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3° NUOVA SERIE ANDIAMO AL CONGRESSO 2011.pdf · IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA...

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA COLLABORATORI FAMILIARI N. 3 MARZO 2011 ANNO LXV 3° NUOVA SERIE ABBONAMENTO ANNUO € 20,00 POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA IMPEGNO IMPEGNO COLF - ASSISTENTI DOMICILIARI ANDIAMO AL CONGRESSO FIRENZE 15-17 MAGGIO 2011 In questo tempo difficile bisogna rimettersi in gioco, avere il coraggio di guardare oltre la siepe per vedere ciò che è sconosciuto pur essendo vicino, dando corpo e identità a quella speranza di futuro che le nuove generazioni si aspettano prima di tutto da noi. Siamo consci di avere le mani povere, ma che almeno siano sostenute da un po’ di intelligente attenzione per le persone.
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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA COLLABORATORI FAMILIARI

N. 3 • MARZO 2011 • ANNO LXV • 3° NUOVA SERIE • ABBONAMENTO ANNUO • € 20,00 • POSTE ITALIANE S.P.A.

SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA

IMPEGNOIMPEGNOCOLF - ASSISTENTI DOMICILIARI

ANDIAMO AL CONGRESSOFIRENZE 15-17 MAGGIO 2011

• In questo tempo difficile bisogna rimettersi in gioco, avere il coraggio di guardareoltre la siepe per vedere ciò che è sconosciuto pur essendo vicino, dando corpo eidentità a quella speranza di futuro che le nuove generazioni si aspettano prima ditutto da noi.

• Siamo consci di avere le mani povere, ma che almeno siano sostenute da un po’ diintelligente attenzione per le persone.

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IMPEGNO 2

FAMIGLIA

Oggi non è l’impresa, ma la fami-glia il soggetto economico più im-portante e attivo del nostro Paese.

Un soggetto allargato rispetto al nucleo fa-miliare e capace di svolgere ottimamente lafunzione di valvola di decompressione dellacrisi Economico-finanziaria. Ad affermarloè il sociologo Dario Nicoli, docente di So-ciologia all’Università di Brescia. «Una fa-miglia intesa non solo come semplice nu-cleo, ma come l’insieme della parentela,oppure la piccola impresa – spiega Nicoli –. I dati confermano come la famiglia sia ingrado nei momenti buoni di risparmiare (ele famiglie italiane hanno storicamente unapropensione al risparmio tra le più elevatedel mondo). Dal lato opposto, quando l’eco-nomia è in difficoltà, la famiglia va a intac-care il risparmio accantonato per compen-sare le minori entrate. Ciò significa che la

nostra è una economia di tipo familiare,prerogativa tipicamente italiana. Una strut-tura sociale originata dal fatto che sino ametà del secolo scorso la nostra era una so-cietà prevalentemente contadina, centratasul nucleo familiare».

Grazie quindi alle famiglie se l’Italiaha sofferto la crisi meno di altri paesi?

«Tutto il gioco dell’economia viene va-lorizzato e sofferto nella società e, quindi,nelle famiglie. È per questo che il mini-stro Tremonti si può permettere il lusso didire che noi abbiamo potuto affrontare lacrisi molto meglio di altri Paesi. A lui ba-sta non spendere, è la società (quindi so-stanzialmente le famiglie) che si fa caricodei flussi dell’economia, prendendosisulle spalle anche le conseguenze nega-tive».

Però molte famiglie stanno soffrendocome non mai.

«All’interno del capitolo famiglie c’èuna componente già povera che si è impo-verita ulteriormente, oppure che poveranon lo era ma che è sul limite di esserlo. Cisono poi molti anziani che non riescono adandare avanti con delle pensioni davverominime per il costo della vita attuale».

C’è poi anche il capitolo dei giovaniche, costretti ad appoggiarsi alla fami-glia perché non trovano lavoro, contri-buiscono ad innalzare il capitolo dellespese familiari.

«Questo è un problema molto rilevante,perché significa che un ingente capitaleumano è tenuto ai margini della società edell’economia. L’attuale generazione digiovani è la prima nella storia italiana che,uscendo dalla famiglia d’origine, si impo-verisce. Le famiglie aiutano i figli in dif-ficoltà, anche già sposati, con i propri ca-pitali risparmiati».

I giovani possono essere ottimisti?«Mai perdere l’ottimismo, anche durante

i periodi più duri. Certo, in Italia servireb-bero leggi diverse per aiutare le nuove ge-nerazioni. Come fatto in Francia, con uncontratto a scalare. Il giovane cominciacon un contratto da precario ma, con pe-riodi semestrali, il precariato si annulla ar-rivando, nel giro di due-tre anni, al con-tratto sicuro. Da noi invece le nuovegenerazioni sono spesso sfruttate. Accadesoprattutto negli studi professionali, chehanno veramente fatto della precarietà edell’obbligo del tirocinio una forma disfruttamento sistematico. Un altro esempioè dato dall’apprendistato prolungato per ilaureati, che fornisce un vantaggio econo-mico rilevante alle imprese. Ci sono deisettori economici che sfruttano eccessiva-mente questi giovani, spesso prendendoliin giro promettendo un posto di lavoro chenon hanno nessuna intenzione di dare, la-sciando a casa il giovane prima che scattil’obbligatorietà dell’assunzione, e facendola stessa cosa con un nuovo precario».

M. Co.

«SI FA CARICO DELLA CRISI DI TUTTO IL PAESE»Intervista al sociologo Dario Nicoli, docente di sociologia

all’Università Cattolica di Brescia

Non abbandonate

mai la battaglia

della promozione

di tutti coloro

che sono chiamati

a servizio

della persona

umana perché solo

così porterete a

compimento anche

la felicità pubblica

e privata

della vostra

professione!

Chi lavora solo

per i soldi

si chiude

in una prigione.

Una moneta

di cenere

non compra mai

nulla d’eterno.

Non siamo solo

in cerca

di un posto

di lavoro

noi inseguiamo

un sogno: scrivere

futuro e profezia

attraverso il nostro

lavoro.

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3 IMPEGNO

Il tema della pace ritorna ogni anno nel Messaggio del Papa in occasione della Giornata per la pace del 1° gennaio. Per coglierne anche oggi il profondo significato, rivisitiamone insieme il tema, alla luce dell’enciclica di riferimento “Pacem in terris”, scritta da Giovanni XXIII.

L’enciclica Pacem in terris è ildono del Papa alla sua Chiesa ea tutti gli uomini. Fu firmata e

pubblicata il Giovedì Santo del 1963, percui si può dire che è il dono pasquale diPapa Roncalli, che avrebbe concluso lasua giornata terrena due mesi dopo (3giugno 1963). Un dono prezioso accoltoda tutti. La risonanza dell’enciclica fu

immensa, come lo stesso Giovanni XXIIIriconosceva con la sua abituale sempli-cità: «L’enciclica ha riscosso un’ecosenza precedenti. [...] Ha scosso anche lepietre» (Oss. Rom., 8 maggio 1963).

L’enciclica è strettamente legata allavita personale di Roncalli, alla lezione

tratta dalla sua personale espe-rienza.

