+ All Categories
Home > Documents > 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa...

2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa...

Date post: 28-Jan-2020
Category:
Upload: others
View: 3 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
32
ORIENTEOCCIDENTE incontro di culture RIENTEOCCID
Transcript
Page 1: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

ORIENTEOCCIDENTEincontro di culture

RIENTEOCCID

Page 2: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

venerdì 1 settembre ore 14 e 18sabato 2 settembre ore 14 e 18domenica 3 settembre ore 14 e 18VALLE DI SELLAMalga Costa

LUC PETTONLe Guetteur • Luc Petton & CieLa Confidence des Oiseaux

domenica 3 settembre ore 21ROVERETO Auditorium Fausto Melotti

INBAL PINTO E AVSHALOM POLLAKInbal Pinto Dance Company Oyster

domenica 3 settembre ore 22.30ROVERETO Piazza del Polo Museale

MONICA CASADEICompagnia Artemis DanzaMonica Casadei POèTANZ! Il marciare,il camminare, il baciare

domenica 3 settembre ore 18.30ROVERETO Piazza Loreto

CHANTAL LOÏALDifé KakoDanse Buissonnière

lunedì 4 settembre ore 18ROVERETO Teatro alla CartieraAski Parè

lunedì 4 settembre ore 21TRENTO Teatro Sociale

GEORGES MOMBOYECompagnie Georges Momboye Boyakodah

martedì 5 settembre ore 21ROVERETO Auditorium Fausto Melotti

HEDDY MAALEMCompagnie Heddy MaalemUn Champ de Forces

mercoledì 6 settembre ore 18ROVERETO Teatro alla Cartiera

SIMONA BUCCICMP / Simona BucciStudio Hieronimus

mercoledì 6 settembre ore 21TRENTO Teatro Sociale

GEORGES MOMBOYECompagnie Georges Momboye Prélude à l’Après-midi d’un FauneLe Sacre du Printemps

giovedì 7 settembre ore 18.30 venerdì 8 settembre ore 18.30ROVERETO Piazza Loreto

KARIM AMGHAR E OLÉKHAMCHANLACompagnie A’CorpsHip Hop Performance

giovedì 7 settembre ore 21ROVERETO Auditorium Fausto Melotti

JOSETTE BAÏZCompagnie GrenadeTonight!

venerdì 8 settembre ore 21ROVERETO Teatro alla Cartiera

MARIA-KIRAN E CLAUDIO BRIZIBharata Bach

sabato 9 settembre ore 21ROVERETO Auditorium Fausto Melotti

JOSETTE BAÏZGroupe GrenadeBarbe Bleue

sabato 9 settembre ore 22.30ROVERETO Teatro alla Cartiera

KARIM AMGHAR E OLÉKHAMCHANLACompagnie A’CorpsSecond SouffleDeuxième Temps, Mémoire

venerdì 1 settembre ore 21 ROVERETO Auditorium Fausto Melotti

MICHÈLE ANNE DE MEYCompagnie Michèle Anne De MeySinfonia Eroica

sabato 2 settembre ore 21TRENTO Teatro Sociale

FRANÇOIS VERRETThéâtre National de BretagneSans Retour

Festival Card

15 euro Dà diritto ad una riduzione del 50 per cento suibiglietti dell’Auditorium Fausto Melotti, del Teatro Sociale,del Teatro alla Cartiera, della Valle di Sella e della Piazza delPolo Museale. Gratuita per i giovani fino ai 26 anni, anzianioltre i 65, scuole di danza, circoli culturali e aziendaliIn vendita dall’1 agosto on line sul sito del Festivalwww.orienteoccidente.it, dal 21 agosto a Rovereto all’InfoPoint al Mart, dal 28 agosto a Trento al Teatro Sociale eall’Auditorium Santa Chiara, nei teatri un’ora primadell’inizio dello spettacolo

Abbonamento Carnet

15 euro a ingresso per tutti gli spettacoli dell’AuditoriumFausto Melotti e del Teatro Sociale con un acquisto unico dialmeno 6 biglietti, anche per più persone nella stessa serataIn vendita dal 21 agosto a Rovereto all’Info Point al Marte dal 28 agosto a Trento al Teatro Sociale e all’AuditoriumSanta Chiara

Prenotazioni telefoniche

Dal 21 agosto allo 0464 431660 ore 10-18 con ritiro del biglietto entro mezz’ora dall’inizio dello spettacolo

Biglietti

20 euro Auditorium Fausto Melotti e Teatro Sociale 10 euro Teatro alla Cartiera, Valle di Sella,Piazza del Polo Musealegratuito Piazza Loreto e sotto i dodici anni

In vendita dall’1 agosto

ON LINE sul sito del Festival www.orienteoccidente.it

In vendita dal 21 agosto

A ROVERETOInfo Point al Mart 0464 431660Corso Bettini 43 ore 10-18

In vendita dal 28 agosto

A TRENTOTeatro Sociale 0461 213862Via Oss Mazzurana 19dal lunedì al sabato ore 10-19Auditorium Santa Chiara 0461 213834Via Santa Croce 67dal lunedì al sabato ore 10-19

In vendita dall’1 settembre

NEI LUOGHI DI SPETTACOLO un’ora prima dell’inizio dello spettacolo

Teatri e luoghi di incontro

A ROVERETOAuditorium Fausto Melotti Piazza del Polo MusealeBiblioteca CivicaMartCorso Bettini 43Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e RoveretoPiazza Rosmini 5Teatro alla CartieraVia alla Cartiera 15Piazza Loreto

A TRENTOTeatro SocialeVia Oss Mazzurana 19

A BORGO VALSUGANAValle di Sella Malga Costa

Informazioni

0464 431660ore [email protected]

INFO

Page 3: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

ORIENTEOCCIDENTE1-9 settembre 2006ROVERETO TRENTO VALLE DI SELLA

È l’Africa il cuore pulsante di Oriente Occidente, uno tra più importanti Festival europei di danza, da ventisei anni crocevia delle tendenze contemporanee,in programma a Rovereto, a Trento e in Valle di Sella dall’1 al 9 settembre 2006.L’Africa che con il coreografo della Costa d’Avorio Georges Momboye intreccia i suoi ritmi antichi con un grande classico della modernità come La Sagradella Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa che mescola culturemeticce negli spettacoli di Heddy Maalem e Difé Kako. L’algerino Maalem presenta in prima assoluta a Rovereto la sua nuova creazione Un Champ de Forces con una Compagnia multietnica formata da danzatori senegalesi, francesi, giapponesi, spagnoli, olandesi, coreani. Difé Kako è invece una Compagnia della Guadalupa, diretta dalla coreografa creola Chantal Loïal, che proietta le diversità etniche e culturali in una visione universale,come in Aski Parè, lo spettacolo che presenta in prima nazionale al Festival.Ad aprire Oriente Occidente La Confidence des Oiseaux, un progetto speciale del francese Luc Petton sul rapporto tra la danza degli uomini e quella degliuccelli, coprodotto da Oriente Occidente e da Arte Sella e ambientato nello straordinario parco di arte e natura in Valle di Sella. Protagonisti venticinquedanzatori, musicisti e trentacinque uccelli: cicogne, cornacchie, pappagalli, cocorite e anatre che interagiscono con gli artisti.Tra gli altri spettacoli più significativi del Festival si segnalano la beethoveniana Sinfonia Eroica della coreografa belga Michèle Anne De Mey, la nuovacreazione Sans Retour del francese François Verret, al suo debutto al Festival di Avignone 2006, ispirata al Moby Dick di Melville e Orson Welles e il magicouniverso circense e felliniano di Oyster degli israeliani Inbal Pinto e Avshalom Pollak. E ancora, l’hip hop multiculturale di A’Corps, la nuova creazionedell’italiana Simona Bucci, il Bharata Natyam della danzatrice indiana Maria-Kiran che nel Bharata Bach dà corpo e segni alla musica di Bach interpretataal claviorgano da Claudio Brizi. Inoltre la coproduzione di POèTANZ! di Monica Casadei e della Compagnia Artemis Danza nato da un’idea di Edoardo Sanguineti che ha debuttato al Festival della Poesia di Parma. Infine l’innovativa esperienza della coreografa di Aix-en-Provence, Josette Baïz che alla suaCompagnie Grenade, impegnata con Tonight! in una reinterpretazione coreografica delle celebri musiche composte da Leonard Bernstein per West SideStory, affianca in Barbe Bleue anche uno scatenato, simpaticissimo gruppo di danzatori dai 10 ai 14 anni.

I Direttori artisticiLanfranco Cis e Paolo Manfrini

Il PresidentePaolo Baldessari

Page 4: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 settembreMalga Costa Valle di Sella ore 14 e ore 18coproduzione di Oriente Occidente e Arte Sellaprima nazionale

La Confidence des Oiseaux

Quando gli uccelli ci svelano i loro segreti

Nella Conferenza degli Uccelli (Mantiq al-Tayr) del mistico persiano Farid al-Din Abú Talib Muhàmmad ben Ibrahim Attar si narra una storia affascinante (riportata daldottissimo Borges in Finzioni) che vogliamo ricordare proprio in occasione di La Confidence des Oiseaux, evento davvero straordinario – danza en plein air di e con volatili –che apre l’edizione 2006 di Oriente Occidente. Il remoto re degli uccelli, il Simurg, lascia cadere nel centro della Cina una piuma splendida. I pennuti, stanchi della loro anticaanarchia, decidono di intraprenderne la ricerca. Sanno che il nome del loro re vuol dire trenta uccelli, sanno che la sua reggia è nel Kaf, la montagna circolare che avvolge laterra. Si lanciano nella quasi infinita avventura, superano sette valli o mari. Il nome del penultimo è Vertigine, l’ultimo si chiama Annichilimento. Molti dei pellegrini disertano,altri periscono. Trenta uccelli, purificati dalle dure fatiche, giungono alla montagna del Simurg. La contemplano alfine: si accorgono che essi stessi sono il Simurg e che il Simurg è ciascuno di loro.Chissà se il bretone Luc Petton, ideatore di questo particolare progetto avente per protagonisti quattro danzatori, due uccellatori, alcuni musicisti e un gruppo di danzacorale formatosi sotto l’egida del Centro Internazionale della Danza di Rovereto, conosce questo magnifico poema sul principio d’identità. Forse sì: trenta sono gli uccelli – tracicogne, cornacchie, pappagalli e anatre – che si prestano a offrirgli la loro confidenza. E certo l’approccio a questi spiriti “volatili”, depositari della bellezza della natura, èparadossalmente anti-naturalistico: non si tratta di danzare “come gli uccelli” o di copiare le loro evoluzioni – anche se nel complesso evento in Val di Sella alcuni danzatori emusicisti simulano il volo e lo spostamento dei volatili “in un percorso senza inizio e senza fine” – ma semmai di attendere che si avvicinino e partecipino alle danze umane inun ribaltamento del tempo – non più stabilito dall’uomo – che è già di per sé un atto di rispetto assoluto verso una delle genìe del pianeta meno rispettate.Luc Petton, fondatore nel 1994 della compagnia Le Guetteur (la sentinella o la vedetta) ma ancora legato al gruppo Icosaèdre di cui è stato co-direttore con Marilén Iglesias-Breuker, dice di aver iniziato a lavorare a La Confidence des Oiseaux già nel 2004. Dunque un anno prima del debutto, a Oriente Occidente 2005, di Oscar, dedicato aSchlemmer e in particolare alla Danza dei Bastoni del celebre artista del Bauhaus. Uno spettacolo formale in cui tuttavia già s’intravedeva nei prolungamenti e nelle protesi(stecche, bastoni, lunghe aste) applicate ai costumi di sei danzatori, il continuo riferimento al mondo animale: a insetti, serpenti, farfalle e pavoni, oltre che a combattimenti diarti marziali e a ginniche performance. Ora l’artista, formatosi a New York con Alwin Nikolais e a Essen con Susanne Linke, ha abbandonato ogni appiglio culturale perinoltrarsi audacemente alla ricerca del Simurg in compagnia di trenta uccelli “non addestrati o forzati ad imparare dei movimenti” ma da tempo suoi “conviventi”, per unaConfidence che certo ha a che fare con la necessità di un ritorno alla natura nella vituperata era tecnologica dell’inquinamento, ma forse ancor più con quella paradisiacaestensione del principio di identità che filosoficamente passa dalla Conferenza degli Uccelli alle Ennadi di Plotino, quando dice:“Tutto, nel cielo intelligibile, è in ogni parte.Ogni cosa è tutte le cose. Il sole è tutte le stelle, e ogni stella è tutte le stelle e il sole”.

