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75 anni di storia SACE 1934-2009 - ABB...In alto e a destra, manifesti pubblicitari SACE (Archivio...

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75 anni di storia SACE 1934-2009
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75 anni di storia SACE1934-2009

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La storia SACE è come un albero dalle robuste radici, solidamente piantato in un terreno fertile, che continua a produrre ottimi frutti. Il terreno è l’ambiente e il contesto nel quale SACE opera. Le radici sono la storia professionale e umana di chi ci ha lavorato e ci lavora.Terreno e radici consentono all’azienda, fra i leader mondiali nel suo settore, di vivere con entusiasmo il presente, facile o difficile che sia, affrontandolo con fiducia, ottimismo e una costante proiezione al miglioramento.

IL BUON LAVORO CREA FUTURO.

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Indice

La nascita e lo sviluppo1934 - 1960 pagg. 3 - 14

Il mondo in una stanza1960 - 1989 pagg. 15 - 26

Il Pianeta nel palmo di una mano1990 - 2009 pagg. 27 - 38

• L’apertura al mondo: dagli inizi ai primi successi• Personaggi che ne hanno fatto la storia• Consigli di amministrazione• Le ricostruzioni• I prodotti• Fiere ed esposizioni• Manifesti pubblicitari• Il logo

3 5689

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• La stagione americana• Altri due stabilimenti in Italia• Dalmine oggi: un centro di eccellenza• Nuovo piano di sviluppo• I prodotti• Sedi operative• Nascita di ABB• Il logo

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• Acquisizioni e riorganizzazioni• Bergamo-Dalmine: polo ABB per la bassa e la media tensione• La nascita di ABB S.p.A.• Certificazioni e riconoscimenti• Prove di potenza e sperimentali - Metrologia• Prove sui materiali - Prove sui dispositivi elettronici• Prove per i prodotti di media tensione• I prodotti• Gli stabilimenti

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“A chi percorre le vecchie mura e i torni nel loro tratto nord-orientale e volge lo sguardo verso la conca di Valtesse, chiusa da un lato dai colli di Città Alta e San Vigilio, si presenta una modernissima costruzioneindustriale. È qui che, dal 1947, si trasferisce la SACE”. (Panorama del lavoro Bergamasco - Ing. Arnaldo Venegoni).

È il momento dell’espansione. SACE apre i suoi orizzonti all’Italia. Nel 1984 la società dà lavoro a 2.500 persone nei tre stabilimenti di Bergamo,Dalmine e Frosinone, generando un fatturato di 159 miliardi di lire. Quattro anni dopo, entra nell’orbita ABB.

Nell’incontro con la grande multinazionale, l’intelligenza,l’innovazione e l’impronta italiana vengono valorizzate. Nel giro di pochi anni la società si impone ai vertici del sistema industriale, incorporando altre realtà e diventando, per l’Italia, capofila del settore Low Voltage Products.

2 Indice | 75 anni di storia SACE

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La nascita e lo sviluppoL’apertura al mondo: dagli inizi ai primi successi

"1934 - 1960"

Il 7 luglio 1934 nasce la SACE (Società Anonima Costruzioni Elettromeccaniche). Quattro uomini di diversa estrazione sociale, con un vissuto differente alle spalle, si siedono attorno a un tavolo per ragionare sul futuro di un’azienda messa in liquidazione. Sono un industriale, un capitano, un ingegnere e un perito elettrotecnico. Quattro personalità che faranno la storia dell’azienda. Un filo rosso, destinato a non spezzarsi più, li porterà infatti dalla firma davanti al notaio Riccardo Todeschini di Milano agli uffici in via dei Mille a Bergamo, dalle discussioni nei Consigli di amministrazione alle Assemblee dei soci azionisti, passando dalle ricapitalizzazioni fino ad arrivare al passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova SACE, nel 1947 Leopoldo Ferrè, Lino Salghetti Drioli, Federico Mazzola e Agostino Eschini segnano un’epoca, un momento indimenticabile per l’intera storia dell’industria elettromeccanica italiana e per il territorio bergamasco. Un’impronta destinata a durare nel tempo.

Idee, spirito d’iniziativa, volontà e intraprendenza sono tratti caratteristici dell’azienda che prende forma col passare degli anni. Lo dimostrano le ricapitalizzazioni che si susseguono a ritmo serrato. I quattro pionieri, partiti con un capitale sociale di 10 mila lire, a soli due mesi dalla costituzione ne deliberano l’aumento a 300 mila lire. L’anno successivo si arriva a 500 mila lire. Una crescita esponenziale legata all’aumento delle richieste di produzione.

La propensione al miglioramento e la capacità di superare le difficoltà sono fattori che caratterizzano l'evoluzione di questa singolare realtà imprenditoriale. I primi segnali si avvertono tra il 1935 e il 1939, periodo in cui si apre una delle prime epoche rigogliose dell’azienda: i problemi che avevano portato alla messa in liquidazione della “primitiva” SACE sono definitivamente superati. Nonostante le difficoltà del momento storico, che cade fra due guerre mondiali, e la grande crisi economica, l’azienda trova la forza per imporsi sul mercato, diventando un punto di riferimento dell’industria italiana.

In alto, prodotti, nuova serie di apparecchi per correnti nominali di 150, 250, 400 A tensione nominale 500, 600, 800 V con poteri di interruzione compresi tra 10 e 60 kA che SACE espone alla Fiera di Milano (La Rivista di Bergamo, 1959, “Questa èuna storia di fiere e mercati”, pag. 17). Interruttore di media tensione isolato in olio tipo MPR installato presso l’acciaieria Dalmine (ora Gruppo Tenaris), in funzione dal 1958 al 1998 (Archivio SACE, 1958);a fianco, in alto, la casa per dipendenti SACE in via San Bernardino, 134 (Periodici, La Gazzetta di Bergamo, Atti dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo - volume 53, 1991-92); a fianco, sotto, i primi stabilimenti SACE a Bergamo: inaugurazione nuova sede di Via Baioni, 1946 (da Valtesse Ieri e Oggi, Gino Pecchi); veduta aerea, angolo via Pescarìa - via Baioni (Archivio SACE).

La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE 3

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Una vicenda imprenditoriale segnata fin dalla genesi da desideri di espansione, voglia di scrivere in prima persona la storia e di cambiare il mondo industriale. Gli ampliamenti, le rivoluzioni interne e le ricostituzioni ne sono un chiaro esempio.SACE punta ad allargare il proprio orizzonte, a trasformarsi da realtà di provincia a impresa capace di affermarsi sul piano nazionale e internazionale.

Il 9 dicembre 1942 viene analizzato e approvato il progetto per la costruzione di un nuovo stabilimento e per la sistemazione definitiva di reparti, uffici e servizi.

