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22 DICEMBRE 2016 ANNO XV— NUMERO 78 · 2016. 12. 22. · Freddie Mercury 21 Queen 22 MUSICROOM...

Date post: 26-Jan-2021
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22/10/2016 RASOIO DI OCKHAM ANNO XV— NUMERO 78 22 DICEMBRE 2016
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  • 22/10/2016 RASOIO DI OCKHAM

    ANNO XV— NUMERO 78 22 DICEMBRE 2016

  • 2 22/10/2016 RASOIO DI OCKHAM

    PAGINA

    EDITORIALE 4

    LEVINSIDE

    Un albero per ricordare 5

    Eduscopio 6

    California, il nostro sogno dorato 8

    INCHIESTE Liceo Levi: è una buona scelta? 9

    LEVI ON THE ROAD 12

    CULTURA E SOCIETA’

    CATTIVE RAGAZZE La partigiana alla ricerca delle verità 14

    PICCOLI GRANDI UOMINI Ci vuole un ombrello per 16

    salvare un padre

    Natale nel mondo 4.1 18

    Natele in tirolo 19

    ATTUALITA

    Welcome Donald 20

    Freddie Mercury 21

    Queen 22

    MUSICROOM

    Top Ten Levi 23

    TALKING MOVIES

    ADDICTED TO TV SERIES Pretty Little Liars 25

    CACCIATORI DI LIBRI

    La gente parla molto senza usare le parole 26

    L’ANGOLO DELLA SCIENZA

    L’intelligenza artificiale che impara da sola 28

    Bracconaggio 29

    SPORTIVAMENTE

    After Rio 2016 30

    F1: Nico Rosberg è campione del mondo 34

    Addio Audi 36

    NOSCE TE IPSUM 37

    DE GUISTIBUS

    Biscotti di vetro 38

    Biscotti semi integrali alle mandorle 39

    LE VIGNETTE 40

    IPSE DIXIT 41

    LA REDAZIONE 44

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 3

    Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo essere soltanto intellettualmente onesti: cioè renderci conto delle nostre passioni, tenerci

    in guardia contro di esse e mettere in guardia i nostri lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L’imparzialità è un sogno, la

    probità è un dovere.

    È con queste parole dello storico Gaetano Salvemini che vogliamo iniziare il primo editoriale del primo vero e

    proprio numero di quest’anno.

    Come al solito l’impegno per mettere insieme dei buoni articoli che possano appassionarvi è tanto, nella speranza

    di riuscire ad essere “intellettualmente onesti”. Vi ricordiamo che chiunque di voi può entrare nella redazione

    – non è mai troppo tardi! – o anche semplicemente mandarci una mail per esprimere la sua opinione riguardo a

    uno qualsiasi tra tutti i pezzi pubblicati!

    Ritornano le celebri rubriche insieme a qualche nuovo arrivato Oltre a qualche nuovo arrivato, ritornano le cele-

    bri rubriche del Rasoio: tra un ipse dixit e l’altro, spendete un po’ del vostro tempo gustandovi gli articoli in pieno

    clima natalizio (ma non per questo scontati), oppure per avvicinarvi al mondo dello sport. Vi proponiamo, oltre

    alle solite e gustosissime ricette ricette saporite (scelte ad hoc per non ingrassare in questo periodo critico dell’an-

    no!) un tributo a Freddie Mercury e un elogio dello scambio culturale avvenuto tra il nostro liceo e una scuola di

    San Diego per scoprire un altro pezzo di mondo. Gli articoli ovviamente non finiscono qui, anzi la redazione,

    arricchitasi di moltissimi nuovi arrivi, è più viva che mai!

    BUONE FESTE A ALUNNI, PROFESSORI, COLLABORATORI SCOLASTICI E PERSONALE ATA!

    Per qualsiasi critica, consiglio o parere, oltre che per i vostri beneamati ipse dixit, scriveteci pure alla mail

    ufficiale:

    [email protected]

    La Redazione

    mailto:[email protected]

  • 4 22/10/2016 RASOIO DI OCKHAM

    I l 29 ottobre, nel cortile interno del nostro istituto, è stato piantato un albero, più precisamente una parrotia,

    in memoria di Lorenzo Carinato, il ragazzo deceduto lo scorso capodanno. Al momento della piantumazio-

    ne il piccolo cortile era gremito di gente: studenti, insegnanti, ex alunni, genitori, tutti uniti dall’affetto e dal

    ricordo in un silenzio surreale. La commemorazione ha avuto inizio con dei piccoli interventi: per primo è

    intervenuto il dirigente scolastico, in seguito il sindaco di Montebelluna e infine tre studenti. Ai lati dell'albero ver-

    rà confitta anche una targhetta con alcuni versi della celebre canzone di Lucio Dalla “L’anno che verrà”.

    Sara Spadetto 4BCL

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 5

    Scegliere la scuola superiore più adatta ai propri obiettivi

    D a qualche anno a questa parte la Fondazione Giovanni Agnelli, tramite il progetto “Eduscopio”,

    stila una classifica delle scuole superiori italiane volta ad identificare le migliori su base territoriale.

    Lo scopo della fondazione, istituto indipendente di cultura e ricerca senza fini di lucro con sede a

    Torino, è di “approfondire e diffondere la conoscenza delle condizioni da cui dipende il progresso

    dell’Italia in campo economico, scientifico, sociale e culturale”. In linea con tale scopo generale è anche quello –

    più specifico – proprio di Eduscopio.

    Il progetto inizia la sua indagine analizzando i risultati ottenuti dagli ex studenti delle scuole superiori dopo il di-

    ploma di maturità, in campo sia lavorativo che universitario, con lo scopo di dare una valutazione, calcolata con

    parametri ben precisi, agli istituti da cui essi provengono.

    Alla fine, una volta raccolti tutti i dati, vengono redatte delle valutazioni complessive che sono assegnate tramite

    una tabella a scuole dello stesso tipo e situate in un raggio massimo di 30 km dalla città che si imposta nel motore

    di ricerca.

    Per quanto riguarda i percorsi universitari dei neodiplomati, eduscopio.it guarda agli esami sostenuti, ai crediti ac-

    quisiti e ai voti ottenuti dagli studenti al primo anno di università, quello maggiormente influenzato dal lavoro fat-

    to durante gli anni della scuola secondaria.

    Vediamo ora com’è messa in classifica la nostra scuola, considerando come città di partenza Treviso ed entrambi

    gli indirizzi (classico e scientifico). L’indirizzo “scienze applicate” si considera infatti inglobato nello scientifico,

    mentre lo sportivo non è presente nel sistema.

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 6

    Le tabelle riportate qui sopra, tratte direttamente dalla ricerca su https://eduscopio.it//, dimostrano che la nostra

    scuola è posizionata nella top 5 di entrambi gli indirizzi, rispettivamente seconda tra i licei classici e quarta tra i

    licei scientifici, un segnale sicuramente positivo per gli studenti che possono dire tranquillamente di trovarsi in un

    luogo che prepara al futuro ma anche per gli insegnanti che ricevono dei feedback piuttosto soddisfacenti del la-

    voro che svolgono quotidianamente.

    Gianluca Vettoretto 4ACL

  • 7 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    Un sogno, semplicemente. Uno squarcio vitale, abbagliante, estatico. Perfetto, incantevole, delizioso, terribilmente

    amorevole. Tutte parole cariche, rappresentative, ma non abbastanza: con troppa frenesia mi sobbalzano numero-

    se in mente, ma nessuna di queste riesce ad esprimere cosa il mio animo innamorato e nostalgico stia provando ed

    abbia vissuto in California, paese che con tante emozioni ha arricchito la scolorita e ordinaria vita.

    Q uesto viaggio in Califor-

    nia, avvenuto nella prima

    metà dello scorso otto-

    bre, ha saputo cogliere di

    sorpresa l’intera classe – tanto da

    lasciare ottimi ricordi – non solo per

    l’atmosfera e la bellezza dei paesaggi

    naturali distesi sotto incantevoli cieli

    rifulgenti di calda luce, ma anche per

    la cordiale accoglienza ricevuta dalle

    famiglie ospitanti e per le relazioni

    create lì. Proprio queste ultime han-

    no costituito l’aspetto fondamentale,

    nonché la ragione, dell’esperienza

    all’estero, la quale, per la sua positività ed efficacia, dovrebbe sempre essere incentivata per quanto possibile. L’in-

    serimento nel clima e nella routine sia di una famiglia che di un istituto estranei ed a mille miglia dalla nostra sfera

    d’azione quotidiana, porta infatti, attraverso le relazioni che si instaurano, alla nascita o al rafforzamento di quello

    “spirito di adattamento” utile nelle esperienze personali e ad un miglioramento della conoscenza della lingua stra-

    niera; in più si intrecciano rapporti e legami con nuove persone, che potrebbero sfociare, per quanto l’oceano ci

    separi, in buone amicizie. Ma altre relazioni per niente trascurabili sono ancor più fiorite: quelle all’interno della

    classe stessa. Siamo usciti da questa esperienza ancor più intimamente legati, coesi, liberi da quegli ultimi accenni

    di imbarazzi che erano ancora presenti ed hanno così ceduto il posto ad un’armonia che in un gruppo di questo

    genere è davvero preziosa. La convivenza con i coetanei d’oltremare ci ha fornito la possibilità di osservare inte-

    ressanti differenze rispetto allo stile di vita italiano, con particolare attenzione al diverso sistema scolastico. Di

    quest’ultimo, un aspetto che ci ha particolarmente colpito è il comportamento assunto nelle aule; se nelle classi

    italiane deve vigere una più dettagliata e regolamentata linea di comportamento, in quelle statunitensi, almeno per

    quello che abbiamo potuto constatare all’Olympian High School (Chula Vista, San Diego), alcune regole del no-

    stro sistema non sono presenti: nelle aule, ad esempio, è ammesso l’uso dei cellulari, si possono liberamente con-

    sumare cibi e bevande e, durante le lezioni, non mancano tra gli studenti esibizioni di cantanti provetti ed equili-

    bristi. Riguardo invece allo stile di vita, ha suscitato la nostra curiosità l’assenza di una vera e propria “cultura del

    cibo”, come quella italiana, in cui il pasto è una sorta di rito segnato dalla convivialità e la cura di ricette e piatti

    (escludendo ovviamente le famiglie con radici messicane).

    L’esperienza in California è stata dunque in grado di donarci molto più di quanto avevamo sperato, di mostrarci

    nuove realtà e farci vivere un sogno dal quale è stato difficile risvegliarsi.

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 8

    LICEO LEVI: una buona scelta?

    Buongiorno a tutti! Le ragazze delle inchieste sono tornate anche quest'anno, con un sondaggio che vi mostra

    quanto gli studenti del Liceo Levi siano soddisfatti del loro percorso scolastico.

    Per questo mese abbiamo deciso di distinguere biennio e triennio, in modo da porvi domande differenti a secon-da della quantità del tempo che avete trascorso all'interno del nostro istituto.

