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29 brazzera giugno 2011

Date post: 08-Apr-2016
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TRIESTINA DELLA VELA Associazione Sportiva Dilettantistica Stella d‘oro al merito sportivo C.O.N.I. - F.I.V. Notiziario Sociale Trimestrale • N. 29 Giugno 2011 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abb. Postale - 70% - DCB Trieste Giorgio Brezich Commodoro Triestina della Vela - STV Aggiornato lo Statuto Nuovo titolo ad Alberto Bolzan 29er e 49er per i Savio È partita l’Altura Avvenimenti culturali Amarcord il “Balanzone”
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TriesTina della VelaAssociazione Sportiva DilettantisticaStella d‘oro al merito sportivo

C.O.N.I. - F.I.V. Notiziario Sociale Trimestrale • N. 29 Giugno 2011

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nuovo titolo ad alberto Bolzan

29er e 49er per i savio

È partita l’altura

avvenimenti culturali

amarcord il “Balanzone”

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VISITATEIL NOSTROSITO WEB

Egregi Soci, gentili Socie,

è finalmente iniziata la nuova stagione. Ab-biamo avuto il grande piacere di presentare ufficialmente, a tutti i Soci, le nostre squadre giovanili, dai “mini” agli agonisti con i loro alle-natori. È stato, ritengo, un momento particolar-mente bello e importante. Nelle nostre inten-zioni deve divenire un appuntamento sociale imperdibile.

L’attività agonistica, intanto, prosegue e al-cuni nostri equipaggi già si sono distinti nei primi appuntamenti stagionali, mentre stiamo attuando gli annunciati allenamenti intensivi tenuti da perso-naggi di spicco della vela olimpica internazionale.

Anche in relazione a ciò, con particolare soddisfazione devo evidenziare che il nuovo sito web è, di fatto, entrato a pieno regime, di-venendo così uno strumento importante per il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i Soci alle molteplici attività della Triestina della Vela. Invito, quindi, tutti i Soci a frequentare il nostro sito web iscrivendosi alla newsletter .

Voglio ringraziare tutti i Soci per la determi-nante partecipazione all’assemblea di febbraio oltre che per il grande entusiasmo dimostrato al conferimento del titolo di Commodoro a Gior-gio Brezich. Non ultimo, intendo ringraziare, dopo questo primo anno passato assieme, tutti i consiglieri per il grande lavoro svolto; senza di loro tutto questo non sarebbe possibile.

Infine una edizione speciale dell’amarcord, che ancora una volta ci racconta della nostra tradizione sportiva: il “Balanzone”, ovvero la mi-tica barca che vinse per la Vela il primo titolo italiano d’Altura.

Aspettandovi in mare

Fabio Zlatich

Triestina della VelaPontile Istria, 8 - 34123 TriesteSegreteria Tel. 040 306327 - Fax 040 313257Bar Ristorante 040 305999www.stv.ts.it - [email protected]

Direttore Responsabile Pino BollisTel. e Fax 040 415535 - [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Trieste n. 1059/24.10.02 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abb. Postale70% - DCB Trieste

Grafica e impaginazione Luglio Fotocomposizioni

Stampa Modiano S.p.A.

Questo numero è stato chiuso per la stampa il giorno 5 maggio 2011

In copertina

Il Finn di Francesco Faggiani sul lago di Caldaro (foto Paola Zarattini)

TriesTina della Vela

Notiziario Sociale Trimestrale • N. 29

La nota del Presidente �

Il Commodoro ringrazia 3

L’assemblea di febbraio 4

La bora fa disastri 10

Un pupazzo di neve 11

Lavori in Segreteria 1�

Bolzan tricolore Melges 24 13

I nostri atleti e allenatori 14

Le prodezze dei Savio 15

Prime regate di Altura 17

Licof per la nuova “Stregonia” 18

I quadri di Dario Peracca 19

A.R.I.E. e il “Leone di Caprera” 19

Antiche carte nautiche �0

Un libro di Andrea Cappai �1

Amarcord “Balanzone” ��

In queSTo numeRo

Giugno 2011

Fabio Zlatich fotografato

da Max Ceschia.

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GIORGIO BREzIchcOmmOdORO STVGuarda all’illustre passato ma pensa sempre al futuro. La sua riconoscenzaa Roberto Sponza e a Marsilio Vidulich.

Al Presidente Fabio Zlatich, al Consiglio Direttivo e ai Soci della Triestina della Vela Giorgio Brezich ha inviato questa lettera dopo essere stato nominato Commodoro durante l’assemblea dello scorso febbraio. E’ la testimonianza di un Atleta, di un Dirigente, di un Socio senza uguali. E’ la testimonianza di un grande Uomo che onora la S.T.V..

Cari amici,domenica 27 febbraio 2011 non ho avuto modo di esternare la

mia gioia e specialmente la mia gratitudine per la magnifica ed esal-tante attenzione che mi avete riservato.

Essere nominato Commodoro della STV è un grandissimo onore, lo sarebbe per chiunque, però permettetemi di dire che per me lo è an-cora di più per varie ragioni che cercherò di spiegare.

Faccio parte di questa Associazione ormai da 65 anni e dopo essere stato allievo e associato sono diventato socio nel lontano 1961. Ci sono stati momenti belli e periodi meno esaltanti a causa dei rapporti intercorsi tra me e i dirigenti che si sono succeduti. Fa parte della vita, come avviene in tutte le relazioni interpersonali. I momenti bui li ho superati grazie alla lungimiranza di alcuni di voi che mi hanno fatto ragionare che il dissenso non doveva essere diretto alla STV ma alle persone, che però sarebbero cambiate mentre la STV sarebbe rimasta. Ragionamento profondo e quanto mai vero.

L’aver avuto l’incarico di Consigliere, Vicepresidente, Presidente del Collegio dei Probiviri e infine la Pre-sidenza è stato oltremodo coinvolgente e gratificante, però il titolo di Commodoro è qualche cosa di veramente speciale. Speciale perché sono il primo socio a fregiarsi di questo titolo, perché il suggerimento è venuto da Rober-to Sponza che conosco da quando era bambino, che è diventato un grande campione di vela che io ho il piacere e l’onore di aver seguito quando era un giovane regatante e io ero il suo Direttore Sportivo. Perché l’istituzione del titolo onorifico di Commodoro della STV è forse l’ultimo atto del Prof. Marsilio Vidulich che in occasione della revisione dello statuto degli anni ‘90 di suo pugno ha inserito questo paragrafo. Marsilio Vidulich è stato un grande Presidente della STV che l’ha fatta conoscere meglio nel mondo e che ci ha fatto viaggiare e regatare tanto in Europa, e per quel che mi riguarda, anche in America. Credetemi: a quei tempi era un privilegio in-dimenticabile.

La STV mi ha dato tanto in relazioni umane, spesso sfociate in sincere amicizie, possibilità di incontri qualificanti e gratificanti, una impronta di stile indimenticabili trasmessimi dai dirigenti, dai soci, da mia moglie e dalla sua famiglia che mi hanno aperto le porte anche a livello internazionale dove ho avuto riconoscimenti e incarichi che mai nessun italiano e pochissimi europei hanno mai raggiunto.

Spero di aver ricambiato e di poter ricambiare quanto avuto con le mie azioni, il mio attaccamento ai colori sociali che sarebbe bello ed auspicabile venissero apprezzati e sentiti più profondamente da soci e allievi mettendo in secondo piano i meri interessi personali.

Credetemi, la STV sa e può dare tanto, non dimenticatelo.Ancora grazie a tutti.

Giorgio Brezich 3

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L’assemblea dello scorso febbraio sarà ri-cordata come una delle più importanti della STV. Per la modifica della ragio-

ne sociale, ora Triestina della Vela Associazione Sportiva Dilettantistica; per l’approvazione del-l’aggiornamento dello Statuto; per il conferi-mento del titolo onorifico a vita di Commodo-ro a Giorgio Brezich.

