali e alle consorelle le norme generali di compor-tamento96.

94 -sione anche quelli del Comune di Sala Consilina, dei Comitati della Madonna della Consolazione (o di Castello), di Sito Alto, di Sant’Anna, di San Fran-cesco, della Madonna della Misericordia (o del Latte), della Madonna delle Grazie, di Sant’Antonio e della SS. Trinità, di San Rocco e da qualche anno lo stendardo del Gruppo di preghiera di Padre Pio.

95 Regole della Congrega di San Michele Arcangelo, Sala Consilina, Tip.Rinaldi, 1885, art. 4.

96

porta il seguente titolo originale: “Doveri e Dritti dei fratelli e delle sorelle componenti la congregazione di San Michele Arcangelo esistente in Sala Con-silina” (vedi appendice).

Nel 1885 lo stesso Priore fa stampare le Regole della Congrega di San Michele Arcangelol’abito dei confratelli si chiama sacco, “ossia camice di tela bianca col cap-

-nente San Michele Arcangelo, che verrà piazzata alla parte destra anteriore

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PASQUALE RUSSO

La sede della Congrega era nella cappella detta di San Mi--

portale in pietra di Padula, si legge la data della fondazione della confraternita: 1854. La costruzione della chiesetta risale però al 1719 come si rileva da un documento planimetrico e propriamen-te quando il sentimento religioso a Sala risentì dell’impulso po-tente conseguente al miracolo che si era manifestato sul monte Balzata dal 1715.

Dall’anno della prima benedizione la piccola chiesa della Congrega ha subito miglioramenti e dotazioni, specialmente du-rante il XIX secolo: infatti è del 1869 la cantorìa, costruita da Vin-

del 1875 e del 1910 furono eseguiti sotto il priorato del citato Antonio Pernetti e sotto l’amministrazione di Pietro Lammardo, di Vincenzo Cestari e Vincenzo Garone.

Dopo il bombardamento del 1943, in cui fu distrutta la chiesa di San Pietro Apostolo, don Giovanni Siciliani vi svolse tutte le

quando fu inaugurata la nuova costruzione.La struttura dell’antica chiesetta della Congrega, affettuosa-

mente chiamata dal popolo “la cappelluccia”, è espressione del-l’architettura tardobarocca. Notevoli per l’eleganza costruttiva sono l’abside che accoglie l’altare, le paraste che abbelliscono le pareti, i cornicioni che coronano l’unica navata e le volùte che rappresentano il motivo ornamentale della cappella, che nell’in-

della mozzetta” e che “il solo Priore nelle pubbliche funzioni farà uso di un bastone di legno nero (art. 4).

Con tali opuscoli Antonio Pernetti, manifestando anche l’affetto ai com-ponenti della Congregazione, lascia ai posteri la traccia da cui partire per la ricostruzione di un cammino religioso.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

sieme è armoniosa. Custodisce una piccola statua di San Michele e una bella Madonna Assunta, di fattura artistica.

Il 29 settembre del 1986, a ricordo della riapertura al culto avvenuta il 3 febbraio 1985, dopo il restauro conseguente al terre-moto del 1980, sulla facciata della chiesa fu posta una vetrata che

“Sì” della creazione: il sì degli angeli a Dio; il sì dell’umanità a Dio; il sì del Dio-incarnato al Padre.

-tinenza della chiesa madre di Sala Consilina.

La Procura

L’organizzazione di tutto quanto riguarda la festa patrona-le e, più in generale, il culto e la devozione popolare al

costituita nella Parrocchia della SS. Annunziata. Essa, detta anche Comitato, è un’associazione di persone che opera nel rispetto di

-rarsi con zelo, per venerare più degnamente il glorioso Arcangeloe per provvedere alle necessità del Sacro tempio a Lui dedicato, risale al 1715, subito dopo il miracolo della manna. Scrive Co-stantino Gatta: «furono immantinente creati, e eletti dal Pubblico, due dell’ordine dei primi gentiluomini, per governo di detto San-tuario, con legge che debbano sempre, e in perpetuo eleggersi da tal ordine, con impegno e obbligo d’avere diligente cura di detto santo luogo, e di provvederlo di elemosine, e d’altri convenevoli aiuti, per il culto divino e di detto glorioso principe»97.

97 C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit. p. 90.

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PASQUALE RUSSO

Così in conformità a tale antica determinazione si è prosegui--

3 dell’attuale statuto recita: «la Procura si ritiene associazione ecclesiale operante all’interno della comunità parrocchiale ed in stretta collaborazione con essa e con il Parroco, essendo la festa patronale e il culto di San Michele Arcangelo momenti importanti della vita religiosa».

-mento la custodia e l’amministrazione del Santuario di S. Miche-le Arcangelo sul monte Balzata» (art. 15).

Ai membri della Procura si richiede «un serio impegno del-la vita Cristiana, unendo alle riunioni organizzative di carattere pratico ed economico, anche riunioni di carattere catechetico e di conoscenza e d’approfondimento della Parola di Dio, guidate dal Parroco» (art. 5). «Il membro della Procura che dia notoriamente testimonianza di vita contraria alla fede cristiana, sarà invitato a chiarire la sua posizione e potrà essere allontanato da incarichi

Procura» (art. 10).Organi della Procura sono: Il Presidente effettivo, il vice Pre-

sidente, il Tesoriere, il Segretario. Il numero massimo dei procu-

anche i procuratori onorari, in numero illimitato (art. 7).L’ultimo statuto che regola la vita della Procura risale al

Rettore Angelo Spinillo junior, dal Presidente Michele Pompa e dal Segretario Antonio Melillo98.

98 Dallo Statuto della Procura di San Michele Arcangelo del 31 agosto 1983.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Fanum hocToto fere orbe celeberrimum

Divo Archangeli MichaeliSacrum

Hospes etsi properas humillime veneratorHic enim ab anno MDCCXV

Mira Angelorum Principis VirtusNovo apparuit miraculo

Nam prodigiosa Lynpharum scaturigineEx venerabili ipsius antiqua Icone

Arido depicta ParietiInter sacrorum Solemnia

Cuius Rei memoriamNe usquam oblivio deleat

Lapidem huncSub auspicijs Caroli Francisci Giocoli

Episcopi CaputaquensisDD. Costantinus Gatta & Dominicus Giliberto

Praefecti posueruntAnno MDCCXXI99

••

99 Lapide posta sull’intradosso dell’ingresso del Santuario di San Miche-le. Ringrazio il preside prof. Adolfo Manzione per i suoi preziosi consigli sulle traduzioni.

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PASQUALE RUSSO

IL TERRITORIO CIRCOSTANTE,È CONSACRATO A

SAN MICHELE ARCANGELO.

PRINCIPE DEGLI ANGELI

SOLENNI CELEBRAZIONI SI MANIFESTÒ

IN MODO STRAORDINARIO CON PRODIGIOSA

LA MEMORIA DI TALE EVENTO,

GIOCOLI, VESCOVO DI CAPACCIO,

========

D. O. M

CAROLUS FRAN(CISC)US GIOCOLIEP(ISCOP)US CAPUTAQ(UENSIS)

UT ETIAM FIDELIUMCORPORALEM SITIM

REFRIGERARET PATERNA CHARITATESUO ÆRE CISTERNAM HANC

F(ACIENDAM) C(URAVIT)A(NNO) D(OMINI) MDCCXX100

100 Lapide con epigrafe e simboli prelatizi, posta sulla facciata del San-tuario di San Michele.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

CARLO FRANCESCO GIOCOLI101,VESCOVO DI CAPACCIO,

PER SODDISFARE ANCHE LA SETE CORPORALEDEI FEDELI,

NELL’ANNO DEL SIGNORE 1720.

======

PIIS VOTIS FIDELIUMOPE ET AUTHORITATE

ILL(ustrissi)MI GIOCOLI EPISCOPICAPUTAQ(uensis)

ACCESSIT DEVOTIOCAIETANI MUGNOLO PROCURA

TORIS ET CL(eri)CI DOMINICITRAMONTE OBLATI

S(ancti) MICHAELIS ARCANGELIANNO D(omini). D(ei). 1722102

••

AI PII DESIDERI DEI FEDELI

E DEL CHIERICO DOMENICO TRAMONTE OBLATODI SAN MICHELE ARCANGELO

NELL’ANNO DEL SIGNORE DIO 1722

========

101 Carlo Francesco Giocoli fu vescovo di Capaccio dal 1717 al 1723.102 Epigrafe all’ingresso del Santuario.

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PASQUALE RUSSO

D. O. M.AD PERPETUAM REI MEMORIAM

ARA HÆC MAIOR DIVO ARCANGELORUM DINASTÆDICATA, PRO PURGANTIUM ANIMARUM SUFFRAGIO

SEXTA FERIA OMNIS HEBDOMEDÆ ET PER OCTAVAM COMMEMORATIONIS MORTUORUM EX SPECIALI

S(anct)S(i)MI D(omini) NOSTRI PAPÆBENEDICTI XIII

MUNIFICENTIA PERPETUO INDULTO FUITDECORATA

ANNO SALUTIS MDCCXXVIII103

••

A DIO OTTIMO MASSIMO

AL DIVINO PRINCIPE DEGLI ANGELI,

IL VENERDÌ DI OGNI SETTIMANA

DELLA COMMEMORAZIONE

NELL’ANNO DELLA SALVEZZA 1728

=========

103 Interno del Santuario di San Michele.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

D. O. M

VEX(illum) HOC CRUC(is) SAN(ctae)D(omini) N(ostri) I(esu)

XR^TI TRASL(atum) IN LOC(o) ISTO FUITA(NNO) D(OMINI) 1742 EX QUO BIS FRACT(um)

IN PUB(LICA) PLAT(EA) UBI PRIUSREPOS(itum) FUERAT104

••

A DIO OTTIMO MASSIMO

NOSTRO SIGNORE

105

DOVE PRIMA ERA STATO COLLOCATO

========

MARMOREÛ STRUXITRIVUM QUO LIM

PIDA CURRITLINPHA SITIM SEDANSIMPIGER ATQUE VIGILMARIANUS PALADINO

A.D. 1804106

104 Base della croce ora testata d’angolo su un muro esterno del Santuario di San Michele.

105 La piazza in antico era detta Piano della Croce di Mont’Oliveto (E.SPINELLI – A. DIDIER, L’Archivio di San Pietro di Sala Consilina, Salerno, La-veglia Editore 1990, p. 103).

106 Santuario di San Michele: conchiglia marmorea che custodisce le pre-mure di un governatore del tempio.

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78

PASQUALE RUSSO

SOLLECITO ED ATTENTO

======

PHILIPPUS SPERANZA EP(ISCOP)US CAPUTAQUEN(SIS) TEMPLUM HOC

DIVO MICHAELI DICATUM CONSECRAVITDIE XII MENSIS MAJ A(nno) MDCCCV

IPSUMQ(ue) PIE VISITANTIB(us) IN DIE CONSECRATION(is) ANNIVERSARIA XL DIES DE

VERA INDULGENTIA CONCESSIT.PIUS VERO VII PONTIFEX M(aximus) BENIGNE INDULSIT

DIE XXIX APRILIS A(nno) MDCCCVI OMNESCRISTIFIDELES CONFESSI AC SACRA REFECTI

SYNAXI QUI DEO PRO PRINCIPU(m) CRISTIANOR(um) C(on)CORDIA, HÆRESU

EXTIRPATIONE AC S(anctæ) M(atris)ECCLESIÆ EXALTATIONE PIAS EFFUDERINT

PRECES TEMPLU(m) HOC VISITAVERINT DIE PENTECOSTES AC DEDICATIONIS EIUSDEM A P(ri)MIS

VESPERIS USQUE AD OCCASUMSEQUENTIS DIEI DIE

VIII MAJ, ET XXIX SEPTEMBRIS, AC VII DIEBUSRESPECTIVE SEQUENTIB(us) SEMEL TANTO QUO

LIBET AN(no) AD SUI LIBITU(m) PLENARIA(m) OMNIU(m) PECCATORU(m) SUOR(um) INDULGENTIA LUCRENTUR ,

UT VERO POSTERIS ID INNOTESCAT, U(troque) I(ure) D(ominus) PASCHALIS DE PETRINIS PROVICARIU(s)GEN(era)LIS CAPUTAQ(ensis) EX SUA DEVOTIONE

PUBLICE POSUITKALENDIS FEBRUARI(i) A(b) I(nca)R(n)A(tion)IS

MDCCCVII

••

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

FILIPPO SPERANZA, VESCOVO DI CAPACCIO HA

GIORNO ANNIVERSARIO

ANCHE PIO VII BENIGNAMENTEHA ACCONDISCESO

CHE ABBIANO ELEVATO A DIO DEVOTE PREGHIERE PER LACONCORDIA DEI PRINCIPI CRISTIANI, PER L’ESTIRPAZIONE

DELLE ERESIEE PER L’ESALTAZIONE DELLA SANTA MADRE CHIESA

NEL GIORNO DELLA PENTECOSTE E

DAI PRIMI VESPRI FINO AL TRAMONTO

NEL GIORNO OTTO MAGGIO EVENTINOVE SETTEMBRE,

PROVICARIO GENERALE DELLADIOCESI DI CAPACCIO,

NELL’ANNO DELLA INCARNAZIONEIL PRIMO FEBBRAIO 1807.

