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3 SI SALVI CHI PUO' - Plemmirio...2014/12/03  ·...

Date post: 15-Oct-2020
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Schede operative e documenti del MOLO DIDATTICO Si salvi chi può! Pag. 1 Area Marina Protetta del Plemmirio Scheda didattica n°3 Scuola primaria di primo grado Primo Ciclo Modulo n°2 (910 anni) Si salvi chi può! Gli adattamenti alla vita sulle scogliere sono molto specializzati. La descrizione delle condizioni di vita che si riscontrano su una costa rocciosa marina o in una pozza di scogliera, potrebbe far pensare alla rappresentazione di un ambiente “infernale”, particolarmente ostile. Infatti, l’acqua da cui un essere vivente trae ossigeno e cibo non è sempre disponibile e potrebbe essere addirittura assente per giorni; le temperature, per mesi, possono superare i 40 gradi centigradi; la concentrazione di sale intorno al corpo spesso è più alta di quella che noi usiamo per condire le verdure o conservare particolari alimenti e, come se non bastasse, le onde comprimono con incredibile potenza qualunque corpo contro la roccia. Per molti animali, però, le coste rocciose o le pozze di scogliera sono gli unici ambienti in cui vivere. L’Area Marina Protetta del Plemmirio, attraverso lo studio sul campo, permette di conoscere da vicino questi organismi e di scoprire gli adattamenti e le strategie di sopravvivenza da loro adottate. Guidati dagli insegnanti e svolgendo ricerche in classe o a casa su Internet, i ragazzi scopriranno la resistenza delle patelle all’impatto delle onde, come si “nascondono” i granchi o i ghiozzi e le bavose dalla vista dei predatori, o come i balani riescono a sopravvivere alla mancanza d’acqua e, osservando la loro distribuzione sugli scogli, fino a dove arrivano le onde del mare in tempesta. Alla fine di tanta ricerca, per essere sicuri che le caratteristiche di alcune specie siano chiare, i bambini potranno divertirsi scatenando le forze della natura in un gioco di ruolo con le carte, particolarmente … spietato! Obiettivi (Al termine del modulo i bambini saranno in grado di:) Sviluppare la capacità di osservazione e di analisi. Descrivere il ruolo dell’Area Marina Protetta. Applicare un metodo di ricerca sul campo. Compiere una ricerca bibliografica e sul web.
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           Schede  operative  e  documenti  del  MOLO  DIDATTICO    

Si  salvi  chi  può!    Pag.  1  

 

Area  Marina  Protetta  del  Plemmirio  

Scheda  didattica  n°3   Scuola  primaria  di  primo  grado-­‐Primo  Ciclo  -­‐  Modulo  n°2  (9-­‐10  anni)  

ù Si  salvi  chi  può!  Gli  adattamenti  alla  vita  sulle  scogliere  sono  molto  specializzati.  

  La  descrizione  delle  condizioni  di  vita  che  si  riscontrano  su  una  costa  rocciosa  marina  o  in  una  pozza  di  scogliera,  potrebbe  far  pensare  alla   rappresentazione  di  un  ambiente   “infernale”,  particolarmente  ostile.  Infatti,  l’acqua  da  cui  un  essere  vivente  trae  ossigeno  e  cibo  non  è  sempre  disponibile  e  potrebbe  essere  addirittura   assente   per   giorni;   le   temperature,   per   mesi,   possono   superare   i   40   gradi   centigradi;   la  concentrazione  di  sale  intorno  al  corpo  spesso  è  più  alta  di  quella  che  noi  usiamo  per  condire  le  verdure  o  conservare   particolari   alimenti   e,   come   se   non   bastasse,   le   onde   comprimono   con   incredibile   potenza  qualunque  corpo  contro  la  roccia.  Per  molti  animali,  però,  le  coste  rocciose  o  le  pozze  di  scogliera  sono  gli  unici  ambienti  in  cui  vivere.       L’Area  Marina  Protetta  del  Plemmirio,  attraverso   lo  studio  sul   campo,  permette  di   conoscere  da  vicino   questi   organismi   e   di   scoprire   gli   adattamenti   e   le   strategie   di   sopravvivenza   da   loro   adottate.  Guidati   dagli   insegnanti   e   svolgendo   ricerche   in   classe   o   a   casa   su   Internet,   i   ragazzi   scopriranno   la  resistenza  delle  patelle  all’impatto  delle  onde,  come  si  “nascondono”  i  granchi  o  i  ghiozzi  e  le  bavose  dalla  vista  dei  predatori,  o  come  i  balani  riescono  a  sopravvivere  alla  mancanza  d’acqua  e,  osservando  la  loro  distribuzione  sugli  scogli,  fino  a  dove  arrivano  le  onde  del  mare  in  tempesta.  Alla  fine  di  tanta  ricerca,  per  essere  sicuri  che  le  caratteristiche  di  alcune  specie  siano  chiare,   i  bambini  potranno  divertirsi  scatenando  le  forze  della  natura  in  un  gioco  di  ruolo  con  le  carte,  particolarmente  …  spietato!  

Obiettivi  

(Al  termine  del  modulo  i  bambini  saranno  in  grado  di:)  

✩ Sviluppare  la  capacità  di  osservazione  e  di  analisi.  

