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39 VS Aprile 2010

Date post: 10-Mar-2016
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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce
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Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 L. 27/02/2004-N.46 a.1-c.2-CNS LE Volontari per “fare il Bene” SPECIALE L’acqua non si vende PAG. 7 APPROFONDIMENTO Sessualmente abili PAG. 8-9 EDITORIALE di Luigi Russo Mensile delle Associazioni di Volontariato Aprile 2010 - Anno V- n. 39 Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla (Lao Tzu) PAROLE CHE CONTANO Segue a Pag. 13 È cominciato una anno fa l’attacco alle realtà generatrici di senso del nostro paese, quando la min- culpop italiana dei media gene- ralisti e commerciali ha comin- ciato a prendere di mira le real- tà del volontariato, la chiesa, la cosiddetta informazione criti- ca, il sindacato, gli intellettua- li. E poi è stato un progressivo espandersi di questo attacco. Qualcuno dice che la filosofia che sottostà dietro a questa degenerazione della comunica- zione sia intuitiva: quando un sistema si basa sulla corruzio- ne e sull’interesse, allora occorre gettare una cortina di fumo su tutto, occorre demoli- re tutto, in modo che la gente si convinca che tutti sono corrot- ti, che tutti hanno il loro punto debole, che nessuno si salva (neanche la gente stessa…), e dunque non conviene cambia- re, non conviene credere a nes- suno. Un’altra volta abbiamo toccato questo tema sul nostro giorna- le, ricevendo tantissimi plausi e sostegno da parte delle asso- ciazioni, in particolare voglio citare quello della presidente del Tribunale dei diritti del malato di Lecce. E ci torniamo perché purtroppo continua questo gioco al massacro sul volontariato e sui volontari, e non solo con le querele e le calunnie a mezzo stampa o nei bar, ma anche con un “tiro al piccione” anonimo da parte cecchini maldicenti, che fanno Ma il governo vuole strozzare la stampa? Il decreto con cui il Ministero dello Sviluppo Economico dispone la sospensione fino al 31 dicem- bre 2010 delle agevolazioni postali per l’editoria rap- presenta un fatto di inaudita gravità. Sarà colpita l’editoria medio-piccola e tutta la galas- sia degli organi di informazione delle realtà associa- tive e del non profit. Anche il nostro giornale “Volontariato Salento” è col- pito, da subito, da questa mannaia: per poter contene- re le spese – si arriva a incrementi dei costi fino al 120% – dovremo nei prossimi mesi ridurre notevol- mente il numero delle spedizioni postali. L’augurio è che in tempi brevissimi venga abrogato questo decreto “strozza libertà di stampa”.
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Volontari per“fare il Bene”

SPECIALE

L’acquanon si vende

PAG. 7

APPROFONDIMENTO

Sessualmenteabili

PAG. 8-9

EDITORIALE

di Luigi Russo

Mensile delle Associazioni di Volontariato Aprile 2010 - Anno V- n. 39

Quello che il bruco chiama fine del mondo,il resto del mondo chiama farfalla

(Lao Tzu)

PAROLE CHE CONTANO

Segue a Pag. 13

Ècominciato una anno fal’attacco alle realtàgeneratrici di senso del

nostro paese, quando la min-culpop italiana dei media gene-ralisti e commerciali ha comin-ciato a prendere di mira le real-tà del volontariato, la chiesa, lacosiddetta informazione criti-ca, il sindacato, gli intellettua-li. E poi è stato un progressivoespandersi di questo attacco.Qualcuno dice che la filosofiache sottostà dietro a questadegenerazione della comunica-zione sia intuitiva: quando unsistema si basa sulla corruzio-ne e sull’interesse, alloraoccorre gettare una cortina difumo su tutto, occorre demoli-re tutto, in modo che la gente siconvinca che tutti sono corrot-ti, che tutti hanno il loro puntodebole, che nessuno si salva(neanche la gente stessa…), edunque non conviene cambia-re, non conviene credere a nes-suno.Un’altra volta abbiamo toccatoquesto tema sul nostro giorna-le, ricevendo tantissimi plausie sostegno da parte delle asso-ciazioni, in particolare vogliocitare quello della presidentedel Tribunale dei diritti delmalato di Lecce. E ci torniamoperché purtroppo continuaquesto gioco al massacro sulvolontariato e sui volontari, enon solo con le querele e lecalunnie a mezzo stampa o neibar, ma anche con un “tiro alpiccione” anonimo da partececchini maldicenti, che fanno

Ma il governo vuole strozzare la stampa?Il decreto con cui il Ministero dello SviluppoEconomico dispone la sospensione fino al 31 dicem-bre 2010 delle agevolazioni postali per l’editoria rap-presenta un fatto di inaudita gravità. Sarà colpita l’editoria medio-piccola e tutta la galas-sia degli organi di informazione delle realtà associa-tive e del non profit.

Anche il nostro giornale “Volontariato Salento” è col-pito, da subito, da questa mannaia: per poter contene-re le spese – si arriva a incrementi dei costi fino al120% – dovremo nei prossimi mesi ridurre notevol-mente il numero delle spedizioni postali. L’augurio è che in tempi brevissimi venga abrogatoquesto decreto “strozza libertà di stampa”.

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Aprile 2010 2

Bando di idee prima scadenza, i progetti ammessi

Intesa tra Csv Salento e Comune di Casarano

L’organizzazione di un evento da parte di una OdV

Sono 56 i progetti, presentati da associazioni divolontariato della provincia di Lecce, ammes-si ad ottenere il sostegno del Csv Salento nel-

l'ambito della prima scadenza del Bando di Idee2010, per le iniziative da realizzare entro il 30 giu-gno. Com'è noto, attraverso il Bando di Idee ilCentro servizi si impegna a sostenere direttamente,fino ad un massimo di 400 euro per iniziativa, partedei costi delle attività di promozione del volontaria-to e della cultura della solidarietà proposte dalleassociazioni del territorio. Il Consiglio Direttivo delCsv Salento in data 17 marzo 2010, preso atto diulteriori disponibilità finanziarie per l'anno 2010, inmerito al progetto Bando di idee ha deliberato diapprovare tutti i progetti ammissibili relativi allaprima scadenza con un impegno finanziario aggiunti-vo di 12mila 400 euro rispetto ai 10mila previsti nelBando. Relativamente alla seconda scadenza, è previ-sto l'impegno aggiuntivo di 7mila 600 euro (pari a 19progetti) rispetto ai 10mila euro del Bando. In meritoalle risorse aggiuntive della seconda scadenza saràdata priorità alle odv che non hanno beneficiato delBando nella prima scadenza.Per l'espletamento di tutte le pratiche previste, leassociazioni ammesse sono invitate a contattare ilDott.Andrea Spedicato dell'ufficio amministrazionee contabilità del Csv Salento (0832-392640). Le odvi cui progetti sono stati ammessi previa verifica deldettaglio dei costi o anche dello statuto e dell'attocostitutivo possono contattare per i relativi chiari-menti la Dott.sa Valentina Valente dell'ufficio pro-

mozione del Csv Salento (0832-392640).Ricordiamo anche che, per quanto riguarda la secon-da scadenza del Bando, c'è tempo fino al 21 giugnoper la presentazione di iniziative da realizzare dal 1°luglio al 31 dicembre prossimo. Elenco associazioni ammesse:IscubMir Preko NadaAss. Vivi il socialeAss. “Marco 6,31”Ass. Ape Gabriele TomaAdmoAss. Insieme per i disabiliAss. Luce e SorrisiAss. famiglie insiemeAdmoAss. Un cordone per la vitaAss. Il cicloneAss. “Nel segno di Apollo Licio”Ass. Protezione civileAss. Porta d'orienteAss. Gustamente pugliaAss. “Madonna della cultura”Ass. “Superamento handicap”Ass. Nomeni per A. MontinaroAss. “Il girasole”Ass. “La fabbrica delle mamme”Ass. Critical foodAss. Archeoclub d'ItaliaAss. nazionale Vigili del fuocoAss. Teatro Terra Messapia

Ass. Progetto giovaniAss. Archeoclub d'ItaliaAss. Terra e culturaAss. Musica e dintorniAss. Comunita' EmmanuelAss. IpposalentoAss. di protezione civile emergenza SurboAss. AlbaturAss. FamiliaAss. Gruppo Fratres San Pio XFidas sez. RacaleAss.Don di Nanni alias Li scumbenatiAss. IncontrocorrenteProtezione civile “La forestal 1”Comitato genitori Polo 2Ass. Gli amici di MauroAss. ArneotrekAss. IrisAss. Open villageAss. Integra solidaleCentro di cultura sociale e ricercheAss. G.r.i.mAss. regalami una rosaA.c.r.s. Terra dei messapiAss. Primavera onlusAss.Legambiente “Giglio delle dune”Ass. Nuovi orizzontiItalia-Thailandia friendsAss. Interno 167...Abitare le periferieAss. Arto' teatroAss. Libera-mente

Disponibile l'elenco delle odv del territorio ammesse al sostegno del Bandoper realizzare iniziative di promozione del volontariato

Si è tenuto lo scorso 26 marzo presso la sede del CSVSalento di Lecce il seminario “L’organizzazione di unevento da parte di una OdV” a cura del settore

Promozione.Il seminario nasce da un’attenta analisi dei bisogni forma-

tivi espressi dalle OdV del territorio, che sono sempre più spes-so impegnate nella realizzazione di manifestazioni quali festi-val musicali, rappresentazioni teatrali, convegni e altro.

Sono molteplici le ragioni che spingono una OdV a realiz-zare una manifestazione pubblica: raccogliere fondi, promuo-vere le attività e i progetti, sensibilizzare e coinvolgere la cit-tadinanza rispetto ad alcune tematiche, motivare i volontari oreclutarne di nuovi. Attraverso questo seminario, si è intesofornire ai volontari le competenze e gli strumenti di base perorganizzare piccole e grandi manifestazioni e per districarsi nelcomplesso mondo delle autorizzazioni necessarie per realiz-zarle. Gli argomenti trattati sono stati: la progettazione di unevento partendo dall’individuazione preventiva degli strumen-ti che ne consentono una corretta gestione, il piano delle buro-cracies vale a dire le autorizzazioni necessarie, le normativeinerenti, le procedure e l'iter di concessione, l’ottenimento e ilrilascio delle autorizzazioni, gli uffici abilitati al rilascio, itempi di disbrigo delle pratiche, la somministrazione di ali-menti e bevande e infine la promozione dell’evento.

Il seminario sarà riproposto nelle sedi di Tiggiano eScorrano del CSVS. Per ulteriori informazioni contattare ilpersonale del CSVS al numero: 0832/392640.

Valentina Valente

Grande partecipazione al seminario organizzato dal CSVSalento sul tema, presto in replica a Tiggiano e Scorrano

Un lavoro di retesempre più effica-ce, verso l'obietti-

vo comune di supportare ilvolontariato e farlo cresce-re: è quello che si va manmano rafforzando sul terri-torio tra il Centro servizivolontariato Salento e leamministrazioni comunali,orientate ad una collabora-zione capace di produrrebuone prassi, implementa-re le forme di associazioni-smo esistenti e favorire la nascita dinuove realtà.

Come già avvenuto per le sedi territo-riali di Tiggiano e Scorrano – ospitaterispettivamente presso il PalazzoComunale e la Biblioteca Comunale – ilprotocollo d'intesa di recente stipulato trail Csv Salento ed il Comune di Casaranovedrà l'ente locale mettere gratuitamentea disposizione del Centro servizi lo stabi-le collocato (salve possibili variazionidell'indirizzo) in Piazza Nazario Sauro.

La nuova sede andrà quindia sostituire quella di ViaLeopardi, sostenuta econo-micamente dal Csv. L'intesavuole così sperimentareforme nuove di collabora-zione tra il Comune ed ilCentro servizi per garantireil miglioramento delle con-dizioni di convivenza civilesul territorio attraverso lapromozione della cultura deldono, della solidarietà emediante il sostegno concre-

to alle odv. Presso la nuova sede fornitadal Comune, infatti, il Csv Salento conti-nuerà ad erogare i servizi gratuiti a soste-gno del volontariato – formazione, con-sulenza fiscale e amministrativa, promo-zione, informazione, documentazione –cercando di rafforzare i contatti e le pro-gettualità già avviate. Obiettivi da perse-guire anche attraverso l'organizzazione diincontri, seminari, interventi nelle scuole,iniziative aperte all'intera cittadinanza.

Antonio Carbone

L'amministrazione impegnata a mettere gratuitamente a disposizione del Centro servizi lo stabile che diventerà nuova sede

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L'assemblea dei soci del CSVSalento si è tenuta presso lanuova sede di Tiggiano il 30

marzo scorso per l'approvazione delbilancio consuntivo dell'anno 2009.Come ogni assemblea, l'occasione èstata utilizzata anche per affrontareargomenti fondamentali per il volon-tariato, con particolare riferimento alruolo che esso svolge nel Paese edall'incremento costante in termininumerici di organizzazioni e singolicittadini che prestano parte del propriotempo e delle proprie competenze gra-

tuitamente a favore degli altri. Taleincremento è testimoniato da unarecente ricerca, in fase di ultimazione,finanziata dalla Regione Puglia e rea-lizzata dai CSV Pugliesi. Altro argo-mento importante comunicato dal pre-sidente Luigi Russo riguarda l'avviodelle attività finanziate dal cosidetto“Bando perequazione per la progetta-zione sociale 2008” che, in provinciadi Lecce, vede ben 84 organizzazionidi volontariato coinvolte, insieme a 69altri enti pubblici e privati, per un tota-le di 153 soggetti. I fondi che andran-

no direttamente alle associazioni divolontariato proponenti o capofila perla realizzazione dei progetti di caratte-re sociale approvati, sono pari allaconsiderevole somma di Û 1.703.000.

A seguire, l'assemblea ha esami-nato i dati del bilancio consuntivo2009 che, confrontato con quello del-l'anno precedente, ha subito eviden-ziato un calo delle entrate da trasferi-menti delle fondazioni bancarie daEuro 1.216.146 (2008) ad Euro674.960 (- 45% nel 2009).

Tuttavia, la relazione sulle attivitàrealizzate, illustrata dal direttoreAntonio Quarta, ha evidenziato ilquasi totale mantenimento dei servizial volontariato, a partire dalla promo-zione tra i giovani, nelle piazze (forumdel volontariato a Tricase e Lecce), albando idee che ha sostenuto 120 ini-ziative delle associazioni. Intensa

anche l'attività di consulenza e assi-stenza (3.124 richieste complessivenel 2009) e l'attività di formazione: 21seminari per complessivi 423 parteci-panti, 12 corsi di formazione per 305partecipanti. Fondamentali infine leattività di informazione, documenta-zione e ricerca realizzate, che consen-tono alle associazioni di essere sempreinformate su tutte le novità ed attivitàdi interesse del mondo del volontaria-to. Ciò avviene attraverso il portaleinternet del CSV Salento (oltre 21.000contatti in media al giorno), il mensile“Volontariato Salento”, la newslettersettimanale, l'ufficio stampa a serviziodelle Odv, la rassegna stampa quoti-diana pubblicata sul sito e così via.Approvato all'unanimità dall'assem-blea dei soci il bilancio e relativi alle-gati.

