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56 SPAZI PER LA MUSICA Ivano Gianola Carmelo Rifici ... · Il LAC di Lugano Sinergia e ... gia del...

Date post: 16-Feb-2019
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56 SPAZI PER LA MUSICA Ivano Gianola foto Alessandra Chemollo Il LAC di Lugano Sinergia e polifunzionalità Lo spazio in movimento: il teatro Carmelo Rifici Direttore artistico del Teatro di Lugano al LAC Il rapporto tra architettura e spettacolo dal vivo, che si tratti di teatro o di danza, non è di antichissima data. Anche se l’arte della narrazione ha origini arcaiche (convenzional- mente VIII secolo a.C.), la costruzione dello spazio architet- tonico teatrale inizia solo insieme alla grande drammatur- gia del teatro greco, alle soglie dell’età ellenistica (IV secolo a.C.). Prima della civiltà greca sono pochi gli edifici teatrali progettati in quanto tali. Lo spettacolo dal vivo, invece, risa- le ai rituali religiosi dei primi insediamenti umani, nei qua- li uno sciamano, mascherato e in estasi, raccontava, in uno spazio simbolico, con il fuoco al centro e un uditorio tutt’in- torno, paure e desideri dei primi uomini; ma già alcuni testi sacri dell’antico Egitto, ad esempio quello che racconta della morte e della risurrezione del dio Osiride, sono scritti in for- ma dialogica e probabilmente pensati per la rappresenta- zione. Questa eventuale rappresentazione sarebbe tuttavia avvenuta nell’ambito dell’edificio religioso, e non in un luo- go progettato appositamente per la messinscena. Lo spa- zio, simbolico e mistico, rappresentava perfettamente quel vuoto-pieno che necessitava all’attore per far comparire il fantasma della recitazione. Il teatro greco, con la sua skené, l’Orchestra e la Cavea, rompe per sempre il legame tra rap- presentazione e religione e instaura, con l’evento teatrale, un nuovo matrimonio basato sul concetto: su uno spazio ragio- nato per la fruizione del pubblico. Lo spettacolo, man mano, diventa frontale, perde la sua circolarità e la sua simbologia; l’architettura amplifica questa sua necessità di passare da rito religioso a rito sociale (borghese, diremmo oggi). Questo è durato, tra crisi e divorzi – si pensi al teatro medievale che ha riportato lo spettacolo fuori dagli edifici – fino ad oggi. Le cose, però, sono cambiate, il mondo occidentale-razionale ha mostrato le sue faglie, le sue fragilità e l’architettura te- atrale è tornata a chiedersi se continuare ad essere edificio inamovibile o spazio dinamico, che vive nel vuoto in quanto desidera essere riempito da un contenuto. L’architetto Gia- nola, a mio avviso, ha preso questa seconda strada. Il LAC, con i suoi spazi aperti e alti, con le sue vetrate, sembra cer- care una continua osmosi tra esterno e interno vuole sugge- stionare il pubblico trasportandolo in uno spazio altro, ma senza ricorrere a facili abbellimenti estetici, capaci solo di distrarlo dallo spettacolo a cui sta per assistere. La pietra, il marmo, e i colori del LAC sembrano, anzi, voler recuperare una verticalità. E se la sala teatrale moderna impedisce per sempre il recupero antropologico del teatro come rituale mi- stico, riesce comunque, grazie alla sua essenzialità, all’ab- battimento degli orpelli e del boccascena teatrale, a permet- tere allo spettatore di avere uno sguardo libero e proiettato verso il palcoscenico. Il teatro torna ad essere così uno spec- chio, quindi uno strumento simbolico, e di questo bisogna ringraziare il lavoro dell’architetto Gianola che ha saputo misurare magicamente le giuste distanze e prospettive tra il palcoscenico e la platea. Luogo: Lugano, Piazza Bernardino Luini 6 Committenza: Città di Lugano Architettura: Ivano Gianola Studio d’architettura, Mendrisio collaboratori: S. Rizzi, G. Battaglia, P. Stoppa, M. Guidicelli, G. Gennaio, R. Toscanelli, F. De Dominicis, O. Medici, G. De Sigis, S. Rondina, C. Brunori Architettura del paesaggio: Pandakovic e Associati, Como Ingegneria civile: Balmelli e Partner Ingegneria, Lugano; Studio Ingegneria Sciarini, Vira Gambarogno; Passera e Pedretti Consulting, Grancia; AR & PA Engineering, Pregassona Progetto impian- ti elettrici: Elettroconsulenze Solcà, Mendrisio; Alpiq, Lugano; Scherler, Lugano Consulenza antincendio: Istituto di Sicurezza/Swissi, Massagno Fisica della costruzione: IFEC Consulenze, Rivera Acustica ambientale: Müller-BBM, Planegg Illuminotecnica: Consuline Architetti Associati, Milano Progetto facciate: Renato Conti, Sergio Hofer, Lugano Ingegneria meccanica: Tami-Cometta & Associati, Lugano; Alpiq, Lugano; Visani Rusconi Talleri, Lugano Scenotecnica: Kunkel Consulting, Bür Scenografia: Peter Bissegger, Intragna Circolazione: Brugnoli e Gottardi Ingegneri Consulenti, Massagno Segnaletica: CCRZ, Balerna Impresa generale: COMSA, Barcellona Fotografia: Alessandra Chemollo, Venezia Date concorso: 2000-2002 progetto: 2003-2008 opere preliminari: 2006-2009 realizzazione: 2006-2015 Per il progetto dell’intero edificio cfr. Archi 4/2015
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ICA Ivano Gianola