LUC PETTONLe Guetteur • Luc Petton & Cie (Francia)

Page 5: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Concezione e coreografia Luc PettonConsulenza giuridica Vol-en-scène, Simon ThurietAmministrazione Géraldine SchmittAmmaestramento degli uccelli Tristan Plot, JulienDurdillyDanzatori Marie-Laure Agrapart, Mélisande CarréAngeli, Tuomas Lahti, Luc Pettoncon la partecipazione della Compagnie Icosaèdredi Marilén Iglesias-Breuker e gli stagisti delLaboratorio di Danza Corale organizzato dal CIDCentro Internazionale della DanzaSassofonista Xavier RossellePercussionisti René Le Borgne e Jean-François PietteUccelli cicogne bianche, cornacchie nere,pappagalli (roselle di Pennant, calopsitte eparrochetto dal collare), anatre corritrici indiane

Spettacolo coprodotto da Oriente Occidente e Arte Sella

Realizzato in Francia con il contributo di Scènesd’Abbeville – Ville d’Abbeville, Art DanseBourgogne, Festival Envies-Rhônements,Laboratoire des Compagnies à Reims, di ADAMI e di DMDTS per la residenza di produzione in Camargue nel 2005

La compagnia Le Guetteur è sostenuta daMinistère de la Culture, DRAC Picardie, ConseilRégional de Picardie, Département de l’Aisne,ADAMA

durata 80 minuti

Page 6: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

venerdì 1 settembreRovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21 prima nazionale

Sinfonia Eroica

MICHÈLE ANNE DE MEYCompagnie Michèle Anne De Mey (Belgio)

Sinfonia Eroica numero due

Ricordiamo la belga MichèleAnne De Mey, autrice dellaSinfonia Eroica numero due,negli anni Ottanta, quandoleggera ma tutt’altro che fragileevolveva nel magnifico Fase:duetto minimalista e ripetitivodi Anne Teresa De Keersmaeker.Era il 1982 e Michèle era l’alterego biondo e solare dellaintroversa e bruna Anne Teresa,a cui resterà vicina per moltotempo, anche per incrementare irapporti artistici che sarebberointercorsi tra la De Keersmaekere Thierry De Mey, il suo giàcelebre fratello musicista. Nelfrattempo lei – che, come AnneTeresa e la nostra AdrianaBorriello, si era formata al Mudradi Bruxelles, chez Maurice Béjart– aveva anche tentato le primecoreografie. Passé Simple,Ballatum, Face à Face

(quest’ultima del 1986)godettero di una certa fortuna,anche se all’epoca era ancoradifficile distinguere il suo segnocoreografico da quellodell’amica, compagna di strada ecapogruppo del femminileRosas. Poi giunse l’occasione diun vero distacco artistico,quando, nel 1990, Michèledecise di buttarsi a capofitto inun monumento della musicabeethoveniana come la SinfoniaEroica per scandagliarne isegreti. Lo fece con tale passionee con tanto rigore (sotto l’occhiovigile di Thierry) da guadagnareper sé e i sei danzatori che avevariunito un plauso che decise dinon sprecare. Così nello stessoanno fondò la sua compagnia einiziò a veleggiare con il vento inpoppa.Nel milieu della danza belga efiamminga, sempre più affollatodi coreografi provenienti dalle

più diverse discipline, si eraaffacciata una coreografa dalladanza limpida e forte, venata disfumature evocative quandonon narrative, e dall’impalpabilegrazia e ironia, caratteristicheforse più francesi che nonbelghe. Delle quindici creazioni,realizzate in dieci anni d’attività,tra cui Chateaux en Espagne(1991), Cahier (1995), Pulcinella eLove Sonnets (1994), Utopie(2001), Raining Dogs (2002),alcune come Love Sonnets, 21Études à Danser e il vecchio Faceà Face furono trasfigurate in filmproprio mentre la coreografa,sempre attenta al rapporto conla musica, iniziava e sviluppavaun lavoro pedagogico (adAmsterdam, all’Inals di Bruxellese al CNDC di Angers) culminantein un laboratorio creativo perbambini e, in tre anni, nellarealizzazione perBruxelles/Brussel 2000 di Sacre

en Couleurs. L’attività pedagogicadi Michèle deve aver contribuitoa epurare il suo lavoro, arenderlo più semplice e diretto,come intelligentementesemplici e diretti sono i deliziosi12 piccoli valzer (12 EasyWaltzes) che ha creato e danzatoinsieme a Grégory Grosjean nel2005 a Charleroi/Danses, ilCentre Chorégraphique de laCommunauté française di cuinel frattempo è diventata co-direttrice. Ma ora Michèle AnneDe Mey è ritornata sui suoi passi,come non di rado accade ancheai coreografi: ha ripreso SinfoniaEroica, creata sedici anni or sono,con un nuovo gruppo didanzatori per ripercorrere, dice,“lo stesso cammino di allora,senza la preoccupazione diattualizzarlo”.Perché lo ha fatto?Principalmente – a suo dire –perché Sinfonia Eroica “la”

rappresenta più di qualsiasi altrospettacolo che abbia creato,perché stigmatizza il suo mododi accostare alla musica unadrammaturgia e di slittare dalmovimento puro all’evocazione;perché mette in campo iltrascolorare della gioia in dolore,della danza in immobilità. Infineperché “quello spettacoloirradiava dal gruppo alla scenaun’energia particolare,un’innocenza e leggerezza quasimagiche che ho voluto provarea ritrovare”. Ma veniamo ai fatti.Sinfonia Eroica si basa sulla terzasinfonia di Beethoven, l’Eroica(1803), e le linee della danza sisposano alle linee musicali delcapolavoro del musicista diBonn ma non solo. La coreografa(sempre complice Thierry DeMey) ha accostato questoBeethoven a un giovanileSingspiel di Mozart, Bastiano eBastiana, e ne ha estratto

Page 7: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Coreografia Michèle Anne De MeyAssistenti alla coreografia Grégory Grosjean, Johanna O’KeefeScenografia Michel ThunsLuci Simon SiegmanCostumi Isabelle Lhoas, Frédéric DenisMusica Wolfgang Amadeus Mozart, Bastiano e Bastiana, Ludwig Von Beethoven,Sinfonia Eroica, Controdanza n.7, variazioni sull’Eroica, Jimi HendrixDanzatori Stefan Baier, Géraldine Fournier, Ilse Ghekiere, Gabriella Iacono,Mylèna Leclercq, Adrien Le Quinquis, Eléonore Valére, Gabor Varga,Sandy Wiliams

Prodotto da Charleroi/Danses, Centre chorégraphique de la Communauté française

durata 80 minuti

l’ouverture che viene ripresacome leitmotiv tenendo contoanche del suo libretto: ossiadella sofferenza della pastorellaBastiana che chiede l’interventodel mago Colas per arginare lafuga dall’idillio campestre diBastiano, ottenendo da lui unacerimonia magica che laricongiunge all’amato.Naturalmente la De Mey non haseguito per filo e per segno laparodia del famoso Devin duVillage di Rousseau, che Mozartcompose nel 1758, ma si èispirata ai suoi temi musicali e aidialoghi di Bastiano e Bastianaper evocare l’eterno rapporto diseduzione tra uomo e donna,l’eterna girandola dell’unione eseparazione e l’intervento di un“terzo incomodo”, che non è piùil mago mozartiano bensìl’estraneo, il viaggiatore, anzil’eroe di turno che sicontrappone al gruppo e lo

“salva”. La figura dell’eroe inparticolare è trattata in sensoletterale e confacente all’Eroica –che come noto fu inizialmentededicata a Bonaparte – maanche nell’antinomia dell’anti-eroe che non salva gli altri ma sestesso a forza di sopportare labanalità del quotidiano. Così eroipubblici e anti-eroi privati simuovono in questo spettacologioioso di amori solventi anchenell’assetto scenico, ove spessosi passa dalla vertiginedell’altezza alla fluiditàdell’acqua. L’intervento di unpaso doble, musica di corrida edi un riff di chitarra di JimiHendrix serve a demistificarecon una distanza aggraziata lapomposità dell’eroismo e dellesue marce trionfali e forse ametterci in guardia dai grandiideali regolarmente sconfitti neltramestio della vita.

Page 8: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

sabato 2 settembreTrento Teatro Sociale ore 21prima nazionale

Sans Retour

Page 9: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

FRANÇOIS VERRETThéâtre National de Bretagne (Francia)

Coreografia François VerretCanto Dorothée Ningabire MunyanezaCollaborazione artistica Silvie BlumCoordinamento Marion PiryDisegno luci Christian DubetScrittura luminosa François VerretRegia luci Gwendal MalardMusica Alain MahéConcezione dispositivi sonori e registrazoni CélineSeignez e Alain MahéRegia suono Céline SeignezStagista suono Géraldine Foucault

Costumi Tifenn MorvanRealizzazione costumi Tifenn Morvan e Martine PhilippeStagisti costumi Gelane Gadras e Laure FonvieilleDispositivi scenici Vincent Gadras e Stéphane PotironRegia Vincent Gadras e Stéphane PotironAmministrazione Compagnie FV ChristophePiederrièreDistribuzione Damien ValetteCoordinamento Catherine RivallandDanzatori Mathurin Bolze, Mitia Fedotenko, MartaIzquierdo Munoz, Dimitri Jourde, Angela Laurier,Line Tørmoen

L’audacia di un movimento “senza ritorno”

Direttamente dal Festival d’Avignon 2006 giunge a Oriente Occidente la pièce di una vecchia conoscenza: Sans Retour di François Verret, ancora un campione della nouvelledanse francese anni Ottanta che ha saputo resistere alle scosse e ai sommovimenti della danza contemporanea in continua ebollizione. Di lui sappiamo molto, se non quasitutto. Divenne coreografo nel fatidico 1980 (anno felix per Pina Bausch e non solo) guadagnandosi subito in patria e in Europa una fama di artista introverso, poco incline afarsi accarezzare dai bagliori della ribalta, eppure fantasioso, spiazzante, già portavoce di un teatrodanza capace di enucleare gli stili e i materiali espressivi più diversi e dipromuovere gli accostamenti più arditi. Verret non ha mai voluto creare una compagnia che portasse il suo nome, almeno sino alla fine degli anni Novanta. Diceva:“Miinteressa trovare un’espressione teatrale originale, ogni volta trasformabile in rapporto all’incontro con dei compagni differenti. Mi affascina vivere in situazioni di pericolocon altre persone”. E infatti tutti i suoi spettacoli – dalla pièce d’esordio, Tabula Rasa, che vinse già nel 1980 il primo premio al celebre concorso coreografico di Bagnoletall’ultimo Sans Retour – sono nati in collaborazione con artisti diversi: attori come Daniel Emilfork, Daniel Kenigsberg, Frédéric Leidgens, Alain Rigout, danzatori come AnneKoren, Bernardo Montet, Mathilde Monnier, Jean-Christophe Pare, musicisti come Ghédalia Tazartes, Yumi Nara, Fred Frith, Jean-Pierre Drouet, scultori come Goury, ClaudineBrahem, e disegnatori delle luci come Rémi Nicolas e Christian Dubet.Prima di diventare nel 1993 direttore artistico dei Laboratoires d’Aubervilliers – spazio di creazione, ricerca e incontro tra artisti e pubblico – François Verret ha prestato la suaattività all’Association 1B, al Groupe de Recherche Chorégraphique dell’Opéra di Parigi, al Centre National de Danse Contemporaine di Angers. Con la pièce Kaspar Konzert si èinsediato a Rennes e qui nel 2002 è diventato artista associato del Théâtre National de Bretagne firmando, questa volta con la propria compagnia, otto spettacoli tra cuiChantier Musil – l’ultimo passato in Italia, a Torino, prima di questo debutto – in cui si sono ravvisati tutti gli elementi di un percorso che ha virato verso la letteratura e i granditesti del Novecento, come L’uomo senza qualità di Robert Musil, da cui ha preso le mosse anche Tokyo Musil Impromptu (2003).Dissolvere la danza in una stratosfera poetico-riflessiva, renderla permeabile al flusso dei pensieri e delle metafore letterarie è ciò che accade pure in Contrecoup (2004),questa volta ispirato ad Assalonne! Assalonne! di William Faulkner. Infine si giunge a Sans Retour: per questa creazione nuova di zecca, Verret sceglie apparentemente gli stessicompagni di strada del Moby Dick di Melville (ma anche di Orson Wells) e imbarca sulla sua Arca di Noè i “soliti” artisti diversi: attori, musicisti, danzatori, circensi, scenografi,disegnatori delle luci. In realtà questa volta ingaggia una lotta, un corpo a corpo – pari a quello contro il regno dei mostri, del terrore e delle immense profondità chesfuggono all’intelligenza umana del capolavoro dello scrittore statunitense – tra lingua e scrittura scenica. François compare in scena (l’anno scorso, ricordiamolo, ha firmatoper sé l’assolo In the Back of my Mind) e contribuisce a mettere in danza e in movimento non le parole del Moby Dick bensì l’eco di quelle parole.“Paesaggio poetico forgiato da misteriose memorie, ombre, tracce, segni, Sans Retour apre un varco per progettare l’immaginario e il suo destino”, scrive Irène Filiberti “quellodella creazione intesa come gesto portavoce di un’utopia”. Parole di un’audacia pari al titolo categorico, inquietante e promettente di questo spettacolo, nel suo essere “senzaritorno”.

