Date post: | 09-Mar-2016 |
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ritr
atti
asso
med
ico
27sceltedivita
le testimonianze raccolte per l’iniziativa “le orme” presso il 65simo congresso Fimmg.
a cura di andrea Borraccino ed eleonora ripanti
assomedico è un’associazione fondata su valori forti come la mutualità, la solidarietà, la traspa-renza, l’innovazione, l’interesse generale.una natura che si manifesta nella finalità che persegue: essere un importante punto di riferi-mento nel mondo della sanità, in ambito assicu-rativo, previdenziale e finanziario.
per questo, articola la propriaattività in due aree: prevenzionee diFesa. mentre la prevenzionesi Basa innanzitutto sulla Formazione,la diFesa si realizza nell’impegnoad individuare soluzioni eFFicaciper la tutela del medico.
assomedico nasce con l’oBiettivodi oFFrire al medico tuttigli strumenti necessari a garantirglila massima serenità nell’esercizio della proFessione.
ritr
atti
asso
med
ico
27sceltedivita
le testimonianze raccolte per l’iniziativa “le orme” presso il 65simo congresso Fimmg.
a cura di andrea Borraccino ed eleonora ripanti
2 ritrattiassomedico
Con il sostegno diFimmgmetis
27 scelte di vitaa cura di andrea Borraccinoed eleonora ripantifotografiedavide atzei
Assomedico Ritratticollana diretta daGiancarlo Mosca1. Fimmg 2009: la presenza di assomedico e galeno al 64mo congresso2. 27 scelte di vita3. michele Farina, seguendo le sue orme.
copylefttrentaduesima edizione gennaio 2011
Assomedicowww.assomedico.itemail: [email protected]: 06.44.16.34.51
Sala degli associati00161 romaviale di villa massimo, 3940126 Bolognavia todaro, 890139 palermopiazza don luigi sturzo, 14
OfficineEinstein editoreviale tiziano, 8000196 romatelefono: 06.45.47.00.50
progetto di comunicazioneluca massacesiredazioneandrea Borraccino,valentina guglielmelli, eleonora ripantiprogetto graficoalessandro ghezzi
indice
27sceltedivita
TESTiMOniAl dEllA pROpRiA pROfESSiOnE.27 medici ci raccontano la loro scelta: il sogno di una vita, gli incontri casuali, i momenti decisivi della propria esistenza, i timori e le soddisfazioni di chi ha intrapreso la strada della professione medica e che, ogni giorno, si prende cura della nostra salute.
daniela Bettelli02
Il ricordo di quellanotte passata in fila per prenotare il colloquio
d’ammissione all’università.pagina 12
cirino Bruno03
Il ricordo più bello? Quando, frequentandole lezioni di anatomia,
il professore mi scelse per farmi fare le dissezioni.
pagina 14
nicolettaantonini
01Mi son fatta le ossa
iniziando come guardia medica, quando capitavano
pazienti in ogni stato.pagina 10
maria cassanelli04
Cari ragazzi, affrontate questa professione con
serietà, ma anchecon un pizzico di fantasia
ed umanità.pagina 16
simonettacenturione
05Seguendo le orme
di mio padre, perché il fine dell’essere medico è soltanto
uno: aiutare gli altri.pagina 18
giorgiocognolato
06Ho rinunciato a posti
di prestigio, perché queste tentazioni mi portavano via
dal mio scopo:voler bene alla gente.
pagina 20
4 ritrattiassomedico
pierluigide paolis
08I numerosi anni di studio
sono un percorso necessario per potere ottenere
una maggiore gratificazione.pagina 24
anna mariaFocarete
12Per tre giorni
e tre notti non usciidalla mia stanza, finchèi miei genitori compresero
che era davverociò che volevo.
pagina 32
roBertomaccaFerri
15In perfetto equilibrio
tra il pessimismodella ragione e l’ottimismo
della volontàpagina 38
giuseppedell’aversana
09Porsi sempre il beneficio
del dubbio: riflettere, avere umiltà, non dare sentenze
affrettate.pagina 26
giuseppemantovani
16Gli incontri della mia vita:
dai colleghi universitarialle visite in carcere.
pagina 40
corrado di steFano
10Con 1.500 pazienti ti senti di far parte davvero di una grande famiglia allargata.
pagina 28
roBerto FaBozzi11
Per me è ancorauna missione, perché
è difficile gestirela vita delle persone
e le situazioni complesse.pagina 30
giuseppe greco13
Una professione come le altre: se ci si mette l’anima
si è sempre un ottimo professionista, qualsiasi
lavoro sia.pagina 34
vincenzo crimaldi07
Ho sempre saputo che sarei diventato medico, ed è ciò che mi ha guidato in ogni
mia scelta.pagina 22
domenico la malFa
14L’emozione di quella
mattina in cui accompagnai i miei amici ad iscriversi
a medicina. pagina 36
marco mazzoni17
La scelta di essere medico fu una cosa innata. Quello che nutrivo era un reale piacere
per l’arte medica.pagina 42
indice
27sceltedivita
Francescoprete23
Riuscire ad entrare nell’intimità delle persone:
quale gratificazione più grande in questa
professione?pagina 54
saBatinoorsini Federici
19Togliere la sofferenza,
restituire il sorriso. Nessuna professione può darti
un simile appagamento.pagina 46
Francescopalermo
20Non la reputo una
vocazione, quanto il piacere di voler fare le cose
con dedizione ed amore. pagina 48
pasquale perrotta
21Tra l’entusiasmo di chi
ha voglia di aiutareil prossimo e la soddisfazione
delle prime visite.pagina 50
nello pievani22
La formazione in seminario e un’idea folle per quei
tempi: essere medico e prete.pagina 52
riccardo spadoni26
Quel lungo periododi malattia in cui conobbi
la medicina e che, dieci anni dopo, influenzò la mia scelta.