    Innanzitutto Irene e Francesca, che frequentano il primo anno nella nostra scuola, hanno chiesto agli studenti di prima e seconda che cosa pensino riguardo alla proposta del nostro liceo di permettere ad alcune classi di fre-quentare le lezioni cinque giorni a settimana, offrendo quindi la possibilità di rimanere a casa di sabato.

    Al Liceo Levi c’è infatti la possibilità di scegliere l’indirizzo scientifico con l'opzione della settimana corta. Anche l’orario delle classi dell’indirizzo sportivo segue questa modalità, mentre le classi dell'indirizzo classico non preve-dono questa alternativa.

    Scegliere la settimana corta significa frequentare lo stesso numero di ore settimanali di lezione, ripartite però in maniera diversa: oltre alle cinque ore giornaliere, si ha un rientro di due ore al pomeriggio oppure due seste ore a settimana e non si va a scuola di sabato.

    Questa organizzazione delle ore di lezione ha sia pregi che difetti: un aspetto positivo è il fatto che, rimanendo a casa il sabato, si hanno due giorni consecutivi per riposarsi o studiare; tuttavia le giornate di scuola possono risul-tare più impegnative e pesanti. Ma cosa ne pensano gli studenti del nostro liceo?

    Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi del biennio se facciano la settimana corta e come si trovino, o se piacerebbe loro farla. Ecco i risultati ottenuti

    Dai dati è emerso che tutti gli intervistati che fanno la settimana corta sono soddisfatti della scelta e si trovano bene poiché riescono ad organizzare il fine settimana come preferiscono e hanno un giorno intero di riposo in più.

  • 9 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    LICEO LEVI: una buona scelta?

    Tra i ragazzi che non fanno la settimana corta, il 29% gradirebbe avere questa opzione, mentre il restante 71% non vorrebbe avere questa opportunità, soprattutto perché le ore di scuola giornaliere risulterebbero troppe.

    Successivamente Eleonora, Alessandra e Rebecca hanno chiesto ai ragazzi del triennio cosa ne pensano dell'indirizzo scelto e della nuova sede del nostro liceo.

    La maggior parte degli studenti intervistati si è dichiarata soddisfatta della scelta di frequentare il Liceo Levi e il proprio indirizzo di studi. Infatti molti hanno affermato che questa scuola, a differenza di altre, offre la possibilità di svolgere numerose attività extrascolastiche come il corso di teatro, il giornalino scolastico, i tornei sportivi, le certificazioni in lingua inglese e tedesca, l’ECDL… Insomma, un'istruzione che si può definire a 360°, non solo nelle ore di lezione mattutine, ma anche dopo il suono della campanella.

    Ciò nonostante alcuni di voi si sono dichiarati non soddisfatti del proprio percorso di studi, dicendo che, se potes-sero tornare indietro, sceglierebbero un altro indirizzo. Questo probabilmente accade perché spesso a tredici/quattordici anni un ragazzo non ha le idee molto chiare sul futuro e può trovarsi di conseguenza a fare delle scelte avventate che col passare del tempo si rivelano sbagliate.

    Vi mostriamo di seguito i grafici riportanti i dati ricavati dalle interviste a studenti che frequentano il liceo scienti-fico e il classico.

    LICEO SCIENTIFICO

    Secondo quanto ottenuto, possiamo affermare che ben il 91% degli studenti rifarebbe questo indirizzo, mentre solo il restante 9% compirebbe una scelta differente.

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 10

    LICEO LEVI: una buona scelta?

    LICEO CLASSICO

    Anche in questo caso i dati dimostrano che la percentuale positiva prevale di gran lunga su quella negativa: il 93% è soddisfatto della propria scelta, mentre soltanto il 7% la modificherebbe, se potesse).

    Possiamo perciò concludere che gli studenti del Liceo Levi apprezzino la propria scuola se ne sentano parte inte-grante.

    Oltre a ciò abbiamo anche indagato su quanto siate contenti del trasferimento del nostro liceo nella nuova sede, circa un anno dopo il 'grande passo'.

    Una minima parte di studenti non sembra essere del tutto soddisfatta: uno dei problemi sollevati è il fatto che la scuola si trovi più distante dalla stazione rispetto alla vecchia sede; quest'ultima si trovava, in effetti, in una posi-zione più comoda per coloro che prendono abitualmente il treno o l'autobus per arrivare a scuola; inoltre, alcuni di voi trovano scomoda la vicinanza con un altro istituto (I.S. Einaudi) a causa del traffico mattutino. Altri invece ritengono il nuovo edificio troppo spoglio: siamo però liete di comunicarvi che i nostri rappresentanti di istituto hanno promosso un concorso per la decorazione del nostro liceo di cui probabilmente vi parleranno a breve.

    Tuttavia, la nuova sede ha riscosso molto successo tra la maggior parte degli studenti poiché moderna, sicura e più vicina, rispetto alla vecchia postazione, al centro di Montebelluna e alla biblioteca… ma la grande novità consiste nella presenza di un bar al suo interno!

    I dati dimostrano che l'87% degli studenti è felice dello spostamento, mentre il 14% sembra essere insoddisfatto.

    Per questo mese è tutto. Vi auguriamo buone feste. Alla prossima!

    Irene Guerretta 1ASC

    Francesca Nandi 1ASC

    Eleonora Dalla Betta 4BCL

    Rebecca De Martin 4BCL

    Alessandra Marin 4BCL

  • 11 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    1 Come ti chiami? (Nome, cognome e classe)

    Mi chiamo Valentina Vidotto e sono in 4B classico.

    2 In che stato hai svolto il semestre all'estero?

    Sono stata in Australia, precisamente in Gold Coast.

    3 Come è stato affrontare un viaggio così lungo?

    I giorni prima della partenza li ho definiti "il limbo", giorni in cui non sei né da una parte né dall'altra. Sei ancora a casa, ma con la mente sei già all'estero. Devi salutare tutti e prepararti a prendere un aereo che ti porterà distante dalla tua famiglia e dai tuoi amici per un lungo periodo. Ricorderò per sempre le mille emo-zioni, i mille pensieri che avevo durante quelle 20 ore di volo. Non vedevo l'ora di atterrare e vedere la famiglia ma al tempo stesso "I was freaking out". Avevo paura. Non sapevo dove e da chi stessi andando. Le prime settimane sono state lunghe e pesanti, avevo mal di testa e a malapena riuscivo a comprendere quello strano accento. Poi mi sono fatta coraggio, mi sono buttata, mi sono fatta degli amici e la mia esperienza è iniziata per davvero. Da luglio in un attimo è arrivato il 2 dicembre, giorno cui ho preso l'aereo che mi ha riportata a casa.

    4 Come mai hai scelto di andare a frequentare un semestre all'estero?

    Ho sempre amato viaggiare, visitare nuove città e scoprire nuove culture. Volevo vivere un paese a 360 gradi. Vo-levo uscire dai miei schemi e mettermi alla prova con la speranza di capire un pochino anche il mondo. Ho sentito che quello era il mio momento. Non dovevo farmelo scappare. Forse ho deciso di partire un po' inconsciamente, senza ben sapere il perché, ma sapevo che quella era un' occasione unica per poter vivere un'esperienza indimenti-cabile. Una di quelle che ti cambiano dentro. Era finito il tempo delle parole, era il momento dei fatti. Ho pensato: voglio andare, no? E allora vado.

    5 A che livello eri con l'inglese prima di partire? E ora?

    In Italia ero un 8. Ora devo ancora verificare ma, dato che riesco a capire i film in inglese senza sottotitoli, direi che sono migliorata.

    6 Ci sono differenze fra i due siatemi scolastici? Se sì, quali?

    La prima grande differenza è il fatto che in Australia si vada a scuola dal martedì al venerdì, quattro giorni a setti-mana; ero infatti considerata “Senior” e questa categoria di studenti non frequenta le lezioni di lunedì, ma in que-sta giornata si dedica a “sportelli” oppure ognuno studia per conto suo a casa. Quando dicevo che in Italia vado a scuola di sabato mi guardavano sbigottiti. Si veniva valutati con le lettere da A a F. Non si usavano libri ma laptop, nei quali c'erano delle grandissime cartelle con tutti gli argomenti. Ogni studente aveva l'accesso alle parti riguar-danti le sue materie e da qui poteva estrarre tutto il materiale necessario. L'unica materia per cui usavamo libri veri e propri era matematica. Questo libro non era comprato dallo studente ma prestato a ognuno dalla scuola. Un'al-tra differenza è il fatto che bisognasse indossare una divisa scolastica. Io ne avevo due: una per i giorni in cui ave-vo danza o sport e un'altra, elegante, per tutti gli altri giorni.

    7 Ti davano compiti per casa? Se sì, tanti?

    Non avevo compiti per casa ma ci assegnavano i cosiddetti assignment, ovvero ricerche da effettuare da soli e che venivano valutati.

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 12

    8 Ti mancavano la scuola e la vita in Italia?

    Della scuola mi mancava soprattutto l'ambiente classe, quello in cui diventi tanto amico di tutti i compagni. Mi sono tanto goduta la vita in Australia e non ho avuto tempo di sentire la mancanza della vita italiana.

    9 Come erano le strutture della scuola che frequentavi?

    Le strutture della scuola erano molto differenti da quelle italiane. Non c'era un unico edificio come il nostro, nel quale si trovano tutte le classi, ma varie costruzioni. Ognuno, in base al suo orario, si recava in un edificio piutto-sto che in un altro, cambiando ogni ora. Non c'erano corridoi chiusi ma vialetti all'aperto.

    10 Descrivi la tua giornata tipo.

    Mi svegliavo alle 5.30 di mattina e andavo a camminare con la mia host mum e i nostri cagnolini. Tornata a casa facevo colazione e, appena finito, prendevo la bicicletta e pedalavo fino a scuola. Stavo lì fino alle 3.10e poi anda-vo con gli amici in spiaggia o al centro commerciale. Tornavo a casa per l'ora di cena. Durante i weekend, invece, stavamo in spiaggia o andavamo a visitare spiagge o luoghi più lontani

    11 Come era la tua famiglia ospitante?

    Ero ospitata da una famiglia “tipo”: una mamma, un papà, un fratello di 16 anni e una sorella di 17. Mi sono tro-vata molto bene con loro perché fin da subito sono stati molto accoglienti con me. Ho stretto un rapporto fortis-simo soprattutto con mio fratello, che era proprio “un grande”

    12 Hai conosciuto exchange students di altre nazionalità?

    Ho conosciuto tantissimi ragazzi: tedeschi, brasiliani, norvegesi, svizzeri e anche altri italiani. Probabilmente loro e tutti i ragazzi australiani saranno ciò che mi ricorderò di più di quest'esperienza. Sono stati ciò che mi ha cambiato maggiormente.

    13 Consiglieresti questa esperienza ad altri ragazzi?

    E' un'esperienza che consiglierei a tutti. Consiglierei a tutti di prendere coraggio e buttarsi in questa esperienza perché ti dà tanto, ti fa vedere come funziona il mondo e ti fa anche diventare più indipendente.

