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20121107NA37-Dorso1M

Date post: 02-Mar-2016
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SPECIALE LA STAMPA MERCOLEDÌ 7 NOVEMBRE 2012 . 37 Turin Marathon I numeri GUIDO TIBERGA Una maratona può avere molti si- gnificati, per una città. Una mara- tona è sport, per i migliori specia- listi in gara contro gli avversari e contro il cronometro. È sfida per- sonale, è disciplina, salute, avven- tura e gioia di vivere. Ma una ma- ratona non è soltanto questo. Spe- cie quando, come a Torino, si af- fianca a due manifestazioni aper- te a chiunque abbia voglia di cor- rere, come la Stratorino e la Ju- nior Marathon, la corsa di bambi- ni e genitori lungo l’ultimo chilo- metro del tracciato. La maratona di una grande cit- tà è soprattutto partecipazione. Lo scorso anno, nelle piazze auli- che della città, c’erano oltre venti- mila persone pronte a mettersi al- la prova, dalle gazzelle africane ai jogger della domenica. Dalle mi- gliaia di corridori contagiati dal sogno dei 42 chilometri, ai ragaz- zini che per la prima volta prova- vano l’ebbrezza di una corsa lan- ciata dal colpo di pistola di uno starter. Portare i bambini a corre- re è una delle sfide più importanti della Turin Marathon, una sfida alla sedentarietà, all’obesità in- fantile, ai cortili per giocare che non ci sono più. Recentemente, la maratona to- rinese è stata premiata dalla Fe- derazione Internazionale di Atle- tica Leggera con il «gold label» ri- servato alle migliori gare del mon- do. La Stratorino è la festa popolare che ormai da decenni porta la città a correre: la distanza, sette chilo- metri e mezzo, è accessibile a tutti. I legami con «Specchio dei Tempi » ne fanno un capitolo importante an- che in tema di solidarietà. La Junior Marathon è già diventata una delle più frequentate manifestazioni d’Europa per i bambini. Torino, rispetto alle altre grandi maratone d’Italia, ha un fascino particolare, quello che deriva dalla tradizione sposata alla tecnologia applicata allo sport. Nel 1897, curio- samente negli stessi giorni in cui un gruppo di gentiluomini dava vita al- la Juventus su una panchina di Cor- so Re Umberto, nasceva l’atletica italiana. I 1° novembre nasceva la Juve. il 31 ottobre, in via Nizza, a po- chi metri dall’attuale sede della «Stampa», partiva uno dei primi campionati nazionali del mondo. E già nel 1919 andò in scena la prima edizione sulla distanza ufficiale dei 42 chilometri La Turin Marathon, rinata in tempi recenti, si specchia in quelle antiche radici, fiera del suo passato ma pronta a rinnovarsi anno dopo anno. Domenica 18 novembre il nuovo percorso porterà i marato- neti a conquistare nuovi quartieri della città, le più moderne tecniche di ripresa permetteranno di segui- re la gara in tv e sul web come non era mai stato possibile prima. Una grande festa da vivere insieme 3 gare in una Turin Marathon (42,125 km), Stratorino (7,5 km) e Junior Marathon (un km circa, per bambini) 20 mila persone Nell’edizione del 2011: tra maratoneti, runners della «Stratorino» e giovanissimi della «Junior Marathon» Speciali LA STAMPA MERCOLEDI’ 7 NOVEMBRE 2012 Correre per conquistare la tua città «Se vuoi bere bene, comprati un vigneto», diceva un guru dell’enologia. Se vuoi possedere una città, magari la tua, fatti la maratona di quella città. Non per vederla meglio, perché se le gambe dolgono tutto appare brutto, ma proprio per possederla, schiavizzarla. Alla mia seconda e ultima maratona, Torino ’98, nel caldo del clima e nell’nferno dei miei 63 anni, dopo sei ore di corsa moscia ebbi, per gli ultimi tre quarti d’ora, Torino tutta mia: ero ultimo solitario e felice di esserlo, mi sembrava di pagare giusto dazio torinese dopo lo snobismo di tre anni prima, New York in 5 ore e un quarto, agli incroci i vigili aspettavano soltan- to che passassi io per andare a mangiare, gli automobilisti bloccati avevano smesso di inutil- mente secernere bile e io mi sentivo importante, conquistatore, padrone, arrancante di fiato, dolente di gambe, volitante di spirito. Pochi han- no avuto Torino così pazientemente avviluppata intorno e intanto così devota, rispettosa di una fatica. Sapevo che al Valentino mi aspettavano Maurizio Damilano il grande marciatore e Laura Fogli la maratoneta (quella che svezzò per New York Gianni Morandi), arrivai e non chiesi scusa ai due amici della lunga attesa inflitta: con la coda dell’occhio avevo visto uno che, nascondendosi dietro l’ambulanza estrema, mi aveva tolto la gioia francescana dell’ultimo posto. Quella volta c’ero anch’io Valerio Arri Il vincitore della prima edizione della Maratona di Torino. L’anno successivo fu bronzo ai Giochi di Anversa 1919 GIAN P AOLO ORMEZZANO Abdelaziz El Idrissi Abdelaziz El Idrissi, marocchino, ha vinto a sorpresa l’edizione dell’anno scorso in 2 ore 8 minuti e 13 secondi 2011
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SPECIALELASTAMPAMERCOLEDÌ 7 NOVEMBRE 2012 .37

Turin MarathonI numeri

GUIDO TIBERGA

Una maratona può avere molti si-gnificati, per una città. Unamara-tona è sport, per i migliori specia-listi in gara contro gli avversari econtro il cronometro. È sfida per-sonale, è disciplina, salute, avven-tura e gioia di vivere. Ma una ma-ratona non è soltanto questo. Spe-cie quando, come a Torino, si af-fianca a due manifestazioni aper-te a chiunque abbia voglia di cor-rere, come la Stratorino e la Ju-nior Marathon, la corsa di bambi-ni e genitori lungo l’ultimo chilo-metro del tracciato.

