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2009_06_04_diego_gavagna_0000286109_la_crisi_dei_quotidiani_e_il_giornalismo_3.0

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    La crisi dei quotidiani

    e il giornalismo 3.0

    Diego Gavagna0000286109

    a Valeria, Luca e Michele.gli amici si riconoscono nel momento del bisogno

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    Indice

    1. Status quo, La tempesta perfetta

    2. Evoluzioni giornalistiche

    3. L'uomo nero della carta stampata

    4. L'era di Internet

    4.1 blogger4.2 giornalismo 2.0

    5. Equilibrismi giornalistici

    6. Giornalismo 3.0

    6.1 Internazionale

    7. Punto e a Capo

    8. bibliografia

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    1. Status quo, La tempesta perfetta

    Innegabilmente, l'anno 2008 stato caratterizzato dai primi segnali, e quindidall'esplosione, della crisi finanziaria, che tra la fine dello stesso anno e l'inizio del

    2009, partendo dallo scoppio della bolla speculativa dei mutui negli Stati Uniti ha poiinvestito l'economia globale in toto. Questo contesto di gravi difficolt per le impresenell'ottenere credito presso le banche, si aggiunto a sfondo dell'ancora pi incisivacrisi del settore dell'informazione, creando quella che stata definita da Samuel Zell,

    presidente e capo esecutivo della Tribune Company (Chicago Tribune, Los AngelesTimes tra gli altri), come la tempesta perfetta per gli editori.

    Nel primo trimestre del 2009, Gannett, il pi grande editore di giornali degli Usa, conla pubblicazione di 850 periodici, 85 quotidiani (tra cui Usa Today, che con 2.113.000copie il pi diffuso della nazione ) ha

    registrato un calo di quasi il 60% degli utili netti e del 34% delle entrate pubblicitarie(cfr. La crisi dei giornali;Internazionale, n.792, 2009).

    Rispondendo a un lettore preoccupato per la possibile sparizione di tutta lacarta stampata in seguito allo spostamento di tante testate esclusivamente su internet,Giovanni de Mauro, direttore di Internazionale, scrive : in realt oggi la crisicolpisce soprattutto i quotidiani, non i settimanali o le riviste. Superati in velocitdalla rete, dalla televisione e dai telefonini, i quotidiani sono gi vecchi quandoarrivano in edicola.(cfr. La settimana;Internazionale, n. 786, 2009).

    Il distinguo di De Mauro un' affermazione forte ma rafforzata da due datirilevanti. Secondo il rapportoAudit Bureau of Circulations, tra Ottobre 2008 e Marzodel successivo, la diffusione dei quotidiani statunitensi diminuita del 7,1 per cento.Tornando all' Italia, il settimanale Internazionale ha registrato un decisivo aumentodelle vendite dal 2005 ad oggi: da 45.000 copie vendute nel 2005 a 60.000 nel 2008(dati confermati dall'editore stesso in intervista personale). Leggiamo inoltre suWikipedia che sembrerebbe ben superiore la cifra confermata dall'editore a fine 2008,cio di un pubblico di .ca 105.000 lettori, tra abbonati e copie vendute in edicola.

    Lo scenario che sto cercando di delineare evidenzia immediatamente un forteparadosso. Nel numero 785 di Internazionale, il direttore, nell'editoriale, lo spiegacon chiarezza e determinazione, rischiando perfino di apparire un poco sprezzante difronte a uno scenario decisamente critico: I giornalisti non hanno mai avuto tantilettori come oggi. Grazie a internet i loro articoli raggiungono un numero enorme di

    persone, soprattutto giovani. IlNew York Times vende meno di un milione di copie sucarta, ma online ha oltre 20 milioni di visitatori unici al mese. I giornali sono in crisi,non l'informazione. Oggi si scrivono e si leggono pi notizie di quanto sia maisuccesso nella storia dell'umanit. Siamo in grado di informarci pi rapidamente e piapprofonditamente di trenta, venti o anche solo dieci anni fa. Cercare, raccogliere edistribuire notizie non mai stato cos facile e a buon mercato. Insomma, si esaurito

    un modello industriale ed economico, non il mestiere di giornalista n il bisogno di

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    essere informati. Naturalmente bisogner trovare delle alternative a quel modello. Manon la fine del mondo. C'era un tempo in cui per comunicare con gli altri facevamodisegni nelle grotte. Qualcuno ne sente la mancanza? (cfr. La settimana;

    Internazionale, n. 785, 2009).

