+ All Categories
Home > Documents > 360com029

360com029

Date post: 27-Mar-2016
Category:
Upload: growing-consultingmedia
View: 214 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
Description:
 
18
ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 2014 COM visioni / maverick greissing Qui comincia l’avventura italiana di Jamie Magazine Il primo numero in edicola con una fo- liazione di 120 pagine e oltre 90 ricet- te, al prezzo di 3,90 euro.Le edizioni carta- cee previste sono dieci all’anno, oltre a uno speciale di fine anno,“Il meglio di Jamie” 18 7 2 9 11 13 16 marketplace scenario company media link Milioni di utenti che non twittano Ecco i “Prosumer Report” by Havas Samsung-Google, la sfida è sui Glass Netflix pronta per fare cassa YouTube, primo video 9 anni dopo Sono più veloci le connessioni italiane
Transcript
Page 1: 360com029

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 2014COM

visioni / maverick greissingQui comincia l’avventura italiana di Jamie Magazine

Il primo numero in edicola con una fo-liazione di 120 pagine e oltre 90 ricet-

te, al prezzo di 3,90 euro.Le edizioni carta-cee previste sono dieci all’anno, oltre a uno speciale di fine anno,“Il meglio di Jamie”

18

72 9 11 13 16marketplace scenariocompany media linkMilioni di utenti che non twittano

Ecco i “Prosumer Report” by Havas

Samsung-Google, la sfida è sui Glass

Netflix pronta per fare cassa

YouTube, primo video 9 anni dopo

Sono più veloci le connessioni italiane

ALLARGHIAMO GLI ORIZZONTI DEL TUO BUSINESSIl nostro posizionamento si distingue da sempre per il carattere consulenziale e una forte attenzione all’innovazione. Realizziamo soluzioni ADV che mettono in contatto il Brand con utenti fidelizzati ad un’editoria digital di successo.

Page 2: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 20142

COVER STORY

Nel dettagliato moNitoraggio di akamai techNologies buoNe Notizie per l’italia. aNche se la strada verso l’eccelleNza è aNcora luNga

italianePiù veloci le connessioni l’azieNda leader Nell’offerta di servizi cloud per l’erogazioNe, sicura e ottimizzata, di coNteNuti oNliNe e applicazioNi busiNess, ha pubblicato il rapporto sullo stato di iNterNet relativo al quarto trimestre del 2013. basato sulle iNformazioNi raccolte dalla akamai iNtelligeNt platform, il resocoNto offre uN’accurata aNalisi su velocità di coNNessioNe, peNetrazioNe della rete, adozioNe di ipv6 e origiNe degli attacchi iNformatici

di daniele Bologna

Page 3: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 20143

COVER STORY

The State of the Internet ReportEMEA HIGHLIGHTS – FOURTH QUARTER, 2013

In the fourth quarter, the global average connection speed increased 5.5% to 3.8 Mbps, and the global average peak connection speed increased 30% to 23.2 Mbps. Across countries in EMEA, quarterly changes across both metrics were generally positive.

SECURITY: ATTACK TRAFFIC

INTERNET & BROADBAND ADOPTION

MOBILE CONNECTIVITY

20 50

30 40

Mbps

Average Peak Connection Speeds, EMEA

414

10

612

8

Mbps

Average Connection Speeds, EMEA

Germany: 7.7

Sweden: 10.5

Belgium: 9.8

Spain: 6.6

Switzerland: 12.0

Switzerland: 44.2

Czech Rebublic:11.4

UK: 9.4Poland: 7.5

Netherlands: 12.4

Norway: 8.7

Hungary: 6.9

Romania: 7.2Russia: 7.4

Ireland: 10.4

Finland: 9.1Austria: 9.0

Denmark: 9.5

Sweden: 42.1

Belgium: 43.2

Czech Rebublic: 38.4

UK: 43.5Netherlands:

43.6

Finland: 33.8

Austria: 36.4Denmark: 34.3

France: 6.6Slovakia: 6.6

Israel: 8.2 Germany: 35.8

Spain: 31.2

Norway: 32.1

Russia: 35.8Ireland: 38.1

France: 26.7

Slovakia: 31.7

Global Average Connection Speed

Global Average Peak Connection Speed

3.8Mbps

23.2Mbps

DOWNLOAD THE FULL REPORT | www.akamai.com/stateoftheinternet

NOTE: The average and average peak connection speeds presented above are based on end-user connections from those mobile networks to the Akamai Intelligent Platform, and are not necessarily representative of a single provider’s full set of service offerings or capabilities.

Mobile provider RU-1 had the highest average connection speed at 8.9 Mbps, while IE-1 and TR-1 had the lowest at 2.2 Mbps. Mobile provider RU-1 had the highest average peak connection speed at 55.5 Mbps, while TR-1 had the lowest at 17.2 Mbps.

Average Connection Speed

Average Peak Connection Speed

0

10

20

30

40

50

Mbp

s

7.98.9 7.8 6.7 6.6 6.0 5.8

55.5

37.5

28.933.7

21.9

32.428.9

60

Russ

iaRU

-1

Russ

iaRU

-4

Aust

riaAT

-2

Ukra

ine

UA-1

Aust

riaAT

-1

Ger

man

yDE

-1

Mol

dova

MD-

1

Italy

IT-3

5.5

28.8

Nor

way

NO

-1

5.4

30.8

Spai

nES

-1

5.2

30.1

UKUK

-2

5.0

23.7

Pola

ndPL

-4

Net

herla

nds

NL-

24.9

28.6

Unite

d Ar

ab E

mira

tes

AE-1

Fran

ceFR

-2

4.8

Irela

nd IE-1

Irela

nd IE-4

4.3

38.4

Pola

ndPL

-2

3.4

30.1

Czec

h Re

publ

icCZ

-3

3.4

24.0

Irela

nd IE-2

3.3

16.7

Italy

IT-2

Italy

IT-4

3.3

14.0 13.8

Pola

ndPL

-3

3.2 3.1

21.5

Belg

ium

BE-2

3.012.7

3.0

23.2Li

thua

nia

LT-2

2.9

16.1

Hung

ary

HU-1

2.8

16.7

2.6

16.7

2.4

15.2

Solv

enia

SI-1

2.4 2.2 2.2

13.7

Belg

ium

BE-3

12.517.9 17.2

Turk

eyTR

-1

Just over 32% of observed attack traffic originated in North and South America, just over 11% originated in Europe, and just over 56% originated in the Asia Pacific/Oceania region. Africa was responsible for just four-tenths of a percent.

