+ All Categories
Home > Documents > 27-03-2019 · 2019-03-27 · incrementando il piano triennale del fabbisogno del personale, a...

27-03-2019 · 2019-03-27 · incrementando il piano triennale del fabbisogno del personale, a...

Date post: 28-Jan-2020
Category:
Upload: others
View: 2 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
66
27-03-2019 Media Monitoring per Rassegna stampa del 27-03-2019
Transcript

27-03-2019

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 27-03-2019

AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)

Fuga da Asl e ospedali appello ai manager: un piano per sostituire i pensionati 1 ................... 25/03/2019 - WWW.ALL-ALL.IT

Criticità nelle strutture sanitarie, i timori di Fials Salerno 3 ..................................................... Sanità Salerno e provincia 5 ..............................................................................................................

27/03/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)Incubatrice in ospedale per salvare i più piccoli 5 ....................................................................

27/03/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)Mammografo fuori uso pazienti dirottate a Eboli 6 ...................................................................

27/03/2019 - LA CITTÀ DI SALERNOOspedale, delibera sbagliata Serra: «Io sto con Agropoli» 8 .....................................................

Sanità Campania 10 ............................................................................................................................. 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO SUD)

Addio pronto soccorso ancora venti giorni 10 ........................................................................... 27/03/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)

ALLA FEDERICO II SI STUDIANO I SEGRETI DEL DNA 11 ............................................................. 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)

Asl, esenzione ticket sos a medici e patronati 13 ..................................................................... 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)

Assunzioni, via libera al piano triennale medici e tecnici a Bisaccia e Sant' Angelo 15 ............ 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)

Colonscopia sbagliata, risarciti 250mila euro 17 ....................................................................... 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)

Diabete, dal dramma alla solidarietà «Ecco la mia sfida partita nel Sannio» 19 ....................... 27/03/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

Il Cnr di Napoli «fotografa» le particelle di fuliggine Si capiranno i danni alla salute 21 .......... 27/03/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)

La sanità è malata ecco come curarla 23 .................................................................................. 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)

Morte del medico Majatico: chiesta l' archiviazione per i sanitari del Rummo 25 ..................... 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)

Ospedale, inaugurata la Terapia intensiva Morgante: «Svolta» 26 ........................................... 27/03/2019 - IL MATTINO

Paolo, il figlio del "barone rosso" traghettato nel centrodestra 28 ........................................... 27/03/2019 - IL MATTINO

Paramedici "abusivi", la Asl Na1 diffida «Iscrizione all' Ordine o addio al lavoro» 30 ............... 27/03/2019 - IL MATTINO

Pazienti dirottati nella sua clinica 9 anni a Iannelli 32 .............................................................. 27/03/2019 - CRONACHE DI NAPOLI

Precari sanità, la Cisl vuole incontrare i direttori generali 34 ................................................... 27/03/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

Talassemia, un farmaco-trappola salva i globuli rossi 35 ......................................................... 27/03/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO NORD)

`Il presidente De Luca inaugura il servizio al San Giovanni di Dio 37 ....................................... Sanità nazionale 39 .............................................................................................................................

27/03/2019 - IL SOLE 24 OREAnche il Veneto chiama i medici pensionati 39 .........................................................................

27/03/2019 - IL GIORNALE«Diagnosi precoce importante» Il ruolo del medico di famiglia 41 ............................................

27/03/2019 - IL GIORNALE«La patologia è un' emergenza Soggetti a rischio da individuare» 43 ......................................

27/03/2019 - IL MATTINO«Sangue infetto, in salvo per la giustizia lumaca» 45 ...............................................................

27/03/2019 - IL MESSAGGEROCon il diabete più dolori alla schiena 47 ...................................................................................

27/03/2019 - LA REPUBBLICAI medici in pensione richiamati in corsia "Non si trovano i giovani" 49 .....................................

27/03/2019 - IL GIORNALEL' osteoporosi si previene Laura Morante testimonial 51 .........................................................

27/03/2019 - LIBEROOperata al femore una paziente di 108 anni 53 ........................................................................

27/03/2019 - PANORAMASLA ECCO PERCHÉ UCCIDE I CALCIATORI 54 ..............................................................................

27/03/2019 - IL MESSAGGEROSla, il male del pallone giocatori ad alto rischio 57 ...................................................................

27/03/2019 - PANORAMAThe good DOCTOR 59 ................................................................................................................

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 24 EAV: € 7.484Lettori: 133.364

Fuga da Asl e ospedali appello ai manager: un piano persostituire i pensionati

LA SANITÀ «Avviare quanto prima unaprocedura per assumere, oltre adaggiornare e incrementare il piano difabbisogno di personale». È quantochiede il segretario provinciale dellaFials Salvatore Di Candia, perfronteggiare i vuoti determinati daipensionamenti per quota 100 e opzionedonna, attraverso una lettera inviata almanager del Ruggi Giuseppe Longo e alcommissario dell' Asl Mario Iervolino, incui invita i due a espletareimmediatamente bandi di mobilità intraed extra regione, così come i bandi diconcorso. «Le strutture sanitariesalernitane rischiano di perderecentinaia di infermieri, ostetriche,operatori socio sanitari, tecnici,amministrativi scrive I dati pervenutifinora risultano alquanto preoccupantiper i nostri nosocomi, perché si staandando incontro a un durissimo colpo,che potrebbe mettere in serio pericolo ildiritto alla salute e il mantenimento deglistandard attuali, oltre che a un considerevole aumento delle liste d' attesa,costringendo così i cittadini a rivolgersi a strutture private con maggiore insistenza».I DATI Dagli ultimi dati relativi all' Asl, per quanto riguarda quota 100 sono 58 lepossibili uscite. A questi poi, vanno aggiunte le altre due forme di quiescenza, quelladi anzianità e opzione donna, oltre le uscite già previste dal piano di fabbisognotriennale, per un totale di 560 persone. Per quanto riguarda quota 100 abbiamo 64dipendenti che se ne potrebbero avvantaggiare, suddivisi in 24 unità di comparto e40 unità della dirigenza medica. Per quanto riguarda l' opzione donna, invece, l' areadel comparto sarebbe quella eventualmente più interessata, con 23 unità inpossesso dei requisiti richiesti. Per la dirigenza medica, ci sarebbe una sola unità. AlRuggi, invece, i pensionamenti nel 2019 sono 83, a cui vanno aggiunte le 273 uscitecalcolate nel piano di fabbisogno. «Un vero e proprio collasso a cui si arriverà in

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

brevissimo tempo, considerato che a oggi la direzione del Ruggi D' Aragona e dell'Asl non hanno messo in campo, né tantomeno programmato, alcuna strategia voltaad evitare tale situazione continua Chiediamo una pronta presa in carico dellaproblematica, con l' attuazione immediata di una campagna di assunzione,aggiornando ed incrementando il piano triennale del fabbisogno del personale, afronte dell' accordo avvenuto in data 21 marzo 2019. Pertanto, sollecitiamo ledirezioni a espletare immediatamente bandi di mobilità intra ed extra regione, oltreai bandi di concorso». sa. ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

25/03/2019 all-all.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Link alla pagina web

Criticità nelle strutture sanitarie, i timori di Fials SalernoDi seguito la lettera (a firma del segretario provinciale del sindacato, Salvatore DiCandia) inviata al direttore generale dell’A.O.U. San Giovanni di Dio e RuggiD’Aragona, Giuseppe Longo, e al commissario straordinario dell’Asl, Mario Iervolino.Gli attuali provvedimenti legislativi che, come ben sappiamo, sostengono ilcollocamento in quiescenza delle cosiddette “quota 100” e “opzione donna” stannoottenendo consensi in costante e considerevole aumento da parte dei dipendentidella Pubblica amministrazione e del Sistema sanitario nazionale. Ad oggi risultanonumerose le domande di collocamento in quiescenza, a partire dal mese disettembre 2019, e in particolare da personale direttamente impegnato nelle attivitàassistenziali quali personale sanitario e di supporto. Con pensioni e “quota 100” lestrutture sanitarie salernitane rischiano di perdere centinaia di infermieri, ostetriche,operatori socio sanitari, tecnici, amministrativi, ecc. I dati pervenuti finora risultanoalquanto preoccupanti per i nostri nosocomi, perché si sta andando incontro a undurissimo colpo, che potrebbe mettere in serio pericolo il diritto alla salute e ilmantenimento degli standard attuali, oltre che a un considerevole aumento delleliste d’attesa, costringendo così i cittadini a rivolgersi a strutture private conmaggiore insistenza. Ci saranno meno servizi per i cittadini e il Sistema sanitariopubblico finirà gravemente danneggiato, magari a vantaggio di una privatizzazione apagamento, con aumento esponenziale delle disuguaglianze sociali. Un vero eproprio collasso a cui si arriverà in brevissimo tempo, considerato che ad oggi ladirezione dell’A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona e Asl Salerno non hannomesso in campo, né tantomeno programmato, alcuna strategia volta ad evitare talesituazione. Non è stato neppure convocato un tavolo tecnico per parlare con leorganizzazioni sindacali di tale gravosa situazione. Queste imponenti carenzedevono essere immediatamente colmate, in considerazione del fatto che il 21 marzo2019 è stato siglato un accordo tra ministero della Salute, Mef, Pubblicaamministrazione e Conferenza delle Regioni. Tale accordo ha finalmente rimosso ilblocco delle assunzioni in sanità, esistente dal 2009. Inoltre questo accordo saràutile per coprire interamente le uscite a vario titolo di dipendenti con altrettanteassunzioni. Considerato quanto appena descritto, la scrivente organizzazionesindacale chiede una pronta presa in carico della problematica, con l’attuazioneimmediata di una campagna di assunzione per fronteggiare le cospicue uscite dipersonale in quiescenza con “quota 100” e “opzione donna”, aggiornando edincrementando il piano triennale del fabbisogno del personale, a fronte dell’accordoavvenuto in data 21 marzo 2019. Pertanto la scrivente organizzazione sindacalesollecita le Vostre Direzioni a espletare immediatamente bandi di mobilità intra edextra regione, come indicato dall’art. 30 del D.Lgs. 165/2001, e bandi di concorsocon eventuale riserva di posti, come indicato dall’art. 1, comma 543 della Legge di

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

Stabilità 2016. Redazione Nurse Times

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 31 EAV: € 3.740Lettori: 133.364

Incubatrice in ospedale per salvare i più piccoli

VALLO DELLA LUCANIA VALLO DELLALUCANIA Carmela Santi Dopo dodici annidi attesa l' ospedale San Luca puòdisporre di un' incubatrice. La nuovaattrezzatura consentirà di effettuare intempi più rapidi e sicuri il trasporto deidegenti più piccoli verso strutturespecializzate. L' incubatrice è nel nido dadue giorni, e già ieri mattina é entrata infunzione a disposizione dell' utenza. Unabuona notizia per le futuri partorienti. L'utilizzo sarà necessario per il trasporto dineonati con eventuali difficoltàrespiratorie, o altre complicazioni, instrutture specializzate. «Il servizio èstato sempre garantito - assicuraAntonio Tomei della direzione sanitaria -con tempi più lunghi». Finora, per leemergenze bisognava chiedere l'intervento di un' ambulanza dalSantobono che arrivava a Vallo etrasferiva il neonato di nuovo a Napoli.Ora i tempi si dimezzano. «L' incubatriceacquistata in autonomia dal San Lucagrazie all' Asl Salerno - spiega Tomei- rientra in un piano di rinnovo delleattrezzature. A breve ci sarà una procedura di gara per l' acquisto di una nuovaambulanza di rianimazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 30 EAV: € 7.218Lettori: 133.364

Mammografo fuori uso pazienti dirottate a Eboli

PAGANI PAGANI Daniela Faiella Fuori usoil mammografo all' ospedale AndreaTortora di Pagani, pazienti dirottate inaltri presidi dell' Asl per effettuare loscreening per la prevenzione e ladiagnosi del tumore al seno. Non ènotizia degli ultimi giorni. È dal mese dinovembre che il macchinario non è piùfunzionante per un guasto che hainteressato uno dei suoi principalicomponenti. La direzione sanitaria dell'Asl Salerno ha dovuto predisporre unagara pubblica per reperire un' aziendadisponibile a riparare l' apparecchio,indispensabile per garantire unametodica diagnostica a raggi-x in gradodi esplorare la mammella e individuarela presenza di tumori non ancorapalpabili. La procedura per l' affidamentodell' appalto sarebbe stata giàperfezionata, come conferma ladottoressa Maria Talamo, il referenteradiologo dello screening mammograficoaziendale. «La direzione dell' Asl Salernosi è attivata subito per espletare la gara per la riparazione del mammografo contomosintesi, che si è svolta con celerità, nel rispetto ovviamente delle procedureburocratiche. Possiamo dire che la questione è in via di risoluzione ed avremo abreve addirittura a disposizione un apparecchio di più recente costruzione.Tutta laprocedura per il buon esito della gara è stata espletata. Attendiamo solo la consegnadel nuovo mammografo, un macchinario di ultima generazione, tenendo conto deitempi burocratici». Bisognerà quindi ancora attendere del tempo prima che ilservizio di screening mammografico venga ripristinato presso il presidio di Paganidove tutte le prestazioni di specialistica ambulatoriale correlate alla prevenzione delcancro alla mammella restano sospese. «Per chi avesse intenzione di aderire alloscreening mammografico - ha aggiunto la dottoressa Talamo - è possibile comunqueeffettuarlo negli altri presidi, su tutto il territorio dell' Asl. I riferimenti telefonici dautilizzare per chiedere informazioni e prenotare l' esame sono indicati sul sitointernet dell' Asl Salerno. L' accesso allo screening mammografico è gratuito per le

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

donne che abbiano un' età compresa tra i 50 ed i 69 anni. In questa fase di disagioper l' utenza afferente al presidio ospedaliero di Pagani, stiamo indicando dirivolgersi al distretto sanitario di Eboli o al poliambulatorio di Pastena, appartenenteal distretto 66, come sedi alternative». Intanto, nei giorni scorsi, si è conclusa lacampagna itinerante di screening gratuiti dell' Asl Salerno per la prevenzione dellepatologie oncologiche della mammella, della cervice uterina e del colon rettodenominata «Ci prendiamo cura di te» con l' ultima tappa in piazza Sant' Alfonso aPagani. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 23

Ospedale, delibera sbagliata Serra: «Io sto con Agropoli»

AGROPOLI Da cinque mesi il vice sindacodi Agropoli, Elvira Serra , chiede, senzaesito, che in una delibera di Giuntacomunale venga riportata la sua correttaposizione relativamente a quanto decisosull'ospedale di Vallo della Lucania. «Hoespresso voto contrario ma il segretariocomunale, evidentemente per un meroerrore, non si è accorto della miaposizione e, pertanto, non l'hariportata», sottolinea la Serra che, ierimattina, proprio per ristabilire la verità,ha protocollato in Comune una nota contanto di richiesta di rettifica in meritoalla delibera comunale numero 285 delloscorso 5 ottobre 2018 nella quale lagiunta comunale di Agropoli si schiera infavore dell'ospedale San Luca di Vallodella Lucania chiedendo di nonmodificare la rete cardiologica. Ilcommissario dell'Asl Salerno avevaprecedentemente varato unprovvedimento con cui sottraeva al presidio vallese la competenza per alcunicomuni del comprensorio cilentano con un possibile ridimensionamento dellastruttura. Per questo diverse amministrazioni, sollecitate dal sindaco di Vallo dellaLucania, Antonio Aloia , avevano deciso di fare voti all'Asl affinché venissescongiurata la riforma. Tra questi anche Agropoli. Di qui la delibera dello scorsoottobre, ma con il voto contrario del vicesindaco Serra. Che, a tal proposito,sottolinea: «Non potrei mai tradire gli interessi degli agropolesi e del resto questomio voto non è altro che una conferma della posizione professionale, sociale epolitica da me sempre espressa sul tema. Non vorrei che un giorno un cittadino sivenisse a trovare nella condizione di dolersi dell'assistenza sanitaria pressol'ospedale di Agropoli» . Nella nota protocollata la Serra precisa che «sarebbe statoassolutamente singolare che potessi votare in modo difforme dal mio pensiero ,pubblico e noto, innanzitutto ai cittadini. Non comprendo le ragioni per le qualisinora non si è dato seguito alla mia, legittima, richiesta. Infatti desidero che non siconfonda il mio garbo istituzionale, che mi ha visto fno ad ora avanzare questarichiesta in maniera solo informale, con l'acquiescenza o, peggio, la condivisione di