Antonio Quarta

Aprile 2010 3

L'impegno dei CSV per il meridione d'ItaliaIl Sud al centro dei lavori nell'incontro promosso da CSV Net lo scorso febbraio.

Tanti gli interventi a sostegno del volontariato delle regioni meridionali in programma per il 2010

Assemblea dei soci del CSV Salento,approvato il bilancio consuntivo 2009

Nonostante la consistente riduzione dei fondi, mantenuti tutti i servizi al volontariato

Si rinnova anche per il 2010l'impegno del sistema deiCSV per lo sviluppo del

volontariato e dei Centri delMezzogiorno. Proprio questi temisono stati al centro del dibattito pro-mosso da CSV Net lo scorso 26 e 27febbraio a Napoli, momento struttu-rale di condivisione ed indirizzofinalizzato a mettere a sistema gliinterventi che riguardano, appunto,le regioni meridionali.

Riproposto anche per quest'annoil progetto Formazione Quadri delTerzo Settore e del Volontariato(FQTS), percorso formativo che hainteressato nella prima edizionedirigenti e quadri di numerose orga-nizzazioni di volontariato del Sud eche ha consentito l'esplorazionedelle problematiche di sviluppo edelle esigenze del Terzo Settoremeridionale. Con la firma di un pro-tocollo d'intesa CSV Net, Forum delterzo settore, Consulta del volonta-riato presso il Forum del terzo setto-re e ConVol hanno definito unanuova proposta progettuale(FQTS2) in continuità con il prece-dente percorso FQTS da realizzarsinel corso del 2010 e da presentarsialla Fondazione per il Sud per un

nuovo finanziamento. Il nuovo pro-getto si propone di mettere in campoun intervento formativo e di sistemache focalizzi l'attenzione da un lato,su questioni trasversali legate allesfide che oggi il Terzo Settore sitrova ad affrontare nella grave crisieconomica, nel rapporto con le isti-tuzioni, nel far fronte alle nuove evecchie emergenze sociali; dall'altroconsenta di incrementare e miglio-rare la messa in rete delle organizza-zioni del terzo settore delMezzogiorno investendo sulla qua-lità delle competenze organizzative,gestionali e relazionali. La forma-zione, che si articolerà in incontri dicarattere regionale, project work edibattiti interregionali, coinvolgerà20/25 partecipanti per ognuna delleregioni interessate (Campania,Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia,Sardegna) scelti tra i quadri confunzioni manageriali e tecnico-gestionali di tutte le componenti delTerzo Settore e del volontariato delMezzogiorno.

Centrale nel dibattito tenutosi aNapoli, anche la “partita” relativaalle reti di volontariato, a cui risulta-no legate tutte le questioni legatealla rappresentanza nonché alla fun-

zione politica del volontariato. ICSV hanno infatti concordato sullanecessità di cogliere l'apertura offer-ta dalla Fondazione per il Sud , cheprevede uno specifico intervento inmateria nel programma 2010 facen-do pervenire una propria proposta chesia frutto della storia dei Centri, dellaloro esperienza e del loro lavoro maanche e soprattutto della loro filosofiae di un'idea forte e condivisa.

Ulteriore punto del documentoprogrammatico 2010 della Fonda-

zione per il Sud è il bando per lavalorizzazione e autosostenibilitàdei beni confiscati alle mafie, rispet-to al quale il gruppo di lavoro diNapoli ha condiviso la proposta diistituzione di un gruppo di lavoronazionale che si interfacci ed inter-loquisca con la neoistituita Agenzianazionale per l'amministrazione e ladestinazione dei beni sequestrati econfiscati alla criminalità organiz-zata.

Daria Caione

Cinque per mille, pubblicati gli elenchi definitivi

Sono 28.171 gli enti che beneficeranno del 5 per mille per il 2008,dato ormai definitivo dopo la pubblicazione degli elenchi deibeneficiari avvenuta il 18 marzo da parte dell'Agenzia delle

Entrate. Di questi, 26.596 sono enti del volontariato, 333 gli enti dellaricerca scientifica, 90 quelli della ricerca sanitaria e 1.152 le associazio-ni sportive dilettantistiche.

Sono 14,6 milioni i contribuenti che per i redditi 2008 hanno espres-so la propria scelta in favore di un ente o di una categoria. Dato in fortecrescita, di gran lunga superiore al numero delle preferenze valide,13,5milioni, espresse in riferimento ai redditi 2007. Per il terzo annoconsecutivo, i contribuenti hanno indirizzato le proprie preferenze sullacategoria delle Onlus e del volontariato, che riceverà per il 2008 ben265,8 milioni di euro. Completano il podio gli enti della ricerca sanita-ria, cui saranno attribuiti 65,9 milioni di euro, e gli enti della ricercascientifica e dell'università che saranno premiati con 63,9 milioni dieuro.

Gli enti esclusi dal 5 per mille per le annualità 2006, 2007 e 2008per errori formali avranno, invece, tempo fino al 30 aprile per presenta-re la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà attestante la persi-stenza dei requisiti soggettivi richiesti dalle norme sul Cinque per mille.

Daria Caione

Tempo fino al 30 aprile per la riammissione degli enti esclusiper motivi formali dalle annualità 2006, 2007 e 2008

Sede Csv Salento - Tiggiano

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Aprile 2010 4ASSOCIAZIONI

Torna anche in provincia di Lecce “Chiese Aperte”

L'Archeoclub d'Italia di Porto Badisco invitaad aderire alla XVI° edizione della

manifestazione per la salvaguardia del patrimonio storico-artistico del territorio

Una scuola che non vuolesolo fare lezione, ma ancheeducare e sensibilizzare i

propri alunni, le loro famiglie, ilquartiere al rispetto e alla tutela del-l'ambiente in cui insieme ci trovia-mo a vivere. E' con questi obiettivi che l'IstitutoProfessionale “Scarambone”, consede principale a Lecce in viaPozzuolo 85, Quartiere Rudiae-Ferrovia, lancia il progetto “Staicomposto, a lezione d'ambiente”,che si articolerà nei prossimi mesiattraverso una serie di azioni e ini-ziative per riqualificare il territoriointerno ed esterno alla scuola e chevede la collaborazione dell'associa-zione Culturambiente, già impegna-

ta nel promuovere in città la raccol-ta differenziata dell'alluminio.Nell'ambito del progetto, che vedecoinvolte in particolare le due classiprime dell'Istituto, è già in corso lasistemazione dell'area esterna allascuola, destinata ad isola ecologicaper la differenziazione degli scartiprodotti in sede con l'aggiunta dibidoni per la raccolta di batterieesauste e medicinali scaduti. A que-sto si accompagnerà la riqualifica-zione dell'arredo urbano esterno,con l'allestimento di un'aiuoladavanti all'ingresso della scuola, e larivalutazione del verde già presentenel quartiere, con l'utilizzo del per-corso-vita attivo nel ParcoCorvaglia.

La scuola, in questa logica, por-terà avanti anche l'informazione suitipi di rifiuti prodotti in sede e pro-muoverà l'utilizzo di detergenti abasso impatto ambientale, privi diimballaggi ed a prezzi competitivirispetto a quelli già utilizzati.Importante sarà anche l'avvio del“freecycling”, un vero e propriobaratto senza scopo di lucro di beniancora utilizzabili ed in buone con-dizioni. Uno dei punti di forza su cuiintende puntare il progetto è proprioil coinvolgimento nelle varie inizia-tive dell'intero quartiere, dei cittadi-ni ma anche dei negozi, delle varieattività commerciali, per sviluppareun progetto davvero vissuto e senti-to dentro e fuori la scuola.

La collaborazione dell'associa-zione Culturambiente sarà fonda-mentale non solo sul piano del sup-porto tecnico e logistico ma ancheproprio in termini di sensibilizzazio-ne dei cittadini e degli alunni. A par-tire dal prossimo anno scolastico,inoltre, il progetto si arricchirà diun'azione fondamentale, che vedràla sostituzione dei libri di testo conpc portatili e E-book messi a dispo-sizione degli studenti, una vera epropria rivoluzione che abbatterà inmodo drastico l'uso della carta insede, sperimentata per la primavolta in Italia alla scuola Majoranadi Brindisi e diffusa oggi in circadieci istituti.

Antonio Carbone

Una famiglia che ha in sé un disabile, è essastessa disabile?Si. Una famiglia che ha un portatore di handi-cap, molto spesso non può fare quello che lealtre famiglie fanno, anche solo per andare atrovare gli amici bisogna chiedersi se ci sonoscale, com’è il bagno, normalmente le case nonsono attrezzate per i disabili. L’associazione èservita anche a questo, ad essere un luogo d’in-contro in occasioni come il Natale, il Carnevale,quei giorni in cui tutti festeggiano, oltre che unriferimento quotidiano. Adesso, anche grazie alprogetto che stiamo conducendo, le famigliehanno la possibilità di svolgere i loro impegnilasciando qui per qualche ora, anche la mattina,i loro familiari che non sono autosufficienti. Come nasce il progetto “No handicap se inrete socializziamo”?Il progetto cerca di mettere in connessione lefamiglie che hanno questo problema e fornisceai disabili gli strumenti adatti per accedere adinternet e utilizzare dispositivi utili a tutti nelgiorno d’oggi. E’ nato dall’idea delle ragazzeche da diversi anni svolgono qui attività divolontariato insieme a Giuseppe Pasanisi, ancheegli volontario dell’associazione e padre di unaragazza diversamente abile. E’ stato finanziatodalla Regione Puglia con il bando “Connettivitàsociale”, e ci ha dato la possibilità di avere com-

puter con controllo oculare per chi ha gravi dis-abilità e tastiere Braille per ipovedenti. Nel pro-getto è coinvolto anche un ragazzo segnalatodal tribunale, ha commesso marachelle da ado-lescente, ma è giusto che invece di ricevere unapunizione, sfrutti questo tempo cercando didonarsi agli altri. Anche se non è un gesto spon-taneo, credo che dall’esperienza con l’associa-zione il ragazzo possa apprendere qualcosa.Con la Regione, c’è anche un secondo progettodi Connettività Sociale in corso.Riguarda sempre la connessione delle famiglieattraverso un blog che funge da piattaforma vir-tuale in cui si possono incontrare, scambiarsiopinioni ed essere meno soli nelle difficoltà.Con il tempo, cercheremo anche di insegnare airagazzi quante più funzioni possibili in modotale che, ovviamente per chi ne ha la possibilità,queste nozioni risultino per loro un cambiamen-to radicale.Qual è stato il riscontro sociale?Nell’ambito comunale è sicuramente positivo,anche la Regione si è interessata al progetto edè molto presente, purtroppo però da parte di altrienti abbiamo visto un totale disinteresse e que-sto comporta anche conseguenze nel rapportocon i portatori di handicap che rischiano direstare all’oscuro del progetto.

Laura Mangialardo

All'Istituto Scarambone, a lezione d'ambienteL'associazione Culturambiente coinvolta nel progetto promosso dalla scuola leccese: isola ecologica, baratto, pc portatili al posto dei libri

“No handicap se in rete socializziamo”Al via il progetto di connettività sociale dell’associazione Stella Cometa di Copertino

finanziato dalla Regione Puglia. Intervista al presidente Valeria Rizzo

Da sedici anni nella seconda domenica dimaggio, l’Archeoclub d’Italia organizzala manifestazione nazionale "Chiese

Aperte" che ha lo scopo di aprire al pubblico edi-fici sacri chiusi da tempo, in molti casi abbando-nati all'incuria e al degrado nonostante il loronotevole valore storico-artistico ed architettonico.Molti dei monumenti scelti dalle sedi locali nelleedizioni precedenti sono stati preservati dalrischio di una totale distruzione grazie a progetti(pubblici o privati) di restauro e recupero. Ciòdimostra come l'opera di sensibilizzazione dei cit-tadini e delle istituzioni, che nel nostro piccolocerchiamo di svolgere, agevola e stimola la risco-perta delle antiche radici della nostra civiltà edelle valenze (religiose, artistiche...) in cui essa hatrovato espressione del corso dei secoli. L'Archeoclub d’Italia, sede comprensorialeSalento Porto Badisco - invita a partecipare aquesta edizione di Chiese Aperte, il prossimo 9maggio, con l’obiettivo di mettere in relazionetra di loro tutte quelle persone impegnate social-mente nell’opera di salvaguardia e valorizzazio-ne del patrimonio storico-artistico del territoriosalentino. Per contatti: Archeoclub d'Italia sede comprenso-riale Salento Porto Badisco, via Rondachi 11 -73028 Otranto (Lecce), tel. 0833 597549 - cell.349 1444273 - 338 7441568, www.archeoclub-portobadisco.it, [email protected].

Antonio Carbone

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Aprile 2010 5ASSOCIAZIONI

Don Tonino Bello e la radice della pace FIDAS provinciale,nuove cariche sociali

Nato spontaneamente nel 2004 per tutelare l'am-biente e la sicurezza stradale e per mettere finealle speculazioni a danno di cittadini e ambien-

te, il Comitato 275 continua a battersi dopo gli ultimiaccadimenti che riportano alla luce il vecchio progettodella strada statale a quattro corsie. Abbiamo incontra-to Michela Santoro, una delle ispiratrici e fondatrici delComitato.

Come e quando è nato il comitato e qualiistanze sostiene?

È dal 2004 che il “comitato 275” – di cui fannoparte alcune associazioni attive sul territorio come peresempio Arci, Archeoclub, Legambiente, CoppulaTisa, Italia Nostra, SOS Costa, Ass. Laculonna diTricase e un fronte sempre più nutrito di liberi cittadi-ni, molti dei quali stranieri che negli ultimi anni hannoscelto di vivere nel Salento – porta avanti, tra mille dif-ficoltà, la protesta contro l’attuale progetto di comple-tamento della statale 275 Maglie-Santa Maria di Leucadi cui sono titolari Regione Puglia e Anas. Si tratta diun progetto aberrante che, nella sua parte terminale, daMontesano a Leuca, prevede una strada a 4 corsie, conun viadotto di 26 piloni di 12 metri d’altezza e unamegarotatoria (forse la più grande d’Europa) del dia-metro di mezzo chilometro. Un’opera che provocheràuna devastazione sistematica della zona del Capo diLeuca, uno dei territori più belli e integri del Salento, ene distruggerà anche le specificità storico culturali,compromettendo ogni possibilità di sviluppo economi-co basato sulla valorizzazione delle risorse locali.

Il comitato da sempre chiede, invece, a gran voceche vengano sì risolti i problemi di viabilità nel Capodi Leuca ma con soluzioni rispettose delle peculiaritàpaesaggistiche, storiche e culturali del territorio, conl’utilizzo e il miglioramento della rete stradale esisten-te, con l’ammodernamento della capillare rete ferrovia-ria già presente sul territorio salentino (Ferrovie SudEst) e la realizzazione di circonvallazioni leggere per iComuni attualmente attraversati dalla 275. Interventiche costerebbero certamente meno dei 288 milioni dieuro previsti per il completamento dell’opera.

