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4-2007

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ENTE DI PREVIDENZA DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI 04/2007 Supplemento al numero odierno di Italia Oggi. Spedizione in abbonamento postale L 46/2004 art. 1 C.1 DCB Milano. IN CASO DI NECESSITÀ NUOVO DI ZECCA CONOSCIAMOCIG IN CASO DI NECESSITÀ NUOVO DI ZECCA CONOSCIAMOCIG L’estratto conto dell’Eppi ha cambiato vestito I nuovi volti dei consiglieri legati al territorio Al via la possibilità di sostegno Eppi per le situazioni di disagio
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ENTE DI PREVIDENZA DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

04/2007

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IN CASO DI NECESSITÀ

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IN CASO DI NECESSITÀ

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L’estratto conto dell’Eppi ha cambiato vestito

I nuovi volti dei consiglieri legati al territorio

Al via la possibilità di sostegno Eppi per le situazioni di disagio

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SOM

MA

RIO

Cosa è successo 2

L’intervento Io ci credo 3

Cambiamo insiemeIl Governo apre al rilancio della previdenza privata 4

BlocknotesGli appuntamenti da ricordare 7

Nuovo di zeccaL’estratto conto dell’Eppi ha cambiato vestito 8

F.A.Q.Le domande che tutti fanno 11

In caso di necessitàAl via la possibilità di sostegno Eppi per le situazioni di disagio 12

ZatteraLe parole difficili 15

Web@lboLa comunicazione integrata dei periti industriali 16

Nuove tecnologieBiomasse 18

Spazio CIGLa previdenza non può attendere 18

L’intrusoBasta storcere il naso 24

DossierConosciamoCIG 25

04/2007

Il periodico EPPInformaed il sito www.eppi.itsono realizzati dall’Ufficio Stampadell’EPPI

Supplemento ad Italia OggiDirettore responsabilePaolo Panerai

Direttore editorialeFlorio Bendinelli

Comitato tecnicoValerio Bignami, Roberto Contessi,Angelo Devalenza, Giovanna Pisa, Dario Torbianelli, Maria F. Spagnoletti

EPPI Ente di Previdenza dei Periti Industriali e dei Periti Industriali LaureatiPiazza della Croce Rossa 300161 ROMATel. 06 44001Fax 06 44001222e.mail [email protected]

Progetto graficoTiziana Mazzuca, Claudio Serafini

StampaEdigraf Editoriale GraficaVia E. Morosini, 1700153 Roma

Realizzazione grafica e Web masterSipre 103 S.p.A.Via Emanuele Gianturco, 11 00196 Roma

Autorizzazione del tribunale di Roma186/200 in data 07.05.04

Tiratura 9000 copieFinito di stampare nel mese di Dicembre 2007

Le immagini della rivista ritraggono alberi,sottoboschi e foreste visti però sotto l’aspettodelle biomasse. In quanto materiali da risultanaturali, essi possono essere impiegati, perprodurre energia.Ringraziamo per la disponibilità nella ricercaiconografica e per la gentile concessioneall’uso delle immagini Andrea Bottaro,presidente del Consiglio nazionale dei peritiagrari e dei periti agrari laureati.

EPPInforma è stampato su carta ecologicariciclata Fedrigoni Collezione SYM –SymbolFreelife Satin “Ogni foglio salva una foglia”

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2 OTTOBRE 2007RIFORMA DELLE PROFESSIONIDavanti alle telecamere di Sky, canale ClassCnbc, l’onorevole Mantini parla del suonuovo progetto di riordino delle professioni,il cosiddetto testo Mantini-Chicchi. Il testoattribuisce agli ordini, ai collegi e alle asso-ciazioni stesse l’onere di auto-riformarsi.I Consigli nazionali avranno 12 mesi dal-l’entrata in vigore della legge (qualora ildisegno di legge venisse approvato dalleCamere) per riscrivere il proprio ordina-mento, nel rispetto di determinati criteri.Ne elenchiamo alcuni: organizzazione ter-ritoriale basata su principi democratici e ditrasparenza gestionale, specificazione delruolo degli ordini professionali a tutela deicittadini utenti, previsione di forme specifi-che di formazione permanente (60 ore),obbligo di concordare preventivamente conil cliente il prezzo della prestazione.

4 OTTOBRE 2007BILANCI TECNICI A 30 ANNIIl ministro del lavoro e della previdenzasociale, Cesare Damiano, conferma che ibilanci degli enti di previdenza privati dovran-no prevedere una stabilità finanziaria non piùin un arco di 15 anni ma in uno di 30.Il ministro cede all’ipotesi di portare il perio-do di previsione a 50 anni, considerandoanche le ragioni del Welfare professionale.

30 OTTOBRE 2007AUTONOMIA NELLA GESTIONE DEL CONTRIBUTO INTEGRATIVOL’Eppi, insieme alle Casse di nuova genera-zione, presenta a Giovanni Battafarano, capodella segreteria tecnica del ministro CesareDamiano, una proposta di emendamento dainserire nella legge finanziaria per il 2008.La richiesta è volta a gestire in autonomiail contributo integrativo, cioè quella quotaa carico del committente, versata poi daogni perito industriale all’Ente. Per legge illimite è oggi fissato al 2%.L’Eppi chiede di togliere il vincolo, in mododa poter ipotizzare un eventuale innalza-mento del contributo al fine di rendere piùadeguate le pensioni dei propri iscritti opotenziare i servizi di assistenza.

29-31 OTTOBRE 2007NUOVI ARCHIVIGiornate di formazione per il personale deiCollegi, nella sede dell’Eppi, con il fine dilanciare un progetto interattivo.Dal 2008 gli archivi del Consiglio nazionalee quelli dell’Eppi potranno essere costan-temente aggiornati in sinergia con i datidei Collegi provinciali. Una piattaformatelematica consentirà di gestire contem-poraneamente le informazioni relative allostatus di perito industriale libero profes-sionista a livello locale (Collegio provincia-le) centrale (Cnpi) e previdenziale (Eppi).

Vedi articolo a pagina 17

5 NOVEMBRE 2007I NUOVI COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONEIl disegno di legge per l’attuazione delProtocollo sul Welfare è all’esame dellaCamera. L’articolo 3 prevede una modificaai coefficienti di trasformazione per il calco-lo della pensione contributiva. Secondo ilProtocollo i nuovi coefficienti si appliche-ranno dal 1 gennaio 2010 e saranno rivistiogni tre anni.Una commissione di 8 esperti (rappresen-tanti del ministero del Lavoro e della previ-denza sociale; del ministero dell’Economiae delle finanze; delle organizzazioni deilavoratori dipendenti e autonomi maggior-mente rappresentative) dovrà proporreentro il 31 Dicembre 2008 modifiche ai cri-teri di calcolo dei coefficienti. LaCommissione è invitata a studiare e trovareuna armonizzazione tra l’età media nazio-nale di attesa di vita e quella specifica deisingoli settori di attività.

15 NOVEMBRE 2007GIORNATA SU PROFESSIONI E PREVIDENZASeconda Conferenza delle professioni daltitolo “Il futuro delle Casse di previdenza”,giornata dedicata ad affrontare temi e pro-spettive del Welfare professionale.La giornata è coincisa con l’approvazionedella finanziaria in Senato; delle conse-guenze tra i due eventi ne tratta il reportalle pagine 4-6.

Cosa è successo

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In Italia attualmente esiste un sistema pen-sionistico condiviso dal sistema pubblico eda alcuni enti di previdenza privati, quello

nato con la riforma Dini chiamato “contributi-vo”. Esso prevede il calcolo della pensionesulla base dei contributi versati da ogni iscrit-to e opportunamente rivalutati dagli enti diprevidenza; è applicato dall’Inps per tutti ineoassunti dal 1996 in poi ed è applicatodall’Eppi e da tutti quegli enti di previdenzaprivati che sono stati istituiti a partire dallastessa data.Al momento in cui il sistema nuovo è statointrodotto, ci si domandava se avesse potu-to funzionare o meno. Ad oggi il contributivoha già fatto vedere alcuni risultati: la previ-denza che applica il nuovo sistema sottoscri-ve con i suoi iscritti solo dellepromesse pensionistichesostenibili. Poiché l’assegnoprevidenziale si basa sulmonte contributi versati duran-te la vita professionale (mon-tante), il suo importo è stretta-mente legato alla capacità dirisparmio del singolo. L’enteche gestisce i risparmi degliiscritti si impegna a ben pro-teggere dall’inflazione i contributi versati, agestire le situazioni di ritardo o di difficoltà,senza però prendere impegni più grandidelle sue capacità. I conti di bilancio, insom-ma, sono a posto.Dato che il sistema contributivo si è dimo-strato efficiente, oggi molti si pongono unanuova domanda: il sistema “contributivo” ècredibile?

Io ci credo. Credo che la nuova previdenzarappresenti un sistema equilibrato e capa-ce di creare equilibrio fra le generazioni.