François Verret è un artista associato al ThéâtreNational de Bretagne.Spettacolo prodotto dal Théâtre National deBretagne e coprodotto da Festival d’Avignon,Théâtre de la Ville Paris, Opéra de Lille,L’Apostrophe, Scène Nationale – Cergy Pontoise

La Compagnie François Verret è sovvenzionata daMinistère de la Culture et de la Communication(Drac Ile de France) ed è in residenza aL’Apostrophe, Scène Nationale de Cergy Pontoise et du Val d’OiseTesto da The Fiery Hunt di Charles Olson

durata 55 minuti

Page 10: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Un’ostrica dalle perle preziose

Oyster, degli israeliani Inbal Pintoe Avshalom Pollak, ha ricordato aqualche critico d’oltreoceano,che ha recensito questospettacolo del 1999 alla BiennaleDanza di Lione dedicata alMediterraneo, i ballerinitrasfigurati da Maguy Marin nellacelebre Cendrillon. Forse ilparagone non è del tuttoconvincente. Inbal Pinto,coreografa e soprattutto regista,con un solido background nellearti visive e nel design, ha sino aoggi creato un suo teatro dimovimento dove la danzasconfina nel mimo e laginnastica si confonde con leacrobazie e i trucchi circensi;dove in scena si crea un universofantastico e l’obiettivo non èquello di promuovere nuova ovecchia danza ma semmai diintrattenere con gioia, un pizzicodi poesia e tante sorprese. Forsesiamo più vicini allo storico escomparso gruppo deiMummenschanz che non allaMarin degli anni Ottanta, anchese Inbal sa governare la danza,

domenica 3 settembreRovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21prima nazionale

Oyster

specie quella di sala, con unasicurezza da vera professionista.E Oyster con le sue pietrepreziose – tutte visive ecorporee – lo conferma, comeun’ostrica che poco alla voltadischiude i suoi doniocchieggiando al Carnevale, allostruggente mondo dei clown e aFellini, nel disincanto certoappena sfiorato del film 8 ½.Con le sue lucette natalizie, lepiattaforme volanti, ilpalcoscenico mobile “dentro” ilpalcoscenico e gli oggettimagici e scintillanti, Oysterraccoglie una serie di “numeri”interpretati da tredici performercollegati tra loro da un’ampiavarietà di suoni e musiche: dalvento che soffia allo scampanio,dagli echi di partiture classiche apezzi folk e pop con unaspruzzata di mambo. Tornano lereminiscenze del felliniano 8 ½nei costumi: vecchi tutùsovrastati da pantaloncini rosasgargiante e scarpette a puntacoi lacci neri per le donne, frac ecolletti rigidi per gli uomini. Tuttivantano acconciatureeccentriche e qualcuno non

esita nella pezzatura capellona edistratta a somigliare ad AlbertEinstein. Certo l’identità deipersonaggi è volatile,inafferrabile. Ma Inbal Pinto, chedeve a questo spettacolo la suafama sempre più tentacolare,non intende raccontare unastoria – anche se Oyster somigliaa una favola spezzettata o a unmusical pasticcione per adulti-bambini – ma piuttostosuscitare ricordi e rincorreresorprese.Un uomo gigante è formato dadue ballerini riuniti in un unicocappotto e la ballerina con lescarpette coi lacci somiglia aquelle bambole che sovrastano icarillon o le scatole dei gioielli.Un altro uomo vuole fare ildittatore (sarà unapunzecchiatura allo Statod’Israele?) e una nonna, chepotrebbe essere laguardarobiera di questo “teatronel teatro”, con un paio di forbicitaglia quei rigidi nastri cheuniscono i danzatori in uneccitante ballo mimico diautomi. Le piattaforme volantiscendono dal cielo per

consentire la danza diun’acrobata che cammina sullebraccia e del suo partner. Altrovela stessa circense sarà mossacome il batacchio di unacampana. Forse qualcuno sichiederà se siamo per caso difronte a una sorta di Cirque duSoleil, meno tecnologico elevigato. La risposta è semplice.Con le loro facce cosparse dibiacca e i loro “numeri” nati daun artigianato della scena – cheIsraele non conosceva primadella nascita nel 1992 della InbalPinto Dance Company – gliinterpreti di Oyster, spessocamuffati da automi, bambole emarionette potrebberoappartenere a un film di TimBurton. Tra infanzia innocente emisteriosa e anormalità dimostri che appartengono aisogni ma anche allatrasfigurazione del reale, questospettacolo multiforme veleggianel suo universo solatio eannuvolato a una certa distanzada tutto ciò che conosciamo o ciaspettiamo di vedere.

INBAL PINTO E AVSHALOM POLLAKInbal Pinto Dance Company (Israele)

Page 11: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Direzione artistica Inbal Pinto, Avshalom PollakCoreografia, costumi, scenografia, suono e designparrucche Inbal Pinto, Avshalom PollakDisegno luci Yoaan TivoliAssistente costumista Gila LahatArrangiamenti Zahi Patish e Avshalom PollakDirezione prove Efrat Mazor GoldbergDanzatori Michal Almogi, Zvi Fishzon, NogaHarmelin, Naomi Nissim, Shi Pratt, AvshalomPollak, Rina Rosenbaum, Dana Shoval, HadarYunger, Ivica Bago, Nir Tamir, Igal Furman,Benny Eldar

Spettacolo coprodotto da Haifa Municipal Theatre,Maison de la Danse Lyon, Suzanne Dellal Center,Curtain Up International Exposure 1999

durata 60 minuti

Page 12: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

domenica 3 settembreRovereto Piazza Loreto ore 18.30

Danse Buissonnière

lunedì 4 settembreRovereto Teatro alla Cartiera ore 18prima nazionale

Aski Parè

CHANTAL LOÏALDifé Kako (Guadalupa)

Un amore della Guadalupa

Viene dalla Guadalupa, una dellePiccole Antille francesi e piùesattamente dalla sua capitalePointe-à-Pître, la coreografaChantal Loïal che abbiamoconosciuto e visto danzareripetutamente nella leggiadracompagnia Montalvo-Hervieu.Ma questa volta Chantalpresenta in prima nazionale ilsuo gruppo, Difé Kako, fondato aParigi nel 1994, e una pièce, AskiParè (ha debuttato in Francia nelgennaio scorso) esplicativa dellasua inesausta e appassionataattività di divulgazione dellatradizione folcloristica, anchemusicale, delle Antille e africana.A differenza di tanti protagonistidella coreografia odierna,Chantal non punta a faremergere o ad amalgamare ledifferenze culturali, i modi di

danzare opposti, di vivere eriflettere sulle esperienzequotidiane con quello spirito diecumenica globalizzazione cheebbe padri storici anche sulversante ballettistico e proprioin Francia (si pensi a MauriceBéjart).Pur essendosi destreggiata conestrema professionalità tra tantee diverse compagniecontemporanee francesi (quelladi Jérôme Deschamps, adesempio) e avendo appreso ilvalore della lentezza, delsilenzio, delle nuances delmovimento anche infinitesimale– “nelle Antille la danza è veloceed energetica, il folclore è uncataclisma che non deve maiannoiare il pubblico”, dice –Chantal Loïal preferisce farrivivere a ogni spettacolo (sino aoggi ne ha confezionati unadecina e tutti accolti nelle sfilate

del Carnevale delle Antille edella Martinica) lo spirito del“léwoz” ossia della festa intesacome riunione famigliare didanza e musica percussiva,tipica delle Antille, già ai tempidella schiavitù. Certo nelsoggetto di Aski Parè – storiadella frustrazione femminileall’indomani della fine di unamore – e nella sua spogliamessinscena ravvisiamo più diun collegamento con la danzaeuropea. Una sedia (di quantesedie si è popolata lacoreografia anni Quaranta diBéjart o il teatrodanza dellaBausch?) marca l’assenzadell’uomo desiderato in unalucida e a tratti feroce cronaca diun abbandono. Loïal nutre il suoAski Parè di accortezzecoreografiche occidentali.Cinque interpreti, tra le qualinon compare la coreografa,

danzano e cantano il loro doloree in questo sfogo sublimano lasofferenza nel tentativo dirisorgere. La passionalità delmovimento, mescolata allapotenza delle percussioni, allanostalgia della fisarmonica e algraffio del basso-chitarra (tuttele musiche create ad hocripercorrono il repertoriotradizionale africano e delleAntille), polverizza ciò che dinegativo esiste nella fine di unamore per dar vita a un possibilenuovo inizio.

Page 13: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Coreografia Chantal LoïalAssistente alla coreografia Nadine MondziaouCollaboratore per la realizzazione Jean-Michel VansonMusica originale e direzione musicale Jacques DelamareMusicisti Jacques Delamare, percussioni,Viviane Arnoux e SébastienMalherbe, fisarmonica, canto e campane, Laurent Loit, basso e percussioniLuci Eric PernotTecnico luci Emmanuel GaryCostumi Olivier BernardDanzatori Emmanuelle Cherioux, Nadine Mondziaou, Tania Jean,Rita Ravier, Julie Sicher

Spettacolo coprodotto da Centre Chorégraphique National de Nancy,Centre Chorégraphique d’Orléans, Scène National de Vandoeuvre

durata 60 minuti

Page 14: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

lunedì 4 settembreTrento Teatro Sociale ore 21prima nazionale

Boyakodah

Coreografia Georges MomboyeAssistente alla coreografia Saul DovinDisegno luci Valentin François Eric e Frédéric PoullainRegia luci Frédéric PoullainIdeazione costumi Marcus Erica-AnnRegia suono Donatien PierreRegia Ferdinand BauginardAmministrazione Muriel AdolphePromozione Catherine HerengtMusicisti Thomas Guei, Bi Djo Emile Djozie, Amen Viana, Bachir SanogoDanzatori Aissata Kouyate, Georgette Louison Kala Lobe, Fatou Sylla,Stefanie Batten Bland, Leïla Pasquier, David Gaulein Stef, LéopoldGnahore, Jean Kouassi, Bilé N’Draman, Louis Pierre Yonsian

Spettacolo creato al Théâtre Romain Rolland de Villejuif, coprodotto daThéâtre Romain Rolland de Villejuif, Centre Culturel des Bords de Marne,Le Perreux con il sostegno del Conseil Général du Val de Marne, ThéâtreSilvia Monfort, Biennale Nationale de Danse du Val de Marne, Spédidam