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

una delibera che, a mio avviso, è profondamente contraria agli interessi deicittadini».Il vice sindaco, poi, così conclude: «Io non posso tradire gli agropolesi eritengo di avere la coscienza a posto nel chiedere la rettifica. Sono fiduciosa chequesta mia richiesta venga accolta. In caso contrario, in primo luogo a tutela dellamia coscienza, dovrò assumere i provvedimenti del caso». ©RIPRODUZIONERISERVATA

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 Il Mattino (ed. Circondario Sud)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 32 EAV: € 5.353Lettori: 133.364

Addio pronto soccorso ancora venti giorni

LA SANITÀ Massimiliano D' EspositoEnnesimo colpo inferto alla sanitàpubblica in penisola sorrentina. Il prontosoccorso dell' ospedale «De Luca eRossano» di Vico Equense è destinato achiudere il 15 aprile se non arriva nuovopersonale. E fino ad allora, per dirla conil direttore sanitario, bisogna soloconfidare nella «buona sorte» perscongiurare problemi. Che l' assistenzasanitaria pubblica in costiera sorrentinafosse al collasso era noto. AntoniettaCostantini, manager dell' Asl 3 Sudcontinua nella sua azione dismembramento della sanità pubblica inCostiera. Un' azione mascherata, comedenuncia il Tribunale dei diritti delmalato, dietro il paravento dell' ospedaleunico che, invece, è sempre più lontano.SENZA TAC Ora, però, si rischia di nonpoter garantire nemmeno le prestazioniin caso di emergenza, visto chenonostante gli impegni della direzionegenerale dell' Asl nei due nosocomicostieri continua a mancare il personale medico e paramedico. I cittadini sarannocostretti, in caso di necessità, a raggiungere Sorrento o Castellammare. Il reparto,infatti, non può contare sulla presenza di un cardiologo (la Cardiologia, già sottoorganico e senza primario, si trova a Sorrento) e soprattutto soffre la mancanza diuna tac, nonostante i 200mila euro spesi per un' apparecchiatura mai installata. Chisi rivolge al pronto soccorso del «De Luca e Rossano» spesso non può esseresottoposto neanche ad ecografia: accade al pomeriggio e anche al mattino se mancail radiologo. «Senza cardiologo, senza ecografia e senza tac, il dirigente del prontosoccorso di Vico Equense non può far altro che trasferire il paziente - chiarisce ildirettore sanitario degli ospedali riuniti della penisola sorrentina Luigi Esposito - Cosìè rischioso mantenere aperto un pronto soccorso, molto meglio chiuderlo esostituirlo con una postazione fissa di primo soccorso territoriale». © RIPRODUZIONERISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 10 EAV: € 56.729Lettori: 704.603

ALLA FEDERICO II SI STUDIANO I SEGRETI DEL DNALAURA FUCCI ALDO DONIZETTI

La ricerca Da tempo è entrata nel gergocomune la frase "è insito nel Dna". Ciòsuggerisce l' importante ruolo svoltodalla molecola del Dna, che costituisce ilnostro codice genetico (genotipo) che hain sé le informazioni per costruire e farfunzionare il nostro organismo(fenotipo). La molecola è costituita dallasuccessione in sequenza di quattroelementi definiti basi: A (Adenina), G(Guanina), C (Citosina), T (Timina). Seper mutazioni genetiche avvengonocambiamenti nella successione di talibasi possono esserci effetti anche sullecaratteristiche esteriori dell' individuo epossono insorgere malattie. Più difficile ècomprendere il ruolo svolto invece damutamenti dei geni dovuti a reazionichimiche prodotte dalle condizioniesterne e quindi risultato dell'interazione fra ambiente e patrimoniogenetico definiti tecnicamente"cambiamenti epigenetici ereditabili", modifiche chimiche a carico di aminoacidi,ovvero i mattoni che costituiscono le proteine che a loro volta legano il Dna. Traqueste proteine quelle definite Istoni svolgono un ruolo fondamentale perché sonocapaci nelle cellule animali di legare il Dna ed impacchettarlo in maniera moltostretta tanto che si dice che tale impianto viene compattato costituendo un vero eproprio aggregato, denominato Cromatina. Se questi Istoni vengono modificatichimicamente dalle cellule, si apre il pacchetto nel quale è stato compattato il Dnadella cellula e quindi viene anche modificata l' espressione dei geni coinvolti. Ilnostro gruppo di ricerca si è interessato allo studio delle modificazioni chimiche cheintervengono a causa di condizioni esterne di speciali tratti delle sequenze di Dna,chiamati LINEs, in una particolare condizione ottenuta sperimentalmente edenominata la Cortical Spreading Depression (Csd), fenomeno che avvienenaturalmente nel sistema nervoso in particolari condizioni di stress quali ischemia,epilessia ed emicrania. La Csd consiste nel creare una riduzione del potenzialeelettrico che è presente in ogni cellula. Propagando energia attraverso il cervellomediante onde, si produce una diminuzione nell' attività bioelettrica dei neuroni, che

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

permane per parecchi minuti dopo che si è prodotto un danno di natura chimica,fisica o biologica. La Csd sembra poter svolgere un ruolo chiave protettivo, in quantole cellule nervose possono assumere una sorta di tolleranza verso successiviattacchi ischemici attivando una serie di geni definiti neuroprotettivi. Esperimentieseguiti nei laboratori del dipartimento di Biologia della Federico II hanno dimostratoche le modificazioni chimiche che il genoma subisce a causa delle condizioniambientali determinano una minore capacità della cellula a leggere le sequenze equindi le informazioni, un poco come se la cellula fosse affetta da miopia nel corsodel delicato processo di lettura delle informazioni del codice genetico. Quindi i nostridati permettono di sostenere che il trattamento dei neuroni con l' onda didepolarizzazione definito prima Csd, è protettivo per le cellule nervose grazie all'aumento della stabilità di quelle sequenze che si ripetono più volte nel genoma eche si muovono lungo quest' ultimo (le LINEs). Tali risultati aprono la strada atrattamenti terapeutici che potrebbero preparare le cellule nervose a risponderemeglio a stress successivi. Gli autori sono, la prima, professore di Biologiamolecolare, il secondo ricercatore di Biologia molecolare Questa rubrica sulla ricercain Campania è curata da Alessandro Fioretti, Giuseppe Longo, Guido Trombetti eGiuseppe Zollo © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 25 EAV: € 8.363Lettori: 133.364

Asl, esenzione ticket sos a medici e patronatiLuella De Ciampis

LA SCADENZA In seguito all' incontro tradirigenti e operatori degli uffici dell' Asldi via XXIV Maggio per fronteggiare l'emergenza legata al rinnovo del codicedi esenzione per reddito, ieri è statoistituito un punto office per sopperire all'assenza dell' Urp, chiuso per mancanzadi personale. I quattro dipendenti inorganico si alterneranno allo sportelloper fornire agli utenti i modelli dacompilare e le spiegazioni per farlo inmodo corretto. «Questa dice il direttoredel distretto, Tommaso Iannotti - è unadelle strategie messe in atto per cercaredi smaltire senza troppe difficoltà il grannumero di utenti (complessivamentecirca 12mila, ndr) che da lunedì siriverserà nella sede Asl di via XXIVMaggio. Nelle prossime ore contatteremomedici di famiglia e patronati nell' otticadi migliorare il servizio. I primi avranno ilcompito di fornire le corretteinformazioni ai pazienti sull' iter daseguire per accedere alle pratiche dirinnovo del codice di esenzione per reddito, mentre ai patronati chiederemo sevorranno essere presenti nei nostri uffici nei pomeriggi di martedì e mercoledì persostituire gli impiegati nell' erogazione del servizio pomeridiano agli utenti». Qualorai patronati dovessero rifiutare la proposta si deciderà come fare per i turni distraordinario pomeridiano senza incidere troppo sul personale in organico. Perevitare la prevedibile congestione degli uffici si era ipotizzato di far partire l'operazione di rinnovo già in questi ultimi giorni della settimana in corso. Tuttavia,poiché era stato fissato lunedì come primo giorno utile per effettuare le prenotazionied era già stata fatta la comunicazione agli utenti, si è deciso di soprassedere sullapossibilità di anticipare la data di inizio. LA LINEA Dunque, l' azienda sanitariainvestirà i medici di famiglia del compito di informare correttamente i pazienti sull'iter da seguire e sul fatto che, i bambini con età inferiore a 6 anni e gli over 65, concodice E0, a meno che non siano disoccupati, se appartenenti a un nucleo familiarecon reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro, possono ottenere l'

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

esenzione. È compito dei medici ricordare ai pazienti over 65, con codice E01, aipensionati sociali, con codice E03, ai pensionati al minimo, di età superiore a 60anni, con codice 04, che questo tipo di esenzioni sono sempre valide e non sonopassibili di rinnovo annuale come le altre a meno che non intervengano modifichenel reddito. Un dettaglio importante, perché il controllo effettuato direttamente dalmedico di famiglia, nella fase di compilazione telematica della ricetta medica,consente di ottenere informazioni dettagliate sulla presenza del paziente nell' elencogenerale, in base alle informazioni congiunte tra Agenzia delle Entrate, ServizioSanitario Nazionale e Inps e snellisce in modo significativo il lavoro degli operatoridell' Asl. Infatti, in questi casi è inutile recarsi agli sportelli dell' Asl. È anchepossibile scaricare la modulistica online dal sito ufficiale dell' Asl e compilarladirettamente ancor prima di effettuare la prenotazione, che verrà fatta attraverso ladistribuzione di numeri progressivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 28 EAV: € 10.684Lettori: 133.364

Assunzioni, via libera al piano triennale medici e tecnici aBisaccia e Sant' Angelo

IL PIANO Antonello Plati Sanità, buonenuove anche per Bisaccia, Sant' Angelodei Lombardi e tutti gli altri presiditerritoriali di competenza dell' Asl.Approvato dalla Regione il Piano difabbisogno del personale 2018-2020, l'altro giorno il direttore generale di viaDegli Imbimbo Maria Morgante hasottoscritto la delibera per dareattuazione alle 163 assunzioni concesseda Palazzo Santa Lucia e dare, dunque, ilvia alle procedure di concorso. Dopoanni di blocco del turn over, quella inarrivo è una boccata di ossigeno per lestrutture della provincia che al pari del«Moscati» soffrono per le atavichecarenze di organico. Il Piano - nelrispetto del tetto di spesa, che però nonè indicato nella delibera quantifica, comedetto, il fabbisogno in 163 unità(attualmente in forza ce ne sono 1866)con 30 assunzioni per l' anno 2018 (chesaranno fatte da adesso in poi) 99 perquest' anno e 34 nel 2020. La maggiorparte, ben 112, riguardano medici (77) e infermieri (35), 95 subito le altre 17 entro l'anno prossimo. Nuovi innesti anche negli altri comparti, con 17 tecnici (12 entroquest' anno, 5 nel 2020), 10 dirigenti (9 entro quest' anno, 1 nel 2020) e 24 figureamministrative (15 entro quest' anno, 9 nel 2020). A beneficiarne sarannosoprattutto gli ospedali «Sant' Ottone Frangipane» di Ariano Irpino e «Criscuoli» diSant' Angelo dei Lombardi (dove sono previsti una cinquantina di innesti), ma anchel' ex «Di Guglielmo» di Bisaccia, che dopo il declassamento a struttura polifunzionalesi appresta a diventare il primo ospedale di comunità della Campania. Insomma,linfa vitale per l' assistenza sanitaria in provincia, i cui presidi lamentano unapreoccupante penuria di personale determinata dal blocco del turn over che negliultimi anni ha concesso soltanto una sostituzione tra il 70 e l' 80 per cento delpersonale sanitario che andava in pensione. Adesso, invece, si potrà procedere sia

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

alla sostituzione del 100 per cento di chi ha raggiunto i limiti di età (favoriti dall'introduzione della misura governativa «quota 100» per anticipare la quiescenza) eanche a nuove assunzioni a tempo indeterminato tramite procedure concorsuali.Nulla osta già ottenuto dal Piano di fabbisogno presentato da Angelo Percopo,direttore generale dell' Azienda ospedaliera «Moscati», che nel triennio ha previstolo stesso numero di assunzioni dell' Asl. A Contrada Amoretta si sta dando priorità alPronto soccorso e al reparto di Rianimazione e anestesia. Il primo passo, è stata lapubblicazione del bando di concorso per l' assunzione a tempo indeterminato di 12medici da inserire nella Medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza persopperire, appunto, alle gravi lacune di personale nell' area dell' Emergenza. Aquesti innesti si aggiungono i 10 infermieri il cui reclutamento avverrà tramite leliste di mobilità. Per espletare entrambe le procedure, se non ci saranno intoppi, civorranno comunque un paio di mesi. Quindi, non prima di maggio cambierà il climanel reparto di prima osservazione diretto da Antonino Maffei congestionato dall'iperafflusso di utenti più di 100 codici in entrata al giorno - provenienti non solo dalcapoluogo e della provincia, ma anche dal Napoletano e dal Salernitano. Un altrobando è rivolto, invece, alla selezione di 12 anestesisti. Allo stato attuale, infatti, agliordini del primario Angelo Storti ci sono 29 anestesisti a fronte degli almeno 50 cheservirebbero per far funzionare a regime l' attività. Un organico quasi dimezzato conil quale bisogna garantire le sale operatorie, la ginecologia, la rianimazione, lacardiochirurgia e molti altri settori ancora: un' impresa difficile, se non impossibile.Proprio per questo fino a questo momento è stato indispensabile la convenzionestipulata con Caserta che continuerà a garantire rinforzi fino a fine ottobre. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 27 EAV: € 7.582Lettori: 133.364

Colonscopia sbagliata, risarciti 250mila euro

IL CASO Antonello Plati Il medico sbagliauna colonscopia: il paziente lo denunciae ottiene un rimborso di quasi 250milaeuro. Il caso di malasanità s' è verificatonel reparto di Gastroenterologia dell'Azienda ospedaliera «Moscati» diAvellino e ci sono voluti 10 anni perottenere il risarcimento del danno. Ilpaziente s' era recato presso la strutturadi Contrada Amoretta per un esamecolonscopico praticato dal dirigentemedico Vittorio D' Onofrio, il quale, comehanno accertato i giudici, ha omesso di«praticargli l' opportuna e necessariaterapia di sedazione e antispasticanonostante fosse a conoscenza di unapregressa emicolectomia subita dalpaziente», ovvero l' asportazionechirurgica di una metà del colon. Inoltre,scrivono ancora le toghe nella sentenza,«nel corso dell' esecuzione dell' esamediagnostico, avendo il medico riscontratala presenza in sede di due formazionipolipoidi, decideva di asportarleentrambe ma, nel corso dell' intervento di asportazione, una, quella più piccola,veniva persa mentre l' altra, di dimensioni maggiori, all' esame istologico risultavaun lipoma sottomucoso», cioè un raro tumore benigno del colon. L' intervento, comeemerge dalla ricostruzione fornita dal paziente, «è stato eseguito con un bisturielettrico a forma di cappio che nel corso della colonscopia generò una forte scaricaelettrica che attraversò il corpo tanto da farmi sobbalzare dal lettino». Da quelmomento, l' inizio del tormento con le condizioni di salute in costantepeggioramento. «Subito dopo l' intervento si legge ancora nella sentenza il pazientecominciò ad avvertire dolori all' addome che si aggravarono nei giorni successivi conuna sensibile alterazione febbrile che lo costrinse al ricovero presso l' ospedale diBattipaglia dove gli fu diagnostica un' occlusione intestinale e una peritonite». Diqui, l' ingresso il primo ingresso in sala operatoria, seguito da un altro interventoeseguito sempre a Battipaglia per altre problematiche correlate. Poi la denuncia all'autorità giudiziaria con il «Moscati» e il medico che hanno tentato, vanamente, di far

