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2° Uscita, Anno Scolastico 2011/2012 IL radioaTTiVo · collegate, devono seguire un codice...

Date post: 17-Feb-2019
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IL radioaTTiVo LICEO SCIENTIFICO STATALE “MARIA CURIE” PINEROLO 2° Uscita, Anno Scolastico 2011/2012
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IL radioaTTiVoLICEO SCIENTIFICO STATALE “MARIA CURIE” PINEROLO 2° Uscita, Anno Scolastico 2011/2012

REDAZIONE

Redattori: Albanese Clelia V Blg Buniva Davide IV Cif Dari Emil III Aif Ferraris Giunipero Edoardo I Alg Filippucci Anna III Alg Filippucci Michele I Alg Ghiano Margherita IV Anr Gilli Remo V Cnr Giudice Ilaria III Aif Martina Matteo IV Cif Nardone Ludovico V Alg Olocco Francesca V Blg Pinna Elena III Cnr Salini Samuel IV Cif Scarafia Gabriele IV Cif Vaccaro Agustina V Clg Vitali Letizia III Clg Zadro Lorenzo V Alg Zanus Ester I Alg

Caporedattore: Nosenzo Sara V Blg

Grafica: Canale Linda II Asa Salvatierra Juan Pablo II Asa

Insegnante coordinatore:

Rossetti Stefano

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WWW.ILRADIOATTIVO.COM

editoriale

Buongiorno cari lettori, questa è la seconda uscita e questo significa due cose: siamo a metà del percorso e siamo cresciuti dalla prima edizione. Vogliamo dimostrare che il nostro non è solo un giornalino scolastico e che siamo in grado di parlare di fatti attuali e importanti. Questo nostro numero mira ad un sogno, un mondo in cui i giovani inizino a interessarsi a ciò che li circonda, senza ma e senza forse. Ricordate di non smettere mai di sognare, ma di ricordarvi di tenere un piede sulla terra, così da non prendere il volo e lasciarvi scivolare la vostra vita dalle mani.

Troverete questo numero più impegnato e ponderato, ma credo che vi piacerà. Vi invito nuovamente a visitare il blog (www.ilradioattivo.com) e la pagina facebook, aperta a dibattiti e consigli. A presto e buona lettura!

“Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui.” Jonathan Swift

E D I T O R I A L E

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IL NOSTRO LICEO

GIORNATADELLA MEMORIA

L’11 febbraio nel nostro liceo, come ogni anno, si è tenuta

la Giornata della Memoria, ma a differenza degli anni passati, non si è svolta il giorno 27 gennaio, data in cui si ricordano le vittime della Shoah. Ciò è stato dovuto anche al nuovo “metodo” che abbiamo adottato a partire da quest’anno, che consiste nell’organizzare partendo da voi studenti, quindi in maniera più “democratica”, con lo scopo di coinvolgervi il più possibile nella vita della scuola che, a nostro parere, sta alla base dell’esperienza di uno studente del liceo (oltre al consueto svolgimento delle lezioni). Essendo questo sistema, come dicevo, una novità, abbiamo incontrato diversi problemi nell’organizzare la Giornata, ma grazie alla collaborazione di molti, tutto è andato per il verso giusto.La Giornata della Memoria di

quest’anno è stata l’ennesima occasione per potersi avvicinare alla

Storia e capire meglio il significato di questa parola impegnativa, “memoria”, che non per forza deve essere un’azione passiva, ma può essere attiva e dinamica attraverso i laboratori che i nostri professori ci hanno offerto anche in questa occasione. Sono rimasto personalmente colpito dall’entusiasmo dimostrato da molti alunni che hanno partecipato alle attività, perché significa che il messaggio è passato ed ha centrato il suo obiettivo: la riflessione.Già, la riflessione … nel mondo di oggi è sempre più difficile prendere parte del proprio tempo per fermarsi e riflettere sul passato. Il mondo va veloce e chiedere 10 minuti di “pausa” è come chiedere un giorno intero, ma proprio per questo, amici miei, è importante sfruttare queste giornate perché, secondo me, dopo questi 5 anni non avremo più molte occasioni per riflettere, per cercare di capire, per ricordare insieme. Vi ringrazio tutti per la

Di Remo Gilli

partecipazione, ma credo che il miglior ringraziamento per ognuno di voi sia la ricchezza che questa giornata ha lasciato in ognuno: un’esperienza importante che, in cambio di “un po’ di tempo”, ci dà, per un giorno almeno, l’opportunità di ricordare veramente e non solo leggendo un libro o sentendo la televisione.Queste ultime righe, invece, stoneranno un po’ con l’articolo, ma mi sento in dovere di scriverle. Ringrazio tutti coloro che hanno criticato molto duramente il “ritardo” della giornata, perché

ci hanno convinto di quanto non sia importante la data, che è solo un numero sul calendario, ma sia

importante ricordare ogni giorno, da gennaio a dicembre. Un sincero grazie a chi ha pensato che i rappresentanti non sarebbero stati in grado di organizzare la giornata, a chi

non credeva nella partecipazione degli studenti o nella collaborazione dei professori. Grazie davvero! Ci avete dato l’occasione, ancora una volta, di dimostrarvi che il Curie è vivo e non è schiavo di certi luoghi comuni e di certi pregiudizi.

“Importante ricordare

ogni giorno, da

gennaio a dicembre.”

IL NOSTRO LICEO

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IL NOSTRO LICEO

MA LO SAPEVI CHE C'é LA BIBLIOTECA?

Spesso si parla di tutto quello che è stato tolto alla scuola: posti di

lavoro, fondi da devolvere ad attività formative ecc …, ma non ci si ricorda mai di quello che è rimasto (per fortuna!).Quindi caro lettore ti pongo un interrogativo: lo sapevi che c’è una biblioteca? Sì? Ah, no? Forse, ma non sai come funziona? Credi che non abbiano i libri che ti interessano? Sono lieta di poter rispondere alle tue domande.

Innanzitutto bisogna di dire che la biblioteca ha degli orari e questo non per limitare l’afflusso di studenti o per limitare il servizio ai pochi ben informati: la verità è che non c’è una persona fissa che si cura di questo spazio dedicato alla lettura, al confronto e alla conoscenza. Le persone che si occupano di questa iniziativa sono gli stessi professori che puoi vedere in classe più una persona speciale, un’interessata e dedita volontaria che come molte persone in questa scuola apprezza un buon libro che sappia trasmetterle qualcosa. Io stessa

non mi ero informata approfonditamente sulle novità che solo da quest’anno, e speriamo

anche nei prossimi, interessano la biblioteca.Intervistando la professoressa Melotto (Filosofia e Storia) e la volontaria (la signora Lella) ho potuto assaporare solo un assaggio di tutto quel lavoro che riguarda il “piccolo mondo dei libri”. Per prima cosa i libri devono essere catalogati e per essere in regola con il Sistema Bibliotecario Pinerolese, che fornisce servizi a una rete di 83 biblioteche collegate, devono seguire un codice chiamato Classificazione Dewey (si associa ad ogni genere di libro un numero; per esempio Letteratura ha il numero 800). Questo significa che al primo numero, quello che indica il genere, ne seguirà un altro, quello effettivo della catalogazione. È quindi compito del bibliotecario sistema e soprattutto riuscire a ritrovare un libro. Avrai capito che se da un lato aiuta la gestione dei volumi, dall’altro non fa che ridurre la velocità della registrazione.

Ma perché è importante avere una biblioteca?

Perché è un piacere leggere e poter far leggere qualcun altro. Questa è stata la risposta che ho trovato nelle

Di Sara Nosenzo

Lunedì: 4° ora Gonella e Lella.

Martedì: 2° ora Deferrari; 3° ora Comba e Tamagno; 4° ora Cerutti e Idrofano.

Mercoledì: 3° ora Caffaratti; 4° ora Caffaratti e Tamagno; 5°ora Debernardi e Simonetti.

Giovedì: 2° ora Melotto; 3°ora Deferrari e Songia.

Venerdì: 3° ora Tron D. ( Melotto); 4° ora Demarchi e Revello.