La maratona di una grande cit-tà è soprattutto partecipazione.Lo scorso anno, nelle piazze auli-che della città, c’erano oltre venti-mila persone pronte amettersi al-la prova, dalle gazzelle africane aijogger della domenica. Dalle mi-gliaia di corridori contagiati dalsogno dei 42 chilometri, ai ragaz-zini che per la prima volta prova-vano l’ebbrezza di una corsa lan-ciata dal colpo di pistola di unostarter. Portare i bambini a corre-re è una delle sfide più importantidella Turin Marathon, una sfidaalla sedentarietà, all’obesità in-fantile, ai cortili per giocare chenon ci sono più.

Recentemente, la maratona to-rinese è stata premiata dalla Fe-derazione Internazionale di Atle-tica Leggera con il «gold label» ri-

servato alle migliori gare del mon-do. La Stratorino è la festa popolareche ormai da decenni porta la cittàa correre: la distanza, sette chilo-metri emezzo, è accessibile a tutti. Ilegami con «Specchio dei Tempi »ne fanno un capitolo importante an-che in temadi solidarietà. La JuniorMarathon è già diventata una dellepiù frequentate manifestazionid’Europa per i bambini.

Torino, rispetto alle altre grandimaratone d’Italia, ha un fascinoparticolare, quello che deriva dallatradizione sposata alla tecnologiaapplicata allo sport. Nel 1897, curio-samente negli stessi giorni in cui ungruppo di gentiluomini dava vita al-la Juventus su una panchina di Cor-so Re Umberto, nasceva l’atleticaitaliana. I 1° novembre nasceva laJuve. il 31 ottobre, in viaNizza, a po-chi metri dall’attuale sede della«Stampa», partiva uno dei primicampionati nazionali del mondo. Egià nel 1919 andò in scena la primaedizione sulla distanza ufficiale dei42 chilometri

La Turin Marathon, rinata intempi recenti, si specchia in quelleantiche radici, fiera del suo passatoma pronta a rinnovarsi anno dopoanno. Domenica 18 novembre ilnuovo percorso porterà i marato-neti a conquistare nuovi quartieridella città, le più moderne tecnichedi ripresa permetteranno di segui-re la gara in tv e sul web come nonera mai stato possibile prima.

Una grande festada vivere insieme3

garein una

Turin Marathon (42,125km), Stratorino (7,5 km)

e Junior Marathon (un kmcirca, per bambini)

20mila

personeNell’edizione del 2011: tramaratoneti, runners della

«Stratorino» e giovanissimidella «Junior Marathon»

Speciali

LA STAMPAMERCOLEDI’ 7 NOVEMBRE 2012

Correreper conquistarela tua città

«Se vuoi bere bene, comprati un vigneto», dicevaun guru dell’enologia. Se vuoi possedere unacittà, magari la tua, fatti la maratona di quellacittà. Non per vederla meglio, perché se le gambedolgono tutto appare brutto, ma proprio perpossederla, schiavizzarla. Alla mia seconda eultimamaratona, Torino ’98, nel caldo del clima enell’nferno dei miei 63 anni, dopo sei ore di corsa

moscia ebbi, per gli ultimi tre quarti d’ora, Torinotutta mia: ero ultimo solitario e felice di esserlo,mi sembrava di pagare giusto dazio torinese dopolo snobismo di tre anni prima, New York in 5 ore eun quarto, agli incroci i vigili aspettavano soltan-to che passassi io per andare a mangiare, gliautomobilisti bloccati avevano smesso di inutil-mente secernere bile e io mi sentivo importante,conquistatore, padrone, arrancante di fiato,dolente di gambe, volitante di spirito. Pochi han-

no avuto Torino così pazientemente avviluppataintorno e intanto così devota, rispettosa di unafatica. Sapevo che al Valentino mi aspettavanoMaurizio Damilano il grande marciatore e LauraFogli la maratoneta (quella che svezzò per NewYork Gianni Morandi), arrivai e non chiesi scusaai due amici della lunga attesa inflitta: con la codadell’occhio avevo visto uno che, nascondendosidietro l’ambulanza estrema, mi aveva tolto lagioia francescana dell’ultimo posto.

Quella volta c’ero anch’io

Valerio ArriIl vincitore della prima edizione della

Maratona di Torino. L’anno successivofu bronzo ai Giochi di Anversa

1919

GIAN PAOLO ORMEZZANO

Abdelaziz El IdrissiAbdelaziz El Idrissi, marocchino, ha vinto

a sorpresa l’edizione dell’anno scorsoin 2 ore 8 minuti e 13 secondi

2011