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4Gran Fondo Magazine

Date post: 08-Apr-2016
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a cura di Sauro Scagliarini | foto VisitBrabant e Sauro Scagliarini 136 137 4Granfondo MAGAZINE 4Granfondo MAGAZINE FOCUS Cicloturismo Arte e bicicletta apparentemente non hanno particolari contatti, ma evocano entrambe passione e bellezza che ricerco nel pedalare, quando ho tempo, godendo dei paesaggi che scorrono lentamente sotto le mie ruote. La celebrazione del 125° anno dalla morte di Vincent van Gogh mi ha consentito di approfondire la conoscenza del pittore, uno dei miei preferiti. Il Brabante è una provincia situata nel sud dei Paesi Bassi, al confine con il Belgio, lontana dal mare, e anche i canali d’acqua non sono così numerosi, nemmeno grandi e navigabili come nelle “terre basse”. Ci sono boschi e campi coltivati, ma non di tulipani. Le città non sono grandi e abbondano i paesi. Immancabili sono le piste ciclabili e le biciclette sono numerosissime. L’anniversario del cittadino più famoso della regione, e forse uno dei più noti di tutta l’Olanda, ha impresso un’ulteriore spinta al perfezionamento della già efficiente rete ciclabile che, con aggiustamenti mirati, ha unito in un unico itinerario di oltre 300 km, ribattezzato Van Gogh Cycle Route, tutti i punti rilevanti nella vita dell’artista, dove nacque, crebbe e maturò definitivamente la sua arte. Bici, design e innovazione Il mio giro è iniziato da Nuenen per motivi pratici: il microscopico paese è a soli 12 km dalla città di Eindhoven, la più importante della regione, con un aeroporto ben collegato a diversi scali italiani. La località non ha nulla a che fare con Vincent van Gogh, ma vale la pena di soggiornarvi almeno un paio di giorni perché offre stimoli elettrizzanti. È stata la sede mondiale della Philips fino al 1997 e un secolo di crescita ha consentito a questa città- azienda di svilupparsi in maniera intelligente e con grande attenzione agli aspetti sociali: qui tutti hanno la bicicletta perché sono più i chilometri di ciclabili che quelli di strade per le auto. Pare che tutti siano votati al design: i negozi con oggetti di ogni genere ALLE ORIGINI DI VINCENT VAN GOGH LUNGO LA VAN GOGH CYCLE ROUTE, SULLE TRACCE DEL NOTO PITTORE OLANDESE, ALLA SCOPERTA DELLA REGIONE DEL BRABANTE, DOVE TRASCORSE I SUOI ANNI GIOVANILI E DIEDE AVVIO ALLA SUA CARRIERA ARTISTICA
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Page 1: 4Gran Fondo Magazine

a cura di Sauro Scagliarini | foto VisitBrabant e Sauro Scagliarini

136 1374GranfondoM A G A Z I N E

4GranfondoM A G A Z I N E

FOCUS Cicloturismo

Arte e bicicletta apparentemente non hanno particolari contatti, ma evocano entrambe passione e bellezza che ricerco nel pedalare, quando ho tempo, godendo dei paesaggi che scorrono lentamente sotto le mie ruote. La celebrazione del 125° anno dalla morte di Vincent van Gogh mi ha consentito di approfondire la conoscenza del pittore, uno dei miei preferiti. Il Brabante è una provincia situata nel sud dei Paesi Bassi, al confine con il Belgio, lontana dal mare, e anche i canali d’acqua non sono così numerosi, nemmeno grandi e navigabili come nelle “terre basse”. Ci sono boschi e campi coltivati, ma non di tulipani. Le città non sono grandi e abbondano i paesi. Immancabili sono le piste ciclabili e le biciclette sono numerosissime. L’anniversario del cittadino più famoso della regione, e forse uno dei più noti di tutta l’Olanda, ha impresso un’ulteriore spinta al perfezionamento della già efficiente rete ciclabile che, con aggiustamenti mirati, ha unito in un unico itinerario di oltre 300 km, ribattezzato Van Gogh Cycle Route, tutti i punti rilevanti nella vita dell’artista, dove nacque, crebbe e maturò definitivamente la sua arte.