Il 22 dicembre del 1943, a quasi dieci anni dalla nascita, gli azionisti di maggioranza decidono di dare un volto nuovo all’azienda. Da “anonima”, SACE diventa “Società per Azioni Costruzione Elettromeccaniche”. La stessa scelta verrà ripetuta quarantacinque anni dopo, quando un accordo lampo, siglato nell’estate del 1987, porta alla fusione dei due colossi europei Asea e Brown Boveri e alla nascita di ABB.

Con concretezza e determinazione, nel 1947, dopo una lunga fase autarchica, SACE torna ad affacciarsi sul mercato estero, partecipando a una gara d’appalto in Uruguay.

Nel 1950 l’azienda vola in Brasile: un braccio di migliaia di chilometri collega la realtà bergamasca a quella di San Paolo dove viene aperta una filiale per servire il mercato sudamericano.

4 La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE

La nascita e lo sviluppoL’apertura al mondo: dagli inizi ai primi successi

Il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova SACE avviene tra il 1947 e il 1954. È durante questi sette anni, e precisamente nel 1952, che l’ufficio tecnico inizia la progettazione del primo interruttore di bassa tensione “scatolato”. Una vera e propria innovazione nel campo elettrotecnico, il primo di una serie di prodotti che faranno fare a SACE il giro del mondo. Capostipite è lo Z2. Seguiranno, nel 1956, l’interruttore scatolato Z150, il primo prototipo dell’interruttore Otomax, gli interruttori di media tensione a volume di olio ridotto della serie RM e della serie AP e quelli a grande volume d’olio della serie C. È nei prodotti che l’integrazione tra l’esperienza del personale, la genialità dei nuovi tecnici e la tecnologia più avanzata si dimostra vincente.

Tra il 1965 e il 1966 si aprono la stagione europea e poi quella americana: sono gli anni della maturità ed è tempo di inserirsi in mercati nuovi. I piani di sviluppo si susseguono con la stessa rapidità con cui, tra il 1966 e il 1988, negli stabilimenti di Dalmine e Frosinone vengono prodotte le apparecchiature elettriche per la Marina Militare, per i gasdotti siberiani, per la centrale nucleare di Montalto di Castro e per l’allestimento a Roma del Centro elettronico unificato delle Ferrovie dello Stato.

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Negli annali SACE spiccano le figure diLeopoldo Ferrè, Lino Salghetti Drioli,Federico Mazzola e Agostino Eschini, chene sono, i padri fondatori. L’elemento dicontinuità con il passato è rappresentatodalla coppia Eschini-Mazzola, gli stessiche avevano percorso la precedente parabola societaria tra il 1925 e il 1933.

A sinistra, il consiglieredelegato comm. AgostinoEschini (Archivio SACE, 1969); qui a fianco, l’ingegner Leopoldo Ferrè (Archivio SACE, 1969); sotto, a sinistra, l’ingegner Roberto Moroni (Archivio SACE, 1984).

La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE 5

La nascita e lo sviluppoPersonaggi che ne hanno fatto la storia

Tante sono le figure che si intrecciano e si avvicendano nella vita aziendale: figure dominanti o minori, che insieme concorrono a scrivere momenti significativi della storia SACE, da Antonio Gatti con le sue 50 azioni dal valore di 5 mila lire, a Renato Buelli con il suo 5 per cento di azioni, a Guido Galli, passando per Paolo Agnelli e Lino Salghetti Drioli, all’amministratore delegato Roberto Moroni alla guida dell’azienda negli anni Ottanta.

L’ingresso in ABB determina un’evoluzione dello stile manageriale, che si adatta ai tempi mutati per divenire meno personalistico e più fondato su responsabilità diffuse e condivise.

"1934 - 1960"

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6 La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE

La frequenza dei consigli di amministrazione, la crescita o la diminuzione del numero degli azionisti, la partecipazione alla Fiera di Milano, l’accesso al credito, la costruzione di nuovi capannoni e l’aumento del capitale sociale sono tutti importanti indicatori di una formidabile vivacità. Il 1934, il ‘35, il ‘38, il ‘42, i decenni degli anni Cinquanta e gli anni Ottanta sono momenti “di fuoco” per SACE, contrassegnati da continui incontri tra i vertici societari che disegnano, riunione dopo riunione, la fisionomia di un’azienda in costante e veloce evoluzione.

È durante quegli incontri che viene progettato il futuro e pianificata la strategia di crescita che porta SACE nel giro di pochi anni ad affermarsi nel mondo. Aumenti di capitale, spostamenti di sedi legali, gare d’appalto in Italia, in Europa e nel mondo, acquisizioni: sono solo alcuni degli innumerevoli argomenti discussi nei tanti consigli di amministrazione. Se i primi, come quello del 1934, l’anno del battesimo, rappresentano i passi iniziali dell'Azienda, quelli successivi, durante gli anni Cinquanta, ne documentano la pienezza della maturità e l’espansione. La storia SACE, dunque, va di pari passo con i cambiamenti e le scelte effettuate nella “stanza dei bottoni", dove convivono figure prestigiose e autorevoli chiamate a prendere decisioni di grande responsabilità e a investire impegno e passione.

Sopra e a destra, pagine dell’epoca de L’Eco di Bergamo (Archivio L’Eco di Bergamo, 27 maggio 1950 e 6 ottobre 1954); a destra, il sindaco Tino Simoncini, con a fianco gli assessori Aldo Farina e Cesare Lazzaroni, mentre consegna i diplomi di benemerenza e le medaglie d’oro ai parenti di dipendenti deceduti in attività di servizio (La Rivista di Bergamo, 1963, “Le iniziative della SACE”).

La nascita e lo sviluppoConsigli di amministrazione

A sinistra, i festeggiamenti dei quarant’anni di lavoro del comm. Agostino Eschini consigliere e direttore generale SACE (La Rivista di Bergamo, 1963, “Cronache Bergamasche”); a destra, un gruppo di insegnanti milanesi in visita alla SACE (La Rivista di Bergamo, 1961, “Cronache Bergamasche”).

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Sopra, cabina di trasformazione dello stabilimento SACE. Esecuzione interamenteblindata con cofani di A.T. in ghisa con isolamento in miscela (costruzioni originaliSACE); a fianco, i dipinti vincitori della mostra di pittura dei dipendenti SACE (La Rivista di Bergamo, 1965, “Cronache Bergamasche”): in alto, “Dove io lavoro” di Clario Bertuzzi (1° premio); al centro, “Frutta” di Lorenzo Nembrini (2° premio); in basso, “Ritratto di Guido Pezzotta” (3° premio). I dipinti sono espressione delle attività socio-ricreative e sportive per le quali l’azienda bergamasca si distingue fin dalle sue origini. Oltre che per le mostre di pittura, SACE occupa un posto di particolare importanza nel panorama non solo bergamasco per i suoi tornei sportivi, le donazioni ad associazioni ed enti benefici e l’impegno nel sociale.

