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Arsia • Materiali di lavoro

ArsiA - agenzia regionale per lo sviluppoe l’innovazione nel settore agricolo-Forestalevia Pietrapiana, 30 - 50121 Firenzetel. 055 27551 - fax 055 2755216/2755231www.arsia.toscana.itemail: [email protected]

Coordinamento della pubblicazione:roberto D’alonzo, Arsia

Testi: roberto D’alonzo, Arsia Marco Noferi, Cooperativa sociale Paterna

Cura redazionale, grafica e impaginazione: LCD srl, Firenze

Stampa: Press service srl, sesto Fiorentino (Fi)

Finito di stampare nel maggio 2009

Distribuzione gratuita

© Copyright 2009 ArsiA regione Toscana

Agricoltura sociale e agricoltura di comunità in Toscana

2002-2009

Materiali di lavoro / maggio 2009

ArsiA • Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore agricolo-forestale, Firenze

1. ArsiA e agricoltura sociale: un’introduzione al tema dello sviluppo rurale e della socialità 7

2. Una sintesi delle attività ArsiA (2003-2009) 9

3. Approcci, metodologie, punti di vista. Lo spirito solidale delle aree rurali ha radici antiche 11

4. Dalla sperimentazione alla formalizzazione di politiche integrate: un esempio dalla Valdera Protocollo d’intesa ArsiA / Società della Salute Valdera per la costituzione di un tavolo permanente in tema di agricoltura sociale 20

5. Le opportunità del Piano di Sviluppo Rurale 25

6. Agricoltura sociale e agricoltura di comunità, il libro 25

7. Progetto di sviluppo rurale Agricoltura sociale in Toscana scheda di rilevazione e aggiornamento delle esperienze regionali, 2009 26

8a. La campagna accessibile Presentazione dell’indagine conoscitiva su “Turismo e campagna accessibile in Toscana” 29 • Progetto di sviluppo rurale “Agricoltura sociale” scheda di rilevazione delle strutture ricettive 30

8b. Le fattorie didattiche Presentazione dell’indagine conoscitiva su “Fattorie didattiche e campagna accessibile in Toscana” 34 • Progetto di sviluppo rurale “Agricoltura sociale” Le fattorie didattiche in Toscana scheda di rilevazione delle esperienze regionali, 2009 35

9. Agricoltura sociale e sistema carcerario 37

10. Agricoltura sociale in Toscana. Seminari di informazione 44

Informazioni e partner 48

Il Progetto ‘Social Farming’ So.Far. - Servizi sociali in imprese agricole multifunzionali 48

Sommario

L’ArsiA ha iniziato dal 2002 un percorso di stu-dio, ricognizione e progettualità sul tema dell’Agri-coltura Sociale in Toscana, che si è concretizzato poi in un primo progetto avviato nel 2003 e al quale ne sono seguiti altri fino al 2009: un percorso complesso che via via aggrega nuovi contenuti e protagonisti. L’approccio metodologico innovativo di cui l’Agenzia si è fatta portatrice è di animazione “bottom up”, improntata a grande rispetto verso i protagonisti e le loro testimonianze. Questa prima parte progettuale è raccolta in un libro ArsiA, ricco di testimonianze, esperienze, “buone prassi” e pro-getti in Toscana, che è stato , se non il primo, tra i primi usciti sull’argomento.

I progetti ArsiA di conoscenza e animazione si inseriscono all’interno del più generale supporto ai percorsi innovativi della multifunzionalità e dello sviluppo rurale, intendendo sostenere le tante atti-vità nel territorio regionale, collegare e mettere in rete le realtà locali, organizzare azioni di formazio-ne e informazione, favorire la riflessione su nuove tematiche (come la complementarietà tra welfare rurale e urbano, l’avvio di patti sociali locali, la sostenibilità etica e sociale dei processi produttivi nelle nostre campagne).

L’Agricoltura Sociale va quindi a inserirsi — quale attività agricola — nel contesto della multi-funzionalità, dei servizi di prossimità e in campo sociale, alla luce di quanto sta avvenendo nelle cam-pagne (disaccoppiamento, riduzione del sostegno garantito dalla Politica Agricola Comunitaria, ma anche invecchiamento nel settore e nelle aree rurali, nuovi soggetti, nuovi conflitti, isolamento sociale e territoriale, nuovi rapporti città campagna…). Tutto questo apre nel contempo la possibilità di nuove forme d’impresa rurale: le esperienze in Toscana hanno mostrano come le aziende dell’agricoltura sociale siano laboratori di sperimentazione della multifunzionalità (biologico, biodiversità agricola, fattorie didattiche, circuiti brevi, Gruppi di Acqui-sto Solidale, servizi ambientali) che le fanno diven-tare nodi di relazioni con consumatori, cittadini, amministrazioni e generatori di innovazione pro-gettuale, iniziative, comunicazione per coniugare la

specifica funzione produttiva con lo svolgimento di attività di rilevanza sociale (formazione, inserimen-to, riabilitazione ecc.).

Nell’Agricoltura Sociale, l’azienda agricola coniuga quindi la specifica funzione produttiva con lo svolgimento di varie attività di rilevanza sociale (formazione, inserimento, riabilitazione ecc.): il lavoro agricolo, l’ambiente, i tempi e i ritmi delle campagne sono considerati importanti risorse e occasioni facilitanti per l’intervento su varie forme di disagio.

Su queste esperienze, ArsiA ha promosso il percorso progettuale di conoscenza e approfon-dimento (all’interno della più generale attività di sostegno metodologico allo sviluppo rurale), dal 2003 in avanti.

I progetti annuali hanno fatto riferimento al tema della “multifunzionalità in agricoltura”, coniu-gandolo con la “campagna dell’accoglienza”, nel ten-tativo di evitare il rischio della semplificazione di un mondo rurale e promuovere l’insieme delle risorse umane e sociali espresse dalle aree rurali in Toscana.

Seguendo questa direzione, i progetti hanno inteso fare tesoro delle esperienze e delle competen-ze acquisite nelle aziende e nelle realtà locali nelle quali l’ agricoltura sociale viene da tempo praticata e, allo stesso tempo hanno riconosciuto il patrimo-nio di competenze, di relazioni e di metodologie che in Regione Toscana si sono cumulate grazie all’azione promossa dal Dipartimento Sicurezza Sociale e dal Dipartimento Sviluppo economico con il contributo delle Organizzazioni Professiona-li Agricole. Proprio in considerazione dell’innovati-vo patrimonio di sapere che in Regione Toscana si è sviluppato sul tema della socialità viene reputata come positiva la possibilità di promuovere un più stretto legame tra le molteplici esperienze in atto sul tema della socialità nelle aree rurali e nelle azien-de agricole, anche con l’intento di promuovere un più stretto rapporto tra le aziende agricole toscane e il campo dei servizi alla persona.

Affrontare il tema delle risorse umane e sociali presenti nelle aree rurali e quindi ragionare sugli strumenti utili per potenziare l’entità e la qualità di

1. ArsiA e agricoltura sociale: un’introduzione al tema dello sviluppo rurale e della socialità

queste risorse, può apparire, a prima vista, poco stra-tegico ai fini della promozione delle attività agricole e dello sviluppo delle aree rurali. Ad una riflessione aperta e con uno sguardo di lungo periodo, invece, il tema sembra consentire di mettere a fuoco, e forse colmare, il deficit d’attenzione rispetto ad alcuni argomenti che stanno diventando particolarmente rilevanti, come in breve cercheremo di evidenziare.

In primo luogo, la forte domanda di ruralità sembra essere strettamente legata alle specificità – culturali, sociali – proprie degli stili di vita delle campagne. Tradizioni e caratteristiche che, però, tendono ad appiattirsi nel tempo.

In virtù di questa specifica attenzione, diventa oggi importante riflettere sulle risorse immateriali dello sviluppo e trovare le soluzioni più idonee per assicurarne la riproduzione in una chiave di contemporaneità. Appare evidente che assicurare la presenza di comunità vitali significa ragionare sui beni comuni presenti in questi territori (in partico-lare quelli della socialità) che, se si prestano a essere valorizzati da singole imprese – con il turismo, con i valori simbolici della tipicità – necessitano, però, di essere continuamente riprodotti e resi attuali.

Questi primi due elementi ne chiamano in causa un terzo, che riguarda la rilevanza del tema dei ser-vizi nelle aree rurali, e in particolare dello stato dei servizi alla persona disponibili. Gran parte dei beni comuni della cultura locale e delle relazioni esisten-ti fanno riferimento a un patrimonio di conoscenze tacite che risiede nelle persone e, spesso, negli strati più anziani di popolazione. Riprodurre i valori della reciprocità, della presa in carico da parte delle comunità locali dei bisogni specifici esistenti, favo-rire il confronto intergenerazionale e il dialogo aperto con i ceti urbani, rappresentano utili passi verso la rivitalizzazione del sistema della ruralità toscana. Una logica, questa, che pone le aree rurali nella condizione di ripensare i propri sistemi di welfare in una logica di municipalità e di parteci-pazione, in una chiave di avanguardia rispetto al dibattito in corso. Ragionare in termini di welfare municipale significa porsi l’interrogativo circa la concreta possibilità di valorizzare le risorse agri-cole al fine di ispessire la rete dei servizi nelle aree rurali e di piegarle alla specificità dei bisogni delle persone che vivono in questi territori, oppure, di

utenti che dalle risorse dell’agricoltura e delle aree rurali possono trarre vantaggio per porre rimedio a personali stati di disagio.

È utile, a tale riguardo, comprendere appieno i ruoli che, nella dimensione prospettata, posso-no essere assicurati dall’agricoltura, valorizzando il concetto di multifunzionalità e allargandone l’applicazione al campo dei servizi alla persona. In questo senso, la presenza di esperienze numerose e significative che nel territorio toscano operano nell’agricoltura sociale fa ben sperare circa la possi-bilità di coinvolgere nella produzione di servizi nel sociale un più vasto numero di aziende e cooperati-ve che già operano in agricoltura.

Questa circostanza avrebbe il vantaggio di ispes-sire la rete dei servizi, di accrescere la quota assicu-rata dalle aziende agricole, di favorire la qualità dei sistemi di relazione nelle aree rurali e, alla lunga, di renderle più vitali e attraenti.

Il tema del sociale e dei servizi nelle aree rurali è stato già affrontato in sede regionale, tanto dall’Ar-siA, quanto dal Dipartimento Sicurezza Sociale e dal Dipartimento Sviluppo Economico mediante azioni di ricerca e intervento e l’applicazione di specifiche misure del Psr toscano.

I temi fin qui elencati, poi, si legano coerente-mente con alcuni ulteriori punti di riflessione che riguardano:• l’importanza di qualificare la spesa pubblica in

agricoltura al fine di renderla pienamente giu-stificabile agli occhi della collettività per l’entità dei servizi resi,

• l’utilità di passare dall’uso dell’immagine a quel-lo della reputazione, per promuovere le singole imprese, sistemi territoriali, lo stesso operato regionale nel sistema istituzionale, in modo da accrescere i livelli competitivi del sistema in una chiave di piena coerenza con bisogni e aspettati-ve di una società complessa ed evoluta;

• favorire l’adozione di una logica d’impresa fondata sulla responsabilità sociale, capace di promuovere, allo stesso tempo, miglioramento delle performance d’impresa e crescita dei beni e dei valori collettivi prodotti.

Sulla base di questi presupposti è stata realizzata la progettualità negli anni 2003-2009.

8 A R S I A

Nel 2002 l’ArsiA iniziò a porre attenzione al tema della qualità sociale della vita nelle aree rurali identificando il tema “agricoltura sociale” e attivan-do progetti …

Il progetto nel 2003Nel corso del primo anno, si è proceduto a uno

studio preliminare per l’individuazione delle realtà attive e la loro descrizione tramite interviste, visite, incontri. Sono state individuate in questa fase ini-ziale 30/40 realtà (tra loro diverse, ma nell’insieme rappresentative del vivere e del lavorare nella cam-pagna toscana): cooperative agricole, famiglie di coltivatori diretti, comunità, cooperative forestali, ecc… presso cui da molti anni sono condotte attività di forte rilevanza sociale: formazione professionale, inserimento lavorativo, recupero e riabilitazione, ospitalità, turismo sociale. Dal primo censimento risulta – tra l’altro – che queste realtà hanno ospi-tato negli anni circa un migliaio di “storie di disa-gio”, in tempi e modi differenziati (e comunque un numero significativo di persone ha protratto negli anni il rapporto con le aziende).

Il progetto nel 2004Nel corso del secondo anno, il lavoro si è concen-

trato nel rafforzamento del concetto di “animazione”, promuovendo un sistema di relazione e organizzazio-ne tra le realtà individuate nel primo anno (e quelle che successivamente sono state contattate nel 2004 – altre 30 circa). Il percorso di animazione si è basato su incontri ospitati a turno presso le sedi delle “aziende aderenti”; su visite a esperienze extraregionali; su una periodica attività di informazione. Nel 2004 si è inoltre focalizzata l’attenzione sul mondo della cooperazione sociale attiva nelle aree rurali.

Il progetto nel 2005 Le azioni progettuali per il 2005 sono state

incentrate sulla “trasferibilità”, un processo comples-so di integrazione tra vari soggetti. In questi anni

sono andati avanti in Toscana, contemporaneamente, due lavori: quello delle organizzazioni professionali agricole e della Regione Toscana sul sociale e il Psr, misura 9.4 e, contemporaneamente, quello dell’Ar-siA che ha “sperimentato” un lavoro innovativo nella stessa direzione, mettendo in comunicazione le diverse esperienze. Nel 2005, l’Agenzia ha pro-mosso un ulteriore livello d’intervento, da un lato mantenendo l’approccio di animazione nei confronti delle aziende e delle “esperienze di base”, e dall’altro favorendo il coinvolgimento delle Organizzazioni Professionali e delle strutture associative toscane che hanno mostrato interesse sull’argomento.

Il progetto nel 2006Le azioni progettuali nel 2006 sono state incen-

trate sul rafforzamento della “convergenza” delle esperienze delle aziende agricole coinvolte e inco-raggiando possibili integrazioni tra vari soggetti.

Il progetto ha riproposto il percorso formativo per l’agricoltura sociale rivolto a tecnici segnalati dalle organizzazioni, dalle Aziende sanitaria, dagli enti locali e dalle aziende agricole su temi quali nella multifunzionalità, welfare rurale, esperienze e progetti di fattorie sociali, cooperazione e sociale, agricoltura sociale, tecniche ed esperienze tra forma-zione e integrazione.

Il progetto nel 2007Il progetto si è caratterizzato con azioni speci-

fiche, tra loro collegate. In particolare sono state portate avanti due diverse azioni di formazione e animazione tra loro legate e sotto articolate.

Formazione per tecnici designati dalle Organizza-zioni Professionali (CiA, Coldiretti, Confagricoltura) e associazioni partner del progetto (AiAb, CtPb - Coordi-namento Toscano Produttori Biologici, Associazione Toscana Biodinamica) o per operatori da tempo impe-gnati sia nelle attività aziendali e/o dei servizi sociali; prosecuzione dei percorsi formativi con un corso di approfondimento metodologico e progettuale delle conoscenze in campo regionale e nazionale e dalla

2. Una sintesi delle attività ArsiA (2003-2009)

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costruzione di progettualità. Incontri territoriali ( in collaborazione con i part-

ner del progetto) mirati a rafforzare la consapevolezza della rete e il rapporto tra agricoltura sociale e territo-rio per “diffondere la consapevolezza che l’esistenza in un territorio di realtà impegnate nell’agricoltura sociale è patrimonio dell’intera comunità locale”, con iniziati-ve d’informazione e confronto.

Il progetto nel 2008Per il 2008 l’ArsiA ha inserito nel proprio pro-

gramma di attività la realizzazione di vari progetti integrati, per rafforzare il sistema di relazione tra le realtà individuate e i temi più generali che coinvol-gono oggi la ruralità toscana: la sostenibilità etica e sociale dei processi produttivi, le produzioni e i consumi locali, le nuove esigenze delle comunità rurali, la domanda di fruizione della campagna, la qualità della vita nelle aree extraurbane e il suppor-to al sistema rieducativo nelle carceri in Toscana.

Nel corso dell’anno, il coinvolgimento dell’Agen-zia si è concretizzato:1. Nel progetto europeo So.Far. con l’Universi-

tà di Pisa (“Social services in multifunctional farms”, servizi sociali in aziende multifunziona-li): una iniziativa internazionale di supporto alla ricerca per le politiche rurali europee, finanziata dalla Commissione europea.