The blue areas represent each country’s percentage of the overall total amount of attack traffic observed by Akamai.

12%

Other

OTHER

0.9%

Romania

1.1%

Brazil

3.4%

Taiwan

19%

United States

5.7%

Indonesia

43%

China

10%

Canada

1.5%

Russia

2.7%

Netherlands Germany

0.8%

Akamai Tech-n o l o g i e s , azienda le-ader nell’of-ferta di ser-

vizi cloud per l’erogazione sicura e ottimizzata di con-tenuti online e applicazio-ni business, ha pubblicato il Rapporto sullo Stato di Internet relativo al quar-to trimestre 2013. Basato sulle informazioni raccol-te dalla Akamai Intelli-gent Platform, il rapporto offre un’analisi approfon-dita di dati quali, tra gli altri, velocità di connes-sione, penetrazione del-la rete, adozione di Ipv6 e origine degli attacchi in-formatici. Il Rapporto in-clude, inoltre, rilevazioni sui tempi di caricamen-to delle pagine, effettua-te tramite la funzionalità Real User Monitoring del-la stessa Akamai e osser-vazioni sul traffico lega-to al blackout di internet in Siria, Suriname, Guya-na, Libia e Cuba. Dunque, nel quarto trimestre 2013, continua a crescere la ve-locità media di connes-sione globale, che con un incremento del 5,5% ri-spetto al trimestre prece-dente, si attesta intorno ai 3,8 Mbps. Nonostante questo incremento, metà dei Paesi tra i primi die-ci nella velocità media di connessione, inclusi i pri-mi quattro, hanno regi-strato un calo nominale

rispetto al trimestre pre-cedente, da un minimo del -0,7% nei Paesi Bassi fino al -6,7% in Lettonia. I Paesi europei tra i primi dieci hanno registrato un impressionante aumento anno su anno nella veloci-tà media di connessione. I Paesi Bassi, ad esempio, al terzo posto nella classifica mondiale, hanno registra-to un +38% di incremento rispetto al quarto trime-stre 2012, mentre la Sviz-zera, al quinto posto, ha registrato un incremen-to del 27%. Il picco medio della velocità di connes-sione ha recuperato il lie-ve calo registrato nel terzo trimestre del 2013 con un impressionante aumen-to del 30%, raggiungen-do i 23,2 Mbps nel quar-to trimestre. Diversi dati rilasciati durante il quarto trimestre del 2013 sugge-riscono un futuro di forte miglioramento dei picchi di velocità media di con-nessione tra i Paesi euro-pei. In ottobre, il provider telco francese Iliad ha lan-ciato un servizio di rete da 1Gbps, mentre in novem-bre Swisscom ha annun-ciato l’offerta di un abbo-namento a 1Gbps per oltre 650mila clienti privati. Ed entro il 2015, il governo finlandese prevede di mi-gliorare la capacità di tra-sferimento di dati a livel-lo internazionale grazie a un nuovo cavo ottico sot-

tomarino da 100milioni di euro, che correrà diret-tamente dalla Germania alla Finlandia.

Connettività high broa-dband: l’Europa registra un aumento anno su anno superiore al 100%

In Europa, l’adozio-ne dell’high broadband (maggiore di 10 Mbps) continua la sua corsa, con i Paesi Bassi e la Svizze-ra a condurre la classifi-ca con un tasso di ado-zione, rispettivamente, del 45% e 42%. I tassi di

crescita trimestrali regi-strati nei paesi esamina-ti vanno da un +1% dei Paesi Bassi fino a un im-pressionante +30% regi-strato in Italia. A oggi, il 4,9% degli italiani utiliz-za connessioni al di so-pra dei 10 Mbps, una cre-

scita del 63% rispetto allo stesso periodo dello scor-so anno. Una percentua-le di crescita trimestre su trimestre a doppia ci-fra nei tassi di adozione è stata, inoltre, registra-ta in Svezia (+19%), Fin-landia (+18%), Turchia (+14%) e Regno Uni-to (+11%). Poi, sempre anno su anno, svariati Pa-esi europei hanno osser-vato incrementi signifi-cativi: Turchia (+234%), Irlanda (+178%), Fran-cia (+144%), Spa-gna (+127%) e Bel-gio (+123%). «Abbiamo raggiunto un traguar-do importante nel mi-glioramento della veloci-tà media di connessione - afferma David Belson, autore del Rapporto sullo Stato di Internet di Aka-mai -. Il fatto che la ve-locità media di connes-sione dei Paesi della top ten sia uguale o superio-re alla soglia di adozio-ne dell’high broadband e che abbia continuato a re-alizzare una forte cresci-ta in Paesi come Sud Co-rea e Irlanda, è indicativo del progresso fatto nella penetrazione del broad-band. Quindi, appare ra-gionevole aspettarsi che questo trend promettente continuerà a essere regi-strato nei report futuri». In Italia, l’adozione della banda larga ha registra-to un +78% rispetto allo

scorso anno, con un in-cremento del 17% rispet-to al trimestre preceden-te, stabilizzandosi al 57%. Italia, Turchia e Svezia sono le uniche nazioni europee a registrare una crescita trimestre su tri-mestre di oltre il 10%. Per quanto riguarda il traffi-co legato agli attacchi in-formatici e alla sicurez-za, la porta 445 rimane la più colpita. Attraver-so i rilevamenti di un set distribuito di agenti atti-vi su internet, Akamai è in grado di monitorare il traffico legato agli attac-chi informatici e indivi-duare sia i Paesi origine del maggior numero di attacchi sia le porte loro obiettivo. Nel trimestre in esame - che è il Q4 2013 -, Akamai ha identificato 188 Paesi origine degli at-tacchi, tre volte il numero rilevato nel trimestre pre-cedente. La Cina ha man-tenuto la sua posizione di principale fonte di mi-naccia al mondo, con una crescita del numero di at-tacchi trimestre su trime-stre passata dal 35 al 43%. E’ seguita dagli Stati Uniti al 19% (rispetto aall’11% registrato nel trimestre precedente) e dal Cana-da, cresciuto di 25 vol-te fino a raggiungere un +10% rispetto al trime-stre precedente. E nel tri-mestre in esame è sceso di oltre due punti percen-

Page 4: 360com029

ALLARGHIAMO GLI ORIZZONTI DEL TUO BUSINESSIl nostro posizionamento si distingue da sempre per il carattere consulenziale e una forte attenzione all’innovazione. Realizziamo soluzioni ADV che mettono in contatto il Brand con utenti fidelizzati ad un’editoria digital di successo.

