48° Convegno
CEM Mondialità
San Marino24-28 agosto 2009
La felicitànella società del rischio
L’educazione al bivio:rassegnazione o resilienza?
Missionari Saveriani
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Crisi e felicità, un’occasione da non perderePer troppo tempo si è creduto che lo sviluppo tecnologico ed economico sarebbe stato la locomotiva della democrazia e del benessere: oggi, secondo Edgar Morin, bisogna cambia-re l’egemonia della quantità in favore della qualità e di beni immateriali, come l’amore e la felicità. È qui che, ancora una volta, il cammino del CEM e quello di Morin s’incrociano, mi pare non casualmente.Dedicheremo dunque il nostro convegno annuale alla felicità. È in mezzo a noi che la cercheremo, nello spazio in cui pren-dono corpo le nostre relazioni, nei legami che si generano per provare ad essere felici, o nelle forme - politiche, culturali, so-ciali - delle nostre città. In questi esercizi di approssimazione alla felicità, essa perde sicuramente la sua innata onnipotenza per fare i conti con ciò che sempre manca alla sua compiuta realizzazione. Parlare di essa nella società globale del rischio significa, allora, passare dal sonno dogmatico di chi è ancora addormentato nella culla calda dell’utopia al sogno ad occhi aperti di chi dentro la storia coltiva una speranza che può di-ventare realtà concreta. Se in tale situazione d’insicurezza e di rischio il CEM trova il coraggio di parlare di futuro, di spe-ranza e perfino di felicità, la ragione sta nella consapevolezza di rispondere alla chiamata per cui siamo nati ed esistiamo: la vocazione alla mondialità, che oggi significa condividere il mondo con l’altro.
Brunetto SalvaraniDirettore di CEM Mondialità
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la felicità nella società del rischiol’educazione al bivio: rassegnazione o resilienza?
La felicità non è un’idea occidentale ma transculturale. Ma non è su un’idea di felicità astratta che il CEM intende so-sta-re, bensì su una felicità concreta, ordinaria, feriale e, proprio per questo, sostenibile.Se la vita si colloca al punto di incrocio tra questione sociale e questione antropologica, con le sue implicazioni bioetiche e biopolitiche, ora sentiamo la necessità di compiere un passo ulteriore. La complessità dei temi affrontati, infatti, ha prodot-to in molti di noi una sensazione di smarrimento, se non di ve-ra e propria angoscia. Siamo immersi in quella che Ulrick Beck ha chiamato «società del rischio», in cui minacce e pericoli pro-vengono da più parti. Ma non vogliamo, come formatori e ge-nitori, rassegnarci all’impotenza; piuttosto vogliamo chiederci a quali condizioni sia possibile oggi essere felici, reagendo alla situazione di blocco e di difficoltà quasi traumatica.La ricerca della felicità ci induce ad approfondire quella forma di reazione che si chiama «resilienza», la capacità di reagire alle atmosfere depressive e di risorgere dal trauma subìto, ri-progettando se stessi con fiducia verso il futuro. Non tutti sia-mo resilienti allo stesso modo, ma l’educazione può rafforza-re nei soggetti la capacità di resilienza.Anche l’intercultura è una risposta di resilienza per chi migra e fatica ad accettare i mutamenti che la società multicultura-le produce attraverso la perdita di centralità e lo smarrimen-to identitario.In questo contesto, la felicità che il CEM propone non riguar-da né una fuga in avanti, né un ritorno all’indietro, ma si avvi-cina a ciascuno di noi, partendo dalla domanda di felicità rea-lizzabile e condivisibile in questo mondo, così com’è e come possiamo trasformarlo a partire dalle nostre città.
antonio [email protected]
antonella [email protected]
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il programmalunedì 24 agosto 2009
9.00 Accoglienza convegnisti
17.00 Apertura del Convegno e saluto: Brunetto Salvarani
Introduzione di antonio nanni
Presentazione laboratori
Serata Proiezione di un film sul tema del Convegno Felicibar
Martedì 25 agosto 2009
9.30 Relazione principale: laura Boella Presentazione di Maria Maura
15.00 Laboratori
Serata Momento dello Spirito CriStina SiMonelli
presentazione di MarCo Dal CorSo
Felicibar
Mercoledì 26 agosto 2009
9.00 Laboratori
15.00 Laboratori
Serata La «Campagna Dudal Jam» Spettacolo di CanDelaria roMero
Felicibar
Giovedì 27 agosto 2009
9.00 Laboratori
15.00 Laboratori
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Serata Presentazione del libro «L’educazione ai tempi della Gelmini» (EMI 2008) a cura di aluiSi toSolini
presentazione di roBerto MorSelli
Festa Felicibar
venerdì 28 agosto 2009
9.00 Momento di condivisione tra i partecipanti ai laboratori
15.00 Relazione di chiusura DaviDe Zoletto
17.00 Termine Convegno
Direzione del ConvegnoPatriZia Canova, roBerto MorSelli, antonio nanni, luCreZia Pe-Drali, Brunetto Salvarani, aluiSi toSolini
Coordinamento laboratoriroBerto MorSelli, rita vittori
SegreteriaSalvatore learDi
libreriaGianni ZaMPini
animazioneluCiano BoSi, PatriZia Canova, riCCarDo olivieri
Quota di iscrizione al Convegno:- adulti € 95,00- giovani fino a 21 anni € 60,00- bambini (da 6 a 12 anni) € 45,00
Segreteria organizzativa del ConvegnoCEM MondialitàVia Piamarta 9 – 25121 BresciaTel. 349.3624217e-mail: [email protected]
Per informazioni e approfondimenti consultate il sitowww.cem.coop
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laura Boella
Laura Boella è professore ordinario di Filoso-fia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano.
