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ANNO V | #044| MARTEDI’ 20 MAGGIO 2014 COM spazio a… / kate moss La modella UK celebrata con una mostra a Milano Gli scatti d’autore della “Queen of cool” londinese, in mostra a Mila- no fino al 30 maggio. Immagini scelte per raccontare la vita e lo stile della supermo- della e stilista in copertina su 300 riviste 4 8 6 14 24 28 45 ecommerce speciale / 2 speciale / 1 speciale / 3 link Shopper sempre più multicanale 4Dem, email mktg senza limiti di banda ADTZ, leader nel social media adv Rocket Fuel, la vera rivoluzione Antitrust contro le app ingannevoli Ecommerce Forum 2014, LO SPECIALE di 360com
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ANNO V | #044| MARTEDI’ 20 MAGGIO 2014COM

spazio a… / kate mossLa modella UK celebrata con una mostra a Milano

Gli scatti d’autore della “Queen of cool” londinese, in mostra a Mila­

no fino al 30 maggio. Immagini scelte per raccontare la vita e lo stile della supermo­della e stilista in copertina su 300 riviste

4

86 14 24 28 45ecommerce speciale / 2 speciale / 1 speciale / 3 linkShopper sempre più multicanale

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Oltre 3 milioni di contatti unici mensili, oltre 20 milioni di pagine viste, una redazione attiva 24/7, 300 contenuti video nuovi al mese. Nanopress.it è il sito all news nativo digitale benchmark dell’informazione italiana indipendente. Una risorsa d’aggiornamento e d’approfondimento riconosciuta, puntuale, dinamica, dalla parte del lettore, al servizio della notizia locale, nazionale ed internazionale.

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La ripresa, purtroppo, è scomparsa nel primo trimestre. L’Italia, adesso, è praticamente in stagnazione: con il dato di inizio anno e scontando rialzi nei successivi trimestri, l’incremento del prodotto interno lordo del 2014 dovrebbe attestarsi allo 0,2, al massimo allo 0,3% e non allo 0,8%, come ipotizzato dal Governo, o allo 0,6%, come invece previsto dall’Unione Europea. Per molti economisti non c’è da meravigliarsi. La politica macroeconomica non sembra adeguata. E le ricostruzioni più equilibrate lo sostengono: non è tanto colpa di questo o quell’esecutivo in carica, semplicemente non ci sarebbero spazi per un vero sostegno della domanda. Per la politica fiscale, il 2014 segna solo un’attenuazione nell’austerità, che potrebbe comunque riprendere dal prossimo anno. Di questo c’è consapevolezza. Per la politica monetaria, la bassa inflazione si traduce in severa restrizione: i tassi di interesse reali sono troppo elevati, frenano investimenti e consumi. Al contempo, si avrebbe bisogno di un cambio più debole per sostenere le esportazioni. Come si può pensare di avere una ripresa se tutte le leve sono fuori uso?, dice più d’un osservatore di cose economiche. Si spera che gli 80 euro di minore Irpef possano produrre qualche effetto, ma se il clima è negativo l’impatto potrebbe rivelarsi minimo. In questo contesto pieno di vincoli, urge che almeno sul fronte monetario si prendano, a Francoforte, decisioni di stimolo significative. Ci sono riverberi, ancora una volta, sul fronte della industry pubblicitaria, anche se con qualche elemento positivo. La fase di decrescita del mercato pubblicitario italiano, infatti, non è ancora terminata, anche se nel primo trimestre dell’anno è proseguito il trend di riduzione delle perdite, sempre più vicino alla soglia zero, almeno secondo i dati ufficiali diramati, come di consueto, da Nielsen. Segnali di ripresa ce ne sono, in particolare in ambito televisivo, radio e internet. Speriamo bene, e buona lettura a tutti.

editorialedi daniele Bologna - [email protected]

trend alla ricerca degli spiragli di luce

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Rispetto alla generazione disillusa dei qua­rantenni, quella che fu prima delle speranze e poi dei mille euro, la generazione succes­siva, quella dei ventenni, nasce più aperta, meno individualista, attrezzata per un cam­biamento continuo, disposta a includere, fi­duciosa e con le maniche ben rimboccate. È la generazione sharing. Parlare di genera­zione sharing significa fare riferimento a co­loro che della condivisione fanno non solo un semplice stile di vita, ma la filosofia primaria che guida scelte e azioni. Una serie di aspet­ti negativi può divenire motore di un modo di agire, comportarsi, relazionarsi totalmente diverso e nuovo. Innovativo. La condivisione, per la generazione sharing, si attua in cin­que campi. Esperienze: questa generazione utilizza i social media per comunicare, con­frontarsi, raccontare storie ed emozioni. Da Twitter a Facebook, passando per i blog, In­stagram e YouTube, discutono di politica, condividono delusioni e successi, lanciano

campagne sociali, manifestazioni, proteste e proposte; servizi e prodotti: all’auto di pro­prietà preferiscono car sharing e carpooling, utilizzano servizi pubblici di affitto biciclette, nei viaggi scelgono il couchsurfing o l’affit­to di appartamenti al posto dell’hotel, pensa­no a un futuro in co housing; idee: non hanno paura di diffonderle, anzi per loro la fi losofia dell’“uno più uno maggiore di due” è alla base di qualsiasi azione, così come lo sono la progettazione par tecipata e la co creazione; lavoro: il co working, per questa generazio­ne, non è sol tanto uno spazio comune di la­voro, ma anche un modo di intendere il la­voro stesso. Quando lanciano una startup non lo fanno mai da soli, ma sempre con dei co­founder; responsabilità: sono social non solo in riferimento all’u tilizzo dei social media, ma perché credono nell’etica e nell’equità so­ciale, cioè nella condivisione delle respon­sabilità, nell’impegno diretto per migliorare la società e nel social business.

visionidi matteo dedè

la speranza dei 40enni si chiama generazione sharing

AlessAndro rimAssADirettore Della Scuola Di comunicazione e management Dell ‘iStituto europeo Di DeSign, è autore Di “generazione mille euro” (rizzoli), libro cult traDotto in Sette lingue Da cui è Stato tratto l’omonimo film. Ha pubblicato ancHe “berlino Sono io” (Sonzogno) e “Jobbing, la guiDa alle 100 profeSSioni più nuove e più ricHieSte” (Sperling & Kupfer). nato il 19 ottobre 1975, Scrittore e giornaliSta profeSSioniSta, creDe cHe in italia Sia ancora poSSibile coStruirSi un futuro eD eSprime la Sua filoSofia Di vita con un HaSHtag: #facilecambiare. baSta volere e Sapere agire

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spazio a... fino al 30 maggio - via alessandria 8 @ milanokate moss: the icon

un appuntamento glamour presso il lancia fashion apartment: la modella uk celebrata con una mostra

Trenta scatti d’autore della “Queen of cool” londine­se, in mostra a Milano fino al 30 maggio. Trenta scat­ti indimenticabili per raccontare la vita e lo stile del­la supermodella e stilista britannica comparsa sulla copertina di oltre trecento riviste. La mostra si chia­ma “Kate Moss: The Icon” e raccoglie gli scatti più celebri di colei che rivoluzionò i canoni estetici e lo stile degli anni Novanta. In sintonia con tanta bellez­za ed eleganza, un esemplare unico di Lancia Ypsilon sarà esposto come sponsor della mostra fotografica. E avrà una customizzazione esclusiva: la carrozzeria dell’auto è, infatti, personalizzata con le rappresenta­zioni di alcune delle celebri fotografie esposte all’in­terno, che raccontano la carriera ma anche la vita personale di Kate Moss. Un “wrapping” suggestivo e unico che rende la vettura esposta un elemento di co­municazione forte e unico nel suo genere. Nell’anno dei suoi 40, la bellissima modella londinese diventa protagonista di una vera e propria celebrazione attra­verso l’obiettivo di artisti del calibro di Albert Watson, Chris Levine, David Ross, Jurgen Ostarhild, Roxanne Lowit e Satoshi Saikusa. E anche la vettura a edizio­ne unica rende, dunque, omaggio a una donna che da vent’anni affascina e ispira stilisti e artisti, capace di dettare mode e manie con il suo stile, tanto da meri­tarsi l’appellativo di “Queen of Cool”.

Direttore responsabileDaniele Bologna

[email protected]

Content ManagerAureliano [email protected]

[email protected]

Sebastiano Zeri, Giacomo Broggi, Vera Modesto, Davide De Vecchi

Progettazione grafi cae realizzazione

[email protected]

[email protected]

Traffi coCaterina D’Amico

traffi [email protected]

Diffusione e [email protected]

360com è una pubblicazionedi Growing C&M

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Abbonamento a 360comla testata 360com è registrata al tribunale di milano al 254 del 3 maggio 2010. growing consulting & media Srl è iscritta al r.o.c. con il numero 16331. © tutti gli articoli hanno ri-produzione riservata.il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza giuseppe grandi 24, 20135 milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 DlgS 196/2003

Pubblicità e iniziative specialiIvano Moro

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mob. +39.3393970611

QueSto teSto è tratto Dal capitolo DeDicato alla SHaring economy all’interno Del libro Di aleSSanDro rimaSSa “e’ facile cambiare l’italia Se Sai come farlo. 10 metoDi cHe ognuno può mettere in pratica per ricoStruire inSieme il paeSe”, eDito Da Hoepli

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Ma, insomma, questo be-nedetto ecommerce ha at-tecchito o no nel Paese chiamato Italia? I dubbi permangono, ma l’interes-se verso la materia non ac-cenna a diminuire. A testi-moniarlo, una volta di più, il forum dedicato al set-tore organizzato da Net-Comm e giunto ormai alla sua nona edizione, che si prospetta come la più fre-quentata della storia: il nu-mero delle adesioni era già arrivato oltre quota 1.600 prenotazioni a dieci gior-ni dall’evento in program-ma a Milano, cifra che fa il paio con quella che sot-tolinea le percentuali di crescita annuali del com-mercio elettronico lungo lo Stivale, isole comprese: un +20% solo durante l’ul-tima stagione. E in giro si mormora che il presiden-te del consorzio, Roberto Liscia, oltreché ovviamen-te soddisfatto, non sia ne-anche così sorpreso della progressiva affermazione del settore. Non potevamo, quindi, non farci spiegare le ragioni che hanno ormai poco a che fare con il mero ottimismo, ma sembrano fotografare una realtà ben definita. Perché si respira un palese entusiasmo: si-gnifica, forse, che i punti a favore hanno finalmente oscurato le criticità? «Non così in fretta - risponde Liscia -, ma la strada è

COVER STORY

a milano si svolge la nona edizione dell’ecommerce forum. operatori a confronto

Fermo immagine su una realtà definitanell’ambiente si

respira un palese entusiasmo: significa,

forse, che i punti a favore hanno

finalmente oscurato le criticità? magari

non tutte, rispondono gli organizzatori

di davide Sechi

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quella giusta. I punti critici per-mangono e sono quelli ormai risaputi: una cultura impren-ditoriale che ancora non è per-fettamente educata al digitale, mentre il consumatore si trova ben più avanti; risorse e compe-tenze che devono essere ancora sviluppate; una banda larga an-cora insufficiente; una legisla-zione poco appropriata che non elimina vincoli troppo oppri-menti per l’offerta; la necessità di creare trustability. E a propo-sito di quest’ultimo punto, il si-gillo NetComm significa credi-bilità, qualità: circa 130 aziende ci hanno creduto e ora possono fregiarsene; in più, ne abbiamo creato uno equivalente anche a livello europeo. Così entriamo nel territorio dei punti da esal-tare: il Made in Italy; il compor-tamento degli italiani riguardo il commercio elettronico, che

sono passati da 9 milioni a 16 milioni di acquirenti online; il ruolo del mobile che cresce e può riservare ulteriori sorpre-se. Si tratta di fattori che crea-no conoscenza, partecipazio-ne ed economie condivise». E se volessimo coniugare l’ecom-merce con i social media? «Al-lora dovremmo essere onesti - dice ancora Liscia - e dichia-rare le difficoltà di valutazione ancor ben presenti sotto il pro-filo della perfomance. Oggi so-cial non è più uno strumento, ma un ambiente che sostituisce la relazione fisica, fondamenta-le nella condivisione di un pro-cesso, nel momento della possi-bile titubanza o della conferma dellíesattezza di un’operazio-ne díacquisto. Ma, oltre que-sto, deve essere ancora valutato come strumento adatto al set-tore». Un’ulteriore riflessione, il

presidente di NetComm la riser-va proprio al Forum che si cele-bra a Milano. «La prima parte dell’incontro - afferma anco-ra il presidente Liscia - prova a raccontare le esperienze globa-li di grandi gruppi, come Nest-lé. Sfruttare in maniera adegua-ta le possibilità del progresso tecnologico sarà poi materia di discussione pomeridiana. E qui comeScore ci garantisce un quadro della valenza svolta dal mobile nello shopping quoti-diano. Possiamo contare su due osservatori, il primo con unía-nalisi trimestrale del compor-tamento díacquisto, il secondo redatto dal Politecnico di Mila-no. Durante la mattinata abbia-mo allineato le testimonianze di Marco Centauro, di Facebo-ok, di Federico Gasparotto, per Accenture, e di Vincenzo Pom-pa, di Postecom. <

roberto liscia sottolinea che nel corso della

manifestazione saranno illustrati casi di grandi

realtà aziendali, a partire da quello di nestlé

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mentre a milano si celebra il 9° forum, il dibattito sull’ecommerce è acceso: il settore negli stati uniti crescerà di oltre il 50% nei prossimi 4 anni

Il consumatore “omni-channel” è la forza strategica che può plasmare il futuroci sono dati incontrovertibili sulla continua crescita di un fenomeno che sta mettendo radici a tutte le latitudini. ad esempio, in base alle ultime stime, le transazioni commerciali compiute da smartphone e tablet a fine 2014 raggiungeranno i 114 miliardi di dollari soltanto negli usa. un numero che potrebbe aprire spiragli interessanti anche nel nostro paese, dove gli strumenti di comunicazione mobile sono davvero diffusi e in via di ulteriore diversificazione

Per intendere bene il fenome-no si può partire da una re-cente stima dell’autorevole istituto Forrester, secondo cui, negli Stati Uniti, le tran-sazioni commerciali compiu-te da smartphone e tablet a fine 2014 raggiungeranno i

114 miliardi di dollari. In particolare, due terzi,

ovvero circa 76 miliar-di, avverranno tra-mite tablet, mentre il resto attraverso i cellulari. E per

quanto riguarda i 114 miliardi totali,

comprendono circa 28 miliardi di dollari di transa-

zioni che i ricercatori della struttura statunitense non de-finiscono come ecommerce, tra cui viaggi e ordini di cibo.

di daniele Bologna Sempre Forrester stima, inol-tre, che quasi un terzo (il 29%) di tutte le transazioni di ecommerce del 2014 avver-ranno da tablet o telefono cel-lulare. Ed entro il 2018 questa percentuale salirà fino al 54% del totale, che sarà di 414 mi-liardi di dollari. Cifre enormi, testimonianza di una tenden-za significativa e irreversibile. Tuttavia, nonostante questa grande attenzione data al commercio digitale, secondo Forrester gli acquisti di ecom-merce compiuti su qualsiasi tipo di device digitale rappre-sentano solo il 9% del totale delle transazioni commerciali degli Stati Uniti. Entro il 2018 questa percentuale salirà solo fino all’11%. Non è poi molto. In questo scenario va annota-to che il valore globale dei beni venduti su eBay nel