2. Nel progetto europeo “Strade dei sapori”, Pro-gramma Leader Plus di cooperazione trasnazio-nale. L’azione di competenza dell’ArsiA è stata mirata a rafforzare la visibilità delle aziende agricole toscane impegnate sul tema dei servizi sociali.

3. Nel progetto pilota “Volterra e dintorni - multi-funzionalità, servizi e ruralità”, avviato in colla-borazione con la Casa di Reclusione di Volterra e la condotta Slow Food di Volterra.

4. Nel progetto pilota “Isola di Gorgona: territo-rio, zootecnia e agricoltura sociale”.

Il progetto è mirato a coniugare le attività for-mative realizzate nell’isola con le esperienze di agricoltura sociale, aprendo il carcere alle realtà e alle aziende del territorio rurale toscano.

5. Attività di animazione. Sono proseguite varie attività di animazione e consolidamento della rete regionale, attraverso:

— a. news di informazione per l’indirizzario regio-nale, produzione di materiale cartaceo e costru-zione del sito;

— b. incontri con gruppi locali, associazioni, realtà del mondo rurale;

— c. aggiornamento del precedente censimento delle aziende e realtà attive in Toscana

— d. inizio dell’indagine sulle opportunità del Turismo sociale-rurale.

Il progetto nel 2009Fra le attività previste nel 2009:

• monitoraggio e divulgazione delle opportunità previste dal Piano di Sviluppo Rurale;

• rilevazione delle realtà attive in agricoltura socia-le, fattorie didattiche e turismo sociale,

• corsi e seminari per aziende e operatori;• progetto pilota sul sistema carcerario;• seminario internazionale sulla Comunità di Pra-

tiche europea;• monitoraggio di casi studio-progetti territoriali.

Conoscere la campagna e partecipare ai lavori della stagione. Alcune aziende agrosociali offrono servizi mirati e di breve durata: accoglienza, svago, didattica, piccole azioni abilitative (Paterna, cooperativa agricola)

Lo spirito solidale delle aree rurali ha radici antiche

Roberto D’Alonzo, arsia Regione Toscana

Da sempre nel mondo contadino la famiglia è stata il luogo in cui la solidarietà e l’aiuto reciproco erano una componente permanente in cui avevano pari diritti anche i più deboli: disabili fisici e mentali, vecchi, bambini. Comunque per ognuno di loro c’era uno spazio fisico e un ruolo, spesso necessariamente semplicissimo, ma riconosciuto, dal governo di un animale alla raccolta delle uova, all’orto. Così come da sempre il rapporto di solidarietà e aiuto tra vicini ha caratterizzato le comunità contadine per quel che riguarda lo scambio di strumenti e mezzi di lavoro, la solidarietà e l’intervento comune nelle calamità, la gestione dei servizi comuni.

Le persone che abitano le campagne toscane hanno sempre coniugato il lavoro agricolo con esperienze e percorsi che, nel tempo, hanno mostrato la possibilità di nuove frontiere per le attività agricole nelle aree rurali. I percorsi di sviluppo delle aree rurali sono state sempre il frutto di un fitto dialogo sociale e di un apprendimento collettivo capace di coniugare elementi culturali, operosità imprenditoriale, memoria istituzio-nale, specificità delle risorse ambientali. Ed è stretta la correlazione tra l’immagine della Toscana rurale e la vivacità delle comunità che vi operano. È sempre stato così. La fatica del lavoro nei campi accompagnata da un forte senso di solidarietà e di reciproca sostituzione in caso di necessità.

Questo modo di essere ha fatto sì che negli anni settanta alcuni gruppi di giovani hanno visto nella “civiltà contadina” un diverso modo di essere, di vivere con spirito fortemente solidale e in comunità, tanto da decidere di “diventare contadini” spesso senza sapere nulla di agricoltura: scelte determinate da convinzioni etiche, seguite poi da duri percorsi di apprendimento.

Ancor oggi molte di queste esperienze di ex-giovani sono fortemente radicate e vive nei territori toscani e, se possibile, ancor di più legate a una scelta etica di solidarietà verso i più deboli. È soprattut-to dalle loro storie che è nata l’agricoltura sociale quale percorso per l’affermazione di un modello di

agricoltura basato sulla multifunzionalità e su più stretti rapporti di complementarietà tra aree rurali e aree urbane. Si tratta di esperienze che, per quanto ancora poco conosciute, sono tutt’altro che margina-li, ma rappresentano anzi una risorsa fondamentale per molte aree rurali: aziende o cooperative agricole sono oggi in grado di offrire servizi sociali strutturati e indirizzati per target di utenze diversi, accreditati presso le istituzioni pubbliche in funzione delle rispettive e specifiche competenze e sensibilità.

L’impresa agricola si apre al sociale: responsabilità e nuovi consumi

Francesco Di Iacovo Professore di Economia Agraria, Università di Pisa

Quale motivo spinge un agricoltore a svolgere funzioni sociali? Le risposte possono essere diverse. La prima, più semplice, è perché già ci sono molte realtà in Italia e in Europa che lo fanno. Si tratta di cooperative sociali che pensano di poter assolvere meglio la propria missione facendo leva sulle risorse agro-zootecniche, ma anche imprese agricole, fami-gliari o cooperative, che promuovono inclusione sociale e si mettono al servizio delle comunità locali. Una seconda ipotesi, che trova concrete esperienze nella pratica, riguarda l’applicazione del concetto di responsabilità sociale d’impresa, un modo di fare impresa interagendo attivamente con i portatori di interesse locali e producendo servizi aggiuntivi, collettivi, di natura ambientale o sociale, anche al di là degli obblighi di legge. Questo modo di ragionare è legato all’idea della agricoltura multifunzionale, all’impiego, cioè, di processi agricoli per ottenere, allo stesso tempo, più beni e servizi, vendibili e non.

Nelle comunità rurali, le imprese agricole, specie quelle che fanno uso delle risorse collettive per cre-are valore, hanno il compito di contribuire alla loro rigenerazione. Così, gli agriturismi che fanno leva sulla cultura rurale per attrarre visitatori, devono preoccuparsi dello stato di questa risorsa e, più in generale, del capitale rurale. L’offerta di servizi alla

3. Approcci, metodologie, punti di vista. Lo spirito solidale delle aree rurali ha radici antiche

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persona va in questa direzione, rappresenta un modo per partecipare attivamente a fornire risposte utili alle comunità locali, prendersi carico delle difficoltà dei soggetti più deboli e rivitalizzare le reti di mutuo aiuto e di servizio. L’avvio di pratiche di agricoltura sociale rappresenta, però, un ulteriore elemento di distinzione dell’impresa e del territorio, specie in contesti divenuti più profondamente competitivi.

In Toscana la Cooperativa Agricola Emilio Sereni, oltre a produrre latte biologico assicura inclusione sociale a persone affette da dipendenza in accordo con i servizi sociali locali. L’azienda agri-cola famigliare Colombini ha partecipato a percorsi di formazion e inclusione lavorativa per persone con disabilità psichiatrica, assumendone poi tre a tempo indeterminato, vincendo un premio nazio-nale “Etica e impresa” rivolto all’insieme dei settori produttivi italiani (http://www.eticaeimpresa.net).

L’agricoltura sociale è al centro di nuovi processi di cambiamento delle campagne capaci di affermare valori forti, del dialogo, del confronto, dell’accoglienza e della disponibilità, riposiziona l’agricoltura in una diversa luce nella società, fa crescere la reputazione degli agricoltori e dei territori, favorisce l’avvio di nuove relazioni sul territorio tra agricoltori e associa-zioni, tra il volontariato e i soggetti pubblici, tra i con-sumatori organizzati (è il caso dei Gruppi di acquisto solidali, www.retegas.org/) e gli stessi produttori.

I consumatori sono divenuti più attenti ed esigen-ti. Molte iniziative di valorizzazione e promozione dei prodotti locali tendono a determinare un legame stretto tra offerta di prodotti e di servizi e specificità del sistema locale. Allo stesso tempo, emergono sem-pre più evidenti stili di consumo critico che vedono gli acquirenti e i fruitori delle aree rurali selezionare fornitori o esperienze di visita in funzione del livel-lo di coerenza con le proprie scelte di vita. Così le imprese agricole che adottano pratiche di agricoltura sociale hanno la possibilità di legarsi in modo più stretto con il territorio che abitano e, grazie a questo, entrare in nuove reti di relazioni, sviluppare nuove opportunità, valorizzare meglio la propria offerta mediante la costruzione di nuovi mercati diretti, rivolti a famiglie o mense pubbliche.

L’agricoltura sociale promuove dialogo perché genera vantaggi collettivi, per i soggetti inclusi, in primo luogo, per le loro famiglie e per le comunità locali, per i consumatori che riscoprono nuove motivazioni e logiche di acquisto, per i produttori che riscoprono nuove attitudini di impresa e che sono portati a uscire dal confine aziendale per affrontare la sfida del confronto, quello vero, non dei soli mercati quanto, anche, della partecipazione alla costruzione di una diversa etica di produrre e di stare insieme nelle aree rurali e nella società locale.

L’agricoltura sociale accresce la reputazione dell’imprenditore agricolo rendendolo più visibile agli occhi della comunità locale e più in generale nella società. Forse anche per questo motivo i giovani imprenditori agricoli guardano con favore e attenzione alle pratiche di agricoltura sociale, in quanto vedono in questo modo il loro ruolo più compreso e apprezzato rispetto a quanto avvenuto per la precedente generazione di agricoltori.

L’agricoltura sociale attiva nuovi mercati del lavo-ro. Sono note a tutti gli imprenditori le difficoltà di reperire lavoro professionale e motivato in agricoltura. I percorsi di agricoltura sociale, invece, tra le altre cose contribuiscono a creare persone con buone competen-ze e con grande motivazione che finiscono per operare in agricoltura con il duplice intento di continuare a stare meglio e di essere apprezzati e riconosciuti.

La diffusione dell’agricoltura sociale in Italia è già molto ampia, seppure non codificata e forma-lizzata. Nei paesi europei, specie dove le pratiche di agricoltura sociale sono riconosciute, il numero delle realtà coinvolte vede una crescita esponenziale, in campi di attività molto diversi. In Olanda, dove l’agricoltura sociale e i servizi offerti sono ricono-sciuti e remunerati dal sistema pubblico ci sono 700 aziende agricole registrate in un database nazionale. In Belgio il Piano di Sviluppo Rurale prevede, oltre al sostegno agli investimenti, un riconoscimento monetario dell’impegno degli agricoltori, al pari di quanto avviene in campo ambientale. In Norvegia, numerose fattorie didattiche instaurano rapporti specifici con le scuole per organizzare servizi forma-tivi ed educativi per ragazzi con difficoltà di appren-dimento e/o a rischio di esclusione scolastica.

Terra e comunità, il valore economico dei servizi alla personaLe campagne sono un luogo di concretezza, una

miscela peculiare di risorse materiali e ambientali, fisiche e immateriali. Sensazioni, relazioni, modi di fare, un’etica del produrre, il contatto quotidiano con cose certe, come la vita e la morte, delle piante e degli animali. Questa miscela, definita capitale rurale, rende questi luoghi interessanti da visitare, cercare fra i prodotti, vivere, nel tempo libero o nel quotidia-no. Anche le campagne cambiano, nei loro valori. A fattori di criticità strutturale (bassa densità e disper-sione insediativa, limiti nella viabilità e nei trasporti) si accompagnano oggi fattori di criticità dinamica (invecchiamento, erosione delle reti di mutuo aiuto e dei servizi, omologazione degli stili di vita) e aspetti di cambiamento legati ai nuovi residenti, alle oppor-tunità del rurale, ai processi di nobilizzazione gene-rati dal turismo. Una poco attenta valorizzazione del capitale rurale può favorirne l’erosione, specie nelle

13m A t e R I A L I d I L A v o R o

componenti sociali, favorendo perdita di specificità e capacità di attrazione futura.

Per questo va ripensato il modo di creare valore, ponendo attenzione alla rigenerazione delle reti e dei beni di relazione, alla salvaguardia dei valori della reciprocità accanto a quelli del mercato. Il patrimo-nio delle comunità rurali va rinnovato grazie all’im-piego di meccanismi economici più caldi, capaci di legare alla produzione di beni materiali privati, la rigenerazione di beni immateriali collettivi.

Le esperienze di agricoltura sociale offrono una dimensione contemporanea delle relazioni di comunità, un modo per esercitare la presenza attiva e responsabile nelle campagne.

Le campagne è bene che cambino, che sappiano trovare proprie risposte alle sollecitazioni esterne e alle modifiche del tessuto sociale e produttivo locale. La costruzione di nuove comunità interpretative, capaci di analizzare il cambiamento e trovare risposte concrete a problematiche quotidiane urgenti è diventata priori-taria ovunque. Nel caso delle aree rurali le esperienze di agricoltura sociale assicurano la ricostruzione di consapevolezza dei molteplici valori della produzione agricola, del suo potere inclusivo, della sua capacità di promuovere beni di relazione e contribuire alla costru-zione di comunità di persone interessanti, capaci di offrire risposte adeguate e peculiari alle sollecitazioni forti che questi territori ricevono.

Agricoltura sociale e responsabilità In Toscana si ritrovano esperienze laiche o

religiose che hanno ripensato in modo nuovo la possibilità di tenere insieme l’esercizio dell’attività agricola, le relazioni di dono e reciprocità e una forte capacità inclusiva. Gli esempi sono quelli di La Comune di Bagnaia, Cooperativa il Forteto, La Vecchia Trebbia, Nomadelfia, Comunità Incon-

tro, Cooperativa Parvus Flos, Cooperativa Monte Brugiana, Cooperativa il Pungiglione, esperienze complesse e ricche di vita in comune. Accanto a queste esperienze ce ne sono altre caratterizzate da forme innovative di rapporto tra servizi pubblici, volontariato, realtà d’impresa, come nel caso del Poderino in Valle del Serchio, o quelle che legano le aziende agricole, le Società della Salute e gruppi, privati o pubblici, di consumatori critici, come nel caso del progetto “Il Giardino dei Semplici” avviato a Pontedera. Sono esperienze caratterizzate da una miscela inedita dei valori del mutuo aiuto, della collaborazione, dell’inclusione, accanto alla creazione di valori economici. In queste esperienze le campagne ritrovano le specificità della loro cultu-ra, ridefiniscono in modo innovativo la tradizione, generando soluzioni pertinenti alle specificità locali e alle esigenze più attuali del vivere in campagna.

Economia della conoscenza nelle aree ruraliBuona parte dei processi di valorizzazione delle

aree rurali fanno riferimento all’economia della conoscenza e si legano alla presenza di comunità vitali capaci di interpretare attivamente il loro ruolo in una società in profondo cambiamento.

Le risorse messe a valore, infatti, sono, in buona parte e sempre più di frequente, immateriali e di natura collettiva. Per questa ragione, nelle aree rura-li, sviluppo economico e sviluppo sociale risultano tra loro intrinsecamente legati. Per questo, oggi, i temi della rigenerazione delle risorse umane e delle relazioni assumono una rilevanza paradigmatica, mentre, accanto ai valori del mercato, anche quelli della reciprocità e del dono devono essere nuova-mente valutati, sempre per questo motivo l’agri-coltura sociale diviene un modo per legare insieme valori sociali ed economici.

Tutti insieme, d’estate, a preparare i fichi secchi sulle colline di Carmignano: i valori dell’accoglienza, dell’attenzione, della comunità, si legano alla pratica dell’inclusione (Az. agricola Rigoccioli, Cooperativa sociale Humanitas)

14 A R S I A

Glossario minimoAgricoltura sociale: impiego delle risorse agro-zoo-

tecniche a fini terapeutici, di riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa di ricreazione e di educazione.

Attività o Terapie Assistite con Animali (AAA, TAA): le prime usano l’interazione ricreativa e di sup-porto degli animali per migliorare la qualità della vita degli utenti; le seconde determinano un miglioramento della funzionalità fisica, socia-le, emotiva e cognitiva del paziente mediante un processo terapeutico realizzato da personale specializzato con l’ausilio di animali.

Terapia orticolturale: disciplina medica che usa le piante, l’attività di giardinaggio e l’innata affi-nità per la natura come mezzo professionale in programmi di terapia e riabilitazione.

Bene di relazione: avviati con la costruzione di rap-porti (es amicizia), dove l’identità e le motivazio-ni dell’altro con cui si interagisce sono elementi essenziali nella creazione di valore del bene.

Bene posizionale: assegna utilità per la posizione relativa nella scala sociale (status) che il suo con-sumo consente di occupare.