foto Alessandra Chemollo

Il LAC di LuganoSinergia e polifunzionalità

Lo spazio in movimento: il teatroCarmelo RificiDirettore artistico del Teatro di Lugano al LAC

Il rapporto tra architettura e spettacolo dal vivo, che si tratti di teatro o di danza, non è di antichissima data. Anche se l’arte della narrazione ha origini arcaiche (convenzional-mente VIII secolo a.C.), la costruzione dello spazio architet-tonico teatrale inizia solo insieme alla grande drammatur-gia del teatro greco, alle soglie dell’età ellenistica (IV secolo a.C.). Prima della civiltà greca sono pochi gli edifici teatrali progettati in quanto tali. Lo spettacolo dal vivo, invece, risa-le ai rituali religiosi dei primi insediamenti umani, nei qua-li uno sciamano, mascherato e in estasi, raccontava, in uno spazio simbolico, con il fuoco al centro e un uditorio tutt’in-torno, paure e desideri dei primi uomini; ma già alcuni testi sacri dell’antico Egitto, ad esempio quello che racconta della morte e della risurrezione del dio Osiride, sono scritti in for-ma dialogica e probabilmente pensati per la rappresenta-zione. Questa eventuale rappresentazione sarebbe tuttavia avvenuta nell’ambito dell’edificio religioso, e non in un luo-go progettato appositamente per la messinscena. Lo spa-zio, simbolico e mistico, rappresentava perfettamente quel vuoto-pieno che necessitava all’attore per far comparire il fantasma della recitazione. Il teatro greco, con la sua skené, l’Orchestra e la Cavea, rompe per sempre il legame tra rap-presentazione e religione e instaura, con l’evento teatrale, un nuovo matrimonio basato sul concetto: su uno spazio ragio-nato per la fruizione del pubblico. Lo spettacolo, man mano, diventa frontale, perde la sua circolarità e la sua simbologia; l’architettura amplifica questa sua necessità di passare da rito religioso a rito sociale (borghese, diremmo oggi). Questo è durato, tra crisi e divorzi – si pensi al teatro medievale che ha riportato lo spettacolo fuori dagli edifici – fino ad oggi. Le cose, però, sono cambiate, il mondo occidentale-razionale ha mostrato le sue faglie, le sue fragilità e l’architettura te-atrale è tornata a chiedersi se continuare ad essere edificio inamovibile o spazio dinamico, che vive nel vuoto in quanto desidera essere riempito da un contenuto. L’architetto Gia-nola, a mio avviso, ha preso questa seconda strada. Il LAC, con i suoi spazi aperti e alti, con le sue vetrate, sembra cer-care una continua osmosi tra esterno e interno vuole sugge-stionare il pubblico trasportandolo in uno spazio altro, ma senza ricorrere a facili abbellimenti estetici, capaci solo di distrarlo dallo spettacolo a cui sta per assistere. La pietra, il marmo, e i colori del LAC sembrano, anzi, voler recuperare una verticalità. E se la sala teatrale moderna impedisce per sempre il recupero antropologico del teatro come rituale mi-stico, riesce comunque, grazie alla sua essenzialità, all’ab-battimento degli orpelli e del boccascena teatrale, a permet-tere allo spettatore di avere uno sguardo libero e proiettato verso il palcoscenico. Il teatro torna ad essere così uno spec-chio, quindi uno strumento simbolico, e di questo bisogna ringraziare il lavoro dell’architetto Gianola che ha saputo misurare magicamente le giuste distanze e prospettive tra il palcoscenico e la platea.