pagina 60
Fausto moschini18
Forse non sarei stato uno dei primi, ma la forza
di volontà ed una memoria di ferro non mi mancavano.
pagina 44
rino romei24
La prima volta che ascoltai il battito cardiaco, i rumori dell’apparato respiratorio:
una nuova dimensione.pagina 56
guido sanna25
Quell’autentica sinergia tra medico e paziente,
un’interazione continua costruttiva per entrambi.
pagina 58
massimo terra27
Attingere dall’esperienza dei colleghi più grandi, perché c’è sempre da
imparare qualcosa di nuovo.pagina 62
6 ritrattiassomedico
EssErE un punto di rifErimEnto pEr chi si avvicina alla profEssionE
RiuSCiRE A MOSTRARE lA bEllEzzA dEllA pROfESSiOnE MEdiCAIl primo passo del progetto giovani medici: la raccolta delle testimonianze di chi ha scelto la professione medica nell’ambito dell’iniziativa “Le orme”.
Quando abbiamo inaugurato questa colla-na editoriale ci siamo posti l’obiettivo di raccontare storie ed eventi attraverso dei ritratti, dando a questo termine un’acce-zione più ampia: dapprima, raccontando le nostre attività presso il 64mo congresso na-zionale Fimmg, poi realizzando un testo di approfondimento sull’esempio di Michele Farina, un medico che reputiamo “un’orma” per le giovani generazioni. Via via che realizzavamo questo testo abbia-mo riflettuto su come raggiungere diecimila medici senza sacrificare la qualità delle foto-grafie: guardando il risultato ottenuto, credo che abbiamo ottenuto un ottimo compro-
messo tra l’importanza di diffondere l’inizia-tiva e la necessità di non vanificarne il lavo-ro artistico.Quelle che troverete nelle prossime pagine sono le 27 testimonianze raccolte per “Le or-me”. Abbiamo chiesto a medici di ogni età e provenienza di raccontare il momento in cui hanno scelto di intraprendere questa stra-da, cercando di far riemergere quei suoni, gli odori, le parole e le immagini che hanno reso unico quell’istante. Non solo. Desideravamo far riaffiorare il ricordo di coloro che li hanno ispirati, che hanno lasciato le orme decisive per la propria scelta: familiari, professionisti, personaggi dei romanzi visti come modelli ed
27sceltedivita
introduzione
esempi da raggiungere. Sono storie che sanno essere simili ed uniche allo stesso tempo. Le storie di chi ha fatto del-la professione medica la propria ragione di vi-ta. Ci troverete chi parla di vocazione, chi di una scelta maturata in una segreteria universi-taria, chi di una volontà dei genitori. Ma, so-prattutto, ritroverete voi stessi, ciascuno con la propria unicità. Ci sono dubbi e timori, la paura di non essere all’altezza di un compito impegnativo, ma anche la consapevolezza di aver fatto la scelta migliore, per alcuni l’unica possibile, di essersi realizzati giorno per gior-no, aiutando chi ne aveva bisogno. Ci trove-rete incontri, lacrime e sorrisi.
lA pRiMA ORMA di un pERCORSOMOlTO più lunGO
Divenire un punto di riferimento per i giova-ni medici è un progetto difficile ed ambizio-so, che vogliamo condividere con voi, chie-dendo il vostro supporto, come in questa iniziativa: è importante dare ai ragazzi, il fu-
turo di questo Paese, tutto il supporto neces-sario per affrontare al meglio una fase molto delicata della propria vita. Quello che avete tra le mani è quindi il pri-mo risultato di un’attività di comunicazione che Assomedico vuole realizzare negli anni, e che insieme alla Fondazione Previasme si svi-lupperà nel tempo con nuove forme e carat-teristiche. Ci saranno compagni di viaggio di-versi a condividere la strada, a lasciare orme parallele via via che il percorso si realizzerà, avendo ben chiaro in mente l’obiettivo a cui tendere: assistere i giovani in tutto il cammi-no che li porterà alla professione.Assomedico voleva mettere in luce la bellezza dell’essere medico, una professione che cre-diamo sia ancora una missione. La prima or-ma l’abbiamo lasciata, molte altre attendo-no ancora di essere percorse, per far sentire ai giovani il calore di un’intera comunità pron-ta a sostenerli.
Giancarlo MoscaSegretario generale di Assomedico
Vota il testimonedella professione
più bellasegui l’iniziativa sul sito di assomedicoe su facebook (cercando la pagina “le orme”, presente all’indirizzohttp://www.facebook.com/pages/le-orme/149905295041199).
se desideri avere informazioni scrivia [email protected].
