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ENTE DI PREVIDENZA DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI 03/2005 UNA GIUSTA CAUSA Intervista al senatore Francesco Moro L’INTERVENTO Un tetto unico a gestioni separate DOSSIER Bilancio consuntivo 2004 ITINERARI Sul filo di lana magazine Aut. DCB Centrale/PT Magazine/n.140/2004 Magazine valida dal 10/11/2004 periodico trimestrale
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ENTE DI PREVIDENZA DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

03/2005

UNA GIUSTA CAUSAIntervista al senatore Francesco Moro

L’INTERVENTOUn tetto unico a gestioni separate

DOSSIERBilancio consuntivo 2004

ITINERARISul filo di lana

magazineAut. DCB Centrale/PT Magazine/n.140/2004

Magazine

valida dal 10/11/2004

periodico trimestrale

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SOM

MA

RIO

EditorialeIl primo passo. 2

L’intervento Un tetto unico a gestioni separate 3

L’intervistaUna giusta causa 4

DossierBilancio consuntivo 2004 7

La zatteraLe parole difficili 18

BlocknotesGli appuntamenti da ricordare 19

ItinerariSul filo di lana 20

F.A.Q.Le domande che tutti fanno 23

L’intrusoLa fermezza 24

03/2005

Il periodico EPPInformaed il sito www.eppi.itsono realizzati dall’Ufficio Stampadell’EPPI

Direttore responsabileGiuseppe Jogna

Comitato di redazioneRenato Arena, Roberto Contessi,Alfonso Fornasini, Paolo Petracca,Dario Torbianelli

Progetto graficoTiziana Mazzuca, Claudio Serafini

EPPIEnte di Previdenza dei Periti Industriali e dei Periti Industriali LaureatiPiazza della Croce Rossa 300161 ROMATel. 06 44001Fax 06 44001222e.mail [email protected]

Associato all’Unionestampa periodica italiana

StampaEdigraf Editoriale GraficaVia E. Morosini, 1700153 Roma

Realizzazione grafica e Web masterEcosistemiVia dei Carpegna, 16 00165 Roma

Autorizzazione del tribunale di Roma186/200 in data 07.05.04

Tiratura 15.400 copieFinito di stampare nel mese di Settembre 2005

Le immagini della rivista ritraggono esternie interni della ex fabbrica Campolmi, orasede del Museo del tessuto di Prato. Alcunefoto sono state reperite dall’Archivio delMuseo stesso, altre sono state scattate daCarlo Salimbeni. Ringraziamo entrambi perla gentile concessione alla pubblicazione.

EPPInforma è stampato su carta ecologicariciclata Fedrigoni Collezione SYM – SymbolFreelife Satin “Ogni foglio salva una foglia”

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“L’Albo unico è ai nastri” titolava Italia Oggi all’indomani della presentazionedel disegno di legge per l’istituzione di un unico ordine delle professionitecniche, che ospiti i laureati triennali per l’ingegneria e raggruppi gli attualiperiti industriali, agrari e geometri. Il disegno di legge ha visto come primofirmatario il vice presidente del Senato, il perito industriale Francesco Moro,e l’evento del varo merita di essere sottolineato. Si tratta solo dell’inizio delcammino, ma il primo passo è stato compiuto ed è davvero un passoimportante. All’argomento abbiamo così deciso di destinare gli spazi “nobili” di questonumero: L’intervento e L’intervista. Il primo è stato affidato, come lacircostanza impone, al presidente Jogna, che evidenzia i possibili riflessiprevidenziali della questione. Il secondo è il frutto di una conversazioneavvenuta proprio con uno dei protagonisti politici della vicenda, il senatoreMoro per l’appunto. Infine, abbiamo invitato Ginevra Sotirovic ad esprimere ilsuo punto di vista nello spazio dell’Intruso.

Il terzo numero dell’anno, come è ormai tradizione, è poi il luogo d’elezionedel bilancio consuntivo. A questo fondamentale documento è dedicato un corposo dossier che sipropone essenzialmente di rappresentare un abstract del testo originale,appena pubblicato in versione integrale e disponibile presso ciascuna sede dicollegio.Le notizie al riguardo, anche per quest’anno, sono buone e rassicuranti. Inumeri evidenziano che la gestione è in carreggiata, in attivo e che l’obiettivodella rivalutazione dei contributi è stato raggiunto. Nelle pagine interne si dàconto anche del nuovo bilancio tecnico attuariale, approvato l’11 marzo, chedelinea prospettive di equilibrio nei conti e di certezza nelle prestazioni.

Al termine del dossier troverete, come sempre, La zattera, rubrica che sipropone di spiegare “le parole difficili” del linguaggio economico eprevidenziale.Le altre rubriche di servizio ci riservano le consuete opportunitàd’informazione. Il Block notes ricorda, in particolare, l’appuntamento inottobre con l’arrivo dell’estratto conto, documento riepilogativo della vitacontributiva di ogni singolo iscritto, da consultare, capire e usare comebussola per progettare il proprio futuro previdenziale.

I nostri Itinerari ci accompagnano, infine, alla volta di Prato.La vivace città toscana, capitale del settore tessile, non poteva non ospitareun significativo sito museale dedicato alla sua grande tradizionemanifatturiera. Le immagini dell’ex Fabbrica Campalmi costituiscono ilpercorso iconografico che correda i testi degli articoli proposti.La scelta di Prato è dovuta ad una questione di grande rilevanza strategicaper il sistema Paese. Si tratta, infatti, di uno dei distretti industriali del “madein Italy” maggiormente esposti alla concorrenza internazionale dei nuovimercati ed, in particolare, dell’emergente economia cinese.Auguri agli operatori economici, ai professionisti e ai lavoratori pratesiperché sappiano fare di necessità virtù e vincere ancora una volta, come giàin passato, la sfida della qualità.

Editorialeil primo passo.

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Saluto come un passo importante lapresentazione del disegno legge che haattivato un percorso legislativo al fine di

istituire l’Ordine dei tecnici laureati perl’ingegneria. Sgombro subito il campo daqualsiasi idealismo e so bene come talescelta apra una stagione non certamentesemplice. Il governo attuale vede scadere ilsuo mandato nella primavera prossima e itempi tecnici per portare a casa un risultatosoddisfacente in questa legislatura sonorisicati. In più, il recente atto conclusivo dellavicenda che ha portato l’unione tra dottoricommercialisti e ragionieri insegna che iprocessi di fusione tra categorie esistentisono lunghi e delicati. Ciononostante,l’operazione “Albo dei tecnici laureati perl’ingegneria” è l’unica strada reale daintraprendere per dare continuità ad attivitàprofessionali che sono fondamentali per losviluppo della nostra societàIl nuovo Ordine tecnico infatti si presentacome l’habitat naturale di almeno treprofessioni – geometri, periti agrari e peritiindustriali – le quali, per il processo segnatodalla riforma universitaria e dalle nuoveregole di accesso agli Albi, devono per forzacostruire un futuro diverso per sé esoprattutto per le nuove figure di laureatitecnici del settore ingegneristico. In più, ilnuovo soggetto sarà aperto ad ospitare igiovani laureati che non si sentissero piùadeguatamente rappresentati nelle sezioni Bdi altri ordini professionali, dove hanno trovatocollocazione in attesa di poter disporre di unasistemazione ad hoc.

Fa parte del disegno di legge presentato,anche il progetto di unificazione deirispettivi enti di previdenza coinvolti, dato

che l’istituzione di una casa comune, chesancisca l’unione professionale, deve a suavolta prevedere un tetto assistenziale chetuteli l’intera platea. Questa è stimata potercontare in partenza su circa 170.000 liberiprofessionisti. D’altronde, il processo èprevisto nella Riforma Maroni, che anziincentiva fusioni tra enti, istituzioni ofondazioni che abbiamo caratteristichesimilari, proprio perché appartieneall’interesse comune privilegiare aggregazionipiù ampie e quindi accorpamenti tra soggettiesistenti. Questo stesso sentire è peraltro

UN TETTO UNICO A GESTIONI SEPARATEdi Giuseppe Jogna

condiviso anche dalla Cassa dei geometri edei periti agrari ed è in pieno accordo chestiamo affrontando questa fase di transizione.A questo fine, credo sia importante dichiararesubito quali sono i tre principi che devonoguidare la formazione di un nuovo soggettoprevidenziale unico. Anzitutto, vanno fatti salvii diritti acquisiti da tutti gli attuali iscritti, per iquali il nuovo soggetto previdenziale deveessere la logica prosecuzione della loropresente tutela assicurativa obbligatoria. Insecondo luogo, ogni forma di unione tra entiprevidenziali non deve costituire alcun onereattribuibile ai conti dello Stato, pena unagiusta levata di scudi del Parlamento. Terzoed ultimo, è necessario individuare unsistema di gestione compatibile, dato che glienti previdenziali coinvolti attualmenteadottano sistemi di calcolo delle prestazionidifferenti: metodo contributivo per peritiindustriali e periti agrari, metodo retributivoper i geometri.

