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3-2009

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PERIODICO TRIMESTRALE ENTE DI PREVIDENZA DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI
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PERIODICO TRIMESTRALE ENTE DI PREVIDENZA DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

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Cosa è successo 2

L’intervento Piccoli passi 3

L’intervistaNuova categoria, nuovo welfare? 4

BlocknotesGli appuntamenti da ricordare 7

Bilancio 2008La stabilità al tempo della crisi 8

CommentoStrategia di uscita 14

Terza PaginaUnificazione e sistema contributivo 16

Occhio al sitoDichiarazione dei redditi on line 20

ReportProvaci ancora, Sam 22

L’intrusoUnità alla prova per l’Albo unico 24

E P P I N F O R M A - I N D I C E 1

è realizzato dall’Ufficio

Direttore responsabileFlorio Bendinelli

Editore EPPIEnte di Previdenza dei Periti Industriali e dei Periti Industriali LaureatiPiazza della Croce Rossa 300161 ROMATel. 06 44001Fax 06 44001222e.mail [email protected]

Progetto graficoTiziana Mazzuca, Claudio Serafini

Stampa e realizzazione graficaEdigraf Editoriale GraficaVia G. Mameli, 28 - 00153 Roma

Autorizzazione del tribunale di Roma150/2008 in data 07.05.04

Tiratura 11.000 copieFinito di stampare nel mese di Settembre 2009

EPPInforma è stampato su carta ecologica ri-

ciclata Fedrigoni Collezione SYM – Symbol

Freelife Satin “Ogni foglio salva una foglia”

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

indiceEPPINFORMA Settembre 2009/3

stampa dell’EPPI

ROCIscrizione N. 12101 del 29 Ottobre 2005

Comitato tecnicoValerio Bignami, Roberto Contessi,Michele Merola, Maria F. Spagnoletti

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luglioStefanelli apre ad un Albo unico3 luglio

Nel suo intervento all’80esimo dalla nascitadelle tre categorie dei geometri, periti agra-ri e periti industriali, il presidente degli in-gegneri Stefanelli si dichiara favorevole allanascita di un Ordine dei tecnici laureati. Siapre un dibattito sulla necessità di una Cas-sa unica per le professioni tecniche.

Contributo integrativo: primo tempo21 luglio

È iniziata la discussione nella Commissionelavoro della Camera della proposta di legge1524 relativa alla gestione in autonomia perle Casse del contributo integrativo. A pre-sentarla Antonino Lo Presti nominato, tral’altro, responsabile per le libere professio-ni del Popolo delle libertà. Il 18 settembresono scaduti i termini per presentare glieventuali emendamenti.

agostoPensioni rosa a 65 anni31 agosto

“Maschi e femmine pari sono quindi vadanoin pensione alla stessa età. Il fatto che oggile donne ci possano andare prima finisceper danneggiarle”. Così la pensa RenatoBrunetta, ministro della Funzione pubblica,che spinge per adeguare il sistema previ-denziale pubblico alla regola di uguaglianzache già vale per la previdenza dei professio-nisti.

settembreRiforme? Nessuna risposta2 settembre

Secondo un documento riservato del Mini-stero del Welfare sette casse di previdenza(a favore degli avvocati, ragionieri, agentidi commercio, consulenti del lavoro, medi-ci, veterinari e giornalisti) non sono in gra-do di rispettare i criteri imposti dalla leggefinanziaria del 2007 che ha richiesto la so-stenibilità a 30 anni dei bilanci. I diretti in-teressati rispondono accusando i ministeridi non pronunciarsi sulle riforme presenta-te dagli stessi enti di previdenza privati.

Contributo integrativo: secondo tempo9 settembre

In attesa che la proposta di legge Lo Presticontinui il suo iter fino alla votazione inParlamento, il sottosegretario all’EconomiaLuigi Casero ha posto dei paletti rispetto al-la richiesta di aumento del contributo inte-grativo dal 2 al 4%: essa deve essere ampia-mente motivata e soprattutto in primo luo-

go funzionale all’equilibrio dei bilanci deglienti di previdenza dei professionisti.

Richiesta illegittima dell’Inps17 settembre

L’Eppi scrive al Ministero del Welfare a di-fesa del diritto di ogni perito industriale li-bero professionista di scegliere di non ver-sare più il contributo soggettivo dopo 65anni, pur continuando a lavorare, senza chel’Inps possa presentare alcuna richiesta diversamento alla sua Gestione separata.

C O S A È S U C C E S S O C O S A È S U C C E S S O C O S A È S U C C E S S O C O S A È S U C C E S S O C O S A È S U C C E

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Ci sono tre progetti che ho a cuore eche mi piacerebbe facessero dei pas-si in avanti, seppur piccoli, in questo

scorcio 2009: la gestione del contributo in-tegrativo in autonomia, il confronto su unfuturo nuovo ente di previdenza a tutela deiprofessionisti tecnici e l’individuazione diun nocciolo di colleghi periti industriali conla passione per la comunicazione.Il primo obiettivo è oramai un cavallo dibattaglia storico che ha il fine di poter di-stribuire nuove risorse sui conti correntiprevidenziali di tutti gli iscritti. Si tratta dieliminare un passaggio nel decreto legislati-vo 103/96 e formulare una proposta seria aiministeri, ovviamente con l’appoggio di unaforza parlamentare che abbia peso nellestanze del Palaz-zo. Antonino LoPresti ha fatto dinuovo propriaquesta istanza pre-sentando una pro-posta di legge cherestituisce all’Ep-pi la possibilità dipoter gestire a finiprevidenziali una quota del contributo inte-grativo. Lo Presti è una persona seria e miauguro che la maggioranza di governo at-tuale si riveli affidabile quanto basta per eli-minare almeno quel vincolo giuridico che ciimpone la natura e la percentuale di quelcontributo. Sarebbe un passo avanti, picco-lo, ma concreto.

I l secondo obiettivo persegue l’aperturadi un dibattito, in tutte le sedi disponi-bili, sull’opportunità di un nuovo ente

di previdenza a tutela di una nuova catego-ria dei tecnici laureati triennali. Credo siaopportuno diventi oggetto di larga riflessio-ne l’ipotesi che alcuni chiamano “dell’Albounico” tra geometri, periti agrari e periti in-dustriali. Mi auspico che l’incontro di Bolo-

gna del 25 settembre sia replicato quantepiù volte possibili in tutto il territorio perspiegare, esplorare e poi alla fine deciderein merito ad un nuovo soggetto previden-ziale. Far nascere una nuova categoria sen-za l’accordo tra gli enti di previdenza esi-stenti non ha senso, come non hanno sensole fughe in avanti quando la categoria non ènella giusta condizione di scegliere. Forseha ragione chi sostiene che l’occasione diunificare Collegi e Casse non si ripresente-rà facilmente e dunque bisogna prenderla alvolo. Oppure hanno ragione quelli che met-tono un freno al processo di accorpamentocon periti agrari e geometri. Però, almenoparliamone.

U gualmente mi sta a cuore l’idea dicreare una task force di colleghi pe-riti industriali che abbiano la voglia

e l’esperienza di dedicarsi alla comunica-zione. Nutro la convinzione che per farsiprestare ascolto dal mondo della politicabisogna far parlare di sé e i periti industrialihanno bisogno di apparire con i loro lavori,i loro progetti, i loro articoli, nei luoghi do-ve oggi si forma l’opinione pubblica: Inter-net e la carta stampata. Dobbiamo capire quanti sono i comunicatoridella categoria disponibili e la partecipazio-ne al Concorso giornalistico 2009 banditodal Consiglio nazionale e dall’Ente di previ-denza è una opportunità. La nostra categoriaha bisogno di una forza che si avvalga di col-leghi comunicatori sparsi in tutto lo stivale.E ne abbiamo bisogno ora, subito.