La complessità del mondo, ilsenso di un’unità profonda tragli uomini anche i più diversi,la responsabilità dei cristiani(dal Papa alla Santa Sede ai fe-deli laici) nel rendere più evi-dente, più esplicita questaunità: tutto questo Papa Ron-calli l’ha appreso dalla sua vita.

Un appello che nascevadalla sua vita di cristiano, disacerdote, di vescovo, di di-plomatico: Roncalli ha ap-preso la “diplomazia dellaconvivenza” ispirandosi alVangelo e traendo frutto dairapporti con le persone, cer-cando di sottolineare ciò cheunisce, senza dimenticare ciòche divide, ma mettendo inprimo piano ciò che unisce.

Quindi tutta l’EnciclicaPacem in terris e tutta la vita e tuttal’opera di Giovanni XXIII si devonoleggere attraverso la chiave della paceevangelica, che ha come fondamento co-stante la promozione dell’uomo.

A questo punto vorrei sottolineare ilsottotitolo dell’Enciclica: "Sulla pace fra

tutte le genti, nella verità, nella giustizia,nell’amore, nella libertà".

Mi sembra estremamente significativoquesto sottotitolo, che andrebbe tradotto,in base al testo latino dell’enciclica:"Sulla pace fra tutte le genti da costruirsinella verità, nella giustizia, nell’amore,nella libertà".

È alla luce di questo impegno che lalettera è stata scritta, è alla luce di questavisione che deve essere compresa. Gio-vanni XXIII evidenzia nell’enciclica chela pace si fonda su quello che può esserechiamato “il quadrilatero giovanneo":giustizia, verità, amore (in ogni aspetto,compresa la solidarietà), libertà».

a cura di don Francesco Poli,

Consul. eccl. naz. Api - Colf

(1^ parte – continua)

CHIESA

Pace sulla terra,

un dono Prezioso

“La pace è un obiettivo

della più alta utilità.

Dalla pace

tutti traggono vantaggi:

individui, famiglie, popoli,

l’intera famiglia umana.

Risuonano ancora

oggi severamente

ammonitrici le parole

di Pio XII:

Nulla è perduto

con la pace.

Tutto può essere perduto

con la guerra.”

Papa Giovanni XXIII

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L a domanda non deve apparire su-perflua in quanto il vero rischio èche solidarietà resti parola gene-

rica e ininfluente sul versante della vitasociale. Non è un caso che Luigi Zoja ab-bia scritto un libro intitolato «La mortedel prossimo» dove si rileva che la glo-

balizzazione ha favorito una solidarietàcon persone lontane.

Una tale cura per il distante sembrapromossa anche dalle comunicazionielettroniche e dai viaggi più facili. Maquello che amiamo così è spessoun’astrazione, e chi ne paga il prezzo èl’amore per il prossimo richiesto per mil-lenni dalla morale giudaicocristiana.Come in un circolo vizioso, questa ten-denza si salda con l’indifferenza per ilvicino prodotta dalla civiltà di massa edalla scomparsa dei valori tradizionali.(…). Ma per ogni persona resta decisivol’interrogativo: io cosa posso fare?

È una domanda che va contestualizzatanel tempo presente (…)

Per tali ragioni oggi la solidarietà è an-cora più urgente e tutti sono chiamati aviverla nella misura in cui ciò è possi-bile, recuperando la centralità delle rela-zioni in uno stile il più possibile digratuito aiuto reciproco.

La solidarietà si gioca anzitutto nei le-

gami di prossimità, nella capacità di vederegli altri e i loro bisogni prendendosene ca-rico sentendosi tutti responsabili di tutti.

In tal senso anche i piccoli non sonoesentati dal trovare forme, spesso sugge-rite dai più grandi, di solidarietà. In ognicaso resta decisivo l’esempio della fami-glia e della parrocchia. (…)

VIVERE LA SOLIDARIETà IN FAMIGLIA

Coinvolgere i piccoli in gesti di soli-darietà rendendoli attivi nelle scelte chela famiglia compie appare il modo piùsemplice, ma al tempo stesso più effi-

cace per educare nella vita ordinaria.Questa convinzione nasce da testimo-nianze di persone che hanno sperimen-tato sulla loro pelle questa modalità. Ungiovane raccontava che quando era an-cora piccolo il padre radunò tutta la fa-miglia per chiedere un consulto sulla

nuova macchina dacomprare. Il padre dissepiù o meno così: «po-tremmo comprare que-sta confortevole auto,spaziosa e comoda pertutta la famiglia, oppurepotremmo acquistarequest’altra, che è un po’meno confortevole, maè pur sempre sufficienteper rispondere alle esi-genze della famiglia eche costa meno. La dif-ferenza del costo peròpotremmo darla in bene-ficienza e aiutare altriche non hanno la possi-bilità di avere neppureun’auto scassata di terzamano».

In quali scelte fami-gliari possono esserecoinvolti i piccoli, conuna modalità attenta allelogiche di solidarietà edi sobrietà?

Ogni famiglia fa neces-sariamente delle spese, piccole o grandiche siano. Coinvolgere i piccoli attivandola logica descritta non è assolutamentescontato eppure il valore pedagogico èenorme, si costruisce infatti una nuovamentalità non solo incline al benessere per-sonale, ma attenta alla condivisione anchecon gli altri.

In tale linea portiamo un ulterioreesempio, molto più semplice: la sceltadei biscotti per la colazione.

Quando si va a far la spesa si portanoanche i figli e si confrontano i prezzi deibiscotti. Si può far notare la differenza dicosto tra alcuni biscotti e altri. Da qui igenitori possono proporre al figlio deidolci meno costosi rispetto a quelli co-

IMPEGNO 4

SOLIDARIETÀ

COSA SIGNIFICA OGGI?

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5 IMPEGNO

SOLIDARIETÀ

munemente usati per la colazione eanche in tal caso la differenza di costopuò essere data sempre a chi è più biso-gnoso. Gli esempi si potrebbero molti-plicare.

In tale direzione ci sembra utile segna-lar anche l’educazione al consumo cri-tico, al commercio equo e solidale e adaltre forme utili per non rimanere pri-gionieri di una logica consumistica eindividualistica.

Consumo critico: é un modo di fare laspesa non più telecomandati dalla pub-blicità, ma usando la propria responsabi-lità, consapevoli che fare la spesasignifica andare a votare al supermer-cato, premiando le imprese che cercanodi fare scelte etiche. Si tratta di sceglierequei prodotti che appartengono ad im-prese che hanno comportamenti giustinei confronti dei lavoratori, dell’am-biente e della società.

Il boicottaggio consiste nell’interru-zione organizzata e temporanea dell’ac-quisto di uno o più beni o servizi perforzare le società produttrici ad abban-donare comportamenti che creano ingiu-stizia, impoverimento e inquinamento.

Commercio equo solidale: è una rela-zione paritaria tra tutti i soggetti coinvoltinella catena di commercializzazione (daiproduttori ai consumatori).

