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Alcune osservazioni sull’educazione della prima infanzia in Cina
Maria G. Bartolini Bussi - Facoltà di Scienze della Formazione - Università di Modena e Reggio Emilia.
L’insegnamento del Cinese
La lingua Cinese è una delle lingue più antiche parlate attualmente. La lingua scritta è
sostanzialmente la stessa in tutto il paese (anche se a Hong Kong, Macao e Taiwan sono in uso i
caratteri tradizionali, più complessi dei caratteri semplificati adottati per favorire l’alfabetizzazione
alla metà del XX secolo). Nelle diverse zone si parlano invece dialetti diversi. Questa è la ragione
per cui le trasmissioni televisive cinesi sono sempre sottotitolate.
Mentre la lingua orale è appresa dal bambino nell’interazione con la famiglia fino dai primi giorni
di vita, la lingua scritta è oggetto dell’insegnamento nella scuola. Dehaene1 afferma “E’ più difficile
imparare a leggere il cinese che decifrare l’italiano. Occorre apprendere migliaia di segni nel primo
caso, mentre è sufficiente acquisire qualche decina di corrispondenze lettere-suoni nel secondo.
L’italiano e il cinese occupano così gli estremi di una scala di “trasparenza ortografica” in cui il
francese e l’inglese si situano in una posizione intermedia (p. 43). Jullien, autore di numerosi saggi
sulla cultura cinese, sottolinea nelle sue interviste che “Nel caso della Cina, l’apprendimento a
memoria dei testi è indissociabile dall’acquisizione stessa della lingua scritta. Il cinese, per sua
propria natura, è quasi senza grammatica e la principale formazione del bambino consiste
nell’apprendere regolarmente ogni giorno un certo numero di caratteri per servirsene nello stesso
tempo come quadro ideologico e mentale e come strumento di espressione.
Molti caratteri cinesi sono combinazioni di pittogrammi da cui traggono il significato. Così, ad
esempio, il classico saluto (nĭ hăo) nasce dall’unione di 4 pittogrammi, combinati a due a due (Nĭ,
che significa tu; hăo, che significa bene). Gli ultimi due (hăo) rappresentano una donna e un
bambino, che rappresentava il bene supremo (la famiglia) nell’antica tradizione confuciana cinese.
Data questa grande complessità, non c’è da stupirsi che l’insegnamento sistematico della lingua
scritta sia avviato fino dalla scuola dell’infanzia. Ho acquistato in un recente viaggio in Cina una
serie di libretti (sono in realtà libri-quaderni, con spazi dove il bambino può esercitarsi) per la
scuola dell’infanzia. L’obiettivo è l’apprendimento di una sessantina di caratteri. Il percorso è
graduale: I singoli tratti che compongono un carattere sono presentati separatamente per essere
copiati ; si inizia dai caratteri più semplici composti di uno o due tratti. Le consegne sono sempre le
stesse:
1 Dehaene S. (2010), I neuroni della lettura, Raffaello Cortina
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riconosci, leggi, distingui, scrivi, copia
I caratteri sono inseriti in un quadrato su cui sono indicati almeno due (a volta quattro) assi di
simmetria, in modo che questo sistema di riferimento aiuti a mantenere la giusta inclinazione dei
tratti. C’è un motivo funzionale (cambiare l’inclinazione di un tratto può modificare il significato)
ed estetico (i caratteri devono rispondere a criteri di armonia ed equilibrio).
Caratteri simili (che potrebbero essere confusi) sono presentati insieme, proprio per sottolinearne
le differenze.
E’ data importanza alla postura e al modo di impugnare la penna.
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Si insegna il verso in cui si disegna un tratto e l’ordine dei tratti che compongono un carattere.
