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3.1 due casidistudio-da pelorosso

Date post: 06-Apr-2017
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Due casi di studio (e un’analisi degli strumenti) Pelorosso & Rigon S. Boeri, Bosco Verticale
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Page 1: 3.1 due casidistudio-da pelorosso

Due casi di studio (e un’analisi degli strumenti)

Pelorosso & Rigon

S. B

oer

i, B

osc

o V

erti

cale

Page 2: 3.1 due casidistudio-da pelorosso

Per dare concretezza a quanto detto in precedenza, consideriamo qui due

casi pugliesi, illustrati da R. Pelorosso, in “Sentieri Urbani no. 19, 2016”.

2

Il primo è il caso di una espansione urbanistica a Sannicandro di Bari

Il secondo l’analisi di un’area della città di Bari

Queste slides, non costituiscono un “endorsement” dei metodi usati, neppure l’acritica adozione di

metodi “green” contro metodi “grey” quanto piuttosto il riconoscimento dei problemi sollevati, e del

contesto in cui questi problemi nascono.

R. Rigon

Introduzione

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1) NUOVA LOTTIZZAZIONE – Comune di Sannicandro (BA)

Piano di lottizzazione circa 10 ha: nuove areeresidenziali per circa 4 ha, parcheggi pubblici percirca 1800 mq, aree a verde per circa 5500 mq.E’ prevista inoltre la realizzazione di una pistaciclabile di connessione tra due aree a verdepubblico e di un’area adibita ad attrezzature diinteresse comune o religioseUn primo caso di studio

R. Pelorosso

Sannicandro

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1) NUOVA LOTTIZZAZIONE – Comune di Sannicandro (BA)

Piano di lottizzazione circa 10 ha: nuove areeresidenziali per circa 4 ha, parcheggi pubblici percirca 1800 mq, aree a verde per circa 5500 mq.E’ prevista inoltre la realizzazione di una pistaciclabile di connessione tra due aree a verdepubblico e di un’area adibita ad attrezzature diinteresse comune o religiose

Piano di lottizzazione di ca. 10 ha: nuove aree residenziali per circa 4

ha, parcheggi pubblici per circa 1800 m2, aree a verde per circa 5500

m2. E’ prevista inoltre la realizzazione di una pista ciclabile di

connessione tra due aree a verde pubblico e di unarea adibita ad

attrezzature di interesse comune o religiose.

R. Pelorosso

Sannicandro

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Obiettivi:1) stimare scorrimento delle acque superficiali (runoff) valutandone i volumigenerati e il picco della portata di runoff (pre e post lottizzazione)

2) identificazione NBS in grado di ripristinare, quanto più possibile, le condizioniantecedenti alla lottizzazione in termini di picco di runoff generato (invarianzaidraulica).

R. Pelorosso

Sannicandro

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• conoscenza di strumenti di rappresentazione del territorio (GIS -

Geographic Information System)

• Dati digitali del terreno. Altri dati cartografici.

• Dati climatologici.

• Strumenti e criteri per la delineazione delle direzioni di drenaggio e

della partizione delle aree di competenza

• Strumenti di calcolo dell’onda di piena con precipitazioni di

assegnato tempo di ritorno e con condizioni variabili delle superfici.

Strumenti conoscitivi necessari all’analisi

Come fare ?

R. Rigon

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Scenario NBS senza rete pluvialeSottobacino 1: un rain garden all’internodell’area verde indicata dal piano dilottizzazione e pari a circa 400 mq associataall’utilizzo di materiali permeabili per larealizzazione del parcheggio pubblico previsto(pari a circa 140 mq)

Sottobacino 2: due rain garden pari a circa 1500 mq ed un’area permeabile di circa 1000 mq (pista ciclabile)

Scenari progettuali e valutazione degli effetti

R. Pelorosso

Progetti

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L’area di studio pari a circa 330 ha corrisponde all’incirca con il II municipio di Bari la cui rete di drenaggio delle acquemeteoriche periodicamente entra in crisi, provocando anche l’inquinamento del tratto di mare prospiciente la città. Tuttal’area di studio presenta una rete fognaria mista, nella quale le acque di pioggia si mescolano in parte con le acque nere.Questa criticità definisce una situazione nella quale interventi innovativi basati su Nature-based solutions possono risultare unaefficacie strategia da eventualmente accompagnare ai tradizionali interventi “end-of-pipe” o di ridimensionamento dellainfrastruttura grigia (stime parlano di 120 milioni di euro necessari).

