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a cura dell’Area Studi di Mediobanca Aprile 2016 · Anche se il 2015 si prospetta per il vino...

Date post: 25-Feb-2019
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INDAGINE SUL SETTORE VINICOLO a cura dell’Area Studi di Mediobanca Aprile 2016
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INDAGINE SUL SETTORE VINICOLO

a cura dell’Area Studi di Mediobanca

Aprile 2016

MEDIOBANCA

DECRETO LEGISLATIVO n. 196 DEL 30-06-2003 SULLA TUTELA DELLA PRIVACY

INFORMATIVA

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l’attività della nostra società – di trattamenti che consistono nella loro raccolta, registrazione, organizzazione,

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economica e statistica ed in particolare per la realizzazione del volume ‘‘Indagine sul settore vinicolo’’ e delle opere

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dell’albo banche;

– responsabile del trattamento dei dati (in atto Dott. Vincenzo Tortis) presso la sede di Mediobanca.

ISSN 1825-6104

Copyright 2016 by Mediobanca – Ufficio Studi

Foro Buonaparte 10, Milano – Tel. 02-8829.1

Internet: www.mbres.it E-mail: [email protected]

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Generalità

L’indagine si articola in due sezioni. La prima riguarda 136 principali società di capitali italiane

operanti nel settore vinicolo(1)che nel 2014 hanno fatturato più di 25 milioni di euro, i cui bilanci sono stati

aggregati per il periodo 2010-2014 (1). Compongono l’insieme 42 cooperative (incluse sette S.p.A. e s.r.l.

controllate da una o più cooperative), 87 S.p.A. e s.r.l. a controllo italiano e sette società a controllo estero.

L’aggregato ha segnato nel 2014 un fatturato pari a 6,2 miliardi di euro e un tasso di rappresentatività del

59,4% in termini di produzione (circa 10,5 miliardi di euro nel 2014) e del 61,6% in termini di export (5,1

miliardi di euro). I dati economico-finanziari sono stati integrati con interviste alle imprese volte a valutare i

dati pre-consuntivi del 2015, le attese sulle vendite per il 2016 e alcuni aspetti della struttura commerciale.

La seconda sezione contiene due capitoli. Il primo analizza nel periodo 2005-2014 l’aggregato delle

14 maggiori imprese internazionali quotate con fatturato superiore a 150 milioni di euro che ha segnato nel

2014 ricavi pari a 10,8 miliardi di euro. Il secondo capitolo illustra la dinamica tra l’inizio del 2001 e la metà

di marzo 2016 dell’indice mondiale di Borsa delle imprese vinicole quotate; esso comprende 42 società

emittenti di 47 titoli trattati in 20 Borse, la cui capitalizzazione, alla data terminale, era pari a 42,8 miliardi di

euro. Vi compaiono per il primo anno due società italiane (IWB e Masi Agricola), la cui capitalizzazione era

complessivamente pari a 205 milioni di euro.

(1) Si tratta di aziende specializzate, spesso operanti su più regioni. Sono state escluse le imprese che, pur gestendo attività vinicole

rilevanti a livello nazionale, realizzano il proprio volume d’affari prevalentemente con altri prodotti. Ove disponibile è stato

privilegiato il dato consolidato.

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Highlights

Principali società italiane: pre-consuntivi 2015 e attese 2016

fatturato nel 2015: è in aumento del 4,8% sul 2014 grazie alle vendite estere (+6,5%), ma anche al buon

contributo di quelle domestiche (+3,1%). Si tratta di un risultato assai migliore di quelli negativi

dell’intera manifattura (-2,6%) e dell’industria alimentare (-0,8%). Anche se il 2015 si prospetta per il

vino come uno degli anni a crescita più modesta dal 2010, esso consente alle vendite del settore di

superare del 31,6% i livelli del 2010, all’export del 46,6% e al fatturato domestico del 18,7%, lungo un

trend di crescita ininterrotta anche se discontinua;

fatturato nel 2015 per comparti: S.p.A. e s.r.l. sono in crescita del 5,8% sul 2014 (+7,5% l’estero), le