Gli obiettivi principali sono:- migliorare le condizioni di vita dei pro-

duttori- promuovere opportunità di sviluppo

per produttori svantaggiati- divulgare informazioni sui meccanismi

economici di sfruttamento- organizzare rapporti commerciali e di

lavoro senza fini di lucro e rispettosidella dignità umana

- favorire l’incontro fra consumatori cri-tici e produttori

- stimolare le istituzioni nazionali e in-ternazionali a compiere scelte econo-miche e commerciali a difesa deipiccoli produttori

- promuovere un uso equo e sostenibiledelle risorse ambientali

Gruppi di Acquisto Solidale: è ungruppo formato da un insieme di personeche decidono di incontrarsi per acqui-stare all’ingrosso prodotti alimentari daridistribuire tra loro. I gruppi cercanoprodotti provenienti da piccoli produttori

locali per aver la possibilità di conoscerlidirettamente e per ridurre l’inquina-mento e spreco di energie derivanti daltrasporto. I gruppi sono collegati tra diloro in una rete (www.retegas.org).

La Federazione Italiana Banchi diSolidarietà è, giuridicamente, un’asso-ciazione di associazioni che raccoglietutte quelle realtà associative che hannocome prima attività quella di rispondereal problema della povertà nella formaprima del bisogno di cibo portando ge-neri alimentari a persone e/o famiglie ingravi difficoltà economiche. (www.cdo.it/cdopersona/Home/BANCHI/BancodiSo-lidariet%C3%A0/tabid/524/Default.aspx)

Finanza etica e mediocredito: di fronteal dilagare di investimenti speculativi ènecessario mettere etica nella finanza. E’quello che cerca di fare la finanza etica oalternativa. Nella finanza etica i destina-tari dei finanziamenti sono quei soggettiche si impegnano per un futuro sosteni-bile, per un’equa distribuzione delle ri-sorse, per la cooperazione sociale, per ladifesa dei diritti umani. (www.bancae-tica.com). Il microcredito è una forma disolidarietà per dare opportunità e diritti acoloro che non riescono ad avere accessoa prestiti bancari, per promuovere una at-tività capace di garantire una vita digni-tosa.

Bilanci di giustizia: è una ini-ziativa nata dai “Beati i co-struttori di pace”. È rivoltaalle famiglie, intese comesoggetto microecono-mico. L’obiettivo è diaiutare le famiglie a mo-dificare secondo giusti-zia la struttura dei propriconsumi e l’utilizzo deipropri risparmi.

Quali valori soggiac-ciono alla logica della soli-darietà, della sobrietà e deinuovi stili di vita?- un nuovo rapporto con le cose:

la famiglia deve essere un luogo di re-sistenza ai falsi bisogni.

- un nuovo rapporto con le personeche sono la vera ricchezza, superandola solitudine che si prova anche tra lenuove generazioni.

- una responsabilità verso l’ambiente

in cui insieme viviamo.- un passaggio maturo dall’assistenza

alla giustizia sociale.

IL FOGLIO della Pastorale Sociale

e del Lavoro di Milano

TuTTo per TuTTi

Ogni terra è la mia terra,ogni mare è il mio mare,ogni popolo è il mio popolo,ogni nazione è la mia nazione.

Ogni uomo pensa e soffre come meama e odia come me,piange e ride come me,mangia e beve come me,parla e canta come me.

Il sole è di tutti,la luna è di tutti,il cielo è di tutti,l’acqua è di tutti,il creato è di tutti,il giorno è di tutti,la notte è di tutti.

Il Tutto è di tuttiPerché Dio è di tutti.

(VILLAGGIO DELLA PACE)

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IMPEGNO 6

XIX CONGRESSO NAZIONALE

Un approfondimento sulla base della Dottrina sociale della Chiesa

A cura di don Francesco Poli

L a vita della Chiesa, con i suoi ap-profondimenti teologici e pasto-rali, mette in evidenza la centralità

della famiglia per la vita e il benesseredella società e indica il contributo che lerispettive istituzioni sono chiamate a dareper costruire «la città dell’uomo». Il Con-cilio nella Gaudium et Spes (n° 48) ci ri-

chiama che «dall’atto umano col quale i

coniugi mutuamente si danno e si rice-

vono, nasce, anche davanti alla società,

l’istituto del matrimonio che ha stabilità

per ordinamento divino; questo vincolo

sacro è in vista del bene sia dei coniugi

e della prole che della società». E ancoralo stesso documento conciliare (n° 52) ciricorda: «Il potere civile consideri comeun sacro dovere rispettare, proteggere efavorire la vera natura del matrimonio edella famiglia, la moralità pubblica e laprosperità domestica». In questa dire-

zione sappiamo cogliere la ricchezzacontenuta nella famiglia e che da lei si al-larga a tutta la società circostante.

Comunione di persone. La famigliacristiana è una comunione di persone,segno e comunione del Padre e del Figlionello Spirito Santo. Questa comunione siallarga nella procreazione ed educazionedei figli nello spirito di fedeltà e obbe-dienza che già Gesù Cristo ha vissuto neiconfronti del Padre. La famiglia è unacomunità privilegiata chiamata a realiz-zare «un’amorevole apertura di animotra i coniugi e… una continua collabora-zione tra genitori e figli». (Gaudium etSpes 52)

Cellula originaria della vita sociale. Lafamiglia è la ‘società naturale’ in cuil’uomo e la donna sono chiamati al donodi sé nell’amore e nel dono della vita.L’autorità della famiglia, la sua stabilitàe la vita di relazione che si esprimono alsuo interno, costituiscono i fondamentidella libertà, della sicurezza, della fra-ternità nell’ambito della società. Nel-l’amore verso Dio e verso il prossimo, lavita di famiglia è un’iniziazione alla vitanella società. La società, il mondo, sonoil «luogo teologico di salvezza» (PaoloVI), l’incarnazione concreta per renderevisibili i valori morali e di fede che la fa-miglia sviluppa tra i suoi membri.

Aperta alla sussidiarietà con le altreistituzioni. La famiglia è attenta e impe-gnata in favore dei giovani e degli an-ziani, delle persone malate ohandicappate e dei poveri. Spesso perònumerose sono le famiglie che, in certimomenti, non hanno la possibilità didare tale aiuto. Tocca allora ad altre per-sone, famiglie, istituzioni e alla societàstessa provvedere, con appropriate mi-sure sociali, ai bisogni di costoro. Inbase al principio di sussidiarietà, là dovele famiglie non sono in grado di adem-piere alle loro funzioni, gli altri corpi so-ciali hanno il dovere di aiutarle e disostenere l’istituto familiare, senza in-gerenze nella sua vita privata o usurpa-zioni e invasioni di nessun tipo.

Una comunità “privilegiata”

Quando

esalteranno

l’assistenza

domiciliare

ricordate

che la Chiesa

ha fatto

supplenza

allo Stato

per secoli

anche

attraverso

questa

testimonianza.

Ricordate

a tutti che siete

le sorelle

di tanti cristiani

che hanno

avuto rispetto

dell’umanità

prima che

lo Stato

e i Comuni

giudicassero

venuto il tempo

di assumere

le proprie

responsabilità

verso i poveri!

P. E. Crippa

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7 IMPEGNO

“La casa non è soltanto uno spazio co-perto, chiuso da pareti, ma è il luogodove si vivono i rapporti, dove si speri-menta concretamente il senso di esserci,di esistere, in quanto si è riconosciuti daaltri e in quanto altri si riconoscono”.(Scortegnana in AA.VV. 1997).

N on potrebbe iniziare diversa-mente un articolo che vuole va-lorizzare il significato della casa

per l’anziano e per tutte le persone. Ba-sti pensare che anche la Costituzionemette in luce quale punto fondamentalesia il valore/diritto di avere una casa.