Aderire al primo principio significatendere a fondare un istituto che possaaccogliere tutte le generazioni, sia le più

giovani ed emergenti, sia quelle che hannocostituito il tessuto connettivo delle singoleprofessioni esistenti. Il secondo principio nonfa che rimarcare il dettame dell’autonomia,cui tutte le Casse professionali sonoparticolarmente attente, che ha come suacontroparte il divieto di avvalersi delcontributo dello Stato nella gestione delsistema pensionistico privato. Il terzoprincipio indica nella strada della gestioneseparata il modello organizzativo più consonoal nuovo tetto previdenziale obbligatorio. Insostanza, è necessario mantenere lespecificità delle singole Casse, le quali,all’interno di un importante organismocondiviso, operino in modo da farsi caricopersonalmente di tutti gli impegni presiprima della nascita del nuovo soggettoprevidenziale.È in ogni caso fondamentale seguire congrande attenzione l’evolversi legislativo dellaistituzione del nuovo Ordine, promuovendo leeventuali iniziative necessarie a suo favore.Un risultato positivo rappresenta, infatti, lamatrice dei successivi processi di riforma tracui quello della fusione della previdenza.

ad hoc.

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UNA GIUSTA CAUSAIntervista al senatore Francesco Moro

Dicono che le origini vogliono direqualcosa e la concretezza friulanaanche per Francesco Moro ha da

dire la sua. Due legislature sulle spalle(1996 e 2001), membro del gruppoparlamentare Lega Padana, attualmentevicepresidente del Senato, è il primofirmatario del disegno di legge che delegail governo ad istituire l’ordine dei “tecnicilaureati per l’ingegneria”.

Primo firmatario in quanto peritoindustriale?Diciamo che concepisco la politica comeun intervento diretto su argomenti cheriguardano la quotidianità. La miaformazione tradisce le origini radicate nelsettore tecnico e mi sento onorato adessere il portabandiera del disegno dilegge. Intendiamoci però: è un ruolosimbolico. L’impegno è pari per tutti glialtri colleghi firmatari.

Punti di forza della proposta.Non disperdere la preziosa professionalità

di coloro che negli anni Cinquanta eSessanta hanno dato una vigorosa mano aricostruire e lanciare il nostro Paese.Geometri, periti agrari e periti industrialisono categorie solide, impegnate tutt’oggiin settori di avanguardia e cito il caso delsettore della sicurezza sia domestica, siadei luoghi di lavoro.

In che senso disperdere?Vede, le leggi che hanno sancito l’accessoalla professione in Italia hanno recepito glistandard della Comunità europea. Primadel 2001, per esercitare l’attività, adesempio, di perito non bisognava avereconseguito la laurea; invece adesso iltitolo di primo livello, triennale, èobbligatorio. La stessa cosa, del resto, èaccaduta ad altre platee, come agliinfermieri e agli insegnanti elementari.Però la normativa ha creato anche unsistema di iscrizione agli albi che mette inconcorrenza alcuni Ordini fra di loro, macon delle regole non molto chiare. I nuovilaureati tecnici triennali sono spinti ad

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iscriversi agli Albi che vengono sentiti piùprestigiosi senza che attualmente vengaloro garantito un trattamento equo intermini di rappresentanza e pesodecisionale.

C’è la possibilità che alcune categorietecniche scompaiano?Il punto non è certo questo. Prima di tutto,però, registro un forte calo di iscrizionialle facoltà scientifiche in generale,numero che forse nasconde unadisaffezione della nostra società verso latutela delle professioni non umanistiche.Credo che sarebbe il caso di incentivare ediffondere le competenze tecniche perchéogni società ha bisogno di una culturadella pratica e non solo della dottrina. Mail vero nocciolo della questione è lapluralità dei profili tecnici. Ritengo chetale pluralità sia una ricchezza da nondisperdere né da deprimere; piuttosto sitratta di un universo da riorganizzare, cosìda creare una platea compatta,contrassegnata da origini e formazionesimilari.

Questo vuole l’Europa?L’Unione europea spinge per razionalizzareil mondo del lavoro autonomo, forseeccessivamente frammentato, e fornirgliun passaporto professionale valido in ogniPaese Ue. Credo che l’idea sia corretta,ammesso che questo non significhismantellare il tessuto produttivonazionale.

La direttiva Zappalà sulle professioni mipare un riconoscimento importante delruolo degli Ordini da parte di Bruxelles.Assolutamente sì.

Qual è la proposta presentata in modocongiunto dai consigli nazionali digeometri, periti agrari e periti industriali?Si tratta di creare un nuovo Ordine cheraccolga la nutrita platea di tecnici“intermedi”, cioè laureati triennali per lematerie ingegneristiche. La nuova casasarà il luogo naturale dove abiteranno inuovi possessori del titolo di laurea e doveconfluiranno i profili esistenti deigeometri, periti industriali e periti agrari,

così da garantire la rappresentatività diogni ente attuale che andrà a confluire nelnuovo soggetto.

Inoltre?Almeno altri tre elementi: stabilire critericompatibili di accesso all’Albo, stabilireuna formula per l’esame di Stato e, infine,individuare delle norme che regolino ilperiodo di transizione.

Il senso della proposta.Direi che bisogna ben avere chiaro unpunto: l’Ordine dei tecnici laureati perl’ingegneria è pensato per le nuovegenerazioni che sono per adesso accoltenelle sezioni B di altri Albi.

I tempi e le scadenze.Dobbiamo essere realisti perché i tempiremano un pò contro. Siamo in fase dilegislatura molto avanzata, ma nonbisogna perdere l’occasione di mettere sultavolo il disegno di legge. Intanto la primafase di raccolta di firme è andata bene,come la nomina di una Commissionetecnica al Senato e di un relatore.Abbiamo dalla nostra la recenteistituzione del nuovo ordine dei dottoricommercialisti ed esperti contabili che hafatto un po’, sinceramente, da apripista.

Quali sono i passi ulteriori?Via libera della Commissione Senato e poidell’intero ramo del Parlamento e stessaprocedura alla Camera: commissioneparlamentare e voto in aula. Il vero puntointerrogativo sono gli emendamenti chepossono essere presentati ad ognivotazione e che possono rallentare dimolto i tempi.

Dopo il voto parlamentare?Dopo l’approvazione dei due rami delParlamento il disegno di legge vieneconvertito in legge delega. Dunque ilprovvedimento è pubblicato in Gazzettaufficiale. A quel punto, il Consiglio deiministri, vale a dire il governo in carica,entro i tempi stabiliti al momento dellavotazione, deve emanare i decretilegislativi che applicano fattivamente ilquadro normativo. Dunque, prima si

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approva il quadro normativo, cioè la leggeche delega il governo ad agire entro alcunibinari, poi il governo deve attuare ladelega.

La fattibilità politica del percorso?Vede, il lavoro del politico è proprio quellodi suscitare il dibattito e portare le buoneragioni a suo favore, con franchezza edeterminazione. Ma nelle aule del Senatoe della Camera si apre ovviamente undibattito a 360 gradi. Bisogna sottolineare,a dire il vero, che alcuni fattori propendonoa favore di un percorso positivo. IlParlamento è ben disposto dalla feliceconclusione della recente vicendacommercialisti-ragionieri; inoltre ildisegno di legge ha natura trasversale, nelsenso che i firmatari appartengono ad unospettro ampio di forze politiche. Infine, inassenza di oneri per lo Stato, iprovvedimenti corrono più velocemente.

Il suo impegno.Terminare l’iter della commissione tecnicaper il Senato entro la fine dell’anno eportare il disegno al voto. Seraggiungessimo questo obiettivosignificherebbe ritrovarsi già a metàdell’opera ed essere in grado fare delleprevisioni sul passaggio alla Camera. Èovvio che gli iter parlamentari confidano inuna preparazione del terreno nella plateadegli interessati. Mi sembra comunqueche il lavoro svolto dai Consigli nazionalidei tre ordini sia egregio. Ovviamenteincontreremo delle difficoltà.