✩ Descrivere  il  ruolo  dell’Area  Marina  Protetta.  

✩ Applicare  un  metodo  di  ricerca  sul  campo.  

✩ Compiere  una  ricerca  bibliografica  e  sul  web.  

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           Schede  operative  e  documenti  del  MOLO  DIDATTICO    

Si  salvi  chi  può!    Pag.  2  

 

Area  Marina  Protetta  del  Plemmirio  

✩ Citare  almeno  due  specie  di  pesci  che  vivono  nell’AMP.  

✩ Citare  almeno  tre  specie  che  vivono  nella  zona  di  scogliera  dell’AMP.  ✩ Identificare  le  caratteristiche  comportamentali  di  almeno  5  specie  studiate.  

✩ Indicare  i  fattori  limitanti  tipici  di  un  ambiente  di  scogliera  e  di  pozza  che  richiedono  adattamenti  specifici  da  parte  dei  viventi.  

Materiale  necessario  

Stivali   di   gomma   per   ogni   bambino   (facoltativi);   macchina   fotografica;   blocco   notes;   matita;   guida   al  riconoscimento   delle   specie   marine;   fogli   di   carta   possibilità   di   plastificare   la   carta;   forbici;   colori,  computer,  accesso  ad  internet;  Presentazione  Power-­‐Point  “Conosciamo  alcuni  abitanti  del  Pianeta  Blu”.  

Cosa  fare  

  Come  si   fa  a  vivere   in  un  ambiente   “spietato”,  dove  chi  non  ha   i  giusti  adattamenti  non  riesce  a  resistere,  neanche  per  poco  tempo?  

Questa  è   la  domanda  da  porre  ai  bambini,  per   farli  avvicinare   in  modo  semplice  e  creativo  al  variegato  mondo  dell’ambiente  di  marea  sugli  scogli,  dove  vivono  alghe  e  animali  molto  specializzati.  

  Proponete   una   situazione   di   fantasia   cui   gli   alunni   devono   rispondere   con   soluzioni   altrettanto  fantastiche.  Chiedete  loro  di  trovare  un  modo  per  superare  (in  termini  di  comportamento,  o  di  oggetti  da  portarsi  dietro,  o  di  collaborazioni  con  altri  compagni,  oppure  di  abbandono  della  stanza  solo  per  qualche  ora)  i  problemi  che  stanno  per  verificarsi  nella  classe:  

Ø per  alcune  ore,  tutta  l’aria  verrà  risucchiata  fuori  dalla  stanza;  

Ø per  alcune  ore,   la  temperatura  diventerà  sempre  più  alta,   fino  a  superare   il  caldo  insopportabile  delle  peggiori  giornate  estive;  

Ø a   intervalli   regolari,   una   forza   misteriosa   proietta   e   sbatte   tutto   quello   che   incontra,   esseri   o  oggetti,  contro  il  muro.  

Quando  tutti  i  bambini  avranno  esposto  la  propria  soluzione  spiegate  che  non  si  trattava  solo  di  un  gioco,  ma   di   una   simulazione   di   quanto   succede   davvero   in   natura,   in   un   ambiente  molto   bello   e   non  molto  lontano  da  noi.  

  Presentate   quindi   l’Area  Marina   Protetta   del   Plemmirio   e   gli   ambienti   che   tutela,   in   particolare  introducete  il  concetto  di  ambiente  di  marea  sugli  scogli  (vedi  sitografia).    

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           Schede  operative  e  documenti  del  MOLO  DIDATTICO    

Si  salvi  chi  può!    Pag.  3  

 

Area  Marina  Protetta  del  Plemmirio  

  Insieme  ai  bambini  trovate  le  corrispondenze  fra  la  situazione  fantastica  da  voi  descritta  e  quella  reale  dell’ambiente  di  marea,  poi  proponete  di  andare  ad  esplorare  da  vicino  questo  ambiente,  ma  con  occhi   “nuovi”.   Organizzate   un’uscita   sulle   coste   dell’Area   Marina   Protetta   del   Plemmirio   e   trovate   un  

punto  sulla  costa  rocciosa  in  cui  sia  possibile  osservare,  in  sicurezza,  gli  organismi  che  popolano  gli  scogli.    Chiedete   ai   bambini   di   portare   gli  stivali  di  gomma,  che  permettono  di  entrare  in  pochi  centimetri  d’acqua  e   avere   una   visione   privilegiata  senza   fare   sforzi   inutili   o   mettersi  in  situazioni  pericolose.  Spiegate   che   l’obiettivo   della  giornata   di   studio   è   quello   di  scoprire   quali   organismi   marini  vivono   nella   fascia   di  marea   di   cui  avete   parlato   in   classe,   in  modo   di  conoscerli   meglio   e   scoprirne   le  strategie  di  sopravvivenza.  