La casa è per chi vi abita un luogo diidentità, di appartenenza a un gruppo, èun segnale di visibilità sociale. E’ illuogo della memoria di sé e delle per-sone che vi hanno abitato, testimone diun progetto che si è sviluppato negli annie che può ancora evolvere, fonte di spe-ranza e di nuovo benessere anche perl’anziano che non ha più piena autono-mia.

Per l’anziano, rimanere nella propriacasa, è una garanzia di continuità di voci,affetti, suoni, di immagini e sapori chenon trova in nessun altro luogo. Il domi-cilio è la casa della persona, è il luogo incui il soggetto vive, che delimita il suospazio fisico in cui si sviluppano le rela-zioni; è insomma il luogo di memoria disé e della propria famiglia .

L’anziano fa molta fatica a lasciare ilproprio nido, anche se a volte la casa di-venta un limite, un confine che lo isoladal mondo esterno. Basti pensare comeun alloggio senza barriere architettoni-che possa causare molti problemi ad unapersona non autosufficiente; se l’anzianotrova delle difficoltà negli spostamentispesso rifiuta di uscire, chiudendosi sem-pre più in se stesso e limitando le rela-zioni sociali.

Un numero sempre più alto di famiglieche non riescono a gestire in forma auto-noma il bisogno di cura dei propri fami-liari, ricorrono ad aiuti esterni, affinchél’anziano possa continuare a vivere nelproprio ambiente. Nella propria casa,seppur in difficoltà o ammalato, l’an-ziano mantiene il suo ruolo, la sua iden-

tità. In qualche modo ritiene di sentirsiancora utile, di poter contrattare le deci-sioni che lo riguardano e poter decidere;è naturale che per un assistente familiare,operare a domicilio non è semplice e ri-chiede attenzioni particolari.

L’intervento a domicilio richiede in-nanzi tutto una spiccata attenzione agliaspetti formali, alla sequenza dei fatti,gesti, riti che caratterizzano la quotidia-nità dell’anziano; si prenderà atto chetutto ha un senso e ogni cambiamento,anche involontario e inconsapevole, puòalterare l’equilibrio e il benessere del-l’individuo. L’operatore deve quindi in-terrogarsi sul senso che un anzianoattribuisce ai propri oggetti, ai ritualispesso faticosi da sostenere; deve saperascoltare e osservare con attenzione lapersona, ciò che la circonda, e come ilsoggetto gestisce le sue relazioni.

L’operatore deve mantenere un atteg-giamento discreto anche rispetto alle re-

lazioni familiari che spesso sono com-plesse e a volte incomprensibili; devesaper guidare l’anziano.

Stare accanto a queste persone non èfacile, è una condizione che richiede disaper accogliere, ascoltare e contempo-raneamente essere di aiuto e supporto.Ciò presuppone una capacità di “acco-gliere e valorizzare l’altro per ciò che è eper ciò che può offrire”.

Il rapporto che un operatore o assi-stente familiare crea a domicilio, ri-chiede la capacità di saper mantenere legiuste “distanze sia fisiche che emotive”.Troppo spesso ci permettiamo confi-denze o atteggiamenti che ci autorizzanoa dire: “tratto l’anziano come se fosse lamia mamma”; non dobbiamo dimenti-care che non è un familiare. Saper gestireil rapporto con le dovute accortezze nonsignifica non essere bravi e competenti.

Simonetta Zanchi

XIX CONGRESSO NAZIONALE

L’anziano e la casa

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Domenica 16 gennaio si è celebrataa Genova la 97ma Giornata Mon-diale delle Migrazioni – voluta da

Pio X nel 1914 – sul tema “Una sola fami-glia umana”. La Santa Messa è stata presie-duta dal card. Angelo Bagnasco, arcive-scovo di Genova e presidente della Cei. Laliturgia è stata festosa e insieme venata dinostalgia, da parte dei numerosi migrantiaccorsi, per i familiari e gli amici lontani.Una ventina di gruppi presenti con la propriabandiera nazionale, tra cui quella dell’Api-Colf, hanno riempito la Cattedrale di Ge-nova con colori, suoni, preghiere e cantinelle diverse lingue. Il Presidente della Cei,durante l’omelia, ha salutato “tutti coloroche approdano nella nostra terra, da altrezone del mondo, alla ricerca di serenità, pro-sperità e pace: la Chiesa è, nel nome diGesù, amica di ogni uomo”.

L’arcivescovo ha inoltre sottolineatocome il dialogo sia lo strumento e il metododi fraternità, che valorizza le diverse espe-rienze umane e religiose. In primo luogo at-traverso il “dialogo della vita”, che si ha

quando le persone si sforzano di vivere almeglio, condividendo gioie e pene, pro-blemi e preoccupazioni. E poi, il “dialogodell’azione”, nel quale i cristiani e gli altricredenti collaborano per lo sviluppo del sin-golo e dei popoli. Inoltre, “il dialogo delloscambio teologico”, attraverso il quale glispecialisti cercano di approfondire la com-prensione delle loro rispettive eredità spiri-tuali. Infine, il “dialogo dell’esperienzareligiosa”, nel quale le persone, radicatenelle loro tradizioni religiose, condividonole ricchezze spirituali.

La liturgia è altresì animata da quattrocori: indiani di Goa, latino-americani, filip-pini e ucraini, i quali hanno rispettivamentecurato il canto d’ingresso, l’offertorio, la co-munione e la chiusura della Messa, unen-dosi invece in un unico coro per intonareinsieme il Gloria e l’Alleluia.

Un’atmosfera gioiosa e familiare, dove lacondivisione di gioia ed esperienze si è tra-dotta in un legame profondo tra i presenti equanti di noi hanno collaborato all’organiz-zazione della Giornata Nazionale Migran-

tes 2011. L’Api-Colf di Genova era rappre-sentata da una numerosa delegazione.

Genova: - A.P.I. - COLF / FEDERCOLFprogrammi associativi 2011

• 9 gennaio: - Festa nella sede provinciale(viale Francesco Gambaro 11 – Tel. 010310336)• 16 gennaio: - ore 10 in cattedrale, Gior-nata nazionale dei Migranti• 6 febbraio: - FORMAZIONE (pensierospirituale con il Consulente EcclesiasticoProvinciale Padre Girolamo Bertuletti)• 6 marzo: - Festa di Carnevale nella sedeprovinciale• 17 aprile: - Festa della Domenica dellePalme e celebrazione del Congresso Pro-vinciale• 8 maggio: - FORMAZIONE• 15/17 maggio: - Congressi Nazionali API-COLF e FEDERCOLF a Firenze• 5 giugno: - FORMAZIONE • 19 giugno: - Gita di fine anno