2) VALUTAZIONE EFFICIENZA NBS – II municipio, area metropolitana di Bari

Un secondo caso di studio

R. Pelorosso

Bari

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L’area di studio, pari a circa 330 ha corrisponde all’incirca con il

secondo municipio di Bari, la cui rete di drenaggio meteoriche

periodicamente entra in crisi, provocando anche l’inquinamento del

tratto di mare prospiciente la città. Tutta l’area di studio presenta

una rete fognaria mista, nella quale le acque di pioggia si mescolano

con le acque nere.

Soluzioni tradizionali, prospettate per la soluzione di questi

problemi, hanno costi stimati di 120 milioni di euro.

Il problema

R. Pelorosso

Bari

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1) Analisi del sistema urbano dal punto di vista idrologico•SWMM management model•Simulazione evento di pioggia

critico con Tr = 5 anni

2) Identificazione resilienza intrinseca del sistema•5 fattori di criticità•5 classi di resilienza

3) Scenari di rigenerazione urbana basata su Nature-based solutions (LID)• criterio di criticità• criterio di idoneità territoriale

4) Calcolo efficienza NBS(Nature-based solutionstandard)

Fase 1 Analisi del sistema urbanoAttraverso le seguenti fasi:1. Individuazione macro-bacino (grey infrastructure + morfologia)2. Schematizzazione rete drenante ed individuazione sottobacini3. Definizione e simulazione evento critico

Materiali e metodiL’approccio metodologico seguito per lo studio è basato su quattro fasi:

1

R. Pelorosso

Fasi di lavoro

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Analizzando la rete fognaria nera, pluviale e mista, i sistemi di sollevamento, le quote stradali e il reticolo dello scorrimento superficiale estratto dal LIDAR, sono stati individuati tre macro bacini a sud del centro storico. Abbiamo:

Bacino 1 a nord (linea verde) con solo fognatura mista e una parte di pluviale.

Bacino 2 a est (linea arancione) con solo rete pluviale.

Bacino 3 a sud (linea magenta) solo rete pluviale.

1. Individuazione macro-bacino (greyinfrastructure + morfologia)1

1 2

3

R. Pelorosso

Fasi di lavoro: individuazione dei bacini

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Area di studio (330 ha)

Rete mistaRete acque bianche43 sottobaciniNodi del sistema di drenaggio simulatoDirezione deflusso superficiale

Adriaticsea

Outlet

Metodo: analisi del sistema di drenaggio e delle lineedi deflusso, dati LIDAR, quote stradali, localizzazionegavitoie, google streetview.

Popolazione (ISTAT 2011) 48140

2. Schematizzazione rete drenante ed individuazione sottobacini 1

R. Pelorosso

Fasi di lavoro: schematizzazione della rete drenante

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Fase 2 Identificazione resilienza intrinseca delsistema2

1) Analisi del sistema urbano dal punto di vista idrologico•SWMM management model

•Simulazione evento di pioggia critico con Tr = 5 anni

2) Identificazione resilienza intrinseca del sistema•5 fattori di criticità

•5 classi di resilienza

3) Scenari di rigenerazione urbana basata su Nature-based solutions (LID)• criterio di criticità• criterio di idoneità territoriale

4) Calcolo efficienza NBS(Nature-based solutionstandard)

Resilienza: Capacità di un sistema socio-ecologico di far fronte ad anomalie riorganizzandosi in modo da lasciare inalterate le proprie funzioni essenziali, l'identità e la struttura, mantenendo capacità di adattamento ed auto-apprendimento (IPCC 2014).

Sensitività: Il grado con cui un sistema o una specie sono influenzati, sia sfavorevolmente che positivamente, dalla variabilità climatica o dai cambiamenti climatici, con effetto diretto o indiretto (IPCC 2007). Essa rappresenta la criticità del sistema rispetto ai cambiamenti climatici.

Resilienza idrologica intrinseca del sistema urbano costituito dall’infrastruttura grigia e verde. Considera solo ambiente fisico e i processi idrologici.

R. Pelorosso

Fasi di lavoro: resilienza

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Strumenti conoscitivi necessari all’analisi

Ulteriori a quelli già elencati per l’espansione urbanistica

• Definizione della resilienza idrologica* del sistema

• Mappatura delle criticità e dei fattori di resilienza (GIS)

• Identificazione delle soluzioni mediante la produzione di

scenari alternativi (Modelli Idrologici)

A fronte di tale situazione, appare evidente la necessità di ripensare ilsistema insediativo in modo adattivo al variare delle condizioni climatiche,ponendo in atto processi decisionali che vadano oltre il tradizionaleobiettivo della riduzione dei livelli di vulnerabilità degli elementi esposti, eche mirino invece al potenziamento delle caratteristiche di resilienzadell’ambiente costruito nella sua totalità, nell’interesse dei cittadini e dellosviluppo economico.