Per   limitare   un   po’   il   campo   di  ricerca,   ammirate   le   alghe   che   vedrete,   ma   concentrate   lo   studio   solo   sugli   animali.   Ogni   volta   che  incontrate  un  nuovo  animale  fotografatelo,  segnate  il  numero  della  foto  e    prendete  appunti  sul  posto  in  cui   lo   avete   visto,   sul  modo   in   cui   si  muove   (se   si  muove)   e   come   ha   reagito   quando   avete   provato   a  toccarlo  con  la  punta  della  matita.  Se   avete   un   dubbio   se   un   organismo   appartenga   al  mondo   vegetale   o   animale,   includetelo   comunque  nello   studio.   Una   guida   al   riconoscimento   degli   animali   marini   sarà   molto   utile,   se   avete   problemi   a  procurarvene  una  da  portare  sul  campo  potete  rimandare   la  determinazione  a  quando  sarete   in  aula  e  potrete  usare  un  computer  con  un  collegamento  a  Internet  (vedi  sitografia)  o,  magari  farvi  aiutare  da  un  esperto  dell’AMP.  Una  volta  scoperti  i  nomi  degli  animali  trovati,  informatevi  sulle  loro  abitudini  di  vita  e  su  quali  sono  gli  adattamenti  che  permettono  loro  di  vivere  in  un  ambiente  tanto  ostile.  

La  tabella  1  potrà  comunque  aiutarvi  a  saperne  di  più  su  alcune  specie,  mentre  nella  sitografia  troverete  spunti  interessanti  per  approfondirne  la  conoscenza.  

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           Schede  operative  e  documenti  del  MOLO  DIDATTICO    

Si  salvi  chi  può!    Pag.  4  

 

Area  Marina  Protetta  del  Plemmirio  

Una  visita  al  Molo  didattico  permetterà  di  vedere,  sia  in  video  sia  nella  vasca  tattile,  gli  animali  che  forse  non  avete  potuto  avvistare  durante  la  vostra  uscita  sul  campo.  

  Quando   la   classe   avrà   preso   confidenza   con   le   specie   di   scogliera   e   le   loro   strategie   di  sopravvivenza,  proponete  di  giocarci  insieme  per  ricordare  e  comprendere  meglio  quanto  studiato.  In  appendice  3  proponiamo  le  regole  di  un  gioco  di  ruolo  con  le  carte,  che  ha  meccanismi  simili  a  quelli    con  i  quali  i  bambini  hanno  già  dimestichezza.  Come   spesso   accade,   le   regole   scritte   sembrano   più   complesse   di   quanto   siano   in   realtà:   leggete   la  descrizione  e  fate  una  prova  con  le  carte  suggerite  dagli  esempi.  Probabilmente  scoprirete  che  i  bambini  si   trovano  molto   più   a   loro   agio   con   questo   tipo   di   gioco   di   quanto   immaginiate.   Concordate   insieme  eventuali   cambiamenti   sia   nelle   regole   di   gioco,   sia   nella   composizione   delle   carte,   in   fin   dei   conti   gli  esperti  …  sono  loro!  

  Una   volta   deciso   come   giocare,   non   rimane   che   completare   le   carte   con   le   specie   che   avete  studiato,   inserendo   le  giuste  caratteristiche   (seguendo   lo   schema  e  gli   esempi  dati),   il   valore  delle   loro  resistenze  e  un’immagine.  Per  rendere   il  gioco  più  vario  fate   in  modo  che  non  tutte   le  carte/animale  abbiano  un  punteggio  pieno.  Realizzate   le   carte   disegnando   gli   animali   e   scrivendo   le   loro   caratteristiche   su   un   cartoncino,   poi  plastificatele  per  renderle  più  resistenti  all’uso.  Per  fare  in  modo  che  il  gioco  sia  più  agile,  formate  delle  squadre  che  devono  concordare  di  volta  in  volta  quale  carta  calare.  

  Se  siete  fieri  di  come  avete  realizzato  il  vostro  lavoro,  provate  a  pensare  una  versione  del  gioco  di  ruolo   che   possa   essere   utilizzata   su   un   computer   con   touch-­‐screen:   l’Area   Marina   potrebbe   produrla  realmente,   magari   avvalendosi   dell’aiuto   di   studenti   degli   Istituti   tecnici   ad   indirizzo   informatico   e  metterla  a  disposizione  di  tutti  i  visitatori  del  Molo  didattico  dell’AMP  del  Plemmirio.  

Considerazioni  finali  

  Al  termine  del  percorso  didattico  proponete  un  momento  di  riflessione  su  quanto  avete  scoperto  e  stimolate  un  dibattito  ponendo  alcune  domande.  

✩ Cosa   accadrebbe   se,   oltre   alle   forze  della   natura,   agissero   altri   fattori   negativi   dovuti   all’attività  dell’uomo?     Ad   esempio,   cosa   succederebbe   se,   per   un’attività   di   estrazione   della   sabbia   dal  fondale,   l’acqua   fosse   sempre  molto   torbida  e  diventasse  molto  difficile  per  qualsiasi  organismo  attaccarsi  in  modo  efficiente  agli  scogli?  

✩ Riuscite  a  immaginare  altri  modi  in  cui  l’attività  umana  potrebbe  disturbare  gli  organismi  studiati?  ✩ In  che  modo  l’AMP  del  Plemmirio  tutela  questi  animali?  ✩ Alla   luce  di   quanto   studiato   e  del   ruolo  dell’AMP,  potreste   trovare  una  giustificazione   ai   diversi  

potenziamenti  che  avete  inserito  nel  gioco?  