Page 5: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 20145

COVER STORY

tuali il numero di attac-chi provenienti dall’Eu-ropa che, in totale, ha generato l’11% degli at-tacchi osservati, 0,4% dei quali originati in Italia. La Porta 445 (Microsoft-DS) rimane la più colpi-ta, arrivando al 30% degli attacchi rilevati trimestre su trimestre. La Porta 80 (WWW HTTP) e la Porta 443 (SSL HTTPS) riman-gono in seconda e ter-za posizione, colpite, ri-spettivamente, dal 14% e 8,2% degli attacchi.

Attacchi DDoS, i clienti europei registrano un leggero caloIl Rapporto sullo Stato di Internet ha di recente introdotto anche un fo-cus sugli attacchi DDoS così come riscontrati dai clienti Akamai. Sebbe-ne il numero degli attac-chi sia sceso dai 318 del

secondo trimestre ai 281 del terzo del 2013, que-sti sono cresciuti del 23% dal terzo al quarto tri-mestre (346). In totale, i clienti hanno riscontra-to 1.153 attacchi DDoS nel 2013, il 50% in più rispetto ai 768 del 2012. Durante il quarto trime-stre 2013, sono stati ri-levati in Europa un tota-le di 38 attacchi, con un leggero calo rispetto al trimestre precedente. In totale, l’Europa ha rap-presentato il 14% (167) di tutti gli attacchi ri-levati nel 2013. I setto-ri enterprise e commer-ce continuano a essere i più bersagliati con, ri-spettivamente, 159 e 82 attacchi. Insieme, rap-presentano quasi il 70% degli attacchi osservati durante il trimestre. Con il Rapporto sullo Stato di Internet relativo al ter-

zo trimestre 2013, Aka-mai aveva iniziato a esa-minare la probabilità che le aziende target possano essere vittime di attacchi ripetuti dopo aver subito un primo attacco DDoS. Nel terzo trimestre, que-sta probabilità era di una su quattro. Nel quarto, è salita fino a rappresenta-re il 35% (una su tre), con il risultato che 56 su 162 organizzazioni oggetto di minacce hanno registra-to ripetuti attacchi nel trimestre. In febbraio, Akamai ha acquisito Pro-lexic Technologies, pro-vider di soluzioni di si-curezza cloud-based per la protezione dagli attac-chi DDoS di data center e applicazioni IP enterpri-se. Il risultato si tradurrà nell’inclusione di ulterio-ri dati, derivati dal report trimestrale degli attacchi DDoS di Prolexic.

Penetrazione globale di internet: l’Europa rimane leader nell’adozione di Ipv6Oltre 780 milioni di indi-rizzi Ipv4 unici in 238 Paesi si sono connessi alla Aka-mai Intelligent Platform nel quarto trimestre 2013, quasi il 3% in più del tri-mestre precedente e il 10% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prece-dente. Tra i Paesi europei con il maggior numero di indirizzi IPv4 connessi alla Intelligent Platform, i cam-biamenti registrati trime-stre su trimestre vanno da un -1,6% del Regno Unito (in sesta posizione a livel-lo globale) fino a un +3,3% dell’Italia, che permane in nona posizione nella top ten globale, assestandosi a poco meno di 20 milio-ni di indirizzi connessi. Gli Stati Uniti e i Paesi euro-pei analizzati continuano a guidare la classifica mon-diale dell’adozione di in-dirizzi IPv6. Nella top ten globale figurano ben set-te nazioni europee: Sviz-zera, Romania, Lussem-burgo, Germania, Belgio, Francia e Irlanda. Il quarto trimestre 2013 ha registra-to una velocità media di connessione mobile tra gli 8,9 Mbps (provider mobi-le russo RU-1) e i 0,6 Mbps (provider mobile sud afri-cano ZA-1). Il picco è leg-germente minore dei 9,5 Mbps registrati nel ter-

per l’italia uN trimestre coN luci e ombreIn Italia, la velocità media di connessione nel quarto trimestre 2013 raggiunge i 5,2 Mbps, più veloce del 25% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il picco di veloci-tà di connessione raggiunto in Italia è pari a 21,6 Mbps, maggiore dell’8,7% rispet-to allo stesso periodo dello scorso anno e del 19% rispetto al trimestre precedente. Tra i paesi Emea, l’Italia ha registrato il minor incremento, l’unico sotto il 10%. Aka-mai è tra le aziende leader nell’offerta di servizi cloud per l’erogazione ottimizza-ta e sicura di contenuti online e applicazioni business. Nucleo centrale dell’offerta dell’azienda è la Akamai Intelligent Platform, che assicura, oltre ad ottime perfor-mance, affidabilità, sicurezza, visibilità ed expertise senza pari. Akamai rimuove le complessità del web, migliorando l’esperienza dei sempre più numerosi utenti con-nessi da dispositivi mobili, garantendo loro disponibilità ininterrotta e consentendo alle aziende di sfruttare i vantaggi del cloud in modo sicuro.

zo trimestre 2013. In Ita-lia esiste un divario di cir-ca 1,7 Mbps tra il provider che offre la velocità di con-nessione mobile media maggiore (5 Mbps) e quel-lo che offre la velocità me-dia minore (3,3 Mbps). Le velocità di connessione massime offerte dagli ope-ratori italiani vanno dai 38,4 Mbps ai 21,5 Mbps. In base ai dati raccolti da Akamai, durante il quar-to trimestre 2013, circa il 35% delle richieste globa-li su reti cellulari connes-se alla Akamai Intelligent Platform sono state origi-nate da dispositivi che uti-lizzano l’Android Webkit, seguiti da Safari Mobi-le (29%). Se invece analiz-ziamo tutti i network (non solo quelli cellulari), da Safari Mobile è giunto cir-ca il 47% delle richieste e da Android Webkit circa il 32%. Secondo i dati raccol-ti da Ericsson, nel quarto trimestre 2013, il volume del traffico di dati mobi-le è cresciuto del 70% ri-spetto allo stesso periodo del 2012 e di circa il 15% dal terzo al quarto trime-stre 2013.