ORARI

Il sabato la biblioteca rimane chiusa, ma se avete fortunapotrete trovarvi qualche professore che renderà disponibile il servizio bibliotecario.

due intervistate. Ciò che viene fattoè rivolto a te lettore, ai tuoi interessi, alla tua sete di sapere.

Quali libri si possono richiedere?Ogni sorta di libro: da quello inerente alla tua tesina di maturità, al libro fantasy per svagarti, al macabro giallo per tenerti sveglio la notte, al libro in lingua straniera per assaporare i suoni e le rime di un altro paese. I romanzi hanno il diritto di essere letti e di farti viaggiare in mondi reali o fittizi senza lo sforzo di alzarti dal divano.

Un altro motivo per leggere? Ti arricchisce. Ti apre la mente. Ti fa scoprire parti di te stesso a cui non avevi mai dato importanza. Ciò che leggi resta… Ti invito quindi a recarti in biblioteca dove sono sicura troverai quello che cerchi.

Ecco l’orario della biblioteca, mi raccomando vai solamente quando sai che l’ora è coperta, in caso contrario non potrai usufruire di questo servizio.

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IL NOSTRO LICEOIL NOSTRO LICEO

ORIENTAMENTOINFORM ATIVO PER L'UNIV ERSITA’INTERVISTA A GIUSEPPE QUAGLIA DOCENTE DEL POLITECNICO DI TORINO

Di Sara Quaglia

Dove si trova l’università?Il Politecnico ha varie sedi metropolitane a Torino (C.so Duca, Valentino, Mirafiori, etc.) e a seconda del corso di studio scelto, lo studente frequenta le lezioni in una specifica sede.

Che indirizzi ci sono?Il Politecnico forma architetti ed ingegneri. Nell’ambito dell’ingegneria si rivolge all’area ICT (Information and communication technology) ad esempio con ingegneri elettronici o informatici, all’area industriale dove vi sono ingegneri meccanici, energetici, chimici …, ed infine all’area dell’ingegneria gestionale dedicata al management. L’elenco completo sarebbe lungo, ma ogni informazione dettagliata si può

trovare all’indirizzo www.polito.it.

Come sono strutturati gli insegnamenti?Ogni corso di studio (ad esempio per la laurea in ingegneria energetica) è articolato in insegnamenti, per ognuno dei quali è definito un “peso” in crediti. Il credito rappresenta l’impegno richiesto allo studente per affrontare l’attività formativa. Acquisendo 180 crediti si raggiunge la laurea di primo livello (laurea triennale) e con successivi 120 crediti si ottiene la laurea magistrale.Normalmente gli insegnamenti hanno un numero di crediti compreso tra 6 e 10.

Quali sono i possibili sbocchi sul lavoro?Gli ingegneri principalmente svolgono attività industriale (seguendo la produzione, la progettazione, la gestione) oppure attività in studi professionali di progettazione e consulenza. Gli

architetti più frequentemente operano in studi professionali. Esistono però anche impieghi nella pubblica amministrazione, in organizzazioni, enti, nel mondo della cultura, della stampa, della divulgazione. Infine il mondo della ricerca e della formazione offrono interessanti attività di lavoro.

In quali materie bisogna essere bravi per frequentare il Politecnico?Dipende dall’indirizzo scelto, ma sicuramente sono utili una buona attitudine alle scienze, alla fisica e alla matematica, la capacità di affrontare i problemi con un approccio logico e razionale, ed infine una forte curiosità rivolta al comprendere il funzionamento di sistemi complessi

In particolare quali materie insegna?Insegno Meccanica delle Macchine, Meccatronica e Meccanica delle Macchine Automatiche.

Che consiglio vorrebbe dare agli studenti che stanno per uscire dal liceo e che hanno deciso di venire al Politecnico?Direi che prima di decidere di venire penso sia utile:

- Valutare con cura le proprie inclinazioni naturali, per poter

sfruttare al meglio le doti di cui si dispone;- osservare chi è già nel mondo del lavoro, per cercare di capire se il tipo di lavoratore che si diventerà corrisponde in qualche modo ad un ruolo che si ritiene interessante, sapendo che diventando parte di uno specifico mestiere in parte ci si adeguerà alle regole del gioco che lo governano;- sapere che comunque la vita porterà a cambiare il proprio punto di vista, e che la qualità della vita (anche lavorativa) risponderà a dei criteri di valutazione che saranno almeno in parte più articolati di quelli presenti negli anni della scuola superiore.

Una volta fatta la scelta penso che sia indispensabile organizzare bene il proprio studio, puntando più sulla comprensione che sulla memorizzazione. Ritengo sia anche molto utile avere una vita “studentesca” equilibrata, in cui il tempo per un impegno di studio efficace si accompagni a una vita sociale, relazionale e sportiva appagante, per poter attraversare con soddisfazione gli anni della formazione universitaria.

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INTERVISTA A CRISTINA GIUDICE: FACOLTA’ DI FISICA

L’università è strutturata in un primo organico corso triennale, al termine del quale è conseguita una minilaurea, e in un secondo magistrale, della durata di due anni, alla fine del quale si consegue la laurea specialistica.

Come funziona il percorso di laurea?I corsi sono tutti di matematica e di fisica, fatta eccezione per due corsi di inglese al primo anno e uno di chimica al secondo. Durante la triennale, tutti seguono gli stessi corsi, anche se dalla fine del secondo anno inizia ad esserci una possibilità di scelta a seconda dell’inclinazione dello studente (fisica teorica o fisica sperimentale il secondo anno e uno tra i diversi curricula che si intende scegliere alla magistrale il terzo anno). Dopo il conseguimento della minilaurea, la maggior parte degli studenti sceglie di proseguire gli studi, per avere maggiori possibilità di lavoro. Dopo la riforma Gelmini, è stato necessario accorpare nominalmente alcuni curricula (così si chiamano le specializzazioni), anche se di fatto restano separati. Si può scegliere un percorso tra questi: fisica teorica, astrofisica, fisica nucleare e subnucleare, fisica medica, fisica generale, fisica

ambientale, fisica delle tecnologie avanzate e fisica dei sistemi complessi. Conseguita la laurea, c’è la

possibilità di accedere ad un dottorato di ricerca (mediante un test d’ingresso).

C’è la possibilità di frequentare corsi all’estero (o di avere accesso a degli stages)?Sono due cose diverse: c’è la possibilità di frequentare un trimestre all’estero tramite il progetto Erasmus (per chi non lo sapesse è il progetto di scambio culturale in cui gli studenti alloggiano da famiglie estere). Alla fine del terzo anno, prima della minilaurea, vengono acquistati dei crediti formativi attraverso uno stage, che può essere sia in Italia sia all’estero e che è seguito da un docente o da un ricercatore di INFN. C’è inoltre la possibilità del Summer Student, durante l’estate tra il terzo e il quarto o tra il quarto e il quinto anno, tenuto dal CERN di Ginevra (con retribuzione).Un altro stage è previsto alla fine del percorso magistrale e spesso la tesi di laurea si basa sul lavoro svolto nell’azienda o nel laboratorio in questione.

Quali sono gli sbocchi lavorativi a cui potete accedere dopo la minilaurea o dopo la laurea?Dopo la minilaurea c’è la possibilità di accedere ad un ulteriore corso di formazione per insegnare matematica e fisica al liceo, ma in ogni caso è consigliabile proseguire gli studi per avere maggiore garanzia di lavoro. Dopo la laurea magistrale, gli sbocchi sono diversi a seconda del curriculum scelto: i fisici teorici non hanno tante

Di Ilaria Giudice

IL NOSTRO LICEOIL NOSTRO LICEO

possibilità, perché sono molto numerosi, ma potrebbero dedicarsi alla ricerca o essere impiegati in aziende come programmatori informatici (questa scelta c’è anche per gli sperimentali). Molte aziende preferiscono impiegare fisici laddove ci sono impieghi di carattere matematico (per via della fantasia). Fisica medica e fisica delle tecnologie avanzate permettono uno sbocco nell’ambito della ricerca medica (ad esempio nella progettazione di macchinari per fare visite non invasive). Da fisica generale, solitamente, si sceglie la carriera di insegnante. Spesso, a causa della poca considerazione in cui è tenuta la ricerca in Italia, occorre trasferirsi all’estero per trovare lavoro in questo campo.