Capitale sociale: reti di relazioni formali e informali fiduciarie attivate tra individui.

Reciprocità: impegno condizionato verso altri che giustifica il sacrificio di risorse per rispondere a un favore ricevuto.

Responsabilità sociale d’impresa: tensione volta a sod-disfare al di là degli obblighi di legge, le attese sociali, ambientali ed economiche, dei portatori di interesse interni ed esterni, mediante la con-duzione d’impresa.

Imprese rurali, quella motivazione etica in più

Marco Noferi, Cooperativa sociale Paterna

Aziende e comunità, cooperative e famiglie di col-tivatori diretti: i protagonisti delle esperienze tosca-ne dell’agricoltura sociale, vantano una scelta consa-pevole del lavoro in agricoltura e una coincidenza tra le motivazioni etiche e quelle produttive, in un contesto di propensione, disponibilità e attenzione ai bisogni del territorio e delle comunità locali.

Esprimono una ricerca coerente per conciliare l’attività economica con l’impegno sociale dell’azien-da, per non separare la creazione di ricchezza dell’im-presa dallo sviluppo della collettività. Si tratta quindi di “attori” fortemente motivati, animatori di processi innovativi, per di più in un quadro come quello attuale che vede il restringersi delle offerte delle politiche “assistenziali” e una netta crisi del vecchio modello del welfare statale.Nel panorama delle espe-rienze toscane (forse più che in altre regioni) si può notare un’evoluzione dalla “motivazione ideologica” alla “motivazione professionale”.

La motivazione ideologica è riconducibile alla scelta etica, alle sensibilità personali e politiche degli iniziatori dell’esperienza. Oggi è forse avvicinabile al concetto di “responsabilità sociale d’impresa”, ma è stata senz’altro la molla iniziale di gran parte delle esperienze nate nel corso degli anni Settanta, quando si espresse il movimento (urbano e giova-nile) del ritorno alla terra e si svolse un dibattito importante sul rifiuto delle convenzioni sociali, su devianza e normalità, su sanità e diversità. Le realtà storicamente avviate in Toscana per una forte moti-

Maurizio è uno dei primi giovani approdati a Cercina nel 1981. Qui è con due polli che lui stesso spennerà e pulirà in modo esemplare (Cooperativa La Fonte)

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vazione ideologica, sono per lo più imprese rurali (cooperative e anche realtà di tipo comunitario). La motivazione “professionale” è invece più recente, e si è sviluppata anche a seguito dell’affinamento delle conoscenze e di scelte riabilitative legate ai processi della campagna, e appare più strettamente collegata alla filiera riabilitazione- integrazione, di supporto al Servizio Pubblico. Le realtà orientate da questa motivazione sono generalmente ricondu-cibili al mondo della cooperazione sociale.

Un’ultima evoluzione potrebbe comprendere quelle attività che stanno avendo larga diffusione, specializzate intorno a un’idea di campagna come “luogo” per lo svago e il benessere genericamente inteso – le fattorie della salute, una specifica acco-glienza turistica, una ricreazione a contatto con la natura: si tratta evidentemente di una risposta di tipo imprenditoriale a richieste di utenze urbane, meno impegnative e di solito per cicli di breve durata.

Pratiche ed esperienzeNel diversificato mondo delle realtà rurali toscane,

da molto tempo si sono condotte iniziative e pratiche di forte rilevanza sociale, rivolte all’area del disagio e della bassa contrattualità: attività formative, d’inclu-sione, attività terapeutiche, di relazione, attraverso interventi, finalità e metodiche differenziate (con una gestione a volte di supporto e di concerto con il Ser-vizio pubblico, a volte in un rapporto autonomo e diretto con l’utenza, con l’ospite).

Anche l’utenza di riferimento è assai ampia ed eterogenea: le imprese, le comunità e le aziende pre-stano attenzione e si fanno carico delle storie di per-sone con problematiche psichiatriche, di handicap

fisico e psichico, di tossicodipendenze, di minori in abbandono, di storie di carcere e del disagio giova-nile, di problematiche dell’emigrazione.

L’agricoltura sociale si rivolge quindi a una vasta utenza, composta da quanti possono innalzare i pro-pri livelli di inclusione sociale mediante il contatto con i processi agricoli e con le risorse dell’ambiente rurale e delle sue comunità, attraverso percorsi e “offerte” che in Toscana sono assai differenziate:• per bambini (organizzazione di nidi familiari e

di prossimità, piccole ludoteche e laboratori);• per minori e giovani in difficoltà (pratiche abili-

tanti, contatto con esperienze concrete, ingresso in comunità di accoglienza e in pratiche di avvi-cinamento al lavoro);

• per persone diversamente abili sul piano fisico e mentale (azioni di terapia colturale o legata al contatto con animali, formazione, terapia occu-pazionale, inserimento lavorativo);

• per anziani in difficoltà (forme di accoglienza tem-poranea, organizzazione di servizi di prossimità e di domiciliazione, forme di turismo sociale);

• per detenuti ed ex-detenuti (attività di formazione, occupazione interne agli istituti di pena, forme di inserimento lavorativo esterne al carcere);

• per persone affette da dipendenze nei confronti di sostanze alcoliche e di droghe;

• per persone in senso lato che necessitano di un piccolo o grande recupero delle proprie abilità e capacità e che necessitano di forme, luoghi, spazi e sistemi di relazione diversi da quelli usuali e più vicini alle esperienze e ai cicli della natura e della sua gestione.

Il primo giorno con le api. Un appuntamento preparato con ogni cura: tute, maschere, guanti…L’apicoltura offre una preziosa possibilità di misurarsi con il lavoro anche a persone con disabilità fisica. (progetto Aristotele-Copait)

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È quindi una agricoltura sociale e “solidale”, che si preoccupa della sostenibilità del processo pro-duttivo e della mutua solidarietà tra le persone, che cura ambiente e territorio e offre spazio a chi non ne ha sul mercato del lavoro.

Questioni di welfare, fra partecipazione e vita di comunità

Gianni Salvadori Assessore alle Politiche sociali Regione Toscana

Il ruolo multifunzionale dell’agricoltura sociale per dar vita a un nuovo sistema di relazioni sociali. Le esperienze di tante aziende e cooperative, in trent’anni di storia ne confermano il ruolo fondamentale.

Il progetto di agricoltura sociale che l’ArsiA ha intrapreso ormai da qualche anno rappresenta un elemento importante per la costruzione di un tipo di società che noi vorremmo basato su valori di coesione e solidarietà. La trama dei rapporti rurali, che fino a pochi anni fa costituiva una ricchezza incredibile per la nostra regione e che si sono progressivamente sgreto-lati per lasciare il posto ad altri tipi di relazioni sociali, più superficiali e individualiste, merita di essere ricom-posta. Passa da questo modo di rapportarsi con gli altri, dalla volontà di partecipare alla vita di comunità, così come accadeva un tempo, l’effettiva riuscita di questo nostro disegno di società. Le esperienze di agricoltura sociale condotte in Toscana da tante aziende che opera-no nel biologico, ma anche da tante cooperative sociali, hanno dimostrato di poter costituire uno strumento di grande importanza nel nostro sistema di welfare.

Passa da queste iniziative il reinserimento di tanti anziani in difficoltà o di persone con problemi di salute mentale, ma anche di minori con serio rischio di esclusione, di soggetti disabili, ex dete-nuti, persone con problemi di tossicodipendenza. L’agricoltura sociale può e deve svolgere questo ruolo multifunzionale, è lo strumento che la nostra regione deve utilizzare per dar vita a un sistema virtuoso capace di ricreare quel sistema di relazioni sociali che è andato scomparendo.

Gli approcci e le tecniche Alessandro Lenzi, Viviana Ventura Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia, Biotecnologie, Università di Pisa

Per il soggetto disabile l’acquisizione di un ruolo lavorativo rappresenta la forma più efficace di realizzazione personale, raggiunge un’immediata “visibilità sociale” non legata all’handicap, ma alle proprie capacità. Tuttavia il problema non sempre è stato affrontato in modo sistematico sia per la difficoltà di fare affermare una cultura lavorativa per persone affette da disabilità, sia per la difficoltà di occupazione che ha colpito il nostro paese.

Questi processi di empowerment e di integrazio-ne sociale diventano concreti ed effettivi solo se il lavoro serve a soddisfare bisogni reali, è produttivo ed è remunerato adeguatamente; l’agricoltura sembra possedere queste potenzialità, e può inserire soggetti nel proprio ciclo produttivo senza alterarne il funzio-namento e rendimento, ricevendo vantaggi economi-

Pochi luoghi di lavoro possono essere così versatili come “la fattoria”. I ritmi, le varietà, le fasi biologiche, la stagionalità: è un insieme di stimolazioni culturali e sensoriali che il contesto agricolo offre in ogni periodo dell’anno (Cooperativa Il Forteto)

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ci e di immagine oltre che risultati socialmente utili. Le pratiche agricole offrono un ampio ventaglio di scelta: attività in campo aperto o coperte, allevamenti di animali da cortile e da stalla, coltivazioni a ciclo breve o lungo. I ritmi di produzione non incalzanti, la varietà delle attività, la partecipazione al risultato finale, l’assenza di aggressività e giudizio da parte delle piante e degli animali, il senso di responsabilità che matura quando ci si prende cura di organismi viventi, il contatto con l’ambiente naturale, sono tutti fattori che possiedono valenze terapeutiche intrinseche.

Chi lavora in agricoltura, inoltre, deve adeguare i propri tempi a quelli naturali, si riappropria della consapevolezza che i ritmi naturali influiscono anche sul vivere quotidiano, è introdotto in un processo produttivo che diventa termine di confronto con l’esterno, obbligandolo a relazionarsi continuamente con altri viventi e col mondo che lo circonda.

Le pratiche di agricoltura biologica, perché meno standardizzate, meno ripetitive, più diver-sificate e capaci di assorbire lavoro manuale e più legate all’attenzione verso il vivente, si prestano in misura maggiore, specie nei casi, come l’orticoltura, dove i cicli sono abbastanza brevi e tali da mettere a disposizione degli utenti tutto il processo e i risulta-ti del proprio lavoro, dall’inizio alla fine. Allo stesso modo la presenza di un animale migliora la vita dell’individuo, diminuisce solitudine, depressione e ansia, abbassa lo stress divenendo una fonte di contatto piacevole, una visione rilassante e una per-cezione di sicurezza e tranquillità, aumenta l’auto-stima, l’autocontrollo, indipendenza e autonomia, dando impulso alla cura di se stessi.

L’animale non giudica, non è in competizione, non rifiuta, dà un senso al presente, offre stimoli cognitivi, storna l’attenzione dai problemi, offre possibilità comunicative, dà un sostegno (affettivo, relazionale), facilita disposizioni positive, in una relazione interattiva estremamente ricca e com-plessa. Per questo l’agricoltura dispone di risorse, ancora poco valorizzate, che meriterebbero una attenzione maggiore.

multifunzionalità agricola e segnali di un nuovo welfare

Cia, Coldiretti, Confagricoltura - Toscana

L’agricoltura contemporanea rappresenta un ambito complesso e articolato in cui alla classi-ca funzione produttiva si sono progressivamente affiancate, e hanno trovato riconoscimento, fun-zioni economiche e di servizio, riconducibili a una valenza sociale, territoriale, ambientale. Il settore sta affrontando il passaggio da un livello di prote-zione basato sui prodotti – come era quello assicu-rato dalla Politica Agricola Comunitaria fino agli anni novanta – a un livello di sostegno al reddito indispensabile per affrontare la forte competizione commerciale che è derivata dalla globalizzazione dei mercati. Questi cambiamenti e il riconosci-mento dell’attività agricola multifunzionale da un lato hanno spiazzato gli agricoltori ma, dall’altro, hanno dato il via a una fase che sta facendo emer-gere nuove professionalità e specializzazioni nelle imprese agricole. E i risultati positivi non hanno

La mensa del Forteto: il momento fondamentale del mangiare tutti insieme, ogni giorno, ancora dopo 30 anni. Oggi, la cooperativa occupa 129 lavoratori, e fra questi 13 con disabilità fisica o psichica (Cooperativa Il Forteto)

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tardato ad arrivare. A fronte di una nuova sensibi-lità da parte dei cittadini-consumatori le imprese agricole devono affrontare anche queste nuove sfide ripensando e rielaborando le nuove esigenze, organizzando e promuovendo nuovi servizi e pre-stazioni.

In quest’ottica, per le figure professionali impe-gnate in agricoltura e aperte al sociale, sarà impor-tante prevedere una politica di sostegno e di investimenti (come l’accesso al credito d’imposta, all’imposta di registro agevolata, concessioni edili-zie facilitate, la possibilità di concorrere alla sotto-scrizione di contratti di programma e di stipulare contratti di filiera ecc.) rendendo concreto il prin-cipio di sussidiarietà solidaristica. Ma soprattutto occorre che le politiche sociali siano intese come motore dello sviluppo sostenibile: riconoscere la complessità dei fenomeni legati al cambiamento in corso, ponderare i rischi di frantumazione sociale e, di contro, saper leggere le spinte alla coesione e quindi all’inclusione che pratiche innovative come l’agricoltura sociale possono generare. La consi-derazione sociale del ruolo dell’agricoltura nelle società sviluppate, assume dunque un valore stra-tegico che deve essere sostenuto sul piano politico e finanziario, per definire il ruolo nuovo di un’im-presa agricola che genera una molteplicità di valori. ‘Agricoltura sociale’diventa così sempre di più un’espressione che racchiude molteplici storie ed esperienze che consente al territorio e all’impresa una capacità di dare servizi, di consolidare ricchez-ze e diversità e, al tempo stesso, far divenire gli stes-si territori e imprese centri di sviluppo sostenibile in grado di agire positivamente su problematiche

sociali emergenti come solitudine, invecchiamento, disagio giovanile ecc.

Sarà dunque importante – come mondo agricolo – sperimentare alcuni progetti innovativi e specifici di ospitalità in aziende agricole, di anziani soli pro-venienti da aree urbane e di persone con disabilità, o l’organizzazione di micronido per bambini e altri servizi per le comunità locali. Progetti che dovreb-bero vedere il coinvolgimento anche degli Enti locali, delle Asl e della cooperazione sociale. In futuro queste esperienze potranno diventare fattori decisivi di sviluppo economico-sociale orientato alla sostenibilità ambientale, valoriale, responsabile ed eticamente ispirata.

Associazionismo in agricoltura: la forza di un impegno che nasce dal basso

aiab, Associazione Toscana Biodinamica, Coordinamento Toscano Produttori Biologici

L’agricoltura sociale si richiama a un modello di sviluppo sostenibile che trova nella salvaguardia e valorizzazione delle risorse, nel rispetto per l’am-biente, nel benessere degli animali e dei consumato-ri le basi fondanti di un vero e proprio stile di vita, in senso etico e pratico, in grado di divenire punto di riferimento non solo per chi in questo settore opera, ma anche per i cittadini.

Ruolo fondamentale in questo contesto hanno avuto, e hanno, le associazioni quali l’Aiab, associa-zione italiana agricoltura biologica, l’Associazione

La raccolta delle olive(Cooperativa Il Forteto)

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I progetti dell’agricoltura sociale vanno ad integrarsi con gli argomenti più generali che coinvolgono la ruralità toscana contemporanea: la sostenibilità etica e sociale dei processi produttivi, le nuove esperienze delle comunità, la fruizione della campagna, la qualità di vita nelle aree extraurbane (Cooperativa Il Forteto)

Toscana Biodinamica e il Coordinamento Toscano Produttori Biologici (del quale fanno parte alcune tra le prime e significative esperienze).

L’agricoltura biodinamica, ad esempio, ha avuto origine da forti istanze di innovazione in senso ecologico e in campo economico e sociale e l’Asso-ciazione Toscana Biodinamica è impegnata da anni nella realizzazione di progetti per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, con interventi nelle carceri, negli ospedali, nei contesti dove vivono giovani a rischio di esclusione e presso istituzioni che accolgono extracomunitari. Dal 1997 è cominciata la collaborazione con il Ministero della Giustizia che ha portato alla formazione di oltre 200 tra detenuti e personale degli istituti di Empoli, Firenze, Sollic-ciano, Gorgona, Pianosa, Porto Azzurro, Prato. Dal 2003, l’Associazione collabora col Centro Giustizia Minorile che le ha affidato i suoi terreni a Firenze, per istituire un centro di formazione e una ‘fattoria laboratorio’ per la didattica ambientale.