14%e’ la quota di attacchi informatici appannaggio dell’europa sul totale di quelli rilevati nel 2013

Page 7: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 20147

MARKETPLACE

uN accurato studio calcola siaNo 974 milioNi gli accouNt di twitter, quiNdi gli uteNti sileNti raggiuNgerebbero il Numero di 429 milioNi

Dimmi perché non “twitti”…milioNi di persoNe che faNNo parte del social Network NoN soNo attive. e NoN si soNo mai sobbarcate NeaNche la fatica di scrivere uN “ciao”

di SeBaStiano Zeri

Lo studio è recente, ma il pro-blema no: secondo un’analisi della società Twopcharts , ri-portata dal quotidiano eco-nomico-finanziario The Wall Street Journal, il 44% degli

iscritti a Twitter non ha mai digitato neppure un singolo tweet. Se non fosse che si è di poco al di sotto della metà, ci sarebbe da riesumare la vec-chia formula della maggio-ranza silenziosa, quella che negli anni Settanta si teneva

lontana dalle grandi manife-stazioni di piazza e dai pro-clami pubblici, ma compari-va magicamente nel segreto dell’urna, ribaltando l’imma-gine del Paese. Ma, se i con-ti di Twopcharts sono esatti, non siamo lontani da quella

situazione. Lo studio calcola siano 974 milioni gli account di Twitter, quindi gli utenti silenti sarebbero 429 milio-ni. Iscritti che non si sareb-bero sobbarcati neppure la fatica di scrivere un “ciao”. A questi, se ne può aggiun-

gere un 30% che in tutta la loro carriera di cinguet-tatori hanno pubblicato da un minimo di uno a un massimo di dieci tweet. Se-condo i dati della società di analisi, il numero di perso-ne che ha accumulato alme-

no 100 messaggi non supe-ra il 13%. Il fatto, in sé, può trovare diverse spiegazio-ni: c’è chi si iscrive al servi-zio per curiosità o per moda, ma poi non si lascia coinvol-gere dal suo meccanismo, e forse neppure lo comprende fino in fondo. Twitter, seb-bene relativamente semplice da usare, richiede comunque qualche attenzione in più, ri-spetto per esempio a Facebo-ok, per muoversi con soddi-sfazione e successo tra i tanti messaggi. Per non parla-re dello sforzo alla sintesi (il numero massimo di caratteri utilizzabili in ogni tweet) che potrebbe anche inibire qual-cuno. E neppure si può sot-tovalutare la scelta consape-vole, e forse perfino sana, di leggere invece di commen-tare. Una benvenuta incli-nazione all’ascolto che for-se non farebbe male a tanti di noi, fin troppo tentati dal pronunciamento compulsivo di un giudizio rispetto alla riflessione su un tema. Twit-ter, in ogni caso, ha dichia-rato di avere contato 241 milioni di utenti mensili at-tivi negli ultimi tre mesi del 2013, laddove per meritare la definizione di “attivo” ba-sta accedere al proprio ac-count almeno una volta al mese. Essere attivi, dunque, per il social network non si-gnifica scrivere. E tuttavia, è inutile negare che il sito di microblogging ha bisogno di qualcosa di più di iscrit-ti che meditano nell’ombra.

Twitter ha bisogno di mo-netizzare la propria attivi-tà, soprattutto dopo il debut-to in Borsa, e sono proprio i tweet e i retweet, le preferen-ze che consentono di accu-mulare introiti pubblicitari. È abbastanza ovvio, inoltre, che più un utente manife-sta le proprie idee e passio-ni, più è facile crearne un profilo (sia pure anonimo) da dare “in pasto” agli in-serzionisti. La politica degli ultimi anni dimostra che la società ha concentrato i pro-pri sforzi per convincere gli utenti ad agire: ha aggiun-to la possibilità di pubblica-re foto e video, contribuendo in modo decisivo, tra l’altro, alla moda oggi globalmen-te battezzata come “selfie” (il banale autoscatto/autori-tratto di un tempo). Il sito ha anche introdotto progressi-vamente modifiche di inter-faccia che l’hanno avvicinato al concorrente Facebook. A Twitter, però, resta un pri-mato molto ambito dagli av-versari sul mercato: quello di “second screen” preferito dagli utenti del web. Quan-do si assiste a un evento te-levisivo, ma anche dal vivo, il sito di microblogging è anco-ra lo strumento preferito per commentare in diretta o, per tanti, per aggiungere un po’ di pepe e divertimento alla visione grazie alla lettura dei commenti e alla rincorsa de-gli hashtag. Un primato che Facebook ha più volte dimo-strato di volere insidiare.

Page 8: 360com029

345 MILIONI DI PAGINE VISTE

12 MILIONI DI CONTATTI UNICI

15 VERTICAL TEMATICI Font

e Da

ti M

ensi

li: A

udiw

eb V

iew

201

3

Immagina di unire l’agilità di una redazione giornalistica 100% web ai contributi esclusivi dei blogger più esperti di ogni settore. Questa è la nuova ricetta di Leonardo.it, il primo portale verticale nato per soddisfare ogni giorno qualunque sete di sapere: dalle news alla moda, dalla salute allo sport e molto altro ancora. Una realtà giovane e in continua crescita, che ti invitiamo a scoprire in un solo drink. O meglio, in un solo click.

Page 9: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 20149

COM PANY

la preseNtazioNe potrebbe avveNire a breve, forse duraNte la prossima maNifestazioNe ifa di berliNo

E’ molto più di un’ipotesi: si dà il caso che Samsung sfidi Google sui Glassla multiNazioNale coreaNa potrebbe laNciare presto i suoi occhiali iper-coNNessi, proprio sulla scia del taNto discusso modello di “big g”. l’azieNda ha iNfatti dichiarato che puNterà sui “wearable” già da quest’aNNo

di SeBaStiano Zeri

Il futuro è un’ipotesi, can-tava qualcuno. Ma questa è un’ipotesi alquanto pro-babile: la prossima mos-sa di Samsung, nel campo delle tecnologie indossa-bili, dovrebbe essere quel-la legata al lancio di un paio di occhiali iper-con-nessi, proprio sulla scia dei tanto discussi Google Glass. Tutto nasce all’ini-zio di quest’anno, quando un portavoce dell’azienda viene intervistato dal sito specializzato statuniten-se Mashable. E nel dialo-go con il giornalista spiega come il mercato dei dispo-sitivi cosiddetti “weara-ble” sia ritenuto tra quelli su cui Samsung vorrebbe puntare presto. E il riferi-mento non andava soltan-to a Galaxy Gear, lo smar-twatch che è giunto da poco alla sua seconda ver-sione. Dietro le parole del dirigente c’era, infatti, mol-to di più. “Gli occhiali in-telligenti sono uno dei no-stri obiettivi per guidare il mercato verso nuovi oriz-zonti” ribadisce, sempre a Mashable, un altro rap-presentante della multina-zionale sudcoreana, dopo qualche tempo. In più, nel-lo stesso articolo si parla di una probabile presen-tazione durante la prossi-ma Ifa, la fiera europea dell’elettronica di consu-mo che si tiene ogni anno