Bici, design e innovazione Il mio giro è iniziato da Nuenen per motivi pratici: il microscopico paese è a soli 12 km dalla città di Eindhoven, la più importante della regione, con un aeroporto ben collegato a diversi scali italiani. La località non ha nulla a che fare con Vincent van Gogh, ma vale la pena di soggiornarvi almeno un paio di giorni perché offre stimoli elettrizzanti. È stata la sede mondiale della Philips fino al 1997 e un secolo di crescita ha consentito a questa città-azienda di svilupparsi in maniera intelligente e con grande attenzione agli aspetti sociali: qui tutti hanno la bicicletta perché sono più i chilometri di ciclabili che quelli di strade per le auto. Pare che tutti siano votati al design: i negozi con oggetti di ogni genere

ALLE ORIGINI DI VINCENT VAN GOGHLUNGO LA VAN GOGH CYCLE ROUTE, SULLE TRACCE DEL NOTO PITTORE OLANDESE, ALLA SCOPERTA DELLA REGIONE DEL BRABANTE, DOVE TRASCORSE I SUOI ANNI GIOVANILI E DIEDE AVVIO ALLA SUA CARRIERA ARTISTICA

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offrono campionari dove la mano degli stilisti è facilmente percepibile. Uno dei più famosi d’Olanda, Piet Hein Eek (pietheineek.nl) ha sede appena fuori dal centro, in un grande capannone industriale con un amplissimo show room dove si possono ammirare mobili e alcuni pezzi unici realizzati con legno e altro materiale riciclato, che hanno influenzato il genere denominato scrapwood. Nell’area si trovano pure il ristorante, di design naturalmente, e la fabbrica dove si producono artigianalmente i mobili che, pur nella logica di una piccola realtà industriale, restano inimitabili. Da quando la Philips si è trasferita completamente ad Amsterdam i numerosi palazzi, i capannoni e le strutture si sono riconvertiti in contenitori di nuove attività, dove il design, la ricerca e le numerose facoltà universitarie rappresentano il moderno propellente di una società sbilanciata al futuro. Ho soggiornato nel curioso Art Hotel Eindhoven (Lichttoren 22 – inntelhotelsarteindhoven.nl), in origine una delle sedi amministrative della multinazionale e ora un albergo dai prezzi molto convenienti nel weekend: tutte le stanze sono differenti grazie al parziale restauro che mantiene un po’ l’aspetto dell’originale ufficio di un tempo.

Van Gogh Cycle RouteBasta uscire dal centro di Eindhoven e si è immersi nei campi: la ciclabile scorre a lato della strada principale e non c’è possibilità di errore di percorso. Una sosta obbligata è presso lo svincolo stradale, dove una sequenza di murales testimonia come in quest’area una volta all’anno si svolga un evento a inviti in cui i migliori writer possono ingentilire con la loro opera gli spazi grigi messi a disposizione dalla città. Il passaggio da un colorato svincolo autostradale a un quieto paese da cartolina, dove l’anima di Vincent van Gogh è ancora percepibile, è come un salto fra due dimensioni. Nuenen ha una bella piazza alberata, assai simile a quelle dei piccoli centri provenzali dove il pittore si trasferì negli ultimi anni di vita. Da essa partono poche strade che si perdono nella campagna. In questo microscopico paese arrivò a 30 anni, nella casa dei genitori, ci visse circa 2 anni e la sua attività artistica divenne totale, non più sporadica come era stata fino ad allora. Nell’imperdibile Vincentre un gruppo di appassionati, prevalentemente volontari, gestisce il centro multimediale dove si può assistere alla fedele ricostruzione della vita e del percorso artistico di Vincent van Gogh, da quando era ragazzo fino al suicidio a soli 37 anni. Meglio che in un museo, qui si percepisce la trasformazione artistica, dalla prime opere, scure e fredde come i colori del Brabante durante l’autunno

