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2semestrale - ANMCO · In caso dI mancato recaPIto InvIare all’uFFIcIo FIrenze c.m.P. detentore...

Date post: 18-Feb-2019
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la linea diretta con la Fondazione dei soci anmco dei cardiologi italiani dei cittadini news • news • news • news • news • news • news news • news La Fondazione in udienza dal Papa L’arte di curare le patologie croniche: una alleanza terapeutica tra medico e paziente Guardare il cuore con gli occhi dell’anima Il medico e il paziente: quale relazione? Il buon cuore di Bella guarisce il principe - mostro In questo numero Poste ItalIane s.P.a - sPedIzIone In abbonamento Postale - d.l.353/2003 (conv.In l. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 2 dcb FIrenze 1. In caso dI mancato recaPIto InvIare all’uFFIcIo FIrenze c.m.P. detentore del conto Per la restItuzIone al mIttente che sI ImPegna a Pagare la relatIva tarIFFa. luglIo/dIcembre 2010 - semestrale 2 NUMERO DUE segUe a Pag. 2 attilio maseri Presidente Fondazione “per il Tuo cuore” Francesco chiarella Past - President ANMCO P er svolgere al meglio la professione di medico è indispensabile avere come obiettivo la salute intera dell’uomo. Questo mettere al centro la persona viene da lontano, nasce con le radici stesse della nostra cultura, le cui fondamenta sono state poste dalla civiltà greca e dal Cristianesimo. L’antropologia che ne è derivata ha segnato la storia dell’Occidente. La maggioranza delle Istituzioni ospedaliere è nata dalla solidarietà e dalla carità in contesti sociali di indigenza e in circostanze storiche talora drammatiche, per l’impeto di fondatori illuminati e per la solidarietà di ampi strati popolari. Oggi la Sanità, sia pubblica che privata, si configura come Azienda e se il nome delle Istituzioni porta ancora il riferimento alle loro origini, questo viene avvertito come una dissonanza. Tuttavia l’attuale sentire e i processi aziendalistici non hanno cancellato lo spirito di servizio che ha caratterizzato il sorgere degli ospedali e che resiste ancora. Anche la nostra Costituzione, ripropone con fermezza la centralità della persona. la Fondazione in udienza dal Papa APRI 1
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la linea diretta con la Fondazione➜ dei soci anmco➜ dei cardiologi italiani➜ dei cittadini

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➜LaFondazione

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➜L’artedicurarelepatologie

croniche:unaalleanza

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congliocchidell’anima

➜Ilmedicoeilpaziente:

qualerelazione?

➜IlbuoncuorediBellaguarisce

ilprincipe-mostro

Inquestonumero

P o s t e I ta l I a n e s . P. a - s P e d I z I o n e I n a b b o n a m e n to P o s ta l e - d . l . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( co n v. I n l . 2 7 / 0 2 / 2 0 0 4 n . 4 6 ) a rt. 1 co m m a 2 d c b F I r e n z e 1 . In caso dI mancato recaPIto InvIare all’uFFIcIo FIrenze c.m.P. detentore del conto Per la restItuzIone al mIttente che sI ImPegna a Pagare la relatIva tarIFFa.

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2NUMERO DUE

segUe a Pag. 2

attilio maseriPresidente Fondazione “per il Tuo cuore”

Francesco chiarellaPast - President ANMCO

Per svolgere al meglio la professione di medico è indispensabile avere come obiettivo la salute intera

dell’uomo. Questo mettere al centro la persona viene da lontano, nasce con le radici stesse della nostra cultura, le cui fondamenta sono state poste dalla civiltà greca e dal Cristianesimo. L’antropologia che ne è derivata ha segnato la storia dell’Occidente. La maggioranza delle Istituzioni ospedaliere è nata dalla solidarietà e dalla carità in contesti sociali di indigenza e in circostanze storiche talora drammatiche, per l’impeto di fondatori illuminati e per la solidarietà di ampi strati popolari. Oggi la Sanità, sia pubblica che

privata, si configura come Azienda e se il nome delle Istituzioni porta ancora il riferimento alle loro origini, questo viene avvertito come una dissonanza. Tuttavia l’attuale sentire e i processi aziendalistici non hanno cancellato lo spirito di servizio che ha caratterizzato il sorgere degli ospedali e che resiste ancora. Anche la nostra Costituzione, ripropone con fermezza la centralità della persona.