a Berlino, alla fine di ago-sto. La questione si allar-ga, rapidamente: secondo il quotidiano Korea Times, un’ennesima fonte di Sam-sung avrebbe confermato la presentazione degli oc-chiali; tuttavia, “presenta-zione” non vuol dire “lan-cio”, quindi la loro effettiva commercializzazione po-trebbe arrivare qualche tempo dopo l’appunta-mento berlinese, magari

entro il mese di dicembre, guarda caso in concomi-tanza con i Glass di Goo-gle. E proprio gli occhia-li di “Big G” sono il metro di giudizio fondamenta-le per chiunque si accinga a produrre un dispositivo della stessa famiglia. Non a caso, tutti i prototipi vi-sti in giro, anche gli italiani GlassUp, devono per forza di cose confrontarsi con i Google Glass, primi nel

loro genere e, nonostante non siano ancora sul mer-cato, in grado di suscitare molto interesse sulle possi-bilità future. Molto dipen-derà dalla data di disponi-bilità dei rispettivi gadget. Se davvero Samsung do-vesse arrivare nei nego-zi entro il prossimo Natale potrebbe avere un notevo-le vantaggio nei confronti di Google. I Galaxy Glass - anche se non è affatto

detto che si chiameran-no davvero così - monte-ranno quasi certamente una versione personaliz-zata di Android, simile a quella dei Google Glass. A livello tecnico, però, le differenze non mancano. Stando a un brevetto otte-nuto da Samsung, e circo-lato sul web solo qualche giorno fa, il display degli occhiali sarebbe realizzato in resina sintetica traspa-

rente, in grado di mostrare immagini di realtà aumen-tata e di connettersi a varie fonti. Simili più a un auri-colare Bluetooth che a un paio di veri occhiali, i Ga-laxy Glass consistono in un dispositivo monoblocco composto da un auricola-

re che, posto nell’orecchio, permette all’unica lente di rimanere fissa su un oc-chio senza cadere. Trattan-dosi solo di un prototipo disegnato, è probabile che - come per i Google Glass - attorno al gadget ven-ga costruita una montatu-ra ad hoc, così da poter so-stituire un paio di classici occhiali. Uno degli inter-rogativi principali riguar-da il prezzo. Ad oggi i Go-

ogle Glass, in versione di test, costano 1.500 dolla-ri, anche se la versione de-finitiva potrebbe essere in vendita a un presso più po-polare. I Galaxy Glass po-trebbero arrivare sul mer-cato intorno ai 400 dollari, magari abbinati ad offer-te speciali per chi li acqui-sta assieme al più recen-te smartphone della casa, proprio come è succes-so con lo smartwatch Ga-laxy Gear e il Galaxy Note 3. Intanto, sul fronte più strettamente pubblicitario, la stessa Samsung avreb-be avviato una revisione globale del budget legato alle attività di advertising e della gestione media. La multinazionale coreana - secondo le ricostruzioni della stampa specializza-ta britannica - avrebbe già allertato tutte le struttu-re che fanno parte attual-mente del suo roster di ri-ferimento.Anche le media activities sono coinvolte, oggi sotto la supervisione e il controllo della centra-le Starcom, che si occupa del planning e del buying già da quasi sette anni. Era il 2007 quando il centro media ebbe la possibilità di rilevare l’incarico dalla rivale Mindshare. Ora, tut-to potrebbe cambiare, an-cora una volta. Per ora, dal quartier generale di Sam-sung non è giunto alcun commento ufficiale sulla presunta iniziativa.

il foNdatore di samsuNg lee byuNg-chullora è uNa corsa coNtro il tempo: se samsuNg dovesse riuscire a portare i propri glass Nei Negozi prima di Natale, per google potrebbero essere dolori

Page 10: 360com029

IL CONSORZIO DEL COMMERCIO ELETTRONICO ITALIANO

Page 11: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 201411

SCE

NA

RI

O

abitudiNi e comportameNti dei coNsumatori secoNdo i “prosumer report” di havas

Focus su tecnologie e brand di succcessogli studi haNNo uN’ottica globale e soNo stati coNdotti iN 31 paesi, fra cui l’italia, sulla base di uN soNdaggio che ha coiNvolto uNa base campioNaria di 10.000 iNdividui

di davide de vecchi

“Il digital e il nuovo consu-matore” e “Creare brand che contano”: sono questi gli ul-timi due “Prosumer Report” lanciati dal gruppo di comu-nicazione Havas Worldwide,

che da oltre dieci anni analiz-za abitudini e comportamen-ti dei consumatori in tutto il mondo. In collaborazione con l’istituto di ricerca Mar-ket Probe International, Ha-vas ha condotto un sondag-gio che ha coinvolto più di

10.000 persone in 31 Pae-si fra cui l’Italia, permetten-do di individuare i trend di acquisto emergenti a livello globale. Focalizzati, rispetti-vamente, sull’influenza della tecnologia nella scelta di un prodotto e sui fattori essen-

ziali nel successo di un mar-chio, i due studi analizzano con particolare attenzione le categorie di consumatori che più di tutte aiutano a deline-are i grandi cambiamenti in atto, cioè i Prosumer e i Mil-lennial. Con il termine “Pro-sumer” si indicano le per-sone capaci di anticipare e influenzare trend e consu-mi a livello mondiale, quelle che rappresentano la frangia della popolazione più tecno-logica, accolgono facilmen-te le innovazioni e amano condividere le proprie espe-rienze. “Millennial” desi-gna invece gli individui di età compresa fra i 18 e i 34 anni, le cui abitudini e comportamen-ti avranno un impatto globa-le determinante nei prossimi decenni (nel sondaggio rap-presentano il 39% dei parte-cipanti nei Paesi sviluppati e il 57% di quelli emergen-ti e sono, globalmente, il 54% dei Prosumer). A livello glo-bale, emergono dai due studi aspetti di particolare interes-se. Innanzitutto, il fatto che il consumatore sia sempre più digitale: la tendenza è quel-la di un’integrazione sempre maggiore fra shopping tradi-zionale e online, favorita spe-cialmente dalla diffusione delle tecnologie mobili, a co-minciare dagli smartphone, ecco perché si parla ormai di “M-shopping”. La scelta di ac-quistare un prodotto sul web è determinata soprattutto dai prezzi più bassi e dagli scon-ti e, inoltre, si diffonde l’abitu-