    14 Saluta i tuoi compagni del Levi

    See ya mates, un bacione

    Francesca Amadio 4ACL

    Silvia Lucchesi 4BCL

  • 13 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    La partigiana alla ricerca della verità

    Tina Anselmi nasce nel 1927 a Castelfranco Veneto. La sua intera vita viene influenzata dalla guerra fin dalle origini: il padre, socialista, viene perseguitato dai fascisti e durante l'infanzia assiste a un episodio molto forte di violenza fascista. In questa intervista ideale, sulla prassi consolida-ta lo scorso anno scolastico per questa rubrica, vi raccontiamo come questi fatti l'abbiano portata al suo profondo impegno politico.

    Buongiorno! Grazie per averci concesso quest'intervista.

    Buongiorno. Di nulla, è un piacere.

    Partiamo subito da un fatto che l'ha segnata profondamente: l'impiccagione di alcuni partigiani a cui ha assistito da bambina. Ce ne può parlare?

    Era il settembre del '44 e frequentavo il ginnasio. Dei nazifascisti avevano costretto me e altri studenti a assistere all'impicca-gione di trentuno prigionieri partigiani. È anche in seguito a questo che ho deciso di prendere parte alla resistenza partigiana.

    Cosa ci può dire della sua esperienza durante la seconda guerra mondiale?

    Ero diventata staffetta volontaria con il nome “Gabriella” nella brigata Cesare Battisti. Il mio compito era di trasportare messaggi e documenti importanti ai partigiani che operavano nel territorio. Ogni giorno percorrevo in bicicletta dai 100 ai 120 km, tanto che puntualmente rovinavo i copertoni e dovevo cambiarli con quelli delle mie compagne! In seguito sono entrata a far parte del Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà.

    Anche finita la guerra non è rimasta con le mani in mano. Si è infatti dedicata ad un'intensa attività sindacale.

    Sì, infatti sono entrata a far parte della CGIL e in seguito della CISL. Mi sono poi dedicata alla politica diventando nel 1963 vicepresidente dell'Unione europea femminile e dal 1968 deputata. Mi sono occupata soprattutto di problemi riguardanti la famiglia e la donna, formulando in particolare una legge sulle pari opportunità.

    Ma è il 29 luglio 1976 la data nella quale ha rivoluzionato la visione politica e sociale di tutti gli uomini e le donne italiani.

    È in quella data che sono diventata la prima ministra donna! Nello specifico venni nominata nel governo Andreotti. Questo ha segnato un punto di svolta sicuramente nella mia vita e nella mia carriera politica ma credo anche nella vita di ogni donna italiana.

    Il 1981 segna un'altra tappa importante della sua vita. È in quell'anno infatti che è stata nominata presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2. Ci può spiegare che cos'era questa Loggia?

    Si trattava di un'organizzazione occulta legata al malaffare che comprendeva anche uomini politici o che rivestivano incarichi pubblici. Si occupava di affari, tangenti e omicidi, fino ad arrivare al pilotaggio in vari aspetti del governo e della magistratu-ra.

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 14

    La partigiana alla ricercq della verità

    Le sono state rivolte delle minacce visto il carattere rivoluzionario di questa inchiesta?

    Sono stata minacciata più volte e ostacolata in svariati modi per scoraggiarmi e costringermi a chiudere l'indagine. Il momen-to peggiore è stato quando ho trovato tre chili di tritolo sotto casa.

    Non è stata un'impresa facile visto il clima teso e difficile di quegli anni. Nonostante questo, come ci ha racconta-to sua sorella, non ha avuto paura di nessuno e non si è fatta influenzare in alcun modo.

    Devo ammettere che sono molto orgogliosa di quello che ho portato a termine. Credo infatti che basti una sola persona che ci governa ricattata, o ricattabile, perché la democrazia sia a rischio. Attraverso quest'inchiesta ho scoperto come il potere, quello che ci viene delegato dal popolo, possa essere ridotto a un'apparenza. La P2 si è impadronita delle istituzioni, ha fatto un colpo di stato strisciante. Per più di dieci anni i servizi segreti sono stati gestiti da un potere occulto.

    Cosa si sente di dire ai giovani di oggi?

    Per me fare politica significa soprattutto servire la verità e la democrazia. È con quest'idea che ho cercato di condurre la mia vita e di compiere le mie scelte ed è con questa convinzione che dico ai giovani, uomini e donne, di lottare per questi ideali!

    Grazie per l’intervista. Arrivederci!

    Arrivederci!

    Ovviamente quest'intervista è solo frutto dell'immaginazione delle autrici e non è stata realmente effettuata. Le risposte derivano da

    altre interviste a cui la signora Anselmi ha partecipato

    Martina Poloni 2DSC

    Eleonora Bordignon 4BCL

  • 15 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    Ci vuole un ombrello per salvare il padre

    Questa rubrica nasce con l’intento di raccontare l’infanzia di un grande personaggio del passato per capire quali eventi della sua vita l’abbiano portato ad essere quello che è. Il nome di questo personaggio e ciò che lo rende ce-lebre verrà svelato solo alla fine.. Buona lettura!

    U na famiglia di cinque persone, padre, madre, tre fi-glie, delle quali una ancora neonata, entra in una sta-zione ferroviaria. “Avanti, bambine, seguiamo la fugace avventura!” Esclama il papà “Sììììì!” urlano le

    bambine. La madre segue il gruppetto in silenzio, con lo sguardo triste, tenendo in braccio la figlia più piccola e una pianta, sim-bolo della casa e della vita passata. “Avanti, saliamo sul treno, che ci porterà verso numerose e meravigliose avventure!”. La famigliola sale sul treno, percorrendolo in tutta la sua lunghezza fino ad arrivare all'ultimo vagone. La figlia maggiore corre più velocemente e riesce a sedersi in quel posticino alla fine del va-gone, all’esterno del treno. “Bravissima, principessa!” si congra-tula il papà. Il vento, vento dall’est, sferza i riccioli biondi della bambina, colpendo il suo viso. Si sente libera, sente che le si

    aprono milioni e milioni di possibilità, sente la frizzante sensazione di novità...Poi si gira, verso la sua famiglia. La mamma è seduta da una parte, con la sorellina in braccio e sul grembo l’altra sorella addormentata; ha uno sguar-do sconsolato, malinconico, guarda il papà, seduto dall’altra parte che tira fuori la sua fiaschetta e le rimanda uno sguardo colpevole. Ma solo per un attimo. La bambina si rigira a guardare quello che c'è all'esterno. Il papà poco prima l’aveva chiamata principessa del mondo, e lui era il suo destriero! Ma il papà beve dalla fiaschetta, ha perso il lavoro, e la mamma è sempre più afflitta e amareggiata. Non sa che cosa fare, impacciata. Pensa che arriverà la zia, anche se il papà non vuole, e che li aiuterà. Le insegnerà a rifarsi il letto, a sistemare la camera, a mangiare le medicine... Bleah, no, questo proprio no, non sarebbe riuscita a farlo! Se la immagina, con il suo cappellino con il fiore, la borsa enorme e quell’ombrello nero con il manico con la testa di pappagallo! Scoppia a ridere. “Principessina, che cosa c’è che ti fa tanto ridere?” “Ho pensato che la zia veniva volando!” “Volando?” il padre ride “E come vola?” “Con l’ombrello! E poi” aggiunge sedendosi sulle ginocchia del padre “e poi tirerà fuori dalla sua borsa una lampada! Anzi, una pianta enorme, come quella che avevamo a casa!” Solo la madre non è divertita, ma guarda il marito, con sguardo sconsolato e un po’ di accusa. La bambina sa che è colpa del padre, ma i padri mantengono sempre le promesse, e lui le ha promesso che sarebbe andato tut-to bene e che non l’avrebbe mai abbandonata. “Principessa, vuoi sapere che effetto fa volare?” “Siii!” “Allora, sal-ta in braccio” La bambina salta ridendo “Ti fidi di me?” “Si padre!” la madre distoglie lo sguardo dalla coppia feli-ce. Ma poi sorride, li guarda e si sforza, si sforza tanto per loro. “Tutto ma non tua sorella, cara, per favore, sto sistemando tutto, ho il lavoro alla banca adesso. Tutto ma non tua sorella”. La madre abbassa lo sguardo. Sa che sta andando tutto a rotoli, che il lavoro non durerà, ma ci spera, spe-ra veramente in un lieto fine. Vuole chiamare la sorella perché sistemi tutto ma sa che il marito non sopporta l’i-dea. La bambina maggiore osserva tutto dalla cameretta della sua nuova casa. Pensa che andrà tutto bene. Papà non berrà più dalla fiaschetta, la mamma sarà felice. Poi si perde nei suoi pensieri. “Ehi, principessa! A cosa stai pensando, tutta concentrata?” “Sto deponendo le uova.” “Bravissima! Ci vuole tanta concentrazione, mi racco-