la Fondazione in udienza dal Papa

APRI

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guardare il cuore con gli occhi

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segUe da Pag. 1

E’ con questo retroterra ed in questa prospettiva che si colloca l’incontro promosso dalla Fondazione “per il Tuo cuore” con il Papa Benedetto XVI. Nel corso dell’udienza, prevista per il 5 maggio 2010, verrà presentato al Pontefice “L’arte perduta di guarire” di Bernard Lown, premio Nobel 1985. Bernard Lown ha risposto positivamente al nostro invito ad un incontro con la Fondazione e a partecipare all’udienza in Vaticano. La RAI ha accettato di ristampare il libro di Lown e di inserirlo all’interno di un volume che presenta la Fondazione “per il Tuo cuore”. Consegnando questo libro a Benedetto XVI intendiamo ribadire a noi stessi, alle persone affidate alle nostre cure, all’intero mondo sanitario che ci circonda, il nostro impegno a guardare alla persona in quanto unica, irripetibile, soggetto principe di diritti e doveri.

Nell’opinione comune il lavoro del medico è ormai

quello di prescrivere farmaci. Dove sono finiti i vecchi

“farmaci”, come la parola e l’ascolto? Il medico li ha forse

dimenticati? La cultura della comunicazione in medicina si fonda

sulla consapevolezza dell’estrema complessità che caratterizza

le relazioni umane. <<Dottore, mia figlia ha frequentemente il

batticuore, è pallida, mangia poco, mi fa disperare, è sempre

chiusa nella sua camera e piange, perché non prescrive una

buona cura ricostituente?>>. Il forte razionale che induce a ricercare

quell’insostituibile dialogo è anche la straordinaria unicità e

irripetibilità che caratterizza il rapporto medico - paziente. Ogni

malattia ha una sua propria specificità, che la rende non uguale per

tutti. <<Mio padre assume un antipertensivo che riesce a controllare

bene i suoi valori di pressione del sangue. Perché non provi anche

tu con tua madre visto che la terapia che le è stata prescritta

controlla male la sua pressione? Oh, grazie tante, andrò lunedì dal

medico e chiederò per lui quella prescrizione>>. Oggi la dilagante

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Il medico non è portatore di un sapere solamente teorico, ma svolge una attività pratica finalizzata alla cura della persona. La medicina, infatti, comporta

anche una relazione interpersonale. Nella storia della medicina occidentale esistono due modelli di rapporto medico - paziente: paternalista e dialogico. Per il primo la professione medica è un sapere specialistico riservato a degli individui competenti, al malato non spetta altro che attenersi alle prescrizioni. Per il secondo, invece, il medico si impegna nel tentativo di far comprendere al paziente la sua reale condizione e di concordare con lui la migliore strategia di cura. Dalla seconda metà dell’800 il modello paternalistico è entrato in crisi a vantaggio di quello dialogico che ha condotto alla pratica del consenso informato. Spesso, tuttavia, il consenso informato è identificato con quel

documento scritto fatto firmare al paziente per tutelare il personale sanitario piuttosto che per testimoniare gli aspetti fondamentali di una comunicazione reale. La relazione dialogica medico paziente viene sostituita con una pratica burocratica. Il consenso informato deve essere pensato come un processo che avviene nel tempo e tiene presente una molteplicità di aspetti (dalla quantità/qualità di informazioni ricevute dal paziente, alla loro reale comprensione, ecc.) e non come un fatto ratificato dalla firma su un modulo prestampato. L’ultima difficoltà riscontrabile nella relazione di cura è quella legata al linguaggio. Come scrivono gli storici della medicina, Giorgio Cosmacini e Roberto Mordaci: <<I consensi dovrebbero tracciare le forme fondamentali di un linguaggio condiviso, privo delle complicazioni del gergo scientifico ma più preciso e meno ambiguo