dine di condividere online le proprie brand experience e di affidarsi alle recensioni di al-tri utenti, considerate più affi-dabili dei pareri degli esperti. Responsabilità e dinamismo sono le chiavi del successo di un brand: per il consuma-tore il primo concetto si tra-duce in qualità, trasparenza, autenticità e impegno a livel-lo locale; il secondo identifi-ca caratteristiche come la so-ciability, l’impegno verso un futuro migliore e l’integra-zione della brand experien-ce. I report di Havas descri-vono una società di individui costantemente connessi alla rete e sempre più oculati ed esigenti come consumatori. La tecnologia ha un’influen-za crescente sui processi di acquisto, perché li rende più semplici e immediati, inte-grando, più che sostituen-do, la shopping experience: ad esempio, quattro persone su tre (in Italia il 72%) prefe-riscono acquistare di perso-na determinati prodotti, ma fanno precedere l’acquisto da una fase di ricerca sul web; vi-ceversa, il 58% (vs 47% in Ita-lia) si reca talvolta a vedere o provare l’articolo in negozio prima di comprarlo online. A fronte di un 88% globale, ben il 90% degli italiani intervi-stati ha fatto acquisti su inter-net - soprattutto libri e viaggi - nel corso dell’ultimo anno. Lo strumento preferito rima-ne il computer di casa, men-tre le tecnologie mobili fati-cano ad affermarsi in questo

senso: nel nostro Paese, sol-tanto il 20%, ad esempio, si sente a proprio agio nel com-prare via smartphone, con-tro il 64% dei cinesi e il 54% degli inglesi (la percentua-le sale però al 53% fra i pro-sumer italiani). Nonostante il successo dell’ecommerce, ci caratterizza come consu-matori anche la preoccupa-zione costante in merito alla sicurezza online dei nostri dati sensibili, molto più alta della media globale (33% vs 21%). Accomuna gli italia-ni anche la spiccata propen-sione a condividere online le proprie brand experience: lo fa addirittura il 98% (vs 84% globale). È un mito da sfatare, in ogni caso, quello che i con-sumatori siano più propen-si a condividere le esperienze negative rispetto a quelle po-sitive: un’ottima notizia per i negozianti, dato che a più di un italiano su tre (e al 38% dei consumatori globali) ba-sta un solo commento negati-vo su un prodotto per lasciar-si dissuadere dall’acquisto. È interessante, inoltre, notare che, per quanto considerata “invadente” da una minoran-za di consumatori, la presen-za dei brand sui social media è apprezzata da più della metà degli intervistati in Italia e nel mondo, perché permette di imparare qualcosa sul mar-chio e di interagire con esso. Essere presenti sui canali so-cial può essere un’arma vin-cente per il marchio, purché la comunicazione si adegui

al mezzo nello stile e nei toni, diventando più persona-le, spontanea, proprio come avviene nelle conversazioni quotidiane. E attenzione che l’immagine trasmessa sia co-erente: è dimostrato che più di un italiano su due si fida di ciò che i dipendenti racconta-no online dell’azienda più che di qualsiasi pubblicità o noti-zia sui media. Avere facile ac-cesso alle informazioni su in-ternet, del resto, ci ha resi più attenti nei confronti dei com-portamenti delle imprese: «I social media - afferma Dario Mezzano, ceo Havas Worl-dwide Milan - hanno creato un mondo di completa tra-sparenza e hanno dato alla gente il potere di chiedere conto alle aziende delle loro azioni, di premiare i brand che operano responsabilmen-te e di punire quelli che non lo fanno». Lo studio di Havas Worldwide sottolinea come una reputazione positiva sia sempre più importante per coinvolgere i consumatori e guadagnarsi la loro fedeltà: ad esempio, a livello globale, ben il 76% dei prosumer (e il 73% di quelli italiani) sarebbe disposto a pagare di più per il prodotto di un’azienda con una buona brand reputation. Rispetto alla media interna-zionale, a dire il vero, gli ita-liani tendono maggiormen-te a basare ancora le proprie scelte di acquisto sul prez-zo del prodotto. E questo vale soprattutto per alcune catego-rie merceologiche.

il termiNe “prosumer”, che dà il titolo ai report, allude ai gruppi di persoNe che soNo iN grado di aNticipare treNd di livello moNdiale

Page 12: 360com029

15 maggio 2014Piazza montecitorioSala delle conferenze

ROMA

www.iAbevents.it

Lo strumento deLL’autoregoLamentazioneper una rete LegaLe e sicura

LO stRuMentO deLL’AutORegOLAMentAziOnepeR unA Rete LegALe e sicuRALA pARtecipAziOne ALL’eventO è su invitO. peR uLteRiORi infORMAziOni cOntAttARe iAb itALiA ALL’indiRizzO [email protected]

Sponsor Media partners

DailyNet

autoregolamentazione

COM

Page 13: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 201413

Business #15-21/06/2014

By: Max OppenheimModel: Amir Kassaei Global Chief Creative Officer, DDB

www.canneslions.com

KeywordsBusiness Success Awesome Winning Inspired Office Energised

Air-Punch Cannes Lions Festival Creativity 15 - 21 June Pumped

CL14ads_148x210.indd 2 3/27/14 5:42 PM

ME DIA

iN aumeNto il prezzo delle sottoscrizioNi: dagli 8 dollari attuali si dovrebbe passare a 10

Netflix punta a fare cassala mossa potrebbe apparire rischiosa dopo la perdita di 800mila iscritti di qualche tempo fa

