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2012_DiBlas_multimedialita_didattica.pdf

Date post: 12-Sep-2015
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Introduzione 1 Ogniqualvolta nella storia è stato inventato un nuovo mezzo di comu- nicazione, questo ha inevitabilmente portato profonde modifiche nel modo di esprimersi (oltreché profonde modifiche sociali: ma non è que- sto il focus di questo capitolo). Il mezzo non “costringe” la comunica- zione (si parla in proposito di “totipotenza” della lingua, ovvero della possibilità di esprimere comunque il proprio pensiero, qualunque sia lo strumentario a disposizione, (Chomsky 1966) ma indubbiamente la plasma, la orienta, la modella. Ad esempio, il mezzo influisce sulla scelta dei contenuti: difficilmente via SMS spiegherò i principi della fisica quantistica, mentre sarà facile ricordare a chi fa la spesa di “comp anke latte”. La tesi del condizionamento del messaggio da parte del mezzo ha portato uno dei maggiori studiosi del tema, il sociologo Marshall McLuhan, ad affermare provocatoriamente che “il mezzo È il messag- gio” (McLuhan 1964). Una società che non conosca alcuna maniera per fissare stabilmente le proprie conoscenze svilupperà processi men- tali e modalità comunicative ben diverse da una società che in pochi kilo-byte di memoria è in grado di concentrare una quantità enciclo- pedica di dati (Cantoni 2008 et all). Multimedialità e didattica: il caso di PoliCultura, progetto di ‘storytelling’ digitale per la scuola Nicoletta Di Blas 1 Ringrazio tutte le persone di HOC-LAB che lavorano a PoliCultura, in particolare Paolo Paolini (coordinatore scientifico del laboratorio) ed Elena Maccari, manager del progetto. Questo lavoro è parzialmente supportato dal progetto nazionale L4A (“Le- arning for All”) Grant Num. RBNE07CPX 001. 5172-Corazza_c1 02/11/2012 14:14 Page 93
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  • Introduzione1

    Ogniqualvolta nella storia stato inventato un nuovo mezzo di comu-nicazione, questo ha inevitabilmente portato profonde modifiche nelmodo di esprimersi (oltrech profonde modifiche sociali: ma non que-sto il focus di questo capitolo). Il mezzo non costringe la comunica-zione (si parla in proposito di totipotenza della lingua, ovvero dellapossibilit di esprimere comunque il proprio pensiero, qualunque sialo strumentario a disposizione, (Chomsky 1966) ma indubbiamente laplasma, la orienta, la modella. Ad esempio, il mezzo influisce sullascelta dei contenuti: difficilmente via SMS spiegher i principi dellafisica quantistica, mentre sar facile ricordare a chi fa la spesa di companke latte.

    La tesi del condizionamento del messaggio da parte del mezzo haportato uno dei maggiori studiosi del tema, il sociologo MarshallMcLuhan, ad affermare provocatoriamente che il mezzo il messag-gio (McLuhan 1964). Una societ che non conosca alcuna manieraper fissare stabilmente le proprie conoscenze svilupper processi men-tali e modalit comunicative ben diverse da una societ che in pochikilo-byte di memoria in grado di concentrare una quantit enciclo-pedica di dati (Cantoni 2008 et all).

    Multimedialit e didattica: il caso di PoliCultura, progetto distorytelling digitale per la scuola

    Nicoletta Di Blas

    1 Ringrazio tutte le persone di HOC-LAB che lavorano a PoliCultura, in particolarePaolo Paolini (coordinatore scientifico del laboratorio) ed Elena Maccari, manager delprogetto. Questo lavoro parzialmente supportato dal progetto nazionale L4A (Le-arning for All) Grant Num. RBNE07CPX 001.

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  • Le tappe dello sviluppo dei mezzi di comunicazione nella storia del-luomo si possono contare in poco pi che le dita di una mano: inven-zione della scrittura, invenzione dellalfabeto, invenzione della stampaa caratteri mobili, introduzione dei mezzi elettrici, diffusione dei massmedia e oggi diffusione dei mezzi di comunicazione digitali. Vi-viamo quindi in un momento rivoluzionario e la prima considera-zione che possiamo fare ovvia: come sempre avvenuto, avverr,anzi avviene gi, che questi nuovi mezzi portino modifiche sostanzialinelle modalit di espressione, per cui ci che fino a ieri era ovvio, tra-dizionale, giusto, normato da regole, oggetto di insegnamento, da oggiineluttabilmente cambia.