È necessario essere molto ferrati in qualche materia per accedere?Per l’accesso al corso di laurea non è previsto un test d’ingresso, ma un esame chiamato Tarm, che ha lo scopo di verificare la preparazione in matematica, fisica, chimica e inglese di ogni studente. Se non si supera il Tarm si è comunque ammessi al corso di laurea, ma per poter sostenere gli esami è necessario ripeterlo fino al superamento. Può essere utile sapere che chi ha il diploma del PET e/o del First (gli esami di inglese per stranieri tenuti da Cambridge) non ha bisogno di sostenere gli esami di inglese (escluso il Tarm) e può farsi registrare direttamente i crediti corrispondenti. Non c’è una scuola superiore più adatta

di altre a preparare gli studenti a questo percorso di laurea: una buona parte dei fisici, come me, si è diplomata al liceo classico, che non è rinomato per la preparazione scientifica.

Quanto spesso sono frequentati i laboratori e in cosa consistono le esperienze?I primi due anni prevedono due trimestri in cui trascorrere il pomeriggio in laboratorio. Il primo anno le esperienze di laboratorio si basano sulla meccanica classica e sono un po’ noiose. Il pomeriggio si fa più interessante il secondo anno con laboratori di elettromagnetismo, ottica e fisica subnucleare. Il terzo anno è strutturato diversamente, perché, a seconda del corso che si sceglie, si frequenterà un laboratorio diverso. L’essenza dei laboratori si conosce durante la magistrale, dove questi sono incentrati sul tipo di carriera prescelto.

Come descriveresti il tuo ambiente universitario?Siamo tutti una grande famiglia. A differenza del liceo (parlo della mia esperienza personale), anche se siamo tre o quattro volte più numerosi degli studenti di una classe, non siamo divisi in sottogruppi per quanto riguarda gli interessi o l’età e, a differenza di come si potrebbe pensare, i professori sono molto disponibili a risolvere qualsiasi dubbio degli studenti, rispondendo anche alle domande più stupide (senza farti notare quanto possano esserlo!).

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IL NOSTRO LICEO ATTUALITA'

Goodbye MEGAVIDEO?

Quante serate e quanti pomeriggi abbiamo passato

a guardare le nostre serie tv preferite in streaming, sul nostro bel portatile, sdraiati sul letto, senza dover neanche aspettare che uscissero sulla televisione nazionale? Quante volte abbiamo scampato la tipica uscita serale al blockbuster ad affittare un film e abbiamo semplicemente acceso il computer e scelto fra milioni di pellicole la nostra preferita? Tutto questo è finito: Megavideo e buonissima parte dei siti “in streaming” sono stati cancellati. Da tempo ci chiedevamo come facessero questi portali a rimanere aperti nonostante noi non pagassimo neanche un centesimo. Spesso la nostra risposta era: “ la pubblicità! ”. Ebbene no, anche se avessero riempito la pagina

da cima a fondo di finestre pubblicitarie non sarebbero mai riusciti a

pagare il copyright di neanche la metà dei video presenti nei loro database.Il principale problema di megavideo, come del “fratello” Megaupload, era che chiunque, in qualunque momento, avrebbe potuto caricare file protetti senza

esser identificato. Per noi era una pacchia, ma per le industrie cinematografiche e discografiche o per i nostri artisti preferiti questo rappresentava un gran problema:

come avrebbero fatto a vendere i loro dischi o le loro pellicole se chiunque avesse potuto immediatamente caricarli sul Web? Il problema era stato quasi risolto: la proposta di Megaupload era quella di creare una specie di market stile iTunes sul sito e di riempirlo di pubblicità regalando musica o vendendola a prezzo stracciato, il guadagno sarebbe stato diviso tra azienda e artisti partecipanti alla proposta: rispettivamente 10% e 90%. Il

Di Michele Filippucci

“Megavideo e buonissima

parte dei siti “in streaming”

sono stati cancellati.”

ragionamento filava, in questo modo sarebbero stati contenti tutti, più o meno… Il problema erano le case discografiche che non avrebbero più prodotto dischi, il guadagno per loro sarebbe crollato e l’economia del settore avrebbe subito di nuovo un grave colpo. L’Fbi ha preso in mano la situazione e di punto in bianco, in seguito a una nuova legge emanata negli Stati Uniti, ha cancellato il database e l’interfaccia di Megavideo e Megaupload incriminandone i creatori e condannandoli a 50 anni di carcere. Immediatamente tutti i gestori di siti simili si sono allarmati e hanno cancellato gran parte dei film o della musica che contenevano, lasciando un’infinità di links vuoti, sui quali noi visitatori

abbiamo cliccato trovando la scritta “This file no longer exists on our servers.”.Rimane solo un sito sul quale possiamo trovare alcuni film e alcune serie televisive: Putlocker. Non sono ancora riuscito a capire se quest’ultimo è sotto la protezione di “anonymous”, una delle più grandi organizzazioni attive di hacker, infastidita dagli sconvolgimenti a cui la cancellazione di Megaupload ha portato, o se in qualche modo il portale riesca a pagare il copyright dei telefilm e dei film che contiene.Per i pirati del web rimane solo da sperare che questo gruppo di effettivi “nerd” ci salvi la pelle

e che, alla fine di questa silenziosa battaglia,

venga ricreato un sito simile al nostro amico Megavideo, che soddisfi la nostra voglia di passare un pomeriggio sdraiati su un divano con

il computer in braccio a guardare

un film!

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ATTUALITA' ATTUALITA'

tav / no tav?La TAV, oltre che generare una delle più

controverse questioni di attualità, è un opera utile, come sostengono le principali forze politiche, o dannosa, come denuncia il movimento ‘no-tav’?Per prima cosa, liberiamoci dalle ideologie che portano la gente, della Val di Susa e non, a dividersi in fazioni e a prendere posizioni categoriche che spesso non sono nemmeno più in grado di spiegare appieno. Prendiamo invece in esame i dati, il più oggettivamente possibile, e ragioniamo sulle argomentazioni sostenute da entrambe le parti.Il progetto è partito circa 21 anni fa nel contesto di una rete europea per collegare i paesi membri (da Lisbona a Kiev); il governo italiano di allora riuscì ad ottenere che l’opera, finanziata in gran parte con fondi europei, passasse in Italia, non tagliando fuori il nostro paese dalle più importanti linee di comunicazione.Il treno procurerebbe il vantaggio di percorrere il tratto Torino - Lione in un quinto del tempo che si impiega attualmente, ridurrebbe

il trasporto di merci su camion e di conseguenza l’inquinamento e il traffico stradale. Non

è quindi un opera totalmente inutile, anche in un ottica futura in cui il petrolio aumenterà vertiginosamente di prezzo e il treno sarà un mezzo economico ed a ridotto impatto ambientale.Alcuni sostengono che un impatto ambientale negativo lo avrà il cantiere senza contare la massa di camion per il trasporto dei materiali che durante i 15-20 anni di lavori passerà ininterrottamente per la valle. Inoltre durante lo scavo potrebbero prodursi polveri di amianto e uranio presenti all’interno della montagna. Anche riducendo al minimo queste polveri e controllando rigorosamente lo smaltimento dei materiali di risulta (sembra essere un’impresa alquanto difficile in Italia) rimarrebbe il problema del luogo in cui portare queste scorie.Dati diffusi dall’ARPA - Piemonte nel 2005 e studi geologici successivi indicherebbero che il rischio radiologico causato dalle attività di scavo sarebbe del tutto trascurabile per le popolazioni locali, d’altronde la presenza di amianto nelle zone interessate è stata riscontrata unicamente in alcuni siti in superficie e, soltanto in quantità trascurabili, nei tunnel. Secondo altri studi però, ci sarebbe il rischio