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 16

    Ci vuole un ombrello per salvare il padre Il padre la osserva “Mia principessa, ricordati che questo mondo è solo un’illusione, non è il nostro mondo. Ricor-dalo sempre. E non attaccarti mai al denaro, che poi quello ti morde il sedere. Ma aspetta! Cosa sento? Vento dall’est! Qualche novità è in arrivo, principessa! Sento che sta arrivando il possente destriero alato Albert, pronto per partire per l’Isola delle Meraviglie!” La bambina corre con le braccia aperte sul prato davanti a casa; ad un tratto la madre esce. “Tesoro è quasi pronto il pranzo, dammi una mano a preparare la tavola.” “Sono un uccello madre, sto cercando un posto dove fare le uova” “Come ti ho detto centomila volte, non devi fare le uova quando ti chiamo a tavola” “Sì madre.” La bambi-na si chiede se la mamma sia mai stata un uccello, dopotutto la casa è calda come un nido. Poco dopo sono tutti riuniti per il pranzo, e la mamma mette in tavola una gallina arrostita. Siccome i polli avevano i nomi di amici e conoscenti, il padre chiede: “Chi è, è la signora Mackenzie? Se è lei non ho fame, mi era molto simpatica.” “No” risponde la madre “è Nancy Clibbon.” La bambina in questi momenti crede che andrà tutto bene. Ma durante pranzo vede che papà si alza, va in camera da letto, prende la fiaschetta e la porta in tavola. La bambina vede che la mamma ha lo sguardo sconfitto. “Solo un sorso cara, non mi uccide mica.” È notte, e la bambina sente tossire dalla camera dei genitori. “Papà?” la bambina osserva il padre disteso sul letto, che tossisce e sputa sangue. “Padre?” “Sì?” “Non mi abbandonare.” “Non ti abbandonerò mai, promesso. Princi-pessa, c’è una medicina molto importante che devo prendere, è dentro una fiaschetta…” È notte, e la bambina non riesce a dormire. Si gira, e vede la madre in piedi affianco al letto. “Prenditi cura delle tue sorelle. Vado a prendere la zia” “Madre?” La madre si volta e esce di casa, in vestaglia da notte. “Madre? Ma-dre!” “Papà? Vento dall’est, è arrivata la zia!” Il padre si volta a guardare la madre, che è seduta sul pavimento, con gli occhi rossi. “Bene tesoro” dice la madre “La zia sistemerà tutto.” La bambina pensa che sia ancora dura. Troppo dura, e lei deve anche occuparsi delle sorelline. “Helen, Helen, ci racconti una storia?”, la supplicano le sorelle. La bambina, Helen, si siede sul lettino e comincia a raccontare di una famiglia, e prende d’esempio l’unica famiglia che conosce, la sua. Una famiglia normale, con un padre, il Si-gnor Banks, una madre, la Signora Banks, e dei bambini malandrini, Jane e Michael, i maggiori, e John e Barbara, due gemelli neonati. Il padre non vuole occuparsi direttamente dei figli, la madre è distratta, i bambini cambiano continuamente tate finché un giorno, quando sferzava il vento dall’Est, arriva una tata volando! La tata si chiama Poppins, Mary Poppins, e piano piano aiuta i bambini a diventare meno pestiferi e ad assistere i genitori, e, gui-data dallo spazzacamin Bert, entra nei suoi disegni fatti col gesso. E poi, dopo viaggi per il mondo, dopo che il Signor Banks porta i bambini in banca e viene licenziato da lì, dopo che la famiglia si riunisce e il Signor Banks è più sereno anche se la Signora Banks odia la tata, Mary Poppins se ne va, trascinata dal vento dall’Est. Ora Jane si prende cura dei fratellini più piccoli, Michael non è più un birbantello e i fratelli ancora bambini mettono su i den-ti, senza più riuscire a parlare con gli animali, uscendo dal mondo della fantasia. Ora il Signor Banks è sereno. Helen, cresciuta, ripensa tanto alla sua infanzia. Pensa che tutti le volevano bene, solo la zia no, tutti la facevano sognare, solo la zia no. Ma la zia li aveva salvati, anche se non era riuscita a salvare il padre. La zia era stata la loro vera tata, non la fantasia con cui passava le giornate. Un giorno era arrivata, con il suo ombrello con la testa di pappagallo e la sua borsona, da cui aveva tirato fuori un mondo di cose. Era arrivata un giorno in cui vento dall’est / la nebbia è là / qualcosa di strano tra poco accadrà / troppo difficile capire cos’è / ma penso che un’ ospite arrivi per me. Helen Goff pensa che la zia li abbia aiutati, anche se non era bastato. E pensa di avvertire tutti i futuri bambini, così li avrebbe aiutati a distrarsi, a fuggire nella fantasia. E così, firmandosi Pamela Travers, imbastisce un c’era una vol-ta, una tata con un ombrello parlante per volare e una borsona infinita. Una tata che, così, li avrebbe aiutati ad af-frontare la realtà. Una tata della quale parlera in un libro che diventa celebre tra grandi e piccini, e che racconta in maniera fantasiosa la vera storia di Helen Goff. Una tata di nome Mary Poppins. Mai e poi mai solo Mary.

    Chiara Bordignon 2ACL

  • 17 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    C ome si sa, il Natale è un caposaldo della cultura italia-

    na e il Bel Paese si prepara con grande anticipo per

    questa festa. Il trenino, le automobili, i trattori giocat-

    tolo, i mattoncini delle costruzioni sono i regali da

    scartare sotto l’albero per gli ometti. Le fanciulle, in-

    vece, preferiscono vestiti o bambole. E quest’anno cosa chiedere-

    mo a Babbo Natale?

    I primi posti sono occupati dai regali tecnologici, ma certamente

    gli Italiani non si sono dimenticati di pensare ad un dizionario, a

    un libro o addirittura ad un nuovo cappotto. Il Black Friday ame-

    ricano dà il via allo shopping natalizio negli States, mentre in Italia

    i negozi cominciano ad affollarsi nella prima decade di dicembre,

    tuttavia i cervelli iniziano a fumare ben prima: pensare al regalo

    per i parenti è una vera impresa che, oggi come oggi, deve avere un budget, sebbene la gioia contenuta nel pacco

    sia incalcolabile. Ultimamente si definisce qualsiasi dono, grande o piccolo che sia, un pensierino e, pur di offrirne

    uno a tutti, ci concediamo una dilatazione alla massima somma prevista. La felicità riempie il cuore del tricolore

    durante l’avvento con la preparazione gongolante dei regali da disporre sotto il pino decorato il Christmas Day.

    Nemmeno nei supermercati sfuggono si possono evitare le code al bancone piuttosto che alla cassa: si sa che il

    pranzo in famiglia è tradizione alla quale non si può sfuggire. Nonostante ciò sono molti gli Italiani che decidono

    di prendere il volo verso una località turistica, anche se in fondo tutte le desiderano condividere il giorno di Natale

    (oltre che sui social) con la famiglia o con gli amici. E’ infatti lo scambio di un augurio che ci fa rivivere il gusto

    dello stare insieme.

    Di certo non tutti possono vivere quest’attesa al Natale con gioia. Il solo fatto di guardare le notizie dell’ultim’o-

    ra ci mette al cospetto di situazioni troppo ingiuste e crudeli: l’altra faccia della stessa medaglia. Ci si rende conto

    che non tutti potranno scartare il regalo aspettato e tanto bramato. Il mondo intero non è pronto per festeggiare

    un Natale di pace e serenità. Si vedono numerose situazioni traballanti che non contribuiscono a farci vivere

    un’atmosfera gioiosa come dovremmo. Dovremmo accendere tante luci colorate lungo le vie delle strade del mon-

    do. E’ possibile notare come in realtà ci sia un mondo che ci prepara uno spettacolo ogni ora diverso di cui non

    ci aspettavamo di essere spettatori. Moltissimi bimbi muoiono ad Aleppo, in Siria, e chiedono aiuto sotto un mon-

    sone di bombe ridondante che li costringe a vivere soli un’infanzia che sarà il ricordo più brutto della loro vita. Il

    quartiere è diventato un cumulo di macerie e le vite degli uomini, delle donne, dei ragazzi sono parte di quelle case

    crollate nelle quali profumava una quotidianità felice. Ora si respira l’odio, la rabbia, la voglia di vendetta che si

    mescola in un odore acre di infelicità. Il dono che ogni bambino desidererebbe è la pace. Merry Christmas all over

    the world!

    Anna De Marchi 1BCL

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 18

    N el Tirolo le tradizioni sono particolarmente sentite e rendono il mese prima di Natale un momento

    magico. Ogni anno antiche tradizioni locali rivivono nelle piazze, nelle vie delle città e nei paesi di

    montagna.

    Tipica è la preparazione dei biscotti che coinvolge tutte le donne, dalle più giovani alle più anziane,

    e che accompagnata dai tipici canti natalizi contribuisce a rendere ancora più magici questi momenti. Non è raro

    infatti che gruppi di cantori (Anklöpfler) o cori di bambini bussino alle porte per rallegrare con le proprie voci tut-

    ti gli abitanti.

    Vediamo più nello specifico le varie tradizioni tirolesi!

    CORONA D’AVVENTO (ADVENTKRANZ)

    In ogni casa della regione viene preparato l’Adventkranz, una corona di rami di pino con quattro candele che sim-

    boleggiano le quattro settimane che mancano alla nascita di Gesù. Ogni domenica ne viene accesa una, e, quando

    tutte le candele risplendono nelle serate invernali, significa che sta per arrivare il “Christkindl”, ovvero Gesù bam-

    bino con i doni. È infatti lui e non Babbo Natale a portare i regali.

    LE NOTTI D’INCENSO (Raunächte)

    Nella credenza popolare, con il 25 dicembre iniziava il periodo mistico delle notti d’incenso (Raunächte). Gli abi-

    tanti temevano che gli spiriti maligni potessero irrompere nelle loro case fino al 6 gennaio. Per tenerli sotto con-

    trollo si usava bruciare dell’incenso la notte della Viglia di Natale, a Capodanno e il giorno dell’Epifania. L’assenza

    di un membro della famiglia durante la celebrazione di questo rito era considerata come simbolo di sfortuna o ad-

    dirittura di morte.

    Ancora oggi in Tirolo si pratica questo rito. In una grande padella piena di brace ardente viene gettato dell’incenso

    con cui la famiglia “purifica” l’abitazione recitando preghiere.

    I BAMBINI BUONI…

    … Fremono nell’attesa del 5 dicembre, la vigilia di San Nicola (Nikolaus). In questo giorno si usa scambiarsi pic-

    coli doni, soprattutto dolci nascosti nelle calze. In varie località “San Nicola” fa il suo ingresso nel centro storico,

    vestito da vescovo e seguito dalla banda. Egli porta un enorme sacco di regali che distribuisce ai presenti. È solito

    anche visitare tutte le case, nelle quali i bambini lo aspettano cantando canzoni natalizie o recitando piccole pre-

    ghiere.

    I BAMBINI CATTIVI INVECE…

    …Tentano di scappare dai Krampus. I Krampus sono degli uomini travestiti che arrivano in città verso l’imbruni-

    re e si presentano come dei mostri pelosi con maschere raccapriccianti. Portano sempre con loro scope e catene,

    che servono appunto a punire i bambini che non si sono comportati bene e indurli a migliorare. Chi osa disturba-

    re i Krampus viene rinchiuso all’interno di una gabbia e viene trasportato in giro per la piazza, deriso da tutti i pre-

    senti.

    E tu? Aspetti Nikolaus o scappi dai Krampus?

    Alessia Gastaldin 1ASC

    Sofia Zannin 1ASC

  • 19 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    M ost western countries has always looked up to the U.S.A. as a model to follow. A lot of European

    people used to admire America, as it seemed a great country full of opportunities where

    “everything is gold”. However, a large part of these people were astonished by the results of the

    U.S. election.

    Inevitably most of

    them couldn’t believe

    that Donald Trump

    was elected as the new

    president of the Unit-

    ed States of America.

    So the question is:

    America, what hap-

    pened? How could

    people who were so

    enthusiastic about

    Obama’s election vote

    for Donald Trump?

    How could states like

    Florida and Ohio,

    which supported

    Obama for his de-

    fense of human rights

    and his campaign

    against discrimination, vote for a racist, xenophobic and sexist president? How could American people have

    changed their mind in such a strong way?

    On the other hand, I sadly have to admit that in my opinion Hillary Clinton was not a good candidate at all. Her

    character wasn’t always clear and that’s why American people had so many doubts about her. In addition to this, I

    think that she wasn’t strong enough to face Trump’s populist campaign, which led him to victory by manipulating

    people’s fears.

    This is in my opinion one of the thing we must pay more attention to, because the same thing is happening in Eu-

    rope. A lot of politicians are basing their campaigns on people’s fears in order to increase their votes and we must

    face this phenomenon as well as possible.

    All in all, I’m afraid that the answer to all those questions is that America is not what we thought. Considering the

    U.S.A. as a model was wrong, and this fake model is now collapsing in front of our eyes, ending the era of the

    “American Dream”. Anyway, at the same time, we have to be really careful with what is happening inside Europe,

    because there are many dangerous aspects and, if we want to keep Europe a place where everyone feels free, we

    must react as as possible.

    Lorenzo Portaluri 4DSC

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 20

    Un uomo, una leggenda

    "

    ". Non lo conscete? È Freddie Mercury!