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           Schede  operative  e  documenti  del  MOLO  DIDATTICO    

Si  salvi  chi  può!    Pag.  5  

 

Area  Marina  Protetta  del  Plemmirio  

Tabella  3.1    

Nella  fascia  più  alta  si  trovano  gli  organismi  che  si  notano  facendo  una  passeggiata  tra  le  rocce  in  riva  al  mare  e  che  sono  sottoposti  a  periodi  prolungati  di  mancanza  di  acqua.  

Dal  punto  più  in  alto,  scendendo  verso  il  basso  si  possono  osservare  le  seguenti  specie.  

Porcellino  degli  scogli    

(Ligia  italica)  

Spesso  sugli  scogli  si  vedono  piccoli  animali  che  si  muovono  talmente  velocemente  da  non  riuscire  a  identificarne  la  forma  del  corpo.  Si  tratta  di  piccolo  crostaceo  isopode  con  lunghezza  massima  di  un  centimetro  e  con  un  corpo  appiattito  di  forma  ovale,  con  due  lunghe  e  vistose  antenne  sul  capo.  

Il  Porcellino  degli  scogli  è  molto  comune  e  tende  a  rimanere  al  di  sopra  del   livello  del  mare,   infatti,   se   si   schizza   un   po’   d’acqua   sullo   scoglio   scappa   velocemente   al   riparo  poiché,   pur   essendo   un   buon   nuotatore,   non   è   abituato   alle   immersioni  .   Se   le  temperature  si  fanno  troppo  elevate  si  sposta  in  anfratti  a  riparo  dal  sole.  

Littorina  (Littorina  neritoides)  

 

Le   littorine,   minuscoli   gasteropodi   dalla   conchiglia   grigiastra,   si   raggruppano   nelle  fessure   delle   coste   rocciose   e   degli   scogli,   in   paziente   attesa   di   un’ondata   che   le  raggiunga  portando,  con  l’acqua,  la  possibilità  di  scambi  respiratori.  Vere  professioniste  dalla   sopravvivenza,   sono   capaci   di   resistere   molto   bene   alla   siccità   per   periodi  abbastanza   lunghi   (persino   mesi)   proprio   perché   riescono   a   conservare   una   certa  quantità   d’acqua   sotto   la   conchiglia,   la   cui   imboccatura,   per   di   più,   può   essere   chiusa  ermeticamente   con   un   opercolo.   Il   loro   nutrimento   è   fornito   dalle   alghe   e   dai   piccoli  licheni  che  incrostano  le  rocce  su  cui  vivono.  

Denti  di  cane,  Cirripedi  (Chthamalus  stellatus,  Balanus  perforatum)  

 

Al   di   là   di   ogni   immaginazione   i   denti   di   cane   sono   …   crostacei,   animali,   quindi,  appartenenti  allo  stesso  gruppo  delle  aragoste  e  dei  gamberetti!  La  struttura  a  forma  di  vulcano   è   il   carapace,   che   si   fissa   alle   rocce,  ma   anche   a   pezzi   di   legno,   conchiglie,   o  barche.    

La   sua   forma   è   simile   al   molare   di   un   mammifero   ed   è   questo   il   motivo   per   cui   la  fantasia  popolare  gli  ha  dato  il  nome  di  “dente  di  cane”.  Sulla  sommità  del  cono  si  trova  un’apertura   regolata   dall’animale   che,   in   presenza   d’acqua,   per   le   oscillazioni   della  marea  o  per  gli   spruzzi  delle  onde,  permette  ai   cirri   (zampe   trasformate,  provviste  di  setole)  di  agitarsi  per  catturare  le  particelle  organiche  di  cui  si  nutre.  Quando  l’animale  è  morto,  il  cono  si  presenta  vuoto.    

La  vita  di  questi  organismi,  è  influenzata  dalle  condizioni  esterne,  perché,  dopo  essersi  fissati  in  un  punto  preciso  sulla  roccia,  vi  permangono  per  tutta  la  loro  vita.  È   quindi   essenziale   per   la   loro   sopravvivenza   il   ripetersi   dei  movimenti   del  mare,   in  particolare  per  quegli   individui  che  sono  collocati  molto  in  alto  rispetto  alla  superficie  delle   acque   marine.   Gli   individui   di   Chthamalus,   distribuiti   anche   ad   altezze  relativamente  distanti  dalle  acque  marine,  sono   indicatori  di  zone  soggette  a  ondate  e  

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           Schede  operative  e  documenti  del  MOLO  DIDATTICO    

Si  salvi  chi  può!    Pag.  6  

 

Area  Marina  Protetta  del  Plemmirio  

spruzzi  frequenti.  Anche   questi   animali   sopravvivono   all’asciutto,   mantenendo   all’interno   del   guscio,  chiuso  ermeticamente,  un  po’  di  acqua  marina,  in  attesa  di  condizioni  più  favorevoli.  Talvolta   si   sviluppano   addossati   gli   uni   agli   altri   sugli   scogli   e,   a   dispetto   delle  dimensioni,   la   loro   vita   può   essere   molto   lunga:  possono   raggiungere,   infatti,   i  quarant’anni  di  età.  