Certamente il sistema presenta oggi unpunto debole: le quote pensionistiche eroga-te sono contenute e a volte non adeguate.Le ragioni sono sostanzialmente due eanche molto facili da capire: i pensionati dioggi si ritirano dal lavoro avendo avuto trop-po poco tempo per accumulare un montecontributi interessante, ma, in secondoluogo, le regole istituite nel 1996 si sono rive-late poco adeguate in rapporto alla naturastessa del sistema contributivo.Distinguiamo i due temi.

Il primo aspetto tenderà a mitigarsi con iltempo, perché i giovani professionisti attualiavranno più tempo per raggiungere unmonte contributi interessante e questo ren-derà più importante il loro assegno pensio-nistico. Il secondo aspetto necessita invecedi una presa di posizione istituzionale, cui ionon intendo sottrarmi. Mi impegnerò inprima persona per modificare gli elementiche frenano il modello di Welfare “contributi-vo”, perché il punto è questo: la nuova pre-videnza è come un potente motore frenato.I legacci congestionano gli enti previdenzia-li come l’Eppi, che ad esempio dispone diimportanti risparmi che non possono essereredistribuiti sulle pensioni degli iscritti, e quei

legacci rischiano di far perdere credibilità alnuovo sistema nel suo complesso.

Io ci credo che un impegno serio, sul fron-te politico, porterà a dei risultati positivi ealcuni segnali me lo confermano. Una

delle proposte di cambiamento normativoche l’Eppi aveva lanciato circa un anno fa èdiventata un progetto di lavoro del Governo.Sta ricevendo consensi l’ipotesi di poterinnalzare la “rivalsa” a carico del cliente, chei nostri iscritti versano all’Ente con il nome di“contributo integrativo”, urilizzando l’aumen-to come una fonte di risparmio a fini pensio-nistici. È concorde un tecnico comeMassimo Angrisani, ma soprattutto si stannodimostrando concordi, come potete leggerenell’articolo che segue, un tecnico con unruolo istituzionale come Giovanni Geroldi e ilcapo della segreteria tecnica del ministroDamiano, Giovanni Battafarano.I tempi credo siano maturi perché quel pro-getto di lavoro divenga realtà e la strada perliberare il motore della nuova previdenzapassa certamente anche di qua.

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IO CI CREDOdi Florio Bendinelli

Il progetto di utilizzare ilcontributo integrativo a finipensionistici, a vantaggiodegli iscritti, ha buone pro-babilità di diventare realtà.

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Già a partire dalla data, la II Conferenzasulle professioni non è capitata a caso. Siè svolta il 15 novembre, giorno dell’appro-vazione in Senato della Finanziaria 2008 ei due eventi per alcuni aspetti si incastranol’uno nell’altro.Diciamo subito che la Finanziaria nelprimo passaggio non ha recepito lavolontà che molti enti di previdenza ave-vano espresso per cercare di portareavanti una miniriforma del contributo inte-grativo. Di cosa si tratta? Il contributo inte-

grativo è quella imposta a carico di coloroche si avvalgono delle attività professiona-li degli iscritti ed è fissato al 2% del fattu-rato lordo.Il progetto di lavoro che vede coinvoltequasi tutte le Casse professionali è diinnalzare quella percentuale (dal 2 al 4%del fatturato) e cambiare destinazioned’uso ad una parte del contributo: utilizza-re la maggiorazione per rendere più ade-guate le pensioni degli iscritti oppure peraccendere forme di assistenza sempre a

CAMBIAMO INSIEMEIl Governo apre al rilancio della previdenza privata

Report della seconda Conferenza sulle professioni. Al centro del dibattito lenuove regole per sostenere la previdenza privata. Apertura del Governo sudue punti: utilizzare nuove risorse per le pensioni dei professionisti e otti-mizzare l’efficienza dei sistemi privati. La proposta di Giovanni Geroldi. Il tandem tra Pierluigi Mantini e Florio BendinelliLa

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tutela di coloro che vanno in pensione. L’eliminazione del sigillo che limita l’innal-zamento dell’integrativo l’Eppi lo avevachiesto nel 2007 con un emendamento:perché non introdurre un comma inFinanziaria e almeno rendere possibileuna maggiorazione? Finanziaria passata,però, e niente emendamento. Cosa è suc-cesso?

Un Ddl per la previdenza privata

Il giorno dell’approvazione del documentodi programmazione al Senato, due rappre-sentanti autorevoli del Ministero del lavoroe della previdenza sociale erano invitatialla Conferenza sulle professioni.Entrambi hanno portato degli impegni ehanno spiegato le loro ragioni. GiovanniBattafarano ha fatto intendere che laFinanziaria non era l’occasione adatta perdiscutere di ulteriori questioni sul Welfare,terreno peraltro già arroventato e tutt’orabollente. Bisogna dire che la valutazionepolitica del capo della segreteria tecnicadel ministero Damiano si è rivelata giusta,nel senso che il via libera in Senato al

documento di programmazione è statoottenuto, come è noto, per i tre soli votidisponibili alla maggioranza (quelli dei“diniani”) ed un ampliamento dei punti indiscussione avrebbe portato incertezza.Battafarano però ha rilanciato: scriviamoun disegno di legge che affronti i tantiaspetti che il Welfare dei professionistiattende. Appuntamento, dunque, con irappresentanti delle categorie professio-nali per una valutazione delle proposte incampo a gennaio-febbraio e stesura deldocumento nella prossima primavera del 2008.Quali i contenuti? Valutare come eliminareprogressivamente il meccanismo delladoppia tassazione, limitare il numero dellepoltrone negli organismi di indirizzo negli

enti di previdenza per contenere le spesee garantire una maggiore efficienza e,forse prima di tutto, rivedere il contributointegrativo alla luce della tesi Geroldi.Il secondo rappresentante autorevoleintervenuto al Forum infatti è stato proprioGiovanni Geroldi, presidente dell’organi-smo tecnico di controllo del ministero gui-dato da Cesare Damiano (il “Nucleo divalutazione della spesa previdenziale”)che durante la mattinata dei lavori ha lan-ciato la sua tesi, peraltro già presentatadurante un Focus organizzato proprio daiperiti industriali e andato in onda sulle fre-quenze di Sky (Class CNBC, canale 505).

Chi risparmia di più risparmia due volte

Le Casse di nuova generazione comel’Eppi devono irrobustire le pensioni deiloro iscritti. L’utilizzo del contributo integra-tivo si presenta dunque fondamentale: sìad eliminare i vincoli che lo bloccano aduna percentuale fissa, sì ad un innalza-mento che garantisca un versamento ulte-riore direttamente per accrescere la pen-sione o offrire servizi assistenziali.

Geroldi, però, si immagina unmeccanismo di incentivo: posso-no godere del bonus tratto dalcontributo integrativo solo gliiscritti agli Enti di previdenza chescelgono di innalzare obbligato-riamente il contributo soggettivo,cioè quel contributo direttamentea carico del professionista.Insomma, chi risparmia di più

per il proprio futuro risparmia due volte.La tesi Geroldi non è stata specificata neiparticolari. Il meccanismo sembra prefigu-rare un innalzamento del contributo inte-grativo ed una sua redistribuzione parzia-le o completa sulle pensioni a fronte peròdella disponibilità ad un maggiore rispar-mio. Un premio, insomma, per i più lungi-miranti. “Solo una quota troppo contenuta di peritiindustriali investe di più e questa resisten-za va vinta con una politica di incentiva-zione – dice Florio Bendinelli, presidenteEppi –. La proposta Geroldi accoglie alcu-ne nostre idee e mi sembra una buonabase di partenza per creare una solidaprospettiva assistenziale e previdenzialead ogni libero professionista”.

Scriviamo un disegno dilegge che affronti i tantiaspetti che il Welfare deiprofessionisti attende“

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Onorevole Mantini, il suo disegno dilegge di riordino delle professioni hadei risvolti anche previdenziali?La linea è quella di permettere alle nuoveprofessioni regolamentate di iscriversi aglienti di previdenza “affini” per materia conla conseguenza di sfavorire la nascita dinuovi enti numericamente deboli e aumen-tare il peso specifico delle Casse già esi-stenti. Insomma: non frammentare il panoramama rinforzare quello che già c’è

Riguardo possibili fusioni?Sempre per lo stesso principio, il disegnodi legge vede con favore le fusione, gliaccorpamenti, le sinergie tra istituzioni piùpiccole verso entità più allargate e più par-tecipate.

Come vede la formazione di un unicoOrdine per le professioni tecniche lau-reate di primo livello (agrotecnici, geo-metri, periti agrari, periti industriali) e ilconseguente unico ente di previdenza?La vedo con favore perché è in linea conquanto appena detto. Però sia ben chiaro che la fusione deveessere svolta con ragionevolezza, comeeffetto di un processo di autoriforma.

Presidente Bendinelli, lei è favorevolead una Cassa che ospiti le professionitecniche per l’ingegneria?La vedo come un processo importante eper alcuni aspetti inevitabile, seppur con-seguente alla formazione di un nuovo ordi-ne professionale.