Si è dedicata allo studio del pensiero fem-minile del ‘900, proponendosi come una delle maggiori studiose di Hannah Arendt, Simone Weil, Maria Zambrano e Edith Stein. In questo ambito di riflessione, ha sviluppato in partico-
lare il tema delle relazioni intersoggettive e dei sentimenti di simpatia, empatia, compassione.
I suoi contributi comprendono: Hannah Arendt. Agire poli-ticamente, pensare politicamente, Feltrinelli, Milano 1995 (2a ed. 2005); Cuori pensanti. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria Zambrano, Tre Lune, Mantova 1998; Le imper-donabili. Etty Hillesum, Cristina Campo, Ingeborg Bachmann, Marina Cvetaeva, Tre Lune, Mantova 2000.
Ha recentemente curato (corredandole di un’introduzio-ne) l’edizione italiana di J. Hersch, Rischiarare l’oscuro. Au-toritratto a viva voce, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2006 e di H. Arendt, L’umanità in tempi bui, Raffaello Cortina, Mila-no 2006.
Tra le sue recenti pubblicazioni: Sentire l’altro. Conoscere e praticare l’empatia, Raffaello Cortina, Milano 2006; Neuroeti-ca. La morale prima della morale, Raffaello Cortina, Milano 2008.
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Cristina Simonelli
Cristina Simonelli è docente di teologia patri-stica (Studi teologici S. Zeno e S. Bernardino a Verona e Facoltà Teologica dell’Italia Settentrio-nale a Milano) e socia del Coordinamento del-le Teologhe Italiane (CTI). Collabora con Espe-rienza e Teologia (Verona), Evangelizzare e Pa-role di vita, curando l’ambito patristico. Dalla fine degli anni ’70 vive ed opera in contesto Rom, insieme al Gruppo Ecclesiale Veronese fra i Sinti e i Rom.
Davide Zoletto
Davide Zoletto è ricercatore di Pedagogia Genera-le e Sociale presso la Facoltà di Scienze della For-mazione dell’Università di Udine, dove insegna Pedagogia Interculturale e Metodologie e Tecni-che del Gioco. Si occupa prevalentemente di te-matiche legate all’intercultura, al gioco e all’umo-rismo in ambito filosofico e pedagogico.
Ha pubblicato fra l’altro: La scuola dei giochi (con Pier Aldo Rovatti, Bompiani, 2005), Identità culturali e integrazione in Europa (con Roberto Albarea, ETS, 2006); Straniero in classe. Una pedagogia dell’ospitalità (Raffaello Cortina, 2007); Acqua e intercultura (con A. Tosolini, EMI, 2008). Ha curato l’edizione italiana di opere di Bateson, Gof-fman, e di recente, il volume di Paulo Freire e Donaldo Mace-ro, Cultura, lingua, razza. Un dialogo (Forum, 2008). È redat-tore della rivista «aut aut», per la quale ha curato diversi nu-meri monografici sul tema degli studi interculturali e postco-loniali. Per la rivista CEM Mondialità cura la rubrica «In cer-ca di futuro».
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antonio nanni
Pedagogista e coordinatore dell’Ufficio studi del-le ACLI. Docente di comunicazione ed educazio-ne interculturale per il SIMI (Pontificia Universi-tà Urbaniana, Roma). È condirettore del CEM e incaricato delle sue pubblicazioni presso l’EMI, l’Editrice Missionaria Italiana. Recentemente ha pubblicato (con Stefano Curci), Dal comprende-re al con-vivere. La scommessa dell’intercultura
EMI, Bologna 2009.
Brunetto Salvarani
Direttore di CEM Mondialità e docente di Teolo-gia della missione e del dialogo presso la Facol-tà Teologica dell’Emilia Romagna (Bologna). Di-rige la collana EMI Parole delle fedi, tra le sue ul-time pubblicazioni Vocabolario minimo del dia-logo interreligioso, EDB Bologna 2008; Il muro di vetro. L’Italia delle religioni. Primo rapporto 2009 (con Paolo Naso), EMI, Bologna 2009.
aluisi tosolini
Aluisi Tosolini è filosofo, pedagogista e diri-gente scolastico. Le sue ricerche si collocano nell’intersezione tra le problematiche intercul-turali e i linguaggi dei new media. I suoi ulti-mi lavori sono: La filosofia e le scienze uma-ne, Loescher, Torino 2006; Città, EMI, Bologna 2006; A scuola di intercultura (con S. Giusti e G. Papponi Morelli) Erickson, Trento 2007;
Acqua e intercultura (con D. Zoletto), EMI, Bologna 2007 e Il Postmoderno è qui, EMI, Bologna 2008.