Di Emil Dari

ancora maggiore di imbattersi in giacimenti di uranio.Chi si oppone al progetto sostiene inoltre che il cantiere, oltre all’inquinamento acustico, potrebbe produrre dissesti idrici intercettando alcune falde acquifere, come è avvenuto per il tunnel costruito nel Mugello. Tuttavia, nessuno studio geologico di quelli finora effettuati ha portato alla luce simili criticità e le conformazioni rocciose da attraversare non sembrerebbero paragonabili, né dal punto di vista strutturale né da quello idrogeologico, a quelle del Mugello.“L’opera, a causa dell’elevato costo e tenendo conto dei possibili ricavi, sarebbe economicamente sconveniente.” - sostengono i “no-tav”, inoltre dicono che l’attuale ferrovia del Frejus sarebbe sottoutilizzata e il suo potenziamento comporterebbe costi minori rispetto alla realizzazione di una nuova linea.Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha replicato che la TAV è “un caso di scuola di ingegneria sostenibile in difesa dell’ambiente”, che le popolazione sono state ascoltate, come dimostra il rapporto della commissione valutazione impatto ambientale, e il tracciato è stato drasticamente modificato rispetto alla versione originale. “Questo e’ avvenuto soprattutto grazie ai suggerimenti e alle pressioni delle popolazioni”- ha affermato. Clini ha infine risposto così all’accusa di inutilità dell’opera

dal punto di vista del sistema delle comunicazioni: “I dati circa la movimentazione delle merci” ha spiegato “sono crollati per due motivi: il primo, per quello che è avvenuto in questi anni in Val di Susa; il secondo, perché la galleria attuale è conformata in maniera da non consentire il trasporto dei Tir, ed è stata risagomata e assoggettata a una procedura di gestione che ha previsto il senso unico alternato”.Infine, si parla di possibili infiltrazioni della ‘Ndrangheta nella politica locale e nelle ditte appaltatrici: questo sarebbe, a mio parere, il fatto più grave, più difficile da portare alla luce e contrastare.Sono convinto che, nonostante le proteste, i rallentamenti e tutte le modifiche apportate, la TAV si farà: il governo attuale, un governo di tecnici obiettivamente credibile, ha già confermato la decisione di proseguire i lavori. Rimane comunque il dubbio che la scelta della realizzazione di un così ostacolato traforo, in una valle già profondamente segnata da un autostrada, sia stata preferita ad un più comodo tracciato sulla costa ligure (Genova-Marsiglia), che avrebbe però tagliato fuori la nostra regione.

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NO TAV

Sei a favore o contro la TAV? Perché?Sono contro. Secondo me la TAV è un’opera inutile ed è fortemente inquinante per la val Susa.

Secondo te la TAV è un problema solo della val Susa o anche del resto dell’Italia?No, la TAV è un problema italiano ed europeo perché si potrebbero ridistribuire i fondi pubblici utilizzati per la TAV in appalti puliti e altre attività che possono essere più importanti per la popolazione.

Cosa ne pensi del fatto che un po’ di tempo fa un NO TAV ha insultato un poliziotto, il quale è rimasto impassibile e più in generale della violenza di alcuni NO TAV?Il gesto è sicuramente negativo e criticabile, ma non bisogna dimenticare lo stato in cui vive la val di Susa dove la gente che entra in paese per venirti a trovare viene fermata e gli viene chiesto perché va in val di Susa dove c’è la

manifestazione dei NO TAV violenti oppure il fatto che uno non possa manifestare senza rischiare di venire picchiato o aggredito crea un clima che sicuramente non è positivo quindi può causare indirettamente della violenza verbale o peggio ancora fisica.Io penso che l’eccessiva violenza non ci sia utile e che non sia giustificabile, ma a volte può essere comprensibile.

Che cosa vorresti dire ora a chi è a favore della TAV?Di venire a fare un giro in val di Susa a vedere com’è la situazione in cui ci troviamo e di leggersi un po’ le carte sugli studi che parlano dell’eventuale e molto lontano sviluppo economico che potrebbe procurare l’alta velocità e delle non merci che non ci viaggeranno sopra.

Di Sara Quaglia

ATTUALITA'ATTUALITA'

Il governo ha riconfermato la Torino - Lione per perseguire

il modello di sviluppo proposto dall’Ue, basato su una crescita sostenibile essenziale per la coesione tra gli stati membri. Infatti per concretizzare questo progetto, attraverso la decisione del 23 luglio 1996 è stata delineata una rete ferroviaria trans-europea, di cui le interconnessioni transfrontaliere, come la tratta Torino - Lione, sono essenziali componenti.L’Unione Europea ha finanziato la progettazione e le opere preparatorie della nuova linea nel 2008 per 671 milioni di euro. Secondo un accordo italo-francese l’opera verrà poi realizzata per fasi, e il costo complessivo sarà di circa 8,2 miliardi di euro: il finanziamento comunitario potrà arrivare solamente fino al 40%, quindi circa 3 miliardi di euro per l’Italia, ma sono allo studio forme di coinvolgimento per gli investitori privati.Grazie alla diminuzione della pendenza si dimezzeranno i tempi di percorrenza per i passeggeri e si realizzerà un importante incremento della capacità nel trasporto merci:

l’insieme dei benefici netti generati dal progetto sarà in grado di compensare il costo di investimento ed i costi di gestione dell’opera.L’attuale linea di collegamento è fuori mercato, un servizio ormai poco richiesto, bisogna quindi creare una nuova infrastruttura che soddisfi la domanda di merci e persone più efficiente e ad una velocità e ad un costo soddisfacenti, condizioni che l’attuale ferrovia non può assicurare.In più i cantieri per la nuova linea costituiranno un’opportunità per lo sviluppo dell’economia dei territori interessati, saranno più di 2.000 le persone direttamente impegnate in Italia nella realizzazione della linea e i cantieri indurranno una media di 4.000 occupati indiretti.Per quanto riguarda il “bilancio carbonio” si stima una riduzione annuale di emissioni di gas serra pari a quelle di una città do 300 mila abitanti.Il progetto non genera danni ambientali diretti e indiretti. L’impatto sulle aree attraversate è assolutamente sostenibile. Gli abitanti interessati saranno 40 mila di cui

Fonte: rete

PRO TAVINTERVISTA A ELENA MAYER NO TAV DI BUSSOLENO

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ATTUALITA'

35 mila nell’area Metropolitana di Torino, un ammontare esiguo per un’opera così estesa. Per di più il progetto si svilupperà in gran parte in galleria: su 81.1 Km solamente il 12% sarà allo scoperto, il restante è composta da gallerie naturali ed artificiali. Le tratte in superficie sono molto ridotte e si collocano in aree già in gran parte compromesse.Sono stati eseguiti 220 sondaggi per un totale di 64mila metri, con prove di tipo idrogeologico e biomeccanico per valutare gli eventuali impatti dello scavo. Per quanto riguarda l’aspetto della radioattività, in nessuna formazione indagata è stata individuata una presenza significativa di uranio e tutte le

misure risultano al di sotto della soglie di legge. Infine da un approfondimento delleproblematiche dell’amianto, risulta che le rocce possono avere una presenza sporadica con una quantità massima stimata intorno al 15%.L’intero progetto interessa complessivamente 112 comuni tra Lione e Torino. Tutti gli 87 comuni francesi e la stragrande maggioranza di quelli italiani non si sono opposti all’opera. I comuni italiani contrari sono circa una dozzina ma, se si considerano quelli direttamente interessati dalla realizzazione di tratte in superficie e/o cantieri, sono solo due le amministrazioni esplicitamente contrarie (Chiusa San Michele e Sant’Ambrogio di Torino, complessivamente 6.500 abitanti).

Visitaci sul blogse ti interessa questo argomento! Troverai più materiali sulla TAV ,insieme ad altri articoli!