Vota il testimonedella professione
più bellaentro il 31 marzo:invia un sms al 389.42.69.060indicando il numerodella testimonianza preferita
oppure cliccando “mi piace”su Facebook alla foto del testimone preferito nella gallerydella “le orme”
oppure su www.assomedico.it nella pagina dedicataal sondaggio online.
racconti, parole che lasciano il segno, che rie-vocano ricordi ed eventi della propria storia. ma anche fotografie in bianco e nero, capaci di far risaltare l’esperienza di chi ha portato avanti questa professione giorno per giorno. occhi che hanno molto da raccontare, che hanno visto il dolore e che lo hanno saputo lenire, che hanno visto tanti pazienti tornare alla vita, lasciarsi alle spalle malattie più o meno gravi. medici provenienti dall’intero paese ci hanno raccontano storie diverse, seppur legate da un fil rouge continuo: la scelta di una professio-ne che potesse dar loro modo di fare del be-ne al prossimo.
esprimi la tua preFerenzaabbiamo concluso questa prima edizione de “le orme” raccogliendo le 27 testimonianze che trovate in questo volume. ed ora ti chie-diamo di darci il tuo contributo. desideriamo eleggere il medico che, per le parole che ha detto e per l’intensità del volto, meglio rap-presenta, per i giovani che si avvicinano alla professione, la missione del medico.
per votare, puoi scegliere una tra le tre modali-tà sopra proposte: un sms, un clic su Facebook o sul nostro sito. contribuisci ad eleggere l’or-ma più significativa di questa prima edizione.
10 ritrattiassomedico
› nata a: Narni (TR)› il: 16 giugno 1961› medico dal: 1987› esercita a: Narni (TR)
27sceltedivita
nicolettaantonini01
Mi son fatta le ossa iniziando come guardia medica,quando capitavano pazienti in ogni
stato.ho scelto di essere medico quando ero piccola. accompagnavo mia madre, l’in-fermiera del paese, quando qualcuno aveva bisogno di un‘iniezione.in realtà avevo un po’ paura, ma poi a 16 anni qualcosa è scattato dentro di me, forse perché semplicemente mi pia-ceva la biologia, la scienza. le prime paure professionali sono sta-te quelle di avere sotto le mani una per-sona che sta male, a cui dover fare una diagnosi, una terapia. e poi gli inizi co-me guardia medica, quando ti capitava-no pazienti in ogni stato. ma è in quel periodo che mi son fatta le ossa: partivo con la mia macchina per andare dal pa-ziente con tranquillità, pronta a trovare qualsiasi cosa.a un giovane medico direi di farlo solo se ha una grande passione, perché vuol di-re dimenticarsi di se stessi.
12 ritrattiassomedico
› nata a: Terni› il: 24 ottobre 1956› medico dal: 1983› esercita a: Terni
27sceltedivita
danielaBettelli02
Il ricordo di quella notte passata in fila per prenotare
il colloquio d’ammissione all’università.
non c’è stato un momento preciso in cui ho scelto di diventare medico, è stato qualcosa che è nato negli anni del liceo, maturando, quando ho iniziato a pensa-re a un lavoro che potesse essere un po’ diverso dagli altri, che potesse render-mi soddisfatta e darmi anche un riscon-tro economico. dell’università ricordo la notte in fila per prenotare il colloquio d’ammissione, una cosa che adesso sarebbe impensa-bile, ma non c’è stato mai un momento in cui abbia scelto di dire “basta”, no-nostante le occasioni di scoramento non siano mancate. dopo la laurea sembrava che nessu-no avesse bisogno di me. parafrasando troisi, direi “pensavo fosse amore inve-ce era un calesse”, perchè nonostante i momenti di grande difficoltà, è davvero valsa la pena salirci sopra.
14 ritrattiassomedico
cirinoBruno03
Il ricordo più bello? Quando, frequentando le lezioni di anatomia, il professore
mi scelse per farmi fare le dissezioni.
ho scelto di diventare medico al liceo. studiavo le scienze e spontaneamente ho scelto di intraprendere questa stra-da, senza sentirmi forzato.il ricordo più bello risale a quando, fre-quentando le lezioni di anatomia, il pro-fessore mi scelse per farmi fare le dis-sezioni, insieme ai colleghi del secondo anno.appena laureato avevo paura di avere tanta teoria ma poca pratica: il timo-re di capire la malattia dei pazienti, ma non conoscere i prodotti farmaceutici.a me è piaciuto essere medico soprat-tutto per l’esperienza di formazione dei ragazzi che mi seguono nel mio ambula-torio, aiutandomi ad essere aggiornato sulle ultime novità in campo medico. so-no ragazzi che vogliono conoscere i se-greti della nostra professione.
27sceltedivita
› nato a: Siracusa› il: 5 ottobre 1945› medico dal: 1973› esercita a: Siracusa
16 ritrattiassomedico
mariacassanelli
04
Cari ragazzi, affrontate questa professione con serietà, ma
anche con un pizzico di fantasia ed umanità.
Fin da bambina avevo il desiderio na-scosto di diventare medico, da quando nei giochi mi divertivo a ricoprire que-sta professione. poi ho iniziato ad avere una reale curiosità per la medicina. infi-ne, innamorandomi della figura del dot-tor manson, il medico de “la cittadella”, non ebbi più dubbi sulla scelta.dell’università ricordo le amicizie, la condivisione delle ansie per gli esa-mi. ma anche le paure per quegli stu-di strutturati più sulle parti teoriche che sulla pratica, almeno fino al corso di formazione in medicina generale, in cui colmai questa lacuna con le attività am-bulatoriali e di reparto.ai giovani direi di non avere paura, di affrontare la professione con serietà ed un pizzico di fantasia ed umanità. e’ una vocazione fare il medico, soprattut-to nel rapporto col paziente.