In alto, interno di reparto (Archivio SACE, 1960); sotto, apparecchi di media tensione prodotti nel 1940 (Archivio Camera di Commercio Bergamo, Storia dell’Industria Bergamasca di Francesco Barbieri e Renato Ravanelli, Editore Grafica e Arte, 1996); sotto, sala lavorazioni (Archivio SACE, 1964); a fianco, sede RAI di corso Sempione a Milano: quadro di distribuzione con schema luminoso funzionale (La Gazzetta di Bergamo, 1951).

La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE 7

"1934 - 1960"

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8 La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE

La nascita e lo sviluppoLe ricostruzioni

Un’azienda dalle molte vite, la SACE, creata il 7 luglio 1934 da un gruppo di azionisti decisi a rilevare un’impresa che solo qualche mese prima era stata messa in liquidazione.

La SACE era nata infatti il 1 gennaio 1918 sulle ceneri dell’Officina Fantini (regolarmente liquidata), costituita a sua volta il 20 dicembre 1906 da 48 soci.

Dall’azienda già fornitrice “dei Regi arsenali e delle ferrovie di Stato”, rileva anche lo stabilimento in via dei Mille a Bergamo, ma subisce gli effetti della crisi alla fine degli anni Venti. Così, nonostante i tentativi di rinnovare gli impianti e ridurre i costi di lavorazione, il 26 novembre 1933 viene collocata in liquidazione anticipata.

A destra, in alto, lo stabilimento SACE di Bergamo costruito lungo la strada statale per SanPellegrino (Archivio Cameradi Commercio Bergamo, Il Tecnico di: Provincia, Comune, Enti ospedalieri,Aziende municipalizzate,anno IX, 1962); a destra, due reparti lavorazione (Archivio SACE, 1969; Archivio Biblioteca Camera di Commercio Bergamo, 1969).

Le attività produttive passano nelle mani della SACE di Mazzola, Eschini, Salghetti Drioli e Ferrè, quella del “filo rosso” che giunge fino ai giorni nostri dalla costituzione nel 1934.

Il 30 agosto del 1946 nasce la cosiddetta “seconda” SACE. Gli azionisti decidono per il trasferimento delle competenze creando un doppio binario sul quale si sarebbero instradate due società destinate nel tempo a vivere vicende diverse.

Nell’arco di pochi anni, il ramo secco sarebbe stato tagliato per lasciare posto a quello operativo che ha continuato a svolgere con efficacia la propria attività fino ad oggi aprendo la strada all’azienda che ha fatto la storia.

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La nascita e lo sviluppoI prodotti

Dobbiamo arrivare agli anni Cinquanta per incontrare i primi prodotti SACE di successo. Nel 1952 l’ufficio tecnico inizia la progettazione del primo interruttore di bassa tensione “scatolato”, lo Z2. Si tratta di un’assoluta novità per il mercato italiano: la parte interruttiva è studiata per essere chiusa in parte da un involucro in materiale plastico isolante, composto da una scatola e da un coperchio serrati mecanicamente.

Sopra, da sinistra verso destra: la nuova serie di apparecchi per correnti nominali di 150, 250, 400 A, tensione nominale 500, 600, 800 V con poteri di interruzione compresi tra 10 e 60 kA che SACE presenta alla Fiera di Milano (La Rivista di Bergamo, 1959); interruttore di media tensione isolato in olio tipo RM; interruttore aperto di bassa tensione, primo prototipo della serie Otomax.

Il 1956 è segnato da una fase di rinnovamento dei prodotti di bassa tensione, con la progettazione di nuovi apparecchi. SACE fino ad allora aveva realizzato principalmente strumenti su licenza della società tedesca Voigt und Haeffner. La svolta arriva con l’interruttore scatolato Z150, testato nelle attrezzate sale prove aziendali, ancora oggi fiore all’occhiello dell’industria bergamasca. Anche nel campo degli interruttori aperti, l’azienda inizia a intensificare gli studi che portano alla

realizzazione del primo prototipo di Otomax (1956) che sostituisce le precedenti serie di interruttori FRM.Sul fronte della media tensione, oltre ai sezionatori e agli interruttori a volume di olio ridotto della serie RM e della serie AP, SACE produce (1956) gli interruttori a grande volume d’olio della serie C per tensioni nominali comprese tra 10 e 30 kV e della serie B per tensioni nominali comprese tra 3 e 6 kV. Oltre che nella ricerca e nei progetti, l’azienda investe sempre nell’acquisto di attrezzaturespeciali dedicate alla produzione.

"1934 - 1960"

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10 La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE

Uno dei passaggi cruciali della storia SACE è la partecipazione alla Fiera di Milano. Allo Stand 33040, padiglione 33, della XXXII edizione (12-28 aprile 1954), l’azienda torna a dire la sua nel mondo elettromeccanico, facendosi notare non solo per l’eccellenza dei prodotti, ma anche per la capacità di lavoro, ingegno e spirito d’intraprendenza riscontrabili negli innovativi metodi e strumenti per la loro diffusione. Una vera e propria strategia di marketing che la pone all’avanguardia già in quei lontani anni Cinquanta.

Nello scenario della XXXIV edizione della Fiera (12-27 aprile 1956), SACE presenta una serie di prodotti assolutamente innovativi: interruttori automatici tripolari di bassa tensione per forti correnti in corrente continua per impianti di bordo e interruttori di media tensione a volume d’olio ridotto. L’azienda bergamasca esprime inoltre tutto il suo potenziale con una singolare capacità organizzativa, amministrativa e tecnica.

A fianco, esposizione dei prodotti SACE; in alto, veduta d’insieme dello stand SACE alla XXXIV Fiera di Milano (La Rivista di Bergamo, “Bergamo in Fiera”, 1957); sopra, la stampa enfatizza la presenza in Fiera di industrie bergamasche” (Archivio L’Eco di Bergamo, 15 aprile 1956).

La nascita e lo sviluppoFiere ed esposizioni

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I dati dell’edizione del 1956, che quasi segna l’avvio del “boom economico” italiano, danno una dimensione della portata dell’evento. La stampa segnala SACE come una delle realtà più rappresentative dell’intero panorama industriale italiano. Nello stand allestito per la grande ribalta fanno bella mostra di sé apparecchiature elettriche, impianti per cabine e per centrali elettriche ormai largamente conosciuti in Italia e all’estero.

Il successo della fiera è confermato dalla XXXV edizione (12-27 aprile 1957), che vede la presenza di ben 13.500 espositori. Tra le trenta aziende bergamasche che prendono parte all’evento c’è naturalmente anche SACE Costruzioni Elettromeccaniche S.p.A. I suoi prodotti sono esposti al Padiglione 33, nello stand 33041.

Sopra, una piantina degli stand delle aziende Bergamasche in Fiera nel 1959 (archivio L’Eco di Bergamo, 19 aprile 1959).

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"1934 - 1960"

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12 La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE

D’effetto e davvero innovativa la cartellonistica pubblicitaria utilizzata da SACE per parlare di sé e dei propri prodotti fin dagli anni Trenta. Una “trovata” per quei tempi, di grande impatto visivo, voluta dai vertici aziendali per mettere in mostra i tanti prodotti destinati al settore elettrotecnico.Alle figure si affiancano i testi, che alternano sintetiche descrizioni del prodotto a brevi note su attività, capitale sociale e altre informazioni utili.