L’aggiornamento dello Statuto aveva richie-sto un paio di riunioni preparatorie durante le quali i soci hanno avuto modo di esprimere compiutamente le loro opinioni.

Alla presenza del notaio Furio Gelletti, ami-co e valido velista, la votazione non ha riservato sorprese.

Nella sua relazione il Presidente Zlatich ha ricordato che il 2010 è stato per il C.D. un anno di “rodaggio” in quanto si è ritrovato a proseguire l’ottimo lavoro svolto da chi l’ha pre-ceduto. il paradigma del programma è stata la continuità, intesa come la capacità di sviluppa-re ed innovare nella piena consapevolezza della tradizione del circolo. “In tal senso - ha detto Zlatich - abbiamo operato alla luce di una vo-lontà di costante miglioramento, in tutti i settori di competenza”.

pER LA STORIA: NOmE STATuTO, cOmmOdOROQuella dello scorso febbraio è stata una delle più importanti assemblee della STV. Molti lavori e assiduo impegno per lo sport.

Per la prima volta nella sua storia quasi nonagenaria la Triestina della Vela ha un suo Commodoro. E’ un evento eccezionale, che ci riempie di orgoglio.

Bravissimo Roberto Sponza che ha proposto il conferimento di questo titolo onori-fico. Molto saggio il Consiglio direttivo che ha fatto propria l’idea.

Nessuno come Giorgio Brezich aveva infatti un palmares tanto importante da po-ter essere insignito anche di questo riconoscimento che all’articolo 22 il nostro Statu-to prevede per quel socio che abbia ottenuto importanti titoli agonistici e dirigenziali anche in campo internazionale.

Titoli che a elencarli tutti, credetemi, occuperemmo molte pagine di questo no-tiziario. Il curriculum del Commodoro Giorgio Brezich rientra fra i beni patrimoniali della Vela.

Pino Bollis

L’aspetto più evidente è stato il nostro noti-ziario. La Brazzera, infatti, ha rinnovato la veste grafica e l’impostazione, arricchendosi di nuovi contenuti tra cui, nella quarta di copertina, la cartolina dell’amarcord sociale, che ci consente di raccontare, con affetto e orgoglio, episodi del-la nostra storia, con buona soddisfazione di chi, in virtù di una lunga frequentazione, si ricorda di tali episodi, ma anche a vantaggio di chi è en-trato di recente a far parte della nostra famiglia.

Dopo aver ricordato il grande successo de-gli incontri mensili conviviali, voluti e curati da Niki Orciolo, che hanno creato un piacevole momento di aggregazione per i Soci, interve-nuti in gran numero, il Presidente ha detto dei corsi di preparazione per il conseguimento della patente nautica e dell’entrata a far parte della Vela nel 2010 di diciassette nuovi soci.

Purtroppo, lo scorso anno ci ha privato di tre amici: Claudio Micalesco, Armando Paolini ed Egidio Stefani. L’assemblea ha dedicato loro un minuto di silenzio.

Zlatich non ha mancato di sottolineare l’in-sostituibile e lodevole spirito di collaborazione di tantissimi soci alle attività promosse dal Cir-colo.

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Dal 1923, anno di fondazione, la STV rap-presenta un punto di riferimento nella vita sociale e sportiva della città, gli Enti e le Am-ministrazioni ci sono sempre vicini e ci hanno gratificato, anche in un anno caratterizzato da un andamento dell’economia nazionale sicura-mente non favorevole, di 12.500 euro di contri-buti per le nostre attività sportive.

Peraltro, la nostra città, il nostro Circolo ed il nostro impegno a favore dell’attività sporti-va sono stati elogiati dal nuovo Presidente della FIV, Carlo Croce che, assieme allo Y.C. Adria-co e alla Lega Navale, abbiamo avuto l’onore di ospitare in luglio, in occasione del 420° Consi-glio federale.

Per attrarre al mondo della vela nuovi gio-vani ci siamo inseriti da protagonisti in tut-te le iniziative quali il progetto Vela Scuola di Assonautica, abbiamo dato ospitalità ad alcune scuole del Friuli-Venezia Giulia, all’Associazio-ne “Calicanto”, al Gruppo disabili della scuo-la “Carducci”, all’associazione “Fuoricentro”, riaffermando il valore della nostra presenza sul territorio, e questo grazie all’irrinunciabile so-stegno che i soci hanno offerto, mettendo a di-sposizione le proprie imbarcazioni e le proprie capacità.

Sono trascorsi più di 10 anni dalla inaugu-razione della sede, dopo gli importanti lavori di restauro finiti nel 2000, e la nostra casa ci im-pegna in continue opere di manutenzione ordi-naria e straordinaria, necessarie anche in virtù della grande frequentazione che caratterizza la sede. Nel 2010 importanti spese sono state so-stenute per la sostituzione di un motore di un gruppo frigorifero della cucina, per l’acquisto di due motori elettrici delle tende delle terrazze.

Altri interventi sono stati necessari sulle pompe della rete fognaria a servizio del pontile Istria, così come è stato completato il trattamento e la verniciatura delle balaustre e ringhiere metalli-che delle terrazze che risultavano danneggiate dall’ aggressivo ambiente marino.

Il Presidente ha accennato anche ad altri lavori, riguardanti tra l’altro le grondaie della terrazza, la pitturazione dei locali, un sistema di ventilazione nel deposito sito vicino all’ingres-so, in uso al servizio ristorante, il deposito del sottoscala, a noi tutti noto come “cala motori”, una pavimentazione flottante nel locale segrete-ria bisognoso di isolamento termico.

Siamo ancora in attesa di capire cosa suc-cederà del PRGC adottato dal Comune, per poter perseguire la realizzazione dell’auspicato ampliamento sul tetto della sede.

In relazione ai lavori che interessano il pon-tile Istria, intrapresi con il contributo del Co-mune di Trieste e del Commissariato del Go-verno nella Regione FVG - Fondo Trieste, lo stanziamento relativo all’anno 2009 destinato ai quattro circoli è stato solo di recente sbloccato e di conseguenza solo nel corso di quest’anno potremo avere a disposizione le somme a noi stanziate.

Per quanto riguarda il cancello esterno, la STV sta raccogliendo preventivi per completare il sistema di apertura con un sistema a tessera magnetica, in modo da poter finalmente mette-re a regime il sistema di chiusura a tutela della sede e delle imbarcazioni dei soci.

A fronte di tanti investimenti volti a man-tenere in efficienza, abbellire e rendere sempre più funzionale la nostra sede è stato deciso di applicare, per il 2011, alle quote sociali la riva-

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Il bilancio preventivo per il corrente anno si chiude sulla cifra in pareggio di 531 mila 900 euro. E’ una cifra ragguardevole, ad alimentare la quale concorrono fra i proventi le quote sociali per 178 mila euro e le quote ormeggi che sopravvanzano le prime di 17 mila euro ammontando complessivamente a 195 mila euro.

Notevole, fra i proventi, è anche la posta di 35 mila euro dalla scuola di vela, che comun-que figura anche fra le spese.

Quanto a queste ultime, significativa è la posta di ben 140 mila euro destinata all’attivi-tà sportiva che continua a essere quella più a cuore della nostra associazione.

Fra le spese, da mettere in evidenza ancora quelle per il personale, ammontanti a 98 mila euro, e quelle previste per la sede che raggiungono la cifra di 92 mila euro.

Della scuola di vela abbiamo già detto. Fra le spese, risalta ancora l’importo di 74 mila euro previsto sotto la voce ammortamento sede e magazzino.

L’OcchIO dI RIGuARdOÈ SEmpRE pER LO SpORTL’analisi del preventivo per il corrente annoconferma l’impegno costante per il settore.Dalle quote associative introiti per € 373 mila.

lutazione dell’indice Istat. L’assemblea ha preso poi atto della volontà del CD di acquistare un magazzino in sostituzione di quello in affitto di androna S. Eufemia.