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

valere le proprie ragioni. Infine la sentenza della seconda sezione civile del Tribunaledi Avellino che accogliendo l' istanza della vittima condanna, in solido tra loro, l'Azienda ospedaliera e il medico Vittorio D' Onofrio a risarcire il danno per 249mila361, 40 euro. Giunto a sentenza qualche mese fa ma soltanto ieri reso noto, il casodi malasanità s' è verificato il 16 marzo del 2009 quando al timone dell' Aziendaospedaliera c' era Giuseppe Rosato, dunque completamente estranea l' attualetriade della direzione strategica (Angelo Percopo, direttore generale, Maria ConcettaConte, direttore sanitario, e Antonio Pastore, direttore amministrativo). Alla qualeperò spetterà un' eventuale impugnazione della sentenza. © RIPRODUZIONERISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 25 EAV: € 10.755Lettori: 133.364

Diabete, dal dramma alla solidarietà «Ecco la mia sfidapartita nel Sannio»

L' INIZIATIVA Antonio Mastella Undramma, che avrebbe potuto travolgerele corde più riposte dello spirito di unuomo, annichilirne l' esistenza e che, dicontro, si eleva a testimonianza dicoraggio e motivo di speranza per altritoccati dalla stessa sorte. A viverlo,Annio Rossi, giovane e brillanteimprenditore sannita, che, a 42 anni,colpito dal «piede diabetico», una delleforme più insidiose e subdole di questapatologia, ha subito l' amputazione dell'arto. Più del trauma, però, ha potuto lasua voglia di vivere normalmente, senzapiangersi addosso e, meno che mai,arrendersi. Non ha mai pensato dichiudersi in sé stesso per il male, che loaveva portato sino ad Abano Terme,ultimo approdo di un calvario resoancora più atroce dalla sentenza emessadai medici del nosocomio veneto: cifosse arrivato prima, avrebbe potutoevitare l' amputazione. Dalla suadolorosa vicenda, è riuscito a trarre laforza necessaria per trarne una ragione, convincendosi che la sua esperienzapotesse essere in qualche modo di aiuto per altri come lui. LA TESTIMONIANZA «Hopensato confessa a coloro che ne sono colpiti e che, come me, non sapevano e nonsanno dell' esistenza di un centro così all' avanguardia, che riesce là dove altri nonsono in grado, particolarmente attrezzato per la cura del piede diabetico. Mi sonoperaltro reso conto che, non di rado, affrontare tale malattia o, quanto meno, poterciconvivere senza traumi devastanti come l' amputazione, è anche una questione diinformazione e, quindi, di prevenzione. E allora, ho detto a me stesso: la miaesperienza, per quanto drammatica, può, deve diventare una testimonianza perchési traduca in una ragionevole possibilità di speranza. Mi sono messo al lavoro e, conil supporto e la collaborazione di tanti volontari, abbiamo dato vita a unaassociazione, il cui scopo è di assistere quanti patiscono una così grave patologia

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

puntando si sulla cura ma, in primo luogo, sulla prevenzione». L' ASSOCIAZIONE Conquesta determinazione, il 17 maggio del 2017, dà vita «Al di qua del Faro,Associazione diabetici dell' Italia Meridionale». L' iniziativa prende corpo e sisviluppa con una rapidità tale che, in 20 mesi, arrivano a 1500 gli iscritti in tutto ilMeridione; 160 dei quali nella sola provincia sannita. Oggi, l' organizzazione ègestita da un solido consiglio direttivo, presieduto da Rossi, e composto da DanielaGamboni, Arturo Varricchio, Aldo Meriano, Giuseppina Polese e Anna Iannace.Presidente onorario Donato Matassino. In concreto, come l' Asdim provvede adassistere? «Dedichiamo attenzione ai pazienti che si rivolgono a noi chiarisce Rossicon il lavoro di un comitato tecnico scientifico. Li indirizziamo verso visite e curespecialistiche; curiamo l' informazione e, soprattutto, la formazione sia periodica siaquotidiana». Nel Sannio, sono circa venti, mediamente, le persone «che vengonoseguite dai nostri volontari ogni giorno; la loro età va dai 20 anni in su, compresi gliover 65. Nella nostra provincia contiamo su di una decina di medici e specialisti, inquesta gara di solidarietà. Importante, tra l' altro, la figura del podologo, che, nell'ambito della sanità pubblica di queste parti non viene valutata come merita. È unprofessionista che agisce e valuta in sinergia con l' equipe medica». L' associazionesi avvale anche della consulenza legale «allo scopo puntualizza di tenere i nostriiscritti aggiornati sui diritti che la legge loro riserva». C' è un costo per tutto questo?«Tutti i servizi, che l' Asdim è in grado di mettere in campo sono a titolo gratuito. Sichiede solo l' iscrizione annuale, del costo di 30 euro». Il consiglio è ora al lavoro perrendere ancora più strutturale e capillare l' impegno. «Si tratta di un progetto-pilotaconclude cui stiamo lavorando e che presenteremo a giugno. Ci stiamo muovendo inquesta direzione per creare una definitiva radicalizzazione sul territorio». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 9 EAV: € 1.513Lettori: 29.750

Il Cnr di Napoli «fotografa» le particelle di fuliggine Sicapiranno i danni alla salute

Paola Cacace

Presentato lo studio dei ricercatoriCommodo e Minutolo napoli Scoprire il"come" e il "perché" della formazionedella fuliggine per sviluppare tecnologiesempre più pulite di combustione per unambiente più sano e un' economia piùgreen . Una piccola rivoluzione culturalee ambientale che parte da Napoli. Sono,infatti, questi i possibili risultati di unarecente ricerca, frutto dellacollaborazione tra il Cnr e in particolare l'Istituto di ricerche sulla combustione cheha sede proprio nel capoluogo campano,il Dipartimento di ingegneria chimica, deimateriali e della produzione industrialedell' Università degli studi di NapoliFederico II e l' Ibm Research Center diZurigo, che ha mostrato le primeimmagini delle molecole che, cometasselli di un puzzle, compongono leparticelle di fuliggine. «Le particelle difuliggine emesse nell' ambiente hannoun forte impatto sulla salute umana,sugli ecosistemi e il clima. Avere svelato la loro struttura a livello molecolare eatomico ha un' enorme rilevanza scientifica», racconta Mario Commodo, autore dellostudio con Patrizia Minutolo ed entrambi ricercatori presso l' Istituto di Ricerche sullaCombustione (Irc) del Consiglio nazionale delle Ricerche. «Le particelle di fuliggine -continua Commodo - possono essere il risultato di un qualsiasi processo dicombustione, come ad esempio le caldaie per uso domestico. Particelle piccolissime,della dimensione di qualche nanometro che, per esser chiari, costituiscono quellepolveri sottili di cui si sente spesso parlare quando si parla di inquinamento, e cherespirate possono essere nocive. Inoltre hanno effetti non da poco sul clima, perchéinteragiscono con la luce del sole». Particelle in qualche modo, dunque,"fotografate" e quindi svelate nel dettaglio. «Questo, grazie a un avanzatomicroscopio a forza atomica - spiega Commodo - ad altissima risoluzione dell' Ibmresearch Center di Zurigo siamo riusciti a fare una sorta di fotografia ultra-

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

dettagliata che ci permette di vedere i singoli atomi all' interno delle molecole checompongono le particelle di fuliggine. Il risultato? Sarà ora possibile studiare conmaggiore dettaglio l' origine degli effetti delle emissioni di particolato nanometricosu organismi viventi e sui cambiamenti climatici. Conoscere i dettagli di come è fattauna particella permetterà di sapere con certezza come e perché si è formata. L'avere svelato l' esatta natura chimica delle nanoparticelle di fuliggine, i cui tassellimolecolari sono simili a nanografeni, apre la strada a nuove e interessantiapplicazioni nell' ambito delle nanotecnologie». Già tanta l' attenzione per il lavorodel gruppo di ricerca che è stato pubblicato su Proceedings of the CombustionInstitute e ha ricevuto anche un Research Highlights dalla rivista Nature intitolato«First portrait of a soot molecule: Imaging techniques reveal honeycomb structure atthe heart of a soot-particle precursor». Inoltre è stato anche presentato al 37°International symposium on Combustion, dove è stato insignito della "2019Distinguished paper Award in the Soot, Nanoparticles, PAH and Other LargeMolecules Colloquium" e parteciperà alla selezione per la prestigiosa "Silver Medal"del Combustion Institute. «Con queste nuove conoscenze si potrà - concludeCommodo - procedere allo sviluppo di sistemi di combustioni più efficienti e menoimpattanti dal punto di vista ambientale, con performance migliori grazie alletecnologie più innovative che possano ridurre esponenzialmente la produzione diqueste particelle, forse addirittura eliminarle».

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 10 EAV: € 76.670Lettori: 704.603

La sanità è malata ecco come curarlagiovanni de simone - professore ordinario di medicina interna - universitÀ di napoli

giovanni de simone - professoreordinario di medicina interna - universitÀdi napoli Ci sono quattro componenti,tutte altrettanto importanti che rendonola situazione dei medici molto critica. Esarà difficile andare incontro a soluzionise tutte le parti in causa, politica egoverno, università ed ospedali, maanche i cittadini non guarderanno dentrocasa propria piuttosto che in casa deglialtri. Università ed ospedali cercano dimantenere o estendere privilegi, mentrela politica sta a guardare, rigira il coltellonella piaga e si lascia affascinare dall'assalto delle assicurazioni private,spostando l' asse del sistema sanitarioverso il privato (leggere "Salute Spa" diCarraro e Quezel, edito daChiarelettere), mentre i cittadiniricorrono sempre più spesso allamagistratura. 1. Investimenti. I governi,indipendentemente dal loro colorestanno tagliando i fondi della sanità pubblica ormai da oltre 10 anni, da quando unademenziale riforma costituzionale ha spezzato la centralità del sistema sanitariopubblico, generando le condizioni per un aumento della spesa ingiustificato (ilreferendum renziano avrebbe corretto in parte questo aspetto, ma è stato affossatoda storture che hanno finito per prevalere nella decisione degli elettori). Ci si dovràin qualche modo tornare se ci teniamo a conservare pubblico il nostro sistema. L'obbiettivo primario dei governi sembra il risparmio sul pubblico ed è questo cheimpedisce una programmazione assennata che implicherebbe un sostanzialeaumento dei contratti di formazione, specie, dico io, in specialità critiche (quelleconnesse con le urgenze, la pediatria, la medicina di famiglia). 2. Ospedali. L'esperienza sul campo, negli ospedali è insostituibile per qualsiasi specialità,semplicemente perché le strutture universitarie non possono fornire una massacritica casi clinici paragonabile a quello che può offrire un ospedale. È però pur veroche il medico ospedaliero coinvolto in questi programmi, pur partecipando agliorgani di governo delle scuole di specializzazione, si sente deprivato di una dignitàdi docente propria del professore universitario. Se solo avessero la percezione e,

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

specialmente, il riconoscimento della insostituibile opera di formazione che mettonoa disposizione dei nostri giovani colleghi, i rapporti con l' università sarebberomigliori e l' università smetterebbe di sentirsi assediata dagli ospedali. 3. UniversitàL' università considera gli ospedali una necessità imprescindibile nel percorsoformativo, ma mantiene una certa riluttanza a cedere spazi formativi agli ospedali.Invece quegli spazi vanno ceduti. Deve tuttavia essere chiaro che gli obbiettivi sonodiversi: per il medico in formazione, la massa critica di esperienza e casistica che l'ospedale può e deve provvedere va messa a sistema, e questo si può fare soloinoculando strumenti logici che esercitino il cervello a percorrere strade diverse inmodo simultaneo, una cosa che richiede tecnica ed esperienza che un bravoprofessore universitario possiede, ma che difficilmente possono svilupparsispontaneamente, specie nell' avvilente contesto aziendale in cui i medici ospedalierisono costretti ad operare. Un esame strumentale che richiederebbe una ventina diminuti in condizioni normali, può richiedere il doppio del tempo od anche di più se adeseguirlo è un medico in formazione sotto la guida del suo tutore. Questo è possibilein un contesto primariamente formativo come l' università e non in ospedale. D' altraparte, una volta che un giovane medico abbia acquisito la tecnica necessaria e glistrumenti logici per discriminare tra diverse patologie, avrà bisogno di consolidarequesta sua abilità con l' esperienza che solo una casistica ospedaliera può fornire. 4.Defensive medicine. Infine, ma non meno importante, c' è un trend autodistruttivo,per i pazienti, che spinge i giovani colleghi lontano da alcune specialità a rischioelevato dal punto di vista delle strumentali cause di malpractice. Perché, va detto, lastragrande maggioranza di queste cause sono strumentali. Basti vedere la spinta all'accusa di malpractice che arriva da pubblicità oscene, che purtroppo hanno presasul grande pubblico. Ma naturalmente questo punto meriterebbe una riflessione aparte. Qui, mi preme sottolineare che anche questo aspetto è una concausa dellamancanza di medici specie in alcune specialità. Cosa fare? La sanità pubblica deveessere organizzata e finanziata in modo adeguato, eventualmente spostando risorse,ora ingentissime, dalla sanità privata al pubblico e riuscendo a capire, finalmenteche un' azienda sanitaria va gestita con criteri differenti da una fabbrica dicioccolatini. La programmazione delle specialità mediche deve essere migliorata e l'integrazione ospedale-università ottimizzata. Infine, sarebbe necessaria unacampagna capillare che rendesse chiaro che il ricorso al giudice in manieradissennata sta rendendo il medico, anche quello più preparato ed accorto menolibero di prendere decisioni difficili e spinge i giovani a cercare altre strade.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 25 EAV: € 3.686Lettori: 133.364

Morte del medico Majatico: chiesta l' archiviazione per isanitari del Rummo

Per la morte del medico Annio Majatico,avvenuta nel febbraio dello scorso anno,il magistrato ha richiesto l' archiviazioneper gli indagati in servizio all' ospedale«Rummo» perché non hanno commessoil fatto. «All' esito dell' autopsia -sostiene il magistrato- e delle relazionidei consulenti di parte designati daicongiunti del deceduto non sonoconcordemente emersi profili diresponsabilità da parte dei sanitariindagati presso l' ospedale «Rummo». Larichiesta di archiviazione è del sostitutoprocuratore Marcella Pizzillo e riguarda23 medici in servizio al «Rummo». Oragli atti saranno inviati dalla Procura diBenevento a quella di Napoli per leulteriori determinazioni sui sanitari dell'ospedale «Monaldi» dove Maiatjco fusottoposto a intervento chirurgico.Successivamente fu trasferito presso l'ospedale «Rummo» dove, dopo unasettimana di degenza è deceduto.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 28 EAV: € 10.486Lettori: 133.364