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quarto trimestre del 2013 è stato di 21 miliardi di dollari; al secondo posto, dietro all’elettronica, che vale 4,8 miliardi, c’è la categoria abbi-gliamento e accessori, con 4,4 miliardi, circa il 21% del tota-le. L’azienda non segmenta geograficamente i dati sui ri-cavi, ma su 128 milioni di utenti attivi eBay a livello mondo, 3,5 milioni sono ita-liani, il 2,8% circa. Applican-do le stesse percentuali al transato e convertendo i dol-lari in euro, potremmo dire che nel quarto trimestre il transato in Italia è stato di 430 milioni di euro per tutte le ca-tegorie e di 86 milioni circa (il 20%) per la moda: per líinte-ro anno si superano, quindi, i 300 milioni. Non male, come risultato, ma sicuramente mi-gliorabile, in particolare pun-tando sul mobile commerce. «In Italia nel 2013 il canale, secondo i dati dell’Osservato-rio NetComm, è cresciuto del 255% - ricorda Lamberto Sie-ga, responsabile per Italia, Francia e Spagna della gestio-ne dei venditori e dell’innova-zione -. L’Italia è un mercato molto interessante da questo punto di vista, perché più di 30 milioni di persone hanno uno smartphone, la penetra-zione più alta d’Europa, e, sempre secondo i dati Net-Comm, 22 milioni lo usano per navigare». Per acquistare con comodità da uno smart-phone servono le interfacce e app giuste e in questo eBay è

all’avanguardia: «Le nostre applicazioni per iPhone, iPad, smartphone che usano An-droid, BlackBerry e Windows sono disponibili in oltre 190 Paesi, tradotte in otto lingue e sono già state scaricate 200 milioni di volte - precisa Siega -. A livello mondiale, su 76,5 miliardi di transato, 22 mi-liardi sono passati dal mobile; per l’Italia non abbiamo dati disponibili, ma l’Osservatorio NetComm avrebbe indicato che l’m-commerce è il canale più promettente, non solo per effettuare l’acquisto, ma per fare ricerche, informarsi, ma-gari mentre si aspetta l’auto-bus». Tra i marchi che hanno già aperto negozi su eBay ci sono Braccialini, Gas Jeans, Merrel e Kappa (BasicNet), ma l’obiettivo è portare sul sito tutti i marchi della moda e magari anche del lusso ita-

liani. Però, in un panorama fitto di speranze, ci sono pa-recchie nuvole di preoccupa-zione sulla strada del costan-te, ma comunque lento, sviluppo del commercio digi-tale. Per esempio, tra le picco-le e medie imprese sono so-prattutto le resistenze culturali a bloccare la “fiori-tura” nella parte digitale, come spiega Stefano Sordi, direttore marketing di Aruba, tra i leader in Italia nel web hosting: «Nonostante la con-tinua crescita del comparto ecommerce in Italia, il nostro Paese si posiziona al 25° po-sto su 28 nella classifica relati-va alla penetrazione del com-mercio elettronico in Europa, riuscendo a scalzare esclusi-vamente Grecia, Bulgaria e Romania. Questo dato, sicu-ramente poco incoraggiante, è accompagnato da ulteriori

numeri che non fanno presa-gire nulla di buono: in Italia solo il 6% delle imprese italia-ne vende online, a fronte di una media del 15% nel resto dell’Unione Europea. Viene, quindi, da chiedersi come sia-no giustificabili questi nume-ri - continua Sordi - perché le imprese italiane, e soprattutto le Pmi, non colgano i vantag-gi che l’ecommerce potrebbe offrire loro. Di sicuro, il digi-tal divide nel Paese pesa enor-memente sullo sviluppo delle attività commerciali in rete delle piccole e medie imprese italiane. Ma spesso mancano, oltre alle comuni infrastrut-ture digitali, adeguate strate-gie di vendita e comunicazio-ne nel mercato online. Da ciò si evince che le barriere per le Pmi sono più d’una, ma le più ostiche da battere sono quelle culturali. Le imprese non

hanno una reale consapevo-lezza delle enormi opportuni-tà del mondo dell’e-commer-ce». In effetti, le Pmi italiane, ovviamente, sono nate tutte offline e nessuno chiede di al-lontanarsi dall’universo fisi-co. La parola d’ordine è invece “multicanalità”, come sottoli-nea ancora Sordi: «La ragione principale per cui una piccola o media impresa dovrebbe

essere visibile online è data proprio dalla possibilità di adottare una strategia multi-canale. Di fatto, oggi i clienti utilizzano canali differenti nel corso del proprio proces-so di acquisto. Uno studio condotto da Forrester Rese-arch mostra come in Italia il 37% dei possibili acquirenti applichi il cosiddetto effetto Ropo (Research Online Pur-

chase Offline), evidenziando come si tenda a cercare infor-mazioni online prima di ac-quistare in un luogo fisico. Già da questa tendenza si co-glie come la presenza online sia essenziale per poter rag-giungere il maggior numero di clienti possibile. E ciò an-che a fronte del sempre cre-scente utilizzo di dispositivi mobili. Ricordo che in Italia ci sono circa 21 milioni di smartphone e oltre 1 milione di tablet». Anche sulla stam-pa italiana l’argomento “com-mercio elettronico” è sempre più trattato, sia dal punto di vista tecnico sia da quello in-formativo. Negli Stati Uniti, molti analisti ne evidenziano lo sviluppo a scapito del “com-mercio fisico”, quello che sia-mo abituati a vedere in tutte le vie cittadine di ogni paese del mondo, tanto da far dire a Howard Schultz, chief execu-tive officer di Starbucks, in-tervistato dalla CNBC: «For-tunatamente, i consumatori non possono farsi un cappuc-cino online… Non vorrei es-sere nei panni di chi deve ge-stire un negozio tradizionale e non ha una strategia digita-le». Inoltre, in un rapporto del Mit di Boston, si afferma che il consumatore “omni-channel” è la forza centrale che può plasmare il futuro dell’ecommerce e i negozi ge-stiti dai retailers. L’Osservato-rio eCommerce b2c Net-Comm/School of Management del Politec-

roberto liscia è il presidente del consorzio netcomm

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nico di Milano, ha rilevato che nel 2013 è proseguita la crescita del commercio elet-tronico con un tasso del 18% e le vendite dei siti, con ope-ratività nel paese, hanno su-perato 11 miliardi di euro. Non solo: il commercio elet-tronico dei prodotti ha regi-strato una crescita del 25%, mentre quella dei servizi è stata pari a un +13%, anche se questi ultimi pesano per il 61% delle vendite. «Il settore dell’ecommerce - spiega il presidente di NetComm, Ro-berto Liscia - è affermato in tutti i paesi, tanto da essere diventato un fenomeno glo-bale. Questo canale di vendi-ta, nato con internet, permet-te l’accesso online a beni e servizi. All’inizio, si trattava di acquisti online di servizi, in particolare assicurazioni, viaggi e turismo, ma più re-centemente si è sviluppato per offrire prodotti difficil-mente comprimibili in un ne-gozio tradizionale. L’ecom-merce permette di presentare ai potenziali acquirenti “un’of-

ferta della coda lunga”, ovvero completa, che in un negozio fisico non sarebbe stoccabile, tanto da far parlare di “nego-zio planetario”. Inoltre, il ser-vizio offerto e la confrontabili-tà dei prezzi rappresentano un plus per i potenziali clienti. Il prezzo, che ha inizialmente fa-cilitato lo sviluppo del com-mercio elettronico, ha in se-guito messo in evidenza altre componenti del marketing mix, tra cui spiccano il servi-zio a domicilio e una logistica efficace». Dalle più recenti in-formazioni, in effetti, si evince che negli ultimi anni anche in Italia ci sia stata un’accelera-zione dell’offerta di prodotti nell’ecommerce. In Euro-pa, questo settore sembra oggi guidare lo sviluppo. Così, in molti si avventurano a fornire quadri previsionali tra l’oggi e il domani di una tendenza co-munque inevitabilmente di progresso. «Storicamente, in Italia, a differenza di altri pae-si, le vendite a domicilio non sono mai decollate - dice an-cora Liscia -, anche per la reti-

cenza delle persone ad avere fiducia nei servizi di consegna e per i servizi logistici non all’altezza. Nel passato, in Ita-lia, il negozio fisico ha predo-minato anche per la confor-mazione della popolazione distribuita in piccole e me-die città. Al contrario, merca-ti come l’America, dove le di-stanze sono maggiori, il servizio a domicilio è sem-pre stato un fenomeno im-portante. Si può aggiungere la tradizionale “allergia” de-gli italiani all’uso della carta di credito online, che ha fre-nato il settore. L’ecommerce, da noi, inizialmente si è diffuso nei servizi e, suc-cessivamente, anche nell’offerta di beni/pro-dotti. Penso all’offerta di strutture come eBay, Za-lando, Amazon, Yoox, Groupon. Le ragioni di quest’ampia diffusione in Italia sono da ricercarsi nei prezzi più vantaggiosi ri-spetto ai negozi, alla mag-giore efficacia della logistica e alle consegne a domicilio

favorite dalla mancanza di tempo dei consumatori ita-liani da dedicare allo shop-ping tradizionale. Adesso, devo dire che l’Italia risulta un po’ indietro rispetto a pa-esi come Francia Inghilterra e Germania - continua il pre-sidente del Consorzio Net-Comm -. Anche in termini di digitalizzazione, ossia del numero di persone che han-no accesso a internet, la per-centuale degli internauti in Italia è di circa il 29%, con-tro una media europea del 55%, con punte dell’80% in alcuni paesi. Nel 2013 gli ac-quirenti online hanno rag-giunto 14 milioni di unità e le vendite dai siti hanno su-perato 11 miliardi di euro. Alla base di questa crescita si riscontra il ruolo sempre più importante svolto dagli smartphone che estendono le possibilità di acquisto al di là dell’utilizzo del computer. Inoltre, lo sviluppo della te-lefonia mobile sta contri-buendo alla digitalizzazione

del nostro paese. Nonostan-te quanto detto, il settore è ancora lontano rispetto ai maggiori paesi europei». E oggi si parla sempre di più di multicanalità del retail di prodotti. Con l’emergenza di scenari intrecciati a una con-formazione tipica del siste-ma italiano in cui la distri-buzione è estremamente capillare. «Anche in Italia - aggiunge, però, Liscia - è in atto una rivoluzione digitale e nel breve-medio termine si ar-riverà a un punto di equilibrio tra commercio “fisico” e “digi-tale”. Il consumatore “omni-channel” potrà essere la forza centrale che determinerà il fu-turo del commercio elettroni-co e dei negozi tradizionali. Il punto è saper valorizzare la customer experience del clien-te finale e a tale scopo le azien-de dovranno saper sfruttare al meglio l’online e l’offline, inte-grandoli tra loroo. Non esiste, co-m u n q u e , un’unica scelta: bisogna stu-

diare una strategia client-cen-tric. Per il cliente finale non deve far differenza se vuole ac-

quistare i prodotti online in-vece che nel negozio,

o ancora sceglier-li online e an-

darli magari a provare o a ritirarli nel nego-zio. Non è che l’ac-q u i r e n t e

online sia

diverso da chi va in negozio. È necessario garantire una cu-stomer experience indipen-dentemente dal processo di acquisto. E sicuramente - con-clude -, in futuro i protagonisti del mercato dovranno trovare il migliore punto di equilibrio tra fisico e online. Porto un esempio di una catena che ha deciso di non ridurre il nume-ro di punti vendita, al fine di garantirne la capillarità e assi-curare la copertura del territo-rio. Ma ha ridotto le superfici medie dei propri negozi». <

la ricerca della qualità e l’attenzione all’utenteIlConsorzio del commercio elettronico italiano (Net­Comm), nato nel 2005, aderisce a Assinform, organi­smo di Confindustria per i Servizi innovativi e tecnolo­gici. La mission di NetComm si sviluppa su due fronti: da un lato, offre tutta una serie di servizi ai propri con­sorziati, dall’altro s’impegna a promuovere la cultura del commercio elettronico nella società civile. Tra i con­sorziati annovera marchi rinomati tra cui Bottega Ver­de, Ibs, Fratelli Carli, Expedia, Bluvacanze, Dmail, Ebay, Epson, Mandarina Duck, Lastminute, Poste Mobile, Ti­cket One, Carta Sì, Il Sole 24Ore, e tantissimi altri. Tut­ti i consorziati aderiscono al Codice di Autoregolamen­tazione NetComm, sinonimo di garanzia di qualità e di trasparenza nei confronti dei clienti potenziali. Inoltre, si possono fregiare del Sigillo NetComm, che permette al consumatore di identificare le aziende iscritte, che per­seguono la ricerca della qualità e l’attenzione all’utente finale. La nona edizione dell’E­commerce Forum 2014, dedicata al commercio elettronico, si svolge a Milano il 20 maggio 2014. L’evento è aperto a tutti coloro che vo­gliono approfondire e ampliare le proprie conoscenze sull’intera filiera del commercio elettronico.

lamberto siega di ebay howard schultz, ceo di starbucks

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Nel mondo del B2B si ten-de talvolta a considerare il branding come un aspet-to complessivamente mar-ginale della gestione strate-gica aziendale. Sono molti i dirigenti di aziende che ope-rano su mercati industriali convinti che i loro prodot-ti o servizi vengano scel-ti dai clienti attraverso un processo decisionale razio-nale, esclusivamente basa-to su fatti concreti quali ca-ratteristiche e funzionalità, benefici, assistenza e quali-tà, e lo stesso di può dire per il settore del marketing di-gitale. Chi di questo aspetto conosce ogni risvolto è cer-tamente Maurizio Alberti, managing director di Tera-data, gigante mondiale dei big data che a maggio del 2012 ha acquisito le attivi-tà internazionali di eCircle, storico provider di email marketing, facendo il suo ingresso ufficiale nel no-stro mercato. L’operazione di fusione tra le due realtà è stata, dal punto di vista del

branding, il più graduale possi-bile, proprio per non disorientare i clienti e il target storico di eCircle. Così, per il primo anno e mezzo, i due brand sono

un’attività centrata su punti fermi: la piattaforma per digital messaging, le campagne dem e lead generation

Teradata, le carte in regola per fornire soluzioni idealiconversazione con maurizio alberti, managing director per l’italia del gigante dei big data che nel 2012, all’ingresso nel nostro mercato, ha acquisito le attività internazionali del provider di email mktg ecircle

mi due anni le due aziende hanno dovuto collaborare strettamente per cercare di consolidare un contesto cre-dibile per posizionare la no-stra offerta sul mercato. Ab-biamo fatto notevoli sforzi tecnologici e di organizza-zione per integrare ec-mes-senger di eCircle con le piat-taforme di Teradata e quella che era eCircle ora è la unit di Marketing application di Teradata. In questo modo, Teradata completa la sua vi-sione mettendo a disposi-zione delle aziende anche gli strumenti per il marke-ting dell’ecommerce, non solo quelli per la gestione dell’Information Technolo-gy». Tuttavia, come è certo che passare da un azienda che impiega 450 persone a una che ne impiega circa 12 mila può dare qualche grat-tacapo al suo management, altrettanto lo sono i vantaggi che una simile integrazione offre: «Devo dire che abbia-mo trovato un management locale molto preparato sulle specificità del nostro mer-cato, con la ferma volontà di rispettare le culture loca-

li, anche quella del mercato italiano, che sappiamo esse-re del tutto singolare rispet-to al resto d’Europa e del mondo - conferma Alberti -. Abbiamo quindi riscon-trato un aumento di poten-ziale ma nessuna restrizione particolare. Ci hanno lascia-to l’indipendenza arric-chendoci con la metodicità che solo un’azienda di tale dimensione può avere». Per la seconda volta consecuti-va, Teradata è main sponsor all’Ecommerce Forum. E se nel corso del 2014 è sparita del tutto dal logo e dall’iden-tity dell’azienda la parola eCircle, rispetto all’edizio-ne 2013 non è cambiata di molto la proposizione nei confronti del mercato. «Il cuore della nostra proposta resta sempre la nostra piat-taforma per il digital messa-ging, le campagne dem e la lead generation - spiega Al-berti -, ma integrata all’in-terno della suite completa di applicazioni Teradata che permette di gestire le mar-keting operations, il cam-paign management e, ap-punto, il digital messaging».