Nel trattamento di tutte le patologie croniche, caratterizzate da una lunga alternanza di periodi di maggiore

o minore stabilità clinica, è fondamentale instaurare una convinta alleanza terapeutica

con il paziente ed i suoi familiari, educando il paziente ad un ruolo attivo e consapevole nella gestione della sua malattia, essenziali per il successo del programma terapeutico. Va promossa la ricerca attiva dei problemi (proattività) perché siano intercettati precocemente e possa essere attuato un efficace intervento nelle situazioni a rischio. L’informazione chiara deI medico è parte essenziale del progetto terapeutico. Saper ascoltare, chiedere, rispondere, comunicare senza parole aumenta l’efficacia della comunicazione, permette di rinforzare nel tempo il patto terapeutico tra medico e paziente, migliora la soddisfazione del paziente, la comprensione delle informazioni ricevute, l’aderenza alle prescrizioni terapeutiche, incidendo grandemente sul vissuto di malattia e sulla evoluzione della stessa. L’aderenza del paziente ai programmi impostati è fondamentale per ridurre il rischio di instabilizzazione e di ricovero ospedaliero. Accettare (e seguire scrupolosamente) un trattamento o un intervento deve significare partecipazione costruttiva, consapevolezza, libertà di scelta e di decisione delle persone ammalate.

andrea di lenarda

l’arte di curare le patologie croniche: una alleanza terapeutica tra medico e paziente

Il medico e il paziente: quale

attilio maseriPresidente Fondazione “per il Tuo cuore”

Francesco chiarellaPast - President ANMCO

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informazione in campo medico - scientifico privilegia una comunicazione falsata

che nel singolo porta al desiderio di ricorrere alle metodiche diagnostiche piuttosto

che alla creazione di un rapporto di fiducia medico - paziente. Eccone un esempio:

<<Dottore ho un dolore al torace, vorrei fare un ecocardiogramma, vorrei capire,

qualcosa si vedrà>>. E’ sempre più difficile oggi spiegare come un fonendoscopio,

una palpazione, insieme ad una parola raccontata e al tempo stesso ascoltata,

potrebbe valere più di tanti ultrasuoni o radiazioni diagnostiche che producono

immagini di straordinaria definizione, ma non sempre prive di rischi. Nel cercare di

ridare una reale dignità di soggetto al malato, che non deve essere solo un oggetto

di prestazioni, si fonda la cultura della centralità del paziente nel sistema delle cure.

L’uomo ha il diritto di veder rispettata la sua centralità, che non è solo organizzativa

come nell’intensità della cura, ma clinica e di “religiosità”, ovvero di appartenenza

ad un contesto familiare, sociale e lavorativo, diritto al rispetto delle sue idee, dei

suoi sentimenti. Come possiamo guardare a quel cuore con gli occhi dell’anima?

Forse solo con un mix di esperienza clinica e di conoscenza creativa antropologica,

di paziente ascolto e di parole tranquillizzanti.

FoNdazIoNe

“per il Tuo cuore”: è mente

e cuore

Via A. La Marmora, 3650121 Firenzetel +39 055 5101367fax +39 055 5101360e - mail: [email protected]

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Le fiabe sono storie che curano. Sono racconti terapeutici non solo per le fantastiche creature che le popolano ma anche per chi le legge, le ascolta e le vede. E “La Bella e la Bestia” è una di queste. La sua lettura elargisce un dono gratuito: ci indica il modo con cui parlare della