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ri i laboratori del Convegno«valigie degli attrezzi»
Questi laboratori affrontano nuclei tematici specifici (rela-zioni in famiglia, dialogo tra le religioni, rapporto tra identità e cultura, cittadinanza planetaria) secondo la formula tradizio-nale e collaudata di CEM Mondialità: un unico gruppo, gesti-to da due conduttori che sviluppano il tema per tutta la dura-ta del convegno. Sono basati quindi sulla continuità di gruppo e di metodologia. Particolare rilievo viene dato alle dinamiche interpersonali. Questi laboratori sono una sorta di «cassetta degli attrezzi», entro la quale un insegnante/formatore trova metodi per approcciare efficacemente, in chiave intercultura-le, le tematiche proposte.
nuova formula
Sulla base di un desiderio di rinnovamento interno e di sug-gerimenti preziosi dei nostri più affezionati partecipanti, ab-biamo deciso di modificare la formula di alcuni laboratori. Ve ne proponiamo cinque, che hanno una logica innovativa. Ogni laboratorio, del numero massimo di venti partecipanti, attraversa la tematica del Convegno secondo cinque parole-chiave (cultura, identità, cittadinanza, laicità, etica pubblica). Ogni parola-chiave viene affrontata, in chiave interculturale, da un esperto secondo una metodologia specifica (gioco, ci-nema, musica, danza, teatro…). Il gruppo è costantemente ac-compagnato da un tutor, nelle cinque sessioni di lavoro con gli esperti e nella sessione di sintesi e di valutazione finale del percorso. Questa formula permette ai partecipanti di affronta-re la tematica del Convegno da differenti angolazioni visuali e di «assaggiare» approcci metodologici complementari.
attenzione: per il laboratorio nuova formula, l’iscrizione è unica! È sufficiente barrare l’apposita casella nella scheda d’iscrizione (in fondo al presente opuscolo).
roBerto [email protected]
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orGiuseppe Biassoni
Docente di educazione musicale nella scuola se-condaria inferiore, formatore e redattore della ri-vista «CEM Mondialità». Si occupa di dinami-che di gruppo e percorsi non violenti, utilizzan-do la musica e i giochi di ruolo, e, ultimamente, di progetti di cittadinanza attiva.
Gianni D’elia
Pedagogista, coordinatore di servizi educativi, do-cente a contratto nel corso di laurea per educazione alla pace all’Università degli studi di Torino, esperto in metodologie auto-biografiche.
roberto Morselli
Formatore, consulente, orientatore, si occupa di comunicazione, anche in ambito interculturale. Collobora da anni con CEM.
rita vittori
Insegnante di scuola primaria, fa parte della redazio-ne di CEM. Responsabile dei progetti di educazione alla pace del Centro studi sulla nonviolenza «Sereno Regis» di Torino. Formatrice sui temi dell’intercultura e della nonviolenza. Autrice di «Famiglia e intercultu-ra» (ed. EMI) e coautrice con Sigrid Loos di «Grup-po, gruppo delle mie brame» (ed. EGA 2007).
Patrizia Zocchio
Docente di educazione fisica nella scuola secon-daria inferiore, redattrice della rivista CEM Mon-dialità. Funzionario della Cgil (settore Federa-zione Lavoratori della Conoscenza). Si occupa di animazione corporea, di tecniche di gestione di gruppo, di nonviolenza.
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ri laboratori «nuova formula»immaginemondoQuando il cinema interroga il reale
PatriZia Canova
Il cinema, spesso regno dell’onirico, del fantastico e dell’(im)possibile, è anche occhio capace di guardare il mondo per leggerlo, interpretarlo, raccontarlo, (pre)vederlo. Il cinema sa puntare spesso il proprio obiettivo sulle pieghe della storia, dentro l’intricato intreccio delle relazioni, nel mosaico di po-poli e paesi per restituirci di volta in volta sguardi differenti, in certi casi divertenti o rassicuranti, in altri conturbanti, in altri ancora problematizzanti. Sguardi capaci di farci sognare, ma anche di aprire le menti, di farci attraversare eventi e situazio-ni, mettendo in moto riflessioni, sentimenti ed emozioni.
Le storie del cinema regalano e raccontano frammenti di pura felicità, avvicinano alle culture del mondo, aiutano a esplorare identità multiple e in movimento, interrogano sul senso dell’essere cittadini del pianeta, invitano a riflettere sull’etica dell’esistere, chiamano in causa, laicamente, ragio-ne, sentimento e valori morali e risvegliano spesso, dal son-no della ragione, coscienze sopite.