In alto e a destra, manifesti pubblicitari SACE (Archivio Camera di Commercio Bergamo, Storia economica e sociale di Bergamo tra Ottocento e Novecento, “Il decollo Industriale”, Carte7, Fondazione per la Storia economica e sociale di Bergamo - Istituto di Studi e Ricerche, Volume V, 1861-1939).

La nascita e lo sviluppoI manifesti pubblicitari

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La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE 13

Capace di presentarsi con uno stile elegante e rigoroso, nonché attenta agli aspetti legati alla comunicazione in anticipo rispetto alle altre aziende, SACE ha saputo nel tempo mantenere viva questa tradizione.

Dai semplici manifesti dell’epoca “eroica” si è passati a veri e propri cartelloni pubblicitari e poi affissioni, stand, mostre e svariate pubblicazioni sull’attività di un’azienda in costante trasformazione, sempre puntando all’eccellenza e all’innovazione.

Sotto, manifesto pubblicitario: quadri di manovra e interruttori per impianti di bordo (Archivio Camera di Commercio Bergamo, Storia economica e sociale di Bergamo tra Ottocento e Novecento, “Il decollo Industriale”, Carte3, Fondazione per la Storia economica e sociale di Bergamo - Istituto di Studi e Ricerche, Volume V, 1861-1939); a destra, copertina del catalogo Uniol b (quadro di distribuzione primaria di media tensione).

"1934 - 1960"

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14 La nascita e lo sviluppo | 75 anni di storia SACE

La nascita e lo sviluppoIl logo

(1934) – Il marchio disegnato nel 1934è stato utilizzato sino all’immediato

dopoguerra. Un cerchio con una grande“esse” stilizzata che racchiude, all’interno,l’intera parola SACE. Un logo che esprime

precisione elettromeccanica.

(1950) – Negli anni Cinquanta il marchioassume la forma di un esagono e si

arricchisce del logotipo SACE Bergamo.L’esagono con le righe verticali

coniuga la solidità e la raffinatezza con l’esigenza di una più forte stilizzazione.

(1960) – Negli anni Sessanta il marchioSACE presenta nuove trasformazioni:una “esse” maiuscola su sfondo nero e all'interno la scritta SACE con più

evidente il nome della città di Bergamo. Le righe verticali diventano un fondo uniforme che conferisce

all’insieme una nota di ulteriore forza.

Un’azienda potrebbe essere raccontata anche osservando e studiando l’evoluzione del suo logo che, in qualche modo, ne rappresenta il messaggio e l’operatività, l’intelligenza e la visione. Ciò vale al massimo grado per SACE. Il suo spirito imprenditoriale si è materializzato nella

visione sintetica dei suoi “biglietti” di presentazione, che ne colgono l’anima profonda in modi legati al gusto dei tempi in cui sono stati pensati e realizzati, senza mai tradire il file rouge della sua storia.

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Il mondo in una stanzaLa stagione americana

Il mondo in una stanza | 75 anni di storia SACE 15

Ormai SACE è conosciuta e apprezzata nel mondo. All’inizio degli anni Sessanta, l’americana Federal Pacific Eletric Newark (FPE) entra nel suo capitale sociale, assumendone poi il controllo tra il 1965 e il 1966. In questo periodo vengono stabiliti accordi commerciali in base ai quali FPE utilizzerà nei quadri destinati agli Stati Uniti interruttori magnetici SACE di media tensione. Altre licenze vengono concesse negli anni successivi dentro e fuori dall’Europa a dimostrazione del buon livello raggiunto dall’azienda bergamasca. Nel 1961 vengono rilasciate licenze di costruzione degli interruttori della serie Isol e Otomax alla Hazemeyer di Hangelo in Olanda e alla Schreder di Liegi in Belgio.

Sopra, a sinistra, l’interruttore aperto di bassa tensione tipo Otomax; a destra, l’interruttore di media tensione a deionizzazione magnetica serie Diarc; sotto, plastico del nuovo stabilimento SACE di Bergamo, (Archivio SACE, 1959).

I prodotti SACE sbarcano anche in Argentina, Brasile e Sud Africa, passando per la Jugoslavia.Nel 1962 il capitale sociale ammonta a 400 milioni di lire (con le riserve). Nel 1963 raggiunge quota 600 milioni. Gli sconvolgimenti finanziari della fine degli anni Sessanta della United Smelting and Mines, società a cui fa capo la FPE, determinano la vendita di SACE alla BBC (Aktiengesellschaft Brown Boveri & Cie.) di Baden, Svizzera.

"1960 - 1989"

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Il 1967 è un altro di quegli anni che segnano la storia.Viene annunciato un piano di sviluppo che prevede la creazione in Italia di nuovi stabilimenti: a Frosinone nel 1969 (SACE Sud) e a Dalmine (Bergamo), che verrà avviato definitivamente nel 1979. Il successo è ormai un fatto compiuto: si stima che nel 1969 il 10 per cento delle navi passeggeri e mercantili nel mondo abbia installato apparecchiature SACE, a partire dalle ammiraglie italiane Michelangelo e Raffaello.Alla fine degli anni Settanta vengono inaugurati i primi due capannoni dell’insediamento produttivo di Dalmine, fulcro nevralgico delle lavorazioni meccaniche, dell’assemblaggio dei quadri e delle cabine di produzione. Dalmine diventa ben presto un fiore all’occhiello: unità produttiva universalmente riconosciuta per l’eccellenza delle lavorazioni, frutto della grande preparazione delle sue maestranze.

16 Il mondo in una stanza | 75 anni di storia SACE

Il mondo in una stanzaDue nuovi stabilimenti in Italia

Sopra, stabilimento SACE SUD (Archivio SACE, 1972); sotto, veduta aerea stabilimento di Dalmine (Archivio SACE, 1977).

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Lo stabilimento “quadri di media tensione” di Dalmine attualmente è parte della divisione Power Products di ABB Italia. È e resterà centro di eccellenza del Gruppo: le circa 600 persone che vi lavorano sono impegnate nei settori della ricerca, dello sviluppo, della produzione, del marketing e nei laboratori, oltre che nella struttura di vendita per il mercato domestico e per i mercati esteri. A conferma dell’importanza riconosciuta da ABB a questo polo ci sono gli investimenti effettuati nei laboratori “prove di potenza”, che a tutti

gli effetti costituiscono una sorta di minicentrale elettrica ingabbiata in un’armatura di cemento. I laboratori, che operano in costante contatto con il centro Ricerca e Sviluppo, sono uno strumento sempre più decisivo per sviluppare nuove apparecchiature e verificare la rispondenza dei prodotti alle specifiche di progetto.

Sopra e a sinistra, immagini dello stabilimento SACE di Dalmine (Archivio SACE, 1979).