L’obiettivo consiste nel potenziare le capacità reattive del sistema socio-ecologico che, reso più resiliente, è in grado di adattarsi e modificarsimantenendo però i propri caratteri peculiari nel lungo periodo.

Nel corso degli ultimi anni questo approccio ha ricevuto notevole enfasi sulpiano concettuale, ma ancora molta sperimentazione è necessaria sul pianodella prassi.

Il concetto di resilienza comprende le capacità di persistenza, recupero, trasformabilità e adattamentodi sistemi e sottosistemi socio-ecologici (Biggs et al. 2012; Holling 2001; Walker et al. 2004).*

R. Rigon

Strumenti

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RISULTATI

Mappatura5 fattori di criticità

Classi di criticità

Bassa criticità a nord

Alta criticità su alcuni rami e

sottobacini dovuta ad

impermeabilizzazione ed infrastruttura grigia inadeguata

Alcuni risultati

R. Pelorosso

Risultati

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RISULTATIMappa della resilienza stato di fatto

Alcuni risultati

R. Pelorosso

Risultati

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L’area di studio pari a circa 330 ha corrisponde all’incirca con il II municipio di Bari la cui rete di drenaggio delle acquemeteoriche periodicamente entra in crisi, provocando anche l’inquinamento del tratto di mare prospiciente la città. Tuttal’area di studio presenta una rete fognaria mista, nella quale le acque di pioggia si mescolano in parte con le acque nere.Questa criticità definisce una situazione nella quale interventi innovativi basati su Nature-based solutions possono risultare unaefficacie strategia da eventualmente accompagnare ai tradizionali interventi “end-of-pipe” o di ridimensionamento dellainfrastruttura grigia (stime parlano di 120 milioni di euro necessari).

2) VALUTAZIONE EFFICIENZA NBS – II municipio, area metropolitana di Bari

Piani di adattamento al cambiamento climatico (preliminari alla redazione di piani paesaggistici ed urbanistici)

Strategia Europea di Adattamento

Climatico (EU Adaptation Strategy,

2013),

Stati Membri ad intraprendere azioni di

adattamento che siano “cost effective” e rapide dal momento che queste potranno

essere meno onerose delle riparazioni dei

danni causati dai cambiamenti climatici (dalle

stime emerge che ogni Euro speso per

proteggerci dalle inondazioni ci farebbe

risparmiare sei Euro di danni)

Strategie Nazionali di Adattamento ai

Cambiamenti Climatici (SNACC) e con

l’istituzione nel marzo 2014 di Mayors

Adapt (http://mayors-adapt.eu),

l’iniziativa del Patto dei sindaci sull’adattamento

3) PIANO DI ADATTAMENTO CLIMATICO – II municipio, area metropolitana di Bari

L’Italia ha terminato nel 2014 l’elaborazione di unaStrategia Nazionale (SNACC, Castellari et al., 2014)che prevede una sua declinazione a livello locale, inmodo da potersi calare sulle specificità del territorionazionale adattandosi agli elementi sensibili di ognirealtà. I primi casi italiani coinvolgono Ancona eBologna, che si sono dotate di un Piano diAdattamento Climatico. Altri comuni hannocomunque intrapreso un percorso versol’elaborazione di un Piano di Adattamento che, peresempio nel Comune di Padova, ha portato allaredazione del Piano di Azione per l’EnergiaSostenibile (PAES).

R. Pelorosso

Climate Change matters

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Strategia Europea di Adattamento

Climatico (EU Adaptation Strategy,

2013),

Stati Membri ad intraprendere azioni di

adattamento che siano “cost effective” e rapide dal momento che queste potranno

essere meno onerose delle riparazioni dei

danni causati dai cambiamenti climatici (dalle

stime emerge che ogni Euro speso per

proteggerci dalle inondazioni ci farebbe

risparmiare sei Euro di danni)

Strategie Nazionali di Adattamento ai

Cambiamenti Climatici (SNACC) e con

l’istituzione nel marzo 2014 di Mayors

Adapt (http://mayors-adapt.eu),

l’iniziativa del Patto dei sindaci sull’adattamento

3) PIANO DI ADATTAMENTO CLIMATICO – II municipio, area metropolitana di Bari

L’Italia ha terminato nel 2014 l’elaborazione di unaStrategia Nazionale (SNACC, Castellari et al., 2014)che prevede una sua declinazione a livello locale, inmodo da potersi calare sulle specificità del territorionazionale adattandosi agli elementi sensibili di ognirealtà. I primi casi italiani coinvolgono Ancona eBologna, che si sono dotate di un Piano diAdattamento Climatico. Altri comuni hannocomunque intrapreso un percorso versol’elaborazione di un Piano di Adattamento che, peresempio nel Comune di Padova, ha portato allaredazione del Piano di Azione per l’EnergiaSostenibile (PAES).