Che quello dei video online sia un settore su cui tenere gli occhi pun-tati è chiaro da mesi. Nelle ultime settimane ha visto la luce, per ora solo negli Stati Uniti, la Fire Tv di Amazon, mentre Chromecast di Google ha fatto approdo in Euro-pa, Italia compresa. Sul fronte dei contenuti, sempre in Italia, vanno registrati gli sforzi di Sky e Media-set, che, rispettivamente, con Sk-yOnline e Infinity hanno iniziato a presidiare il terreno della diffu-sione dell’intrattenimento via in-ternet. E per quanro riguarda la pay tv di Rupert Murdoch, l’arri-vo della serie “House of Cards” ha riacceso negli italiani la voglia di Netflix. Il telefilm con protagoni-sta Kevin Spacey è, infatti, uno dei fiori all’occhiello della produzio-

ne del servizio di streaming su ab-bonamento non ancora disponibi-le in Italia. In gennaio si è iniziato a vociferare di un’ulteriore espan-sione europea della piattaforma già presente in Gran Bretagna, Da-nimarca, Irlanda, Finlandia, Olan-da, Norvegia e Svezia, oltre a Stati Uniti e Canada. Secondo le indi-screzioni raccolte da Bloomberg, dovrebbe essere Vodafone l’opera-tore scelto per aggredire il Vecchio Continente, con un servizio gratu-ito per un periodo limitato di tem-po. E queste sono le buone notizie. Quella cattiva è che l’Italia, in vir-tù di penetrazione e prestazioni della rete non all’altezza del resto d’Europa, non sembra fra i primi obiettivi del gruppo, che sembra intenzionato a concentrarsi, quan-tomeno in prima battuta, su Fran-cia e Germania. La strategia, come

annunciato dal ceo Reed Hasting all’Associated Press, è inoltre quel-la di fare cassa per impreziosire ul-teriormente la produzione di suc-cessi come la già citata “House of Cards” o “Orange is the New Black”. Come? Aumentando il prezzo del-le sottoscrizioni di 1 o 2 dollari al mese per i nuovi abbonati. Dagli 8 attuali, 7,99 per essere precisi, si passerà, quindi, a 10. La mossa po-trebbe apparire rischiosa dopo la perdita di 800mila iscritti di qual-che tempo fa, ma adesso Netflix ha spalle decisamente più larghe: il valore di mercato è quadruplicato nell’ultimo anno, gli iscritti in tut-to il mondo hanno superato quota 48 milioni, di cui 12,7 milioni fuo-ri dagli Stati Uniti; e nel primo tri-mestre 2014 le attese degli anali-sti sono state superate, con un utile arrivato a 53 milioni di dollari.

di luca anelli

reed hastiNg

Page 14: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 201414

LINKsocial mediaTumblr, più social di TwitterTumblr, piattaforma di blog-ging di proprietà di Yahoo!, ha commissionato alla società britannica Pulsar uno studio che mostra come le attività di social tv monitorate su Tum-blr sono più numerose ri-spetto a quelle di Twitter.

programmatic advMediaMath ora cresce a dismisuraLe opzioni di programmatic adv in capo a MediaMath includono directory di alcuni nuovi part-ner, fra cui LiveRail, BrightRoll, Adap.tv e DoubleClick Ad Ex-change; e presto arriveran-no anche SpotXchange e Stick-yADS.tv. Manca qualcosa?

social marketingCosa si posta sulla TimelineDa quando Facebook, nel 2012, lanciò ufficialmente la Timeline per le imprese, moltissimi brand lo hanno usato con soddisfazione. Ma cosa postano esattamente le aziende? Soprattutto foto, nel 75% dei casi. Ma non solo…

ADAGE.COM

ADWEEK.COM

MASHABLE.COM

Page 15: 360com029

LINKviral marketing“F**k the Poor”, per beneficienzaNel Regno Unito il Pilion Trust, un ente di beneficen-za, ha condotto un esperi-mento sociale sulla reazione delle persone alla vista di un messaggio forte contro i po-veri: “F**k the Poor”. Ecco quello che è successo.

riflessioni digitaliDigitale... ma cosa vuol dire?Ormai tutti, o quasi, nel mon-do del business, lavorano in aziende che hanno asset di-gitali, anche quelle più im-probabili. Ma cosa nasconde questa inflazione linguistica? E cosa significa, esattamen-te, la parola “digitale”?

scenariSito mobile, chi lo conosce?Secondo uno studio condot-to da Iab, sono ancora ben 36 i siti appartenenti ai 100 top brand nel Regno Unito che non sono ancora ottimizzati per funzionare anche da mo-bile. Sembrerà impossibile, ma è proprio così.

NINJAMARKETING.IT

ZDNET.COM

THEDRUM.COM

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 201415

organizzato da

The Executive Network

Milano 26-27 giugno 2014

keynote Speakers

Julius van de Laar Campaigns Consultant &Digital Media Strategist

Jim Sterne Founder eMetrics Summit

Paolo ZanzotteraConference Chair

in collaborazione con

Quotidiano del MaRketing in Rete Rivista mensile di comunicazione, marketing e media business in rete

Supporting Partners

Per informazioni ed iscrizioni riservate ai lettori di Daily Media e Daily Net: Ilaria Biasini - 06.84541.292 - [email protected]

Meliá Hotel Milano - Via Masaccio, 19

www.emetricsmilan.it

Supporting Media

Page 16: 360com029

LINKmobile warAndroid sorpassa iOS nell’advIeri, la notizia che gli svilup-patori preferiscono Android. Oggi, Opera Mediaworks ci fa sapere che nel primo tri-mestre di quest’anno, la maggior parte del traffico adv è transitata sul sistema operativo di Google.

terzo settoreGoogle Glass per il non profitGoogle ha invitato le orga-nizzazioni senza scopo di lucro statunitensi a sugge-rire utilizzi non profit per gli occhiali a realtà aumenta-ta. Le cinque idee miglio-ri riceveranno un paio di oc-chiali in omaggio.

internet lawsIn Russia Skype e Gmail a rischio Se nei giorni scorsi era sta-ta la Turchia di Erdogan, con i blocchi a Twitter e YouTube, a far discutere la comunità internazionale, oggi è la Rus-sia di Putin a infliggere un duro colpo al web libero con la legge anti terrorismo.

youtubeIl primo video 9 anni dopo...Il 23 aprile 2005 Jawed Ka-rim postò un video della du-rata di 18 secondi su un sito che aveva contribuito a cre-are, chiamato Youtube. Date un’occhiata al video e a que-sto articolo, per capire meglio quanto sia cambiato il web.

curiositàA cosa servono i video automatici?Li guardiamo, spesso senz’audio, spesso in loop, e sopratutto senza sape-re bene il perché. Esilaran-te ricostruzione della stra-tegia che Facebook intende perseguire con l’introduzio-ne dei video automatici.

scenari digitaliL’ecommerce e il search in CinaChi fosse interessato a co-noscere lo stato dell’arte dell’ecommerce e dell’atti-vità di search nel Paese più grande del mondo può dare un’occhiata a questa inte-ressante infografica ricca di numeri e informazioni utili.