=======

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PASQUALE RUSSO

E FRANCESCO PERNETTI

OFFICIALI DEL SODALIZIOPER LA GESTIONE 1914

----ROSARIO LENTINO PRESIDENTEBERARDO MELE V. PRESIDENTEGASPARE PARISIO SEGRETARIO

------

FILADELFO FINACONSIGLIERE ONORARIO DONATO FINA

----CONSIGLIERI

5 MICHELE MIGLIORE 6 GIOVANNI CANTARELLA

9 RAFFAELE VALVO107

=========

A RICORDO DEL RAPPORTO-

NA 22 SETTEMBRE 1935 XIII108

========

107 Lapide posta sulla facciata del Santuario.108 Idem.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

PIETRO PERNETTI

GLI AMATORI DELL’ARCANGELO

MARMOREO TEMPIETTO

INNALZÒ L’ARCATA E IL PORTALE

CON FEDE OPEROSA SCIOGLIENDOA. D. 1946109

============

FILIPPO GAGLIARDI110

DI MONTESANOPER ONORARE LA MEMORIA DELLA MADRE

MARIANNA

MONTE S. MICHELE DI SALA CONSILINA

109 Lapide sul lato esterno del cappellino.110 Lapide posta sulla facciata del Santuario.

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PASQUALE RUSSO

111 Lapide del 1970 posta sulla parete delle scale che portano al piano superiore.

112 Lapide posta sulla facciata del Santuario.

=======

DAL PRESIDENTE ANTONIO WANCOLLE”111

=====

112

EIN MEMORIA DELLA PRIMA APPARIZIONE

L’8 MAGGIO DEL 490NEL XV CENTENARIO

CON DEVOZIONE FILIALEDEDICAVA

AL SANTO PATRONOL’8 MAGGIO DEL 1990

Il Presidente della Procura Il Rettore del SantuarioAvv. Angelo Paladino Sac. Antonio Cantelmi

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

APPENDICE

Lettera del vescovo Carlo F. Giocoli1

Carolus Franciscus Giocoli, Dei et apostolicae Sedis grazia, olim Sancti Severi, nunc Sanctae Caputaquen Ecclesiae Epi-

scopus, ac Iunctarum Sedium Pestanae Velinae, Acropolitanae, et -

gulis has nostras litteras inspecturis, lecturis, legique pariter au-dituris notum facimus, et in Domino testamur, qualiter in TempioDivi Michaelis Arcangeli, erecto in Cacumine cuiusdam Montis Civitatis Salae huius nostrae caputaque. Dioecesis, ab anno mil-lesimo, septingentesimo decimo quinto, fore usque ad presentem diem ex antiquissima Icone dicti Celestis Militiae Principis, in aridissimo depicta pariete, inter sacrorum solemnia, pluries mi-

quod pluries in dictu annorum cursu evenit, non alio tempore, ut plurimum accidit, quam in Maximis Sancta Matris EcclesiaeFestivitatibus, tum Deiparae, Sanctorumque Apostolorum, tum in sollemnitatibus ipsiusmet Divi Archangeli, nec alia fere hora,

fervide orans, culpis expiatus, salutarique paenitentia motus, vere ad deum conversus est: Tale, tantumque stupendum portentum, primo se exeruit die decima septima mensis Maij anni praedic-ti, tempore Paesulatus Nostri Praedecessoris, nunc Archiepiscopi

1 C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., pagine introduttive.

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PASQUALE RUSSO

Septembris anni millesimi septuagentesimi decimi noni, non sine

Resudationem miraculosam fuisse, non solum id ratio, ex quaqua parte convincit, sed clare dignoscitur ex actis apud Nostram Cu-riam compilatis, quibus etc. In quorum omnium, et singulorum

impressione munitas dedimus ex Nostro Episcopio Oppidi Novidie 17 mensis octobris 1720.

C(arolus). F(ranciscus). Episcopus Caputquen(sis)

Locus Sigilli

Angelus Pinto Cancell.

(La traduzione è riportata nel “Prodigio della resudazione”)

Copia del Sommario Processo-

cipe S. Michele Arcangelo, nel sagro monte della Città di Sala, ut intus(fatto il 20 maggio del 1852 dal Servo della Diocesi di Diano Lorenzo Pe-ricolo).

«Il giorno 8 maggio 1718, di mattina, entrarono nella cap-pella di San Michele il Signor Vicario Generale Dottor e

Protonotario Apostolico D. Nicolò Saraceni e i Testimoni da lui chiamati. Erano circa le ore 16 e su richiesta del Rev. Signor Vica-rio, i Testimoni cominciarono ad esaminare e a toccare con mano la Sacra Immagine. Essi la trovarono secca ed arida e allo stesso modo trovarono le mura laterali del Cappellino, dell’altare posto sotto l’Immagine e le mura della Chiesa esteriore.

Trascorse circa un’ora prima che arrivasse la Processione composta dal Clero, Religiosi, Cittadini e forestieri provenienti dalla città di Sala, con la statua portatile di S. Michele la “quale fu riposta nel medesimo Cappellino interiore in Cornu Evangelii

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

dell’Altare” e fu cantata la Messa solenne. L’Immagine continuò a mantenersi asciutta anche una volta terminata la celebrazione. Ma dopo che giunsero dei Sacerdoti e Religiosi Cappuccini ed altri del popolo, in abito di Penitenza recitando Inni e Salmi pe-

cominciò a resudare, dalle ginocchia al capo, un liguore aureo, per circa un’ora. I Testimoni osservarono il fenomeno. Il liguore

fu fatta la deposizione circa il fenomeno al quale si era assistito2.Viene precisato che il Signor Vicario non fece trattenere più

di sei persone, dentro la Cappellina interiore, dove sta la Sacra Immagine, e che davanti ad essa non furono accese più di due candele ed altre due davanti alla Statua. Nella Cappella esteriore non fece trattenere più di cinquanta persone.

Il quarto lato comunica, mediante un arco, con la Cappella -

non può penetrarvi l’umidità. Dunque tale resudazione non può essere considerata causa

ritornarono ad esaminare l’Immagine e la trovarono perfettamen-te asciutta. Inoltre il Dott. Costantino Gatta aggiunse di essersi recato lì anche il giorno precedente all’8 e di aver visto tutte le pareti aride».

Sala 20 maggio 1852, Lorenzo Pericolo»3.

2 Il documento riporta le ore locali, che scandivano la giornata seguendo -

to, iniziando a contare (ora 1ª) subito dopo il calar del sole, le citate ore 16 e 23corrisponderebbero rispettivamente alle attuali ore 9 e 16.

3 Il Ponte – Bollettino d’informazione parrocchiale, (inserto) – San Pie-tro Apostolo - Sala Consilina, ( segue la descrizione di miracoli),1991.

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PASQUALE RUSSO

Invito dei Sindaci di Sala al Priore della Confraternita “San Vincenzo di Paola”

Al Signor Priore della ConfraternitaDi San Vincenzo da Paola SalaAmministrazione Comunale Sala 7 Maggio 1835

ignor PrioreRicorrendo domani la solenne Festività dell’Eccelso Protettore San Michele, io la invito di favorire alle ore tredici nella Chiesa di S. Biagio, per condecorare la Sacra Processione con i di lei confratelli, tutti adorni di ceri e per pregare il Prode nostro Di-fensore, onde implori presso l’Ente Supremo il perdono dei pec-cati nostri. Il Sindaco

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Al Signor Priore della ConfraternitaDi San Vincenzo da Paoli in Sala

***Amministrazione Comunale Sala 29 settembre 1837N. 200Al Signor Priore della Congregadi San Vincenzo a Paola in Sala

Dal Sindaco di Salaignor Priore

Ricorrendo oggi la solenne Festività del Protettore San Michele, La prego di intervenire insieme a tutti i suoi confratelli decorati di Torce nella Chiesa di S. Biaggio (sic) ad ore 14 per poi anda-

4 Il documento è presso l’Archivio del sig. Antonio Romano.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

re all’incontro del Santo riunita alle altre confraternite, e Clero, onde eseguirsi con la massima pompa a processione per l’abi-tato. Il Sindaco Francesco del Vecchio5

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Napoli 14 febbraio 1855

Ferdinando IIPer grazia di Dio

Re del Regno delle Due Sicilie, di Gerusalemme ecc.

Veduto l’avviso della Consulta dei Reali Domìni al di qua del

Sulla proposizione del Direttore del Nostro Ministero e Real Se-greteria di Stato dell’Interno abbiamo risoluto di decretare e De-cretiamo quanto segue:

Art. 1°Concediamo il Nostro Sovrano Assenso sulla fondazione e le Re-gole della Congrega sotto il titolo di S. Michele Arcangelo da isti-

5 Archivio Antonio Romano.6 Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, Busta 2017, fascicolo 21.Notizie sono rilevabili anche sul Libro della Congrega di San Michele,

custodito nella cappella in via Savonarola dove è scritto che la Congrega fu approvata da Sua Maestà (D.G.) istallata nella chiesa della SS. Annunziata nel dì 7 maggio 1855 e che la statua di San Michelicchio in dotazione alla cappella fu opera di Antonio Brigante di Padula.

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tuirsi in Sala, Provincia di Principato Citeriore, giusta il progetto annesso al presente Decreto.

Art. 2°Il Direttore del Nostro Ministero e Real Segreteria di Stato dello Interno è incaricato dell’estensione del presente Decreto.

Firmato – Ferdinando

Il Direttore del Ministero Il Ministro Segretario di Stato e Real Segreteria di Stato dell’Interno Firmato Ferd. TrojaPresidente del Consiglio dei MinistriFirmato Bianchini

Il Ministro Segretario di Stato Il Direttore del Ministero e RealPresidente del Consiglio dei Ministri Segreteria dell’InternoFirmato- Ferd. Troja Bianchini

Doveri e DrittiDEI FRATELLI E DELLE SORELLEComponenti la Congregazione

diSan Michele Arcangelo

Esistentein

Sala Consilina

Sala Consilina& C

1884

* * * * *

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Antonio Pernetti, nominato di bel nuovo Priore della Congrega di S. Michele Arcangelo, ama di ricordare ai suoi Confratelli

e alle Sorelle, componenti il Sacro Sodalizio, i doveri cui sono tenuti di adempiere, ed i dritti che loro spettano: e ciò intende fare non solo per lasciar loro un ricordo dell’affetto, che ad essi

possesso.

DOVERI

1° I Fratelli sono in obbligo d’intervenire alla Cappella della Congregazione sempre che vi si celebrano delle festività, specie quelle del nostro Santo Protettore.

2° Sono tenuti di recarsi nella Parrocchia di San Pietro il Giove-dì Santo, vestiti con l’abito per comunicarsi, come si è prati-

3° Hanno poi l’obbligo strettissimo di intervenire alla visita del Santo Sepolcro il Venerdì santo, alla Processione del Corpus

del Priore, a tutte le altre, che si sogliono fare per la Città.4° Nessun Fratello può indossare l’abito in chiesa o cappella

estranea senza il permesso del Priore.5° Tutti i Fratelli hanno il dovere di assistere per giro alle Qua-

intervenire tutti con l’abito e rispondere all’appello, che ver-rà chiamato dal Segretario.

6° Sono pure tenuti di recarsi in Cappella la prima e la seconda Domenica per sentirsi la Messa, che sarà celebrata dal Diret-tore spirituale.

7° Morendo qualche Fratello o Sorella, tutti indistintamente debbono accompagnare il cadavere alla chiesa e al campo-santo.

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Chi mancherà a questo dovere pagherà un Punto pecuniario -

ranno celebrare messe per l’anima di chi è passato di questa vita.

8° Dietro avviso del Priore tutti i Fratelli e le Sorelle sono ob-

in suffragio dell’anima del Fratello o Sorella defunta non più tardi dell’ottavo giorno dalla morte.

9° Tutti i Fratelli o Sorelle che non intervengono mai o quasi mai né all’accompagnamento funebre di quei Fratelli o So-relle che muoiono, né alle funzioni che si sogliono fare in Cappella, perché gentiluomini o gentildonne, o per affare di negozio o per ragione di salute debbono pagare il doppio di quello che si paga dagli altri.

10° Tutti i Fratelli e le Sorelle hanno il dovere di recitare per otto giorni il Santo Rosario per l’anima del loro Confratello o della Sorella trapassata.

11° Se qualche Fratello o Sorella è stato assente dalla Congrega-zione per più anni, chiamandosi dal Priore, è tenuto di pre-

d’accordo coi quali cancellerà dalla Tabella della Congrega il contumace o la contumace.

12° I Fratelli e le Sorelle che son tenuti di pagare dei punti, deb-bono farlo senza alcuna osservazione.

13° Finalmente tutti i Fratelli e le Sorelle debbono astenersi dal -

le tra persone, che debbono considerarsi come formanti una famiglia sola: e, quando fossero necessitati di farlo sono te-nuti di presentarsi ad un Conciliatore, che verrà destinato dal Priore.

DIRITTI

1° Ogni Fratello o Sorella che viene a morte, ha il diritto di ave-re la Bara, la Macchina e cento torce. Inoltre per tutto quel

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

tempo che il cadavere rimane in casa, arderanno intorno ad

dodici Messe piane in suffragio del defunto o della defunta.2° Quei Fratelli o quelle Sorelle che sono infermi, e che non

ànno dei mezzi per provvedere ai loro bisogni, hanno il di-ritto di essere soccorsi dalla Congregazione nella migliore maniera che si può.

3° Se viene a morte qualche Fratello o Sorella, e si sa che la fa-miglia non ha veramente dei mezzi per poter pagare i diritti della Chiesa ove si celebra il funerale, questi saranno pagati dalla Congrega, dietro ordine del Priore di accordo coi rima-nenti della Banca e di altri Fratelli, se il defunto o la defunta avrà adempito a tutti i suoi doveri spirituali e temporali.

4° Ciascun Fratello, purché sia di qualche capacità, può essere

frequentata la Congregazione, perde questo diritto. E qui torna opportuno ricordare a tutti che il Priore non può

durare in tale carica più di un anno, eccetto se i Confratelli lo confermassero per il secondo. Dippiù si badi attentamente

-l’anno, non può essere messo nella Terna, che si fa per l’ele-zione del novello Priore, se non dopo due anni giusta l’art. della Regola. L’elezione poi del Priore deve farsi la prima o la seconda Domenica di Novembre. In quel giorno il Priore che esce di carica, chiamerà a sé i componenti della Banca che va a cessare, con altri Fratelli anziani, ed insieme col Padre Direttore e col segretario, fatta la Terna, si procederà alla elezione in pubblica Congrega. Anche il Cassiere verrà

mettere nell’urna il nome di tre individui.5° Tutti i Fratelli e le Sorelle potranno far rispettare ed esigere

fare da coloro che o sono stati assenti per un anno e più dalla Congrega, o non sono stati puntuali nei pagamenti.

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-

i primi e nel far valere i secondi, non v’ha distinzione di sorta tra ricchi e poveri, tra nobili e plebei.

…Il sottoscritto spera che tutti i suoi Confratelli e le Sorelle

-mente, la sullodata Congrega che molto gli sta a cuore.

Sala Consilina 1 gennaio 1885 Il Priore

Antonio Pernetti

Richiesta per uso di un medaglione

All’Ill/mo e R/moMr. Vicario Generale della Diocesi di Diano

Questa Confraternita sotto il titolo di S. Michele Arcangelo, Patrono della Città, intende decorarsi di una tessera di or-

namento, avente nel centro l’immagine dell’Arcangelo Titolare che, appeso a conveniente laccio, dal collo scendesse al petto di ciascun congregato e del direttore Spirituale, sempreché in corpo procede vestita di sacco e della solita divisa nelle funzioni reli-giose. Perché si aumenti il fervore e la pietà della Confraternita stessa, di cui il supplicante e immeritevole Capo, pregasi la S. V. Ill/ma e R/ma voler permettere l’uso della desiderata deco-razione, lo che torna a gloria di Dio e del Principe delle celesti Milizie.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Nel baciarle ossequiosamente la mano si attendono precisate le sue grazie.

Sala Consilina 3 maggio 1887 Il Priore

Antonio Pernetti

Si concede alla Confraternita di S. Michele Arcangelo in Sala Con-silina richiesta grazia di far uso della tessera avente nel centro l’imma-

di chiederne la venia a Monsignor Vescovo di Diano, tornato che sarà in questa residenza. Dalla Curia vescovile 4 maggio 1887

Pro Vicario Generale Arciprete Marchesano7

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XIII con bolla 12 dicembre 1887.