La partecipazione di Compagnie Georges Momboye a Oriente Occidente è sostenuta da Culturesfrance

durata 80 minuti

Page 15: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

GEORGES MOMBOYECompagnie Georges Momboye (Costa d’Avorio)

Alla ricerca della felicità

Grande suscitatore d’entusiasmi e trascinatore di folle internazionali, Georges Momboye gode, con la presentazione di ben due spettacoli, di un trattamento speciale inquest’edizione dedicata all’Africa di Oriente Occidente. D’altra parte nessuno meglio di lui sembra incarnare oggi il prototipo del danzatore-coreografo africano “globalizzato”che facendo tesoro di molte e diversificate esperienze nel mondo occidentale non solo le ha metabolizzate ma rimesse in circolazione assieme alla sua eredità culturaled’origine per conquistare una levigata cifra stilistica dai mille sapori, diretta a un pubblico che di solito s’innamora della sua Compagnia a prima vista.Nato nella Costa d’Avorio e dotato di uno spiccato talento coreutico, Momboye non faticò a emergere; divenne insegnante di danza africana alla giovanissima età di tredicianni, poi se ne andò da Abidijan per danzare nella compagnia di Alvin Ailey a New York e in Francia con Brigitte Matenzi, Rick Odums e Gisèle Houri, spaziando così dal jazz alclassico alle varie tecniche della contemporaneità. Georges non si era ancora trasferito in Francia, come avrebbe fatto in seguito per formare la propria compagnia quandol’Unesco gli commissionò una prima coreografia in quanto esponente tra i più affermati di una nuova danza africana. Egli la intitolò La Pace, radunando sulla scena bencinquanta danzatori del Continente Nero e il successo fu tale da indurlo al grande passo: nel 1992 fondò in Francia un gruppo che tuttora porta il suo nome, composto dadanzatori, musicisti e cantanti provenienti per lo più dai balletti nazionali africani di Costa d’Avorio, Camerun, Guinea e Senegal.Sempre ispirato dalla foga e bellezza della tradizione coreutica africana Momboye creò una prima pièce destinata all’infanzia, Djelaouli Zaouuli che a Grasse nel 1993 ottenneil primo premio dall’associazione Tradition Afrique Orientale, quindi proseguì il suo inarrestabile cammino con: Au commencement était le Tambour (1994), Kamanda, qu’enpenses-tu? presentato alla Biennale Danza di Lione dedicata all’Africa, Waatisera, il est Temps de…(1998), Adjaya, Tahaman, piccola pièce per nove danzatori basata sul dialogotra la danza africana e l’hip hop (2001). M’Ban Yoro, un assolo di cui lui stesso è interprete, passò con successo anche al Sadler’s Wells di Londra ed è sempre richiesto nelletournée internazionali. Infine ecco Boyakodah: pièce per quattordici tra danzatori e musicisti, che anticipa l’ingresso di Momboye nel cuore colorato, ostico e soprattuttorusso-europeo dei Ballets Russes (Prélude à l’Après-midi d’un Faune e Le Sacre du Printemps).Nato nel 2004, Boyakodah (nel linguaggio della Costa d’Avorio dell’Ovest significa “felicità in guerra”) è un omaggio alla creazione dell’uomo e alla capacità del Creatore dipoter optare per la sua felicità. È una danza per diciassette ballerini, caratterizzata da passi fortemente ritmici e non, da melodie e dal loro contrario: una vera piramide cheaffastella movimenti di tutto il corpo e delle sole mani, elementi tecnici e gesti quotidiani in uno spazio totalmente fisico, baciato da luci importanti, quasi carnali. Momboye siavvale di due oggetti simbolici: il mortaio e il pestello, simbolo sessuale della complementarietà, della procreazione, della forza e dell’armonia e nel suo spettacolo cerca unpunto d’equilibrio tra presenza e assenza, pause ed esplosioni per evocare l’aspirazione alla felicità e al piacere.

Page 16: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

GEORGES MOMBOYECompagnie Georges Momboye (Costa d’Avorio)

mercoledì 6 settembreTrento Teatro Sociale ore 21prima nazionale

Prélude à l’Après-midi d’un FauneLe Sacre du Printemps

PRÉLUDE À L’APRÉS-MIDI D’UN FAUNE

Coreografia Georges MomboyeAssistente alla coreografia Fabrice BertDisegno luci Christian WeltiRegia luci Jullian RousselotIdeazione costumi Erica-Ann MarcusAmministrazione Muriel AdolphePromozione Catherine HerengtMusicista Thomas GueiDanzatori Georges Momboye e Stefanie Batten Bland

durata 14 minuti

LE SACRE DU PRINTEMPS

Coreografia Georges MomboyeAssistente alla coreografia Fabrice BertDisegno luci Christin WeltiRegia luci Jullian RousselotIdeazione costumi Erica-Ann MarcusAmministrazione Muriel AdolphePromozione Catherine HerengtDanzatori Georges Momboye, Stefanie Batten Bland, Leïla Pasquier,Andrea Bescond, Tamara Fernando, Saul Dovin, David Gaulein Stef,Léopold Gnahore, Jean Kouassi, Bilé N’Draman, Louis Pierre Yonsian,Davide Di Pretoro, Yohan Tete, Nestor Kouame, François Lamargot, Oliver

Spettacoli coprodotti da Biennale Nationale de Danse du Val de Marne,Ville de Fontenay-sous-bois, Théâtre Jean Vilar de Vitry, Théâtre AndréMalraux – Rueil Malmaison, Arcachon Culture Théâtre l’Olympia con ilsostegno del Conseil Général du Val-de-Marne e di Adami

La partecipazione di Compagnie Georges Momboye a Oriente Occidente è sostenuta da Culturesfrance

durata 40 minuti

Page 17: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Un Nijinskij della Costa d’Avorio

Senza dubbio Igor Stravinskijnon poteva immaginare né che ilsuo Sacre du Printemps (1913)avrebbe avuto fortuna in terrad’Africa, all’inizio del TerzoMillennio, né che tanti danzatorineri si sarebbero misurati conquella “barbarie” musicale russache tanto sconvolse il pubblico esoprattutto la critica francesed’inizio Novecento. Tuttavial’eventuale stupore delcompositore (immaginiamoloancora vivo) che nella sua lungavita vide ampiamente riscattatada planetario successo la suapartitura giovanile piùdirompente e radicale, non puòessere anche il nostro stupore.

Se è vero che il Sacre diStravinskij, specie nella versionecoreografica originale di VaslavNijinskij, può essere consideratol’inizio di una nuova era nelballetto è plausibile che lo siaanche in quella fetta di mondo,ormai non più così lontano, cheda oltre un decennio si affacciain Occidente con le suetradizioni, la sua profondacultura legata alla terra, allanatura, ai riti e ai misteridell’esistenza.C’è un legame ideale,contenutistico, più che formale eartistico tra il Sacre e le cultureextra-europee: basti rileggere ilsuo sintetico libretto,rammentare gli eventi misteriosie le figure non meno che

leggendarie che popolano i“quattro quadri della Russiapagana”. E c’era una plateale,grottesca tribalità nei movimentipesanti e en dehors di Nijinskij,che facilmente rimandano alledanze molto energiche e saltate,ma anche a piedi nudi e carichedi ritmo percussivo delle danzeafricane. Naturalmente, di frontea una partitura di simile portatae così prosciugata da ascolti eversioni ballettistiche o di danzacontemporanea, il problema dicome affrontarla non può esseresolo e meramente contenutistico.Sedici danzatori, bianchi e neri,giovani e risoluti, seguono lamusica col corpo, si arrestanobruscamente, con le mani chetremano, i piedi che graffiano la

terra per irrobustirsi: scalarequell’Himalaya che è il Sacre hasignificato per Momboyeripercorrere soprattutto le traccecontrocorrente (rispetto allatradizione del ballettooccidentale del 1913) diNijinskij: non a caso il danzatore-coreografo antepone al Sacre lasua personale interpretazionedel Prélude à l’Après-midi d’unFaune di Claude Debussy nellaforma di un assolo di cui èinterprete e che potremmodefinire assolo “afro-nijinskiano”.Quanto al Sacre, il coreografo-danzatore dice che il sacrificiodell’Eletta gli ha ricordato la suastessa storia. Storia di un popolo,antico progenitore di tutte leetnie umane ma sacrificato e

sappiamo bene a quali disegniviolenti e prevaricatori. Ne ènata un’empatia nuova tra corpie musica, un incontrospecificamente africano mastilizzato. Tutto, nella pièce cheha debuttato assieme al Préludealla tredicesima BiennaleNationale de Danse du Val deMarne nel marzo scorso, èperfettamente regolato: gliinsiemi, gli assoli appassionati,i quartetti come quello dellevergini scultoree. La coreografiaha un preciso andamentoscenico con un risvolto positivo:nel finale un uomo giunge insoccorso dell’Eletta e neimpedisce il sacrificio. Se l’Africaè l’Eletta il suo riscatto è vicino.

Page 18: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

martedì 5 settembreRovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21coproduzione del Festivalprima assoluta

Un Champ de Forces

HEDDY MAALEMCompagnie Heddy Maalem (Algeria Francia)

Coreografia Heddy MaalemImmagini Samuel DravetMusica originale Hélène SageRegia luci Jérôme Le LanRegia suono Richard GranetAmministrazione Jean-Pierre AngibaudProduzione Pauline GabarrouDanzatori Hardo Papa Salif Ka, Gnagna Gueye, Simone Gomis, Marie-Agnès Gomis, Aline Azcoaga,Sidi Gradui, Laia Llorca Lezcano, Soile Voima, Eun Young Lee, Ju Kyung Kang, Keisuke Kanai,Ai Koyama

Spettacolo coprodotto da Festival Oriente Occidente, Les Francophonies en Limousin, Centre deDéveloppement Chorégraphique en Midi-Pyrénées, ARCADI e con il sostegno di AFAA e ADAMI.

Compagnia in residenza a Chapelle des Dominicains, Le Théâtre de Perpignan, Théâtre de la Cité –Théâtre National de Toulouse, Teatro alla Cartiera di Rovereto

La Compagnia Heddy Maalem è sovvenzionata da Ministère de la Culture et de la Comunication -Direction Régionale des Affaires Culturelles Midi-Pyrénées, Région Midi-Pyrénées e sostenuta daDépartement de la Haute-Garonne et Toulouse

durata 75 minuti

Page 19: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Un campo di forze multietniche

Heddy Maalem è nato a Batna, nella regione algerina dei monti Aurès, da dove partì la lotta per l’indipendenza del Paese. Trasferitosi giovanissimo in Francia, non avevaalcuna intenzione di diventare un ballerino ma piuttosto un boxeur o un adepto dell’aikido prima di scoprire del tutto casualmente che sentiva la necessità di danzare. Conpazienza e determinazione riuscì a lavorare sul suo corpo proprio a partire dalle due discipline che meglio conosceva e sulla fisicità tipica delle danze africane senza ricorrereagli schemi tradizionali del folclore. Nel 1990 era già in grado di insegnare ad altri ciò che aveva sperimentato su di sé: fondò una sua Compagnia a Toulouse, terra del Sudfrancese straordinariamente ricca di centri, festival, gruppi, guadagnandosi il plauso di un pubblico e di una critica che in Trasport Phenomena (1991), Corridors (1992), TroisVues sur la Douce Paresse (1994) – i suoi primi lavori – ravvisò onestà e nitore semantico, poi riconfermati nell’assolo Un Petit Moment de Faiblesse (1997) e in Beau Milieu,presentato al Festival d’Avignon Off.Dopo K.O.Debout, spettacolo del 1999 in cui sentì l’esigenza di epurare la sua danza bollente e talvolta aggressiva e di porla al riparo dalle immagini invadenti del mondo,Black Spring (2000) condusse Maalem dritto dritto nelle braccia del regista di documentari Benoît Dervaux, affascinato dall’idea di filmare un’esplosione corporea sul temadell’identità interpretata da senegalesi e nigeriani. Con Petite Logique des Forces, tre assoli creati per il Festival di danza di Aix-en-Provence, Maalem cominciò a lavoraresull’idea del “campo di forze”, idea che dopo L’Ordre de la Bataille (2002) e soprattutto l’audace Sagra della Primavera (per 14 ballerini africani), lo spinse alla creazione di UnChamp de Forces proprio alla fine del 2005. La pièce è internazionale all’ennesima potenza: raduna ballerini senegalesi, francesi, giapponesi, spagnoli, olandesi, coreani, masoprattutto riflette sull’urgenza di rallentare la corsa “verso il nulla” – come asserisce lo stesso coreografo – che caratterizza l’umanità del nostro tempo. Il problemadell’identità etnica, della differenza culturale con la conseguente discriminazione razziale e religiosa, sempre caro a Maalem, si dilata in una ricerca sull’incomprensibile derivacui sembrano soccombere tutte le forze in campo nella vecchia Europa. Non più centro del mondo, l’Europa secondo Maalem è un villaggio globale abitato da popoli diversiche non si incontrano, che si ignorano in una sorta di notte prolungata, di Eden selvaggio e persino tutt’altro che ex-paradisiaco, ove ogni etnia sembra destinataall’annientamento. Che fare se non tentare di lavorare delicatamente e senza odio né pregiudizio sull’incontro con l’“altro”, se non provare a contemplare il mondo-terra primadella sua completa distruzione? Disincantato e affettuoso lo sguardo di Maalem – che qui si avvale delle immagini di Samuel Dravet e della colonna sonora originale di Hélène Sage – cerca conforto in unapoesia del movimento che metta in risalto la figura umana al di là del colore della pelle, della differenza sessuale e dell’appartenenza etnica. Ma c’è sempre tanta passione etanta forza vitale in questo suo “campo di forze”: la salvezza è non soccombere all’incanto e alla verità solo esteriore dei falsi movimenti.