    La storia dellavvento dei mezzi di comunicazione ci insegna unal-tra cosa importante: che tutte le volte che un nuovo mezzo appare, lac-coglienza non entusiastica (quantomeno, non da parte dellamaggioranza). Si rilegga al proposito il Fedro platonico: in esso, Pla-tone di fatto depreca linvenzione della scrittura che a suo parereavrebbe portato conseguenze nefaste come la perdita della memoria,la perdita della seriet del dialogo (un libro infatti non pu risponderealle domande del lettore), etc. normale quindi che i cambiamenti tar-dino ad essere recepiti e accolti, in particolare nelle istituzioni scola-stiche che tendono a essere pi conservatrici che innovatrici.

    Questo capitolo racconta per la storia di unattivit che vuole se-guire linnovazione dei mezzi di comunicazione: si tratta di PoliCul-tura, la pi ampia attivit di storytelling digitale nella scuola italiana(e tra le pi ampie al mondo). PoliCultura una iniziativa del labora-torio HOC del Politecnico di Milano che invita le scuole, di ogni ordinee grado, a narrare storie multimediali. Dal 2006 pi di 17.000 alunnihanno preso parte a questa attivit che li ha condotti a comunicare inmaniera efficace usando le tecnologie digitali. Lavorando in remoto,senza nessuna assistenza diretta da parte dello staff del laboratorio,equipaggiati con poche pagine distruzioni, questi innovatori (docentie alunni) si sono cimentati con la comunicazione multimediale, dandosiregole dettate dallintuizione e da una grande creativit, scoprendo (nonsenza sorpresa) che il risultato finale dal punto di vista didattico nonera semplicemente una maggior dimestichezza con luso delle tecno-logie ma soprattutto lacquisizione di quella che a livello internazionale definita media literacy (US National Commission on Library andInformation Science, 2003): la capacit di padroneggiare e di espri-mersi con i nuovi linguaggi multimediali.

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  • Liniziativa PoliCultura

    PoliCultura prende avvio nel 2006. In quellanno, il laboratorio HOCaveva intrapreso lo sviluppo di uno strumento-autore (1001storia) de-stinato ad un uso professionale che aveva come caratteristica fonda-mentale la semplicit di utilizzo, per consentire a uno staff non tecnicodi sviluppare storie multimediali, in particolare nel settore dei beniculturali (Di Blas, Bolchini, Paolini 2007).

    La semplicit dello strumento sugger quasi immediatamente lideadi proporne lutilizzo alle scuole. Nella prima edizione (2006-07) ven-nero coinvolte solo le scuole secondarie superiori; venne per condottain parallelo una sperimentazione in una scuola primaria, classe 4, cheriusc molto bene. Dallanno successivo quindi lattivit venne pro-posta alle scuole dalle primarie alle secondarie. Una scuola dellin-fanzia si impose di forza partecipando alledizione 2007-08,dimostrando che era possibile coinvolgere anche bambini molto pic-coli (Di Blas, Boretti 2009). Dal 2008-09 PoliCultura dunque apertoa tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Partecipano scuole italiane e,sebbene in misura minore, anche scuole svizzere (del Canton Ticino).Ad oggi, sono state prodotte circa 700 narrazioni multimediali. Sonostate tutte raccolte in un portale che si avvale di una interfaccia esplo-rativa molto innovativa.

    * sottoposte al concorso. Quelle effettivamente prodotte sono di pi perch NONtutte le storie multimediali sono sottoposte al concorso.

    Il concorso

    PoliCultura anche, ma non solo, un concorso, che premia ogni anno,dal 2006, i lavori migliori. Si divide in categorie a seconda del livellodi scuola: (1) First per le scuole dellinfanzia; (2) Kids per lescuole primarie; (3) Junior per le scuole secondarie inferiori e (4)

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  • Senior per le scuole secondarie superiori. In aggiunta, ci sono premie menzioni speciali legati a particolari meriti e tematiche nonch aglisponsor che negli anni hanno supportato liniziativa. Ad esempio,nelledizione 2010-11 sono state premiate alcune classi che hanno af-frontato il tema della buona nutrizione e delle tradizioni gastronomi-che da Anagribios, lassociazione nazionale per lagricoltura biologicadi Coldiretti (figure 1 e 2).