┌ Luogo: Lugano, Piazza Bernardino Luini 6 Committenza: Città di Lugano Architettura: Ivano Gianola Studio d’architettura, Mendrisio collaboratori: S. Rizzi, G. Battaglia, P. Stoppa, M. Guidicelli, G. Gennaio, R. Toscanelli, F. De Dominicis, O. Medici, G. De Sigis, S. Rondina, C. Brunori Architettura del paesaggio: Pandakovic e Associati, Como Ingegneria civile: Balmelli e Partner Ingegneria, Lugano; Studio Ingegneria Sciarini, Vira Gambarogno; Passera e Pedretti Consulting, Grancia; AR & PA Engineering, Pregassona Progetto impian-ti elettrici: Elettroconsulenze Solcà, Mendrisio; Alpiq, Lugano; Scherler, Lugano Consulenza antincendio: Istituto di Sicurezza/Swissi, Massagno Fisica della costruzione: IFEC Consulenze, Rivera Acustica ambientale: Müller-BBM, Planegg Illuminotecnica: Consuline Architetti Associati, MilanoProgetto facciate: Renato Conti, Sergio Hofer, LuganoIngegneria meccanica: Tami-Cometta & Associati, Lugano; Alpiq, Lugano; Visani Rusconi Talleri, Lugano Scenotecnica: Kunkel Consulting, Bür Scenografia: Peter Bissegger, Intragna Circolazione: Brugnoli e Gottardi Ingegneri Consulenti, Massagno Segnaletica: CCRZ, Balerna Impresa generale: COMSA, Barcellona Fotografia: Alessandra Chemollo, Venezia Date concorso: 2000-2002 progetto: 2003-2008 opere preliminari: 2006-2009 realizzazione: 2006-2015

Per il progetto dell’intero edificio cfr. Archi 4/2015

Accogliere la musica sinfonica: la sala da concertoEtienne ReymondDirettore del Lugano Festival al LAC

Considerando che in Europa una nuova sala per con-certi di musica sinfonica viene aperta ogni cinque anni, prima del LAC la Svizzera era in una situazione arretrata. Infatti, l’ultima sala concertistica costruita in Svizzera è quella del KKL a Lucerna, inaugurata nel 1998. Già in fase di concorso, il Comune di Lugano, impressionato positiva-mente dal progetto del KKL, richiedeva non solo la realizza-zione di un auditorium adatto a molteplici usi, ma anche di una sala per concerti di musica sinfonica di prim’ordine. E l’area dell’Ex-Palace si prestava perfettamente ad accoglie-re un programma così complesso: la posizione dell’edifi-cio è, infatti, la migliore possibile in città, davanti al lago e inserita nel verde. Scegliendo il progetto dell’architetto Gianola e dello studio d’ingegneria acustica Müller-BBM, l’Amministrazione ha premiato l’eccellenza in fatto di cono-scenza ed esperienza in grado di produrre una sala bella e acusticamente perfetta, e dalle dimensioni adatte a una cit-tà come Lugano – 1000 posti – non troppo grande, comoda e flessibile. La sala è spaziosa, piacevole e confortevole, ma soprattutto alta. L’altezza è importante per il suono (del-la musica e della parola), che deve trovare idonee superfici riflettenti disposte a soffitto. Anche se la sala concertistica del LAC è uno spazio che si presta alle più diverse categorie di rappresentazioni, la sapiente e abile progettazione di Gia-

nola e Müller-BBM ha fatto sì che, per quanto il LAC sia stato concepito come sala per concerti di musica sinfonica, ogni utilizzo possa essere considerato al pari di quello principale. Questo è possibile grazie alla conchiglia acustica, in grado di trasformare un teatro in sala da concerti. Quando assi-stiamo a un concerto, è difficile immaginare che, il giorno prima, al posto di una sala orchestrale c’era un palcosceni-co dove andava in scena uno spettacolo di prosa o di opera lirica. Ma la novità assoluta è che la sala del LAC è la sola in Svizzera ad avere una propria stagione musicale, cosa che oggi avviene solo in città come Parigi, Londra e Vienna. Gra-zie alla nuova sala concertistica è possibile, infatti, garanti-re il programma del Lugano Festival, che prevederà anche recital, musica da camera e quella operistica – che finora avevano poco spazio in Ticino – dando spazio ai giovani mu-sicisti e richiamando non solo il pubblico locale ormai conso-lidato, ma anche un pubblico proveniente dalla Lombardia e dalla Svizzera interna che pure produce, durante i periodi festivi, un’offerta musicale valida. Con il LAC, Lugano ha ora la possibilità di offrire un prodotto di altissimo livello, ade-guato al panorama culturale europeo.