I lavori di manutenzione straordinaria pro-seguono anche sui pontili, dove sono state cam-biate le catene di ormeggio e i loro ancoraggi sui pontili lato Sud sottovento.

Con l’aiuto del socio Stefano Malagodi la STV sta sistemando un pontile, che da qualche anno giaceva inutilizzato, allo scopo di recupe-rando così alcuni posti per le derive.

In relazione alle contestazioni mosse nel 2009 per le passerelle fisse sui nostri pontili, la vicenda è finalmente in corso di definizione con l’Autorità Portuale, per cui capiremo quale deve essere la strada burocratica da percorrere per poter posizionare altre passerelle fisse.

Il nostro ricco parco mezzi sociali viene mantenuto in piena efficienza con sostituzioni periodiche. A fine anno, approfittando degli in-centivi statali, è stato acquistato un nuovo mo-tore fuoribordo da 40 cavalli in sostituzione di un propulsore ormai consunto.

A questo punto Zlatich ha invitato i soci al rispetto delle norme comportamentali per le la-vorazioni in banchina, al fine di non incorrere in pesanti sanzioni che hanno spesso rilevanza penale. In relazione a questo delicato argomen-

to, la Vela ha acquistato una levigatrice ad acqua che, accompagnata da un regolamento di utiliz-zo, verrà messa a disposizione dei soci.

Zlatich si è soffermato a lungo sullo sport, com’è giusto che sia per un circolo che dell’at-tività sportiva ha fatto sempre la sua bandiera. Il Presidente ha detto fra l’altro che, alla ricerca continua di miglioramento, la STV ha cercato di migliorare la “permeabilità” tra gruppi diver-si, specialmente a partire dalla scuola vela, ovve-ro dalla base della nostra “filiera”, con l’obietti-vo di creare il materiale umano che alimenta le squadre agonistiche degli Optimist e di seguito le squadre agonistiche degli allievi, che nei no-stri intenti dovrebbero un giorno divenire soci e dopo divenire dirigenti perpetuando nel mi-gliore dei modi la nostra tradizione sportiva.

Gli istruttori sono saliti a cinque per poter seguire al meglio le varie squadre agonistiche.

La base, ovvero la scuola vela, ha funzionato egregiamente. Da giugno ad agosto sono stati or-ganizzati ben dieci corsi e tre weekend di perfe-zionamento per i più bravi. Complessivamente si sono avute ben 192 presenze e mediamente i ra-gazzini hanno fatto due settimane di corso. Sono stati impiegati dieci istruttori; 45 bambini sono stati convocati per il perfezionamento, quindici dei quali sono stati selezionati per il pre-agoni-smo, i cosiddetti Mini, per l’anno 2011.

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A tale scopo la Vela ha acquisito due im-barcazioni della classe Optimist da dedicare ai Mini, oltre ad aver ricevuto in dono dai consoci un Optimist da impiegare per la scuola vela, e in occasione di una particolare ricorrenza un’altra imbarcazione da impiegare in regata. La genero-sità dei nostri soci è sempre famosa.

Pochi circoli in zona vantano questi numeri, e pertanto siamo consapevoli e lieti di lavorare per il nostro futuro.

Le squadre agonistiche (Optimist, Laser, 420, 470, 29er, 49er) sono composte da ben 42 atleti minorenni.

Vi sono inoltre nelle classi Star, Snipe, Laser, Finn circa 25 soci, di cui un congruo numero svolge attività Master, che partecipano attiva-mente a regate nazionali e internazionali con ottimi risultati.

E’ stato organizzato a giugno 2010 uno stage tecnico di tre giorni, per le squadre Optimist e 470, con il brasiliano Alexandre Paradeda, due volte Olimpionico in 470, campione mondiale Snipe, allenatore della squadra nazionale brasi-liana Optimist e attualmente allenatore di Tor-ben Grael. È stato un buon successo, conclusosi con una simpatica grigliata per gli atleti e gli allenatori, rinforzando così i legami di amicizia tra i nostri giovani.

I 29er ci stanno regalando delle grandi sod-disfazioni con i fratelli Savio che hanno vinto il Campionato di classe under 19 e hanno parte-cipato, in quanto selezionati, al Campionato eu-ropeo in Spagna e al Mondiale ISAF in Turchia a Istanbul.

Ultimamente i Savio hanno ottenuto un prestigioso risultato in Spagna classificandosi al 4° posto in una regata dell’Eurocup con ben 34 equipaggi di 12 Nazioni. I risultati fanno bene sperare per il futuro e per l’agognato passaggio dei fratelli nell’olimpico 49er.

Anche l’equipaggio timonato da Sara El Daccache ha ottenuto ottimi risultati in campo femminile risultando al 2° posto in ranking list e venendo selezionato dalla FIV per il team un-der 19 in vista delle Olimpiadi di Rio 2016.

Negli Optimist, Francesca Bergamo si è se-lezionata per gli Europei che si sono svolti in Polonia, dove ha regatato ben figurando tra 101 atlete, e classificandosi al 3° posto tra le femmi-ne nel Campionato italiano di Marsala.

Gli atleti impegnati nel 470 hanno inizia-to lo scorso anno prendendo dimestichezza con questa difficile classe e per quest’anno ci si aspetta dei miglioramenti. Contiamo anche su due equipaggi di 420 sui quali si vuole lavorare con gradualità per farli crescere a livello zonale dove la concorrenza è veramente agguerrita.

Per provare a riassumere l’impegno che la STV ha profuso nel 2010 nell’attività dei suoi atleti derivisti (non master) Zlatich ha dato que-sti numeri: 48 campi di regata italiani ed euro-pei hanno visto la partecipazione complessiva di 250 equipaggi del circolo. “Credo - ha com-mentato il Presidente - che sia un numero di tutto rispetto!”

Nel corso del 2010 la società ha rinunciato alla collaborazione con Mattia Pressich, allena-tore degli Optimist juniores, non avendo trova-

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e to un’intesa in grado di fornire soddisfazione reciproca. A Mattia va il nostro ringraziamento per il buon lavoro svolto e i nostri migliori au-guri per il proseguimento della sua carriera.

Nel contempo è arrivato Rian Pilepic da Isola, che con le sue qualità tecniche e umane si è ben inserito nella nostra squadra.

In dicembre è stato acquisito un nuovo alle-natore: Boris Vidaijc da Pola con un importante passato recente nella classe Laser Radial a livello internazionale. Gli sono affidati i giovani sin-golisti.

Purtroppo ci ha lasciato, dopo undici anni, Kostyantyn Gordiyko, che ha ritenuto di non accettare il contratto che la STV gli offriva. An-che a Kostyantyn va la nostra più viva gratitudi-ne per il buon lavoro svolto. Pur dispiaciuti per la sua partenza, auguriamo anche a lui un buon proseguimento di carriera e un arrivederci sui campi di regata.

Forti dei buoni rapporti con l’Adriaco, stia-mo programmando degli allenamenti “comuni” in modo da mettere in acqua una massa con-siderevole di imbarcazioni delle stesse classi e, quindi, costituire le condizioni migliori per la crescita e sviluppo dei giovani atleti. E’ uno sce-nario assolutamente nuovo, stimolante.

Corposa, come sempre del resto, nel 2010 l’attività di organizzazione delle regate. Sono state organizzate sei regate di derive e sei per imbarcazioni d’altura tra le quali il Campionato italiano UFO 28 Od. Nelle regate di derive, ol-tre al tradizionale Trofeo per Paolo che rappre-senta un classico di fine stagione, in cui la STV ha vinto nuovamente la classifica per società, ed oltre alle Regata di apertura, alle regate di Op-timist e Laser, ai Trofei Bisso e Ferin, è stata or-ganizzata una regata nazionale Snipe valida per la ranking list nazionale e per la Coppa Duca di Genova. Ottimo il successo con la partecipazio-ne di 38 barche.