Un improvviso e inatteso voltafaccia del Cipee dell'Anas, cosa sta accadendo? Quali sono leazioni intraprese dal Comitato?

Il governo regionale di Nichi Vendola con la deli-bera 965 del 2007 si era impegnato a mitigare gli inter-venti più impattanti del progetto optando per una solu-zione di compromesso, la cosiddetta “strada parco”, danoi non condivisa perché pensata sempre a 4 corsie,ma che almeno fermava il tracciato all’altezza dellastrada provinciale 210 nei pressi di Novaglie, evitandocosì sia il viadotto sia la mostruosa rotatoria, e conpesanti prescrizioni di carattere ambientale in tutto ilpercorso. In barba a tutto questo, nel 2009 l’Anas haappaltato il progetto originario, quello più devastante,senza recepire le indicazioni della Regione e di alcuniComuni interessati dall’opera e le istanze dell’opinionepubblica più attenta e responsabile. Per tutta risposta,proprio in questi giorni la Regione Puglia, e numeroseassociazioni, compreso il nostro comitato, hanno fatto

ricorso nel tentativo che il progetto venga rimesso indiscussione.

Il Comitato sta generando un dibattito note-vole sul territorio

Se all’inizio il nostro grido d’allarme sull’insen-satezza del progetto sembrava cadere nel vuoto, perla ottusità della classe dirigente pugliese più attentaagli aspetti economici e affaristici dell’opera e per lapoca attenzione dell’opinione pubblica, negli ultimianni abbiamo assistito ad una progressiva presa dicoscienza da parte dei cittadini e il fronte della pro-testa si è allargato sempre di più. Ci si è resi contoche il Salento non può perseguire modelli di svilup-po miopi e irrispettosi delle sue risorse più preziose,l’ambiente e la sue specificità culturali. E persinoScamarcio ha raccolto il nostro appello!

E' possibile sostenere l'azione del Comitato, sot-toscrivendo la petizione sul sito www.sos275.it.

Serenella Pascali

Comitato 275: no alle devastazioni, sì alla sicurezza stradale!

Michela Santoro

Il 20 marzo scorso presso la sede sociale aGalatone, si è riunito il Consiglio DirettivoProvinciale della Fidas Leccese per discute-

re l’ordine del giorno riguardante la distribuzio-ne delle cariche sociali. Confermato all’unani-mità Italo Gatto presidente che ringraziandotutti i consiglieri per la fiducia accordatagli,augura un buon lavoro per questo nuovo trien-nio e propone come vice-presidenti i consiglieriDe Razza e De Santis, tesoriere il consigliereEmanuele Gatto, segretario organizzativo ilconsigliere Mariano e come segretaria delConsiglio la consigliera Malandugno. Inoltre, ilpresidente Gatto assegna il vicariato al vice-pre-sidente De Razza e propone la distribuzione diuna serie di deleghe tra i vari consiglieri: per irapporti con la stampa e la progettazione, laconsigliera Mimina Sergi; per le politiche gio-vanili un gruppo di coordinamento compostodal tesoriere Emanuele Gatto, le consiglierePiscopiello e De Lorenzis; per i rapporti con ilCivis provinciale la vice-presidente De Santis;per i rapporti con il Csv Salento il vice-presi-dente De Razza; per la commissione stampa epropaganda un gruppo di lavoro composto dalsegretario Mariano, le consigliere Rizzo eSorrentino. Il Consiglio ha approvato l’organicoall’unanimità. Nello stesso giorno ricorreva il35° anniversario della Fidas di Racale.

La FIDAS cresce sia come numero di dona-zioni (nel 2009 sono state 11.815) sia comesezioni e come età. Un’organizzazione giovane elaboriosamente operativa su tutto il territorio pro-vinciale, che contribuisce al miglioramento delleattività sanitarie rivolte ai pazienti salentini.

Mimina Sergi

L’Associazione Salva di Lecce, in collabora-zione con altre realtà associative dell’areadella solidarietà di Lecce, laici e cattolici,

organizzano frequentatissimi incontri mensili dimotivazione all’impegno nel sociale,che toccano le principali tematiche diattualità, seguiti sempre da un simpa-tico momento conviviale

Il 22 marzo, nella sala riunioni divia Tasselli 10, è stato invitato il pre-sidente del CSV Salento Luigi Russo,che ha presentato la figura di donTonino Bello, il compianto vescovosalentino, sulla particolare sua atten-zione al tema della pace e della giusti-zia. Presente anche l’editore PieroManni, che ha curato e pubblicato unaserie di opere su don Tonino.

Russo ha voluto tracciare unoprofilo originale del vescovo, uscendo fuori daicanoni tradizionali della sua agiografia, che lodescrivono esclusivamente nella sua dimensione dipacifista spinto, nonviolento evangelico, una sortedi eroe della fede quasi irraggiungibile. Una letturaparziale, anche se affascinante, secondo il presiden-te del CSVS, che rischia di svuotarlo della profon-dità della sua esperienza di fede e di umanità, e chenon dà spiegazioni alla contagiosità della sua testi-monianza, e soprattutto alla forza del suo impegno.Non si comprende don Tonino se non si riesceinnanzitutto a evidenziare la radice della sua forma-zione umana e spirituale.

Certamente don Tonino nasce e si forma nellatradizionale cultura popolare salentina, quella depu-rata delle spinte fatalistiche, che crede nel valoredella prossimità, e che è capace di stupirsi di frontealla bellezza del creato e del Bene. In questo filoneformativo si innesta la tradizione cristiana, che nonè semplice appartenenza alla Chiesa, ma soprattutto

comunione con la Trinità: Dio, Padre/Madre eFiglio e Spirito Santo. La fede cristiana, in realtà èrelazione, è contemplazione e cura della relazione, ècontemplazione e cura della bellezza, è contempla-

zione e cura della verità e della giu-stizia insiti nella relazione. DonTonino si è alimentato in questa con-templazione, ha pregato, meditato,ascoltato in silenzio, per dare vigoree sostanza all’interiorità. Ma l’inte-riorità profonda – secondo Russo –non è appannaggio solo di chi crede;anche chi dice di non credere in Dioe si interroga sul senso della vita,della morte, del Bene, arriva allaconclusione medesima che la rela-zione è radice centrale dell’impe-gno, per accrescere l’umanizzazio-ne. Insomma, dalla Trinità dei cre-

denti o dall’Umanità profonda dei laici, l’esisto è lacultura della responsabilità.

In don Tonino Bello si evidenzia chiaramente,in maniera stupefacente, che la cultura della respon-sabilità non solo è un dovere delle persone di buonevolontà, ma anche un piacere, una gioia. E donTonino è felice di vivere la comunione, di entrare inrelazione con gli altri, anche con i nemici, perché lacultura della responsabilità è rispondere alla voca-zione di Dio sull’umanità. Qui si iscrive il suoimpegno a favore della pace. La pace, che trae ori-gine e energia nella Trinità, diventa convivialitàdelle differenze, non semplice negazione del con-flitto. La comunione, secondo don Tonino, deve“corrodere” il non senso delle guerre. E si costrui-sce la pace solo dando valore all’interiorità dellepersone, di tutte le persone, solo abbattendo le strut-ture di peccato che negano la giustizia e generanodivisioni e concorrenza sleale e menzogna, soloamplificando i vincoli solidali.

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Aprile 2010 6AMBIENTE

OGM, il sì della UE a patata e mais modificati

Rapporto Legambiente“Comuni Rinnovabili 2010”

Pubblicato alla fine di marzo il V rapporto sui Comuni Rinnovabiliitaliani 2010 curato dall’Ufficio energia e clima di Legambiente incollaborazione con il GSE e Sorgenia.

Il rapporto inizia con una domanda retorica: “E se i Comuni fossero illaboratorio di una rivoluzione energetica incentrata sulle fonti rinnovabi-li?”. Amara è però la considerazionegenerale che deriva dal dibattito pub-blico che “non sembra ancora avercompreso la portata di questo proces-so e l’importanza di guardare al terri-torio per capire come sviluppare lefonti rinnovabili”. “Se si ragiona sulleattuali tecnologie rinnovabili occorrepartire dalle risorse presenti nei diver-si territori, guardare alla domanda dienergia di case, uffici e aziende, percapire come soddisfare con le soluzio-ni più adatte ed efficienti utenze collegate da una rete moderna che permettedi scambiare energia. Descrivere questi processi è l’obiettivo del RapportoComuni Rinnovabili di Legambiente”.

Sono 6.993 i comuni dove è installato almeno un impianto di produ-zione energetica da fonti rinnovabili. Questo dato è in costante crescita,passando da 3.190 nel 2008 a 5.580 nel 2009. In pratica le fonti pulite chefino a 10 anni fa interessavano le aree più interne e una porzione limitatadel territorio italiano, oggi sono presenti nell'86% dei comuni: 6.801 sono icomuni che usano il solare (83,9% del totale), 297 quelli dell’eolico, 799quelli del mini idroeletttrico e 181 quelli della geotermia, 788 quelli dellebiomasse. L’interessante è che questi processi di utilizzo delle energie alter-native sono diversi in ogni territorio proprio perché differenti sono le poten-zialità e le possibilità di valorizzazione.

Sono ottime notizie, che dimostrano come le energie pulite siano lamigliore soluzione non solo per svincolarsi dalle fonti fossili e quindi sal-vare il pianeta dal cambiamento climatici, ma anche per fronteggiare la crisie creare nuovi posti di lavoro.

Sara Beaujeste D’Arpe

Già a dicembre 2009 c’era stato il consenso in ambito europeoall’importazione del mais OGM (ovvero geneticamente modifi-cato) MIR604 prodotto dalla multinazionale Syngenta e coltiva-

to in Usa, Canada e Giappone. Il via libera seguiva a ruota quello di altritre eventi transgenici, derivati della soia, il MON88017, il MON89034e il 59122xNK603 autorizzati a novembre, garantendo così la libera cir-colazione in Europa degli OGM destinati per lo più alla mangimistica ecoltivati in maniera intensiva in Paesi del Nord e Sud America.

Da ultimo, a marzo, l’annuncio della Commissione europea che per-mette la coltura della patata transgenica Amflora prodotta dalla Bayer.

Queste decisioni mettono fine di fatto a una moratoria durata dodicianni che vietava e puniva la coltivazione di OGM sul territorio comuni-tario.

La coltivazione della patata riguarda, comunque, solo fini industria-li come la produzione di carta e l’utilizzo dei prodotti derivati per man-gimi animali. E le rassicurazioni dal mondo scientifico sono tante. Lapatata per esempio, secondo il Commissario alla Salute John Dalli, “èun prodotto che non rischia di diffondere i propri geni a coltivazionivicine o nell’ambiente; né esistono parenti stretti, geneticamente par-lando, che si possano mescolare con la patata OGM, che fra l’altro nonriesce a vivere fuori dalla sua zona di coltivazione”. Comunque le pata-te saranno raccolte prima che abbiano prodotto semi.

D’altro canto però la patata Amflora contiene geni di resistenza adantibiotici fondamentali per la salute umana, violando così le direttiveUE 2001/18.

Ad una riflessione più ampia, però, il problema non sembra esseresolo la patata o il mais, ma la via aperta agli OGM in Europa. La deci-sione di permettere la coltivazione di alimenti geneticamente modifica-ti appare infatti presa sulla base di interessi economici delle multinazio-nali più di quelli della sostenibilità ambientale, dei contadini europei,dei produttori agricoli del Sud del mondo e dei cittadini consumatori,senza considerare la difesa della bio-diversità e della natura stessa.

Sara Beaujeste D’Arpe

Quella che c’è dietro l’invenzione diMammaFlo' è una vera e propria filosofiadi vita, del rispetto del territorio, della

valorizzazione delle risorse naturali. Il progetto,trasformatosi in un’azienda che produce pannoli-ni lavabili in lavatrice e in un vero e proprio puntovendita in un piccolo centro della provincia diLecce, a Calimera, ma che vende on line i suoiprodotti in tutta Italia, nasce dall’esperienza di ungruppo di neo-genitori sensibili alle questioniambientali e dalle difficoltà incontrate nel trova-re, soprattutto in Italia, valide alternative ai pan-nolini monouso. I pannolini lavabili nascono dauna sperimentazione di giovani con il programmaregionale Principi Attivi e che oggi inizia ad assu-mere le dimensioni di un’imprenditoria di settore.Abbiamo incontrato Antonio Montinaro uno degliideatori di MammaFlo'. Com'è nata l'idea di MammaFlo' e dei panno-lini lavabili?Si tratta di un piccolo laboratorio sartoriale cheproduce e commercializza, sia al dettaglio, sia tra-mite internet, pannolini lavabili per bambini.MammaFlo' nasce dal sogno di un mondo miglio-re, quello che vorremmo lasciare in eredità ainostri figli. Il nostro obiettivo principale è quello

di collaborare alla diffusione della cultura delriuso e della consapevolezza, fornendo soluzioniche invitino a farci riflettere sulla potenza dellapubblicità e delle multinazionali a discapito dellasalute dei nostri figli, di quella dell'ambiente e delnostro portafoglio.Portafoglio e ambiente sembrerebbero esserele due parole chiave alla base dell'idea innova-tivaSì, la tematica ambientale e quella economicasono al centro dell'idea. Ogni bambino nei primidue o tre anni di vita, il periodo in cui consuma ipannolini, produce circa 1 tonnellata di rifiuti.Centinaia e migliaia di pannolini che, ovviamen-te, hanno un costo. Il costo per l'acquisto dei pan-nolini in questi due/tre anni si aggira intorno aiduemila euro a famiglia. La fornitura di un pac-chetto completo di pannolini lavabili che ovvia-mente possono essere riutilizzati, anche dal fra-tellino o dalla sorellina che arriveranno in futuro,si aggira intorno ai 400 euro, per cui parliamo diuna riduzione dell'80% dei costi. La cultura del-l'usa e getta abbinata ad una maggiore disponibi-lità economica, ha causato una produzione discarti che disperdono totalmente le risorse impie-gate per la loro produzione. Vogliamo tentare di

riportare anche nella quotidianità di un gestocome il cambio del pannolino un’ipotesi di sceltaa ridotto impatto ambientale, sfidando le abitudi-ni stratificate negli ultimi decenni che hanno fattodella comodità il principale metro di giudizio.Come nuova azienda collaborate anche conenti pubblici?Le amministrazioni locali stanno apprendendo que-sta nuova cultura. Infatti spesso forniscono il kit deipannolini lavabili alle famiglie, sia come misura dicontrasto alla povertà, sia come strumento anticrisiper le famiglie numerose ad esempio.Il gruppo di giovani imprenditori calimeresisegue tutto il ciclo del pannolino dalla ideazionealla vendita: dal disegno alla ricerca dei materia-li, esclusivamente in tessuto, di maggiore com-fort, possibilmente organici o con la certificazio-ne Oeko-Tex 100 Standard, un marchio che certi-fica la qualità dei prodotti e il controllo dellesostanze nocive. Dalla ricerca poi le fasi succes-sive sono quelle della produzione in laboratorio edella vendita. Per conoscere tutti i dettagli si puòvisitare il sito www.mammaflo.it o contattaredirettamente il punto vendita ai numeri tel/fax:+39 0832 873387 e +39 339 1408545.