Ospedale, inaugurata la Terapia intensiva Morgante:«Svolta»

ARIANO IRPINO/1 Vincenzo Grasso Tappaimportante per l' ospedale «San OttoneFrangipane», sempre più proiettatoverso il Dea di primo livello. Da oggi sieleva notevolmente la qualità dei servizierogati ai pazienti. È stato inaugurato,infatti, il nuovo reparto di terapiaintensiva e rianimazione. Un' operazionecostata all' Asl di Avellino poco più di303mila euro, che ha consentito dismantellare ciò che era stato realizzatonel 2002 per essere sostituito daattrezzature d' avanguardia, piùtecnologiche e sicure in ambienti,ovviamente, più ampi e confortevoli. Ilnuovo reparto, che è strutturato con seiposti letto, di cui uno, all' occorrenza,anche per patologie che richiedono l'isolamento del paziente, può contare suun primario, 11 dirigenti medici, 16infermieri, un infermiere outsourcing, ealtre quattro unità. La cerimonia d'inaugurazione del reparto, che ha vistola partecipazione del Direttore Generaledell' Asl di Avellino, Maria Morgante, del Direttore Sanitario, Emilia Vozzella, delVicario Diocesano, Monsignor Antonio Blundo, del Sindaco di Ariano Irpino, DomenicoGambacorta, del Presidente del Consiglio Regionale, Rosetta D' Amelio, deiconsiglieri regionali Maruzio Petracca, Vicenzo Alaia e Francesco Todisco, dei primarie operatori sanitari del territorio, si è trasformata in un' occasione per fare il puntoanche sugli investimenti in strutture e personale che interesseranno di qui a poco ilnosocomio arianese. «Questo evento è importante - ha sostenuto il manager MariaMorgante - perché sta a dimostrare che la direzione strategica dell' Asl sta lavorandobene per un obiettivo concreto: migliorare l' assistenza ospedaliera sul territorio.Questo reparto è stato interamente rifatto e dotato di attrezzature moderne che,messe a disposizione di una equipe di professionisti validi, consente di far crescere l'intero ospedale. A capo del reparto è stato chiamato il dottor Maurizio Ferrara,

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

fresco vincitore di concorso, che proviene dal Monaldi di Napoli e che sicuramenteporterà lustro alla nostra struttura. Tutto questo , ovviamente, va visto nell' ottica diavviare quanto prima tutti gli altri servizi previsti per il Dea di primo livello. Vale adire: più posti letto, nuovi reparti e ambulatori, impiego di più personale». Ma per ilmanager Morgante la prossima tappa deve riguardare innanzitutto l' installazionedella radioterapia. «Il progetto - ha ribadito - e all' esame della commissioneregionale di valutazione che si accingerebbe a dare il parere definitivo. Subito doposi possono avviare i lavori per sistemare il servizio a piano terra dell' ospedale.Naturalmente, ogni progetto di crescita dell' ospedale deve fare i conti con lacarenza di personale». Nel 2018 sono andati in pensione 119 unità lavorative; entroil mese di giugno di quest' anno altre 64. Ma, per fortuna, il piano di assunzione peril triennio 2019-2021 consente di ingaggiare nel corso dell' anno almeno altre 163unità lavorative. «Non risolveremo tutti i problemi - ha concluso il direttore generaledell' Asl - ma certamente si ridurranno i disagi». Anche per il Presidente del ConsiglioRegionale, Rosetta D' Amelio, si offre un servizio migliore all' utenza. «Questoreparto - ha spiegato- è importante per Ariano e l' Alta Irpinia. Si consente di ridurrela pressione sull' azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Insomma, il potenziamentodi Ariano serve per far lavorare meglio le altre strutture ospedalieri presenti sulterritorio. «Questa è una sfida da accettare e condividere - ha sostenuto il nuovoprimario Ferrara -. Posso ribadire che questo ospedale è di eccellenza, non ha nullada invidiare ad altri ospedali; sono convinto di poter offrire un buon contributo alterritorio, grazie al personale che mi affiancherà». Della necessità di guardarelontano ha parlato, infine, il sindaco Domenico Gambacorta, che ha fatto riferimentoanche al potenziamento della scuola infermieristica. . © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 25 EAV: € 8.404Lettori: 133.364

Paolo, il figlio del "barone rosso" traghettato nelcentrodestra

IL PERSONAGGIO Maria Pirro All'inaugurazione di Villa del Sole più dicinquant' anni fa c' era anche un giovaneGiorgio Napolitano, accanto alpresidente della Repubblica, Enrico DeNicola. C' erano tutti: Giorgio Amendola,i segretari napoletani di Psi e Pci dell'epoca, Francesco De Martino e SalvatoreCacciapuoti, e suo padre EugenioJannelli, il mitico barone rosso dell'ortopedia e della politica, caposcuola nelraggiustare ossa e legamenti. E lo stessoNapolitano era poi tornato da capo delloStato, quando la casa di cura subì unprofondo restyling. Ora quella clinica èdiventata la sua maledizione. LA LINEAPaolo Iannelli, 65 anni, provato dalverdetto in primo grado del tribunale diNapoli che ha appreso al telefono, neltardo pomeriggio raggiunge lo studio delsuo avvocato e sceglie la linea delsilenzio: è stato condannato a nove annidi reclusione, uno in più della penarichiesta dal pubblico ministero. Unasentenza durissima, dopo due arresti (il 6 marzo 2012 il blitz, poi il medico fuscarcerato per un vizio di forma e riportato in carcere alla fine dello stesso mese),quindi l'«inferno» detenzione come lo definì lui stesso, lì si fratturò anche una spalla,e un processo più volte ripartito da zero. LA PARABOLA Il «professore» trasferito aPoggioreale, in una cella per sei, dalla villa in via Orazio con giardino. Fino a quelgiorno Iannelli è stato primario nel principale ospedale del Mezzogiorno,imprenditore e potente nome della sanità napoletana. Un nome riportato suiquotidiani per l' attività professionale e anche per le scelte politiche, negli ultimitempi in controtendenza rispetto alla sua storia familiare: il papà era infattisocialista e parlamentare, tra i primi a prendere la tessere del partito comunistaitaliano. LA VIRATA Iannelli figlio è passato invece con il centrodestra, in occasionedella candidatura di Stefano Caldoro a presidente della giunta della Regione

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

Campania. «Vicino a lui mi sentivo importante», disse il suo autista durante uninterrogatorio in Procura. Le grandi passioni del medico, come quella per il mare,compaiono anche tra le pieghe del fascicolo giudiziario. In una conversazioneintercettata e considerata chiave dal pm Henry John Woodcock, il medico è in barcaquando chiama il suo stretto collaboratore: «Pippo, mi raccomando portami un po' dimateriale», gli anziani cioè «per lo più provenienti dall' area periferica o dall'hinterland metropolitano che avevano subìto un trauma» (l' interpretazione deimagistrati). Jannelli ha sempre respinto le accuse, dall' associazione per delinquerealla concussione. Il medico ha anche chiesto di essere riammesso in servizio alCardarelli, ma la sentenza per tutta la durata della pena gli vieta di esercitare laprofessione, la stessa scelta dai suoi due figli maschi, entrambi medici. Certo, puòsperare nel ricorso in appello. Ma, nel frattempo, sono già passati otto anni dalleprime fasi dell' inchiesta, e anche il reparto di ortopedia, guidato prima dal padre, èstato cancellato. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 24 EAV: € 11.886Lettori: 133.364

Paramedici "abusivi", la Asl Na1 diffida «Iscrizione all'Ordine o addio al lavoro»

L' ALLARME Ettore Mautone Rischia l'accusa di esercizio abusivo dellaprofessione e il licenziamento, A. S.,infermiere dipendente della Asl Napoli 1che a un controllo non risulta iscritto all'Ordine professionale di appartenenza.Una situazione da sanare entro 15 giornisulla base di una diffida inviata dagliuffici: «In mancanza - avverte l' Asl - saràavviata la procedura di risoluzione delrapporto di lavoro come previsto dallalegge». Un controllo, va sottolineato,promosso agli inizi dello scorso febbraiosulla scorta di una segnalazione dell'Ordine delle professioni infermieristichedi Napoli. In città gli iscritti all' Ordinesono circa 20mila ma non esiste un'anagrafica completa, né una stimaprecisa, dell' entità delle mancateiscrizioni diventate obbligatorie un annofa, a partire dalla legge 3 del marzo2018 che ha istituito appunto sia gliOrdini degli infermieri sia gli Ordini delleprofessioni sanitarie. Il periodo ditolleranza è ora abbondantemente scaduto. L' ISCRIZIONE Se per gli infermieri, giàabituati all' adesione ai precedenti Collegi, la mancata iscrizione sembra essereresiduale il tema dell' esercizio abusivo della professione assume vaste proporzioniper tutti gli altri camici bianchi che operano nelle professioni della prevenzione eriabilitazione. Qui l' Ordine ha coagulato attorno all' albo dei Tecnici sanitari diradiologia medica altri 18 profili. «Al nostro Ordine risultano 10mila iscritti inCampania ma dovrebbero essere almeno il doppio in base alle stime dell' Ordinenazionale - avverte Franco Ascolese, presidente del nuovo Ordine delle professionitecniche per le province di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta (Salerno viaggia dasola) - abbiamo scritto più volte alla Regione che a sua volta ha investito le Asl persollecitare i controlli ma le verifiche, da parte degli uffici del personale, sonoinsufficienti. Oltre il 50 per cento della platea non ha ancora provveduto all'

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

iscrizione - lamenta Ascolese - senza contare gli impiegati nell' industria, i protesisti,gli audiometristi e altri». La Regione ha stilato un elenco di aziende che dovrebberomettersi in regola ma l' Ordine non ha i mezzi per controllare. L' ultimo caso è quellodi un fisioterapista abusivo arrestato a Telese terme dopo una richiesta di documentiavanzata un mese fa proprio all' Ordine guidato da Ascolese. «Il riscontro capillaredei titoli richiede controlli incrociati da parte delle aziende dove i professionisti sonoimpiegati». I TITOLI L' iscrizione all' Ordine insomma, per infermieri e professionistisanitari, non è certo una formalità. Gli enti di recente istituzione, sono presidi agaranzia dei cittadini oltre che degli iscritti. Per accedere bisogna certificare ilpossesso di titoli idonei per svolgere la professione ma, anche se tutto è in regola, lamancata iscrizione all' Ordine rende passibile il professionista di una denunciapenale per esercizio abusivo della professione. IL CENSIMENTO Esiste inoltre unproblema di censimento, di validazione dei titoli conseguiti all' estero, di definizionedei fabbisogni di salute rispetto ai numeri dei professionisti impiegati per finire allamancata definizione dei posti di dirigente, previsti per legge, per tutte le aree(tecnica, della riabilitazione e prevenzione oltre che quella infermieristica).«Investire sulle professioni sanitarie non mediche in collaborazione con gli Ordini -conclude Ascolese - significa avere un incremento dell' appropriatezza e della qualitàdei servizi sanitari per i cittadini». I SABOTAGGI A tal proposito Ciro Carbonepresidente dell' Ordine degli infermieri di Napoli e provincia interviene sul caso dellamanomissione della centralina di monitoraggio nel reparto di Cardiologia alCardarelli. «Dopo le formiche e gli scarafaggi - sottolinea - ora arriva il sospettogratuito che dietro una manomissione ancora tutta da chiarire vi possa esserequalche infermiere stanco o squilibrato. Tutto ciò non è accettabile. Siamo stufi difare da capro espiatorio di tutto quello che non funziona nella sanità campana, salvopoi verificare che le accuse sono infondate. Si tratta di un attacco al buon nomedella professione che contrasteremo con ogni mezzo. Apprezziamo nel merito lapresa di distanza netta da ogni ipotesi fantasiosa espressa da Enrico Coscioni,consigliere del presidente Vincenzo De Luca». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 25 EAV: € 13.398Lettori: 133.364

Pazienti dirottati nella sua clinica 9 anni a Iannelli

IL PROCESSO Viviana Lanza Associazionea delinquere e concussione. Con questeaccuse l' inchiesta sullo scandalo deipazienti dirottati dal Cardarelli a Villa delSole, quindi da un ospedale pubblico auna clinica privata, supera il vaglio deigiudici del Tribunale e si conclude con unprimo severo verdetto di condanna per l'ortopedico Paolo Iannelli: nove anni direclusione. È una sentenza che pesacome un macigno sulla vita e sullacarriera del primario. I giudici sonoandati, seppure di poco, oltre le richiestedel pubblico ministero Henry JohnWoodcock che per l' imputato avevachiesto otto anni di reclusione, e hannocondannato Iannelli anche allainterdizione perpetua dai pubblici uffici ealla interdizione dall' esercizio dellaprofessione medica per la durata dellapena, prevedendo l' impossibilità dicontrattare con la pubblicaamministrazione per un anno edichiarando estinto, ove ancora in atto, ilrapporto di impiego con l' ospedale Cardarelli. La condanna si riferisce solo ad alcunidegli episodi finiti al centro del processo, per altri Iannelli è stato assolto e sonostate dichiarate prescritte ipotesi di falso in atto pubblico e truffa in relazione aregistri di presenze in ospedale. È stato il giudice Marco Occhiofino, presidente delcollegio della prima sezione del tribunale, a leggere in aula il dispositivo. Alla letturaera presente anche il procuratore Giovanni Melillo. Non c' era in aula Paolo Iannelli,per lui erano presenti gli avvocati Bruno Von Arx e Maurizio Lojacono, pronti aimpugnare la sentenza. Inevitabile, infatti, il ricorso in Appello dopo il deposito dellemotivazioni previsto tra novanta giorni. LE CONDANNE I giudici hanno condannatoanche Mario Chiantera, dirigente medico dell' ospedale Cardarelli, anch' egli inservizio all' epoca dei fatti contestati presso la divisione di Ortopedia: il pm ne avevachiesto l' assoluzione, il Tribunale lo ha condannato a due anni e otto mesi direclusione, più l' interdizione dai pubblici uffici e dalla professione medica per ladurata della pena, dichiarando estinto, se ancora in atto, il rapporto con il Cardarelli.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

LE ASSOLUZIONI «Per non aver commesso il fatto»: con questa formula i giudicihanno assolto Marco Von Arx, tra gli amministratori di Villa del Sole, finito sottoprocesso per l' ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla concussione.Difeso dall' avvocato Manlio Pennino, Von Arx è stato assolto da tutti i capi diimputazione contestati. Assoluzione anche per il medico Massimiliano Mandato,difeso dall' avvocato Carlo Carandente Giarrusso: era accusato di peculato per un'attività di intramoenia, accusa che nel processo è caduta dopo che la difesa hadimostrato e documentato la regolarità della condotta del medico. Nel processo sisono costituiti parti civili l' ospedale Cardarelli, rappresentato dagli avvocatiGiuseppe e Alessandra Pellegrino, e una decina di pazienti o loro familiari, quelli che- spinti da uno stato di soggezione nei confronti del primario, motivati dallasofferenza per le patologie per cui avevano bisogno di interventi chirurgici, impauritidai lunghissimi tempi di attesa prospettati dai medici con motivazioni capziose,secondo l' accusa, e non rispondenti alla realtà dei fatti - accettarono di essereoperati a Villa del Sole. I FATTI L' accusa ha sostenuto che pazienti ricoverati nellaSeconda divisione di Ortopedia dell' ospedale Cardarelli, all' epoca diretta dalprofessor Iannelli, furono dirottati alla clinica Villa del Sole, struttura di via Tassoconvenzionata con l' Asl per l' erogazione di prestazioni sanitarie in regime diintramoenia. I fatti si riferiscono a circa nove-dieci anni fa. La motivazione dei lunghitempi di attesa nel presidio pubblico sarebbe stata solo una scusa. I pazientisarebbero stati convinti a quella sorta di esodo, dopo che era stata loro prospettata«la inesorabile necessità di dover attendere tempi lunghi» per l' intervento e offertacome alternativa - si legge nel capo di imputazione - «la possibilità di essere dimessidalla divisione di Ortopedia del Cardarelli e di essere immediatamente esimultaneamente trasferiti e ricoverati presso la clinica privata Villa del Sole dove ipazienti sarebbero stati operati immediatamente». L' effetto di tutto questo,secondo l' accusa, fu che i pazienti si fecero dimettere dal Cardarelli, accettarono ilricovero presso Villa del Sole e pagarono a Iannelli o ai suoi collaboratori, e per ladegenza alla clinica, somme di denaro che oscillavano tra 500 e 10mila euro. L'inchiesta arrivò a una svolta nel marzo di sette anni fa. Fu uno scandalo giudiziario.Iannelli fu arrestato, e successivamente scarcerato. La procura ipotizzò l' esistenzadi un' associazione per delinquere finalizzata alla concussione in danno dei pazientidel Cardarelli e una serie di reati di falso in atto pubblico e truffa ai danni delservizio sanitario nazionale per cartelle cliniche e registri di presenze. Conriferimento all' ipotesi di associazione, in particolare, si ipotizzava un modusoperandi strutturato, che prevedeva una precisa divisione di ruoli e compiti, in cui laclinica Villa del Sole veniva indicata come «vero punto di riferimento delle attivitàdel gruppo». «La clinica di famiglia», l' ha definita il pm nel corso della suarequisitoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 8 EAV: € 368Lettori: 29.750