Piccoli passidi Florio Bendinelli

Ci sono tre progetti che ho a cuore eche mi piacerebbe facessero dei pas-si in avanti, seppur piccoli, in questoscorcio 2009.“

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L o chiamano Coordi-namento “CoGePaPi”(Coordinamento geo-

metri, periti agrari e peritiindustriali) in una espres-sione un po’ giornalistica eforse non particolarmentechiara ma, insomma, a set-tembre si sono svolti dueincontri importanti. Primail 17 settembre si sono in-contrati a Mestre i presi-denti dei tre ordini tecniciper delineare il percorsoverso la fondazione di unnuovo Ordine dei tecnicilaureati triennali per l’inge-gneria. Poi a Bologna si so-no incontrati i presidenti

dei rispettivi enti di previ-denza delle attuali tre cate-gorie tecniche, perché il per-corso di unificazione dellecategorie e la fondazione diun nuovo Ordine non puòprescindere da un nuovo En-te di previdenza, nato dal-l’accordo di coloro che gesti-scono attualmente previden-za e assistenza. Il nostro compito è statoquello di intercettare i pre-sidenti delle Casse primadella tavola rotonda di Bo-logna per definire i conte-nuti, i temi in gioco e la po-sizione.

Presidente, quali le ragio-

ni dell’unificazione degli

attuali enti di previdenza

e della nascita di una nuo-

va gestione?

La previdenza a favore deigeometri è nata nel 1957 e

Nuova categoria nuovo welfare?

A Bologna il 25 settembre i presidenti degli enti di previdenza a favore dei geometri, periti agrarie periti industriali si confrontano sul nuovo Welfare a tutela dei professionisti tecnici di primo li-vello. Ecco le tesi al centro del dibattito.

Tre presidenti a confronto

[ L’INTERVISTA ]

Fausto Amadasi

Cassa di previdenza ed assistenza geometriPresidenteIscritti attivi 95.730Pensionati 27.404Patrimonio 1 mld 709 mln

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quindi ha abbondantementesuperato i 50 anni. Vi è unaesigenza di rinnovamento,tra l’altro ricorrente in unacategoria con una lungastoria: prima eravamo agro-tecnici, poi siamo diventatigeometri. Credo sia giuntoil momento di una nuovasvolta e questa non può noncoinvolgere anche il siste-ma previdenziale.

Quale metodo di calcolo

della pensione per il nuovo

Ente di previdenza?

Noi geometri eroghiamo lepensioni calcolate con ilmetodo “retributivo”, che sifonda sul presupposto diredditi costanti e progressi-vi a fronte di un continuo ri-cambio generazionale. Il re-tributivo, però, mal si adat-ta ad una libera attività: unprofessionista ha una car-riera forzatamente intermit-tente, redditi variabili, conun ricambio generazionalelegato al mercato del lavoroe alla concorrenza.

Il contributivo?

Ha un problema di congrui-tà della pensione. Bisognatrovare un nuovo sistemache colga i pregi dei dueprecedenti. Gli attuari delletre gestioni attuali sono allavoro e i primi risultati for-se saranno disponibili giàper la fine di Ottobre.

L’ostacolo maggiore per la

formazione del nuovo En-

te?

L’ostacolo è in agguato den-tro di noi: nessuno si illudeche cambiare non comporti

dei sacrifici ma se non riu-sciremo a condividere lemotivazioni al cambiamen-to, le resistenze, pur com-prensibili, bloccheranno ilprocesso di rinnovamento.Dobbiamo creare una nuo-va identità di appartenenza,ma dobbiamo mettere inconto che, per un primo pe-riodo, le identità esistentisaranno confuse.

Un nuovo Ente di previ-

denza con quanti iscritti?

Partiamo da 120.000, conuna potenzialità di attrarrenuove professioni similari.

La platea dei geometri co-

me sta accogliendo il pro-

getto?

I geometri vogliono capiremeglio e guardano alla ne-cessità di avere una gestio-ne sostenibile nel lungo pe-riodo. Il nuovo Ente è l’uni-co progetto serio da mette-re in campo.

Quali sono le regole per ga-

rantire il governo del nuo-

vo soggetto?

Le regole sono semplici per-ché si tratterà di anteporregli interessi del nuovo Entea quelli personali o territo-riali.

Il mondo politico vi sta

guardando con interesse?

Direi proprio di sì, perché leunificazioni e gli accorpa-menti vanno verso la sem-plificazione della selva diprofessioni che stanno pro-liferando, cosa apprezzatain più occasioni sia da de-stra che da sinistra.

Presidente, perché unifica-

re le attuali Casse e far na-

scere una nuova gestione?

Se nasce un nuovo Ordine,va da sé la necessità anchedi una nuova previdenzaper i professionisti tecnicineo laureati triennali e ov-viamente per gli attuali di-plomati. È importante chia-rire il punto sui triennali.

Cosa intende?

In Italia il legislatore, con ilpasticcio scaturito nel 2001dalla riforma dei cicli, haimposto l’obbligo della lau-rea, triennale o quinquenna-le, a chi eserciterà la liberaprofessione dal 2012 in poi.L’Ente di previdenza chestiamo immaginando gesti-rà la previdenza dei trienna-li che vogliono svolgere unaprofessione imprenditoria-le e di progettazione.

L’ostacolo maggiore?

Sono fiducioso che si possaindividuare un metodo dicalcolo delle pensioni chepossa garantire l’impegnodell’ente di previdenza en-tro un arco di tempo moltoampio, ma che possa anchemigliorare gli importi degliassegni pensionistici. Que-

Florio Bendinelli

Ente di previdenza periti industrialiPresidente

Iscritti attivi 12.731Pensionati 1.187Patrimonio 510.159 mln.

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sti ultimi, per quanto riguar-da noi e i periti agrari, sonomodesti. Trovata questa ter-za via, la strada è in discesa.

Perché?

Perché i professionisti delletre Casse oggi esistenti capi-rebbero bene che ognunoavrebbe da guadagnarne: igeometri irrobustirebbero latenuta dei bilanci sul lungoperiodo e i periti vedrebberoaumentare le loro pensioni.

Questo elemento è impor-

tante per ricevere l’assenso

degli iscritti.

Esattamente: se il nuovo En-te e il nuovo metodo andrà abeneficio di ogni professio-nista, qualsiasi categoria ap-partenga, credo che l’ade-sione al progetto sarà massi-mamente estesa.

Presidente, non è facile

creare unità tra professio-

nisti che spesso sono con-

correnti sul territorio.

Vede, l’esperienza della miacategoria prova il contrario:vi convivono ventisei specia-lizzazioni e ogni professioni-sta è molto attento a rispet-tare le competenze altrui.

Le prospettive numeriche?

Chi ha scritto il decretodi riforma 328/2001 di fattoci voleva rottamare: volevachiudere i nostri Ordini,perché non avremmo potu-to più esercitare. Il nuovoOrdine dei tecnici laureatiper l’ingegneria nasce pernon disperdere un patrimo-nio tecnico, per accogliere ilaureati triennali e fornirgliuna dignità e una autono-mia di competenze. Se que-sto complessivo progetto

andrà in porto, le prospetti-ve numeriche del nuovo En-te sono importanti, perchéil mercato del lavoro ha bi-sogno di liberi professioni-sti tecnici triennali deposi-tari di conoscenze ingegne-ristiche.

Consigliere, prima di tutto

ci spieghi come funziona

oggi la previdenza a favore

dei periti agrari.

Nell’ambito dell’Enpaia, laFondazione che cura la pre-videnza per gli impiegatiagricoli, si sono costituitedelle gestioni separate a fa-vore dei liberi professioni-sti del settore agricoltura.Ogni atto deliberativo as-sunto dal Comitato di Ge-stione periti agrari (sei con-siglieri, tra cui il sottoscrit-to) deve essere ratificatodal Comitato amministrato-re, di cui fanno parte − oltreai sei membri eletti − il pre-sidente, il vice presidente eil direttore generale dell’En-paia. Purtroppo il Cda En-paia è in fase di rinnovo.

Una fase di transizione.

Una concomitanza di eventi.

Come vede la creazione di

un’unica previdenza del set-

tore tecnico di primo livel-

lo?

La linea di adesione al pro-getto “Cassa tecnica unica” ècondivisa dalla maggioranzadei consiglieri del Comitatodella nostra Gestione sepa-rata. Non nego resistenze,ma l’evidenza legislativa nonpermette altre opzioni.

Si spieghi meglio.

Esiste un decreto legislati-vo (206/2007) che attua unaDirettiva europea (36/2005)volta a razionalizzare il pa-norama degli Ordini profes-sionali. I periti agrari giocoforza devono incamminarsiin un albo unico. Se non lofacciamo spontaneamente,ci verrà imposto.