Ha rappresentato, invece una novità la re-gata Sailing for Children organizzata in luglio assieme al Lloyd’s Register, con il sostegno di “Calicanto” sport integrato Onlus, “Azzurra” associazione malattie rare Onlus, e Fondazione “Lucchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin”. Alla re-gata, che ha visto la partecipazione di 30 barche, quindi un buon numero per essere la prima edi-zione, era abbinata una lotteria di beneficenza che ha fruttato ben 8.500 euro devoluti alle tre associazioni. La Triestina della Vela, quindi, con discrezione ma con generosità partecipa in que-sto modo alla vita sociale della città.

Inoltre, per la prima volta senza l’ausilio del socio Claudio De Martis, che Zlatich ha voluto ringraziare per averci “affidato” l’evento, è stata organizzata la regata Mare & Vino che ha riscon-trato una grande successo visto il carattere spor-tivo e ludico dell’evento, anche grazie al soste-gno dello sponsor tecnico, la cantina Valpanera.

Il trofeo Cral Insiel, in settembre, ha visto la partecipazione di ben 178 imbarcazioni d’altura, divenendo una delle manifestazioni più affollate del golfo.

Quest’anno organizzeremo quindici rega-te, tra le quali il Campionato italiano Altura (ORC) in collaborazione con lo YCA e lo YCP San Rocco, nuovamente il Campionato italiano UFO 28 Od, il Trofeo Insiel e la regata Sailing for Children per raccogliere nuovamente fondi a favore dei bambini meno fortunati.

A Zlatich sono subentrati Gino Neglia per la lettura del bilancio e Livio Lonzar presidente dei Revisori dei conti.

Tutte le relazioni sono state approvate al-l’unanimità.

Anche quest’anno abbiamo svolto parte della nostra attività sportiva sociale assieme agli amici dello YCA. Infatti, Nastro Azzurro, Piccolo Na-stro Azzuro, Marinaresca e Nastro Bianco, sono stati un successo, come pure il Nastro Giallo, la nostra tradizionale gara di pesca ha visto una buona partecipazione.

Ancora una volta la Triestina Vela si è ag-giudicata il premio per la società più numerosa alla Coppa d’Autunno. “E proprio a riguardo - ha detto Zlatich - voglio lanciare una sfida ai soci. Chiedo a tutti il massimo impegno per poter superare, al Nastro Azzurro 2011, il fati-dico muro dei cento iscritti! Qualcuno di voi ricorderà che negli anni ’80 la Vela organizzò alcune edizioni di una regata sociale intitolata “Più di cento” alla quale tutto ciò che navigava, derive comprese, poteva iscriversi. Oggi questo non è più possibile, sotto un profilo normativo, ma dobbiamo riuscire far rivivere quello spiri-to, dobbiamo dimostrare a tutti quanto sportivi siamo!”

E’ giunto così il tanto atteso momento della nomina a Commodoro di Giorgio Brezich. Fra gli applausi spellamani il festeggiato, commos-so come non lo abbiamo mai visto, ha ricevu-to uno speciale distintivo (guidone d’oro con due brillanti) dalle mani del Presidente Fabio Zlatich.

La commozione ha impedito a Brezich di prendere la parola per ringraziare. L’ha fatto

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qualche giorno dopo scrivendo la lettera che riportiamo integralmente a pag. 3.

E’ stata poi la volta dei riconoscimenti ai soci anziani. Con distintivo d’oro con brillante è stato festeggiato Iginio Zori, che vanta ben cinquanta anni di appartenenza alla Vela.

Otto soci hanno ricevuto invece il distinti-vo d’oro per i 25 anni di associazione.

Si tratta di Alessandro Mulas, Claudio Pi-sani, Riccardo Poli, Sergio Irredento, Livio Ungaro, Stefano Bosutti, Federico Stopani e Domenico Fiorini.

Il Presidente Zlatich consegna a Giorgio Brezich il distintivo di Commodoro.

A sinistra Iginio Zori, socio da 50 anmi, ha ricevuto dal Presidente Zlatich il distintivo d’oro con brillante. A destra, alcuni dei premiati con distintivo d’oro per i 25 anni di appartenenza alla STV.

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e ORmEGGI INAdEGuATIE LA BORA fA dISASTRISi raccomanda di controllare con scrupolo i “bragotti” e di assicurare i parabordi nella parte bassa magari anche appesantendoli.

Il maltempo con la bora fortissima di marzo ha evidenziato che troppi Soci non curano l’ormeggio della propria imbarcazione in

modo adeguato. Le cime d’ormeggio, anche se visivamente integre, ma decisamente datate, non hanno retto. I parabordi non adeguati e non fis-sati nella parte bassa sono risultati inutili perché la bora li ha scaraventati in coperta.

Qualcuno usa appesantire i barabordi con sacchetti di piombo, ma questi devono essere ben pesanti per avere effetto quando il vento è eccezionale.

Comunque dobbiamo anche riconoscere che sotto quelle raffiche violentissime molti non sono potuti salire a bordo delle loro im-barcazioni.

Da considerare che danneggiati possono essere anche Soci che hanno operato in modo “marinaro” ma che hanno avuto la sfortuna di avere vicini poco attenti.

Quando qualche situazione risulta partico-larmente disastrata si è sempre provveduto a se-gnalarla all’interessato, ma il recente maltempo ha portato a galla situazioni molto gravi. Si rac-comanda quindi di controllare con scrupolo tutti gli ormeggi e di cambiare le cime almeno ogni 2 o 3 anni.

In questa e nell’altra pagina alcune

delle varie situazioni di difficoltà

verificatesi alla STV.

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pOVERINO, cOmE NEVE AL SOLE

La breve ma suggestiva nevicata di dicembre non ha colto impre-

parati i giovani allievi della Triestina della Vela che, of-frendosi di liberare la soletta dalla neve depositata, hanno pensato di creare, dimostran-do “grande spirito artistico”, un pupazzo di neve che in realtà sembrava a disagio così vicino al mare e tanto lontano dalle montagne.

Stava già inevitabilmente sciogliendosi “come neve al sole” quando alcuni soci lo hanno immortalato, invian-do prontamente la foto in Redazione.

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Fabio Apollonio accompagnato dai famigliari ha detto

addio al papà Bruno disperdendo le sue

ceneri in mare. Alla mesta cerimonia svoltasi il 19 febbraio

hanno assistito diversi soci usciti in golfo con

le loro imbarcazioni dopo lo “slarga

e saluda” dalla soletta della STV.

La realizzazione di un isolamento termico in Segre-teria ha costretto le nostre impiegate a trasferirsi mo-mentanemente prima in sala riunioni e poi in sala gioco.

non sono stati momenti facili per Clio e nevia data la ristrettezza di spazi. Dalla foto sembra che sia passato uno tsunami.

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BOLzAN È “TRIcOLORE”Su “SAETTA” mELGES 24 Finale thrilling a Marina di Scarlino. Alberto recupera 19 punti a “Blu Moon” di Favini.Decisiva la nona e ultima prova del Campionato.

Alberto Bolzan su “Saetta” ha trionfato al Campionato italiano Melges 24, re-cuperando in un finale thrilling (due

prove di giornata a Marina di Scarlino) 19 punti a “Blu Moon” di Flavio Favini e chiudendo con cinque punti di vantaggio. Terzo posto ad “Al-tea” di Andrea Racchelli. Disputate nove prove dai 54 equipaggi da 11 Nazioni arrivati in Ma-remma.

Decisiva la nona e ultima prova, che “Blu Moon” affrontava con un margine di 3 punti di vantaggio da gestire. Nella prima prova di gior-nata, l’ottava della serie, “Blu Moon” è incappata in un 38.mo posto finale, “Saetta” ha concluso al terzo posto guadagnando 16 punti.

La nona e ultima prova è stata quindi decisi-va. In partenza sia “Blu Moon” sia “Saetta” sono uscite bene dalla linea. Al primo incrocio era “Blu Moon” con Matteo Ivaldi tattico a essere in vantaggio, con circa tre lunghezze. Immedia-ta la virata in copertura, con “Saetta” - Alberto

“Saetta” in regata (foto Nicola Davanzo/Numa Italia).