Il laboratorio offrirà ai partecipanti l’opportunità di viaggia-re, attraverso la visione e l’analisi di varie sequenze filmiche, dentro i territori dello schermo alla scoperta di quel cinema sensore e termometro del reale o profetico pre-visore di cam-biamenti, trasformazioni e scenari futuri.
Patrizia Canova è formatrice nell’ambito della di-dattica del cinema, degli audiovisivi e dell’educa-zione interculturale. Attualmente riveste il ruolo di responsabile della comunicazione nell’organizza-zione non governativa Acra. Appassionata di im-magini in movimento, si diletta nella realizzazione di documentari di carattere sociale. Adora insegna-re e lo fa, da più di 25 anni, nel «tempo libero».
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rilaboratori «nuova formula»
Quale laicità fra economia e crematistica?
Gianni CaliGariS
Una battuta spesso attribuita a Woody Allen, ma che già mi ripeteva mio nonno recita: «Se il denaro non fa la felicità, fi-guriamoci la miseria» (in realtà mio nonno usava il termine popolaresco «micragna») Ma c’è anche un’antica fiaba friu-lana (ripresa da Italo Calvino) in cui un re scopre che l’uomo più felice del suo regno non possedeva neppure una camicia. Allora, dove sta la felicità nella partita doppia dell’economia? E da dove nasce la profondissima infelicità dei giovani «non poveri»? Forse anche in economia occorre riflettere sul rap-porto fra felicità e desiderio, «de sideris», avere nostalgia del-le stelle. Oggi le stelle sono solo quelle degli hotel su spiag-ge da sogno.
In questo sistema che promette e poi nega, che dà solo per poter togliere, apparentemente governato dai principi di una disciplina detta «economia», ma che in realtà si chiama «eco-nomia politica», che spazio c’è per la laicità, l’«ésprit republi-cain» così caro ai francesi?
Ne parleremo, senza sottrarci alla sottile euforia di farlo a San Marino; se la battuta non è chiara, ve la spiegherò.
Gianni CaligarisCollaboratore di CEM da molti anni, si è sem-pre occupato di economia eticamente orienta-ta. Già presidente del Comitato etico di Banca Etica, è attualmente vicepresidente di quello di Etica Sgr, collocatrice di fondi comuni etici. Ha lavorato in banca, occupandosi per oltre vent’anni di gestione delle risorse umane, for-mazione, marketing e comunicazione.
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ri laboratori «nuova formula»rumori«Viaggio tra il carnevale pagano e la quaresima capitalista, per consumatori musicali distratti e solvibili»
luCiano BoSi
Dopo l’oscurantismo e l’esclusivismo culturale e musicale del medioevo gregoriano, a grande fatica i giullari, voce del popo-lo, musicisti liberi e nomadi come le loro musiche, irruppero sulla scena musicale ricreando l’alternanza tra sacro e profa-no. Nell’arco di tre secoli (tra il 14° e il 16°) verranno soppian-tati dai menestrelli, musicisti-funzionari specializzati e servi. La rappresentazione ritorna ad essere appannaggio esclusivo del potere dominante. Ma con l’avvento della registrazione e della riproduzione come perno dell’economia musicale, an-che la rappresentazione dal vivo, così come l’arte dal vero e le persone di persona, sembra non suscitare più interesse.
Il laboratorio è strutturato su moduli indipendenti e com-plementari, che prevedono il coinvolgimento attivo dei parte-cipanti in un’alternanza di momenti che privilegiano l’ascolta-re attraverso il fare, giochi e azioni sonoro-musicali collettive, ed altri momenti dedicati ad ascolti e riflessioni guidate sui diversi ambiti culturali ed espressivi caratterizzanti il mondo della musica o meglio dei suoni e silenzi organizzati.
Obiettivo di questo laboratorio è cogliere attraverso piccoli assaggi esplorativi la dimensione interculturale che da sem-pre caratterizza il pluriverso sonoro e musicale.
luciano BosiPercussionista, organologo, etnomusicologo e didatta, svolge un’intensa attività di ricerca sullo strumentario a percussione ed in particolare sulle connessioni con altri ambiti di ricerca. Gran par-te delle sue ricerche confluiscono in un progetto denominato «Quale percussione?», caratterizza-to dalla raccolta di oltre 2600 strumenti a percus-
sione provenienti da tutto il mondo.