La novità è allora la presen-za nell’area espositiva di due realtà che affiancano Tera-data nella filiera del ecom-merce marketing. «Dal nostro punto di vista, il con-cetto chiave che cercheremo di trasferire al pubblico del Forum è quello di omnica-nalità. E’ fondamentale ga-rantire agli utenti la miglio-re user experience possibile in ogni momento e attra-verso ogni punto di contat-to, ogni canale. In tal senso, quest’anno abbiamo scel-to di presentarci agli opera-tori insieme ai nostri part-ner Hybris e Vivocha che, propongono al mercato, ri-spettivamente, soluzioni di programmazione e di crm all’avanguardia e specializ-zate per il commercio elet-tronico. Un’azienda che vuole realizzare il proprio ecom-merce potrà, quindi, utilizza-re la suite di Hybris per cre-arlo, la tecnologia di Vivocha per gestire la relazione con il cliente e i nostri servizi per il marketing, garantendosi la medesima eccellenza in tutte le fasi del progetto, “dalla cul-la alla tomba”.

di aureliano roio stati affiancati, come Tera-data eCircle, nel proporsi al mercato, in attesa di finaliz-zare il processo di integra-zione, e infine il brand si è definitivamente trasforma-to in Teradata. Alberti, che è una vecchia conoscenza dell’E-commerce Forum, si è quindi trovato a partecipare alle ultime tre edizioni con la medesima azienda deno-minata, di volta in volta, in modo differente. Anche se, come spiega a 360com, non è stato questo l’aspetto più complesso di un lungo pro-cesso di integrazione: «Te-radata è il leader mondiale del data warehouse e di big data analitics, ossia due at-tività fortemente It; eCir-cle era invece specializzata nell’email marketing. Negli

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ADTZ Italia, guidata da Sacha Monotti Grazia dei in qualità di ceo, fa il suo ingresso ufficia-le nel mercato digitale italia-no. L’azienda è leader nel social media advertising in Spagna e America Latina con oltre 13 mila campagne gestite e ora con l’ingresso negli Stati Uni-ti e nel nostro Paese sta prose-guendo il processo di espansio-ne su scala globale operando con un team specializzato a li-vello locale. Dal 2010 ADTZ offre soluzioni performance su Facebook e Twitter per miglio-rare il Roi dei suoi clienti, attra-verso lo sviluppo costante del-la sua piattaforma tecnologica ADAM e del suo team di esper-ti in social marketing e adverti-sing. ADTZ è il primo partner in Italia ad essere certificato sia da Facebook sia da Twit-ter per la gestione e ottimizza-zione delle campagne di social media advertising e funziona come una sorta di “facilitato-re”, teso a migliorare i ritor-ni degli investimenti delle campagne pubblicitarie di aziende e agenzie che inten-

dono sviluppare le loro attivi-tà di advertising sui social net-work. Di questo e molto altro 360com ha discusso con Mau-rizio Boneschi, sales director di ADTZ. Per saperne di più. ADTZ è appena arrivata sul nostro mercato. Quali sono le vostre specializzazioni? E quali servizi offrite al mercato italiano? «ADTZ è il primo partner in Italia a essere certificato sia da Facebook sia da Twitter per la gestione e ottimizzazione delle campagne di social media ad-vertising. Stiamo parlando di un’azienda internazionale le-ader nel social media adverti-sing in Spagna e America Lati-na con oltre 13 mila campagne gestite e ora, con l’ingresso ne-gli Stati Uniti e nel nostro Pae-se, stiamo proseguendo il pro-cesso di espansione su scala globale. Dal 2010 offriamo so-luzioni performance su Face-book e Twitter per migliorare

il Roi dei nostri clienti, avva-

lendoci della nostra piattafor-ma tecnologica ADAM e di un team di esperti in social mar-keting e advertising. Siamo sta-ti una delle prime aziende al mondo a ricevere la certifica-zione PMD (Preferred Marke-ting Developer) da Facebook, che la corporation rilascia ai suoi partner per sviluppare so-luzioni tecnologiche sulla pro-pria piattaforma di advertising. Anche se siamo appena arriva-ti in Italia, possiamo affermare di essere l’unica azienda total-mente focalizzata sul business

delle campagne performan-ce sui social media, Facebook prima di tutto, e poi Twitter. A differenza dei nostri princi-pali competitor che sono realtà internazionali che non hanno supporto a livello locale, noi, pur essendo una realtà pre-sente su più continenti, ope-riamo in ogni paese con un team locale dedicato allo svi-luppo del singolo mercato. In questa direzione ADTZ fun-ziona come una sorta di “faci-

litatore di business”». Che importanza hanno oggi i social media, in generale, dal punto di vista del marketing? «Riteniamo che i social media si fondino su due principi di grande utilità per le aziende: la brand building/engagement e il ritorno tangibile dell’inve-stimento. La nostra vocazione è realizzare questi due princi-pi, attraverso l’ausilio della no-stra tecnologia evoluta e dei

nostri servizi dedicati, al fine di aiutare i nostri clienti nel-le attività di social marketing e advertising». Come si sposa il vostro lavoro con l’ecommerce? «Noi, da sempre, lavoriamo con clienti appartenenti al mondo del retail e dell’ecom-merce. E’ nel nostro Dna for-nire a queste due tipologie di clienti soluzioni di ottimizza-zione delle campagne di social advertising per massimizzare il ritorno dell’investimento. Ad esempio, di recente, un nostro importante cliente spagno-lo, Percentil, un’azienda leader nell’ecommerce di prodotti di abbigliamento, utilizzando le nostre soluzioni ha migliora-to il costo di acquisizione del 48% e incrementato il volume di affari del 50% generato dalle campagne performance realiz-zate su Facebook».

Siete specializzati anche per il marketing su Twitter. Ci parla un po’ di questo social media? «Twitter è un servizio web che

permette di scrivere messag-gi di un massimo di 140 carat-teri e arricchirli con foto e vi-deo. Al tempo stesso consente di seguire l’attività di persone e aziende di proprio interesse. In questo modo si viene a cre-are un ambiente molto ricco di informazioni. Le aziende pos-sono utilizzarlo per condivide-re i propri contenuti con spe-cifiche audience che hanno determinati interessi (sport, musica, tv, ecc...) e attraver-so i Twitter ADS possono au-mentare la propria reach. Le soluzioni pubblicitarie attual-mente disponibili, Promoted Tweets, Accounts and Trends, si stanno dimostrando stru-menti efficaci».

Per quale ragione avete deciso di essere presenti sul mercato italiano?«Ragionando assieme ai no-stri partner Facebook e Twit-ter abbiamo constatato che l’Italia rappresenta per la no-stra azienda un mercato ad alto potenziale. Non è un mi-stero che in Italia ci sia una va-sta audience presente quoti-dianamente sui social network e parimenti investimenti sem-pre più significativi da parte degli advertiser ma ancora un con basso utilizzo di soluzio-ni di ottimizzazione. Pertanto riteniamo che ci siano ottime opportunità di business per un’azienda come la nostra che sia capace di offrire soluzioni efficaci ed efficienti per tutte le aziende che “amano” i social».

il primo partner in italia a essere certificato sia da facebook che da twitter

Sbarca in Italia ADTZ, leader nel social media advuna struttura d’avanguardia che gestisce oltre 13 mila campagne e che ora, con l’ingresso negli usa e in italia, sta proseguendo il proprio processo di espansione

di giulia Zuffi dal 2010 adtz offre soluzioni performance su facebook e twitter, con l’obiettivo di migliorare il roi dei suoi clienti

maurizio boneschi, sales director di adtz

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LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.

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Due milioni di clienti registra-ti, un fatturato di quasi 70 mi-lioni di euro e più di 500 mila ordini all’anno. Questi i primi numeri di Banzai Commerce, leader sul mercato italiano. I suoi ecommerce contano più di 2,4 milioni di visitatori on-line e hanno già esaudito i de-sideri di oltre 800 mila clienti. In particolare, Banzai detiene il primato italiano nella ven-dita di beni fisici con i mar-chi: ePRICE (leader nella ven-dita di prodotti high-tech,

elettrodomestici e casalinghi) e SaldiPrivati (club di saldi online di abbigliamento, scar-pe, accessori e prodotti per casa e famiglia). E 360com ha potuto avvicinare Edoardo Giorgetti, ceo di Banzai Com-merce, per un’analisi su que-sto settore e il modello di bu-siness legato all’e-commerce. «Siamo focalizzati sul merca-to italiano perché riteniamo abbia maggiore potenziale di crescita oltre a peculiarità che richiedono cultura e approc-ci specifici. Per esempio, sia-mo gli unici ad offrire un net-

work di Pick&Pay, circa 60 negozi in cui è possibile ri-tirare i prodotti ordinati on-line e pagare alla consegna, anche in contanti e con Ban-comat. Inoltre, siamo unici nel combinare ecommerce in senso stretto con attività me-dia, come advertising e info-commerce: in Italia oltre il 50% del retail totale è influen-zato dall’online, proprio per-chè gli italiani, come i cugi-ni europei, si informano e scelgono online prima di an-dare in negozio. Per le mar-che, rappresentiamo una one-stop solution per raggiungere un’ampia audience di uten-ti con l’advertising, promuo-vere e posizionare i prodotti nei siti e-commerce e, infine, vendere».

Qual è l’andamento del settore, sia a livello generale sia per quel che vi concerne?«L’ecommerce di beni fisi-ci cresce a tassi superiori al 20%, in evidente controten-denza rispetto al retail tradi-zionale che è in terreno nega-tivo. Il gap tra online e offline si sta quindi riducendo, ma

il ceo edoardo giorgetti illustra le intenzioni presenti e future dell’azienda

Banzai Commerce, il colosso nei numeridue milioni di clienti registrati, un fatturato di quasi 70 milioni di euro e più di 500 mila ordini all’anno. questi i primi dati sulla struttura che è leader in italia

i segmenti del marketplaceeprice

Con più di dieci anni di storia è oggi il più grande mar­ketplace italiano di prodotti high­tech, casa e ufficio, con oltre 300.000 referenze a catalogo e migliaia di of­ferte speciali ogni giorno. Ha una rete proprietaria di 50 Pick&Pay in oltre quaranta città italiane.

saldiprivati

Ha 1,7 milioni di utenti registrati e 800 mila vendite di 500 marche proposte ogni anno. E’ il più grande club italiano di “vendite su invito” per prodotti di marca con sconti ec­cezionali, che possono arrivare al 70­80%.

sitonline

Con una piattaforma proprietaria, ad oggi considerata all’avanguardia in Europa, ha come mission principale quella di rendere facile e conveniente per un utente non esperto la creazione e gestione di un sito web di quali­tà professionale. Oltre 16.000 piccole e medie impre­se e professionisti in Italia hanno già attivato il pro­prio sito utilizzando Sitonline.

gioie.it

E’ leader di mercato nella vendita di gioielli e preziosi on­line, con un’offerta di oltre 8.000 prodotti (in 12.000 va­rianti) di 80 marche commerciali e dell’artigianato orafo. Presente anche Francia e Inghilterra è un punto di rife­rimento per un settore molto tradizionale e importante per il Made in Italy. Oltre 20.000 clienti hanno già scelto Gioie per regalarsi e regalare gioielli.

l’Italia è considerata il Paese con maggiore potenziale e c’è un enorme spazio di cresci-ta. L’online, infatti ,oggi vale meno del 3% del totale retail, circa un quarto della Fran-cia, che pure è confrontabile a noi sotto tutti i profili eco-nomici e dimensionali. Noi stiamo crescendo a un tasso superiore al mercato e quin-di stiamo aumentando la no-stra market share».

Quali sono attualmente i comparti che più si addicono al settore? Quali le criticità e quali i punti forti?«In generale, sia in Italia che all’estero, le tre categorie trai-nanti sono high-tech, abbi-gliamento ed editoria (libri, dvd, ecc.). Sono categorie in cui è possibile offrire più scel-ta e prezzi inferiori rispetto ai canali tradizionali, e nel-le quali la filiera distributi-va è sufficientemente evoluta da consentire un buon livel-lo di servizio al cliente fina-le. In futuro ci si aspetta una crescita importante anche di prodotti per la casa, come ar-redamento, giardinaggio, fai-da-te. Queste categorie sono più complicate da gestire, ma la filiera distributiva sta mi-gliorando e le marche sono sempre più sensibili all’on-line. Per quanto ci riguarda, siamo in forte crescita nel-la vendita di elettrodomesti-ci, per i quali offriamo una gamma completa di servizi di consegna, installazione e riti-

ro dell’usato. La casa e la fa-miglia sembrano, dunque, i prossimi destinatari della ri-voluzione e-commerce».E Banzai Commerce non si li-mita al “compitino”, comple-ta la sua offerta con Sitonline, un servizio che consente di realizzare siti di qualità pro-fessionale attraverso proce-dure semplici e guidate, con un rapporto qualità-prezzo molto conveniente. In più è proiettata verso il futuro: l’ot-timo posizionamento di Ban-zai e il suo approccio mul-ticanale, che integra web, mobile e territorialità con i Pick&Pay, è funzionale alla rapida evoluzione della tec-nologia. Ancora Giorgetti af-ferma: «Il mobile rappresen-ta un cambio di paradigma, non solo un’innovazione tec-nologica. Sta già modifican-do le abitudini di milioni di consumatori: né è un esem-pio proprio lo showrooming. E per servire clienti sempre più mobili, dovremo evolve-re tutti rapidamente».

di matteo dedè

edoardo giorgetti

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L’email marketing rappre-senta uno dei settori pubbli-citari più anziani del pano-rama online. Ma quali sono i trend e le maggiori sfide per il comparto? Abbiamo provato a girare la doman-da a uno dei massimi esper-ti del settore, Massimo Fubi-ni, numero uno del gruppo ContactLab. Un dialogo che ripercorre molte tappe nel progresso di una discipli-na in costante evoluzione. «L’email marketing - spie-ga Fubini a 360com - è uno strumento tradigital, a metà strada tra innovazione e tra-dizione: non è l’ultimo arri-vato, quindi può contare or-mai su best practice affinate e consolidate nel tempo. Ed è sempre pronto a recepi-re elementi nuovi, antici-pando o adattandosi veloce-mente ai progressi fatti dalla tecnologià. È quindi uno

strumento che gode di otti-ma salute e che continua ad offrire un Roi molto compe-titivo rispetto agli altri cana-li dell’advertising tradiziona-le e digitale. Lo sviluppo di questo comparto dipenderà sempre di più dalla sua fru-izione e dal suo utilizzo in chiave omnicanale e custo-mer centric: i brand devono impegnarsi a rendere l’espe-rienza dei propri consuma-tori il più possibile fluida tra i diversi canali, tanto nel processo di acquisto quan-to nella fruizione dei conte-nuti e dei messaggi proposti. In un contesto omnicanale, l’email continua a dare prova della propria efficacia, agen-do da collante tra tutti i pun-ti di contatto che mettono in relazione il brand e l’utente e portando risultati estrema-mente significativi in termi-ni di vendite, non solo online ma anche offline, e aumen-to del fatturato. L’attenzione

verso l’utente si traduce an-che nella scelta del mezzo più idoneo per raggiungerlo: la diffusione dei dispositivi mobili impatta sulla fruizio-ne dei messaggi e di conse-guenza sui comportamenti di acquisto. Oggi oltre il 40% delle email viene visualizzato da mobile: non ottimizzare le proprie comunicazioni si-gnifica molto semplicemen-te perdere occasioni di con-tatto e di vendita».

A Milano si svolge la nona edizione dell’E-commerce Forum. Come sta andando il mercato e quali sono le prossime sfide che dovranno affrontare i merchant? L’ecommerce in Italia è di anno in anno in costan-te crescita, sia in termi-ni di spesa pro-capite, sia per la frequenza e la varietà dei prodotti acquistati dagli utenti. Esattamente un anno fa abbiamo registrato una

potenzialità di crescita del canale pari all’8% nei succes-sivi dodici mesi: attendiamo i dati puntuali della nuova edizione della nostra inda-gine europea, in corso pro-prio in queste settimane, per sapere se questa previsione sull’acquisto online fatta da-gli stessi consumatori italia-ni ha poi trovato riscontro nella realtà e per confrontar-la con i dati provenienti dagli altri paesi. Se per i pure pla-yer dell’ecommerce la sfida è quella di fidelizzare i propri

consumatori accompagnan-doli in ogni fase dell’acqui-sto, guidandoli nella ricerca delle informazioni con mes-saggi mirati fino alla conver-sione e alla rilevazione della soddisfazione post-acquisto, per i brand che hanno anche punti vendita fisici la chia-ve è nell’integrazione delle strategie retail con quelle e-commerce. Torniamo, quin-di, a parlare dell’importanza di un approccio omnicanale: in questo senso la definizio-ne di un programma di digi-

tal direct marketing può fare la differenza se viene sfrut-tato e ottimizzato affinché l’utente online venga veico-lato in negozio e, vicever-sa, agganciato e fidelizzato a partire dal suo primo acqui-sto in negozio con messaggi pertinenti e adeguati al suo “ciclo di vita”.