Esistono ostacoli?

Esistono priorità: la prima èche l’unificazione tra tre ge-stioni, che applicano duemetodi di calcolo delle pen-sioni diversi, possa trovareun algoritmo unico che pro-tegga il diritto di ognuno agodere dei contributi versati.

Seconda priorità.

È importante trovare giustimeccanismi di rappresen-tanza e garantire la storia ditre categorie.

Qual è l’orientamento degli

iscritti?

Fino ad oggi non c’è stataun’informativa mirata. Ap-pena il Comitato di gestionesi insedierà a pieno titolo,ho intenzione di portareavanti un’opera capillaresul territorio, in sintoniacon i Coordinamenti regio-nali, per spiegare di perso-na agli iscritti i termini delprogetto.

Domenico Giannotta

Gestione sep. periti agrariCons. Comitato gestioneIscritti attivi 3.169Pensionati 287Patr. + Fondo di previdenza 72.686 mln

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B L O C K N O T E S B L O C K N O T E S B L O C K N O T E S B L O C K N O T E S B L O C K N O T E S B L O C K N O T E S B L O C K N O T E S

20 settembre 200931 ottobre 2009Sono state conse-gnate a tutti gli

iscritti le Guide Emapi per accendere una assicura-zione sanitaria integrativa individuale, più estesadi quella offerta dall’Eppi. Per questa ragione dal20 settembre al 31 ottobre Emapi riapre eccezio-nalmente i termini e fornisce l’opportunità di assi-curarsi per un periodo più breve con un abbatti-mento dei costi del 50%.

30 novembre 2009Il pagamentodell’accontodei contributi2009 scade il

30 novembre 2009. Le modalità di pagamento re-stano quelle convenzionali (bollettino postale obonifico bancario) secondo le coordinate chepuoi consultare via Internet.

Dall’Area iscritti on line sarà possibile effettuareanche i pagamenti con altri servizi se si disponedi una delle opzioni attivate dall’Eppi:1. la carta di credito convenzionata (Eppi Card oCartaEppi); 2. il prestito Consum.it; 3. le carte di credito non convenzionate. In que-sto caso l’iscritto sopporta le spese di incasso(1,5% dell’importo); 4. il servizio bancario Pa-schi Home (per i correntisti Monte dei Paschi)www.eppi.it/contributi/i pagamenti/pagare online

Pagamento acconti per il 20101

Riparte EMAPI

2 31 dicembre2009L’Eppi bandi-sce un Premioaperto ai gior-

nalisti professionisti e un Concorso aperto aiperiti industriali per individuare nel 2009l’autore che nel suo lavoro si distinguerà perl’attenzione alle questioni professionali eprevidenziali della categoria (scadenza 31 di-cembre 2009).

Il Premio si chiama “Libere professioni in li-bera stampa” e il Concorso è intitolato a Da-rio Torbianelli “100 penne per la categoria”. Il primo premio per il giornalista professioni-sta ammonta a 5000 euro, mentre il primopremio per il perito industriale consiste nellapartecipazione ad uno stage di formazionealla comunicazione.

Concorso e Premio

giornalistico

4

17 settembre2009L’Eppi ha inviatouna lettera alMinistero del

Welfare per chiedere che venga dichiarata ille-gittima la richiesta dell’Inps che invita i nostriiscritti ultra 65enni (che per regolamento hannola facoltà di non versare più il contributo sogget-tivo) a versare i contributi previdenziali alla loroGestione separata, pur se i redditi netti derivanoda attività autonoma di perito industriale. La tesiche l’Ente intende portare avanti è quella di di-fendere i diritti degli iscritti che sono autorizzatidalla norma regolamentare ad optare per la so-spensione del pagamento avendo raggiuntol’età da pensione.

Chiarimenti sulle

verifiche Inps

3

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Il risultato della gestioneIl patrimonio netto del-

l’Ente ammonta al 31 dicem-bre 2008 a 510 milioni di eu-ro, superiore del 9% rispettoal dato 2007, e l’attivo patri-moniale ha registrato un in-cremento del 10%, valori chedimostrano una indubbia ro-bustezza. L’esercizio 2008 sichiude, però, in segno nega-tivo con un disavanzo pari a5,9 milioni di euro (vedi la ta-bella 1), un dato che deve es-sere capito e commentato.

I risultati conclusivi della politica di investimento per l’Ente di previdenza nel 2008, anno caratteriz-zato dalla crisi severa dei mercati finanziari. I punti fermi? Solidità del patrimonio e garanzia della ri-valutazione dei conti correnti previdenziali dei periti industriali.

La stabilità al tempo della crisi

[ IL CONSUNTIVO ]Bilancio 2008

✗TABELLA 1. QUADRO PATRIMONIALE. (Valori in migliaia di Euro)

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Le sceltedi gestioneIl disavanzo 2008 è sta-

to determinato principal-mente dalla parte di rivaluta-zione di legge non copertadai risultati della complessi-va gestione finanziaria. Inbuona sostanza, la tempestache ha colpito i mercati fi-nanziari mondiali ha incisosulle rendite finanziarie Ep-pi, causando una flessione,seppur contenuta, dei rendi-menti contabili (vedi nota a

fine articolo); in questo qua-dro, la scelta dell’Ente è sta-ta quella di garantire in ognicaso la rivalutazione dei con-ti correnti previdenziali degliiscritti al di là della copertu-ra garantita dagli investimen-ti. Questa opzione, di naturaassolutamente responsabile,ha portato la bilancia per il2008 sul segno negativo.Ovviamente la portata dellacrisi, causa di questo risulta-to, è andata ben al di là dellepolitiche di investimentodell’Ente di previdenza. Ba-sti pensare che le principalieconomie occidentali ed ilGiappone sono entrate in re-cessione, mentre le locomo-tive economiche mondiali,quali la Cina e l’India, hannoridotto sensibilmente il lororitmo di crescita. L’Italiastessa, in particolare, ha re-gistrato una diminuzione delPil nominale di circa un pun-to percentuale.Conseguentemente, la poli-tica gestionale dell’Eppi hasofferto nella rendita delpatrimonio mobiliare, an-che se ha saggiamente tenu-to in altri due ambiti crucia-li: le rendite immobiliari

hanno segnato un positivorisultato del 3,85%, e l’attivi-tà di accertamento svoltanel 2008 ha recuperato cir-ca 1,5 milioni di euro arriva-ti dal recupero della contri-buzione dovuta per gli annidal 1996 al 2006.

Davanti alla crisiTrasparenza e azioniconcrete

Inoltre, è bene precisareche, volendo garantire almassimo il principio dellatrasparenza, la redazionedel bilancio è stata impron-tata ai criteri di oggettivaprudenzialità. L’Eppi ha,pertanto, svalutato, laddoveprevisto, alcuni titoli nonavvalendosi della derogaprevista dal cosiddetto “De-creto salva crisi”. Sarebbestato, infatti, lecito mante-nere la valutazione delle at-tività finanziarie iscrittenell’attivo circolante alprezzo di acquisto e non alvalore di mercato, se mino-re. Ma quest’opzione ri-schiava di apparire quasiuna omissione di informa-zione. Dunque, i risultati fi-

nanziari rispecchiano unportafoglio titoli iscrittonell’attivo circolante, valu-tato al minor valore tra ilprezzo di costo e quello dimercato, il quale, come giàevidenziato, ha registratonotevoli minusvalenze.Nella difficile fase di crisil’Eppi non è stata a guarda-re. La strategia di investi-mento, messa in pratica apartire dal mese di luglio,ha comportato il disinvesti-mento del 50% del portafo-glio gestito ed il reimpiegodella liquidità in acquisto diobbligazioni di primariebanche europee “zona eu-ro”, di durata non superiorea 5 anni e con rendimentilordi di circa il 5,50%.La politica di gestione mo-biliare è stata, pertanto, ri-considerata prediligendoinvestimenti a basso ri-schio, sempre e comunquegarantiti. L’obiettivo è statodi immunizzare, per quantopossibile, gli investimentidalla forte volatilità deimercati. Percorrendo sem-pre lo stesso obiettivo, si èinvestita la liquidità dell’an-no in strumenti assicurativi

✗TABELLA 2. PROGRESSIONE DEGLI AGGIORNAMENTI SULLA CRESCITA DEL 2009. FONTE: FMI.

