Date post: | 01-Dec-2015 |
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28 GENNAIO 201228 GENNAIO 2012OPZIONARIA OPZIONARIA -- BOLOGNABOLOGNA
VENDERE VOLATILITA’:VENDERE VOLATILITA’:VENDERE VOLATILITA’:VENDERE VOLATILITA’:DALLE VENDITE NAKED DI DALLE VENDITE NAKED DI
OPZIONI AGLI IRON CONDOROPZIONI AGLI IRON CONDOR
DOTT. DOMENICO DALL’OLIOCULTORE DI FINANZA AZIENDALE
UNIVERSITA’ DI BOLOGNA
IPOTESI FONDAMENTALE
“Per il 70% circa del tempo i mercati non compiono movimenti significativi”
In queste situazioni gli investimenti di stampo tradizionale non producono alcun redditotradizionale non producono alcun reddito
Gli unici strumenti che consentono di trarre beneficio proprio da tali situazioni sono le opzioni
COME SI FA:Vendita allo scoperto di opzioni
OBIETTIVO:Trarre vantaggio dalla vendita di volatilità
COSA SIGNIFICA?COSA SIGNIFICA?Procediamo per gradi
VENDERE VOLATILITA’
Un concetto impreciso e incompleto: impreciso perché non è specificato quale tipo di volatilità si venda (storica o implicita), incompleto perché non è solo volatilità che si vende, ma anche tempo
Entriamo nel merito
DUE CONCETTI IMPORTANTI
1.Le opzioni sono contratti a termine, dunque dotati di una scadenza
2.Prima della scadenza hanno un valore soltanto in parte dettato da fattori oggettivi di mercato: esso parte dettato da fattori oggettivi di mercato: esso dipende anche dalle aspettative
COMPRARE O VENDERE?
Chi compra azioni lo fa perché pensa che esse saliranno, ma non è necessario che salgano subito per restituire un profitto
Dopo un certo lasso di tempo sono tre gli scenari possibili: o sale, o scende, oppure rimane stabile
Uno scenario favorevole, uno sfavorevole, uno neutrale
Per un cassettista può non rappresentare un problema una discesa temporanea dei titoli in portafoglio
E chi compra opzioni?
IL COMPRATORE DI OPZIONI
Chi compra opzioni call (put) si attende un movimento rialzista (ribassista) del sottostante, ma ha un problema aggiuntivo rispetto a chi tratta direttamente il sottostante: la scadenza
L’analisi alla base del processo decisionale è quindi L’analisi alla base del processo decisionale è quindi bidimensionale: prezzo e tempo
Non basta formulare previsioni di salita o discesa dei prezzi: è necessario assegnare una tempistica precisa alle proprie previsioni
COMPRATORE VS VENDITORE
Comprare una opzione significa pagare un premio che alla peggio può andare perduto per intero, acquisendo allo stesso tempo l’opportunità di guadagnare in proporzione diretta con l’efficacia delle proprie analisi
Vendere allo scoperto significa assumere la posizione Vendere allo scoperto significa assumere la posizione inversa: profitto massimo predefinito, rischio incerto e potenzialmente molto elevato
Compratore furbo e venditore stupido quindi?
Per rispondere alla domanda manca un dato fondamentale: quali sono le probabilità a favore dell’uno e dell’altro?