Serenella Pascali

MammaFlo', la cultura del riuso a partire dai pannolini

Dopo dodici anni, fine della moratoria sulla coltivazione di OGM in Europa

6993 i Comuni che utilizzano l’energia rinnovabile in Italia, dato in costante crescita

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L’acqua non si vende. Fuoridall’acqua il mercato, fuori iprofitti dall’acqua. Con que-

ste parole d’ordine mercoledì 31marzo sono stati depositati inCassazione i tre referendum per l’a-brogazione della legge Ronchi cheha aperto le porte della gestione del-l’acqua ai privati. L’iniziativa, cheha come obiettivo la raccolta dimezzo milione di firme entro l’esta-te, è stata promossa da un vastomovimento di sigle e associazioniorganizzate attorno a ben 70Comitati locali nati nel corso degliultimi mesi. I referendum si propon-gono l’abrogazione delle parti deldecreto legge approvato dalConsiglio dei Ministri il 10 settem-bre 2009 e poi convertito in Leggedalla Camera dei Deputati il 19novembre che concernono “l’affida-mento della gestione dei servizipubblici a rilevanza economica afavore di imprenditori o di società inqualunque forma costituite, indivi-duati mediante procedure competiti-ve ad evidenza pubblica o, in alter-

nativa, a società a partecipazionemista pubblico-privata con capitaleprivato non inferiore al 40%.” Vieneinoltre stabilita la cessazione degliaffidamenti “in house” a societàtotalmente pubblica, controllate daicomuni alla data del 31 dicembre2011 o la cessione del 40% del pac-chetto azionario. In poche paroles’impone la “gestione” privata deiservizi idrici. Il Forum italiano deimovimenti per l’acqua, promotoredella campagna referendaria chepartirà nei giorni 24 e 25 aprile2010, non si limita però a mettere indiscussione questo provvedimentoin termini di minore affidabilità daparte dei privati a poter gestire il“servizio” idrico. Il punto da cui siparte è un altro e tocca con radicali-tà la visione economicistica che si èaffermata con sempre maggioreforza nel corso degli ultimi decenni.Considerare l’acqua un “serviziopubblico a rilevanza economica”significa infatti misurare il funzio-namento dei meccanismi di approv-vigionamento idrico nei termini

quantitativi dell’efficienza econo-mica. Come ha detto padre AlexZanotelli- tra i protagonisti delForum- “l’acqua è sacra, non sitocca, è vita. Avete mai pensato diprivatizzare vostra madre?”.Trattare l’acqua come una mercecon valore di scambio da cui trarre

profitto è di per sé un principio chemerita di essere messo in discussio-ne. Il governo si trincera dietro l’i-pocrisia dell’affermazione secondocui “non è la proprietà dell’acqua adessere privatizzata bensì la gestionedel servizio idrico rispetto a cui iprivati possono offrire maggioricondizioni di efficienza”. La distin-zione tra proprietà e gestione è difatto poco reale in quanto risultaovvia l’impossibilità di “privatizza-re la proprietà” dell’acqua, sarebbecome voler privatizzare il sole o ilvento, ma è chiaro che affidandonea privati la “gestione” che è ciò checoncretamente concerne l’accessoall’acqua da parte delle persone, sista di fatto spogliando la “sacralitàdell’acqua” in quanto dono, per ren-derla un “bene economico”. Opporsialla “privatizzazione” dell’acquasignifica dunque rifiutare la logicamercantilista tendente a sottoporreogni aspetto del reale alla sua “effi-cienza” ed alle sue categorie di“economicità”. In nome di un’ eco-nomia del dono e della gratuità.

Aprile 2010 7SPECIALE ACQUA PUBBLICA

L’approfondimento

• a cura di Carlo Corigliano

Quando si parla di “pubbli-co” e “privato” buonaparte del senso comune è

portata ad una immediata e incon-sapevole associazione d’ideerispetto a questi due termini. Il“pubblico” viene rappresentatocome un inefficiente “carrozzone”caratterizzato da “sprechi”, assen-za di “cultura manageriale”, conintoppi legati all'eccessiva buro-cratizzazione, mentre il “privato”esprime il luogo della “funzionali-tà”, dell’“innovazione” e di unasuperiore meccanica organizzati-va. L’ideologia degli ultimi anniha infaticabilmente martellato suquesto punto rendendo quest’as-serzione un fatto “naturale” egeneralmente accettato. Il punto èche al giorno d’oggi, quando,come nel caso dell’acqua, i forume le associazioni impegnate nellaproposta di politiche tese alla“ripubblicizzazione dell’acqua”,parlano di “pubblico” in contrap-posizione al “ privato” non lofanno riferendosi ad un modello dicentralismo statalista e burocrati-co, ma a nuove forme di condivi-sione e comunanza su base localeradicalmente diverse. Il Forum deiMovimenti per l’acqua accantoalla campagna referendaria stainfatti sostenendo iniziative che

abbiano come scopo il porre unconcetto d’intangibilità pubblicarispetto al dono dell’acqua. Ma diquale “pubblico” stiamo parlan-do? Di quello più direttamentelegato all’esistenza delle persone,ossia i Comuni e gli enti locali.Una delle proposte in tal sensoriguarda la possibilità, anche inpresenza del decreto Ronchi, didar vita ad una gestione pubblicadel Servizio Idrico Integrato che sirealizza pienamente “attraversol’affidamento diretto ad un Ente diDiritto pubblico, strumentaledell’Ente locale (Consorzio tra

Comuni, Azienda Speciale,Azienda Speciale Consortile).” Lastrada per arrivare a tale risultato,in particolare per costruireun’Azienda speciale consortile,passa attraverso l’inserimentonegli Statuti Comunali deiComuni dell’ATO, di una specifi-ca formulazione che definisca ilservizio idrico integrato qualeServizio pubblico locale, privo dirilevanza economica. Ciò – comescrive il Forum- è “pienamentelegittimo, in quanto l’UnioneEuropea demanda ai singoli Statimembri il fatto di definire quali

siano i servizi a rilevanza econo-mica e quali privi di rilevanza eco-nomica e la normativa del nostroPaese non si è ma pronunciata inquesta direzione”. Sul proprio sito(www.acquabenecomune.org) ilForum dei Movimenti per l’acquaha appositamente inserito unmodello di “delibera tipo” a cui iComuni possono fare riferimento,dove si afferma “l’acqua comebene comune” ed il “diritto inalie-nabile” al suo accesso e quindi ilsuo essere servizio locale “privodi rilevanza economica”. Dunque non è la contrapposizionetra chi rimpiange un’idea nove-centesca del “pubblico” e chiinvece ci apre le porte di un “futu-ro” dove “privato è bello” perchéfunziona meglio. Bensì tra chivuole fare mercimonio della vita echi vuole immaginare e realizzareuna pienezza ed una libertà delvivere che passa attraverso il sot-trarre il dono dell’acqua dallelogiche dell’economia. Ciò signi-fica, nell’era del tanto retorica-mente sbandierato federalismo,aprire la possibilità di una gestio-ne assolutamente pubblica dell’ac-qua da parte di soggetti locali che,alieni da interessi mercantili, negarantiscano la sacralità ed il dirit-to a goderne.

“L'acqua non si vende”: tutte le ragioni del no alla privatizzazione

Alex Zanotelli

Pubblico Vs privato

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Aprile 2010 8APPROFONDIMENTO

Sono centinai adi migliaia le persone disabili a cui spesso, per tabù culturale o bigotto pudore, si nega uno dei diritto fondamentalidell'essere umano: la sessualità. Dal concetto di salute per l'OMS a quellio che sostiene la Chiesa, al punto di vista delle persone dis-abili, al focus su alcune strutture residenziali del territorio che tentano di garantire o negano questo diritto. Breve viaggio nella dif-ficile intersezione tra il diritto al benessere e una cultura e una società che fanno ancorai conti con tabù, veti e disorganizzazione

L’affermazionedel diritto allasalute sessuale

Sessualità e disabilità

Sessualmente abili• a cura di Luca Spagnolo

Nella percezione comune si tendead associare il concetto di salute aduna situazione diagnostica in cuinon siano riscontrabili malattie odisturbi. Tuttavia a partire dal1948 l’Organizzazione Mondialedella Sanità (OMS) promuove unadefinizione che non considera piùla salute nell’ottica della assenza odella riparazione del danno, ma laintende come uno stato completodi benessere fisico, psichico esociale. La salute dell’individuo, secondoquesta definizione, non risiede piùsoltanto nell’organismo biologico,ma anche nella qualità delle suerelazioni con l’ambiente circostan-te e nella capacità/possibilità diaffrontare i propri problemi.Sempre l’OMS propone una defi-nizione di “promozione della salu-te” come di un “processo chemette in grado le persone, diaumentare il controllo sulla pro-pria salute e di migliorarla. Perraggiungere uno stato di completobenessere fisico, psichico e socia-le, un individuo dev’essere ingrado di identificare e realizzare leproprie aspirazioni, di soddisfare ibisogni, di cambiare l’ambientecircostante o di farvi fronte”Altresì, è riconosciuto che la ses-sualità rappresenti un aspetto cen-trale dell’esistenza umana nell’ar-co della vita, ed in quanto tale,sicuramente non può essere esclu-sa dal novero di aspetti che con-corrono alla definizione del benes-sere dell’individuo. Con l’idea di “salute sessuale” alpari dell’idea più generale di salu-te, si intende, quindi attualmente,riferirsi non solo ad una condizio-ne di evitamento delle malattiesessualmente trasmissibili e dellegravidanze indesiderate, ma ingenerale ci si riferisce al raggiun-gimento di un benessere fisico edemotivo nell’ambito della sessua-lità.

Fra le voci autorevoli che hanno affrontato in maniera esplicita il tema della sessualità delle persone con dis-abilità è significativo ricordare quella dell’ONU. Nel 1993, infatti, nella norma 9 delle “Regole standard perl’uguaglianza di opportunità delle persone con disabilità” in cui si affronta il tema della “Vita familiare e inte-grità della persona”, si afferma che “le persone con disabilità non dovrebbero essere private della possibili-tà di vivere la propria sessualità, avere rapporti sessuali, sperimentare la paternità o la maternità”; e che“gli stati dovrebbero promuovere delle misure per cambiare gli atteggiamenti negativi verso il matrimonio,la sessualità, la maternità e la paternità delle persone con disabilità, specialmente nei confronti delle ragaz-ze e delle donne con disabilità, che ancora sono prevalenti nelle società”.

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Aprile 2010 9APPROFONDIMENTO

La situazione: alcune strutture di riabilitazione psichiatriche salentine

Cosa dice la Chiesa Un focus sulla disabilità psichica

Il punto di vista

Una ulteriore presa di posizione, stavolta sul pianoetico è quella inerente alle parole pronunciate dalpapa Giovanni Paolo II, pontefice della ChiesaCattolica l’8 gennaio 2004, in occasione di un sim-posio internazionale sul tema “Dignità e diritti dellapersona con handicap mentale”, a cura dellaCongregazione per la Dottrina della Fede.Giovanni Paolo II afferma, nell’occasione, che: “Ilmondo dei diritti non può essere appannaggio deisani [...]. Particolare attenzione, va riservata allacura delle dimensioni affettive e sessuali della perso-na handicappata perché il disabile come e più deglialtri ha bisogno di amare ed essere amato, di tene-rezza, di vicinanza e di intimità”.

La percezione sociale circa la necessità di avviareuna discussione sulla sessualità delle persone condisabilità psichica in Italia, affonda le sue radicinel quadro di cambiamenti introdotti nel rapportodella società con il “malato psichiatrico” a partiredall’applicazione della famosa e famigerata“Legge Basaglia” ovvero quel disegno di leggeche avviava, verso la fine degli anni 70, il proces-so di chiusura delle strutture manicomiali e il rein-serimento, laddove permesso dalla patologia spe-cifica, del disabile nella famiglia di origine e nellacomunità.Come infatti afferma Eustachio Loperfido “Se nelpassato la sessualità dell’handicappato non ha

costituito un problema o quanto meno non è giuntaad esprimersi come problema pubblico, ciò è dovu-to principalmente alla massiccia pratica di istituzio-nalizzazione che caratterizzava la risposta socialeverso gli handicappati di ogni tipo. E’ noto a tuttiche i soggetti che vivono in istituzioni totali pratica-no abbondantemente comportamenti sessuali di ognitipo che, alla pari di ogni altro comportamento deri-vante da bisogni soggettivi, ricadano nella logicadella gestione istituzionale che in ogni caso restalimitata al rapporto tra l’istituzione e i suoi ospiti e diconseguenza non diviene problema della società,nella misura in cui questa delega alla istituzione lagestione dell’handicappato e della sua vita.”

Bruno Tescari, nell’introduzione del suo libro “Ilkamasabile – Accesso al sesso” scrive: “Mi sentooffeso e molto seccato quando nei convegniintervengono, come relatori, psicologi, assistentisociali, pedagogisti, operatori ed esperti vari,che parlano della sessualità dei disabili: ci met-tono sotto il vetrino della loro scienza e conclu-

dono immancabilmente con “Anche i disabilihanno diritto alla sessualità!””. “La sessualità èuna caratteristica naturale degli esseri viventi -compresi i disabili - strettamente connaturata sindal momento della nascita”. “Ed allora, nonparlate di diritto alla sessualità; semmai, didiritto al sesso!”

Tescari, disabile fisico, nel suo libro affronta laproblematicità della vita sessuale della personacon disabilità, sia fisica che psichica, mettendo inluce dei singolari sfasamenti ravvisabile fra ipiani degli orizzonti finalistici del disabile e delmondo scientifico e culturale.