“[...] ogni volta si è contro qualunque novità, si chiede l’immobilità”.“Non è vero, per esempio abbiamo in Italia 837.500 Km di strade già fatte, abbiamo 19.500 Km di ferrovie, abbiamo 6.500 Km di autostrade, abbiamo 156 porti, abbiamo 98 aeroporti. Allora forse non sarebbe meglio incominciare a fare funzionare bene ciò che c’è, invece di continuare ad aggiungere? Anche perché c’è un limite fisico all’aggiunta: 301.000 Km² di territorio non cambiano, son sempre quelli, invece più aggiungiamo più spazio in meno c’è per noi, per noi stessi e anche per la nostra mente, perché non c’è solo uno spazio fisico ma anche uno mentale.” Luca Mercalli, “Che tempo che fa”, 18/03/12

TREMATE TREMATE LE STREGHE SON TORNATE

E’ noto che le violenze sulle donne siano sempre più frequenti e

che, anche al contrario del pensiero comune, non vengano denunciate, esattamente come accadeva 40 anni fa. Ma per quanto tempo siamo ancora disposti a sopportarlo? Non sarebbe forse ora di alzare la testa e denunciare questi abusi?Nel mese di novembre nel nostro auditorium si è tenuto un incontro (cui, ahimè, non hanno partecipato in molti) nel quale si cercò di intraprendere una campagna di sensibilizzazione al riguardo, in particolare sulla tratta delle donne di colore. L’intervento si basava sul libro ‘Le ragazze di Benin City’ nel quale l’autrice racconta la propria storia, con l’aiuto della giornalista Laura Maragnani. Isoke Aikpitanyi, ingannata dalla proposta di un buon lavoro all’estero con il quale sarebbe riuscita a mantenere la propria famiglia, cade in un giro dal quale è quasi impossibile uscire. Firmato un contratto nel quale garantiva che non si sarebbe mai sottratta al suo lavoro (in caso contrario ci sarebbero state ripercussioni sulla sua famiglia), Isoke intraprende questo viaggio scoprendo troppo tardi di che mansione si trattasse. Arrivata a Torino, ignara del

suo destino, viene portata alla casa di una Mama (così era chiamata dalle ragazze): Isoke, infatti, per ripagare la sua ospitalità si sarebbe dovuta prostituire. Tutte le donne che c’erano nell’abitazione avevano subito stupri di gruppi e non, erano costrette a comprare da vestire abiti e cibi in negozi solamente africani, per non avere la possibilità di conoscere ciò che veramente c’era in quel nuovo paese che avrebbe dovuto proteggerle e aiutarle. Venivano inoltre incattivite dalla “padrona” e avvisate della pericolosità degli uomini italiani in modo che non tentassero la fuga.Un giorno, un bel giorno, Isoke s’innamora di un uomo che ricambia i suoi sentimenti e che lotta per strapparla dal quell’universo perverso che incredibilmente esercita su di lei una forte attrazione. Grazie al matrimonio riesce a staccarsi da quel mondo, ed insieme i due coniugi fondano una casa di assistenza a cui possono appoggiarsi le donne nella stessa situazione di Isoke riuscendo ad uscire gradualmente da quell’ambiente infernale e maledetto. Durante l’incontro ascoltammo la storia di Isoke con supporti audiovisivi e letture tratte dal libro, cercando di introdurci in quest’argomento impegnativo. L’avvocato civilista presente nell’auditorium ci spiegò le implicazioni penali a cui

di Margherita Ghiano

ATTUALITA'

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MUSICA

di Letizia VitaliIntervista a Mauro Bonomo, Alessio Lerda e Valerio Suppa

Che cos’è Random Off? Random Off è un programma radiofonico musicale in onda su Radio Beckwith Evangelica ogni mercoledì dalle 21 alle 23.A condurre siamo tre ex studenti del liceo: Alex (per tutti Lerda), Mauro e Valerio. Ogni puntata ha un tema diverso (non mettiamo tracce casuali, per questo ci chiamiamo Random OFF) che raccontiamo attraverso la musica. Le canzoni le scegliamo cercando di effettuare un buon mix di generi, aiutati dai nostri ascoltatori.Quando e come vi è venuta in mente questa idea?Un giorno un nostro amico ci ha detto che RBE cercava qualche nuovo conduttore in seguito alla “scomparsa” di un programma dal palinsesto. Lui ha

subito pensato che noi eravamo i più adatti a ricoprire

questo

ruolo (forse si sbagliava!). Diciamo che non ci abbiamo riflettuto su due volte e ci siamo subito lanciati in questa nuova esperienza. L’unico nostro timore era che chiedessero gente con esperienza e noi su questo fronte non eravamo preparati. RBE si è invece dimostrata disponibilissima a offrire la possibilità a giovani inesperti come noi la conduzione di un programma potendo addirittura scegliere cosa trattare: noi abbiamo optato per il campo musicale nel quale ci sentiamo più ferrati. Pronti via e dopo poche settimane eravamo in onda: le prime parole furono difficilissime da pronunciare ma dopo pochi minuti ci sentivamo già a casa e ora siamo già alla 20esima puntata.Per chi non lo sapesse comunque Radio Beckwith è una radio a carattere comunitario che nasce in stretta relazione con la chiesa MAURO

ALESSIO

vanno incontro gli organizzatori del “mercato di persone” e i relativi diritti di cui godono le ragazze abusate e sottomesse.Ci fu spiegata infine l’iniziativa dell’Associazione Onlus “svolta donna” con sede a Pinerolo: la lotta contro il fenomeno delle violenze sulle donne. Tutte queste ragazze hanno partecipato a realizzare abiti e altri oggetti cuciti a mano per poi essere messi in vendita e dar fondo alla loro causa, per garantire a tutte loro un futuro roseo per quanto più possibile. Offrono inoltre un servizio di assistenza telefonica nel quale è possibile parlare e denunciare una qualsiasi violenza (economica, fisica, sessuale, psicologica, mobbing ,stalking …) per smettere di vivere nel silenzio.La lettura di questo libro e la partecipazione a questo intervento mi hanno fatto riflettere su quanto io sia

ATTUALITA'

(indovinello) (matematico)

fortunata e su quanto io sia distante da tutto questo mondo che non avrei mai immaginato esistesse. Mi hanno fatto anche pensare a come il destino di una persona possa cambiare con la denuncia della propria condizione e che bisognerebbe partecipare attivamente a tutte le campagne contro le violenze, in quanto ora più che mai non possono essere accettate. Ho la profonda convinzione che tutto ciò che non va si possa cambiare e che non bisogna arrendersi; nello stesso tempo non posso fare a meno di notare come si stia retrocedendo da questo punto di vista. Infine vorrei dire che secondo la mia opinione la polizia (in particolare quella degli ultimi 14 anni) non hanno aiutato la condizione della donna in Italia, ma credo che dopo aver toccato il fondo ci sia solo una cosa da fare: risalire.Invito dunque tutti a leggere il libro, ad aprire gli occhi e a combattere.Termino citandovi lo slogan delle manifestazioni femministe in Italia “Se non ora, quando?”

Supponiate che un giorno riusciate a contattare un marzia-no e gli proponiate di risolvere una semplice equazione:

x2 - 16 x + 41 = 0

Se lui vi dicesse che la differenza delle radici vale 10, quante dita avrebbe il marziano?