FORBES.COM ANSA.IT

ILSOLE24ORE.COM MASHABLE.COM

LEONARDO.IT BRAINSINS.COM

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 201416

Page 17: 360com029

Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012

Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium,

è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale.

Per i possessori di Tv dinuova generazione ecco la magia

dell’alta definizione.

PREMIUM PEOPLE I HIGH PROFILE AUDIENCE

UN TELEVISORE HDPREMIUM PEOPLE HA

L’ DEI

Anticipi e posticipi della Serie A nello splendore dell’alta definizione

Questo contenuto è disponibile anche su

L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ L’ DEI L’ 87%

Page 18: 360com029

COM

ANNO V | #029| GIOVEDI’ 24 APRILE 201418

Jamie, in quanto fenomeno media in libre-ria tanto quanto in televisione, è una ga-ranzia di successo. Ed è già così in Fran-cia, Gran Bretagna, Germania, Portogallo, Olanda, Grecia e Turchia. Sul mercato ita-liano c’è un’area scoperta che Jamie Ma-gazine saprà presidiare con autorevolezza: il dilagante fenomeno “foodie”. La redazio-ne si ispirerà alla filosofia culinaria di Ja-mie Oliver, noto anche come “The Naked Chef”, uno dei più celebri conduttori di pro-grammi televisivi dedicati alla cucina con oltre venti serie trasmesse in qualcosa come sessanta paesi nel mondo; un soste-nitore della cucina semplice ed equilibra-ta e delle ricette stagionali, che ha al suo attivo più di venti libri tradotti in venti lin-gue diverse. Ma Oliver è anche un attivista convinto, e la sua sfida è diffondere tra la gente la cultura del mangiare in modo in-telligente, per vivere meglio e assaporare i piaceri della vita. Per questo, il magazi-

ne Jamie vorrebbe rivolgersi a tutti gli ap-passionati della cucina, ma proprio tutti, dal fine “gourmand” all’avventuroso “foo-die” novello, fino alla casalinga più esperta nell’arte culinaria. E Jamie Magazine an-drà anche alla ricerca di storie interessan-ti di chef, produttori alimentari, appassio-nati, gente che si è reinventata una vita nel mondo del food. Il desiderio è quello di riu-scire a creare un forte engagement digita-le, coinvolgendo le blogger di cucina e tutti i “cooking addict” e i “foodie” che popolano il web. Jamie Oliver, del resto, è uno dei feno-meni mediatici del momento e dunque pos-siamo contare su una base notevole di fan che già seguono lo chef sui suoi social net-work e si fanno spedire il magazine addirit-tura dal Regno Unito. E poi Oliver è anche imprenditore: la Jamie Oliver Holding è at-tiva nella ristorazione con 5 catene e oltre 50 ristoranti, con un fatturato di oltre 260 milioni di euro e più di 3.000 dipendenti.

visioNidi Matteo dedè

debutta l’avveNtura culiNariadi jamie magaziNe

Maverick GreissinGè il co-fondatore, ceo e group publisher di edizione speciale. e’ il direttore dell’edizione italiana di Jamie magazine: il primo numero, quello di maggio, è in edicola con una foliazione di 120 pagine e oltre 90 ricette, al prezzo di 3,90 euro. le edizioni cartacee previste sono dieci all’anno, oltre a uno speciale di fine anno, “il meglio di Jamie”. prima dell’esperienza con edizione speciale, greissing ha lavorato presso l’editore il mio castello/future media italy e in gr edizioni. formazione presso la bloxham school di oxford. greissing è appassionatissimo di motociclismo

COM

spazio a... www.gNammo.com/digital-food-daysdigital food days

dal 31 maggio all’8 giugNo torNa la rassegNa, giuNta alla sua secoNda edizioNe; coN uN format iNNovativo

Dal 31 maggio all’8 giugno tornano i Digital Food Days. Giunta alla sua seconda edizione la rassegna propone un format innovativo: il social eating. Sono ben trenta gli eventi in programma sul territorio nazionale, tre quelli organizzati fuori dai confini nazionali, a New York, Pari-gi e Londra. E infine, sono sempre tre i macro temi di di-scussione individuati: Turismo, Fashion e Media 2.0, che vedranno il coinvolgimento diretto di community part-ner affini al settore, che porteranno al tavolo i loro “di-gital guru”. Ogni evento tratterà un argomento specifico legato al macro tema di riferimento, sempre accompa-gnato dal buon cibo dell’host che metterà a disposizione lo spazio. Su gnammo.com/digital-food-days è aperta la call per individuare le location che ospiteranno gli even-ti ed entro l’inizio di maggio sarà online il calendario per permetterà a tutti gli “gnammers” appassionati di food e digital, di iscriversi agli eventi. Gnammo è la pri-ma piattaforma tutta italiana dedicata, appunto, al so-cial eating. Un luogo virtuale dove condividere le abilità culinarie e la passione per il cibo. Gnammo offre a tutti - appassionati di cucina e cuochi professionisti - la pos-sibilità di organizzare pranzi, cene ed eventi a casa pro-pria o in qualsiasi location che trova il “cook”, mettere alla prova la propria bravura ai fornelli e conoscere nuo-vi amici. Non serve esse cuochi provetti, basta tanta vo-glia di mettersi in gioco e di conoscere persone nuove.

Direttore responsabileDaniele Bologna

[email protected]

Content ManagerAureliano [email protected]

[email protected]

Sebastiano Zeri, Giacomo Broggi, Vera Modesto, Davide De Vecchi

Progettazione grafi cae realizzazione

[email protected]

[email protected]

Traffi coCaterina D’Amico

traffi [email protected]

Diffusione e [email protected]

360com è una pubblicazionedi Growing C&M

Sede legalepiazza G. Grandi 24,

20135 - MilanoSede oPerativa

via Sardegna 32,20146 - Milano

tel.+39.02.53598301 fax +39.02.53598330

www.growingcm.com

Abbonamento a 360comla testata 360com è registrata al tribunale di milano al 254 del 3 maggio 2010. growing consulting & media srl è iscritta al r.o.c. con il numero 16331. © tutti gli articoli hanno ri-produzione riservata.il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza giuseppe grandi 24, 20135 milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 dlgs 196/2003

Pubblicità e iniziative specialiIvano Moro

[email protected]. +39.02.53598207

mob. +39.3393970611