Convegno ATEX 3. Recepimento Normative EN 1
ASL di Mantova – Servizio Impiantistica
RISCHIO
ESPLOSIONE
Mantova 2 Aprile 2008
NORME CEI ARMONIZZATE RECEPIMENTO DELLE NORMATIVE ENValdisolo Paolo - ASL Mantova
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D.Lgs. 233/03Art. 88-octies.
Aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive
1. Il datore di lavoro ripartisce in zone, a norma dell'allegato XV-bis, le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive.
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D.Lgs. 233/03ALLEGATO XV-bis
(art. 88-octies, comma 1, art. 88-novies, comma 2, lettera c)
RIPARTIZIONE DELLE AREE IN CUI POSSONO FORMARSI ATMOSFERE
ESPLOSIVE… per la classificazione delle aree si può fare
riferimento …EN 60079-10 (CEI 31-30) per atmosfere
esplosive in presenza di gasEN 50281-3 per atmosfere esplosive in
presenza di polveri combustibili
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Dal 1 luglio 2007 la norma EN 50281-3 corrispondente
alla CEI 31-52 è stata sostituita dalla EN 61241-10
nota come CEI 31-66
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Cosa è il CEI
Acronimo di Comitato Elettrotecnico Italiano
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E’ composto da sottocomitati che trattano
vari settori Il comitato tecnico che
tratta il pericolo di esplosione è il CT 31
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Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 233/03 è sorto un
equivoco sulle competenze, ad oggi non del tutto superato
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Trattandosi di norme “elettriche”era opinione comune che la
competenza della valutazione del rischio fosse “un problema”
degli studi tecnici di elettrotecnica
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Nel 2003 dopo l’entrata in vigore del Decreto il Servizio
Impiantistica dell’ASL di Mantova organizzò incontri
informativi con le varie Associazioni di categoria ed i
vari Ordini/Collegi professionali
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Contenuti delle norme
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CEI EN 60079-1CEI 31-30
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas
Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
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CEI EN 61241-10CEI 31-66
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di polveri
combustibiliParte 10:
Classificazione delle aree dove sono o possono essere
presenti polveri combustibili
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Tali norme trattano della possibile presenza di
sostanze (gas o polveri) in quantità tale da poter formare
un’atmosfera esplosiva
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Per entrambe le norme sono state pubblicate delle
guide allo scopo di consentirne una più
semplice applicazione
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La CEI 31-35 per i Gase
La CEI 31-56 per le Polveri
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Le sostanze (gas o polveri) possono essere presenti in
modo:Continuo = Sempre
Occasionale = RaramenteImprobabile = Quasi mai
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La possibile presenza delle sostanze (gas o polveri) determina il tipo di zona
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222Improbabile
211Occasionale
200Continua
PolveriZona
GasZona
Presenza
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Presenza Continua di Gas
Zona 0
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Presenza Continua di Polvere
Zona 20
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Presenza Occasionale di Gas
Zona 1
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Presenza Occasionale di Polvere
Zona 21
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Presenza Improbabile di Gas
Zona 2
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Presenza Improbabile di Polvere
Zona 22
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Le precauzioni da adottare dovranno essere più o meno severe a seconda della zona
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Più severe nella zona 0 o 20
meno severe nella zona 2 o 22
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L’estensione delle zone varia a seconda delle
caratteristiche dell’impianto e
dell’ambiente che lo contiene
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Una corretta determinazione delle
zone ne comporta perciò l’estensione
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Le apparecchiature/impianti presenti negli ambienti
dovranno essere perciò in esecuzione corrispondente
alla zona classificata
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Le classificazioni redatte con le normative precedenti
all’entrata in vigore del D.Lgs. 233/03 potrebbero
essere ancora valide.
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La CEI 31-35 (gas) nella sezione 6
e la CEI 31-56 (polveri) nella sezione 7
trattano l’argomento
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Mettono a confronto le classificazioni effettuate dalle “nuove” norme con
quelle della CEI 64-2
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Relativamente ai gas le estensioni delle zone
classificate dalla CEI 64-2 risultano a favore della
sicurezza
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In presenza di polvere la CEI 31-66 richiede una
riclassificazione dei luoghi di classe 2
(CEI 64-2)
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Va evidenziato che l’estensione delle zone pericolose passando
dalla CEI 64-2 alla CEI 31-30/35
in molti casi si è ridotta
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Esempio:Distributore di GPL
per autotrazione
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CEI 64-2/A
1,5 m
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CEI 31-35/A
0,5 m
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Si è passati dalle estensioni “convenzionali” della 64-2 a quelle
più ponderate che tengono in considerazione una serie di
grandezze chimiche e fisiche quali ad esempio: la portata e la
velocità di emissione, la geometria della sorgente di
emissione (SE), ecc.
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La presenza di impianti elettrici nelle Zone 0 e 1 e/o
20 e 21 ne determina l’obbligo di denuncia e
verifica periodica(Art. 88-undecies)
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Le Zone pericolose cosìclassificate tendono ad avere
una minore estensione, gli impianti elettrici potrebbero essere “esterni” ad esse e quindi non più soggetti a
denuncia/verifica
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Inoltre tali impianti potrebbero essere realizzati
con modalità costruttive meno onerose
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La valutazione del rischio esplosione è obbligatoria in
tutti i luoghi di lavoro
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La conseguente classificazione in zone, potrebbe comportare la necessità di dover far
sottoporre ad omologazione sia gli impianti elettrici di
nuova installazione, sia quelli esistenti, ma mai denunciati
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L’omologazione di tali impianti deve essere
effettuata dall’ASL/ARPA competente per territorio
(DPR 462/01 Art. 5 Comma 4)
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Al momento del sopralluogo di
omologazione dovranno essere presenti una serie di
documentazioni
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Gas (CEI 31-34)- Classificazione dei luoghi pericolosi- Gruppo e classe di temperatura delle costruzioni elettriche- Documentazione d’archivio che permetta la verifica del mantenimento delle caratteristiche costruttive orig inali
Polveri (CEI 31-68)- Classificazione delle aree pericolose, che compren da le caratteristiche del materiale (resistività, T minim a di accensione della nube e dello strato, energia minim a di accensione, ecc.)- Caratteristiche della costruzione elettrica, valor i nominali della temperatura, tipo di protezione, codice IP, r esistenza alla corrosione, ecc.- Documentazione d’archivio che permetta la verifica del mantenimento delle caratteristiche costruttive orig inali
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Resta inteso che la classificazione in zone
non èil documento di valutazione
del rischio esplosione ma solo una parte integrante