Bolzan al timone e Daniele Cassinari alla tattica - che però è stata brava a disimpegnarsi e ad al-lungarsi verso destra in cerca di un giro di vento che è poi arrivato. All’incrocio successivo era infatti “Saetta” a essere in vantaggio. Per il resto della regata,”Saetta” ha controllato “Blu Moon” guadagnando altre due posizioni concludendo seconda dietro all’estone “Lenny” di Tonu Toni-ste, autore di due primi.

Così Alberto Bolzan, subito dopo l’arrivo: “E’ stato un campionato molto stressante ma non abbiamo mai mollato, i ragazzi sono stati bravissimi e abbiamo lottato fino alla fine. Ieri abbiamo sbagliato noi, oggi loro ed è anda-ta bene. Siamo emozionatissimi perché è stata davvero dura”.

“E’ la mia prima volta da campione italiano - ha commentato l’armatore Gianni Catalogna - quando ho conosciuto Alberto ho capito da subito di avere tra le mani un cavallo di razza, un ragazzo d’oro”.

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ATLETI E ALLENATORII BENI pIù pREzIOSIPresentati ai Soci le squadre agonistiche e gli istruttori delle varie classi. Fitto calendariodi regate. Una cerimonia destinata a ripetersi.

Una simpatica iniziativa del Consiglio Direttivo è stata quella promossa il 20 aprile quando è stato possibile presen-

tare ai Soci e ai simpatizzanti le squadre agoni-stiche della STV e gli impegni previsti nell’orga-nizzare i numerosi eventi che caratterizzeranno i prossimi mesi.

Il Presidente Fabio Zlatich, nel suo breve di-scorso introduttivo, dopo aver detto che la ce-rimonia si ripeterà anche nei prossimi anni, ha illustrato quanto si sta facendo per mantenere sempre al top il nostro Circolo, sia operando con la Scuola vela sia con l’agonismo.

Atleti e allenatori sono i nostri beni più pre-ziosi nel settore dell’agonismo, e a tale proposito il Direttore Sportivo Longhi ha colto l’occasio-ne per chiamare uno a uno i nostri atleti, tutti (quasi) eleganti nelle loro divise. Dai mini degli Optimist, passando per cadetti e juniores, ai ra-gazzi dei 420, 470, Laser, 29er, 49er, i giovani si sono presentati assieme ai loro allenatori.

Gli intervenuti sono stati informati circa il nuovo organigramma dello sport, che prevede la nomina di un coordinatore delle squadre ago-nistiche nella figura di Riccardo Poli (che sarà responsabile anche degli istruttori della Scuola vela) al quale faranno capo: Boris Vidaijc nuovo allenatore dei Laser; e Rian Pilepic, incaricato di seguire le derive 420, 470, 29er, 49er e di coordinare il lavoro della classe Optimist svolto da Lisa Tamaro e da Natasa Valentic.

Sono previsti numerosi stage che porteran-no alla Triestina della Vela figure di primo piano della vela mondiale, a cominciare da Andre Fon-seca, pluriolimpionico delle classi 470 e 49er e che ha partecipato al Giro del mondo, Volvo Race, con i Vor 70.

Saranno momenti estremamente interes-santi per dare la possibilità ai nostri allenatori di arricchire il loro bagaglio tecnico e per far capire ai nostri atleti quale impegno bisogna profondere in questo sport per raggiungere am-

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Il Presidente Zlatich alla presentazione delle squadre agonistiche. Sotto: i fratelli Alessandro e Andrea Savio con Rian Pilepic. Nell’altra pagina: tutti gli atleti con i loro allenatori e il Consiglio direttivo. Le foto sono di Max Ceschia.

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rTbiti traguardi. Il Vicepresidente Marco Penso ha coordinato la presentazione degli impegni orga-nizzativi della STV previsti per il 2011. Saranno tanti, come ogni anno, sia per le derive sia per l’Altura, come il prossimo Campionato italia-no che giocoforza troverà ospitalità logistica a Porto San Rocco dato l’alto numero previsto di partecipanti che non potrebbero trovare acco-glienza ai pontili della Sacchetta.

Fra i prossimi impegni da ricordare anco-

ra gli interventi nel sociale, per avvicinare alla vela nuove generazioni e per portare momenti di gioia a chi si trova in difficoltà. Un impegno preso con grande cuore dalla Triestina della Vela.

Ai soci l’ultima raccomandazione, quella di essere sempre presenti in maniera attiva, nel par-tecipare alle regate sociali e nel dare il proprio piccolo contributo all’organizzazione dei vari eventi.

Al termine è seguito un gioviale buffet.

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rT chE SIA 29ER O 49ERNON fA dIffERENzANella classe più piccola Alessandro e Andrea Savio quarti all’Euro Cup in Spagna, in quella maggiore terzi a Santa Marinella in Lazio.

La stagione 2011 delle squadre agonistiche della STV comincia in Spagna, a S. Carlos de la Rapita, Tarragona, dove trentasette

equipaggi hanno dato vita alla prima prova dell’ Euro Cup 29er. Presenti due equipaggi italiani: i fratelli Savio e il duo Bragagnin-Finazzi.

La prima prova non è andata a buon fine per la scarsa intensità del vento, mentre quattro sono state le regate portate a termine il giorno dopo con la vittoria delle tedesche Jule e Lot-

ta Goerge e con il lusinghiero quarto posto di Alessandro e Andrea Savio.

Non contenti di questo piazzamento, essi si sono, poi, cimentati anche nella più impegnativa classe olimpica dei 49er nelle regate disputate con onda e vento variabile, che si sono svolte a Santa Marinella, vicino a Roma, cogliendo un terzo posto finale e due positivi primi di gior-nata. I fratelli Savio con queste prestazioni di-mostrano perfetta padronanza sia in 29er sia in 49er, autorizzando ottimistiche previsioni per il futuro.

Prime regate anche per la nutrita schiera dei laseristi che, allenati dal nuovo allenatore Boris Vidaijc, hanno disputato la prima manifestazio-ne zonale della classe Laser 4.7 cogliendo ottimi piazzamenti in una regata disputata con vento di bora piuttosto acceso.

Ventitré i singolisti alla prova con un bel se-condo posto di Riccardo Medvescek ed il terzo di Stefano Campanacci.

I finnisti, nella classe Master, continuano, tra un “acciacco” e l’altro, a dare sfoggio della propria bravura, come Francesco Faggiani che dopo tre prove di Coppa Italia occupa salda-mente la terza posizione!

Nelle foto Bruckner i Savio a Santa Marinella e una fase dell’Euro Cup in Spagna.

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“Horus” di Nadia Canalaz (foto Fabio Taccola).

AL VIA ANchE L’ALTuRApRImAVELA E duE GOLfIA Caorle, Stefano Michelazzi con Anna Gregorio ed Enzo Distefano primi in IRC su “Pazza Idea 4”.Altro “team” a Lignano terzo in Overall su “Horus”.

Si chiude con sette prove un’edizione combattuta del Campionato Primavela, organizzato dal Circolo Nautico Santa

Margherita in collaborazione con le darsene Marina 4 e Orologio e la partnership di Quan-tum Sails Italia.

Il vento e il clima primaverile, con tempera-ture gradevoli e sole, hanno accompagnato per tre week- end la flotta e gli organizzatori.

Con uno scarto la classifica finale assegna la vittoria IRC Overall e in classe 2 a “Spin One” di Pietro Saccomani, un X-35 ottimamen-te condotto; in IRC classe 1 e ORC Overall al debuttante Claudio Sernagiotto con il suo G.S.40R “Despeinada”; in IRC classe 3 a Luigi Bresciani con il First 35 “Pazza Idea 4”, con a bordo alcuni nostri soci agonisti (Stefano Mi-chelazzi con la moglie Anna Gregorio, ed Enzo Distefano); in IRC Crociera a “Non Solo Vela”;

e infine in Minialtura a “El Moro” di Graziano Manfrè.