LA POSIZIONE A SCADENZA DEL COMPRATORE DI OPZIONI CALL
CINQUE SCENARI1. molto debole2. debole3. (K=strike) stabileK
1 23 4
5
LONG CALL
3. (K=strike) stabile4. lieve rialzo5. rialzo
Un solo scenario favorevole su cinque; gestione impossibile: si può solo stoppare se va male
Il rischio peggiore: azzeccare la direzione del movimento masbagliare il timing
K
INVERTIAMO LA POSIZIONE
CINQUE SCENARI1. molto debole2. debole3. (K=strike) stabile4. leggero rialzo
K
SHORT CALL
4. leggero rialzo5. rialzo
Quattro scenari favorevoli su cinque
Il rischio peggiore: dover gestire la posizione; si può chiudere in stop loss, rollare, o difendere tramite delta hedging
1 23 4 5
IL LATO PUTTutte le considerazioni di cui sopra valgono – mutatis
mutandis – anche sul lato put:
SHORT PUT CINQUE SCENARI1. molto forte2. forteK
12345
2. forte3. (K=strike) stabile4. leggero ribasso5. ribasso
Ancora quattro scenari favorevoli su cinque
Il rischio peggiore è di nuovo dover gestire la posizione
LA LETTURA DELLE POSIZIONI
+ +Posizionerialzista
- +posizione NON
- -Posizione NON
+ -Posizioneribassista
CALL PUT
LONG
SHORT posizione NONrialzista
Posizione NONribassista
SHORT
Una long call equivale ad una ipotesi positiva su uno strumento positivo: penso che salirà
Una short call equivale ad una ipotesi negativa su uno strumento positivo: non penso che salirà
LA LETTURA DELLE POSIZIONIUna long put equivale ad una ipotesi positiva su uno
strumento negativo: penso che scenderà
Una short put equivale ad una ipotesi negativa su uno strumento negativo: non penso che scenderà
COME SFRUTTARE LA LATERALITA’Se si individuano su un grafico due livelli chiave di prezzo, un supporto X e
una resistenza Y, nei pressi dei quali si possono collocare gli strike di una put e una call rispettivamente, allora la vendita simultanea di tali opzioni risponde ad una ipotesi ben precisa: penso che non scenderà sotto X e che non salirà sopra Y
In altri termini, penso che oscillerà all’interno di un canale di prezzo In altri termini, penso che oscillerà all’interno di un canale di prezzo compreso tra X e Y, cioè
Penso che farà esattamente ciò che fa nel 70% del tempo
SHORT STRANGLELa combinazione di opzioni appena descritta viene definita short strangle,
e genericamente si presenta in questo modo:
SHORT PUT SHORT CALL
X
12345
Y
1 23 4 5
IL RISCHIOIl rischio dello short strangle è che il sottostante esca da uno dei due
estremi venduti e che la sua corsa prosegua senza sosta in direzione esterna
La necessità di preservare il proprio capitale monetario e psicologico impone la prudenza
La prudenza impone di mettere in atto meccanismi che permettano di limitare il rischio in caso di forti movimenti direzionali del sottostante
Per limitare il rischio è sufficiente acquistare opzioni con strike più esterni a quelli venduti, in numero pari a questi ultimi
La posizione risultante viene chiamata “iron condor”
L’IRON CONDOR
X
1234
SHORT PUT
Y
1 23 4
6
SHORT CALL
5 56
L’ampiezza dell’area interna agli strike venduti definisce il rapporto di rischio/rendimento dell’intera strategia
Minore distanza tra X e Y implica maggiore incasso potenziale, ma minore probabilità di ottenerlo; e viceversa
12 1 2LONG PUT LONG CALL
LE PROBABILITA’ DI SUCCESSOOra possiamo e dobbiamo chiederci se l’iron condor risponda
correttamente all’idea operativa iniziale
L’idea era quella di avere circa il 70% di chances a favore
Ma come abbiamo visto poco fa la distanza tra gli strike venduti gioca un ruolo chiave nel profilo di rischio/rendimento a scadenzaruolo chiave nel profilo di rischio/rendimento a scadenza
Non esiste quindi una risposta immediata alla domanda, poiché le probabilità a favore dipendono dall’ampiezza dell’intervallo compreso tra gli strike venduti
Ribaltiamo quindi il problema: quanto è necessario allargare gli strike venduti per avere circa il 70% di probabilità a favore?