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Il mondo in una stanzaDalmine oggi: un centro di eccellenza

Le capacità e le competenze di donne e uomini che lavorano nella fabbrica rappresentano un patrimonio per tutto il Gruppo, in continua crescita ed evoluzione. Il ricambio del personale non ha mai pregiudicato la qualità dei prodotti: i nuovi arrivati si inseriscono con estrema naturalezza e da subito collaborano all’eccellenza del risultato, facendo propria l’idea che ciascuno dà un contributo esclusivo e non ripetibile per realizzare qualcosa di particolare, se non proprio di unico.

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Il ventennio compreso tra gli anni Settanta e Ottanta rappresentaun periodo di forte espansione. Sotto la guida dell’amministratore delegato Roberto Moroni, SACE conosce un grande sviluppo segnato da commesse prestigiose.Tra le tante, meritano particolare menzione quella per la fornitura degli interruttori automatici per il tratto sud del gasdotto che collega la Siberia all’Europa occidentale, quella per la centrale nucleare di Montalto di Castro e infine quella per l’allestimento a Roma del centro elettronico unificato delle Ferrovie dello Stato.

In alto, lato nord dello stabilimento di Bergamo, via Pescaria (Archivio SACE, 1962); sopra, uno dei reparti di lavorazione dello stesso complesso (Archivio SACE, 1964); a sinistra, l’interno dei capannoni con personale al lavoro (Archivio SACE, 1962).

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Il mondo in una stanzaNuovo piano di sviluppo

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In alto a sinistra, la facciata degli uffici dello stabilimento SACE Bergamo, verso via Baioni (Archivio SACE, 1964); in alto a destra, l’interno dei capannoni con personale al lavoro (Archivio SACE, 1962); sopra, uno spaccato della sala “Prove di potenza” di Bergamo (Archivio SACE, 1970).

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Nel 1971 il capitale sociale viene portato a un miliardo di lire. La società è ora controllata dal gruppo BBC, del quale non fanno parte altre aziende produttrici di dispositivi di bassa tensione equivalenti.Nel 1988 prende forma e concretezza il piano di sviluppo nato in concomitanza con l’acquisto da parte di SACE della Nuova Esi, società specializzata nella realizzazione di quadri e sezionatori di bassa e di media tensione, operante negli stabilimenti di San Martino in Strada (Lodi) e Loreto Aprutino (Pescara). Per SACE si aprono nuovi mercati. L’export decolla fino ad assumere importanza centrale nel fatturato, tanto da fare ottenere all’azienda, nel 1991, il premio Marco Polo per essersi distinta nella vendita sui mercati esteri.

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Il mondo in una stanzaNuovo piano di sviluppo

In alto, reparti lavorazioni di Bergamo (Archivio SACE,1970); sopra a sinistra, personale impegnato in una fase di montaggio nello stesso stabilimento (Archivio SACE, 1964); sopra a destra, magazzino automatizzato (Archivio SACE,1970).

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Sopra a sinistra, un interno dello stabilimento SACE Sud (Archivio SACE, 1974); sopra a destra, SACE Sud, interno di reparto (Archivio SACE, 1970); in basso a sinistra, il reparto di montaggio SACE Bergamo (Archivio SACE, 1969); in basso a destra, reparto calcolatori del sistema di gestione (Archivio SACE, 1969).

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Il mondo in una stanzaNuovo piano di sviluppo

In alto, prove materiali e prove di isolamento effettuate da personale qualificato (Archivio SACE, 1976); sopra a sinistra, SACE Bergamo, veduta parziale della “sala prove”, una delle eccellenze che hanno fatto grande l’azienda in Italia e nel mondo (Archivio SACE, 1970); a destra, alcuni dei prodotti ideati e creati da SACE (Archivio SACE, 1979).

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Mentre viene perfezionato l’ingresso nel gruppo BBC, nel 1970 l’azienda si aggiudica un contratto di fornitura decennale di interruttori a deionizzazione magnetica per gli Stati Uniti. Un accordo che, da solo, assorbe il 50 per cento della produzione annua di interruttori. Nel corso degli anni Settanta vengono realizzati

I prodotti SACE sono sinonimo di qualità e affidabilità totali. A sinistra, esempio di interruttore Diarc a deionizzazione magnetica (Archivio SACE, 1968); al centro, interruttori scatolati (Archivio SACE, 1976); sopra, interruttore aperto serie Otomax (Archivio SACE, 1977).

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Il mondo in una stanzaI prodotti

nuovi prodotti sia per la bassa che per la media tensione e l’espansione procede.Nel 1979 è avviata la produzione dei cosiddetti interruttori “aperti” di bassa tensione della serie Novomax G2 e degli interruttori della serie Isol e Otomax, considerati ovunque gli interruttori di bassa tensione per eccellenza.

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Nel 1984 SACE in Italia arriva a occupare 2.500 persone nei tre stabilimenti di Bergamo, Dalmine e Frosinone, per un fatturato che è di 159 miliardi di lire. Un bel passo avanti rispetto ai 250 operai della "prima" SACE nel 1934 o ai 630 del 1956.Nel 1986 il capitale sociale, con le riserve, raggiunge i 5 miliardi di lire.

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Il mondo in una stanzaSedi operative

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Nel 1988 SACE entra a far parte di ABB (Asea Brown Boveri). Questo è l’esito dell’accordo che nell’estate 1987 porta alla fusione dei due colossi europei del settore: il gruppo svedese Asea e quello svizzero Brown Boveri. La nuova multinazionale conta al momento circa 200 mila dipendenti e 800 società nel mondo.

Nella pagina a fianco, a sinistra, veduta area dello stabilimento SACE: l’espansione dell’attività modifica l’azienda e il territorio che prende volto e caratteri tipici (Archivio SACE); in basso a sinistra e a destra, gli stabilimenti di Frosinone e Dalmine, (Archivio SACE). In questa pagina, a sinistra, visita di una delegazione russa allo stabilimento bergamasco. L’incontro testimonia il momento di forte espansione dell’azienda nel mondo. Oltre alla Russia, SACE “conquista” l’America e il Brasile (Archivio SACE, 1970); a destra, un particolare riconoscimento: la medaglia commemorativa dello scultore Elia Aiolfi, consegnata ad autorità e maestranze in occasione del cinquantesimo anniversario SACE. Sul retro dell’opera è rappresentato il profilo di Bergamo-Città Alta (Archivio SACE, 1984).

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Il mondo in una stanzaNascita di ABB

ABB si propone dunque come il maggior gruppo elettromeccanico mondiale. Oltre a SACE, della nuova compagine fanno parte altre realtà italiane: ABB Tecnomasio, ABB Elettrocondutture, ABB Industria, ABB Trasformatori e ABB Asea, specializzata in robotica.