Il  Chthamalus  si   trova  nella  zona  più   lontana  dal  mare,  mentre   il  Balanus  in  quella  più  vicina.  

Patella  

(Patella  sp.)  

Sono   fra   i   molluschi   che   si   trovano   più   facilmente   sugli   scogli,   sono   dotati   di   una  conchiglia   conica,   sottile,   dal   contorno   tondeggiante,   che   si   adatta   alla   superficie   cui  l'animale  aderisce.  Il  corpo  è  munito  di  una  parte  tonda  e  robusta,  chiamata  piede,  che  si  attacca  come  una  ventosa  sul  substrato  anche  grazie  alla  secrezione  di  una  sostanza  vischiosa.    

Quando   il   mare   si   ritira,   le   patelle   si   chiudono   ermeticamente   e   mantengono   acqua  all’interno   del   guscio   anche   perché,   durante   il   loro   sviluppo,   erodono   un   punto   sullo  scoglio  in  modo  che  i  margini  della  conchiglia  combaci  perfettamente  con  la  superficie  rocciosa.  Sono   animali…“pigri”,   che   tendono   a   restare   immobili.   Quando   sono   bagnati   dagli  spruzzi   mantengono   sollevato   di   pochi   millimetri   il   loro   guscio   per   poi   abbassarlo  immediatamente  al  primo  cenno  di  pericolo.  Le  alte  maree,  che  bagnano  gli  scogli,  creano  le  condizioni  ottimali  per  il  movimento  di  questi  animali.  È  quello,  infatti,  il  momento  che  i  molluschi  prediligono  per  muoversi,  e  così  scendono  in  mare  per  trovare  cibo,  costituito  per  la  gran  parte  da  alghe  incrostanti,  “raschiate”  dal  substrato  grazie  ad  un  apparato,  simile  a  una  lingua  ricoperta  da  uncini,  chiamato  radula.  Le  patelle  non  si  allontanano  mai  troppo  dalla   loro  “casa”  sugli  scogli  (al  massimo  1-­‐2  metri),  e,  al  loro  ritorno,  possono  ritrovarla  “captando”  i  segnali  chimici  delle  sostanze  contenute   nel   muco   che   hanno   deposto   all’andata.  Alcuni   ricercatori   hanno   inoltre  scoperto   che   il   muco   prodotto   durante   gli   spostamenti   ha   un’azione   stimolante   sulla  crescita  delle  alghe.    

Cozza  

(Mytilus  edulis  e  M.Galloprovincialis)  

 

Tutti  conoscono   i  pregi  alimentari  delle  cozze  e,  nella  maggior  parte  dei  casi,  anche   le  loro  abitudini  di   filtratori;   infatti,   se   l’acqua   in  cui  vivono  non  è  pulita  e  ossigenata,   le  conseguenze   si   ripercuotono   anche   sulla   salute   di   chi   le  mangia.   Tipici   abitanti   delle  rocce,   le   cozze   vi   si   aggrappano   con   i   filamenti   di   una   stanza   chiamata   Bisso,   che  secernono   con   apposite   ghiandole   (nell’antichità   dal   bisso   si   ricavava   un   tessuto  particolarmente  pregiato).  

Quando  la  marea  si  abbassa,  le  cozze  trattengono  l’acqua  all’interno  delle  valve  chiuse,  resistendo   alla   siccità   anche   per   parecchi   giorni.   La   resistenza   ad   alte   temperature,  invece  è  relativa:  quando  ci  sono  molti  animali  ammassati  uno  sull’altro,  quelle  sotto  le  altre  resistono  meglio  alla  forte  insolazione.    

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Si  salvi  chi  può!    Pag.  7  

 

Area  Marina  Protetta  del  Plemmirio  

Il  M.  edulis  si  posiziona  più  lontano  dall’acqua  rispetto  al  M.  galloprovincialis.  

Polichete  

(Famiglia  Serpulidi)  

 

La   conchiglia   nera   e   lucente   della   cozza   si   presenta   frequentemente   come   decorata  all’esterno  da  ghirigori  bianchi  in  rilievo.  

Si   tratta,   in   realtà,   di   tubicini   di   natura   calcarea   secreti   da   alcuni   vermi   marini   che  vivono  al   loro   interno.  L’animale  si  sporge   fuori  dall’apertura  solo  di  alcuni  millimetri  per   filtrare   l’acqua   attraverso   un   ciuffo   di   tentacoli   piumati   che   agitano   l’acqua,  convogliandola   all’interno   per   permettere   gli   scambi   respiratori   e   l’afflusso   delle  particelle  nutritive.  Uno  dei   tentacoli   è  modificato   a   formare  una   specie  di   tappo,   che  può  servire  a  chiudere  il  tubo  quando  il  verme  vi  si  ritira  durante  la  bassa  marea.  

Granchio  corridore  

(Pachygrapsus  marmoratus)  

Il  nome  di  questo  granchio  spiega  perché  riesce  a  fuggire  tanto  abilmente  dai  bambini  che  d’estate  lo  inseguono  fuori  dall'acqua  o  nella  zona  interessata  dalla  marea.  

Ha  dieta  varia,  e  spesso  si  nutre  anche  di  pesci  morti  o  meduse  spiaggiate.  