    Penso che ormai tutti conoscano la sua vita e le sue opere,

    comunque, in occasione dell’anniversario della sua morte,

    eccole!

    F reddie Mercury, nato a Zanzibar il 5 Settembre

    1946, è stato uno dei più grandi cantanti

    dell'ultimo secolo. Fu fondatore nel 1970 del

    gruppo rock britannico “Queen”, di cui fece

    parte fino alla sua morte. Viene ricordato, oltre che per il

    suo straordinario talento, per la sua esuberante personalità nel palco. Queen è il nome che ha dato al gruppo, con-

    sapevole della connotazione gay, anche se questo diverrà solo uno degli aspetti di questa band leggendaria. Arriva-

    ti a questo punto Wikipedia non ci dice nient'altro di importante. È necessario sapere molto altro, però, per capire

    appieno la personalità di Freddie. Non è mai stato un santo, anzi, aveva molti vizi che fortunatamente non sono

    andati a influenzare la sua carriera musicale, e di questo non si discute. Nelle sue canzoni riesce a conciliare temi di

    attualità con il gusto piacevole di ascoltare una canzone mentre si va a fare jogging. È stato incredibile e come

    ogni altra cosa dotata di questo attributo la morte lo ha voluto tutto per sè. Infatti Si ammalò di AIDS, e sviluppò

    a causa di ciò una grave broncopolmonite che lo portò alla morte il 24 Novembre 1991.

    Freddie Mercury è stato un mito, non so come spiegarlo. Avete presente come la vita cambia tutto all'improvviso?

    Avete il vostro bellissimo castello di sabbia, siete orgogliosi di quello che avete fatto e arriva qualcuno o qualcosa

    a distruggerlo. Questo è quello che è successo a lui e a noi, milioni di fan.

    Mi sento dunque in dovere di consigliare a chi non lo conoscesse le canzoni più belle e significative di questo mito

    della musica:

    1-Bohemian Rhapsody 6–Radio gaga

    2-I Want To Break Free 7–We will rock you

    3-A Kind Of Magic 8-Innuendo

    4-I was born to love you 9-Don’t stop me now

    5-Princes Of The Universe 10-The Miracle

    Sarebbe possibile un articolo senza una sua citazione finale per concludere in bellezza?

    "

    Sebastiano Torresan 1ASA

  • 21 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    L’inizio di una nuova era del rock

    “Queen è un nome corto, semplice e facile da ricordare ed esprime poi quello che vogliamo essere: maestosi e regali.''.

    C osì Freddie Mercury spiega perché la band che a partire dagli anni '70 ha rivoluzio-nato la storia del rock ha scelto questo nome.

    Il carisma e la personalità dei Queen hanno fatto sì che riuscissero a dar vita a una nuova era della musica, quella del glam rock. Caratteristiche di questo genere sono la ricercatezza nel modo di vestire e un atteggiamento del tutto originale sul palco, da cui il

    cantante lancia delle rose al pubblico o beve dello champagne, chiudendo ogni concerto con la celebre frase 'God save the queen'.

    La loro storia inizia nel lontano 1970, durante un pomeriggio estivo in cui il neonato gruppo, composto dal can-tante Freddie Mercury, il chitarrista Brian May, il batterista Roger Taylor e il bassista John Deacon (quest'ultimo a partire dal 1971), compone per la prima volta un repertorio musicale.

    Nel 1973 i componenti della band firmano il primo contratto discografico; nello stesso anno pubblicano il loro album di debutto, chiamato 'QUEEN', e partono per un tour che tocca tutto il Regno Unito.

    Ottengono il primo successo con 'Sheer heart attack', ma il singolo che li farà diventare famosi in tutto il globo è 'Bohemian Rhapsody', pubblicato nel 1975, in vetta alle classifiche per settimane e responsabile dell'ascesa dei Queen come uno dei gruppi più talentuosi di quei tempi.

    Significativa e ricordata per essere stata uno degli show più incredibili della band è la loro apparizione al Live Aid allo stadio di Wembley nel 1985, durante la quale i Queen dimostrano il loro indiscutibile e incredibile talento.

    I loro successi, anno dopo anno, diventano sempre più numerosi e il gruppo sembra destinato a scalare ogni clas-sifica per i decenni a venire. Tuttavia, il 23 novembre 1991 Freddie Mercury annuncia di avere l'AIDS e muore il giorno seguente, circondato dagli amici e dai familiari.

    Questo gruppo storico nel corso della carriera è riuscito a vendere circa 300 milioni di dischi, diventando così una tra le band più importanti del panorama musicale internazionale.

    Ancora al giorno d'oggi i Queen hanno una forte influenza nei musicisti di ogni parte del mondo, grazie al grande successo ottenuto e al loro stile inconfondibile.

    Rebecca De Martin 4BCL

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 22

    Top Ten Levi

    Stanchi delle solite hit deludenti? Qui c’è quello che fa per voi! La classifica che troverete qui sotto si basa su un

    riassunto delle hit di vari siti, sul numero di visualizzazioni su YouTube e sulla frequenza di riproduzione nelle di-

    verse stazioni radio. Se poi vi piace, un pollice in su! ?J

    1 HUMAN RANG‘N’BONE MAN

    2 BLACK BEATLES RAE SREMMURD FEAT. GUCCI MANE

    3 ASSENZIO J-AX & FEDEZ FEAT. STASH & LEVANTE

    4 ROCKABYE CLEAN BANDIT FEAT. SEAN PAUL & ANNE-

    MARIE

    5 OTHER PEOPLE LP

    6 DON’T WANNA KNOW MAROON 5

    7 LET ME LOVE YOU JUSTIN BIEBER FEAT. DJ SNAKE

    8 LOVE ME NOW JOHN LEGEND

    9 CLOSER THECHAINSMOKER FEAT. HALSEY

    10 SAI CHE MARCO MENGONI

  • 23 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    Top Ten Levi

    Al primo posto troviamo “Human”, una delle canzoni facenti parte della Hit Music Best 2016 e ancora in testa alla

    maggior parte delle classifiche italiane, oltre che precedentemente inserita al primo posto in quasi tutte le clas-

    sifiche europee e americane. Il motivo di tale successo? Oltre che sulla base strumentale in sé, con il suo ritmo

    orecchiabile e coinvolgente, il musicista ha puntato molto sul significato, riportando le sue opinioni riguardo

    alla vulnerabilità umana, tema molto frequente nelle canzoni del momento.

    Al secondo posto emerge sul web “Black Beatles”, brano molto popolare che ha conquistato in soli due mesi 181

    milioni di visualizzazioni, facendo conoscere il successo ai due fratelli Khalif e Aaquil Brown (Rae Sremmurd),

    che hanno collaborato con il rapper Gucci Mane.

    “Assenzio” è una canzone scritta dal duo composto dai rapper italiani J-Ax e Fedez assieme a Stash, ex cantante dei

    The Kolors e Levante. La celebre coppia torna in classifica dopo il successo di “Vorrei ma non posto”. Il testo

    punta a sottolineare che crescendo impariamo i veri valori della vita: quando si è giovani si pensa solo alla fa-

    ma e al successo, mentre quando si è più maturi si capisce che questo in fondo non è altro che tempo perso.

    Al quarto posto compare “Rockabye”, brano composto da Clean Bandit, Sean Paul e Anne-Marie. Esso tratta delle

    fatiche e dei sacrifici che compie una madre single per crescere un figlio, superando le difficoltà quotidiane fra

    lavoro e famiglia.

    Per quinto è riportato un singolo della celebre Laura Pergolizzi, “Other people”, che torna in radio dopo il successo

    di “Lost on you”. Il brano riporta lo stile unico della cantante. In esso infatti sono presenti l’immancabile fi-

    schio, il ritmo ballabile e nostalgico e l’accompagnamento delle chitarre acustiche.

    Al sesto posto, invece, troviamo una delle canzoni più famose di questo periodo: “Don’t wanna know” dei Maroon

    5 e di Kendrik Lamar, che su YouTube ha conquistato quasi 100 milioni di visualizzazioni. Questa canzone, il

    cui testo parla di uno sconforto e una delusione d’amore, è una sorta di presa in giro della famosa app Poke-

    mon Go.

    “Let me love you” è uno dei più celebri singoli di quest’anno, cantato da Justin Bieber con l’accompagnamento di Dj

    Snake. Il video ufficiale è comparso solo dopo quattro mesi dall’uscita del lyric video, che aveva già riscontrato

    una grande fama.

    All’ottavo posto “Love me now” di John Legend con il suo significato profondo conquista tutti gli ascoltatori e, seb-

    bene sia uscita su YouTube solamente a metà novembre, questa canzone sembra già distinguersi, con oltre 30

    milioni di visualizzazioni, successo dovuto in parte anche alla tenerezza del video.

    Al nono posto troviamo invece una canzone tratta da uno fra i video più guardati su YouTube quest’anno, “Closer”,

    che, con oltre le 830 milioni di visualizzazioni ottenute nel lyric video a distanza di tre mesi dal video ufficiale,

    conquista il web. Il testo racconta la storia fra uno dei componenti dei The Chainsmoker e Halsey e del loro

    incontro dopo quattro anni.

    E infine spicca, nonostante la sua ultima posizione, il singolo di Marco Mengoni “Sai che”, una delle canzoni più

    trasmesse nelle radio e nelle radio-tv e ancora molto ascoltata sebbene sia uscita a metà ottobre. Il testo ci ri-

    vela un amore finito, consumato, fatto di poche parole, piccoli gesti e tanti ricordi… Insomma, un ennesimo

    capolavoro del talentuoso cantante!

    BUON ASCOLTO A TUTTI!

    Annachiara Mondin 1BCL

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 24

    Pretty Little Liars GENERE: Thriller, teen drama, giallo

    TRAMA: Dopo la scomparsa della loro

    amica, Alison (‘l’ape regina’ del gruppo) e le

    sue quattro amiche più affiatate, Spencer,

    Aria, Hanna ed Emily vengono “minacciate”

    tramite SMS da una persona che si firma “-

    A”. Gli SMS contengono segreti personali

    che ciascuna di loro aveva confidato sola-

    mente ad Alison. La loro prima conclusione

    è quindi che la loro amica sia in realtà ancora

    viva . Successivamente però, dopo il ritrovo

    del suo corpo esanime, le quattro sono co-

    strette a rinunciare all’ipotesi: concludono

    che –A sia in realtà l’assassino di Alison .

    Seguono dunque le indagini, che dovranno affrontare oltre a questo mistero problemi sentimentali e non solo.