coop del 3,7% (+5,1% l’estero), ma il maggiore sviluppo è realizzato dagli spumanti (+10%), ancora

grazie all’estero (+15,2%), mentre i vini non spumanti si fermano a +3,7% (+5,1% all’estero);

investimenti materiali nel 2015: restano vivaci, in crescita del 17,9% sul 2014; gli spumanti

primeggiano (+37,2%), seguiti dalle coop (+18,3%); meno vivaci S.p.A. e s.r.l. (+17,5%) e i vini non

spumanti (+13,2%);

occupazione nel 2015: in aumento del 2,4% sul 2014, meglio dell’industria in senso stretto (+1,4%);

anche in questo caso risaltano gli spumanti (+3,2%), più timidi i vini non spumanti (+2,3%), coop e

S.p.A. e s.r.l. allineate (+2,4%);

investimenti pubblicitari nel 2015: aumentano del 2,1%, in linea con la spesa pubblicitaria nazionale

(+1,7%, ma -0,5% escludendo il canale web);

i mercati esteri nel 2015: l’area più dinamica è il Sud America (+18,3% le vendite sul 2014), ma essa

rappresenta solo l’1,5% del fatturato estero delle vinicole italiane; molto vivace la crescita del Nord

America (+13,3%), dove si realizza il 34% dell’export; il dato complessivo delle esportazioni italiane di

vino (+6,5% sul 2014) deriva da queste due regioni, poiché i Paesi UE (51,5% del totale) avanzano del

3,7% e il resto del mondo (Africa, Medio Oriente e Paesi Europei non UE) del 3,2% per una quota pari

al 9,1%; il residuo 3,9% delle esportazioni va nell’area asiatica che accusa una flessione del 10%;

i top seller e i top earner nel 2015: Cantine Riunite-GIV si conferma prima per fatturato (547 milioni,

+2,7% sul 2014), seguita da Caviro che flette del 4,4% a 300 milioni e da Antinori che guadagna l’8,7%

a 202 milioni, primo gruppo non cooperativo; in forte crescita Zonin (+14,3%) che con 183 milioni si

porta dalla settima alla quarta posizione; Mezzacorona con 175 milioni (+2,1%) si conferma in quinta

posizione; la divisione vini della Campari è sesta con 171 milioni, ma paga la crisi russa e perde il

18,2%; seguono nell’ordine: 7° posizione, cooperativa Cavit a 167 milioni (+1,9%); 8° posizione,

Fratelli Martini a 162 milioni (+1,2%); 9° posizione, Botter a 154 milioni (+12,5%); 10° posizione,

IWB a 145 milioni (+4%). Il record di crescita nel 2015 spetta alla cooperativa La Marca che passa da

60 a 76 milioni (+25,1%), scalando dalla 25esima alla 22esima posizione, seguita dalla Ruffino che sale

del 17% da 81 a 94 milioni, portandosi dalla 21esima alla 18esima posizione; altre 5 società hanno

realizzato aumenti dei ricavi superiori al 10%; la più rilevante presenza sui mercati esteri è della Botter

che vi realizza il 94,5% del proprio fatturato, seguita dalla Ruffino (93,1%), dalla Fratelli Martini

(88,8%) e dalla Masi Agricola (88,4%); altre 15 società realizzano all’estero oltre il 50% delle vendite; i

top performer di redditività 2015 sono Antinori (utile su fatturato al 18,8%), Frescobaldi (17,5%), Santa

Margherita (12,1%), Botter (10,9%), Ruffino e Masi (10,2%);

aspettative di vendite per il 2016: il 92% degli intervistati prevede di non subire un calo delle vendite,

anche se gli ottimisti (crescita delle vendite superiore al 10%) sono solo il 15%; per contro, appena l’8%

attende una flessione dei ricavi. Nell’insieme permane un’intonazione positiva, ma improntata a grande

prudenza e senza gli exploit del 2011 e 2012: il 46% degli intervistati ritiene di non andare oltre il 5% di

crescita dei ricavi nel 2016. Le attese per l’export ricalcano la stessa tendenza, ma hanno un’intonazione

un po’ migliore: il 94,5% degli intervistati prevede un fatturato in crescita o al più stabile nel 2016 (era

l’89,5% nel 2015) ma le attese di crescita superiore al 10% arrivano al 24,3%. I pessimisti (riduzione

dei volumi) sono solo il 5,5%. La maggiore quota di ottimisti è tra i produttori di spumanti: il 15% si

aspetta nel 2016 di aumentare il fatturato totale di oltre il 10%, percentuale che sale al 35% guardando i

mercati esteri.