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Il mondo in una stanzaIl logo

Dal 1960 al 1988 il logo SACE subisce nuove trasformazioni che accompagnano gli andamenti societari. Fino alla fine degli anni Settanta il marchio rimane pressoché immutato (un esagono su sfondo nero, sul quale campeggia ancora la lettera “S” stilizzata con interposta la scritta SACE e l’indicazione Bergamo). A partire dal 1969 al marchio SACE Bergamo si affianca quello di SACE Sud Frosinone. Entrambi sono “abbracciati e avvolti” in una grande “S” stilizzata, geometrica, di colore nero che forma due grandi quadrati, uno sopra l’altro. In quello superiore troviamo ancora il caratteristico esagono SACE Bergamo, in quello inferiore c’è quello nuovo di SACE Sud.

Negli anni Settanta viene studiata una nuova grafica. Gli aspetti decorativi spariscono e il logo diviene più lineare e deciso. L’azienda sceglie di identificarsi esclusivamente col suo acronimo, SACE, che campeggia in stampatello maiuscolo.

Questo logo verrà mantenuto fino al 1988, data dell’ingresso in ABB. La grafica subisce una nuova trasformazione: alla ragione sociale viene associato il marchio ABB, secondo lo stile dettato dalle direttive grafiche del Gruppo, applicate in tutto il mondo, e diviene così un nome che racchiude e simboleggia un po’ l’intera evoluzione dell’impresa bergamasca.

Nell’ultimo logo, datato anni Duemila, il nome SACE viene sostituito dall’acronimo ABB. A caratterizzarlo sono tre lettere, in maiuscolo, rosse e piene, col contorno ben definito e con all’interno un filetto leggerissimo a forma di croce bianca, che raggiunge i vertici e ne suggerisce le Divisioni. L’insieme esprime solidità, forza e precisione, acquistando in eleganza, semplicità e raffinatezza. Dal 2000, la Divisione di bassa tensione ABB SACE e la Divisione di media tensione Power Products rappresentano due realtà di eccellenza del Gruppo ABB.

ABB SACE

ABB SACE

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Acquisizioni e riorganizzazioni sono una costante nella storia SACE, un leitmotiv che si intreccia con gli aspetti essenziali delle vicende aziendali. Nel 1990 si incomincia con l’acquisizione di ABB Installazioni (ceduta poi nel 1995), della fiorentina Tmt Cabine e di ABB Turati che a sua volta, nel 1995, passa alla divisione guidata da ABB SACE insieme ad ABB Elettrocondutture e alla vicentina ABB Lucasystem. Nel 1994 è acquisita Cimel S.p.A. di Cesano Maderno, ceduta l’anno seguente. Sempre nel 1990 inizia la costruzione a Dalmine di un nuovo magazzino automatico, un centro di distribuzione da 10 mila metri quadrati, inaugurato nel 1992. Nello stesso anno viene completato il potenziamento del laboratorio “Prove di corto circuito” in via Baioni a Bergamo. Nel 1993 gli interruttori automatici di bassa tensione SACE Isomax S, ideati a Bergamo e prodotti a Frosinone, sono lanciati a livello internazionale.

Il Pianeta nel palmo di una manoAcquisizioni e riorganizzazioni dagli albori ai primi successi

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Sopra, magazzino automatico CEDI (Archivio SACE, 1992).

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In questa pagina: sale controllo e quadri elettrici. Già prima dell’acquisizione da parte della multinazionale ABB, SACE come abbiamo visto aveva conosciuto una forte espansione fuori dall’Italia. Oggi si impone a livello mondiale come leader indiscusso nel settore della produzione di interruttori e quadri di bassa e media tensione (Archivio SACE, 2006).

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Il Pianeta nel palmo di una manoBergamo-Dalmine: Polo ABB per la bassa e la media tensione

Nell’estate 1996 si completa il trasferimento della produzione di media tensione da Bergamo a Dalmine. Per questioni organizzative e di mercato, ABB SACE suddivide infatti le attività fra bassa e media tensione, mantenendo la prima a Bergamo e Frosinone e concentrando la seconda negli stabilimenti di Dalmine e Loreto Aprutino. La differenziazione porta all’inizio del 1999 a una vera e propria distinzione tra ABB SACE Low Voltage (Bergamo) e ABB SACE Tms (Dalmine).ABB SACE Low Voltage, con Turati, Lucasystem ed Elettrocondutture, confluisce l’anno seguente in un’unica società, ABB SACE S.p.A. che unifica il settore sistemi e prodotti di bassa tensione.

Gli anni che vanno dal 2000 al 2009, sono particolarmente densi di avvenimenti importanti. La distinzione delle attività di bassa e media tensione porta a concentrare gli sforzi verso la ricerca di prodotti e sistemi sempre più moderni e all’avanguardia, conferendo alle due realtà una vera e propria supremazia tecnologia riconosciuta a livello internazionale.

L'unità di Bergamo fa parte della Divisione Low Voltage Products di ABB S.p.A e costituisce una realtà di primaria importanza nel quadro della produzione e commercializzazione di apparecchiature e sistemi per la distribuzione elettrica in bassa tensione. Nelle aree di ricerca e sviluppo, nel marketing e nei laboratori, oltre che nella struttura di vendita per i mercati esteri sono impiegate oltre 300 persone.

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Lo stabilimento di Frosinone invece è centro di eccellenza del gruppo ABB per la produzione di interruttori scatolati e aperti. ABB SACE Division detiene una posizione di leadership sul mercato nazionale e si è contemporaneamente affermata in maniera sempre più significativa e con risultati in continua crescita anche all’estero, con attività di vendita in oltre 90 paesi di tutto il mondo.Grazie all’estesa gamma di prodotti, ma anche al servizio e all’assistenza che è in grado di offrire, ABB SACE può considerarsi un partner ideale per i distributori di materiale elettrico, gli installatori/quadristi, i progettisti e i costruttori di macchine che operano nell'industria, nel terziario e nel residenziale.I prodotti, sviluppati nel rispetto delle Norme internazionali più severe e

con caratteristiche di elevata compatibilità ambientale, sono realizzati con impianti altamente automatizzati, linee di montaggio flessibili e magazzini informatizzati che consentono di introdurre rapidamente sul mercato singoli componenti o sistemi completi progettati secondo le più evolute esigenze dei clienti. Inoltre nell’ambito del sito produttivo di Dalmine è attiva una “fabbrica” di Service di ABB SACE Division in grado di assicurare la fornitura dei prodotti “Classic” e “Limited”; garantire assistenza tecnica e interventi a supporto dell’attività dei clienti con analisi e verifica dello stato delle apparecchiature installate; interventi di manutenzione presso il cliente; riparazioni e manutenzioni correttive con attività di retrofitting. È attivo inoltre un servizio reperibilità 24/365 per gli interventi urgenti.

In questa pagina: esempi di applicazioni industriali.