La principale.Il mondo delle professioni in qualche casoè visto come un settore protezionistico,che pone steccati, e dunque è necessariospiegare come la fondazione di un nuovoOrdine significa solo rendere piùtrasparente il futuro alle nuovegenerazioni, toglierle d’impaccio.D’altronde, come già detto, proprioBruxelles spinge a riorganizzare ecompattare i profili professionali.

Se il disegno di legge passa, proviamo adimmaginare il futuro. Prima di tutto laportata dell’approvazione.

Direi la possibilità di dirimere gli attriti,nel senso che la casa comunepermetterebbe una distribuzione miglioredel mercato del lavoro tra le treprofessioni similari coinvolte. In modoparallelo, il nuovo quadro normativofavorirebbe con ogni probabilità unamaggiore specializzazione anche neiconfronti delle altre categorie tecniche. Ladivisione delle aree di competenza tra, adesempio, un perito ed un ingegnere,permetterebbe ad ognuno dei dueprofessionisti di dedicarsi alla propriafetta di mercato migliorando la qualità delservizio nel proprio settore. Non cisarebbe più nessuno che oscuracompetenze altrui.

In questo senso è da vedere il nuovo titolodi “tecnico laureato per l’ingegneria” o“ingegnere tecnico”.Come in altri Paesi Ue, il settoredell’ingegneria non costituisce unasuperficie unica, ma rappresenta unsettore modulare, a più livelli o corsie,dove ogni soggetto sceglie di formarsi,dedicarsi e specializzarsi nel ramo cheritiene migliore per le sue capacità oaspettative.

Ancora il futuro: l’unione delle Casse diprevidenza.La fondazione di un nuovo Ordine e lanascita di un Albo unico, va di pari passocon la fusione delle Casse, certorispettando le specificità di ognuna. Va dasé che, non ha senso fondere nulla, senon esiste un Ordine dei tecnici laureatiper l’ingegneria: l’identità professionale èla condizione per l’unificazione dellegestioni previdenziali.

Ottimista?Ritengo che la questione di una nuovacasa per i laureati tecnici nel settoreingegneristico doveva essere posta e nonsi tratta di una bega di cortile, tanto perintenderci. Si tratta di interessarsiseriamente al mondo delle professioniintellettuali, cioè a persone che lavoranocon la loro conoscenza e che talepatrimonio devono nutrire, consolidare ediffondere.

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BILANCIOCONSUNTIVO 2004

Il bilancio consuntivo è lo strumento contabile che con-sente di stabilire lo stato delle risorse patrimoniali al 31dicembre e il flusso dei costi e dei ricavi di un’organizza-zione economica dell’arco di un anno solare.

Il documento è costituito da diverse sezioni ed èaccompagnato dalla relazione sulla gestione. Abbiamoscelto di sintetizzare contenuti e tabelle ed evidenziare leinformazioni più importanti.

dossier

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LA RELAZIONE

L’avanzo di esercizioIl bilancio 2004 si è chiuso con risultato economico positivo di 4,261 milioni di euro ed un patrimonio

netto di 311,803 milioni di euro, superiore del 16% rispetto al valore dell’esercizio precedente.

La gestione finanziariaDal punto di vista economico il 2004 è stato caratterizzato dallo sviluppo delle economie mondiali, anche

se non tutte hanno registrato una crescita uniforme.Le dinamiche economiche più virtuose sono state quelle degli Stati Uniti (+4,4%), della Cina (+9%), del

Giappone, della Russia (+7%), mentre i paesi dell’Unione Europea sono cresciuti in media del 2%, moltomeno delle altre grandi aree geoeconomiche.

Le principali cause di questa stasi del vecchio continente sono state sia l’apprezzamento della nostramoneta sul dollaro e sullo yen, che ha inciso sulla competitività delle produzioni della zona UE, sia l’inde-bolimento della domanda interna.

E’ tuttavia da rilevare che il rafforzamento dell’euro ha influito negativamente sul saldo della bilanciacommerciale, pesando maggiormente sul calo della domanda estera piuttosto che sui prezzi di importazionedelle materie prime, fra cui il petrolio.

La rivalutazione della moneta europea non è quindi dipesa tanto da una economia virtuosa ma, piutto-sto, dalla politica economica statunitense che ha privilegiato la svalutazione del dollaro per ridurre il propriodeficit commerciale.

C’è da registrare, inoltre, che in Europa le economie meno dinamiche sono state quella tedesca e quellaitaliana.

All’interno del suddetto quadro macroeconomico i mercati finanziari si sono mossi positivamente,soprattutto quelli azionari, un poco meno quelli obbligazionari a causa dell’incertezza sull’andamento deitassi di interesse.

Per i mercati azionari il 2004 è stato il secondo anno consecutivo di crescita. Il Dow Jones ha guadagna-to il +3,15% recuperando i livelli ante settembre 2001; l’indice Nikkei è cresciuto del +7,61%.L’indice dei mercati europei ha evidenziato una crescita del +6,90% e tra le principali piazze europee si segna-la quella italiana di Milano con la crescita del Mibtel del +18,13% e del S&P/Mib del +14,94%.

Il portafoglio titoli di proprietà dell’Eppi è passato da 147,521 milioni di euro a 191,433 milioni di euro,registrando un +30%.

Il portafoglio è costituito per il 54% da titoli di Stato, per l’11% da obbligazioni denominate in euro, peril 14% da obbligazioni in valuta estera, per il 19% da quote di fondi comuni azionari in euro e per il restan-te 2% da quote di fondi comuni azionari in valuta estera.

Il comparto che ha evidenziato la migliore redditività è stato quello dei fondi azionari in euro: +5,84% èstata la redditività di bilancio e +10,05% quella ai prezzi di mercato.

Il comparto che ha invece registrato performance negative è stato quello dell’obbligazionario estero: -3,61% è stata la redditività di bilancio e -3,53% quella ai prezzi di mercato. È comunque importante tenerpresente che tale risultato è la conseguenza diretta dell’apprezzamento dell’euro sul dollaro statunitense esullo yen giapponese e non del deprezzamento del corso dei titoli obbligazionari esteri.

Il portafoglio titoli ha registrato una redditività di bilancio del 2,66% ed una redditività implicita del4,08%.

La gestione finanziaria nel suo complesso chiude con il positivo risultato di 4,165 milioni di euro, conuna redditività lorda del 5,60% (incluse le plusvalenze insite rilevate al 31 dicembre 2004) e netta del 2,36%

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(detratte le componenti finanziarie negative, gli oneri di gestione e le imposte).Le tre società di gestione del risparmio che curano il portafoglio dell’Eppi hanno rispettato il parametro

obiettivo, costituito dal “benchmark di riferimento”.

La gestione immobiliareGli investimenti dell’EPPI ammontano complessivamente a 293 milioni di euro, costituiti per il 32% da

immobili, per il 65% da titoli e per il 3% da liquidità.Gli immobili destinati alla locazione rappresentano il 27% dell’intero patrimonio dell’ente e l’84,50% del

patrimonio immobiliare.Nel corso del 2004 sono state locate nuove unità immobiliari a società di primaria importanza. Il reddi-

to derivante dalla locazione è passato da 2,6 milioni di euro del 2003 a 3,2 milioni di euro nel 2004, con unaredditività lorda del 4,15%. Di contro i costi di gestione, sia quelli diretti sia quelli indiretti, sono diminuiti di67 mila euro (-73%).

La gestione immobiliare del 2004 evidenzia un saldo positivo di 3 milioni di euro che al netto delle impo-ste risulta essere pari a 2,3 milioni di euro, a cui è associata una redditività netta del 2,96%.

Tale risultato è maggiormente apprezzabile in considerazione dell’esistenza di un residuale patrimonioliberato in corso d’anno e, quindi, da locare.

La linea di investimenti adottata e perseguita dall’ente, imperniata sulla diversificazione complessivadegli stessi, si è rilevata vincente se si considerano i risultati del comparto immobiliare rispetto a quelli delcomportato mobiliare.

L’Osservatorio della società Nomisma - nel primo rapporto sul mercato immobiliare del 2005 - registraun rallentamento della crescita del mercato immobiliare ma non un’inversione di tendenza.

La variazione percentuale annuale dei prezzi medi degli immobili nelle 13 grandi aree urbane e nelle 13aree intermedie è infatti sempre positiva. I prezzi degli uffici crescono del 7,9% nelle grandi aree e del 6,7%nelle aree intermedie.