    Figura 1. Testo della narrazione: Nel men della scuola ci sono anche dei cibi bio-logici; una volta alla settimana mangiamo la minestra di farro, la zuppa con lorzoperlato oppure il miglio. Allinizio erano dei sapori strani e nuovi e non ci piacevanomolto ma poi piano piano abbiamo imparato a mangiarli e li troviamo davvero gu-stosi!! (scuola dellinfanzia premio speciale Anagribios di Coldiretti, 2011:http://www.1001storia.polimi.it/meusGEN/meuslive.php?public=1&projectid=844)

    Laspetto concorsualedelliniziativa merita qualchenota. Lelemento di competi-zione gioca un ruolo delicatonella scuola: da un lato senza dubbio uno stimolo po-tente tutti desiderano vincere:sia gli studenti sia i docenti,come noi stessi abbiamo ve-rificato in altri progetti basatisu tecnologie (Di Blas, Gar-zotto, Poggi 2009; Csikszen-

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    Figura 2. Premiazione dei bambini della scuoladellinfanzia vincitrice del premio specialeAnagribios-Coldiretti (edizione 2011).

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  • tmihalyi 1991), dallaltro rappresenta il pericolo che per vincere allafine venga incoraggiata la partecipazione dei migliori a scapito del-linclusione di tutti nel lavoro. Potrebbe capitare ad esempio che nontutti siano incaricati di scrivere i testi ma solo quelli che sanno scriverebene; che non tutti siano incaricati di reperire i materiali ma solo quellipi intraprendenti; che non tutti registrino gli audio ma solo quelli pispigliati, e cos via. In altre parole, il rischio che per ottenere il ri-sultato pi bello possibile venga sacrificato limpatto didattico su tutti,come pu succedere a una squadra sportiva che faccia giocare nellepartite importanti solo i pi forti. Per questa ragione, cerchiamo discoraggiare lobiettivo di raggiungere la perfezione e dichiariamoapertamente che il principale motivo di merito per vincere lefficaciadidattica (percepita). Cerchiamo di cogliere questo aspetto sia guar-dando i lavori (ad esempio verificando che le voci che leggono nonsiano sempre la stessa) sia chiedendo al docente di descrivere, in unapagina, il processo didattico. Il nostro obiettivo principale promuo-vere la partecipazione di tutti.

    Infine, bisogna notare che le scuole non sono costrette a partecipareal concorso. Offriamo la possibilit a tutti di usare lo strumento perqualunque attivit didattica, al di fuori del concorso. Resta il fatto chela stragrande maggioranza di chi si iscrive per usare lo strumento eporta a termine il lavoro, lo sottopone per il concorso.

    Cosa una storia multimediale

    Per agevolare la comprensione del resto del capitolo, necessario chia-rire cosa sintende per storie multimediali realizzate con lo strumento1001storia, sviluppato da HOC-LAB. Si tratta di applicazioni checombinano una comunicazione audio, una comunicazione visiva (slideshow di immagini2) e comunicazione verbale (la trascrizione dellau-dio, visibile a richiesta). Le storie sono divise in frammenti organiz-zati secondo due possibili schemi: (1) narrazione completa, con unaserie di argomenti e sotto-argomenti, a due livelli di profondit; (2)narrazione compatta, con una semplice sequenza di argomenti. Ogniframmento ha una lunghezza approssimativa di 1-2 minuti; una narra-zione in genere non supera nel complesso i 20-30 minuti.

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    2 Nella versione professionale possibile inserire anche animazioni flash e video.

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  • Le storie costruite con 1001storia sono anche multicanale, nel sensoche il motore le genera automaticamente adatte ad essere fruite su di-versi canali e strumenti (figure 5 e 6).

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    Figura 3. Gli elementi principali di una narrazione multimediale.

