Anno LIV - N. 5 - Giugno-Luglio 2004 Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: «Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 2 - DCB Rimini - valida dal 22/12/97»
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Periodico mensile della solidarietà nazionalefondato nel 1950 da
FRANCESCO PARRINI
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ORGANO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE CADUTI E DISPERSI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
7 agosto 1941 - 7 agosto 2004nel 63° anniversario della morte a Pisa di
BRUNO MUSSOLINI
L’Associazione Nazionale Famiglie Cadutie dispersi della RSI Lo ricorda con immutata
ammirazione e inalterato sentimento
MEDAGLIA D’ORO AL VALORE AERONAUTICO
Ricorre il 60° anniversario del-la battaglia alle porte di Romaad Ardea e all’Acquabona. Dal-la Associazione Paracadutisti“Folgore” la commemorazioneè avvenuta il 29 e 30 maggio.Due giornate a Roma nel ricor-do di quegli avvenimenti.Il 29 maggio sabato ci siamosveglati presto; è un anniversa-rio importante e ho fatto il pos-sibile per non mancare a questoappuntamento, molti dei com-battenti giugeranno da altre cit-tà, molti non potranno più par-tecipare data l’età per i vecchi“Leoni della Folgore”, ma sonosicuro che sono vicini con ilpensiero e il cuore, anche Lorosono presenti.Giungo da Firenze e mi accom-pagna il Camerata Samuele diContinuità Ideale, anzi Egli faparte di quel meraviglioso pic-chetto che è alla Tomba delDuce a Predappio.Raggiungiamo l’ingresso del
“OCCUPAZIONE LIBERAZIONE” DI ROMA4 GIUGNO 1944 - 4 GIUGNO 2004
dal solerte maresciallo?Dopo ci rechiamo al fosso del-l’Acquabona ... e qui il ricordodi mio fratello si fa più vivo ...È il 2 giugno 1944.Coraggio il traguardo è prossi-mo. Di notte la fortunata sco-perta di un ruscello che consentedi lavarci e dissetarci (appren-diamo poi che si tratta dell'Ac-quabona). Si combatte accani-tamente. Sono gli ultimi difen-sori di Roma. È l’alba del 3 giu-gno. Il Tenente Ferretto impar-tisce ordini: la Settima deve di-fendere la posizione raggiunta,aggrappati alla terra fronteggia-no il nemico, che ritorna in for-ze appoggiato dalla artiglieria ecarri armati; un ultimo combat-timento impari e cruento. Sta ar-rivando la sera, i pochi super-stiti della Settima vengono pre-si prigionieri. Quella sera del 3giugno 1944 si è infranto il so-gno della Settima, ragazzi checredevano in un Ideale. Sul pra-to al fosso dell’Acquabona,giacciono esangui nella lorobella divisa verde i capelli nerie biondi scomposti al vento.Erano Volontari di tutte le re-gioni ... Erano. Ora non lo sonopiù ....È il 4 giugno 1944 giorno in cuiil Comandante Sala, con i su-perstiti del reggimento “Folgo-re”, guada il Tevere con mezzidi fortuna ... Sono loro gli ulti-mi difensori di Roma.È lo stesso giorno in cui le trup-pe angloamericane entrano nel-la Capitale.Mi desto dal ricordo. Ora mi di-rigo alla Lapide che quei pochisuperstiti, dieci anni prima han-no eretto di fronte a tante per-sone, al picchetto d’onore, ilmio sergente legge la “Preghie-ra del Paracadutista”; io con tre-pidazione devo commemorarei ragazzi della “Folgore”; spie-go a tutti la mia partecipazio-ne, il destino ha desiderato cheio fossi sopravvissuto a mio fra-tello, perchè il 28 maggio 1944in un bombardamento di Spo-leto una scheggia mi avesse fe-rito e così non permise di anda-re con Lui.Mi sono però rimaste impressenella mente le parole di mio fra-tello, dopo inutili tentativi dipartire, “Di due almeno uno: Ti
aspetto al fronte”... Non ci sia-mo più rivisti. La mia vita fu sal-va ... Alla fine della mia com-memorazione ho rammentato atutti che in qualità di DelegatoProvinciale della A.N.F.C.D.R.S.I. rappresentavo anche ilSegretario Nazionale.