Abbandonati i lidi di Caorle, la flotta d’altura si è diretta al classico appuntamento del Cam-pionato dei Due Golfi. Un campionato che continua ad essere proposto anche se la sede di Lignano non è più ricettiva per le imbarcazioni a vela di dimensioni superiori ai dieci metri visto che la scarsa profondità dei canali e dell’accesso ai marina costringe gli armatori a sobbarcarsi un trasferimento andata e ritorno dopo ogni regata verso il più consono Marina S. Andrea di Por-to S. Giorgio, con disagi inevitabili soprattutto dal punto di vista della comunicazione e sen-za contare che, così facendo, gli equipaggi non possono mai socializzare ovvero partecipare agli happening previsti dagli organizzatori a meno di salire in automobile e dirigersi alla volta di Lignano.

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rT Le regate si sono svolte a Lignano, dal 29 aprile al 1 maggio, riservate alle barche d’altura delle classi IRC e ORC, per quest’ultime esse erano valide anche come selezione per il prossi-mo Campionato italiano d’Altura, che verrà di-sputato a Trieste nel prossimo luglio. Latitando, al momento, le barche della Triestina della Vela, i nostri Damir Toich, Enzo Distefano, Walter Sve-tina e Alberto Bicci hanno regatato a bordo di “Horus”, M 45 di Nadia Canalaz, concludendo al terzo posto Overall. Un po’ sotto tono, invece, “Pazza Idea 4”, sesta al traguardo di classe, sem-pre con Stefano Michelazzi e Anna Gregorio a bordo.

Le prove portate a termine sono state due nella prima giornata e una in quella finale, men-tre la bonaccia ha avuto il sopravvento in quella centrale. Da segnalare le ottime performance in tutte le regate disputate del Gp 42 “Airis” di Cesare Bressan, che oltre al fatto di mettere tutti in riga in tempo reale è riuscito nella medesima impresa anche in tempo compensato malgrado l’importante Gph.

Concludiamo la carrellata sullo sport chie-dendo scusa a Dani De Grassi, perché anche dei suoi successi ci siamo scordati di dire quando avremmo dovuto. Tentiamo di rimediare pub-blicando (qua sotto) la foto della sua “Nirvana”, con la quale si è classificato primo alla Barcola-na nella categoria passere e, il sabato precedente, primo anche alla Barcolana Classic, quando ave-va a bordo l’olimpionica di sci Karen Putzen.

Marina Simoni con Maurizio Sambo

a prua della nuova “Stregonia”.

Nella foto più sotto l’omaggio della Vela

all’armatrice.

“STREGONIA”IL VENTO TI SIApROpIzIO

Festoso gran pavese su la nuova “Stre-gonia”, un First 35 della Beneteau con cui la sportivissima Marina Simoni intende regatare in categoria ORC e in categoria IRC assieme a Maurizio Sambo e al fidato e consolidato equipaggio.

Non meno festoso il licof offerto a soci e amici accorsi in buon numero l’8 aprile sul pontile della Triestina della Vela portando doni e voti augurali.

Il Presidente della STV, Fabio Zlatich, ha offerto a Marina un bel mazzo di fiori e il gagliardetto so-ciale

Il nuovo scafo, appena varato, parteciperà alle regate in zona e agli eventi dell’ Altura �011: Campionato mondiale ORC a Cher-so e Campionato italiano d’altura a Trie-ste.

Buon vento “Stregonia”!

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Serena Galvani inaugura l’esposizione del “Leone di Caprera” restaurato a cura di A.R.I.E.

mOSTRALE BARchE A VELAdI dARIO pERAccA

Grande interesse ha suscitato la mostra di quadri di mare di Dario Peracca inaugurata in sede il 13 aprile. Dalle uscite in mare in tenera età per pescare con il padre, alla sua prima barca a vela a soli 10 anni, agli studi all’Istituto Nautico di Trieste, all’Accademia Navale, per Dario Peracca, che da molti anni si occupa di progettazione e costruzione d’imbarcazioni a vela, il contatto con il mare e le barche ha sempre costituito parte dominante della sua vita.

Ma, come per tanti velisti, la voglia di co-noscere e di scoprire altre realtà poco note, sempre però legate alla vita di mare e a dif-ferenti tradizioni marinaresche, non poteva rimanere ristretta nei confini del nostro mare, restava il desiderio di osservare con i propri occhi lontani villaggi costieri con porticcioli di barche di pescatori e piccole cittadine ri-vierasche intrise di odore salmastro e di cer-care di capire lo spirito che accomuna, anche in altri continenti, tutta la “gente di mare”.

Il suo interesse per le barche d’epoca e classiche lo ha spinto, infatti, a visitare l’East Coast degli Usa, Newport e il Maine dove ci sono ancora cantieri che costruiscono bellis-simi yacht in legno. Ne rimane talmente affa-scinato da sentire il desiderio, quasi la neces-sità, di fissarli su una tela in un’immagine ricca di colori ed emozioni.

GRAzIE Ad A.R.I.E.RESTAuRATOIL “LEONE dI cApRERA”

A Milano, in occasione delle celebra-zioni per il 150° dell’Unità d’Italia, è stata inaugurata nell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II l’esposizione della storica imbarcazione “Leone di Capre-ra” che fu protagonista nel 1880 di una memorabile traversata oceanica a vela dall’Uruguay all’Italia, condotta solo grazie al coraggio di tre eroici marinai italiani che con essa intendevano ren-dere omaggio a Giuseppe Garibaldi.

È toccato a Serena Galvani, socia della Triestina della Vela e Presidente di A.R.I.E., l’Associazione che ha curato il restauro della storica baleniera, l’ono-re di tagliare il nastro tricolore di fronte alle autorità.

Erano presenti alla cerimonia, oltre all’assessore Finazzer Flory, il Presidente del Consiglio comunale di Milano Man-fredi Palmeri, Marina Messina direttrice del Museo del Risorgimento di Mila-no, proprietario della storica baleniera, Stefano Faggioni dello Studio Faggioni Yacht Design di La Spezia che ha diretto per A.R.I.E i lavori di restauro del cimelio, e Gabriele Guidi, docente del Politecni-co di Milano, che si è occupato, con i suoi studenti, della fase di rilievo digita-le e ridisegno dell’imbarcazione.

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NAVIGARE IN AdRIATIcOcINquEcENTO ANNI fA Grande interesse suscitato dalla mostra delleantiche carte nautiche raccolte da Doriguzzi.Preziosi documenti degli anni 1572-1825.

Grande interesse dei soci e di molti ap-passionati di storia della navigazione ha suscitato la mostra “Storiche carte

nautiche dell’Adriatico. 1572-1825” in cui state esposte alla Triestina della Vela 16 carte nautiche che il socio Giorgio Doriguzzi in tanti anni ha ricercato e raccolto in diversi luoghi del mondo da lui visitati per ragioni di lavoro.

Un’antica carta nautica, per chi riesce a leg-gerla e interpretarla con occhio attento ai par-ticolari, fornisce ricchissime informazioni sulla storia e le alterne fortune di tanti porti e località costiere, narra i continui mutamenti dei confini degli Stati. Da strumento indispensabile alla na-vigazione un tempo, si è trasformata oggi in un prezioso documento storico.

Le carte nautiche esposte, in particolare le più antiche che risalgono al ‘500, sono vere e proprie opere d’arte; certo risultano molto meno pratiche di quelle attuali, ma tanto più ricche di disegni, colori e suggestioni.

Per rendere più fruibile al visitatore l’ap-proccio con le carte esposte, è stato predisposto

per ogni carta un foglio in cui sono state messe in evidenza oltre al nome dell’autore e dell’in-cisore anche le auliche dediche ai sovrani e ai nobili committenti.