    Figura 4. Esempio di struttura completa, a due livelli. I riquadri scuri rappresentanogli argomenti, quelli chiari i sotto-argomenti (che come si vede possono essere in nu-mero variabile). Storia: Diego e il galleggiamento, scuola primaria, anno 2011(http://www.1001storia.polimi.it/meusGEN/meuslive.php?public=1&projectid=783)

    Figure 5 e 6. Le storie realizzate con 1001storia sono multicanale; a sinistra, versioneper smartphone, a destra, versione per iPad.

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  • Come costruire una storia

    A tutte le classi partecipanti viene fornito un breve manuale su comerealizzare una storia multimediale. Il manuale lungo 12 pagine e trattadei diversi passi necessari. Le istruzioni puramente tecniche (comeinserire i contenuti nello strumento, come registrare degli audio nelformato MP3) occupano un quarto della lunghezza complessiva per-ch, come detto allinizio, lo strumento di semplicissimo utilizzo. Ladescrizione del processo di creazione dipende dalla nostra esperienzacome autori professionali (si tratta comunque di una struttura voluta-mente molto scarna); i docenti a scuola re-interpretano le nostre istru-zioni in maniera molto personale e creativa, rispondendo alle esigenzedidattiche della loro specifica situazione. In altre parole, vogliamo la-sciare al docente di svolgere il ruolo che pi gli compete, ovvero quellodellorganizzazione didattica, ritenendo questo uno degli elementi diforza del progetto (Di Blas, Ferrari 2013).

    I passi che descrivono come realizzare una storia sono descritti am-piamente altrove (Di Blas, Ferrari 2012). In sintesi sono: (1) scelta deltema complessivo; (2) reperimento dei materiali grezzi (immagini,testi, contenuti di vario genere che possono derivare anche da visite aistituzioni culturali, colloqui con esperti, esplorazioni su internet, etc.);(3) organizzazione dei contenuti secondo un piano (ovvero divisionein argomenti e sotto-argomenti); (4) creazione effettiva dei contenuti(scrittura dei testi, selezione delle immagini, realizzazione dimmaginispeciali come disegni scannerizzati, selezione/realizzazione originaledi musiche, registrazione degli audio, etc.); (5) inserimento di tutti icontenuti nello strumento; (6) controllo di qualit della prima versionee (7) realizzazione della versione finale.

    Nellambito di un progetto nazionale (FIRB Tutti possono im-parare, Learning4ALL www.learningforall.it) stiamo indagando trale altre cose, tramite interviste, anche le modalit di implementazioneeffettiva del progetto PoliCultura nelle classi. Emergono tratti interes-santi, tra cui in particolare la valorizzazione del lavoro di gruppo. Ti-picamente, infatti, la classe viene suddivisa in gruppetti, ciascuno deiquali responsabile di un argomento. Allinterno del gruppetto le sceltee i compiti vengono svolti in maniera collaborativa; il risultato finalederiva dallassemblaggio dei contributi di tutti i gruppetti ed a suavolta di natura collaborativa. Unaltra modalit prevede lassegnazionedi ruoli agli studenti (il fotografo, il project manager), asse-gnati o in maniera stabile o a rotazione.

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  • Tutti i passi sopradescritti (scelta del tema, creazione dei conte-nuti) sono passibili di re-interpretazioni estremamente creative: ognianno qualche partecipante ci stupisce con qualche soluzione partico-larmente fantasiosa. Nel paragrafo che segue, vediamo alcuni esempi.

    Esempi di storie

    In questo paragrafo vediamo alcuni esempi di storie particolarmenteinteressanti dal punto di vista della padronanza dei linguaggi multime-diali3.

    Ti racconto una storia scuola dellinfanzia,

    2009

    Questo lavoro presenta un uso molto creativodello slide show di immagini. I bimbi risco-prono la tecnica del cartone animato. Per nar-rare la storia della cattura del coniglio creano

    sfondi che restano fissi mentre su di essi si muovono piccole figurine(nellimmagine, il coniglietto nel sacco: nellimmagine precedente ilconiglietto fuori dal sacco). Le immagini sono tutte costituite da di-segni realizzati dai bambini e scannerizzati.