Vescoviche hanno avuto relazioni col Santuario:

Francesco Paolo de Nicolai (vescovo di Capaccio 1704 - 1716): durante la prima resudazione.

7 Il Vescovo di Diano allora era Vincenzo Addessi (1884 - 1904). E’ se-polto nel cimitero di Teggiano.

Copia del documento mi è stata fornita dal fotografo Antonio Arpèa, de-votissimo del Santo Patrono. A lui il merito di aver fotografato nei minimi particolari le feste e tutte le funzioni in onore di San Michele per oltre qua-rant’anni.

8 Le indulgenze sono state desunte dalle lapidi del Santuario.

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Carlo Giocoli (vescovo di Capaccio 1717 - 1723): te-stimone del miracolo, fece co-struire la cisterna.

Agostino Odoardi (vesco-vo di Capaccio 1724 - 1741):fece ampliare la cappella.

AntonioRaymondi (vesco-vo di Capaccio 1741 - 1768):ampliò il Santuario secondo i canoni dell’architettura baroc-ca e donò l’organo a canne, trafugato poi nella notte del 23aprile del 1982.

Filippo Speranza (vesco-vo di Capaccio 1804 - 1834):consacrò l’altare maggiore e sigillò le ampolline contenenti la Manna del Miracolo, depositate ora nei forzieri della SS. An-nunziata.

Aldo Forzoni (vescovo di Teggiano 1962-1970): fu ospite del Santuario.

Bruno Schettino (vescovo di Teggiano-Policastro 1987 -1997): si recò più volte sul Santuario. Il vescovo diocesano vi celebrò la prima messa il 5 novembre 1995 quando «la chiesa del-l’Annunziata, chiusa al culto a causa dei danni subiti dal terremo-to del 1980, fu riconsegnata il 29 settembre 1995 a San Michele Arcangelo, Patrono di Sala Consilina»9

Angelo Spinillo (vescovo di Teggiano-Policastro (2000…):inaugurò il 2004 la tabellonistica del Sentiero Frassati della Cam-pania, nel cui percorso è inserito il Santuario di San Michele.

9 Invito (a recarsi sul Santuario per il ringraziamento) - 5 novembre 1995.

Particolare dei Paramenti del 1829

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Lettera del vescovo Aldo Forzonia don Donato Ippolito, parroco della SS. Annunziata

«Vescovado di Teggiano 11 maggio 1965

Rev.mo e caro Monsi-gnore, ringrazio per

la bellissima giornata tra-scorsa insieme al Santua-rio di S. Michele Sabato scorso.

Rinnovo il più vivo elogio per l’opera rea-lizzata e la speranza che venga utilizzata ampia-mente e intelligentemen-te.

Immagino quale im-pegno e quale somma di

-tare a termine, in quel monte, un complesso di quella mole e tracciare una strada in un terreno

-mente prezioso aiuto la Procura; furono comprensive le Autorità Civili; è stato e sarà generoso il popolo per la devozione che lo lega al Santo Patro-no, ma resta indubitato che la parte maggiore di responsabilità e di lavoro ha gravato e grava sopra le sue spalle e sopra il suo cuore.

Speriamo tutti che quel monte divenga ancor più un “sacro

Il vescovo Aldo Forzoni e don Donato Ippolito all’ingresso del Santuario.

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monte” per i convegni di preghiera e di raccoglimento; per i pel-legrinaggi di devozione e per trascorrervi ore tranquille special-mente da parte del nostro popolo…

Con rinnovati sensi di gratitudine e di compiacimento, la sa-luto e benedico.

Suo Aldo Forzoni Vescovo.-----Rev.mo Mons. Donato IppolitoSala Consilina»10.

Rettori del ‘900

- Don Francesco Bigotti (1887 – 1903)- Don Francesco Chirichella (1905 – 1956)- Don Donato Ippolito (1956 – 1971)- Padre Alfredo Melis (Giuseppino) (1971 – 82)- Don Angelo Spinillo j. (1982 – 1983)- Don Antonio Cantelmi (1 ottobre 1983 *** )

Custodi del Santuario(nel 1900)

Zia Rosa Pica (n. il 30. 10. 1890, m. il 29. 9. 1983), Zi’ An-tonio Calicchio (marito), Carmelina D’Alto, Pasquale Melillo, Rocco Scatà, Michele Cardinale, Emilio Calicchio (1984 – 94),Antonio Durante (1995 – ***).

10 La lettera è conservata nell’Archivio parrocchiale della SS. Annunziata.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Ricorrenze

Sei gennaio- calata della stella- in commemorazione della “Resudazione ac-caduta dopo l’occaso del sole, e in tempo di difetto di lumi, come avvenne nell’anno 1719 nel dì dell’Epifania ad ore due in circa di notte”11.

Tre maggio- la croce - pulitura della via che dal Calvario conduce al Santua-rio.

Otto maggio- sul monte Gargano.

11 C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., p. 101. Le due di notte - ora locale - corrispondevano alle attuali ore 19.

I custodi zia Rosa e zi’ ‘Ndonio avanti al Santuario (anni ‘50)

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Diciassette maggio con messa sul Santuario,

processione dei cinti con tre giri attorno al cappellino e distribu-zione del cerino.

Quattro luglio- avvenuta secondo la tradi-zione nel 1213.

Ventinove settembre- in concomitanza con quella del Garga-no.

Sedici dicembre-

Dal 29 settembre all’8 maggio statio della statua nella chiesa del-l’Annunziata.

statio della statua sul Monte Balzata.

Percorso processionale

Otto maggio

-

Ventinove settembre

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

-

della SS. Annunziata.

Processioni

1653 Processione da Sant’Eustachio: “Si parte dalla parroc-chiale di Santo Eustachio e si và cantando la litania dei santi con ogni devozione con alcune confraternite e detta processione và per la piazza di sotto corte per sotto santo Pietro per la via delli cappuccini à dirittura alla Cappella di San Michele Arcangelo extra menia sopra il monte dove giunto il Clero si canta la Messa

-na nella chiesa Parrocchiale di santo Pietro” 12.

1656 In occasione della peste: “La peste del 1656 condusse gravi lutti per la Sala ma il popolo dicesi fusse allora molto pec-catore e solo per grandi penitenze e pellegrinaggi al Sacro monte la peste ebbe il termine suo” (Lo Bosco, p. 67).

1715 Ripetute processioni con gran concorso di popolo in oc-casione della prima resudazione.

1718 Nella circostanza di altra resudazione.1764 In occasione della carestia: “al 7 febbraio tutti li preti, li

diaconi, li padri cappuccini fecero la processione di penitenza per le vie de’ la nostra città, con croci, catene e spine. La processione con gli capi eletti portossi a’ la nicchia di San Michele Arcangelo per impetrare il di lui soccorso in tale sventura” (Lo Bosco p. 78).

1779 Le Regole della Congregazione laicale del Monte dei Morti di Sala prevedevano per i confrati la processione a San Michele in occasione di pubblico travaglio.

12 A. TORTORELLA, “Senza eccettione d’havere primitiva alcuna. Ordine e precedenze nelle processioni seicentesche di Sala”, Sala Consilina, Edizionidella Biblioteca Comunale, 1985, p. 57.

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16 dicembre Processione in ricordo dello scampato pericolo dal Terremoto del 1857.

16 dicembre 1980 dopo il terremoto del 23 novembre del 1980

Volo dell’angelo

Hanno effettuato nel XX secolo il Volo dell’angelo i seguenti ra-gazzi13:

1920 * Tommasiello Michele 1921 * Lovaglio Pietro1948 * Morgia Cono 1949 - 1950 * Tommasiello Antonino1951 - 1952 * Marotta Roberto1953, 54, 55, 1956 * Tommasiello Raffaele (Lello)1957 - 1958 * Di Benedetto Michele1959 - 60 * Caracciolo Antonio1963 - 64 * Pierri Antonio1969 - 60 * Petrosino Enzo1971 - 72 * Castronuovo Franco1973 - 74 * Petrazzuolo Vincenzo1975 - 76 * Lammardo Gerardo1977 - 78 * Garone Andrea1979 * Chirichella Antonio1980 * Tozzo Michele

13 I nominativi dei ragazzi che hanno effettuato il “Volo dell’angelo” sono stati forniti dall’amico sig. Antonio Romano e dal giovane Domenico Di Be-

della “barca” o del “volo”. Da qualche anno il comitato della “Barca e del Volo dell’angelo” (formato per lo più da uomini del rione di Sant’Eustachio)ne sceglie uno solo per tutte e due le funzioni.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

1980 - 81 * Ginnetti Amato1982 - 83 * Teano Pietro1984 * Aumenta Giovanni1985 * Giaffrida Domenico1986 - 87 * Di Benedetto Domenico1988 - 89 * Paladino Antonio1990 * De Vita Angelo1991 * D’Alto Felice1992 * Abate Chechile Antonio1993 * Tuozzo Vincenzo1994 * Tozzo Vincenzo1995 * Chirichella Giuseppe1996 * Caracciolo Michele1997 * Pepe Michele1998 * D’anza Emanuele1999 * Tozzo Vincenzo2000 * Chirichella Antonio2001 * Petroccelli Cono 2002 * Paladino Antonio2003 * Puglia Antonio2004 * Grasso Davide 2005 * Cascione Biagio2006 * Siani SimonPietro14

14 Nell’elenco manca qualche nominativo, che non è stato possibile repe-rire.

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Bande Musicali15

Anno 8maggio

29settembre

16dicembre

1925 Taranto1933 Mandria1938 Sassano Sannicandro (Bari)1939 Vietri sul mare + Sassano1940 Sassano1941 Sassano1942 Polla1943 Atena Atena1944 Sassano Polla Sassano1945 Atena Sassano1946 Sassano Squinzano (Le) + Sassano1947 Sassano Presidiaria + Sassano1948 Sassano Ferrotranviari1949 Sassano Montemiletto

1950 Sassano Lanciano La festa non si tenne per maltempo

1951 Sassano1952 Sassano Marigliano + Sassano1953 Sassano Bari1954 Sassano Conversano (Ba)1955 Sassano Conversano + Sassano Sassano1956 Polla Castellana Grotte Ba) Sassano1957 Sassano Gragnano + Sassano

15 Non per tutti gli anni è stato possibile sapere la provenienza delle bande.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

1958 Sassano Vietri di Potenza + Francavilla Fontana (Ba)

1959 Sassano Taranto + Sassano

1960 Sassano Acquaviva delle Fonti (Ba) + Polla

1961 Sassano1975 Lanciano (Chieti)

1976 Castellana Grotte (Ba) + Sassano

1985 Sava (Taranto)

1988 Sacro Cuore di Venosa di Finanza

1989 “Gioia del Colle”(Ba)

1990 Città di Cosenza Polizia di Stato

1991 Città di Bari1992 Città di Mottola (Ta)1993 Mottola” (Ta)

1994SanGregorioMagno

1995

1996 Buonabitacolo + Corpo Polizia Penitenziaria

1997 Santa Maria Maggiore + Laino Borgo

1998 Montefalcione (Ap)2003 Cariati (Cs)2004 Lecce

2005 Città “Vallo di Diano” Acquaviva delle Fonti (Ba)

2006 Città “ Vallo di Diano Città di Conversano (Ba)

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Offerte

Per la festa di San Michele Arcangelo dell’8 maggio 1911,che si celebrò nella cappella della Madonna di Loreto, fu raccolta a Brooklyn da Antonio Pallotta e Pasquale Cartolano di Nicola la somma di £ 92,7516.

* * *

I Soldati salesi del 63° Reggimento Fanteria del 1915 insieme con altri dei paesi vicino a Sala offrirono a San Michele la somma di £ 15,50 per la confezione di una casula per la celebrazione del-le messe, certamente perché assicurasse la sua protezione durante l’evento bellico17:

1 Auleta Michele di Angelo £ 5,002 De Luca Angelo di Michele £ 5,003 Coppola Antonio Di Michele £ 5,004 Miele Michele di Giuseppe £ 10,005 Casale Francesco di Michele £ 10,006 Lovaglio Gius. di Francesco £ 10,007 Casale Andrea fu Michele £ 5,008 Russo Michele di Giuseppe £ 10,009 Pierri Giuseppe fu Vincenzo £ 5,00

10 Spolzino Antonio di Giuseppe £ 10,0011 Migliore Emilio di Arcangelo £ 5,0012 Lammardo Feliciano di Vinc. £ 10,0013 Mugnolo Pasquale di Pietro £ 10,0014 Puglia Angelo di Giovanni £ 5,00

16 Archivio parrocchiale della SS. Annunziata.17 La casula è custodita nel Santuario.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

15 Palladino Giovanni di Rosario £ 5,0016 Petrazzuolo Angelo fu Ant. £ 5,0017 Pascuccio Agostino di Ant. £ 5,0018 Focarile Vincenzo di Dom. £ 5,0019 Abate Carmine di Alfonso £ 5,0020 Belardi Carmine di Gius. £ 1,5021 Michele Maggioletti £ 5,0022 Vuolo Carlo di Matteo £ 5,0023 Arato Vincenzo Padula £ 1,0024 Cataldo Antonio Padula £ 1,0025 Cataldo Vincenzo Padula £ 1,0026 Di Giuseppe Vinc. Padula £ 1,0027 D’Onza Michele Sassano £ 1,0028 Pizzo Michele Sassano £ 1,0029 Franc. Verretti Sassano £ 1,0030 De Lisi Pietro Sassano £ 1,0031 Rubino Giovanni Sassano £ 2,0032 Ferri Giovanni Sassano £ 0,5033 Lisi Nicola Monte S. Giac. £ 0,3034 Cassillo Giovanni Casalbuono £ 1,0035 Barbero Rosario Castelcivita £ 1,0036 Santese Giovanni Battipaglia £ 0,4537 Bilancieri Biagio S. Biase £ 0,50

Totale £ 151,50

* * *

Paliotto ricamato con la seguente scritta: “ A devozione di Ma-ria Felicia Spinelli (che) dona a San Michele maggio 1950”18.

18 Sul Santuario.

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* * * Piastrelle della “Ceramica La Vietrese” A devozione di San-

tarsiere Antonio di Domenico 196619.

* * *A

devozione di Nicola Galatro” 197320.

* * *

Oro(offerto dai fedeli di San Michele)

Anelli, bracciali a canne, bracciali a fasce, bracciali a maglie, oro-

stelle, fermagli, orecchini a bottone, anelli, collane, laccetti, bi-lancette, ecc. Parato d’oro del 1829.

* * *

Argento

Cuori, calice, teca, porta reliquia, ombrello, calici, pissidi, croce da commendatore.

* * *

19 Al Calvario20 Conservato sul Santuario.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Oggetti sulla statua

1 Bracciale d’oro a canna. 1 Laccio d’oro da visita con passante.In occasione delle processioni decorano la statua 8 palmette, 2 an-core, 1 fascione terminante con due mezzelune, (supporti di legno

offerti in dono al Santo protettore per grazia ricevuta o in adem-pimento di una promessa. Gli ori e gli argenti, dopo le funzioni, sono riposti in cassaforte custodita dalla Procura21.