Siete molto attivi nell’ambito della formazione. Quanto è importante educare le aziende sulle potenzialità dell’email marketing?La formazione, nella sua doppia veste interna ed esterna, è da sempre un asset fondamentale per Contact-Lab, che da tempo mette a disposizione delle sue perso-ne percorsi costruiti secondo le esigenze dei singoli team o di tutta l’azienda. Paralle-lamente, grazie alla sua pro-fonda e completa expertise a tutto campo nel digital di-rect marketing, ContactLab è in grado di soddisfare ogni specifica esigenza formativa e ha già all’attivo program-mi educational per clienti e non clienti. La domanda di formazione qualificata na-sce evidentemente da un bi-sogno di conoscenza che si manifesta trasversalmente in tutti i settori di mercato. Un’esigenza a cui Contact-Lab è in grado di risponde-re mettendo a disposizione il know how dei suoi esper-ti per realizzare program-mi di formazione tagliata su

misura anche ad alto livel-lo. Oltre all’offerta di forma-zione online gratuita, che in questi mesi stiamo veicolan-do anche attraverso la piat-taforma di SuperSummit, proponiamo programmi al-tamente qualificati e tagliati su misura sulle esigenze del-le aziende. Crediamo molto nel valore della formazione e nella condivisione dei ri-sultati ottenuti grazie a stra-tegie di contatto accurate: in questo modo le aziende pos-sono essere rassicurate sui vantaggi innegabili del digi-tal direct marketing e sono incoraggiate ad investire. D’altra parte la condivisione delle best practice e un ap-proccio educational al tema dell’email marketing ci con-traddistingue da sempre e ha avuto uno dei suoi primi sbocchi in NewsletterMoni-tor, la piattaforma di bench-marking che da anni racco-glie le email inviate da oltre 15 mila brand internaziona-li e che è accessibile gratuita-mente previa registrazione.

L’anno scorso avete espresso l’intenzione di proseguire nell’espansione internazionale e consolidarvi nel mercato enterprise durante il 2014. Come sta andando?Ancora per tutto il 2014 con-tinueremo nel consolidamen-to della nostra presenza sul mercato internazionale: stia-mo concentrando i nostri sforzi sull’acquisizione di

a colloquio con uno degli esperti più influenti e competenti del mercato: massimo fubini

Email mktg, la forza di essere “tradigital”si torna a parlare dell’importanza di un approccio omnicanale: in questo senso la definizione di un programma di digital direct marketing può fare la differenza se viene sfruttato e ottimizzato affinché l’utente online venga veicolato in negozio e, viceversa, agganciato e fidelizzato. a partire dal suo primo acquisto sul pdv con messaggi pertinenti e adeguati al “ciclo di vita” cui andrà incontro. ecco il parere del numero uno del gruppo contactlab

di SeBaStiano Zeri

massimo fubini, ceo di contactlab

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clienti che operano nel mercato del fashion e nel segmento luxury, dove abbiamo delle expertise uni-che a livello mondiale riconosciu-te dai nostri clienti e dai top pla-yer del settore. Lavorare con questi brand, che in generale hanno an-che una forte presenza nel cana-le retail ci ha portato a sviluppa-re delle competenze specifiche sull’utilizzo del digital direct mar-keting a supporto del business in ottica cross canale. Stiamo inoltre potenziando l’integrazione della nostra piattaforma con le maggio-ri piattaforme ecommerce: accom-pagnando lo sviluppo tecnologico ad un’offerta completa di servizi fi-nalizzati al customer engagement, mettiamo i nostri clienti nella con-dizione di poter sfruttare tutto il potenziale del canale email, con un

impatto sulla qualità della relazio-ne e sui loro obiettivi di business.

Come procede la vostra partecipazione al programma Elite di Borsa Italiana?Dal 10 ottobre 2013 ContactLab è entrata ufficialmente in Elite, il progetto di Borsa Italiana che mette a disposizione delle Pmi non quotate un percorso formati-vo per proseguire nel loro percor-so di crescita e che oggi conta 150 aziende iscritte. Il giudizio su Elite è estremamente positivo: il nostro percorso prosegue in modo mol-to positivo grazie al suo suppor-to nel progetto di strutturazione e crescita che interessa la nostra so-cietà. È una sfida entusiasmante che ci ha portato anche risultati in termini di visibilità sulla stampa

italiana e di contatti ricevuti de-cisamente al di sopra delle nostra aspettative. Il recente ingresso di altre 27 imprese italiane dimostra l’interesse e l’attenzione del mer-cato nei confronti di quelle picco-le e medie realtà che possono van-tare una solida storia aziendale.

Come sono andati i primi mesi dell’anno in termini di fatturato? Il 2013 è stato un anno molto in-tenso per i risultati raggiunti e an-che per il lavoro svolto; nel corso di questi primi quattro mesi pos-siamo dire, mantenendo comun-que un cauto ottimismo dovuto alla parzialità dei dati sinora in nostro possesso, che il trend po-sitivo segue coerentemente il per-corso di crescita che ContactLab sta portando avanti. <

dallo scorso anno contactlab è entrata in elite, il progetto di borsa italiana che supporta le imprese non quotate nel processo di crescita

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Weborama, che da oltre quindici anni sviluppa e fornisce tecnologie e servi-zi all’avanguardia nel cam-po della data science in sette mercati europei, per aiuta-re a raccogliere, organizza-re, conservare, elaborare e conseguentemente utilizza-re quantità significative di dati in tempo reale da uti-lizzare a scopi pubblicitari. In Italia, l’azienda combina questa intelligenza con una base dati di circa 40 milioni

di cookies unici, classificati in base a variabili comporta-mentali e di interesse, a cui oggi l’azienda aggiunge an-che quelle socio-demogra-fiche, configurando la pro-pria offerta di servizi come una tra le più avanzate sul mercato. Così, 360com ha incontrato Roberto Carnaz-za, country manager di We-borama Italia, per conoscere lo stato dell’arte del settore, l’offerta di servizi del grup-po e l’andamento della socie-tà nel corso del primo trime-stre dell’anno.

Quanto contano i dati, oggi, nelle pianificazioni?«I dati sono il cuore delle trasformazioni attuali del digital advertising, con pos-sibilità pressoché illimitate. I cosiddetti “Big Data” han-no il potenziale per aprire le porte a iniziative di ottimiz-zazione del prodotto, dell’of-ferta, delle attività di co-municazione e altro. Se un brand può misurare, ana-lizzare e trasferire la cono-scenza derivante dai dati in un messaggio pubblicitario più personalizzato, coerente ed efficace, potrà senz’altro beneficiare di performance migliori. Alcuni degli aspet-ti che possono fare la diffe-renza sono rappresentati, oltre che dalla validità dalla piattaforma tecnologica uti-lizzata per elaborarli, dalla consistenza e dalla granu-larità della base dati di ri-ferimento, nonché dalla sua “freschezza” ed evoluzio-ne temporale. Una base dati vecchia, per quanto consi-stente in termini numeri-ci, non è ormai più di alcu-

na utilità anzi, può essere fuorviante; è infatti neces-sario potere e sapere rispon-dere in tempo reale alle esi-genze dei consumatori. Per farlo in maniera adegua-ta, un’azienda deve sfrutta-re tutte le leve del marketing mix, incluse la creatività, i contenuti, la strategia me-dia, le modalità di pianifi-cazione e la tecnologia, per trasformare la conoscen-za derivante dai dati in un messaggio pubblicitario più coerente ed efficace».

Quali sono i principali servizi messi oggi a disposizione da Weborama al mercato italiano?Weborama è una Audien-ce Driven Advertising Pla-tform sviluppata per incon-trare i bisogni del nuovo ecosistema dell’advertising. È basata su un approccio originale, che consiste nel-la trasformazione di dati “grezzi” in valore di mar-keting, grazie alla combi-nazione di una piattaforma tecnologica proprietaria,

come trasformare dati “grezzi” in elementi utili per il mercato. e farne business

Weborama, sempre più variabili da incrociareintervista a roberto carnazza, country manager per l’italia: per conoscere lo stato dell’arte del settore, l’offerta di servizi del gruppo e l’andamento della società nel corso del primo trimestre del 2014, partito con una riorganizzazione

di vera modeSto

Weborama Campaign Ma-nager (WCM), che permet-te ai dati media di essere raccolti attraverso l’adser-ving e il tracking di campa-gne pubblicitarie, con una DMP, Weborama Audien-ce Manager (WAM), che consente di creare e gesti-re segmenti di marketing targettizzato molto preci-si, partendo da dati di pri-ma e di terza parte. Webo-rama si avvale, infatti, di algoritmi proprietari che consentono di assegna-re ogni utente internet ad uno o più segmenti che ne individuano l’età, il sesso, la classe socio-economica e gli interessi. La conoscenza del consumatore che ne de-riva permette agli operato-ri di marketing di congiun-gere potenza e precisione di targeting, ossia ricono-scere in maniera più accu-rata la propria audience e

raggiungerla con messag-gi più centrati. Ai fini di una riduzione significativa delle dispersioni e di una maggiore efficacia delle so-luzioni di branding e per-formance integrate con il contenuto».

Come giudicate il 2013 di Weborama? E come sta procedendo il 2014?Il 2013 ci ha visto anco-ra una volta in prima linea come “audience-driven ad-vertising platform”, coniu-gando sempre più la nostra pluriennale competenza ed esperienza in materia di dati alla tecnologia in grado di “farli parlare” e renderli rile-vanti nei modi e nelle forme più diverse, ivi inclusi i for-mati Rich Media più avan-zati e innovativi, in modo da raggiungere la migliore comprensione possibile dei consumatori e dell’orizzon-te di riferimento. Il 2014, per noi, è partito da una ri-organizzazione interna che mette sempre più al centro i nostri clienti e i loro biso-gni, con un team dedicato e una serie di servizi perso-nalizzati, senza dimenticare la nostra vocazione di inno-vatori sotto il profilo tecno-logico, che ci porterà a pre-sentare al mercato nel corso dell’anno una vasta gamma di nuove soluzioni tecno-logiche, dedicate a tutte le imprese interessate: editori, centri media e agenzie.weborama è una audience driven advertising platform sviluppata per incontrare i nuovi bisogni dell’ecosistema dell’adv

roberto carnazza, country manager per l’italia

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Triboo Digitale è la ecommer-ce company fondata da Giulio Corno e gestita dall’ammini-stratore delegato Marco Re-alfonzo. Nata nel 2011, con 160 dipendenti, l’anno scor-so ha fatturato 56 milioni di euro, registrando una cresci-ta del 40%. Oggi, la società ge-stisce 35 flagship store digitali di prestigiosi brand, princi-palmente in ambito moda e automotive merchandising. Triboo Digitale propone un’of-

ferta integrata di servizi sem-pre più esaustiva rispetto alle esigenze del mercato e alle ne-cessità dei clienti per cui ope-ra in qualità di full outsourcer. La ricetta del successo: capa-cità, conoscenza del settore, competenze, tutto in costan-te e progressivo miglioramen-to, mixato a un modo di pen-sare nuovo e fresco. 360com ha cercato di capire come si ragiona in casa Triboo Digi-tale sull’ecommerce proprio con l’amministratore delegato Marco Realfonzo.

Qual è il vostro modello di business in relazione all’ecommerce?Triboo Digitale si fa carico di tutta la complessità operati-va, aiutando le aziende ita-liane che vogliono esporta-re a superare barriere quali: burocrazia, fiscalità, lingue e abitudini di acquisto diver-se, pratiche doganali, ser-vizi logistici, incassi. E’ un full outsourcer che propone un’offerta integrata di servizi tra cui lo sviluppo software, la creatività, la gestione della

logistica e degli ordi-ni, il web marketing, la gestione del nego-zio e il customer care.

Si avvale di tre piattaforme logistiche che ci consentono di raggiun-gere tutto il mondo. Tutto questo supporta enorme-mente le aziende che de-siderano esportare oltre i confini nazionali, oggi in-fatti solo il 15% dei rica-vi di Triboo Digitale deri-va da vendite sul territorio nazionale, il restante 85% proviene da clienti esteri. Il mondo del digitale non ha segreti per Triboo Digi-tale, che supporta anche le aziende che già si occupa-no di ecommerce, piani-

ficando strategie e tecniche per incrementare le perfor-mance oltre che i negozi, ge-stendo gli account sui social media in ottica di customer care e di promozione.

Come sta andando il settore?«L’ecommerce cross-bor-der registra tassi di cresci-ta a due cifre e l’Italia, gra-zie all’ottima reputazione del Made in Italy, si classi-fica prima tra i grandi paesi dell’Unione Europea in ter-mini di crescita potenziale. Il segmento moda, che presi-

diamo, come dimostrato an-che dalla recente ricerca Net-Comm-Human Highway, è tra quelli che in assoluto cre-scono di più. Triboo Digita-le, nel 2013, è cresciuta del 40% e i primi mesi del 2014 confermano il trend. Entro la fine dell’anno prevediamo di aprire diciotto nuovi nego-zi. I nuovi shop online sono tutti “responsive”, ovvero ot-timizzati per la fruizione an-che tramite dispositivi mobi-li, come tablet e smartphone. Propongono ai potenziali ac-quirenti un’esperienza di ac-quisto facilitata, offrendo la possibilità di un acquisto ra-pido online, ma anche quella

di optare per il tradizionale shopping, poiché permetto-no all’utente una ricerca ve-loce dei negozi fisici più vi-cini tramite la sezione store locator».

Quali sono attualmente i segmenti che più si addicono al settore? Quali le criticità e quali i punti forti?«Dal nostro punto di vista, il segmento moda si addice benissimo all’ecommerce. Lo dimostrano i dati di settore e il buon andamento della no-stra realtà che è prevalente-

mente focalizzata in quest’ambito. Il

principale pun-to di forza di questo segmen-

to è rappresen-tato dal profilo

di reputazione del-le aziende del Made in

Italy nel mondo: l’Italian St-yle è altamente appetibile per la stragrande maggio-ranza degli acquirenti online internazionali. Si tratta di un ambito in cui l’Italia ha po-chi rivali al mondo in termi-ni di allure e qualità percepi-ta. D’altro canto, le criticità che registriamo sono lega-te te all’operatività del nego-zio online attivo in una mol-teplicità di paesi. Per questo, molti scelgono la forma dell’outsourcing, per con-centrarsi sulla fornitura dei prodotti e lasciare tali aspet-ti ad un partner esterno spe-cializzato».

marco realfonzo, amministratore delegato della società, spiega a 360com i plus

Il partner ideale per l’export delle aziendeuna ecommerce company che opera con efficacia come full outsourcer attraverso piattaforme logistiche che le permettono di raggiungere capillarmente tutto il mondo

marco realfonzo, amministratore delegato di triboo digitale

ed mod tetueros dolor ing eum zzriusto duisl

di SeBaStiano Zeri

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In occasione dell’eCommerce Forum 360com parla di 4mar-keting.it, azienda torinese che fonda il suo modello di busi-ness su due saldi campi d’azio-ne. Il settore agency per i pro-getti di comunicazione e per l’e-commerce e la divisione company che sviluppa prodotti digitali, legati particolarmente al direct email marketing. In questa occasione interviste-remo Paolo Errico, founder e Ceo di 4marketing.it. Insieme a lui scopriremo il prodotto di spicco della divisione com-pany di 4marketing.it. Stiamo parlando di 4Dem, un prodot-to che si presenta fresco, mo-derno, veloce e innovativo. Un prodotto giovane anche se sono passati solo 10 anni dal-la nascita.