L’Associazione è attiva anche nel campo della patologia e del disagio mentale. Nell’Ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino opera da

anni un’azienda agricola biodinamica, che ha come obiettivo fondamentale la formazione e la riabilita-zione. Anche l’attività di Aiab è stata e è importante nell’ambito dell’agricoltura sociale. Tra gli obiet-tivi dell’Associazione quello dicreare una rete di aziende agricole “biologiche sociali”, gestite diret-tamente dall’imprenditore o collegate localmente a cooperative sociali, per progetti sperimentali che coinvolgano i soggetti svantaggiati, avviando programmi di inclusione socio-lavorativa attraverso le risorse dell’agricoltura. Elemento comune della metodologia, l’individuazione di percorsi di soste-gno rivolti alle persone con disabilità e alle famiglie in condizioni di marginalità sociale. Rimettere al centro l’uomo significa dare, a chiunque lavori nell’azienda agricola, un senso di responsabilità rispetto all’attività che sta svolgendo. Il metodo biologico rimette al centro del processo la persona e la comunità rurale nella quale è inserita, rendendo tutti protagonisti del medesimo processo produtti-vo, come elemento fondamentale di partenza per la ricostruzione della propria autostima, alla base di qualsiasi percorso di inserimento.

Riferimento al programma di attività ArsiA

La Società della Salute della Valdera ha inserito nell’ambito del Piano Integrato di Salute 2006-2008 un suo progetto d’intervento denominato Agricoltura sociale. L’iniziativa deriva dall’azione avviata nel 2003 nella zona della Valdera su pro-posta dell’associazione Oriss con il progetto “Il giardino dei semplici”, finalizzato al recupero e reinserimento in ambito agricolo di persone con problematiche di salute mentale: il progetto ha dato risultati importanti e a quel percorso l’ArsiA ha dato supporto metodologico.

Le finalità del protocollo si inquadrano nelle strategie dell’Agenzia sulle tematiche dell’Agri-coltura sociale come risultano dal Programma di attività 2008 e in particolare nelle linee di attività relative alla progettualità riguardante l’agricoltura multifunzionale.

obiettivi e finalitàLa Società della Salute Valdera ha sottoscritto

con l’ArsiA (in quanto l’Agenzia da anni è rico-nosciuta protagonista in Toscana dello sviluppo dell’agricoltura sociale), un protocollo d’intesa che ha lo scopo di “utilizzare” l’agricoltura sociale per incrementare la sostenibilità, la solidarietà, la par-tecipazione e la coesione della comunità locale. Le due strutture collaborano al fine di promuovere e sostenere la riproducibilità metodologica e la rea-lizzazione di iniziative di animazione, diffusione e trasferimento delle informazioni, in particolare per quanto riguarda la potenzialità della attività di servi-zi rivolti alle fasce deboli nei territori rurali.

Contenuto del protocollo Il protocollo ha lo scopo di individuare uno

strumento di confronto e concertazione per lo sviluppo progettuale e operativo dell’agricoltura sociale, intesa come strumento per la valorizzazio-ne delle potenzialità sociali del lavoro agricolo e il rafforzamento di reti locali e solidali funzionali allo sviluppo locale. Gli strumenti approntati, le meto-dologie di lavoro utilizzate, i progetti implementati e i loro risultati saranno comunicati verso l’esterno,

anche attraverso apposite iniziative allestite dagli enti firmatari del protocollo, per contribuire alla promozione e diffusione dell’agricoltura sociale nell’ambito della Regione Toscana.

Soggetti attuatori e/o collaboratoriI partner: Società della salute della Valdera;

Arsia; Unione dei comuni della Valdera; Provin-cia di Pisa; ASL 5, Pisa; CirAA (Centro Avanzi dell’Università di Pisa); scuola Sant’Anna; CiA di Pisa; Associazione Oriss; CtPb – Coordinamen-to Toscano Produttori Biologici; AiAb Toscana; Assoc. Ulisse; Assoc. Livingston; Assoc. itACA; Coop. Sociale Ponteverde….

Nel protocollo il partenariato è definito aperto, in quanto è possibile in ogni momento richiedere di aderirvi da parte di altri enti, previo assenso del Tavolo di coordinamento ed è ritenuto opportuno l’inserimento di tutte le sigle sindacali di categoria interessate e attive. Sono previsti momenti di aper-tura e di confronto del Tavolo con tutti gli enti interessati a seguire l’evoluzione dei lavori e a svol-gere un ruolo attivo ed effettivo all’interno del par-tenariato e, per le aziende agricole, al possesso dei requisiti individuati per l’accreditamento ‘sociale’.

durataIl protocollo d’intesa avrà validità di anni due a

decorrere dalla data di sottoscrizione.

Risultati attesiDall’attuazione del protocollo le parti si atten-

dono principalmente la creazione di sinergie mirate a elaborare proposte di linee guida, indirizzo, pro-gramma e progetto da attuare in Valdera nell’ambito specifico. Le proposte potranno essere avanzate da uno o più degli enti firmatari e saranno sottoposte all’esame del Tavolo, che ne stabilirà la rispondenza alle finalità del protocollo e la concreta fattibilità. Per l’attuazione e la trasferibilità delle esperienze, potranno essere formati specifici gruppi tecnici con possibilità di farvi partecipare anche membri di organizzazioni non firmatarie del protocollo.

Info: www.provincia.pisa.it

4. Dalla sperimentazione alla formalizzazione di politiche integrate: un esempio dalla Valdera Protocollo d’intesa ArsiA / Società della Salute Valdera per la costituzione di un tavolo permanente in tema di agricoltura sociale

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Protocollo di intesa sulla promozione dell’agricoltura sociale come strumento atto a favorire coesione sociale, sostenibilità e partecipazione nei processi di sviluppo locale

La Società della Salute della Valdera, Consorzio Pubblico costituito ai sensi dell’art. 31 del D.Lgs. 267/2000, con sede in Pontedera (PI), Via Fantozzi n. 14, Codice fiscale 90035880500, legalmente rappresentato dal…………………………………., nato a .......………. il ...........…………….. e domiciliato ..........................................………………………………………………………………………

eLa Provincia di Pisa con sede in …………………, legalmente rappresentata da……………………………………., Assessore all’Agricol-tura, e …………………………………………………, Assessore alla Formazione Professionale

eUfficio Comune della Valdera, con sede in …………………, legalmente rappresentato da ……………………………………………………..

eL’Associazione Oriss, con sede in …………………, legalmente rappresentata da …………………………….………………………………...

eUfsmA Usl 5 – zona Valdera – con sede in …………………, legalmente rappresentata da …………………………………………………

eServizio Sociale Usl 5, – zona Valdera – con sede in …………………, legalmente rappresentato da………………………………………

eUniversità di Pisa – Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi”, con sede in ……………………, legalmente rappresentata da………………………………………………………………………………………………………………………………………………

eScuola Superiore Sant’Anna, con sede in Pisa, Piazza Martiri della Libertà n. 33, …………………………legalmente rappresen-tato dal Direttore ...........................................………………………………………………………………………………………………………………………

eAgenzia formativa Ulisse, con sede in ………………, legalmente rappresentata da…………………………………………………………………

eCoordinamento Toscano Produttori Biologici, con sede in ………………, legalmente rappresentato da……………..………………

eArsiA, con sede in ………………, legalmente rappresentata da…………………………………………………………….....……………………………

eConfederazione Italiana Agricoltori di Pisa, con sede in Pisa Ospedaletto, Via Malasoma n. 22, legalmente rappresentata dal Presidente…………………………………………………….……………………………………………………………………………………………………………..

premesso che:

• già a partire dal 2002 alcune organizzazioni hanno dato vita al progetto di agricoltura sociale “Il Giardi-no dei Semplici”, finalizzato al reinserimento sociale e lavorativo di soggetti svantaggiati, finanziato dalla provincia di Pisa nell’ambito della misura B1 del Fse;

• il Piano Integrato di Salute 2006-2008 approvato dalla SdS Valdera include al proprio interno la linea progettuale denominata “Agricoltura Sociale” con specifico finanziamento;

• per il raggiungimento delle proprie finalità istituzionali le SdS promuovono accordi e intese con enti e istitu-zioni del territorio, particolarmente in ordine allo svi-luppo di politiche integrate in settori quali l’ambiente, l’abitazione, la formazione, l’istruzione, il lavoro e altri che abbiano rilievo per il benessere dei cittadini;

• la provincia di Pisa, nell’ambito delle proprie finalità istituzionali, riconosce l’importanza dei rapporti di collaborazione con altri enti pubblici o privati per

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contribuire alla crescita complessiva del territorio e delle comunità che lo abitano;

• le organizzazioni del terzo Settore che hanno parte-cipato ai lavori di formazione del Piano Integrato di Salute (Pis) si sono impegnate secondo le rispettive capacità e competenze a fornire il proprio contributo attivo e responsabile alla realizzazione di quanto previ-sto nel Piano stesso;

• il presente protocollo concordato da una pluralità di soggetti di diversa natura, oltre a rappresentare un’esperienza innovativa in ambito locale, costituisce un elemento qualificante per la sperimentazione del modello procedurale della Società della Salute.

Tutto ciò premesso e costituendo le premesse parte integrante e presupposto essenziale della presente con-venzione, le parti convengono quanto segue:

Art. 1. Finalità1. Sulla base delle esperienze già maturate, le parti

firmatarie condividono l’obiettivo di impiegare gli interventi classificabili come agricoltura sociale per incrementare la sostenibilità, solidarietà, partecipazio-ne e coesione della comunità locale.

2. Ciascun ente firmatario, nel rispetto delle proprie competenze e funzioni istituzionali e/o statutarie, partecipa ai progetti operativi di intervento, apportan-dovi, attraverso i propri operatori, know-how, risorse e contributi originali. La firma del protocollo confe-risce a ciascun ente la facoltà di prendere parte ai pro-getti per i quali non sono previsti impegni finanziari diretti senza ulteriori autorizzazioni o accordi scritti tra le parti.

3. Il protocollo ha altresì lo scopo di individuare uno strumento di confronto e concertazione per lo svi-luppo progettuale e operativo dell’agricoltura sociale, intesa come strumento per la valorizzazione delle potenzialità sociali del lavoro agricolo e il rafforza-mento di reti locali e solidali funzionali allo sviluppo locale. Gli strumenti approntati, le metodologie di lavoro utilizzate, i progetti implementati e i loro risultati saranno comunicati verso l’esterno, anche attraverso apposite iniziative allestite dagli enti firma-tari del protocollo, per contribuire alla promozione e diffusione dell’agricoltura sociale nell’ambito della Regione Toscana.

Art. 2. Oggetto1. Con la firma del protocollo i soggetti costituiscono

un Tavolo per l’Agricoltura Sociale, che si dota di un proprio regolamento di funzionamento, deputato a elaborare specifiche proposte di linee guida, indi-rizzo, programma e progetto da attuare in Valdera

nell’ambito specifico. Le proposte potranno essere avanzate da uno o più degli enti firmatari e saranno sottoposte all’esame del Tavolo, che ne stabilisce la rispondenza alle finalità del presente protocollo e la concreta fattibilità. I soggetti partecipanti al tavolo sono indicati all’art. 3.

Per l’attuazione di quanto previsto dal presente pro-tocollo, potranno essere formati specifici gruppi tec-nici come sottogruppi del tavolo di coordinamento, con possibilità di farvi partecipare anche membri di organizzazioni non firmatarie del protocollo. Nella fase iniziale, gli enti firmatari ritengono prioritario che il Tavolo:

• concordi un dispositivo di accreditamento, valevo-le al minimo nella zona Valdera, per individuare le aziende affiliate all’agricoltura sociale, che potranno utilizzare un apposito marchio di garanzia;

• promuova lo sviluppo di GAs e la loro sistematizza-zione, a partire dai soggetti che aderiscono al proto-collo.

2. Le parti contraenti indicano quali referenti per la par-tecipazione al Tavolo e le comunicazioni inerenti il presente protocollo, che di norma saranno effettuate via e-mail, i sigg. …………………….…………………………………

(generalità, numeri telefonici, e-mail)

Art. 3. Caratteristiche del partenariato1. Ciascuna organizzazione assume un ruolo specifico

nel partenariato stabile di cui al presente protocollo, come di seguito indicato:

a. Società della Salute della Valdera (SdS) – Assicura il coordinamento generale e l’implementazione del pro-tocollo, i rapporti con i Comuni della Valdera (facenti parte del Consorzio SdS) e l’inserimento dell’azione “Agricoltura sociale” nell’ambito della programma-zione socio-sanitari territoriale di zona;

b. Ufficio Comune della Valdera – Assicura il supporto amministrativo e organizzativo per l’operatività del presente protocollo, attuando le disposizioni del tavolo di Coordinamento;

c. Assessorato all’Agricoltura – Provincia di Pisa - Assicura la priorità dell’azione “Agricoltura sociale” nell’ambito del programma locale di sviluppo rurale di competenza provinciale e il suo coordinamento con le altre linee di intervento in campo agricolo;

d. Assessorato alla Formazione Professionale – Pro-vincia di Pisa – Assicura l’inserimento di progetti formativi riferibili alle tematiche dell’“Agricoltura sociale” nell’ambito dei programmi di formazione di competenza provinciale;

e. L’Associazione Oriss assicura, per i firmatari del presente protocollo che ne esprimono la domanda, il proprio apporto metodologico, consono alla imple-mentazione di progetti di sviluppo locale, fondati su

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partenariati tra attori comunitari pubblici, privati e del terzo settore. Garantisce altresì la propria dispo-nibilità a partecipare all’organizzazione e supervisio-nare la realizzazione concreta di esperienze pilota di agricoltura sociale;

f. Scuola Superiore Sant’Anna – “Gruppo Non per caso” – assicura, attraverso l’utilizzo di metodologie e strumentazioni innovative, l’attuazione di forme di coordinamento evolute delle produzioni agricole, biologiche e sociali, in un’ottica di filiera corta. Forni-sce inoltre il supporto metodologico e applicativo per sistemi di coordinamento a valenza multifunzionale, in un’ottica estesa di promozione della salute a livello territoriale;

g. Università di Pisa – Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-Alimentari – Assicura il necessario sup-porto teorico e metodologico agli sviluppi e alla valuta-zione degli esiti progettuali, nonchè interventi formati-vi specifici per i partner del presente protocollo;

h. UfsmA Usl 5 – zona Valdera – Assicura l’impiego dell’agricoltura sociale nei reinserimenti sociali e lavorativi di propria competenza, individuando sog-getti idonei allo svolgimento dei percorsi, redigendo i progetti individualizzati e supervisionandone la realizzazione;

i. Servizio Sociale Usl 5 – zona Valdera – Assicura l’im-piego dell’agricoltura sociale nei reinserimenti sociali e lavorativi di propria competenza, individuando sog-getti idonei allo svolgimento dei percorsi, redigendo i progetti individualizzati e supervisionandone la realizzazione;

j. Agenzia formativa Ulisse – Redige, in collaborazione con gli altri partner, i progetti formativi necessari per accedere ai finanziamenti del FSE ed europei in genere;

k. Coordinamento Toscano Produttori Biologici - Opera per estendere il novero dei produttori agricoli classificabili come biologici e sociali da inserire nella rete di aziende e rafforzare il collegamento tra le diverse aziende e gli organismi istituzionali;

l. ArsiA - In qualità di agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione agricola supporta tecnicamente i progetti locali di agricoltura sociale, favorendo i rapporti con l’Assessorato all’agricoltura della Regione Toscana;

m. Azienda…………………………………………………………………, in rappresentanza delle aziende che hanno preso parte al progetto Il Giardino dei Semplici; successivamente al rilascio delle certificazioni di accreditamento di cui all’art. 2, comma 2, verrà individuata un’azienda che rappresenti le imprese agricole certificate – Riporta al Tavolo le visioni e problematiche aziendali in rappor-to agli scopi perseguiti e alle azioni intraprese;

n. Confederazione Italiana Agricoltori di Pisa – Opera per estendere il numero di produttori agricoli da inse-rire nella rete di aziende e rafforzare il collegamento tra le aziende e gli organismi istituzionali, nonché di

un’estensione dell’esperienza ad altri ambiti regionali.2. Il partenariato è definito aperto, in quanto è possibile

in ogni momento richiedere di aderirvi da parte di altri enti, previo assenso del Tavolo di coordinamento. L’assenso è subordinato alla possibilità e capacità di svolgere un ruolo attivo ed effettivo all’interno del partenariato e, per le aziende agricole, dal possesso dei requisiti individuati per l’accreditamento ‘sociale’.