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di medio periodo e semprea rendimento garantito.Il rendimento dell’interoportafoglio (immobilizza-to), dopo gli interventi diparziale ristrutturazione, èrispondente alle prospetti-ve sul valore del tasso di ri-valutazione dei montanti. Inaltri termini, l’Ente si è col-locato nelle condizioni otti-mali per garantire le future“pensioni”.

I nostri iscrittiDistribuzione per reddito e per età

I contributi previdenziali egli interessi stimati per l’an-no 2008 sono di 56 milionidi euro (+11% rispetto al-l’esercizio 2007). Il 2008conferma il positivo trenddi crescita della contribu-zione iniziato nel 2006 conpercentuali medie pari a cir-ca il 7%.Un confronto comparatodei modelli EPPI 03 presen-tati nel 2008 indica una cre-scita del 6% dei redditi nettie dell’8% dei corrispettivivolumi di affari. I redditi piùelevati, come attesta unatendenza oramai consolida-ta, sono vantati dai periti li-beri professionisti che han-no tra i 52 e i 57 anni. Menocospicui i redditi dei giova-nissimi (fino a 27 anni) edegli ultra settantenni.Se si osserva la distribuzio-ne dei redditi medi per re-gione, il Trentino Alto Adi-ge si conferma nella catego-ria la zona geografica piùbenestante, seguita dallaLombardia e dall’Emilia Ro-magna. Le specializzazionicon volumi di reddito mag-giori rimangono le arti gra-fiche e fotografiche, insie-

me con l’industria tintoria;in ascesa la termotecnica ela chimica nucleare.

Non dà segni di cedimentola tradizione dei periti indu-striali che riserva alle quoterosa solo un 2% di popola-zione femminile. Gli iscrittiattivi complessivi, cioè isoggetti che hanno dichia-rato i redditi professionalidel 2008, sono 12.731 di cuile donne rappresentano 240unità.La popolazione per classedi età è così ripartita:

Le vostre pensioniAncora intorno alla media 15

Nel 2008 l’Ente ha liquidato1.187 pensioni, con un au-mento del 27% rispetto alle938 prestazioni pensionisti-che liquidate agli iscritti nel2007. Il rapporto tra l’am-montare delle risorse accu-mulate da ciascun pensio-

nato e la propria pensioneannua resta in media pari a15,2, in linea con l’esercizioprecedente. Tale rapporto èindicatore di un buon equi-librio previdenziale, cioè lerisorse accumulate copro-no interamente il potenzialedebito pensionistico.

Assistenza e costiAttenzione al professionista

È da notare anzitutto losforzo assistenziale dell’Ep-pi: 64.000 euro sono statierogati a favore delle pen-sioni di inabilità e invaliditàe 650 mila euro quale pre-mio per l’assicurazione sa-nitaria integrativa Emapi di-retta a tutti gli iscritti comecopertura di importanti in-terventi chirurgici, gravieventi morbosi ed invaliditàpermanente da infortunio.In secondo luogo, è da nota-re il contenimento dei costidi gestione: una variazionein diminuzione del 3% ri-spetto al 2007 e un decre-mento del rapporto tra i co-sti di gestione e la contribu-zione integrativa, sceso al42%.

E P P I N F O R M A - B I L A N C I O1 0

TABELLA 3. REDDITI DEGLI ISCRITTI DAL 1996. (Valori in migliaia di Euro)

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Il patrimonioLa composizioneIl patrimonio immobi-

liare dell’Eppi ammontacomplessivamente a 94 mi-lioni di euro di cui l’84% èdato interamente in loca-zione con una redditività di3,9 milioni di euro (+9% ri-spetto al 2007). La restanteparte (81%) è costituita datitoli.

GRAFICO 1. COMPOSIZIONE DEGLI INVESTIMENTI

AL 31 DICEMBRE 2007.

La gestione finanziariaLa gestione finanziaria nelsuo complesso chiude con ilrisultato contabile in negati-vo: -127.000 euro. Esso è de-terminato dal risultato con-

tabile negativo della gestio-ne in titoli (3.982 mila euro)e dal risultato positivo dellagestione immobiliare (3.855mila euro), con una redditi-vità lorda del 4,84% e nettada imposte pari al 3,85%.Questi risultati contabili,non tengono conto delleplusvalenze insite dei titoliil cui valore si è apprezzatorispetto al prezzo di acqui-sto. Considerando correttamen-te, da un punto di vista fi-nanziario, i maggiori valoridi circa 1.902 mila euro, al-lora il reale risultato finan-ziario si attesta ad un positi-vo di 1.775 euro.Il rendimento del patrimo-nio destinato a produrrereddito è stato, al netto del-le imposte, pari allo 0,12%,percentuale comunque ap-prezzabile in considerazio-ne della crisi economica efinanziaria.

La garanzia su AnthraciteIl portafoglio affidato in de-lega ha registrato rendi-menti positivi (dal 3 al 7%)nel comparto obbligaziona-

rio − che pesa per il 93% −mentre rendimenti negatividal -3 al -41% nel compartoazionario che pesa per il 7%.Il portafoglio diretto, dicomplessivi 142 milioni dieuro ha reso mediamente il2.90%. Su di esso ha pesatoil mancato rendimentodell’obbligazione Anthraci-te di nominali 35 milioni dieuro, garantita dalla Leh-man Brothers e che neglianni passati aveva reso me-diamente il 7%.Questa obbligazione è stataoggetto di grande attenzio-ne perché da molte parti, econ superficialità, è stataelaborata la tesi per cui ilfallimento di Lehmanavrebbe causato all’Eppi laperdita dell’intera quota in-vestita nel veicolo Anthraci-te. Al contrario, l’azionedell’Eppi ha protetto il valo-re dell’obbligazione attra-verso la stipula di una nuo-va garanzia a sostituzionedi quella sottoscritta con labanca Lehman Brothers,che ha svolto fino al mo-mento del suo fallimento ilruolo di assicuratore finan-ziario.Il 28 maggio 2009 l’Eppi hasottoscritto con la bancaJ.P.Morgan il contratto chesostituisce la perduta ga-ranzia della Lehman e assi-cura la restituzione, al 1maggio 2031, del 130% delvalore nominale dell’obbli-gazione.

Le innovazioniMutui, prestiti e casi di necessità

L’analisi statistica condottasu un campione rappresen-tativo di periti industriali,

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TABELLA 4. LE ATTIVITÀ A COPERTURA DELLE RISERVE. (Valori in migliaia di Euro)

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volta ad individuare i puntidi debolezza del vigente re-golamento assistenziale, haconsentito la redazione daparte del Consiglio di indi-rizzo generale di un nuovo“pacchetto” di interventi abeneficio degli iscritti liberiprofessionisti. Sono state introdotte dellenovità importanti nelle nuo-ve forme di sostegno, è sta-ta ampliata la collettivitàche può accedere ai benefi-ci ed è stato elevato il valo-re economico degli inter-venti. Il nuovo Regolamento è en-trato in vigore, dopo l’ap-provazione dei ministeri vi-

gilanti dell’Economia e delWelfare, il 21 maggio 2009.

WebAlbo e nuovo sitoL’Eppi non è arretrato nel-la sua indole di rappresen-tare una avanguardia tec-nologica, investendo nel-l’innovazione e nella comu-nicazione. In pochi mesi, apartire dalla seconda metàdel 2008, è stata realizzatauna piattaforma web checonsente l’interazione del-le informazioni tra i Colle-gi, gli iscritti, l’Ente di pre-videnza ed il cittadino. Èun servizio a beneficiodell’intera collettività chepotrà disporre on line dei

dati relativi alle varie pro-fessionalità iscritte agli al-bi provinciali.Inoltre è stato realizzato ilnuovo sito istituzionale,più accattivante e ricco diservizi. Tra questi ultimi ri-cordiamo lo sforzo econo-mico sostenuto per dotaregli iscritti, in modo gratui-to, del certificato elettroni-co e della posta elettronicacertificata (PEC), che per-metteranno loro di comuni-care con l’Eppi e conl’esterno avendo a disposi-zione sistemi sicuri e legal-mente riconosciuti, con unnotevole risparmio di tem-po e denaro.