    In questo articolo, per rendere maggiormente comprensibile il punto di vista di

    De Mauro e di coloro che condividono le sue affermazioni, ho deciso di sviluppare lesue ipotesi partendo dal delineare alcune tendenze del mondo dell'informazione algiorno d'oggi. Quindi di sintetizzare alcuni effetti sull'attivit giornalistica dovutiall'incremento nell'uso di internet in occidente, per arrivare a descrivere brevementecosa si intende per giornalismo 2.0 e che effetti ha provocato sui metodi tradizionaliquesta nuova pratica di raccolta di notizie. Queste argomentazioni mi servono per

    poter introdurre la nozione di quello che, per evitare difficili questioni nominali,chiamerei giornalismo 3.0, esaminandolo sinteticamente nei suoi differenti aspettied effetti. Infine, desidero confrontare alcuni esempi di questa particolare forma di

    giornalismo concludendo con una breve descrizione della rivista italianaInternazionale, che rappresenta forse oggi l' esempio migliore, almeno in Italia, nelpanorama delle pubblicazioni che seguono i criteri del giornalismo 3.0.

    2. Evoluzioni giornalistiche

    La parola Giornalismo definisce, ha definito, e continuer nel tempo a

    definire, un oceano di persone, pratiche, istituzioni e pubblicazioni checontinuamente si modifica. Le diversit sempre in aumento all'interno di questomondo, hanno portato Sorrentino (2002) a inquadrare l'insieme dei processi

    produttivi, delle istituzioni e delle professionalit impegnate a costruire e definire prodotti informativi come il campo giornalistico. Dagli strilloni di piazza aifrastuoni delle rotative nei film. Dai reportage di Kapuciski, scritti per dar voce aifratelli e sorelle poveri che soffrono in silenzio, alle interviste al Presidente Nixon da

    parte di David Frost. Dal graphic journalism di Marjane Satrapi, alla forzadonchisciottesca di RadioAut, la radio indipendente di Peppino Impastato. Passandotra Saviano, Glenny e Langewiesche, tra Ilaria Alpi e Anna Politkovskaja, tanta acquaha attraversato questi ponti. Il quarto potere ha forse mantenuto quella funzione di

    preghiera del mattino dell'uomo moderno descritta da Hegel, ed sicuramente ancorail cane da guardia della civilt [] in uno stato cronico di rabbia (The Papers,Henry James, 1903). Ma il Giornalismo definitivamente mutato dai suoi albori.

    Ancora oggi, per, nella testata del New York Times si legge il celebre motto:all the news that's fit to print; tutte le notizie che val la pena di stampare. Questaaffermazione condensa in uno slogan una complessa questione che si trova alle radicidelle teorie sul giornalismo: la discrezionalit dei contenuti della notizia rispetto alle

    valutazioni dei giornalisti (Papuzzi, 2003).

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    Il mestiere del giornalista si fonda su tre principali azioni: cercare, selezionare egerarchizzare informazioni, che attraverso questo processo divengono notizie,seguendo certi canoni mutevoli, detti 'valori notizia' che sono indici di notiziabilit diun evento o di un'informazione. Senza addentrarci nella definizione di cosa o come

    pi o meno giusto pubblicare vorrei qui riportare alcune riflessioni di vari autori sulle

    tendenze che hanno negli ultimi anni cambiato il modo di fare giornalismo,soprattutto in Italia.