Precari sanità, la Cisl vuole incontrare i direttori generali

NAPOLI - Stabilizzazione del personaleprecario, la Cisl della Campania, insiemealle sue categorie del comparto Sanita'(Funzione pubblica, Felsa, Medici,Ricerca, Universita'), chiede alla GiuntaRegionale l' apertura immediata di unconfronto con i Direttori Generali ed iCommissari delle aziende sanitarie,ospedaliere, universitarie e gli Irccs pergarantire l' accelerazione dei processiassunzionali in generale e distabilizzazione dei lavoratori impiegati intutti questi anni.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 9 EAV: € 992Lettori: 29.750

Talassemia, un farmaco-trappola salva i globuli rossi

napoli Liberi dalle trasfusioni grazie ainnovativi farmaci-trappola per salvare iglobuli rossi da sostanze dannose o allaterapia genica, che trasferisce il genesano per risolvere la malattia: arrivanodall' Università Vanvitelli due buonenotizie per i 7.000 italiani malati ditalassemia, soprattutto per i 4.000 chesono dipendenti dalle trasfusioni disangue. Per tutti loro una speranzaarriva dalle due ricerche pubblicate direcente dal Centro di cura delleTalassemie ed Emoglobinopatie dell'azienda ospedaliera universitariaVanvitelli, con altri centri italiani edesteri, sulle due prestigiose rivisteinternazionali Blood e Nature Medicine .«La talassemia o anemia mediterranea -spiega Silverio Perrotta, direttore delCentro - è causata da un' alterazionegenetica che porta a una sintesidifettosa di emoglobina; nella forma piùgrave i pazienti sopravvivono solo graziead un regime trasfusionale cronico». In questo senso vanno perciò le due ricerchedell' Università Vanvitelli: il primo studio, condotto dal 2013 assieme ad altri centriitaliani e stranieri e pubblicato su Blood , è una sperimentazione clinica di fase 2 perlo sviluppo di una terapia in grado di ridurre la gravità della talassemia attraverso l'utilizzo del Luspatercept, una proteina ricombinante che funge da "trappola" peralcune delle sostanze che contribuiscono alla morte prematura dei globuli rossi nelmidollo osseo. Presso il Centro dell' Ateneo è stato arruolato il più alto numero dipazienti, 13 su 64 totali. La seconda ricerca a cui ha partecipato il Centro dellaVanvitelli, finanziata da Telethon, mira a rendere i pazienti talassemici del tuttoindipendenti dalle trasfusioni grazie alla terapia genica; i risultati sono statipubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Medicine . «Il trattamento prevede iltrasferimento del gene sano all' interno delle cellule del paziente, in modo dacompensare il difetto genetico e tentare la guarigione completa - prosegue Perrotta -. Si tratta in sostanza di una sorta di auto-trapianto, in cui le cellule del pazientevengono prelevate, modificate in laboratorio e reinfuse nel paziente stesso una volta

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

corrette". La ricerca ha coinvolto 9 soggetti di diversa età - 3 adulti sopra i trent'anni, 3 adolescenti e 3 bambini sotto i sei anni di età - tutti con forme di betatalassemia gravi al punto da renderli trasfusione-dipendenti.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019 Il Mattino (ed. Circondario Nord)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 33 EAV: € 9.126Lettori: 133.364

`Il presidente De Luca inaugura il servizio al San Giovanni diDio

LA CERIMONIA Giuseppe Maiello «E' unrisultato storico per Frattamaggiore,dopo 30 anni di attesa, apre il reparto dirianimazione, un salto di qualità per ipazienti, per i medici, per il personale: esu questa struttura investiremo ancora»questo in sintesi il messaggio delgovernatore Vincenzo De Lucaintervenendo all' inaugurazione dei 5posti del nuovo reparto di rianimazione.Un messaggio che lascia ben sperare perl' ospedale finito sotto la scure dei taglinel piano sanitario. IL COMITATO Adaccoglierlo il direttore generale dell' aslNapoli nord, Antonio D' Amore, il sindacodi Frattamaggiore, Marco Del Prete, ediversi sindaci ed amministratori delcircondario. Il presidente De Luca hafatto visita al reparto. «Ci auguriamo chepossa tornare qui tra tre mesi per unprimo bilancio» gli ha detto uno deimedici che ha illustrato al governatore lenuove e moderne apparecchiature, vantodella sanità regionale. Immediata lareplica scherzosa di De Luca: «Mi auguro di non tornare da paziente». Poi l' incontrocon il personale, presenti il consigliere regionale Nicola Marrazzo ed il vescovo diAversa monsignor Angelo Spinillo. «I lavori per questo reparto sono cominciatiquando avevo 15 anni ha detto il sindaco Del Prete è motivo di orgoglio, anche sedopo 30 anni, vederlo in funzione: il San Giovanni di Dio in questo territoriorappresenta un presidio importante». Per il direttore generale dell' asl, Antonio D'Amore «dal mio insediamento, circa tre anni fa, molte cose sono cambiate. Unbacino di circa 400.000 abitanti, nella sola area a nord di Napoli, senza consideraregli accessi al nosocomio dai comuni dell' agro aversano. Interventi di riqualificazionee di potenziamento, (è in arrivo la Tac) ma purtroppo adesso si registra un graveproblema, peraltro comune all' asl Napoli nord: la carenza di personale. 1.100.000abitanti, 3400 dipendenti, 4 ospedali ed un territorio che include due isole.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

Emergenze fronteggiate con sforzi dei lavoratori che intendo ringraziare».SINDACATI Ed il saluto è stato diretto anche ai rappresentanti sindacali, alcuni deiquali hanno sepolto l' ascia di guerra (manca solo la Cgil e la Cisl) plaudendo all'apertura della rianimazione che ha comportato nel solo ultimo anno investimenti per522.677 euro per ristrutturazione e dotazione tecnologica all' avanguardia. Moltoatteso l' intervento del governatore sul destino dell' ospedale, finito nel mirino deitagli: cancellazione della cardiologia (una delle migliori in Italia secondo i dati delleagenzie sanitarie) e il declassamento della ginecologia. «A dicembre il ministero havarato il piano sanitario che ancora deve avere l' ok tecnico programma diverso daquello da noi presentato a settembre. Ci hanno imposto misure che reputoirrazionali. Ci è stato ordinato di cancellare 60 strutture complesse nella regione. Unconto è rilevare un' anomalia e quindi ritoccare per razionalizzare e ottimizzare, unaltro è porsi da burocrate ed ordinare i tagli. In tre giorni. Se non avessimoapprontato il piano non sarebbe stato approvato quello del personale e senza l'approvazione di quest' ultimo sarebbe saltata la stabilizzazione dei precari, inpratica facendo saltare poi i concorsi previsti per 7600 unità» ha detto il presidenteDe Luca, senza risparmiare aggettivi all' indirizzo dei burocrati. © RIPRODUZIONERISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 7 EAV: € 27.228Lettori: 281.841

Anche il Veneto chiama i medici pensionatiRosanna Magnano

SANITÀ Nella regione deficit di 1.300specialisti. Zaia: «Largo ai giovani mapriorità alle cure» roma Il Veneto seguel' esempio del Molise e per mettere unatoppa alla carenza di medici richiama inservizio i camici bianchi in pensione. Èquanto previsto da una deliberaapprovata ieri dalla Giunta regionale,che autorizza i direttori generali delleUllss a conferire incarichi di lavoroautonomo ai medici in quiescenza. Unacorsa ai ripari per colmare un gap negliorganici che, nel solo Veneto, è calcolatoin 1.300 specialisti. A livello nazionale ildeficit è di 56mila unità. Una situazioneallarmante denunciata da tempo daisindacati di categoria, determinata da uninsieme di concause, tra numeroinadeguato di contratti dispecializzazione, elevata uscita deimedici dal Ssn per pensionamento,complice "quota 100", e più in generale una diminuita attrattività del serviziosanitario pubblico per i professionisti. «È il momento di agire - spiega il governatoreLuca Zaia - e noi cominciamo a farlo con questa delibera con cui apriamo in concretoalla possibilità di riportare in ospedale professionisti sicuramente capaci che,magari, avevano lasciato con dispiacere il loro lavoro». Una misura definita dallostesso Zaia "ombrello", che nasce per fronteggiare un' emergenza. «Con questoatto, che qualcuno potrebbe ritenere estremo - continua - in realtà rispondiamo allapriorità numero uno, che è quella di curare al meglio i malati, basandoci su unpresupposto anche giuridicamente solido: rispettare la Costituzione erogando tutti iLivelli essenziali di assistenza ed evitare il configurarsi dell' interruzione di pubblicoservizio. Vogliamo evitare che si arrivi alla situazione inglese, dove, per carenze diorganico, si è costretti a inviare gli esami in India per farli refertare». I dg di aziendeed enti del Servizio sanitario regionale, secondo la delibera, potranno conferireincarichi individuali con rapporto di lavoro autonomo a medici già in quiescenza nelcaso in cui risulti oggettivamente impossibile disporre assunzioni di personalemedico dipendente o stipulare contratti di lavoro autonomo con personale mediconon ancora in quiescenza. «Le richieste in tal senso - si legge nella delibera -

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

saranno ricomprese, come tutte quelle relative all' acquisizione di personale adiverso titolo, nell' ambito dei piani trimestrali di assunzione», sottoposti allavalutazione della Commissione Regionale per l' Investimento in Tecnologia edEdilizia e autorizzati dall' Area Sanità e Sociale. «Sia chiaro - sottolinea Zaia - cheprima di tutto diciamo largo ai giovani ma se, come in questo caso, non ce ne sonoabbastanza, le cure vanno garantite lo stesso, con ogni mezzo, perché questa è unacrisi epocale, causata da una programmazione nazionale sbagliata in più parti». Ilfabbisogno regionale ammonta a 1.300 medici. «Li troveremo - conclude -soprattutto con i concorsi regolari. Il problema, però, è che all' ultimo concorsobandito dalla nostra Azienda Zero si sono presentati solo una decina di candidati per80 posti a disposizione». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 29 EAV: € 19.790Lettori: 214.158

«Diagnosi precoce importante» Il ruolo del medico difamiglia

ASSOCIAZIONE NAZIONALE MALATIREUMATICI ONLUS La presidente Tonolo:«Più informazione per ridurre i rischi» Èpartita alla grande la maggiore iniziativanazionale sulla fragilità ossea: «Fai laprima mossa, cura le tue ossa». Comeconferma, con giusta soddisfazione,Silvia Tonolo, Presidente ANMAR(Associazione Nazionale Malati ReumaticiOnlus): «Stiamo già ricevendo numerosechiamate al numero verde. In moltivorrebbero avere informazioni dove, adesempio, si effettueranno le campagnedi screening. Perché è importante averediagnosi precoci, e le attese pereffettuare Moc e approfondimenti sonodavvero lunghe. La nostra campagnacontro l' osteoporosi sta invadendoanche i social, ma, come possiamoimmaginare, i nostri genitori, gli anzianiin generale, non sono internauti e lapossono conoscere solo attraverso la tve i giornali». Quando si parla diosteoporosi, si pensa subito a un problema che compromette la qualità della vitadelle persone della terza età. «Ebbene, non è così. Anzitutto, la fragilità ossea puòcomparire dai 50 anni in avanti, ma, spesso, rappresenta un problema che interessaanche giovani tra i 18 e i 20 anni, persone che magari, per anni, hanno assuntocortisone come terapia per l' artrite idiopatica o per l' asma bronchiale. Laconseguenza diretta di un utilizzo di dosi massicce di cortisone è la comparsa diosteoporosi». Un ruolo importante nella fase diagnostica è svolto dal medico difamiglia, l' interlocutore diretto dei malati. «Occorre sensibilizzare i pazientispiegando loro l' importanza della diagnosi precoce. Ecco perché devono poterraccontare al medico curante tutti i disturbi che minano il loro benessere: a chi èdiabetico, il medico consiglierà una terapia differente rispetto a quella che, invece,prescriverà a chi soffre di problemi cardiocircolatori o a chi è obeso, e via dicendo».Con l' avanzare dell' età, i problemi di salute aumentano e occorre poter gestire la

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

malattia dell' osteoporosi in concomitanza con quelle collaterali. «Il mediconecessita della cartella clinica dei suoi pazienti che devono riuscire a confidarsi. Èpur vero che gli italiani sono famosi per non rispettare i tempi e le dosi delle terapie.Così facendo, però, si entra in un meccanismo distorto e controproducente, sia perla salute del cittadino sia per la Sanità pubblica che dovrà farsi carico dellecomplicazioni. Con questa iniziativa, vogliamo aggiungere un piccolo, ma utiletassello, alla consapevolezza e all' informazione sul modo più semplice per ridurre irischi di fratture da fragilità. Come adottare comportamenti salutari, a partire da un'alimentazione corretta, impegnarsi a svolgere quotidianamente attività fisica, nonfumare e non eccedere con l' alcol, e seguire le indicazioni terapeutiche fornite dalmedico». VP.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 29 EAV: € 20.061Lettori: 214.158

«La patologia è un' emergenza Soggetti a rischio daindividuare»

PAROLA AGLI ESPERTI Esposta anche lapopolazione maschile. Le causescatenanti La fragilità ossea stadiventando una vera emergenza disalute. Ecco perché è opportuna lacampagna di sensibilizzazione «Fai laprima mossa, cura le tue ossa». «L'osteoporosi - spiega Stefano Gonnelli,Professore Ordinario di Medicina Internaall' Università di Siena, membro delCoordinamento Scientifico dell' iniziativae Presidente della SIOMMMS (SocietàItaliana dell' Osteoporosi, delMetabolismo Minerale e delle Malattiedello Scheletro) - è stata per anniassociata esclusivamente all'invecchiamento, considerandolaineluttabile. Dai 50 anni, un italiano sutre va incontro a una probabile frattura acausa della fragilità ossea; rischio nonsolo femminile, ma anche maschile, purcon una probabilità minore. Pensate, aquanto siano esposti i settantenni e più.È un grosso problema che noi medici stiamo vivendo e gestendo, a fronte diortopedie intasate, reparti geriatrici dove la maggior parte dei ricoverati ha subitoun trauma da frattura al femore, una delle cause principali di perdita di autonomia,di depressione e inevitabilmente di morte precoce. Senza trascurare i costi: protesi,badanti e assistenza in generale». Come possono, i medici, contribuire ad alleggerirei costi che gravano sulla sanità e sul bilancio privato? «I medici devono poterindividuare i soggetti a maggior rischio. Gli anziani, ma anche chi abbia unafamiliarità, gli obesi, i fumatori: le categorie più a rischio. Lo specialista, all' attodelle dimissioni dall' ospedale, deve dare consigli e sottoscrivere le terapieadeguate, cercando di coinvolgere i pazienti, informandoli dei rischi ai qualiandranno incontro. Inoltre, abbiamo in Italia la Nota 79, molto valida e aggiornata,che rappresenta una linea guida per trattare sia coloro che soffrono di fragilità osseagià conclamata sia quelli a rischio». Salvatore Minisola, Professore Ordinario di