3. Potranno partecipare ai lavori del Tavolo anche rappresentanze dei principali portatori di interesse (utenti, associazioni di categoria, gruppi di consuma-tori) limitatamente alla definizione di progetti che li riguardano.

Art. 4. Accreditamento delle aziende agricole ‘sociali’

1. Un’équipe multidisciplinare rappresentativa sia dell’ambito agricolo che di quello sociosanitario for-mulerà per conto del Tavolo per l’Agricoltura Sociale i criteri per l’accreditamento delle aziende agricole che fanno attività sociale, costituendo un albo locale. La SdS può fare riferimento a detto albo per identifi-care, sollecitare e coinvolgere le aziende “certificate” in progetti di agricoltura sociale che intende patroci-nare/appoggiare/coordinare. Le aziende che vengo-no accreditate assumono i diritti e gli obblighi che saranno esplicitati nel dispositivo di accreditamento.

Art. 5. Ruolo esecutivo 1. Per l’attuazione del presente accordo e delle decisioni

assunte al Tavolo è costituito un apposito ruolo esecu-tivo mediante incarico formale attribuito dalla SdS.

2. Il ruolo esecutivo rappresenta il ponte del progetto verso la società civile, con funzioni specifiche di lavo-rare all’allargamento del partenariato, all’attivazione di ulteriori azioni riconducibili al tema dell’agricoltu-ra sociale e di rappresentanza del partenariato come indicato nell’art. 6.

3. Il ruolo esecutivo agisce sotto la supervisione del Presidente e del Direttore della SdS Valdera ed è sottoposto a valutazione da parte del Tavolo per l’Agricoltura Sociale.

Art. 6. Rappresentanza1. Gli obiettivi e il metodo di relazioni formalizzati con

il presente protocollo e più in generale la progettua-lità connessa al tema dell’Agricoltura Sociale sono da riferirsi al gruppo di organizzazioni firmatarie del presente protocollo.

2. La rappresentanza istituzionale è garantita dagli enti pubblici.

24 A R S I A

Il lavoro del bosco è duro e difficoltoso, e molte aziende toscane – anche per ovviare alla scarsità di manodopera – si sono impegnate in progetti di inserimento di persone che provenivano da situazioni di marginalità e disagio sociale (Cooperativa forestale Alto Valdarno)

Art. 7. Durata e facoltà di recesso 1. Il presente accordo ha validità di anni due a decorrere

dalla data di sottoscrizione e si intenderà rinnovato tacitamente di un ulteriore anno fatta salva la facol-tà, per ciascuna delle parti, di recedere in qualsiasi momento dandone comunicazione scritta al coordi-namento tramite raccomandata A.R., con preavviso di almeno 60 giorni.

2. Nessuna delle parti potrà pretendere alcunché dalle altre in conseguenza dell’esercizio della suddetta facoltà di recesso.

Art. 8. Adesione al protocolloda parte di altre organizzazioni

1. È possibile aderire al presente accordo da parte di altre organizzazioni secondo le indicazioni di cui all’art. 3, comma 2.

Le adesioni si perfezionano con la sottoscrizione del presente protocollo; della nuova adesione viene data informazione agli enti firmatari a cura della SdS.

Art. 9. Proprietà intellettuale1. Espressamente le parti convengono che qualsiasi atti-

vità promozionale relativa ai progetti di collaborazio-ne attivata, ivi inclusi i comunicati stampa di rilievo strategico, dovranno essere approvati dal tavolo di Coordinamento prima di qualsiasi diffusione.

2. Le parti si impegnano espressamente a mantenere l’obbligo di riservatezza per tutte le informazioni di carattere tecnico o personale, verbali o scritte, recipro-camente trasmesse in base alla attivazione dei progetti di collaborazione previsti dalla presente convenzione e a usarle solo per gli scopi da questa stabiliti.

Art. 10. Non esclusività1. La collaborazione costituente oggetto del presente

accordo non avrà carattere di esclusività per alcuna delle parti.

Art. 11. Legge Applicabile e Foro competente1. Ogni attività prevista dal presente accordo si svolge-

rà, comunque, nel rispetto delle leggi, degli statuti e regolamenti della SdS e della Provincia di Pisa,

2. Le parti si impegnano a risolvere in via amichevole qualsiasi controversia che dovesse insorgere in merito al presente accordo. Nel caso in cui ciò sia impossibi-le, sarà competente in via esclusiva il Foro di Pisa.

Art. 12. Registrazione1. Il presente protocollo sarà registrato a tassa fissa e in

caso d’uso ai sensi degli art. 5 e 39 del DPR 131 del 26/4/86, a carico della parte che chiederà la registra-zione.

ArsiA ha pubblicato, in forma di manuale d’uso, il libro “Agricoltura sociale e Agricoltura di Comunità” concepito come strumento di animazione partecipata, nella fase di redazione, per favorire la conoscenza e la trasferibilità di storie e tecniche dell’Agricoltura Sociale in Toscana. È un libro importante perché è stato importante il coinvolgimento di aziende e operatori nel raccogliere le informazioni che possono evidenziare tanto l’esperienza e le motivazioni, quanto il costituirsi dell’impresa agrosociale e le sue relazioni col contesto rurale.

Questa pubblicazione riferisce un insieme di esperienze e di pro-getti attuati nel mondo rurale, decine e decine di realtà (cooperative agricole e forestali, famiglie di coltivatori diretti, comunità, coopera-tive sociali…) che in questi anni hanno condotto attività di formazio-ne professionale, inserimento e accoglienza, integrazione lavorativa, recupero e riabilitazione, ospitalità per turismo sociale a beneficio delle più diverse forme di disagio e di persone “a bassa contrattua-lità”. È una sorta di manuale d’uso, uno strumento di animazione largamente “partecipato”, sia nella fase di redazione che in quella di diffusione, col fine di favorire la conoscenza e la trasferibilità di storie e tecniche dell’Agricoltura Sociale in Toscana.

L’approccio di concretezza del libro è espresso anche attraverso una documentazione di “archivio” sulle varie realtà, introduzione all’argomento, contributi dei “protagonisti”, schede e indirizzari. È una pubblicazione che riflette il coinvolgimento di aziende e opera-tori, evidenzia motivazioni ed esperienze praticate, favorisce rifles-sioni nuove sui temi del welfare locale e partecipato e del rapporto città-campagna.

Il volume è disponibile su www.arsia.toscana.it/vstore/ cliccando su “sviluppo rurale”

5. Le opportunità del Piano di Sviluppo Rurale

6. Agricoltura sociale e agricoltura di comunità, il libro

Il Piano di Sviluppo Rurale (Psr) della Regione Toscana 2007-2013 prevede opportunità di finanzia-menti per Enti Locali e aziende agricole, anche per la realizzazione di progetti di Agricoltura Sociale. Fra queste opportunità rientra la misura 311 (Diver-sificazione verso attività non agricole) che ha come beneficiari gli imprenditori agricoli professionali e finanzia interventi all’interno delle aziende agricole “finalizzati allo sviluppo di attività e prestazioni socio assistenziali che vanno ad arricchire la rete loca-le dei servizi e delle opportunità sociali”.

Gli interventi ammissibili riguardano: ristruttu-razioni di fabbricati aziendali (per lo svolgimento di

attività diurne), acquisto di attrezzature, allestimen-to di aule-laboratori, abbattimento delle barriere architettoniche, realizzazione di “percorsi sicuri” e allestimento di specifiche aree di coltivazione e allevamento. Tali interventi devono essere funzio-nali allo svolgimento delle attività socio-assistenziali previste dal progetto che, per essere ammesso a finanziamento, deve essere coerente con la pro-grammazione e le indicazioni dei Piani Integrati di Salute previsti a livello territoriale.

Info: www.regione.toscana.it sezione “agricoltura”

7. Progetto di sviluppo rurale Agricoltura sociale in Toscana Scheda di rilevazione e aggiornamento delle esperienze regionali, 2009

La scheda viene inviata ad aziende agricole, coo-perative, enti, realtà dell’impresa sociale ecc., che fanno parte della “Rete Toscana dell’Agricoltura Sociale” o che comunque hanno avviato progetti dove il processo produttivo agricolo ed il mondo rurale si collegano ad attività di formazione, inseri-mento ed accoglienza.

Questa indagine rappresenta anche un aggior-namento del precedente lavoro (2003) condotto da Arsia – uno dei primi in Italia – che ha permesso di evidenziare l’importanza dell’agricoltura sociale

e di creare collegamenti tra le realtà del territorio, favorendo anche l’adozione di specifiche misure di sostegno nel recente Piano di Sviluppo Rurale.

Le aziende sono quindi invitate a collaborare a questa rilevazione, sia attraverso la compilazione della scheda, sia attraverso segnalazioni e suggeri-menti di altre realtà e progetti.

Inoltre, alle realtà che svolgono anche attività di ricezione e di ospitalità saranno inviate ulteriori comunicazioni, nel quadro di un nuovo progetto sul “turismo sociale” in Toscana.

Le raccolte e altre attività stagionali favoriscono l’incontro lavorativo e di relazione tra generazioni diverse, momenti per ristabilire legami, continuità di rapporti e trasmissione di conoscenze (Paterna, cooperativa agricola)

27m A t e R I A L I d I L A v o R o

Scheda di rilevazione e aggiornamento delle esperienze regionali, 2009

1. Informazioni generali (sull’azienda o sull’esperienza o sul progetto)

• Nome/ragione sociale

• Indirizzo

tel. fax

e-mail sito web

• Referente

• Tipologia r azienda r azienda cooperativa r cooperativa sociale

r ente r associazione r altro

• ASL/Società per la Salute di riferimento

• Territorio di riferimento (zona montana, area LeAder, periferia urbana ecc.)

• Anno di inizio delle attività agrosociali: • Breve presentazione dell’esperienza:

• superficie aziendale

• Presenza allevamenti

• Coltivazioni e produzioni

• Agricoltura biologica r sì r no

• Altre informazioni sull’attività dell’azienda:

r vivaismo e/o orticole r lavori forestali r manutenzione del verde

r trasformazione in azienda r agriturismo r vendita diretta

r ricreative, didattiche e naturalistiche r attività di servizi (specificare)

• Occupati: a) Tempo determinato di cui eventualmente in inserimento: b) Tempo indeterminato di cui in inserimento:

28 A R S I A

2. Iniziative avviate

• Attività di Agricoltura Sociale svolte dall’azienda/cooperativa/ente (formazione, ospitalità, inserimento socio-terapeutico, inserimento lavorativo ecc.)

• Descrizione dell’utenza e caratteristiche del disagio (tossicodipendenza, carcere, minori, disabilità fisica, disabilità psichica, ecc.)

• Numero delle persone con disagio inserite/ospitate (negli anni e attualmente) nelle attività agrosociali

• Mansioni/attività nelle quali le persone sono coinvolte più frequentemente

• Eventuali collaborazioni/parternariati (altre aziende agricole, cooperative sociali, associazioni, Enti, Servizi Sociali, Asl, ecc.)

3. Progetti da avviare

• Esiste possibilità/volontà da parte dell’azienda/cooperativa/ente per uno sviluppo

delle attività di agricoltura sociale? r sì r no • Breve descrizione dell’idea-progetto (obiettivi, utenze coinvolte, approcci e metodologie previste, collaborazioni attivate, risultati attesi ecc.)

4. Piano di Sviluppo Rurale

Il “Piano di Sviluppo Rurale” della Toscana (Misura 311) prevede opportunità di finanziamento per la realizzazione di progetti di agricoltura sociale.

• L’azienda è interessata a presentare domanda per accedere ai benefici? r sì r no

• Breve valutazione sulla Misura 311 del PSR

5. Riflessioni e valutazioni sulle esperienze toscane di agricoltura sociale (punti critici e punti di forza, esigenze, problematiche sugli aspetti normativi ecc.)

Nome e qualifica dell’intervistato:

Data rilevazione:

8a. La campagna accessibile Presentazione dell’indagine conoscitiva su “Turismo sociale e campagna accessibile in Toscana”

Con questa rilevazione, il progetto sull’agri-coltura sociale si apre all’argomento del “turismo sociale” nelle aree rurali: una ruralità accessibile per persone con bisogni speciali e una campagna che sia occasione di “rigenerazione di senso” nel rapporto con le popolazioni urbane.

Il questionario delle pagine successive è rivolto alle aziende e alle strutture già impegnate in espe-rienze di agricoltura sociale, e che svolgono anche attività di ricezione e di ospitalità: in primo luogo agriturismi, ma anche residence, B&B, comunità, case vacanza ecc.

Un questionario corrispondente sarà inviato anche ad altre realtà come associazioni che operano sul territorio rurale, parchi, strutture di vendita diretta, centri didattici e di cultura rurale, ecc…

La rilevazione è condotta in collaborazione con l’associazione “Cittadinanze – Turismo senza Bar-riere” di Firenze.

Nelle esperienze dell’Agricoltura Sociale, colpisce la voglia di lavorare che i “ragazzi” mettono nelle attività quotidiane dell’azienda: proprio il lavoro fisico, il faticare, il misurarsi con nuove abilità manuali per svolgere le “faccende” della giornata (azienda agricola Colombini)

30 A R S I A

Progetto di sviluppo rurale “Agricoltura sociale”

Scheda rilevazione strutture ricettive

1. Identità struttura (nome, tipologia, categoria, indirizzo ecc.)

2. accesso alla struttura (parcheggio, ingresso)

3. Fruibilità della struttura (bisogni speciali)

4. Fruibilità di altri servizi e opportunità della struttura

5. Fruibilità di altri servizi e opportunità del territorio

1. Identità struttura (per tutte le tipologie)

• Nome della Struttura

• Tipologia

• Categoria (Stelle / Spighe)

• Indirizzo

tel. e-mail

fax sito web

• Comune

• Regione

• Provincia

• Referente

• indicazione posti letto totali e/o accessibili

2. Accesso alla struttura

Parcheggio

• La struttura ha un parcheggio? r no r sì, proprio della struttura r sì, nelle vicinanze

• Il percorso dal parcheggio alla struttura è accessibile su sedia a ruote?

NotA: accessibile = privo di ostacoli, es. terreno sconnesso, ghiaioso,

dislivelli, pendenze ripide, ingombri al passaggio ecc.

Ingresso

• Ci sono gradini esterni? r no r sì, n. gradini esterni

• Ci sono gradini interni? r no r sì, n. gradini interni

• Il dislivello è superabile r no r sì, con montascale

r sì, con rampa r sì, con aiuto di una persona

• Se NO, esiste un ingresso secondario accessibile?

31m A t e R I A L I d I L A v o R o

3. Fruibilità della struttura (bisogni speciali)

Reception

• Accessibile (senza scale o altri impedimenti) r no r sì

ascensore

• Presenza di ascensore r no r sì

• Larghezza porta (cm):

• Misura lunghezza cabina (cm):

• Presenza di gradini per arrivare all’ascensore r no r sì n. gradini

Segnaletiche e ausili

• Scritte - segnalazioni per ipovedenti - non vedenti – non udenti r presenti r non presenti

se preseNti, indicare per quali servizi e ambienti

indicare eventuali ausili presenti (acustici, vocali, visivi, sedia a ruote, servomeccanismi)

• Percorsi tattili r presenti r non presenti

se preseNti, indicare per quali servizi e ambienti

Ristorazione per diete speciali:

• Bar r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• Ristorante r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• Sala colazione r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• Menù o accorgimenti per particolari bisogni alimentari? r no r sì

se sì, indicare le tipologie (celiachia, allergie ecc.)

Camere e bagni

• Camere singole r no r sì n.

• Camere doppie accessibili r no r sì n.

• Disponibilità per gruppi con disabilità motoria r no r sì

• Numero di appartamenti accessibili?

• Posti letto n.

dettaglio camere

• La luce netta di passaggio è cm

• Presenza di gradini interni? r no r sì n. gradini

• Esistono camere con materiale anallergico?