Gli ingegneri temono per il nome “inge-gneria”, perché potrebbe provocare la

perdita di nuove iscrizioni verso illoro Ordine e la rispettiva Cassa.Anzitutto ritengo che le riforme vadanofatte a favore dei professionisti e deiloro clienti: bisogna capire cosa èmeglio per sostenere tutte le profes-sioni, per garantire la concorrenza e laqualità del servizio e sottolineo che ilmio è un messaggio di dialogo soprat-tutto con i colleghi ingegneri. Il nuovo ordine lo vedo come la conse-guenza naturale dello sviluppo delleprofessioni tecniche, un tempo diplo-mate e ora laureate triennali.

Questione nome?Abbiamo proposto di usare il nome“ingegnere tecnico” perché così cichiamano in Europa. Se ciò dovesseprovocare qualche nervosismo rive-dremo il nome, lo cambieremo anchese di tutto ciò si occuperà il Consiglionazionale. Però la questione di sostanza è un’al-tra e la chiedo direttamente a Mantini:la nascita del nuovo Ordine dei tecnicilaureati comporterà l’abolizione dellasezione B dell’Ordine degli ingegneri?

Una risposta mi sembra prematuraanche perché non credo nel dirigismodall’alto. Creiamo il nuovo Ordine per itecnici laureati: se il settore cresce,sarà naturale o chiudere una sezioneche si disseccherà spontaneamenteoppure il nuovo Ordine e la sezione Bpotranno convivere. Intendo lavorareper un dialogo tra Ordini.

Sul dialogo sono assolutamente d’ac-cordo, principalmente se serve ad evi-tare situazioni di confusione.

Pierluigi Mantini è relatore della riforma delle professioni denominata Mantini-Chicchi

Florio Bendinelli è il presidente dell’Ente di previdenza

dei periti industriali

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BlocknotesGli appuntamentida ricordare

BAM IN CONVENZIONE

Ampliamento degli sportelli bancari sul territorio presso cui i peritiindustriali possono servirsi attraverso la convenzione Eppi. Oltre ilgruppo Monte dei Paschi, è entrata in gioco anche la Banca agricolamantovana (Bam), legata sempre al gruppo toscano, ma con i serviziradicati principalmente nella zona del centro nord. Se ilprofessionista non va alla banca, la convenzione Eppi permette allaBanca di avvicinarsi ai periti industriali.

TASSI NUOVI PER MPS

Dal 1 ottobre 2007 cambiano i tassi della convenzione Monte deiPaschi in questo modo:a) il tasso attivo diminuisce

da Euribor (1 mese) -0,60a Euribor (1 mese) -0,90

b) il tasso passivo diminuisce

da Euribor (1 mese) +1,75a Euribor (1 mese) +1,45

Questo significa che si ricevono meno interessi attivi sugli importidepositati sul proprio conto corrente e, per un altro verso, si paganomeno interessi passivi nel caso in cui si utilizzi il conto oltre leproprie disponibilità.

METTI IN CIRCOLO IL QUESTIONARIO

Mille e 400 periti sono stati coinvolti per rispondere ad unquestionario sull’opportunità di richiedere mutui e prestiti agevolati.Cosa ci aspettiamo? Un contributo serio da parte dei periti industrialiindividuati nel campione così da poter tarare l’agevolazione su quelsettore della categoria che ne è interessato.

UN AUGURIO PER IL 2008

Consueti ma sentiti auguri per un sereno periodo di tranquillitàdurante le feste ed un buon inizio anno.

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Estratto conto sì, però più compren-sibile. Questa è stata l’idea che haguidato l’Eppi al momento di con-

cepire l’estratto conto previdenziale diogni iscritto: un documento informativoche potesse racchiudere l’importanzadella sua funzione formale e l’utilità dellasua leggibilità. I documenti importanti, infatti, spessosono concepiti in modo tale da esserecapiti solo da chi li scrive e si presentanoquasi inutilizzabili per l’interlocutore se

non con l’aiuto dell’esperto fiscalista ocommercialista. E invece no. Stavolta la sfida è stataquella di scegliere, tra le informazionicontenute nell’archivio Eppi, quelleveramente essenziali per gli iscritti,progettando un estratto conto frutto diuna prima operazione di sfrondamen-to di tutte le voci che rendevano i pre-cedenti resoconti troppo – e inutilmen-te – analitici.In secondo luogo, ci premeva la sinotti-

L’estratto conto è il documento fondamentale per avere a disposizione inmodo riepilogativo la propria situazione previdenziale: lo stato di presenta-zione dei modelli obbligatori, dei pagamenti, l’eventuale credito o debito.A corollario, l’estratto conto Eppi riporta la cifra del montante complessivoche ogni professionista ha accumulato nella sua vita contributiva fino alladata indicata. La

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NUOVO DI ZECCAL’estratto conto dell’Eppi ha cambiato vestito

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cità, cioè l’idea di fornire con un solocolpo d’occhio quanto in un archivio èraccolto in righe e righe di movimenti“dare ed avere”. Quindi l’informazionetecnica non solo è stata setacciata espogliata dai rami superflui, ma è stataanche accorpata, in modo, ad esempio,da non dare tutte le singole operazionicompiute da Mario Rossi in un anno, mainformare Mario Rossi dell’importo com-plessivo versato oppure mancante.Per un verso, allora, il nuovo estrattoconto è un documento sintetico, per unaltro verso è un documento sinottico,cioè cerca di funzionare a colpo d’oc-chio.

Per questo fine serviva una vestecomunicativa che partisse non daicontenuti tecnici ma dall’oggetto a

disposizione del destinatario. Gli oggettigrafici migliori per fornire una visioned’insieme in un colpo d’occhio sono infat-ti i “leaflet”, cioè quelle pubblicazioni che

riescono a contenere in un unico spaziopieghevole molte informazioni. Ecco per-ché l’estratto conto ha assunto il formatotipico dei Vademecum Eppi, cioè di unpieghevole che riunisse l’archivio contri-butivo e previdenziale di ogni iscritto.Sintetico, sinottico e anche pieghevole.Le tre qualità, inoltre, sono state organiz-zate seguendo un ordine di lettura checostituisse il valore aggiunto del prodot-to: il pieghevole fornisce un’informazioneriassuntiva con una certa successione.Questo elemento ha un pregio: il modocome sono disposte le informazioniseguono un principio logico di progetta-zione della pensione. Leggendo l’estrat-to conto in una certa successione MarioRossi può comprendere od impararecosa debba fare per costruire la sua pen-sione futura. In sostanza, Mario Rossi sideve comportare secondo le diverse fasiindicate dall’estratto conto. Eccole diseguito.

PIÙ sono gli anni di contribuzione soggettiva

MAGGIOREè il montante

PIÙ comodasarà lapensione

Mario Rossi dichiara siail fatturato sia il redditonetto per ogni anno. Per comunicare questidue dati deve presenta-re il modello EPPI 03;per contro presenteràinvece l’EPPI 04 nelcaso interrompa del

tutto l’attività professio-nale propria.La presentazione delmodello EPPI 03 o 04tecnicamente rileva l’ob-bligo contributivo.Lo stato delle qualifica-zioni viene indicato nellaprima anta dell’estratto

conto partendo da sini-stra.L’estratto conto segnala,inoltre, se ci siano anchedelle irregolarità dasanare, cioè se i modelliobbligatori siano statitutti presentati corretta-mente.

7

7

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Sulla base del reddito edel volume d’affari,Mario Rossi calcolerà isuoi contributi e l’estrat-to conto riassume quan-to l’iscritto ha versato

durante la sua vita pro-fessionale.Ovviamente – lo andiamodicendo da tanto tempo –i contributi soggettiviannuali sono come le

rate di un mutuo neces-sario per acquistare unacasa. Per “acquisire” unapensione, è necessario inqualche modo pagarla arate:

LE QUATTRO FASI DELL’ESTRATTO CONTO

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Una pensione più comoda si ottiene attraverso due strade:

AUMENTANDO il reddito

SCEGLIENDO una aliquota maggiore per il contributo “soggettivo”, cioè quello specifico importo che può essere utilizzato ai fini della pensione

oppure

QUANTO DOVUTO

QUANTO VERSATO–

A DEBITO A CREDITO

SALDO

oppure

=

7Dopo avere calcolato gliimporti, Mario Rossi ver-serà quanto dovutoall’Eppi che lo accrediteràsul suo conto correnteprevidenziale. Lo statodei pagamenti è riportato

nella terza anta dell’e-stratto conto, che segna-la anche eventuali creditio debiti, cioè quote versa-te da un iscritto in ecce-denza e che devonoessere da lui recuperate

(credito) oppure quotedovute all’ente e, almomento, non ancoraversate (debito). La terza sezione rappre-senta insomma unabilancia.