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rilaboratori «nuova formula»laboratorio interculturale con tecniche del linguaggio teatrale
naDia SavolDelli e CanDelaria roMero
In situazioni teatrali sperimentiamo comportamenti resilienti di fronte ad ostacoli, sviluppando capacità immaginative ed espres-sive, in relazioni libere da pregiudizi. A disposizione il teatro ha territori diversi per intrecciare stimoli che muovono il corpo, la parola e le emozioni in direzioni ricche e varie, anche attraver-so l’utilizzo di varie tecniche tra cui l’improvvisazione e il gioco di ruolo. Indagheremo le cinque parole-chiave dell’intercultura, muovendoci in simbolici spazi e materiali. Al centro sarà la nar-razione attraverso miti di varie culture, per sollecitare l’immagi-nario collettivo. Affiancati da figure eroiche mitiche, le narrazioni e le azioni saranno riportate al mondo reale nella piazza della Po-lis, dove persone resilienti immaginano e si orientano verso lega-mi umani costruttivi, basati sul riconoscimento reciproco e sulla valorizzazione dell’umanità che è in ogni essere umano. L’arte, la creatività, il gesto extraquotidiano, sono tutori di resilienza e fa-voriscono il processo di uscita dal disagio. La scoperta della vita sarà l’attimo in cui dalla pratica teatrale del laboratorio si scorge-rà la scintilla di qualcosa che sarà inatteso, lieve, felice.
nadia Savoldelli Docente di discipline artistiche ed espressive. Si occupa di tematiche delle donne, producendo spettacoli teatra-li e animazioni per convegni. Elabora progetti per scuo-le, istituzioni pubbliche e committenti privati. Collabora con CEM come formatrice, nella redazione della rivista e nel gruppo CEM di Alzano Lombardo (Bg).
Candelaria romero Attrice e scrittrice argentina, vive a Bergamo dove realiz-za opere teatrali patrocinate da Amnesty International e Survival. Ha partecipato con i suoi spettacoli a convegni nazionali ed internazionali. I suoi scritti sono pubblica-ti in diverse riviste letterarie. Cofondatrice della rivista web di letteratura della migrazione El Ghibli. Formatri-ce di CEM mondialità.
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ri laboratori «nuova formula»il bazar che vogliamo…
roBerto PaPetti e GeGÈ SCarDaCCione
«Viviamo sempre più in mezzo ad un enorme collage… Il mon-do in ogni suo punto locale va assomigliando più a un bazar kuwaitiano che a un club di gentlemen inglesi» (C. Geertz).
La sezione del laboratorio si configura come un luogo di poco volume e di dubbie, ambigue fantasie, per transumanti inquieti, con il sentimento di essere diventati «stranieri» do-vunque. Un bazar appunto, per giocare con oggetti comuni ed esotici, aristocratici e pop, nutrienti ed indigeribili, con il corpo, gli ornamenti e le protesi, con i cinque sostanziosi te-mi (cultura, identità, cittadinanza, laicità, etica pubblica) in modo leggero ed impertinente. Ammesso sia possibile, il la-boratorio cercherà di disattivare il controllo dei gesti e dei di-scorsi, dei dispositivi di cattura, modellamento, intercettazio-ne, delle occulte ed evidenti potenze e prepotenze non solo «economiche» della politica. Ed agguantare,se ci si riesce tut-ti insieme, un frammento di «felicità».
roberto PapettiAnimatore di laboratori ludici, di riflessione e di narrazioni ai convegni CEM. Da anni, in molte parti d’Italia, lavora, gioca e si diverte con gli adulti e so-prattutto con i bambini. A Ravenna organizza in ma-niera coinvolgente laboratori di gioco, natura e crea-
tività presso il centro di ecologia per bambini «La lucertola».
eugenio Scardaccione (Gegè) Co-fondatore a Bari nel 1992 del Gruppo Edu-chiamoci alla Pace, collabora con la rivista «CEM Mondialità». In Puglia, coordina campi estivi for-mativi, denominati «Allegra…mente», durante i quali la pace, la poesia, la natura, la lentezza, i giocattoli, l’autobiografia, la semplicità, la sobrietà la legge-rezza e …soprattutto i partecipanti sono i gioiosi protagonisti. Non si direbbe, ma di professione fa il preside.
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ri«valigie degli attrezzi»1. Siamo feltro, verso una felicità di speranza e di futuro!
aleSSanDra Ferrario e oriella StaMerra
La vita di ciascuno è un viaggio, un cammino più o meno consa-pevole che, pur se pensato come solitario, in realtà si sostiene su nodi intrecciati, relazioni da tessere, reti salde o da rattoppare...
Mille e diversi i percorsi personali, culturali, sociali che ad ogni istante ci fanno prendere coscienza di essere vivi, ma se tante sono le strade, tutte contemplano un’alterità con cui confrontarsi e tutte hanno una meta comune. «Felicità» si chiama la loro destinazione.
Quali percorsi per essere donne e uomini di oggi felici in un tempo ricco e complesso? Come costruire equilibri tra noi e il mondo, le nostre esigenze e le sue risorse, se vogliamo abitare un mondo-casa e non semplicemente un mondo-mercato?
Cercando di trovare risposta a domande, queste e altre, ten-teremo di avvicinarci a quel destino che ci appare come l’es-senza del nostro orizzonte umano.
Come compagni di viaggio narrazioni, miti, proverbi, afori-smi di ogni tempo ci aiuteranno a tradurre le nostre sensibili-tà in rappresentazioni o immagini simboliche, per comporre insieme un arazzo di feltro.