    Diego e il galleggiamento scuola primaria,

    2011

    Questa storia presenta un uso creativo del pianoeditoriale (figura 4). La struttura una narra-zione completa; la fiction affidata alla se-

    quenza degli argomenti principali. Diego ha fatto naufragio e vorrebbecostruire una zattera, ma non conosce le leggi del galleggiamento;gliele spiega il suo pappagallo Archimede. I sotto-argomenti presentanodei quiz rivolti al piccolo lettore per verificare che abbia capito le leggidel galleggiamento.

    Francesco Montanari si racconta scuola se-

    condaria inferiore, 2011

    Questa narrazione (di forma compatta: una sem-plice sequenza di argomenti) opera una interes-sante mescolanza di fiction e realt. Immagina

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    3 Di ciascun esempio verr mostrata una immagine emblematica, non lintera in-terfaccia web (che peraltro analoga a quella mostrata in figura 1).

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  • che un eroe del Risorgimento cui la scuola dedicata risorga ai nostrigiorni per raccontare ai ragazzini la sua storia. Anche dal punto di vistadella comunicazione visiva, viene adottata una mescolanza di realt(foto fatte dagli alunni) e finzione (disegni, in particolare delleroe).

    Storia dellaviazione scuola secondaria su-

    periore, 2010

    Questa narrazione presenta un uso molto origi-nale del commento audio. I testi accurati ecompleti sulla storia dellaviazione NON ven-

    gono letti (sono solo visibili a richiesta sul lato destro). Il commentoaudio puramente sonoro, con tracce non semplicemente decorativema fortemente semantiche: per esempio, un crepitare di mitragliatrice,voci di soldati e una musica decisa per il frammento sulla guerra delVietnam.

    Impatto didattico

    Fin dalla prima edizione abbiamo cercato di monitorare limpatto di-dattico dellattivit, attraverso una serie di mezzi: questionari online atutti i docenti partecipanti, focus group e interviste mirate piuttostoestese (di circa unora). I dati dimostrano che PoliCultura in grado digenerare un impatto molto significativo su vari aspetti, che vanno daibenefici cognitivi (ad esempio migliore comprensione della tematicaprescelta, migliore memorizzazione) a quelli sociali (migliore capa-cit di lavorare in gruppo). Questi risultati sono stati discussi larga-mente altrove (Di Blas, Ferrari 2012). Ai fini dellargomentazionecondotta in questo capitolo, presentano i benefici legati alla comuni-cazione e i benefici tecno-didattici che in qualche maniera declinanoi primi. Vediamo i dati quantitativi emersi dai questionari online. Fa-remo riferimento allultima edizione (2010-11); il lettore pu tenerepresente che i dati degli altri anni sono comparabili.

    Una serie di domande indaga il miglioramento negli allievi dei be-nefici legati alla comunicazione. In particolare: la capacit di selezio-nare, a partire da una certa quantit di materiale grezzo, quel cheserve per la narrazione. Non si tratta di una operazione banale: in ge-nere, la narrazione viene usata come mezzo per presentare i risultati ocomunque il succo di una attivit svolta in classe (un progetto, unlaboratorio, una ricerca). Esiste quindi una certa quantit di materialeraccolto per altre ragioni che deve assumere una nuova forma, quella

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  • di un prodotto multimediale. Spesso deve essere integrato, soprattuttoper quanto riguarda la comunicazione visiva. Una parte significativaquindi dello sforzo dedicata alla selezione dei contenuti appropriati.

    Un secondo beneficio legato alla capacit di comunicare in modosintetico ed efficace. La capacit di sintesi, come ricorderemo anchenel paragrafo conclusivo, certamente desiderabile in generale, ma una istanza meno forte nella comunicazione scritta tradizionale chein quella digitale, per le condizioni ambientali e logistiche della frui-zione. Le istruzioni di PoliCultura indicano dei limiti molto chiari peri testi (e di conseguenza per gli audio): i testi devono stare tra le 120 ele 250 parole, corrispondenti a un audio di lunghezza tra il minuto e idue minuti. Limperativo quindi non generico (siate brevi), ma pre-ciso. Un testo va rivisto e riscritto fino a che non rientra nei limiti. Que-sto lavoro di rielaborazione, piuttosto oneroso, insegna sul campocosa voglia dire selezionare i messaggi-chiave che si devono veicolaree come esprimerli in maniera efficace.