7

Nei due piatti sono in rapporto

Il saldo può essere di due tipi

Seppur sia la sezione piùdifficile dell’estrattoconto, di fatto si puògestire in questo modo:se i pagamenti sonoregolari, la sezione nonmerita approfondimenti;se non sono regolari, l’e-

stratto conto specifica ildebito da assolvere tra-mite le modalità consue-te: il bollettino allegato, ilbonifico bancario oppureil pagamento on line concarta di credito. Nel caso in cui l’iscritto si

trovi a credito, l’estrattoconto indica le tre stradepossibili per recuperarloe il sito (www.eppi.it)diventa il luogo per sce-gliere quale delle tre siala più indicata nel suocaso specifico.

L’ultima sezione forniscel’indicazione del montan-te, cioè l’ammontare deicontributi versati e accre-ditati anno per anno,compresa la rispettivarivalutazione. Questo è ildato più importante. La

pensione infatti saràdeterminata dividendo ilmontante in tante partiquanti sono gli anni diaspettativa di vita mediae, in una prospettiva diallungamento della spe-ranza di vita, diventa

importante contribuire inmodo congruo e robusto.La contribuzione previ-denziale insomma è unaforma di risparmio garan-tito a sostegno e tuteladella terza età di ogni sin-golo professionista.

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In questo spazio intendiamo aiutare i nostri iscritti, cercando di fornire dellerisposte ai loro quesiti più ricorrenti. È un luogo per chiarire i vostri dubbi maanche per saperne di più.

F.A.Q.Le domande che tutti fanno

Sono la moglie di un vostro iscritto deceduto da poco. Mio marito,prima di iscriversi all’Eppi nel 2004, ha lavorato come dipendente dal1999 a tutto il 2003. Ho sentito che, per accedere alla totalizzazione, ènecessario aver maturato almeno 6 anni in ciascuna gestione; è vero? Nel suo caso no; il requisito minimo dei sei anni presso ciascunagestione non è richiesto nel caso di pensione indiretta come appuntola sua. È, però, necessario che suo marito abbia raggiunto tra Eppi eInps l’anzianità contributiva minima prevista per il diritto a pensione.Poiché per il sistema Eppi è sufficiente un’anzianità contributiva di 5anni, lei potrà presentare domanda di pensione indiretta intotalizzazione.

Sono un iscritto di 60 anni che al 1° gennaio 2008 maturerà, tra Inps edEppi, un’anzianità contributiva di 40 anni. So che per accedere allapensione di anzianità in totalizzazione devo cessare l’esercizio dellalibera professione, ma vorrei sapere cosa succederebbe se,successivamente al pensionamento, dovessi riprenderla.La sua pensione verrebbe semplicemente revocata: lei devemantenere i requisiti previsti dalla legge per l’intera durata deltrattamento pensionistico.

Un iscritto Albo, dipendente di una ditta privata, utilizza il suo timbroprofessionale per firmare progettazioni per conto della ditta diappartenenza, ma non presenta alcuna parcella; pertanto nonpercepisce alcun compenso aggiuntivo al suo stipendio mensile. È uncomportamento regolare? In tal caso, il professionista come si devequalificare all’Eppi? Deve iscriversi pur non percependo alcuncompenso da libera professione?Se le prestazioni professionali e, quindi, i progetti che il peritoindustriale redige per conto della ditta privata sono ricompresinell’oggetto proprio del contratto di assunzione, l’attività non siqualifica come attività libero professionale autonoma. Come tale,comporta l’obbligo di iscrizione previdenziale solo verso l’Inps e nonverso l’Eppi.

Qualora il dipendente non eserciti attività professionale autonomadovrà qualificarsi all’Eppi inviando il modello EPPI04.

Se le medesime prestazioni non rientrino nel contratto di assunzionee qualora siano retribuite, anche solo parzialmente, in modoautonomo, la retribuzione è un reddito professionale. Quindi, il peritoindustriale che lo percepisce ha l’obbligo si iscrizione all’Eppi e deveversarvi i rispettivi contributi previdenziali.

CASO 1

CASO 2

DUNQUE

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Tra le funzioni di assistenza dell’Ente vi è quella di offrire degli ausili a favo-re dei professionisti meno fortunati. Il regolamento approvato a Settembre diquest’anno offre proprio un concreto sussidio alle situazioni di disagio incaso di malattie importanti, calamità naturali o, addirittura, in caso di deces-so. Il documento, è l’ultimo di quattro regolamenti che mettono a disposizio-ne degli iscritti stanziamenti per agevolare coloro che intendono investireoggi nella professione o, in quest’ultimo caso, i periti industriali che si trova-no in situazioni di difficoltà.

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IN CASO DI NECESSITÀAl via la possibilità di sostegno Eppi per le situazioni di disagio

Un nuovo regolamento approvatoa settembre 2007 offre ai profes-sionisti meno abbienti e, in alcu-

ni casi, anche a loro familiari aventi dirit-

to la possibilità di accedere ad un sussi-dio in caso di disagio economico deri-vante da alcune situazioni o condizionispecifiche:

Maternità

Assistenza medica

Calamità naturali

Familiari a carico diversamente abili

Spese funerarie

Assistenza per i familiari dei professionisti deceduti

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È vero dunque che ci sono giorni chenessuna persona vorrebbe mai sfoglia-re nel proprio calendario ma la questio-ne va posta in un altro modo. Gli even-ti meno fortunati fanno parte della vitadi ognuno di noi e le indicazioni chevengono dalle istituzioni stanno sugge-rendo agli enti di previdenza a favoredei professionisti di ampliare l’ombrellodei servizi.Facciamo due casi concreti. MarioRossi è figlio di un perito industriale chepurtroppo è deceduto. Pur nella dram-maticità dell’evento ci sono delle spesenuove ed ingenti da affrontare per lequali l’Eppi può offrire il suo apporto.Prima di tutto le spese funerarie masoprattutto le spese per gli studi univer-sitari di Mario: costo dei libri (circa 300

euro ad esame) e spese di iscrizione(2000 euro all’anno). Se la richiestaviene approvata, in base alla decisionedel Consiglio di amministrazione, l’Eppiinterviene per sostenere i costi parzial-mente oppure interamente nel limite di5000 euro.

La stessa cosa avviene nel caso diPaolo Verdi, colpito da una malat-tia che ha necessitato di cure e di

assistenza per superare il momento dif-ficile. Le spese sostenute dal perito indu-striale sono ammontate a 5000 euro e,dietro presentazione di domanda, ilConsiglio di amministrazione può delibe-rare una copertura parziale o totale del-l’assistenza ricevuta. In entrambi i casi,l’Eppi può fornire il suo contributo.In fondo è la novità della riforma Maronidel 2004: la previdenza professionalecome l’Eppi deve assumere la funzionedi sportello di servizio, in grado non solo

di tutelare il futuro pensionistico dellacategoria ma anche di sostenere le diffi-coltà del presente.

AssistenzaFino ad oggi, l’ente si è concentratoprincipalmente sui servizi previdenziali,per una esigenza di rodaggio: c’era daassestare ed allineare un sistema pen-sionistico nuovo. Oggi le cose sonocambiate: il metodo “contributivo” ètestato e da più parti si chiede all’Eppi,come a tutta la previdenza privata, diaggiornare il proprio ruolo di supportoladdove vi è la necessità di affiancare esostenere l’attività produttiva di ogniprofessionista. In che modo?I casi di Mario Rossi e Paolo Verdi sonoun esempio di una funzione che potrem-

mo chiamare di ammortiz-zatore, prendendo spuntoda quel congegno cheaiuta a controllare gli scos-soni di una macchina chepercorre un terreno acci-dentato. I più noti sono gliammortizzatori sociali, cioèquelle risorse che sosten-

gono in periodi di disoccupazione attra-verso un sussidio o che incentivano afrequentare corsi di riqualificazione.Meno note, ma non meno decisive,sono quelle forme di sussidio che aiuta-no a superare momenti di difficoltà.

Il sostegnoI professionisti interessati al sostegnoEppi sono essenzialmente tre categorie:

i periti industriali in attività ed in rego-la nei confronti dell’Eppigli iscritti che sono già andati in pen-sione di vecchiaia o di inabilitài figli e familiari a carico del professio-nista perito industriale deceduto, nelcaso appunto della sua scomparsa.

Ovviamente i benefici sono rivolti prima-riamente verso coloro che hanno unreddito familiare complessivamentecontenuto. Il tetto sancito dal regola-mento indica i 24.000 euro come soglia

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Non bisogna solo tutelare ilfuturo pensionistico dellacategoria ma anche sostenerele difficoltà del presente“

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care: ciò che l’Eppi sta prospettando, inaltri contesti istituzionali è realtà quoti-diana. I sistemi assistenziali scandinavigià dalla fine degli anni ’80 prevedonouna serie di servizi personalizzati chevanno dal sostegno alla terza età al sup-porto per il disagio dato da eventi impor-tanti. “In questi paesi – continuaAngrisani – la pensione non è l’unicaancora di salvezza, ma la presenza diun tessuto di assistenza sostiene il pro-fessionista in caso di malattia o di cala-mità naturale e supporta la sua famigliain caso di decesso. Il Welfare non è unpremio di fine carriera ma è un servizioragionato e flessibile”.Le Casse di previdenza hanno le basiper creare un sistema assistenzialeavanzato, recuperando una parola cheancora porta su di sé il nefasto signifi-cato di qualcosa di parassitario, mentreesprime semplicemente il sostegno for-nito da un istituto nel caso di bisogno.Il regolamento approvato a settembre2007 va proprio in questa direzione.