IL CALCOLO DELLE PROBABILITA’Per poter assegnare probabilità statistiche ad un fenomeno è necessario
disporre della distribuzione dello stesso
Una larga parte dell’ingegneria finanziaria moderna si basa sull’ipotesi che la distribuzione dei rendimenti giornalieri di una qualunque serie finanziaria sia di tipo Normale
LA DISTRIBUZIONE NORMALEIl punto M è la media, detta anche ‘valore atteso’; si tratta del valore più
probabile
In caso di distribuzioni simmetriche, come la Normale, la media coincide con la mediana, che è il valore che divide in due metà precise le probabilità totali
L’ampiezza della campana dipende dalla deviazione standard, un indice del grado di dispersione dei valori intorno alla media
Se la distribuzione è Normale allora le aree individuate da meno e più una, due, o tre deviazioni standard racchiudono rispettivamente il 68,3, il 95,5 e il 99,7% delle osservazioni totali
IN TERMINI FINANZIARILa deviazione standard è la volatilità
Maggiore volatilità comporta uno schiacciamento della parte centrale della curva e un innalzamento e allargamento delle code; e viceversa
VOLATILITA’ E PROBABILITA’La volatilità di uno strumento finanziario assume quindi un ruolo cruciale
nella determinazione delle probabilità di osservare valori compresi in intervalli di ampiezze definite
Quando la volatilità è bassa il 68,3% di probabilità è compreso in un intervallo di dimensioni ridotte; quando la volatilità è molto elevata l’intervallo si apre notevolmentel’intervallo si apre notevolmente
Se l’intervallo in questione è quello all’interno del quale il trader cerca di contenere il valore del sottostante per prendere profitto con un iron condor, allora la volatilità è un indice della distanza che è necessario tenere tra gli strike venduti
PROBLEMA FONDAMENTALE: la volatilità nota al momento dell’apertura delle posizioni non è necessariamente quella che determinerà il risultato dell’operazione, né che ne accompagnerà lo sviluppo nel tempo
UN PASSO INDIETROPrima di estendere il concetto del problema della volatilità, dobbiamo
ancora dimostrare che il modello Normale possa effettivamente applicarsi alle serie finanziarie
Per verificare tale ipotesi è necessario osservare i rendimenti giornalieri di una serie finanziaria su un orizzonte possibilmente lungo, plottandoli su un graficoun grafico
Senza entrare troppo nel merito, per poter rappresentare i rendimenti in una forma immediatamente comprensibile è necessario raggrupparli in classi, riportando poi sul grafico le frequenze
Quello che si ottiene è un istogramma, sul quale è possibile sovrapporre ‘a occhio’ una curva, che può poi essere confrontata con la Normale
NOTE SULLA DISTRIBUZIONELa similitudine tra la distribuzione effettiva dei rendimenti e la curva
Normale è notevole; la media è nulla, la forma è a campana
Ma le differenze ci sono e sono importanti:1. La vera curva dei rendimenti non è simmetrica (mediana e media non
coincidono)2. E’ più concentrata sulla media rispetto alla Normale2. E’ più concentrata sulla media rispetto alla Normale3. Le code sono più sollevate
DUE IMPLICAZIONI FONDAMENTALI• Il mercato sembra effettivamente oscillare senza meta intorno alla
media per la maggior parte del tempo, quindi l’iron condor sembra avere la statistica a suo favore
• Ma il calcolo degli intervalli che racchiudono probabilità specifiche non può essere determinato direttamente in base a media e deviazione standard
INTERVALLI DA NORMALENote la media e la deviazione standard sappiamo che è possibile calcolare
gli estremi degli intervalli all’interno dei quali si trovano frequenze precise di rendimenti
Se la distribuzione dei rendimenti del Dax fosse Normale potremmo dire con assoluta certezza che:
Nel 68,3% dei casi la variazione di prezzo di chiusura tra un giorno e il successivo è compresa tra -1,66% e +1,66%
Nel 95,5% dei casi la variazione di prezzo di chiusura tra un giorno e il successivo è compresa tra -3,32% e +3,31%