vuoi sapere quante dita ho?!visita www.ilradioattivo.com

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MUSICA

valdese. È una radio libera che appunto dà la possibilità a tutti di partecipare attivamente alla programmazione radiofonica. Per chi dopo queste parole decidesse di saperne qualcosa in più il sito è www.rbe.it, e le frequenze per ascoltare Random Off e tutti gli altri programmi sono: 87.80 - 96.55.Se a qualche lettore volesse seguire le vostre orme, come potrebbe creare un programma radiofonico? Dove ci si può informare?Al contrario di quanto si possa pensare, fare radio non è una passeggiata: bisogna avere ben chiari i propri obiettivi e - soprattutto all’inizio - prepararsi con cura una traccia da seguire per limitare al massimo i terribili (vi assicuriamo che, in radio, lo sono!) momenti di silenzio. L’importante è impegnarsi e cercare sempre nuovi stimoli, per non diventare ripetitivi nel corso delle puntate. In ogni caso, il miglior modo per imparare è ascoltare tanta radio e - se si presenta l’opportunità - coglierla al volo!Come vi organizzate per ogni puntata?Le nostre sono puntate a tema. Perciò, nel corso di ogni puntata annunciamo in diretta quello che tratteremo nella successiva: in questo modo gli ascoltatori possono proporre canzoni secondo loro adatte pubblicandole sulla nostra pagina Facebook (se ancora non siete fan, sbrigatevi!). Anche noi conduttori cerchiamo quanti più brani possibile tra le nostre conoscenze musicali e non, in modo da poter poi avere un ampio

elenco dal quale scegliere i 18-20 che manderemo in onda. A questo punto

elaboriamo una scaletta e... il gioco è fatto!E quando finiranno i temi?A questa ci sono due risposte: a) Quando finiremo i temi, non serviranno più fogli protocollo.b) Penso sia abbastanza difficile finirli in tempi brevi, contando che le cose di cui parlare sono tantissime e che talvolta per “temi” intendiamo non un argomento ma un altro criterio, come la canzone preferita o la dedica. Per finire i temi dovremmo stare qua per anni e non è affatto detto che accada, contando che i nostri predecessori lasciarono libero il posto alla radio per impegni universitari troppo invadenti, evenienza alla quale non ci sembra difficile incappare. E se poi tra dieci anni ci ritroveremo ancora qua e non sapremo più di cosa parlare, potremmo tranquillamente ripescare tra i temi già esplorati e scoprire nuove canzoni.Cosa volete dire ai lettori del Radioattivo?Ai lettori del radioattivo consigliamo di ascoltare tanta radio, che anche a grandi livelli riesce a proporre molti programmi interessanti e ben fatti, senza la (spesso) pessima influenza televisiva.

VALERIO

La mOrTe deL Rock

Nel dibattito musicale contemporaneo una delle opinioni

che più hanno destato la nostra curiosità è stata quella espressa da Gino Castaldo su “La Repubblica”: il rock è morto. L’autore, infatti, nell’articolo “Il grande silenzio del rock” del 6 gennaio, spiega come ultimamente le classifiche siano dominate da artisti il cui genere spazia dal pop … al pop. Effettivamente i dati da lui riportati non lo smentiscono: anche la prestigiosa assegnazione dei Grammy Awards ha visto la bravissima Adele portare a casa ben sei premi, senza contare le altre nomination, di cui hanno fatto incetta Rihanna & Co. Altro indicatore sono le visualizzazioni di video e profili sui social network: gli artisti commerciali hanno indici stellari, mentre il genere che è stato voce di tutte le ribellioni delle generazioni precedenti, il rock , non riscuote lo stesso successo e rimane bloccato su canzoni e gruppi sì storici, ma comunque passati e risulta mancante di una solida rappresentanza giovanile.Dall’ uscita dell’ articolo è scoppiato un boom mediatico sia su internet che in radio dove le reazioni e i commenti suscitati erano per lo più di critica. In particolare i messaggi più contrastanti vertevano sul fatto che il mercato discografico stia effettivamente

seguendo una linea unilaterale: gli artisti che emergono sono solo quelli sponsorizzati dai talent show o coloro che seguono il genere di punta che vende di più, proponendo sempre le solite canzonette. L’ esempio più eclatante è sicuramente il singolo di Rebecca Black “ Friday ”, che nonostante l’ iniziale successo, è stata criticata come la canzone peggiore di sempre. Diversamente se provassimo a considerare il panorama underground si notano veramente gruppi rock ricchi di spessore, che cantano delle problematiche d’ oggi, penso ai ” Ministri ”, oppure alle band emergenti che fanno fatica a uscire soffocate da costi di produzione troppo alti e da una mancanza di valorizzazione territoriale. La risposta che viene da pensare alla domanda” Perché il Pop governa le vendite e le classifiche mondiali? ” più che “ il rock è veramente morto? ” è : perché si guadagna di più! In un momento di crisi del mercato musicale è chiaro che nessuno ha più voglia di rischiare e tutti succhiano dalla stessa tetta, avendo una sicurezza del 100 per cento del successo prodotto dal cantante sponsorizzato. Pertanto come si può ascoltare il rock emergente, quello di noi giovani, se gli tappiamo la bocca?

di Gabriele Scarafia, Matteo Martina e Agustina Vaccaro

MUSICA

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LIBRI

quasi amiciUn film che vi consiglio

calorosamente di andare a vedere è “Quasi Amici”. Un film francese di Olivier Nakache e Eric Toledano. Una simpatica commedia la cui trama non è complessa: Philippe, un ricco aristocratico, in seguito ad un incidente in parapendio, rimane paralizzato dal collo ai piedi e assume come “badante” un irriverente ed esuberante ragazzo di colore di nome Driss appena uscito dal carcere. Quest’ultimo però non aveva alcuna ambizione a farsi assumere durante il colloquio di lavoro, poiché aveva solo bisogno che la sua lettera di richiesta di assunzione fosse firmata per poter accedere al sussidio di disoccupazione: Driss infatti ha una situazione familiare disastrata, vive in un piccolo appartamento di periferia parigina con una famiglia allargata e la zia, la quale, esasperata dal non sentire sue notizie da sei mesi, gli ordina di lasciare la casa.Comincia così la nuova vita di Driss nella

lussuosa villa di

Philippe.

Due mondi completamente opposti vengono a contatto tra loro e il risultato sono un mucchio di risate. Immaginatevi un ragazzo abituato alla vita squallida di periferia che viene catapultato in una realtà totalmente diversa dalla sua: un appartamento tutto per sé, automobili di lusso, vestiti nuovi, quadri “macchiati” da 11 000 euro, concerti di musica classica, eccetera. Ma a Driss tocca anche lavare Philippe, fargli fare esercizi di fisioterapia, imboccarlo, scrivere per lui, portarlo per la città, soccorrerlo in caso di crisi respiratorie, (aiutarlo nei bisogni fisiologici!). Insomma, un bel po’ di attività che potrebbero risultare monotone. Ma con un pizzico di simpatia Driss sarà l’unico a riuscir a fare dell’ironia sulla malattia del signor Philippe senza che egli si arrabbi, anzi, gli farà apprezzare di nuovo la vita rendendogliela più divertente: lo porterà a fare di nuovo parapendio, lo farà giocare a palle di neve, gli farà respirare l’aria notturna di Parigi, lo inizierà all’electro dance invece che al classico Vivaldi, gli farà trovare l’amore e tante altre cose! Si instaurerà lentamente così una splendida e solida amicizia. Bisogna precisare inoltre che questa è una storia vera, e Driss e Philippe sono tutt’ora amici.Insomma, andate a vederlo! ;)

di Letizia Vitali

cinema

“Farid aspetta l’alba. Aspetta l’Italia. Lì le donne camminano

con il capo scoperto e la televisione ha infiniti canali. Scenderanno nelle luci, qualcuno li fotograferà. Gli daranno dei giocattoli, gli daranno la Coca Cola e la pizza.” Così un bambino libico sogna l’Italia prima di lasciare Tripoli per sempre.Il tema centrale di questo romanzo è il viaggio attraverso due paesi che sono sempre stati molto diversi, ma profondamente legati negli ultimi decenni: Italia e Libia, ma anche quello dell’incontro tra diverse generazioni di persone che hanno vissuto sulla propria pelle momenti cruciali di questa storia comune. Come dice l’autrice Margaret Mazzantini, infatti, “ La storia è un millepiedi e ogni piede tira da una parte diversa, e in mezzo c’è il corpo nostro.”Tra i personaggi principali ci sono Santa e Antonio, italiani emigrati nella colonia nel ’38, genitori di Angelina, vissuta in Libia solo undici anni. Quest’ultima è a sua volta madre di Vito, un ragazzo nato in Italia, giovane e incerto sul suo passato e sul suo futuro. A questi si contrappongono Jamila e Farid, libici costretti oggi a imbarcarsi verso l’Italia e affrontare la traversata per sfuggire dal regime di Gheddafi e dalla guerra.