propria sofferenza, malattia, solitudine o diversità e la via per chiedere aiuto. La Bella figlia del ricco mercante si può ben paragonare a un bravo medico: era sì così dolce e così cortese ma tra le sue molte doti soprattutto la sua pazienza saltava agli occhi. Con la sua disponibilità a considerare anche chi in questa vita parte svantaggiato, ha saputo guarire un paziente difficile, quell’essere che aveva un po’ dell’uomo e un po’ dell’animale, che piace immaginarlo in lotta contro la sua depressione, la sua Bestia. Avvilito, frustrato e soggiogato dalla sua bruttezza, si era addirittura trascinato un giorno sull’orlo di un ruscello in fondo al giardino per farla finita una volta per sempre. Ma era ritornato a vivere quando capì di aver incontrato chi lo aveva capito: la principessa - medico sedotta dalla sua fragilità. Ecco la Bella, senza ricorrere a nessuna pozione magica, e quindi ad alcun farmaco, ma con la sola forza del suo buon cuore e della sua intelligenza, gli aveva fatto vedere la realtà anche da un altro punto di vista. Aiutandolo a uscire dal suo isolamento emotivo, gli aveva dato quel supporto psicologico - affettivo che aveva rotto l’incantesimo: «Quale non fu il suo stupore al vedere che la Bestia era scomparsa e al suo posto giaceva un principe bello come il sole». E la Bestia dove era andata a finire? «La vedi ai tuoi piedi», è la risposta del principe che aveva finalmente superato la sua malattia.

del linguaggio comune. L’elaborazione di questo linguaggio non può certo avvenire su modelli prestampati, ma è affidato soprattutto alla comunicazione viva e dialogica fra medico e paziente>>

Il buon cuore di Bella guarisce il principe - mostro

manuela campanelli

Francesco maria Bovenzi

Comitato di RedazioneMario Chiatto - Luciano Onder - Pier Luigi Temporelli

EditoreHeart Care Foundation OnlusVia Alfonso La Marmora, 36 - 50121 FirenzeTel. 055/5101367 - Fax 055/[email protected]

Direttore ResponsabileAttilio Maseri

RedazioneSimonetta RicciVia Alfonso La Marmora, 3650121 FirenzeTel. 055/51011 - Fax 055/[email protected]

Aut.Trib. di Firenze n. 5746 del 30/11/2009 Heart Care Foundation Onlus

StampaTipografia Il Bandino - Firenze

Editor Attilio Maseri

Co - Editor Francesco Maria Bovenzi

Bruno milone

Prog

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o:stu

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mIr

annaLt

Irelazione?

dell’anima

Una immagine dal film “La Belle et la Bête”, Jean Cocteau, 1946.

Venerdì 7 maggio 2010 ore 17.00 | Firenze, Salone dei Cinquecento Palazzo Vecchio

Il Rinascimento del rapporto Medico-PazientePresentano

COn il tuO COntributO stiamO raggiungendOimpOrtanti risultati

COntinua a sOstenere la riCerCaaiuta la fOndaziOne COn il

5 per millefirma nel riquadrO:“finanziamentO degli enti della riCerCa sanitaria”e indiCa il COdiCe fisCale

94070130482grazie!

“Si parla molto di biodiversità, delle piante, degli animali, degli habitat. Dobbiamo cominciare ad applicare questo concetto anche al Malato. Nessuno si accontenterebbe di un paio di scarpe di una “misura media”, ma ne vorrebbe un paio che si adattasse alla sua calzata. Ogni Malato ha il diritto ad una terapia personalizzata, che tenga conto della sua biodiversità, cioè della sua risposta a malattie e terapie, della sua vulnerabilità ma anche dei suoi “angeli custodi” verso i rischi ambientali. Oggi la ricerca dei cardiologi italiani affronta, prima nel mondo, questa sfida”.Vorremmo riuscire a spiegare ai giovani che spesso possiamo “imparare” dai singoli Malati meccanismi di malattia che le grandi statistiche non possono insegnarci, e che i protocolli danno indicazioni generali, ma non sostituiscono il rapporto con il Malato che ha bisogno di comprensione e desidera possibilmente di essere rassicurato.E’ questo lo spirito che anima la Fondazione “per il Tuo cuore”. AttilioMaseri

Nel corso del dibattito sarà presentato il volume“DALLAMALATTIAALMALATO:IMPARIAMOACURAREILTUOCUORE”

che contiene l’edizione integrale della traduzione italiana del saggio “L’ARTEPERDUTADIGUARIRE”del Premio Nobel Prof. Bernard Lown

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Per saperne di più www.periltuocuore.it www.anmco.it

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