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

Medicina Interna all' Università La Sapienza di Roma, e membro del CoordinamentoScientifico della campagna, aggiunge: «Le fratture da fragilità devono esserericonosciute rapidamente e considerate come una priorità per la Sanità pubblica, alfine di ottimizzare gli interventi, sia farmacologici sia preventivi, in particolare nelsecondo livello, finora trascurato. Sarebbe già una grande soddisfazione se tutte lepersone, vittime di fratture, fossero poste sotto trattamento adeguato per evitare unaggravamento delle condizioni dello scheletro, visto che, a oggi, solo il 20% èsottoposto a terapia ad hoc. Ma l' osteoporosi è una malattia ancora misconosciutae, quindi, sottovalutata. Alla facoltà di Medicina non esiste ancora il corso di Attivitàmetabolica dello scheletro: va da sé che esiste un problema iniziale generato dallascarsa cultura della malattia». VP.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 24 EAV: € 12.918Lettori: 133.364

«Sangue infetto, in salvo per la giustizia lumaca»Giuseppe Crimaldi

«Per esperienza posso dire che nonsempre, purtroppo, la realtà processualecorrisponde con la verità sostanziale.Nella vicenda giudiziaria del sangueinfetto, conclusasi ieri a Napoli con l'assoluzione di Duilio Poggiolini, il veronemico è stato il tempo. Ma un processoche si conclude dopo 20 anni - quale chesia il suo esito - non è mai una rispostaseria e giusta, ed anzi è una sconfittaper la giustizia e per la società». Dasettembre Arcibaldo Miller è in pensione,dopo 45 anni trascorsi in magistratura.Per quasi mezzo secolo ha indossato latoga di pubblico ministero, e negli anni90 ha coordinato il pool di inquirenti di«Mani pulite» nelle inchieste sullaTangentopoli napoletana. «Le sentenze -dice al «Mattino» - vanno semprerispettate e non si commentano. Tuttaviadover constatare che il processo chevedeva imputato l' ex direttore generaledel Servizio farmaceutico al ministerodella Sanità si è concluso ventitré annidopo, è una sconfitta per tutti». Amarezza, delusione, rabbia. Che sentimento provaoggi chi ha speso tante energie per dare giustizia a quanti hanno contratto malattiegravissime in conseguenza delle trasfusioni con sangue infetto? «Dobbiamoricostruire l' intera vicenda. Quando iniziammo a lavorare su questo filoneinvestigativo eravamo già consapevoli avevamo già accertato che c' erano stati casidi infezioni e contagi causati da una situazione amministrativa lacunosa, che nonprevedeva cioè il controllo sulle sacche di plasma. Scoprimmo così che c' erano stateomissioni nei controlli. Questo fu l' input che ci convinse a indagare. Accertammo ilnesso tra quella che era una evidente carenza normativa e le infezioni e i decessi».Poi, però, iniziò il balletto delle competenze territoriali. «Il fascicolo venne trasferitoa Trento, se non ricordo male perché si sostenne che il primo caso d' infezionesarebbe avvenuto in quella città. A seguire, quelle stesse carte vennero acquisitedalla Procura della Repubblica di Roma. Quella girandola di fascicoli produsseprobabilmente un primo effetto negativo: in questi vari passaggi si perse

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

inevitabilmente una continuità investigativa e si creò un ritardo oggettivo nellosviluppo delle indagini: voglio ricordare che la questione della prova del nesso dicausalità tra le trasfusioni di sangue infetto, il contagio delle malattie e anche lamorte dei pazienti era questione delicatissima». Eppure foste voi pm di Napoli adintuire che nelle maglie larghe delle previsioni legislative sulle sacche di sanguequalcuno avesse approfittato per commettere illeciti arricchimenti, è così? «Ilcontesto in cui si inseriva questa vicenda era di profonda corruttela perché noi - io ei colleghi Fragliasso, D' Amato e D' Avino - accertammo che la Commissione unicadel farmaco che era un organo prezzolato dalle case farmaceutiche, un verocollettore di tangenti al servizio di certi imprenditori che dettavano le regole, iprontuari e tutto il resto. In seguito a questa nostra inchiesta vennero condannatiministri, imprenditori e gli stessi Duilio Poggiolini e sua moglie, Pierr Di Maria. Lalettura di questa assurda carenza normativa sull' uso delle sacche di sangue in uncontesto profondamente inquinato determinò in noi il sospetto che tutto si tenesse».E quale fu il quadro che emerse? «Vennero alla luce esigenze privatistiche chevenivano privilegiate all' interesse collettivo». Torniamo a Poggiolini. C' è un ricordoin particolare di quei giorni di forsennato lavoro in Procura? «Erano giorni scanditi dainterrogatori continui, perquisizioni, anche a Roma. Ricordo il confronto drammaticotra Poggiolini e la moglie: emersero contrasti tra lui e la moglie, con lei che esibivaun forte piglio rispetto al marito che appariva provato». Poggiolini collaborò con voi?«No, non fu un vero proprio collaboratore, anche se lasciò intuire che nella fissazionedei prezzi dei farmaci c' era un forte e determinante intervento delle impresefarmaceutiche. Ma non fu mai un collaboratore». Un altro aspetto delle vostreinchieste riguardò i sequestri patrimoniali. «Recuperammo allo Stato qualcosa comesette miliardi di lire. E non si può non ricordare il sequestro dei beni occultati dallasignora Di Maria nel famoso puff della villa all' Eur: ricordo ancora le parole e l'espressione del maresciallo dei carabinieri che lì trovò soldi e gioielli per un valore diquasi due miliardi». Lei prima ha parlato del ruolo degli industriali farmaceutici.Quale fu la loro parte? «Quelli che vennero inquisiti facevano parte di quel sistemapatologico concretizzatosi nella triangolazione tra uomini delle istituzioni, politici ed,appunto, gli imprenditori. E non dimentichiamo la vicenda tragica del professorVittoria, l' allora preside di Farmacia della Federico II suicidatosi e il giallo dellecircostanze della sua cremazione a dir poco affrettate. Ecco, se ripenso a tuttoquesto e vedo che ci sono voluti più di vent' anni per concludere il processo sulsangue infetto, non posso che tornare a dire che il tempo è stato il vero nemico perl' accertamento della verità» © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 26 EAV: € 21.639Lettori: 384.276

Con il diabete più dolori alla schiena

Una ricerca dell' università di Sydney hadimostrato che la patologia faaumentare il rischio lombalgie E ifarmaci potrebbero essere una causascatenante L' ANALISI Diabete e mal dischiena, uno stretto legame. Come rivelauna ricerca dell' Università di Sydney,che ha analizzato diversi studi effettuatinel corso degli anni. Le persone condiabete hanno un rischio maggiore del35% di soffrire di lombalgia e del 24% didolore al collo rispetto a uomini e donnesenza diabete. Questo significa che sia ilmal di schiena che il male al collopossono esser una spia di un eccesso dizucchero nel sangue. Da qui, lanecessità nei casi in cui i dolori nonavessero una causa, di sottoporsi ad unsemplice esame del sangue. «Siraccomanda ai medici di prendere inconsiderazione lo screening per ildiabete in pazienti che cercano risposteper un dolore al collo o alla schiena»,spiega Paulo Ferreira della facoltà diScienze della Salute dell' università di Sydney e coautore dello studio, pubblicatosulla rivista Plos One. Potrebbero, infatti, soffrirne senza saperlo: ben il 20% dei casinon è diagnosticati. LE INDAGINI «Vale la pena di impegnare maggiori risorse perindagare su questa interazione, poiché trattare il diabete potrebbe ridurre l'incidenza del mal di schiena e viceversa», ricorda l' esperto. Ricerche precedentisuggeriscono che il diabete può predisporre i pazienti a sviluppare una malattia deldisco lombare, a causa della microangiopatia secondaria alla malattia, cioè dell'alterazione dei vasi capillari. «Il diabete, la lombalgia e il dolore al collo sembranoessere in qualche modo collegati ma non sappiamo ancora il motivo - aggiunge laprofessoressa Manuela Ferreira coautrice dello studio - questi risultati suggerisconoulteriori ricerche per individuarne il legame. La nostra analisi ribadisce che ilcontrollo del peso e l' attività fisica svolgono ruoli fondamentali nel mantenersi insalute». IL SANGUE Le persone giovani con un indice di massa corporea elevato(oltre 35) hanno una probabilità superiore a nove volte di sviluppare il diabete nel

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

corso degli anni. Allo stesso modo, l' obesità è un predittore indipendente di gravelombalgia nella popolazione generale. «È probabile che questa comorbidità siadovuta al fatto che condividono le stesse precondizioni, come il peso eccessivo e lapoca attività fisica» chiarisce Agostino Consoli, presidente eletto della Societàitaliana di diabetologia e ordinario di Endocrinologia all' università di Chieti-Pescara.LE MEDICINE Nello studio si evidenzia inoltre che i farmaci antidiabetici possonoinfluenzare il dolore, eventualmente attraverso il suo effetto sui livelli di glucosio nelsangue. Negli ultimi anni, il numero di persone affette da scompensi metabolici,quindi anche da diabete, è aumentato considerevolmente, includendo anche fasce dietà che prima sembravano distanti da questo tipo di problemi e che ora devonoconfrontarsi con criticità mediche attribuite in precedenza esclusivamente all' etàsenile. Antonio Caperna © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 21 EAV: € 63.879Lettori: 704.603

I medici in pensione richiamati in corsia "Non si trovano igiovani"

MICHELE BOCCI

La sanità L' emergenza negli ospedali IlVeneto dà il via alle assunzioni, ma ilsindacato replica "Duro tornare a fare lenotti a 65 anni" Il colpo finale lo ha datoil bando per assumere medici per ipronto soccorso. Ottanta i postidisponibili, appena dieci i candidati.Dopo aver visto l' insuccesso di quellaselezione il governatore veneto LucaZaia ha deciso di scrivere una delibera asuo modo rivoluzionaria. Si tratta infattidel primo atto regionale nel quale siprevede la possibilità di assumere atempo determinato camici bianchi inpensione. Le difficoltà a reperire dottoriper i reparti pubblici sono ben note datempo. Un po' in tutta Italia si fatica amantenere organici sufficienti e così ci siè organizzati in vario modo. Ad esempioutilizzando medici in affitto con contrattida 5-10 giorni messi a disposizione daagenzie e cooperative, oppureprofessionisti a gettone che lavorano giusto per un turno di notte ogni tanto. Traquesti ci sono anche pensionati, ai quali pochi giorni fa ha pensato anche la RegioneMolise che ha permesso alla Asl di sondare il terreno su chi è uscito dal servizio perraggiunti limiti di età. Pure i privati spesso non trovano da assumere e ci sonoprofessionisti molto anziani, come l' anestesista Giampiero Giron di Villa Salus aMestre, 85 anni, che vanno ancora in sala operatoria. Un atto di cornice, come quellodi Zaila, che può essere applicato da tutte le aziende sanitarie non lo aveva maiscritto nessuno. Si sta parlando di una grande regione, tra quelle dove la sanitàfunziona meglio e che spesso hanno anticipato le altre in fatto di servizi eprestazioni di cura. Così a rendere la strada intrapresa anche più preoccupante per isindacati c' è l' idea che altri si potrebbero accodare anche sull' apertura aipensionati. Ovunque le difficoltà a trovare i medici sono enormi, e i vertici dell'assessorato veneto pochi mesi fa sono stati a Lubiana, per parlare con la facoltà diMedicina di neolaureati o neospecializzati da reclutare nel sistema sanitario

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

regionale. Lo stesso Zaia ha spiegato che di 246 posti messi a concorso da ottobre indiverse discipline, i candidati in graduatoria sono risultati soltanto 118. «Sia chiaroche prima di tutto diciamo largo ai giovani - dice il governatore - ma se, come inquesto caso, non ce ne sono abbastanza, le cure vanno garantite lo stesso, con ognimezzo, perché questa è una crisi epocale, causata da una programmazionenazionale sbagliata in più parti». Quanto sta succedendo in Veneto conferma gliallarmi che i sindacati lanciano da tempo: mancano i medici e il problema principaleè il numero di posti nelle scuole di specializzazione troppo ridotto rispetto a quello dicoloro che vanno in pensione in questi anni. La soluzione adottata da Zaia non piacecomunque ai sindacati, come a quello degli anestesisti, Aroi. «Nell' ultima legge dibilancio è prevista la possibilità di far partecipare ai concorsi anche gli specializzandiin Medicina dell' ultimo anno: ricordo che sono 6.200 - dice il segretario delsindacato degli ospedalieri Anaao, Carlo Palermo - Tra l' altro non credo proprio che ipensionati saranno così disponibili. Noi osserviamo una fuga dal lavoro perché lecondizioni sono gravose, fare le notti a 65 anni è davvero duro e pesante». SecondoAnaao, da qui al 2025 ci saranno circa 16mila medici in meno nelle corsie. Il calosarebbe quindi molto più marcato di quello visto tra il 2009 e il 2017, quando icamici bianchi ospedalieri sono calati di circa 8mila unità. Non servirebbe a risolvereil problema l' abolizione di un vecchio vincolo di spesa per il personale, che dovevaessere pari a quella del 2004 meno l' 1,4%, appena deciso dal Governo. Ancheammesso che le Regioni possano spendere un po' più soldi in assunzioni, se non sitrovano professionisti da mettere sotto contratto la situazione non si sblocca. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 29 EAV: € 25.128Lettori: 214.158

L' osteoporosi si previene Laura Morante testimonialViviana Persiani

LA PIÙ GRANDE CAMPAGNA DISENSIBILIZZAZIONE Undici societàscientifiche unite per combattere lafragilità ossea. In Italia colpite 4 milionidi persone Viviana Persiani Uno slogandavvero efficace. «Fai la prima mossa,cura le tue ossa», una rima baciata daimolti significati. A partire dall' invito anon sottovalutare l' osteoporosi, malattiacaratterizzata dalla riduzione dellamassa ossea che, si stima, in Italia,colpisca circa 4 milioni di persone, contrend ascendente. Una patologia silentee progressiva, i cui costi, economici esociali, possono e devono esserecontenuti. «Si pensi che, solo in Italia,nel 2017, sono state 560mila le nuovefratture da fragilità, con un costo per ilSistema sanitario di 9,4 miliardi; inassenza di strategie preventive, siprevede che aumentino del 22,6% nel2030, portando la spesa sanitaria a 11,9miliardi», come ha spiegato StefanoGonnelli, Professore Ordinario di Medicina Interna all' Università di Siena, membrodel Coordinamento Scientifico dell' iniziativa e Presidente della SIOMMMS. Si capisceil motivo del desiderio di riportare alta l' attenzione sull' osteoporosi e sul rischio dirifrattura, affidando a Laura Morante il ruolo di testimonial della più grande iniziativadi sensibilizzazione sulla prevenzione della fragilità ossea, mai realizzata in Italia,che ha riunito 11 società scientifiche (specialistiche e di medicina generale),Federfarma, ANMAR Onlus - Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus e SeniorItalia Federanziani, realizzata grazie al supporto incondizionato di Abiogen Pharma eItalfarmaco. Laura Morante, tra le più apprezzate e talentuose artiste italiane,presta, per la prima volta, il volto per sensibilizzare sulla fragilità ossea epromuoverne la prevenzione primaria e secondaria. Attraverso vari canali video ecartacei, la Campagna si rivolge, in modo particolare, agli over 50, la parte dellapopolazione più a rischio di fragilità ossea. Ai tradizionali strumenti advertising, sonostati affiancati materiali informativi messi a disposizione nei centri anziani distribuitisul territorio nazionale, un sito web (www.curaletueossa.it) con consigli pratici per