Cos’è e come nasce 4Dem?4Dem è la soluzione idea-le per l’email marketing sen-za limiti di banda. È il nostro fiore all’occhiello. Un prodot-to unico nel campo dell’email marketing e dell’e-commerce che nasce dall’impegno del

nostro team di lavoro, giova-ne e competente. Siamo alla decima versione della piat-taforma e prevediamo altri 4 aggiornamenti importanti. Ci piace definire 4Dem come la console di email marketing “social” poichè è costruita dietro il costante ascolto dei nostri clienti.

Che cosa contraddistingue 4Dem dagli altri sistemi di email marketing professionale?

Scegliere 4Dem significa stare sereni. 4Dem non pone alcun limite di banda ai messaggi e alla velocità di invio. Le email che i nostri clienti inviano ar-rivano subito e aumentano la loro efficacia. I nostri clienti ci scelgono per la deliverabili-ty molto elevata, perché pos-sono inviare un numero illi-mitato di email di qualunque peso e anche più campagne contemporaneamente e per-ché il supporto tecnico è ga-

rantito, preparato e puntua-le. Ad esempio negli ultimi 5 anni il nostro staff di suppor-to ha risposto a qualsiasi dub-bio tecnico entro 30 minuti. I nostri clienti apprezzano la puntualità.

4Dem parla con l’e-commerce?4Dem è il miglior amico dell’e-commerce. Si inte-gra perfettamente e gratui-tamente con qualsiasi nego-zio online. Abbiamo appena lanciato la nuova funzione smart coupon che permet-te di generare e inviare cou-

pon dall’interno della piatta-forma. Questa è una grande novità perché è la prima ed unica soluzione integrata al mondo e siamo sicuri che questa e le altre evoluzioni in programma saranno ap-prezzate dal mercato.

Qualche numero su 4Dem?Inviamo email in modo pro-fessionale da oltre 10 anni, 150 milioni di email a setti-mana, quasi 8 miliardi all’an-no. Abbiamo oltre 1.000 utenti attivi in Italia e all’este-ro e riscontriamo una soddi-sfazione globale del 99% dei

nostri clienti. Rilasciamo al-meno 4 release di 4Dem ogni anno e rispondiamo ai clienti entro 30 minuti.

Quali sono gli altri punti di forza di 4Dem?Senz’altro il team di lavoro è uno dei valori più importanti che abbiamo. Giovane, affia-tato e creativo. Queste sono le caratteristiche fondamen-tali per lavorare bene e con soddisfazione. Inoltre, for-niamo gratuitamente, sul sito www.4dem.it, ebook, risor-se tecniche, video guide, tu-torial. E non mancano corsi

di formazione personalizzati che svolgiamo sia in sede sia a domicilio per illustrare tut-te le funzionalità che 4Dem offre. Infine, 4Dem garanti-sce la privacy contro lo spam, siamo noi stessi i primi fil-tri antispam e non possiamo permettere che alcune email violino la privacy dei destina-tari. In questi anni abbiamo avuto la soddisfazione di la-vorare con grandi nomi come Ferrero, Lavazza, Decathlon. Ci piace ricordare che 4Dem è un prodotto 100% italiano, studiato e realizzato in casa 4marketing.it.

continua il successo della piattaforma nata dall’esperienza di 4marketing.it

4Dem, email marketing senza limiti di bandaè la soluzione scelta per la comunicazione di più di 1.000 aziende. un prodotto unico: flessibile, potente, social. e soprattutto 100% italiano

con 4dem vengono inviate circa 150,milioni di email a settimana, da oltre dieci anni. con un tasso di soddisfazione riscontrato vicino al 100%

di giulia Zuffi

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L’evento principale dedi-cato al commercio elet-tronico, organizzato da NetComm, sta per anda-re in scena. E nell’imedia-ta vigilia di Ecommerce Forum 360com ha volu-to raccogliere la testimo-nianza del player numero uno al mondo, Amazon. Online dal 2010, Amazon.it ha conosciuto una cre-

scita rapidissima, «Dovuta alla grande attenzione ver-so il cliente da parte del-la nostra società», tiene a precisare Sara Caleffi, se-nior manager marketplace di Amazon Italia. E ades-so il gigante fondato da Jeff Bezos si prepara a lanciare nel nostro Paese altre cate-gorie di prodotto, in modo tale da permettere a nuo-ve imprese, in particolare le Pmi, di commercializza-

re i propri prodotti online. Con la possibilità di rag-giungere i consumatori di tutto il mondo.

Quali sono le caratteristiche principali di Amazon? Amazon s’impegna a esse-re l’azienda più attenta al cliente al mondo per que-sto offre la possibilità di scoprire e trovare qualsia-si prodotto vogliano acqui-stare online e, allo stesso

tempo, prezzi vantaggio-si. Amazon.it ha aperto nel novembre 2010 e i vendi-tori attivi sulla piattaforma offrono milioni di prodot-ti nuovi e usati in catego-rie numerose come: Libri, Musica, MP3, Film, Vide-ogiochi, Casa, Cucina, Fai da Te, Giardino e Giardi-naggio, Elettronica, Orolo-gi, Gioielli, Scarpe e Borse, Valigeria, Giochi e Giocat-toli, Prima Infanzia, Sport e Tempo Libero, Illumina-zione, Auto e Moto e Infor-matica.

Qual è l’andamento generale del settore ecommerce in Italia?L’ecommerce sta crescen-do a doppia cifra, con un tasso che negli ultimi anni si è attestato attorno al 18% annuo, tra i più alti in Europa, anche se il tas-so di penetrazione è anco-ra pari al 2,6% del totale delle vendite Retail. Tra i principali fattori trainan-ti c’è sicuramente il mobi-le commerce: gli acquisti online effettuati nel 2013 tramite smartphone han-no rappresentato da soli oltre il 20% della crescita annua dell’intero ecom-merce e hanno superato complessivamente il mez-zo miliardo di euro, men-tre gli acquisti via tablet hanno generato un ulte-riore miliardo di euro di transato.

Quali sono i settori che vanno meglio? E quali quelli che faticano?Tutti i settori sono in for-te crescita in Amazon, da quelli lanciati con l’aper-tura di Amazon.it a quelli aperti più recentemente; tra quelli più performan-ti c’è sicuramente l’elettro-nica di consumo, che in-clude prodotti che vanno dalla telefonia al mondo della fotografia e ai suoi accessori. Anche il Mar-ketplace continua a cre-scere rapidamente: sono circa 12.000 i vendito-ri italiani, di ogni dimen-sione, che offrono i propri prodotti attraverso Ama-zon Marketplace e miglia-ia che utilizzano il nostro

servizio di logistica Ful-filment by Amazon. Con FBA, Amazon si occupa di ricevere, stoccare, smi-stare, imballare e spedi-re la merce così come di fornire il servizio di ge-stione resi e di assistenza ai clienti. Lo sviluppo di questo programma dimo-stra il crescente interes-se che le piccole e medie imprese italiane nutrono verso le opportunità che Amazon può offrire per lo sviluppo del loro canale ecommerce.

Come sta andando Amazon.it quest’anno?Amazon.it sta crescendo molto velocemente, più di quanto ci aspettassimo.

E alla base di questa cre-scita c’è proprio il punto di forza di Amazon: l’at-tenzione al cliente, che si traduce nella volontà sia di offrire una vasta scelta di prodotti a prezzi acces-sibili e sia di garantire un servizio clienti di prim’or-dine. Per questo arricchia-mo continuamente l’offer-ta con nuovi prodotti e prevediamo l’apertura, in futuro, di nuove categorie di prodotto sul sito italia-no. Un processo che darà poi l’opportunità a sem-pre più aziende italiane di commercializzare i pro-pri prodotti su Amazon e di raggiungere milioni di clienti italiani ed europei con la nostra piattaforma.

la visione di un gruppo che ha rivoluzionato, per sempre, il nostro modo di acquistare

Amazon.it: prima di tutto vengono i clientiin vista dell’appuntamento di netcomm con l’ecommerce forum 2014, 360com ha raccolto il parere del player numero uno al mondo del settore, che ha evidenziato i punti di forza del proprio modello di business e le novità future

di giacomo Broggi

il gigante fondato da jeff bezos si prepara a lanciare nel nostro paese alcune categorie di prodotto finora assenti

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La casa editrice libraria Ul-rico Hoepli possiede, di fat-to grazie alla Grande Li-breria Hoepli, uno dei più grandi magazzini di libri italiani per titoli disponi-bili. E dispone di un servi-zio di logistica attivo da ol-tre 120 anni. Nata nel 1870, oggi deve confrontarsi con

colossali librerie web. Per la costruzione dell’ecommerce sul sito hoepli.it , ormai nove anni fa, sono partiti da due considerazioni. La disponi-bilità immediata consentita dal magazzino e il collaudato sevizio di spedizioni di evita-re il contatto con distributori esterni. Questi due mezzi in-terni hanno permesso la tra-sposizione del nostro cata-

logo sulla rete, coniugando i servizi ormai storici della libreria e della casa editri-ce alla comodità di fruirne in ogni momento e da ogni luogo. Per approfondire il di-scorso 360com ha avvicina-to Matteo Ulrico Hoepli, che siede a capo del gruppo.

Quali sono i trend del segmento librario? Qual è il vostro rapporto

con i grandi player di oggi?«Le vendite dell’ecommer-ce sono in crescita grazie ai prezzi più interessanti e alla vasta scelta di titoli a disposi-zione dell’utente. La presenza di grandi player come Ama-zon svolge, poi, una funzio-ne utile a tutto il segmento. La facilità di acquisto e l’infi-nità di scelte disponibili allar-ga il mercato».

Avete notato evidenze particolari tra i vostri utenti? Come intendete sfruttarle?«Abbiamo registrato una cre-scita della fruizione da mo-bile in linea con le stime di mercato. Il traffico da tablet è salito dal 3% dall’anno scor-so al 7% di quest’anno. Per quanto riguarda gli smart-phone, abbiamo notato che

la maggior parte dei contat-ti provengono da dispositi-vi iOS, per questo stiamo te-stando in versione beta una nuova web app in Html5, di-sponibile da giugno, che mo-dificherà il design del sito e lo renderà più friendly. In vir-tù di tali dati abbiamo deci-so di investire il 15% del no-stro budget pubblicitario web sul mobile. Se una parte sarà dedicata a campagne esclusi-vamente mobile, un’altra sarà dedicata ai social network. Sono in programma, infat-ti, investimenti su Facebook, per accrescere ulteriormente la nostra fanbase, che conta già 33 mila persone».

Applicate politiche di prezzo differenti per online e offline? E quali sono gli effetti sullo scontrino medio?«Ci sono delle differenze tra online e offline, di cui perso-nale e location ne sono cer-tamente un fattore. Se negli store il prezzo dei libri è nor-male, la rete permette di ap-plicare alcuni sconti sui pro-dotti (la legge limita lo sconto al 15%) e abbonare le spese di spedizione una volta supera-ta una certa cifra. Per quan-to riguarda lo scontrino me-dio, nonostante gli sconti, la spesa online supera del 20-30% quella offline. La cre-scente propensione all’utiliz-zo della carta di credito per i pagamenti su internet ha si-curamente aiutato. I paga-menti con carte di credito,

prepagate e paypal, sono sa-lite dall’iniziale 25% sugli ac-quisti totali all’attuale 75%».

Data la vostra storia ultracentenaria, qual è il vostro rapporto con i giovanissimi ebook? Sono il futuro?«Come casa editrice, produ-ciamo ebook da due anni e su hoepli.it è possibile acqui-

stare tutte le versioni digitali disponibili dei titoli italiani anche di altri editori. Abbia-mo pensato anche al carrel-lo “digitale” doppio. Il car-rello HOEPLI.it permette di concludere con un’operazio-ne l’acquisto di libri cartacei e digitali, avviando la spedizio-ne fisica dei primi e via email dei secondi».

matteo ulrico hoepli racconta l’evoluzione della grande libreria online

Il sapere centenario del terzo millennioper i libri l’evoluzione non può che essere orientata a internet e al digitale. nata nel 1870, la casa editrice oggi deve confrontarsi con colossali librerie web. e trovare le giuste strategie per continuare a competere. e primeggiaredi franceSco lattanZio

mattero ulrico hoepli

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Rocket Fuel continua il cam-mino alla conquista del mer-cato italiano. Già sulle sue spalle più di settecento mar-keter mondiali di grande ca-ratura, in Italia dopo pochi mesi ha già conquistato la fiducia di diverse decine di aziende, tra le più importan-ti in differenti settori di in-vestimento, dalle telco alle assicurazioni, dal travel al settore bancario. La piatta-forma di Rocket Fuel si affi-da a un sofisticato algoritmo d’indagine dei Big Data mes-so a punto da un team di in-gegneri - alcuni provenien-ti dalla Nasa -, che consente di analizzare le reazioni dei consumatori alla pubblica-zione online di banner e di altre forme di advertising come i video, processando enormi volumi di informa-zioni e, in funzione di que-ste ultime, riparametran-do le campagne ogni dieci minuti. L’algoritmo è capa-ce di valutare oltre 11 milio-

la piattaforma statunitense guadagna terreno anche sul mercato italiano, conquistando la fiducia di varie aziende

La rivoluzione copernicana, questa volta, è targata Rocket Fuella struttura, che è guidata nel nostro paese da enrico quaroni, si affida a un sofisticato algoritmo d’indagine dei big data messo a punto da un team di ingegneri, alcuni provenienti dalla nasa. consente di analizzare le reazioni dei consumatori alla pubblicazione online di banner e di altre forme di adv come i video, processando enormi volumi di informazioni e riparametrando le campagne ogni 10 minutidi davide de vecchi

ni di variabili in cinquanta millisecondi e di andare ol-tre la tradizionale profilazio-ne del pubblico, intercettan-do anche quegli utenti che non sarebbero presi in con-siderazione nell’ambito di una classica macro-targetiz-zazione. Tutto questo sen-za dimenticare il focus sul risparmio nell’acquisto de-gli spazi, né l’aspetto crucia-

le della privacy: non registra i dati personali e non analiz-za segmenti d’utenza, ma si concentra specificatamente sui comportamenti dei sur-fer, individuando i profili più ricettivi attraverso l’incrocio dei dati acquisiti. Il team di Rocket Fuel è composto da stimati professionisti: sales manager sono Andrea Pon-gan e Alessandro Stoppa, e

gli account manager Massi-mo Brignole Genoni e An-drea Belletti. Il tutto sotto la guida del country mana-ger Enrico Quaroni. Proprio con quest’ultimo 360com ha affrontato un approfondito dialogo per entrare ancora più nel dettaglio di un’offer-ta originale e contraddistinta da un elevato livello di effica-cia e di apprezzamento.

enrico quaroni (primo da destra nella foto), country manager per l’italia, insieme al team di rocket fuel

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Business #15-21/06/2014

By: Max OppenheimModel: Amir Kassaei Global Chief Creative Officer, DDB

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«Il vantaggio della nostra piatta-forma - spiega il manager - con-siste proprio nel fatto che non ne-cessita di interventi manuali. Nel nostro caso, infatti, non viene proposta alla macchina una stra-tegia di acquisto, come comune-mente accade in campo Rtb, ma si verifica esattamente l’inverso: come in una sorta di rivoluzio-ne copernicana, è la tecnologia a “scoprire”, sulla base di un algorit-mo proprietario, il target e quin-di a determinare la pianificazio-ne. La nostra capacità di analisi di dati è del resto davvero impo-nente, se si considera che utiliz-ziamo un numero di Cpu tre vol-te superiore a quello usato al Cern di Ginevra per studiare il Bosone di Higgs, meglio noto come “Par-ticella di Dio”».