Mercoledì 23 marzo Niki Orciuolo ha fat-to gli onori di casa conducendo i tanti presenti alla scoperta delle curiosità storiche, artistiche e tecniche che si nascondono nelle vecchie carte nautiche, alcune delle quali sono state adoperate dall’ammiraglio Horatio Nelson e dai coman-danti delle flotte veneziane, napoleoniche, bor-boniche e austriache.

Ora che sono in molti a navigare per diporto con il supporto elettronico del GPS, queste an-tiche, romantiche carte con le loro spesso inge-nue indicazioni di rotte da seguire, secche e sco-gli da evitare, baie e porticcioli in cui rifugiarsi in caso di maltempo, certo risultano superate, ma chi ama navigare in modo responsabile sa che avere a bordo carte nautiche (naturalmente quelle aggiornate e di recente pubblicazione) è ancora utile e rassicurante.

La mostra è rimasta aperta fino al 3 aprile.

A sinistra l’inaugurazione

della mostra. Accanto,

Giorgio Doriguzzi con Niki Orciuolo.

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Quando l’an-dar per mare da hobby per

pochi privilegiati si è trasformato in un fe-nomeno “popolare”? E’ questa la domanda che si era posto Andrea Cappai, socio della STV e appassionato di storia della navigazione a vela. Dopo lunghe ricerche negli archivi navali e in storici cantieri britanni-ci, ha focalizzato il suo interesse sul progettista navale Robert Clark le cui intuizioni e le sue semplici e veloci barche, realizzate dal 1935 in poi, hanno rappresentato una svolta nel mondo della vela.

Curiosamente, di questo geniale e innova-tore personaggio, fino alla recente pubblicazio-ne del libro di Cappai: “L’equipaggio invisibile – Robert Clark e la nascita della vela moderna” (edizioni Nutrimenti), si sapeva poco, non erano state scritte biografie o saggi ed erano consulta-bili solo rari articoli su riviste nautiche inglesi. Ben più note erano invece le sue barche come “Favona”, “Gipsy Moth III” di Chichester, “Or-tac”, “British Steel”, da lui pensate e create su-perando gli schemi classici del tempo.

Dalle ricerche di Andrea Cappai e dallo stu-dio dei disegni delle barche che ancora, degna-mente conservate e restaurate, navigano in tutti i mari del mondo partecipando anche a regate e raduni, si coglie tutta la capacità del disegnatore inglese di vedere oltre gli schemi fissi all’epoca. L’andar a vela era il divertimento solo di ricchi facoltosi che stipendiavano un numeroso equi-

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paggio che si occupasse delle complicate mano-vre di bordo rese ancor più difficili dall’armo aurico; le idee di Clark andranno nella direzio-ne opposta e, studiando la semplice vela bermu-diana, dedicherà tutti i suoi sforzi al più razio-nale sloop considerando ormai conclusa l’epoca gloriosa delle barche con lo spettacolare, ma diffi-cile armo aurico.

Dal suo studio e dai cantieri uscirono barche veloci di ogni tipo, tutte facilmente gestibili per uscite giornaliere o più lunghe crociere, anche

da un equipaggio familiare. Ad Andrea Cappai, autore di questo inte-

ressante libro - che ha vinto per la saggistica il prestigioso premio giornalistico-letterario nazionale ”Carlo Marincovich”, riservato agli scrittori di libri di cultura del mare - va dunque riconosciuto il merito di aver fatto questa, se pur tardiva, “scoperta” di Robert Clark. Certo è che Carlo Sciarrelli già nel 1970 nel suo famoso libro “Lo Yacht” aveva visto giusto citando spes-so e con grande ammirazione il collega ingle-se, affermando testualmente “Per il mio primo progetto del 1960, “Anfritite”, mi sono riferi-to a un piccolo yacht inglese che aveva vinto la Fastnet ed era molto celebrato sulla rivista Yachting World, il “Favona”. Mi piaceva perché era piccolo e aggressivo, armoniosamente equi-librato come tutti i progetti di Robert Clark, che io considero il primo dei progettisti”.

niki orciuolo

ROBERT cLARk IL RIVOLuzIONARIOIl geniale progettista navale capace di vedereoltre gli schemi (suo anche il “Gipsy Moth III”di Chichester) nel libro di Andrea Cappai .

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LA fANTASTIcA EpOpEAdEL “BALANzONE”La racconta ai più giovani Piero Pieriche lo skipper Dani De Grassi aveva volutocome prodiere sulla barca di Nicolò Ferro.

Confesso: vedere la propria foto sulla boi-serie dello scalone d’ingresso della STV nella sezione Barche d’Epoca ed

Equipaggi Storici, per un “ex giovane” atleta fa un certo effetto. Non particolarmente piacevole a essere sinceri, perché il primo pensiero è stato “non sono ancora così vecchio!” e perché in più questo accadeva qualche anno fa, quando ero an-cora in piena attività e avevo appena acquistato (ancora!) un Laser per dare completezza alla mia carriera di velista “master”.

Come, non mi avete riconosciuto? Sono una di quelle testine sul “Balanzone” che si avvia trionfante con spinnaker e blooper verso l’ennesi-ma vittoria. Come fate a dire “in quella foto vi-rata seppia si distinguono solo tre testine, il resto è una gobba informe in controluce”? Che razza di irrispettosi: quello é l’equipaggio in assetto da regata! Uno dei più forti equipaggi dell’epoca sulla più forte barca IOR di quegli anni. Ora vi dovrei spiegare cos’era lo IOR e cos’era il “Ba-lanzone”.

Il “Balanzone” fu un progetto rivoluziona-rio e su questa pagina rivendico ufficialmente per questa barca la definizione ufficiale di yacht moderno secondo quello che afferma Carlo Sciarrelli su Lo Yacht (più che un semplice li-bro, la Bibbia della letteratura nautica italiana): “Una canoa come il “Ganbare” di Peterson, ma con le sezioni di poppa piatte come nei progetti Holland“.

Nicolò Ferro aveva scelto Carlo Sciomachen, geniale progettista italo-svizzero, per farsi realiz-zare un prototipo in grado di competere ad alto livello. Era il 1974. La costruzione fu affidata ad Arrigo Petronio, maestro d’ascia, un mago della costruzione leggera in legno lamellare. Un mae-stro che tuttavia protestò quando Sciomachen con aria sorniona gli concesse un solo millimetrino di tolleranza sulla costruzione del dritto di prua. Petronio infine consegnò la barca all’armatore,

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SENZA quel millimetro di tolleranza, pratica-mente perfetta.

Quando venne varata fece sensazione, vicino a lei tutte le altre barche sembravano oggetti giu-rassici. Aveva un profilo aggressivo con una coper-ta a cavallino rovescio, la poppa più bassa della prua con lo specchio verticale senza slancio, una piccola tuga tondeggiante, praticamente una cupo-la di lamellare talmente leggera da non sopportare la trazione delle drizze che infatti scorrevano in-ternamente. Il pozzetto era una piccola fossa dove l’equipaggio non doveva stare. Lì ci stava solo il tailer, che allora si chiamava sail-trimmer.

Secondo il progettista, l’equipaggio doveva essere attivo, stare scomodo e plasmare l’assetto della barca: una dichiarazione dirompente per un’epoca in cui i pozzetti avevano le panche e qualche volta il portabicchieri! Il piano velico con grande genoa e spinnaker in testa d’albero era in linea con le tendenze. La randa era ridotta a una lama con boma cortissimo. Gli arridatoi delle sartie scendevano sotto coperta per limitare lo sviluppo verticale di rinforzi e lande. Interni minimali per concentrare i pesi. Il WC un secchio di plastica (però dotato di lussuoso, apposito al-loggiamento).

Un sistema idraulico con centralina remota in pozzetto poteva cambiare la centratura dell’albe-ro in navigazione. Lo strallo cavo era portante e conteneva due canalette per i cambi di genoa, ma-novra frequentissima che bisognava saper eseguire senza inchiodare la barca nell’acqua.