Prendendoci cura di noi, come fibre delicate da massaggia-re e compattare, ri-creeremo la trama della nostra storia in un tessuto morbido, ma forte, capace di sostenerci verso una fe-licità di speranza e di futuro.
alessandra Ferrario e oriella Stamerra propongono percorsi di educazione all’identità e all’affettività in chiave interculturale, convinte che tali formazioni rappresentino i terreni più fertili per far crescere persone forti ed equilibrate, capaci di abitare il «pluriverso» che caratterizza la nostra epoca. Amiche da sempre, condi-
vidono interesse e entusiasmo per la realtà, nonché la stessa tenacia ad impegnarsi in prima persona e a non mollare davanti alle difficoltà. Il tutto per «fare il mon-do un po’ più bello, un po’ più allegro, un po’ più giu-sto», a partire dalla scuola, loro grande passione.
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ri «valigie degli attrezzi»2. la vita è un carnevale!?
Giocando alla ricerca della felicità
SiGriD looS e PeDro uriel SanCheZ
Il carnevale è in molte culture un momento di svago e di tra-sgressione, in cui gente di tutte le età e di tutti gli strati socia-li costruisce, organizza, mette alla prova la progettazione di gruppo e intrecciando relazioni interpersonali. L’obiettivo del laboratorio è quello di de-costruire e ri-costruire, attraverso il carnevale, i concetti di: «identità», attraverso trasformazione (con la maschera, la simulazione ecc.); «cultura», vale a di-re il contributo che ogni persona-etnia dà al «suo» carneva-le; «cittadinanza», nel senso che tutto si svolge nello stesso contesto sociale con uguali diritti e doveri ed etica pubblica, potendo anche dare voce a denunce sociali con l’espediente del gioco e del travestimento. I partecipanti saranno invitati, mediante giochi, racconti, danza, improvvisazione teatrale, la-voro manuale, a vivere con allegria l’esperienza della trasfor-mazione della propria identità; tutte queste «nuove» identità saranno in un secondo momento lo spunto per ricomporre una «rinnovata» comunità di persone pronta a rispettare le diversità e riconoscere le similitudini.
Sigrid loostedesca di origine, è pedagogista e formatrice, si oc-cupa da anni dell’applicazione del gioco sia a livel-lo animativo che a livello pedagogico. Ha pubblica-to diversi libri sul gioco, focalizzando il tema dell’in-terculturalità. Per maggiori informazioni consultare il sito www.sigridloos.com
Pedro uriel Sanchezcolombiano di origine, è designer, ricercatore e cu-ratore della mostra «Il pluriverso dei Kuna». Lavo-ra come esperto di laboratori creativi inerenti a temi dell’intercultura dalla scuola d’infanzia all’Universi-tà. È coautore di due libri. Per maggiori informazioni consultare il sito www.interkultura.it
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ri«valigie degli attrezzi»3. educare al pluralismo. le religioni a scuola
MarCo Dal CorSo e MarialuiSa DaMini
Se l’educazione interculturale non può non fare i conti con le religioni, diventa altrettanto importante dire come queste possono far maturare l’educazione interculturale. Quale contributo portano le religioni al di-battito interculturale? Oltre il pluralismo di fatto, esiste un pluralismo di principio? Come sta nella scuola l’educazione al fatto religioso?
Il laboratorio, proposto come «cassetta degli attrezzi», prove-rà a rispondere a queste e ad altre domande, passando in rasse-gna temi, obiettivi e metodi.
i temiEducazione religiosa e interculturalità nella scuola
Le religioni discutono di: pace, violenza, futuro, politica, etica…
Gli obiettiviImparare le religioni: finalità interculturale/interreligiosa
Imparare dalle religioni: finalità interdisciplinare
i metodiIl debito culturale delle religioni (metodo decostruttivo)
Narrare le religioni (metodo narrativo)Educare alla complessità religiosa (metodo comparativo)Oltre la confessionalità (metodo del decentramento)
Marco Dal CorsoTeologo, insegnante di religione, ricercatore dotto-rale presso la Facoltà valdese di teologia, docente presso l’Istituto di Studi Ecumenici «San Bernar-dino» di Venezia, collaboratore di «CEM Mondiali-tà», si occupa dei temi legati al pluralismo religioso, all’inculturazione e alla cooperazione missionaria.
Marialuisa DaminiLaureata in lettere Classiche, specializzata in educazio-ne interculturale e in insegnamento dell’italiano come seconda lingua, insegna lettere in un liceo socio-psico-pedagogico. Lavora come formatrice con varie organiz-zazioni che si occupano di immigrazione ed educazione interculturale, e con riviste italiane e straniere.
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ri «valigie degli attrezzi»4. l’albero della vita
rita roBerto
Tutti gli uomini e le donne quando nascono portano nel cuo-re il seme della realizzazione di sé, quindi della felicità, che si comporta esattamente come tutti i semi: dà vita a un bellis-simo albero se piantato, innaffiato, esposto al sole, protetto dal gelo, fertilizzato… in sintesi amato.