L’Osservatorio evidenza, inoltre, come il boom delle operazioni di finanza immobiliare nel corso del 2004è stato condizionato dalla valorizzazione dei patrimoni. Basti ricordare la dismissione dei patrimoni immo-biliari dello Stato per il tramite delle operazioni di cartolarizzazione, di vendita diretta o di trasferimento perapporto a fondi immobiliari.

La valorizzazione del patrimonio resta uno degli obiettivi primari dell’attività degli amministratori.L’aver acquisito degli immobili di pregio, in buono stato manutentivo e con rendimenti lordi apprezzabilicomporta - comunque e necessariamente - uno studio che valuti costantemente fra tutti gli strumenti utiliz-zabili quelli che permettano di ottenere il massimo rendimento possibile. Poiché il principale onere è rap-presentato dal carico fiscale diretto (Ires ed Ici) ed indiretto (l’Iva sulle manutenzioni) l’obiettivo sarà sicu-ramente quella di puntare verso forme di gestione che riducano l’impatto fiscale.

La contribuzioneLa contribuzione stimata per l’anno 2004 è di 43 milioni di euro (+5% rispetto all’esercizio 2003).

L’incremento è stato in parte condizionato dall’aumento della contribuzione soggettiva versata a titolo diriscatto dagli iscritti nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Nel corso del 2004, infatti, ben 347 iscritti hannoutilizzato il nuovo istituto versando complessivamente 1,8 milioni di euro, riscattando così gli anni noncoperti da previdenza obbligatoria e nei quali avevano svolto l’attività professionale o il praticantato o il ser-vizio militare o civile.

L’esame comparativo delle dichiarazioni dei redditi professionali (modelli Eppi 03) del 2003 evidenzia,comunque, anche una crescita sia dei redditi medi sia dei corrispettivi lordi rispetto alle dichiarazioni per

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l’anno precedente: rispettivamente +1,5% per gli uni e +1,2% per gli altri. La classe di età con redditi più ele-vati è quella tra i 45 ed i 54 anni, mentre le fasce di età fino a 24 anni ed oltre i 74 anni rappresentano i pro-fessionisti con i redditi più bassi.

Se si osserva la distribuzione dei redditi medi per area geografica, si nota che la regione nella quale risie-dono i periti industriali con redditi più alti è il Trentino Alto Adige, seguita dall’Emilia Romagna, dalla Valled’Aosta e dalla Lombardia; mentre il Molise è la regione con i redditi professionali più bassi.

La distribuzione dei redditi per specializzazione indica le “più ricche”, che sono arti fotografiche, indu-stria tintoria e metallurgia, e le “meno ricche”: disegno di tessuti, industria cartaria ed industria navalmec-canica.

La composizione demografica della popolazione attiva (gli iscritti che hanno dichiarato il proprio reddi-to professionale) per sesso è rappresentata per il 98% da uomini e per il 2% da donne.

La popolazione, per classe di età, è così ripartita: il 47% ha una età fino ai 44 anni; il 47% ha un’età com-presa tra i 45 ed i 64 anni; e solo il 6% è ultra sessantacinquenne. Di questi ultimi, il 61% ha un’anzianitàcontributiva uguale o superiore a cinque anni e quindi è potenzialmente pensionabile.

La totalizzazione e la ricongiunzioneL’ente ha da sempre tentato di colmare l’inadeguatezza della normativa esistente ed in alcuni casi il

vuoto legislativo che di fatto negava la possibilità, per gli iscritti a gestioni pensionistiche con il sistema con-tributivo, di avvalersi della contribuzione previdenziale precedentemente versata presso altri istituti.

Nella consapevolezza del grave svantaggio e della perdita economica conseguente al mancato riconosci-mento all’iscritto di esercitare il diritto alla ricongiunzione l’Eppi, con le delibere n. 57 del 1999, n. 246 del 2002e n. 517 del 18 dicembre 2003 ha stabilito i principi regolamentari per applicare la legge 5 marzo 1990, n. 45.

L’istituto della ricongiunzione, all’epoca, rappresentava l’unica possibilità per gli iscritti, di recuperareposizioni contributive presenti presso altre gestioni obbligatorie (normalmente Inps e Inpdap) che, altrimen-ti, non avrebbero potuto dare luogo a prestazioni previdenziali autonome.

Nel marzo del 1999 la Consulta dichiarava l’incostituzionalità della normativa sulla ricongiunzione, nellaparte in cui non prevedeva e disciplinava un istituto alternativo non oneroso. Il legislatore nel recepire l’istan-za di incostituzionalità dapprima con l’art. 71 della legge finanziaria per l’anno 2000 e successivamente con ildecreto attuativo (D.M. 7 febbraio 2003 n. 57) disciplinava l’istituto della totalizzazione.

La formulazione del testo normativo approvato era ed è gravemente lesivo dei diritti degli iscritti a forme diprevidenza contributiva nella parte in cui preclude la possibilità di totalizzare a coloro che hanno maturato, inuna delle gestioni obbligatorie, il diritto alla prestazione pensionistica.

Al cambiamento di una simile impostazione del testo normativo, che non teneva in alcuna considerazio-ne i principi legislativi in tema di pensionamento nel sistema contributivo, sono stati rivolti gli sforzi sia “indi-viduali” dell’Eppi sia collettivi da parte di tutti gli Enti e Casse appartenenti all’Adepp. Sforzi che sono stati ripa-gati con l’approvazione dalla legge delega n. 243/2004 che ha rinviato ad un successivo decreto (attualmentenon ancora emanato) la ridefinizione dei contenuti e dei presupposti per la totalizzazione, con la previsione del-l’abrogazione del limite della maturazione del diritto alla pensione in uno degli enti previdenziali interessati.

Allo stato attuale, dunque, il numero di domande di ricongiunzione è in costante aumento così come i con-tributi trasferiti.

Al 31 dicembre 2004 risultano incassati contributi per ricongiunzione per 1.860 mila euro (+77% rispettoal 31 dicembre 2003).

Le suddette contribuzioni sono rivalutate su base composta al 31 dicembre di ciascun esercizio, con esclu-sione dell’anno di effettivo accredito.

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Le prestazioni previdenziali ed assistenzialiIl 2004 ha registrato un importante aumento (+89%) del numero delle prestazioni pensionistiche liqui-

date agli iscritti. Si è passati dalle 263 prestazioni del 2003 alle 404 del 2004.Nel corso dell’ultimo esercizio l’ente ha anche liquidato provvidenze economiche di natura assistenziale

a favore dei pensionati invalidi ed inabili, riconoscendo loro un importo aggiuntivo al rateo di pensione finoalla concorrenza del 70% e del 100% dell’assegno sociale vigente alla data di presentazione della domanda dipensionamento.

Il rapporto tra l’ammontare dei fondi pensione e le pensioni liquidate nell’esercizio è in media pari a 20.Tale dato è indice di un buon equilibrio finanziario, lo stesso infatti rappresenta il grado di sostenibilità deifondi pensione nella liquidazione dei trattamenti pensionistici.

Un particolare interessante, ed allo stesso tempo importante per una valutazione complessiva della rela-zione tra i differenti sistemi previdenziali esistenti, è costituito dall’aumento di circa l’80% della pensione divecchiaia media annua liquidata nel 2004 rispetto a quella liquidata nel 2001.

È significativo che più ci si sposta nel tempo, allungando gli anni di contribuzione, più aumenta l’asse-gno pensionistico. Infatti si passa da una pensione di vecchiaia media annua di 771 euro del 2001 ad una di1.391 euro del 2004, con soli 3 anni in più di contribuzione.

Ciò significa che, nel sistema previdenziale contributivo, l’adeguatezza del trattamento pensionistico deveessere necessariamente vista in un’ottica di lungo periodo e che risultano miopi le valutazioni dei risultatiottenibili nell’immediato.

L’obiettivo dell’ente è, comunque, quello di garantire un reddito possibilmente sostitutivo di quello pro-fessionale conseguito al momento del pensionamento, dopo la normale vita contributiva dell’iscritto.

In questa stessa logica si attesta la proposta, non condivisa dai ministeri vigilanti, ma che comunquecostituirà una finalità da perseguire, di riconoscere all’iscritto il diritto di opzione tra la pensione e la restitu-zione del montante individuale in sostituzione della prestazione, ogniqualvolta il rateo maturato sia trascu-rabile ed il soggetto benefici già di un altro trattamento previdenziale obbligatorio, quantomeno pari all’im-porto del trattamento minimo di legge.

La gestione straordinariaEssa rappresenta sia il risultato del riallineamento tra la stima della contribuzione riferita all’esercizio

2003, rispetto all’effettivo accertato nel corso dell’anno 2004, sia il riaccertamento della contribuzione per glianni dal 1996 al 2002, conseguente alla presentazione tardiva delle dichiarazioni reddituali (circa 659).