27sceltedivita
› nata a: Torino› il: 12 ottobre 1960› medico dal: 1992› esercita a: Troia (FG)
18 ritrattiassomedico
simonettacenturione
05
Seguendo le orme di mio padre, perché il fine dell’essere medico è soltanto uno: aiutare gli altri.
ho cominciato a lavorare nel 1985 in guardia medica, come tanti altri della mia generazione.anche se ho i miei pazienti, sono anco-ra molto legata a questo posto, perché è il luogo in cui ho conosciuto tutti gli amici più veri, quelli che son rimasti nel tempo. penso di aver scelto di diventare medi-co per emulare mio padre, morto 31 anni fa, ma che ancora continua ad essere ri-cordato da tanti per la sua professiona-lità e la sua bontà.di timori ne ho avuti tanti, come quan-do in guardia medica dovevo uscire la notte da sola: avevo paura di non farce-la. ora, invece, ho paura di non non es-sere in grado di salvare una persona in pericolo di vita. ai ragazzi voglio dire che è una profes-sione splendida, in cui c’è un solo fine: aiutare gli altri.
27sceltedivita
› nata a: Terni› il: 23 dicembre 1957› medico dal: 1983› esercita: Terni
20 ritrattiassomedico
giorgiocognolato
06
Ho rinunciato a posti di prestigio, perché queste tentazioni mi portavano via dal mio scopo:
voler bene alla gente.sono stato costretto a cambiare lavo-ro più di una volta, ma allo stesso tem-po ho avuto modo di acquisire tante co-noscenze, soprattutto perché lavoravo mentre ero studente.la prima volta che pensai a fare il medi-co fu quando persi a 6 anni mio fratello: da lì la scelta di cosa avrei voluto fare da grande divenne ben chiara. nel tem-po ho rinunciato anche a varie occasio-ni più prestigiose e redditizie, perché ve-devo che queste tentazioni mi portavano via dal mio scopo, quello di continuare a voler bene alla gente. a chi si approccia a questa professio-ne direi che non deve rinunciare ai con-fronti con altri professionisti, ma nean-che saltare l’argine del proprio albero per avventurarsi in ambiti sconosciuti. la mia testimonianza più sincera? Fate-lo solo se davvero lo volete.
27sceltedivita
› nato a: Sesto al Reghena (PN)› il: 24 gennaio 1945› medico dal: 1978› esercita a: Castelfranco (TV)
22 ritrattiassomedico
vincenzocrimaldi07
Ho sempre saputo che sarei diventato medico, ed è ciò che
mi ha guidato in ogni mia scelta.
ho sempre saputo di voler e dover fare il medico, ed è stata sempre la mia pri-ma scelta sull’indirizzo da prendere nei miei studi.mio nonno era il classico medico di cam-pagna, l’unico nella zona, la cui figura probabilmente mi influenzò.i primi anni all’università furono diffici-li, ma il periodo più bello fu quando, ver-so la conclusione degli esami, riuscì ad avere un contatto diretto con il pazien-te, approcciandomi nella pratica a quel-la che sarebbe stata la mia professione. il ricordo più bello che ho è di un pazien-te che mi disse di essere stato visitato, molti anni prima, da mio nonno: mi die-de una gioia che non dimenticherò mai. ai giovani dico che se hanno voglia di combattere e spirito di sacrificio non de-vono aver paura di nulla e di nessuno, perché raggiungeranno la loro meta.
27sceltedivita
› nato a: Magenta (MI)› il: 25 dicembre 1962› medico dal: 1990› esercita a: Acerra (NA)
24 ritrattiassomedico
pierluigide paolis
08
I numerosi anni di studio sono un percorso necessario per
potere ottenere una maggiore gratificazione.
terminato il liceo, decisi di intraprende-re tutto il percorso per diventare medico.lo avevo sempre desiderato, anche se temevo una strada così lunga. dell’uni-versità ricordo le visite dei reparti ospe-dalieri di diagnosi e cura, momenti in cui oltre ai libri ho potuto avvicinarmi ai pazienti. la cosa più bella è senz’altro il contat-to che il medico stabilisce con chi si ri-volge a lui, mentre gli aspetti più difficili sono l’insuccesso per l’esito negativo di una malattia ed il conseguente rapporto umano messo in crisi.a un ragazzo voglio dire che essere me-dico consente di ottenere una soddisfa-zione concreta dal rapporto con il pros-simo. la lunga durata degli studi deve esser vista come il percorso necessario per ottenere una gratificazione maggio-re rispetto a quella di altre professioni.
27sceltedivita
› nato a: Foggia› il: 4 agosto 1957› medico dal: 1990› esercita a: Troia (FG)
26 ritrattiassomedico
› nato a: Orta di Atella (CE)› il: 28 ottobre 1969› medico dal: 1978› esercita a: Orta di Atella (CE)
27sceltedivita
Porsi sempre il beneficio del dubbio: riflettere, avere umiltà,
non dare sentenze affrettate.quando ero giovane seguivo mio padre, anche lui medico, che si recava dai suoi pazienti in calesse. tutti mi conosceva-no e mi salutavano: in questo contesto, scegliere di essere medico fu del tutto naturale, senza alcuna forzatura.di paure ne ebbi tante, come quella vol-ta che mi trovai con un bambino affetto da meningite. il momento più bello fu in-vece quando superai l’esame di farma-cologia: nonostante l’intossicazione da caffè e tabacco che mi ero preso, fu un momento davvero liberatorio. ai giovani medici suggerisco di por-si sempre il beneficio del dubbio. se una cosa sembra ovvia può nasconde-re qualche insidia, così come quando una cosa è difficile può essere affronta-ta con la giusta calma: bisogna riflette-re e attingere dal proprio bagaglio cul-turale, avere umiltà, non dare sentenze affrettate.