IMPEGNO 8

VITA ASSOCIATIVA

Genova, l’Api-Colf alla Giornata dei Migranti

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9 IMPEGNO

Roma: - Il nostro circolo di S. Luisa DeMarillac - Via Pompeo Magno,106 - crescesempre di più; lo abbiamo verificato il 6gennaio, perché eravamo veramente intante a festeggiare l’Epifania. Abbiamotrascorso la giornata giocando a tombola escartando i regali messi a disposizione dal-l’Associazione. Erano presenti il nostroconsulente provinciale mons. CarmineRecchia che, come sempre, ha dato il suoappoggio spirituale e la presidente nazio-nale Rita De Blasis, figura sempre acco-gliente e stimolante. La giornata è stata ad-dolcita, oltre che dal tradizionalepanettone, anche da dolci tipici portati daisoci di diverse nazionalità che hanno par-tecipato alla festa. Nell’occasione è stato reso noto il calen-

dario delle attività provinciali che si ter-ranno nel corso del 2011. La sede diRoma ha anche organizzato un corso diitaliano, iniziato il 6 febbraio, che termi-nerà a giugno. Questi corsi sono moltoimportanti per gli immigrati, in quantonecessari per accedere all’esame di linguaitaliana per il rilascio della Carta di sog-giorno.In chiusura abbiamo ricordato ai sociquanto sia importante la loro partecipa-zione e la loro adesione a sostegno deidue Congressi Nazionali e Provincialidell’A.P.I.-COLF e della FEDERCOLF.Asia Rhina De Los Santos

Roma API-COLF Sede Provinciale: -CALENDARIO ATTIVITà anno 2011

• 6 marzo 2011 - ore 15.30 via PompeoMagno, 106: Festa di CARNEVALE

• 27 marzo 2011 - ore 15.30 - via PompeoMagno, 106: Incontro Spirituale in pre-parazione della Santa Pasqua, guidato daMons. Carmine Recchia, assistente spiri-tuale

• 3 aprile 2011 - ore 9.00 - visita del FOROROMANO guidata da Mons. Recchia

• 10 aprile 2011 - ore 15.30: Via Palestro,23 Congresso Provinciale API-COLF eFEDERCOLF

• 15 maggio 2011 - GITA a FIRENZE:partecipazione al Congresso NazionaleAPI-COLF / FEDERCOLF

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Milano: In vista del Congresso nazionaledella Federcolf il Consiglio direttivo delsindacato ha organizzato un incontro for-mativo ed informativo che si è tenuto a Mi-lano il 10 gennaio, nella sede di Piazza IVNovembre 6. Si è parlato di:• Aggiornamenti legislativi• Informazioni sulla gestione

CAS.SA.COLF• Piattaforma per il rinnovo del CCNL• Tesi del Congresso Federcolf

VITA ASSOCIATIVA

Dalle province

“La pietà è spesso

una coscienza

dei nostri stessi mali

nei mali altrui”.

La Rochefoucauld

“Nessun uomo

è un’isola a sé stante;

ognuno è parte

di un continente”.

John Donne

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IMPEGNO 10

VITA ASSOCIATIVA

Pezzi di storia da raccogliere e raccontare.Per non dimenticare l’evoluzione dell’API- COLF attraverso chi ha contribuito arenderla negli anni, grazie alla propria di-sponibilità e passione, ciò che è oggi. Ri-cordiamo Fernanda Bruseghini, che èstata per molti anni una dirigente provin-ciale di Milano e ha diretto il nido fre-quentato dai figli delle colleghe colf.

Parliamo di una collega che ha ma-turato il “Premio fedeltà” al nostrogiornale, la Valtellinese Fernanda

Bruseghini. Quel giornale fondato in annilontani, allora si intitolava “La Casa e laVita”. Col passare dei decenni cambiò te-stata e si chiamò “LE COLF” in ossequioal rinnovato appellativo della categoria dicollaboratrici familiari. Terzo ed ultimotitolo del giornale, l’attuale “IMPEGNO”che si apre alle nuove figure e forme di im-piego della categoria oggi: colf, assistentidomiciliari, addette all’assistenza, fisse, agiornata o ad ore …

Fernanda parte giovanissima dalla Val-tellina, emigra in Svizzera, dove torneràper tre anni di seguito per lavori stagionali.Negli anni successivi lavorerà a Sondrioper poi trasferirsi a Como a lavorare in unafamiglia; frequenta il gruppo colf pressole suore Canossiane. Questi incontri conle colleghe l’aiutano a stringere amicizie,ad avere la necessaria carica per ricomin-ciare.

Al gruppo c’è una riunione importante,Fernanda vi partecipa attivamente, ma ilsuo destino non finisce lì. Viene invitataad andare a Roma per frequentare uncorso per dirigenti presso il Centro Colf,con la formula “studio–lavoro”; conti-nuerà il suo impegno presso famiglie masarà poi invitata a risalire in Lombardia.

Ritornerà al nord, a Milano, per una im-presa non facile: dirigere con Rosa DiMarco, il nido dove verranno ospitati gior-nalmente i bimbi del quartiere “Fatima”.Un quartiere di nuovissimi insediamenti,tante famiglie giovani, tanti bimbi maanche mini appartamenti per le colf. Que-sta iniziativa realizzata dal ConsorzioCasa di Milano - denominata “Casa Fe-lice” - ha visto la nuova generazione dicolf, finito il lavoro, tornare la sera congioia in una casa propria.

Il ritorno nella terra nativaDopo anni ricchi di esperienze, Fer-

nanda torna in Valtellina dove vive tuttora;vorrebbe continuare sui suoi passi per im-pegnarsi ancora come negli anni “verdi” .

La salute cagionevole la trattiene nellasua terra di origine, come per tante ami-che della nostra generazione. Dice che nonè facile, soprattutto dopo molte espe-rienze. Tuttavia là sono le radici e tanti ri-cordi. Si impegna, salute permettendo, inparrocchia come ministro dell’Eucarestia,nelle visite ad anziani o malati. Vive di ri-cordi degli anni “verdi”, pensa alle per-sone con le quali ha potuto spendere anniinteressanti ricchi di attività ed impegni.Forse rivedrà le foto dei “suoi” bimbi, che

ricorda per nome, oggi diventati ancheloro mamme e papà. Ricorda noi tuttenelle preghiere, in particolare le dirigenti,perché sappiano mantenere vivo lo spiritoche ha sempre animato il nostro servizioalla categoria.

Grazie Fernanda, per il tuo mezzo se-colo di fedeltà al giornale di categoria. Ab-biamo perso gli elenchi di allora … Io nel1958 ero al primo anno a Roma, ma ri-cordo quei nomi. Quando si profilava l’oc-casione di venire al nord ero sempre felicedi ritrovarti nei gruppi, respirare aria dicasa, risentire i vostri accenti lombardi.

Clementina Barili

M e z z o s e c o l o d i f e d e l t à

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11 IMPEGNO

VITA ASSOCIATIVA

Si sono conclusi a Cremona, per ilsecondo anno consecutivo, i corsiper Assistenti familiari, nell’am-

bito di un progetto condiviso con il Co-mune di Cremona, ANCITEL Lombardiae altri enti.

I corsi hanno avuto una durata di 160ore, con una importante prerogativa, oltrequella di conseguire una attestazioneprofessionale: il riconoscimento di un

credito formativo. Al secondo ed ultimocorso, iniziato il 13 settembre 2010,hanno partecipato 28 persone, di cui 6uomini e 7 italiane. Questi dati mettonoin evidenza alcuni fenomeni che semprepiù si riscontrano negli ultimi tempi: que-sto lavoro, tradizionalmente appannag-gio delle donne, sta cominciando adessere considerato anche dagli uomini,rompendo di fatto arcaici tabù; dopo averassistito negli ultimi anni a una maggio-ritaria presenza di immigrati nel settoredell’assistenza e del lavoro domestico,vediamo affacciarsi sempre più le nostreconnazionali, spinte da un bisogno di la-voro imposto da una crisi che colpiscetutti i settori, in particolare le donne.