Il riaccertamento della contribuzione è pari complessivamente a 1,4 milioni di euro, di cui 1,0 milionedi euro per la contribuzione soggettiva e 0,4 milioni di euro per la contribuzione integrativa.

La maggiore contribuzione soggettiva accertata è stata accantonata nel relativo fondo e rivalutata tempoper tempo.

Stampa e comunicazioneL’ente persegue la politica di investimento mirata all’adozione degli strumenti utili per informare e, allo

stesso tempo, formare la platea dei periti industriali sui temi della previdenza e delle riforme del Paese.Il 2004 ha visto la nascita della rivista Eppinforma e la distribuzione dei vademecum Eppi per voi.

È in corso di rivisitazione, sia per l’aspetto grafico sia per i contenuti e le funzionalità, il sito web. Il pro-getto in fase di realizzazione mira a rendere il portale interattivo, così da permettere all’iscritto non solo laconsultazione on line della propria posizione contributiva, ma anche di comunicare i dati direttamente pervia elettronica.

L’implementazione del sito web prevederà, inoltre, la possibilità di effettuare il pagamento dei contributi

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per mezzo delle carte di debito, il tutto mediante la collaborazione di un primario istituto bancario conven-zionato.

Documento programmatico sulla sicurezzaNel corso del 2004 l’ente ha predisposto il documento programmatico sulla sicurezza, previsto dal Decreto

legislativo 30 giugno 2003 n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”. Il documento, com-prensivo degli allegati, è conservato presso gli uffici della sede dell’ente, sotto custodia del Responsabile deltrattamento dei dati personali.

Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizioIn aderenza a quanto previsto dall’art. 2428 del Codice civile, diamo informazione in merito ai fatti di

rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio.

1. In data 27 gennaio 2005 il Ministero del Welfare ha approvato le modifiche del Regolamento previden-ziale dell’Eppi.

2. In data 11 marzo 2005, in ragione di quanto previsto dall’art. 2 comma 2 del D.Lgs. 30 giugno 1994 n.509, è stato approvato il nuovo bilancio tecnico attuariale al 31.12.2003.

3. In data 29 marzo 2005 è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 72 il decreto interministeriale(Economia-Welfare) del 4 febbraio 2005 che istituisce il Casellario centrale delle posizioni previdenzialiattive. Sono state indicate alcune date di scadenza quali: il 30 giugno 2005 per l’invio in via telematica,al casellario, dei dati anagrafici degli iscritti all’ente ed il 30 dicembre 2005 per l’invio dei dati relativi aiperiodi contributivi e alla contribuzione degli iscritti.Uno degli scopi del Casellario sarà quello di garantire al cittadino la più ampia ed esaustiva informazio-ne storica previdenziale, per il tramite della certificazione che rilascerà un unico soggetto, evitando cosìi disagi di raccolta delle notizie che avrebbero dovuto dare i diversi enti gestori di forme di previdenza edassistenza obbligatorie, presso i quali il cittadino medesimo potrebbe essere stato iscritto nel corso dellasua vita lavorativa.

La prevedibile evoluzione della gestioneLe valutazioni tecnico attuariali riportate nel bilancio tecnico al 31 dicembre 2003 evidenziano, per il

periodo dal 2004 al 2043, sia la crescita senza soluzione di continuità del patrimonio dell’ente, sia un soddi-sfacente grado di copertura delle pensioni in pagamento.In sintesi: il patrimonio cresce dagli iniziali 274 milioni di euro del 2003 fino ai 4.229 milioni di euro del2043. In tale contesto la riserva generale, rappresentata dagli avanzi degli esercizi, cresce dagli iniziali 35milioni di euro ai 979 milioni di euro.

Il confronto tra i dati reali e le valutazioni riportate e trascritte nel piano tecnico è confortante sia per unasolida crescita dell’Eppi e sia per il mantenimento dell’equilibrio economico finanziario.

L’entità della crescita e dell’equilibrio finanziario, inoltre, consentiranno e legittimeranno tutte le inizia-tive a carattere previdenziale ed assistenziale a favore degli iscritti e dei loro familiari che l’ente perseguirànell’immediato futuro.

Tra le possibili iniziative non si deve escludere l’opportunità, sempre nel rispetto dell’equilibrio econo-mico-finanziario, di distribuire, al fine di integrare e migliorare le prestazioni previdenziali ed assistenziali,parte delle riserve costituite con gli accantonamenti degli avanzi d’esercizio.

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Le attività a copertura delle riserve (importi in migliaia di Euro)

La tabella evidenzia come il valore degli attivi patrimoniali sia congruo rispetto al valore delle riserve sta-tutarie che rappresentano l’impegno futuro dell’ente. Le attività includono i fondi per il pagamento delle pen-sioni ed il fondo rischi per la restituzione del montante ai 65 anni.

DESCRIZIONE VALORE

Fondi (riserve tecniche)Fondo contributo soggettivo 231.230Fondo rivalutazione L.335/95 40.990Fondo contributo indennità di maternità 152Fondo conto pensioni 7.612Fondo restituzione montante 895

Totale fondi (riserve tecniche) 280.879

Attività netteFabbricati 92.497Attività finanziarie e ratei attivi su titoli 192.764Disponibilità liquide 9.033Crediti al netto delle svalutazioni e dei debiti vs iscritti 27.441

Totale attività 321.735

Destinazione dell’avanzoIl bilancio dell’esercizio 2004, che chiude con un avanzo d’esercizio di 4.261.433,32 euro, è assoggettato

nei suoi elementi patrimoniali ed economici a revisione contabile dalla società Reconta Ernst & Young.In conformità a quanto previsto dal Regolamento dell’ente tale avanzo è destinato, per il suo intero

ammontare, alla riserva straordinaria.Il patrimonio netto registra, di conseguenza, la seguente composizione e consistenza:

PATRIMONIO NETTO VALORE

Fondo contributo soggettivo 231.230.057,68Fondo rivalutazione L.335/95 40.989.505,72Fondo contributo indennità di maternità 151.945,72Riserva straordinaria 38.085.989,27Fondo di riserva art. 12 comma 7 del Reg.to EPPI 1.345.523,73

Totale 311.803.022,12

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I NUMERI DELL’EPPI (Redditi, contributi e iscritti dal 1996)

ANNO DI REDDITO VOLUME SOGGETTIVO INTEGRATIVO MATERNITÀ ISCRITTI RIFERIMENTO NETTO D’AFFARI DOVUTO DOVUTO DOVUTO ATTIVI

1996(1) 195.157.685,55 249.931.750,87 19.622.068,78 5.068.883,71 49.897,20 9.670 VMProcapite 20.181,77 25.846,10 2.029,17 524,19 5,16 Variazione (t - t-1) 195.157.685,55 249.931.750,87 19.622.068,78 5.068.883,71 49.897,20 9.670 Variazione % (t - t-1)

1997 217.970.531,81 350.879.904,44 21.613.141,75 7.112.180,71 52.497,84 10.174 VMProcapite 21.424,27 34.487,90 2.124,35 699,05 5,16 Variazione (t - t-1) 22.812.846,26 100.948.153,57 1.991.072,97 2.043.297,00 2.600,64 504 Variazione % (t - t-1) 12% 40% 10% 40% 5% 5%

1998 241.098.682,26 377.271.647,91 23.653.022,77 7.634.253,26 54.546,36 10.571 VMProcapite 22.807,56 35.689,31 2.237,54 722,19 5,16 Variazione (t - t-1) 23.128.150,45 26.391.743,47 2.039.881,02 522.072,55 2.048,52 397 Variazione % (t - t-1) 11% 8% 9% 7% 4% 4%

1999 266.470.657,13 406.644.943,58 25.648.737,00 8.230.536,30 56.801,28 11.008 VMProcapite 24.207,00 36.940,86 2.330,01 747,69 5,16 Variazione (t - t-1) 25.371.974,87 29.373.295,67 1.995.714,23 596.283,04 2.254,92 437 Variazione % (t - t-1) 11% 8% 8% 8% 4% 4%

2000 283.739.897,60 437.826.799,84 27.366.683,21 8.857.340,86 58.860,12 11.407 VMProcapite 24.874,19 38.382,29 2.399,11 776,48 5,16 Variazione (t - t-1) 17.269.240,47 31.181.856,26 1.717.946,21 626.804,56 2.058,84 399 Variazione % (t - t-1) 6% 8% 7% 8% 4% 4%