    RECENSIONE: Ho trovato questa serie TV davvero travolgente, piena di suspance e colpi di scena. Lo spetta-

    tore viene spinto a guardarla tutta d’una volta , episodio dopo episodio aumenta il mistero ma anche l’affetto ver-

    so i personaggi; si inizia ad affezionarsi davvero a ognuno di loro, anche se non tutti hanno un ruolo completa-

    mente positivo. Penso che tutte le persone che hanno visto questa serie tv si riconoscano in almeno uno dei per-

    sonaggi perché ognuno ha delle caratteristiche particolari. Per esempio, partendo dalle protagoniste, Spencer è un

    tipo studioso, che prende sempre voti alti, appartenente ad una famiglia prestigiosa che si aspetta il massimo da

    lei, generosa e ambiziosa. Aria è invece la tipica ragazza semplice, amante dell’arte e appassionata alla letteratura,

    molto permalosa e testarda, mentre Hanna, l’amante dello shopping, molto sarcastica e allo stesso tempo testarda,

    è la ragazza dolce e sensibile del gruppo. Infine c'è Emily, ragazza timida ma forte e perseverante che fatica a fi-

    darsi delle persone.

    Andando avanti con questa serie i misteri aumentano, così come i problemi di ciascuna.

    Solitamente dai fan le protagoniste vengono anche chiamate ‘liars’. Perché vengono chiamate così? Perché ognuna

    di loro ha dei segreti, ma principalmente perché condividono tra loro le scoperte che fanno riguardo alla morte di

    Alison , nascondendole alla polizia. Il motto di Alison era sempre stato infatti che i segreti sono ciò che tiene le

    amiche più legate .

    Ormai la serie si sta avvicinando alla conclusione. L’ultima parte della settima serie inizierà infatti il prossimo apri-

    le con le ultime rivelazioni.

    Consiglio apertamente questa serie perché prende molto e trasmette anche degli insegnamenti importanti quali il

    credere sempre in se stessi e l’essere determinati nel raggiungere i propri obbiettivi.

    Emma Damatar 2ACL

  • 25 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    “The Curious Incident of the Dog in the

    Night-Time”

    “ La macchina tecnologicamente più efficiente che l’uomo abbia mai inventato è il libro.” In un’epoca in

    cui la tecnologia prende sempre più il sopravvento, le parole di Northrop Frye, critico letterario canadese,

    ci sembrano le più appropriate per riaprire anche quest’anno la nostra rubrica.

    Come primo consiglio, in questo numero vi proponiamo un romanzo inglese di Mark Haddon, intitolato

    “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, libro che ci ha coinvolti, commossi e tenuti con il fiato sospeso.

    Titolo: “The Curious Incident of the Dog in the Night-Time”.

    Autore: Mark Haddon.

    Casa editrice: Einaudi.

    Genere: romanzo.

    Prima edizione: 2003.

    Mark Haddon è uno scrittore e poeta britannico. Ha studiato presso il Merton College di Oxford. Finora ha

    scritto e illustrato quindici libri per ragazzi ed ha lavorato per radio e televisione, realizzando diverse sceneggiatu-

    re.

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 26

    Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

    La voce narrante della vicenda è Christopher Boone, quindicenne affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di

    autismo che comporta disturbi comportamentali: Christopher odia essere toccato dalle altre persone, detesta il

    giallo e il marrone ma ama il rosso e non riesce ad interpretare l’espressione del viso delle persone. Nonostante ciò

    egli possiede straordinarie capacità logiche e matematiche: ha una memoria formidabile, sa tutti i numeri primi

    fino a 7507, passa gli esami di matematica a pieni voti e alla fine del romanzo dice di voler iscriversi all’università e

    diventare uno scienziato.

    Christopher vive con suo padre, in una cittadina dell'Inghilterra chiamata Swindon, poco distante da Londra. La

    vicenda prende il via con un episodio che turba profondamente il protagonista: l’assassinio di Wellington, il cane

    della vicina di casa dei Boone, Mrs. Shears, rinvenuto da Chistopher. Il ragazzo allora, ispirandosi al celeberrimo

    detective Sherlock Holmes, decide di scoprire chi è l’assassino.

    Nella sua indagine, ostacolata dal padre forse un po’ troppo apprensivo nei confronti del figlio, Christopher, oltre

    a riuscire nel suo intento, viene a sapere delle verità nascoste , che lo porteranno ad aver paura del padre, a com-

    piere un viaggio da solo fino a Londra e a confrontarsi con le difficoltà che ha nel relazionarsi con le altre persone

    e con il mondo che lo circonda.

    Con questo racconto Haddon tratta un tema inusuale, ma senz’altro di grande rilievo: l’autismo. Il suo intento è

    quello di far capire al lettore, attraverso un libro semplice e spontaneo, le difficoltà con cui un ragazzo come Chri-

    stopher deve convivere ogni giorno, come ad esempio la difficile comunicazione con le altre persone o la paura

    degli estranei e dei luoghi sconosciuti.

    Il racconto è accompagnato da immagini e problemi matematici, che, assieme allo stile schietto e leggero, lo ren-

    dono più invitante e scorrevole.

    Abbiamo trovato il romanzo molto coinvolgente: la storia cattura, appassiona e travolge il lettore, che non può

    fare altro che immedesimarsi nel suo protagonista e nella sua sindrome.

    Camilla Gazzola 3ACL

    Gianluca Beghin 4ACL

  • 27 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    L’intelligenza artificiale che impara da sola

    “Intelligenza Artificiale Euristica” è il nome che è stato dato da due ricercatori dell’ università di Toronto alla loro

    invenzione. Essa è una rete neurale artificiale che riproduce il funzionamento del cervello umano ed apprende

    nuove conoscenze attraverso l’esperienza. I padri di questa intelligenza artificiale sono Parham Aarabi e Wenzhi

    Guo. Il loro programma è stato messo alla prova attraverso un test che consisteva nel riconoscere tra diverse foto

    quelle che contenevano immagini di capelli umani. In genere i programmatori procedono mostrando agli algoritmi

    migliaia e migliaia di foto di capelli umani di ogni colore e taglio, in modo da far riconoscere al loro programma i

    capelli secondo il sistema “già visto”. Nel caso della macchina euristica, invece, è bastato fornire il concetto di ca-

    pello alla macchina (per esempio “I capelli sono attaccati alle teste degli esseri umani, sono sottili, di lunghezza e

    colore variabile”) e questa, secondo i dati forniti, è riuscita a riconoscerli. Ciò che è accaduto riproduce la dinami-

    ca del maestro che insegna all’alunno, il quale attraverso la spiegazione riesce ad apprendere qualcosa che va oltre

    le istruzioni. Questa nuova frontiera della tecnologia potrà consentire di apportare miglioramenti nel campo della

    sicurezza, della medicina (per esempio nel riconoscimento dei tumori) e delle auto. Restano però dei dubbi legitti-

    mi. Questa nuova frontiera toglierà il domino della conoscenza all’uomo? Cosa rimarrà all’essere umano?

    Leonardo Brazzalotto 1ASC

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 28

    Gli elefanti stanno nascendo senza zanne per difendersi dall’uomo:

    ecco il perché

    Gli elefanti in Mozambico stanno perdendo le zanne a causa del bracconaggio. Com’è possibile?

    È uno dei più grandi mammiferi del pianeta, conosciuto da grandi e piccini, soprattutto per le enormi orecchie, la

    paura dei topi e la caratteristica “proboscide”. Nella storia è stato reso celebre da Annibale, che lo ha utilizzato

    nelle battaglie contro i Romani durante le Guerre Puniche. Ancora oggi è utilizzato come fedele mezzo di traspor-

    to. Avete capito chi è il soggetto di questo articolo? Ma certo! L'elefante!

    F in da quando, ancora bambini, si

    iniziano ad imparare i nomi degli

    animali, si è da subito attratti dalla

    simpatia di questo mammifero.

    Purtroppo, però, alcuni umani lo apprezzano

    solo per le sue zanne, poiché sono costituite da

    avorio. Questo materiale da secoli è usato per

    la fabbricazione di manufatti e accessori e i

    bracconieri se ne impossessano, privando così

    il povero animale di una parte per lui impor-

    tantissima. Per i pachidermi, infatti, le zanne

    sono strumenti necessari per procurarsi il cibo,

    per scavare nel terreno in cerca di acqua, per difendersi e, per gli esemplari maschi, per combattere per la supre-

    mazia su una compagna o sul territorio.

    Per scappare da questa persecuzione, gli elefanti dell’Africa negli anni hanno modificato il loro DNA: ora, in nu-

    mero sempre maggiore, nascono senza le zanne.

    Studi su questi mammiferi dimostrano in che modo tutto ciò sta accadendo. Siamo in Mozambico, nell’Africa sud-

    orientale, precisamente nel Gorongosa National Park, habitat di molti elefanti. La ricercatrice Joyce Poole sta stu-

    diando sugli esemplari che qui vivono gli effetti del bracconaggio avvenuto durante la Guerra Civile, terminata nel

    1992 dopo 15 anni. Le sue osservazioni l’hanno portata a concludere che molte femmine di elefante non hanno le

    zanne. Il suo ragionamento, però, parte da un principio a priori: fra tutte le nascite, c’è una percentuale tra il 2 e il

    6% di elefanti che nascono privi di zanne. La scienziata ha immaginato così che questa classe “speciale” di animali

    ha avuto (e ha) una maggiore possibilità di scampare al bracconaggio dell’avorio, e che quindi si è sviluppata in

    numero maggiore, trasmettendo i geni “senza zanne” ai figli.

    Questo fenomeno è comparso non solo in Mozambico, ma anche in Sudafrica, dove gli elefanti hanno in molti

    casi zanne più corte rispetto alla media. In ogni caso, però, sono solo gli esemplari femmina a possedere la parti-

    colarità di non avere le zanne, mentre quelle dei maschi, non si sa perché, stanno iniziando ad accorciarsi.

    Che portento la natura: sembra quasi che voglia salvare il suoi figli dalla furia dell’uomo!

    Nicolò Bonaga 1ASP

  • 29 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    Q uest'estate si è conclusa con un evento molto importante, che abbiamo deciso di commentare in questo primo numero del giornalino: le Olimpiadi di Rio 2016.

    Iniziamo questo articolo facendo un elenco delle 10 Nazioni che si sono imposte nel medagliere di que-sta trentunesima edizione dei Giochi Olimpici:

    Stati Uniti d' America con 121 medaglie (46 ori, 37 argenti e 38 bronzi)

    Gran Bretagna con 67 medaglie (27 ori, 23 argenti e 17 bronzi)

    Repubblica Popolare Cinese con 70 medaglie (26 ori, 18 argenti e 26 bronzi)

    Federazione Russa con 56 medaglie (19 ori, 18 argenti e 19 bronzi)

    Germania con 42 medaglie (17 ori, 10 argenti e 15 bronzi)

    Giappone con 41 medaglie (12 ori, 8 argenti e 21 bronzi)

    Francia con 42 medaglie (10 ori, 18 argenti e 14 bronzi)

    Repubblica di Corea con 21 medaglie (9 ori, 3 argenti e 9 bronzi)

    ITALIA con 28 medaglie (8 ori, 12 argenti e 8 bronzi)

    Australia con 29 medaglie (8 ori, 11 argenti e 10 bronzi)

    La classifica che abbiamo appena esposto si basa non sul numero totale delle medaglie, ma sul numero di ori con-quistati da ogni Paese.