La  sua  larghezza  massima  è  di  circa  7  centimetri  ed  è  munito  di  due  robuste  chele,  che  utilizza  anche  per  difendersi,  di  cui  una  ha  dimensioni  maggiori  dell'altra.  Se  si  trova  in  condizioni  di  difficoltà,  per  fuggire  si  amputa  autonomamente  uno  o  più  zampe.  

Viene  cacciato  dal  polpo  che,  raramente,  lo  può  inseguire  anche  fuori  dall'acqua.  

Se   le   temperature   sono   troppo   alte   o   la   riserva  di   acqua   interna  diventa   insufficiente  per  la  respirazione,  si  sposta  velocemente  in  mare.  

Nella  zona  inferiore  della  scogliera  è  possibile  notare  organismi  meno  resistenti  alla  mancanza  d’acqua  ma  allo  stesso  tempo  adattati  al  forte  movimento  d’acqua  causato  dall’infrangersi  delle  onde.  Dal  punto  più  in  alto,  scendendo  verso  il  basso  si  possono  osservare  le  seguenti  specie.  

Chiocciola  di  mare  (Monodonta  turbinata)  

   

Le   chiocciole  di  mare  sono,   insieme  alle  patelle,   i  molluschi  più  comuni  da  osservare  lungo   la   costa   rocciosa.   Sono   facilmente   riconoscibili   poiché   hanno   una   conchiglia  molto  robusta  con  sfondo  a  tonalità  quasi  sempre  giallastre  o  verdastre,  ornata  di  fitte  e  regolari  maculature  più  scure  (verdi,  rosse  o  blu).  Sono  erbivori  e  si  nutrono  di  alghe  e  di  detriti  vegetali  che  trovano  anche  nelle  pozze  di  marea,  dove  resistono  ad  ampie  variazioni   dei   parametri   chimico   fisici   dell'acqua.  Rimangono   spesso   fuori   dall'acqua  vicino   alla   riva,   in   aree   comunque   protette   e   ombreggiate,   mantenendo   un   poco  d'acqua  nella  conchiglia  per  evitare  la  disidratazione.  

 

Pomodoro  di  mare    

(Actinia  equina)  

 

A  vederlo  fra  le  rocce,  rosso  e  compatto,  questo  parente  della  medusa  sembra  proprio  un   bel   pomodoro  maturo.   Quando   viene   ricoperta   d’acqua   dell’alta  marea,   però,   ecco  l’attinia   sbocciare   come   un   fiore,   cominciando   ad   agitare  mollemente   i   suoi   tentacoli  nell’intento  di  procurarsi   il   cibo.   Sebbene  viva   fissa   al   substrato,   l’attinia   si   procura   il  cibo  (gamberetti  e  piccoli  pesci)  grazie  all’effetto  urticante  esercitato  dai  suoi  tentacoli  che,   peraltro,   sono   innocui  per   le  persone.  Queste   attinie,   come  quelle  di   altre   specie,  possono  spostarsi,  seppur  molto  lentamente,  sugli  scogli  scivolando  sul  disco  pedale.   I  

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dischi  alla  base  dell'animale  presentano  generalmente  un  bordo  bluastro.  

Paguro  

(Clibanarius  erythropus.)  

 

Incontrando  il  paguro  si  ha  l’impressione  di  vedere  un  essere  mitologico…del  tipo,  per  capirci,   dei   centauri.   La   metà   anteriore   del   corpo,   infatti,   corrisponde   a   un   tipico  crostaceo,  mentre   la  parte  posteriore  si  presenta  come  una  conchiglia.  Basta  poco  per  costatare,  però,  che  essa  non  fa  parte  integrante  dell’animale,  ma  è  semplicemente  una  protezione,  scelta  dal  paguro  per  mettere  al  riparo  il  suo  addome,  molle  e  vulnerabile.  Il  paguro,   infatti,  sceglie   la  conchiglia  vuota  di  un  mollusco  gasteropode  e  vi   introduce  l’addome   lasciando  sporgere   la  parte  anteriore  del   corpo  che,   invece,   è  ben  difesa  dal  carapace.   Va   da   sé   che   il   paguro,   nel   corso   della   sua   vita   aumenta   di   dimensioni   e,  quindi,  deve  affrontare  periodicamente  il  problema  di  cercarsi  una  nuova  casa.  

Questo  piccolo  paguro  si  avventura  sugli  scogli  muovendosi  talvolta,  per  qualche  breve  tratto,  anche  all'asciutto.  In  questo  modo  riesce  a  raggiungere  piccole  pozze  di  marea  o  "piscine"   che   si   formano   tra   gli   scogli.   Solitamente   "abita"   conchiglie   di  molluschi   del  genere  Monodonta  o  Cerithium,  che  trova  in  gran  quantità,  abbandonate  o  predate,  nelle  zone   costiere.  Il  colore  principale  dell'animale  è  verde  oliva,  con  antenne  arancioni.  