Il valore aggiunto del LAC è, infine, la sua intrinseca capacità di facilitare sinergie. Data la compresenza di mu-seo e teatro è, infatti, possibile lavorare in collaborazione, favorendo progetti culturali trasversali e creando le condi-zioni per cui un’inaugurazione di una mostra d’arte o uno spettacolo teatrale importante possano essere le occasioni per attirare un pubblico dai molteplici interessi. Avere tutte queste condizioni in un solo edificio è straordinario.

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Sezione trasversale del LAC. In evidenza, la sala teatrale per 1000 posti

Nelle pagine successiveSequenza di tre viste interne del Teatro dove risaltano le sue forti geometrie espresse dalle balconate, dal so�tto ondulato e dalle pareti mosse

1 Sezione longitudinale 2 Pianta della platea 3 Sezione esecutiva trasversale

Disegni Ivano Gianola

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Sezione trasversale del LAC. In evidenza, la sala teatrale per 1000 posti

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ICA Sull’armonia dell’acustica

nell’architettura del LACJürgen Reinhold, Studio Müller-BBM

«La forma della grande sala in pianta e sezione, è total-mente determinata dal disegno dell’acustica, il cui effetto è di dirigere le onde sonore in modo da amplificarle e da ricon-durle, senza effetti di ritorno né ritardi, alle orecchie degli ascoltatori più lontani».

Le Corbusier, 1926

Il progetto: architettura e acusticaL’armonia tra architettura e acustica rappresenta

una condizione di base determinante per poter costruire un auditorium con una qualità acustica di altissimo livello. L’architetto è tenuto a considerare le esigenze dell’acustica integrandone i relativi accorgimenti nel suo progetto archi-tettonico. Un’architettura dominante e quasi imposta all’a-custica comporta compromessi e inevitabilmente la perdita della qualità acustica stessa. D’altra parte, però, l’architettu-ra non dovrebbe essere decisa in base al progetto acustico, un principio questo che è il leitmotiv di Müller-BBM. Grazie alla stretta collaborazione tra gli architetti e gli acustici si potrà raggiungere il traguardo di creare un’opera unica, straordinaria sia dal punto di vista acustico che da quello architettonico.

Quando, nell’anno 2002, l’architetto Gianola vinse il concorso per la realizzazione del Nuovo Centro Culturale Lu-

gano (NCCL) – così era chiamato il LAC nei primi anni – ven-ne stabilita da subito una buona premessa per lo sviluppo di un auditorium ottimale.

L’architetto Ivano Gianola e io, quale specialista nella progettazione acustica di teatri e sale da concerto di Müller-BBM e responsabile di progetto, formammo assieme agli al-tri progettisti un team di progettazione ideale.

L’approccio comune di Gianola e mio sul tema dell’ar-monia tra architettura e acustica ha contraddistinto fin dall’i-nizio l’eccellente cooperazione. Lo sviluppo del lavoro si è ba-sato sulla bozza di progetto presentata al concorso e sullo scopo d’uso degli ambienti che man mano diveniva più con-creto. Siccome lo svolgimento di concerti di musica sinfoni-ca richiede che l’Auditorium abbia i massimi requisiti acusti-ci, modifiche al progetto divennero indispensabili. Il soffitto venne alzato di due metri così da aumentare significativa-mente il volume di spazio e vennero integrati i palchetti late-rali che ora caratterizzano l’architettura. Integrando anche un sistema di acustica variabile si sono potuti rispettare senza compromessi i requisiti più alti, ovvero quelli per l’uso concerto. Nell’auditorium, nella configurazione per musica sinfonica, si può apprezzare al meglio la fusione tra la forma architettonica e la funzione acustica. La conchiglia acustica è stata installata dietro il portale.

I rivestimenti e la forma delle pareti sono stati studiati in modo tale che non si percepisca una transizione tra sala e palcoscenico e si abbia l’impressione di essere in una sala concerti e non in un teatro.