mare al mattinodi Anna Filippucci

Non si tratta solo dell’incontro di persone lontane, ma anche delle storie di due paesi. A partire dai primi rapporti coloniali nei primissimi anni del ‘900, Italia e Libia hanno intrecciato i loro interessi, economici e geografici, favorendo così la migrazione di moltissime persone da uno stato all’altro, inizialmente soprattutto di italiani verso la colonia africana. Nel 1970, con la salita al potere di Gheddafi, gli italiani possidenti in territori libici sono stati cacciati durante la cosiddetta “Giornata della vendetta”. Tra questi vi é proprio Angelina, che “ per undici anni è stata araba”. Nel romanzo lei costituisce il vero e proprio legame tra le due culture, le due terre. Sia araba che italiana, ha nostalgia delle proprie origini, sente che la sua identità le è stata strappata brutalmente. ” Gli uccelli sanno lasciare le loro uova in un luogo protetto. Le nostre uova sono state rotte. Straziate. Le nostre case dentro una valigia. Uscire dal guscio per correre, scappare”: così la madre comunica la sua frustrazione al figlio adolescente Vito. Attraverso una serie di flash back, si stabilisce un parallelismo tra l’infanzia di Angelina e quella di Farid, un bambino libico che, ai giorni nostri, è costretto a fuggire insieme alla madre dalla sua terra in cui infuria la guerra. È ingenuo, inconsapevole dei pericoli che

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LIBRIcorre: “ Farid pensa che suo padre si sbaglia ad avere paura per lui, lui è pronto per la guerra come zio Hisham. Ha provato con le mani sugli occhi, a vedere come si vive da ciechi. Si sbatte un po’, ma non importa.”Margaret Mazzantini ci descrive, in modo diretto e crudo, il viaggio su uno dei tanti barconi che negli ultimi anni hanno compiuto la traversata del Mar Mediterraneo di libici come Farid e sua madre. Le condizioni dei migranti sono pietose, al limite dell’immaginabile. Le persone sono trattate peggio di animali, senza alcuna considerazione. Il romanzo non è una denuncia soltanto della guerra, ma anche, e soprattutto, dell’ipocrisia umana che la accompagna. La sofferenza, la nostalgia, la morte, sono tutte causate dall’indifferenza, dall’ignoranza di coloro che compiono azioni terribili tenendo conto semplicemente dei propri interessi personali. “Il petrolio è la merce del diavolo, non ti fidare di quello che sembra una fortuna. Perché è peggio di una trappola per scimmie. E sempre quello che per i ricchi è una fortuna, per i poveri è una disgrazia.” E ancora: “Erano gli anni ’70, trovarono un mondo distratto. A nessuno interessava la loro diaspora. Erano la coda sporca di una storia coloniale che nessuno aveva voglia di dissotterrare. Il vero conflitto fu quello, la solitudine morale. […] Cosa siete tornati a fare? A rubare il lavoro agli altri Italiani, quelli veri, nati e cresciuti qui? A saltare avanti nelle graduatorie di disoccupazione?”Il mare riveste un ruolo fondamentale nel racconto, collega ma allo stesso tempo separa due realtà. Crea quel ponte nella storia che non può essere spezzato, segna il passaggio. C’è chi, come Santa e Antonio, strappati più volte dalle loro radici, rimane come intrappolato su questo ponte: “ Noi siamo tripolini, non siamo né qui né lì, siamo fermi in mare come quei ragazzi senza approdo.”.Sarà solo Vito, attratto fin da piccolo dal mare e dalla sua immensità, che riuscirà a riappacificare le due realtà e a guardarle serenamente senza alcun pregiudizio. Il ragazzo è insicuro, pieno di interrogativi sulla sua vita. Dopo aver terminato il liceo, confuso, si trova ad un cosiddetto punto di svolta, che avverrà effettivamente solo alla fine del romanzo.“ Si trattava di unire due lembi di terra, due lembi di tempo. In mezzo c’era il mare.”

TECNOLOGIA

Parliamoci chiaro: il problema non è la quantità limitata di combustibili fossili,

di cui siamo tanto dipendenti, che di qui a chissà quanti anni finirà, anzi. Quel che ci deve preoccupare realmente è la quantità di anidride carbonica che la loro combustione rilascia nell’atmosfera, la cui conseguenza è un interminabile elenco di catastrofi periodicamente annunciate dai media, quali innalzamento del livello dei mari, riscaldamento globale, inquinamento, inaridimento del terreno coltivabile e... non importa cos’altro. Infatti dobbiamo evitare che ciò accada. Mettiamo da parte le discussioni da bar, che fuori dal locale di fatto non vengono applicate ma rimangono parole al vento. Occorre lavorare principalmente su due livelli: a) La responsabilità da parte del singolo e delle comunità. Essa si tramuta, per esempio, nel risparmio di elettricità o nell’uso consapevole dei mezzi di trasporto: ho davvero bisogno di prendere la macchina? Se sì, posso dare un passaggio a qualcuno che viaggia verso la mia stessa meta? Questo fenomeno si chiama Car Sharing e fortunatamente la comunità di persone disposte a condividere un posto nel proprio veicolo si sta sempre più allargando sul web; b) Il secondo livello riguarda le fonti di energia ed è qui che l’argomento diventa interessante. Nel 2006 la produzione di energia elettrica degli Stati Uniti (esempio paragonabile alla situazione globale) dipendeva per il 75% da petrolio, carbone e gas naturale. Ora, la richiesta di energia nel mondo è in progressivo aumento. Di conseguenza le nuove fonti di energia devono essere pulite e produrre più di

quanto non facciano già i combustibili fossili. Difficile, ma per niente impossibile grazie ad alcune sorprendenti idee. Partiamo dalle energie rinnovabili più comuni. Al Lawrence Barkeley National Laboratory (USA) stanno migliorando (perché già esiste!) un pannello fotovoltaico che produce energia anche di notte, sfruttando uno spettro di luce solare molto più ampio di quello utile ai pannelli tradizionali. È in fase di studio una vernice spray in grado di trasformare qualsiasi superficie metallica in pannello fotovoltaico. Nel torinese l’azienda KiteGen sta sviluppando una tecnologia che sfrutta i venti d’alta quota (oltre i 100 fino a 1000 m d’altitudine) per produrre elettricità attraverso enormi aquiloni collegati ad un generatore a terra. Infine in molti mari e fiumi del mondo sono in sperimentazione turbine in grado di generare elettricità dalle corrente d’acqua. Per chi nonostante tutto fosse ancora scettico riguardo alle capacità delle rinnovabili di coprire il fabbisogno energetico mondiale, arriva in aiuto Bill Gates, miliardario fondatore della Microsoft: con la sua fondazione sovvenziona dei ricercatori che progettano la centrale nucleare del futuro. Essa è molto più sicura, sfrutta l’isotopo di uranio U238 (le attuali centrali usano U235, che rappresenta l’1% dell’uranio presente in natura) e soprattutto le scorie nucleari. Questo permette un non indifferente abbattimento dei costi di gestione e produzione. Pensi che l’Italia non debba tornare al nucleare? Se hai pazienza, vedrai i vetri delle case di un quartiere scambiarsi e produrre energia:

richaricheranno i cellularidi Samuel Salini

le fInestre

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RUGBY: H earT and SouL

Sabato 17. Roma, ore 13.30. Lo stadio Olimpico si veste di azzurro

e si fa teatro di un grande evento sportivo che, nonostante quanto possa suggerire la location, non ha nulla a che fare con il calcio. Se sono giunti in 72000 per sostenere la nostra nazionale di rugby un motivo c’è, e sabato c’è stato eccome. L’Italia è scesa in campo contro la Scozia nell’ultima partita del “6 Nazioni”, torneo che vede la partecipazione di Galles, Francia, Inghilterra, Irlanda, Italia e Scozia. Poiché queste ultime due squadre arrivavano alla partita con 0 vittorie e 4 sconfitte, era necessaria una vittoria per evitare il temuto “cucchiaio

di legno”, “premio” riservato alla formazione che si posiziona ultima nella classifica del torneo (e non a chi perde tutte le partite, in questo caso si parla di “white wash”, le due cose spesso non coincidono). La posta in palio, dunque, andava oltre la vittoria, perché l’impressione di tutti era quella che si stesse giocando anche, e soprattutto, per l’onore.Premetto che purtroppo non sono un esperto di questo grande sport, quindi non posso fornire commenti tecnici né opinioni pertinenti su quanto accaduto in campo. Sento però di poter offrire una chiave di lettura di uno sport che, come altri, non gode della giusta attenzione nel nostro

di Lorenzo Zadro

VIDEOGIOCHI SPORTl’imprenditore Justin Hall crede in un futuro “green” e col suo team di scienziati sta sviluppando un sottilissimo strato polimerico trasparente formato da tre pellicole con diverse funzioni combinate. Incollandolo come un adesivo ad una finestra esposta al sole, automaticamente essa produrrà elettricità. Se il tuo vicino ha bisogno di energia e tu ne hai troppa, la tua finestra, al contrario, emanerà luce usando l’energia in eccesso che a sua volta verrà catturata dall’altra finestra, in un ciclo reversibile senza limite. Molto probabilmente stazioni di treni, metro ma anche strade e marciapiedi saranno più silenziosi e, in compenso, produrranno energia attraverso le vibrazioni: il via vai di persone e mezzi fa vibrare il suolo. Ribaltando il principio di funzionamento degli amplificatori