    Nel suo volume del 1995, Sorrentino analizzava cinque tendenze che a suoavviso marcavano i mutamenti della stampa quotidiana dei nostri giorni: 1) lasemplificazione del linguaggio e della presentazione della notizia stessa, 2) ilsensazionalismo maggiore con cui una notizia veniva posta all'attenzione del

    pubblico, 3) una frammentazione maggiore nel narrare gli eventi, 4) il trend alla personalizzazione e a raccontare questi eventi dal punto di vista di un soggettoesperto, testimone o anche solo opinionista con interviste e commenti. Infine, 5)

    una decisa settimanalizzazione della stampa quotidiana. Successivamente, Eco, nelsuo articolo sulla stampa (Cinque Scritti Morali, 1997) riprendeva il discorso sullasettimanalizzazione attribuendo questo processo all'imporsi della televisione comefonte primaria di notizie e al conseguente ridimensionamento dell'importanza deigiornali. A questi ultimi, scriveva Eco, restano solo due strade: da una parte quelladell'approfondimento critico, dell'attenzione allargata e non per forza vincolata oorientata dalle notizie del giorno, e dall'altra quella dell'assunzione, al proprio interno,delle logiche della televisione: apertura al variet, alla discussione dei fatti dicostume, di una vita politica osservata nella sua dimensione privata. Per quanto datate

    per questo mondo in continua evoluzione, le affermazioni dei due studiosi sono stateriprese, anche se da un punto di vista pi semiotico, da Lorusso e Violi nell'introduzione a 'Semiotica del testo giornalistico' (Bari, 2004) confermandone lavalidit.

    Le evoluzioni nelle produzioni giornalistiche sono legate al cambiamento delcampo giornalistico. Nuovi media e nuovi attori modificano, a seconda della

    pervasivit, tanto l'agenda giornalistica quanto i criteri di notiziabilit. I Valori notiziainfatti sono determinati sia dalla disponibilit di informazioni su un evento, dai costidi copertura e dalle possibilit di pubblicazione dei dati rilevanti che un evento

    intrinsecamente presenta; cos come anche dalla copertura prevista dai concorrentiper un determinato evento. A parit di rilevanza con gli altri indicatori, in fine, lanotiziabilt di una notizia data anche dalle aspettative che si hanno di interesse peril pubblico dei lettori, ascoltatori o spettatori.

    Per concludere questo brevissimo e parziale excursus va detto che come ladiffusione del mezzo televisivo ha fortemente modificato il campo giornalistico,ancora pi drastici sono stati gli effetti dettati dall'introduzione prima, e poidall'esponenziale incremento, nell'utilizzo di internet e pi precisamente del Web.Con l'avvento del meta-media, il nome conferito alla Rete per la sua capacit di

    ospitare i media antecedenti, il campo giornalistico ha avuto, e continua a subire, forti

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    mutazioni. Infatti, cos come la rete si modifica costantemente, costante il mutaredelle realt che si relazionano con essa cercando di integrare al proprio interno idiversi servizi che consente di sfruttare.

    3. L'uomo nero della carta stampata

    Nel 1993 il gruppo editoriale Knight-Ridder si accorse che la rubrica delgiornalista Dave Barry, pubblicata sul Miami Herald e su molti altri giornali venivacopiata e diffusa senza rispettare il diritto d'autore. Decise di fare un'indagine e scoprdiverse cose: una versione pirata della rubrica girava su internet, duemila iscritti diuna mailing list la leggevano e un adolescente del midwest si occupava

    personalmente di copiarla perch adorava gli articoli di Barry, e voleva che tutti

    potessero leggerli. Il gestore dei servizi online del New York Times dell'epoca disse:se un ragazzino di quattordici anni riesce a mandare all'aria il tuo business nel suotempo libero, non perch ti odia ma perch ti adora, allora c' un problema. (ClayShirky, shirky.com)

    Come anticipato nella prima parte dell'articolo, la stampa quotidiana non stavivendo un periodo florido, tutt'altro. Non solo quella statunitense. Come evidenziatodalla ricerca 2009 della FIEG, evoluzione vendite medie quotidiani, su 57quotidiani, il trend negativo reale - e in aumento - anche in Italia. Gi nel febbraio2008 viene rilevato un calo di vendite dell'uno e mezzo per cento rispetto allo stesso

    mese dell'anno precedente. Una diminuzione che Raggiunge livelli spropositati se siparagonano i mesi di marzo 2008 e 2009: -6,8%. Ma questo precipitare delle vendite solo una testa del cerbero che attacca il nostro fedele cane da riporto. La secondatesta sicuramente il progressivo abbandono degli inserzionisti pubblicitari. EricAlterman, The Nation, stima una perdita attorno al 15% dei ricavi pubblicitari deigiornali solo per l'anno 2008. Dato confermato grosso modo anche da JamesSurowiecki che sulNew Yorkerindica una diminuzione del 18%, circa due miliardi didollari, nel terzo trimestre del 2008 rispetto all'anno precedente. A chiudere il circolovizioso sopraggiunta quindi la crisi finanziaria, e poi economica, dei giorni nostri,la quale costringe gli editori a trovare soluzioni alternative al credito bancario per laraccolta di liquidi. Per questi vari motivi un colosso dell'industria editoriale come il