R. Pelorosso

Piano nazionale di adattamento

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Esposizione: la presenza di persone o risorse (naturali e/o culturali e socio-economiche) che potrebbero essere influenzate negativamente dalcambiamento climatico (IPCC 2014).Vulnerabilità: La propensione del sistema socio-ecologico a subire gliimpatti negativi dei cambiamenti climatici. Il termine vulnerabilità abbracciauna molteplicità di concetti, tra cui la sensitività, l’esposizione e la mancanzadi capacità a resistere e adattarsi (IPCC 2014).

Il primo passo per implementare mirate azioni di adattamento al cambiamento climatico è, quindi, quello di valutare la vulnerabilità del

sistema a livello locale. La valutazione della vulnerabilità a scale spaziali locali ed in contesti urbani è raramente inserita nella pratica

pianificatoria e non presenta metodologie di analisi standard (Geneletti e Zardo, 2016; Kumar et al., 2016).

R. Pelorosso

Vulnerabilità

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Popolazione residente

Scuole e ospedali Esposizione Criticità/Resilienza

Vulnerabilità

Criterio: sommatoria indici standardizzati e

riclassificazione in 5 classi

La vulnerabilità del sistema è stata analizzata incrociando la criticità

(resilienza idrologica) con l’esposizione. La mappa

dell’esposizione è stata prodotta considerando i luoghi sensibili (scuole

e strutture ospedaliere presenti nei diversi sottobacini) e la popolazione residente (ISTAT 2011) in ciascun

sottobacino.

R. Pelorosso

Vulnerabilità

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Schema delle principali azioni previste dal Piano dell’Infrastruttura Verde

R. Pelorosso

Proposte

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REGULATING

SERVICE CAPACITY

Tetti verdi estensivi

Parcheggio permeabile

Bacino di infiltrazione

Grey infrastructure

project

Tetti verdi estensivi 20% dell’area deisottobacini

Pavimentopermeabile

4000 mq

Bacino diinfiltrazione

4000 mq

NBS proposte per aumento resilienza

AUMENTO DELLA RESILIENZA IDROLOGICA

PRE POST

Il sottobacino critico più a sud non adatto per significativi

interventi di NBS,è proposto l’allacciamento dello scarico

delle acque di pioggia alla condotta pluviale esistente,

alleggerendo il carico sulla fogna mista anche ai rami e

sottobacini a monte.

La proposta di infrastruttura verde, integrata dal suddetto

intervento sull’infrastruttura grigia, ha consentito di definire

una nuova classificazione post-piano in termini di resilienza

idrologica urbana. Da notare l’innalzamento di classe di

resilienza in tutti i sottobacini ad un livello medio/alto

eccetto per il sottobacino inferiore che comunque vede

innalzata la resilienza da bassa a medio-bassa.

Alcuni risultati

R. Pelorosso

Le proposte sono basate su un metodo

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Il primo caso, quello dell’espansione urbanistica, tratta di un soggetto

usuale nella progettazione delle fognature. E’ evidente, tuttavia la volontà

di trattare il problema sotto un profilo diverso dall’usuale, mediante

l’introduzione di infrastrutture verdi.

Il secondo, e, in continuità il terzo caso, rappresentano due interventi

altrettanto urgenti e importanti, quanto di nuovo tipo. Le metodologie

seguite per ottenere le mappe, potrebbero essere considerate non corrette,

ma l’agenda delle cose da fare e degli strumenti da impiegare è senz’altro

corretta.

In queste lezioni, ritenendo il problema dell’identificazione degli strumenti

ancora aperto, vogliamo ragionare su di essi in modo adeguato ed aperto.

R. Rigon

Commenti

Page 24: 3.1 due casidistudio-da pelorosso

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Trovate questa presentazione su:

http://abouthydrology.blogspot.com

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R. Rigon

http://abouthydrology.blogspot.it/2017/02/water-supply-systems-and-stormwater.html


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