Lo stato del rapporto fra bisogni sessuali degli uten-ti e dimensione orgaizzative delle strutture, emergedalle interviste svolte per per la redazione di una tesidi laurea dal titolo “Dal sesso taciuto alla sessualitàconsapevole: tabù e prospettive per le persone condisabilità psichica”.Il quadro che emerge è abbastanza variegato e fram-mentato, e soprattutto, non privo di fondamentalicontraddizioni.Gli aspetti indagati sono quelli inerenti al possessodi specifiche conoscenze e competenze in materie disessuologia, del personale dipendente, la conforma-zione degli spazi di vita della persona, e il terrenocondiviso di valori e giudizi morali, entro cui lediverse manifestazioni ed espressioni di comporta-menti ed istanze sessuali possono trovare adeguate eunivoche risposte di incoraggiamento o disapprova-zione, al fine di orientare il percorso individuale diconsapevolizzazione dell’utente.Un primo punto su cui vale la pena soffermarsi èquello relativo alla regolamentazione dei moduliabitativi. La regione Puglia stabilisce gli standardminimi di prestazione delle varie strutture attraversoil “Regolamento Regionale 18 gennaio 2007, n. 4”.Il regolamento parla della privacy dell’utente comedi un elemento fondamentale nella determinazionedi idoneità al funzionamento della struttura. Nellemore pratiche però, individua la scelta di stanze sin-gole come opzionale rispetto alla scelta di stanzedoppie e in casi particolari, anche triple. Tutte lestrutture intervistate hanno optato per la distribuzio-ne doppia, ed in un caso tripla. Per ogni comunità èemerso come fondamentale, il fattore della “discre-zione” nel “consumo” delle personali modalità disoddisfacimento delle pulsioni sessuali, ma nessunodegli utenti dispone di un luogo proprio in cui possadedicarsi a pratiche autoerotiche o eventualmenteavere rapporti sessuali, secondo tempi e modi chesiano dettati esclusivamente dal proprio desiderio. Esiste una tangibile difficoltà delle strutture a darsiun’organizzazione funzionale ad affrontare le sfideeducative poste dalle istanze sessuali degli utenti.Questa difficoltà in alcuni casi si traduce in un atteg-giamento di omertà. Si sceglie di non “vedere” e non

“sentire” quanto viene espresso dagli utenti attraver-so le diverse forme comportamentali.Spesso, fra le pieghe di una dichiarata disponibilitàall’ascolto, si nasconde un alacre lavorio di costru-zione di confortanti barriere di silenzio. Troppospesso l’atto sessuale viene considerato come unatto istintivo. Si presume che l’uomo e la donnaabbiano innata la conoscenza di “come si fa”. Inrealtà, di innato vi è solo la pulsione libidica. Le pra-tiche che attengono alla soddisfazione della pulsionesono istintive solo nelle modalità primordiali. Leforme più evolute e soddisfacenti sono comporta-menti appresi, ma solo in una struttusa si sono atti-vati specifici percorsi di formazione. Esiste un timore ricorrente che rende complessa edisagevole l’accettaAzione dell’esperienza sessualedel disabile: il timore di possibili gravidanze soste-nuto dalla convinzione che da una persona disabilenon possa che generarsi, per legge genetica inelutta-bile, un figlio disabile e dall’idea che il compito dicura del nascituro, a prescindere, non possa essereassolto dal genitore naturale.La somministrazione della pillola contraccettiva autenti donne di cui si sospetti un’attività sessuale è ilrimedio più adoperato, ma si scontra, spesso, con lacontrarietà dei familiari, che generalmente presumo-no che le strutture s’adoperino affinché ai propricongiunti sia inaccessibile qualsiasi contatto sessua-le. L’analisi delle interviste mostra l’esistenza di uncurioso cortocircuito che sembra caratterizzare i dis-positivi di prevenzione, gestione e/o risoluzionedegli “attentati” al desiderato “modello di funziona-mento” dell’individuo, messi in atto nei progetti ri-educativi delle istituzioni deputate alla riabilitazionee reintegrazione sociale dell’individuo in situazionedi disagio psichico. Le comunità residenziali si pre-sentano disorientate e impacciate di fronte al piùnaturale e prevedibile degli eventi che scandiscono ilcammino dell’individuo. La sessualità, piuttosto cheapparire come una normale dimensione della perso-na che con essa si evolve sino a giungere ad un natu-rale momento in cui debba esser fatta oggetto di spe-cifiche strategie di orientamento e sviluppo, sembra

esser un pericoloso nemico che irrompe dentro i pro-getti educativi o nell’ordinamento della vita quoti-diana di una struttura.Il lavoro di educatore e/o operatore nell’ambito delladisabilità racchiude in sé tutta una serie di compiti edinamiche che inevitabilmente presuppongono l’in-contro con la sessualità; sia quella dell’utente, sia lapropria. Ed è proprio in quest’incontro che è possi-bile ritrovare uno dei nodi, forse il più intricato,della problematicità che investe il confronto conquest’aspetto della natura umana.La sessualità dell’individuo è un processo comples-so che ne investe la vita e ne traccia lo svilupposecondo linee estremamente personali e originali, atal punto da essere una delle dimensioni maggior-mente caratterizzanti dell’identità di ogni individuo.Questa radicale individualizzazione del significatogenera una fondamentale indeterminatezza nellacondivisione simbolica dei gesti insiti in una rela-zione di cura tra utente ed operatore. Gesti quotidiani, spontanei o necessari, che presup-pongono il contatto fra i corpi, possono evocare nel-l’uno o nell’altro emozioni e sensazioni di segnoprofondamente divergente. A complicare ulteriormente la questione, intervienepoi, l’indeterminatezza del contenitore semanticoche comunemente chiamiamo disabilità mentale. Lamalattia mentale si può rappresentare, infatti, comeun vasto arcipelago di problematiche che spazianodal deficit organico ai disturbi puramente psichici,con una variabilità di comportamenti disadattiviestremamente eterogenea.Una variabilità contingente che vanifica a priori l’o-biettivo di immaginare strategie e pianificazioni “aprescindere” e che si scontra pesantemente con latendenza a strutturare prassi e metodologie standar-dizzate che spesso attraversa e condiziona le moda-lità operative delle comunità. L’impossibilità di tracciare a priori un percorso però,non inficia la certezza di un “punto di partenza” e ladefinizione di un punto d’arrivo. Quel che rimane dadisvelare, e mai una volta per tutte, ma ogni voltaper se stessa, è il percorso da compiere e il mezzo dautilizzare per giungere a destinazione.

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Aprile 2010 10IMMIGRAZIONE

Una giornata italiana. L'immigrazione in un web documentario

Con la nuova proposta di legge, gli stranie-ri che richiederanno il permesso di sog-giorno avranno 24 mesi per raggiungere il

punteggio di 30 punti. Due anni per imparare lanostra lingua, conoscere la Costituzione e le rego-le del nostro Paese, iscriversi al sistema sanitario,istruire i figli e pagare le tasse. Si perdono puntiin caso di violazione del Codice Penale. Se nonriuscissero a raggiungere questi obiettivi, gli stra-nieri interessati alla “Carta” avranno ancora unanno di tempo, alla conclusione del quale, se nonsi è raggiunto il punteggio, scatterà l’espulsione.

Il nuovo sistema del permesso di soggiorno apunti è stata impostato quasi come un gioco, main realtà perdendo punti si rinuncia alla possibili-tà di vita nel nostro paese.

Il Ministro all'Interno Roberto Maroni, pro-motore del sistema, commenta: “dovranno solodimostrare buona volontà, non dovranno com-mettere reati e istruire i figli”.

Ne parliamo con Fortunato De Fortunatis del-l'associazione leccese S.A.L.V.A., medico attivodal 1992 nell’aiutare gli stranieri presenti nella

nostra città, fornendo loro cure medico-farmaceu-tiche. “Questo sistema rientra in un certo tipo dilogica discriminante secondo la quale noi siamo ibuoni e loro i cattivi, comunque sempre nell’otti-ca di rendere sempre più difficile l’iter per conse-guire il permesso di soggiorno. Per loro integra-zione significa assoggettare gli stranieri ai nostriusi e costumi, alle nostre idee, alla nostra religio-ne. È una cosa che la nostra associazione non con-

divide assolutamente. Noi siamo per il rispettodell’identità, della personalità e della cultura dellapersona. Il rispetto per noi deve essere reciproco.Bisogna aiutarli e supportarli nella loro perma-nenza nel nostro paese, non renderla impossibile.

Abbiamo appreso con disgusto la notizia dialcuni giorni fa a Lecce, dove nell’ambitodell’Itinerario Rosa, molte pittrici hanno deciso dinon esporre i loro quadri a Palazzo Turrisi, perchésede del Centro Accoglienza del Comune. Questesono cose vergognose e inspiegabili per chi comenoi rifiuta in blocco questo tipo di logica.

Presso la nostra associazione, ad esempio, chefornisce principalmente assistenza medico-farme-ceutica, alla proposta fatta dal Governo di denun-ciare chi si presentasse dal medico senza il per-messo di soggiorno, abbiamo subito esposto deicartelli in diverse lingue in cui ribadivamo lanostra posizione: di aiuto per chi ha bisogno. Lecure mediche non sono un mezzo per denunciarechi non è in regola. Non ci assoceremo mai a que-ste posizioni”.

Sara Beaujeste D’Arpe

Dai pescherecci alla fonderie, dalle cave agli ospedali. Ma anchesul prato verde degli stadi italiani. Riccardo Staglianò, giorna-lista de La Repubblica, ha realizzato un web documentario sul

ruolo sempre più insostituibile che gli immigrati ricoprono nel nostropaese, un documentario che va a corredare il suo nuovo libro "Grazie.Ecco perchè senza gli immigrati saremmo perduti".

"Provate a depennare questi nomi: Ibrahimovi, Kakà, Milito,Trezeguet, Pato, Mutu, Crespo, Zanetti, Lavezzi... Immaginate chedalla prossima partita nessuno di loro scenda in campo. Sarebbe undisastro – si legge nella presentazione del documentario -. Oggi su933 calciatori della serie A ben 322 sono stranieri. Un esempio dasolo rivelatore. La realtà è che senza gli immigrati (compresi i clan-destini), tutta l’Italia andrebbe a rotoli. Quasi il 10 per cento del Pilitaliano arriva dagli immigrati, una famiglia su dieci dipende da unabadante straniera. Abbiamo bisogno di loro. Anche la Chiesa, anchegli ospedali".

In Trentino, nella Val di Non, "le mele le raccolgono i senegalesi– continua il documentario - in Veneto i nigerini conciano le pelli perla preparazione dei giubbotti destinati a Hollywood, a Vedelago, nelcuore del leghismo veneto, sono loro ad assicurare il 90 per cento diriciclaggio dei rifiuti. A Reggio Emilia i facchini sono per lo piùindiani, in Campania i sikh allevano le bufale, in Sicilia, senza ipescatori tunisini, la flotta di Mazara del Vallo non prenderebbe ilmare. E i camionisti? Nel Nordest i due terzi sono albanesi e rome-ni, nessun italiano è capace di fare i loro turni. E chi terrebbe i nostrivecchi e i nostri bambini? E gli uffici chi li pulirebbe? E il pacco daconsegnare? Gli immigrati non vengono a rubarci il lavoro ma a farei mestieri che noi rifiutiamo. E a permettere a molti italiani impren-ditori di continuare a lavorare e a guadagnare (anche in nero). Bastaraccontare una giornata di lavoro in Italia per verificare che cosarealmente succede. Da nord a sud".

Antonio Carbone

Un'unità di strada per rifugiati e migranti: è il progetto “On theroad”, promosso dall'Istituto di Culture Mediterranee e dellaProvincia di Lecce in collaborazione con Upter – Università

Popolare di Roma, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Lega ItalianaLotta Contro l’Aids, Centro Studi Kairòs. L'iniziativa si avvierà sulterritorio portando in strada professionisti (da mediatori a psicologi,da avvocati a medici) per la tutela dei diritti e della salute dei migran-ti e rifugiati. Il camper sarà allestito in modo da accogliere la perso-na in difficoltà o semplicemente in “cerca” di un consiglio. Tutto que-sto accadrà in strada, o nei luoghi di aggregazione strutturata o non.Il camper sarà in costante collegamento con lo Sportello Immigrati –Servizi Immigrazione Salento (dove sarà attivato un numero verdeper le segnalazioni di situazioni critiche), nonché con i mediatori pre-senti negli Ambiti di Zona e presso il Centro per l’Impiego. Inoltreverrà costituito, presso lo Sportello Immigrati – ServiziImmigrazione Salento, un ufficio di coordinamento composto da per-sonale altamente qualificato, individuato dai partner di progetto, chedopo un’analisi delle segnalazioni, andrà ad individuare l’interventopiù opportuno da attuare.

Attraverso uscite giornaliere, dunque, l’equipe di mediatori e pro-fessionisti (di bordo) avvierà contatti e relazioni con i migranti e irifugiati presenti nelle zone critiche del territorio. La somministra-zione di questionari appositamente redatti, nonché i rapporti infor-mali instaurati con gli stessi, consentirà di conoscere i reali bisognidegli utenti. Gli obiettivi di fondo del progetto sono accogliere, ascol-tare, decodificare le istanze dei cittadini stranieri, mettere in collega-mento gli operatori e l'utenza straniera, mappare i servizi e facilitar-ne l'accesso degli stranieri, contrastare il sentimento di razzismo deisalentini nei confronti degli stranieri, promuovere relazioni collabo-rative fra le amministrazioni e gli stranieri presenti sul territorioregionale con il fine di favorirne il graduale inserimento sociale.

Antonio Carbone

Permesso di soggiorno a punti per gli stranieriAvranno la carta solo se si integrano. Il commento di Fortunato De Fortunatis dell'associazione S.A.L.V.A.

Un lavoro del giornalista Riccardo Staglianò sul ruolosempre più insostituibile delle persone immigrate nellavita del nostro paese

Con il progetto “On the road” nelle strade un'equipe dimediatori, psicologi, avvocati e medici per la tutela deidiritti e della salute

Un'unità di strada per rifugiati e migranti

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Aprile 2010 11GIOVANI

Secondo l'ultimo Rapporto delCentro Internazionale StudiFamiglia (Cisf) la natalità in

Italia è in grave crisi. Infatti il53,4% delle famiglie italiane non hafigli, il 21,9% ne ha solo uno, il19,5% ne ha due, il 4,4% tre e sololo 0,7% ne ha quattro.

Le cause sono spesso di tipo

economico. Il 19,55% delle famiglieitaliane non ha figli per questo moti-vo, l’8,9% per l’impossibilità diconciliare famiglia e lavoro, lo 0,3%perché la casa è troppo piccola,l’1,5% per la precarietà del lavoro,l’11,7% pensa di posporre la nascitadei figli in anni più sicuri, mentre il57, 8% per scelte personali.

Inoltre, in Italia vi è una riduzio-ne del tasso di fecondità, che attual-mente è pari a 1,41, derivante dallamedia tra l’1,33 figli per donna rela-tivi alla popolazione italiana e 2,12per la componente straniera. Esisteinoltre una grande disparità tra ilnumero dei figli avuti dagli intervi-stati, l’1,71%, e il numero medio deifigli desiderati, il 2,13%.

Il problema è che dall’indagineemerge che la spesa media mensileper il mantenimento di un figlio rap-presenta il 35,3% della spesa totaledi una famiglia. Soprattutto per glialimenti e le bevande i figli spendo-no più della metà dell’intera fami-glia, cioè in media 244,7 euro almese su un totale di 449,5 per l’in-tera famiglia. Le spese medie per la“paghetta”, 23,7 euro al mese, sonoperò superiori a quello che unafamiglia spende per l’istruzione,

12,5 euro al mese.La crisi economica sta quindi

pesando enormemente sulle fami-glie italiane, tanto che il 16,4% deinuclei famigliari è considerato nel-l’area della povertà, il 18% arischio, mentre il 37, 2% denunciaqualche difficoltà ad arrivare a finemese. Solo il 22,4% delle famigliearriva a fine mese con una certafacilità, il 5,3% con facilità e lo0,8% con grande facilità.

L’ultima parte del rapporto pro-pone una diversa politica a favoredella famiglia e un nuovo welfareche sia “amico dei figli”. Tra lediverse proposte un aumento degliassegni al nucleo famigliare e delledetrazioni IRPEF, l’adozione delsistema delle deduzioni famigliari.Lo slogan deve essere quindi“demercificare il welfare dei figli”.