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Il Pianeta nel palmo di una manoBergamo-Dalmine: Polo ABB per la bassa e la media tensione

Dalmine si conferma uno dei centri di eccellenza del Gruppo per la progettazione e produzione degli interruttori in vuoto e dei quadri di distribuzione primaria isolati in aria. Più recentemente diviene anche il Global Lead Center ABB per la nuova serie UniSec di quadri di distribuzione secondaria. In questo processo si rende indispensabile, per ragioni di competitività, procedere alla razionalizzazione dell’assetto produttivo dei quadri di distribuzione primaria, pur mantenendo Dalmine un ruolo molto importante nel presidio dei mercati mediterranei e nella progettazione e produzione di alcune tipologie di quadri per mercati specifici. Il Service assume una rilevanza strategica sia dal punto di vista della crescita del business sia per lo sviluppo di nuove competenze quali: ammodernamento impianti, diagnostica, consulenza, ampliamenti e revisioni, oltre alle attività di installazione e manutenzione, ed è in grado di intervenire in tutto il mondo, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Anche dal punto di vista delle infrastrutture si assiste ad una serie di ampliamenti per favorire lo sviluppo della nuova compagine. Vengono riprogettate e realizzate la maggior parte delle linee di produzione, sia dei quadri che degli apparecchi. Viene ampliata un’ala degli uffici che diverrà la sede operativa dei servizi centralizzati di ABB Italia per i Sistemi Informativi e le Risorse Umane. Infine viene realizzato un nuovo capannone nel quale convergeranno tutte le attività di Service della bassa tensione e della media tensione.Tutto ciò rende Dalmine uno dei principali poli industriali di media tensione nel panorama ABB italiano e mondiale.

In questa pagina: esempi di applicazioni.

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Nel 2008 le società italiane del Gruppo vengono accorpate in un’unica ragione sociale, ABB S.p.A., composta da cinque Divisioni e con circa 5.500 collaboratori di cui 1.100 nella Bergamasca. Alla Divisione Power Products fanno capo gli stabilimenti di Dalmine (circa 650 dipendenti impegnati nel centro di eccellenza ABB per la progettazione e la produzione di sistemi, interruttori e quadri di media tensione) e di Loreto Apruntino (circa 50 dipendenti). Per ABB SACE Division, focalizzata invece sui sistemi e prodotti di bassa tensione, lo stabilimento di Bergamo (che occupa circa 300 persone, impegnate principalmente nei settori ricerca/sviluppo e marketing) rappresenta ancora oggi il centro di eccellenza mondiale del Gruppo per gli interruttori di bassa tensione scatolati e aperti. A Frosinone risiede lo stabilimento di produzione degli interruttori di bassa tensione che occupa circa 750 dipendenti. Nell’area del capoluogo orobico, in via Baioni, è ospitata anche la “Sala Prove”, un laboratorio d’avanguardia per dotazioni e competenze tecniche. Al suo interno, grazie a tre grandi generatori e trasformatori, vengono effettuate prove di corto circuito, prove sperimentali su materiali e prove elettroniche. Un polo tecnologico, strettamente connesso alla ricerca e sviluppo, attraverso il quale SACE confida di mantenere saldo, anche per il futuro, il legame con la città che l’ha vista muovere i primi passi e crescere.

Progettazioni elettriche, impianti e sedi internazionali ABB (Archivio SACE, 2006).Il rigore del metodo, l’intelligenza creativa, la tecnologia d’avanguardia e l’alto livello di progettazione sono criteri e metodi che l’azienda attua oggi come alle sue origini.Fattori che le permettono di conservare la qualità dei prodotti e di competere nel tempo grazie alla continua innovazione.

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Il Pianeta nel palmo di una manoLa nascita di ABB S.p.A.

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Le certificazioni e i riconoscimenti ottenuti dai laboratori ABB di Bergamo e Dalmine sono tanti: fra questi, i più noti sono ACCREDIA, ACAE, ETL SEMkO e SIT.

ACCREDIA Le certificazioni e i riconoscimenti che ruotano attorno alla “Sala Prove” ABB sono tanti: ACCREDIA, Acae e Etl Semko sono alcune delle denominazioni più note, conosciute dagli esperti di tutto il mondo. ACCREDIA è un’Associazione senza scopo di lucro che ha come finalità l’accreditamento dei laboratori prova. È nata per garantire l’affidabilità e la riproducibilità delle verifiche di rispondenza dei prodotti alle norme internazionali e nazionali. Per mezzo di visite ispettive annuali, ACCREDIA accredita un laboratorio, per ogni singola prova, dopo aver accertato l’esistenza di precisi requisiti tecnici e organizzativi, secondo quanto previsto dalle prescrizioni e dalle norme (UNI CEI EN ISO/IEC 17025). ACCREDIA è membro dell’EA (European cooperation for Accreditation) e dell’ILAC (International Laboratory Accreditation Cooperation).

ACAEL’associazione per la Certificazione delle Apparecchiature Elettriche (ACAE) è un organismo di certificazione di prodotto indipendente. È accreditato dal Sincert per la certificazione delle apparecchiature elettriche di bassa e alta tensione in accordo ai “Criteri generali per gli organismi di certificazione dei prodotti” (norma EN 45011) ed è membro fondatore del Low Voltage Agreement Group (LOVAG) per il mutuo riconoscimento di certificazioni all’interno dell’Unione Europea.

ETL SEMKO Si tratta di un organismo di livello mondiale specializzato in test, ispezioni e certificazioni dei prodotti. ETL SEMkO verifica e garantisce la completa rispondenza dei prodotti agli standard di compatibilità elettromagnetica e alle prove di prestazione. Underwriters Laboratories inc. (UL) è un organismo indipendente, leader sin dal 1894 nei test di sicurezza e di certificazione di prodotto; si tratta del marchio più noto negli Stati Uniti.

SITA partire dal 1979 gli Istituti metrologici primari (IMGC/CNR, IEN e INMRI/ENEA) hanno costituito SIT mediante l’accreditamento quali centri di taratura di numerosi laboratori metrologici secondari. Per accreditare un laboratorio metrologico quale centro di taratura, il SIT, avvalendosi di esperti degli istituti primari nazionali e internazionali utilizzati nella funzione di ispettori tecnici, esegue procedure di primo accreditamento, mantenimento, rinnovo, estensione o modifica dell’accreditamento stesso.

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Il Pianeta nel palmo di una manoCertificazioni e riconoscimenti

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Il laboratorio “Prove di Potenza”, fiore all’occhiello dello stabilimento di via Pescaria a Bergamo, ha il compito di verificare le prestazioni di apparecchiature di bassa e di media tensione in presenza di elevati valori di corrente e di tensione; è dotato di tre alternatori, uno dei quali in grado di erogare potenze fino a 2.800 MVA. I sistemi di misura utilizzano fibre ottiche per la trasmissione di segnali e sofisticati registratori digitali, con relativi calcolatori, per fornire i risultati di prova. Il laboratorio è inoltre equipaggiato con diversi tipi di carichi, quali trasformatori, motori asincroni, condensatori, resistenze e reattanze.Il laboratorio “Prove Sperimentali” è dotato di apparecchiature per la verifica delle durate meccanica, elettrica e in condizioni di sovraccarico; dispone inoltre di alimentatori per la verifica della sovratemperatura e delle caratteristiche degli sganciatori di protezione termomagnetici ed elettronici con forti correnti. Il laboratorio è equipaggiato con camere termostatate e climatiche per le prove di vita accelerata con sollecitazioni sinergiche di origine ambientale, meccanica ed elettrica e di alimentatori per la verifica delle proprietà dielettriche.