    New York Times stato costretto a vendere 21 piani della nuovissima sede progettatada Renzo Piano per far fronte al miliardo di dollari di debiti che pendevano sullasociet gi da ottobre 2008 (Michael Hirschorn, The Atlantic)

    Come scrive Andrew Sullivan sul Sunday Times il 7 dicembre 2008:Dicevano che la salvezza sarebbe venuta da internet. E per la verit, dopo un inizioin sordina, i siti dei giornali hanno fatto grandi passi avanti. Quello del New YorkTimes uno dei migliori al mondo. Il Washington Post ha infiocchettato il suo sito e

    l'ha riempito di blog. Il problema, per, che la pubblicit online sta crescendo, ma

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    non abbastanza rapidamente da compensare le perdite di quella stampata. La navedella carta stampata che affonda troppo distante dalla scialuppa di salvataggioonline.

    A questo punto vanno distinti gli effetti di Internet, che sono molteplici esoprattutto hanno interagito con diverse parti del campo giornalistico. quello che

    cercher di fare nel prossimo paragrafo.

    4. L'era di Internet

    L'introduzione di internet ha avuto molte conseguenze data la sua pervasivitnella nostra societ, e gli effetti sul giornalismo non sono stati solo equivalenti aquelli causati dalla diffusione della televisione, ma di portata addirittura superiore adessi.

    Partendo dalla doppia tendenza riscontrata da Papuzzi (2003), cio, da un lato,il procedimento di espansione e massificazione, gi in parte provocato daradiogiornali e telegiornali. Dall'altro, la possibilit per il lettore di selezionare e

    personalizzare le notizie: tralasciando l'aspetto sociologico della diffusione della retee quindi della pi ampia possibilit di accesso, la selezione e personalizzazione dellenotizie ha raggiunto livelli matematici, tant' che Google news offre la possibilitdi accedere ad una pagina personale che attraverso preselezioni e algoritmi rintracciae presenta link alle pagine dei giornali che trattano gli argomenti scelti o pifrequentemente cliccati dall'utente.

    Oltre a queste tensioni generali, il web ha fornito la piattaforma fondamentaleper vere e proprie nuove forme di giornalismo: quello definito 2.0 o partecipativo, e iBlog.

    4.1 Blogger

    Il termine blog deriva da una combinazione di due parole: web e log. Le suequattro lettere descrivono in modo preciso e sintetico quello che : un diario messo

    a disposizione di tutti sul web. Nel gergo monosillabico di internet, web log subitodiventato blog.Questa forma di pubblicazione istantanea e globale, resa possibile da una

    tecnologia a disposizione di tutti solo da una decina di anni, non tollera correzioni aposteriori. Il blog un'espressione spontanea e immediata del pensiero, perfino pieffimera del giornalismo dei quotidiani. Si assume immediatamente leresponsabilit di fronte ai lettori e agli autori di altri blog e rimanda a un'infinit difonti e riferimenti che si moltiplicano in continuazione. Diversamente da tutte lealtre forme di giornalismo scritto, ha confini estremamente permeabili e la sua

    verit intrinsecamente transitoria. Le conseguenze sulla scrittura non sono state

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    ancora comprese del tutto.(Andrew Sullivan, The Atlantic, novembre 2008)A questa illuminante chiarificazione da parte di Andrew Sullivan, uno dei

    blogger pi famosi degli Stati Uniti, si possono aggiungere pochissime informazioniulteriormente esplicative. Durante la campagna elettorale negli Stati Uniti, a ottobre,il blog di Sullivan ha avuto 23.000.000 di contatti, circa lo stesso numero registrato

    dai siti del Dallas Morning News e dell' Atlanta Journal-Constitution, sommati.Sull'altro versante della blogosfera troviamo invece The Huffington PosteDrudgeReport, aggregati di blog pi simili a vere e proprie redazioni che integranocommenti e link con produzioni originali.