NOTA fine articolo

Il rendimento contabile rappresenta il risultato della gestione finanziaria determinato in base alle regole perla redazione del bilancio. Tali regole non consentono di registrare gli eventuali maggiori valori che il mercatoesprime rispetto al loro prezzo di acquisto.Il rendimento finanziario invece tiene conto di tali maggiori valori e pertanto esprime la reale grandezza fi-nanziaria del patrimonio investito.

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Le stime per il futuroIl confronto tra i dati

reali con le valutazioni ri-portate e trascritte nel pia-no tecnico evidenzia la cre-scita dell’Ente in linea conquanto previsto dalle proie-zioni nel tempo (valutazioniattuariali). Tale risultatoconferma la solida gestionedell’Eppi e permette di con-

fermare inoltre le stime cheprevedono la sostenibilitàsenza soluzione di continui-tà sino al 2056. A quel pun-to, sempre in base alle valu-tazioni attuariali, l’Ente do-vrebbe avere accumulato ri-sorse per complessivi 5.427milioni di euro avendo al-tresì già garantito le presta-zioni di legge.Questo indicatore è un im-

portante punto fermo percontinuare a sostenere ini-ziative e proposte che in-tendano utilizzare una parteragionevole delle riservestatutarie straordinarie(che ora hanno raggiunto laquota di 53 milioni di euro)anzitutto come integrazionedei montanti degli iscritti aifini di una maggiore ade-guatezza pensionistica.

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L e parole per leggerela crisi finanziariache ha colpito i mer-

cati finanziari di tutto il glo-bo sono quattro o cinque,almeno questa è l’opinionedi Daniele Paci, presidentedello studio ConsulenzeIstituzionali e attento anali-sta e conoscitore delle di-namiche finanziarie nel set-tore investimenti. Capiamo il significato diqueste parole, per com-prendere meglio quanto èsuccesso e delineare unastrategia per i prossimidue, tre anni.

La prima parola, professo-

re, per raccontare la severi-

tà di quest’anno economico.

Prima di tutto “eccezionali-tà”: la portata della crisi chesi è aperta all’indomani del14 settembre 2008, ma piùin generale che ha colpito ilsettore investimenti dal lu-glio di quell’anno, è unevento paragonabile al 1929di Wall Street per ampiezzadi manifestazione e per pro-fondità d’urto. Un eventoche si verifica ogni 80 anniè un caso eccezionale e ov-viamente deve esserlo. Poidirei “temporaneità”.

La fine della crisi è alle

porte?

Temporaneità nel senso chei governi, tramite le banchecentrali, sono intervenuti inmateria massiccia per sten-dere una rete di sicurezzasottostante il sistema eco-nomico, così da rallentare epoi frenare l’effetto dellacrisi. Questo comporteràuna uscita né rapida né in-dolore: sono stati bruciatiposti di lavoro, primo, e letasse in molti contesti eco-nomici sono aumentate per-ché lo Stato ha dovuto farfronte alla spesa pubblica.

Strategiadi uscita

Dopo il nervosismo, dopo la cura dimagrante di banche e investitori, dopo un anno di dati severi,ecco la strategia di investimento per un soggetto istituzionale come l’Eppi.

Tastiamo il polso al mercatofinanziario

[ COMMENTO ]

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Certo, con la presentazionedei bilanci a marzo 2010,chi riuscirà a chiudere insalute, o diciamo solo conqualche postumo di febbre,è fuori pericolo.

Ci sono rischi collaterali?

Le banche e l’economia so-no state sottoposte ad unamassiccia iniezione di dena-ro liquido, che ad un certopunto dovrà essere restitui-to probabilmente al mo-mento in cui ripartirà la do-manda. Ora, più passa iltempo, più le imprese ridur-ranno la capacità produtti-va, e quando ripartirà la do-manda ci può stare che leimprese non siano pronte.Quanto più questo movi-mento non sarà sincronicotanto più cresceranno leprobabilità di inflazione,dunque aumento dei tassi diinteresse con conseguenzesu chi ha mutui o prestiti.Ma anche sul tessuto dellepiccole e medie imprese.

Lo stato di un investitore

istituzionale come L’Ente

di previdenza a favore dei

periti industriali.

Direi che prima di tutto èstata superata la vicendaLehman, sostituendo la ban-ca garante di alcuni investi-menti con una nuova banca

e una nuova assicurazioneche ricostituisce completa-mente il capitale impegnato.Poi, attualmente la politicaè stata quella di attuare in-vestimenti con un bassogrado di liquidità. In parolepovere, investimenti pru-denti, pensati per durare alungo senza che si possanomodificare a breve tempo e,dunque, a basso rischio.

Sul capitale ancora inve-

stibile?

Attualmente il mercato hauna “volatilità”, cioè una ri-schiosità alta. D’altro canto,l’Eppi ha un vincolo per leg-ge, cioè quello di ottenererendimenti che debbano co-me minimo coprire l’impe-gno di rivalutazione del ri-sparmio degli iscritti; tecni-camente la media quinquen-nale del Prodotto internolordo nazionale. Dunque,l’Ente deve individuare lastrategia o il portafogliocon la minore volatilità main grado di dare un rendi-mento almeno pari all’impe-gno da assolvere.

In termini operativi?

Bisogna rassegnarsi ad ave-re un rendimento un po’ piùbasso del livello medio cuisi era abituati, tenendo con-to che questo rendimento

non va misurato anno peranno ma va misurato nel-l’arco di almeno un trien-nio. Infine, bisogna attende-re i frutti che spesso non ar-rivano sull’immediato.

L’Eppi ha il vincolo di in-

dicare i rendimenti an-

nualmente nel bilancio.

Questo è vero, però vorreiappellarmi più che altroall’educazione finanziariadegli iscritti: quanto più laplatea degli iscritti sarà por-tata ad un atteggiamento dipressione, tanto più gli am-ministratori definiranno po-litiche che non hanno unampio respiro.

Molti ritengono che la crisi

sia stata causata dalla

mancanza di regole: la sua

opinione?

Non sono d’accordo: le re-gole esistono oggi come ie-ri, solo che spesso i control-li sono stati esercitati inmodo burocratico e senzaentrare nel merito.

Dunque cosa fare in futuro

e come investire in modo

accorto?

Investire in modo prudenteoggi è molto meno intuitivodi qualche anno fa e nonesistono neanche ricette.Direi che bisogna monitora-re il rischio in modo costan-te, con gli strumenti anchemolto raffinati di cui dispo-niamo; poi, la parola concui chiuderei è “diversifica-re” gli investimenti. Questosignifica bilanciare le perdi-te e, se possibile, ottimizza-re i guadagni.

[ DANIELE PACE ]

chi è Presidente dello studio Consulenze Istituzionali, ha

lavorato nello staff del Ministro Giuliano Amato perle Politiche sul Welfare. È consulente dell’Ente di

previdenza dei periti industriali nella valutazione del ri-schio del settore investimenti.

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Le Casse a “retributivo”e i loro soldi

Dotate di autonomiastatutaria e ammini-strativa dalla “priva-

tizzazione” del 1993 per al-cune e dalla nascita nel1996 per altre, le Casse fun-zionano secondo il metododella ripartizione, ossia sen-za accumulazione di riser-ve. Normalmente, però,presentano iscrizioni, non-ché rapporti tra attivi e pen-sionati, assai favorevoli, ca-paci di generare saldi attivi

tra contributi e prestazioni.Tutto ciò sembrerebbe le-gittimare non soltanto l’otti-mismo con cui gli ammini-stratori guardano alle pro-spettive per il futuro, maanche il mantenimento digenerose formule di calcolodella pensione (di tipo “re-tributivo”, ossia commisu-rate al reddito degli ultimianni di lavoro), a dispettodel fatto che questo meto-do, scarsamente compatibi-le con la sostenibilità finan-ziaria, sia già stato abban-donato, anche se con una

transizione molto lunga,nell’ambito della previden-za pubblica e non sia piùapplicabile alle casse natedopo il 1993.La realtà è però ben diver-sa. La privatizzazione si èrealizzata trascurando unaspetto fondamentale: lagaranzia delle promesse fat-te agli iscritti e, in particola-re, alle nuove generazioni.Nel regime pubblico, è loStato a farsene carico: nonsempre mantiene le pro-messe, ma potrebbe farloricorrendo alla tassazione.