giuseppedell’aversana
09
28 ritrattiassomedico
› nata a: Siracusa› il: 26 marzo 1957› medico dal: 1981› esercita a: Siracusa
27sceltedivita
corradodi steFano
10
Con 1.500 pazienti ti senti di far parte davvero di una grande
famiglia allargata.ricordo bene quando ho scelto di diven-tare medico. ero un bambino obeso, e decisi che volevo aiutare gli altri bambi-ni a non esserlo: fu in un preciso istan-te, quando mi trovavo nella sala d’atte-sa del medico curante, che era anche endocrinologo. seguì esattamente le sue orme, divenendo medico di famiglia con la sua stessa specializzazione. il ricordo più bello è quello della prima volta in cui misi le mani su un paziente, ascoltatai il suo battito cardiaco, palpai fegato e milza.scegliere di essere medico oggi richiede grandissimo coraggio: le difficoltà so-no tante, come le gioie e i dispiaceri, e le domande che ci fanno i pazienti sono sempre più difficili e profonde. ma con 1.500 pazienti conosci nipoti, nonne e fi-gli: ti senti di far parte davvero di una grande famiglia allargata.
30 ritrattiassomedico
roBertoFaBozzi11
Per me è ancora una missione, perché è difficile gestire la vita
delle persone e le situazioni complesse.
ricordo bene il momento in cui ho deciso di diventare medico.ero alle medie e dovevo scegliere se fre-quentare il liceo classico o lo scientifi-co per accedere alla facoltà di medicina. scelsi il classico, e alla conclusione en-trai in medicina: non saprei dire con cer-tezza il motivo, ma era qualcosa che mi sentivo di fare. laureato mi ritrovai a passare dalla teo-ria alla pratica: il desiderio di conosce-re gli altri fu per me un grande sostegno.quella del medico è una professione che si deve affrontare con amore, senza pen-sare agli interessi. per me è ancora una missione, perché si hanno per le mani le vite delle persone e non è facile gestire delle situazioni complesse. Bisogna es-sere medici, psicologi e amici per entrare nella famiglia del paziente e condividere cose molto private.
27sceltedivita
› nato a: Aversa (CE)› il: 9 ottobre 1948› medico dal: 1977› esercita a: Aversa (CE)
32 ritrattiassomedico
anna mariaFocarete
12
Per tre giorni e tre notti non uscii dalla mia stanza, finchè i
miei genitori compresero che era davvero ciò che volevo.
la scelta di diventare medico deriva dal fatto che, prima di avermi, i miei genito-ri attesero sei anni di matrimonio.mio padre infatti aveva contratto una malattia che poteva portare ad un abor-to spontaneo di mia madre. nel conte-sto in cui nacqui, dunque, ebbi modo di conoscere numerosi medici amici di famiglia. ciò mi influenzò nella scelta del liceo per poter poi diventare medi-co. i miei titubarono, perché vedevano il medico quotidianamente a contatto con la sofferenza, ma io fui irremovibile. per tre giorni e tre notti non uscii dalla mia stanza, finchè compresero che era dav-vero ciò che volevo e nulla mi avrebbe fatto cambiare idea. quella del medico è una professione che ha un’influenza diretta sulla propria vi-ta privata, ma se è ciò che si vuole non ha eguali.
27sceltedivita
› nata a: Apricena (FG)› il: 22 giugno 1950› medico dal: 1980› esercita a: Garlate (LC)
34 ritrattiassomedico
giuseppegreco13
Una professione come le altre: se ci si mette l’anima si è
sempre un ottimo professionista, qualsiasi lavoro sia.
stavo andando ad iscrivermi alla facol-tà di matematica, quando mia madre mi disse “a tuo padre piacerebbe che ti lau-reassi in medicina!”.accettai e mi iscrissi lì. il ricordo più bello è quello delle assemblee, dei comi-tati di base, quando distribuivamo i vo-lantini davanti alle fabbriche: è in quel periodo che ho maturato un particolare approccio alla conoscenza.essere medico è una professione come tutte le altre: ci sono competenze voca-zionali che uno può scegliere di coltiva-re, ma se si lavora mettendoci l’anima è sempre un ottimo professionista, qual-siasi mestiere faccia.come medico di famiglia la cosa più bella è il rapporto con le persone e col disagio, con le rappresentazioni delle malattie. una finestra sul mondo di co-me si percepisce la vita e la realtà.
27sceltedivita
› nato a: Cursi (LE)› il: 18 gennaio 1948› medico dal: 1978› esercita a: Padova
36 ritrattiassomedico
› nato a: Filandari (VV)› il: 17 giugno 1956› medico dal: 1982› esercita a: Piombino (LI)
27sceltedivita
domenicola malFa14
L’emozione di quella mattina in cui accompagnai i miei amici
ad iscriversi a medicina.arrivai alla maturità con l’idea che mi sa-rei iscritto ad ingegneria.quando mi recai alla segreteria di fa-coltà era ancora presto e gli uffici erano chiusi. accompagnai quindi i miei ami-ci a medicina, dove stando in fila con lo-ro una ragazza mi disse: “sei emozionato quanto me?”. si, lo ero e decisi di iscri-vermi lì. i primi anni furono duri, ma poi entrare nelle cliniche, stare accanto ai malati, mi fece capire che era la scel-ta giusta. c’è una paziente che mi ha lasciato un’orma: per l’esame di semeiotica medi-ca, dovetti fare una serie di prelievi che, fino a quel momento, non avevo mai avu-to modo di provare. la paziente, a conclu-sione degli esami, disse al mio professo-re che ero stato molto più bravo di lui…non cambierei questa professione con nessun’altra: penso che sia un’opportu-nità da provare.