    Per concludere, secondo la classifica stilata da Forbes, Beppe Grillo alsettimo posto tra le persone pi note della rete e l'unico italiano nella lista delle 25web-star. Inoltre, la tecnologia blog da la possibilit di pubblicazione a persone chesi affacciano sul mondo dei mass media per la prima volta, dando loro una fortecassa di risonanza. Blog nascono continuamente (su Wikipedia leggiamo uno al

    secondo, e nei posti pi disparati. Anche in situazioni complicate per quantoriguarda la libert di espressione del pensiero, come in Cina o nelle molte dittaturedel mondo. Interessante il caso di Yoani Snchez, blogger cubana che con unosguardo occidentalizzato descrive la Cuba contemporanea.

    4.2 Giornalismo 2.0

    I miei lettori ne sanno pi di me, la frase di Dan Gillmor, uno dei principali cronistidella Silicon Valley, autore di dangillmor.com, ci introduce perfettamente alla

    nozione di giornalismo 2.0.Chiamato 2.0 per la tecnologia informatica su cui si basa, o partecipativo per il

    concetto a cui si ispira, radicalizza le influenze del web sulla professione delgiornalista. L'idea che sta alla base di questa particolare forma di giornalismo che le

    persone senza capacit giornalistiche professionali possano usare gli strumenti dellemoderne tecnologie e della distribuzione globale di internet per creare, aumentare overificare personalmente le informazioni provenienti dai media.

    In qualche modo Youtube stesso presenta video, canali, o playlist, che sipossono far rientrare in questa definizione, per l'utilizzo che gli stessi utenti hannofatto della piattaforma. Ma pi specificamente sono siti come Youreport chesviluppano a tutto tondo questa filosofia. Un altro esempio pu essere quello diUniriot.org che durante le proteste studentesche in Italia dell'autunno 2008 hacoordinato, dato visione e rafforzato gli studenti dando spazio a chiunque avessemateriale raccolto durante manifestazioni, incontri, conferenze o azioni militanti, ochi volesse invece pubblicizzare l'organizzazione di eventi che avessero come tema

    principale il mondo dell'istruzione superiore e universitaria.

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    5. Equilibrismi Giornalistici

    Nonostante la situazione attuale dei quotidiani venga da pi parti descritta inmaniera apocalittica, non si possono trarre le stesse conclusioni per il campo

    giornalistico visto nel suo intero. vero, come abbiamo detto, che ilNew York Times stato costretto a vendere 21 dei 52 piani del suo nuovo e sfavillante edificio. Ma anche vero, come scrive Emily Nussbaum sulNew York Magazine, che: Ogni giornonuove ali e nuove branchie spuntano sulla creatura New York Times Online: video,audio, grafici interattivi. Sotto la rubrica degli editoriali di Nicholas Kristof c' unlink al suo blog, al suo feed di Twitter, alla sua pagina di Facebook e ai suoi video suYoutube. Le pagine su Gaza comprendono una cronologia che rimanda a reportage

    precedenti, materiale video, grafici interattivi, mappe e una voce enciclopedica suHamas. Durante le presidenziali le mappe interattive hanno aiutato i lettori a leggere irisultati elettorali. C'erano panoramiche a 360 gradi sulle convention, testimonianzeaudio da reporter come Adam Nagourney, video dei dibattiti. La voce del New YorkTimes stata completamente reinventata, rompendo con i toni da dio onnisciente sucui il giornale aveva sempre basato i suoi servizi. Gli sforzi del N.Y.T., comeanticipato nella citazione di De Mauro, danno effettivamente alcuni frutti. Ventimilioni di visitatori singoli al mese non sono brustoline. Il problema che il milionedi lettori paganti dell'edizione stampata, che per gli inserzionisti valgono cifre aquattro zeri, rende molto di pi dei 20 milioni di utenti del sito che non pagano nulla.Se fosse pubblicato solo online ilNew York Times potrebbe permettersi il 20 per centodei giornalisti che ha oggi, e in poco tempo questa contrazione ridurrebbe

    drasticamente la sua capacit di raccogliere notizie (Michael Hirschorn, The Atlantic).Certamente il New York Times e gli altri colossi dell'editoria quotidiana