(immetto elettricità e genero suoni, ossia vibrazioni acustiche), il ponte Goshiki - Zakura - Ohashi di Tokyo si autoillumina. Larry Burns, dirigente ai piani alti di General Motors, nel dicembre 2008 tenne un discorso ai TED Talks in cui auspicava un futuro di auto alimentate da idrogeno che, quando parcheggiate (ovvero nella maggior parte della loro “vita”), avrebbero prodotto energia elettrica distribuita dalla rete nazionale, come tante piccole centrali che emettono solamente acqua dalle marmitte.Se queste tecnologie avranno effettivamente un posto nel futuro, la nostra vita potrebbe avvicinarsi ad un concetto di normalità che oggi definiremmo senza dubbio fantascientifica. Interessante!

SPORT

paese. Da sempre le vicende sportive, le imprese di squadre e di singoli uomini mi appassionano e affascinano; sabato, guardando la partita, ho scorto una passione e una forza di volontà che non vedevo da un po’ su un campo da gioco: più osservavo come i nostri soffrivano per guadagnare quei maledetti centimetri sul campo e per fermare le (poche) avanzate scozzesi, più sentivo di partecipare a quella lotta tra uomini che appartengono a una categoria di sportivi chiaramente a sé stante. Il rugby di primo acchito può sembrare uno sport noioso, una brutta copia del più spettacolare football americano, ma se ci si sofferma a guardare con la mente un po’ più aperta a quello che è il vero spirito del gioco, si rimane catturati dalla grinta e dalla grande passione che i giocatori riversano in ogni “collisione” con gli avversari; soprattutto ciò che colpisce è il grande rispetto che ognuno ha per sé e per l’altro, per la propria perfomance e per quella dello sfidante. Devo ammettere che io per primo reputavo questo sport poco rivelante, basandomi erroneamente su poche conoscenze e pochi minuti spesi a guardare una partita. Ora, dopo il “6 Nazioni” ho capito che il rugby non è solamente botte e “omoni” di 120 kg che

aspirano alla meta, non è unicamente staticità a terra e passaggi solo indietro mai in avanti, non è solo “All Blacks” né il film di Clint Eastwood “Invictus”. Il rugby è unione, è spirito di squadra alla pari del basket o della pallavolo. Nel rugby si avanza e si indietreggia tutti insieme, nel rugby non si parla, ma si gioca, si corre e ci si ferma per poi ripartire ancora verso la meta, si usano tanto i muscoli quanto la testa, ma soprattutto si usa il cuore. Si soffre, come nel caso della nostra nazionale e la sofferenza rende più bella la vittoria.Una vittoria che l’Italia ha ottenuto 13-6, con grande gioia dell’Olimpico, dopo una partita non dominata, ma convincente. La sensazione è che se la siano meritata tutta i “nostri”. Bello vedere gli atleti scozzesi applaudire i vincitori mentre uscivano dal campo, così come è bello scorgere tra gli spalti scozzesi e italiani seduti vicini senza alcun astio né odio. Il torneo lo ha vinto il Galles, squadra di altro livello rispetto al nostro, ma questa vittoria dà morale a un team che ce la può fare a crescere e ci risparmia di un inutile cucchiaio di cui non avremmo proprio saputo che farcene, tanto noi gli spaghetti li mangiamo con la forchetta!

[...]Adesso so che affrontare la vita sarà un gioco da ragazzi e che, se la vita è un gioco, il rugby è una gran bella maniera di viverla.” M.Patternella

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VIDEOGIOCHI FINE DI UN'EPICA TRIOLOGIA di Davide Buniva

“La Terra sta bruciando. Una terribile razza di macchine

provenienti dallo spazio ignoto ha iniziato la distruzione della razza umana. Nei panni del Comandante Shepard, marine dell’Alleanza, la tua unica speranza è quella di radunare tutte le civiltà della galassia e lanciare l’assalto finale per riconquistare la Terra.”Ecco come la BioWare, nota azienda di software, ci presenta il nuovo – e definitivo – capitolo di una trilogia, Mass Effect, che è già leggenda tra i fan. L’ ultimo titolo, Mass Effect 3 per l’ appunto, include nuovi ed emozionanti aspetti: non solo a livello di giocabilità come, per esempio, nuove mosse ed abilità, ma soprattutto a livello di storia, con una trama curata e coinvolgente che segna la fine delle

VIDEOGIOCHI

Dopo la conclusa saga di Ezio Auditore, Ubisof cambia epoca e

scenari. America, 1775-1783: nel nuovo mondo si combatte la guerra che porterà alla nascita dei futuri Stati Uniti d’America. Qui Connor, figlio di un inglese con origini indiane mohawk e antenato di Desmond, svolge il suo ruolo tra le file degli assassini. Le sue armi comprendono le leggendarie lame retrattili, una pistola, un arco e il “tomahawk”, la celebre ascia da guerra dei popoli originari del Nord America, scelta condizionata dalle sue origini.Le grandi città, come Gerusalemme e Roma, sono ora sostituite da ampi spazi aperti immersi nella natura. Neve e lupi, salti da un albero all’altro, impervi sentieri sostituiranno le celebri

scalate al Colosseo o a Santa Maria Maggiore. Le stagioni influenzeranno il gameplay e la caccia diventerà il nostro mezzo di sostentamento. Le città però non saranno totalmente assenti: per ora è confermata la presenza di Boston e New York, ma non saranno sicuramente le uniche.George Washington, Charles Lee e Benjamin Franklin faranno la loro comparsa per rendere questo ultimo episodio ancora più sorprendente.

Tutto questo dal 31 ottobre 2012 su PS3 e XBox 360.Per vedere il trailer e avere altre informazioni su questo videogioco consultate il nostro blog www.ilradioattivo.com

di Elena Pinna

SUGGERIMENTIVi consigliamo due libri e un film che hanno attirato l’attenzione della redazione! Troverete le recensioni sul blog!

LIBRI: “COSE CHE NESSUNO SA” di Alessandro D’Avenia “IL FANTASMA DI S.HOLMES” di Kathryn Lasky CINEMA: “J. EDGAR”

imprese del carismatico Comandante Shepard – protagonista della serie – nel suo eroico gesto di salvare l’ intero universo.Un ulteriore miglioramento è visibile nel sistema di potenziamento: da buon gioco di ruolo che si rispetti, le abilità presenti sono numerose e diverse a seconda della specializzazione del personaggio; inoltre è possibile non solo migliorare le armi, ma anche applicare loro alcuni accessori.La modalità multigiocatore, poi, offre intense battaglie cooperative a diverse difficoltà, con la presenza di un’ ampia personalizzazione per la corazza, oltre alle consuete armi e abilità.Un pezzo immancabile, dunque, non solo nella collezione di un buon fan, ma di chiunque: il gioco offre infatti la possibilità di essere apprezzato anche da chi si fosse perso i primi due capitoli, essendo anche alla portata dei giocatori più inesperti.

sciao beli!


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