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

pazienti e caregiver e una pagina Facebook. Prevenire, si sa, è meglio che curare.Poiché le fratture da fragilità non sono un inevitabile segno dell' invecchiamento, mauna conseguenza dell' osteoporosi che porta al progressivo indebolimento delleossa, devono essere gestite come eventi clinici prevenibili. Nella gestione dellefratture da fragilità, gli aspetti da migliorare vanno dalla diagnosi di osteoporosi, cheil più delle volte avviene solo dopo il ricovero causato da una frattura da fragilità,alla gestione del paziente. L' informazione mirata, poi, è una tra le frecceindispensabili per contrastare il dilagare della malattia e poterla prevenire,conoscendone i fattori di rischio. A volte, semplicemente adottando deicomportamenti improntati alla salute - come un' alimentazione corretta, l' attivitàfisica quotidiana, la limitazione di fumo e alcol - si possono ottenere risultati moltopositivi. Ci sono poi i casi di soggetti ad alto rischio di frattura o vittime di unafrattura da fragilità pregressa. Per loro, occorre una prevenzione secondaria,affiancando un' adeguata terapia farmacologica, prescritta dal medico epersonalizzata in base alle specifiche caratteristiche del paziente, a unasupplementazione di calcio e vitamina D che massimizzino l' efficacia dei farmaci.Da tutto questo, si evince l' importanza di «Fai la prima mossa, cura le tue ossa»,che ha l' obiettivo di riportare alta l' attenzione sul tema della fragilità ossea,proponendo soluzioni concrete per una migliore gestione dell' osteoporosi e delpaziente vittima di frattura, sottolineando l' importanza dell' appropriatezza e dellapersistenza terapeutica.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 12 EAV: € 7.170Lettori: 97.132

Operata al femore una paziente di 108 anni

OSPEDALE DI SASSARI Un interventochirurgico per una frattura del collo delfemore su una paziente di 108 anni, trale ultracentenarie più anziane d' Italia. Èstato effettuato all' interno dell' ospedaleSantissima Annunziata di Sassari. Arealizzarlo è stata l' équipe dellastruttura di Clinica Ortopedica diretta dalprofessor Carlo Doria. Un intervento diroutine in condizioni normali mararissimo sul territorio nazionale, vista l'età della paziente, e che ha impegnato imedici in sala operatoria per un' ora. All'anziana è stata impiantata unaendoprotesi biarticolare. «La signora»,ha spiegato il professor Doria, «èarrivata nel nostro reparto sabato sera,dopo un infortunio domestico edomenica mattina è stata subitooperata. Siamo intervenuti rispettando lelinee guida in quel periodo di tempo,detto anche "golden hour", che va dall'evento traumatico fino alle 48 oresuccessive, durante il quale vi è la più alta probabilità che un immediato trattamentochirurgico possa evitare complicanze anche gravi». I medici hanno già fatto alzare lasignora e ora la speranza è quella di dimetterla e farla rientrare a casa già ilprossimo fine settimana. La paziente è stata sottoposta anche all' analisi di uncampione cartilagineo della testa del femore. Da qui si è appreso che nonpresentava segni di artrosi. «Una condizione», spiegano i medici, «che fa capirecome i nostri centenari rappresentino un patrimonio per la Sardegna». R.C.riproduzione riservata.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 48 EAV: € 2.279Lettori: 29.750

SLA ECCO PERCHÉ UCCIDE I CALCIATORIdi Giorgio Sturlese Tosi

Uno studio dell�Istituto Mario Negri diMilano, qui anticipato da Panorama,svela che all�origine della terribilemalattia ci sono (oltre ai geni) traumisportivi, un�attività fisica troppo intensae, forse, l�abuso di alcuniantinfiammatori. 15 GENNAIO 1989. È ILNOVANTESIMO MINUTO. ALLO STADIOARTEMIO FRANCHI DI FIRENZE SI GIOCAFIORENTINA -JUVENTUS. LA PALLA VA INCALCIO D�ANGOLO. LA BATTUTA DALLABANDIERINA È AFFIDATA A ROBERTOBAGGIO. CHE CALCIA AL CENTRODELL�AREA. STEFANO BORGONOVO, COLNUMERO 9, SI STACCA IN ELEVAZIONE,COLPISCE DI TESTA E BU CA LA RETE DISTEFANO TACCONI. I due, coppia dal golin quel campionato, corrono sotto laCurva Fiesole che esplode di gioia, comel�intero stadio, come tutta la città. Noveanni dopo, nel 2008, Roberto Baggio e Borgonovo sono di nuovo sotto la curva deitifosi viola. Ma stavolta il codino più famoso del calcio italiano spinge l�amico su unacarrozzina. Borgonovo sta giocando la sua partita più difficile, quella contro la Sla, lasclerosi laterale amiotrofica, una delle malattie più misteriose, spietata nella suaprogressione, che porta alla paralisi dei nervi e dei muscoli fino alla morte. Quellapartita Borgonovo la perderà nel 2013. Come tanti altri suoi compagni. Perché chigioca a calcio si ammala con doppia frequenza, e prima, di Sla, detta anche morbo diGerigh. Ormai è provato scientificamente. Lo rivela uno studio dell�Istitutofarmacologo Mario Negri di Milano che Panorama ha esaminato. Il sospetto di unacorrelazione tra il mondo del calcio e la malattia non è nuovo, ma stavolta ilcampione di popolazione analizzato è più ampio e lascia pochi dubbi. Gli scienziatihanno analizzato tutti i giocatori di calcio che comparivano negli album delle figurinePanini dal campionato 1959-1960 fino a quello 1999-2000: 23.875 calciatori di serieA, B e C presi in esame, la cui carriera è stata ricostruita dai ricercatori del MarioNegri coordinati da Ettore Beghi, capo del laboratorio di malattie neurologiche, unodei massimi esperti di Sla. Tra quei gioca tori, 32 hanno contratto il male. Significache si sono ammalati il doppio rispetto alla popolazione generale. Soffermandosi solosulla serie A, il rapporto è addirittura sei volte superiore. Non solo. Gli ex

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

professionisti si ammalano prima, in media intorno ai 43 anni, rispetto ai 65 annidella popolazione. Lo studio, durato cinque anni, è stato condotto dalla dottoressaElisabetta Pupillo e si è avvalso del parere di esperti come Nicola Vanacoredell�Istituto superiore di sanità e Letizia Mazzini dell�ospedale universitario diNovara. I risultati saranno presentati ufficialmente a maggio a Filadelfia, al meetingdell�American academy of neurology. Ma perché il calcio sembra essere unacceleratore di questa patologia che attacca i neuroni motori? Il procuratore diTorino Raffaele Guariniello fu il primo, alla fine degli anni Novanta, ad aprireun�inchiesta per provare a spiegare il numero elevato di morti bianche nel mondodel calcio. Raccolse i dati dei calciatori scomparsi per la malattia e ipotizzò uncoinvolgimento di sostanze dopanti. In realtà, emerse che il doping non c�entravaaffatto. E allora perché questa coincidenza nel mondo del pallone? StefanoBorgonovo, che ha creato una fondazione che finanzia la ricerca, fu uno dei casi piùeclatanti. Il calciatore esordì nel Como, dove tornò a fine carriera come allenatore. Eproprio la sua squadra è stata una delle più flagellate, negli anni, dalla Sla. La colpafu data ai pesticidi usati per il prato del campo. Ma non è mai stato possibile stabilireun rapporto di causa ed effetto. E anche i pesticidi uscirono dalla lente diingrandimento degli studiosi. Oggi Beghi prova a tracciare una linea e a fare lasomma degli studi da lui condotti fino a oggi. E anticipa a Panorama quelle chepotrebbero essere le cause scatenanti della Sla. Però ci tiene a non criminalizzare ilcalcio: «L�esordio della malattia ha implicazioni genetiche di predisposizione.L�attività sportiva non fa male in sé, ma a certi livelli può anticipare l�insorgenza delmorbo nei soggetti predisposti». Quest�ultimo studio, spiega Beghi, raccogliel�eredità dei tre precedenti che hanno permesso di restringere il campo delleresponsabilità. Una prima ricerca del 2012 accertò che i malati di Sla erano piùfrequenti tra coloro che avevano subìto traumi ripetuti. Un dato apparentementeneutro, ma significativo se collegato ad altre ricerche. Come quella del 2014, sempredel Mario Negri, in cui emerse che l�età media di insorgenza della malattia siabbassava nei soggetti che avevano praticato attività sportiva di una certa intensità.In pratica, nei soggetti predisposti, coloro che svolgono sport si ammalano primadella media della popolazione generale. Questi risultati, letti alla luce dei nuovistudi, permettono di avanzare un�ipotesi: «La Sla ha cause molteplici ed è evidentel�interazione tra geni e fattori ambientali. Tra questi ci sono l�attività fisica intensae i traumi ripetuti, da quelli più lievi a quelli che rendono necessario un ricoveroospedaliero. I ricercatori puntano l�attenzione anche sulle possibili interazioni conmolecole presenti in determinati antinfiammatori, se i soggetti ne avessero abusato.Non a caso certe molecole contenute in questi farmaci sono simili a quelle di alcunipesticidi». Non solo. «Anche gli aminoacidi ramificati» aggiunge Beghi «potrebberoavere una responsabilità. Sono molecole che il nostro organismo sintetizzanaturalmente, ma resta da chiarire il loro ruolo in caso di assunzioni esagerate,come talvolta capita agli atleti che vogliano aumentare le prestazioni». Inconclusione, questa scoperta getta luce sui meccanismi, tuttora oscuri, dellamalattia, aiutando a comprendere che la Sla risulta da una complessa interazione trafattori genetici e fattori esterni. «Purtroppo gli studi non permettono ancora diintrodurre misure volte alla prevenzione della Sla» conclude Beghi. «Ma l�aver

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

capito che svolgere attività sportiva a livello intensivo può anticipare un processodegenerativo ci permette di progettare ulteriori ricerche su malattie che con la Slahanno elementi in comune, come l�Alzheimer e il Parkinson. Detto questo, voglioribadire: giocare a calcio non fa male. Anzi».

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 25 EAV: € 30.617Lettori: 384.276

Sla, il male del pallone giocatori ad alto rischio

LA RICERCA Un nemico oscuro, nascostofra i fili d' era o negli angoli bui deglispogliatoi. Un male terribile, che spegnegradualmente quei muscoli appartenutiagli eroi dei rettangoli verdi. Macchineda guerra che correvano, saltavano,scivolavano, cadevano e si rialzavano inun batter d' occhio. Un tempo il mondolo chiamava Morbo di Lou Gehrig, dalnome del giocatore statunitense dibaseball che ne fu vittima. Oggi èfreddamente nota come Sla, acronimo diSclerosi Laterale Amiotrofica, checolpisce le cellule nervose dei muscoliatrofizzandole, sgonfiandole come unpallone. Ma c' è anche chi la chiama lastronza come è stata ribattezzata daStefano Borgonovo, l' ex calciatoreitaliano scomparso nel 2013 a soli 49anni a causa del male. Per combatterlo l'ex centravanti nel 2008 istituì laFondazione Borgonovo. L' ATTACCANTEUna scia di lutti che prosegue,implacabile. Le ultime vittime, purtropposoltanto in ordine cronologico, sono Giuseppe Rosica e Marco Sguaitzer. Nomi chedicono poco alla massa tifosa, ma che in comune avevano anch' essi l' amore per ilcalcio. Rosica faceva l' arbitro di serie A e B, è morto il 25 febbraio a 62 anni di etàdopo 120 partite dirette negli stadi più importanti d' Italia. Lui non prendeva né acalci, né a testate il pallone, che rotolava comunque lì vicino ai suoi piedi. Calciava esegnava, invece, Sguaitzer, una carriera trascorsa a fare gol nei piccoli stadi di serieC, col Mantova soprattutto, per poi prestarsi nella lotta alla stronza che lo hasconfitto il 2 marzo scorso a 59 anni di età. Borgonovo, Sguaitzer, Rosica, ma ancheGianluca Signorini, ex capitano del Genoa deceduto nel 2002; Adriano Lombardi, excentrocampista fra le altre di Fiorentina, Como e Avellino arresosi nel 2007; e poiancora Giorgio Rognoni, Paolo List, Armando Segato, Fulvio Bernardini scomparsonel 1984, uno dei primi casi acclarati di Sla negli ex calciatori. La Spoon river delcalcio italiano battuto dal morbo di Gehrig è lunga e incomprensibile. Ieri l' Istituto diRicerche Farmacologiche Mario Negri di Milano ha messo nero su bianco le cifre del

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

fenomeno: la Sla colpisce gli ex calciatori professionistici due volte di più rispettoalla popolazione generale. Con il rischio che sale addirittura a 6 volte di più se siprendono in considerazione coloro che hanno giocato in serie A. LA POPOLAZIONE Laricerca, condotta dagli scienziati Ettore Beghi ed Elisabetta Pupillo in collaborazionecon Letizia Mazzini dell' azienda ospedaliero-universitaria di Novara e con NicolaVanacore dell' Istituto Superiore di Sanità, si è basata sui 23.875 calciatori di serie A,B e C presenti sugli Album della Panini dal 1959/60 al 1999/2000. Sono 32 i casiaccertati di Sla: 14 centrocampisti, 9 difensori, 6 attaccanti e 3 portieri (e chissà sealla statistica verrà aggregato anche il primo arbitro colpito, Rosica appunto). «Lavera novità - spiega il professor Beghi - consiste nell' aver evidenziato che icalciatori si ammalano di Sla in età più giovane rispetto a chi non ha praticato ilcalcio. L' insorgenza della malattia tra i calciatori si attesta sui 43,3 anni mentrequella della popolazione generale in Italia è di 65,2 anni. Un' insorgenza anticipata di22 anni rispetto a coloro che non hanno giocato a calcio». IL RISULTATO Gli eroidegli stadi si ammalano di più e prima, quindi. Ma perché? È questa la domanda allaquale gli scienziati dovranno dare una risposta. Lo studio italiano sarà portato aPhiladelphia all' esame del meeting annuale dell' American Academy of Neurology.Di ipotesi nel tempo ne sono state avanzate tante: dai diserbanti usati su campi dicalcio italiani negli anni 70, all' uso o abuso di anti-infiammatori, fino a puntare ildito sui microtraumi alla testa causati dall' impatto col pallone o negli scontri digioco con gli avversari. Insinuazioni ammalianti, ma mai provate scientificamente. «Idati della ricerca, e non è la prima volta, evidenziano questa connessione tra calcioe Sla», commenta Damiano Tommasi, ex centrocampista di Roma e Nazionale, oggipresidente dell' Associazione Italiana Calciatori. «Da una parte preoccupa e dall'altra ci invita a porre attenzione a qualsiasi iniziativa che possa aiutare a saperne dipiù. L' auspicio è che attraverso la ricerca si possano dare soluzioni alle tantepersone colpite da questa terribile malattia». Romolo Buffoni © RIPRODUZIONERISERVATA.

