Benedetto XVI ha dedicato lUdienza Generale di mercoled 24
novembre 2010 nellaula Paolo VI a Santa Caterina da Siena vergine e
dottore della Chiesa Patrona dItalia e dEuropa 1347-1380
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Da santa Caterina noi apprendiamo la scienza pi sublime:
conoscere ed amare Ges Cristo e la sua Chiesa.
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Per misericordia ci hai lavati nel Sangue, per misericordia
volesti conversare con le creature. O Pazzo damore! Non ti bast
incarnarti, ma volesti anche morire! O misericordia! Il cuore mi si
affoga nel pensare a te: ch dovunque io mi volga a pensare, non
trovo che misericordia
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Santa Caterina cos iniziava sempre ogni suo dire:
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Santa Caterina cos terminava sempre ogni suo dire:
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Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi
dar ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me,
che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra
vita. Il mio giogo infatti dolce e il mio peso leggero. Matteo 11,
28-30
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Nata a Siena, nel 1347, in una famiglia molto numerosa, mor
nella citt eterna, nel 1380. Allet di 16 anni, spinta da una
visione di san Domenico, entr nel TerzOrdine Domenicano, nel ramo
femminile detto delle Mantellate. Rimanendo in famiglia, conferm il
voto di verginit fatto privatamente quando era ancora
unadolescente, si dedic alla preghiera, alla penitenza, alle opere
di carit, soprattutto a beneficio degli ammalati.
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Caterina soffr tanto, come molti Santi. Qualcuno pens
addirittura che si dovesse diffidare di lei al punto che, nel 1374,
sei anni prima della morte, il capitolo generale dei Domenicani la
convoc a Firenze per interrogarla. Le misero accanto un frate dotto
ed umile, Raimondo da Capua, futuro Maestro Generale dellOrdine.
Divenuto suo confessore e anche suo "figlio spirituale", scrisse
una prima biografia completa della Santa. Fu canonizzata nel
1461.
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In una visione che mai pi si cancell dal cuore e dalla mente di
Caterina, la Madonna la present a Ges che le don uno splendido
anello, dicendole: "Io, tuo Creatore e Salvatore, ti sposo nella
fede, che conserverai sempre pura fino a quando celebrerai con me
in cielo le tue nozze eterne". Quellanello rimase visibile solo a
lei.
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In questo episodio straordinario cogliamo il centro vitale
della religiosit di Caterina e di ogni autentica spiritualit: il
cristocentrismo. Cristo per lei come lo sposo, con cui vi un
rapporto di intimit, di comunione e di fedelt; il bene amato sopra
ogni altro bene.
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Come la santa senese, ogni credente sente il bisogno di
uniformarsi ai sentimenti del Cuore di Cristo per amare Dio e il
prossimo come Cristo stesso ama. E noi tutti possiamo lasciarci
trasformare il cuore ed imparare ad amare come Cristo, in una
familiarit con Lui nutrita dalla preghiera, dalla meditazione sulla
Parola di Dio e dai Sacramenti, soprattutto ricevendo
frequentemente e con devozione la santa Comunione.
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Anche oggi la Chiesa riceve un grande beneficio dallesercizio
della maternit spirituale di tante donne, consacrate e laiche, che
alimentano nelle anime il pensiero per Dio, rafforzano la fede
della gente e orientano la vita cristiana verso vette sempre pi
elevate.
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"Figlio vi dico e vi chiamo - scrive Caterina rivolgendosi ad
uno dei suoi figli spirituali, il certosino Giovanni Sabatini -, in
quanto io vi partorisco per continue orazioni e desiderio nel
cospetto di Dio, cos come una madre partorisce il figlio". Al frate
domenicano Bartolomeo de Dominici era solita indirizzarsi con
queste parole: "Dilettissimo e carissimo fratello e figliolo in
Cristo dolce Ges".
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Qui possiamo comprendere perch Caterina, pur consapevole delle
manchevolezze umane dei sacerdoti, abbia sempre avuto una
grandissima riverenza per essi: essi dispensano, attraverso i
Sacramenti e la Parola, la forza salvifica del Sangue di
Cristo.
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La Santa senese ha invitato sempre i sacri ministri, anche il
Papa, che chiamava "dolce Cristo in terra", ad essere fedeli alle
loro responsabilit, mossa sempre e solo dal suo amore profondo e
costante per la Chiesa. Prima di morire disse: "Partendomi dal
corpo io, in verit, ho consumato e dato la vita nella Chiesa e per
la Chiesa Santa, la quale cosa mi singolarissima grazia"
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Cari fratelli e sorelle, impariamo da santa Caterina ad amare
con coraggio, in modo intenso e sincero, Cristo e la Chiesa.
Facciamo nostre perci le parole di santa Caterina che leggiamo nel
Dialogo della Divina Provvidenza, a conclusione del capitolo che
parla di Cristo- ponte:
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"Per misericordia ci hai lavati nel Sangue, per misericordia
volesti conversare con le creature. O Pazzo damore! Non ti bast
incarnarti, ma volesti anche morire! O misericordia! Il cuore mi si
affoga nel pensare a te: ch dovunque io mi volga a pensare, non
trovo che misericordia".