Il Regolamento Un Vademecum per tutti gli iscritti

L’OPPORTUNITÀ Sussidio in caso di bisogno

DI QUALE ENTITÀIn base alla gravità del bisogno e ai finanziamenti stanziati

È scaricabile dal sito www.eppi.ite L’ENTEe I REGOLAMENTI e ASSISTENZA FACOLTATIVAe CASI DI NECESSITÀ

PER CHI? I professionisti meno abbienti e i loro familiari aventi diritto

ESISTE UN TETTO DI REDDITO PER ACCEDERVI?24.000 euro di reddito familiare imponibile(aumentato di 2000 euro per ogni familiare a carico)

Partirà a fine gennaio e sarà una guida agile eintuitiva sulla possibilità di accesso ai sostegniche l’Eppi offre in caso di necessità.La troverete direttamente nella vostra cassettadella posta, nelle sedi di Collegio oppure dispo-nibile sempre da fine gennaio sul sito nellasezione e INFORMAZIONE e VADEMECUMe CASI DI NECESSITÀ

CHE COSA DEVO FARE?

massima di reddito conseguito nell’annoprecedente alla domanda, che deveessere aumentato di 2000 euro per ognifamiliare a carico.Il sostegno fornito dall’Eppi si intendecompletamente a fondo perduto, vale adire che chi godrà del beneficio nondovrà restituire le somme percepite poi-ché esse fanno parte di un fondo stan-ziato annualmente in base alle disponi-bilità dell’Ente.Anche la somma erogata varierà aseconda di diverse componenti. Entreràin gioco la gravità del bisogno, le condi-zioni economiche di chi richiede il bene-ficio sotto la valutazione del Consiglio diamministrazione.

La prospettivaassistenziale

Parlando proprio con MassimoAngrisani, esperto di economia e tecni-che previdenziali e docente allaUniversità di Roma, il punto di vista del-l’esperto ha riportato lucidamente unaspetto che a volte si tende a dimenti-

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Tutti i lettori della nostra rivista hanno diritto a capire, anche se gli argomenti chetrattiamo a volte sono troppo tecnici. La patria di tale diritto è questa zattera disalvataggio, che cercherà di introdurvi ai temi della previdenza, perché è importanteessere informati.Spiegare alcuni termini tecnici usati in questa rivista serve proprio ad alimentare ildiritto e il piacere dell’informazione.

La zatteraLe parole difficili

Anzianità contributivaRappresenta il numero di anni per i quali un iscritto Eppi ha versato il contributosoggettivo. Ad esempio, se un professionista si è iscritto all’Eppi nel 1998, ed oggiè ancora in attività, può vantare 10 anni di anzianità contributiva.L’anzianità è importante per accedere alla pensione di vecchiaia: nel sistema Eppil’anzianità contributiva minima di accesso alla pensione è di 5 anni. Nel caso,invece, in cui un iscritto volesse andare in pensione a 65 anni avvalendosi dellatotalizzazione, gli spezzoni di contribuzione Eppi devono essere lunghi almeno 6anni.

Pensione indirettaÈ la pensione che può essere goduta dai familiari (individuati in modo preciso dallalegge) al posto di un professionista deceduto. L’Eppi così non versa la prestazionedirettamente all’iscritto, dato che lui non ne può più usufruire, ma la versa“indirettamente” a chi ne ha diritto.Nel caso in cui il professionista deceduto fosse stato già pensionato Eppi, si parlainvece di pensione di reversibilità.

Tesi “Geroldi”Tesi di riforma del meccanismo del contributo integrativo. Secondo GiovanniGeroldi (presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale) èopportuno aumentare e garantire l’utilizzo del contributo integrativo per finipensionistici solo in cambio di una maggiore propensione al risparmio vincolato aversare un maggiore contributo soggettivo.La tesi è ancora in fase di stesura e verrà discussa in un tavolo di lavoro che ilMinistero del lavoro e previdenza sociale ha promesso di aprire con gli enti diprevidenza privati.

TotalizzazioneSistema che permette di sommare due o più spezzoni di contribuzione al fine diottenerne una pensione. In alcuni casi, infatti, i singoli spezzoni contributivipotrebbero non dare diritto a riceverla, privando il professionista Eppi di una fontedi sostentamento a fine carriera.

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Durante le tre giornate di formazio-ne del 29, 30 e 31, il personaledei Collegi ha colto l’occasione

per confrontarsi su un progetto che daanni sta a cuore ai vertici istituzionali deiperiti industriali. Un archivio unico traEppi, Consiglio nazionale e Collegi pro-vinciali per la gestione dell’albo dei peri-ti industriali e periti industriali laureati:un’idea che, forse, dal 1 gennaio 2008diverrà realtà.

Il progetto è quello di costruire una piat-taforma che consenta di gestire contem-poraneamente le informazioni anagrafi-che degli iscritti a livello provinciale eaggiorni in tempo reale gli archivi delConsiglio nazionale e dell’Ente di previ-denza. Ora siamo ancora durante la fase di startup che, come tutti gli obiettivi ambiziosi,richiede diverse e successive fasi dilavorazione.

Una piattaforma di connessione tra tutti i Collegi, il Consiglio nazionale el’Ente di previdenza in modo da scambiarsi in tempo reale i dati utili peraggiornare gli archivi. Un sistema, quindi, che consente di gestire conte-stualmente l’albo dei periti industriali e periti industriali laureati a livellonazionale (Cnpi), previdenziale (Eppi), territoriale (Collegi).Perché? Era ora, piuttosto che perché.La

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WEB@LBOLa comunicazione integrata dei periti industriali

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L’esigenzaLa domanda a cui la realizzazione delprogramma vuole dare una risposta èun’esigenza di rendere standard lagestione degli archivi sia sul territorio siaa livello centrale. La mappatura dei biso-gni è avvenuta grazie al lavoro dellaCommissione per l’informatizzazione deisingoli Collegi, attiva presso il Consiglionazionale con l’ausilio di alcuni Collegipilota.Durante le giornate di formazione, insede di presentazione del progetto, si èpoi data la parola a coloro che operati-vamente lavorano sul territorio al fine direcepire utili indicazioni per migliorare lafunzionalità di web@lbo. Un programmaaperto, pronto a recepire le esigenzepresenti e future e a dare risposte in ter-mini operativi. Quali le caratteristichedella piattaforma?

VantaggiUn programma sicuro per-ché coloro che lo hanno rea-lizzato hanno utilizzato imigliori standard presentisul mercato in termini di pro-tezione e un software che ha il fine direndere ancora più snelle le comunica-zioni tra Collegi, Cassa ed Ente nell’in-teresse degli iscritti.Facciamo un esempio. L’articolo 14dello Statuto dell’Eppi prevede un obbli-go da parte dei Collegi Provinciali di tra-smettere all’Ente le nuove iscrizioni, itrasferimenti, le sospensioni, le cancel-lazioni e i decessi. È evidente che se,nel momento in cui un Collegio iscriveun nuovo perito industriale e con unsemplice “colpo di mouse” aggiorna,grazie al software, contemporaneamen-te gli archivi del Cnpi e anche quellidell’Ente di previdenza, la comunicazio-ne avverrà in tempo reale con un risulta-to apprezzabile in termini di precisione eminimo sforzo.Il fine è una gestione agile e completa ditutte le informazioni anagrafiche deiCollegi le quali, pur se lavorate su un

programma che viaggia su Internet,rimarranno comunque patrimonio deisingoli Collegi. Oltre alla gestione dell’Albo il program-ma offrirà una serie di servizi aggiuntivi,come ad esempio un applicativo per lacontabilità. In questo senso, l’adozionedella piattaforma costituirà un risparmiodal punto di vista economico perché lespese per il supporto tecnico sarannosostenute interamente dall’Eppi.

1 gennaio 2008Negli incontri di formazione è emersochiaro che il metodo con cui questanuova piattaforma sarà resa operativasarà forzatamente graduale. Ad unaprima fase di rodaggio, necessaria per

verificare la completezza del sistema,ne seguirà eventualmente una di imple-mentazione e miglioramento. La datadel varo fissata al 1 gennaio 2008 mal’obiettivo non è costretto da alcun vin-colo: varierà in base alla capacità deisingolo Collegi di aggiornare il loromateriale e di fornire degli archivi nellacondizione di essere lavorati.Una volta a regime la sinergia traConsiglio, Ente di previdenza e Collegiprovinciali consentirà di fornire un servi-zio migliore ai professionisti della nostracategoria e l’intera architettura si appog-gia a questo architrave: comunicare èun valore, farlo adottando un linguaggiocomune è un valore aggiunto a vantag-gio di tutti coloro che non devono perforza conoscere il linguaggio del Webma potranno rivolgersi alle sedi territo-riali con a disposizione un dato informa-tivo il più possibile pulito.