e l’inverno, a quelle luminose e sfavillanti della permanenza provenzale. L’audio guida (anche in italiano) racconta i suoi tormenti di uomo e i rapporti con la famiglia, facendo capire quanta parte abbia avuto l’aiuto del fratello per sostenerlo nella sua attività, che non produsse nessuna vendita finché visse, e successivamente della cognata alla quale va dato il merito della caparbia conservazione del nutrito epistolario che il pittore intrattenne con i parenti. Mi sono recato in bicicletta alla scoperta dei luoghi ritratti in alcuni celeberrimi quadri: ne esistono ancora 21 perfettamente integri fra i quali la chiesa del paese dove il padre predicava o l’Opwettense Watermolen, il mulino appena fuori dalla cittadina, trasformato in un caratteristico ristorante dove fermarsi anche solo per uno spuntino. Fra questo sito storico e un altro mulino a poca distanza, anch’esso ripreso nei dipinti, il Collse Watermolen, c’è una curiosissima installazione: un tratto di circa 600 m della Van Gogh Cycle Route è stato ricostruito da un artista con pietre che, al calar della sera, restituiscono la luce immagazzinata durante il giorno, per creare l’effetto ottico, sfavillante e pacatamente colorato, del celebre quadro “Notte Stellata”. Nella breve permanenza a Nuenen dipinse oltre 500 opere, tutte ispirate a luoghi e persone dell’area, compresa quella che è considerata l’opera omnia del periodo olandese: “I mangiatori di patate”. In nessun altro luogo produsse tanto. La piacevole pedalata su stradine senza traffico fa quasi pensare che il panorama fosse allora quasi identico, con tanti campi in successione e senza costruzioni invasive all’orizzonte. Nonostante le dimensioni, il paese offre un moderno hotel, molto accogliente e affacciato sulla piazza, che al proprietario non ha creato grandi dubbi nel trovare il nome quando è stato inaugurato pochi anni fa: Auberge Vincente (aubergevincent.com). Molto esclusivo, sempre vista piazza, il ristorante Lindenhof, dove lo chef stellato Soenil Bahadoer si cimenta nell’immancabile menu Van Gogh che, come i colori delle tele, cambia gli ingredienti in funzione della stagione.

Tra sacro e profanoLa tappa successiva mi porta a ‘s-Hertogenbosch (probabilmente di difficile pronuncia anche per gli olandesi, che semplificano tutti in Den Bosch) distante meno di 40 km, sempre pianeggianti e naturalmente interamente su ciclabile ben segnalata

che corre fra piccoli paesi e boschi. In città Vincent van Gogh non visse, ma nel bellissimo museo della città, il Nord Brabant Museum (hetnoordbrabantsmuseum.nl) si può ammirare l’unica collezione di dipinti ancora nella regione d’origine, esposta in una sezione dedicata. Dal prossimo ottobre la raccolta sarà rimpinguata da alcuni significativi prestiti. L’architettura del museo, ristrutturato e arricchito da una nuova sezione in stile ultramoderno, offre luminose sale per altre mostre. Piacevole la sosta nella caffetteria, che pare una grandissima

serra affacciata su un prato dove durante l’estate vengono portati i bambini a dipingere. Gli stanchi ciclisti, ma anche i visitatori, trarranno grande compiacimento ordinando il dessert tipico della città, il Bossche Bol (o chocoladebol), un grosso profiterole più grande di una palla di tennis, tutto di panna e ricoperto di cioccolato fondente indurito. Per la sua unicità tanti olandesi che viaggiano in treno lo comprano nella famosa pasticceria Jan De Groot di fronte alla stazione per portarsi a casa la leccornia locale che si trova soltanto qui.