2001 304.355.552,47 470.116.421,20 29.088.244,04 9.500.377,68 60.372,00 11.700 VMProcapite 26.013,30 40.180,89 2.486,17 812,00 5,16 Variazione (t - t-1) 20.615.654,87 32.289.621,36 1.721.560,83 643.036,82 1.511,88 293 Variazione % (t - t-1) 7% 7% 6% 7% 3% 3%

2002 312.594.437,57 496.859.321,81 29.763.500,26 10.031.344,33 60.103,68 11.648 VMProcapite 26.836,75 42.656,19 2.555,25 861,21 5,16 Variazione (t - t-1) 8.238.885,10 26.742.900,61 675.256,22 530.966,65 -268,32 -52 Variazione % (t - t-1) 3% 6% 2% 6% -94% -0,4%

2003 315.024.435,18 499.307.082,61 29.878.035,23 10.081.565,56 59.654,76 11.561 VMProcapite 27.248,89 43.188,92 2.584,38 872,03 5,16 Variazione (t - t-1) 2.429.997,61 2.447.760,80 114.534,97 50.221,23 -448,92 -87 Variazione % (t - t-1) 1% 0,5% 0,4% 1% -1% -1%

2004(2) 30.600.000,00 10.100.000,00 69.107,88 13.393 VMProcapite - - 2.284,78 754,13 5,16 Variazione (t - t-1) 721.964,77 18.434,44 9.453,12 1.832 Variazione % (t - t-1) 2% 0,2% 16% 16%(1) Il volume d’affari per l’anno 1996 è riferito al periodo dal 17/03/1996, data di entrata in vigore del D.Lgs. 103/96, al 31/12/1996.(2) Contribuzione stimata.

La comunicazione annuale dei redditi professionali è effettuata entro la data prescritta per la presentazione della dichiarazione annuale dei redditi.ISCRITTI ATTIVI: Numero di iscritti con ModelloEPPI03 presentato per l'anno di riferimentoVM PROCAPITE Valore medio procapite

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BILANCIO CONSUNTIVO AL 31 DICEMBRE 2004

STATO PATRIMONIALE ATTIVO UNITÀ DI EURO 31.12.2004 UNITÀ DI EURO 31.12.2003

Immobilizzazioni immateriali 649.612 641.572 Immobilizzazioni materiali 93.271.881 93.211.509 Immobilizzazioni finanziarie - - Crediti dell'attivo circolante 35.888.866 35.547.895 Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni 191.432.045 147.520.673 Disponibilità liquide 9.032.584 4.061.935 Ratei e risconti attivi 1.397.508 1.126.917 Differenza da arrotondamento 1 4

Totale attivo 331.672.497 282.110.505 Conti d’ordine 480.441 156.836

STATO PATRIMONIALE PASSIVO UNITÀ DI EURO 31.12.2004 UNITÀ DI EURO 31.12.2003

Fondi per rischi e oneri 5.258.997 4.156.776 Fondo trattamento fine rapporto 33.413 90.938 Debiti 12.191.701 8.475.207 Fondi di ammortamento 2.056.059 1.476.984 Ratei e risconti passivi 329.304 17.739 Patrimonio netto 311.803.023 267.892.861 Differenza da arrotondamento - -

Totale passivo 331.672.497 282.110.505 Conti d’ordine 480.441 156.836

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BILANCIO CONSUNTIVO AL 31 DICEMBRE 2004

CONTO ECONOMICO COSTI UNITÀ DI EURO 31.12.2004 UNITÀ DI EURO 31.12.2003

Prestazioni previdenziali e assistenziali 848.601 644.998 Organi amministrativi e di controllo 1.139.867 961.518 Compensi prof.li e di lav. autonomo 179.660 200.488 Personale 932.118 835.481 Materiali sussidiari e di consumo 18.877 17.600 Utenze varie 47.547 64.639 Servizi vari 857.986 953.473 Canoni passivi - -Spese pubblicazione periodico 175.195 220.341 Oneri tributari 1.270.444 971.462 Oneri finanziari 896.009 730.688 Altri costi 307.356 291.114 Ammortamenti e svalutazioni 1.658.710 1.329.115 Oneri straordinari 2.073.809 7.478.649 Rettifiche di valore 1.361.228 1.874.440 Rettifiche di ricavi 42.385.455 38.770.497

Totale costi 54.152.862 55.344.503 Avanzo d’esercizio 4.261.433 7.188.403

Totale a pareggio 58.414.295 62.532.906

CONTO ECONOMICO RICAVI UNITÀ DI EURO 31.12.2004 UNITÀ DI EURO 31.12.2003

Contributi 44.958.529 42.335.928 Canoni di locazione 3.222.346 2.622.535 Interessi e proventi finanziari diversi 5.280.040 4.438.990 Altri ricavi - 116.758 Proventi straordinari 2.521.520 9.790.190 Rettifiche di valore 1.647.957 2.623.228 Rettifiche di costi 783.901 605.273 Differenza da arrotondamento 2 4

Totale ricavi 58.414.295 62.532.906

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Tutti i lettori della nostra rivista hanno diritto a capire, anche se gli argomenti chetrattiamo a volte sono troppo tecnici. La patria di tale diritto è questa zattera disalvataggio, che cercherà di introdurvi ai temi della previdenza, perché è importanteessere informati.Spiegare alcuni termini tecnici usati in questa rivista serve proprio ad alimentare ildiritto e il piacere dell’informazione.

La zatteraLe parole difficili

Fondo di investimento immobiliareSi tratta di uno strumento finanziario che consente di partecipare ai risultatieconomici di iniziative assunte nel cosiddetto settore “del mattone”, utilizzandoil modello organizzativo del patrimonio gestito da un consulente professionale.Tale genere di investimento consente l'acquisto di quote di una disponibilitàimmobiliare.

La “Direttiva Zappalà”Il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato il 6 giugno 2005 la Direttiva sulriconoscimento delle qualifiche professionali. Il relatore è stato l’onorevoleStefano Zappalà. Il testo stabilisce alcuni punti importanti di cui uno toccaproprio il profilo di perito industriale in Italia. Infatti, la Direttiva ammette, incaso di mobilità, la possibilità di far valere una qualifica professionale più altanello stato membro di arrivo, qualora nello stato membro di origine sia statoinnalzato il livello di formazione previsto per l'accesso alla professione.

Bilancio tecnico attuarialeÈ il documento con il quale un esperto incaricato - un “attuario”- esprime il giu-dizio sulle condizioni di equilibrio finanziario di una gestione previdenziale,come appunto l’Eppi. L’incrocio tra i dati reali, la normativa di riferimento e lemetodologie statistiche permette di stimare il potenziale andamento per ilperiodo di tempo oggetto della valutazione, che è fissato dalle leggi in un arcodi 40 anni. La relazione conclusiva evidenzia se la gestione è in grado o meno dicoprire nel tempo gli impegni previdenziali e assistenziali; in caso negativo, evi-denzia da quando e perchè ciò si verifichi.

Il Dpr 328/01 È il decreto presidenziale, approvato nel 2001, che ha istituito le regole diaccesso agli albi di Ordini e Collegi, creando un meccanismo di concorrenzatramite l’introduzione, in alcuni albi, di una sezione alta A e di una più bassa B.Tale meccanismo nella forma attuale può produrre ricadute negative sullaprofessione e, di conseguenza, anche sulla previdenza di categoria.

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Blocknotes

SCADENZEIl 30 novembre 2005 scade il pagamento dell’acconto dei contributi perl’anno 2005. Ogni iscritto riceverà la documentazione che riporterà lemodalità ed i termini di pagamento.

ATTENZIONE Qualora l’informativa non dovesse arrivare per tempo acausa di possibili disguidi postali, ricordiamo che tutte lenotizie necessarie sono disponibili sul sito dell’Entewww.eppi.it.

COMUNICAZIONINel mese di Ottobre, ogni iscritto riceverà l’estratto contro previdenziale.Esso rappresenta una fotografia aggiornata del suo conto individuale, dellostato della modulistica inviata e delle procedure in corso attivate con l’Eppi(ad esempio, riscatto o pagamenti rateali).

IMPORTANTE L’estratto conto è un documento da leggere attentamente,segnalando direttamente all’Ente ogni imprecisioneriscontrata. Solo in questo caso, vi invitiamo a contattarciper e-mail ([email protected]), per fax (06 44001222) oppureper telefono (06 44001).