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7 Quali vantaggi offre Web@lbo?Un archivio aggiornato in temporeale in cui tutti gli attori sono con-temporaneamente informati ehanno identiche informazioni

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Le biomasse sono materiali di originebiologica, scarti di attività agricole,dell’allevamento o dell’industria

agroalimentare, reflui degli allevamenti especie vegetali coltivate allo scopo.Il fine è riutilizzare tutti questi materiali dirisulta per produrre energia. Una leggefondamentale dell’economia vuole chequando una risorsa diventa scarsa il suoprezzo inevitabilmente aumenta. Così Ilprezzo del petrolio continua a salire e il

clima continua a ricordarci che l’ecosi-stema in cui viviamo va salvaguardato.La ricerca di forme di energie alternativeagli idrocarburi dunque non è più unvezzo da ambientalisti ma una effettivanecessità. In Italia sono disponibili, annualmente,circa 17 milioni di tonnellate di biomas-se, che, nella maggior parte sono costi-tuite da residui forestali e agricoli.Residui che alla fine del ciclo di lavora-

Le biomasse uniscono e non solo gli ambientalisti che auspicano la tuteladell’ambiente o gli economisti che cercano alternative all’oro nero, ma anchei consigli nazionali di periti agrari, geometri e periti industriali.I rappresentanti delle tre professioni hanno siglato per la prima volta un pro-tocollo d’intesa (e chissà che non sia l’inizio di una sinergia anche in altricampi) per la formazione e il monitoraggio di una filiera agroenergetica in cuile protagoniste sono le biomasse.

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BIOMASSELa pulizia che fa energia

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zione non solo producono energia maproducono un’energia a basso, quasinullo, impatto ambientale. Quali sono ivantaggi delle biomasse?

Stare dalla parte delle biomasse

Le biomasse sono fonti rinnovabili e diconseguenza inesauribili. Favoriscono,inoltre, l’eliminazione dei rifiuti prodottida alcune attività umane e di conse-guenza offrono una soluzione al proble-ma dello stoccaggio delle immondizie (oalmeno di alcuni tipi di immondizie).In terzo luogo, consentono il recupero diterreni – altrimenti abbandonati – dadestinare appunto alla produzione di bio-masse e, così facendo, da una parte aiu-tano a salvaguardare i boschi dagliincendi grazie alla cura continua, dall’al-tra rilanciano le attività forestali e lagestione dei boschi anche in zone colli-nari e di media montagna economica-mente depresse con il conseguenteindotto di reddito per le imprese agricole.E non solo. Sostengono il miglioramento della qua-lità dell’aria e la riduzione dell’inquina-mento. L’utilizzo di biomasse viene con-siderato a risparmio nullo rispetto all’ani-dride carbonica, perché durante la com-bustione viene rilasciata la stessa quan-tità di CO2 fissata dalle piante durante laloro crescita. Inoltre il basso tenore di

zolfo non contribuisce poi alla formazionedi piogge acide.Infine, lo sfruttamento delle biomassedetermina la costruzione degli impianti ditrasformazione e la conseguente promo-zione della nascita di nuove imprese dilavorazione del legno e il ciclo di lavora-zione a fine sistema costituisce poten-ziale fertilizzante.

L’accordoNell’ipotesi lanciata dai periti agrari, essisi occuperanno delle materie prime da cuiricavare l’energia, i geometri della logisti-ca e della localizzazione dei siti produttivie i periti industriali dell’impiantistica e deiprocessi di trasformazione. L’accordo trale professioni è stato poi presentatoall’Anci, Associazione Nazionale ComuniItaliani. Il progetto prevede un patto traprofessionisti ed enti locali per attività diformazione, monitoraggio e trasferimentodelle tecnologie alle amministrazioni pub-bliche locali in fatto di biomasse.

Le tipologieLe biomasse idonee alla trasformazioneenergetica possono essere suddiviseper comparto di provenienza, sia che latrasformazione essa avvenga utilizzan-do direttamente la biomassa sia previatrasformazione della stessa in un com-bustibile solido, liquido o gassoso. Eccodi seguito una scheda riassuntiva.

COMPARTOcomparto forestale e agroforestale

comparto agricolo

comparto zootecnico

comparto industriale

rifiuti urbani

TIPO DI BIOMASSAresidui delle operazioni selvicolturali o delle attività agroforestali,utilizzazione di boschi cedui, ecc.

residui colturali provenienti dall’attività agricola e dalle colturededicate di specie lignocellulosiche, piante oleaginose, per l’estra-zione di oli e la loro trasformazione in biodiesel, piante alcoligeneper la produzione di bioetanolo

reflui zootecnici per la produzione di biogas

residui provenienti dalle industrie del legno o dei prodotti in legnoe dell’industria della carta, nonché residui dell’industria agroali-mentare

residui delle operazioni di manutenzione del verde e pubblico e fra-zione umida di rifiuti solidi urbani

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Quali energie rinnovabili?

L’energia dalle biomasse si può trarre intanti modi, legando l’energia all’inter-vento sulle biomasse. Ad esempio, uti-lizzando biocombustibili solidi: potature,scarti nella lavorazione del legno, resi-dui solidi dell’agricoltura, pellet, brichet-ti, cippato, da utilizzare sia mediantecombustione diretta per la produzionedi calore, che attraverso massificazionecon la produzione di gas di sintesi(monossido di carbonio e idrogeno).Oppure utilizzando biocombustibililiquidi, come biodiesel, olio vegetale,

bioetanolo oppure, infine, biogas dadigestione anaerobica di reflui zoo-tecnici.L’uso energetico delle biomasse è ingrado di fornire energia termica, ener-gia meccanica ed energia elettrica,insomma l’energia in tutte le forme dimaggiore e migliore utilizzazione perl’uomo.Dopo diversi stadi di lavorazione, la“materia prima” biomassa viene tra-sformata in altro: pellet, ad esempio,che costituirà il combustibile per ali-mentare un impianto idoneo a fornire iltipo di energia richiesto.

Energia termica

L’energia termica vienegenerata mediante cal-daie di taglia opportuna,a seconda che il calorevenga utilizzato su picco-la scala per riscaldare adesempio un’abitazioneoppure nelle reti di teleri-scaldamento. Negli impianti termici uti-lizzati per generare caloresi utilizzano combustibilisolidi, sia il legno, sia iresidui della produzioneagricola purché preceden-temente trattati ad esem-pio con l’essiccamento.

Energia meccanica

L’energia meccanica èutilizzata principalmentenell’industria e nei tra-sporti. Si ottiene median-te motori dove un combu-stibile liquido o gassosomiscelato con aria vieneiniettato in cilindri.L’utilizzo del biodiesel inEuropa, di una miscela dietanolo in Francia e negliStati Uniti, di etanolo puroin Brasile sono esempidell’utilizzo di combustibi-li ottenuti dalla conversio-ne energetica delle bio-masse nel settore dei tra-sporti.Grazie agli oli vegetaliottenuti dalla colza o dasemi di girasole e alcolprodotti dalla trasforma-zione energetica dellebiomasse si possonoconciliare le esigenze dimobilità della società conil rispetto dell’ambiente.

Energia elettrica

Per la produzione di que-sto tipo di energia dallebiomasse si utilizzanonella maggior parte deicasi impianti di tipo com-binato. I sistemi che generanoenergia meccanica sonoaccoppiati ad alternatoriche possono convertirel’energia meccanica pro-dotta in energia elettrica. In questo tipo di impianticombinati viene utilizzatoun combustibile gassoso,ad esempio il gas didiscarica, oppure il biogasottenuto dalla digestioneanaerobica di biomassequali residui agricoli o altriresidui organici.

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LA MAPPAI tipi di energia da biomasse

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L Ente di Previdenza dei PeritiIndustriali e dei Periti IndustrialiLaureati è chiamato a soddisfare,

quale suo obiettivo primario, l’importantecompito di erogare pensionidignitose a favore dei propriiscritti. Nel – oramai – lonta-no 1996 nasceva la “nostraCassa” regolata da unnuovo sistema di calcolodelle pensioni, il cosiddettosistema contributivo, il qualedetermina l’importo della pensione soloed esclusivamente tenendo conto deicontributi – rivalutati annualmente – ver-sati dagli iscritti. Di fatto, dunque, lanascita dell’Eppi e di tutte le altre Cassedi “nuova generazione” ha sollevato loStato dall’assolvere agli obblighi previ-denziali evitando l’utilizzo di risorse

finanziarie provenienti dalla fiscalitàgenerale.Fin da subito era emerso che l’entità deicontributi obbligatoriamente richiesti non

avrebbe consentito – a fine carriera – didisporre di una adeguata pensione.Fatta questa doverosa premessa e rite-nendo senza alcun dubbio migliore lapossibilità di poter gestire in via autono-ma la massa dei contributi previdenzialiraccolti dai nostri iscritti, dobbiamo altre-sì essere coscienti che una pensione

LA PREVIDENZA NON PUÒ ATTENDERE

L’obiettivo del nuovo CIG:percorrere le strade disponibili per erogare pensioni più adeguate“

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dignitosa potrà essere erogata a frontedel versamento di “adeguati” contributi.Pertanto, necessario presupposto diogni discorso sulla previdenza a contri-butivo è che ogni iscritto sia consapevol-mente cosciente che inmateria previdenziale nonriceverà – salvo casi partico-lari – nessun sostegno dalloStato. La propria pensionederiverà solo ed esclusiva-mente dal proprio “risparmio”previdenziale.Il nuovo Cig, appena insedia-to, insieme al Cda e allastruttura dell’Eppi, dovranno necessaria-mente orientare il proprio agire nelladirezione che la realtà dei fatti impone,ossia perseguire l’obiettivo di erogare“dignitose” pensioni. Qualcuno potrebbeobiettare: buoni propositi ma come soddi-sfarli? Su questo punto dobbiamo esserechiari ed, a volte, magari antipatici.