I bambini Cinesi imparano, per imitazione (copia) a disegnare i tratti che compongono un carattere
prima del carattere stesso2. Chiunque abbia iniziato a studiare il Cinese da adulto, conosce bene
queste difficoltà della lingua scritta, che si superano solo con una intensa applicazione e
memorizzazione che deve portare ad automatismi. La diligenza, l’impegno, l’operosità a cui è
chiamato il bambino Cinese sono in parte derivate dalla tradizione culturale e in parte determinate
dalle caratteristiche della lingua scritta: senza questo tipo di impegno quotidiano, continuo, non si
può imparare a leggere e scrivere. La lettura di un quotidiano o di un libro richiede circa 3000
caratteri. Uno studente cinese diligente, se non perde colpi, può, al ritmo di circa 300 nuovi
caratteri all’anno, costruire questa competenza nei 9 anni della scuola obbligatoria. Dalle immagini
si nota anche che i caratteri cinesi sono accompagnati da una traslitterazione in caratteri
occidentali (il cosiddetto pinyin) che contiene le informazioni sulla pronuncia del carattere. Il
bambino Cinese, a scuola, impara anche il nostro alfabeto per questo scopo. E’ raro, però, che gli
adulti non acculturati sappiano leggere il nostro alfabeto. Si dimentica facilmente la
traslitterazione in pinyin utilizzata nei primissimi anni di scuola e non più praticata. E’ ben noto ai
turisti che, per comunicare con i taxisti di Pechino, è necessario dotarsi di carte topografiche con le
indicazioni in cinese.
2 Il metodo ricorda quello antico (aste e puntini) in uso anche nelle nostre scuole alcuni decenni fa. Vale la
pena di osservare che l’abbandono totale della cura calligrafica giudicata un ostacolo per lo sviluppo del
pensiero creativo ha portato varie generazioni di allievi italiani a forme di scrittura molto “personali”, ma di
fatto illeggibili, a volte perfino per l’autore.
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L’insegnamento della Matematica
L’insegnamento della matematica (numeri e forme) inizia ben prima dei 3 anni.
Questi libretti per bambini da 1 a 3 anni sono in vendita nella libreria dell’Università Normale di
Pechino, dove si formano i futuri insegnanti della scuola pre-elementare ed elementare. I libretti
sono venduti con il materiale concreto raffigurato in copertina. In quello sui numeri si nota anche
un piccolo pallottoliere. Nelle pagine interne sono proposte varie attività, sulle regolarità dei
numeri, di conteggio ed anche un percorso in cui i numeri rappresentati sul pallottoliere sono
scritti nella notazione indo-arabica.
ISBN 978-7-5493-0069-3 ISBN 978-7-5493-0069-3
ISBN 978-7-5493-0069-3
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Dai 3 ai 5 anni l’insegnamento è più sistematico.
Si insegnano i numeri fino a 100 in notazione indo-arabica e si insegna ad eseguire addizioni e
sottrazioni entro il 100.
Si insegnano i numerali orali e i caratteri cinesi da uno a dieci, sufficienti per rappresentare in
realtà anche numeri molto più grandi, data la perfetta traparenza della lingua cinese per la
notazione posizionale in base dieci. L’immagine che segue è ripresa da un testo all’inizio della
scuola elementare.
ISBN 7-107-14632-7
Il bambino mostra tre diverse rappresentazioni di alcuni numeri:
Il numero 11 (un fascetto di dieci cannucce e una slegata) scritto in notazione indo-arabica e in
notazione cinese (shí yī, che significa dieci uno)
Il numero 15 (un fascetto da dieci cannucce e cinque slegate, shí wŭ, che significa dieci cinque)
Il numero 20 (due fascetti da dieci cannucce, èr shí, che significa due dieci).
Costruzioni: tutti i bambini usano gli stessi oggetti (gioco guidato)
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Attività motoria e danza (in gruppo): l’abitudine a muoversi in sincronia ci spiega come il regista
Zhang Yimou sia riuscito a coordinare 24.000 danzatori nella cerimonia inaugurale dei giochi
Olimpici del 2008. Si può vedere anche lo spettacolo delle 20 danzatrici sordomute che hanno
messo in scena la Danza del Bodhisattva dalle mille mani:
http://www.youtube.com/watch?v=9iQmQt4ZI2I
Disegnare
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Dipingere: un panda secondo un modello ispirato alla pittura Cinese
Calcolare con l’abaco a 5 anni (suánpàn)
La vita quotidiana
Preparare i ravioli per il Capodanno
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Contare i ravioli per il capodanno
Costruire le lanterne per il Capodanno