Page 20: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

domenica 3 settembreRovereto Piazza del Polo Museale ore 22.30coproduzione del Festival

POèTANZ! Il marciare, il camminare, il baciare

MONICA CASADEICompagnia Artemis Danza / Monica Casadei (Italia)

Progetto Monica Casadei e Marco Nereo RotelliIdea Edoardo SanguinetiCoreografia Monica CasadeiTesti Edoardo SanguinetiInstallazione luminosa Marco Nereo RotelliMusica Andrea LiberoviciCostumi Mariella BuraniConsulenza alla drammaturgia Mario JorioConsulenza all’installazione luminosa Elena LombardiElaborazione videodigitale Carlo BalduzziCollaborazione Michela LeoniDanzatori Chiara Guglielmi, Ambrose Laudani,Erika Melli, Chiara Michelini, Emanuele Sciannamea

Spettacolo prodotto da Compagnia ArtemisDanza/Monica Casadei, coprodotto da FestivalOriente Occidente, in collaborazione conFondazione TeatroDue e Cineteca di Bologna, conil contributo di Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali, Regione Emilia Romagna, Provincia eComune di Parma e il sostegno di Mariella BuraniFashion Group

durata 45 minuti

Istruzioni tecniche anchesull’ars amatoria

L’entusiasmo indomito è il trattopeculiare di Monica Casadei: lacoreografa di POèTANZ! è infattiimprenditrice di se stessa e dellasua compagnia Artemis,suscitatrice di eventi, direttriceartistica del FestivalInternazionale Lugo Danza CorpiMultipli dal 2002, della rassegnaparmense Danza del III Millennioe dal 2005 della stagione CorpiScoperti del Teatro H.O.P Altrovedi Genova. L’entusiasmo veicolagli incontri, le strategie, lepassioni artistiche e le bruschevirate di questa protagonistadella danza italiana che laureatain filosofia, se ne andò un po’ ingiro per il mondo neilussureggianti anni Ottanta,innamorandosi della danzaOrissi, delle arti marziali, delbutoh e di varie tecniche delcontemporaneo “alla francese”,prima di fondare a Parigi, doveritorna spesso come se fosse unaseconda casa, la “sua” Artemis.Scorriamo il repertorio di unaquindicina di titoli e notiamoche anche da questo promana

quell’entusiasmo solare, quellanota sempre in levare che suscitala stessa figura bella ecomunicativa della coreografa.Da Senza Domicilio Fisso, che nel1998 la segnalò all’attenzionedella critica italiana e francese, aCuba 2006. La RivoluzioneEnergetica, che debutterà alComunale di Ferrara nelnovembre prossimo, è tutto unsusseguirsi di collaborazioni nateda incontri fatali, per esempiocon il gruppo musicale NextimeEnsemble di Danilo Grassi (perAngeli di Carne), con Mario Arcariper Invito a Cena con Eros che nel2001 la portò ancora a Roveretodopo il debutto di AntonioLigabue (1999), altro entusiasticorendez-vous, questa voltamediato, con un grande pittorenaïf delle sue terre (Casadei èferrarese). E poi gli inviti inColombia e ad Aix-en-Provence,con Mayday Mayday. May we HelpYou? (2001), a Lille con Corpod’Opera, nato in collaborazionecon Andy dei Bluvertigo, unprogetto amoroso (Kiss Time) eun altro insufflato dal rapinosofascino dei tanghi di Piazzolla(Tocata Rea). Nel 2004, Ad

Libitum, tre assoli per altrettantedanzatrici, si profila come unanota cupa, l’elaborazione di unlutto grave dalla quale Monica siriscatta con grande forzad’animo, riprendendo leabitudini giovanili, comeviaggiare, questa volta oltrel’Europa. Brasil Pass (2005) è latrasfigurazione di un’escursionein Sud America, la summad’esperienze compiute anche dalsuo gruppo rinnovato, lo scartofuggitivo verso le culture “altre”,rinfrancato dall’approdo a Cubacon la residenza del gruppopresso la Escuela Nacional deArte de la Habana (2006).Nel frattempo l’instancabilecoreografa accoglie un invito delpoeta Edoardo Sanguineti e creauna pièce su musica di AndreaLiberovici – questo nostroPOèTANZ! – per cinque danzatorie un’installazione luminosa acura di Marco Nereo Rotelli.Coprodotto da OrienteOccidente e già presentato, ingiugno, al ParmaPoesiaFestival,POèTANZ! annuncia nel suoscintillante titolo-crasi incroci trapoesia e danza. Ma lo spettacolooffre di più: le immagini storiche

dei filmati messi a disposizionedalla Cineteca di Bologna, icostumi di Mariella Burani cheesaltano la sinuosità dei corpi,soprattutto gli omaggisotterranei resi da Sanguineti alsociologo francese Marcel Mausse alle sue teorie sulla naturaculturale di ogni gesto, cheinfatti dirimono la tripartizionedella pièce negli esplicativisottotitoli: tutti corrispondenti aprecise tecniche del corpo.Il marciare, il camminare, ilbaciare, ovvero: le reminiscenzedell’atletismo caro aitotalitarismi, con la voce diSanguineti che affabulandosibila iraconda e le seduzioni intacchi a spillo in un bistrot daTanztheater, beffardo come larisata del poeta. E infine unlunghissimo bacio – nato dallaconsiderazione che nulla c’è dipiù tecnico degli approcciamorosi – un bacio non distrattoné dalla pioggia di oggetti né daivirtuosismi sonori di Sanguineti,che qui fa a pezzi alcune suepoesie e le rimpingua con versidi Catullo opportunamentetradotti.

Page 21: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

mercoledì 6 settembreRovereto Teatro alla Cartiera ore 18coproduzione del Festivalprima nazionale

Studio HieronimusAnatomia di una creazione

SIMONA BUCCICMP / Simona Bucci (Italia)

Ideazione coreografica e scenica Simona BucciMusiche Evelyn Glennie, Alwin Nikolais, PakiZennaro,Tomasella Calvisi, Darshan, Marco BaraldiLuci Valerio AlfieriCostumi a cura di Massimo MissiroliDanzatori Simona Bucci, Luca Campanella,Roberto Lori, Carlo Mauro Maggiore, PaoloMereu, Milo Scarcella, Frida Vannini e danzatoridel laboratorio Anatomia di una Creazioneorganizzato dal CID Centro Internazionale dellaDanzaSpettacolo coprodotto da Festival OrienteOccidente

durata 60 minuti

In compagnia di Bosch

Simona Bucci si è accostataall’opera di Hieronimus Bosch percercare, come lei stessa ammette:“l’altrove che mi abita”. Paroleimpegnative, gravide di risonanzepersino psicoanalitiche, visto chei personaggi inquietanti chepopolano le tele del grandeFiammingo nascono più dalleragioni oscure dell’inconscio chenon dalle esperienze reali epossono ancora riassumere lemille angosce che nei confrontidel male l’uomo porta radicate insé. Naturalmente la creazione chela coreografa italiana destina aOriente Occidente 2006, dopo unperiodo di residenza a Roveretoin cui si è interrogata con i suoidanzatori sulle modalità stessedel creare, resta un’assolutaincognita. Certe sono invece lapreparazione e la solerte attivitàsino a oggi svolta da quest’artistache ha volentieri affiancatoCarolyn Carlson nei suoi percorsididattici veneziani, e che nutrenei confronti dell’insegnamentoun’attenzione non secondariarispetto all’attività creativa.Formatasi a New York,

principalmente con AlwinNikolais (ecco il suo lasciapassareverso la Carlson!), Murray Louis eHania Holm, Simona entrò a farparte di una compagniastatunitense, la Claudia GitelmanDance Company, nel 1982: segnoche avrebbe già potutointraprendere e con successo unasua carriera d’interprete nell’alloraimprescindibile (per qualsiasidanzatore e coreografo votato almoderno-contemporaneo)Grande Mela. Invece un annodopo scelse di rientrare in Italia ea Firenze, la città dove si eralaureata, fondò Imago, la suacompagnia, e un centro di danzacontemporanea: l’Imago Lab.Si sa quanto debbano battagliareper restare a galla i coreografiitaliani, perciò non fa meravigliache Simona non abbia esitato aricongiungersi a Nikolais, quando,nel 1991, il geniale quantosimpatico maestro della Motion larichiamò a New York per danzarecome solista nel suo gruppodonandole anche la possibilità dicreare una coreografia,Au Contraire che sotto l’egidadella Alwin Nikolais DanceCompany debuttò a New York.

Per questo successo, e per lemolte affinità elettive, il sodalizioNikolais/Bucci si sarebbeulteriormente consolidato:l’anziano maestro chiese allagiovane allieva di fargli daassistente (e ciò accadde duranteun corso di perfezionamento aReggio Emilia) e poi insistette neltenerla ancora con sé comedanzatrice. Nel 1995 però Buccilasciò la compagnia di Nikolais evolò a Rotterdam dove tornò adoccuparsi di formazione edidattica. Rientrata a Firenzetenne un corso di pedagogia perla formazione degli insegnanti ditecnica Nikolais, quella chemeglio conosce, e che nel 2000 leconsentì di diventare assistentedella Carlson (oltre che docente)all’Accademia Isola Danza dellaBiennale di Venezia. Intanto il suolavoro creativo procedeva.Simona Bucci, per la verità, nonha un repertorio ricco di titoli,ma quei pochi, estremamentecentellinati, come Di OmbreCerchiati gli Occhi (2002) conmusiche originali di PakiZennaro, Indissolubile Eco (2004)e soprattutto I Rimasti (2005)hanno ottenuto apprezzamenti

unanimi. L’ultima coreografia, inparticolare, vinse il concorsoCoreografo d’Europa e il premioDanza&Danza come migliorproduzione dell’anno. Pièce percinque interpreti tutti maschili(Luca Campanella, Roberto Lori,Carlo Mauro Maggiore, PaoloMereu, Milo Scarcella), gli stessiche partecipano alla creazioneroveretana con Frida Vannini,anche I Rimasti vanta una fonted’ispirazione pittorica, scelta tra iquadri del divisionista AngeloMorbelli.I Rimasti porta in scena cinquesolitudini ,“fotografate” nelgiorno di Natale al ricovero PioTrivulzio (o Baggina) di Milano.Solitudine, disperazione, il latocupo dell’esistenza nei gesti deireietti, sono ancora temi cheruotano nell’universo poeticodella coreografa – che tra l’altrosi interroga su ciò che da unacreazione passa in un’altra, su ciòche resta di un atto creativo e ciòche invece svapora.