    Come da pronostico gli atleti che hanno vinto più medaglie durante questa edizione dei Giochi sono americani. Al primo posto troviamo Micheal Phelps il quale ha vinto 5 ori e 1 argento nel nuoto; al secondo posto c'è Katie Ledecky con 4 ori e 1 argento sempre nella stessa disciplina ed infine Simone Biles con 4 ori e 1 bronzo nella ginnastica artistica.

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 30

    After Rio 2016

    L'ITALIA A RIO

    L'Italia in questa edizione dei Giochi Olimpici ha ottenuto ottimi risultati nonostante una squadra giovane, delle condizioni difficili e un contesto internazionale sempre più competitivo.

    I giovani atleti che hanno avuto l'onore di fare da portabandiera allo stadio Maracanà sono stati Federica Pelle-grini alla cerimonia di apertura e Daniele Lupo a quella di chiusura.

    Anche se il totale delle medaglie è lo stesso di Londra 2012 e Pechino 2008, il risultato di quest'anno ha superato ogni aspettativa perché l'Italia è riuscita a rimanere nella Top Ten mondiale, davanti anche ai padroni di casa del Brasile.

    Purtroppo ci sono state anche delle delusioni in quanto la nostra Nazione ha conquistato 10 medaglie di “legno”, che avrebbero forse potuto avere un valore più alto.

    In casa Italia ci sono state moltissime emozioni e grandi vittorie. La vittoria più significativi è stata quella di Fabio Basile che ha conquisto una medaglia d'oro nel judo regalando la 200° medaglia dell'Italia ai Giochi; inoltre è sta-to il primo ad aver conquistato una medaglia del metallo più pregiato per l'Italia in questa edizione. E' un atleta molto apprezzato anche per i suoi 21 anni ed è considerato il simbolo di una nazionale giovane e di successo.

    Medaglie altrettanto importanti sono state quelle di Tania Cagnotto, bronzo nei tuffi individuali e argento nei tuffi sincro in coppia con Francesca Dallapè, l'argento del duo Lupo-Nicolai nel beach volley contro i fortissimi brasiliani e l'oro storico di Elia Viviani nel ciclismo su pista.

    Altre vittorie che ci hanno emozionato molto sono state l'oro di Gregorio Paltrinieri nei 1500 metri nel nuoto e il doppio alloro di Niccolò Campriani nel tiro a segno: uno nella carabina a 10 metri e uno nella carabina libera a tre posizioni a 50 metri. Non sono però da dimenticare le tante altre medaglie conquistate con sudore, fatica ed impegno dai nostri atleti.

    Per quanto riguarda gli sport di squadra l'Italia ha avuto successo nella pallavolo maschile, vincendo un argento contro gli imbattibili padroni di casa del Brasile. Nella pallanuoto il Settebello e il Setterosa hanno conquistato rispettivamente un terzo posto e un secondo posto.

    Insomma, un patrimonio da non perdere.

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 31

    L'ITALIA ALLE PARALIMPIADI

    Trentanove medaglie, con dieci ori, quattordici argenti e quindici bronzi: è questo lo straordinario bottino della spedizione italiana ai Giochi Paralimpici di Rio 2016, che resteranno a lungo negli anni come una delle edizioni più vittoriose per lo sport paralimpico azzurro.

    I risultati previsti alla vigilia sono stati raggiunti e spesso superati in molte discipline: rispetto a Londra 2012 è arri-vata l’attesa doppia cifra nel numero di ori, ma soprattutto c’è stato un incremento di undici podi totali, da ventot-to a trentanove. Come alle Olimpiadi anche gli atleti delle Paralimpiadi sono riusciti ad ottenere il nono posto nel medagliere di Rio 2016..

    Dominio assoluto di una delle atlete più attese alle Paraolimpiadi di Rio 2016: Beatrice "Bebe" Vio è infatti la nuova campionessa paraolimpica di fioretto.

  • 32 22/10/2016 RASOIO DI OCKHAM

    After Rio 2016

    Il nuotatore azzurro Federico Morlacchi ha portato all'Italia la prima medaglia d'oro di questa edizione nel nuo-to. Il Triathlon ha regalato invece la terza e la quarta medaglia all'Italia: Michele Ferrarin è stata argento nella ga-ra che rappresentava l'esordio di questo sport a livello paralimpico. Poco più tardi è arrivato il bronzo di Giovan-ni Achenza.

    Il nuoto ha regalato altre tre medaglie all'Italia: Cecilia Camellini ha ottenuto uno straordinario argento, mentre sul terzo gradino del podio sono finiti Giulia Ghiretti e Vincenzo Boni.

    Contro ogni pronostico a 50 anni Alvise De Vidi ha conquistato una storica medaglia di bronzo nei 400m nell'atletica leggera a Rio 2016.

    L'Italia paraolimpica ha ottenuto inoltre molte medaglie dal ciclismo, grazie ad Alex Zanardi, Luca Mazzone e Vittorio Podestà, che hanno vinto l'oro nella staffetta mista oltre ad altre medaglie individuali; Francesca Por-cellato, Fabio Anobile, Andrea Tarlao e Giancarlo Masini hanno conquistato un terzo posto.

    La velocista azzurra Martina Caironi è stata la portabandiera della 15° edizione delle Paraolimpiadi nella cerimo-nia di apertura mentre Bebe Vio ha assunto lo stesso ruolo in quella di chiusura.

    CURIOSITA' DELLE OLIMPIADI DI RIO 2016

    Anna Hahner e sua sorella gemella Lisa Hahner hanno tagliato il traguardo della maratona mano nella mano. Le sorelle tedesche si sono posizionate all’81° e 82° posto.

    Le gemelle estoni della maratona, Lily e Leila, hanno concluso insieme la gara , mentre la terza sorella Liina si è ritirata prima per poi raggiungere le altre al traguardo e tagliarlo simbolicamente insieme.

    Julie Brougham, neozelandese, ha gareggiato nella specialità del Dressage (equitazione) ed è stata l’atleta più anziana di questa edizione: ha 62 anni ed ha esordito per la prima volta alle Olimpiadi.

    La nuotatrice nepalese Gaurika Singh ha 13 anni ed è stata l’atleta più giovani delle Olimpiadi di Rio2016.

    Per la ginnasta uzbeka Oksana Chusovitina (41 anni) quella di Rio è stata la settima partecipazione olimpica

    La tuffatrice cinese He Zi ha vinto l’argento nel trampolino dai 3 metri e ha ricevuto la proposta di matrimo-nio in diretta ai piedi del podio. Il fidanzato, in ginocchio, le ha consegnato in mondovisione l’anello pronun-ciando un lungo discorso. Dopo qualche istante di suspense l'atleta ha pronunciato l’atteso sì.

    Queste Olimpiadi ci hanno regalato moltissime emozioni e grandi traguardi, che speriamo di rivivere fra quattro anni.

    Angelica Poloniato 2ASP

    Eleonora Paccagnan 2ASP

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 33

    Il Mondiale di Formula 1 2016 si è concluso con la vittoria di Nico Rosberg, che ha potuto festeggiare il suo pri-

    mo ed ultimo titolo iridato; il neocampione del mondo infatti ha deciso di ritirarsi poche ore dopo la vittoria pro-

    nunciando queste parole: “Sono 25 anni che cerco di raggiungere questo obiettivo e ora il mio sogno è diventato realtà e adesso

    voglio affrontare nuove sfide. Quando ho vinto la corsa a Suzuka, avevo il titolo nelle mie mani. La pressione era aumentata e ho

    iniziato a pensare da lì di ritirarmi dal motorsport da campione del mondo. Domenica mattina ad Abu Dhabi sapevo che quella cor-

    sa sarebbe potuta essere l’ultima della mia carriera. E prima della gara ho sentito improvvisamente che tutto era chiaro e giusto. Vole-

    vo gustarmi dall’interno ogni secondo del fatto che quella sarebbe stata la mia ultima gara, e quando i semafori si sono spenti è diven-

    tata la corsa più intensa della mia carriera. Lunedì mattina mi sono deciso in modo definitivo a fare questo passo”.

    Epilogo amaro invece per Lewis Hamilton che, nonostante la vittoria ad Abu Dhabi, non è riuscito a conquistare

    il titolo mondiale. Infatti per far si che il pilota britannico vincesse il titolo Rosberg sarebbe dovuto arrivare alme-

    no quarto. Il pilota inglese ha attuato una strategia che ha fatto discutere non poco: in testa, ha rallentato per far

    compattare il gruppo con lo scopo di aumentare le possibilità di sorpasso su Rosberg. Alla fine della gara ha affer-

    mato: “Complimenti a Nico, ma oggi non ha vinto il migliore”.

  • 34 22/10/2016 RASOIO DI OCKHAM

    Nico Rosberg campione del mondo

    Grande gara per Sebastian Vettel della Ferrari. Il pilota tedesco, con una strategia anomala, è riuscito a recuperare

    il gruppetto di testa delle Mercedes, delle Red Bull e della Ferrari di Kimi Raikkonen montando verso la fine della

    gara le gomme supersoft, che gli hanno consentito di giungere al terzo posto. Il responsabile dell’ufficio stampa

    della Ferrari, Alberto Antonini, su di lui ha affermato: “Sebastian ha condotto una gara strepitosa, peccato per gli ultimi tre

    giri, se avesse spinto un po’ di più avrebbe vinto anche la gara”.

    Per quanto riguarda l’altra Rossa, quella di Kimi Raikkonen (6°), ha portato a termine una buona gara, anche se è

    arrivato dietro alle Red Bull. Tuttavia Il pilota finlandese è andato molto più forte nella prima parte di gara, quan-

    do al via ha sorpassato il pilota australiano Daniel Ricciardo, tentando di stare dietro alle Mercedes, superiori co-

    me in ogni gran premio di questa stagione.

    Il diciannovenne della Red Bull, Max Verstappen (4°), ha condotto una gara eccellente: dopo un testacoda ad ini-

    zio gara, è riuscito a rimontare fino a tornare nel gruppetto di testa. E' stato inoltre Uno dei pochi piloti ad aver

    compiuto una sola sosta (supersoft [21 giri], soft [34 giri]). Il “giovanotto”, denominato così ormai da tutti nel

    paddock, ha ricevuto anche due premi: il “FIA Personality of the Year” e il “FIA Action of the Year” per il mi-

    glior sorpasso (su Rosberg a Interlagos).

    Per quanto riguarda Daniel Ricciardo (5°) con l’altra Red Bull, la sua non si può che definire una buona gara, no-

    nostante una brutta partenza che lo ha privato del terzo posto guadagnato in Q3. Insieme al suo compagno di

    squadra, Max Verstappen è partito con una mescola di gomme più dura, le supersoft, rispetto a tutti i piloti di te-

    sta che hanno utilizzato le gomme più performanti, le ultrasoft.

    Dopo la Ferrari di Kimi Raikkonen troviamo rispettivamente Hulkenberg e Perez, i due della Force India, reduci

    da una grande stagione che ha portato questa scuderia al quarto posto nella classifica costruttori, superando di fat-

    to la storica Williams.

    Quest’ultima, invece, ha deluso le aspettative: dopo la grande prestazione messa in scena durante il GP del Cana-

    da, i tifosi pensavano ad un ritorno nelle posizioni che si merita.