CONGRESSO ANNUALEIl prossimo congresso nazionale di categoria si terrà dal 5 all’8 ottobre aFirenze. In quella sede, l’Eppi sarà presente con un doppio profilo.

GIORNATA DELLAPREVIDENZA Anzitutto organizzerà l’intera giornata del 7 ottobre.

Dunque, i lavori congressuali del venerdì saranno dedicatialla questione di come ottemperare due diverse esigenze:la stabilità contabile dei sistemi di previdenza privati, cioèla loro sostenibilità, e la necessità di garantire quotepensionistiche adeguate per ogni contribuente. Lamattinata è aperta alle relazioni degli esperti e agliinterventi politici, mentre il pomeriggio verrà riservato aduna tavola rotonda dove si incontreranno diverse lineepensiero. Fra gli invitati, ricordiamo Franco MariaAmoruso, Alberto Brambilla, Renato Brunetta, GiulianoCazzola, Pasquale Sandulli, Luigi Scimia e Tiziano Treu.

EPPI POINT Come è ormai consuetudine, uno stand informativogestito dall’Ente sarà a disposizione degli iscritti e di tuttii periti industriali per le giornate dei lavori congressuali.In quello spazio, sarà possibile parlare con gli esperti erichiedere ogni utile informazione riguardante i serviziofferti e l’utilizzo delle diverse opportunità previdenziali.

Gli appuntamentida ricordare

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SUL FILO DI LANAPrato, tra memoria e futuro

Lo storico Museo del Tessuto di Prato dacirca due anni ha una nuova eprestigiosa sede e una nuova concezione

espositiva: questi fattori sono statideterminanti nella trasformazione di un giàimportante sito museale in una delleesposizioni permanenti più significative inEuropa.La nuova sistemazione si trova all'internodegli spazi restaurati della ‘gloriosa’ fabbricaCampolmi, un ex opificio tessile costruito nelXIX secolo.Lo stabile, situato all'interno della cerchiamuraria trecentesca, è stato sottoposto asuccessivi ampliamenti nel corso del secoloscorso (fino a raggiungere una superficie di8.500 mq) ed è rimasto in uso nella suadestinazione originaria fino al 1990.II Museo del Tessuto è unico nel suo genere in

Italia e si identifica in maniera imprescindibilecon la storia di Prato e con lo straordinariosviluppo che l'industria del tessile ha avuto inquesta città dal medioevo ad oggi.

La capitale del tessile

Quello pratese è il più importante centrodell'industria tessile e abbigliamento delnostro Paese.

La specializzazione di questa vivace cittadinatoscana nella produzione dei tessuti risale alXII secolo quando le manifatture di pannierano regolate dalla corporazione dell'Artedella Lana.La decadenza politica ed economica dell'Italianel XVI e nel XVII secolo segnò una cadutadelle attività artigianali che conobbero unacerta ripresa solo negli ultimi anni delSettecento.

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In quegli anni a Prato si avviò la produzione diberretti di maglia esportati nei mercati arabi.II passaggio dalla manifattura artigianale aisistemi di produzione industriale si ebbeinvece nella seconda metà del 1800.Nel XX secolo, per circa cinquant’anni,l'industria tessile locale approfittò dellecommesse militari, dei dazi e delle politicheautarchiche per rafforzarsi e, alla vigilia dellaseconda guerra mondiale, Prato era già unaffermato ‘distretto’ tessile.Nel dopoguerra fino a tutti gli anni ‘70 siassistette ad un vero e proprio boom nellaproduzione, nella strutturazione del sistemadi imprese e nella crescita occupazionale.Gli anni '80 hanno invece rappresentato unperiodo difficile, che ha fatto pensare ad unprocesso di deindustrializzazione: il numerodegli addetti scese da 60.000 a 45.000 (-25%);quello delle imprese 16.000 a 10.000(-37,5%). In quel periodo una parte consistentedell'offerta pratese era composta da tessutidi lana cardata impiegati nella produzione diabbigliamento invernale (cappotti, tailleurs,giacche) mentre nei guardaroba deiconsumatori aumentavano i tessuti incotone, lino e poliestere.Il processo di ripresa è iniziato con la ricercadi mercati più dinamici rispetto a quelli deitessuti cardati. L'offerta locale ha iniziato adincludere quote consistenti (più del 40%) diarticoli in lana pettinata, cotone, viscosa, linoe seta.Il nuovo mix produttivo ha ampliato gliorizzonti operativi del distretto: la maggiorparte degli opifici intrattiene rapporti con"terzisti" di aree diverse da Prato; quasi tutti,inoltre, acquistano filati e tessuti da aziendeeuropee ed extraeuropee. Molti lanifici hanno ricondotto all'internofunzioni precedentemente assegnate asoggetti esterni. Anche le reti commercialisono state rese più aderenti alle esigenzedeterminate dalla compressione dei cicliproduttivi dei confezionisti e dal calendariodelle uscite della distribuzione. Ciò nonostante, lo sfoltimento delle attività ècontinuato nel corso del decennio '90 e negliultimi anni si è drammaticamenteintensificato, soprattutto a causa dellaconcorrenza sempre più agguerrita ecompetitiva sui prezzi operata dalle aziendecinesi.

L’antico opificio

La "Cimatoria Campolmi Leopoldo e C.",vero gioiello di archeologia industriale, èuna fabbrica simbolo della storia

produttiva di Prato presso la quale i tessutiallo stato grezzo venivano rifiniti attraversodiverse fasi di lavorazione (follatura, tintura,garzatura, cimatura, calandratura). L'azienda sorge nel 1863 attorno ad unopificio idraulico preesistente impiantatolungo il canale artificiale della Romita.Al 1892 risale l'installazione delle caldaie avapore tipo "Cornovaglia", sul lato suddell'edificio, mentre la prima macchina perl'asciugatura del tessuto — la "rameuse" —viene impiantata nel 1885. Nel 1895 la cimatoria Campolmi è censitacome il più importante opificio per larifinizione di tessuti a Prato. La graduale espansione dell'edificio portaalla formazione di un cortile rettangolare. IIportale di accesso su via Santa Chiara risaleal 1916. Negli anni '20 e '30 si verificano nuoviampliamenti; la tintoria a volta ogivale vieneinfine eretta negli anni '60.Il sito industriale, dismessa la produzione, èstato acquistato e recuperatodall'Amministrazione Comunale per farne ilpiù importante polo culturale della città.Nella sua conformazione definitiva, ilcomplesso architettonico ha assunto laforma di un quadrilatero composto daquattro ali, due brevi e due lunghe, sviluppateattorno ad un piazzale rettangolare con alcentro una vasca di raccolta delle acque edun'alta ciminiera eretta nel 1896.Il superbo restauro dell’edificio è statoaffidato all’architetto Marco Mattei mentre ilprogetto di allestimento del sito museale èdegli architetti Piero Guicciardini e MarcoMagni.

Il Museo e le sue meraviglie

Il primo nucleo del Museo del Tessutonasce nel 1975 presso l’istituto TecnicoIndustriale “Tullio Buzzi”, grazie alla

donazione di una collezione di frammenti ditessuti, databili tra il XIV e il XVIII secolo, fattadell'imprenditore pratese Loriano Bertini. Dal 1995 al 2003 il Museo del Tessuto, vieneospitato nel Palazzo Comunale.Grazie a donazioni ed acquisti da parte diistituzioni e privati può vantare una collezionedi circa 6.000 reperti (databili dal III secolo

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d.C. all'età contemporanea) provenienti datutto il mondo: abiti, arredi sacri, figurini,passamanerie, libri, campionari tessili dellepiù antiche industrie pratesi, strumenti emacchinari tessili manuali e meccanici. Per le sue caratteristiche morfologiche espaziali, l’ex Cimatoria Campolmi possedevagià gli elementi distintivi di un museo: lavarietà delle tipologie architettoniche, lavasta disponibilità di spazio, la bellezza deglielementi costruttivi e delle singole strutture.Gli interventi di carattere conservativoeffettuati non hanno sostanzialmentemodificato i materiali costruttivi, gli elementitipologici, né l'impostazione architettonicadel manufatto originario. II complesso è stato oggetto di un primointervento di restauro per destinarlo a sededel Museo. La superficie coperta da questoprimo lotto di lavori è stata pari a circa 2.400metri quadri distribuiti su due livelli. La seconda tranche dei lavori, attualmente infase cantiere, prevede il completamento delleopere di recupero del vasto sito diarcheologia industriale per destinarlo a sededella Biblioteca Comunale. A conclusione dei lavori, in un terzomomento d'esecuzione dell'appalto, èprevisto il restauro del tratto delle muraurbane antistanti la fabbrica e larealizzazione della piazza compresa tra laCampolmi e le stesse mura medievali. Il percorso espositivo del Museo del Tessutoè stato sensibilmente condizionato dallaconfigurazione stretta ed allungata del corpodi fabbrica ad esso destinato.La sala di ingresso è caratterizzata dallapresenza di una grande scalinata,pavimentata in lastre di pietra serena, checollega al piano superiore, assolvendo unruolo essenziale di distribuzione tra i duelivelli.