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Principali società italiane: profili economico-patrimoniali 2010-2014 e assetto commerciale

un indicatore di sintesi delle performance economiche e patrimoniali basato sui bilanci 2014 attribuisce

alle venete Botter e Contri i migliori punteggi, seguite dalla piemontese Fratelli Martini e dalla veneta

Masi; Cavit è la migliore cooperativa (13esima); nelle prime sei posizioni figurano quattro società

venete; le società che presentano il quadro più problematico sono le cooperative La Vis, Mezzacorona e

la Giordano Vini;

redditività: nonostante la dinamica calante del fatturato, il rendimento del capitale investito (roi) ha

seguìto una dinamica crescente dal 2010 per toccare il 6,6% nel 2014, valore massimo del quinquennio.

L’andamento della redditività netta (roe) non è stata dissimile e ha raggiunto il 6,1% nel 2014, anche in

questo caso sui massimi del periodo. Il roi 2014 del settore vinicolo (6,6%) rimane tuttavia inferiore a

quelli dell’industria manifatturiera italiana (7,4%), del settore alimentare (8,6%) e dell’industria delle

bevande (9%);

struttura patrimoniale: il rapporto tra debiti finanziari e mezzi propri del 2014 denota una complessiva

solidità (73,5%), segnando il livello più basso del quinquennio;

pacchetti di controllo: il valore di libro, sulla base del patrimonio netto a fine 2014, delle partecipazioni

detenute da persone fisiche è pari a circa 2,76 miliardi di euro, di cui 0,82 miliardi riferibili alle coop ed

i restanti 1,94 miliardi al controllo familiare; il portafoglio dei soci esteri è valutabile in 0,3 miliardi di

euro, mentre quello dei soci finanziari (assicurazioni e fondi) in 0,45 miliardi di euro; il flottante di

Borsa delle due società quotate ha un valore di libro pari a 57 milioni; in base ai multipli di borsa delle

società quotate sui mercati internazionali il capitale netto delle 87 S.p.A. e s.r.l. (2,4 miliardi) si può

stimare indicativamente in 3,3 miliardi (valore di mercato), con un “premio” sul valore contabile pari a

circa il 40%;

canali distributivi: prevale la grande distribuzione organizzata (Gdo) che interessa il 40,4% della

produzione, seguita dai grossisti e intermediari al 17%, dall’Ho.Re.Ca. con il 15,5% e dalla rete diretta

con l’11,6% (il residuo 15,5% è fruito attraverso wine bar e altri canali); sui mercati domina

l’intermediario importatore (80%), segnalando un punto di potenziale debolezza nel presidio diretto

delle vendite.

Principali società italiane: andamenti regionali

le società venete primeggiano, soprattutto sotto il profilo reddituale (roi al 9,9% contro il 6,6%

nazionale; roe all’11,6% contro 6,1%); figurano bene anche le toscane (roi al 7,5% e roe al 6,2%) che

appaiono solide patrimonialmente (debiti finanziari al 41% dei mezzi propri contro 73,5%), efficienti

(costo del lavoro per unità di prodotto al 48,3% contro 59,6%) e vocate all’export (65,8% contro

50,6%).