Sara Beaujeste D’Arpe

Il problema della pedofilia on line è così sentito nel nostropaese che la Polizia di Stato ha pubblicato dei consigli che igenitori possono seguire per una navigazione sicura di

minori e bambini.Sono quattro semplici direttive che permettono ai genitori di

essere più tranquilli e ai ragazzi di divertirsi con i loro amici insicurezza e di imparare utilizzando lo sconfinato mondo di inter-net.

I genitori però non devono solo seguire questi consigli, madevono essere più presenti accanto ai ragazzi per far loro com-prendere l’importanza di una navigazione in rete in sicurezza.

Per prima cosa bisogna, infatti, far capire ai bambini più pic-coli quanto sia fondamentale non rivelare la loro identità ininternet e non fornire dati personali come nome, cognome, indi-rizzo, telefono, nome della scuola. Su questo punto la Poliziainsiste molto, ribadendone l’importanza anche se i ragazzi sem-brano disinteressati alla rete. Può infatti capitare che a scuola oa casa di un amico essi si connettano e devono quindi conosce-re le più semplici precauzioni.

I genitori, inoltre, devono avere un occhio di riguardo per ipiù piccoli, seguendoli nella navigazione e consigliandoli suisiti più appropriati e sicuri, mettendoli in guardia verso quellisconosciuti e potenzialmente pericolosi. Esistono infatti siti aloro dedicati in cui si possono muovere in sicurezza e sistemiche permettono di proteggere i bambini, il cosiddetto parentalcontrol, impedendogli l’accesso a siti non visionati in preceden-za dai genitori.

Infine, è sempre consigliabile collocare il computer in unastanza centrale della casa, così che i genitori possano anche solovedere i siti visitati, senza dare l’idea di controllare i figli. Èinfatti poco appropriato comprare un pc da sistemare in camerada letto di ogni ragazzo, prima che questo raggiunga una certamaturità.

Sara Beaujeste D’Arpe

Quando i bambini sono pic-coli la modalità dellacomunicazione è impor-

tante per aiutarli a sviluppare il lin-guaggio, le competenze comunica-tive e l’intelligenza. E' fondamen-tale prendere seriamente quelloche dice il bambino, che ha biso-gno di essere ascoltato attentamen-te e non superficialmente. L'esseresempre interrotto o criticato nongli permette di acquisire sicurezzanei suoi stessi pensieri e di svilup-pare un buon livello di autostima, mentredargli sempre ragione, lasciarlo parlarecontinuamente quando ha bisogno diessere contenuto, non gli permettere disviluppare un proprio senso critico e lacapacità di interpretare le cose in modoobiettivo ed equilibrato.

Il sostegno maggiore è dato dall'essereascoltato fino in fondo, dal sentirsi com-preso, appoggiato e contenuto e dalla pos-sibilità di confrontarsi con l'adulto quandoquesti ha un'opinione diversa dalla sua. Unaspetto fondamentale della comunicazionein famiglia è, infatti, l’apertura al dialogo.

Un fase dello sviluppo che mette a duraprova la comunicazione fra genitori e figliè la fase adolescenziale. La conflittualitàtra i bisogni di autonomia e di protezionedell'adolescente si esprimono all'internodella famiglia attraverso nuove e diverse

forme di comunicazione sia verbali comesilenzi,aggressività verbale, aumento deiconflitti, provocazioni, che non verbalicome modo di vestire e di atteggiarsi, rap-porto con il cibo, modalità di gestire glispazi personali. La comunicazione fragenitori e figli può, quindi, diventare diffi-cile, i genitori possono sentirsi insicuri,poco informati, e i figli possono sentirsiincompresi, non ascoltati, e non trovareargomenti da condividere con i genitori.Per i genitori è importante essere flessibilie cambiare le modalità comunicative adot-tate: mantenere il rapporto maturato con ilfiglio dall'infanzia rischia, infatti, di porta-re incomprensioni e continue ed esasperaterichieste e provocazioni da parte del ragaz-zo, con il rischio di compromettere il dialo-go e di rompere i rapporti.

Luigi Conte

Pedofilia online: i consigli della Polizia di Stato per i più piccoli

Poche direttive per genitori e figli per una navigazione più sicura

Genitori e figli, quale comunicazione?

Il dialogo, l’ascolto, l’attenzione, nella comunicazione familiare,sono gli elementi essenziali per la crescita,

lo sviluppo e la maturità dei figli

Rapporto famiglia Cisf 2009Il 53,4% delle famiglie italiane non ha figli, spesso per ragioni di carattere economico.

Il 16,4% dei nuclei famigliari nell'area di povertà

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Aprile 2010 12ONG

Più sete per tutti

Dalle parole ai fattiUn maggiore controllo sugli strumenti utilizzati persinodalle forze dell’ordine in Unione Europea: l’invito diAmnesty International a passare dalle parole ai fatti

Amnesty Kids: un modo per avvicinarsi ai diritti umani

Manette o bracciali elettrici da applicare ai detenuti, prodotti similialle cinture elettriche, spray chimici la cui esportazione e impor-tazione sono proibite in tutta l'Unione europea, o almeno lo

dovrebbero essere dal 2006 e che invece tramite scappatoie continuano adessere venduti anche in Europa.

Questa è la denuncia che emerge dal rapporto Amnesty “Dalle parole aifatti” sugli strumenti di tortura che tuttora vengono prodotti, venduti e uti-lizzati persino nell’Unione Europea.

Diffuso da Amnesty International e dalla Omega Research Foundation,questo rapporto ha prodotto prove sulla partecipazione di aziende europeein questo sporco commercio globale che include congegni fissati alle paretidelle celle per immobilizzare i detenuti, serrapollici in metallo e manette ebracciali che producono scariche elettriche da 50.000 volt.

A tre anni di distanza, denuncia Amnesty International, il controllo sulcommercio di strumenti di tortura, non è evidentemente entrato in vigore. Ecosì, persino in Italia, si vendono on line strumenti come spray e dissuaso-ri elettrici.

Paragonati dai venditori ad un accendino o un pacco di fazzolettini, que-sti pericolosi dispositivi, sorvolano ogni controllo, rischiando di finire nellemani sbagliate.

Diversi stati membri tra cui Germania e Repubblica Ceca hanno auto-rizzato l'esportazione di congegni per operazioni di polizia e di controllo deidetenuti verso almeno nove paesi mentre solo sette stati membri hanno datoseguito agli obblighi legali di rendere pubbliche le loro esportazioni.

L’Italia ha dichiarato di non esserne a conoscenza, ma anche un bambi-no li troverebbe su internet.

Laura Mangialardo

Consultabile sul sito di Amnesty Internationalun'apposita sezione dedicata ai più giovani.Tante le iniziative promosse per festeggiare il20° compleanno della Convenzione internazio-nale sui diritti dell'infanzia

Nel sito di Amnesty International, alla sezione“formazione” si può consultare una parte riser-vata ai giovani. Si chiama Amnesty Kids ed è

dedicata ai bambini e ragazzi che vogliono avvicinarsi aitanti problemi mondiali e che qui hanno la possibilità difarlo in maniera adeguata alla loro età. Dai primi di marzo Amnesty Kids èanche su my space con una propria pagina. Periodicamente in questa sezionevengono pubblicati temi e concorsi a cui possono accedere tutte le classi delsecondo ciclo della primaria e quelle della scuola secondaria di primo grado.

Quest’anno Amnesty Kids festeggia il 20°Anniversario della Convenzioneinternazionale sui diritti dell’infanzia. Quindi ogni classe, versando la quotad’iscrizione di 350 euro, riceverà materiali didattici per approfondire il temadei diritti di bambini e ragazzi e le proposte di azione per impegnarsi concre-tamente nella difesa dei diritti umani. Ci saranno inoltre giornate di mobilita-zione durante il corso dell’anno che permetteranno agli alunni di conoscersi edi stringere rapporti con le sedi locali dell’associazione.

Sono già diecimila gli studenti coinvolti in tutta Italia.Tutte le classi iscritte sono, inoltre, invitate a partecipare alla II edizione

del concorso “Adotta un diritto”, che quest’anno avrà per tema gli articoli dellaConvenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Esso sipone l’obiettivo di promuovere l’adesione, responsabile e attiva, ai valori con-tenuti nella Convenzione, formando negli alunni e nelle alunne la consapevo-lezza che tutti i minori sono cittadini capaci di avere opinioni e di prenderedecisioni, non solo persone che hanno bisogno di assistenza e protezione.

Sara Beaujeste D’Arpe

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il 22 marzo, Savethe Children, ha voluto ricordare il legame inscindibile tra questoelemento naturale e la vita umana, principalmente la vita dei bam-

bini.Ancora oggi, infatti, sono oltre 1 milione e mezzo i bambini che

ogni anno muoiono per malattie legate alla mancanza di igiene oaddirittura di acqua pulita con cui dissetarsi. È una cifra enormesoprattutto se questo numero si scandisce nella quotidianità con4.000 bambini morti al giorno.

Proprio mentre in Italia si discute sulla sua privatizzazione, ilmonito di Save the Children ricorda con terrore le conseguenze di unaccesso limitato ed elitario ad un bene essenziale e prezioso comequello dell’acqua.

Tra le cause più frequenti di morte c’è la dissenteria, di cui sonovittima ogni anno 1 milione e 400 mila bambini sotto i 5 anni di vita.

La mancanza di acqua, anche solo per lavarsi le mani, è una con-dizione negativa che si lega necessariamente alla diffusione di malat-tie: vermi intestinali, che infettano anche moltissimi bambini, cau-sandone denutrizione e, con essa, handicap cognitivi, anemia o dis-senteria.

A peggiorare le condizioni sono le minacce dettate dall’inquina-mento e dai cambiamenti climatici: ogni giorno, infatti, 2 milioni ditonnellate di liquami e scarichi fognari non trattati vengano scaricatinei mari e nei fiumi, compromettendo la qualità e potabilità dell’ac-qua. E mentre in questo momento il problema riguarda principal-mente i paesi in via di sviluppo, in cui oltre il 90% dei rifiuti reflui edi scorie industriali non bonificati finisce in acqua, in quelli svilup-pati, c’è chi pensa di speculare sull’unica risorsa di cui nessun esse-re umano può fare a meno.

Laura Mangialardo

Tutte le associazioni e le organiz-zazioni non governative italia-ne, sono invitate a partecipare

alla nuova campagna condotta dalVolontariato Internazionale per loSviluppo - Vis, in collaborazione con ilComitato della promozione e protezio-ne dei diritti umani.

Quella lanciata è una campagnanazionale di monitoraggio sulle 92 rac-comandazioni sollevate all’Italia inoccasione della “Revisione UniversalePeriodica” nella quale sono stati denun-ciati numerosi episodi di razzismo exenofobia che hanno talvolta coinvoltoanche protagonisti politici italiani.

La Revisione consiste in una verifi-ca quadriennale sulla situazione deidiritti umani all'interno dei Paesi mem-bri delle Nazioni Unite anche in baseagli impegni assunti al ConsiglioDiritti Umani delle Nazioni Unite aGinevra, a seguito della quale ilGoverno italiano è tenuto ad esprimer-si chiaramente sull’accettazione o

meno delle raccomandazioni ricevutemotivando, nel secondo caso, la suaposizione.

Dalle raccomandazioni emerge larichiesta di interrompere immediata-mente la raccolta di impronte digitalidi rom e sinti e di “distruggere even-tuali dati raccolti in contraddizione conle norme del diritto internazionale sul-l’uguaglianza e i pari diritti dei cittadi-ni” e una particolare attenzione rivoltaalla tutela dei minori, alle discrimina-zioni di genere nel mercato del lavoro,alla scarsa partecipazione delle donnealla vita politica italiana e alla libertàdei media.

La campagna del Vis sarà articola-ta in due fasi, nella prima si produrràun Rapporto Supplementare da portarea Ginevra in occasione delle sessioneplenaria del Consiglio Diritti Umani digiugno 2010, nella seconda un rappor-to di monitoraggio in occasione del 10dicembre 2011.

Laura Mangialardo

Volontariato Internazionaleper lo Sviluppo

Invito rivolto a tutte le associazioni italiane per una crescita dei diritti umani

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Aprile 2010 13DISABILITÀ

Cento nani in una Comune,che vivono e lavorano inun parco a tema immerso

nella foresta, indossano vestiti fia-beschi e si esibiscono in spettacolie danze davanti a bambini pagan-ti: inaugurato l’estate scorsa in unvillaggio della Cina meridionale,il “regno dei nani” solo ora è arri-vato alla ribalta “occidentale”attraverso un lancio dell’agenziaReuters. Destando clamore e con-troversia sulla “bontà” dell’inizia-tiva: opportunità di emancipazio-ne o “stigma”?. Il paese dei nani,secondo le intenzioni dei costrut-tori, è autosufficiente; il volantinodi promozione del parco (che èanche la più grande butterfly Arkdel mondo con 30 mila farfalle di300 specie diverse) recita: "avretela possibilità unica di vedere i naninelle loro attività quotidiane: col-tivazione di piante e fiori, alleva-mento di maiali, cura di canidomestici, attività di ristorazione

per il pubblico, performances arti-stiche, parate, etc!". E ha fatto giàil giro del mondo il video in cui,tra i balli, si vede anche una paro-dia del Lago dei cigni in cui donnee uomini indossano tutti il tutùrosa. Il parco a tema prevedeanche la presenza di un re, unesercito e un ministro degli Esteri.

Per l'esattezza nel parco vivono inpianta stabile 108 nani di età tra i18 e i 48 anni, provenienti da tuttele parti della Cina. Unico requisitoper ottenere un impiego: essereautosufficienti e, soprattutto, nonpiù alti di un metro e trenta. I 108vivono tutti in un dormitoriocomune, che vuole somigliare a

una caverna. Chen Ming, ideatoree finanziatore del parco, ha ricevu-to dalla stampa locale l'accusa disfruttare persone svantaggiate ediscriminare i diversi; questeaffermazioni però non l'hannoscoraggiato. "Abbiamo semplice-mente aperto un'attività che gua-dagna sulla curiosità delle perso-ne. Ho solo dato un ambiente feli-ce e un lavoro equo a queste per-sone. Per le persone nane è sempreuna gran difficoltà trovar lavoro.Qui invece hanno la possibilità dimettere alla prova il proprio talen-to. Quindi non si può parlare dirazzismo. Tutti i turisti li vengonoa guardare con occhio di rispetto.Ora è necessario che la gente,soprattutto gli americani e glieuropei, comprendano il senso delnostro progetto. La nostra speran-za è che loro possano diventare ilgruppo di nani più prospero delmondo!".

Silvana Sarli

Il commento

E’ sempre difficile a trovare il senso dialcuni eventi fermandosi ad interpretarlida un solo punto di osservazione. La noti-

zia narra di un gruppo di persone che sono stateinvitate a vivere in una comunità di “affini” e persostenersi hanno proposto il loro luogo di vitacome un parco di divertimenti, nel quale essistessi si esibiscono a beneficio di un pubblicopagante. Essendo, appunto, un parco divertimen-ti tutte le performance sono orientate a suscitarel'ilarità del pubblico, non rifuggendo dal grotte-sco per ottenere il risultato.