Lo scafo era un capolavoro di mediazione tra la stazza IOR e le prestazioni a vela, un com-promesso adatto a tutte le condizioni meteo. Nato per i venti leggeri del Golfo di Trieste, dimostrò negli anni una inaspettata “cattiveria” con vento forte. Le sezioni di prua profonde concedevano boline aggressive e un forte flesso nell’area del timone schiacciava l’acqua verso una scia che co-minciava ad assomigliare a quella degli scafi pla-��

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L’impostazione della chiglia del “Balanzone”.

nanti della generazione successiva.La conduzione di queste barche così tirate co-

minciava a diventare un affare delicato. Ho già accennato ai frequenti cambi di genoa perché i tessuti non erano stabili come quelli di oggi. Il “Balanzone” aveva un set 3 genoa massimi per il range dei primi 10-12 nodi di vento! La stessa cosa valeva per gli spinnaker. Il peeling era una manovra che un equipaggio esperto eseguiva a oc-chi chiusi.

Nei lunghi lati di poppa si cercava di poggia-re al massimo verso la rotta ottimale (il termine VMG l’avremmo scoperto almeno 10 anni dopo). Il concetto di vento apparente non era applicato nelle poppe, si preferiva issare un’invenzione fan-tasiosa che prendeva il nome di blooper. Stava sottovento allo spi e prendeva l’aria che l’insigni-ficante randa lasciava scappare dalla balumina e da tutte le parti. I maligni dicevano che quella vela serviva ad arricchire i velai e a riempire la coperta delle barche di doppie scotte, doppi rinvii, doppie drizze, doppi winch. A pensarci bene era anche un affare per i rivenditori di attrezzature.

Per il prodiere era un delirio. Tuttavia ricordo che sul “Balanzone” era la nostra arma letale nelle impoppate con vento fresco: stabilizzava la barca (tutte le barche di quegli anni si trastullava-no in interminabili pendolii) e chi aveva il corag-gio di aumentare invece di ridurre vela, spostava il limite sostenibile con lo spinnaker.

Io salii sul “Balanzone” solo qualche tempo dopo il varo: l’armatore e il suo skipper Dani De Grassi stavano selezionando l’equipaggio per affrontare un programma di regate internazionali. Tranne per il capo storico Cino Ricci e per l’On Tonner “Ornella”, quella era una delle prime volte che una barca dell’Adriatico affrontava una stagione in quei termini.

Paragonato all’agonismo di quei tempi il pro-fessionismo della vela così come lo conosciamo oggi è fantascienza.. Tuttavia l’impegno fu tre-mendamente serio. Era il 1976. Io non avevo an-cora compiuto 18 anni e Dani mi chiamò a fare il prodiere su una barca che aveva l’obiettivo di accedere a quello che a tutti gli effetti era il mon-diale della V Classe IOR, la prestigiosa Half Ton Cup in programma a Trieste. Oltre a Ferro e a Dani l’equipaggio comprendeva Arrigo Fonda, Giorgio Brezich e Sergio Brosch. L’agenda del-la stagione comprendeva trasferimenti e regate in tutto l’Adriatico, e nelle pause lunghi test di ve-locità, ottimizzazioni della stazza, allenamenti. Ancora non esisteva il premio per l’Armatore del-l’Anno ma dal mio punto di vista Nicolò Ferro

avrebbe spazzato la concorrenza. Fu appassiona-to, entusiasta, generoso, competitivo e – dettaglio non secondario in un armatore – pronto a spen-dere. Erano anni di grande sperimentazione. Il concetto di sponsor non era stato ancora inventato, ma Ferro non fece una piega quando Sciomachen gli propose di cambiare albero, fare delle modifiche di stazza, scegliere una nuova elica perché inci-deva nel rating, cambiare vele... Il fatto rilevante è che questo successe numerose volte durante la stagione. Ricordo uno dei migliori tagliatori della North Sail - di San Diego / California, non la succursale italiana - venire a Trieste apposta per un test sul “Balanzone”.

Vincemmo tutto, inutile dirlo. Tutte le regate del Campionato dell’Adriatico. Ricordo ai lettori

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più giovani che le regate d’altura all’epoca era-no molto frequentate anche nelle zone periferi-che, spesso comprendevano lunghe regate in mare aperto che duravano diversi giorni e tra le boe gli ingaggi erano ravvicinati. Vincemmo tutte le prove del Campionato Italiano (conquistato con una prova d’anticipo) e delle Selezioni Nazio-nali. L’Half Ton Cup di Trieste no, e ancora mi brucia. Un onorevole 4° posto si disse. Ci sfuggì di mano all’ultimo miglio dell’ultima regata, una lunga di 250 miglia che conducemmo per due giorni e tre notti, dalla partenza fino quasi al-l’arrivo. A caccia di refoli nella bonaccia notturna lungo le dighe, lo Ziggurat che ci inseguiva infilò un bordo suicida e tuttavia riapparve dietro a una nave all’ancora, pochi metri davanti alla nostra prua. Col coefficiente doppio si guadagnò il podio. Ci consolammo alla festa della premiazione che fu memorabile.

Il “Balanzone” si fece giustizia l’anno dopo, con una trasferta alla Settimana di Marsiglia de-vastata dal cattivo tempo e dal Mistral che sof-fiò fortissimo e fece addirittura affondare delle

barche. Il “Balanzone” era ancora più in forma e vinse tutto nella stagione 1977, che terminò con una Settimana Internazionale dell’Adriaco affollatissima. Il clima sulle banchine era fanta-stico, gli anni di piombo non avevano ancora co-lonizzato le prime pagine dei giornali, le cerate erano un capo tecnico molto approssimativo e il divertimento generale scattava con pochissimo. Le classi IOR erano al massimo del loro splendore che sarebbe durato fino alla metà degli anni ‘80. Il ciclo di regate comprendeva una costiera, due triangoli olimpici e la tradizionale San Giovanni in Pelago nelle due versioni lunga e breve (cioè con passaggio per Venezia e senza). La più lun-ga aveva 150 miglia e chiudeva il ciclo con una permanenza in mare eterna su quelle barche che rispetto agli scafi contemporanei sembravano delle paperette. Però, però, le paperette stanno sempre a galla.

Il 1977 è ricordato ancora oggi come l’edizio-ne della bora più forte che abbia mai soffiato sulla San Giovanni in Pelago. Al ritorno, nella lunga bolina da Salvore verso Trieste, il vento aumentò fino a toccare i 70 nodi, secondo la testimonian-za di chi aveva gli strumenti a bordo. Il “Balan-zone” nell’elettronica era un po’ carente, quindi ci fidammo delle cronache. Primo ad arrivare a Trieste fu il “Moro di Venezia”, il primo della serie, che in quella fase venne condotto da Angelo Vianello - il fidato marinaio di Gardini - fino alla manovra di ormeggio eseguita a vela nello scanso della Stazione Marittima.

Sul “Balanzone” nessuna condizione meteo ci preoccupava. Tormentina a prua, berretto fraca-do e avanti con totale fiducia nella barca. Molti si ritirarono e ripararono in Istria.

A onor delle cronache anche il “Moro” e noi accusammo dei danni, accorciammo il percorso e quindi non tagliammo il traguardo, ma ritornam-mo a casa a vela. Vinse “El Raguseo” davanti a “El Cid”.

Non so chi fu a dirlo, ma ricordo l’accento genovese, forse un regatante o un osservatore del comitato di regata sulla diga Rizzo che commen-tò: “Il “Balanzone” è una bomba! Non sembra neppure così piccolo. Nella bolina in mezzo alla fumarola di quella bora da condizioni di soprav-vivenza navigava solido come un I Classe IOR. Belìn, sembravate il “Bumblebee”!”

Come cos’era il “Bumblebee”? Probabilmente oggi la sua foto fa bella mostra di sè nella sezione Barche d’Epoca ed Equipaggi Storici dello Yacht Club di Sydney. Ma questa è un’altra storia.

Piero Pieri


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