Bavosa  bianca  

(Parablennius  rouxi)  

Se   si   è   fortunati,   sugli   scogli   si  può  vedere  anche  un  pesce   che  per  brevi  periodi   esce  dall’acqua:   si   tratta   della   bavosa,   che   raggiunge   7   cm   di   lunghezza   al   massimo   e,  solitamente,   predilige   zone   poco   influenzate   dal   moto   ondoso,   così   da   poter   risalire  spesso  verso  la  superficie  per  nutrirsi  di  alghe  e  di  piccoli   invertebrati,  quali   i  denti  di  cane  e  chiocciole.  

Il  nome,  poco  lusinghiero,  è  dovuto  alla    secrezione  di  muco  che  ricopre  tutto  il  corpo,  permettendo  al  pesce  di  respirare  e  muoversi  per  pochi  minuti  fuori  dall’acqua.  

Sitografia  3  

http://www.portofinoamp.it/it/schede-­‐organismi.html  

http://www2.units.it/wwfmiram/pagine/elfa.htm  

http://www.seawolfdiving.it/la_zona_di_marea.html  

http://www.naturaitalia.it/home_it/biodiversita/conoscere-­‐la-­‐biodiversita/eco-­‐sis-­‐ma-­‐co2df4.html?p=8  

www.unicam.it/scuolascienzeambientali/matdid/.../morfcost.pdf  

http://www.biologiamarinaroma.org/biomar/ECOLOGIA%20MARINA_2010_AMBIENTI1.pdf  

 

 

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ù Le  possibili  regole  del  gioco  Scopo  del  gioco  

Riuscire  a  portare  a  fine  gioco  il  numero  maggiore  degli  animali  a  noi  affidati,  vivi.  

Dotazione  

Due  mazzi  di  carte  

Ø Primo  mazzo  detto  "EVENTI  "    

All'interno  del  mazzo  Eventi  si  trovano  le  carte  che  simulano  degli  eventi,  naturali  e  non,  cui  gli  animali  dovranno  resistere.  

Ogni  carta  EVENTO  avrà  una  potenza  variabile  da  0  a  5  che  si  riferisce  a  una  o  più  capacità  di  resistenza  degli  ANIMALI    di  cui  alle  singole  carte.  

Esempio  1:  

CARTA  EVENTO  (l’intensità  degli  EVENTI,  come  le  RESISTENZE  degli  ANIMALI  possono  variare  da  0  a  5,  la  resistenza  massima  è  indicata  nella  tabella  3.2)  

• Giornate  particolarmente  calde:  TEMPERATURA  di  potenza  4    

Quando  si  giocherà  questa  carta  EVENTO  tutti  gli  ANIMALI  con  RESISTENZA  al  CALORE  inferiore  a  4  moriranno  e  lasceranno  il  gioco,  e  le  carte  verranno  messe,  a  faccia  coperta,  nel  MARE  APERTO  dove  diventeranno  cibo  per  i  pesci.  

Esempio  2:  

CARTA  EVENTO  

• Onde  forti  :  FORZA  di  potenza  3    Quando  si  giocherà  questa  carta  EVENTO  tutti  gli  ANIMALI  con  RESISTENZA  alla  FORZA  inferiore  a  3  moriranno  e  le  carte  verranno  messe,  a  faccia  coperta,  nel  MARE  APERTO  dove  diventeranno  cibo  per  i  pesci.  

 

 

 

 

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Ø Secondo  mazzo:  è  composto  da  ANIMALI  e  da  POTENZIAMENTI.  

Le  carte  ANIMALI  indicheranno  una  specie  e  3  valori  di  RESISTENZA:  

• alla  FORZA  

• alla  TEMPERATURA    

• alla  MANCANZA  ACQUA  Ogni  valore  sarà  compreso  fra  0  e  5  ,  ma  tutti  gli  ANIMALI  dovranno  avere  una  RESISTENZA  TOTALE  uguale  a  10  (cioè  la  somma  dei  3  valori  di  resistenza  dovrà  essere  al  massimo  10).  

Esempio  1:  

CARTA  ANIMALE  

Patella  

• La  conchiglia  resiste  all’urto  delle  onde                   FORZA       4  • Resiste  alle  alte  temperature                   TEMPERATURA     3      • Conserva  l’acqua  all’interno  della  conchiglia                 MANCANZA  ACQUA   3  

Esempio  2:  

CARTA  ANIMALE  

Bavosa  • Si  allontana  dagli  scogli  quando  il  mare  è  molto  agitato             FORZA              5  • Si  allontana  dalle  pozze  quando  le  temperature  salgono  troppo   TEMPERATURA                2  • Riesce  a  assorbire  ossigeno  dall’aria  per  un  breve  periodo       MANCANZA  ACQUA  3  

Le  carte  POTENZIAMENTO  potranno  aumentare  le  resistenze  degli  ANIMALI  per  un  massimo  di  potenza  4,  per  un  una  capacità  di  resistenza  specifica.  Le  carte  POTENZIAMENTO  saranno  il  33%  del  totale  del  mazzo.  

Esempio  1:  

CARTA  POTENZIAMENTO  

• FORZA         +1  Esempio  2:  

CARTA  POTENZIAMENTO  

• TEMPERATURA       +3          

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Come  giocare  

Ø Primo  Turno:  

Ogni  giocatore  pesca  3  carte.  