ProgrammaConsiderate le dimensioni della città di Lugano, com-preso il bacino di utenza dell’immediato intorno, si è scelta la capienza di 1000 posti per la sala concertisti-ca e per le molte varianti d’uso. Lo spettro d’utilizzo da prendere in considerazione per il LAC era ampio: concerti di musica sinfonica con e senza coro, con-certi di musica da camera, concerti di solisti, spettacoli di opera lirica, spettacoli di teatro di prosa, musical, balletto, congressi e conferenze. Tuttavia si è scelto da subito di non accettare alcun compromesso su nessuna delle funzioni: le condizioni per ogni modalità d’uso do-vevano essere quelle ottimali sia dal punto di vista acu-stico che dal punto di vista funzionale e questa è stata una grossa sfida nel corso della progettazione.Nell’edificio del LAC, oltre alla sala teatrale e concertisti-ca sono stati inseriti una piccola sala indipendente per manifestazioni, da 100 posti, e il Teatro Studio. Quest’ul-timo è utilizzato come sala prove e piccola sala concerti per concerti di solisti e concerti di musica da camera.

Nascita dell’Auditorium. La messa a punto delle geometrieLa decisione di proporre l’impianto di una sala rettango-lare classica, nel gergo degli acustici chiamata shoe box, era stata presa dall’architetto Gianola già in fase di concorso e ne sono risultati presupposti acustici otti-mali. In una sala da concerti lunghezza, larghezza e al-tezza devono avere un determinato rapporto. Con di-

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mensioni di 35 m di lunghezza fino al portale (50 m includendo la conchiglia grande), 20 m di larghezza e 15 m di altezza massima, vengono create proporzioni ideali, simili a quelle di sale famose come la Musikver-einssaal a Vienna.La disposizione degli spettatori nella platea e in zona galleria è stata verificata in riferimento alla visibilità ver-so il palcoscenico. Infatti, tutti i posti in platea e galleria presentano un eccellente contatto visivo con il palco-scenico. Un buon contatto visivo significa, in conclusio-ne, anche un buon collegamento a livello di suono diret-to tra gli artisti e gli spettatori.

Silenzio in salaTutti gli interventi di acustica architettonica realizzati possono generare una qualità effettivamente straordi-naria solo se nell’ambiente vi è prima di tutto un silen-zio assoluto: ogni rumore esterno, ogni disturbo deve essere assolutamente impercettibile.Per ottenere questo risultato abbiamo creato il cosiddetto «giunto acustico», un giunto che separa l’intero Auditorium da tutti gli elementi costruttivi circostanti: le pareti sono doppie, una interna, separata dal resto, e una esterna con-nessa con l’edificio. Le porte sono realizzate come filtri acustici, ovvero con due livelli di infissi in serie. Tutte le sca-le sono isolate acusticamente per impedire il propagarsi del rumore del calpestio. La posizione stessa della sala nell’edificio è acusticamente schermata dall’esterno. Tutti questi elementi hanno la funzione di proteggere la sala.

Ventilazione e climatizzazioneLa ventilazione e la climatizzazione nell‘Auditorium non devono rispondere soltanto ai requisiti in mate-ria di igiene. Il citato silenzio nella sala può essere ot-tenuto soltanto se l’impianto di ventilazione lavora in modo assolutamente silenzioso. Tuttavia di rilevanza acustica non è solo il livello di rumore. Devono esserci anche determinate condizioni climatiche nell’ambien-te quali una temperatura di 20-22°C e un’umidità d’aria relativa di 50 ±5%. Un’umidità d’aria troppo bassa comporterebbe un aumento dell’assorbimento delle alte frequenze da parte dell’aria con conseguen-te perdita della brillantezza del suono. L’aria di manda-ta viene immessa attraverso un plenum e bocchette d’aria nel pavimento di legno sotto ogni poltrona degli spettatori. Fessure invisibili praticate ai bordi del sof-fitto della sala servono per l’estrazione dell’aria di ri-presa la quale, a sua volta, viene aspirata usando il metodo acusticamente vantaggioso della creazione di un plenum nell’intercapedine del soffitto.