Procure di San Michele Arcangelo

anno 1951 (?)Presidente Sac. Donato Ippolito.Pietro Pernetti, Vittorio Paladino, Manfredi Gargano, Manrico

Francesco Sollitto, Emiliano Mastrangelo, Michele Pica, Pasquale Casale, Francesco Castrataro, Emilio Ferraro, Michele Romano,Angelo Castrataro, Antonio Gorga, Angelo Botta, Achille Mar-mo, Felice Masino, Felice Lapelosa, Michele Rosciano, AntonioRosciano.

anno 198322

Presidente titolare Presidente effettivo:Vice Presidente : Gio-

: Pasquale Melillo.

Castrataro Michelangelo, Antonio Gorga, Michele

21 Dall’Inventario del 1956.22 Dai Registri della Procura.

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Gallo, Vincenzo Lobosco, Vincenzo Chirichella, Emilio Calic-chio, Rocco Scatà, Leonardo Casale, Giuseppe Lopardo.

anno 198823

Presidente titolare Presidente effettivo:Vice Presidente : Miche-

le Aumenta; : Emilio Presidente onorario: Michele Pompa.

Antonio Gorga, Michele Gallo, Vincenzo Lobosco, Vincenzo Chirichella, Giovanni Iacondino, Giuseppe Lopardo, Antonio Melillo, Michele Orlando, Ernesto Paladino, RoccoScatà.

anno 199624

Presidente titolare Presidente effettivo:Vice Presidente Tesoriere: Mi-

Presidente onora-rio Presidente onorario: Angelo Paladino.

: Gorga Antonio, Gallo Michele, Lobosco Vincenzo, Chirichella Vincenzo, Calicchio Emilio, Iacondino Giovanni, Leopardo Giuseppe, Orlando Michele, Paladino Ernesto, TafuriMichele, Durante Antonio, Paternoster Felice.

23 Liturgia nella festa di San Michele, Edizione Parrocchia SS. Annunziata,1988.

24 Procura di San Michele (a cura di), La Chiesa dei Cittadini, EdizioneParrocchia SS. Annunziata, 1996.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

anno 200425

Presidente titolare Presidente effettivo:Vice Presidente Tesoriere:

Presidenteonorario Presidente onorario: Angelo Pala-dino.

Vincenzo Lobosco, Vincenzo Chirichella, Giovanni Iacondino, Giuseppe Leopardo, Michele Puglia, Michele Tafuri,Felice Paternoster, Armando Finizio, Claudio Sabia, Domenico Cartolano, Emilio Ippolito, Pietro Cava.

Verbali della Procura di San Michele26

Anni 1944 e ‘45

Nella riunione dei procuratori del 16 luglio 1944 viene nomi-nato il Comitato per i festeggiamenti in onore del Santo Patrono, costituito da:1) Parroco Francesco Chirichella, Presidente e Rettore del San-

tuario2) Sac. Vincenzo Bonomo, Vice Rettore3) Santorufo Sante, Segretario4) Pernetti Pietro, Cassiere

6) Botta Giovanni 7) Rosciano Michele8) Casale Pasquale fu Giovanni

25 In Simile a un tesoro nascosto, Tip. Iezza, 2004.26 Dal Registro Contabilità Gestione feste S. Michele Arcangelo.

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PASQUALE RUSSO

9) Lammardo Francesco10) Petrazzuolo Carmine11) Paladino Michele fu Rosario

Dal verbale del 22 luglio 1944 si evince che la Procura de-liberò all’unanimità l’ampliamento della porta della SS. Annun-ziata. Precedentemente la statua, per entrare in chiesa, doveva essere abbassata, quasi spinta a forza.

Nel verbale del 15 marzo 1945 si stabilisce l’ordine di ser-vizio per gli accompagnatori del sacerdote durante la novena sul Santuario.

Sulla stampa del XX secolo

23 settembre 1919«La festa del patrono San Michele Arcangelo promette di es-

sere celebrata con maggiore pompa degli scorsi anni. Già nelle vie principali e sulla pazza municipale si lavora per i preparativi di addobbo e di luminarie. Sono invitate tre musiche, e grandioso sarà lo spettacolo pirotecnico. Se il tempo ci favorisce, come lo speriamo, avremo grande concorso anche dai paesi vicini»27.

30 ottobre 1919“Dopo tre giorni di musica è viva oggi in tutta la città l’emo-

zione provata quest’anno per onorare in forma grandiosa la ri-correnza della festa patronale…

di manifestare la sua esultanza ed esprimere tutta la sua ricono-scenza al Gran Principe delle Vittorie. Il 28 si ebbe una grande

27A. RIMOLDI, Decennio, Sala Consilina, Tip. Francesco Auleta, 1928, p. 43.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

da lontani paesi e molti furono gli affari, con un notevole accenno al ribasso dei prezzi”28.

24 settembre 1920

“La gara ciclistica «Dal monte al mare» avrà luogo il 30 corrente per la festa Patronale, sul percorso Sala-Sapri e ritorno, in totale 144 Km; molti sono i premi in danaro ed oggetti”29.

30 ottobre 1921

“Benché disturbata dalla pioggia, la festa di San Michele è riuscita con generale soddisfazione.

Si è avuto uno speciale divertimento con la corsa ciclisti-ca”30.

10 maggio 1925

“Il ciclo delle feste religiose nel nostro Vallo è cominciato ieri con la festa patronale di San Michele che si venera anche a Teggiano, Sassano e Monte San Giacomo.

All’imponente processione che dalla chiesa dell’Annunziata, -

lieto di onorare l’arcangelo e godere una bella gita in montagna. …Particolare importanza ebbe quest’anno il concorso dei fuochi pirotecnici svoltisi alle falde del monte San Michele”31.

28 Ivi, p. 53.29 Ivi, p. 80.30 Ibidem, p. 108. Furono vincitori: 1° Calvanese Francesco di Sala Con-

silina, 2° De Ciampis Vincenzo di Casalbuono, 3° Sica Michele di Sala Con-silina.

31 Ivi, p.172.

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PASQUALE RUSSO

1925“Quest’anno con speciale preparazione si voleva onorare il

Patrono San Michele, ma purtroppo il maltempo ha guastato il

Si udì la dotta predicazione di mons. Leone, venuto da Napo-li e la imponente processione venne affrettata sotto la minaccia della pioggia. Sfarzoso l’addobbo nella chiesa dell’Annunziata; bella la decorazione della via principale con illuminazione a luce elettrica.

Nella serata si godette lo spettacolo pirotecnico col concerto della musica municipale di Taranto che, sotto l’abile direzione del maestro sig. Domenico Gallucci, ci fece gustare dell’ottima musica”32.

1933

“Non ancora si è spenta l’eco dei grandiosi festeggiamenti di quest’anno per la ricorrenza di San Michele Arcangelo. La

-trattazioni e scambi a quella degli anni precedenti. Splendide le luminarie opera dei bravi artisti Cozzi e Coiro. Il pergamo è stato tenuto magistralmente dal fecondo e dotto oratore sacro canoni-co prof. Esposito da Sorrento.

Bellissimi e suggestivi i fuochi pirotecnici, dei rinomati cav. Viviani e Pasquale Nitto.

Il concerto musicale di Mandria sotto la valorosa direzione del maestro concertatore cav. Prof. Rodolfo Mazzei, nelle sere del 28, 29 e 30 settembre ha deliziato il pubblico con la esecuzione impeccabile di musica classica e moderna”33 .

32 A. RIMOLDI, cit., p. 177.33 Il Roma, 12 ottobre 1933, anno XI.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

1965“9 Dicembre. Inizio del settenario in preparazione della festa

del Patrocinio di S. Michele, che cade il 16 Dicembre, a ricordo della protezione sulla nostra città nel terremoto del 1857 ed in altre circostanze. 16 Dicembre. Alle ore 8, alle ore 9 e a sera, alle 18 celebrazione della S. Messa e canto del Te Deum per ringra-ziare Iddio che, attraverso il patrocinio di San Michele ha mani-festato benevolenza verso i suoi devoti e per implorare il perdono dei peccati. Tempo permettente, processione penitenziale con la statua dell’Arcangelo”34.

1975“Anche quest’anno è stata solennemente celebrata la festa

patronale di San Michele Arcangelo. I festeggiamenti hanno avu-to luogo nei giorni 28, 29 e 30 settembre…La statua del Patrono è stata portata processionalmente a spalle dal Santuario e dopo è stata celebrata una Messa solenne con accompagnamento della Schola Cantorum dei giovani diretti da padre Salvatore Tidu….Nelle ore serali del giorno 28 ha rallegrato la popolazione l’or-chestra Continental, il 29 la rinomata banda Città di Lanciano…

sostanzialmente contribuito con 2 milioni di lire alla riparazione della facciata della chiesa della SS. Annunziata e con 1 milione al restauro della Cappella dedicata alla Madonna di Loreto, nonché ha provveduto a far indorare la spada, il bracciale e la catena che ornano la statua di San Michele…Domenica 28 sull’apposito campo si è svolta una interessante gara di tiro al piattello e nel pomeriggio del giorno 30 si è avuta la seconda edizione della “gara Podistica degli antichi Rioni di Sala Consilina”35.

34Parrocchia della SS. Annunziata - Sala Consilina – Notiziario Mensile, dicembre 1965.

35Il Roma, ottobre 1975.

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PASQUALE RUSSO

1976

«Con la solennità di sempre e con una partecipazione di po-polo veramente eccezionale si sono svolti i festeggiamenti in ono-re del Patrono San Michele Arcangelo.

nella mattinata, mentre nelle prime ore del pomeriggio, organiz-zata dal Club Napoli, si è svolta la terza edizione della corsa po-distica dei vecchi rioni di Sala Consilina. Il 29 solenne processio-ne per le vie cittadine della statua del santo cui hanno partecipa-to, oltre ad un numero rilevante di fedeli, le Autorità civiche con alla testa il neo sindaco, ing. Michele Vannata, i rappresentanti della stampa e dei Comandi militari di stanza a Sala C. In piazza Umberto I il vescovo di Teggiano mons. Umberto Altomare ha celebrato la santa messa.

…Oltre alla banda di Sassano, la popolazione ha potuto ascoltare e godere la magistrale esecuzione di pezzi classici ese-guiti dalla pluridecorata banda di Castellana Grotte»36.

1983

“Anche quest’anno i festeggiamenti di San Michele si svol-gono con grande solennità religiosa, ma anche con vitalità per la cittadina regina del Vallo di Diano.

La procura di San Michele ha pensato a tutti i minimi par-ticolari per la riuscita di una festa nella quale tutti si sentono impegnati in prima persona”37.

36 Il Roma, ottobre 1976.37 Il Mattino, 29 settembre 1983, anno XCII.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

1984

“Quest’anno abbiamo potuto ammirare nella pittoresca con--

gestivo apparato di luminarie che riproducevano il fulgido sim-bolo della croce sulla facciata della SS. Annunziata”38.

1985

“Quest’anno la grande ricorrenza del 29 settembre che ono-ra il nostro Santo Protettore San Michele, ha toccato l’acme della grandiosità.

La processione si è snodata lungo le caratteristiche vie cit-tadine, godendo dell’augurale Sagra dell’uva e degli antichi riti celebrativi offerti dal rione S. Eustachio.

-cescano Carmine Rosciano”39.

1986

«Quest’anno (1986) la festa di San Michele sarà segnata dal-la posa di una croce luminosa di 7m x 4 che impreziosirà il san-tuario dell’Arcangelo sul monte Balzata e sarà visibile da tutto il Vallo di Diano…. Intanto, già da qualche giorno, è cominciata la “novena” nel Santuario.

Ogni mattina, di buon’ora, i fedeli raggiungono il tempio, dove la statua rimarrà per alcuni mesi, per poi essere riportata in paese il 29 settembre….

Il carnet delle manifestazioni è, come ogni anno, ricco. Ac-canto ai riti religiosi dalla novena alla processione, alle solenni

38 Ipotesi, ottobre 1984, anno I, n. 7.39 Ipotesi, Anno II, n. 9 ottobre 1985.

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PASQUALE RUSSO

cerimonie sacre in chiesa, si susseguono varie iniziative: il mer--

nei sportivi, e, naturalmente, la banda musicale»40.

1994«Del ”Volo dell’Angelo”si è parlato molto alla Certosa di

Padula nello scorso agosto allorché il giorno di San Lorenzo fu inaugurata la mostra “Angeli”…e qualche anno fa, nel 1991, il volo dell’Angelo fu ripreso anche dalle telecamere della RAI che ne irradiò i momenti più spettacolari in tutto il territorio naziona-le nel corso della trasmissione “Ciao Italia Estate”»41.

1995«Riapre i battenti la chiesa della SS. Annunziata…Alle varie

iniziative se ne sono aggiunte altre come quella del Comitato per le feste patronali di San Michele, che ha destinato alla ristruttu-razione della chiesa parte dei fondi raccolti per i festeggiamen-ti»42.

Curiosità

In un’incisione del 1700 (riportata nella Lucania Illustrata-

citore sul demonio e la città di Sala sotto l’ Arcangelo. In appendice vi è la dicitura: «Vera immagine del glorioso

Principe San Michele Arcangelo/ dipinta nel di lui antico Tempio

40Il Mattino, 29 settembre 1986, anno XCV.41 Il Mattino, 29 settembre 1994, anno CIII.42 Il Mattino, 28 settembre 1995, anno CIV.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

eretto nel Sacro Eremo della Città di Sala in Lucania da cui dal-l’anno 1715 sino al presente giorno del 1720, con stupendo mira-colo/ più volte abbondevolmente à resudato prodigioso Liquore

miracoli, e si sono guarite innumerabili infermità».

1938 – Rendiconto spese per lavori sul Santuario43:A Lobosco Vincenzo per embrici 1000 e 100 mattoni £ 170Per vino litri 116 e olio litri 19 a Papaleo per muratori £ 250Al parroco Chirichella per messa mese di agosto £ 25A Pernetti Leonardo per un pennello £ 13Per cambio asino a masto Chele rifosto £ 385A Salvatore Silverio per ferro £ 1250A Giudice Giuseppe trasporto sul monte della catrame £ 80Pagato tomoli 15 di calce a Rosciano Michele £ 45Pagato lastre a Concilio Luigi £ 115Pagato colori a Gargano per attinturare muri esterni del Santuario £ 50Spese sostenute da Giovanni Volpe per vitto pittori £ 137.

29 settembre 1938 - Spese per la festa:Pagato musica Sannicandro £ 5500Pagato musica di Sassano £ 975Al parroco Chirichella per conto Curia di Teggiano £ 125Al fochista De Falco £ 1260A Filippo Coiro per illuminazione £ 2068Domanda al questore per illuminazione £ 6Ai ciaramellari £ 33.