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FOCUS Cicloturismo

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L’arte a portata di ciclistaEtten-Leur è stato per me il capolinea dell’itinerario sulle tracce di Vincent van Gogh. In totale ho percorso circa 200 km sulle ciclabili della Van Gogh Cycle Route (300 km): quelli che mancano sono dovuti al non aver pedalato intorno alle aree cittadine. Questa modalità permette a chi arriva in auto o con altri mezzi di procedere in bici nell’area e di ritornare al punto di partenza prima di trasferirsi con i propri mezzi nella località successiva. Anche la successione dei luoghi può essere personalizzata in funzione dell’uso del treno (ns.nl), molto comodo ed efficiente, e dove esso non arriva ci sono bus altrettanto frequenti e comodi. Da Etten-Leur ho raggiunto Breda a 15 km, la città più vicina con stazione dei treni. Da lì in un’ora e un quarto si arriva ad Amsterdam, dove si può visitare il Museo dedicato interamente a Vincent van Gogh, con la collezione di opere più fornita al mondo, oppure si può andare in direzione Arnhem (1h30’) per trascorrere la giornata nel bellissimo parco nazionale De Hoge Veluwe all’interno del quale c’è il Kröller-Müller Museum, con la seconda collezione più fornita di opere dell’artista, che convivono con una raccolta d’arte fornitissima messa insieme nei primi decenni del ’900 dai mecenati della fondazione che ha dato il nome al Museo. La curiosità di questa visita è che si arriva alle porte del parco, e per visitarlo o giungere all’entrata del Kröller-Müller si devono usare le bianche biciclette messe a disposizione nei diversi

accessi. Ho poi ancora usato il treno per ritornare al punto di partenza di Eindhoven. Il costo dei biglietti per le varie destinazioni varia da 10 a 20 euro al massimo e la bicicletta ha un costo fisso di 6 euro (basta caricarla sul vagone e posizionarla negli spazi appositi). Anche il vettore aereo low cost Transavia offre la possibilità di trasportarla a un costo ragionevole (127 euro costo totale per una tratta, di cui 40 per la bici e 15 per il bagaglio). Per informazioni sul ricco calendario di eventi organizzati nel Brabante per celebrare l’anniversario della morte di Vincent Van Gogh si può consultare il sito:

vangoghbrabant.com

Questa pasticceria ne produce oltre 15.000 a settimana! Den Bosch è una città molto antica e piacevolissima da visitare, sia nel centro, con la grande piazza che si trasforma in un colorato mercato di bancarelle con prodotti tipici, sia nella parte parzialmente sotterranea con canali d’acqua che portano al fiume. Piatte barche conducono in un tour suggestivo di circa un’ora che mostra come la via fluviale aiutò nei secoli i commerci. Il monumento più significativo è la cattedrale romanica di St. Jan del 1200. Dopo il sacro, uno sguardo al profano: una comoda rampa in discesa porta a un enorme garage esclusivamente per le biciclette, che vengono impilate dagli utenti in appositi contenitori sotto lo sguardo vigile degli addetti. Ce ne stanno alcune migliaia e in una piccola città di 140.000 abitanti ce ne sono altri due. L’hotel consigliato è il Central (goldentuliphotelcentral.nl), che si affaccia proprio sulla piazza dove troneggia la statua del pittore Hieronymus Bosch, il cittadino più celebre. Nel 2016 ricorreranno 500 anni dalla sua morte e sono in programma diversi eventi in città.