Controllo dell’esecuzione delle opere civiliIl controllo delle costruzioni edili di rilevanza acustica è stato effettuato seguendo in itinere l’avanzamento dei lavori di costruzione. La massima attenzione è sta-ta concentrata sulla realizzazione corretta del giunto acustico che separa completamente l’auditorium dal resto dei corpi costruttivi. Oltre al coordinamento di dettagli con i direttori dei lavori per la corretta messa

Superfici dell‘AuditoriumLe superfici che delimitano l’ambiente dell’Auditorium sono di diversi tipi. La maggior parte di queste superfici ha rilevanza acustica ed è fono-riflettente. In molti casi si tratta di pannelli di legno con masse diverse le cui superfici sono sagomate e inclinate a seconda delle esigenze acustiche. Le superfici delimitanti l’ambiente hanno un compito molto importante: dirigono le riflessioni sonore dall’orchestra al pubblico e generano una certa diffusione del suono («scattering») in modo da renderlo più morbido. Una volta stabiliti i corretti

in opera sono anche stati effettuati continui sopralluo-ghi in cantiere. Per gli elementi più delicati abbiamo rile-vato misurazioni acustiche sulla costruzione grezza, du-rante le lavorazioni successive e a conclusione delle opere in modo da garantire un ottimo risultato acustico passo dopo passo. Il corretto funzionamento del giunto acustico, ad esempio, è stato verificato misurando la propagazione delle vibrazioni tra il guscio di calce-struzzo interno e quello esterno.

Prime proveDopo molti anni di progettazione e di messa in opera le aspettative erano altissime.Le prime prove dell’orchestra OSI e del Teatro sono state accompagnate dalla Müller-BBM. In tale occasione vi era la possibilità di effettuare le ultime regolazioni di precisione in stretta collaborazione con gli artisti. Passo dopo passo sono stati eseguiti piccoli adattamenti e gli artisti hanno imparato a utilizzare e far suonare il loro «nuovo strumento». La prima serie di eventi che si è svolta al LAC è consistita nei 10 concerti per i bambi-ni delle scuole ticinesi. Durante i concerti, un totale di 7’000 allievi delle scuole elementari ticinesi hanno avuto l’occasione di conoscere il LAC come primi spet-tatori. Un pubblico giovane, con un entusiasmo insu-perabile, ha applaudito e acclamato ad alta voce l’or-chestra e il concerto sotto la direzione del maestro Philippe Béran, ed è stato un momento emozionante!

parametri acustici per tutte le superfici, è stato possibile garantire la necassaria distribuzione del suono dal palcoscenico e dal golfo mistico verso i posti degli spettatori. Grazie al giusto bilanciamento del potere fonoassorbente e fonoriflettente delle superfici sono state soddisfatte le aspettative relative al timbro che rappresenta un criterio fondamentale della qualità acustica nell’Auditorium. Anche la sensazione di essere circondati dal suono e il senso di intimità di una sala dipendono dalla forma delle superfici delimitanti l’ambiente.

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ICA Soffitto della sala

Il compito più importante del soffitto della sala consiste nell’assicurare tutti gli ascoltatori a riflessioni sonore primarie e nel creare un buon ritorno del suono per i musicisti nel golfo mistico. Abbiamo sviluppato la forma ondulata del soffittoin modo da potere integrare i punti luce nel rivestimento della sala e garantire al tempo stesso la necessaria alimentazione con riflessioni sonore primarie dei posti spettatori. Elementi disposti a soffitto scorrevoli permettono di chiudere completa-mente le aperture per i punti luce quando questi non sono in uso, rendendoli invisibili e creando al contempo una superficie fonoriflettente. Questa configurazione viene normalmente adottata per i concerti classici. Con il suo peso molto elevato, il soffitto della sala, realizzato con pannelli di legno, dispone di caratteristiche di riflessione del suono ideali su tutta la gamma, dalle basse fino alle alte frequenze.

PoltroneLe poltrone, oltre a dover essere comode, svolgono anche una funzione acustica. Esse devono compensa-re le differenze acustiche, in particolare dei tempi di riverbero, nell’Auditorium senza pubblico durante le prove e al completo durante le rappresentazioni. In questo modo gli artisti trovano condizioni molto simili durante le prove e durante gli spettacoli. La poltrona ottimizzata in laboratorio dal punto di vista acustico presenta, da vuota, un potere fonoassorbente soltanto di poco inferiore a quello che ha quando è occupata da una persona.