Principali società internazionali quotate e indice di Borsa

l’aggregato dei 14 maggiori produttori internazionali quotati chiude il 2014 con un fatturato in

progresso del 6% (in termini omogenei), con incidenze dei margini industriali sulle vendite in rialzo:

Mol (ebitda) al 22,1% e Mon (ebit) al 18,8%. Si ricorda che le vinicole italiane non cooperative hanno

segnato nel 2014 un aumento del fatturato dello 0,1% e margini sul fatturato pari al 12,9% (Mol) e al

9,2% (Mon). Il roe delle internazionali è stato pari all’11,9% contro il 7,9% delle italiane non

cooperative;

la struttura finanziaria evidenzia un rapporto tra debiti finanziari e mezzi propri pari all’81,2% nel 2014,

peggiore di quello delle imprese italiane non cooperative (56,9%);

l’occupazione è cresciuta del 0,5%; le italiane +2%;

la cinese Yantai Changyu Pioneer Wine, dopo la continua crescita delle vendite e degli utili nel periodo

2005-11, ha subìto nel 2014 il terzo arretramento consecutivo (-4,8% il fatturato e -6,7% il risultato

netto), per il rallentamento del mercato domestico, la maggiore pressione competitiva e il varo di

politiche statali di contrasto alla corruzione e a favore della frugalità;

il 2014 è stato l’anno delle società cilene, con incrementi a doppia cifra sia del fatturato (Concha y Toro

+22,6%, Viña San Pedro Tarapaca +13,2% e Viña Santa Rita +11%) sia dei risultati netti; la maison

6

dello champagne Lanson-BCC e la tedesca Sektkellerei Schloss sono le uniche società, oltre alla Yantai

Changyu, con vendite in diminuzione (rispettivamente, -3,7% e -6,4%);

i più recenti rendiconti infrannuali del 2015 evidenziano una crescita delle vendite del 9%, con le

eccezioni delle francesi Vranken-Pommery (-23,8%, -6,6% su base omogenea) e Lanson-BCC (-8,5%);

in forte crescita la cinese Yantai Changyu (+23,8%), che inverte così la tendenza degli ultimi anni, e la

Treasury Wine Estates (+22,1%);

i big del settore hanno messo a segno importanti acquisizioni: nel gennaio 2016 Treasury Wine Estates

ha rilevato la divisione vini di Diageo in USA e UK (per 600 milioni di Usd); nel dicembre 2015

Constellation Brands ha acquisito il 100% della Ballast Point (birra), con un esborso di 1 mld. di USD;

la capitalizzazione dei 47 titoli che compongono l’indice mondiale di Borsa del vino è aumentata del

17,9% tra marzo 2016 e marzo 2015 e risulta composta per il 60% dalle società nordamericane (+23%

nell’ultimo anno), per il 12% dalle cinesi (+6,8%) e per l’11% dalle Australiane (+90,7%);

Constellation Brands ha il maggiore valore di mercato (25,5 mld. di euro), seguita dall’australiana

Treasury Wine Estates (4,6 mld.), dalla cinese Yantai (2,8 mld.) e dalla sudafricana Distell (2 mld.). Al

di sopra del miliardo di euro si colloca anche la cilena Viña Concha y Toro;

nel 2015 è avvenuta la prima quotazione di due società vinicole italiane: a gennaio IWB - Italian Wine

Brands (controllante della Giordano Vini e della Provinco), a giugno Masi Agricola. I titoli di IWB al

14 marzo 2016 quotavano 9,6 euro, il 4% in meno del prezzo di collocamento per un valore di Borsa

pari a 63 milioni; le azioni di Masi Agricola hanno chiuso in pari data a 4,4 euro, il 4,3% sotto il prezzo

di collocamento per una capitalizzazione pari a 141,5 milioni;

i multipli di Borsa relativi ad una quarantina di titoli quotati indicano un rapporto tra valore di Borsa e

capitale netto (P/BV) pari a 1,3x e un multiplo tra capitalizzazione ed ebit pari a 11,7x, mentre quello

sugli utili si attesta a 19,2x;

dal gennaio 2001 l’indice di Borsa mondiale del settore vinicolo in versione total return (comprensivo

dei dividendi distribuiti) è cresciuto del 449%, al disopra delle Borse mondiali (+86%); la migliore

performance in termini relativi (ossia al netto delle dinamiche delle Borse nazionali) è stata realizzata

dalle società del Nord America (+611%) e della Francia (+94,8%), con l’Australia in forte recupero

(+66%), ma in altri Paesi le società vinicole hanno reso meno della Borsa nazionale: Cile -30% e Cina -

52,4%;

dal gennaio 2009 (post-crisi) l’indice vinicolo di Borsa è cresciuto del 194% e, in termini relativi, del

56,8%, con le performance delle Borse di appartenenza superiori alle quotazioni vinicole in tre casi

(Francia, Cina e Cile).