Cos'è che ci scandalizza in questo racconto?Qual è l'elemento che disturba la nostra sensibi-lità? Lo spettacolo, ed in primis la tv, ci haampiamente assuefatto all'idea che sia lecitaqualsiasi cosa pur di godere del warholianoquarto d'ora di notorietà. Trasmissioni come“Distraction - cosa non si fa per finire in tv” sonoemblematiche da questo punto di vista. Quindi?

Probabilmente ci fa specie l'idea che ad esi-birsi siano persone disabili. Il parco è frutto diun'idea imprenditoriale. Ci risulta indigesto chequalcuno possa arricchirsi speculando su unadiversità classificata come inferiorità. Eppure ilparco si sostiene con gli ingressi dei visitatori, edalla cronaca non risulta che questi scarseggino.

Approfondendo la notizia, possiamo eviden-ziare diversi punti critici. Le persone affette dananismo che hanno aderito all'idea del parco ehanno accettato di sgambettare in tutù rosa aduso e consumo del pubblico, lo hanno fattovolontariamente, sottoponendosi anche ad unaselezione. Il nanismo non è una patologia cheinficia la capacità intellettive della persona.Dovremmo quindi usare cautela nel definirlicome persone “sfruttate”. Nel circuito dell'ani-mazione esistono milioni di professionisti checon gusto e divertimento indossano travestimen-ti e costumi e sgambettano qua e là per i verdiprati. Perchè dare per scontato che una per per-

sona affetta da nanismo, questo status sia un'u-miliazione? Certo, l'evento accade in Cina, unostato che non eccelle per le politiche di rispettodei diritti umani. E' altamente probabile che que-sto lavoro possa esser stata l'unica possibilitàalla portata di una categoria di persone penaliz-zate nell'accessibilità al lavoro, ma l'astrazionedal contesto specifico può farci buon gioco perapprodare ad un livello più alto di riflessione.L'integrazione e l'inclusione sociale delle perso-ne svantaggiate è un punto nodale dell'agendadelle politiche sociali del nostro paese, tuttaviatroppo spesso le strategie adottate prevedono lacreazione di contenitori non dissimili da quantofatto in Cina. Troppo spesso il percorso di “pari-ficazione” delle persone con disabilità si fondasulla loro esposizione spettacolaristica.Fondamentalmente, per quali tratti sarebbe pos-sibile differenziare il parco cinese dal carrozzo-ne delle paralimpiadi? La riflessione necessitaquindi uno spostamento di focus. Troppo spessol'integrazione, la partecipazione sociale è vissuta

dalla società, come un problema e quindi comeun compito della persona disabile. Il processointegrativo è ancora assestato sullo stadio dellacreazione di bolle trasparenti che immettano ildiverso nell'alveo del pubblico sociale, ma rigo-rosamente segretato e separato. La società èancora ferma in una posizione in cui la parteci-pazione è confusa con “l'osservazione”. Quasicome un papà che all'invito del figlio a giocareinsieme risponda: “fai pure, io ti guardo”. Lepolitiche educative per l'integrazione prevedonocompiti di apprendimento esclusivamente per ildisabile, e quasi mai per la società. Occorreripensare questa dimensione del rapporto. Ilregno dei nani può essere offensivo per qualcu-no. Chiuderlo non risolverebbe un problema.Indossare un tutù e ballare con loro, potrebbeessere una risposta migliore.

Luca Spagnolo

Nel regno della piccola gente

Il Regno dei naniScalpore e polemiche per l'apertura in Cina di un parco a

tema in cui i nani fungono da attrazione turistica

Segue da Pag.1 Volontari ...

confusione con i numeri e con le regole eche intendono soltanto intorpidire l’aria,per ideologia o calcolo.Ovviamente i cultori della chiamata acorreo e i cecchini anonimi non ci preoc-cupano, conosciamo i loro metodi.Invitiamo i volontari ad andare avantinello loro opera di umanizzazione delterritorio, di interlocuzione con le istitu-zioni, critica o collaborativa, per costrui-re il Bene Comune. “Sono le azioni checontano” diceva Gandhi, e noi continuia-mo ad agire per “fare il Bene”, seppurecon tutti i nostri limiti. Non sprecheremoun micron delle nostre energie perrispondere ai torbidi, quanto inutili,avvelenatori del vivere civile.

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Aprile 2010 14LAVORO

Istat, occupazione: in un anno persi 380 mila posti di lavoro

È il primo calo dal 1995. Cresce il tasso medio di disoccupazione che nel 2009 sale al 7,8%

“E' molto importante sostenere il binomiomaternità-lavoro, con l'obiettivo di dare allamaternità tutto il supporto di cui ha bisogno perconsentire alle donne di non rinunciare al proprioimpiego”. Così Serenella Molendini, consiglieradi Parità della Provincia di Lecce e della RegionePuglia, ci spiega il presupposto da cui si è svilup-pato il progetto “Io Mamma. Una rete per la tute-la della maternità”, che già fin dal 2007 ha cerca-to di porre un freno ad una realtà che i numeri rife-riti al 2009 esprimono bene: 666 dimissioni dallavoro in seguito a maternità, a livello regionale, e173 nella provincia di Lecce. “Il nodo si concen-tra proprio nel sostegno della maternità – spiegaMolendini – e da qui abbiamo cominciato attivan-do sul sito dell'ufficio di consigliera di Parità pro-vinciale (ww.consparitalecce.it) uno sportellotelematico di informazione e consulenza cui èpossibile rivolgersi formulando domande maanche denunciando discriminazioni, come spessodi fatto accade, e soprattutto in riferimento proprioalla questione maternità-lavoro”.

Il progetto si è poi sviluppato dando vita alvademecum “Mamme: diritti e opportunità”, cheracchiude i riferimenti a tutta la normativa relati-va alla maternità, a prescindere dal rapporto dilavoro della singola persona, ed illustra le princi-pali opportunità e i diritti delle lavoratrici madri edei lavoratori padri in materia di conciliazionevita-lavoro. Il vademecum è stato poi anche tra-dotto in arabo ed inglese, in modo da consentireuna fruizione quanto più ampia possibile da partedelle donne sul territorio. Su questa base il vade-mecum è stato proposto al Comitato PariOpportunità della Asl di Lecce con l'obiettivo dimetterlo a disposizione delle neo-mamme. Il pro-getto è stato approvato dalla Asl, che ha ricono-sciuto fondamentale il valore della maternità quel-lo della conciliazione tra tempi di lavoro e fami-glia, e nel marzo scorso è stato siglato un proto-collo d'intesa con l'ufficio della consigliera diParità.

“E' cominciata la consegna dei primi vademe-cum nei reparti ospedalieri materno-infantile,

ostetricia, ginecologia ma anche pediatria, per poiraggiungere i consultori familiari e i servizi igienee sanità pubblica – continua Molendini –. Il rap-porto con la Asl è un primo passo importante perlo sviluppo effettivo di una rete a tutela dellamaternità, ora stanno dimostrando attenzioneanche i Comuni”. Alla richiesta formulata dalComune di Otranto, infatti, è seguito un protocol-lo d'intesa e quindi la distribuzione del vademe-cum. Ora una richiesta analoga è arrivata da partedel Comune di San Pietro in Lama. Un altroaccordo importante – per rafforzare le maglie diquesta rete in crescita – è quello stipulato con laDirezione provinciale del lavoro per far sì che, nelmomento in cui una donna voglia dimettersi possaessere a conoscenza di tutte le possibilità e oppor-tunità per conservare il posto di lavoro. “Nel frat-tempo stiamo già lavorando – annuncia la consi-gliera di Parità – ad un vademecum sui servizi disostegno alla maternità, da affiancare alla guidanormativa”.

Sara Mannocci

Il 24 marzo è stato pubblicato il nuovo rapporto ISTAT sullo stato del-l’occupazione in Italia. Rispetto al 2008, l’occupazione è diminuitadi 380 mila unità, con il tasso medio di disoccupazione passato dal

6,8 % al 7,8 % del 2009. È il primo calo annuale dal 1995.Il calo interessa principalmente l’occupazione maschile, diminuita

del 2% con una perdita di 274 mila posti di lavoro, mentre c’è una fles-sione meno accentuata dell’occupazione femminile pari all'1,1% pari a105 mila unità.

Il calo si concentra prevalentemente al Sud Italia (-3% pari a 194mila occupati in meno), ma è alto anche al Nord (-1,3% equivalente a161 mila disoccupati). Nel Centro il tasso resta invece contenuto: -0,5%pari a 25 mila unità in meno.

Se si analizza la componente italiana dei lavoratori emerge un datosignificativo, con una diminuzione di 527 mila unità, controbilanciata daun’assunzione di stranieri pari a +147 mila occupati, di cui 61 mila uomi-ni e 86 mila donne.

Nel quarto trimestre 2009 il numero di occupati risulta pari a 22milioni e 922 mila unità segnalando un calo rispetto allo stesso trimestredell’anno precedente pari all’1,8% (428.000 unità in meno).

Al protrarsi del calo dell’occupazione autonoma, dei dipendenti a ter-mine, dei collaboratori si associa l’amplificarsi della riduzione dei dipen-denti a tempo indeterminato, in particolare nelle piccole imprese. In termi-ni destagionalizzati l’occupazione totale registra una flessione pari allo0,2% rispetto al trimestre precedente. Il tasso di occupazione è pari al57,1%, con una diminuzione di 1,4 punti percentuali rispetto al quarto tri-mestre 2008 (58,5%), mentre il numero delle persone in cerca di occupa-zione ha raggiunto il valore di 2 milioni e145 mila unità (+369.000 unità),con un aumento del 20,8% rispetto al quarto trimestre 2008. L’incrementodella disoccupazione continua a concentrarsi nel Centro-nord e tra gli indi-vidui che hanno perso la precedente occupazione.

L’ISTAT ha diffuso anche i dati relativi a gennaio 2010: seguendo iltrend dell’anno precedente, essi mostrano un leggero aumento (da 8,4 a8,5 per cento) del tasso di disoccupazione rispetto a dicembre 2009.

Sara Beaujeste D’Arpe

XII Rapporto nazionale AlmaLaurea sullacondizione occupazionale dei laureati

210 mila laureati e 60 atenei italiani coinvolti. Disoccupazione in aumento per tutti i percorsi di studio. Il futuro è nella ricerca

Il 17 marzo è stato presentato da AlmaLaurea il XII Rapporto naziona-le sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, “CondizioneOccupazionale ad uno, tre e cinque anni”. È una ricerca che ha esami-

nato un elevato campione di 210 mila laureati, distribuiti in 60 atenei ita-liani.

Nella premessa del rapporto ben si analizza lo scopo di tale ricerca:vedere se in questo periodo di crisi i laureati delle principali università ita-liane riescono a trovare lavoro e che tipo di impiego. La riflessione diven-ta più approfondita fino ad esaminare la situazione della crisi globale edarrivare alla conclusione che l’unica possibilità che il nostro paese ha, èpuntare sulla ricerca. “Se è vero che ricerca è uguale a sviluppo e sviluppoè uguale a occupazione, obiettivo prioritario è investire di più e in modopiù efficiente in formazione e ricerca, come fanno tutti i Paesi più avanza-ti.”

Entrando nell’analisi più diretta dei dati si nota che il tasso di disoccu-pazione lievita sensibilmente rispetto allo scorso anno. L'aumento si regi-stra non solo fra i laureati triennali (passati dal 16,5 al 22%), ma anche frai laureati magistrali, con un incremento della disoccupazione dal 14 al21%, e fra gli specialistici a ciclo unico (medici, architetti, veterinari, ecc.),dal 9 al 15%. Una tendenza questa che si registra indipendentemente dallasede e dal percorso di studio (anche fra quelli tradizionalmente più solidicome quelli ingegneristici) e che si estende anche ai laureati a tre ed a cin-que anni dal conseguimento del titolo.

Se si illustra la situazione dei laureati ad un anno dal conseguimento, iltasso di occupazione risulta pari al 62% tra i laureati di primo livello: unvalore nettamente più alto rispetto a quello rilevato tra i colleghi di secon-do livello, che è infatti del 45,5% tra gli specialistici e del 37% tra quelli aciclo unico.

Entrando nel vivo del mondo del lavoro, la stabilità dell’impiego adodici mesi dal titolo risulta per tutte le facoltà in calo rispetto alla prece-dente rilevazione, con la sola eccezione degli specialistici a ciclo unico peri quali il lavoro stabile, rimasto sostanzialmente invariato, è pari al 36%.

Per quanto riguarda il guadagno, esso è in calo rispetto il 2008 per tutte letipologie di lauree ed è in media di 1.050 euro netti mensili: 1.057 per gli spe-cialistici, 1.109 per il primo livello, 1.110 per gli specialistici a ciclo unico.

Sara Beaujeste D’Arpe

Io Mamma: una rete per la tutela della maternitàSi diffonde sul territorio, attraverso la Asl e i Comuni,

il vademecum normativo promosso dalla Consigliera di parità della Provincia di Lecce

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Aprile 2010 15

Aprile 2010 – Anno V - n.39Iscritto al n. 916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Redazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Luigi Conte, Sara Mannocci, Sara D’Arpe, Daria Caione, Laura Mangialardo, Luca Spagnolo

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce

Direttore Responsabile: Luigi Russo

sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - LecceTel. 0832.392640 – Fax 0832.391232 – Direttore: 3356458557

Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE Tel e Fax 0833 541866

www.csvsalento.it [email protected]

ATTUALITÀ

“Ubi Minor”, parla la difesa dei piccoli uomini

Staff Benda Bilili, la musica del “riscatto”Una band di disabili congolesi scoperta dal leader dei Blur ha conquistato il successo internazionale

Sono poveri e disabili. Di giornovivono di espedienti e di nottesuonano per le strade della capi-

tale. Dieci anni fa hanno creato loStaff Benda Bilili e oggi cominciano aconoscere il successo, con la pubbli-cazione del loro primo album e la con-quista delle scene nel vecchio conti-nente. “Benda Bilili” in Lingala, unadelle quattro lingue ufficiali dellaRepubblica democratica del Congo,significa "guardare oltre le apparen-ze", e anche se chi vede gli StaffBenda Bilili mentre suonano cogliesoprattutto la vivacità e il calore tra-smessi dalla loro musica, le parole deitesti puntano spesso il dito sul temadella disabilità e trattano quello dell’e-marginazione dei “diseredati” delPaese centrafricano. Scivolando trarumba, funk e un amalgama fonda-mentale di reggae e rithm’n blues laloro è una musica che trascina e nellostesso tempo invia messaggi socialiper le campagne di sensibilizzazionecontro la poliomelite, che ha colpitomolti di loro ed è ancora diffusa inAfrica, e a favore dell'importanza delvaccino antipolio: con questo spirito ènata infatti una delle più note canzoni

del gruppo, “Polio” appunto, che permerito di Youtube ha sconfinato dalPaese. In formazione completa sonootto e anche più, ma il nucleo princi-pale della band è formato da quattrocantanti ed esperti chitarristi chemostrano evidenti conseguenze dellapoliomelite e si muovono a bordo disedie a rotelle semi-artigianali, somi-glianti più a dei tricicli a motore;insieme a loro suona anche un giova-ne che si sostiene con le stampelle euna sezione ritmica composta da exbambini di strada, cresciuti sotto laprotezione dei membri più anzianidella band. Talento del gruppo èRoger Landu, un ragazzo di 18 anniche suona uno strumento elettrificatoa una sola corda da lui progettato e

costruito a partire da un barattolo dilatta. Durante il giorno sono venditoridi sigarette di contrabbando, di notte,invece, fanno i mendicanti davanti airistoranti per bianchi. Nel tempo chegli resta sono musicisti. Un anno fa,Damon Albarn, il leader dei Blur, unodei musicisti più creativi del rockanglosassone, ha potuto sperimentareil loro talento di persona. Era in viag-gio nella Repubblica Democratica delCongo con Amadou, il chitarrista e

cantante del duo maliano Amadou &Mariam, e con i musicisti dei MassiveAttack per la sua associazione AfricaExpress, nata con lo scopo di promuo-vere la musica africana nel mondoanglosassone. Ritmo e calore africano attraversano leparole, in dialetto locale e un po’ infrancese, di questi musicisti, per i qualiil proprio mestiere è diventato ora unostrumento di emancipazione economicae sociale, una gratificante via di fugarispetto alle prospettive di vita e di lavo-ro che finora avevano sperimentato da“semplici” residenti con handicap nelleperiferie di Kinshasa.