    dovranno trovare delle soluzioni a queste mancanze di fondi. Micro pagamenti similiall'acquisto di canzoni su iTunes, ad esempio. Un giornale potrebbe decidere di far

    pagare cinque centesimi un articolo, dieci per l'edizione del giorno e due euro unabbonamento mensile. Naturalmente a questo livello si pone il problema dellemodalit di pagamento poich le tecnologie, come Paypal, per ora non favorisconoqueste iniziative. Un'altra soluzione potrebbe essere quella di separare tra contenutigratuiti e altri accessibili solo a pagamento. In questa direzione ad esempio si muoveil Wall Street Journal che, al contrario degli altri esperimenti di contenuti a

    pagamento rivelatisi fallimentari, continua ad aumentare il numero di abbonati al sito. vero per che le informazioni finanziarie sono particolarmente adatte all'acquisto, ein ogni caso queste poche soluzioni, che sono solo alcune di quelle rintracciabilianalizzando il dibattito sulla questione del pagamento dei contenuti in rete,evidenziano come sia difficile trovare un'unica soluzione per un mondo cos vastocome quello giornalistico e pi probabilmente come sia necessario che ogni singolosoggetto trovi la soluzione adeguata, anche sperimentando nuove metodologie.

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    6. Giornalismo 3.0

    La tipologia che chiamo giornalismo 3.0 non una nuova pratica giornalistica.Anzi, da molti anni messa in atto dai pi disparati attori. La mia ipotesi, per, che

    questo metodo sia ancora troppo poco sfruttato. Esso consiste nel selezionaregerarchizzare e quindi pubblicare principalmente articoli pubblicati da altre fonti. Ungiornalismo di giornalismi.

    Questa pratica ha a mio avviso molti aspetti positivi. Segue, infatti, piuttostofedelmente le tendenze riguardanti il campo giornalistico che ho descritto nei

    paragrafi 2. e 4. unendo le richieste del lettore alle necessit dell'editore, due dei tresoggetti, insieme alle fonti, protagonisti della negoziazione alla base del giornalismo.Da una parte la maggior parte dei soggetti che utilizzano questa tecnica sono

    periodici e non quotidiani, dando cos la possibilit di pi approfondite analisi, sia

    prima della pubblicazione sia da parte del pubblico. Dall'altra tale procedimentoincentiva la fruizione e produzione di testi giornalistici di qualit, aumentando il

    pubblico a disposizione e aumentando gli introiti dei produttori di contenutiattraverso il pagamento del copyright,. Inoltre, esso risponde a una crescentenecessit di semplificazione da parte dei lettori di fronte a una complessit crescentedella nostra societ, pi globalizzata, interconnessa e multiforme. Questo avvieneattraverso confronti, aggiunte di corollari informativi e, nei casi migliori, ditraduzioni. Non di meno il giornalismo 3.0 d la possibilit di recepire e porre allostesso livello testi provenienti da qualsiasi fonte, tra cui anche i consigli del pubblico,

    il materiale darchivio, post di blog e altri materiali provenienti dai pi disparatisoggetti del campo giornalistico. Inoltre, al contrario di quanto si possa pensare, ilgiornalismo 3.0 capace di rafforzare lidentit di testata, stimolando un forte

    processo di fidelizzazione, non strettamente legato alla data di pubblicazione, malegato alla fruizione del materiale nel tempo, conferendo peraltro al prodotto unvalore di archivio.

    Come ho anticipato, in Italia, le pubblicazioni che seguono, grosso modo,questi criteri non sono molte e ognuna presenta caratteristiche diverse. Partendo dallacarta stampata, tra le altre incontriamo l'edizione del Luned de Il Foglio, la

    pubblicazione mensile tradotta diLe Monde Diplomatique da parte deIl Manifesto, eInternazionale, di cui discuter pi approfonditamente nel prossimo paragrafo.