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

27/03/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 61 EAV: € 5.173Lettori: 29.750

The good DOCTORtesto di Daniela Mattalia foto di Roberto Caccuri

Della malasanità si scrive spesso. Quasimai dei buoni medici, quelli che ognunodi noi vorrebbe incontrare (come nellaserie tv di culto). Noi abbiamo sceltoPietro Caldarella, chirurgo oncologopremiato per l�«empatia e umanità», perfarci raccontare la sua vita in trinceainsieme ai pazienti. Il giorno concordatoper l�intervista piove a dirotto e PietroCaldarella, chirurgo oncologico allo Ieo diMilano, appena smontato dal suo turnodi lavoro, si preoccupa. «Guardi chediluvia, vuole che venga a prenderla inauto?». Certo che no, grazie mille, perògià prima di incontrarlo capisci com�èche questo medico siciliano, che lavoranello staff del chirurgo Paolo Veronesi,ha vinto un premio che, dal 2017,l�Associazione Europa Donna Italia dà aicinque medici italiani più «empatici»,emersi da oltre 6 mila segnalazioni di pazienti sul web: il «Riconoscimento UmbertoVeronesi al Laudato Medico» (dato quest�anno a tre uomini e due donne). Perché sisa, i medici sono spesso «brutti sporchi e cattivi», commettono errori, sbaglianodiagnosi, non curano bene i malati, vengono citati in giudizio, e l�elenco delle loromalefatte, vere e presunte, potrebbe continuare a lungo. Ma questa voltaraccontiamo una storia diversa. Quella di un medico che, come tantissimi altri a dirla verità, dedica tutto se stesso ai pazienti. Non perché sia un eroe o un missionario,e poi la retorica non ci piace. Semplicemente perché ha chiaro il senso profondodella sua professione. Aiutare gli altri. Con le parole, i gesti, le decisioni, le terapie.Guarirli, se possibile. Farli stare meglio, sempre. È quindi un articolo in difesa deimedici? Sì. Così come è un modo per dire loro, ogni tanto: grazie. Dottor Caldarella,come ci è arrivato a fare il medico e poi il chirurgo? Avevo 16 anni, e una fidanzatinache piangeva tutte le sue lacrime addosso a me perché la mamma aveva un tumoreal seno. All�epoca ero indeciso se fare l�architetto o il medico. Decisi per il medico.Vinsi una borsa di studio dell�Airc, scelsi senologia e arrivai a Milano con il pallino difare chirurgia. Mi accolse Umberto Veronesi, vide in me non tanto un futuro chirurgo,all�epoca non ero così abile, quanto un bravo medico da far crescere. Ma poi èdiventato bravo anche come chirurgo spero. Adesso sì! E la madre della ragazza? È

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

ancora viva e sta benissimo, dopo 40 anni. Lei è stato premiato per essere uno deicinque medici italiani «più umani ed empatici». Ma i medici oggi non godono dibuona fama. Aumentano i contenziosi e le cause, la diffidenza, le aggressioni fisiche.Che colpe riconosce alla sua categoria? Dovremmo ascoltare di più, prestareattenzione, essere più disponibili. Ma o hai un buon esempio, o non lo impari. Io hoavuto un buon maestro: Veronesi diceva che il 50 per cento della bravura di unmedico era saper ascoltare i pazienti. Quante ore dedica all�ospedale e ai malati?Entro allo Ieo verso le sette e mezzo, esco più o meno alla stessa ora, la sera. Inmedia, io e i miei colleghi seguiamo quattro o cinque operazioni al giorno. Riesce astaccare dal lavoro, una volta che esce dall�Istituto? Mi è difficile. A volte i miei figli,ho due ragazzini, la sera a cena mi raccontano cosa hanno fatto, e a un certo puntochiedono «papà, ma mi stai ascoltando?», io invece penso a quel malato, a quelcaso... E lascio sempre ai pazienti il mio numero di cellulare. È vero che è semprepiù difficile trovare assicurazioni che coprano ospedali e medici? È sicuramente così.Io ho una struttura che mi copre, ma la nostra polizza si è alzata parecchio. Moltiavvocati si buttano su questo filone: fermano i pazienti fuori dagli ospedalichiedendo se sono stati trattati bene, se hanno avuto problemi con la sanità. In talcaso si offrono di assisterli. È una cosa inquietante e molto scorretta. Come ci siprotegge da una causa, a parte cercare di fare bene? Se si seguono delle linee guidache sono state fatte per quello, il rischio di sbagliare e di avere torto in uncontenzioso è minore. Però a volte bisogna prendere decisioni impreviste eimmediate, come si fa? È effettivamente un problema. Parlando con i miei colleghi,spesso molto in gamba, emerge un fenomeno sconfortante: una volta, quando siverificava un caso limite, il chirurgo diceva al paziente «io provo a fare questointervento, può andare bene, ma è anche possibile che non ci si riesca». Peròprovava. Ora, per timore di un possibile contenzioso, molti chirurghi rifiutano, non sela sentono più. Ne sarebbero perfettamente capaci, ma rinunciano in partenza. Hamai subito una causa? Una sola, circa sei anni fa, e mi diede un�ansia pazzesca, misentivo sconfitto: era una donna che avevo operato ma dopo quattro anni le vennerodelle metastasi al fegato. La sua colpa qual era? Quella di non aver fatto un follow-up con Tac annuali di controllo. Ma era una procedura non prevista in un nessunprotocollo, anche perché se fai raggi X troppo ravvicinati esponi a un rischioradiologico. Lei fece causa all�ospedale ma il diretto interessato ero io, ero io chel�avevo operata, era con me che non aveva fatto i controlli. È stata risarcita. E lamalattia si è poi stabilizzata. A parte le possibili cause legali, qual è la parte più duradel suo mestiere? Trovarsi di fronte a ragazze giovani che, in un momento della lorovita carico di progetti, con un compagno con cui hanno fatto un figlio, durantel�allattamento si ritrovano con un tumore mammario; o peggio, durante lagravidanza scoprono di avere un cancro. Vorresti portarle alla guarigione il giornodopo e sai che non può essere così. Ci si corazza mai contro queste cose?L�esperienza un po� ti abitua. Come si dice: il pescatore ha la pelle più dura di chinon si espone mai al sole. Ma ci sono quei casi dove sai benissimo, per la tua culturamedica, che andrà male. È una questione di tempo, ma tu sai che andrà male, chesarà un calvario. È il fardello più pesante che mi porto a casa. Una delle lamentelepiù frequenti è il modo in cui i medici dicono le cose: avari di parole, noncuranti,

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

tavolta brutali. È vero, e la noncuranza è una forma di cattiveria, come il nonprestare attenzione. C�è modo e modo di dire le cose. Qual è il modo giusto, se neesiste uno, per comunicare «lei ha un cancro»? Io cerco sempre di sottolineare il latopositivo: lei ha un tumore, ma è circoscritto, oppure non è aggressivo, o ha irecettori giusti per una certa terapia, o ancora non ha bisogno di un interventoinvasivo. Dovrò perdere i capelli? Sì, ma quando finirà il ciclo di chemioterapiacresceranno più forti. Ascolto molto, spiego tutto, a volte faccio dei disegni per farcapire meglio. Ci sono, ammetterà anche lei, pazienti antagonisti, insopportabili, conaspettative alte. O che semplicemente non si fidano, hanno le loro idee. Non è facileaverci a che fare... Perdere la pazienza, se sei un medico, ti va contro. Il malatodiventa molto più ostile. Sono persone in difficoltà, che vivono la diagnosi e laterapia come un punizione. Devi far capire che hai il loro stesso obiettivo, laguarigione. Io voglio dei successi, non degli insuccessi. La competizione con il«dottor Internet» la sente? Mi capitano pazienti che ti fanno domande per cui capiscisubito che sono andati online a leggere un sacco di cose, a volte infondate. Spessoho davanti marito e moglie e quando spiego il percorso di cura, si guardano comeper dire «ma noi avevamo letto un�altra cosa». Magari ti interrompono: «Dottore,sappiamo che c�è la radioterapia intraoperatoria», rifiutano la chemio e voglionol�immunoterapia perché hanno letto che è una nuova cura. Difficile fargli cambiareidea? Devi capire i loro timori. Spiegare che la radioterapia in quel caso non si puòfare, che l�immunoterapia in quel tumore non avrebbe un senso logico. Poi ognuno èlibero di fare le sue scelte. Non vogliono fare la chemio? Gli dici che è come andarein moto senza casco: te la godi di più ma rischi di morire. Ho avuto pazienti convintidi curarsi bevendo solo limonate perché hanno la vitamina C. Ricordo una giovanedonna malata che evitava tutti i carboidrati. È morta che pesava 30 chili. E quandola diagnosi è infausta? Che cosa dice? Che faremo di tutto. Perché non devi mai farmancare la speranza. Anche quando le statistiche affermano un�altra cosa, alla finenon è detto. Ognuno reagisce alle cure in modo diverso. Rammento casi già guaritiche nel tempo sono finiti male, o al contrario tumori aggressivi che poi non si sonopiù visti. La speranza non la devi mai spegnere. Se un malato ha tre anni di vita,perché glieli devi far vivere male terrorizzandolo? Lei chiede scusa? Tante volte. Evieni apprezzato di più. Ricordo un caso, la moglie di un dentista, aveva 60 anni e miaveva chiesto di fare la mastectomia, io l�avevo convinta che non era il caso, e hotolto solo un quadrante. Purtroppo all�esame istologico venne fuori che il tumore erapiù esteso del previsto e dovemmo rioperarla togliendo tutto il seno. Si arrabbiò?Anzi, accettò le scuse e continuò ad avere fiducia tanto da fare tutti i successivicontrolli sempre con me. Credo che molti contenziosi potrebbero essere evitati sesolo i medici fossero più umili e sinceri. Il nostro lavoro non è semplice, siamoumani, possiamo sbagliare. Sbagliare è inevitabile, ma una garza dimenticata, il piùclassico e grottesco degli errori, è imperdonabile... Ma sa che anch�io me lodomandavo, come diavolo fanno, invece è una delle cose più semplici che possanoaccadere. Le garze le usiamo per tamponare il sangue, diventano subito rosse,invisibili. Una garza che si infila sotto il fegato non la vedi più. E come si evita allora?Ci deve essere un circuito che protegge da questo rischio, persone addestratenell�équipe che prima dell�operazione contano tutte le garze e non ti fanno

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

chiudere il paziente se alla fine il conteggio non torna. Se ne manca all�appello sichiama il tecnico di radiologia che fa una diretta per vedere dove è finito ilfilamento. Ci vuole comunque molta attenzione. A proposito di attenzione: nelleserie tv si vede sempre l�équipe che in sala operatoria cazzeggia con il malatoaperto... Quello è verissimo, ma fa parte del rituale antistress. Poi nei momenti ditensione devi stare concentrato. Anche perché se si dimentica una garza, poi lagente pensa: «Per forza, stanno tutto il tempo a raccontarsi barzellette!». Lei ildottor House, per esempio, lo vedeva? Come no, mi piaceva molto. Però era propriociò che un medico non dovrebbe essere: cinico, arrogante, brutale. Se lei lo avesseavuto come esempio forse non sarebbe diventato il medico che vince il premio perl�empatia. Ma azzeccava sempre la diagnosi. E faceva di tutto per salvare ilpaziente. Lei è mai stato paziente? Sono stato dall�altra parte della barricata, sì. Eho alle spalle un�esperienza dolorosa: ho perso un fratello, morto a 49 anni, colpitoda cancro al polmone. Fumava da quando ne aveva 15. E i medici si sono tutticomportati come avrebbe fatto lei? No, ho avuto al contrario un�esperienzabruttissima. Gli tolsero un polmone, era un tumore avanzato, e mio fratello un giornofece a un medico, peraltro un amico, una domanda che non aveva il coraggio di farea me: «Quanto mi resta?». E quel medico gli disse: «Antonio, secondo me un anno».Da quel momento per mio fratello scattò il timer. È morto dopo sette anni dopo, maogni anno lo viveva come fosse l�ultimo. Invece di pensare che stava andandoincontro a una possibile guarigione, lo sentiva come una condanna, pensando«adesso arriva la morte». Sette anni con un tumore al polmone? Un sopravvissuto!Ma è sopravvissuto male. Era un artista, e in quegli ambienti quando esci dal gironon lavori più. Ogni anno per lui era sempre peggio, entrò in depressione, aveva unatteggiamento autodistruttivo e alla fine fu stroncato da un infarto. Per due anni,ogni giorno, i miei genitori sono andati al cimitero. Vede quanto contano le parole?Possono salvare ma anche condannare in un certo senso. Per questo il nostro ruolo ècosì importante. Le persone che affrontano la malattia con ottimismo hanno piùpossibilità perché il loro organismo reagisce meglio. Ogni giorno il nostro sistemaimmunitario combatte contro cellule precancerose. Poi di fronte a un dolore, a unforte stress, può risentirne. A parte il timore di sbagliare, o non riuscire a guarire,quali sono i lati più stressanti del suo lavoro? Gli orari? I turni massacranti? I mediciche scioperano hanno ragione? Hanno ragione se, come avviene in tante strutture,non c�è ricambio nei turni per carenze di personale. E i medici ospedalieri questasituazione la pagano più di tutti, non riescono neanche a smontare dai loro turni dilavoro. Certo, poi ci sono quelli che fanno le sette ore e 40 del contratto, timbrano evanno via. Ma tra le cose più pesanti in realtà c�è la burocrazia che ci sovrasta. Ineffetti, da un sondaggio sul «burn out» dei medici, è emerso che una delle maggiorifonti di stress sono proprie le scartoffie amministrative. È così. Oltre alla visite e allasala operatoria, i medici devono riempire cartelle cliniche, lettere di dimissioni,compilare moduli con gli esami istologici, riempire i codici per il Dgr, cioè la richiestadi rimborso per le prestazioni alla Regione. Tutte cose che dovrebbero fare gliamministrativi, ma in Italia c�è la cultura di assumerne il meno possibile, e noi ciritroviamo a fare un lavoro che non è nostro e porta via tempo. L�Istituto ha ragionealtrimenti non scattano i rimborsi, i pazienti hanno ragione perché vogliono la tua

Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso

attenzione, e tu ti ritrovi sveglio alle 3 di notte pensando a come incastrare tutto.Mai sofferto di «burn out»? Non a livelli eccessivi. Ma sì, ho attraversato periodi diforte stress in cui avevo una fame bulimica. Mia moglie mi consigliava di farmiaiutare da uno psicologo, mio figlio quando mi vedeva aprire l�armadietto deibiscotti mi diceva «Papà chiudi, non c�è bisogno...». E invece, cosa le dà felicità?Dare una mano alle persone, aiutarle a stare meglio. Ho un ricordo bellissimo,quando ci ripenso mi emoziono ancora. Ero al 4° anno di specializzazione in unreparto di chirurgia toracica, c�era un malato anziano solo, senza moglie o figli,facendo il giro dei letti mi ero fermato accanto al suo e gli tenevo la mano. Entrò uninfermiere, un tipo alto e professionale, mi intimidii e staccai subito la mano. Luifece tutto quello che doveva fare poi, quando entrambi uscimmo dal reparto, midisse: «Non ti vergognare mai di fare queste cose e quando un giorno, e te loauguro, diventerai professore, continua a farle». In tutti questi anni, ha mai pensato«non ce la faccio più»? A volte arrivo a casa la sera distrutto e sì, penso checambierei lavoro. Ma sono attimi. La mattina dopo mi sveglio e sento che non potreifare nessun altro mestiere al mondo.


Recommended