Il   giocatore   di   turno   cala   una   carta   ANIMALE   e   dice   “passo”;   il   giocatore   successivo   fa   la   stessa   cosa.  Quando  tutti  i  giocatori  hanno  calato  la  carta,  il  direttore  del  gioco,  o  un  giocatore  a  turno  pesca  un  carta  dal  mazzo  degli  EVENTI.  

Tutti  gli  ANIMALI  adesso  dovranno  resistere  a  quell'EVENTO.    

Le   carte   ANIMALE   che   non   hanno   il   punteggio   sufficiente,   verranno   messe,   a   faccia   coperta,   nel   MARE  APERTO   dove   diventeranno   cibo   per   i   pesci;   le   altre   rimarranno   in   gioco   posate   a   terra   davanti   al  giocatore.  

Se   uno   o   più   giocatori   non   hanno   carte   ANIMALE   ma   solo   POTENZIAMENTO,   dovranno   calare   una   carta  POTENZIAMENTO  che,  non  avendo  nessun  animale  da  aiutare,  verrà  eliminata  e  messa  nel  MARE  APERTO.  

Ø Turni  successivi:  

All'inizio   del   proprio   turno   il   giocatore   pesca   una   carta   e   ne   gioca   una:   può   giocare   una   nuova   carta  ANIMALE  o  una  carta  POTENZIAMENTO  sulla  carta  ANIMALE  già  a  terra.  (Se,  per  sbaglio,   il  giocatore,  quando  deve  passare,  ha  più  di  3  carte  in  mano,  scarta  tante  carte  nel  MARE  APERTO  fino  ad  averne  3)  

Si  può  giocare  una  sola  carta  ANIMALE  a  turno  e  un  solo  POTENZIAMENTO.  I  POTENZIAMENTI  si  posso  giocare  solo  sugli  ANIMALI.  

Tutte  le  carte  di  un  giocatore  a  terra  sono  soggette  alla  carta  EVENTI.  

Esempio  1:  

CARTA  ANIMALE  1  

Patella  

• La  conchiglia  resiste  all’urto  delle  onde                     FORZA     4  • Resiste  alle  alte  temperature                     TEMPERATURA  3  +1  con  CARTA  POTENZIAMENTO    

• Conserva  l’acqua  all’interno  della  conchiglia  MANCANZA  ACQUA   3  

 

 

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CARTA  ANIMALE  2  

Bavosa  

• Si  allontana  dagli  scogli  quando  il  mare  è  molto  agitato                 FORZA   5  • Si  allontana  dalle  pozze  quando  le  temperature  salgono  troppo   TEMPERATURA           2  • Riesce  a  assorbire  ossigeno  dall’aria  per  un  breve  periodo       MANCANZA  ACQUA   3    

CARTA  EVENTO  

• Giornata  particolarmente  calda  :     TEMPERATURA  di  potenza  3    Si  salva  solo  la  carta  Patella,  quella  Bavosa  diventa  cibo  per  i  pesci!  

Quando  saranno  state  estratte  10  carte  EVENTO  il  gioco  finisce  e  si  contano  le  carte  ANIMALE  rimaste.  Vince  chi  ne  ha  di  più.  

Varianti  

1)  Uso  di  un  dado  

A  ogni  giro   il  giocatore   fa  un   tiro  casuale  del  dado  per  attribuire   la  potenza  alla  RESISTENZA  di  una  sua  carta  ANIMALE.   Anche   il   valore  dell'EVENTO   sarà  determinato  dal   tiro  di   un  dado,  Questo  da  un   tocco  di  casualità  maggiore  ma  allunga  i  tempi  di  gioco.  

2)  Uso  di  EVENTI  in  parte  positivi  o  che  agiscono  sui  POTENZIAMENTI  

Esempio1:  

CARTA  EVENTO  

• Forte  mareggiata:  Forza  4    ma  anche    +  1  alla  RESISTENZA  alla  FORZA  per  tutti  gli  ANIMALI  con  le  zampe.  

Esempio  2:  

CARTA  EVENTO  

• Una  petroliera  ha  scaricato  in  mare:  distruzione  di  un  POTENZIAMENTO  a  caso  su  tutte  le  carte  ANIMALI  a  terra.  

 

 

 

 

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Tabella  3.2  

Resistenza  alla  forte  pressione  delle  onde   Massimo  grado  di  resistenza  consentito  

Velocità  nell’allontanarsi   5  Capacità  di  nascondersi  nelle  fessure   3  Conchiglia  o  carapace  o  strato  esterno  duro   5    Resistenza  alla  presenza/assenza  dell’acqua  e,  quindi,  alla  variazione  dell’ossigeno  disponibile  per  la  respirazione  e  della  concentrazione  del  sale  

Massimo  grado  di  resistenza  consentito  

Capacità  di  trattenere  acqua  all’interno  della  conchiglia  o  del  carapace  

5  

Capacità  di  trattenere  acqua  all’interno  del  corpo   3  Capacità  di  respirare  in  ambiente  umido  per  3-­‐4  ore   5  Strato  di  gel  sulla  pelle   3  Capacità  di  assorbire  ossigeno  dall’aria   5  Capacità  di  allontanarsi   5    Resistenza  alle  alte  temperature   Massimo  grado  di  resistenza  consentito  

Capacità  dell’organismo  di  resistere  alle  alte  temperature  

5  

 


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