L attuale contributo soggettivo –determinato nella misura minimadel 10% del proprio reddito profes-

sionale – non consente a fine carriera didisporre di una adeguata pensione; bastipensare alle difficoltà del sistema previ-denziale pubblico che impone ben altrepercentuali contributive. Dobbiamoinnanzitutto prendere coscienza che unamaggiore contribuzione previdenziale èl’unica strada – certa e sicura – che con-sente di raggiungere il traguardo dellaadeguatezza delle nostre pensioni. Sesiamo convinti di ciò, deve essere coltasenza alcun indugio l’opportunità, dapoco introdotta, di versare il contributosoggettivo in misura superiore al 10%,fino al massimo del 18%, del proprio red-dito professionale.Però, c’è un’altra obiezione che potrebbeessere posta: ma lo Stato – visto che sene disinteressa – come si adopera percreare condizioni degne di uno societàcivile?Questa non è la sede adatta per affron-tare un tale tema, ma, per quanto ciriguarda, alcuni provvedimenti legislativipotrebbero incrementare sensibilmentele nostre future pensioni. Ci riferiamoall’annosa questione dell’utilizzo – ancheparziale – della consistente riserva

straordinaria, che potrebbe essere spal-mata sui singoli montanti dei nostri iscrit-ti. Altro tema bollente e di estrema ingiu-stizia sociale è quello che riguarda lacosiddetta “doppia tassazione” delle

nostre gestioni e delle pensioni erogate.Non da ultimo la partecipazione del com-mittente alla contribuzione previdenziale,elevando dal 2 al 4% il contributo inte-grativo.

Come vedete in questo splendidoPaese ci sono tali e tante contrad-dizioni, che difficilmente possono

trovare una logica giustificazione.L’impegno del Consiglio di indirizzogenerale a questo punto non può pre-scindere dalle denunciate contraddizioniche impattano su aspetti di rilevanzasociale. Stiamo parlando di previdenza equando si parla di Welfare – nel convin-cimento comune – scatta una forma diautomatismo che ci porta a dire ci pensalo Stato. Non è più così, perché una pre-videnza equa, dignitosa ma progettatada ogni singolo contribuente la chiedeanche l’Europa ponendo precisi vincoli difinanza pubblica e non transigendo ulte-riormente su una spesa previdenzialeche per troppi anni è stata fuori controllo.Prendiamo atto della situazione nonsemplice nel passaggio da retributivo acontributivo e assumiamoci le nostreresponsabilità. I periti industriali, ed il suoente di previdenza, se le vogliono assu-mere però ad armi pari con il sistemaprevidenziale pubblico.Quindi che ci venga concessa una veraautonomia gestionale. Proprio da questaautonomia il nuovo Cig intende porreogni perito industriale iscritto “al centro”del suo agire, nell’intento di erogare ilmassimo delle opportunità agli iscrittisenza gravare di un solo euro sulle finan-ze dello Stato.

Maggiore consapevolezza:aumentare i propri contributi sog-gettivi in base ad una aliquota mag-giore del semplice 10% del redditopuò assicurare un futuro previden-ziale più sereno.

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L’intrusoScrive per noi

Che fine ha fatto la riforma delle professioni? Dopo tanti annunci, proteste emanifestazioni (questa volta sì) anche di piazza, tutto si è arenato in Parlamento. Apoco, fino ad oggi, è valso l’attivismo di Pierluigi Mantini, deputato della Margherita,da sempre attento al mondo professionale, per sbloccare una tematica avvolta ormaida tempo tra le nebbie di Montecitorio. E nulla, per il momento almeno, sembra aversortito l’interessamento del Comitato unitario delle professioni (Cup) che grazie adalcuni volenterosi (primo tra tutti il presidente dei geologi Pietro Antonio De Paola cheha messo a disposizione anche i locali della propria sede nazionale per agevolarel’operazione) ha messo in piedi ormai da mesi una raccolta di firme per poterpresentare entro breve una proposta di legge d’iniziativa popolare. Tutto fermo.

E come spesso accade, è proprio in questi momenti di apparente stallo chequalcosa di meno evidente si muove, rischiando di scardinare il sistema esistente inpochi minuti, dopo anni di tentativi di riforme serie e condivise. La spinta vienedall’Europa che chiede da anni all’Italia di adeguarsi ai parametri europei in fatto diriconoscimento delle qualifiche professionali, senza il quale molti professionisti elavoratori italiani (in particolare quelli che esercitano attività non regolamentateattraverso albi) rischiano di subire la concorrenza dei colleghi stranieri che possonocircolare e quindi esercitare liberamente in tutta Europa. Il problema non è di pococonto.

In Italia, soprattutto le professioni paramediche e paratecniche (fisioterapisti odesigner di interni, tanto per fare qualche esempio) non hanno alcun tipo diriconoscimento giuridico e non possono quindi esercitare in Europa, a differenza diquanto invece può fare un designer francese o inglese. Nei mesi scorsi, in un decretolegislativo di recepimento di alcune norme comunitarie, il governo ha inserito ancheil riconoscimento delle qualifiche professionali. Il decreto preoccupa non poco gliOrdini professionali e di conseguenza le Casse di previdenza. Non solo, infatti, ci sipotrebbe trovare di colpo una schiera di professionisti riconosciuti con un piccolanorma di legge senza che questa sia stata iscritta in un contesto normativo piùcomplesso e pari ordinato. Ma c’è da chiedersi, poi, chi dovrà occuparsi deltrattamento pensionistico di queste nuove figure lavorative che a tutti gli effettil’Europa definisce “professionisti”.

Qualche anno fa il presidente Adepp De Tilla, in occasione di un dibattito nel qualesi prospettava uno scenario di questo tipo, lanciò una proposta: “perché nonaccogliamo nei nostri enti anche i non iscritti agli albi?”. Lì per lì sembrò unaprovocazione o giù di lì che in pochi presero sul serio. Ma, stando così le cose, nonsarebbe utile per le Casse riflettere sull’opportunità di attrezzarsi in vista di un futuronon tanto remoto in cui accanto alle figure professionali tradizionali e già catalogatepotrebbero arrivarne di nuove e in cerca di una casa pensionistica? Forse i purististorceranno il naso, ma vale la pena non scartare una possibilità che potrebbeassicurare per anni un avvenire sereno ai meno e anche ai più giovani.

di Ginevra SotirovicBASTA STORCERE IL NASO

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IGANTONINO BERTOLONE MELE - Catania• Perito Industriale con specializzazione in elettrotecnica• Opera nel settore della progettazione elettrica civile, industriale

e pubblica

All’età di diciotto anni ho pensato subito di costruirmi unaprevidenza attraverso forme di assicurazioni private. Nel 1996con la riforma Dini è nata la nostra previdenza ed è stato un altropasso avanti verso quello che definisco “la nostra fonte disopravvivenza” cioè la pensione.

Credo che i giovani, oggi, debbano ancor più pensare a quelloche sarà la loro pensione ed incentivarla sin dall’inizio della lorogiovane attività. A noi consiglieri CIG, il compito di trovaresoluzioni idonee per dare strumenti di assistenza ai giovani Periti.

dossier

Questi sono i componenti delConsiglio di indirizzo generale nelmandato 2007-2010.

Conoscerli significa avere un puntodi riferimento sul territorio.

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PAOLO BERNASCONI - Como• Perito Industriale con specializzazione edilizia• Opera nel settore della progettazione e direzione lavori civile,

industriale e terziario• Consigliere del Collegio di Como dal 1984 al 1999, Segretario

dal 2000 al 2002, Presidente dal 2002 a tutt’oggi

Le azioni che l’EPPI è chiamato a svolgere sono molteplici ecomplesse, alcune sono prioritarie e soprattutto urgenti tra cui neindico due:• Ribadire con determinazione che l’attuale sistema fiscale

imposto dagli enti di previdenza (doppia tassazione) è iniquo.• Attivare, in collaborazione con gli altri enti privati, forme

previdenziali volontarie ed integrative.