Page 22: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

giovedì 7 settembreRovereto Piazza Loreto ore 18.30

venerdì 8 settembreRovereto Piazza Loreto ore 18.30

Hip Hop Performance

sabato 9 settembreRovereto Teatro alla Cartiera ore 22.30prima nazionale

Second SouffleDeuxième Temps, Mémoire

SECOND SOUFFLE

Direzione artistica Karim AmgharCoreografia Karim Amghar e Azdine BenyoucefMusiche e interpretazione Bob BensonDanzatori Mélissa Cirillo e Azdine Benyoucef

durata 22 minuti

DEUXIÈME TEMPS, MÉMOIRE

Coreografia Karim Amghar e Olé KhamchanlaRegia luci Céliman MezatniCostumi Maud Millat CarusMontaggio audio Tomas LiouxFotografia Patrick FabreDanzatori Karim Amghar, Olé Khamchanla,Trung Ngon Vo “Lowriz”

Spettacolo coprodotto da Les Rencontres de laVillette, Parc de la Villette, Initiatives d’artistesen danses urbaines (Fondation de France, Parcde la Villette, Fonds Social Européen), Le trainthéâtre de Portes les Valence e realizzato con ilsostegno di Ministère de la Culture, DRACRhône-Alpes, La Région Rhône-Alpes, LeConseil Général de la Drôme, ADDIM Drôme, LePlateaux pour la danse de l’Esplanade de St.Etienne, La Ville de Valence, Théâtre deMontélimar, Les Francophonies en Limousin,Résidence au Théâtre du Cloître, ScèneConventionnée de Bellac

durata 35 minuti

HIP HOP PERFORMANCE

Danzatori Karim Amghar, Olé Khamchanla,Trung Ngon Vo “Lowriz”, Mélissa Cirillo, AzdineBenyoucef, Bob Benson

durata 30 minuti

Page 23: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

KARIM AMGHAR E OLÉ KHAMCHANLACompagnie A’Corps (Laos Algeria Francia)

Il secondo tempo di un incontro

Il nome attribuito allacompagnia che hanno fondatonel 1998 – A’Corps – è già unindizio della fisicità cara a KarimAmghar e Olé Khamchanla,campioni di hip hop ma nonsolo. Amghar, d’originemagrebina, vanta un passato didanzatore contemporaneo conPierre Deloche e Khamchanla,proveniente dal Laos, siappassiona siaall’apprendimento dellabrasiliana capoeira, sia alla danzacontemporanea, guidato dacoreografi diversi (tra cuil’italiana Monica Casadei). Poientrambi entrano a far parte didue compagnie di hip hop,

Traction Avant e Culture Street einfine decidono di mettersi inproprio (l’Associazione Art Corpset Danse/Compagnie A’Corps hasede a Valence in Francia) graziea una comunione d’intenti e auna complicità artistica che nonconosce rivalità o competizione.La loro prima creazione s’intitoladoverosamente Rencontre;seguono Symbiose del solo KarimAmghar, Chantis, Nous sommesTous… del solo Olé Khamchanla,Boomerang e l’ultima pièce,creata nel 2005, Deuxième Temps,Mémoire (presentata in maggioanche a Parigi) che vede ancorariuniti gli sforzi dei due fondatoridi A’Corps nel tesserequell’intreccio di tecniche distrada, di sala e non, tipico del

métissage di molta danzamultietnica.Trio maschile in cui si esibisce,oltre ai due coreografi, TrungNgon Vo detto “Lowriz”, DeuxièmeTemps, Mémoire è una sorta dimadeleine proustiana peròintinta in un Bloody Mary. Per gliautori è il “secondo tempo” di unincontro avvenuto otto anni orsono, forse un nuovo inizio dellaloro comune storia artistica, checerca di dare interiorità espessore all’hip hop e in cui peròsi intersecano le esperienzepersonali di tutti e tre gliinterpreti. La memoria non crealo spunto per un racconto, nonsarebbe nello stile di A’Corps, maper una summa assai modulatadi emozioni – nostalgia,

passione, solidarietà, frustrazione,amicizia, solitudine – chetrapelano dal movimento.Dunque, non solo tecnica evirtuosismo scintillante, comenell’Hip Hop Performance di PiazzaLoreto: in questo Deuxième Temps,Mémoire si alternano prodezze,ralenti, accenni di claquette e dilevigata break dance. La ricerca diciò che è stato, di ciò che i corpidei tre interpreti hanno provato ea cui non vogliono rinunciareavviene su di una scena neutrariempita dal rimuginare sonoro diTomas Lioux e preparata da unabreve creazione anticipatrice,espressamente concepita perOriente Occidente: Second Souffle.

Page 24: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

giovedì 7 settembreRovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21prima nazionale

Tonight!

Coreografia Josette Baïz in collaborazione con i danzatoriAssistente alla coreografia Elodie DucasseMusica Léonard BernsteinMusica originale Marc Artières, Alain Bordes, Yves MiaraLuci e scenografia Dominique DrillotIdeazione costumi Patrick MurruCostumista Sylvie Le GuyaderRegia suono André BéjaRegia luci Erwann ColletAmministrazione Léo BallaniPromozione Matthieu Di StefanoRelazioni pubbliche e comunicazione Vanina MercuryCoordinamento Sonia VerduDanzatori Kanto Andrianoely, Nordine Belmekki, Aïda Boudrigua, OlivierGabrys, Aude Cartoux, Aurélie Cartoux, Magali Fouque, Cyril Limousin,Kader Mahammed, Juliette Nicolotto, Sinath Ouk, Marc Stevenson,Sébastien Vial, Stéphanie Vial

Spettacolo coprodotto da Le Théâtre – Scène Nationale de Narbonne,Equinoxe – Scène Nationale de Châteauroux, Festival Danse à Aix

Compagnie Grenade è sovvenzionata da Ministère de la Culture-dracPaca, Conseil Général des Bouches-du-Rhône, Conseil Régional Paca,Ville de Marseille e Ville d’Aix-en-Provence

durata 65 minuti

Page 25: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

JOSETTE BAÏZCompagnie Grenade (Francia)

Ripartiamo da West Side Story

Sorprendenti le doti camaleontiche della danza francese e dei suoi protagonisti: ieri Josette Baïz era una campionessa della nouvelle danse, danzatrice chez Jean-ClaudeGallotta, poi a capo di una sua compagnia, La Place Blanche, con la quale creò una trentina di spettacoli più o meno forgiati nello stile franco-americano anni Ottanta. Oggi èla direttrice di una nuova compagnia e soprattutto di un gruppo, il Grenade, nato agli albori degli anni Novanta da una serie di corsi e stage tenuti nel territorio di Aix-en-Provence che hanno contribuito a convertirla alle ragioni dell’aggregazione sociale, dell’incontro multietnico, dello scambio culturale. E voilà in dieci anni di lavoro Baïz èriuscita a costruire un métissage completo che non contempla più le sole danze di strada, l’hip hop imperante, le danze etniche ma anche le varie modalità e tecnichecontemporanee e persino il balletto. Dal Groupe Grenade, sempre in ebollizione, è nata una compagnia (1998), punta di diamante del gruppo, composta da quattordicidanzatori (otto ragazze e sei ragazzi). Il continuo scambio tra l’esperienza e il rigore tecnico della Baïz e l’effervescenza multietnica degli interpreti ha permesso la conquistadi uno stile personale in cui si intrecciano le danze asiatiche e arabe, l’hip hop e il classico, lasciando sempre grande spazio all’invenzione e alla creatività di ogni singolodanzatore.Tonight!, quinto spettacolo della Compagnie Grenade, presentato nel marzo 2004 alla Scène Nationale de Narbonne, prende le mosse – come dice il suo titolo – da una dellepiù famose canzoni del musical West Side Story e da questo hit della Broadway fine anni Cinquanta, a firma Jerome Robbins e Leonard Bernstein, trae la forza felina, la bruciantepassionalità dei movimenti (chi ha dimenticato le battaglie danzate dei Jets e degli Sharks alzi la mano!) che ancora una volta scaturiscono dai conflitti razziali di bande rivali.Si comincia in un’atmosfera ludica e festosa che poco a poco evolve verso la tragedia con momenti di dolcezza, di poesia intima e toccante ben contrapposti al tumulto e allarapidità dei movimenti di gruppo. Un’impalcatura metallica, collocata sul fondo scena, non è pura scenografia ma luogo vissuto, che accentua i contrasti tra basso e alto; serveper salire al cielo e per gettarsi nel vuoto e cadere sostituendo la psicologia a cui gli interpreti sfuggono con una sorta di “simbolismo fisico” in cui la caduta è, ad esempio,sinonimo di un sogno che non si può realizzare e s’infrange.La musica creata ad hoc da Marc Artières, Alain Bordes e Yves Miara, è tecnologica e forgia un ambiente sonoro contemporaneo che si contrappone ai ben noti estratti ritmicidi Bernstein. Infine, la scelta di questo titolo per quattordici danzatori dall’aspetto scenico terribilmente “attuale”, appare tutt’altro che fortuita: con questa sorta di nuovo WestSide Story – come noto il musical nacque già come remake, rifacimento dello shakespeariano Romeo e Giulietta – Josette Baïz tende a paragonare i protagonisti della pièceoriginale ai giovani interpreti della Compagnie Grenade in presa diretta con i feroci contrasti urbani, specie quelli delle banlieu francesi, sospesi in un tempo senza tempo,che non ha ancora dissolto, né pare intenzionato a dissolvere, le sue energie e contraddizioni negative, ma le riacutizza.

Page 26: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

sabato 9 settembreRovereto Auditorium Fausto Melotti ore 21prima nazionale

Barbe Bleue

JOSETTE BAÏZGroupe Grenade (Francia)

Non sparate su Barbe Bleue

Ricco di ben ottanta accoliti (i piùgiovani hanno 8 anni, i piùanziani 18: pertanto si puòparlare di gruppo quasiinteramente adolescenziale) ilGroupe Grenade è statoriconosciuto, almeno in Francia,come portavoce di uno stile suoproprio definito “lo stile Grenade”,simbolo d’energia e aperturaverso le diversità. Dal 1992 a oggigrazie alla dedizione di JosetteBaïz ha accumulato esperienzead ampio raggio – lavoriespressamente creati perl’infanzia e l’adolescenza, pezziper interpreti più adulti –all’insegna di una sempremaggiore solidità progettuale,promossa nei festival di Marsiglia,

ma non solo. Barbe Bleue –creazione del novembre 2005(preceduta da altra versione dellostesso titolo risalente al 1983,cioè a quando la Baïz svolgevasolo un’attività di animazione neiquartieri di Aix-en-Provence)appartiene alla prima tipologia. Ènata con danzatori giovanissimi –dai 10 ai 14 anni – ma è destinataa un pubblico non soloadolescenziale in quantoribadisce quello sguardo “sociale”che la coreografa francesecostantemente promuove anchenel suo lavoro con la CompagnieGrenade. Questa volta si tratta diribaltare le coordinate di unafiaba crudele e difficile dacomprendere e che tuttavia igiovanissimi del Groupe Grenadehanno saputo avvicinare e

sconvolgere con entusiasmo.Barbablù, il malvagio castellanoche ammazza tutte le sue spose,potrebbe non essere piùconsiderato un mostro bensì unuomo sofferente spinto acompiere degli atti estremi acausa dell’infelicità e dellamancanza d’amore che hasegnato la sua vita. La curiositàmorbosa delle sue spose chenon resistono alla tentazione diaprire la porta proibita hasollecitato la coreografa e i suoiragazzi a inoltrarsi ben lontano,oltre la fiaba, alla ricerca dipossibili analogie per esempiocon il peccato originalecommesso da Adamo ed Eva.Come noto anche Pina Bauschdiede in Blaubart (1977) una suaindimenticata e magistrale

lettura della fiaba nella chiavedel più alto Tanztheater – ma allasua creazione, dolorosamenteincentrata sulla negatività delpotere maschile, venne insoccorso la musica del Castellodel Principe Barbablù di BélaBartók (e infatti il titolo completodella pièce è: Blaubart. BeimAnhoren einer Tonbandaufnahmevon Béla Bartóks Oper “HerzogBlaubarts Burg”). Naturalmenteogni paragone tra il WuppertalerTanztheater e il Groupe Grenadesarebbe un’inutile forzatura. Maval la pena sottolineare che quile musiche originali di MarcArtières, Yves Miara e AlainBordes contribuiscono asottolineare l’aspettodisorientato e infaustodell’elemento maschile. Al

contrario la femminilità, inquesta pièce giovane escatenata, è forte, provocatoria etentata da una leggerezzanell’azione che divieneinsopportabile per i variBarbablù che popolano la scena.Tutti gli interpreti di Barbe Bleuesono infatti potenzialmente“protagonisti”: sono maschi efemmine che ricreano illeitmotiv della incomunicabilitàdella coppia, ma senza dar vita aun vero e proprio racconto. Essidanzano in primo luogo il loroessere se stessi: ragazzi cheosservano la storia di Barbablùcon uno sguardo nuovo, perscoprire e riscoprire i suoisegreti.