[ TERZA PAGINA ]Unificazione esistema contributivo

Due articoli di Elsa Fornero analizzano la situazione della previdenza privata ed individuano nellespinte di unificazione tra Enti di previdenza e nella scelta del sistema contributivo due elementi digaranzia per fondare una gestione del Welfare “stabile”.

La ricetta di Elsa Fornero per la stabilità

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Quando però il gestore è unente privato, quali misurepotranno coprire il disavan-zo quando - com’è inevitabi-le che succeda con il “matu-rare” della gestione - i rap-porti demografici sarannodiventati meno favorevoli,le preesistenti riserve sa-ranno state progressiva-mente consumate e il mar-gine per aumentare le ali-quote contributive saràesaurito?I primi allarmi su queste in-sufficienze, testimoniate dabilanci tecnico-attuarialiche mostrano inesorabil-mente l’assorbimento delpatrimonio entro pochi lu-stri, sono stati lanciati sindalla seconda metà deglianni Novanta. Si è fatto no-tare che il favorevole rap-porto tra pensionati e attivi,per qualunque ragionevoleipotesi sull’andamento del-le future iscrizioni, non po-teva perdurare all’infinito eche il suo aumento avrebbetrascinato la spesa in rap-porto al flusso contributivo.Si è contestualmente soste-nuto che in materia previ-denziale le previsioni deb-bono spingersi ad almenocinque o sei decenni. Si so-no effettuate, entro scenarirealistici, proiezioni di lun-go termine dell’andamentodi contributi e prestazioni, ese ne è dedotta l’insosteni-bilità dell’attuale disegno.Sì è infine sottolineata l’in-sufficiente diversificazionedel rischio: anche con ge-stioni in equilibrio, infatti,lo schema pensionistico fadipendere le prestazioni

dalla sola dinamica dellacategoria. In altre parole,mentre la pensione di un la-voratore dipendente è an-corata al prodotto internolordo e perciò alla dinamicacomplessiva dell’economia,quella di uno psicologo o diun consulente del lavoro di-pende, oltre che dai contri-buti versati, dall’andamentospecifico della categoria. Lecategorie professionali pe-rò hanno vicende alterne:qualcuna cresce, qualcunascompare e nessuna è, inogni caso, in grado di cre-scere sistematicamente piùdella media dell’economia.

Piccoli passi

Diagnosi così diametral-mente opposte all’ottimi-smo suscitato dai surpluscorrenti sono parse, nellamigliore delle ipotesi,astratte e irrilevanti. Tutta-via, a poco a poco, la solidi-tà e la concretezza delle ar-gomentazioni hanno comin-ciato a farsi strada. QualcheCassa ha preso coscienzadell’insostenibilità e ha in-trapreso un percorso di ri-forma. In qualche caso, so-no state aumentate le ali-quote contributive; in altri,è stato allungato il periododi riferimento della mediadei redditi adottata per ilcalcolo della pensione; inaltri ancora, si sono ridottele percentuali da applicare,per ogni anno di iscrizione,a tale parametro.Queste misure riducono glisquilibri, non sono però suf-ficienti a risolvere il proble-ma, al più provocano un dif-

ferimento dell’anno di ini-zio dei disavanzi e dell’annonel quale questi azzereran-no le riserve. La cura più ef-ficace, peraltro adottatasoltanto da un paio di Cas-se, rimane il passaggio almetodo contributivo.Nessuna, o quasi, ha finoraintrapreso strade in gradodi correggere il difetto dellascarsa diversificazione delrischio: aumentare le riser-ve per aumentare il grado dicapitalizzazione o almenoperseguire in modo decisol’unificazione tra più casse(ci stanno provando ragio-nieri e commercialisti).Queste misure sarebberoutili non soltanto agli iscrit-ti, i quali vedrebbero megliotutelati i loro interessi pen-sionistici, ma ai contribuen-ti in generale, dato che lastoria del nostro paese èricca, purtroppo anche incampo previdenziale, diepisodi di “privatizzazionedegli utili” e di “collettiviz-zazione delle perdite”. Aben vedere dovrebbero es-sere le giovani generazioni,sulle quali maggiormentepeserà l’onere delle attualipromesse, a invocare le so-luzioni più lungimiranti, ingrado di difendere il loro fu-turo.

Riforme incisive pergarantire il futuro

In tempi di crisi finanziariae di recessione economicaè difficile costruirsi unabuona pensione: la primainfluisce negativamente sul

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risparmio accumulato, ridu-cendone i rendimenti e ma-gari decurtando il capitale;la seconda abbassa e rendepiù incerti i redditi da lavo-ro, limitando la capacità diaccumulare per il futuro.L’una e l’altra, poi, tendonoinevitabilmente ad accor-ciare gli orizzonti tempora-li, addensando le preoccu-pazioni delle persone sulpresente ben più che sul fu-turo.Le libere professioni rap-presentano un mondo assaivariegato per quanto riguar-da le dinamiche reddituali eoccupazionali, le prospetti-ve future e la capacità di di-fendersi da crisi. Questa di-versità si riflette nello statocomplessivo delle Casseche provvedono alla previ-denza, obbligatoria ma pri-vatamente organizzata, diqueste categorie. Per distri-carsi nei numeri illustrati inquesta pagina, occorre anzi-tutto distinguere tra “vec-chie Casse” (tra le quali siannoverano le professionipiù antiche, ricche e pre-

stigiose: dagli ingegneri earchitetti ai notati, dagli av-vocati ai commercialisti,dai giornalisti ai medici) e“nuove Casse” istituite nel1996, rappresentative di al-bi professionali più giovanie tendenzialmente menoricchi, come gli psicologi e iperiti, e diversamente rego-late. Oltre a questa classifi-cazione, alla quale corri-sponde un diverso assettoistituzionale, occorrono pe-rò anche opportune “chiavidi lettura” che ne consenta-no raffronti e valutazioni,tali da consentire al legisla-tore di fornire un quadro diriferimento più uniformenei principi base e da indur-re gli organi delle casse alleopportune modifiche statu-tarie.Queste chiavi di lettura ruo-tano intorno ai concetti,adottati in sede europea perl’analisi dei sistemi pensio-nistici, di sostenibilità fi-nanziaria, adeguatezza del-le prestazioni, modernizza-zione.

Tre parole chiave

La sostenibilità riguarda lacapacità della singola Cas-sa di far fronte, non soltan-to nel presente, ma ancheper il futuro prevedibile (70anni è l’orizzonte di previ-sione della previdenzaamericana, 50 è quello re-centemente suggerito dallanormativa italiana) al paga-mento di prestazioni che, aloro volta, dovrebbero es-sere “adeguate”. L’adegua-tezza si riferisce a una pen-sione tale da consentire digodere, da pensionati, al-l’incirca dello stesso tenoredi vita che si aveva da lavo-ratori: considerato che lespese si riducono, le tassesi abbassano, mentre au-menta il tempo libero perprovvedere direttamente aipropri consumi e per eco-nomizzare sugli acquisti, untasso di sostituzione (pri-ma pensione su reddito fi-nale) intorno al 70-80 percento è generalmente con-siderato adeguato. Infine,la modernizzazione riguar-da aspetti come la non di-scriminazione tra uomo edonna, l’efficienza del dise-gno pensionistico e l’edu-cazione finanziaria.Spesso una maggiore soste-nibilità significa una mino-re adeguatezza: poiché le“vecchie” Casse funziona-no, in larga misura, in baseal meccanismo finanziariodella ripartizione, con riser-ve aventi anzitutto scopoprudenziale e non di coper-tura delle promesse pensio-nistiche, la prima dipendein modo cruciale dall’evo-

Economista, insegna Economia presso l’Università di Torino ed è di-rettore del CeRP (Centre for Research on Pensions and Welfare Po-licies, Torino http://cerp.unito.it). Le sue aree di ricerca riguarda-

no il risparmio delle famiglie, la previdenza pubblica e privata e le assi-curazioni sulla vita. Fa parte del Nucleo di Valutazione della spesa previ-denziale ed è editorialista de Il Sole 24 ore.

I l primo articolo è una elaborazione di un lavoro uscito su La Voce il24.11.2006 in occasione del decennale dell’Adepp, associazione cui nel1996 aderivano tutti gli Enti di previdenza a favore dei professionisti. Ilsecondo articolo è uscito in forma più breve sul Sole 24 Ore del 27 Ago-sto 2009, in occasione della analisi annuale dei bilanci.