    Infine i docenti segnalano un miglioramento significativo rispettoal tema centrale di questo capitolo: la capacit di comunicare con lenuove tecnologie multimediali, armonizzando i vari linguaggi.

    Un secondo set di dati esamina pi in dettaglio quanto visto sopra:si tratta dei dati sui benefici tecno-didattici. Si tratta di: (1) aumento

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    Figura 7. Dati sulle capacit comunicative sviluppate dagli studenti PoliCultura 2010-11, base: 127 docenti.

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  • dellatteggiamento critico nelluso delle tecnologie, in particolare perquanto riguarda il reperimento di contenuti; (2) miglioramento della ca-pacit di selezione (di cui si gi detto sopra) e organizzazione dei con-tenuti. Questo punto merita una spiegazione: esattamente come per lascrittura dei testi dei singoli frammenti, lo strumento impone vincoliforti anche per quanto riguarda lorganizzazione complessiva del di-scorso. Fatta la scelta tra la versione completa o quella compatta, nonsi possono apportare modifiche strutturali: si tratta in un caso di una im-palcatura gerarchica a due livelli (figura 4) o di una sequenza lineare. Ilprogetto comunicativo va dunque costruito considerando questi vincoli.

    Conclusioni

    Sia lanalisi dei lavori dei ragazzi (quasi 700, come ricordato) chelanalisi delle produzioni professionali di HOC ha portato ad eviden-ziare una serie di caratteristiche di questa comunicazione multimedialeche la oppongono/differenziano rispetto a quella scritta. Queste osser-vazioni sono riassunte nella tabella 2 costruita sulla falsariga della ce-leberrima serie di caratteristiche della cultura scritta in opposizione aquella orale di Walter Ong (1986). Sebbene la tabella sia costruita apartire da una esperienza specifica (PoliCultura e il motore 1001storia),non sembra improbabile che abbia un certo grado di generalit e chesia applicabile anche ad altre forme di comunicazione multimediale (se

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    Figura 8. Dati sui benefici tecno-didattici acquisiti dagli studenti PoliCultura 2010-11, base: 127 docenti.

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  • non alla comunicazione multimediale tout court). Ma per confermarequesta asserzione, sarebbero necessarie ulteriori analisi.

    COMUNICAZIONESCRITTA

    COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE

    Adopera in manierapressoch esclusivail linguaggio verbale(salvo linserimentodi qualche immagine,che per non ne rap-presenta il tratto di-stintivo).

    Adopera, in maniera composta e armonica, vari linguaggi:verbale, scritto e orale (audio)visivo (in varie forme: video, slideshow, animazioni e altre va-riazioni possibili)musicale

    SI NOTI che una buona comunicazione multimediale deve com-porre questi linguaggi in maniera appropriata, in una composizioneorchestrale. Le produzioni multimediali pi ingenue sono quelleche imitano il libro secondo un fenomeno classico, limitazione delmezzo immediatamente precedente: i primi libri a stampa imita-vano perfettamente i corrispondenti manoscritti (Eisenstein 1985).Sono focalizzate sul linguaggio verbale e fanno uso degli altri lin-guaggi in maniera ancillare.

    Privilegia il senso dellavista

    Coinvolge sia la vista (che resta il canale primario) sia ludito

    Espressione lineare Espressione frammentataPer le caratteristiche intrinseche dei canali tecnologici (la lettura aschermo, la grandezza della pagina, le modalit di interazione)la comunicazione multimediale tipicamente costituita da fram-menti, elementi, che si rimandano luno allaltro secondo le regoledel design. Anche sotto questo aspetto, la forma pi ingenua dicreazione dei contenuti quella che imita il libro: un errore in cuisovente incorrono i creatori di contenuti, anche perch li preparanoscrivendo come se scrivessero un libro, ovvero in sequenza.

    Unit semanticadella composizioneLopera scritta carat-terizzata da estremacoesione sia seman-tica che di stile, garan-tita a livello linguisticodalluso degli elementiforici del linguaggio(Cantoni, Di Blas:2006).