43 Il Ponte, Bollettino d’Informazione Parrocchiale, San Pietro Apostolo,novembre 1994.

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PASQUALE RUSSO

Il 20 aprile 1944 fu effettuato il pagamento al pittore Renato Ga-saro per il quadro di San Michele al Calvario.

Nel 1944 scalpellini di Teggiano pulirono il portale della chiesa della SS. Annunziata. Manrico Volpe tinteggiò la facciata.

Nel 1946 - lavori di riparazione sul Santuario (vedi lapide).

Nel 1946

uscite a £ 354.193.

Nel 1958

uscite a £ 1.252.183.

Nel 1960le spese per i lavori sul Santuario ammontarono a £ 400.230.

Per la riparazione della chiesa di San Michele dipendenti da danni bellici furono spesi £ 3.158.30544.

Il collaudo fu eseguito il 16 aprile 1966 dall’ing. Giovanni Di Castri, che riscontrò che i lavori erano stati eseguiti “a perfetta regola d’arte”.

44 E’ da ricordare che nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, gli aerei anglo-americani sganciarono due bombe sul monte Balzata, che mira-colosamente non scoppiarono. I relitti, che un tempo furono posti a testimo-nianza all’ingresso del Santuario, furono successivamente rimossi e collocati all’interno.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Nel Dicembre del 1969 la Polstrada opera un salvataggio in montagna:

«Dalla sera del sette dicembre a ieri pomeriggio la neve è caduta abbondante sul Vallo di Diano e in quantità maggiore sui monti e le colline circostanti. Su uno di questi monti appena a sud di Sala Consilina, ove un’anziana vecchietta, ex custode del Tempio, Pica Rosa di Sala, nata nel lontano 1890, si era recata nella mattina del sette per approntare il Presepe. Sorpresa dal-la tormenta era rimasta bloccata lassù, né poteva dare notizie o chiedere aiuto per la mancanza di mezzi di comunicazione. Ma qualcuno si è ricordato di lei e ha telefonato al Comando della Polizia di Sala Consilina, chiedendo aiuto per la poveretta. No-nostante che la neve continuasse a cadere a larghe falde, erano le 15 del giorno 8, il Comandante, brig. Santoianni, con l’ap-puntato De Rosa e la guardia Santarsiere intraprendeva l’azione di soccorso che dopo qualche ora veniva felicemente condotto a termine»45.

Nel 1970 fu sistemata la strada che porta al Santuario: «...I componenti del Comitato del santuario, con solerzia de-

gna della massima lode, si sono dati da fare per la realizzazione di diverse opere. Per interessamento del dottor Mario Ricciardi,

-stemazione e bitumazione di buona parte della strada che porta

Mancano ancora da sistemare un paio di Chilometri….Speriamo che anche il Comune voglia far sistemare il tratto di sua compe-tenza, attualmente impraticabile, che va dalla periferia di Sala Consilina alla cappellina della Madonna di Loreto. Anche la co-pertura della Chiesa è stata rifatta in buona parte. Il presiden-te onorario del Comitato, Sig. Antonio Wancolle, ha donato un

45 Il Roma del dicembre 1969.

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PASQUALE RUSSO

gruppo elettrogeno, con il quale si provvede alla erogazione del-l’energia elettrica per l’illuminazione interna ed esterna nonché il pompaggio dell’acqua»46.

…Nel 1974 i lavori di sistemazione ancora non sono comple-tati:

«Si avvicina la festa del Santo patrono di Sala Consilina, S. Michele Arcangelo. Ma il Comitato amministrativo del Santuario è amareggiato e indignato per la mancata esecuzione dei lavori di sistemazione e bitumazione dell’ultimo tratto di strada, lungo Km 1,200 che porta alla Chiesa del Santo.... Fu promesso che

vari vi fu una proroga: i lavori non sono stati neppure iniziati e il tratto di strada in questione, causa le recenti piogge torrenziali, è impraticabile»47.

Nel 1983 si delibera il restauro della statua di San Michele

Avviso sacro

«Parrocchia SS. Annunziata Sala Consilina –– Procura di San Michele Arcangelo.I Procuratori di San Michele Arcangelo in Sala Consilina

informano tutti i devoti del Santo sul progetto di restauro della statua del Santo Patrono.

Sinora, pur avendo interpellati molti, nessuno ha presenta-

46 Il Roma del maggio 1970.47 Ibidem del settembre 1974.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

il lavoro sia eseguito con tutte le garanzie possibili e a regola d’arte è indispensabile che la statua sia portata in un laboratorio adatto per tutto il tempo necessario.

Antonio Lebbro, via San Gregorio Armeno, Napoli.-

ne, i Procuratori sono a disposizione di tutti per eventuali chiari-menti a riguardo.

a riguardo venga fatta per iscritto entro il 21 dicembre 1983 e indirizzata a “Procura di San Michele Arcangelo c/o Parrocchia della SS. Annunziata 84036 Sala Consilina.

Dopo tale data, la Procura esaminerà le proposte pervenute per iscritto, delibererà a riguardo e ne informerà la popolazione con apposito manifesto.

Sala Consilina 3 dicembre 1983

Il Parroco Rev. Antonio Cantelmip. La Procura il Presidente Michele Pompa»48

Risposta del popolo nello stesso mese di dicembre: «Al Sig. Parroco della SS. Annunziata.

popolo che tanto sono devoti (sic) all’Arcangelo San Michele, non toccate il Santo»49. Seguono .

48 L’avviso sacro è custodito nell’Archivio parrocchiale della SS. Annun-ziata.

49 Archivio parrocchiale della SS. Annunziata.

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PASQUALE RUSSO

Per accontentare il popolo,“La Procura di S. Michele decide di far restaurare in sede

(a Sala Consilina) la statua di S. Michele. Non è stato possibile ottenere il consenso a che la statua fosse restaurata fuori Pae-se”50

Carolina Izzo e C” di Napoli, che lavorerà in sede. I lavori furono iniziati il 29 febbraio 1984 e la benedizione della statua restaura-ta fu impartita il 19 agosto 1984. Il costo del restauro, autoriz-zato dalla Soprintendenza BAAAS di Salerno-Avellino, fu di £ 9.300.00051.

Alla festa del Patrono di settembre, molti, che pure appar-tenevano al popolo ed erano liberi di esprimere il loro giudizio, stimarono negativo il risultato del restauro, ché ritenevano dover essere effettuato a Napoli, dove c’erano tutti gli strumenti per in-tervenire a regola d’arte.

L’ultimo restauro della statua fu eseguito nel 1998 da GuidoRegoli con la supervisione della Soprintendenza BAAAS di Sa-lerno - Avellino52.

Nel 1991 le entrate per la festa di settembre ammontarono

Il 23 novembre 1991 fu proiettata nella chiesa di San Nicolala videocassetta “San Michele Arcangelo, il santuario, la festa a Sala Consilina”, a cura del Santuario e realizzata dalla Mediter-ranea di Roma.

50 Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata redatta da don AntonioCantelmi nel 1983.

51 Carte sciolte nell’Archivio parrocchiale della SS. Annunziata.52 Ivi.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Nel 1993 le entrate per la festa di settembre ammontarono a

Nel 1994 le entrate per la festa di settembre ammontarono a

***

Richiesta autorizzazione questua53

Parrocchia SS. AnnunziataSala Consilina (Sa)

Curia Vescovile Teggiano

Il sottoscritto sac. Antonio Cantelmi, parroco della SS. An-nunziata e rettore del Santuario di San Michele, chiede, in ottem-peranza al canone 1265, di poter effettuare una questua allo scopo di acquistare una nuova campana per il Santuario di San Michele, essendo la vecchia gravemente lesionata.

Si comunica che la questua verrà effettuata nel Comune di Sala Consilina nei mesi di Novembre e Dicembre 1984 dai sigg.

PICA Antonio, nato a Sala Consilina il 12/8/1851D’ ONZA Giovanni, nato a Sala Consilina l’8/1/1951

53 Archivio della SS. Annunziata, Carte Sciolte. I tre incaricati per la questua raccolsero la somma di £. 6.775.000, pari alla spesa sostenuta.

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PASQUALE RUSSO

SALVIA Luigi, nato a Sala Consilina il 15/4/1942Ci si impegna a comunicare resoconto della questua.

Distinti saluti

Sala Consilina 1/11/1984 Il Parroco

Sac. Antonio Cantelmi

Visto: nulla ostaTeggiano 30 novembre 1984 Il vicario generale (Mons. Vito D’Alto)

Proposte per una Mostra permanente di etnologia Michaelica

«Il sentimento di devozione e l’attaccamento dei Salesi alla

la vita di ogni cittadino e, al di là delle differenti ideologie profes-sate, attraggono ognuno verso i riti della tradizione, perché nel-l’immagine sacra s’incentra lo spirito stesso del paese, del quale ciascuno sente di essere elemento integrante e all’accrescimento del quale crede di poter contribuire.

Ma s’avverte ora la necessità di orientare verso una forma più organica e consapevole l’interesse collettivo al Santuario e ai fe-steggiamenti del Santo, muovendo da esigenze di progresso civile e culturale insieme. Si auspica infatti che il rapporto dei fedeli al culto di San Michele non sia limitato al rispetto formale ed este-riore e ad occasioni conviviali che talora turbano, con gli eccessi che ne possono derivare, la serenità del tempio, la quale invece invita alla contemplazione, al raccoglimento e alla preghiera. E

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

poiché la promozione sociale dovrebbe procedere soprattutto lun-go la via della conoscenza e della comprensione intima e profonda del mondo, un’iniziativa comincia a prendere vita, calorosamente accolta sin dalla prima formulazione del progetto, la quale è inte-sa ad assolvere un compito squisitamente didattico d’informare,

michaelica, che è motivo di vivaci e feconde dissertazioni di emi-nenti studiosi.

Il disegno sarebbe di raccogliere, in ambienti del Santuario opportunamente predisposti, tutte le memorie, orali, documenta-rie e materiali che abbiano per oggetto San Michele, e di pre-sentarle coi necessari accostamenti alle manifestazioni del culto

-tenzione per il Mezzogiorno italiano e le regioni contigue al Vallo di Diano.

Si prevede un’esposizione ordinata per temi, mentre il fonda-mento unitario potrà essere la rivelazione del Santo nella storia, esaminata in aree concentriche che si restringano sempre più intor-no a Sala. Tale ripartizione interesserà in linea generale la nascitae la propagazione della dulìa al Principe delle Forze sotterranee e celesti, con riferimento speciale ai santuari michaelici dell’Orien-

le tradizioni e le testimonianze michaeliche del Vallo, per passare poi alle origini e alla storia del Santuario salese -

culto, reso al santo dalla Chiesa di Roma e di Costantinopoli,

a Sala e altrove, col corredo di parati e testi liturgici, nonché dei culto popolare, che si concreta nel pel-

legrinaggio al Monte, nei percorsi processionali lungo il paese, negli “strumenti” del culto, cindi, immagini e insegne, ex voto e

protagonisti -rie attribuzioni del popolo, che ha dato e dà forma scenica al pro-prio fervore religioso attraverso i festeggiamenti, e sono i membri

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PASQUALE RUSSO

della Confraternita, gli uomini e le donne di provenienze diverse che nell’abbigliamento distintivo dei rispettivi paesi animavano

e dei ricordi della gente, i sonatori di zampogne, i moderni perso-naggi dell’avvincente rappresentazione sacra.

Ogni sezione sarà anche dotata di pannelli didascalici e di

valore dei materiali esposti e gli donino l’illusione di rivivere i momenti della festa, grazie a un’ambientazione ricreata pure con musiche e canti offerti dalla tradizione.

S’aggiungeranno l’impiego d’un elaboratore elettronico per

il supporto d’una piccola biblioteca specializzata e l’allestimento d’una sala destinata agli incontri culturali.

Per la realizzazione dell’idea così delineata sarà necessaria non soltanto la collaborazione spicciola per il reperimento delle memorie, ma il conforto morale di tutti coloro che ne condivido-no l’interesse e avvertono l’impulso di operare in modo critico e costruttivo e di offrire il proprio gradito contributo»54.

XV centenario dell’Apparizione di San Michele

…«A Sala Consilina il centenario è stato celebrato con la partecipazione alla Via Crucis sul Santuario nelle domeniche di Quaresima e con la celebrazione della Messa ogni domenica po-meriggio alle ore 17 nei mesi in cui la statua rimane sul Santuario. Quando la statua è in paese, la Messa sul Santuario viene cele-brata ogni prima domenica del mese alle ore 7. Importanti sono le opere realizzate sul santuario in questi anni, e per il numero

54 ANTONIO TORTORELLA in Il Ponte, cit., dicembre 1986.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

e per la sofferenza che hanno comportato e ancora comportano. Davvero “Figlio, se intraprendi il servizio del Signore, prepara l’anima alla prova”.

- 20 nuovi banchi, una sedia per il celebrante e due ingi-

Treviso, sono stati il frutto di una colletta di £ 11.450.000fatta da Gelsomina Sabia.

£ 6.800.000 è stato realizzato con i risparmi sulla festa dell’8 maggio.

grazie al volontariato di alcuni operai dell’ENEL di SalaConsilina.

- Il nuovo piazzale antistante al Santuario è stato compiutodall’Amministrazione Comunale di Sala Consilina, “ad utilità di tutto il popolo, come ricorda la lapide posta sullafacciata della Cappella»55 (vedi epigrafe in appendice).

Incontro del Vescovo Bruno Schettinocon i Comitati Festa

«Nel corso della Visita Pastorale a Sala Consilina S. E. Mons. Bruno Schettino ha incontrato i rappresentanti di tutti i comitati festa legati al culto dei Santi. L’iniziativa, inedita e molto apprez-zata, ha fatto registrare la massiccia partecipazione dei compo-nenti delle undici Procure che si sono incontrati sul Santuario di San Michele Arcangelo domenica 22 novembre 1992.

Dopo l’intervento di saluto del rettore del Santuario don An-tonio Cantelmi, il Presidente della Procura di san Michele Arcan-gelo ha illustrato la situazione in cui operano i Comitati Festa,

55 Il Ponte, cit., ottobre 1990.

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PASQUALE RUSSO

sottolineando il forte radicamento sociale ed il sostegno popolare ed economico di cui godono le singole iniziative. Ha, altresì, evi-denziato la necessità di adeguare comportamenti e scelte ai nuovi tempi, alle nuove esigenze ed anche alle emergenze economiche

maggiore con i parroci e la formazione di un organismo interpar-rocchiale che stabilisca il calendario annuale delle feste e regole

-neato l’urgenza di indirizzare la raccolta di fondi principalmente per il recupero al culto delle chiese inagibili o in ristrutturazione.

I successivi numerosi interventi hanno visto avanzare altre proposte in ordine al metodo di raccolta fondi, alla differenzia-zione tra feste di carattere rionale e feste a dimensione cittadina con particolare riferimento a quella Patronale. Da più parti è stata sottolineata l’esigenza di offrire maggiore sostegno alla festa del Corpus Domini, così come la necessità di adeguare alla nuova realtà territoriale della città i percorsi delle processioni.