Questo dipende molto dalla famiglia che accoglie e guida. La famiglia può diventare come un giardino che accoglie gli alberi della vita, luogo dove apprendere l’arte del vivere se-condo cicli e ritmi naturali, luogo che educa il cuore attraver-so le tante dimensioni dei rapporti d’amore.
Il laboratorio pone l’accento sull’ auto-educazione come ba-se da cui partire per apprendere un rapporto sereno di reci-procità con se stesso e all’interno del gruppo famiglia, «base relazionale della comunità», la cui «felicità», nell’accezione più ampia di questo temine, è, di fondo, principio, strumento e anche fine ultimo della felicità della società tutta.
Parole chiave: felicità a piccoli passi, visione circolare del-la vita della famiglia , armonizzazione delle relazioni, arte del vivere.
rita roberto Pedagogista, consulente familiare, Artista. Idea-trice di «Mandalavita» ® percorsi educativi di pedagogia creativo/artistica e di pace.
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rilaboratorio adolescenti5. non voglio mica la luna!
Devo andare così lontano per trovare la felicità?
SteFano BorSani e Maria Maura
C’è chi è andato sulla luna per «ritrovare il senno»; qualcuno ne è stato ispirato per poesie e canzoni, altri con lei hanno fat-to «un grande passo per l’umanità».
Anche tu viaggerai nel buio luminoso dello spazio, tra im-magini a occhi chiusi e musica da mangiare.
Ti ispirerai alla bianca signora misteriosa per trovare spic-chi di felicità nel buio della notte e scintille di gioia nell’incon-tro tra gli sguardi.
Cerchi benessere o felicità?Dove «vivi»? Di cosa ti «Nutri»? Cosa Fai «domani»? Hai
diritto ad essere felice! Lasciati contagiare e preparati a rico-noscere che rumore fa la felicità.
«Mentre il senso delle cose mutaed ogni sicurezza è ormai scadutaappassisce lentamentela coscienza della gente.
Che rumore fa la felicità.
Che sapore ha, quando arriverà sopra i cieli grigi delle città che fingono di essere rifugio per le anime.
Corri fino a sentir malecon la gola secca sotto il sole.Corri amore, corri amore.
Che rumore fa la felicità
Insieme, la vita lo sai beneti viene come viene, ma brucia nelle vene e viverla insieme è
un brivido è una cura serenità e paura coraggio ed avventura, da vivere insieme, insieme, insieme, insieme … a te.»
Che rumore fa la felicità
neGrita
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Labo
rato
ri Stefano Borsani, educatore e responsabile dell’Uf-ficio Educazione Mondialità del Pime di Milano, quando non lavora scappa con la vespa bianca e sua moglie in mezzo ai prati a leggere e fare vo-lare gli aquiloni.
Maria Maura, laureata in filosofia, 27 anni, ha un bambino di 2 anni e una fervida immagina-zione. È insegnante.
laboratorio CeM bambini 6. «le ore fiore»
Chiara FaSSina e Clelia Minelli
Con l’aiuto di una bambina che sa ascoltare proveremo a sperimen-tare le tecniche che lei ci insegna per sconfiggere gli «uomini grigi», sempre in agguato, che rubano il nostro tempo.
Costruiremo una casa per accogliere la nostra nuova amica e farla sentire ospite gradita presso di noi.
Ci metteremo in ascolto di noi stessi, daremo voce ai no-stri desideri, sogni, fantasie più nascoste e, assieme ai nostri compagni d’avventura, andremo alla ricerca di chi ha qualco-sa da raccontarci, del tempo da donarci, delle ore felici da ri-cordare e continuare a vivere.
Inventeremo modi per misurare il nostro tempo e per colo-rarlo di «ore fiore». Creeremo storie ed immagini per raccon-tare le avventure di chi abita il tempo.
Cancelleremo il grigio che troveremo attorno a noi donando nuovamente colore a tutti i gesti dei nostri giorni.
Scopriremo che tutto ciò che ci circonda e che facciamo può essere per noi fonte di felicità: tutto dipende dal «vesti-to» che decidiamo di indossare e dai colori che scegliamo di utilizzare per dipingere il nostro tempo.
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Bibliografiaa cura di antonio nani e antonella Fucecchi
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ospitalità a San MarinoIl Convegno avrà luogo presso l’hotel Casa San Giuseppe nel-la Repubblica di San Marino.
La struttura offre numerosi spazi interni ed esterni per lo svolgimento dei laboratori, sale attrezzate per gli incontri con-gressuali e una cappella per le celebrazioni religiose.