[ ELSA FORNERO ]

chi è

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1 9E P P I N F O R M A - T E R Z A P A G I N A 1 9

luzione del rapporto tra at-tivi e pensionati, nonchédal reddito degli attivi (equindi dalla dinamica futu-ra della professione) e dal-la formula pensionistica.Un sistema che promettemolto è più difficilmentesostenibile, anche con unabuona dinamica occupazio-nale; implicitamente quellepromesse verranno perciòa gravare sulle future gene-razioni di professionisti o,più in generale, sui futuricontribuenti (nel caso incui le casse riuscissero atrasferire a enti pubblici iloro disavanzi). E’ questa lasituazione di alcune vec-chie Casse: a dispetto delbuon andamento correntedei rapporti demografici edeconomici, è la formula re-tributiva da esse adottata aminacciarne la sostenibilitàfutura. Quella formula con-tiene “garanzie” che difficil-mente potranno esseremantenute, se non con il ri-corso a forti aumenti dellealiquote contributive gra-vanti sulle nuove genera-zioni o alla fiscalità genera-le, che verrebbe in tal casochiamata a una forma di so-lidarietà alquanto discutibi-le, in quanto a vantaggio dicategorie fortunate.

Il nodo

Da tempo, le Casse resisto-no, (salvo apprezzabili ec-cezioni, come quella dei ra-gionieri e commercialisti)al cambiamento della for-mula, nella speranza che ledinamiche occupazionali ereddituali della professione

saranno in grado di forniremezzi sufficienti al mante-nimento delle promesse, ilche è illusorio. Diversa è lasituazione delle “nuove”Casse le quali adottandoper legge la formula contri-butiva sono sostenibili perdefinizione: questa formu-la, infatti, promette nullapiù dell’equivalente attua-riale del capitale maturato,e perciò trasferisce sul la-voratore il rischio di insuf-ficienza di risorse. I contri-buti medi, però, sono bassi(come sono bassi, in baseai dati ufficiali, i redditi diqueste professioni), e ciòpone un problema di inade-guatezza delle prestazionifuture.

Modernizzare

Infine, la modernizzazione.Prescindendo dalla que-stione della parità di gene-re (quasi tutte le Casse han-no età di pensionamentoeguali per donne e uomini),la modernizzazione si misu-ra essenzialmente su treelementi: la diversificazio-ne del rischio, la trasparen-te comunicazione della suaesistenza e del modo in cuiesso è ripartito, e la bassaonerosità dei costi di fun-zionamento.Sotto il primo profilo, la re-gola che combina riparti-zione e capitalizzazionerappresenta già una buonasoluzione, ma occorre chele casse si convincanodell’opportunità di abban-donare la formula retributi-va, e di passare a quellacontributiva, magari ac-

compagnata da qualche“garanzia” acquisibile sulmercato, purché trasparen-te e poco onerosa. Sotto ilsecondo profilo, le Casse –rappresentative di profes-sioni mediamente istruite -potrebbero fungere da bat-tistrada a buoni programmidi educazione al risparmiopensionistico e ai diversi ti-pi di rischio che vi sonocoinvolti, da quello di lon-gevità, a quello economico,a quello finanziario. Anzi-ché chiudere gli occhi difronte a questi rischi, spe-rando che le cose vadanobene, sarebbe opportunoche le casse si facesseropromotrici di una partecipa-zione responsabile e consa-pevole, che sfati i miti pa-ralleli delle Casse come“pozzi di san Patrizio” e del-lo stato come “salvatore diultima istanza” (di privilegi,soprattutto quando i votipesano). Infine, sotto il pro-filo dei costi, la frammenta-zione delle casse e la molti-plicazione dei relativi orga-ni, non ne agevola il conte-nimento, e genera un sensi-bile divario tra rendimentilordi e netti (magari soppor-tabile quando i primi sonoelevati, ma inammissibili intempi di magra).In conclusione, per usare incampo previdenziale unanotissima metafora banca-ria, le Casse non costitui-scono più una “foresta pie-trificata”; qualcosa ha co-minciato a muoversi, mamolte cose restano ancorada fare.

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O C C H I O A L S I T O O C C H I O A L S I T O O C C H I O A L S I T O O C C H I O A L S I T O O C C H I O A L S I T O O C C H I O A L S I T O O C C

Report positivo: gli iscritti hanno usato InternetRisultato positivo per le presentazioni del modello EPPI 03 on line: quasi il 90% deiperiti industriali interessati ha inviato il modello via Internet. Dietro il risultato po-sitivo c’è un importante lavoro di collaborazione che ha visto come protagonisti gliiscritti ed i consulenti, che si sono attivati per loro conto, alle prese con un nuovoservizio informatico, e la struttura dell’Ente con l’informazione e sensibilizzazioneall’utilizzo delle nuove procedure. Si ringraziano gli iscritti per la tenacia e la fattivacollaborazione.

Un grazie ai Collegi Un ruolo importante, per la presentazione delle dichiarazioni via Internet, è statosvolto dai Collegi che presso le proprie sedi, hanno attivato il servizio di assi-stenza modulistica per gli iscritti che non disponevano del collegamento via in-ternet.

EPPI 03: errori quasi assentiDalla prima verifica dei dati, i modelli EPPI 03 inviati presentano una bassissimapercentuale di errore. La collaborazione diretta con l’iscritto, che attraverso la consultazione on line veri-fica i propri dati, ha aperto la strada per il miglioramento delle comunicazioni e deiservizi dell’Ente. Questo rappresenta non solo la trasparenza del rapporto tra pe-rito industriale ed ente di previdenza, ma abbatterà sensibilmente i costi di lavora-zione: un bel risparmio per tutti.

Certificati di sicurezza scaricati: siamo a 7500Un po’ più della metà degli iscritti ha già scaricato il Certificato di sicurezza, cioèquello strumento che permette che tutte le comunicazioni tra perito industriale edEnte siano gestite in modo veloce e sicuro via Internet. Lo scarico del Certificato ga-rantisce l’attivazione di una casella postale certificata (Pec) che l’Eppi mette a di-sposizione gratuitamente a tutti gli iscritti. La Pec diventerà obbligatoria al 1 di-cembre 2009 per lo scambio di informazioni tra professionisti, aziende e istituzioni(vedi il decreto legge “anticrisi” n. 185 del 29 novembre 2008, convertito in legge2/2009). L’Eppi utilizzerà la Pec per inviare le comunicazioni istituzionali e contri-butive in previsione della prossima scadenza del 30 novembre 2009.

d]

c ]

Dichiarazione dei redditi on line12.386 modelli EPPI 03/08 presentati via Internet entro il 15 settembre

a]

b]

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È la carta di credito riservata agli iscritti a EPPI.

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Ripresentata a luglio 2009 la proposta di legge 1524, che intende garantire la gestione in autono-mia del contributo integrativo. Parla Antonino Lo Presti, primo firmatario dell’iniziativa.

Trentadue parlamentari per i professionisti

[ REPORT ]Provaci ancora, Sam

“I l concetto è sempli-ce: la previdenzaprivata ha la neces-

sità di liberare delle risorse.Il contributo integrativo èuna di queste e va da sé chebisogna cambiargli destina-zione d’uso: fino ad oggi èstata una quota vincolata edestinata solo alle spese digestione o alla solidarietà,oggi deve poter diventareuna percentuale modulabilee che ogni Ente dedica ra-gionevolmente per le pro-prie esigenze primarie.”Così parla Antonino Lo Pre-sti, parlamentare Pdl, esper-to di materia professionale e

previdenziale e vicepresi-dente della Commissione bi-camerale. Il tema sotto i ri-flettori è quello di gestire lapercentuale che il professio-nista indica in fattura a cari-co del cliente: attualmente èal 2% per i periti industriali.È giusto poterla modulare,innalzandola? E se la rispo-sta è affermativa, cosa è pos-sibile fare con l’innalzamen-to quote?“Trovo assolutamente ingiu-stificato il vincolo che è sta-to imposto a molti enti diprevidenza – continua LoPresti − per cui la percentua-le di rivalsa che il professio-

nista può chiedere al com-mittente è fissa ed intoccabi-le al 2%. Gli enti di previden-za storici non hanno vincolidi questo genere e questoproduce figli e figliastri, cioèdiseguaglianze tra Casse diprevidenza. Mi sembra quin-di sensato cancellare un pas-saggio del decreto legislativo103/96, eliminare il vincolodell’immutabilità di quel 2% emettere tutti gli enti di previ-denza sullo stesso piano. Poic’è da capire cosa fare conquel contributo e se innalza-re la percentuale dal 2 al 4%.”