Conchiglia acusticaPer i concerti di musica sinfonica è montata sul palcoscenico una conchiglia acustica che copre tutto il boccascena con un’altezza di 11 m. Ciò permette di trasformare in modo perfetto, sia dal punto di vista acustico che da quello architettonico, una sala da congressi, da opera lirica o da spettacoli di prosa in una sala da concerti.La conchiglia acustica consiste in nove elementi verticali alti e stretti che vengono stoccati in corrispondenza della parete posteriore del palcoscenico. La struttura modulare della conchiglia acustica la rende molto variabile in modo che, a seconda della grandezza dell’orchestra, con o senza coro, per musica da camera e concerti di solisti, si possa installare sempre una conchiglia di dimensioni ideali. Tutte le superfici della conchiglia acustica sono state realizzate come le superfici di legno della sala dell’Auditorium ottenendo così l’auspicato passaggio omogeneo tra gli ambienti. Nella sua versione più ampia, la conchiglia acustica offre spazio per grandi orchestre di 80 orchestrali e 80 coristi.

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ProscenioLe superfici del proscenio, cioè le superfici delle pareti e del soffitto in corrispondenza del golfo mistico, direttamente contigue all’apertura del portale, rappresentano una zona acusticamente molto importante. Attraverso queste superfici viene stabilito il contatto acustico tra palcoscenico e golfo mistico e viceversa, come pure tra gli stessi orchestrali. Inoltre, le superfici del proscenio sostengono le sorgenti sonore provenienti dal palcoscenico, in particolare le voci dei cantanti. Nell’opera lirica, la forma delle superfici del proscenio è decisiva per il corretto equilibrio tra le voci dei cantanti in palcoscenico e l’orchestra nel golfo mistico. La forma arrotondata delle pareti del proscenio che si aprono verso la sala adempie in modo perfetto a queste importanti funzioni. Grazie agli elementi orizzontali si possono rimandare utili riflessioni multiple supplementari nel golfo mistico e dirigerle anche nel primo settore della platea.

Elementi per la diffusione del suonoSe si vuole ottenere un’impressione sonora morbida e armoniosa è necessario realizzare determinate superfici con strutture superficiali irregolari, di piccolo formato che producono la diffusione del suono. Conosciamo questi elementi dalle sale storiche dove le ricche decorazioni, profili in stucco, statue e colonne svolgono questo compito. Nel LAC si trovano superfici a zigzag, piuttosto marcate e molto articolate, che sono state disposte lungo le pareti laterali sopra le balconate e la galleria e che si estendono fino al soffitto della sala. Queste strutture di legno le cui forme geometriche cambiano continuamente provvedono alla necessaria diffusione delle alte frequenze, seguendo il modello storico, ma in chiave moderna. Un compito simile svolgono i parapetti curvati dei balconi e della galleria che però, a causa delle dimensioni più grandi, agiscono nella gamma delle frequenze medie.

Golfo misticoDurante le rappresentazioni di opera lirica l’orchestra viene sistemata nel golfo mistico. Il golfo mistico è suddiviso in una fascia aperta e in una coperta sottostante la parte anteriore del palcoscenico. Tre podi d’orchestra che formano il pavimento del golfo mistico permettono una disposizione a scalare molto flessibile. Durante le rappresentazioni di spettacoli teatrali e di concerti, questi podi d’orchestra vengono portati al livello della platea e creano così uno spazio per la sistemazione di ulteriori file di posti a sedere. Nei casi in cui si desideri ampliare il palcoscenico, gli stessi podi possono anche essere sollevati al livello del palcoscenico. Con una superficie complessiva di 107 mq il golfo mistico offre spazio a una grande orchestra di 75 orchestrali.

Struttura del pavimento di legno nell’area spettatoriAnche la struttura del pavimento ha funzioni importanti. Nell’intercapedine sotto il pavimento si trova il cosiddetto plenum per la mandata dell’aria della ventilazione della sala. Attraverso delle bocchette rotonde sistemate sotto ogni poltrona affluisce dal plenum una quantità d’aria calibrata per un singolo spettatore in modo silenzioso e impercettibile.La struttura del pavimento è studiata per trasmettere le vibrazioni che vengono generate dal suono orchestrale di bassa frequenza nei brani di forte e fortissimo e renderle percepibili con l’intero corpo; un modo di costruire che abbiamo imparato e adottato dalle sale storiche. La struttura portante del pavimento è costituita da travetti di legno, il più leggeri possibile, mentre l’elemento di chiusura portante in alto è formato da una piastra di legno multistrato sulla quale è stato applicato il parquet.


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