38 ritrattiassomedico
roBertomaccaFerri
15
In perfetto equilibrio tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà.
quando mi sono iscritto a medicina vo-levo porre l’uomo al centro della profes-sione, capirlo, guardare il malato e non la malattia.c’era un vero rapporto di amicizia e sti-ma reciproca tra gli studenti e i diretto-ri della clinica: un’umanità che portava i docenti a consigliarti cos’era opportu-no fare e come comportarsi.nel tempo ho visto tante cose cambiare: gli esami universitari, il modo di intera-gire tra i compagni di corso, ora divenu-ti concorrenti e non più amici, una fram-mentazione che ha portato a una perdita di “visione d’insieme” dell’uomo. ciò che ancora mi entusiasma è la re-lazione col paziente, quella fiducia co-struttiva che porta il malato a raccon-tarsi e condividere. a chi si approccia a questa disciplina consiglio di non met-ter mai da parte il pessimismo della ra-gione e l’ottimismo della volonta.
27sceltedivita
› nato a: Badia Polesine (RO)› il: 27 maggio 1955› medico dal: 1983› esercita a: Badia Polesine (RO)
40 ritrattiassomedico
› nato a: Genova› il: 20 settembre 1950› medico dal: 1977› esercita a: Genova
27sceltedivita
giuseppemantovani
16
Gli incontri della mia vita: dai colleghi universitari alle visite
in carcere.da ragazzo, ebbi un piccolo incidente per il quale subì un intervento di ortopedia.con l’anestesia locale, vidi per la prima volta dei camici bianchi operare, e ca-pì che era la strada che avrei preso. al terzo anno d’università, una ragazza ap-pena entrata mi chiese se il problema dell’inizio erano gli interventi d’anato-mia. dandole una pacca sulle spalle, le dissi “vai, sarai una futura collega”: in un certo senso quella fu la prima orma che lasciai. certo, ho anche ricordi difficili, co-me le visite in carcere, quando incon-trai pazienti tossicodipendenti: ma di quell’esperienza mi rimane anche il sen-so d’umanità, la voglia di capirli. e la scelta di diventare medico di famiglia fu naturale, vedendo il numero di assisti-ti che avevo in ospedale: desideravo cu-rarli, dedicar loro del tempo, far capire quanto ci tenessi.
42 ritrattiassomedico
marcomazzoni17
La scelta di essere medico fu una cosa innata. Quello che
nutrivo era un reale piacere per l’arte medica.
ho deciso di intraprendere questa stra-da a sei anni, quando alla domanda del-la maestra “cosa vuoi fare da grande?” risposi con orgoglio “il medico”. Fu una cosa innata, perché nutrivo un reale piacere per l’arte medica.le prime paure le provai dopo l’univer-sità, quando ti trovi sul campo proble-matiche concrete da affrontare con la massima professionalità. ho tanti ri-cordi belli di quando invece studiavo a padova: un’epoca di nuove conoscenze, dell’approccio alla farmacologia clini-ca che mi ha dato tante soddisfazioni e scelta per seguire l’orma di mia zia, far-macista presso l’ospedale di trento. ad un ragazzo direi di iniziare gli studi senza preoccuparsi delle prime difficol-tà: capirà cosa davvero lo interessa nel tempo, quando studierà scienze che fino a quel momento non ha mai conosciuto.
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› nato a: Cles (TN)› il: 5 aprile 1962› medico dal: 1995› esercita a: Mezzolombardo (TN)
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› nato a: Perugia› il: 31 ottobre 1951› medico dal: 1979› esercita a: Isernia
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Faustomoschini
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Forse non sarei stato uno dei primi, ma la forza di volontà
ed una memoria di ferro non mi mancavano.
scelsi di fare il medico intorno al liceo, ma ben presto mi scontrai con mio pa-dre: era operaio, e la nostra estrazione sociale non ci permetteva di puntare co-sì in alto.alla fine riuscì ad iscrivermi, anche gra-zie all’”orma” di un’insegnante di mate-matica: mi fece capire che anche se non ero uno dei primi avevo una grande vo-lontà, una memoria ferrea e quando ci incontravamo per strada sapeva sempre infondermi nuova fiducia. il periodo più bello degli anni universi-tari fu quello della questrua, la raccol-ta di soldi che gli studenti facevano an-che fuori regione. a un ragazzo direi che è un lavoro che chi sceglie rifarebbe volentieri. penso sia ancora una vocazione che trova la pro-pria consacrazione al momento della specializzazione.
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› nato a: Massa Martana (PG)› il: 25 settembre 1950› medico dal: 1976› esercita a: Isernia
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saBatinoorsini Federici
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Togliere la sofferenza, restituire il sorriso. Nessuna
professione può darti un simile appagamento.
quando ero piccolo, la figura del dotto-re da un lato mi intimoriva, dall’altro, mi affascinava moltissimo.vedendo mio cugino fare il medico, nac-que in me il senso di emulazione che mi spinse a seguire le sue orme. degli anni universitari ricordo la soddisfazione di aver raggiunto l’obiettivo del pre-sala-rio, l’attuale borsa di studio. ebbi pau-ra di non farcela, ma festeggiare la mia laurea con i miei genitori e la mia fidan-zata mi diede una grandissima gioia.di paure ne ho avute tante, ma ho sem-pre cercato umilmente il confronto con altri colleghi. se dovessi rifare questa scelta non avrei alcun dubbio: ho la for-tuna di lavorare in una zona rurale, dove c’è affetto, conoscenza... hai la possibi-lità di togliere la sofferenza, restituire il sorriso, ottenere un appagamento che nessun’altra professione può darti.