A fianco, immagini di interni: apparecchiature e particolari strumentazioni della sala “Prove di Potenza”, via Pescaria, Bergamo; “Prove Sperimentali” di Bergamo. SACE ha sempre dedicato una particolare attenzione alla ricerca e all’innovazione (Archivio SACE, 2006).

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Il Pianeta nel palmo di una manoProve di potenza e sperimentali

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Il laboratorio “Prove sui materiali” soddisfa la necessità di informazioni e misurazioni corrette derivanti dalla continua innovazione tecnologica nel settore dei materiali metallici e plastici utilizzati nei prodotti. La gamma di prove e misure realizzabili è estremamente ampia e comprende diversi tipi di determinazioni: dalle proprietà a trazione alla compressione e flessione dei materiali, dalla resilienza Charpy al Comparative Tracking Index (CTI); dalle prove relative ai rischi di fuoco a quelle delle resistenze elettriche, dalla temperatura di transizione vetrosa dei materiali isolanti al calore e alla temperatura di fusione e cristallizzazione degli stessi. Il laboratorio dispone inoltre di microscopio metallografico, spettrometro FT-IR, camere per prove di corrosione salina e di tutti i mezzi necessari per le analisi sulle placchette di contatto in presenza di archi elettrici.

Un altro laboratorio qualificante è quello dedicato alle “Prove su dispositivi elettronici”, specializzato nei test elettronici a bordo degli interruttori e di tutti gli accessori che compongono il “sistema interruttore” (dispositivi di dialogo, segnalazione e controllo). Il laboratorio è dotato di strumentazione adeguata per simulare le più svariate condizioni impiantistiche e di installazione: correnti e tensioni distorte, frequenze di lavoro da 0 a 1000 Hz, combinazioni particolari di temperatura e umidità, disturbi condotti e accoppiati, buchi di tensione. Fra le varie attività del laboratorio ci sono i test dei prototipi delle nuove apparecchiature o dei nuovi sistemi di misura, a stretto contatto con gli uffici progettazione.

Il Pianeta nel palmo di una manoProve sui materiali

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Prove sui dispositivi elettronici

In alto, momenti di lavoro e strumenti all’interno dei laboratori “Prove sui materiali”, via Pescaria, Bergamo. La ricerca tecnologica applicata allo sviluppo di nuovi elementi per realizzare prodotti sempre più sicuri, a basso consumo energetico e a ridotto impatto ambientale è una costante dell’azione ABB nel mondo e a Bergamo in particolare (Archivio SACE, 2006).

Sopra, tecnici al lavoro impegnati su macchinari e strumenti delle sale “Prove sui dispositivi elettronici” via Pescaria, Bergamo.

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Il Pianeta nel palmo di una manoProve per i prodotti di media tensione

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A Dalmine il sistema dei laboratori è organizzato con unità interne che hanno la responsabilità delle prove di tipo e di routine. Il sistema collabora attivamente con enti esterni riconosciuti a livello internazionale per la realizzazione di prove speciali o specifiche, su richiesta del cliente. Le unità principali sono:

- Laboratorio “Prototipi”, che opera in stretto contatto con gli uffici di ricerca e sviluppo, realizza e assembla i prototipi di apparecchiature di media tensione in accordo alle specifiche di progetto.

- Laboratorio “Prove sperimentali” nel quale si eseguono le principali prove di tipo sui prototipi ed omologazioni. Vi si eseguono prove di ricerca elettriche, meccaniche e funzionali su prototipi, prove di tipo di riscaldamento, isolamento, funzionalità e vita meccanica, prove di funzionalità in celle climatiche, prove di funzionalità dei sistemi di protezione e di relè elettronici, prove di invecchiamento accelerato sul prodotto finito.

- Laboratorio “Prove di compatibilità elettromagnetica” che può effettuare oltre venti tipologie di prove EMC secondo gli standard più recenti, riuscendo a soddisfare richieste di livelli di prova particolarmente elevati. Vi si effettuano misure di emissioni con spettro di frequenza fino a un 1 GHz, simulazioni di disturbi sulla rete, prove di suscettibilità condotte fino a 250 MHz, suscettibilità irradiate di campi magnetici ed elettrici fino a 3 GHz, oltre a svariati tipi di calibrazioni.

A fianco, il laboratorio prove Compatibilità Elettromagnetica di Dalmine durante un test di verifica funzionale (Archivio SACE, 2008). L’obiettivo aziendale è realizzare impianti di potenza sempre maggiore, nel rispetto dell’ambiente e delle risorse disponibili e a minor costo.

A sinistra, prove di isolamento su un prototipo di interruttore; a destra, prove in camera climatica di quadro per centrali nucleari.

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Il Pianeta nel palmo di una manoI prodotti

A sinistra: gamma interruttori scatolati e aperti anni '80 (Archivio SACE, 1988); a destra, panoramica prodotti anni 2000 (Archivio SACE, 2008).

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In alto, da sinistra a destra: contattore in vuoto VSC per applicazione in circuiti che richiedono frequenti manovre, interruttore in vuoto VD4R per cabine di distribuzione secondaria, interruttore in vuoto eVD4 con sensori, relè di protezione e sistema di comunicazione a bordo, per impianti di sottostazione.

In basso, da sinistra a destra: quadro isolato in aria UniMix per cabine di distribuzione secondaria, quadro isolato in aria UniGear ZS1 per cabine primarie, sottostazioni e applicazioni specifiche quali impianti navali, nucleari, ecc., quadro UniSec di distribuzione secondaria, ultimo nato della famiglia dei quadri di media tensione.

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"1990 - 2009"

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Il Pianeta nel palmo di una manoGli stabilimenti

A sinistra, sopra, Bergamo, ieri; a sinistra, sotto, Bergamo, oggi; sopra, Frosinone, ieri.

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A sinistra, sopra, Frosinone, oggi; a sinistra, sotto, Dalmine, ieri; sotto, Dalmine, oggi.

"1990 - 2009"

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capacità di attenzionee di anticipazione

forte collaborazioneper un miglioramento

continuo

ricerca e produzionecon tecnologied’avanguardia

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Per la realizzazione di questa brochure hanno collaborato:

Progetto e coordinamento editoriale Marketing Communications ABB Low Voltage Products Marketing Communications ABB Medium Voltage Products

Ricerca storica, iconografica e progetto grafico Studio xComunicare di Ambrogio Amati

Impaginazione Graphic Systems

Stampa Caleidograf

Foto Archivio ABB SACE Archivio Da Re

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Contatti

ABB SACEUna divisione di ABB S.p.A.Interruttori B.T. Via Baioni, 3524123 BergamoTel: +39 035 395.111Fax: +39 035 395.306-433

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