Nel 99,7% dei casi la variazione di prezzo di chiusura tra un giorno e il successivo è compresa tra -4,98% e +4,97%
INTERVALLI REALI E CONFRONTOA partire dalla serie totale dei rendimenti giornalieri è possibile andare ad
osservare direttamente quanto sia effettivamente necessario aprire gli intervalli per osservare frequenze predeterminate di dati
Per avere il 68,3% di osservazioni bisogna prendere l’intervallo compreso tra -1,38% e +1,32% (2,7% in totale), più ridotto rispetto al -1,66/+1,66% (3,31% in totale) calcolato su base Normale(3,31% in totale) calcolato su base Normale
Per avere il 95,5% di osservazioni bisogna prendere l’intervallo compreso tra -3,67% e +3,17%, leggermente più ampio rispetto al -3,32/+3,31% calcolato su base Normale
Per avere il 99,7% di osservazioni bisogna prendere l’intervallo compreso tra -7,93% e +7,27%, ben più ampio rispetto al -4,98/+4,97% calcolato su base Normale
CONCLUSIONIL’osservazione della realtà ci porta quindi a confermare l’esistenza di tre
forti differenze rispetto al modello Normale:
1. La vera curva dei rendimenti non è simmetrica: gli estremi degli intervalli reali non sono infatti simmetrici
2. Si ha una maggiore concentrazione sulla media: l’intervallo che racchiude il 68,3% delle osservazioni ha infatti una ampiezza più ridotta racchiude il 68,3% delle osservazioni ha infatti una ampiezza più ridotta rispetto a quello basato sulla Normale
3. Si hanno code più sollevate: gli intervalli che racchiudono frequenze via via più elevate di osservazioni mostrano ampiezze ben più marcate di quelle degli intervalli basati sulla Normale
UN PASSO AVANTIFin qui abbiamo ragionato su rendimenti giornalieri, ma il trader che opera
in iron condor non apre posizioni per poi smontarle il giorno seguente
Un iron condor normalmente si costruisce con un orizzonte temporale di circa un mese
Come è possibile costruire serie di rendimenti giornalieri, così è possibile Come è possibile costruire serie di rendimenti giornalieri, così è possibile costruire e studiare serie di rendimenti a più giorni
Lo studio di simili serie evidenzia caratteristiche del tutto analoghe a quelle delle serie giornaliere: distribuzione simil-normale, concentrazione sulla media più pronunciata, code più sollevate, asimmetria marcata
OPERATIVAMENTE QUINDI?Le opzioni in ogni istante assumono valori che dipendono allo stesso
tempo da fattori oggettivi, osservabili, e fattori soggettivi, aspettative
I fattori oggettivi concorrono a dare un valore ‘logico’, ‘ragionato’, ‘concreto’ alle opzioni
I fattori soggettivi concorrono a dare una quantificazione delle probabilità di I fattori soggettivi concorrono a dare una quantificazione delle probabilità di successo delle opzioni: probabilità di raggiungere prezzi definiti in tempi definiti
Queste probabilità sono per lo più dominate da due fattori: il tempo e la volatilità
Maggiore il tempo a disposizione e maggiore il grado di nervosismo del mercato (cioè l’ampiezza delle oscillazioni di prezzo), maggiore risulta questa quantificazione di probabilità statistiche
LE VARIABILI CHIAVEDa un punto di vista operativo la creazione di un iron condor presuppone la
scelta di due valori che si pensa il trend che si svilupperà nel prossimo futuro non sarà in grado di violare entro la scadenza
In ultima analisi lo spirito dell’iron condor è proprio questo: beneficiare della perdita di valore delle opzioni prima che il sottostante possa compiere un movimento sufficiente a minacciare le basi vendute allo scopertoun movimento sufficiente a minacciare le basi vendute allo scoperto
Il tempo è quindi una variabile chiave
Ma sappiamo anche che dobbiamo scegliere gli strike price da vendere in funzione di aspettative statistiche, e che tra aspettative e realtà c’è di mezzo un grado di allontanamento dalla media che dipende dalla volatilità del sottostante