Page 27: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Coreografia Josette Baïz in collaborazione con il Groupe GrenadeMusica originale Marc Artières, Yves Miara, Alain BordesLuci e scenografia Dominique DrillotIdeazione costumi Patrick MurruCostumista Sylvie LeguyaderRegia suono André BéjaRegia luci Erwann ColletAmministrazione Léo BallaniPromozione Matthieu Di StefanoRelazioni pubbliche e comunicazione Vanina MercuryCoordinamento Sonia VerduDanzatori Ana Servius, Anaëlle Legros, Lola Cougard, Pierre Boileau,Laura Cortes, Lucien Boilley, Maëlle Colleu-Hepke, Barnabé Faliu, ThomasBirzan-Prevost, Basma Ben Hassine, Monthari Cheam, Raphaël Sauzet,Clémence Tourel, Emile Girard

Il Groupe Grenade è sovvenzionato da Conseil Général des Bouches-du-Rhône, Ville de Marseille e Ville d’Aix-en-Provence

durata 65 minuti

Page 28: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Concezione e realizzazione Milena SalviniCoreografia VidyaMusica Johann Sebastian BachTrascrizione e adattamento Claudio BriziDanzatrice Maria-KiranViolino e viola Giovanni BorrelliClaviorgano Claudio Brizi

Spettacolo coprodotto da C.I.I.C. con lacollaborazione del Centre Mandapa

durata 80 minuti

venerdì 8 settembreRovereto Teatro alla Cartiera ore 21prima nazionale

MARIA-KIRAN E CLAUDIO BRIZIBharata Bach. Una coreografia liturgica

(India Italia)

Bharata e Bach: due volte il “sacro”

Dal Bharata Natyam a Bach passando attraverso il claviorgano: ovvero dal sacro al sacro, indiano o cristiano poco importa, in compagnia di un “ippogrifo” musicale che unisceun organo a un clavicembalo. Queste le sorprese del saggio di coreografia liturgica Bharata Bach, ideato dall’italiana Milena Salvini a capo del Centre Mandapa di Parigi (unluogo di culto della danza indiana), danzato dalla venticinquenne Maria-Kiran, suonato da Claudio Brizi che dell’originale strumento è anche il progettista e dalviolinista/violista Giovanni Borrelli. Ancora un incontro tra culture lontane consonante più che mai al taglio dell’edizione 2006 di Oriente Occidente con l’India, l’Italia e laFrancia schierate nell’avventura di sposare la più nobile delle sei danze classiche indiane (oltre al Bharata Natyam: il Kathakali, il Kathak, il Manipuri, il Mohini Attam e l’Orissi)alla musica sublime di Bach per la via di quella comune tensione verso lo spirito e l’amore di Dio che almeno teoricamente accomuna proprio il Bharata Natyam – creata perdivina ispirazione dal leggendario Bharatamuni – alla musica sacra del grande musicista di Eisenach. Nella pratica gli interrogativi su quest’inedita unione liturgica siscioglieranno non appena ne avremo terminata la visione. Ma le premesse sono più che promettenti.Come è noto il Bharata Natyam illustra le diverse fasi del culto induista, in particolare il cammino individuale dell’anima predisposta all’incontro con la divinità riferendosi atesti poetico–religiosi che risalgono a più di duemila anni or sono e che attestano l’origine devozionale e culturale di questa danza (nata nell’India del Sud) e praticata neitempli dalle cosiddette devadhasi o “ancelle di Dio”. Attraverso moduli formali ben precisi – il ricamo delle mani (Mudra), la mobilità degli occhi, del collo e delle spalle, ildinamismo ritmico dei piedi – l’interprete può sia disegnare forme pure (nrtta) che trasmettere espressioni lirico-drammatiche (nrtya: danza mimico-pantomimica). Il BharataNatyam è dunque una danza complessa e polivalente, ma dall’immanente sottofondo liturgico oltre che religioso ed è proprio in virtù di questa caratteristica che la suaestetica, così tipicamente induista, può incontrare l’estetica luterana della musica liturgica di Bach, mai chiusa al solo registro dell’astrazione ma capace di raggiungere levette della più alta espressività religiosa.Selezionate da Milena Salvini e rielaborate da Claudio Brizi, le musiche bachiane che accompagnano il recital di Maria-Kiran – giovane virtuosa che ha studiato con i maggiorimaestri nel suo Paese d’origine e in particolare con Vidya, la coreografa di questa liturgia spettacolare – trovano nell’alchimia sonora del claviorgano un sostegno ideale. Sipassa continuamente dal tenue pizzicato delle corde al soffio cangiante dei registri organistici con effetti che talvolta evocano la voce umana. Bharata Bach secondol’ideatrice Milena Salvini è una dichiarazione d’amore dell’uomo verso il divino e irradia erotismo mistico. Dunque non è solo un rituale sacro: danza e musica offrono ilpiacere estetico e profano di tutti gli spettacoli in cui movimento e suono si incontrano grazie alla bellezza che separatamente li contraddistingue e che può esplodere… al quadrato.

Page 29: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Dalle forme del contemporaneo a quelledella tradizione, dall’improvvisazione aimovimenti codificati dal tempo passandoper le influenze delle culture locali, delledanze etniche di origine europea, africanao asiatica. Uno sguardo lanciato verso ilmondo attraverso gli occhi e la vivacitàdelle giovani compagnie trentine. IlFestival Oriente Occidente dedica unasezione del proprio programma allascoperta di alcune delle realtà artistichepiù interessanti grazie a unappuntamento quotidiano, che nellasuggestiva cornice di Piazza Loreto faincontrare la danza emergente con ilpubblico e la città di Rovereto.

HAPPY DANCE

venerdì 1 settembre

UNIVERSIDANZA

Trittico Contemporaneo

“Sulla spiaggia di sabbia, impronte:lungo è il giorno di primavera”(Masaoka Shiki)Coreografia e danza Chiara Campana, Viola Durini,Mariachiara WeissMusiche Taka Koto Ensemble e Sakamoto Ryuichi

Schizzi d’affreschiCoreografia Compagnia Controra e Manuela GirardiDanzatori Paola Carlucci e Natasha BelsitoMusica rinascimentale adattata da Gianmaria Stelzer eAntonio Chemotti

Piano XCoreografia Claudia PetroniDanzatori Claudia Petroni e Roberta SegataMusica Luciano Olzer

sabato 2 settembre

IL MONDO DI LILITH

Dea DanzanteCoreografia Francesca Miceli LilithDanzatori Francesca Miceli Lilith, Debora Rosa, MonicaZomer, Silvia Bertoni, Silvia FassanMusica James Asher e Hossam Ramzy

lunedì 4 settembre

LA FOURMIE

CombinazioniCoreografia Donatella Zampiero, Annalisa Manara, NicolaPedrini (modern) e Simone Valer (hip hop)Danzatori Annalisa Manara, Belen Peralta, CarlottaDaldoss, Roberta Deflorian, Roberta Manara, Nicola Pedrini,Simone ValerMusica Armand Amar, Edwin Marton, Les Tambours duBronx, Prince, Usher, Craig David

martedì 5 settembre

ASSOCIAZIONE DANZA TERSICORE

AfricandoCoreografia e danza Pierita Dalrì, Sara Ferrari, Giovanna diMaria, Valentina Dorigotti, Giorgio GonzalesMusica Brent Lewis, Bad Boys Batucada

LA PEÑA ANDALUZA

Sei Personaggi in cerca di LorcaCoreografia Adriana GrasselliDanzatori Il quadro della Peña AndaluzaMusica Antonio Porro

mercoledì 6 settembre

IMPRONTAFRO

Voglio andare…Coreografia Donatella Paoli e Luciana MoggioDanzatori Angela Baldessari, Sara Palla, Donatella Paoli,Patrizia Raccosta, Renata Skerl, Danila TrepinPercussioni Stefano Stefani, Sebastiano Chiocchetti, EnzoDellai, Alessandro Gobbi, Giulio Bazzanella, FedericoZendrom

sabato 9 settembre

CDM

Alternanti MovimentiCoreografia e danza a cura degli insegnanti e degli allievidel CDM

LABORATORI CREATIVI E STAGELABORATORI CREATIVI

Per l’edizione 2006 del Festival Oriente Occidente il CIDdà spazio a quattro importanti eventi che coinvolgonoalcune delle compagnie del Festival e allo stesso tempoanche a danzatori professionisti e non, allo scopo dicreare dei momenti di contatto e scambio fra gli artistiche si esibiranno sul palco del Festival e il pubblico chesarà in sala ad applaudirli.

Per la creazione dello spettacolo Studio Hieronimus,coproduzione del Festival Oriente Occidente inprogramma il 6 settembre alle 18 al Teatro alla Cartieradi Rovereto, la CMP / Simona Bucci ha scelto dicoinvolgere dei danzatori esterni selezionati dallacoreografa in un laboratorio di creazione e studioorganizzato dal CID. Un’occasione unica per molti artistiemergenti con sete di conoscere e mettersi alla prova ela possibilità per alcuni di loro di partecipare daprotagonisti allo spettacolo.

Nel corso dell’estate Il CID ha assistito e contribuito poianche alla nascita di un altro lavoro, POèTANZ!, creatodurante la residenza a Rovereto di Monica Casadei edella Compagnia Artemis Danza da un’idea di EdoardoSanguineti, con la collaborazione del videoartista MarcoNereo Rotelli e del musicista Andrea Liberovici. Anche inquesto caso la Compagnia ha voluto aprire il suo spaziocreativo al mondo esterno – danzatori e non – per unafelice parentesi portatrice di nuova linfa e nuovistimolanti contatti.

Anche la Compagnia Heddy Maalem, che del métissageha fatto la sua filosofia – basti pensare alla suacomposizione, 4 danzatori africani, 4 asiatici e 4 europei– ha deciso di farsi contagiare dalle influenze di unaterra straniera spostando a Rovereto l’ultima fasecreativa del suo nuovo spettacolo Un Champ de Forces.E ancora una volta è stato il CID a dare concretezza a quest’idea organizzando la residenza dellaCompagnia a Rovereto e rendendo così possibile la realizzazione dello spettacolo in programma per il 5 settembre alle ore 21 all’Auditorium Fausto Melotti.

CMP / SIMONA BUCCIAnatomia di una Creazione21 agosto-6 settembreCID Centro Internazionale della Danza

CIE HEDDY MAALEMResidenza creativa di Un Champ de Forces17 agosto-5 settembreTeatro alla Cartiera

ARTEMIS DANZA/MONICA CASADEIResidenza creativa di POèTANZ!1-17 giugnoCID Centro Internazionale della Danza

Creazione aperta a danzatori esterni2 e 3 giugno

STAGE

La vivacissima coreografa Chantal Loïal, che presentaAski Parè il 4 settembre alle 18 al Teatro alla Cartiera,porta in piazza le danze colorate e i ritmi esotici delleAntille mescolando la sua compagnia Difé Kako alpubblico di Oriente Occidente che prende parte allostage da lei proposto in collaborazione con il CID nelprimo fine settimana di Festival alla scoperta deimovimenti e del linguaggio del corpo dell’Africa nord-occidentale e delle Antille.