    Al contrario della carta stampata, radio e TV, danno la possibilit di effettuarepubblicazioni giornaliere che seguano i criteri del giornalismo 3.0. Un esempio digrande qualit la trasmissione di RAI 3, Blob di Enrico Ghezzi, che consiste nelmixaggio studiato di brevi spezzoni audio e video tratti dalle programmazioni delleemittenti televisive italiane e anche estere, aggiungendo cos alla sempliceriproposizione dei testi contenuti ironico-satirici che nascono dalla successione dei

    brevi spezzoni. Per quanto riguarda la radio, un buon esempio mi pare quello dei

    programmi di Radio RAI 3, alle 7 del mattino, Radio 3 Mondo, alle 7.15 Prima

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    Pagina e alle 9.30 Tabloidoffrono rassegne stampa dei quotidiani. Il primo offre unarassegna stampa delle pagine online dei quotidiani di tutto il mondo, il secondo

    principalmente delle prime pagine dei quotidiani italiani, prevedendo anche lapossibilit di intervento degli ascoltatori in un dibattito aperto con il giornalista che arotazione settimanale conduce la trasmissione. Tabloid, invece, con un poco pi

    tempo a disposizione, offre una lettura maggiormente approfondita delle pagineinterne di quotidiani e riviste.

    Anche nella rete sempre pi spesso viene utilizzata la selezione di selezioni agaranzia delle proprie notizie. Proprio in questi giorni, sul sito internet di LaRepubblica, troviamo molti link a giornali esteri che hanno appoggiato l'iniziativa delquotidiano a porre 10 domande al presidente del consiglio Berlusconi. L'articolo aprecos: ROMA - Il primo ad occuparsene stato il Times londinese di RupertMurdoch, poi il caso delle dieci domande poste da Repubblica a Silvio Berlusconi sulsuo rapporto con la diciottenne Noemi Letizia, rimaste senza risposta, ha fatto il giro

    della stampa estera.Dalla Gran Bretagna alla Spagna alla Francia e ad altri paesi, autorevoliquotidiani hanno mostrato il loro sostegno aRepubblica, appoggiandone l'inchiesta ela fermezza nel richiedere risposte da parte del presidente del Consiglio perch siafatta chiarezza, e sottolineando il silenzio e l'ira del premier. In un'intervista aRepubblica, il direttore di Die Zeit, Giovanni Di Lorenzo, ha detto che insultare unquotidiano "in Germania provocherebbe l'immediata solidariet di tutti gli altrimedia, indipendentemente dal loro orientamento politico". Al caso sono stati dedicatidiversi articoli e commenti. Ecco i principali., segue una lista dei principali

    quotidiani che hanno affrontato il tema con un breve commento e un link alle paginedove sono stati pubblicati gli articoli in questione.

    6.1 Internazionale

    Ci sono persone veramente affascinate dalla complessit e dalle differenze delmondo. Alcune sono dei nomadi globali, persone cresciute in un paese ma chehanno radici diverse. Altre vivono, lavorano o amano persone in paesi culturalmentediversi dal loro. In un mondo globalizzato gli esterofili hanno pi strumenti peraffrontare la complessit: coltivare l'esterofilia non dovrebbe essere solo una spinta

    personale, ma una strategia educativa nazionale. (Ethan Zuckerman,ethanzuckerman.com)

    Internazionale una rivista settimanale italiana, che a mio avviso rappresentail miglior caso di giornalismo 3.0. Pubblica una selezione di articoli tradotti daigiornali di tutto il mondo, affiancate ad articoli di produzione originale di grandequalit, sia di giornalisti italiani sia di giornalisti stranieri. Editoriali, grandifotografie a due pagine, graphic journalism, vignette, articoli brevi di poche righe

    come agenzie, inchieste approfondite sui pi svariati argomenti, portfolio di grandi

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    fotoreporter sono solo alcuni degli elementi che lo compongono e attraverso i qualiInternazionale riesce a descrivere il mondo con grande professionalit. Di particolareinteresse sono le rubriche Confronti, dove sono messi in contrapposizione punti divista alternativi su uno stesso argomento pubblicati su giornali diversi, e Italieni,articoli scritti da stranieri viventi in Italia che affrontano questioni di attualit italiana.