La volatilità è quindi a sua volta una variabile chiave
LA VOLATILITA’La volatilità influisce in modo diretto sull’ampiezza degli intervalli in grado
di contenere il valore del sottostante con una certa probabilità
In questo senso la storia non ci aiuta, perché la volatilità nota al momento dell’apertura delle posizioni determina una certa probabilità statistica di osservare il sottostante entro due estremi certi entro un certo tempo
Ma se durante la vita utile della strategia la volatilità cambia, allora cambia Ma se durante la vita utile della strategia la volatilità cambia, allora cambia anche l’ampiezza dell’intervallo di inclusione del sottostante nello stesso lasso di tempo
Quanto e quando la volatilità possa crescere o decrescere non è noto al momento dell’apertura delle posizioni e questo è un rischio ineliminabile
La volatilità non ha a che fare con il valore delle opzioni a scadenza, ma è un fattore che può costringere il trader a gestire le posizioni prima della scadenza stessa, e ciò sconvolge qualsiasi computo probabilistico aprioristico
LA VOLATILITA’ IMPLICITAIn effetti nel momento in cui si negoziano opzioni non è di volatilità storica,
cioè nota, calcolabile, che si effettua la vendita, bensì di volatilità implicita, ossia di volatilità attesa
Tale è infatti la volatilità inclusa nei prezzi delle opzioni, che dunque incorporano già l’aspettativa di volatilità futura
Ma di nuovo non si può assumere come fisso un intervallo probabilistico determinato da un valore di volatilità implicita iniziale, poiché nulla può dirci a priori se la volatilità implicita sia destinata a rimanere stabile, crescere o decrescere durante la vita utile di una strategia
I trader vendono opzioni quando la volatilità (implicita) è alta, ma ciò non significa che la crescita di tale parametro debba necessariamente e immediatamente innescare le vendite
VOLATILITA’ E RISCHILa volatilità implicita non è altro che una misura di rischio: maggiore il suo
valore, maggiori i premi che i venditori di opzioni richiedono per assumere dai compratori il rischio di venire esercitati entro la o alla scadenza
Maggiore volatilità comporta premi più alti per tutte le opzioni, dunque la possibilità di ampliare gli intervalli entro i quali si cerca di contenere il possibilità di ampliare gli intervalli entro i quali si cerca di contenere il mercato entro una certa scadenza
Ciò si traduce in un rischio almeno teoricamente meno marcato per le strategie come gli iron condor, poiché una maggiore distanza tra gli strike venduti comporta una minore probabilità di vedere il sottostante uscire da uno di essi
Ma l’attenzione è d’obbligo, perché maggiore volatilità implicita è indice di oscillazioni attese più ampie sul sottostante, dunque del fatto che potrebbe essere necessaria una gestione molto attiva delle posizioni
MEAN REVERSIONLa volatilità segue un comportamento di mean reversion, ossia di ritorno
verso la propria media
In altri termini, la volatilità non rimane elevata per periodi di tempo troppo lunghi; prima o poi torna verso valori più ‘normali’
Il problema tuttavia è che essa è difficilmente prevedibile; ciò significa che Il problema tuttavia è che essa è difficilmente prevedibile; ciò significa che anche quando mostra valori elevati non è dato sapere né quando tornerà sui suoi passi né se non possa salire su valori ancora più elevati
Di nuovo, alta volatilità non significa che si possano vendere opzioni senza preoccuparsi di ciò che potrà accadere, né che si possa operare senza avere in mente un piano preciso in merito a come comportarsi se le cose vanno male
PERCHE’ GESTIRE LE POSIZIONIDal momento che la volatilità non ha nulla a che vedere con il valore delle
opzioni a scadenza, sorge spontaneo chiedersi perché non si possa attendere la scadenza senza intervenire su posizioni che vengono minacciate dalle oscillazioni del sottostante prima della scadenza