(cuscino, materasso anallergico, no moquette …) r no r sì

dettaglio bagno

• Ci sono gradini per entrare in bagno? r no r sì n. gradini

• Porta: luce netta di passaggio (cm)

• l battente della porta si apre verso r interno r esterno

• La carrozzina può accedere a tutti i servizi r no r sì

32 A R S I A

• Nel bagno è presente r vasca r doccia

• La doccia ha sostegni r sì r no

• La doccia ha un sedile ribaltabile o altro sedile movibile in sostituzione r sì r no

• Esiste la bordatura del piatto doccia r sì r no

altezza della bordatura (cm)

• Il lavabo è sospeso? r sì r no

altezza water (cm)

• Doccetta laterale al water r presente r non presente

• Sostegni laterali al water r presente r non presente

• Eventuali note informative sulla struttura

4. Fruibilità di altri servizi e opportunità della struttura

NB: Per accessibilità alle varie aree si intende anche il percorso per arrivarci. Indicare quali tra i servizi offerti sono accessibili a persone con lieve difficoltà motoria (anziane, obese…)Indicare quali tra i servizi offerti hanno segnaletica o altre facilitazioni per persone non vedenti, ipovedenti, con difficoltà motorie (percorsi tattili, olfattivi, mappe tattili, audio-guide, sedia a ruote …)

• Area giochi: r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• Area sportiva: r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

Indicare la specialità

• Area piscina: r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• La piscina è fruibile da persone con disabilità motorie? r no

r sì, con scivolo r sì, con sollevatore idraulico

r sì, con aiuto di 1 persona r sì, con gradini e corrimano

• Piscina termale: r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• Area Benessere-Relax: r sì r no

• Aree attrezzate per attività all’aperto (tavoli, barbecue ecc.): r sì r no

• Parco / Giardino: r sì r no

Bagno esterno

• Le aree esterne dispongono di un bagno attrezzato per disabili? r sì r no

• Il percorso per arrivare al bagno è accessibile con sedia a ruote? r sì r no r con aiuto

• Dispone di segnaletica per non vedenti? r sì r no

• Ci sono gradini all’ingresso del bagno? r sì r no n. gradini

• Indicare la larghezza della porta (cm):

indicare l’altezza del wc (cm):

• Sono presente sostegni al wc? r sì r no

• C’è sufficiente spazio per raggiungere il lavabo? r sì r no

• vendita diretta di prodotti: r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• Luoghi di produzione: r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• Zona di pesca r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

• maneggio r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

33m A t e R I A L I d I L A v o R o

• escursioni/Percorsi r presente accessibile r presente non accessibile r non presente

Breve descrizione della tipologia dei percorsi accessibili: naturalistico, agricoltura, allevamento, produzione…

• Altre eventuali attività accessibili

5. Fruibilità di altri servizi e opportunità del territorio

Indicare se si è a conoscenza di altre opportunità che può offrire il territorio nei dintorni della struttura (come servizi, luoghi, spazi attrezzati e fruibili da persone con disabilità motoria, visiva ecc.)

• Aree naturali

• Musei

• Escursioni

• Eventi, fiere e manifestazioni

• Vendita produzioni tipiche

• Attività sportive

• Altro

• Altre integrazioni e descrizioni

Nel riempire il questionario, tenere presente che per “accessibilità” e “fruibilità” si intende:

— la presenza di un parcheggio adiacente alla struttura ricettiva

— un percorso pedonale adeguato e riconoscibile che conduce all’edificio

— la presenza di servizio igienico e doccia adeguati alla normativa

— la possibilità di accesso a una parte dell’area contigua all’edificio

— la presenza di sistemi di guida e di orientamento specifici per persone cieche o ipovedenti

— la possibilità di accesso a tutti i servizi presenti (area ricreativa, ristorazione, servizi ecc.)

ad esempio: nel caso della piscina, la possibilità di una postazione attrezzata e accessibile e la presenza di

ausili che consentano di entrare e uscire dall’acqua come corrimano o strumenti elevatori.

Per “diete speciali” si intende la possibilità per la struttura ricettiva di fornire pasti idonei

alle più comuni situazioni che richiedono accorgimenti dietetici:

— obesità

— intolleranze alimentari (come l’intolleranza al glutine e l’intolleranza al lattosio)

— ipertensione arteriosa

— ipercolesterolemia alimentare

— insufficienza renale.

Oltre alle notizie che riguardano la struttura in sé, nel questionario che segue sono richieste anche informazioni su eventuali servizi esterni e opportunità del territorio circostante (giardini, piscine, attività sportive, attività culturali, itinerari, corsi, visite guidate ecc.).

Una nuova indagine conoscitiva, per conoscere e incontrare gli “attori locali” impegnati nell’espe-rienza delle fattorie didattiche. La scheda viene inviata ad aziende agricole e cooperative che fanno riferimento alla rete toscana delle fattorie didattiche o che comunque intendono avviare progetti nel settore.

L’indagine è condotta da ArsiA (in collabora-zione con lo Sportello Biologico della Provincia di Siena) all’interno del più generale progetto sulla “Agricoltura Sociale”, per conoscere le esperienze che nella nostra regione coniugano il processo pro-duttivo agricolo con attività di formazione, inseri-mento e accoglienza.

8b. Le fattorie didattiche Presentazione dell’indagine conoscitiva su “Fattorie didattiche e campagna accessibile in Toscana”

La didattica ambientale e la conoscenza del territorio possono essere considerate fra le tante funzioni sociali praticate dal mondo agricolo toscano (azienda agricola Bonaccini)

La presenza di animalinella “fattoria sociale” arricchisce le possibilità di approccio e di rapporto col mondo naturale all’interno dei percorsi d’inclusione socio lavorativa (Antropozoa farm)

35m A t e R I A L I d I L A v o R o

Progetto di sviluppo rurale “Agricoltura sociale”

Le fattorie didattiche in ToscanaScheda di rilevazione delle esperienze regionali, 2009

• Dati azienda

• Denominazione

• Indirizzo

tel. fax e-mail

• Nome referente attività didattica

• Tipo di produzione r Biologica r integrata r Convenzionale

• Coltivazioni

• Prodotti trasformati

• Animali r presenti r assenti

• L’azienda offre ospitalità agrituristica? r sì r no

1. Attività didattica

• L’attività didattica è svolta da quanti anni?

• L’azienda fa parte di una rete di fattorie didattiche?

• Se sì a quale rete appartiene?

• Quante classi per anno in media vengono accolte?

• Provenienza prevalente delle classi: r Comune

r Provincia

r regione

r altro

• Le visite in genere durano: r mezza giornata r una giornata

• Vengono preparate prima attraverso

un contatto con l’insegnante? r sì r no• Quali le difficoltà incontrate?

Organizzative r sì r no

relazionali r sì r no

Di altro tipo r sì r no

36 A R S I A

• Breve descrizione dei punti critici

• Breve descrizione degli aspetti positivi dell’esperienza

• Su quali contenuti o metodologie si vorrebbero costruire maggiori competenze?

• Di quali necessità formative sentite il bisogno?

— formazione per costruire competenze relazionali con i bambini r sì r no

— progetti didattici mirati valorizzare l’esistente r sì r no

— nuovi progetti didattici per arricchire l’offerta r sì r no — altro

• Eventuali valutazioni sulle opportunità previste dal Piano di Sviluppo Rurale

2. Attività agrosociali

• L’azienda svolge (o è interessata a svolgere) attività riferibili all’agricoltura sociale? r sì r no

• Se sì, indicare se si tratta di attività di r formazione

r accoglienza/inserimento

r ospitalità per turismo sociale

r attività terapeutiche con animali

r altro

• A favore di r soggetti con disabilità fisica

r soggetti con disabilità psichica

r anziani

r altri tipi di disagio

• Le attività sono svolte in collaborazione con r strutture pubbliche, asl ecc.

r con associazioni, cooperative sociali ecc.

• Interesse dell’azienda a ricevere maggiori informazioni e a partecipare alle iniziative della rete toscana

sull’agricoltura sociale r sì r no

9.1 Agricoltura sociale e sistema carcerario: Isola di Gorgona 2008

Il progetto “Isola di Gorgona: territorio, zoo-tecnia e agricoltura sociale” realizzato nel 2008 in collaborazione con la Casa di Reclusione di Gorgona rientra nell’ambito delle attività proget-tuali attivate dall’ArsiA sulla multifunzionalità in agricoltura è stato mirato a coniugare percorsi di formazione per i detenuti sul governo degli animali presenti nell’azienda agricola dell’isola con le realtà agricole impegnate nelle produzioni zootecniche e i percorsi di agricoltura sociale. L’isola per caratte-ristiche geologiche e orografiche si presenta ovvia-mente di difficile gestione per un’attività agricola imprenditoriale, mentre sembra svolgere in maniera efficace il ruolo di colonia penale a indirizzo agri-colo. Gorgona inoltre è compresa nel Parco Nazio-nale dell’Arcipelago Toscano e anche per questo particolare attenzione deve essere rivolta agli aspetti ambientali e alla salvaguardia della natura e al pae-saggio. L’azienda agricola attualmente è organizza-ta prevalentemente per produrre per autoconsumo, anche se raggiunge a soddisfare questa esigenza soltanto per circa il 25% del fabbisogno.

La situazione di partenzaIl territorio dell’Isola è prevalentemente roccio-

so, pochi sono gli spazi da dedicare alla produzione agricola, effettuata soltanto nelle poche aree idonee, costituite da vallate strette e protette dai venti domi-nanti. I terreni sono derivati dal disfacimento di micascisti e calcescisti che costituiscono gran parte delle rocce dell’isola. Sono terreni in prevalenza sciolti, ricchi di scheletro minuto e grossolano, con franco di coltivazione variabile: sui terrazzi è buono, in altre zone lo è meno, in dipendenza dell’intervento antropico più o meno accentuato. Non è mai stata fatta un’analisi dei terreni.

Dai dati catastali risultano essere circa 200 ettari di superficie coltivata attualmente occupata preva-lentemente da bosco, la Suprficie Agricola Utiliz-zata non supera i 50 ettari, di cui almeno 40 ettari sono destinati a pascolo. Il bosco è caratterizzato

dalla presenza di macchia mediterranea (leccio, cor-bezzolo, erica, mirto, rosmarino) frammisto al pino marittimo e al pino d’Aleppo.

Il terreno coltivabile è sistemato a gradoni a eccezione delle aree di fondo valle, o dei pascoli in quota. Negli ultimi anni l’attività agricola si è con-centrata nella coltivazione di alcune aree: a orti, a oliveto (ricostituito anche attraverso nuovi impian-ti), a prati pascoli.

L’allevamento zootecnicoIn azienda vengono allevati circa 60 capi di

bovini da latte; oltre 100 sono i capi ovini; oltre 20 i capi caprini; oltre 100 i capi suini; circa 1000 i volatili (polli, faraone, tacchini, anatre, fagiani, pic-cioni); circa 100 i conigli; un numero significativo di api. Alcuni prodotti degli allevamenti vengono direttamente trasformati in azienda attraverso un piccolo caseificio, un macello e una mieleria.

Il livello di specializzazione della manodopera risulta modesto e non particolarmente motivato all’in-troduzione di innovazione. La presenza di un numero sufficiente di macchine e attrezzature agricole garanti-sce un livello di meccanizzazione accettabile, anche se risulta necessario l’inserimento di macchine innovative per la lavorazione di terreni terrazzati.

Il clima dell’Isola non risulta particolarmente favorevole a una produzione agricola intensiva, in quanto forti limitazioni sono dovute alla presenza costante di vento, anche di forte intensità, a una cronica mancanza di acqua, anche se ultimamente recenti lavori hanno consentito la conservazione di risorse idriche e la sistemazione più efficiente di un vecchio impianto dissalatore.

Particolarmente interessante continua a essere la sperimentazione della possibilità di sfruttamento delle risorse marine attraverso la realizzazione di un impianto di “maricoltura” per l’allevamento di pesci in gabbie sommerse, anche se gli investimenti iniziali risultano alquanto onerosi.

Obiettivi e metodologieIl progetto 2008 è stato mirato a verificare

metodologicamente la possibilità di coniugare le

9. Agricoltura sociale e sistema carcerario

38 A R S I A

attività formative realizzate nell’isola con le espe-rienze di agricoltura sociale, per favorire rimedi a personali stadi di disagio sia all’interno del carcere che nella loro futura reintegrazione alla vita da liberi cittadini, aprendo il carcere alle numerose e significative esperienze che nel territorio toscano operano nell’agricoltura sociale, avviando la crea-zione di una rete di relazioni fra diversi operatori e struttura carceraria.

Gli obiettivi del progetto sono stati rivolti, inol-tre, al mantenimento delle attività agro-zootecniche sull’isola, anche in funzione di un’opportunità di formazione e qualificazione del personale tecnico e della manodopera (detenuti), concorrendo al:• consolidamento e miglioramento della produ-

zione destinata all’autoconsumo (incremento della percentuale di soddisfacimento delle richie-ste interne);

• introduzione di tecniche a basso impatto ambien-tale per la conduzione e la difesa delle colture e degli allevamenti;

• introducendo anche tecniche innovative per quel che riguarda l’allevamento e il governo degli animali, con speciale attenzione all’agricol-tura sociale.

In sintesi:• Avviare un piano di formazione sul governo

degli animali da sviluppare all’interno della struttura carceraria.

• Dare informazione ai detenuti e al personale di polizia penitenziaria sull’agricoltura, l’alleva-mento degli animali, la ruralità e l’agricoltura sociale.

• Individuare possibili percorsi di collaborazione con le aziende agricole zootecniche del territorio toscano con specifica attenzione alle aziende e cooperative impegnate nell’agricoltura sociale.

Articolazione del progettoIl progetto si è caratterizzato con l’erogazione

di un corso di formazione articolato in 8 giornate formative per i detenuti.

Il corso è stato progettato e organizzato dall’Ar-siA in concertazione con la direzione del carcere e il suo costo è rientrato nei costi che l’ArsiA ha destinato alle attività di formazione e promozione dell’animazione rurale.

Come complemento del corso sono state orga-nizzate visite specifiche di aziende della rete di Agri-coltura Sociale in Gorgona per far conoscere questa realtà e favorire scambi con i detenuti e il personale dell’amministrazione penitenziaria.

9.2 Agricoltura sociale e sistema carcerario: risorse umane a sostegno dell’agricoltura in toscana, 2009

Premessa Il progetto pilota sulla “diversificazione azien-

dale nell’agricoltura sociale” che l’ArsiA attiva nel 2009 in concertazione con il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria-PrAP per la Toscana, ha come finalità accrescere i livelli d’integrazione delle risorse disponibili nelle aree agricole e potenziare la rete di promozione sociale e gli strumenti di prevenzione del disagio, in linea con quanto previsto dalla normativa regionale.

Nello specifico della Toscana, la diversificazione delle attività aziendali verso settori produttivi e di servizio “non agricoli”, sta diventando un’esigenza indilazionabile a causa della progressiva perdita di competitività del settore e della necessità/capacità di disporre di forza lavoro (soprattutto per quel che riguarda le aree e le attività marginali come il governo del bosco e la pastorizia).

Il progetto pilota “Diversificazione aziendale” dell’Agenzia sulle tematiche della multifunzionalità dell’agricoltura, è conseguente ai risultati del Pro-gramma di attività 2008 e in particolare ai risultati del progetto di sviluppo rurale “Isola di Gorgona”, con il corso sul governo degli animali rivolto ai detenuti del carcere.

L’ArsiA e il PrAP hanno avviato una collabo-razione (sancita da un Protocollo d’intesa) per l’elaborazione e la realizzazione di percorsi di animazione e formazione, rivolti a tecnici, aziende, detenuti e operatori e che si apriranno alla dispo-nibilità di realtà toscane impegnate nei percorsi di agricoltura sociale: progetti di sviluppo rurale rientranti nell’ambito delle attività dell’ArsiA sulla multifunzionalità, che hanno già ricevuto impor-tanti conferme con i programmi avviati dal 2003 in ambito regionale (e che hanno visto la collabo-razione delle Organizzazioni Professionali e delle altre realtà associative del mondo agricolo toscano: (CiA, Coldiretti, Confagricoltura, Coordinamento Toscano Produttori Biologici, AiAb, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica).

Obiettivi e finalità Questo intervento ha quindi l’obiettivo di atti-

vare progetti di sviluppo rurale attraverso il coinvol-gimento degli istituti penitenziari toscani in percor-si di formazione, studio e animazione, verificando al contempo la possibilità di inserimenti in aziende agricole già impegnate o interessate all’agricoltu-ra sociale. Il progetto, inoltre, deve essere inteso come strumento di confronto e concertazione per

39m A t e R I A L I d I L A v o R o

l’elaborazione metodologica, per la replicabilità di percorsi applicabili in altri istituti penitenziari, per la partecipazione a progetti interregionali e/o comunitari di comune interesse.

Gli strumenti approntati, le metodologie di lavo-ro utilizzate e i risultati saranno comunicati verso l’esterno attraverso apposite iniziative e attività di animazione curate dagli enti firmatari del proto-collo, per contribuire alla promozione e diffusione dell’agricoltura sociale nella Regione Toscana.