In questo scenario, un ruolo di primo piano è interpretato dalla online video adv. Come ne descriverebbe il quadro e l’andamento nel nostro paese?«L’aumento del tempo speso dal consumatore su internet tramite smartphone ha indotto gli adver-tiser a seguire i propri clienti an-che e soprattutto sui nuovi mezzi tramite inedite forme di adverti-sing, come appunto la video adv. Le aziende, d’altra parte, sono pro-pense a investire su questo canale, che ha dimostrato, grazie al suo carattere interattivo, una capaci-tà maggiore rispetto alla display advertising di coinvolgere il con-sumatore. Anche in Italia si rile-va un notevole aumento degli in-vestimenti su questo canale. Una crescita peraltro più veloce rispet-

to a quella registrata da qualsiasi altro formato adv. Secondo il no-stro osservatorio, in Italia l’online video advertising dovrebbe ave-re registrato nel 2013 una crescita del 3,9%, e dovrebbe arrivare nel 2017 a mettere a segno un balzo del +36%. Un’esplosione che por-terà l’Italia a diventare un model-lo per tutta l’Europa».

Un altro capitolo molto rilevante nell’ambito della comunicazione digitale è rappresentato dai social network. In questo ambito qual è la modalità di approccio di Rocket Fuel? «Possiamo agire su Facebook e Youtube, intervenendo in tem-po reale su un’inventory di inser-zioni pubblicitarie, così da rag-giungere la fascia di consumatori rilevante per i nostri clienti. L’uti-lizzo efficace dei big data grazie al nostro algoritmo permette in-fatti di selezionare nel dettaglio i

destinatari finali dell’inserzione pubblicitaria, assicurando che la comunicazione corretta sia mo-strata alla persona giusta, al mo-mento giusto».

Per i canali 2.0 si prospetta, quindi, un futuro di crescita?«Sono certo che si continuerà a re-gistrare un aumento degli investi-menti in campagne pubblicitarie sui social network. Per Youtube giocherà un ruolo fondamentale lo sviluppo di video coinvolgen-ti, che funzionino bene anche su mobile e garantiscano all’utente un’esperienza convincente; quan-to a Facebook, invece, credo che il canale abbia già espresso le sue consistenti potenzialità in tema di comunicazione: è, e continue-rà ad essere, un publisher di fon-damentale importanza sia a livel-lo internazionale sia sul mercato italiano». <

una caratteristica vincente della piattaforma è il fatto che non ha bisogno di interventi manuali

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Nel panorama - finalmente ampio - delle aziende multi-nazionali operanti nel mer-cato italiano del digitale si trovano, come è ovvio, realtà differenti per natura, missio-ne, e metodo di lavoro, spes-so anche in ambiti del tutto affini tra loro. Questo perché l’approccio al lavoro, e al mer-cato, di ogni singola azienda, anche se multinazionale, di-scende da una notevole quan-tità di elementi - mercato stesso e cultura di origine, at-titudini del fondatore, storia aziendale e cosi via -, talvolta molto distanti tra una realtà e un’altra. Un brand multina-zionale che opera nel setto-re del marketing digitale con forti elementi di singolarità è certamente Softec, company di origine italiana specializ-zata in attività di consulenza strategica e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche mul-tipiattaforma e multidevice ad alto valore aggiunto. Sof-tec deve il suo assetto attuale al risultato di una serie di ac-quisizioni di realtà di mino-re dimensione ma dalla forte specializzazione che, integra-te in un contesto più ampio, non hanno perso il proprio carattere originario e conti-nuano, come unit verticaliz-zate, ad offrire un approccio estremamente personalizza-to alle aziende. La caratteri-stica fondamentale di Softec, infatti, è quella di coniuga-re la sua profonda conoscen-za sul fronte tecnologico alla

pratica e conseguente specia-lizzazione ormai pluriennale in tutti i contesti del marke-ting digitale, frutto dell’espe-rienza delle sue unit. Softec, quindi, spazia con agio su tut-to il fronte della comunica-zione e poi dell’advertising, sfruttando una profonda cul-tura nell’analisi del dato, nel-le tecniche di elaborazione, nella creazione di strumen-ti e processi, lungo una linea delineata proprio dai tre asset in questione: tecnologia, co-municazione e advertising. A questi elementi l’azienda som-ma un approccio al business che la vuole estremamente fo-calizzata sul conseguimento dei migliori obiettivi econo-mici per i propri clienti. «La nostra strategia è sempre la stessa: vogliamo essere una Digital Company in grado di garantire risultati tangibili, sia in termini di visibilità che di ritorno economico - spiega Alessandro Bonaccorsi, Ma-naging director market di Sof-tec -. Riteniamo che, in fin dei conti, sia questo il maggior valore aggiunto che una re-altà come la nostra debba es-sere in grado di mettere a di-sposizione delle aziende». Un esempio efficace, in tal senso, sono le pluripremiate opera-zioni di marketing relaziona-le condotte per Conad e per la Fiera del Wellness o i concorsi realizzati per Telepass. «Quel-lo delle promozioni dall’on-line all’offline è un ambito di attività ancora relativamente

alla nostra focalizzazione sul Roi dei clienti ma soprattutto alla nostra originaria capaci-tà di “stare vicini” e compren-dere le necessità del cliente e, di conseguenza, proporgli so-luzioni per ottimizzare la sua attività o, semplicemente, per massimizzare le revenue». Una attitudine al risultato economico che Softec, natu-

ralmente, riversa in ognuna delle sue proposte dirette al mercato, dal più misurabile performance marketing, pas-sando per digital e social pr, fino ad ambiti apparentemen-te più distanti come quello della system integration. «La nostra ricetta è molto sem-plice - rivela ancora Bonac-corsi -: quando incontriamo

un cliente, anziché mostrar-gli semplicemente il portfo-lio dei nostri prodotti e servi-zi o dirgli genericamente cosa possiamo fare per lui, analiz-ziamo un preciso ambito del-la sua attività e gli dimostria-mo come possiamo renderlo più profittevole, invitandolo a metterci alla prova. Se fun-ziona, e in genere funziona,

l’azienda si sensibilizza e co-glie l’importanza dell’inno-vazione per rimanere aggan-ciata ai moderni mercati che sono in costante trasforma-zione. Noi ci poniamo al suo fianco, aiutandola sia nel-la trasformazione dei proces-si interni, sia nella valorizza-zione verso l’esterno della loro offerta».

l’azienda spazia su tutto il fronte dell’adv e della comunicazione, sfruttando a pieno la propria cultura del dato e delle tecniche di elaborazione

Una digital company con la missione di garantire visibilità e risultati economicipunto di forza di softec è la capacità di presidiare il roi del cliente, standogli vicino e sapendogli proporre le soluzioni efficaci e più efficienti per ottimizzare la sua attività o, più semplicemente, per massimizzare le revenue. una perfetta garanzia per fare new business

poco sfruttato dalle aziende del commercio, soprattutto perche offre notevoli ritorni sull’investimento - specifica Bonaccorsi -. Per noi è un at-tività relativamente nuova ma per la quale il mercato ci ri-conosce già come un partner di eccellenza. Lo dobbiamo

alessandro bonaccorsi, managing director market di softec

di aureliano roio

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Un volume d’affari di 97 mi-lioni declinato su due merca-ti che ne fanno uno dei pri-mi e-tailer italiani nel settore hi-tech; oltre 45 mila referen-ze che vanno dai prodotti di informatica all’elettronica di consumo, dagli elettrodome-stici alla telefonia, distribuiti su tutto il territorio italiano e, dal 2011, anche in Francia. E’ questa, in sintesi, la fotogra-fia di Monclick, protagonista italiano dell’ecommerce che, quasi alla vigilia del suo de-cimo anno di attività (è stata fondata nel 2005) è di recente passato di mano: da Esprinet al gruppo Project Informati-ca, attraverso la controllata Project Shop Land. 360com ha chiesto a Federica Ronchi, direttore generale e membro del consiglio di amministra-zione di Monclick, di raccon-tare, dal punto di vista di un operatore tutto italiano, i tra-scorsi e lo stato dell’arte nel settore della vendita online di tecnologia ed elettronica di consumo. «Il settore è pro-fondamente cambiato per-ché sono cambiati il com-portamento e le attese del consumatore, vale a dire la domanda - spiega la ma-nager -. Ma anche l’of-ferta, in questi anni, si è modificata mol-to, per fortuna. Nel 2005 tutti i prin-cipali produttori di beni conside-

mondo dell’ecommerce oggi, è necessario essere grandi da subito». Si spiega in quest’ot-tica, allora, il recente passag-gio di Monclick sotto le ali di Project: un azienda che gran-de lo è già, ma che per cresce-re ulteriormente aveva la ne-cessità di emanciparsi da un gruppo il cui core è sempre stato sul fronte business, per

guadagnare in flessibilità sen-za perdere, però, la continui-tà con il passato. «Project è da sempre uno dei clienti più im-portanti di Esprinet. Con l’ac-quisizione di Monclick, allar-ga il suo giro d’affari a oltre 170 milioni e entra nel b2c; ma lo fa senza “interferire” con la nostra attività - con-ferma Ronchi -. Al contrario,

oggi abbiamo molta più dina-micità ma, volendo, siamo an-cora in grado di fare sistema con Esprinet, avendo lascia-to la nostra sede a Vimercate, nel loro stesso building». Oggi Monclick vende i suoi prodotti sul web e su tutte le piattafor-me mobile, con un’attenzione particolare agli aspetti di si-curezza, velocità e facilità dei

Monclick, l’e-tailer italiano nel settore dell’hi-techcon 97 milioni di euro di giro d’affari e 45 mila referenze, oggi l’azienda propone i suoi prodotti sul web e su tutte le piattaforme mobile. con attenzione particolare a sicurezza, velocità e pagamenti

ravano ancora il canale retail fisico come quello principa-le, imprescindibile. E l’onli-ne, al massimo, un’opportuni-tà. Con il passare degli anni, ci si è resi conto che la value proposition del tradizionale non era abbastanza efficien-te e faticava parecchio a cre-scere, nei casi migliori, o a so-pravvivere in quelli peggiori». Ma oltre alla naturale evolu-zione di domanda e offerta, a cambiare, e di molto, è sta-to anche il contesto compe-titivo per tutte le aziende del settore. «Il passaggio evoluti-vo, ovviamente, c’è stato con l’arrivo di un gigante come Amazon che ha radicalmen-te e definitivamente modifi-cato le regole della competi-zione: per sopravvivere nel il settore dell’elettronica di consumo è profondamente cambiato dal punto di vista sia della domanda sia dell’offerta

pagamenti, un aspetto che re-sta ancora fondamentale per il settore e destinato ad evol-versi molto con l’introduzione di tecnologie sempre più mo-derne ed affidabili. «Abbiamo sviluppato il nostro sito mo-bile solo l’anno scorso, anche se non abbiamo ancora appli-cazioni - precisa Ronchi -. E’ un canale molto importante e vogliamo essere sicuri di fare tutto per il meglio. Oggi ve-diamo facilmente come la na-vigazione multichannel si tra-duce in raccolta di visitatori e ordini, senza contare il fe-nomeno dello showrooming che ha sempre più rilevanza. E’ anche per questo che ab-biamo reso il nostro sito piu “user centric”».

il player è di recente passato di mano: da esprinet al gruppo project informatica

con masterpass il pagamento è facile e veloce. e più sicuroDall’inizio dello scorso aprile, su Monclick.it, è disponi­bile MasterPass, nuovo metodo di pagamento sviluppa­to da MasterCard che consente di acquistare su internet con maggiore semplicità, velocità e sicurezza. La solu­zione adottata ha l’obiettivo di migliorare l’esperienza di acquisto dei consumatori e la personalizzazione dell’of­ferta, destinata a un target caratterizzato da una natu­ra sempre più multicanale: oltre il 50% dei consumatori italiani, infatti, chiede di poter acquistare online con fa­cilità e velocità, indipendentemente da dove ci si trova e dal device utilizzato, ma con i medesimi standard di si­curezza dei pagamenti e di protezione della privacy. «Il rapporto fiduciario che si instaura tra il nostro consuma­tore e la nostra azienda per noi è determinante ­ com­menta Federica Ronchi, direttore generale di Monclick ­. Quindi, la sua percezione di trovarsi in un ambiente to­talmente sicuro, dalla prima pagina di navigazione alla conclusione dell’ordine, è fondamentale».

federica ronchi, direttore generale e membro del consiglio di amministrazione di monclick

di aureliano roio

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una struttura “cento per cento made in italy” fondata sulla filosofia della condivisione. aprono due sedi

Debutta la prima social shoppers community internazionalesi chiama myg21 la società che fa capo a ventuno group, realtà imprenditoriale italiana guidata da fabio regolo e da daniele viganò, che ha deciso di lanciare myg21 worldwide. è la prima social shoppers community internazionale, una piattaforma che permette agli utenti di risparmiare su beni e servizi di largo consumo e sulle utilities, con l’obiettivo di redistribuire parte del risparmio ottenuto a tutti i suoi membri

Si chiama myG21la società che fa capo a Ventuno Group - realtà imprenditoriale ita-liana guidata da Fabio Rego-lo e da Daniele Viganò - che ha deciso di lanciare myG21 World Wide, la prima so-

cial shoppers community in-ternazionale, una piattafor-ma che permette agli utenti di risparmiare su beni e ser-vizi di largo consumo e sul-le utilities, con l’obiettivo di redistribuire una parte del risparmio ottenuto a tutti i membri della community. A

un anno esatto dal pre-lan-cio, Ventuno Group annun-cia, dunque, ufficialmente il debutto della società “cento per cento Made in Italy” fon-data sulla filosofia della con-divisione e la contemporanea apertura di due sedi europee, in Spagna e in Inghilterra. La

proposta è chiara: myG21 World Wide è una piattafor-ma di aggregazione tra uten-ti che crea una sola grande community a livello inter-nazionale e che permette ai suoi iscritti di trarre vantag-gio dalla condivisione delle offerte di prodotti e di servi-

di daniele Bologna

ciso da subito di espanderci in Europa, proprio per esten-dere a un numero crescente di consumatori l’opportuni-tà di migliorare le condizio-ni di acquisto dei prodotti di-stribuiti dai partner affiliati alla community. myG21 è il primo luogo virtuale fonda-to sull’economia collaborati-va che abbraccia gli utenti di tre diversi Paesi», conclude Salvatore Loffredo, vice pre-sidente di myG21.

zi non solo risparmiando, ma potendo anche ricevere gra-tis gli stessi prodotti e servizi liberamente condivisi con la propria rete all’interno della community. In questo modo ogni user ha la possibilità di avanzare di status nell’ambito della community e di accu-mulare ogni giorno GCoins. Una moneta virtuale, quin-di, che può essere utilizzata per acquistare prodotti e ser-vizi dei partner o essere con-

vertita in denaro cash da in-cassare e da utilizzare come e quando si preferisce, sen-za vincolo nè scadenza.Ri-sorse, servizi e opportunità: la community internaziona-le di myG21 si fa, allora, am-basciatrice di una nuova vi-sione dell’economia, fonte di una nuova forma di consumo partecipato, che rappresenta una valida risposta alla cri-si economica che stiamo at-traversando». «Abbiamo de-

un’excalation clamorosa nell’arco di soli sette anni Ventuno Group, nato nel 2003 da un’idea im­prenditoriale di Fabio Regolo e Daniele Viga­nò e operativo in Italia, Spagna, Brasile e Cile, è la holding che controlla una serie di azien­de che operano in mercati differenti ­ dal gas all’elettricità, dalla telefonia a internet, dal­la tv satellitare al credito al consumo, fino ai viaggi e al settore immobiliare ­ unite dalla filosofia di offrire prodotti e servizi che con­sentano una reale opportunità di risparmio ai consumatori. Ventuno Group, a soli sette anni dalla nascita, ha realizzato nel 2012 un giro d’affari pari a 210 milioni di euro.

fabio regolo (nella foto), creatore insieme a daniele viganò di myg21

COM PANY

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Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012