Un’isola pedonale Poco distante da Den Bosch, solo 18 km che si percorrono sull’immancabile ciclabile principalmente sull’argine del fiume Meuse, si trova la piccola città di Heusden. Anche se qui Vincent van Gogh non ha lasciato traccia, la sosta è immancabile. Colpisce l’insolita struttura del borgo, che si percepisce meglio dalle immagini aeree: un poligono fortificato su una penisola completamente circondata dall’acqua. L’impostazione di strade e palazzi è la stessa di mille anni fa, con vie molto strette e case vicinissime che la rendono una perfetta isola pedonale nel vero senso della parola. Pedalare lentamente sul ciottolato è il modo più comodo per curiosare in giro: la vocazione turistica è visibile per i tanti negozi di artigianato, gallerie d’arte e invitanti ristoranti, ma non è meno percepibile l’atmosfera ovattata che rende il soggiorno una piacevole giornata di relax. Molto dutch la tappa alla birreria Kareltje, in un ambiente informale che propone menù appetitosi accompagnati da birre artigianali. Gli hotel sono di dimensioni contenute e a conduzione familiare. Ho optato per un B&B, il Gastenverblijf Indewijksehof (indewijksehof.nl), una piccola villetta indipendente che dà sul giardino in stile provenzale.

Il luoghi natali La tappa successiva sulle tracce dell’artista attraverso la Van Gogh Cycle Route porta a Tilburg, la città dove si trasferì per frequentare la scuola superiore e dove fu avviato alla pittura. È oggi un sito industriale e l’antico

centro è schiacciato dai quartieri moderni che gli sorgono intorno e dall’Università. Il trasferimento di circa 35 km è assai piacevole, perché attraversa il parco Loonse & Drunense Duinen, che alterna fitti boschi a zone con dune sabbiose. A Tilburg è stata ricostruita nella maniera più originale la “drawing room” dove si organizzano lezioni gratuite di pittura per bambini e adulti. Ho preferito non sostare troppo tempo in città, ma pedalare ancora per arrivare al piccolo villaggio di Zundert, località natale di Vincent van Gogh. Questa memoria è valorizzata attraverso una parziale ricostruzione della casa originale in cui sorge il Van Gogh Huis, che racconta la vita dell’area nell’800. Nel giardino è stata eretta una struttura dove si espongono opere contemporanee di artisti che hanno tratto ispirazione dal lavoro del maestro. Un’altra traccia del passaggio della famiglia in paese (il padre era il parroco e predicò nella stessa chiesa che esiste tutt’ora) la si trova nel cimitero dove è sepolto Vincent Van Gogh, fratello maggiore morto in fasce da cui prese il nome. Nell’ala ricostruita della casa originale oggi c’è il raffinato ristorante Auberge Van Gogh, affacciato sul giardino dove l’artista crebbe fino all’adolescenza. Nel villaggio si può fare la divertente esperienza di dormire in un B&B immerso nella campagna olandese: la prima colazione è genuina e i prodotti sono della fattoria. Riparto quindi alla volta di Etten-Leur, altro paese dove il pittore visse e dipinse nel suo primo atelier. La pedalata è breve e facile: 15 km pianeggianti dove la ciclabile corre affiancata a strade poco trafficate, o attraversando aree verdi che paiono parchi, ma che in realtà sono giardini di villette molto curati, dove siepi e fiori sono una delle componenti fisse. Man mano che la città si avvicina, le case iniziano a essere più vicine tra loro e dietro i tetti spuntano guglie o campanili. Si arriva in poco tempo sotto il duomo, lo stesso che fu teatro di messe e prediche del padre dell’artista. A fianco sorge, in una graziosa costruzione di antichi mattoncini rossi, il Vincent Van Gogh Informatiecentrum, dove si può assistere a un vero film (20’ circa) interpretato da attori che danno l’esatta idea della vita di quei tempi e di come Vincent van Gogh presumibilmente si muoveva in questo paese, dove per la prima volta dipinse ritratti con i suoi modelli preferiti, i contadini. Con i volontari si può trascorrere una piacevole mezza giornata pedalando nei luoghi di campagna che furono immortalati nei suoi quadri.

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