Articolazione del progettoIl progetto si articola nel 2009 attraverso uno

sviluppo temporale che, in attuazione delle premes-se, intende promuovere via via il coinvolgimento dei vari attori e delle varie realtà dell’agricoltura sociale e del sistema carcerario (aziende, detenuti, operatori degli istituti, tecnici) attraverso azioni di formazione, informazione, consulenza e animazione.

In sintesi, si prevede di:• svolgere un’azione di informazione orientativa

rivolta alle Società per la Salute e alle imprese agricole intorno al sistema in via di realizzazione;

• organizzare seminari di animazione e forma-zione ospitati presso aziende con esperienza di agricoltura sociale;

• svolgere incontri di informazione e orientamen-to con gli operatori del sistema carcerario della Toscana, con funzionari e consulenti indicati dal PrAP;

• attuare un piano di formazione per detenuti.I percorsi di formazione dovranno coniugare

l’attività didattica (allevamenti e tecniche agronomi-

che) con la conoscenza di esperienze di agricoltura sociale, per favorire rimedi a personali storie di disa-gio sia all’interno del carcere che nella futura rein-tegrazione alla vita da liberi cittadini, aprendo per quanto possibile l’istituzione-carcere alle numerose e significative esperienze che nel territorio toscano operano in questo settore innovativo e avviando la creazione di una “rete” di relazioni fra diversi ope-ratori e strutture carcerarie.

Il progetto sarà rivolto, inoltre, al manteni-mento delle attività agricole negli istituti, anche in funzione di un’opportunità di formazione e qualificazione del personale tecnico e della mano-dopera (detenuti), concorrendo al consolidamen-to e miglioramento della produzione destinata all’autoconsumo (incremento della percentuale di soddisfacimento delle richieste interne) e all’intro-duzione di tecniche a basso impatto ambientale per la conduzione e la difesa delle colture e degli allevamenti.

Nello specifico dei corsi di formazione per detenuti, l’erogazione del corso avverrà a favore dei nominativi segnalati dal Provveditorato regionale.

I corsi saranno progettati e organizzati dall’Ar-siA in concertazione con le direzioni dei carceri e il loro costo rientra nei costi che l’ArsiA destina alle attività di formazione e promozione dell’animazio-ne rurale. Come complemento dei corsi saranno organizzate visite specifiche di aziende della rete di Agricoltura Sociale negli istituti penitenziari per far conoscere queste realtà e favorire scambi con i detenuti e il personale dell’amministrazione peni-tenziaria.

Sistemare le aiuole, piantare alberi, curare l’erba del prato, potare le piante: le attività nel verde pubblico e privato sono per la cooperazione sociale occasione di per lavorare insieme e acquisire professionalità del singolo e del gruppo (Cooperativa sociale Beta)

40 A R S I A

La competenza ArsiA potrà dare elementi di riferimento e supporto tecnico alla Direzione Gene-rale Sviluppo Economico per il Piano di Sviluppo Rurale (misura 311) e nella diffusione della meto-dologia LeAder .

9.3 Il progetto 2009: Agricoltura sociale e sistema carcerario. Risorse umane a sostegno dell’agricoltura in toscana

Il contesto Il progetto è parte dell’azione più generale

con cui da anni l’ArsiA sostiene lo sviluppo rurale attraverso la promozione di efficaci pratiche per lo sviluppo della multifunzionalità e della rilevanza sociale dell’imprenditoria agricola: il programma è iniziato nel 2003 e ha progressivamente coinvolto oltre 100 fra aziende, cooperative agricole e forestali, comunità e centri rurali, imprese della cooperazione sociale. Il programma ha ricevuto la collaborazione delle Organizzazioni Professionali e delle realtà associative del mondo agricolo toscano (CiA, Col-diretti, Confagricoltura, Coordinamento Toscano Produttori Biologici, AiAb, Associazione per l’Agri-coltura Biodinamica). L’agricoltura sociale può con-tribuire attivamente a promuovere condizioni che non solo permettano al mondo rurale di avere una parte attiva negli interventi a sostegno di settori cri-tici del sociale, ma anche di trarre vantaggio per sé dalla costruzione di una rete di relazioni che vedano il mondo agricolo quale ambiente privilegiato. In particolare il notorio stato di sottoccupazione che interessa l’agricoltura e che si traduce in un rallenta-mento dello sviluppo agricolo, può avvantaggiarsi di un organico rapporto col mondo carcerario, dal quale può provenire manodopera specializzata dai costi contenuti, grazie alle speciali condizioni legi-slative che regolano i rapporti di lavoro in questo campo. È inoltre possibile, per le aziende agricole a seguito di apposite convenzioni, installare labora-tori di trasformazione fruendo di apparecchiature, locali e manodopera interni agli istituti.

Le significative opportunità previste dalla legisla-zione nazionale sono però generalmente sconosciute all’imprenditoria agricola, mancando peraltro un qualsiasi supporto informativo e gestionale che aiuti nell’accesso e nella fruizione di tali agevolazioni.

Una prima azione di informazione/formazio-ne, accompagnata dalla successiva introduzione di un servizio di sostegno e consulenza potrebbero introdurre:

1. nel mondo agricolo toscano un sistema virtuoso di reperimento della manodopera a costi soste-nibili e l’utilizzo di laboratori del carcere per attività di trasformazione;

2. relativamente ai detenuti provenienti dal mondo rurale, un flusso efficace di ritorno alla terra dal mondo della devianza.Un simile sistema organico di azioni si distingue

per la grande rilevanza sociale. È destinato a essere rimarchevole perchè inedito ed esemplare, proficuo per il mondo rurale, meritorio nel contribuire anche alla risoluzione del problema dell’inserimento lavo-rativo di fasce devianti generalmente gravanti sulla comunità.

Il quadro legislativo (con particolare riferimento al PSR) Il mondo carcerario, gravato da un insostenibile

sovraffollamento, ha visto via via l’introduzione di soluzioni legislative atte a costruire per i detenuti una prospettiva premiale per i buoni comporta-menti e condizioni di sostegno per l’inserimento lavorativo. In particolare la legge 193 del 22 giugno 2000; i Decreti di attuazione del 9 novembre 2001; il D.M. n. 87 del 25 febbraio 2002 e la successiva circolare 107 del 9 maggio 2002 permettono l’ac-cesso al mondo del lavoro a condizioni economica-mente interessanti. La legislazione prevede peraltro importanti incentivi alle aziende che permettono la formazione del detenuto e l’accompagnamento all’inserimento lavorativo.

Il Programma di Sviluppo Rurale (Psr) della Regione Toscana 2007/2013 prevede opportunità di finanziamenti per Enti Locali e aziende agricole, anche per la realizzazione di progetti di Agricoltura Sociale. Fra queste opportunità rientra la misura 311 (Diversificazione verso attività non agricole) che ha come beneficiari gli imprenditori agricoli professionali e finanzia interventi all’interno delle aziende agricole“finalizzati allo sviluppo di atti-vità e prestazioni socio assistenziali che vanno ad arricchire la rete locale dei servizi e delle opportu-nità sociali”. Gli interventi ammissibili riguardano: ristrutturazioni di fabbricati aziendali (per lo svol-gimento di attività diurne), acquisto di attrezzature, allestimento di aule-laboratori, abbattimento delle barriere architettoniche, realizzazione di “percorsi sicuri” e allestimento di specifiche aree di coltiva-zione e allevamento. Tali interventi devono essere funzionali allo svolgimento delle attività socio-assistenziali previste dal progetto che, per essere ammesso a finanziamento, deve essere coerente con la programmazione e le indicazioni dei Piani Inte-grati di Salute previsti a livello territoriale.

41m A t e R I A L I d I L A v o R o

L’individuazione dei problemi che il progetto aspira ad affrontareSul territorio della Toscana insistono ben sedici

istituti carcerari e un ospedale psichiatrico giudi-ziario. Opera inoltre un Centro per la Giustizia Minorile. Gli enti, con le loro diverse caratteristi-che, sono collocati su tutto il territorio regionale. Diversi dei detenuti e internati provengono proprio dal mondo rurale, in alcuni casi sono impiegati in attività agricole all’interno degli istituti. La loro preparazione in agricoltura è stata seguita per anni con azioni di formazione e consulenza, condotte da varie realtà dell’associazionismo, da agenzie forma-tive accreditate e da organizzazioni del mondo agri-colo: fra queste, è da segnalare la specifica attività di APAb (Associazione per l’Agricoltura Biodinamica Toscana), che ha collaborato per molti anni alla direzione tecnica delle aree agricole penitenziarie in Toscana in convenzione con il Ministero della Giu-stizia e formato addetti anche attraverso bandi di formazione professionale e progetti transnazionali. Al momento c’è quindi un potenziale di addetti che potrebbero essere impiegati, anche stagionalmente e come avventizi, nelle imprese agricole toscane, o preparati ad affrontare la propria uscita dal carcere e la riorganizzazione dell’azienda di proprietà che hanno dovuto abbandonare.

D’altro canto in un contesto come quello rurale toscano, dove la direzione verso la multifunziona-lità e l’impresa sociale delle aziende agricole ha già segnato importanti pagine del Psr, pare importante sostenere un’azione pilota che potrà assumere carat-tere di esemplarità sia in ambito nazionale che nel contesto europeo.

Potranno determinarsi benefici in termini di sviluppo e di reddito soprattutto per quelle imprese che presidiano le zone più svantaggiate e marginali e dove più difficile appare trovare manodopera e gestire positivamente il bilancio tra costo del lavoro e ricavo finale. Sarà anche possibile per alcune aziende e cooperative sociali installare presso gli istituti carce-rari laboratori di trasformazione dei prodotti agrico-li, fruendo di attrezzature e manodopera interna.

Per garantire l’utilizzo delle opportunità occu-pazionali e logistiche indicate, è necessario indivi-duare e superare alcuni problemi di fondo: a. occorre informare, orientare e formare il mondo

rurale, l’imprenditoria agricola e le realtà isti-tuzionali e territoriali (Società per la Salute, Servizi Sociali, tecnici delle Organizzazioni di Categoria ecc.);

b. occorre preparare le condizioni all’interno del contesto carcerario tanto orientando gli opera-tori, tanto formando i detenuti;

c. occorre formare alcuni operatori e consulenti

per l’attività di assistenza alle imprese e per il tutoraggio/accompagnamento dei detenuti inseriti in azienda.Per quanto riguarda le aziende agricole, innanzi-

tutto è necessario far sì che si creino le condizioni per fruire delle opportunità e dunque: 1. occorre svolgere un’azione di informazione

orientativa presso le aziende agricole;2. occorre svolgere un’azione formativa verso il

mondo dell’imprenditorialità agricola al fine di istruire sulle modalità di fruizione delle oppor-tunità (assunzioni in azienda e realizzazione di lavoro in carcere);

3. occorre svolgere un’azione di informazione orientativa presso gli operatori degli istituti car-cerari in modo da preparare in situ le condizioni di condivisione del percorso;

4. occorre sostenere la formazione dei detenuti verso l’inserimento e/o per la creazione di labo-ratori di trasformazione e confezionamento;

5. occorre avviare la prima preparazione di un nucleo di operatori e di consulenti che siano in grado di informare e accompagnare le aziende nell’iter burocratico e nei rapporti e convenzioni con il Ministero della Giustizia; svolgere azione di tutoraggio e accompagnamento, con presenza in situ, durante le prime fasi dell’inserimento lavorativo dei detenuti nelle aziende.

Le azioni formative previste

A) Seminari di informazione orientativa 3 giornate seminariali in aree territoriali

Destinatari: Società della Salute, Servizi Sociali Territoriali, tecnici pubblici e privati e delle Orga-nizzazioni di Categoria.

Obiettivi dell’azione: si illustreranno le possibili-tà del progetto, le particolari condizioni d’impiego di detenuti ed ex detenuti in agricoltura e nella tra-sformazione dei prodotti. Verranno raccolte mani-festazioni di interesse da parte dei Servizi Sociali, degli enti locali, delle aziende agricole e delle Orga-nizzazioni di Categoria per iniziative di supporto al sistema in via di realizzazione con il progetto.

Azione formativa prevista: informazione-forma-zione a carattere orientativo sul sistema di inseri-mento lavorativo per:— analizzare le esigenze occupazionali delle aziende;— informare delle opportunità tanto riguardo al

contesto della legislazione in materia, tanto relativamente al contesto delle attività regionali

42 A R S I A

dedicate all’agricoltura sociale;— orientare in relazione alle competenze imprendi-

toriali necessarie per lo sviluppo dell’agricoltura sociale;

— raccogliere manifestazioni d’interesse alle suc-cessive azioni;

— verificare la possibilità di una “rete” fra i servizi pubblici territoriali interessati al sistema;

— contribuire all’avvio di uno sportello di infor-mazione sulle problematiche amministrative e legali degli inserimenti.

B) Seminari per aziende con esperienze di agricoltura sociale6 giornate seminariali ospitate presso aziendecon esperienze in atto di agricoltura sociale

Destinatari: Aziende agricole toscane che hanno mostrato interesse nella precedente fase A) o hanno già attivato in passato iniziative legate allo svilup-po della cosiddetta “agricoltura sociale” e aziende interessate ad attivarsi nell’ambito della multifun-zionalità.

Obiettivi dell’azione: svolgere un’azione forma-tiva verso il mondo dell’imprenditorialità agricola al fine di istruire sulle modalità di fruizione delle opportunità offerte dal sistema.

Si procederà alla realizzazione di seminari di animazione e informazione ospitati presso aziende con esperienze di agricoltura sociale, rivolti a impren-ditori agricoli della Toscana. I partecipanti verranno formati alla fruizione delle particolari condizioni di assunzione e/o di installazione di laboratori di tra-sformazione e confezionamento; alla relazione con le realtà del mondo carcerario; alla relazione con gli operatori del sistema. In tali occasioni si illustreran-no casi studio ed esperienze già realizzate riguardanti le particolari condizioni di impiego di detenuti ed ex detenuti in agricoltura e nella trasformazione.

Azione formativa prevista: l’attività si concretizze-rà con una attività formativa a carattere seminariale al fine di:— illustrare l’iniziativa nel suo complesso organico

e presentare alcuni casi di attività affini in altri contesti anche oltre regione;

— formare le aziende sia in relazione alle oppor-tunità del sistema in via di realizzazione, sia in relazione alle proprie esigenze occupazionali;

— rendere edotti in termini di conoscenze e com-petenze gli operatori delle aziende sulle oppor-

tunità tanto riguardo al contesto della legisla-zione in materia, tanto relativamente al contesto delle attività dell’ArsiA dedicate all’agricoltura sociale;

— formare alla fruizione del sistema e alle buone relazioni con gli operatori impiegati nel tutorag-gio e inserimento lavorativo dei detenuti;

— creare un primo gruppo imprenditoriale di rife-rimento per il sistema di inserimento lavorativo dal mondo carcerario all’agricoltura e per la realizzazione di laboratori di trasformazione interni agli istituti.

C) Seminario di informazione e orientamento degli operatori del ministero della Giustizia

Destinatari: funzionari, operatori, educatori, polizia penitenziaria del Ministero della Giustizia in Toscana.

Obiettivi dell’azione: svolgere orientamento e informazione sulle modalità complessive del pro-getto e sul sistema in via di organizzazione presso gli operatori del Ministero della Giustizia (dirigenti, educatori, polizia penitenziaria).

Si procederà alla realizzazione di incontri con gli operatori delle singole realtà carcerarie, degli istituti e centri del Ministero della Giustizia in Toscana. I partecipanti verranno orientati alla collaborazione attiva con il progetto e con il sistema di inserimento lavorativo dei detenuti in agricoltura, alla relazione con gli operatori del sistema, alla realizzazione di azioni di formazione dei detenuti nell’ottica dell’in-serimento lavorativo in agricoltura. In tali occasioni si produrrà un’idea di massima sui possibili fruitori del sistema.

Azione formativa prevista: l’attività si concretiz-zerà con una attività informativa e orientativa al fine di:— illustrare l’iniziativa nel suo complesso e indivi-

duare modalità di realizzazione;— orientare gli operatori in merito alle possibili

azioni di inserimento lavorativo in agricoltura;— orientare gli operatori verso la creazione di per-

corsi di formazione dei detenuti in agricoltura e nell’organizzazione e direzione tecnica delle aree agricole degli istituti al fine dell’inserimen-to lavorativo;

— formare i detenuti interessati da attività di for-mazione in agricoltura in carcere.