DIFÉ KAKO/CHANTAL LOÏALStage di danza afro-antillanasabato 2 e domenica 3 settembresabato dalle 13 alle 17domenica dalle 14 alle 18CID Centro Internazionale della Danza

Danse Buissonnièredomenica 3 settembre ore 18.30Piazza Loreto

Iscrizioni per lo stage0464 431660Quota di iscrizione 60 euro

Un’iniziativa in collaborazione con la Federazione Scuole di Danza del Trentino

Page 30: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

LINGUAGGI W NAIROBI W

29 agosto – 9 settembreRovereto Mart, Biblioteca Civica e Auditorium Fausto Melotti

29 agosto ore 17Inaugurazione e visita guidata con il fotografo Francesco Fantini

La mostra è stata ideata come strumento per fare conoscere la drammatica realtà di Korogocho, una delle baraccopoli di Nairobi,la capitale del Kenya, fotografata dai ragazzi della scuola informale di St. John e dal padovano Francesco Fantini.È un reportage sul dramma e sull’umanità di Korogocho. Ma si tratta di un reportage diverso dai soliti.Alle immagini in bianco e nero di un professionista dello scatto si affiancano gli approcci alla fotografia di ragazzi che guardano per laprima volta attraverso l’obiettivo e che illuminano con squarci coloratialcuni istanti di vita quotidiana dello slum. Si tratta di settanta scattiche presentano in sequenza immagini dove il degrado e l’emarginazione sono parti del paesaggio umano e sociale.Un’opportunità per camminare per alcuni istanti sulle polverose e infangate stradine di Korogocho, immersi in una realtà ai confinidella storia e altrimenti difficilmente immaginabile.Un’opera di grande impatto grazie anche ai testi di commento alle immagini realizzate dai ragazzi.

Un’iniziativa di Oriente Occidente e Associazione Tam Tam per Korogocho in collaborazione con Mart, Biblioteca Civica e Comune di Rovereto

Mostra fotografica di Francesco Fantini e Korogocho’s ChildrenUno spazio privilegiato dedicato alla ricerca, all’arte, alla cultura e alle riflessioni di alcuni dei loro protagonisti sulle connessioni tra Oriente e Occidente, sui percorsi del confronto multiculturale e le mappe della contemporaneità.

RoveretoPalazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e RoveretoPiazza Rosmini 5 ore 18

lunedì 28 agostoALEX ZANOTELLI E MONICA DI SISTOW Nairobi W. Dare voce all’Africa

mercoledì 30 agostoMARIO RAFFAELLIPace e democrazia per lo sviluppo dell’Africa

giovedì 31 agostoPAOLO BALDESSARI, LANFRANCO CIS, PAOLO MANFRINI E GUGLIELMO VALDUGAIncontri di culture. L’impegno di un festival e di una città

venerdì 1 settembreSANDRA FEDERICIGli artisti contemporanei africani nel panorama internazionale

sabato 2 settembreCHANTAL LOÏALDanser le métissage

domenica 3 settembreEDOARDO SANGUINETITecniche della parola e tecniche del corpo

lunedì 4 settembreHEDDY MAALEM La somma degli altrove

martedì 5 settembreBARBARA BORGINIRovereto-Benin. Un progetto culturale per l’Africa

mercoledì 6 settembreAYOKO MENSAHLa nuova danza africana

giovedì 7 settembreJOSETTE BAÏZLo stile Grenade

venerdì 8 settembreANNA MARIA GENTILI E FABRIZIO FLORISMigrazioni senza sviluppo

sabato 9 settembreGENNARO SCHETTINOG2: le seconde generazioni

Ingresso gratuito su prenotazione

Informazioni e prenotazioni0464 [email protected]

Un’iniziativa in collaborazione con Biblioteca Civica di Rovereto e Associazione Tam Tam per Korogocho

con il contributo di

Page 31: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Incontri Internazionali di RoveretoOriente Occidente

PresidenzaPaolo Baldessari

Direzione artisticaLanfranco Cis e Paolo Manfrini

Direzione amministrativaDario Piconese

Direzione organizzativaOriana Cescatti

Direzione tecnicaMarcello Pallaoro

Segreteria organizzativaSara Cossu, Camilla Giordani, Silvia Ratti

StagistiEleonora Campana, Federica Festi, LauraMarongiu, Daniela Montresor, AlessandraZuin

Allestimenti tecnicipersonale tecnico dell’Ufficio Cultura del Comune di Rovereto e del Teatro Sociale di Trento

Ufficio stampaRoberto Keller

TestiMarinella Guatterini

GraficaAlessio Periotto, Designfabrik

Materiale a stampaOsiride, Rovereto

BiglietteriaVivaticket by Charta

Provincia Autonoma di Trento Assessorato alla Cultura

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Comune di RoveretoAssessorato alla Cultura

Regione Autonoma Trentino-Alto AdigeAutonome Region Trentino-Südtirol

Fondazione Cassa di Risparmio di Trento eRovereto

Azienda per il Turismo Rovereto eVallagarina

Mart Museo di Arte Moderna e Contemporaneadi Trento e Rovereto

Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento

Biblioteca Civica di Rovereto

Arte Sella

Associazione Tam Tam per Korogocho

Consorzio Rovereto In Centro

Federazione Scuole di Danza del Trentino

FotografieCopertina Patrick Fabre, La Confidence desOiseaux Jacques Blanchard, Sinfonia EroicaHermann Sorgeloos, Deuxième Temps,Mémoire Patrick Fabre, Sans Retour MarionPiry, Oyster Eyal Landesman, Aski Parè JulienVasquez e Alain Birnesser, Le Sacre duPrintemps Agostino Pacciani, POèTANZ!Alessandro Tizzarotti, Un Champ de ForcesPatrick Fabre, Tonight! Legros, Barbe BleueLéo Ballani, Bharata Bach Laurent Philippe

Festival Oriente OccidenteCorso Rosmini 58 – CP 23438068 Rovereto (TN)

T 0464 431660F 0464 [email protected]

ORIENTE OCCIDENTE WEEKEND

FOTOFESTIVAL NELCENTRO STORICO

ROVERETO E VALLAGARINADove natura, cultura e gusto si incontrano

SETTIMANA MOZARTIANARovereto, Isera, Villa Lagarinadal 21 al 24 settembreInfo tel 0464 422719 www.mozartitalia.org

FESTIVAL INTERNAZIONALE W.A. MOZART Rovereto dal 28 settembre all’8 ottobreInfo tel 0464 439988 www.festivalmozartrovereto.com

RASSEGNA INTERNAZIONALEDEL CINEMA ARCHEOLOGICORovereto dal 3 al 7 ottobreInfo tel 0464 439055 www.museocivico.rovereto.tn.it

UVA E DINTORNIAvio dall’1 al 3 settembreInfo tel 0464 688888 www.comune.avio.tn.it

MAGNALONGACalliano-Besenello 3 settembreInfo tel 347 7811376 www.lamagnalonga.org

MOSTRA PROVINCIALEDELL’ARTIGIANATORovereto dal 7 al 10 settembreInfo tel 0464 487784 www.martig.it

Per informazioni e prenotazioni:

www.aptrovereto.it

ROVERETO Corso Rosmini, 6 Tel +39 0464 430363 [email protected]

BRENTONICO Via Mantova, 4 Tel +39 0464 395149 [email protected]

Rovereto e Vallagarina: un lungo tratto di fiume Adige che scorre tra Verona e Trento attorniatoda valli, declivi e montagne in una successione di paesaggi, colori, paesi, cittadine, castelli,richiami storici ed eventi culturali, profumi e sapori.Scopri la Vallagarina a settembre per abbinare al Festival Oriente Occidente importantiappuntamenti culturali, la scoperta del territorio e dell’enogastronomia di qualità.

Cogliere l’occasione del Festival per trascorrerea Rovereto e in Vallagarina una vacanza nelsegno dell’arte, della cultura, dello shopping edella buona cucina.È questa la proposta di Oriente OccidenteWeekend, un pacchetto particolarmenteinteressante e conveniente realizzatodall’Azienda per il Turismo di Rovereto eVallagarina.Dall’1 al 10 settembre, due pernottamenti conprima colazione in hotel, o in B&B o in agritur,ingresso agli spettacoli di Oriente Occidente,un’entrata al Mart, un’entrata al centrobenessere con percorso termale, un aperitivopresso un’enoteca di Rovereto, una

degustazione di cioccolata, una cena in unristorante tipico, una Rovereto In-Card chepermette di visitare tutti i Musei di Rovereto edella Vallagarina, un kit informativo su Roveretoe Vallagarina.

da 143 euro in hotel a tre o quattro stelleda 121 euro in hotel a due stelleda 103 euro in B&Bda 109 euro in agritur

Info Azienda per il Turismo di Rovereto e Vallagarina0464 430363www.aptrovereto.it

Le più significative immagini di Oriente Occidente sono espostedurante il Festival in alcuni negozi del centro storico di Roveretoaderenti al Consorzio Rovereto In Centro.Si tratta di una mostra da svelare passo dopo passo alla scopertadegli angoli più belli della città e, perché no, lasciandosi anchetentare dallo shopping.In questi negozi ogni acquisto è inoltre reso più prezioso dallamessa a disposizione gratuita della Festival Card che dà diritto auna riduzione del 50 per cento sugli ingressi agli spettacoli inprogramma sia all’Auditorium Fausto Melotti, al Teatro alla Cartierae nella Piazza del Polo Museale di Rovereto, al Teatro Sociale diTrento e a Malga Costa in Valle di Sella.

Dall’1 al 9 settembreMostra a tappe durante l’orario di apertura dei negozi

FESTIVALMARTPresentando un biglietto a pagamento per gli spettacoli di Oriente Occidente è possibileacquistare un biglietto di ingresso alle mostre delMart a 5 euro anziché 8. Presentando un bigliettodi ingresso alle mostre del Mart è possibileacquistare un biglietto per gli spettacoli di OrienteOccidente a 10 euro anziché 20 per il Teatro Socialedi Trento e l’Auditorium Fausto Melotti di Rovereto,a 5 euro anziché 10 per il Teatro alla Cartiera,Valle di Sella e Piazza del Polo Museale.In occasione del Festival il Mart prolunga l’orariodi apertura fino alle ore 21 nei giorni di spettacoloall’Auditorium Melotti.

MartRoveretoCorso Bettini, 4338068 Rovereto (Trento) call center 800 397760 tel Museo +39 0464 438887www.mart.trento.it [email protected]

Orari:martedì-domenica 10-18venerdì 10-21lunedì chiuso

7 ottobre 2006 – 8 gennaio 2007apertura straordinaria: lunedì 10-18

CINEMA E FUMETTOI personaggi dei comics sul grande schermo MartRovereto27.05 - 17.09.2006

Da Arcibaldo e Petronilla a Batman,il mondo dei comics e quello del cinema a confronto.Al Mart una mostra svela differenze e affinità dei due media più famosi del Novecento.

SCHIELE, KLIMT, KOKOSCHKAe gli amici viennesiMartRovereto07.10.2006 - 08.01.2007

La vita e l’opera di Egon Schiele,in una mostra che, con una selezionedi capolavori dalla Galerie Belvedere,indaga la rete di amicizie tra i maggiori protagonisti della Secessione Viennese:Klimt, Kokoschka, Oppenheimer, Kolig.

DOUGLAS GORDON MartRovereto07.10.2006 - 14.01.2007

Douglas Gordon, considerato tra i maggiori video-artisticontemporanei, nella sua primamostra italiana presenta una selezionedi opere recenti e un’installazionepensata appositamente per il nostromuseo.

LUIGI RUSSOLO Vita e opere di un futuristaMartRovereto27.05 - 17.09.2006

L’arte e la musica del primo e piùgeniale compositore futurista.In mostra anche gli “intonarumori”con cui Russolo realizzò concerti e performance negli anni ’10 del Novecento.

Mostre in corso Mostre future

Page 32: 2006 07 24 tabloid 7 - centrodelladanza.it · della Primavera di Stravinsky e Nijinsky e fa esplodere tutta l’energia della musica e della gestualità ivoiriane in Boyakodah. L’Africa

Recommended