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Google, come previsto dagli osservatori dopo la storica e inattesa sentenza della Cor-te di Giustizia dell’Unione Eu-ropea, ha dunque ricevuto le prime richieste di rimozione di contenuti specifici tra quel-li offerti fra i risultati di ricer-ca, in base al rispetto dei dati personali delle persone coin-volte: tutti, ora, si ricordano di far valere il proprio diritti all’oblio. E sembrano davvero in tanti. Si tratta delle prime conseguenze della decisio-ne con cui i giudici UE hanno stabilito che Google e gli altri search engine sono tenuti a ricevere segnalazioni dei cit-tadini, a valutarle, e ad acco-gliere le richieste di rimozione di certi link dai propri risulta-ti di ricerca nel caso in cui ri-tenga che il diritto alla priva-cy debba prevalere sul diritto alla libera circolazione dell’in-formazione. Esprimendosi sul caso sollevato dal cittadino spagnolo Mario Costeja Gon-zález, il cui nome compariva tra i risultati offerti da Goo-gle legato all’asta di immobi-li sottoposti a pignoramento sedici anni prima, la Corte di Lussemburgo è arrivata fissa-re un punto fermo nella com-plicata a frastagliata materia del diritto all’oblio: secondo il giudice europeo Google, in virtù della sua missione di or-ganizzare e rendere disponibi-le l’informazione ai cittadini della rete, si configura come un vero e proprio responsa-bile del trattamento dei dati

personali ospitati sulle pagi-ne che contribuisce a rende-re rintracciabili. In seguito a

tale sentenza, allora, i citta-dini europei possono inviare le richieste di rimozione alle autorità locali, oppure rivol-gersi direttamente alle azien-

de coinvolte. Mountain View, che pure ha espresso la pro-pria contrarietà nelle parole del presidente Eric Schmidt, ha intuito la mole della tem-

pesta delle richieste che sareb-bero state inoltrate dai cittadi-ni e ha iniziato a meditare su una soluzione tecnica per ve-locizzare la procedura. In par-ticolare, dovrebbe presto met-tere a disposizione un tool per richiedere la rimozione circo-stanziata del link che il citta-dino ritiene lesivo del proprio diritto alla vita privata. Intan-to, le prime migliaia di richie-ste sono iniziate ad arrivare. Siamo nel cuore della tute-la della web reputation, tema di straordinaria importanza nel mondo digitale per le pro-prie ricadute sia in termini re-lazionali sia in termini econo-mici. Pensiamo a un’azienda

che veda il proprio nome lega-to a vicende giudiziarie ormai superate; oppure a una perso-na la cui identità digitale ven-ga tracciata esclusivamente da eventi del passato inadeguati a rispecchiarne l’immagine at-tuale. Prima di questa rivolu-zionaria pronunzia, il sogget-to che si reputava leso poteva rivolgersi al sito cosiddetto “web source”, ovvero al gestore dello spazio online da cui ori-ginava l’informazione supera-ta, o non più adeguata, per in-vocare la tutela delle proprie ragioni. Nell’ipotesi di una te-stata telematica, per esempio, l’interessato poteva difendersi legittimamente, senza contra-stare il diritto all’informazio-ne, invocando presso l’editore web il cosiddetto “No-Index” o deindicizzazione del con-tenuto pregiudizievole dagli elenchi dei motori di ricerca. Un’operazione che avveniva a cura della testata telematica che procedeva a depennare la notizia “incriminata” dalla ri-cerca dei file robots. Così, si raggiungeva un buon compro-messo nel balance dei diritti in gioco - diritto all’attualità della propria identità digita-le e diritto all’informazione/archiviazione storica - perché veniva salvaguardato sia il di-ritto della persona sia il diritto dell’editore. In questo scena-rio la responsabilità nell’am-bito del data protection si al-locava quasi interamente nella sfera dell’editore web, mentre il motore di ricerca rimaneva

fuori, escluso dall’imputazio-ne di qualsiasi responsabilità salvo la casistica del servizio Google Suggest Autocomplete e poche altre. La Corte di Giu-stizia UE ha quindi rovescia-to questa logica, aprendo uno scenario del tutto nuovo. In materia di violazione del dirit-to all’oblio - inteso come dirit-to alla conservazione dell’at-tualità della propria identità digitale - la parte lesa deve ri-volgersi direttamente al mo-tore di ricerca, a prescindere dal ruolo che possa avere nel-la vicenda l’editore web. Per-tanto, Google o qualsiasi altro motore di ricerca dovrebbe-ro provvedere alla deindiciz-zazione del contenuto lesivo senza neppure chiedere il pa-rere del sito web source che ha generato l’informazione. An-dando, così, verso una deriva molto rischiosa, in cui il mo-tore di ricerca potrebbe pre-ferire di autocensurarsi piut-tosto che incorrere in una querelle nell’ambito del data protection, con buona pace dei gestori dei siti web source, ai quali non rimane che assi-stere alla vicenda. E’ quasi un paradosso: fino ad ora si par-lava sempre della poca liber-tà delle persone, “imprigio-nate” fra le maglie della rete. Ora, invece, si parla anche di gestore web “incatenato” nella rete, in quanto non più gestore libero dei contenuti originati. Non più libero di valutare, il corretto trattamento dell’in-formazione.

si iniziano a valutare le conseguenze della decisione della corte europea di giustizia

Adesso è il gestore ad essere prigionierocome presentito dagli osservatori, appena definita la storica e inattesa sentenza “big g” ha cominciato a ricevere le prime richieste di rimozione di contenuti specifici tra quelli riscontrabili fra i risultati di ricerca, in base al rispetto dei dati personali degli individui coinvolti: tutti, ora, si ricordano di far valere il proprio diritto all’oblio. e scoppiano polemiche

di matteo dedè

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IL CONSORZIO DEL COMMERCIO ELETTRONICO ITALIANO

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MagNews, key player ita-liano per l’email marketing, ha recentemente condotto una ricerca con Human Hi-ghway su un panel di circa mille utenti internet ban-carizzati. Il campione rap-presenta una collettività di circa 24 milioni di indivi-dui, equamente distribu-iti sulla penisola, per ses-so e per istituto bancario di riferimento. Tra gli isti-tuti più rappresentati In-tesa San Paolo, Banco Po-sta, Unicredit. Il desiderio di digitalizzazione è larga-mente diffuso tra gli uten-ti e abbastanza recepito dalle banche. In particola-re, il mezzo email sembra rappresentare il miglior

magnews, key player italiano per l’email marketing, ha recentemente condotto una ricerca con human highway

Nell’era digitale continua ancora a essere prioritario il contatto direttodal lavoro di monitoraggio emerge che il desiderio di digitalizzazione è largamente diffuso tra gli utenti e abbastanza recepito dalle banche. in particolare, il mezzo email sembra rappresentare il miglior mix tra l’efficacia percepita e la copertura effettiva. a gradirlo sono uomni e donne, quasi in uguale misura

di davide de vecchi

mix tra efficacia percepi-ta e copertura effettiva. Se, per comunicazioni e no-tifiche dalla banca, l’email ha quasi raggiunto la car-ta - il 43% degli intervista-ti dichiara che la banca co-munica con lui via email, il 46% via carta -, il mez-zo digitale pare comun-que preferito dagli utenti. I motivi potrebbero esse-

re soprattutto pratici - rin-tracciabilità delle informa-zioni da qualunque device, niente vincoli agli orari di sportello -, ma anche eco-nomici. Il mezzo email appare gradito in manie-ra trasversale, sia da don-ne sia da uomini, con una leggera prevalenza di que-sti ultimi - il 34,1% con-tro il 30,7% di donne -, in-

dipendentemente dall’età, dai prodotti bancari posse-duti e dalla posizione geo-grafica. E solo il Nord Est registra un gradimento più basso della media. Di que-sti, il 35.5% considera irri-nunciabili le comunicazio-ni che si possono fruire da dispositivi mobili. Gli isti-tuti che comunicano sui social network sono limi-

tati a pochi punti percen-tuali, ma apprezzati dagli utenti che decidono di se-guirli. Se non sono moltis-simi, tra gli intervistati, a utilizzare l’app della pro-pria banca (il 2,7% opera sul proprio conto trami-te app, il 21,2% opera sia via app che tramite area riservata del sito web), esiste comunque una ri-

chiesta, evidenziata nelle risposte libere alla doman-da “Se potessi comunica-re con la tua banca, che cosa chiederesti?”: si può fare di più? A sorpresa, la grande maggioranza del campione (86,5%) utiliz-za l’home banking e lo per-cepisce come comodo (nel 78,9% dei casi), convenien-te (68%), semplice (48,6%) e sicuro (52,8%).La ban-ca comunica sia in moda-lità push (comunicazioni promosse attivamente dal-la banca verso il cliente, come email) che in moda-lità intercept (occasioni di comunicazione che la ban-ca coglie mentre il cliente svolge un’attività, ad esem-pio messaggi nell’home banking o nel display del-

lo sportello automatico). Il mezzo preferito per la co-municazione cliente-ban-ca rimane invece il contat-to diretto (visita in filiale, telefonata). Per quanti-tà di touchpoint banca-cliente, vale la “regola del 5”: cinque punti di contat-to, tra social network, car-ta, email, call center, risul-tano soddisfare il cliente senza generare un overlo-ad comunicativo. Le aree in cui le banche potrebbe-ro strutturare una comu-nicazione più efficace sono i sistemi di alerting (info su scadenze e aggiorna-menti apprezzati dal 68% dei clienti), nuovi pro-dotti (67%) e indicazioni su come utilizzare meglio l’online banking (53%).

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Primo trimestre positivo sul fronte della raccolta pubbli-citaria per le emittenti te-levisive del gruppo Cairo, La7 e La7d. La raccolta sui due canali - come ha spiega-to Urbano Cairo in occasio-ne della Star Conference che si è tenuta in Borsa a Mila-no -, è cresciuta complessi-vamente, nel periodo fino al 24 marzo, del 5,8% a quota 40,3 milioni di euro. L’acce-

lerazione più forte si è avu-ta proprio a marzo, con un +13,4%, fino ad arrivare a 15,2 milioni. Nel primo tri-mestre l’aumento della pub-blicità per la sola La7d è sta-to del 28%, dopo il +21% del 2013, mentre la share, sem-pre nel primo quarter, sareb-be cresciuta del 18%. Quel-la complessiva delle due reti, dal primo gennaio al 16 mar-zo, è stata del 4,2% (+3%) nel total day e del 5,03% (+4%) nel prime time, nonostante

la riduzione a metà dei co-sti di produzione rispetto alla gestione di TI Media. In particolare, Cairo ha eviden-ziato anche come tutti i prin-cipali e confermati program-mi di La7 abbiano un indice di concentrazione sul target AA superiore alla media, po-nendola, quindi, in quarta posizione rispetto ai tre ca-nali Rai e ai tre di Mediaset in base a questo parametro, con il 6,3% di share nel to-tal day e del 7,3% nel prime

time. L’impulso alla raccolta è garantito anche dal numero di nuovi clienti: ben 191 nel 2013 - di cui 60 in esclusiva con 129 prodotti - e già altri 58 da gennaio. Anche la rac-colta sui mezzi cartacei del gruppo, come ha specifica-to l’amministratore delegato della concessionaria interna, Uberto Fornara, sta miglio-rando dopo una contrazione comunque contenuta a una cifra dei primi tre mesi, con crescita tra il 7 e il 10% già

in aprile. Sempre sul fronte editoriale, non sono previ-sti nuovi lanci, ma il consoli-damento delle posizioni rag-giunte, che permettono alle testate del gruppo di dete-nere una quota del 52% sul-

le vendite di tutti i famiglia-ri e del 29% dei femminili, con F che viaggia a una me-dia compresa fra 140 e 150 mila copie a numero. Com-plessivamente, il gruppo di Cairo, con 1,750 milioni di

copie, ha una market sha-re nel solo canale edicola del 25%, elemento che permet-te al gruppo di rafforzare la propria leadership. Passan-do al mercato in generale, sempre Cairo ha poi ringra-ziato Diego Della Valle per il suo invito, che declina, a gui-dare Rcs Media Group, di cui l’imprenditore e presiden-te del Torino Calcio, detiene a titolo personale il 2,84%, in ragione anche dei trop-pi impegni con il suo grup-po. Non ha risposto, inoltre, in modo netto alla domanda se sarebbe disponibile ad en-trare nel CdA di via Solferi-no: «Ma se me lo chiedono, ci penserò», ha solo detto. Sempre Cairo, inoltre, “boc-cia” l’eventualità di un nuo-vo aumento di capitale per la stessa Rcs, ritenendo che quest’ultimo abbia le risor-se interne per evitarlo; e ri-badisce che se incrementas-se la quota lo direbbe solo dopo averlo fatto. Sull’ipote-si, infine, che Rcs distribui-sca bonus all’amministrato-re delegato e ai manager di punta, ha specificato: «Nel-le mie aziende garantisco dei bonus nel momento in cui si arriva, per lo meno, a vedere un pareggio economico o un piccolo utile. Nel caso speci-fico, se fanno un buon lavo-ro, direi complimenti, con-tinuate così» ha concluso Cairo, secondo il quale, per altro, «un’azienda va guidata da chi ha le idee chiare».

La visione di Cairo: il primo trimestre è positivo

il presidente del gruppo fa il punto sull’andamento della società, che vede un consolidamento della positività per la pubblicità dei due canali e un’inversione di tendenza per le testate cartacee. e non ha esitato a criticare l’ipotesi di aumento di capitale per rcs mediagroup

cairo communication: per la7 e la7d, raccolta a +5,8% nei tre mesi. e per la stampa, dopo le contrazioni incassate nel corso del periodo iniziale, le possibilità indicano una crescita fino al 10% in aprile

di vittorio ParaZZoli

uberto fornara, amministratore delegato della concessionaria interna del gruppo

urbano cairo

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quando la divulgazione ha alla base la qualitàNon solo previsioni, ma un magazine capace di raccontare a 2 milioni di contatti unici al mese il bello della meteorologia e della scienza. Questo è Centrometeoitaliano.it, il sito di forecasting che in soli due anni si è imposto sulla scena naziona­le come leader sia nel settore terremoti/geofisica con aggiornamenti H24 sia nel settore previsioni meteo­viabilità, entrato a far parte dell’articolato circuito tg|adv. Iniziativa editoriale unica in Italia, già partner di riferimento per istituzioni e aziende nazionali come Autostrade per l’Italia, Autogrill, Enel e quotidiani come Il Tempo, Il quotidiano di Calabria, Il quotidiano della Basilicata e Il Gior­nale di Sicilia, Centrometeoitaliano.it unisce in un webmagazine un’offerta dettagliata di studi cli­matici, modellistica meteo, previsioni meteo pro­fessionali di dettaglio con le ultime news/curiosità su scienza e natura, astronomia, tecnologia e stu­di climatologici. Un utile strumento di divulgazio­ne scientifica alla portata di tutti realizzato da un team di esperti e giornalisti al servizio di un pro­getto editoriale di alta caratura, sia dal punto di vi­sta tecnico che redazionale.