43m A t e R I A L I d I L A v o R o

d) Giornata di Workshop regionale a Gorgona

Destinatari: operatori e consulenti. Funzionari, operatori, educatori, polizia penitenziaria del Mini-stero della Giustizia in Toscana (fruitori di secondo livello).

Workshop regionale: prima dell’avvio del percorso formativo e come momento di riflessione metodo-logica sarà organizzato un workshop regionale a Gorgona per permettere di far conoscere a funzio-nari, operatori, educatori, polizia penitenziaria del Ministero della Giustizia in Toscana il progetto da avviare con i detenuti negli istituti penitenziari. Il workshop sarà mirato inoltre ad attivare un incon-tro con un gruppo di aziende zootecniche toscane per valutare possibili rapporti di collaborazione per il reinserimento di detenuti e a far conoscere l’avvio del percorso progettuale alla rete dell’agricoltura sociale.

e) Seminari di valutazione formativa del percorso progettuale con operatori indicati dal PrAp

5 giornate seminariali

Destinatari: operatori indicati dal PrAP.

Obiettivi dell’azione: sperimentare un primo approccio alla formazione delle competenze profes-sionali per realizzare primi esempi di applicazione del modello perseguito dal sistema.

Si creeranno le condizioni per un primo avvio proficuo del percorso formativo, attraverso la prima preparazione di un minimo nucleo di operatori e di consulenti che siano in grado di:a. informare e accompagnare le aziende nell’iter

burocratico e nei rapporti e convenzioni con il Ministero della Giustizia;

b. svolgere azione di tutoraggio e accompagna-mento, con presenza in situ, durante le prime fasi dell’inserimento lavorativo dei detenuti nelle aziende. In previsione di una crescita del

fenomeno, sarà opportuno definire e sviluppare standard di qualità del servizio e requisiti strut-turali.

Azione formativa prevista: l’attività si concretizze-rà con una attività formativa con modalità semina-riali e di formazione per progetto al fine di:— orientare operatori alla realizzazione di un soste-

gno alle aziende nel territorio toscano (attività preliminare);

— creare un modello nel formare un piccolo grup-po di operatori e consulenti che, opportuna-mente seguiti dagli insegnanti, siano in grado di seguire le aziende nell’applicare primi casi esem-plari di impiego dei detenuti in agricoltura e di realizzazione di laboratori di lavoro in carcere (attività finale);

— formare al sostegno delle aziende e al rapporto con la pubblica amministrazione.

F) Formazione dei detenuti2 corsi di 8 giornate ciascuno ripetuti in due istituti individuati dal PrAP (composizione aula: 15-20 corsisti)

Destinatari: il progetto si caratterizza con l’ero-gazione di un corso di formazione articolato in dieci giornate formative per i detenuti. Il corso è progettato e organizzato dall’ArsiA in concertazio-ne con la direzione del PrAP e il suo costo rientra nei costi che l’ArsiA destina alle attività di formazio-ne e promozione dell’animazione rurale. Verrà svol-ta un’azione formativa a favore di alcuni detenuti in grado di fruire dell’opportunità (sia attraverso spazi formativi già avviati, sia progettando azioni mirate) con contenuti didattici orientativi, nozioni agronomiche generali, informazioni sulle pratiche di allevamento e sulla gestione sostenibile delle imprese ecc.

Come complemento del corso si organizzeranno visite specifiche di aziende della rete di Agricoltura Sociale negli istituti penitenziari sedi del corso; e, se possibile, dei detenuti allievi dei corsi alle aziende agricole già impegnate nell’agricoltura sociale.

Dopo cinque anni dall’avvio del progetto regionale sull’agricoltura sociale, l’ArsiA ritiene necessario orga-nizzare un calendario di incontri e riflessioni con i protagonisti delle esperienze toscane.

Aziende, ricercatori, tecnici, operatori dell’agricoltura e del sociale potranno così confrontarsi su metodi, motivazioni e scenari di una storia importante della ruralità toscana.

Seminario

Agricolture SociAli e Agricolture di comunità

Vicchio (Firenze)30 settembre 2008, ore 9.30Cooperativa Agricola Il Forteto

Comunità e ruralità all’epoca della mondializzazione: globale vs regionale, localismo vs locale. Le reti storiche locali, gli insediamenti nelle campagne, nuovi bisogni e antiche solidarietà.Il villaggio, la famiglia, la comunità. Comunità di territorio, di esperienze, di intenti. Ecologia, cooperazione, condivisione: il vivere insieme nelle aree rurali.

ProgrAmmA• Apertura lavori (ArsiA)• L’impresa del vivere insieme. La famiglia, l’economia, la solidarietà (Cooperativa agricola Il Forteto, Firenze)• Una lunga storia collettiva di socialità, ruralità ed ecologia (La Comune di Bagnaia, Siena)• Piccoli grandi Comuni rurali: i villaggi, gli usi civici, le identità locali (Legambiente Toscana)• La comunità che ritorna: produttori custodi, appartenenza, economia condivisa (Comunità di Cetica, Arezzo)• Le reti locali, la presenza sociale, vecchio e nuovo welfare nelle aree rurali (Università di Pisa)• Comunità e lavoro nel mondo rurale: motivazioni, strumenti, criticità e risorse (Cooperativa sociale Il Pungiglione e Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, Massa Carrara)• Dalla Terra Madre alla Comunità del Cibo (Presìdio Slow Food Pecora Zerasca, Massa Carrara)• Riflessioni e conclusioni (prof. Corrado Barberis, Istituto Nazionale Sociologia Rurale)

10. Agricoltura sociale in Toscana Seminari di informazione

45m A t e R I A L I d I L A v o R o

Seminario

l’eSPerienzA delle FAttorie didAttiche in toScAnA:Strumento d’imPreSA Per il mondo rurAle

San Gimignano (Siena) 7 novembre 2008, ore 9.30 Fattoria Poggio Alloro

Nell’ambito delle proprie finalità istituzionali di promozione dello sviluppo rurale, l’ArsiA organizza un seminario di lavoro con l’intento di creare una prima occasione d’incontro e di scambio di esperienze per “attori locali” impegnati nelle fattorie didattiche. L’obiettivo del seminario è quello di fare emergere i bisogni formativi, la costruzione di una rete di relazioni e confronto e la possibile convergenza delle attività delle fattorie didattiche anche nell’ambito dell’agricoltura sociale.

ProgrAmmA• Apertura lavori • Il Piano di sviluppo rurale: multifunzionalità dell’agricoltura e fattorie didattiche: la costruzione di una rete di relazione (Roberto D’Alonzo) • Agricoltura sociale e campagna dell’accoglienza (Marco Noferi) • L’esperienza della Provincia di Siena (Andrea Battino)• Testimonianze delle aziende che fanno attività didattica: tavola rotonda e confronto sulle necessità per

predisporre un piano progettuale per il 2009. Opportunità della creazione di una rete. Necessità di attività di formazione.

Seminario

AgricolturA SociAle, AgricolturA SoStenibile: dAllA mArginAlità AllA riSorSA

Sovicille (Siena)17 novembre 2008, ore 9.30La Comune di Bagnaia

Le piccole agricolture in Toscana: economia, sociologia, cultura. Professionalità e competenze nei rappor-ti intergenerazionali e città-campagna. Economie di territorio e comprensibilità dei processi produttivi. Il lavoro rurale come generatore di economie di relazione e di inclusione. La sostenibilità economica che si incontra con la sostenibilità sociale: decrescita, sobrietà, equità come futuri motori di sviluppo.

ProgrAmmA• Apertura lavori (ArsiA)• Agricoltura biologica e sociale: buona due volte (Anna Ciaperoni, AiAb nazionale)• Etica del lavoro, ecologia, dinamiche sociali: esperienze e progetti (Carlo Triarico, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica)• Multifunzionalità dell’agricoltura, responsabilità sociale, responsabilità ecologica (Claudio Resti, Wwf Toscana)• Vivere insieme: possibile risposta per la sostenibilità (La Comune di Bagnaia, Siena)• Piccole agricolture e agricolture di comunità: le esperienze (discussione con le aziende della rete toscana dell’agricoltura sociale) • Riflessioni e conclusioni (Francesco Di Iacovo, Università di Pisa)

46 A R S I A

Seminario

rurAlità e turiSmo SociAle: lA cAmPAgnA Per tutti

Montecatini Terme (Pistoia)12 dicembre 2008, ore 9.30Apt Montecatini Terme, viale Verdi 66

Esperienze e progetti per nuove forme di accoglienza nelle campagne toscane. Turismo sociale, turismo rurale, e nuovi percorsi di valorizzazione: Strade dei Sapori , fattorie didattiche, attività con gli animali. La ruralità accessibile per persone con bisogni speciali. La campagna come occasione di ricreazione e rigenerazione di senso nel rapporto con le popolazioni urbane.

ProgrAmmA• Apertura lavori (Roberto D’Alonzo, ArsiA)• Turismo senza barriere: punti critici, verifiche, proposte (Lamberto Tozzi, Ass. Turismo senza barriere, Firenze)• Cooperazione sociale e turismo sociale (Paolo Pestelli, Cooperativa sociale “Diogene”, Dicomano - Firenze)• Turismo sociale e accessibilità nei parchi regionali toscani (Susanna Paoli, Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli)• Turismo sociale e turismo in Toscana (Giancarlo Melosi, Apt Montecatini)• Accoglienza rurale: visibilità e valutazione della fruibilità delle strutture (Paolo Maria Vissani, CQ - FidAf Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali)• Discussione tra i partecipanti all’incontro.

Seminario

AgricolturA SociAle: le oPPortunità del PiAno di SviluPPo rurAle

Firenze martedì 8 aprile 2008, ore 9.30Palazzo degli Affari, piazza Adua, 1 - IV piano

Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Toscana 2007/2013 prevede opportunità di finan-ziamenti per Enti Locali e aziende agricole, anche per la realizzazione di progetti di Agricoltura Socia-le. Fra queste opportunità rientra la misura 311 (Diversificazione verso attività non agricole) che ha come beneficiari gli imprenditori agricoli professionali e finanzia interventi all’interno delle aziende agricole“finalizzati allo sviluppo di attività e prestazioni socio-assistenziali che vanno ad arricchire la rete locale dei servizi e delle opportunità sociali”.

Considerato il carattere innovativo della Misura e il crescente interesse che l’Agricoltura Sociale sta riscuotendo a livello regionale, l’ArsiA Settore Formazione e Animazione rurale e la Regione Toscana Settore Agricoltura Sostenibile, promuovono un seminario di informazione e aggiornamento per la diffusione della conoscenza delle opportunità offerte dall’applicazione della misura del Piano di sviluppo rurale rivolto a: • funzionari della Pubblica Amministrazione (Province, Comunità Montane, Comuni, Asl);• tecnici pubblici e privati che operano nel sistema regionale dei servizi di sviluppo agricolo e rurale• imprenditori agricoli e forestali come soggetti moltiplicatori di informazioni per gli addetti del settore agricolo forestale

All’incontro saranno presenti tecnici della Regione Toscana, dell’ArsiA, e del gruppo di lavoro regionale sull’Agricoltura Sociale.

47m A t e R I A L I d I L A v o R o

AGRICOLTURA SOCIALE IN TOSCANAin collaborazione con Prap - Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria

Seminari di informazione, 2009

cArcere e AgricolturA SociAle: FormAzione, occuPAzione e integrAzione dAllA mArginAlità AllA riSorSA

Volterra (Pisa) 26 marzo 2009, ore 9.30Azienda Agricola Fattoria Lischeto

I possibili rapporti tra sistema carcerario e ruralità, in Toscana.Un progetto che muove dalla marginalità per aprire a occasioni di formazione, occupazione e integrazione. Pratiche ed esperienze di agricoltura sociale: dall’esclusione e dal carcere alla risorsa del lavoro e del mondo rurale.

ProgrAmmA• Il progetto ArsiA-Regione Toscana-Provveditorato alle Carceri per il 2009: opportunità per l’agricoltura e per le istituzioni carcerarie della Toscana (Roberto D’Alonzo, ArsiA)• Dal mondo delle carceri in Toscana: criticità, esperienze, progetti (Carlo Mazzerbo, Direttore della casa di reclusione di Gorgona)• Etica del lavoro, ecologia, dinamiche sociali: la formazione in carcere, tra persona e istituzione (Carlo Triarico, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica)• Esperienze toscane, dall’esclusione all’inclusione: Azienda agricola Fattoria Lischeto (Volterra), Cooperativa La Foglia del Tè (Massa Carrara) Cooperativa Archimede (Firenze, Mugello), Progetto Orti Etici (Valdera) Cooperativa agroforestale Terra, Uomini, Ambiente (Castelnuovo Garfagnana).

Informazioni e partner

Nelle attività dei progetti annuali, ArsiA ha rienuto determinante la collaborazione con le Organizzazioni professionali (CiA, Coldiretti, Confagricoltura) e con le realtà associative del mondo agricolo toscano (come AiAb, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Coordinamento Toscano Produttori Biologici). Un “gruppo di lavoro” regionale, che promuove l’integrazione tra i vari soggetti coinvolti attraverso un approccio di animazione, monitoraggio e documen-tazione.

Informazioni sul progetto ArsiA: Roberto D’Alonzo, tel. 050 8006232 email: [email protected] pagine del sito di ArsiA (http://sociale.arsia.toscana.it) è possibile trovare informazioni sulle aziende, sui corsi di formazione e sulle iniziative della rete regionale.

• CIA Toscana: tel. 055 23389 - [email protected] - www.ciatoscana.it• CONFAGRICOLTURA Toscana: tel. 055 213607 - [email protected]• COLDIRETTI Toscana: tel. 055 32357236 - www.coldiretti.it• AIAB Toscana: tel. 055 4393487 - aiab.toscana@ aiab.it - www.aiab.it/toscana• COORDINAMENTO TOSCANO PRODUTTORI BIOLOGICI: tel. 055 413173 - [email protected] - www.ctpb.it• ASSOCIAZIONE TOSCANA BIODINAMICA: tel. 055 488017 [email protected] - www.agricolturabiodinamica.it Per saperne di più:• www.fattoriesociali.com organizzato da un gruppo di associazioni di categoria, riporta indirizzi e informazioni sulle normative• www.lombricosociale.info blog di confronto e discussione animato da operatori• www.agrietica.it sito dell’Università della Tuscia sul tema dell’agricoltura sociale • http//:sofar.unipi.it (italiano e inglese) sito del progetto Social Farming, coordinato dall’Università di Pisa

sull’agricoltura sociale in Europa• www.farmingforhealth.org (inglese) sito della comunità di pratiche europea • www.umb.no/greencare (inglese) sito del progetto COST Action 866 sul green care; documentazione sulle attività di ricercatori dei 14 paesi europei aderenti all’iniziativa.

Il Progetto ‘Social Farming’SoFar - Servizi sociali in imprese agricole multifunzionali

Il progetto “SoFar”, è stato approvato in sede di Commissione Europea all’interno del VI Programma Quadro, l’Univer-sità di Pisa è capofila del progetto. La proposta progettuale nacque a suo tempo dall’elaborazione e nella presentazione delle esperienze maturate nel corso del primo anno di attività dell’Università di Pisa e dell’ArsiA sul tema dell’Agri-coltura sociale. Il progetto sta utilizzando quale strumento di “comunicazione” e trasferimento di buone prassi per la comunità internazionale la piattaforma tec on line dell’ArsiA. I partner del progetto sono: per l’Italia l’Università di Pisa e l’ArsiA, per i Paesi Bassi l’Università di Wageningen, per la Germania l’Istituto di ricerca per l’Agricoltura biologica, per il Belgio l’Università di Ghent, per la Slovenia l’Università di Lubiana, per la Francia il QAP Decisions, per l’Irlanda l’Università Nazionale. SoFar è un’iniziativa internazionale a supporto della ricerca per le politiche rurali europee, si sviluppa in un arco di trenta mesi e si propone di promuovere l’agricoltura sociale come un nuovo possibile ambito per lo sviluppo rurale in Europa. Il progetto ha il compito di elaborare, come conseguenza di un lavoro partecipativo tra i soggetti coinvolti, strategie di innovazione per il settore, a livello regionale ed europeo.

Per ulteriori notizie: http://sofar.unipi.it

Piattaforma elettronica “Comunità SoFar Italia”: http://www.teconline.it

I progetti dell’agricoltura sociale vanno a integrarsi con gli argomenti più generali che coinvolgono la ruralità toscana contemporanea: la sostenibilità etica e sociale dei processi produttivi, le nuove esperienze delle comunità, la fruizione della campagna, la qualità di vita nelle aree extraurbane.


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