Molti gli argomenti su cui l’Ecc.mo Vescovo ha fermato la sua attenzione, indicando possibili soluzioni con una esortazione ai Comitati ad una maggiore partecipazione alla vita della Comu-

e al principio fondamentale della religiosità delle feste, solleci-tando i Comitati a svolgere, in tal senso, un’azione sempre più incisiva di educazione e d’indirizzo della coscienza popolare, compito delicato ed impegnativo ma certamente indispensabile per il raggiungimento del Bene Comune»56.

56ANGELO PALADINO, in Il Ponte, cit., Natale 1992.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Restauro della statua di San Michele Arcangelo57

sembianze del San Michele Arcangelo trionfante sul demonio raf--

pie volute e impreziosito da una doratura a foglio su “bolo”. Tra il drago e il basamento siedono otto puttini drappeggiati.

-samente “punzonata” ad imitazione del “cesello” del metallo

schiena. Gli stinchi e i piedi sono impreziositi da calzari di cuoio, mentre le piume dell’elmo, la spada, lo scudo, i pennacchi dei panneggi e la catena a guinzaglio del drago sono dei preziosi ac-cessori in argento massiccio». (Segue la descrizione dello stato di conservazione, dell’intervento del restauro, della pulitura e della stuccatura, verniciatura e reintegrazione pittorica)58.

Restauro dell’affresco nel “cappellino” e di due altari laterali

«Nella lunetta alla destra dell’affresco è stato riportato in

nell’atto piacevole dell’annunciare, dipinto di piacevole fattu-ra, dai delicati tratti e mirabili colori, ben conservati e laborio-

57 Il restauro fu eseguito nel 1998 da Guido Regoli di Roma su commissione di don Antonio Cantelmi e con l’autorizzazione del soprintendente arch.

de Martini.58 Dalla Relazione del restauratore Guido Regoli.

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PASQUALE RUSSO

samente restituiti all’originaria lettura. …Il lavoro di ricerca, nella lunetta simmetrica ha restituito l’immagine della Vergine Annunziata con caratteristiche analoghe a quella della lunetta precedente. …Tale intervento ha rivelato una volta interamente affrescata coeva alle lunette e di analoga fattura»59.

Restauro, consolidamento ed adeguamentodel Santuario di San Michele Arcangelo

Decreto del Vescovo di Teggiano n. 12/04

Il sottoscritto Vescovo di Teggiano – Policastro, in riferimen-to a quanto già stabilito con proprio decreto del 24 marzo 2004prot. 11/04, con cui ha delegato il Rev. Sac. Antonio Cantelmi a rappresentare questo Ente Ecclesiastico nella stipula dell’Ac-cordo di Programma con il Comune di Sala Consilina (Sa), allo scopo di sviluppare gli interventi necessari al recupero ed alla valorizzazione del patrimonio ecclesiastico con valore storico-monumentale, oltre che religioso e di culto, della stessa città,

visto• il verbale unico della Conferenza dei servizi “Recupero e

valorizzazione beni storici monumentali pubblici ed ecclesiasti-ci” tenutasi nella Casa Comunale di Sala Consilina il 25 marzo 2003,

• l’Accordo di Programma allegato allo stesso Verbale, sotto-scritto dal Dott. Gaetano Ferrari, Vicesindaco di Sala Consilina, F. F. del Sindaco momentaneamente assente, e dal Rev. Sac. An-

59 TIZIANA VALERIANI – ENZA BARRESE, Intervento di restauro in Simile a un tesoro nascosto, Tip. Iezza, 2004, p. 12.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

tonio Cantelmi, Parroco della SS. Annunziata in Sala Consilina, allo scopo delegato,

decreta

formale adesione della Diocesi di Teggiano-Policastro all’Accor-do di Programma, qui precedentemente citato, e l’assunzione da parte della Diocesi di quanto di competenza, con l’augurio che la sinergia delle intenzioni e delle volontà favorisca il raggiungi-mento dell’obiettivo comune. Angelo Spinillo

Dato a Teggiano, dalla sede vescovile, 25 mar. 2004.

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PASQUALE RUSSO

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

CRONOLOGIA

4 luglio 1213 - Apparizione163(?) - Documento che riporta l’evento dell’apparizione1640 - Data riportata sulla campana piccola posta sul campanile

sul monte Balzata.1652 -

1653 -San Michele.

15 maggio 1715 - Miracolo della resudazione.29 settembre 1716 - Esposizione nella collegiata di Lucca di

un’ampollina contenente la sacra manna ivi trasmessa dal ve-scovo di Capaccio mons. Francesco Niccolò.

8 maggio 1718 - Redazione del sommario processo sulla resuda-zione.

1719 - Fusione della campana ad opera del maestro lucano Giu-

17 ottobre 1720 - Il vescovo Giocoli scrive la lettera agli ispettori ecc.

1720 - Il vescovo Giocoli fa costruire a proprie spese la cisterna d’acqua.

1721 - Fu scolpito il marmo che ricorda la costruzione della ci-sterna.

1728 -scovo Agostino Odoardi posa l’altare maggiore e Benedetto XIII concede indulgenza (vedi lapide).

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24 giugno 1741 - Il vescovo di Montepeloso, attuale Irsina, con-sacra la cappella.

- Il vescovo Raymondi fece ampliare la chiesa.Durante il presulato di Raymondi si ripete la resudazione nei gior-

ni 8, 17 maggio e a settembre.1771 - Di nuovo il miracolo.

- la Congrega del Monte dei Morti eretta in Sala “con-sente la processione ai congregati al Monte di San Michele in occasione di pubblico travaglio”.

1794 - Il vescovo Zuccari all’apertura del Sinodo tenuto a Sala nella chiesa di San Pietro Apostolo di Sala invoca San Biagio e San Michele quali compatroni della città.

28 dicembre 1800indulgenza.

1804 - Costruzione da parte del procuratore Paladino di un canale di marmo che porta acqua piovana alla cisterna.

12 maggio 1805 - Il vescovo Filippo Speranza consacra il tem-pio.

29 aprile 1806 - Pio VII concede indulgenza plenaria.1829 - Furono confezionati i paramenti che vengono indossati

durante la celebrazione della messa in Piazza il 29 settembre: un piviale, una pianeta, due tunicelle per i suddiaconi ed un omerale con lo stemma del vescovo di Capaccio Filippo Speranza (1804 – 1834) stella, ancora e leone rampante con corona e la scritta “Adm~ses Salae Benef~ae Anno Domino

Domini 1829 fecerunt faciendum = gli Amministratori a be-

1832 - E’scolpita a Napoli la statua in legno. 1835 -

San Vincenzo de’ Paoli.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

1852 (20 maggio) - Fu trascritto in copia il sommario processo dell’8 maggio 1718.

1852 - Fu costruita a Napoli la piramide dorata che supporta la statua di San Michele adornata da 8 puttini.

- Il Santuario venne restaurato da parte di Michelarcan-gelo Bove in seguito al terremoto del dicembre del 1857.

1864 - La Congrega della Carità e il Comune di Sala fanno co-struire la “Caggia” (custodia) che conterrà il simulacro di San Michele nella chiesa dell’Annunziata.

1887 - Leone XIII concede indulgenza con bolla del 12 dicem-bre.

1887 (3 maggio) - Richiesta da parte della Congrega di far uso di una tessera (medaglione) avente nel centro l’immagine del-l’Arcangelo.

Nel 1900 - Fu restaurata la piramide del 1852 (dati rilevati sul frontale su cui sono scritte a destra e a sinistra le seguenti te-stuali parole: C(ostruita) ‘852 Napoli; Restaûa restau(rat)aA. D. MCM.

1907 (25 ottobre) - Giuseppe Labriola dona la “Caggia” del San-tuario (nello scarabattolo vi è una targhetta di carta con la scritta “C. Bournique e C”. Napoli”).

1914 - Il Santuario fu restaurato ad opera della Società Operia“Torquato Tasso” di New York (vedi lapide).

1915 - Pianeta bianca offerta dai soldati di guerra. 1915 - Pianeta rossa dono dei soldati della prima guerra mondia-

le. Giuseppe Volpe affresca la volta del Santuario.1930 - Il Parroco Francesco Romano pubblica la Novena a San

-silina.

1935 - Lapide fascista sul Santuario.

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1937 (14 aprile) - Benedizione della statuetta di San Michele da inviare nell’Africa Orientale Italiana ad Addis Abeba.

1939 - Furono eseguiti lavori di “pitturazione” del Santuario da Manrico Volpe, Gaetano Viola e Ruggiero Amendola.

1945 - Rifacimento dell’arco d’ingresso al Santuario.

verso San Raffaele.1946 - Lavori sul Santuario.Giugno 1952 - Lapide di Filippo Gagliardi.1970 - Lapide di Antonio Wancolle.1982 (23 aprile) - Furto di 4 dipinti dalle nicchie sugli altari la-

terali del Santuario di San Michele.1982 (settembre) - “ I

150 anni della Statua di San Michele”.1983 (settembre) - La

festa di San Michele: immagini della nostra tradizione”.1984

“All’ombra dell’Arcangelo: immagini di San Michele tra le due sponde del Tanagro”.

1985 (23 gennaio) - La ditta Capezzuto di Napoli rimuove dalla sua sede la campana del XVIII secolo (1719), per rifonderla.

1985 (25 marzo) - Alle ore 18,20 fu posta la nuova campana rifu-sa dalla ditta Capezzuto di Napoli.

1986 Fu donata la vetrata posta sull’arco di trionfo del Cappelli-no dal Sac. Antonio Cantelmi, Michele Pompa, Michele Pica, Antonio Arpèa, Antonio Marino e Vincenzo Lo Bosco.

Natale 1986 - Sul Santuario Antonio Arpèa allestisce il presepe -

sco Scialpi.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

1988 (settembre) - Pubblicazione da parte della Procura del “Ca-lendario Michaelico” per l’anno 1989 e della “Liturgia della festa di S. Michele Arcangelo”.

1988 - Renzo De Simone scolpisce i due angeli rudimentali che furono posti ai laterali dell’altare maggiore in sostituzione di quelli artistici settecenteschi rubati il 23 aprile del 1982.

1990 - Ristrutturazione del piazzale da parte dell’Amministrazio-ne comunale di Sala Consilina.

1991 - Pubblicazione della videocassetta “San Michele Arcange-lo, il Santuario, la festa a Sala Consilina”.

1992 - Pubblicazione “Restituiamo a San Michele la sua chiesa”.1996 (giugno) - Don Antonio Cantelmi inaugura sul monte Balza-

ta l’ultimo tratto del Sentiero intitolato a Pier Giorgio Fras-sati nel cui percorso è inserito il Santuario.

1996 (settembre) Pubblicazione de “La chiesa dei cittadini” a cura della Procura di S. Michele.

2000 (agosto) - Inizia il restauro degli affreschi del cappellino eseguito da Tiziana Valeriani e Enza Barrese sotto la sorve-glianza della Soprintendenza BAAAS di Salerno e Avellino

le offerte della novantenne sig. Antonietta Pompa, moglie di Michele Pompa emigrato in America negli anni venti e con

2001 - Pubblicazione di “Storia e tradizione michaelica in Sala Consilina” (a cura della Scuola Media “G. Camera”).

2004 (settembre) - La Parrocchia della SS. Annunziata di Sala Consilina rende noti i risultati del restauro dell’affresco e del cappellino con la pubblicazione del libro “Simile a un tesoro nascosto

2006 - Inizio ristrutturazione di parte del Santuario, lato foresteria..

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Ho fatto festa davanti al Signore

«Narra la Bibbia che “re Davide e tutta la casa d’Israele facevano festa davanti al Signore con tutte le forze,

con canti e cetre, arpe, timpani, sistri, cembali” (2 Sam. 6, 5).Penso di non esagerare se dico che quest’anno si è fatto festa

al Patrono San Michele con tutte le forze.All’inizio della Novena, il 10 settembre ’87, si è benedetto

l’altare del Santuario restaurato dalla ditta Fratelli Aumenta, gra-zie all’offerta di cinque milioni da parte di Aumenta Maichino,

-ta Giuseppe. Il restauro si completerà con l’aggiunta degli angeli laterali.

Il 23 settembre, alla presenza del Vescovo diocesano, è stata accesa la croce luminosa davanti al Santuario, eretta in memoria

-to e offerto l’illuminazione. Lo stesso giorno è stato esposto il presepe africano realizzato nel Natale ’86 dall’artista Scialpi ed il cui ricavato di un milione, offerto dai membri della Procura, è stato devoluto dall’autore a favore dell’infanzia missionaria. Si è poi passati all’inaugurazione della Mostra Michaelica realizzata nei locali del santuario da Antonio Tortorella. La mostra mira a dare voce a tutte le tradizioni ed oggetti legati al culto del santo. Insieme alla mostra la realizzazione di n. sei coppie di costumi

-ne l’Amministrazione Comunale di Sala Consilina ha offerto un contributo di £ 3.781.000.

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La sera del 28 è stata ripristinata la Celebrazione del Vespro con processione del Santissimo. Essendo l’Annunziata ancora chiusa per il terremoto dell’’80 il Vespro si è celebrato a Santo

è conclusa pure la tradizionale “Barca” mentre a Sant’Eustachio,a sera inoltrata, il “Palo” della cuccagna.

La processione del 29 ha visto la partecipazione corale del popolo di Sala. Le Congreghe e i Comitati hanno partecipato con proprie fasce e stendardi. Accanto ai costumi salesi e di Sassa-

con il proprio parroco Don Giuseppe Farmaco. La presenza della rappresentanza delle Comunità albanesi di rito greco-cattolico ha voluto dare un taglio ecumenico alla festa, mentre la somma di due milioni, offerti al Vescovo l’8 maggio scorso per le Missioni e raccolti grazie alla mostra organizzata da Antonio Arpèa nel Por-tone 26, ha voluto rendere presente la dimensione missionaria.

La processione ha sostato a Sant’Eustachio per il “volo del-l’Angelo” e si è conclusa in Piazza con la Celebrazione della Messa da parte del nostro Vescovo, Mons. Bruno Schettino.

La sera del 29 nella chiesa di San Pietro la celebrazione della messa in rito greco cattolico ha chiuso la parte religiosa della fe-sta. La partecipazione corale del popolo che vede nel giorno del Patrono di Sala Consilina un giorno di festa per tutti, la dimen-sione ecumenica e missionaria hanno reso davvero cattolica, cioè universale tale festa. Mi piace concludere ricordando un’usanza ebraica. L’ebreo conclude ogni festa dicendo: «E’ stato bello, ma non dimentichiamo Gerusalemme». Nel nostro caso «Gerusa-lemme è la chiesa della SS. Annunziata» che speriamo vedere presto restaurata1 (Don Antonio Cantelmi).