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Francescopalermo20
Non la reputo una vocazione, quanto il piacere di voler fare le cose con dedizione ed amore.
il giorno in cui il medico veniva a casa era atteso con grande trepidazione. tutto il nucleo familiare, raccolto sotto un unico tetto, era immerso in un vero e proprio cerimoniale. in seguito, conobbi un medico che fu più di un’orma per me, perchè comprendeva il trascorso fami-liare e sociale. quando son passato all’università ho dovuto compiere tanti sacrifici: anche mio fratello studiava medicina e le spe-se dovevano essere dosate con cura.vedendo la situazione dei ragazzi di og-gi, mi pare ingiusto l’accesso a nume-ro chiuso all’università, ma vorrei anche dir loro di aver perseveranza negli studi: nessuno di noi ha avuto una carriera li-neare, e non devono demordere di fronte alla difficoltà. non mi è congeniale pen-sare a questa scelta come a una voca-zione: è più il piacere di voler fare delle cose con dedizione, con amore.
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› nato a: Crotone› il: 24 luglio 1952› medico dal: 1982› esercita a: Crotone
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pasqualeperrotta
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Tra l’entusiasmo di chi ha voglia di aiutare il prossimo e la soddisfazione delle prime visite.
ci sono state tante piccole coincidenze a portarmi a questa scelta, ma di fondo ho sempre avuto l’entusiasmo per la possi-bilità di aiutare il prossimo.un ricordo bello risale al primo pazien-te visitato: incontrandolo per strada, un paio di giorni dopo, capì l’importanza della medicina. il timore più grande fu invece quando, appena laureato, una si-gnora mi chiamò per dirmi che sua figlia aveva la febbre molto alta, aggiungen-do che poco tempo prima aveva perso un’altra figlia. corsi a visitarla, diedi la terapia e non riuscì a dormire la notte. il giorno dopo mi recai sotto casa sua per verificare se era viva o morta. coloro che si avvicinano alla medici-na devono farlo con umiltà, col deside-rio di porsi tante domande, di non sen-tirsi mai troppo sicuri nè arroganti nelle loro scelte.
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› nato a: Succivo (CE)› il: 19 aprile 1952› medico dal: 1977› esercita a: Succivo (CE)
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› nato a: Foresto Sparso (BG)› il: 26 luglio 1948› medico dal: 1976› esercita a: Chiuduno (BG)
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La formazione in seminario e un’idea folle per quei tempi:
essere medico e prete.ho iniziato la mia formazione in semina-rio nei padri sacramentini.alla fine del liceo mi recai a trento per iscrivermi a sociologia, ma era il 1968 e l’università era ancora chiusa: dopo 15 giorni di attesa ci dissero che avreb-be riaperto solo l’anno successivo. mi orientai dunque verso la facoltà di me-dicina a pavia con l’idea, assurda a quei tempi, che avrei potuto fare il medico e il prete, una rarità propria solo dei gesui-ti: non essendo possibile, lasciai il semi-nario. Figlio di contadini, mio padre mi dava poco e con la sola borsa di studio arrotondavo i miei risparmi suonando ai matrimoni e facendo il manovale. un giovane medico deve essere entusia-sta, poichè porta avanti una professione unica, in cui occorre la massima dispo-nibilità all’ascolto e il rispetto di chiun-que ne abbia bisogno.
nellopievani22
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Francescoprete23
Riuscire ad entrare nell’intimità delle persone: quale
gratificazione più grande in questa professione?
la scelta di prendere questa strada ri-sale a quando mia nonna una matti-na mi svegliò e mi disse “tu devi esse-re medico”. effettivamente è ciò che ho realizzato. dei tempi dell’università ho un ricordo molto divertente. nelle corsie dell’ospe-dale pediatrico di genova, pieno di bam-bini rom di varie etnie, cresciuti ed ac-cuditi dal personale, un giorno commisi l’”errore” di prenderne uno in braccio, sentendomi chiamare “papà”, suscitan-do le risate degli altri colleghi, ma anche il piacere di vederlo così attaccato a me. per chi si approccia a questa professio-ne, direi che le soddisfazioni economi-che non sono molte. ma se è in cerca di quelle personali è giusto che sappia che il medico riesce ancora a entrare nell’in-timità delle persone, è questo è certa-mente l’aspetto più gratificante.
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› nato a: Genova› il: 2 aprile 1942› medico dal: 1968› esercita a: Sestri levante (GE)
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rinoromei24
La prima volta che ascoltai il battito cardiaco, i rumori
dell’apparato respiratorio: una nuova dimensione.
ero indeciso tra varie professioni, mi rendevo conto di essere portato per le materie scientifiche, ma forse fu più per l’educazione avuta da ragazzo che mi rendeva propenso ad aiutare gli al-tri che diventai medico.durante il tirocinio in clinica, ricordo con entusiasmo la prima volta in cui ascol-tai il battito cardiaco, i rumori dell’ap-parato respiratorio, penetrando in una dimensione diversa dell’essere umano. Fu impressionante.della mia formazione ricordo invece la soddisfazione per l’esame di farmacolo-gia: l’assistente mi contestava una ri-sposta, ma il professore intervenne dan-domi ragione. in seguito, ho avuto paura di non essere adeguato alle responsa-bilità necessarie per risolvere i proble-mi che avevo davanti. serve passione, umiltà, dedizione e amore per gli altri.