Durante lo svolgimento del corso c’èstata grande partecipazione e interesserispetto alle materie di studio e agli ar-gomenti trattati, oltre ad una buona con-divisione e un grande affiatamento tra ipartecipanti. Il programma è stato por-tato a termine con serenità ed entusia-smo.

La formazione ha spaziato tra vari ar-gomenti, dall’aspetto sanitario a quello

infermieristico, alla conoscenza delletecniche della gestione della casa e dellapreparazione dei pasti.

Si sono svolte lezioni teoriche ed eser-citazioni pratiche, con un breve periododi tirocinio presso strutture convenzio-nate. Il corso si è concluso il 22 dicem-bre 2010. Dopo aver superato unaverifica finale 21 allievi hanno conse-guito l’Attestato di Assistente Familiare.

Al termine di questa esperienza i cor-sisti hanno espresso un giudizio positivoin quanto hanno raggiunto l’obiettivopreposto, quello di aver acquisito le co-noscenze per poter svolgere il lavoro inmodo professionale e competente.

Ed è proprio la professionalità che a

volte manca nel nostro settore ed è perquesto che sempre più si sente il bisognosia da parte degli operatori sia su richie-sta delle famiglie di mettere in campo unlavoro capillare di formazione.

A questa necessità l’API - COLF èmolto sensibile ed attenta. Per questo sicercano di organizzare, sempre più e congrande sforzo, dei corsi ottenere qualifi-che che vadano al di là della buona vo-

lontà e del buon senso dei lavoratori edelle lavoratrici.

In conclusione la sfida di oggi e di do-mani è proprio quella di dare sempre piùvalore a questo lavoro, che a torto è sem-pre stato considerato come “ultima spiag-gia” per immettersi nel mondo del lavoro.

Oggi le esigenze delle parti coinvoltesono molto complesse e specifiche; daqui nasce la necessità di una valorizza-zione della persona, mettendola in con-dizione di svolgere il proprio lavoro conil massimo dei supporti e delle compe-tenze affinché possa essere definita atutti i titoli: una professionista.

Livia Scansani

LE SFIDE PER UNA MAGGIORE PROFESSIONALITà

LA FORMAzIONE PROFESSIONALE

“Non ci si inserisce

nelle istituzioni

e non si opera

dal di dentro

delle medesime

se non si è

scientificamente

competenti,

tecnicamente capaci,

professionalmente

esperti”.

La Rochefoucauld

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IMPEGNO 12

RIFLESSIONI

È sulla base di questo documento che la Cnal(Consulta Nazionale delle Aggregazioni Lai-cali), tramite la segretaria generale, PaolaDal Toso, ci invita a divulgare alcuni testi utiliper approfondire la riflessione, sul tema del-l’educazione negli Orientamenti pastoralidella Chiesa italiana 2010/2020 .

La persona, che viene prima della suaapertura alla relazione, non può nonessere “sociale” e tale è fin dalla na-

scita, anche se è vero che il suo esistere è talegrazie anche all’interesse della relazioneeducativa.

Parlare di persona è indicare una realtàben diversa dall’individuo. E quando siparla di “persona sociale” si fa riferimentonon tanto al cittadino di uno Stato, quanto achi fa parte di una società di persone cheviene prima dello Stato, a partire dalla so-cietà familiare, per venire alla società civileche è il luogo del prepolitico, l’insieme dellepersone riunite in comunità, che hanno e de-vono avere spazi di attività non dipendentinecessariamente allo Stato.

Il libero associazionismo, quello di nu-merose organizzazioni giovanili per un

sano e costruttivo impiego del tempo li-bero, oggi costituisce il terzo polo edu-cativo dopo quello della famiglia e dellascuola. È uno strumento importantissimodi formazione alla socialità, alla parteci-pazione alla virta comune, con l’impegnolibero e responsabile della propria per-sona. È, fra l’altro, l’occasione di costru-zione di solide e durature amicizie cherendono più gioiosa la vita. Genitori equanti in genere li affiancano nel compitoeducativo sono chiamati ad offrire a bam-bini, ragazzi e adolescenti stimoli decisie coerenti all’altruismo, alla solidarietà(che è sorella gemella della sobrietà), al-l’etica della reciprocità, che aiutino aduscire dai microcosmi di innumerevoliegoismi, che connotano purtroppo la vitadegli adulti.

Il libro di Paola Dal Toso “Per una per-sona sociale. Il valore dell’esperienza edei luoghi associativi” intende offrire unariflessione sul senso e sul valore educa-tivo dell’esperienza aggregativa in untempo di forte individualismo. Impararea stare con gli altri rispettandoli e condi-videndo obiettivi è una straordinaria op-

portunità di formazione per i futuri cittadini. Il testo affronta la socialità, come dimen-

sione della persona, indagando sull’interro-gativo: sociali si nasce o si diventa? Qualel’educazione alla socialità in famiglia, nel-l’ambito dell’esperienza scolastica, nelgruppo e nei vari luoghi informali e formalidella socialità? Quali obiettivi perseguire inun itinerario forativo che porti a crescere, apartire dalla relazione con gli altri, all’as-sunzione di responsabilità a livello sociale?Quali problematiche emergono nell’attualecontesto a seguito della diffusione dei nuovimedia, che sempre più incidono sulla di-mensione sociale e, paradossalmente, se dauna parte possono favorire la comunica-zione, dall’altra rischiano di contribuire anuove forme di disagio sociale?

Il libro vuole essere un contributo alla ri-flessione sul tema della socialità oggi sem-pre più ristretta alla famiglia di origine, ilche provoca isolamento, solitudine. Ragazzie giovani vivono la dimensione della com-pagnia con cui si trascorre il tempo, magarisenza sapere come, ma non certo al suo in-terno fanno esperienza gratuita dell’amici-zia. Educare alla socialità con maggioreintenzionalità oggi significa vincere la con-vizione che sia più vantaggioso pensare perlo più ai propri interessi, implica fronteg-giare la sfiducia nei confronti degli altri, ildiscredito verso le istituzioni, il deficit di ci-vismo, la dimenticanza, se non addiritturadi rimozione di momenti forti della nostrastoria nazionale.

Per una persona sociale. Il valore del-l’esperienza e dei luoghi associativi è unodei primi tre libri pubblicati dall’editrice LaScuola nella nuova collana Alfabeto del-l’educare che con linguaggio semplice sipropone di aiutare genitori, insegnanti, edu-catori a riflettere su alcune essenziali que-stioni educative e riappropiarsi di maggioreintenzionalità educativa, accogliendo l’in-vito che i Vescovi italiani hanno rivolto conil recente testo Educare alla vita buona delVangelo Orientamenti pastorali dell’Epi-scopato Italiano per il decennio 2010-2020.

P. Dal Toso,

Per una persona sociale. Il valore

dell’esperienza e dei luoghi associativi.