Il percorso espositivo

L’itinerario museale si apre con unpercorso tattile, ed in parte interattivo,che introduce il visitatore ad una lettura

graduale del tessuto e delle sue lavorazioni,con un approccio diretto e facilmentecomprensibile. La possibilità di toccarealcuni dei materiali in mostra, e disperimentare alcune fasi dellalavorazione, garantisce un maggiorcoinvolgimento del visitatore.

II percorso presenta le fibre e le fasiessenziali del loro ciclo di lavorazione(filatura, tessitura, tintoria).Dalla galleria introduttiva si accede alla salaper la collezione permanente del museo, cheoccupa una superficie complessiva di circa420 metri quadri. Si tratta della parte più antica dell'interocomplesso industriale, caratterizzata da unastruttura con volte a crociera di pregevolefattura.È questo il "nucleo” del settore espositivodella nuova sede museale, nel cui ambito hatrovato sistemazione la parte più importantedella collezione, costituita da antichicampioni di tessuti provenienti, oltre chedall'Italia, dagli altri paesi europei,dall'America, dalla Cina, del Giappone edell’Indonesia. L'esposizione è arricchita dalla proiezioni diimmagini artistiche e storiche per ricreare lesuggestioni e l'atmosfera in cui i tessutifurono, nel corso dei secoli, progettati,realizzati e utilizzati.I più antichi frammenti, provenienti dallesepolture dell'Egitto cristianizzato (tessuticopti), costituiscono la sottosezionearcheologica.Dalla sala espositiva della collezione storica,attraverso un vano scala di nuovacostruzione, si accede al piano superiore,dove sono collocate la sezione per le mostreperiodiche, la sezione locale, la sezionecontemporanea e la sezione didattica. Nelle sale dedicate alla storia di Prato, ilvisitatore trova illustrati alcuni momentisignificativi della straordinaria vicenda chelega il territorio alla produzione tessile. La sezione contemporanea raccoglie queitessuti che per caratteristiche tecniche,tecnologiche o decorative rappresentanoun'assoluta novità nel panoramainternazionale e li presenta in anteprimarispetto alla loro diffusione commerciale. Un'attenzione particolare è dedicata inquesta sezione al processo di finissaggio, lafase conclusiva del ciclo di lavorazionetessile: anche in queste sale all'osservazioneè unita la possibilità di toccare i tessutiesposti e il visitatore potrà così comprenderecome al prodotto siano conferite particolariproprietà tecniche ed estetiche.

tranche

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Ho compiuto 65 anni il 20 febbraio di quest’anno e sono un vostro pensionato dal1° marzo. Il 20 luglio ho pagato il saldo dei contributi dovuti per il 2004. Icontributi soggettivi versati saranno conteggiati nel calcolo della pensione? Sesì, quando mi saranno liquidati gli arretrati?I contributi soggettivi che lei ha versato per il 2004 determineranno il ricalcoloimmediato della pensione che attualmente sta percependo. Per la liquidazionedegli arretrati bisognerà, però, aspettare tre cose: la registrazione del modelloEPPI 03 del 2004 (che doveva presentare entro il 2 agosto 2005), la verifica dellasua correttezza e la verifica dell’esatto ammontare dei contributi versati.

Con la scadenza del saldo 2004 (20 luglio 2005), ho pagato un importo più altorispetto ai contributi dovuti. Cosa devo fare?Nel mese di ottobre 2005 lei riceverà l’estratto conto della sua posizionecontributiva e potrà valutare se utilizzare l’importo in eccesso per compensarei contributi in scadenza nel mese di novembre 2005, oppure se chiedere larestituzione della somma in eccesso.

Ho compiuto 65 anni il 16 aprile del 2004 e sono un vostro pensionato dal 1°giugno 2004. Ero obbligato a versare il saldo dei contributi soggettivi per il2004? In caso affermativo, questi daranno luogo al ricalcolo della mia pensione?Lei è tenuto al pagamento dei contributi soggettivi sino alla data di compimentodel 65esimo anno d’età. Come previsto dal Regolamento, da quella data in poipotrà liberamente decidere se continuare a versarli. I contributi versati per il2004 le consentiranno di chiedere la liquidazione di un supplemento di pensionenel giugno 2006.

Nello scorso estratto conto dell’ottobre 2004, sulla scheda B1 ho riscontratol’addebito di 193,67 come sanzione prevista dall’articolo 10. Come mai?Lei ha presentato il modello EPPI 03 del 2003 il 5 settembre 2004. Il termine dipresentazione era però il 2 agosto dello stesso anno. In base all’articolo 10,l’invio dell’EPPI 03 entro 60 giorni dalla scadenza del termine comporta unasanzione pari a 193,67 euro. Le ricordiamo anche che, oltre il 61esimo giorno,la sanzione sarebbe raddoppiata a 387,34 euro.

In questo spazio intendiamo aiutare i nostri iscritti, cercando di fornire delle risposteai loro quesiti più ricorrenti. È un luogo per chiarire i vostri dubbi ma anche persaperne di più.

Le domande che tutti fanno

F.A.Q.

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Anche se sarà davvero improbabile che in questa legislatura, come già avvenuto,d'altronde, anche nella precedente, si riesca ad approvare in tempo utile una riformacomplessiva del sistema ordinistico, appare ormai certo che le professioni (certo nontutte con la stessa speditezza) hanno imboccato un processo innovatore chedifficilmente potrà essere arrestato nei prossimi mesi. Questo processo è tanto piùdestinato a raggiungere la meta quanto più è compatta la volontà della compagineprofessionale non solo di condividerlo, ma anche di sostenerlo e di promuoverlo inprima persona.

I segnali di questa spinta propulsiva verso il cambiamento sono ormai numerosi.Non solo l'attenzione, che mai in passato era stata di questa intensità, verso ognidibattito e analisi che intendano contribuire al processo di innovazione degli ordini edei collegi professionali, ma anche e soprattutto una capacità di iniziativa e dipressing politico che si sta rivelando sempre più fruttuosa per la riuscita delleriforme in tema di professioni. L'esempio più recente che salta agli occhi è quellodell'albo unico dei dottori commercialisti e degli esperti contabili nato dalmatrimonio sofferto e sudato tra i due albi dei dottori commercialisti e dei ragionieri.Il lungo processo di unificazione è iniziato alla fine della precedente legislatura e solonell'ultimo scorcio di quella attuale è stato finalmente portato a termine. Ma adassicurarne il successo non è stata tanto la compattezza politica della maggioranzadi governo, che in più di un'occasione ha mostrato crepe, quanto la volontà deiconsigli nazionali in questione di non farsi intimidire dall'opera di boicottaggio messain atto dalle opposizioni interne e di farsi promotori in prima persona, attraversol'elaborazione di bozze e articolati sottoposti alle forze politiche e al governo, delproprio processo riformatore. Proprio quest'ultima è stata la garanzia del successoche, seppure a fatica, sono riusciti a raggiungere gli amici contabili.

Quella garanzia che è invece mancata alla più complessa riforma delleprofessioni. Anch'essa, grazie al lavoro della commissione Vietti alla quale avevanopreso parte anche esponenti del mondo professionale, era partita sotto i miglioriauspici ma poi (complici anche i veti incrociati della politica) tutto è franato a causa,soprattutto, dei contrasti interni tra le diverse compagini professionali che hannoreso poco incisiva e spesso tardiva l'azione del Cup, il Comitato unitario delle libereprofessioni.

Da questi due esempi appare dunque più che mai importante che siano leprofessioni stesse a farsi promotrici, ma anche sostenitrici, dei processi di riformache le riguardano in prima persona. E su questa strada si è incamminato anche l'albodelle professioni tecniche (periti industriali, agrari e geometri). Oltre all’appoggio diuno schieramento politico trasversale, il successo dell'operazione dipenderà dallafermezza delle forze professionali; se queste cioè saranno in grado di sostenerla finoin fondo attraverso il duro e complesso cammino parlamentare.

di Ginevra SotirovicLA FERMEZZA

L’intrusoScrive per noi

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