    La rivista stata fondata nel 1993 da Giovanni De Mauro, insieme a ElenaBoille, Jacopo Zanchini e Chiara Nielsen, ora vicedirettori. Nei suoi 16 anni di vita hadecuplicato i lettori, ha aperto un sito internet dove ci si pu iscrivere a una mailinglist che consente di tenersi quotidianamente aggiornati sui titoli di attualit nelmondo. Da due anni organizza un festival di giornalismo nella citt di Ferrara, che haavuto diciassette mila presenze il primo e trentacinquemila il secondo anno. Nel 2005Courrier international, il settimanale da cui i fondatori hanno preso spunto perfondare il nostrano Internazionale, ha aperto una sede in Portogallo e una inGiappone.

    7. Punto e a capo

    Il grafico Mark Porter nella sua rubrica In Pagina, scrive su Internazionale:qualche tempo fa il direttore artistico dell'edizione Americana di Wired fece un

    paragone con i cavalli: quando furono introdotte le automobili, i cavalli nonscomparvero, ma diventarono il lusso di un'lite. Allo stesso modo i media digitali

    potrebbero assumere tutte le funzioni della carta stampata e le riviste diventaresempre pi lussuose. Naturalmente i periodici statunitensi hanno budget che quelli

    europei possono solo sognarsi, ma il concetto comunque convincete: oltre apubblicare grandi reportage e immagini spettacolari, le riviste potrebbero trarre ilmassimo dalle tecnologie di stampa, con carte di diverso tipo e inchiostri speciali.Oggi molti pensano che le riviste potranno rimanere desiderabili solo accentuando lequalit tattili che i media digitali non riusciranno mai a raggiungere.

    D'altro canto, necessario tenere in considerazione che molti dei fattorinegativi descritti riguardano specificamente il mondo occidentale. Nei paesi in via disviluppo, soprattutto in quelli del Golfo, le TV, i siti e i giornali spuntano comefunghi. Contemporaneamente, l'Asia vive un boom della carta stampata. Otto dei

    dieci giornali pi grandi del mondo sono stampati in Asia e secondo l'associazionemondiale dei giornali, nel biennio 2006-2007 la diffusione dei quotidiani aumentatadel 4,74 per cento. La crescita del mercato dell'informazione ha coinciso con il crollodi alcuni regimi. I lettori non vedono l'ora di leggere notizie che non siano solo

    propaganda. l'Indonesia nel 1998, poco prima che Suharto fosse deposto, aveva pochedecine di giornali. Oggi ne ha pi di 800. L'India Nel 2008 ha conquistato 11,8milioni di nuovi lettori. E la raccolta pubblicitaria tiene il passo, con un aumento dicirca il 10 per cento. Perfino in Cina in corso una rivoluzione: nell'ultimo decenniolo stato ha cominciato a tagliare i finanziamenti alla stampa. Ma la concorrenza

    spinge i giornali a pubblicare articoli interessanti, e i lettori aumentano.

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    Per concludere, si pu forse prevedere che le piccole e piccolissime testatesaranno presto costrette a chiudere, a spostarsi su internet o ad essere inglobate dagrandi gruppi editoriali, come avvenuto per il quotidiano La Nuova Ferraraacquisito da La Repubblica. Non sar cos, almeno temporaneamente, per i grandiquotidiani che, pur malconci o rivoluzionati, continueranno probabilmente a

    barcamenarsi tra l inseguimento di un attualit persa in partenza e i sempre pilimitati tentativi di approfondimento e di inchiesta. Bisognerebbe allora ricordare le parole di Roberto Saviano, quando congedandosi dal suo pubblico esprime lagratitudine dello scrittore e del giornalista verso il lettore: Sono stati i lettori arendermi libero di scrivere Gomorra, molto di pi di quanto io possa aver deciso difarlo. Il giornalismo sar in grado di ascoltare i suoi lettori e di esserne, cos,liberato?

    BibliografiaA. Papuzzi;Professione giornalista. Tecniche e regole di un mestiere; Roma (2003)C. Sorrentino;Il giornalismo. Che cos' e come funziona; Roma (2002)A.M. Lorusso, P. Violi; Semiotica del testo giornalistico; Bari (2004)M.P. Pozzato;Leader, oracoli, assassini. analisi semiotica dell'informazione; Roma,(2004)gli articoli e i dati citati sono riscontrabili sui siti indicati tra parentesi dopo lacitazione o nei numeri 714, 742, 743, 774, 775, 777, 778, 780, 782, 785, 786, 787,

    788, 789, 790, 792, 794, 795 diInternazionale

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