Varie le tipologie di camere per il pernottamento.Possibilità di mezza pensione e pensione completa (antipa-
sto, primo, secondo, contorno, dessert).Per chi volesse c’è anche la possibilità di usufruire di un cam-
peggio presso il Centro vacanze San Marino sito a poca distanza dall’hotel, che propone dalle piazzole alle tende attrezzate fino ai bungalow in legno, con una vasta gamma di servizi inclusi.
hotel San GiuSePPeVia delle Felci, 347893 Valdragone, Repubblica di San MarinoTel. +378 (0)549 903 121Fax +378 (0)549 907 595www.hotelsangiuseppe.sm [email protected]
Stanza doppia (o tripla/quadrupla)in pensione completa € 55,00
Pasti extra € 14,00
Centro vaCanZe San MarinoStrada San Michele, 5047893 - Repubblica di San MarinoTelefono (+378) 0549-903964Fax (+378) [email protected]
PreZZi CaMPinGTende attrezzate (€ a persona al giorno)1 persona € 252 persone € 183 persone € 154 persone € 14
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Piazzole per tenda (€ al giorno)
Adulti € 7.50Bambini 3-9 anni € 4Piazzola tenda € 6.50Piazzola roulotte/caravan € 8.50Piazzola camper € 7.50
Per le prenotazioni, si prega di rivolgersi direttamente all’Ho-tel San Giuseppe o al Centro Vacanze San Marino, così come per maggiori informazioni sui prezzi. Per le prenotazioni all’Ho-tel San Giuseppe fare riferimento al codice 0908CSA.
Felicibar gestito da riCCarDo olivieri e Martina vultaGGio
happy hours, un sorriso oltre la crisi
Uno spazio bar all’interno del convegno. Ovviamente quando parliamo di bar, non intendiamo un luogo commerciale, ma uno spazio sociale, un po’ come quei baretti di paese dai quali passavano storie, incontri, vita di una piccola comunità.
L’idea si articola in tre momenti paralleli.Il primo degustativo, dove consumare una serie di prodot-
ti tipici locali, acquistati attraverso il progetto G.A.P. (gruppi d’acquisto popolari). Cibi e bevande che provengono diretta-mente dai produttori, senza intermediari, con la garanzie del minor impatto ambientale e di una precisa etica del lavoro.
Un secondo momento è rappresentato da alcune mostre sul tema della crisi e dell’impegno sociale, proiezioni di video e filmati, un infoshop di materiale vario raccolto da realtà im-pegnate in giro per l’Italia.
Il terzo aspetto è l’interazione con i convegnisti. Un video-box di raccolta dei vissuti individuali dei partecipanti al Conve-gno, che potrebbero essere un contributo alla verifica del lavo-ro complessivo. In linea con il lavoro laboratoriale degli ultimi tre anni, verranno proposti alcuni temi di pubblico interesse.
Tutto ciò in un clima disteso e decompressivo. Ovviamen-te il bar è non-profit.
La Felicità ai tempi della Crisi è anche un piccolo luogo ac-cogliente e divertente.
Abbonatevi a CEM Mondialità
La rivista CEM Mondialità, na-ta nel 1967, è la voce del movi-mento CEM. Essa ha scommes-so fin dalle origini sul vocabolo «mondialità», che a quel tem-po non compariva neppure nei dizionari. Oggi l’intercul-tura è non solo la tematica che caratterizza la rivista, ma anche la sua metodo-logia, grazie all’interattivi-tà e al volontariato.
CEM Mondialitàcomprende 3 sezioni
• «A scuola e oltre»: la sezione in cui viene proposta una riflessione non solo sulla scuola, ma anche sull’oltre-scuola, con analisi e indagini in ambito psicologico, so-ciale, antropologico.
• Il dossier è dedicato all’approfondimento di un tema spe-cifico, seguendo la tradizione semi-monografica della rivi-sta. Nell’anno 2009-2010 presenta la novità di quattro pa-gine centrali denominate Cittadinanza e Costituzione.
• Il «resto del mondo»: la terza parte ospita rubriche di at-tualità, recensioni, notizie dal mondo CEM, ecc.
Modalità di abbonamento- 10 numeri (da gennaio a dicembre) € 28,00- abbonamento triennale € 75,00- abbonamento d’amicizia € 75,00 - prezzo di un numero singolo € 4,00
Versamento sul c.c.p. n. 11815255
Ufficio Amministrazione – AbbonamentiCentro Saveriano Animazione MissionariaVia Piamarta 9 – 25121 BresciaTelefono 030.3772780 – Fax 030.3774965e-mail: [email protected]
SchedA dI IScrIzIone
Spedire entro il 31 luglio 2009 in busta chiusa a:ceM Mondialità – Via Piamarta, 9 – 25121 Brescia
con LA PreSenTe: InTendo PArTecIPAre AL conVeGno
Versare la quota di• € 95,00 (adulti),• € 60,00 (giovani fino a 21 anni),• € 45,00 (bambini),tramite CC Postale n° 11815255 intestato a CEM Mondialità,Via Piamarta 9 – 25121 Brescia(inviare fotocopia della ricevuta comprovante il versamento postale).
Mi iscrivo ai seguenti laboratori in ordine di preferenza(è possibile indicare un’alternativa nel caso il laboratorio di prima scelta non sia disponibile al momento dell’iscrizione)
q Modulo nuova formula
q Laboratorio N.
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nome
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cap città
professione
età tel
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