4

1 Il Ponte, cit., Natale 1987.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

OMELIE

Omelie di don Antono Cantelmi2

A che serve una spada?

per scoprire la verità senza versare una goccia di sangue. Avrebbeversato sangue innocente.

A Pietro la spada servì per colpire l’orecchio dell’avversario, ma Gesù proibì subito quest’uso: “Rimetti la spada nel fodero, poiché chi di spada ferisce, di spada perisce”.

Al cavaliere Martino la spada servì per fare la carità: incon-trando un povero nudo, Martino tagliò in due il proprio mantello e gliene diede una metà. A sera Martino meritò di vedere Cristo vestito del suo mantello.

Cari fedeli, l’episodio di San Martino che taglia in due il mantello, m’incoraggia a una proposta: tagliamo in due la festa di San Michele, parte per continuare la festa stessa e parte perché la chiesa dell’Annunziata possa continuare ad arricchire di senso religioso l’urbanistica di questa piazza. La Festa senza la Chiesa vale quanto la Chiesa senza la Festa»3.

Omelia 29 settembre 2005

Iniziamo questa Messa nel nome del Dio annunziato da San Michele. Il nostro Dio non è un solitario, ma una comunione di

2 Le omelie sono state pronunciate in occasione della Santa Messa cele--

sione del 29 settembre.3 DON ANTONIO CANTELMI (dall’Omelia per la festa di San Michele), in Il

Ponte, cit., novembre 1992

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tre persone, perciò facciamo tutto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Dopo aver annunziato la presenza di Dio e dei suoi doni in mezzo a voi, oggi vi saluto veramente come popolo di San Mi-chele, con i suoi Amministratori, con le sue Forze dell’ordine, con la varietà delle sue Associazioni e con i suoi Presbiteri in comu-nione con il Vescovo Angelo.

Mi chiedevo all’inizio della Novena quale fosse il primo se-gno della festa, e, notando nella chiesa della SS. Annunziata, i primi emigrati che tornavano dalle Americhe, ho capito che il

si ripopola, o, per dirla con linguaggio biblico, è il ritorno a Ge-rusalemme

«Alza gli occhi intorno e guarda:tutti costoro si sono radunati, vengono a te.

(Tralascio di dire che durante la Novena ho avuto dei mo-menti di grande sofferenza nel sentirmi chiedere: «Chi pigliate per la festa?». Avrei voluto rispondere: «Per la festa noi non pi-gliamo nulla, poiché la festa non è un prendere, ma un accogliere. Spero di essere degno di accogliere il dono di Dio nella venuta di San Michele dal monte nella sua Città. Né San Michele trae gloria dallo spettacolo “pigliato” la sera del 30 settembre».)

Dico «grazie!», con immensa gratitudine, al fanciullo che ieri sera, davanti alla porta dell’Annunziata, poco prima che arrivasse “la Barca” mi ha chiesto: «Don Antonio, mi racconti la storia di

-compagnava mi ha chiesto: «Dove posso trovare un libro con la storia di San Michele?» .

In questo momento è iniziata per me la festa e la gioia della

-

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

ciamo». Che senso ha quello che facciamo, che senso ha la vita tutta? È il debito più grande e più bello verso le future generazio-ni. Donare loro una parola preziosa quanto il pane che li nutre. Il popolo vive il suo momento più bello in questa trasmissione di

-siderio dei giovani che chiedono “raccontateci la storia ed il suo

di Sion». Non appendiamo le cetre dei padri ai salici per compe-rare, per “pigliare” canti stranieri.

Caro fanciullo, se questa notte io mi fermassi con te a rac-

Lui legate a Sala Consilina, passeremmo una bella notte di veglia, bella come la notte di Pasqua, fatta di racconti, di canti e di balli, ma saremmo solo all’inizio del racconto. C’è una sola possibilità

facciamo: dedicare un’ora settimanale ad una attività semplice e che a Sala inizieremo la prossima settimana, frequentare la scuola di catechismo e dedicare un’ora ogni Domenica a quella Assem-blea di Popolo che chiamiamo Santa Messa. Solo questo ritmo settimanale dà il senso cristiano alla vita ed alla Festa, diversa-mente il tutto sarà sale senza sapore.

Mantengo, però, la promessa di iniziarti il racconto, tu man-tieni quella di non saltare neppure una Domenica la Celebrazione Eucaristica.

Mi hai chiesto, dunque, la storia di San Michele.Facile mi sarebbe raccontarti la storia di San Cono: è nato

a Teggiano nel tredicesimo secolo, vissuto circa diciotto anni e morto a Cadossa, nel comune di Montesano. E così di tanti altri Santi o personaggi storici, ma San Michele dove è nato, quando è nato e dove è morto?

San Michele non è nato e non è morto ed essendo puro spi-rito, non ha corpo e non occupa uno spazio. Non c’è la storia di San Michele, non può esserci storia di San Michele poiché San

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Michele è fuori della storia, è al disopra della storia, ma non estra-neo, perché ha toccato la storia.

“Quis ut Deus?” leggiamo sullo scudo della nostra statua, è il

Nessuno è come Dio capace di parlare ad ogni uomo nel suo intimo, in quel tempio sacro di ogni uomo che chiamiamo co-scienza. Ricordate la voce che sentiva Caino dopo aver ucciso il fratello Abele: «Dov’è tuo fratello?». E’ la voce della coscienza che indica ad ogni uomo la strada del bene e la distingue da quella del male. Non è solo il frutto di socialità e condizionamenti vari. E’ la voce di Dio che entra nella storia. La Bibbia dice che Caino cercava di trovare un luogo ove non ascoltare quella voce, ma un luogo lontano dalla Parola di Dio non esiste.

Nessuno è come il nostro Dio, non solo capace di parlare ad ogni uomo, ma anche di riunire uomini diversi e farne un solo popolo. E’ la voce di Dio che ha parlato a Mosè e gli ha chiesto di formargli un popolo e Mosè lo ha fatto dandogli una legge scolpita sulla pietra, ad indicare l’oggettività di una legge che non è soggetta alle debolezze e condizionamenti della coscienza per-sonale. E’ nato, così, il primo popolo di Dio, quello ebraico, ricco di una legge che viene direttamente da Dio e ricco di una festa, la Pasqua, che rivela la presenza di Dio nella storia del suo popolo.

Nella XXV domenica per anno/A, abbiamo letto l’Antifona: «Io sono la salvezza del mio popolo,» - dice il Signore - «in

qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò, e sarò il loro Si-gnore per sempre».

Nessuno è come il nostro Dio, che dopo aver scelto ed amato un popolo in mezzo agli altri popoli, dopo essere stato la Medicina di questo popolo per mezzo dell’Arcangelo Raffaele, ha inviato sulla terra l’Arcangelo Gabriele, lo ha mandato ad una fanciulla

Da quel momento “la Forza di Dio” è entrata nella storia ed è diventata debolezza, uomo tra gli uomini, il Dio con noi. E la

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

legge della coscienza, la legge scolpita sulla pietra è diventata legge scolpita nel cuore di ogni uomo ed ogni popolo è diventato il popolo di Dio e tutta la legge è diventata un solo precetto: Amail Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente… ama il prossimo tuo come te stesso. Pre-cetto elevato ad “amatevi come io vi ho amato” nel Vangelo di Giovanni 13,34: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate

uni gli altri». Nessuno è come il nostro Dio, che, nell’anno del Signore

1213, tocca la storia di Sala Consilina con l’apparizione dell’Ar-cangelo San Michele al pastorello ai piedi del Monte Balzata ed il giorno 4 luglio la sua parola, durante una “grande tempesta in cui sembrava che il cielo cadesse sopra la terra”, ammonisce che “era stato trascurato il Tempio”.

Chiesa, il nuovo Tempio di Dio di cui entriamo a far parte col Battesimo ed ove cresciamo accogliendo ogni Domenica la sua parola e nutrendoci del suo corpo nell’Eucaristia.

Celebriamo l’anno dell’Eucaristia. Nel 304 d.C. ad Abitene,in Tunisia, 49 martiri affrontavano la morte per la propria fede. Il racconto del martirio individua tre cardini di fede:

la fedeltà alla Messa domenicale. E’ un popolo che si nutre dell’Eucaristia. Nei primi secoli la

Domenica ha custodito i cristiani, come il Sabato aveva custo-dito gli ebrei. Se è vero che dalla Pasqua nascono tutte le feste, è altrettanto vero che la festa di Pasqua nasce dalla fedeltà alla celebrazione domenicale.

Segno dell’Alleanza, a Sala Consilina, la Barca, il volo e l’offerta dell’Angelo, lo squarcio che nell’affresco sul Santuario lacera l’immagine di San Michele. Sul nostro Santuario San Mi-

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il terremoto del 1857, per la salvezza del popolo.Con le Scritture nel cuore, in comunione con i propri presbi-

teri, fedeli alla Messa domenicale, festeggiamo il rinnovo annuale dell’alleanza con:

il Dio che, in Mosé, scelse Israele come il popolo del con-tratto dell’alleanza

il Dio che, in Cristo, scelse la Chiesa come il popolo del con-tatto nell’intimità (Io in voi e voi in me): «Come il Padre ha ama-to me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore… chi rimane in me porta molto frutto» (Giovanni 15,9).

Omelie di don Peppino Giudice

…«Sorelle e Fratelli,“quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà la fede a Sala

Consilina?” (cf. Lc. 18, 8). Questa espressione di Gesù ci mette con le spalle al muro, ci inchioda alla nostra responsabilità cristia-na. Troverà una fede limpida, genuina, forte? Dio non voglia che trovi una fede terremotata!

L’Arcangelo Michele, questa mattina, si fa nostro Maestro

CHI è COME DIO? – Nessuno. La fede riconosce il primato, il primo posto solo a Dio. Troppi idoli dobbiamo confessare: troppe cose e troppe persone abbiamo messo al posto di Dio. CHI E’ COME DIO? Nessuno, neanche San Michele. Egli porta a Dio, combatte per ristabilire la giustizia di Dio, ma non si mette al po-sto di Dio. Egli ha fede in Dio.

Siate disposti a perdere la vita, piuttosto che lasciarvi strap-pare la fede! Imitando la fede degli angeli e dei Santi, provocati ad avere le ali, con una giusta scala di valori, siamo impegnati a

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

costruire la città dell’uomo, perché la fede “se non ha le opere, è morta in se stessa” (Gc 2, 17).

Da cristiani, da uomini e donne di fede, dobbiamo immettere nella società i semi del Vangelo, gesti di speranza e di carità, da profeti della “città dalle salde fondamenta, il cui architetto e co-struttore è Dio stesso” (Eb. 11, 10)»4.

Illumina, custodisci, reggi e governa questa città di Sala Consilina

…«Per vivere con forza ed originalità il giorno festivo e i giorni feriali, Michele ripete alla sua Chiesa: “attingete forza nel Si-gnore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di te-nebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le pro-ve. State dunque ben fermi, con la verità, rivestiti con la della giustizia, e avendo come ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potete spegnere tutti i dardi in-

l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate incessantemen-te…” (Ef. 6, 10 – 18).

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore…A te voglio cantare davanti agli Angeli…

4 Il Ponte, cit., settembre 1986.

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PASQUALE RUSSO

davanti a Michele: chi come Dio? Per non anteporre nulla a DioGabriele: forza di Dio, per affrontare la lotta della vitaRaffaele: medicina di Dio, per curare le piaghe dei cuori

spezzati.A te voglio cantare davanti agli angeli: “fa’ che quest’offer-

ta, per le mani del tuo angelo santo - Cristo Gesù - sia portata sull’altare del cielo davanti alla tua maestà Divina, perché su tutti noi che partecipiamo di quest’altare, comunicando al Santo mi-stero del corpo e sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo” (Canone I).

Vogliamo pregare:Angelo di Dio, che sei il mio custode: illumina, custodisci,

dalla pietà celeste. Amen. Alleluia»5.

Io non c’ero mai stato

«Il linguaggio usato per descrivere la vita o la testimonianza -

do si parla di San Michele le parole sono forti, “battagliero”. Nonsolo le parole, ma tutta l’atmosfera che si respira durante i giorni della festa a Sala Consilina. Coinvolge tutti in maniera profonda e orgogliosa.

Io non c’ero mai stato. Quest’anno, però, ho avuto la pos-sibilità di partecipare all’intero momento della festa, compresa

Eucaristica, in piazza, dove tutta la comunità salese era presente.

5 GIUSEPPE GIUDICE (dall’Omelia del 29 settembre 1996), Il Ponte, cit., Natale 1996.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Sacerdote solo da qualche mese, mi sentivo già parte di questa comunità in festa.

Accolto. E’ questo lo spirito della Chiesa e sarebbe bello che in ogni occasione fossimo capaci di far trasparire sentimenti di affetto e di accoglienza.

Ho voluto sottolineare, nell’omelia, come i simboli esterio-ri dell’Arcangelo richiamino immediatamente gli atteggiamenti

-spettivamente la difesa della fede, l’amore giusto di Dio e la spe-ranza capace di farci volare con una matura personalità cristiana. Via, dunque, paure e mediocrità: ci auguriamo, come comunità che cresce sull’esempio di San Michele, e di poter essere degni di tale protettore!»6.

Novena7

In onore dell’Arcangelo San Michele

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen

Prima Grazia

Vi domandiamo, o Santo Arcangelo Michele, assieme col

-stro, potessimo spregiare le lusinghevoli sirene dei piaceri del mondo.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pe-

reamus in tremendo Iudicio.

6 MICHELE TOTARO (don) in Il Ponte, cit., Natale 1998.7 F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, Sala

Consilina, Tip. Auleta, 1930.

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PASQUALE RUSSO

Seconda GraziaVi chiediamo umilmente, o Principe della Celeste Gerusa-

lemme, insieme col capo dei Cherubini, che vi ricordiate di noi, massime quando saremo assaliti dalle suggestioni del nemico in-fernale, perché, con il vostro aiuto divenuti vincitori di Satanas-so, potessimo fare di noi stessi un intero olocausto a Dio, nostro signore.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pe-

reamus in tremendo Iudicio.

Terza graziaDevotamente vi supplichiamo, o invitto campione del Para-

diso, insieme col Principe del terzo Coro, cioè dei Troni, perché non permettiate che noi vostri fedeli servi fossimo oppressi dagli spiriti infernali né da infermità d’incantesimi tormentati.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non

pereamus in tremendo Iudicio.

Quarta grazia

della Corte dell’empireo, insieme col Principe del quarto Coro, cioè delle Dominazioni, ché difendiate il Cristianesimo tutto in ogni sua occorrenza, accrescendolo di vittorie, felicità e grazie in questa vita di affanni, e di gloria nell’altra.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pe-

reamus in tremendo Iudicio.