Ettore Balzini
CONSIDERAZIONI
Così sono terminate le due gior-nate romane di commemorazio-ne della “occupazione liberazio-ne” di Roma. Nessun rappresen-tante del governo si è degnatodi partecipare, hanno preferitoi “liberatori”. Già quelli eranodalla “parte sbagliata”.Ma anche tra quelli ci sono sta-ti degli Eroi: ragazzi che ama-vano la Patria, l’Onore e sonomorti per quello, non hannocambiato bandiera, non hannopugnalato alle spalle i Came-rati che combattevano al lorofianco, non hanno “Tradito laPatria”. Essi, per il nemico, cioèper gli Anglo-americani eranogià belligeranti, avevano unadivisa ed erano riconoscibili dalontano, poi riconosciuti anchedalla sentenza del tribunale mi-litare.
Soltanto gli italiani “democra-tici” non erano riconosciuti.Pertanto la proposta di Leggedeve essere modificata.Non serve quell’unico articolo;gli articoli da aggiungere devo-no essere altri due:2° Trascrivere sul foglio matri-cole il servizio svolto durante laR.S.I.;3° il riconoscimento di tutti iCaduti uccisi prima e dopo lafine della guerra civile; dare allefamiglie che hanno perso duran-te quelle radiose giornate mari-to, padre o figlio, la pensioneche gli competeva da militarecon il grado che ricoprivano ea quelli civili la pensione rela-tiva alla carica che ricoprivano;non che vengano equiparati agli“infortunati civili”.Ciò è quanto va fatto e propo-sto, se non è così, non serve anulla. Si rimane come si è sem-pre stati, fin quando saremo diquesto mondo, dopo chi vivràvedrà e capirà che la Repubbli-ca Sociale Italiana è stata neces-siaria per salvare molte cose chehanno dato subito dopo la pos-sibilita a molti di lavorare an-cora.
Arnaldo Bertolini Orfano di guerra
Cimitero del Verano a Roma, mimetto il basco verde dei Para-cadutisti con orgoglio. Saluti eabbracci tra Camerati e la com-mozione di rivederci ancora èvisibile su tutti i volti.Inizia la cerimonia: i Labari e ilpicchetto di 12 Paracadutisti mi-litari giunti da Livorno ci pre-cedono davanti al Famedio, in-terviene al mattino il Coman-dante attuale della “Folgore” ilBrigadiere Generale Bertolini.Viene celebrata la funzione re-ligiosa e il mio Sergente di al-lora legge la “Preghiera dei Pa-racadutisti”, il picchietto pre-senta le armi, il silenzio fuoriordinanza e al comando di ri-poso, prorompe il nostro gridodi battaglia “Folgore”.Nella sua allocuzione il Coman-dante Bertolini onora i nostriCaduti e poi si intrattiene connoi per tutta la mattinata, nel po-neriggio lo sostituirà il Coman-dante Colonello Iubini che,
guarda caso, è il figlio del ma-resciallo Iubini che fu il mioistruttore di lancio in diversimiei tuffi.Dopo il nostro grido di batta-glia, il Presidente dei Paracadu-tisti Romani Luca Combattelliha letto un articolo dal titolo“Sessant’anni per capire”.Terminata la cerimonia del Ve-rano, ci siamo recati a Pomezia;lì esiste il Cimitero Tedesco,dove riposano le spoglie mor-tali di circa 27.700 Caduti, leCroci allineate precise, sembra-no disegnate con il compasso el’erba verde ben custodita, ren-de suggestivo quel luogo. Nonsi possono dimenticare quei Ca-merati; qui nell’Agro Pontinocombatterono al nostro fianco,davanti al monumento rendia-mo gli Onori militari.La giornata termina vedendomiimpegnato a firmare con dedi-ca il libro “AN ZIO NETTUN01944”.Domenica 30 maggio; mi sve-glio di buon mattino e con il miocamerata Samuele raggiungia-mo Ardea, in corteo precedutidalla banda musicale cittadinaraggiugiamo la nostra lapide edoponiamo una corona d’allo-ro, mentre nel cielo avviene unospettatolare lancio di 4 Paraca-dutisti.Prima dell’inizio della celebra-zione religiosa, vengono chia-mati otto Paracadutisti, che han-no partecipato alle varie batta-glie con distinzione, con miagrande sorpresa, anche io ven-go chiamato. Vi sono anche trespagnoli che lavorano all’amba-sciata, nella loro variopinta di-visa, e volentieri fanno il salutoromano mentre mi avvicino an-ch’io faccio il saluto romano, alchè un maresciallo dei Carabi-nieri si avvicina e con mio stu-pore contesta agli Spagnoli ilreato di “ricostituzione del par-tito fascista” ma a me pareun’assurdità!La messa è celebrata dal Capel-lano Militare Don Alfio Spam-pinato, che tra la sua militanzavi fu quella della Legione Stra-niera.Nella sua omelia stupisce tutticon affermazioni più significa-tive del saluto fascista. Chissàse anche lui è stato denunciato
PICCOLACAPRERA