La Scuola, Brescia - 2010

EducarE, impEgno di tutti

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13 IMPEGNO

RIFLESSIONI

L a pubblicazione degli Orienta-menti pastorali della Conferenzaepiscopale italiana rappresenta

un invito forte, rivolto alla comunità ec-clesiale e alla società civile, a porre alcentro dell’attenzione l’educazione.

C’è bisogno di nuova idealità educa-tiva e di una rinnovata responsabilitàverso la formazione della persona nellasua integralità e trascendenza.

Questo volume, curato da un gruppodi esperti (laici impegnati, pedagogisti,vescovi), si presenta come un articolatopercorso di lettura: per favorire una vi-sione d’insieme dei diversi contenutidel documento, per avviarne un appro-fondimento, per sostenere un impegnoche riguarda tutti.

La prefazione è del segretario gene-rale della Cei mons. Mariano Crociata.Il volume contiene il testo integrale de-gli orientamenti pastorali.

Testi di: Paola Bignardi, Franco Giu-lio Brambilla, Ivo Lizzola, FrancoMiano, Domenico Sigalini.

P. Triani ( a cura di),

Educare, impegno di tutti.

Per rileggere insieme gli Orientamenti

pastorali della Chiesa italiana 2010-2020

S ulla questione educativa «il con-tributo dell’AC sarà fortissimo.Noi abbiamo un immenso patri-

monio da valorizzare, sia nel senso dielaborazione culturale di nuove idee checome esperienza da mettere in gioco».Franco Miano, presidente dell’AzioneCattolica, riflette ad alta voce sul pia-neta-educazione, cui la Chiesa italianaha deciso di dedicare gli Orientamentipastorali per il prossimo decennio. E na-sce “Chi ama educa”.

«L’Ac - prosegue Miano - ha sempreposto il tema dell’educazione al centrodel suo percorso associativo e tanti laicicredenti, così come molti cittadini im-

pegnati in politica oggi come ieri, si sonoformati alla scuola dell’Ac. Si tratta di ri-lanciare la nostra proposta educativa, ri-leggendola alla luce delle emergenze del-l’oggi che, ancora più di ieri, richiedonodi porre al centro una proposta integraleper la persona, capace di coniugare ade-guatamente tutte le dimensioni dellavita».Il libro ha vinto il Premio Capri San Mi-chele 2010 - Sezione Pedagogia

Franco Miano, Chi ama educa. Vocazione, cura e impegno formativo.

Tracce per un percorso. Ave, Roma 2010

UNA NUOVA “IDEALITÀ EDUCATIVA”

chi ama educa

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In una stagione in cui la politica e la co-municazione mediatica al bivio tra pro-tagonismo e servizio il più delle volte

scelgono il primo, occorrono uomini edonne che sentano forte il desiderio di pen-sare, di suscitare domande, di percorrere eindicare sentieri di speranza. Non c’è bi-sogno di elencare casi di mala-politica emala-informazione: è un esercizio che nonei appassiona e neppure rientra nel nostrostile esprimere giudizi.

Non perché vi rinunciamo ma perché ab-biamo stima nelle persone che ci leggono enon vogliamo sostituirci ad esse nella va-lutazione di quanto accade. Quando par-liamo e scriviamo della gente siamoprofondamente convinti di scrivere e diparlare di uomini e donne che insieme, per-corrono la via della responsabilità e del-l’impegno. Persone alle quali soprattuttochi ha ruoli pubblici dovrebbe dare occa-sioni e stimoli per guardare lontano con fi-ducia e non occasioni e stimoli perchiudere gli occhi, il cuore, la mente.

Invece, l’impressione è che in manierasottile e apparentemente indolore si stiascoraggiando il pensiero critico, la memo-ria, la passione per la verità.

Si possono così indirizzare meglio a finipolitici le fragilità, le incertezze, i dubbi,le paure...

Non è facile allertare un’opinione pub-blica, sempre più "rassicurata" e "tran-quillizzata", ad esempio, sulla realtà degliimmigrati.

Un’opinione pubblica che purtropponon reagisce quasi più al ripetersi stru-mentale della parola "clandestini" ben sa-pendo che si tratta di persone che hannodignità, e diritti come tutte.

Un’opinione pubblica che rischia di ras-segnarsi e tacere di fronte al messaggio to-talmente contraddittorio di chi invita aconsumare di più per uscire dalla crisi eco-nomica e nello stesso tempo giustifica il re-spingimento di chi cerca una vita dignitosa.

Contraddizione che dovrebbe suscitarel’indignazione più vibrante.

Occorre più che mai tenere vivo il pen-siero.

Occorre tenere vivo il pensiero suglialtri, anche su quelli che hanno una pelle,una cultura, una storia, una religione di-verse dalle nostre.

Quando il pensiero scompare anche glialtri spariscono e al loro posto appaionofantasmi che incutono paura e sospetto.

I fantasmi si sono sempre prestati algioco dei seminatori di zizzania e di odio.

La storia lo conferma ampiamente.Si tratta però di una brutta storia la cui

direzione può essere cambiata solo dal ri-sveglio della coscienza, dal suo ribellarsialla mediocrità e alla banalità.

La direzione della storia può esserecambiata solo da quel pensiero che ha ra-dici profonde nel silenzio, nello studio,nell’ascolto degli altri e dell’Altro.

Occorre tenere vivo un pensiero "anti-conformista per amore".

Paolo Bustaffa

RIFLESSIONI

UN PENSIERO “ANTICONFORMISTA”

IMPEGNO 14

Nel marasma politico,economico e socialeauguro di gettare il nostro affanno nel cuoredi Colui che per noi nasce e per noi donase stesso affinché possiamo,con piccoli gesti e fortevolontà cambiareciò che da noi dipende.Non lamentiamoci, ma accendiamo il piccolofiammifero del nostro “fare” perché la speranza torni ad illuminare il mondo …Siamo infatti noi che possiamo migliorare ciò che ci circonda.

Mons. Giovanni Celi

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La Conferenza episcopale toscana(Cet) ha recentemente concordatocon la Regione Toscana un Pro-

tocollo d’intesa, tramite la Commissioneper il servizio della salute e l’Assesso-rato regionale al Diritto alla salute, fi-nalizzato ad attivare presso parrocchie,enti e associazioni ecclesiali, azioni einterventi di sostegno all’autonomiadella persona anziana fragile, favoren-done, laddove possibile, la permanenzapresso il proprio domicilio.

Il Protocollo, che sarà tra breve sotto-scritto dalle Parti, intende anche soste-nere lo sviluppo di azioni promozionalie informative tese a favorire l’accessoal sistema integrato dei servizi e dellecure previsti dal servizio pubblico per

la persona anziana. Inoltre, si prefiggedi implementare una rete capillare dipunti di ascolto e di riferimento per so-stenere la domiciliarità per tutte quellepersone anziane portatrici di bisogniche non rientrano come prestazioni spe-cifiche dei servizi istituzionali. Si trattadi rafforzare i tanti servizi di prossi-mità, già in grandissima parte svoltidalle parrocchie, dalle Caritas dioce-sane e parrocchiali, dalle associazionidel volontariato cattolico.

Grazie a questo nuovo ed ulteriorerapporto della Cet con la Regione To-scana, che in parte cofinanzia il Pro-getto, è possibile favorire la creazionedi relazioni sociali significative facendosentire la persona anziana meno sola,

animando le risorse territoriali già esi-stenti con l’attivazione e il coinvolgi-mento di familiari, vicinato, conoscentied amici.