La loro è una musica che trascina,dicevamo, che coinvolge. Da ascoltare,su Youtube, brani come “Moziki” o “Jet’aime”. Sono forti, alcuni media lihanno già ribattezzati "rumba-funkwarriors", cioè guerrieri. E la loro batta-glia sociale l’hanno già vinta.

E’ iniziata il 31 marzo scorso,con la prima proiezione di cor-tometraggi al teatrino della

Biblioteca Provinciale Bernardini diLecce e il dibattito sul tema “Il maleassoluto: riflessioni culturali e giuridi-che sul disagio minorile”, la serie dieventi formativi promossi dallaCamera Minorile di Lecce, in collabo-razione con l’Ordine degli Avvocati ela Provincia di Lecce, per l’anno2010–2011. “L’obiettivo è diffonderesempre più la cultura della specializ-zazione del diritto minorile nel nostroforo- ha dichiarato Luca Monticchio,presidente dell’associazione nata nelsettembre 2002. E’ necessaria una pre-parazione costante e mirata in questosettore estremamente complesso ediramato. Anche per questo noi intendiamo pro-porre una riforma che istituisca lafigura unica del Giudice di famiglia,al quale rivolgersi senza dover fare laspola tra le diverse istituzioni e tribu-nali competenti”. Ma qual è l’entitàdel fenomeno del disagio minorile nelnostro territorio? “Rispetto ad altrerealtà in Italia è relativamente conte-nuto- ha risposto Monticchio-, ma esi-stono fenomeni emergenti come la

gestione dei casi di affidamento perseparazione di coppie di fatto, in note-vole aumento. Vi è poi l’esigenza disostegno alle famiglie in crisi e conminori coinvolti in storie di giustizia”.Tra le altre iniziative dell’associazio-ne vi è anche la pubblicazione di unanuova rivista, “Ubi Minor”, redattadalla stessa associazione e distribuitagratuitamente, “Ubi minor major ces-sat! - commenta l’avv. Monticchio -Nel diritto dovrebbe accadere propriocosì. I diritti dei minori dovrebbero avere lapriorità rispetto a quelli degli adulti.Ma non basta la sensibilità, occorreanche lo studio, e la Camera Minorileda sempre supportata dall’Ordinedegli Avvocati, vorrebbe offrire unaltro strumento che permetta di darequalità alla difesa di questi diritti.Leggere, divulgare, contribuire a rea-lizzare questa rassegna, non sarà soloun servizio offerto a noi giuristi ma unregalo silenzioso a tutti i bambini che,loro malgrado, sono coinvolti in storiedi giustizia. Tutti possono contribuire ai prossiminumeri della rivista, segnalando deci-sioni di particolare interesse all'indi-rizzo [email protected]”.

Al via dallo scorso marzo gli eventi promossi dallaCamera Minorile di Lecce per diffondere la cultura della

specializzazione del diritto minorile

Epilessia, scoperta la molecola protagonista

Frutto di una ricerca in gran parte italiana la scopertadella molecola HMGB1 responsabile della comparsa e

ricorrenza di crisi epilettiche

Sarebbe nel meccanismo di una particolare molecola la causa dell’epi-lessia. Una molecola che si libera dalle cellule del tessuto cerebraledopo che queste hanno subito un danno (ad esempio per un trauma,

un'infezione, un ictus) o anche solo in seguito a condizioni di stress biologi-co che possono non provocare sintomi ma alterare l'eccitabilità delle cellulenervose. L’importante scoperta, pubblicata nell’ultimo numero della prestigiosa rivistaNature Medicine, è in gran parte italiana, essendo stata fatta da un'équipecongiunta dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano edell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, in collaborazione conaltre due istituzioni, l'Università Insubria di Varese e l'Academisch MedischCentrum di Amsterdam. La molecola in questione si chiama HMGB1, ed è responsabile di una condi-zione di infiammazione del tessuto cerebrale che sembra predisporre allacomparsa e alla ricorrenza di crisi epilettiche. In altre parole, è stato scopertoche questa molecola è una cerniera fondamentale in un processo di infiam-mazione che sembra essere di decisiva importanza nello scatenare le crisi epi-lettiche. Secondo la dottoressa Annamaria Vezzani dell'Istituto Mario Negri,coordinatrice della ricerca, “si tratta di una scoperta che, oltre a mostrare unnuovo meccanismo alla base delle crisi epilettiche, apre la strada al futuro svi-luppo di nuove terapie anticonvulsivanti, basate sull'utilizzo di specifici far-maci antinfiammatori che interferiscono con l'HMGB1 o con i recettori Toll-like”.

• pagina a cura di Silvana Sarli

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Aprile 2010 16ATTUALITÀ

Vale davvero la pena di investire nelmondo giovanile?La mia convinzione è che noi abbiamoaccumulato nei confronti di questagenerazione un debito immenso.Quello che si fa è solo un timidissimoacconto di quel che i giovani hanno darecuperare per ricostruirsi un minimodi prospettiva di futuro. Promettere aquesta generazione la soluzione tradi-zionale del posto di lavoro, significailluderli o peggio ancora truffarli.Quello che abbiamo fatto in questi annicon Bollenti Spiriti e Principi Attivinon batte le vecchie strade ma prova acostruirne di nuove. In fondo noiabbiamo fatto un grosso investimentodi fiducia quando abbiamo chiesto lorodi tirar fuori le loro energie, i lorotalenti, le loro competenze, le loropotenzialità, i loro sogni anche per tra-sformarli, attraverso gli interventi cheabbiamo fatto, in azioni che si realiz-zano qui sul nostro territorio, trasfor-mando le cose che abbiamo in risorsepotenziali per uno sviluppo diverso. Inquesto senso è venuto fuori un caricodi energie straordinario ma anche uncarico di potenzialità di sviluppo estre-mamente straordinario. Abbiamo capi-to in questi cinque anni che i giovaninon costituiscono una delle tante risor-se del nostro territorio, perché specie inuna fase di crisi come questa costitui-scono “la” risorsa, perché congiungonoinsieme, l’energia, la vitalità e un cari-co straordinario di sapere e di compe-tenze e siccome siamo in una economiadella conoscenza dove il fattore com-

petitivo è determinato dalla capacità ditirar fuori delle ipotesi di futuro, iopenso che i giovani si siano conquista-ti il diritto legittimo ad essere final-mente i veri protagonisti della costru-zione del futuro della Puglia.Quanti giovani sono stati raggiuntidalle politiche attive dell’assessorato?Ce ne sono state diverse di politiche:con “Ritorno al Futuro” il vecchio con-tratto etico con cui abbiamo finanziatoi master, i corsi di specializzazione peri laureati, abbiamo raggiunto 10.000giovani il che significa che diecimilafamiglie hanno avuto la possibilità diinvestire nella formazione dei lorofigli, oltrepassando quella barriera chemolto spesso era diventata una vera epropria forma di discriminazione rap-presentata dalla particolare onerosità diquesta formazione. La Regione si èfatta accanto alle famiglie, è stata, tra levarie valenze, anche un intervento dipolitiche familiari.Con Principi Attivi abbiamo chiestoinvece ai ragazzi di tirar fuori i loroprogetti, di mettersi in gioco, provandoa realizzarli nel nostro territorio, riela-borando in modo intelligente e moder-no le risorse che abbiamo qui.Insomma abbiamo chiesto ad unagenerazione intera di provare che cosasi può fare qui con le cose che abbiamoe non con lo sguardo rivolto altrove.Hanno risposto 1.569 gruppi di proget-tazione, quasi 5.000 ragazzi e ne abbia-mo selezionati 440 e circa 1.500 giova-ni oggi stanno provando a realizzareprogetti che hanno a che fare con lo

sviluppo del territorio in diversi ambi-ti: quello dell’innovazione tecnologica,quello della valorizzazione delle risor-se turistiche e della tutela ambientale epoi un segmento molto corposo deiprogetti si orienta nei servizi alla per-sona, sul tema della solidarietà e del-l’inclusione sociale. Un bando ulterio-re, appena uscito, (si chiude a giugno)con altri 2 milioni e 200mila euro, con-tiamo di finanziare altri 100 progetti diPrincipi attivi con i quali dare un ulte-riore impulso alla progettualità giova-nile.Poi c’è anche il servizio civile che èandato avanti nonostante i tagli delgovernoMannaia dopo mannaia lo spazio diquesta eccezionale e unica forma dieducazione alla responsabilità e allasolidarietà sociale si va restringendosempre di più. In ogni caso, in questitre anni abbiamo accompagnato quasitremila giovani pugliesi a questa espe-rienza molto bella di servizio al proprioterritorio, alla propria comunità mante-nendo un profilo alto di qualità soprat-tutto grazie agli enti di servizio civileverso i quali abbiamo fatto una solleci-tazione continua perché tenessero ele-vato il livello di qualità dell’offerta for-mativa e soprattutto perché tenessero,così come noi chiediamo, al centro diquesta esperienza, non il proprio fabbi-sogno ma soprattutto la domanda edu-cativa dei giovani.E per il futuro?Io penso che Bollenti Spiriti, questatumultuosa energia che abbiamo libe-

rato nei giovani, oggi sia pronta al con-tatto con il sistema economico dellanostra regione. Bollenti Spiriti è prontoad entrare in una sorta di virtuoso cortocircuito con le politiche dello sviluppo,con il sistema delle imprese. Penso chei giovani abbiano bisogno di questocontatto per acquisire quelle competen-ze di cui c’è la necessità se si vuole fareil salto nell’intrapresa economica. Allostesso tempo il sistema delle piccole emedie imprese ha bisogno delle ideedei giovani per innovare, per usare illinguaggio dell’innovazione, che oggimanca soprattutto in questo particolaremomento di difficoltà e di crisi.Quindi investirete anche nella for-mazione?Assolutamente sì, io penso che laPuglia abbia fatto della formazione, inparticolare della formazione qualifica-ta, la leva per lo sviluppo del nostroterritorio. È solo investendo sulle per-sone che la Puglia può cambiare.

Serenella Pascali

“Solo investendo sulle persone la Puglia può cambiare”A colloquio con Guglielmo Minervini: un bilancio sulle politiche messe in campo in questi

anni e le sfide che attendono le nuove generazioni

Guglielmo Minervini

Chissà se il saluto di Vendola lo ha raggiunto,se in qualche modo Michele Frascaro hasorriso guardando il rieletto Presidente della

Regione mentre lo ringraziava commosso subitodopo la sua acclamazione.

Certo è che quando un uomo come Michelevive, riempie la vita di tutti quegli che gli stannoaccanto, quando muore, allora il vuoto è incolmabi-le e non si trova più il senso. Capita molto spessoche quando un uomo muore si ricordino di lui soloi lati positivi, come per paura che dall’alto si sentadire quanto in vita abbia sbagliato.

Questa volta però non è così , non è il solitococcodrillo impersonale, basta ricordare la purezzadei suoi occhi e del suo sorriso per capirlo.

Scrivere della morte di un uomo è difficile.Scrivere della morte improvvisa di un giovane

uomo di 37 anni, onesto e buono lo è ancora di più.Michele Frascaro, giornalista, voce pulita di

questa regione, ci ha lasciati.È morto, di una morte vigliacca e ladra che non

ha dato a nessuno il tempo di capire.Michele Frascaro era un giovane salentino

come tanti altri, ma che come pochi ha creduto for-temente che qualcosa potesse cambiare. E non lo hadelegato, ma ha avuto il coraggio di assumersi lesue responsabilità e anche quelle di altri, di rimboc-carsi le maniche e lavorare.

Era presidente della cooperativa PaZ, e diretto-

re, oltre che fondatore della rivista “L’Impaziente”,una rivista di approfondimento su tematiche socia-li, che già dal suo numero zero ha costretto i salen-tini e non solo, a confrontarsi con realtà spessotaciute.

In quel numero di prova, la triste storia dimigranti costretti a vivere chiusi nel centro di per-manenza di Lecce, il contrasto forte e a tratti vio-lento contro don Cesare Lo Deserto, presentarono

ai lettori un gruppo di giovani in grado di lavoraree smuovere le coscienze con la forza dell’informa-zione. Quando l’Impaziente nacque, poche personehanno creduto che avrebbe avuto un seguito, ma iltempo ha dimostrato il contrario.

Michele ha lottato con tutte le sue forze perchéla sua rivista vivesse senza compromessi, e alla fineè riuscito a farla rivivere dopo un breve periodo disilenzio.

Sempre in prima fila, Michele, tra gli operai chelui conosceva per nome e dei quali si faceva portavo-ce. I lavoratori per i quali lui ha lottato fino all’ultimobattito del suo cuore.

Con lui è morto un giornalista come pochi,coraggioso e con la voglia instancabile di conosce-re la verità, di scavare e andare oltre alla notizioladel momento.

È morto un amico valoroso, orgoglioso dei suoiideali, sempre pronto a lottare, che non mandavamai in ferie la sua disponibilità.

Ma è morto soprattutto un bravo ragazzo, amicodi tutti quelli che lo hanno conosciuto, in grado didare tutto, anche gli scoop di lavoro, senza pensarci,perché in lui non esisteva la competizione.

E’ morto un marito e un padre che non cono-scerà mai sua figlia. L’unica speranza è che la suabambina possa vedere suo padre attraverso l’amoredi chi da Michele ha ricevuto un sorriso, e che il suocoraggio non sia dimenticato.

Laura Mangialardo

Nuotando nell’aria

Un saluto ad unamico e collega


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