    Inoltre, uno dei piloti di questo team, Felipe Massa, quasi campione del mondo con la Ferrari nel 2008, si è ritira-

    to. Aveva già preso questa decisione, annunciata prima del GP d’Italia a Monza: “Ho scelto di annunciare il mio ritiro

    qui, perché l’ha fatto anche Schumacher e anche perché l’Italia è la mia seconda casa”. Un altro grande pilota della F1 e soprat-

    tutto della Ferrari , ci lascia, come anche altri due campioni del mondo, Nico Rosberg e Jenson Button della

    McLaren, il quale non ha concluso al meglio la sua carriera. Nonostante questo si è ritirato cogliendo gli applausi

    di tutto il pubblico sulle tribune. Il campione del mondo con la Brawn GP nel 2009, ha dichiarato: “È saltato un

    componente della sospensione, il che ci accade molto raramente. Ho avuto così un guasto sulla anteriore destra, e per fortuna l’ho capito

    prima di andare a distruggere anche i freni. La resistenza delle componenti sulla vettura è sempre stata una nostra caratteristica, ma

    oggi ci è capitata troppa sfortuna. Ciò nonostante, mi sono divertito. La mia gara è stata breve, ma mi è piaciuto tutto il resto. Ero

    veramente emozionato prima di entrare in macchina – è stata un’atmosfera speciale avere tutta la squadra e tutti i miei amici e la

    famiglia insieme a tifare per me. Felice anche di aver indossato degli occhiali da sole scuri in quel momento…

    È stato tutto bellissimo nella mia carriera, ma mi sarebbe piaciuto guidare una Ferrari, ero molto vicino…”.

    Si conclude dunque così questo avvincente mondiale di F1. Al prossimo anno!

    Alessandro Cendron 1ACL

  • 35 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    Dopo 18 anni di vittorie nel WEC (World Endurance Championship) Audi Sport si ritirerà. Per chi non sapesse, il

    WEC è il campionato che mette in calendario gare di almeno 6 ore, nelle quali corrono contemporaneamente 4

    categorie diverse di auto con equipaggi composti da 2 o 3 piloti.

    S enza Audi la lotta per la supremazia nella

    classe LMP1 (Le Mans Prototype 1) verrà

    lasciata a Toyota e Porsche, quest'ultima

    vincitrice per il secondo anno consecuti-

    vo del titolo costruttori LMP1. Non si

    esclude però la possibilità di vedere un'Audi priva-

    ta non-ibrida l'anno prossimo in gara.

    L'altro grande abbandono del 2017 sarà quello di

    Mark Webber, ex pilota F1, che dal 2014 correva

    con Porsche. Nel WEC troviamo anche altri ex

    piloti di F1 come Giedo van der Garde, Roberto

    Mehri, Antonio Giovinazzi (GP2) e dall'anno

    prossimo Rubens Barrichello.

    Oltre all’abbandono di Audi Sport, altre sono le novità. Al termine dell'ultimo round del mondiale in Bahrain

    (Qatar), vediamo a chi sono stati assegnati i vari titoli WEC (LMP1, LMP2, GTE AM, GTE PRO) e ovviamente

    come si è svolta la gara. Cominciamo dalle categorie GTE che hanno visto il titolo della classe AM venire assegna-

    to alla Ferrari 458 Italia #83 guidata da Perrodo, Aguas e Collard, che ha conquistato anche la terza posizione in

    gara. La loro vittoria è stata sancita dalla rottura del motore dell'Aston Martin Vantage V8 #98 pilotata da Lamy,

    Lauda (figlio del grande Niki) e Dalla Lana (che qualcuno ricorderà per essersi "mangiato" la vittoria alla 24h di Le

    Mans 2015 alla penultima chicane). Nella GTE Pro il titolo e la vittoria della gara sono andati all'Aston #95 di

    Thiim e Sorensen. Infine, il titolo costruttori GTE è andato ad AF Corse e alle sue Ferrari.

    Parlando di prototipi, in classe LMP2 la Signatech Alpine #36 ha conquistato la prima posizione di classe dopo

    aver quasi dominato l'intera stagione e una terza posizione in gara grazie a Menezes, Lapierre e Richelmi. La vitto-

    ria della gara, invece, è andata al G-Drive Racing dopo un intensa lotta con l'RGR Sport by Morand (come in

    Giappone).

    Concludiamo con i risultati della classe LMP1. Se il titolo costruttori era già andato a Porsche, il titolo piloti è sta-

    to assegnato alla Porsche 919 Hybrid #1 di Bernhard, Webber e Hartley, che hanno anche conquistato il podio in

    gara. Audi ha voluto invece lasciare il WEC con pole e doppietta e nello specifico il primo posto è andato alla vet-

    tura #8 dell'equipaggio Di Grassi, Duval, Jarvis e il secondo a Fassler Lotterer e Tréluyer a bordo dell'Audi R18 E

    -tron Quattro #7. Quale modo migliore per abbandonare le corse in veste ufficiale se non attraverso un'ultima

    meritatissima vittoria?

    Giacomo Costantin 1BSC

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 36

    LA VITA

    Quando sono andato a scuola, mi hanno chiesto cosa volessi diventare da grande. Ho risposto “felice”. Mi dissero

    che non avevo capito l’esercizio e io risposi che loro non avevano capito la vita.

    -John Lennon

    Balla come se nessuno stesse guardando, ama come se nessuno ti avesse mai ferito,

    canta come se nessuno stesse ascoltando, vivi come se il paradiso fosse sulla terra.

    -William W. Purkey

    La vita è come una commedia, non importa quanto è lunga, ma come è recitata.

    -Seneca

    Spero che quando verrà la tua ora

    Tu possa dire…

    Io, io ho fatto tutto

    Ho fatto mio ogni secondo che questo mondo può dare

    Ho visto così tanti posti

    Le cose che ho fatto

    Sì, con ogni osso rotto

    Posso giurare di aver vissuto

    -ONERUPUBLIC

    Damatar Emma 2ACL

  • 37 22/12/2016 RASOIO DI OCKHAM

    Biscotti di vetro

    E ra da un po’ che volevo preparare i biscotti di vetro e quest’anno finalmente li ho fatti!

    I Biscotti di vetro vengono chiamati anche biscotti vetrata o biscotti specchio e vengono creati per essere appesi all’albero di Natale. La loro particolarità è uno strato centrale quasi trasparente, che viene creato facendo cuocere delle caramelle al centro del biscotto. Sono carinissimi anche da regalare!

    INGREDIENTI

    -Caramelle colorate dure/lecca lecca colorati rotti a pezzetti/caramelle bianche dure e coloranti alimentari liquidi nei colori preferiti

    -250 g di farina

    -150 g di burro a pezzetti

    -125 g di zucchero

    -1 uovo + 1 tuorlo

    -1 bustina di vanillina

    PREPARAZIONE

    Per preparare la pasta frolla: mettere nel robot da cucina la farina, lo zucchero, il burro a pezzetti ammorbidito (lasciato a temperatura ambiente) e la bustina di vanillina. Azionare il robot da cucina finché si sarà formato un impasto sabbioso, dopo ciò aggiungere l'uovo e il tuorlo e azionare la macchina nuovamente fino ad ottenere un ammasso compatto. Prelevarlo e riporlo in frigorifero avvolto in pellicola trasparente.

    Nel frattempo scartare una trentina di caramelle (se sono molto grandi spezzarle a metà) e predisporre due stam-pini della stessa forma ma di dimensioni diverse, magari a tema natalizio, come la stella o l'abete. Trascorsa mezz'ora, accendere il forno a 180°, riprendere la frolla dal frigorifero, stenderla su un piano infarinato e iniziare a ritagliare le forme, forandole poi al centro con lo stampino più piccolo. Sistemarle sulla placca del forno ricoperta di carta da forno, poi inserire in ogni foro una (o mezza se grande) caramella, (se la caramella dura è bianca versa-re sopra di essa una goccia di colorante alimentare facendo attenzione che tocchi solo la caramella e non il biscot-to). Se si utilizzano le caramelle colorate il risultato finale del "vetro" sarà uniforme, mentre se si utilizzano le cara-melle bianche e i coloranti alimentari il "vetro" risulterà sfumato. Se si desidera appendere i biscotti all'albero pra-ticare un piccolo foro con uno stuzzicadenti sulla parte alta del biscotto, oppure inserire ogni biscotto in un picco-lo sacchettino trasparente, legarlo con un fiocco e appenderlo all'albero di Natale: in questo modo i biscotti non prenderanno polvere e potranno stare appesi all'albero anche per più giorni ed essere mangiati con calma. Infor-nare per 10-12 minuti ed aspettare il completo raffreddamento prima di staccarli dalla carta da forno. Questo tipo di biscotto è ancora più gustoso qualche giorno dopo averlo fatto, quando la caramella fusa si ammorbidisce un po' e l'effetto vetro risulta meno "duro" al palato. Buon appetito!

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 38

    Biscotti semi-integrali alle mandorle

    C iao ragazzi! Anche quest’anno dopo il Natale molti di noi tenteranno di mettersi a dieta a causa delle grandi abbuffate da nonni e parenti, ma è risaputo che nessuno di noi vuole rinunciare ai dolci. Come compromesso, perché non provare questi biscotti buoni ma leggeri?

    Ingredienti per circa 50 biscotti (da circa 40 calorie ciascuno)

    –150 g di farina di frumento integrale – 150 g di farina di frumento tipo 0 – 40 g di farina di mais – 1/2 bustina di lievito – 100 g di mandorle (tritate grossolanamente con il mixer) – 100 g di zucchero di canna grezzo – 1 pizzico di sale – 60 g di olio di mais – 125 g di yogurt magro bianco

    Preparazione:

    1) Mescolate in una ciotola capiente le farine, il lievito, le mandorle, lo zucchero e il pizzico di sale. Aggiungete lo yogurt e l’olio e mescolate prima con un mestolo, poi con le mani.

    2) Versate l’impasto sul piano di lavoro e cercate di amalgamare bene tutti gli ingredienti. In 5 minuti l’impasto passerà da “sbricioloso” a bello omogeneo.

    3) Stendete l’impasto con l’aiuto di un mattarello riducendolo ad uno spessore massimo di 0,5 cm. Con le formine o con una tazzina da caffè ritagliate i biscotti.

    4) Ponete i biscotti su una teglia rivestita di carta forno mettete (tre volte la parola forno) il tutto in forno statico a 170°C per 10-13 minuti.

    Ecco a voi i vostri biscotti croccanti!

    Chiara Berti 4ACL

  • 39 22/10/2016 RASOIO DI OCKHAM

    LE VIGNETTE

  • RASOIO DI OCKHAM 22/12/2016 40

    A nche quest’anno per vostro sommo gaudio tornano i mitici ipse dixit. Ringraziamo le classi che ce li hanno inviati per questo numero e vi ricordiamo che più ne mandate e più ne avrete da leggere! Non siate timidi e mandateci le freddure, sviste, battutacce preferite dei vostri professori. Potete usare l’indi-rizzo mail [email protected] oppure mandare un


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