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› nato a: Minucciano (LU)› il: 28 maggio 1953› medico dal: 1979› esercita a: Gramolazzo (LV)
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Quell’autentica sinergia tra medico e paziente,
un’interazione continua costruttiva per entrambi.
ho scelto di specializzarmi in medicina generale per il piacere di stare a contat-to con le persone. e’ stata una scelta presa già nell’infan-zia, quando seguivo mio padre, pediatra in ambulatorio. ho avuto altri maestri che mi suggerirono di tenermi lontano dalla medicina tecnologica, enfatizzan-do l’importanza del contatto con il mala-to. giunsi così alla teoria che è possibile creare una sinergia tra medico e pazien-te, in un’interazione continua molto co-struttiva.un giovane medico deve essere consa-pevole delle difficoltà di portare avanti questa professione in italia, delle crisi esistenziali che potrà avere: se sceglierà di specializzarsi all’estero comprenderà come la medicina può essere migliore di quella che molto spesso viene insegnata nelle università.
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› nato a: Abbasanta (OR)› il: 4 marzo 1957› medico dal: 1985› esercita a: Cagliari
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› nato a: Roma› il: 18 dicembre 1953› medico dal: 1980› esercita a: Roma
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riccardospadoni26
Quel lungo periodo di malattia in cui conobbi la medicina e
che, dieci anni dopo, influenzò la mia scelta.
quando avevo nove anni ebbi una ma-lattia che mi costrinse a letto per un me-se: in quel lungo periodo mi interessai a questa malattia e alla medicina in ge-nerale sfogliando l’enciclopedia.quando poi dovetti scegliere a quale fa-coltà iscrivermi quel ricordo influenzò la mia decisione. il più bel ricordo dell’università fu quan-do venni bocciato ad un esame di fisio-logia umana dall’assistente di un pro-fessore. convinto delle mie risposte, il giorno seguente parlai con il docente che mi ascoltò e mi fece ripetere la ri-sposta: constatando l’ottima prepara-zione criticò l’assitente e mi diede tren-ta e lode, cancellando la bocciatura. in questo lavoro si ha la possibilità di avere rapporti con tante persone di ogni categoria, ti sembra di stare in una grande famiglia.
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massimoterra27
Attingere dall’esperienza dei colleghi più grandi, perché c’è sempre da imparare qualcosa
di nuovo.sono stato influenzato dalla figura di mio padre, medico anche lui, nella scel-ta universitaria. mi sono iscritto a Bologna: mi piace-va l’ambiente in cui stavo, la gente che vedevo. c’era una condivisione di tut-to, gioie e dolori, come l’esame di far-macologia, in cui capii che se devi fare qualcosa che non ti piace trovi grande difficoltà. certo, la vita lavorativa ti re-sponsabilizza, quella del medico è una professione in cui non ti puoi permette-re molti errori: purtroppo i piccoli sba-gli accadono, chi dice di esserne esen-te vuol dire che non fa niente. mio nonno è stato per me più di un pun-to di riferimento, mi diceva “studia be-ne e con profitto”. ora cerco di prende-re qualcosa da tutti i colleghi più grandi, perché c’è sempre da imparare e non ci si può sentire mai “arrivati” veramente.
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› nato a: Catanzaro› il: 7 agosto 1974› medico dal: 2002› esercita a: Crotone
l’amref (african medical and research foundation) è la più importante organizzazione sanitaria privata, senza fini di lucro, presente in africa orientale.alla sua attività contribuiscono più di 800 persone, per il 97 per cento africani, condizione indispensabile per reperire soluzioni adeguate e sostenibili sul terri-torio. ha all’attivo 140 progetti di sviluppo sanitario in 6 paesi.
dopo l’ottimo esito dell’iniziativa “disegna l’africa”, amref e Fondazione previasme si ritrovano a colla-borare per dare un sostegno concreto a chi svolge la professione di medico in africa. per ogni sms inviato per votare la testimonianza migliore, la Fondazione donerà 2 euro ad amref per l’opera dei Flying doctors.
nella missione della Fondazione previasme riveste una grande importanza la trasmissione del sapere dalle vecchie alle nuove generazioni. ed è con questo Fine che ha chiesto ai medici quali sono stati gli odori, i sapori, i ricordi e le persone che li hanno ispirati nella scelta di intraprendere questa strada.
la partecipazione della Fondazione previasme ed amreF a “le orme”, un’iniziativa pensatada assomedico e rivolta ai giovani medici.
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con “le orme” assomedico ha raccolto le testi-monianze di 27 medici di famiglia. la storia del-le loro scelte, delle loro vocazioni, dei momenti esatti in cui hanno scelto questa professione. testimonianze sincere, legate ad eventi che han-no indelebilmente lasciato un segno sulla loro esistenza.
sono le storie di chi sente di svolgere una profes-sione unica, che li porta ad essere parte di una grande famiglia allargata. sono le storie di chi, ogni giorno, si prende cura di noi.
racconti per istantanee che Fermanoil tempo con immagini, FotograFiee testimonianze: istant bookche diventano così tante piccole corniciper tutti i nostri scatti.
lA COllAnA“RiTRATTi ASSOMEdiCO”