    Autonomia semantica dei frammentiPoich una caratteristica della comunicazione elettronica lestrema interattivit dellutente, non possibile prevedere a prioriche percorso verr seguito nellinsieme di frammenti che costitui-scono il testo multimediale. possibile suggerire percorsi ecreare alcuni vincoli, ma nemmeno cos si pu essere veramentecerti che un determinato contenuto sia fruito prima di un altro. Lapossibilit dunque di considerare gi noto un certo contenuto molto limitata. Una buona comunicazione multimediale deve quindicostruire i frammenti dotandoli di una certa autonomia, sia seman-tica che di stile. Dal punto di vista semantico, deve essere comun-que possibile per lutente ricavare un messaggio da un determinatoframmento. Dal punto di vista dello stile, vanno evitati i riferimentiforici ad altri elementi del testo, come ad esempio un banalissimoquesto che abbia come riferimento un argomento che si trova inunaltra sezione, tipici invece della comunicazione scritta.

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  • La tabella mostra come sotto svariati aspetti le due tipologie di co-municazione differiscano. Il lettore non fraintenda: resta vero che moltedelle competenze necessarie a una buona comunicazione multimedialesono le stesse della comunicazione scritta (non si sono ricordate qui adesempio le caratteristiche base di un buon testo come correttezza,coesione, etc.). indubbio per che laccento sia da spostare verso

    SubordinativaNascendo a seguito diun progetto unitariocon un inizio e una fine(anche temporale), lacomunicazione scrittasi caratterizza per unaimpalcatura subordi-nativa con chiari rap-porti di dipendenza trai concetti.

    AddittivaLopposizione addittivo/subordinativo caratterizza a parere diOng le culture puramente orali da una parte e la cultura scrittadallaltra (Ong 1986). Questa stessa dicotomia si ritrova (e non acaso si parla da pi parti di ritorno a una cultura orale) anche nelrapporto comunicazione scritta/comunicazione multimediale. Lacomunicazione multimediale costruita per giustapposizione(degli elementi con le caratteristiche di cui sopra) e aggiunte,anche temporalmente dilazionate. sempre aperta ed espandibile.

    Monodirezionale (daltesto al lettore)

    InterattivaAnche in questo caso si tratta di un recupero della fase orale: lacomunicazione multimediale interattiva con il suo pubblico an-zitutto per il fatto che la scelta (di cosa fruire e cosa no) in manoal lettore che reagisce al racconto.

    (Potenzialmente)estesa

    SinteticaQuesta opposizione necessita di spiegazione. Non si intende quiche la comunicazione scritta sia prolissa e quella multimedialesuccinta, ma che questultima deve avere la preoccupazione dellasintesi molto pi della prima. Ha tempi diversi in conseguenzadelle sue caratteristiche: lo schermo, il device, la possibilit di in-terazione, la posizione fisica

    Ha minor necessit dicatturare attenzionecostante

    Ha maggior necessit di catturare attenzioneQuesta differenza assomiglia a quella tra le sceneggiature di filme telefilm, esplicitamente teorizzata dagli esperti del settore (Manzi2004) nel telefilm, destinato a un uso casalingo, il pubblico moltointerattivo, pu cambiare canale, fare altre cose. Il ritmo devequindi essere pi sostenuto. Nei film, in particolare quelli destinatia una diffusione in sala, sono concessi ritmi a tratti pi lenti (assai difficile che uno spettatore abbandoni la sala).

    Autore unicoquesta una caratteri-stica in particolare dellastampa si veda (Ei-senstein, 1985).

    Collaborazione nel processo di creazioneSi tratta anche in questo caso di una somiglianza con il processodi creazione di unopera tipico della oralit primaria. Tutte le storiecreate con 1001storia sono di pi autori, che devono armonizzarei propri contributi. I docenti segnalano infatti tra i benefici ottenutidagli studenti la capacit di tenere conto del parere e dei punti divista degli altri.

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  • altre competenze, che differenziano questo tipo di comunicazione daquello che temporalmente lo precede (la comunicazione scritta), e cheun cambio di paradigma, anche e soprattutto nel mondo della scuola,sia inevitabile.

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