I periti industriali ad esem-

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pio chiedono di

poter utilizzare la

maggiorazione del

contributo inte-

grativo per au-

mentare il conto

previdenziale dei

propri iscritti e la

futura pensione.

Il progetto di legge1524 apre invece aquesta facoltà, che io riten-go necessaria. Per quantoriguarda le Casse professio-nali che potranno incontrarecriticità di bilancio, ma nonè il caso dell’Eppi, credo siagiusto che possano utilizza-re il contributo per la lorosostenibilità.

Alcuni esponenti del Mini-

stero dell’Economia sosten-

gono che esista un pericolo

inflazione: il produttore di

merci ricaricherà sul prez-

zo del prodotto la maggiora-

zione del 2% che eroga al

professionista.

L’argomento è tutto da veri-ficare: prima di tutto biso-gna considerare a quanti ze-ro virgola zero corrispondaquesto effetto inflattivo. Ri-tengo che al limite sia me-glio aumentare di una molli-ca l’inflazione oggi piuttostoche non poter garantire pen-sioni adeguate con un possi-bile intervento a carico delloStato magari tra venti anni.Adesso bisogna intervenirecon tutte le leve su sosteni-bilità delle gestioni e con-gruità delle pensioni deglienti di previdenza privati,prevenendo le criticità.

Poi?

Poi siamo in regime di libe-

ralizzazione delle tariffe equindi non vedo perché ne-cessariamente l’aumento del2% dovrebbe produrre infla-zione.

La proposta di legge di cui è

primo firmatario non ha

avuto fortuna quando è sta-

ta presentata dall’onorevole

Cazzola lo scorso inverno.

Oggi cosa è cambiato?

Giuliano Cazzola l’ha pre-sentata insieme ad una ipo-tesi di soluzione dell’unifica-zione tra commercialisti eragionieri, questione spino-sa che ha sollevato molteperplessità. Ora, la specificagestione in autonomia delcontributo integrativo è pre-sentata per conto proprio eCazzola è uno dei firmatariinsieme ad un nutrito grup-po di onorevoli colleghi.

Il presidente della Commis-

sione bicamerale Jannone è

d’accordo?

La Commissione lavora se-rena e l’onorevole Jannone èd’accordo.

Il ministro del Welfare Sac-

coni è stato informato?

La Commissione bicameraleporterà il testo in Parlamen-

to e, in aula, spero che si pos-sa raggiungere il sostegno diuna larga maggioranza.

Lei spinge per legare l’au-

mento del contributo inte-

grativo a quello del contri-

buto obbligatorio, secondo le

ipotesi del Nucleo di valuta-

zione?

Ovviamente e necessaria-mente. La previdenza priva-ta anzitutto ha necessità dimaggiore responsabilità daparte dei professionisti cheper primi devono capire cheoccorre contribuire con unaquota più importante.

Alcuni invocano l’autono-

mia delle Casse…

L’autonomia è un valore ag-giunto e non un totem: ogniprofessionista deve tenderead accantonare di più peravere una pensione dignito-sa.

Quando la proposta andrà

al voto in Parlamento?

Difficile fare previsioni. Il 17settembre c’è stata una nuo-va audizione della propostain Commissione lavoro allaCamera e mi auspico chel’aula si esprima con il votoentro l’anno.

A vvocato civilista e amministrativista,esercita la libera professione a Paler-mo. Politicamente è cresciuto nelle fi-

la di Alleanza nazionale, poi confluito nel Popolodella libertà, partito per cui è stato eletto come deputa-

to in questa legislatura. Componente della Commissione Giustizia e del-la Commissione Bilancio della Camera, è vicepresidente della Commis-sione bicamerale per il controllo degli enti previdenziali pubblici e priva-ti. In questo ruolo, si è occupato da vicino delle questioni legate al mon-do della previdenza a favore dei liberi professionisti.

[ ANTONINO LO PRESTI ]

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Dopo tanto parlare, molti buoni pro-positi e diverse occasioni perdutequalcosa si muove sull’unificazione

delle categorie tecniche. Ma è un movimen-to complesso in più direzioni che, come ta-le, ha bisogno di essere accompagnato intutti i suoi delicati passaggi.Prima di tutto è un fatto che i Consigli nazio-nali delle tre categorie dei geometri, peritiagrari e periti industriali, si sono appena se-duti il 17 settembre a Mestre attorno ad untavolo con il proposito di superare qualsiasilogica corporativa e andare diritti all’obietti-vo: creare l’Ordine dei tecnici laureati perl’ingegneria, come una casa comune che riu-nisca i laureati triennali di matrice tecnica egli attuali iscritti ai tre collegi esistenti.Non sarà uno scherzo, ma di certo è l’unicachance possibile per il futuro di queste trecategorie. Che, però, hanno già fatto moltodi più: all’indomani della celebrazione in lu-glio degli 80 anni dalla loro nascita hannoconsegnato al ministro della giustizia Angeli-no Alfano e ad altri rappresentanti del mon-do politico il loro disegno di legge che delegail Governo a creare questa grande casa. Èquesta l’unica vera novità all’interno delleprofessioni intellettuali: la voglia di tre cate-gorie di mettere da parte la propria storiaper lavorare per il futuro di chi verrà dopo.

Ma la vera battaglia è appena iniziata.Perché entrare in dialogo con l’altrofronte, quello rappresentato dalla

categoria degli ingegneri, non sarà facile. Al-lora, forse, bisognerà prestare più di un fian-co. E dare dimostrazione di unità sia dal-l’esterno che dall’interno. Basti pensare, peresempio al Pat, il Patto cioè tra i professioni-sti di area tecnica, appena nato da una costo-la del Comitato unitario delle professioni(Cup) e di cui fanno parte, tra gli altri, pro-prio gli ingegneri, i geometri, i periti indu-striali e i periti agrari. Affinché il Patto nonfallisca nei suoi obiettivi, ancor prima di es-

sere nato, è indispensabile che in sede di au-dizione per la riforma delle professioni (chenel frattempo torna a far parlare di sé) dimo-stri di essere unito, di avere superato le que-stioni nominalistiche e gli interessi che ve-dono nelle professioni solo lobby di potere.Questo vuol dire che, ancora prima di se-dersi sugli strapuntini parlamentari, i direttiinteressati, ingegneri e geometri, peritiagrari e periti industriali dovranno trovareuna linea di convergenza: sarebbe un veropeccato replicare l’occasione ormai perdu-ta e offerta da Alfano ad avvocati, notai ecommercialisti che non hanno trovato l’ac-cordo per una riforma unitaria del compar-

to giuridico-economico. Bisogna invertirela rotta per evitare che ora, come allora,prevalgano gli interessi o la difesa di alcuniprivilegi. Ecco perché l’unità deve essere percepitaforte soprattutto nel suo interno: e quindidimostrare che l’accordo a tre sia consoli-dato non solo a livello di rappresentanzaistituzionale, ma soprattutto di singoli col-legi, di realtà provinciali. Il Cogepapi (il co-ordinamento tra i geometri, periti industria-li e agrari) si sta diffondendo su tutto il ter-ritorio ma molto ancora c’è da fare perchéquesta futura casa comune poggi su fonda-menta solide. Solo così ci si potrà salvareda qualsiasi tempesta che potrà abbattersisul futuro delle professioni tecniche.

Unità alla prova per l’Albo unico di Benedetta Pacelli

L ’ I N T R U S O L ’ I N T R U S O L ’ I N T R U S O L ’ I N T R U S O L ’ I N T R U S O L ’ I N T R U S O L ’ I N T R U S O L ’ I N T R U S O L ’ I N T R U S

Ingegneri, geometri, periti agrarie periti industriali dovranno trova-re una linea di convergenza unica:sarebbe un vero peccato replicarel’occasione ormai perduta e offer-ta da Alfano ad avvocati, notai ecommercialisti.

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