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ANGELO DEVALENZA – Milano• Perito Industriale con specializzazione edilizia• Opera prevalentemente nell’ambito della progettazione

architettonica e strutturale• Segretario del Collegio della Provincia di Milano e Lodi• Componente CIG mandato 2004-2007• Attuale coordinatore

Guardo con fiducia all’EPPI, un ente che dovrà sempre piùdiventare un punto di riferimento per tutti i periti industriali, nonsolo per le problematiche della previdenza, ma pure per ogniambito di assistenza personale, familiare e per il supporto allaprofessione.

LUCIANO FRACASSI – Siena• Perito Industriale con specializzazione edilizia• Opera principalmente nella progettazione e direzione lavori di

complessi insediativi residenziali• Presidente del collegio di Siena dal 1994 al 2007• Consigliere CIG mandati 1998-2001 e 2004-2007

I dati di questi primi dieci anni ci dicono che la nostra previdenzaha una grande sostenibilità nel tempo poiché è basata suiversamenti personali; per contro, ha una scarsa adeguatezzanelle prestazioni. Dobbiamo quindi sensibilizzare i ministericompetenti ed il sistema politico per trovare opportune soluzioniche rendano le nostre pensioni adeguate ad affrontare conserenità la nostra vecchiaia

GIANNI GABANELLA - Rovigo• Perito Industriale con specializzazione in elettrotecnica• Opera nel settore della progettazione, gestione, direzione

lavori e collaudi di impianti elettrici, in ambito privato e pubblico• Consigliere del Collegio di Rovigo dal 1990 al 2000, tesoriere

dal 2000 al 2004, Presidente dal 2004 a tutt’oggi

Intendo impegnarmi affinché l’ente migliori la diffusione pressotutti gli iscritti delle opportunità offerte, attualmente disponibili mascarsamente utilizzate. Mi riferisco ad esempio alle prestazionirelative ai prestiti e mutui che soprattutto per i giovani neo iscrittipossono rappresentare un fondamentale aiuto all’avvio dellalibera professione.

VALERIO BIGNAMI - Bologna• Perito Industriale con specializzazione in edilizia• Opera nel settore della progettazione e direzione lavori civile

ed industriale nell’ambito privato ed infrastrutture nell’ambitopubblico

• Consigliere del Collegio di Bologna dal 1992 al 1994,Presidente dal 1994 al 1995

• Consigliere CIG nel mandato 2001-2004

L’EPPI è e deve diventare sempre più un’entità che si appropriadei vuoti lasciati da uno Stato impossibilitato a far fronte alleaspettative dei singoli individui.La partecipazione, la passione, la determinazione e lacompetenza sono elementi indispensabili a vincere la sfida.

ALESSANDRO COLA - Ascoli Piceno• Perito Industriale con specializzazione elettronica• Opera nel settore della progettazione di impianti tecnologici• Presidente del Collegio di Ascoli Piceno dal 1990 al 1996 e dal

2000 ad oggi

Metterò a disposizione dell’EPPI l’esperienza maturata in oltrequarant’anni di professione nell’intento di contribuire ad unagestione dell’ente trasparente e commisurata alle aspettativedegli iscritti. Mi impegno con tutte le mie forze affinché si possanorecuperare i molti “furbetti” che, per motivazioni diverse ancoranon si sono iscritti alla Cassa di previdenza, senza alcunatteggiamento persecutorio ma per salvaguardare un sistema dirispetto reciproco e di giustizia.

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CLAUDIO GUASCO – Cuneo• Perito Industriale con specializzazione elettronica• Opera nel settore della progettazione elettronica, prevenzione

incendi, sicurezza ed acustica• Consigliere Collegio di Cuneo dal 1985 al 2001• Componente CIG nei mandati 2001-2004 e 2004-2007

La Cassa di previdenza, oltre all’impegno a perseguire adeguateprestazioni pensionistiche, deve informare e coinvolgere tutti gliiscritti, in un costante e reciproco rapporto, della necessità di unagestione partecipata e critica. Le vicende e le trasformazionisociali ci devono indurre a pensare ad una Cassa aperta anchead altre categorie professionali salvaguardando la figura delperito industriale.

UMBERTO MAGLIONE - Treviso• Perito Industriale con specializzazione in termotecnica• Opera nel settore degli impianti meccanici ed elettrici,

prevenzione incendi, sicurezza ed acustica• Presidente del Collegio di Treviso dal 1991 ad oggi• Componente CIG mandato 2004 -2007 • Attuale segretario

Se dovessi coniare uno slogan per sostanziare il mio impegnonell’EPPI direi: “garantire sicurezza – solidarietà – servizi”Tutto ciò in sintonia con le esigenze degli iscritti, perseguendouna gestione efficace e trasparente.

BRUNO MARCHETTI – Verona • Perito Industriale con specializzazione in elettronica industriale• Opera nella progettazione e consulenza di impianti tecnologici

negli edifici civili, industriali e terziario - prevenzione incendi• Consigliere del collegio di Verona dal 1986 al 1996, Presidente

dal 1996 ad oggi

La crescita dell’Eppi potrà avvenire sostenendo le nuove leve epertanto sono urgenti incentivazioni professionali per i giovani edeque pensioni per i prossimi pensionati, da raggiungere conmirate operazioni di riscatto ed informative con la massimatrasparenza e verità.

MARIO GIORDANO - Avellino• Perito Industriale nelle specializzazioni in edilizia,

elettrotecnica e termotecnica, laureato in ingegneria civile• Opera nel settore della progettazione di impianti e dell’edilizia,

prevenzione incendi, sicurezza ed acustica• Consigliere del Collegio di Avellino dal 1998 ad oggi,

Segretario dal 2000 al 2002, Vicepresidente dal 2003 al 2007

Le priorità che l’EPPI dovrà perseguire sono:- implementare i servizi assistenziali in egual misura per tutti gli

iscritti- operare affinché sia normativamente possibile distribuire sul

montante individuale una parte della riserva straordinaria- aumentare l’aliquota del 10% magari attraverso degli incentivi.

CELESTINO MARCHINI - Lucca• Perito Industriale con specializzazione in edilizia• Opera nel settore della progettazione residenziale• Consigliere del Collegio di Lucca dal 1984 al 1998• Consigliere CIG dal 1998 al 2001 e dal 2004 al 2007

Ho iniziato il mio terzo ed ultimo mandato nel CIG. Sonoorgoglioso di aver contribuito alla modifica dello Statuto cheprevede la possibilità di poter ricoprire cariche, nello stessoorgano, per non più di tre mandati complessivi anche se nonconsecutivi; ciò a garanzia di una autentica partecipazione ecoinvolgimento degli iscritti alla gestione del proprio Ente diprevidenza.

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GIAN PIERO ROSSI - Sondrio• Perito Industriale con specializzazione in meccanica• Opera nel campo della ricostruzione sinistri stradali ed in

ambito di lavoro, consulente dell’Autorità Giudiziaria• Consigliere del Collegio di Sondrio dal 1989 al 1997, dal 1997

al 2001 Segretario e dal 2001 ad oggi Presidente

Pragmatismo ed onestà sono le caratteristiche che devonoispirare il nostro impegno nella gestione dell’EPPI; un impegnointeso come servizio animato da quella trasparenza che ègaranzia di democraticità.Un confronto costante, franco e determinato, ma sempre teso afar sì che i risultati siano tangibili ed efficaci. Un gruppo dirigenteaffiatato e rispettoso l’uno dell’altro è una garanzia per unproficuo e duraturo lavoro.

GIULIANO SADLER – Trento• Perito Industriale con specializzazione in meccanica ed edilizia• Opera nel settore termotecnica• Presidente del Collegio di Trento• Componente CIG mandati 1998-2001 e 2001-2004

Molti di noi hanno interpretato l’istituzione dell’EPPI come unulteriore balzello, anche oggi a dieci anni di distanza.Psicologicamente può apparire tale, ma se pensiamo chel’alternativa era l’INPS….Va data dignità, però, alla prestazione previdenziale chematureremo al 65° anno di età, ciò che per ora resta solo unauspicio.

LUCIANO SPADAZZI – Rimini• Perito Industriale con specializzazione elettronica• Opera nel settore della progettazione e direzione lavori

elettrico, nell’ambito pubblico e privato• Consigliere del Collegio di Rimini dal 1991 ad oggi, dal 2000

tesoriere

Ogni pensiero, ogni azione, ogni provvedimento deve esseresempre accompagnato da una costante preoccupazione:migliorare i trattamenti previdenziali.Questo è l’imperativo morale che mi ispira nell’impegno che hoassunto all’interno del nostro ente di previdenza.

MARIA FRANCA SPAGNOLETTI – Bari• Perito Industriale con specializzazione elettrotecnica• Opera nel settore dell’igiene e sicurezza del lavoro e

prevenzione incendi - Docente di tecnologia• Presidente del Collegio di Bari• Componente CIG mandato 2004-2007

Nel mondo attuale la vera costante è il cambiamento. Chi cogliequesto meccanismo è in grado di affrontare anche le continue tra-sformazioni del sistema Welfare.La mia sfida nel Cig è quella di portare quest’attitudine per miglio-rare l’assistenza ed i servizi agli iscritti.

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