ME DIA

un benchmark dell’info digitale, con oltre 3,1 milioni di utenti unici mensili e oltre 20,3 milioni di pagine viste

Le immagini sono l’autentico cuore pulsante di Nanopress.it

con una struttura di 20 giornalisti attivi 24/7, si può dire che questa realtà abbia di fatto abbracciato la logica editoriale delle “real time news”, facendo proprio un approccio decisamente interattivo, che ha nella homepage il centro di una rivoluzione che, prima della forma, privilegia la tempestività e i contenuti

alberto gugliada, ceo di tg/adv

il sito di forecasting in soli due anni è diventato leader in vari segmenti

Nanopress.it è dal 2011 il quotidiano online di Trilud. Nato dalla volontà di racco-gliere in un unico conteni-tore la voce della rete sugli argomenti di più stretta at-tualità, si è evoluto in modo costante, fino a diventare una testata nativa digitale indi-

zio della notizia. Uno sfor-zo che i nostri clienti pos-sono godere ogni giorno». «Quotidianamente raggiun-giamo milioni di utenti - afferma Silvia Ballante, re-sponsabile editoriale Trilud - che in Nanopress.it trova-no semplicemente quello che cercano: un approfondi-mento indipendente sui fat-ti del giorno, per come real-mente stanno». A conferma di questo spirito giornalisti-co sempre attento alle ulti-me dal mondo, Nanopress.it ha celebrato l’importante restyle mandando online, a cura della redazione attua-lità di Trilud, un’inchiesta sul taglio dei fondi destina-ti alla lotta alla criminalità organizzata. Fulcro dell’in-chiesta, la testimonianza video di Giuseppe Misso, esponente di spicco della ca-morra napoletana e attual-mente collaboratore di giu-stizia. Successivamente, per l’edizione 2014 del Salone del Mobile di Milano, De-signmag.it ha lanciato on-line uno speciale, sponso-rizzato da Daikin, focus on a 360 gradi sulla kermesse con una full coverage di tut-ti gli eventi in programma, con informazioni pratiche e mappe delle location e de-gli stand, le ultime news su designer e aziende presen-ti, i video esclusivi e le foto-gallery caricate in tempo re-ale dalle location più calde e rappresentative del Salone.

pendente, originale, al pas-so con i tempi, ricca di fatti, video, fotogallery. Adesso, a tre anni esatti dal suo debut-to sul web, proprio le imma-gini sono diventate il cuo-re del nuovo Nanopress.it; immagine celebrativa, sel-fie, drammatica, rubata con uno smartphone o rilancia-ta da agenzie internaziona-

li, immagine commentata e approfondita, studiata o scovata da una redazione di venti giornalisti attivi 24/7, immagine pronta a riconfer-mare nel 2014 il sito all news di Trilud come benchmark dell’informazione digitale italiana, con i suoi oltre 3,1 milioni di utenti unici men-sili e oltre 20,3 milioni di pagine viste. Il nuovo Nano-press.it, dunque, ha sposato lo spirito real time news con un approccio spiccatamente interattivo che ha nella ho-mepage il fulcro di una ri-voluzione non soltanto co-smetica: dalla foto al video del giorno, dal quote of the day al contenuto in esclusi-va, dalla tag più seguita al sondaggio più popolare, la community di lettori è, di fatto, sempre più il vero re-gista dell’informazione su Nanopress.it, trovando quo-tidianamente in prima pagi-na l’informazione più calda,

quella più cliccata. In altre parole, un’informazione re-almente dalla parte del let-tore. La nuova piattaforma video di Nanopress.it, par-tita già a fine 2013, trova, allora, il suo varo ufficia-le con una schedule di oltre 300 contenuti video nuovi al mese, anche in HD e con una larga percentuale di ma-teriale prodotto ad hoc dal-la redazione o in collabora-zione con importanti case di produzione nazionali ed in-ternazionali. «Nanopress.it è per noi pietra angolare del network - afferma Annalisa Merola, marketing manager di tg|adv - e aver potuto va-rare la nuova versione sup-portati da brand importanti come Enel, Nissan e Tele-com ha confermato la bontà di un duro lavoro quotidia-no, ottenuto alzando costan-temente l’asticella della qua-lità editoriale e impegnando le migliori risorse al servi-

di luca anelli

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Si è concluso il ciclo di incontri organizzato da Riccardo Pasini, ceo di Prodotto, fattori di vide-oevoluzione in collaborazione con l’Università Iulm di Mila-no e con Gianni Canova, Pre-side della Facoltà di Comuni-cazione, relazioni pubbliche e pubblicità, dal titolo “La vide-oevoluzione: dal branded en-tertainment alle nuove profes-sioni della tv”. Con una media di circa sessanta di studenti ad

appuntamento, il workshop è stato un importante momen-to di formazione per le nuo-ve leve che vorranno affronta-re una carriera all’interno delle produzioni televisive. Duran-te i quattro incontri del wor-kshop, gli studenti hanno visto alternarsi personaggi di spic-co del mondo televisivo italia-no e grandi players del mondo dei broadcaster e dei provider, che hanno contribuito a descri-

vere, con testimonianze signifi-cative e attraverso lezioni inte-rattive svoltesi sotto forma di talk show, quello che è l’attuale mondo televisivo e la sua evo-luzione verso forme di branded content e branded entertaiment e verso un modello di sviluppo multipiattaforma. Il ciclo, nato con l’obiettivo di entrare in con-tatto con i “nuovi” talenti ca-paci di coniugare la capacità di creare contenuto dando risalto

ai brand, è stato un’opportunità unica per gli studenti dei corsi di televisione, cinema e relazio-ni pubbliche, che hanno potuto interagire con personalità fon-damentali del mondo della tv e di approfondire alcune case history reali, relative ai pro-grammi più innovativi, raccon-tate da chi li ha creati. Paralle-lamente, Riccardo Pasini ha offerto ai partecipanti la possi-bilità di mettersi in gioco: po-

branded content e branded entertaiment, verso un modello multipiattaforma

Quando gli schermi “videoevolvono”si è concluso il ciclo di incontri organizzato da riccardo pasini, ceo di prodotto, fattori di videoevoluzione in collaborazione con l’università iulm di milano e con gianni canova, preside della facoltà di comunicazione, rp e pubblicità, dal titolo “la videoevoluzione: dal branded entertainment alle nuove professioni della tv moderna”

ME DIA

francesco barbarani, head di .fox

sonia peronaci

riccardo pasini

no; Laura Carafoli, vice presi-dente content & programming di Discovery Italia; e Francesca Sorge senior branded content di Discovery Media, che hanno aperto uno spiraglio sul mon-do Real Time e Dmax. All’ul-timo incontro, sono trapelate anche alcune indiscrezioni sui prossimi progetti di Discovery, per voce della stessa Carafoli: «I nostri investimenti per il futu-ro sono orientati sempre di più verso la realizzazione di pro-grammi volti allo story telling e al coinvolgimento emotivo del pubblico, per adeguarci così alle richieste di mercato». Infine, la partecipazione di Maurizio Co-stanzo a due degli incontri ha contribuito a offrire una pano-ramica chiara sulla storia della televisione italiana raccontata proprio da chi quella televisio-

ne l’ha inventata, fatta e inno-vata da quarant’anni a questa parte. Gli studenti hanno po-tuto “intervistare” Costanzo il quale ha dichiarato: «Sono an-che io una persona “video evo-luta” e questo mi porta a voler sperimentare continuamente. Oggi c’è la possibilità di uscire dal contesto tradizionale a cui eravamo abituati, per questo mi attira moltissimo il mondo del web». «Oggi il branded en-tertainment è una realtà e come tale ha sempre più bisogno di figure professionali specifiche, che mettano insieme aspetti che un tempo erano appannag-gio di profili professionali di-stinti: questi incontri sono utili proprio per spingere alla for-mazione e alla “cultura” di un universo in espansione come questo», ha concluso Pasini.

format “televisivi” originaliProdotto, fattori di videoevoluzione è una società di idee e persone specializzata nel branded entertainment: idea, progetta, realizza e distribuisce format tv origina­li, realizzati su misura per le aziende partner. Nata nel 2010, l’azienda lombarda ha raggiunto nel 2013 1 mi­lione e 800 mila euro di fatturato. Tra i progetti di mag­gior successo “HairStyle” per Real Time, “GameTime”, giunto su Axn alla sua quinta stagione, che conta oltre 115.000 likers sulla fanpage e un sito dedicato intera­mente al mondo del gaming, www.videogiochi.com che punta ad essere leader del settore. Ricordiamo anche “Hollyfood” che ha saputo raggiungere l’eccezionale share sul target del 2,71% e “Il Meglio di me” che ha re­gistrato l’1,68% andati entrambi in onda su La5, oltre ad “Accademia del benessere”, il primo format interattivo dedicato al mondo della salute e benessere che mette assieme televisione e web, andato in onda su Rete 4.

tranno proporre un format ori-ginale, sviluppando i concetti affrontati in aula, che verrà esa-minato dalla team di Prodotto, fattori di videoevoluzione. Allo studente che presenterà il pro-getto più accattivante verrà poi offerta la possibilità di collabo-rare attivamente alla realizza-zione del format prescelto. Du-rante i quattro incontri, il 3 e il 10 aprile, poi l’8 e 15 maggio, moderati dallo stesso Pasini, si sono alternati in aula Manuela Lavezzari marketing manager di Asus; Francesco Barbarani head of .Fox; Emanuele Lan-di, director ad sales & brand e integrati e Grazia Didier exe-cutive producer entertaiment, entrambi di Fox Channels; So-nia Peronaci di Giallo Zaffera-

di daniele Bologna

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social media

La seconda vita di Twitter

Twitter è in crisi. Twitter va male a Wall Street. Una tra­gedia? Forse no. Perché basta guardare la faccenda dal pun­to di vista di chi Twitter lo usa, invece di teorizzare troppo. I più, infatti, lo considerano an­cora un social network. Invece il sito di microblogging evolve, trasformandosi sempre più in una piattaforma di informazio­ne e condivisione di contenuti. E, come tale, alcuni utenti po­stano contenuti, altri li leggono o li guardano solamente.

SEIGRADI.CORRIERE.IT

LINKnormative

Startup digitale e compliance legale

Il lancio di una nuova inizia­tiva imprenditoriale richie­de che i promotori prestino particolare attenzione alla scelta degli strumenti giuri­dici necessari per realizzare l’idea. Solitamente ci vengo­no in aiuto i cosiddetti acce­leratori d’impresa, ma nel frattempo, possiamo legge­re un post illuminante, scrit­to a quattro mani da Antonia Verna e Marco Bellezza, in collaborazione con lo studio legale Portolano­Cavallo.

NINJAMARKETING.IT

giornalismo digitale

Le difficoltà del New York Times

Prima le dimissioni del di­rettore Jill Abramson, tutto­ra senza alcuna spiegazione convincente. E ora, un rap­porto interno, finito sul web in maniera apparentemente in­cidentale, che illustra detta­gliatamente le difficoltà che lo storico quotidiano Usa sta incontrando nel compete­re con la concorrenza rap­presentata dalle nuove te­state digitali. E i due eventi, a quanto pare, non sono corre­lati. Ma che succede al NYT?

MASHABLE.COM

technology war

Apple e Google firmano la tregua

Pace fatta. Dopo circa 200 cause legali tra Stati Uniti ed Europa, Apple e Google si­glano una tregua clamoro­sa, sancendo per il momento la fine di tutti i ricorsi lega­li ancora pendenti e crean­do le condizioni per trovare un accordo che regoli il mer­cato mondiale degli smart­phone. Una tregua che aiuta entrambe le aziende (e i loro uffici legali), sfiancate dagli enormi costi sostenuti per le cause dal 2010 a oggi.

LASTAMPA.IT

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s e a r c h & s o c I a l m e d I a m a r k e t I n g

13-14 novembre 2014mico – milAno congressi

m i l A n

www.smxmilan.itPer informazioni ed iscrizioni riservate ai lettori di daily media e daily net:

Ilaria Biasini - 06.84541.292 - [email protected]

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The Executive Network

programma a cura di

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in collaborazione con

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Danny SullivanFounding EditorMarketing Land

Chris ShermanFounding EditorSearch Engine Land

supporting mediA

Rivista mensile di comunicazione, marketing e media business in rete

Il quotidiano della comunicazione Il quotidiano del marketing in rete

AdvocAcies

LINKacquisizioniAccenture, un tuffo nei big dataLa specialità sono le analytics applications, sof­tware che consentono di correlare grandi volumi di dati per delineare tendenze e simulare scenari econo­mici a supporto dei proces­si di business e decisionali. Un attore nostrano dei big data: questa è i4C Analyti­cs, società non più giova­nissima ­ è stata fondata nel 2002 ­ di cui è stato uf­ficializzato il passaggio al 100% al gruppo Accenture.

ILSOLE24ORE.COM

proposteIl digitale contro la corruzione Ernesto Belisario è avvo­cato e geek. E fornisce un bello spunto, con interes­santi incursioni digitali, per risolvere una grande pia­ga italiana: la corruzione, che in Italia è purtroppo un tema di costante attuali­tà. Arresti, inchieste gior­nalistiche, posizioni poco lusinghiere nelle classifi­che internazionali: siamo di fronte ad una vera emer­genza nazionale. Ma forse si può fare qualcosa…

CHEFUTURO.IT

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LINKcuriosità

L’Idiocrazia, o l’App Store…

Il gioco numero uno sull’App Store di iTunes si chiama “Weed Firm”, letteralmen­te “Fabbrica dell’Erba”. E se vi sembra strano, sappia­te che il secondo in classifi­ca, “100 Balls”, è uno di que­gli alienanti mangiatempo stile “Flappy Bird” a cui se­gue “Toilet Time”, serie di minigiochi veloci da usare... al posto del giornale. Come “Make It Rain”, che fa volare banconote da una mazzetta il più veloce possibile...

TECHCRUNCH.COM

social media

Ai millenials Usa piacciono i brand

Secondo una ricerca realiz­zata negli Usa da Sdl, i mille­nials sono più che disposti a condividere i propri dati per­sonali con i brand, ma voglio­no farlo a modo loro: su più di un device e nei loro tem­pi. E si aspettano di ricevere qualcosa in cambio. Inoltre, vogliono stabilire con il brand un rapporto di fiducia che, in quanto tale, va coltivato con­tinuamente nel corso del tempo. E non affidato a cam­pagne estemporanee.

LINKEDIN.COM

normative ue

L’Antitrust contro le app ingannevoli

L’Authority ha deciso di av­viare un’istruttoria nei con­fronti di due società del gruppo Google, di Itunes ­ la filiale di Apple che gesti­sce gli iTunes store in Euro­pa ­, di Amazon e Gameloft, società che sviluppa e pub­blica videogiochi scaricabili da internet. Lo fa in merito alle applicazioni che appa­iono gratuite ai consuma­tori e che invece richiedono acquisti successivi per po­ter continuare a giocare.

CORRIERECOMUNICAZIONI.IT

utilità

I dieci errori della differenziata

Dove lo butto? Ecco una do­manda che tutti, almeno una volta, si sono posti senza ri­uscire a trovare una risposta sicura e univoca. Dove but­tare, ad esempio, il cartone della pizza, i giocattoli o i to­vaglioli di carta sporchi? E il Tetra Pak? La ceramica? Le biro? Green Me ci offre un uti­lissimo elenco degli degli er­rori più comuni che commet­tiamo e, ovviamente, qualche suggerimento per una raccol­ta differenziata corretta.

CORRIERE.IT

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LINKtendenze

Su Instagram va di moda il velo

Il termine “Hijab”, in arabo, significa ”rendere invisibi­le, celare allo sguardo” e vie­ne usato per definire un tipo di velo islamico femminile che non copre il viso. Il nu­mero di selfie presenti su In­stagram con il tag #hijab é di ben 3.357.828 scatti e sono quasi un milione i selfie con il tag #hijabfashion. L’indu­stria della moda islamica è stimata a circa 96 miliardi di dollari. Mancano ancora sti­listi di fama, ma arriveranno.

REPUBBLICA.IT

epic fail

Ann Coulter e i web avengers

Fare un uso privatistico di un tema virale garantisce sem­pre una certa visibilità, ma quasi mai è positiva. Le pro­vocazioni sui social media ottengono sempre una ri­sposta amplificata da par­te del pubblico che si sen­te tradito e si scaglia contro l’opportunista di turno. E’ ciò che è accaduto ad Ann Coul­ter, spregiudicata polemista politica statunitense che ha strumentalizzato l’hashtag #BringBackOurGirls.

TECHECONOMY.IT

amarcord

I ragazzi degli anni novanta

Nel 1997 Errico Buonanno aveva 18 anni e teneva un dia­rio. Quando gli regalarono una telecamera VHS, buttò il diario e accese la telecamera, con un piano semplice e precurso­re, in tempi non social: ripren­dere tutto. Filmare la sua vita quotidiana e quella dei suoi amici; con sabati sera, lezio­ni, proteste, ecc. Non era sto­rico né regista. Ma il frutto del suo sforzo, montato con lo sti­le moderno, è un documenta­rio grandioso degli anni ’90.

CORRIERE.IT

analisi

Travel, no social. Neppure content

Una ricerca della società di ricerche Webcredible ha messo in luce come nel set­tore travel siano ancora molti i siti che, secondo gli utenti, sono sostanzialmente scarsi di contenuti e offrano poche o nulle possibilità di intera­zione di tipo social. In parti­colare, mancano la possibili­tà di comparare le offerte e le indicazioni sui luoghi di viag­gio. Secondo gli intervistati, il miglior sito, in tal senso, è ri­sultato essere airbnb.

ECONSULTANCY.COM

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Filarmonica della Scala

W. A. MozartConcerto per pianoforte e orchestra n° 27 in si bemolle maggiore K 595

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