Questo progetto, inserito nel quadropiù ampio delle azioni della pastoraleecclesiale e della carità cristiana, vuolecostituire un forte segnale di attenzionenei confronti della persona anziana, inparticolare per vincerne la fragilità,spesso fatta di solitudine, di povertàmateriali, affettive e spirituali, di rischiche la espongono al penoso passaggioalla non autosufficienza.

Referente p. Renato G. Ghilardi

Incaricato regionale per la Commis-

sione per il servizio della salute

15 IMPEGNO

LAVORO

AssistenzA domiciliAre in toscAnA,

un Accordo trA vescovi e regione

il daTore di lavoro

ha l’obbligo di verificare

se il permesso è regolare

La prima Sezione Penale della Cortedi Cassazione, con sentenza n.25990 dell’8 luglio 2010, ha stabi-

lito che rientra fra gli oneri del datore di la-voro verificare la regolarità del titolo disoggiorno del lavoratore al quale vienedata occupazione.

Nella fattispecie, la mancata verifica ri-guarda l’affermazione del lavoratore, nonrispondente al vero, di trovarsi in attesa diregolarizzazione e, pertanto, nella condi-zione di poter lavorare. La Suprema Cortenon ha ritenuto in questo caso il datore dilavoro sollevato dalla responsabilità pre-vista dall’art. 22, comma 12, del D.Lgs. n.286/1998 relativamente all’assunzione diuno straniero privo di regolare permesso disoggiorno. Ai fini dell’ assunzione, però, ilpermesso di soggiorno, oltre ad essere va-lido, deve anche abilitare il titolare a svol-gere attività di lavoro subordinato; deve,quindi, essere stato rilasciato:. per lavoro subordinato;. per motivi familiari;. per attesa occupazione;. per motivi umanitari;. per asilo politico;

. per motivi di studio limitatamente ad unorario che non superi le 20 ore di lavorosettimanali.

NOTIZIE ASSINDATCOLF

TEST DI ITALIANO PER IL PERMESSO DI SOGGIORNO,DOMANDE ON LINE

IDipartimento per le libertà civili e l’im-migrazione del Ministero dell’Internoha messo a punto la procedura infor-

matica che consentirà la gestione delle do-mande per la partecipazione al test di co-noscenza della lingua italiana chedovranno sostenere gli stranieri che inten-dono richiedere il permesso di soggiornoCE per soggiornanti di lungo periodo.

Da quella data infatti - si legge sul sitodel Ministero degli Interni - in contempo-ranea con l’entrata in vigore del decreto 4giugno 2010 che disciplina le modalità dieffettuazione del test, il cittadino stranierointeressato dovrà inoltrare per via telema-tica alla Prefettura della provincia dove hail domicilio la domanda di svolgimentodel test, collegandosi al sito www.testita-liano.interno.it e compilando il modulo didomanda. Le modalità di inoltro delle do-

mande, di gestione del procedimento e usodell’applicativo nonché di svolgimento deltest di italiano sono indicate dal diparti-mento nella circolare della direzione cen-trale per le politiche dell’immigrazione edell’asilo n. 7589 del 16 novembre 2010.Questo in sintesi il procedimento: l’istanzapresentata on line viene acquisita dal si-stema e trasferita alla prefettura compe-tente. Se la domanda risulta regolare, laprefettura convoca il richiedente entro 60giorni dall’istanza, sempre per via telema-tica, indicando giorno, ora e luogo del test.In caso di irregolarità o mancanza di re-quisiti il sistema genera automaticamentee invia al richiedente una comunicazionecon l’indicazione dei requisiti mancantiper consentire la rettifica delle informa-zioni. Il richiedente che compila e inoltrala domanda ha a disposizione un servizio diassistenza (help-desk) che può contattaretramite un indirizzo e-mail indicato sul sitowww.testitaliano.interno.it. Il risultato deltest, consultabile da parte del richiedenteviene inserito nel sistema a cura della Pre-fettura competente, che lo mette a disposi-zione attraverso web service alla questuraper le verifiche finalizzate al rilascio delpermesso di soggiorno di lungo periodo.

MIGRANTI-press

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IMPEGNO 16

IMPEGNOIMPEGNOCOLF - ASSISTENTI DOMICILIARI

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA COLLABORATORI FAMILIARI

ANNO LXV • N. 3 • MARZO 2011

Direzione: 00192 RomaVia Cola di Rienzo, 111Tel. 063212658c.c.p. 49030000www.api-colf.itDirettore Responsabile: Rita De BlasisSpedito ai soci - Mensile - Autorizzazione del Tribunaledi Roma, n. 14023 del 16 Luglio 1971Stampa: STI-Roma – Via Sesto Celere, 3

POSTE ITALIANE S.P.A.SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003(CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA

LAVORO

È stato reso disponibile sul sito in-ternet dell’Inps un nuovo servizioper la notifica delle scadenze rela-

tive al pagamento dei contributi per i la-voratori domestici.

I cittadini con PIN che sottoscrivono ilservizio riceveranno, al recapito indicato almomento della sottoscrizione del servizio,nei 10 giorni antecedenti la scadenza per ilversamento dei contributi relativi ad unrapporto di lavoro domestico, un messag-gio sms di avviso della scadenza con indi-cazione del codice del rapporto di lavoro edell’importo da pagare con riferimento al-l’ultimo versamento effettuato.

È possibile anche richiedere, in aggiuntao in alternativa, l’invio dello stesso mes-saggio ad un indirizzo di posta elettronica.

Il servizio è raggiungibile nella sezioneSERVIZI ONLINE del sito per tipologia diutente (Cittadino/Servizi rapporto di la-voro domestico), per tipologia d’accesso(Codice fiscale-PIN o CNS/Servizi rap-porto di lavoro domestico) e per tipologiadi sevizio (Servizi per il cittadino/Servizi

rapporto di lavoro domestico).

Fonte: www.inps.it

notifica via sms

delle scadenze

di Pagamento

dei contributi

Per i lavoratori

domestici

Ti regalo un’otticache mi è stata risvegliatadall’ascolto:dall’ascolto del mondodiventato spettacolo e sfidaper chi ha occhi e cuore.Mi è stata suggeritadall’ascoltodi uomini insoddisfatticredenti e non-credenti, di giovani inquieti,di lingue, culture e religionidiverse.Mi è accaduto di incontrarel’altro diverso da mesenza volerlo catturare:senza cercare le uguaglianze che dividono in reticolati di spine e di sangue il mondo.Un’ottica che ho trovatopuntualeai crocicchi delle stradeche percorrono nella mia storia di migrante.

E mi è accaduto di incontrare veramente:oltre i criteri delle immagini, dei pregiudizi, delle difese.Un incontro casualein cui l’universo di Dio e dell’uomosi sono incrociati:“Ero straniero e mi hai accolto” (Mt 25,35)Un incontro universale: un abbraccio profondo e liberoSenza possesso, che svela le appartenenzedi “viandanti” diversi uniti dalla stessa Origine.Un sorriso d’amore che nasce dentro e congiunge comenecessarie le une alle altremani, culture, lingue diverse.

(M. G. Luise)

Ti regalo un’ottica

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