La gestione è necessaria perché per la natura stessa dell’iron condor la volontà di tenere larghi gli intervalli tra gli strike venduti comporta volontà di tenere larghi gli intervalli tra gli strike venduti comporta l’assunzione di rapporti di rendimento su rischio molto bassi
Le perdite delle seppure poche eventualità molto sfavorevoli possono quindi distruggere il lavoro profittevole di mesi o di anni
Del resto quando uno strike venduto viene violato non è dato sapere se il movimento tornerà sui suoi passi o se proseguirà, dunque è sempre necessario gestire le posizioni
IL TEMPOIl tempo è la variabile principe nella vendita allo scoperto di opzioni: ogni
giorno scorre inesorabilmente e ciò impatta negativamente sui valori di tutte le opzioni, senza poterci fare nulla
Ogni giorno che passa riduce le probabilità di raggiungere prezzi precisi entro date precise
Ciò rende il tempo una variabile fortemente a favore di strategie come l’iron condor
Il percorso del decadimento temporale non è lineare, bensì tende ad essere più pronunciato o meno pronunciato in relazione ai fattori di mercato
E’ interessante ad esempio osservare il decadimento temporale sulle opzioni di diverse moneyness
COMMENTINon tutte le opzioni reagiscono in modo analogo al passaggio del tempo
Ciò significa che le posizioni vendute allo scoperto possono richiedere differenti stili di gestione in differenti situazioni
Opzioni che si trovano deep out of the money perdono fino al 90% del proprio valore già molto prima della scadenzaproprio valore già molto prima della scadenza
Opzioni near the money o at the money mantengono un elevato valore temporale fino agli ultimissimi giorni di vita
OPERATIVITA’: IL SOTTOSTANTEIn termini di operatività concreta la prima domanda che ci si può porre è se
l’iron condor possa essere una strategia adatta a tutti i sottostanti e per tutte le fasi di mercato
La risposta è ovviamente negativa in entrambi gli ambiti; sottostanti che si comportano in modo mediamente stabile sono da preferirsi ad altri mediamente instabilimediamente instabili
Un iron condor aperto in fasi di calma piatta dei mercati è del resto una strategia potenzialmente suicida, dal momento che un mercato che si muove in trading range può esplodere da un momento all’altro
Le prime due scelte fondamentali sono quindi su quale sottostante operare (cosa) e in quale momento del suo trend operare (quando)
CONSIGLI PER L’APERTURA DELLE POSIZIONI
Costruire un iron condor richiede l’apertura pressoché simultanea di quattro distinte posizioni; alcune precauzioni sono quindi consigliabili:
1. Effettuare prima gli acquisti, per contenere i margini e i rischi di movimento del sottostante prima che si sia messa in piedi la posizione movimento del sottostante prima che si sia messa in piedi la posizione globale
2. È preferibile operare in momenti di calma relativa dei mercati, tipicamente la tarda mattinata
3. Guardare al risultato globale e non alle singole posizioni, dunque evitare di ‘lottare’ con il market maker per uno o due tick a favore, a rischio di non riuscire a realizzare l’intera strategia perché nel frattempo il mercato si muove
GESTIONE DELLE POSIZIONIQuando le posizioni vendute vengono minacciate sono sostanzialmente tre
le cose che si possono fare:
1. Rolling delle posizioni (spostamento verso l’esterno)2. Stop loss3. Gestione in base delta (neutralizzazione parziale del rischio)
E quando le posizioni vanno bene? Molti investitori tendono a uscire troppo E quando le posizioni vanno bene? Molti investitori tendono a uscire troppo presto dai trade vincenti, per paura di perdere i profitti potenziali; solitamente quelli sono gli stessi trader che poi lasciano tristemente aperte le posizioni che massacrano i loro conti correnti
Anche le posizioni in utile possono essere gestite, ma la loro chiusura non è affatto l’unica strada perseguibile: ce ne sono altre, anche più furbe