Quinta graziaVi preghiamo, o Sant’Arcangelo, insieme col Principe del

quinto Coro, cioè delle Virtù, che vogliate liberare noi, vostri ser-

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

vi, dalle mani dei nostri nemici, sì occulti, come palesi, da falsi -

da fame, peste, guerra, terremoti, folgori e da tutto ciò che può arrecare danno e svantaggio alla vita spirituale e temporale.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pe-

reamus in tremendo Iudicio.

Sesta graziaVi supplichiamo, o Condottiero delle Angeliche Squadre, e

vi preghiamo insieme col Principe, che tiene il primo luogo fra le Potestà, che vogliate provvedere alle necessità di noi vostri servi, ed in particolare di questa nostra città con dare alla terra la fecon-dità desiderata.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pe-

reamus in tremendo Iudicio.

Settima graziaVi chiediamo o Primicerio degli Angeli, San Michele, che vo-

gliate liberare i nostri servi ed in particolare questa Città da tutte le infermità corporali e molto più dalle spirituali.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pe-

reamus in tremendo Iudicio.

Ottava graziaVi supplichiamo, o Santo Arcangelo, insieme col Principe di

questo ottavo coro, e con tutti i nove Cori, ché abbiate cura di noi in questa presente vita, e nell’ultima ora della nostra morte

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PASQUALE RUSSO

potessimo rimanere vincitori di Satanasso e venircene a godere con voi nel Paradiso la Divina Bontà.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pe-

reamus in tremendo Iudicio.

Nona ed ultima grazia-

re della chiesa militante e trionfante, ché vogliate, in compagnia del capo del nono Coro, custodire, patrocinare i vostri devoti e noi con tutti di nostra casa, e tutti quelli che si sono raccomandati alle nostre orazioni, acciò con la vostra protezione, menando una vita incolpabile, potessimo poi godere la faccia di Dio assieme con Voi, e con tutti gli Angeli del Cielo per tutti i secoli. Così sia.

Pater, Ave et Gloria.Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pe-

reamus in tremendo Iudicio.

Michele, S. Raffaele e l’Angelo Custode.Indi si dicano le Litanie Lauretane.

V. Ora pro nobis Beatissime Michael Princeps in Ecclesia Dei

Oratione8

O Dio misericordioso, presidio della nostra fragilità, con-cedi che noi che facciamo memoria della Santa Madre di Dio, risorgiamo dalle nostre iniquità con l’aiuto della sua intercessio-ne. Onnipotente Dio Sempiterno, che per la tua somma clemenza scegliesti per la salvezza degli uomini mirabilmente l’Arcangelo

8 Ho tradotto dal latino.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Michele, gloriosissimo Principe della tua Chiesa, concedi ancora -

cacissimamente dai nemici e di essere liberati in occasione della nostra morte, e che possiamo essere presentati alla tua beatissima eccelsa Maestà.

Per Cristo nostro Signore.

Offertaa San Michele Arcangelo9

Principe nobilissimo delle angeliche Gerarchie, valoroso guerriero dell’altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli Angeli apostati ed amore e delizia di tutti gli Angeligiusti, nostro riverito Arcangelo San Michele: desiderando noi di essere nel numero dei vostri veri devoti e dei vostri servi, a voi oggi per tali ci offriamo, ci doniamo e ci dedichiamo, e poniamo tutti noi stessi, tutte le nostre case e famiglie e quanto a noi ap-partiene sotto la vostra protezione, E’ piccola della nostra servitù

del nostro cuore l’affetto e ricordatevi che, se da oggi in avanti siamo sotto il vostro patrocinio, voi dovrete in tutte le nostre vie assisterci e procurarci il perdono dei nostri molti e gravi peccati, e grazia di amare di cuore il nostro Dio, il nostro caro Salvatore

quegli aiuti che ci sono necessari per arrivare in cielo. Ascoltatecidunque, rimirateci con l’occhio benigno, Arcangelo amabilissi-

- con devoto

ossequio alla vostra presenza c’inchiniamo.

9 F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, cit., p. 15.

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PASQUALE RUSSO

Inno al Santo Patrono10

O Santo che risplendisopra la nostra testa,a noi, deh, manifestail tuo paterno amor.

Come del sol la lucesi svela al mondo intornodall’almo tuo soggiornoti mostra ai nostri cuor.

con il tuo raggio ardenteche palpita possentedi celestiale amor.

Dona, o benigno, al braccioVigor nell’aspro agone,e il tuo esempio sproneci sia per bene oprar.

O nostro gran Patrono

potrà quaggiù temer?

Del male il cupo orroreintenebra il cammino,ma tu Astro divino,illumina il sentier.

10 Versi settenari.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

11 Versi settenari.

Inno a San Michele Arcangelo11

O San Michele Arcangelodi Sala Protettorea Te il nostro cuor,la vita a Te doniam.

Guarda benigno Sala,preserva dall’error,o Santo Protettore,

il popol tuo fedel.

In questo mar del mondo,tu, qual propizia stella,guida la navicellaverso l’eternità.

Guarda benigno Salapreserva dall’error,O Santo Protettore,

il popol tuo fedel.

O Principe degli Angeli,terrore dei nemici,soccorri gli infelici,salva la gioventù,

Guarda benigno Salapreserva dall’error,o Santo Protettore,

il popol tuo fedel.

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PASQUALE RUSSO

Nell’ora della morte,insieme con Maria,salva quest’alma miaportala tu a Gesù.

Guarda benigno Salapreserva dall’error,o Santo Protettore,

il popol tuo fedel.

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

In honour toSAINT MICHAEL THE

ARCANGEL

Oh glorious Saint Michael the Archangel, who received from God the power to expel from Heaven the ribellious Angels, deign to listen to our humble plea with whom we address you with faith.

Go on with your deeds in defending the sacred rigths of your Lords on the whole world and on us because we are still thearten by the bad istigation of Satan, enemy of God and of ourselves.

He would like us ribellous to the will and commandments of our Lord, lazy and unmoved on our way to the eternal salvation, and omitting our Lord, our only and last blessing.

Be always in our ears the cry that echoed in the skies: Who migth ever be so similar

In onore diSAN MICHELE ARCANGELO

O glorioso san Michele Ar-cangelo, che avesti da Dio il potere di scacciare dal cielo gli Angeli ribelli, dégnati di ascoltare le umili suppliche che

Continua la tua opera di di-fensore dei diritti sacrosanti del Signore sul mondo intero e su di noi che ancora siamo insidiati dalle cattive sugge-stioni di Satana, nemico di Dio e nemico nostro.

Egli ci vorrebbe ribelli ai voleri e ai comandamenti del Signore, pigri e indifferenti sul-la via della salvezza eterna, e dimentichi di Dio, nostro unico e ultimo bene.

Risuoni ancora al nostro orecchio il grido che facesti echeggiare nei cieli: Chi può essere simile a Dio? e sia per noi un grido di richiamo e di

* Traduzione di Maddalena Morena

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PASQUALE RUSSO

to God?, and let it be for us a warning of faith and Christian life. Glory

Oh glorious Saint Michael the Arcangel, Prince of the celestial choirs, you who was sent on earth by God to bring to men messages of peace and blessings, go on this work of effective and lovely protection the whom invoke for you.

You, light of our Lord, help us to distinguish the truth the mistake, the good from the evil, the right way from the wrong one, love form hate and what is really peace and serenity for our souls, always in a frantic search.

hand simbolizes the strength we

against the common Enemyand against the wheakness of our human nature.

Fighting with the strength of God on our side, we will win all our spiritual battles and

victory.Glory

riscossa alla fede e alla vita cristiana.

Gloria

O glorioso san Michele Arcangelo, Principe dei Cori celesti, tu che fosti più volte inviato da Dio in terra per portare agli uomini messaggi di pace e di benedizione, continua

cace ed amorosa su quanti ti invocano.

Tu che riverberi in te la luce del Signore, aiutaci a discernere la verità dall’errore, il bene dal male, la via giusta da quella sbagliata, l’amore dall’odio e ciò che veramente dà pace e serenità al nostro spirito sempre in affannosa ricerca.

La spada che vediamo lampeggiare nella tua mano simboleggia la forza che noi possiamo ottenere da Dio nella lotta contro il Nemico comune e contro le debolezze della nostra natura umana.

Combattendo con la forza di Dio, vinceremo ogni battaglia spirituale e in Dio avremo la

Gloria

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Oh noble Prince of the Angelical Crowds, glorious Saint Michael the Archangel,indefatigable auctioneer of God’s glories and valid defender of His holy Church, we put ourselves under your protection.

Our material and spiritual needs are a lot, and you know them with sight of Angel of

worries, our anxiety And our

to the High and Merciful God.Take on earth the blessings

of the Lord and of the Saint Virgin Mary, put them on our daily work, on our daily bread, on the poor ones, on the sick ones, on the people who suffer and need support.

Write again glorious pages of your intervention for the disorientated humanity looking for truth and for real and effective solidarity.

Help us to renew to God and

leads to heaven.Glory

O Principe nobilissimo delle Angeliche Schiere, glorioso san Michele Arcangelo, banditore instancabile delle glorie di Dio e Validissimo difensore della sua santa Chiesa, noi ci poniamo sotto la tua protezione.

Le nostre necessità materiali e spirituali sono tante, e tu le conosci con visione di Angelo

greti affanni, le nostre ansie e

e pòrtale ai piedi del Dio altis-simo e misericordioso.

Riporta sulla terra le bene-dizioni del Signore e della Madonna Santissima, versan-dole sul nostro lavoro quoti-diano, sul nostro pane di ogni giorno, sui poveri, sugli ammalati, sui sofferenti e sui bisognosi di conforto.

Scrivi ancora pagine gloriose di tuoi interventi a favore della umanità disorientata e in cerca della verità e della solidarietà

riannodarci a Dio e a ritrovare la via giusta che porta al cielo.

Gloria

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PASQUALE RUSSO

Prayer

Oh Glorious Saint Michael the Archangel, we address you just another prayer.

Assist and protect this city of Sala Consilina, that centuries ago designed you as particular Protector and that has learned to call you in every need.

May your valid defence be always with us even when we don’t deserve it.

Bless every citizen, every civil and religious authority, Professionals and artisans, workers and farmers, parents and children, teachers and pupils, the healthy and the sick ones.

Let there be in every one a breath of new life, led in observance of

Christian rules, that are needed to make life go on in an atmosphere of brotherhood and concord, of honesty and justice, of human and Christian dignity, of charity and comprehension.

Reinforce in everyone the faith in God, great and merciful, in Jesus Christ, God with the Father and the Holy

Preghiera

O Glorioso san Michele Arcangelo, un’ultima preghiera ti rivolgiamo. Assisti e proteggi questa città di Sala Consilina, che da secoli ti ha eletto come suo particolare Protettore ed ha imparato a chiamarti in ogni sua necessità.

Non venga mai meno il tuo valido patrocinio anche quando non lo meritiamo.

Benedici ogni cittadino, tutte le autorità civili e religiose, i professionisti e gli artigiani, gli operai e gli agricoltori, i

scolari, i sani e gli ammalati.

vita nuova, condotta secondo i princìpi cristiani, che sono indispensabili perché la vita scorra in un’atmosfera di fra-tellanza e di concordia, di onestà e di giustizia, di dignità umana e cristiana, di carità e di mutua comprensione.

Rafforza in tutti la fede in Dio, grande e misericordioso, in Gesù Cristo, Dio con il Padre e lo Spirito Santo, fattosi nostro Maestro e Redentore, nella

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Spirit, made our teacher and Redeemer, in His Church and in the Sacraments that spring from His Heart full of love, for the real good of man and mankind.

Amen

sua Chiesa e nei sacramenti sgorgati dal suo Cuore amoroso e solerte, per il vero bene dell’uomo e dell’umanità.

Così sia

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

INDICE

Presentazione............................................................................................................................Pag.7

Storia, Tradizione e attualità.......................................................................................11

Origine del culto michaelico...........................................................................................11La tradizione.......................................................................................................................................13Verso il monte...................................................................................................................................16Sul monte...............................................................................................................................................20Prodigio della resudazione..................................................................................................25Dopo il prodigio.............................................................................................................................29Ampliamenti.......................................................................................................................................33Il campanile e le campane...................................................................................................38L’affresco...............................................................................................................................................40Il dipinto nella “caggia”.......................................................................................................43La tela di Mega................................................................................................................................43La statua..................................................................................................................................................44La statuetta...........................................................................................................................................48La statua della Confraternita.............................................................................................49La statua di San Michele nell’edicola di via Manin..............................50Le edicole..............................................................................................................................................50Le feste.....................................................................................................................................................51La Barca..................................................................................................................................................59Salve, o glorioso Arcangelo!.............................................................................................62Ode a San Michele.......................................................................................................................64La Confraternita di San Michele Arcangelo....................................................68La Procura.............................................................................................................................................71Lapidi sul Santuario...................................................................................................................73

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PASQUALE RUSSO

Appendice............................................................................................................................................83

Lettera del vescovo Carlo F. Giocoli.......................................................................83Copia del Sommario Processo........................................................................................84Invito dei Sindaci di Sala al Priore della Confraternita “San Vincenzo di Paola”..................................................86Atto di fondazione della Confraternita di San Michele a Sala...............................................................................................................87Doveri e Dritti della Congregazione di San Michele Arcangelo....................................................................................................88Richiesta per uso di un medaglione..........................................................................92

.................................................................................................................93Vescovi.....................................................................................................................................................93Lettera del vescovo Aldo Forzoni...............................................................................95Rettori del ‘900..............................................................................................................................96Custodi del Santuario................................................................................................................96Ricorrenze.............................................................................................................................................97Percorso processionale............................................................................................................98Processioni.........................................................................................................................................99Volo dell’angelo..........................................................................................................................100Bande Musicali............................................................................................................................102Offerte....................................................................................................................................................104Procure di San Michele Arcangelo.........................................................................107Verbali della Procura di San Michele...................................................................109Sulla stampa del XX secolo............................................................................................110Curiosità...............................................................................................................................................116Richiesta autorizzazione questua..............................................................................123Proposte per una Mostra permanente di etnologia Michaelica a Sala.....................................................................................124XV centenario dell’Apparizione di San Michele....................................126Incontro del Vescovo Bruno Schettino con i Comitati-festa.................................................................................................................127Restauro della statua di San Michele Arcangelo.....................................129

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A TE, FERVIDO ARCANGELO!

Restauro dell’affresco nel “cappellino” e di due altari laterali..............................................................................................................129Restauro, consolidamento ed adeguamentodel Santuario di San Michele Arcangelo..........................................................130Cronologia.........................................................................................................................................133Cronaca di una festa................................................................................................................139

Omelie..................................................................................................................................................141di don Antonio Cantelmi....................................................................................................141di don Peppino Giudice.......................................................................................................146di don Michele Totaro...........................................................................................................148Novena..................................................................................................................................................149Offerta a San Michele Arcangelo.............................................................................153Inno al Santo Patrono............................................................................................................154Inno a San Michele Arcangelo....................................................................................155Novena attuale..............................................................................................................................157

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PASQUALE RUSSO

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Natale 2006


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