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I - Le principali società vinicole italiane

I.1 - Lo scenario

Nel 2014 la produzione mondiale di vino è valutata dall’OIV (2) in 270,2 milioni di ettolitri, in

diminuzione del 7,5% rispetto al 2013 (292,2 milioni), il valore più alto del quinquennio. La previsione per il

2015 è 275,7 milioni di ettolitri, in leggera espansione rispetto all’anno precedente (+2%). L’Italia è stata nel

2014 il secondo produttore con una quota del 16,4% sul totale mondiale, perdendo il primato detenuto nel

2012 e 2013 a favore della Francia (17,3% del totale). Le anticipazioni per il 2015 segnerebbero il ritorno

dell’Italia nella posizione di primo produttore mondiale con 48,9 milioni di ettolitri contro i 47,4 milioni

della Francia e i 36,6 della Spagna.

Produzione mondiale di vino (2010-2015P)

Italia Francia Spagna USA Argentina Cile Australia Sudafrica Cina Germania Portogallo Mondo

2010 48,5 44,4 35,4 20,9 16,3 8,8 11,4 9,3 13,0 6,9 7,1 264,2

2011 42,8 50,8 33,4 19,1 15,5 10,5 11,2 9,7 13,2 9,1 5,6 267,8

2012 45,6 41,5 31,1 21,7 11,8 12,6 12,3 10,6 13,5 9,0 6,3 258,2

2013 54,0 42,1 45,3 23,6 15,0 12,8 12,3 11,0 11,8 8,4 6,2 292,2

2014 44,2 46,8 38,2 22,0 15,2 10,5 12,0 11,3 11,2 9,2 6,2 270,2

2015P 48,9 47,4 36,6 22,1 13,4 12,9 12,0 11,3 n.d. 8,8 6,7 275,7

Var % 14/15 10,5 1,2 -4,2 0,5 -12,1 22,6 -0,2 -0,1 -4,5 8,2 2,0

Fonte: nostre stime su OIV, Elementi della congiuntura vitivinicola mondiale, ottobre 2015.

Nel 2014 il valore della produzione italiana è valutato in 10,5 miliardi di euro. Le stime Istat per il

2014 indicano una quota di produzione di vini Doc e Docg (3) pari al 41,2% del totale, in diminuzione del

5,6% sul 2013; ad essa si aggiungono i vini Igp (4) con il 33,8%, -14,8% sul 2013 e, a saldo, i vini comuni

che contano per il residuo 25%. Una quota consistente della produzione italiana è esportata, con un saldo

attivo passato dai 760 milioni di euro nel 1990 a 4,8 miliardi nel 2014 (6,3 volte), anno in cui i volumi sono

aumentati dello 0,9% e il valore dell’1,5% (il prezzo medio all’export è passato da 2,48 euro a 2,49 euro per

litro, +0,5%). I dati provvisori dell’Istat relativi al 2015 riportano un progresso delle esportazioni a valori del

5,4% sul 2014 (-1,3% a quantità ); il prezzo medio all’export cresce del 6,8% a quota 2,66 euro al litro. Il

saldo attivo provvisorio a dicembre 2015 è salito a 5,1 miliardi (+5,3% rispetto al 2014).

I.2 - La dinamica delle vendite: 2010-2015 e le attese per il 2016

Il fatturato aggregato delle 136 società vinicole italiane è diminuito nel 2014 dello 0,1%, media dello

sviluppo del fatturato estero (+1,3%) e della contrazione di quello nazionale dell’1,5%. Si tratta dell’anno

meno brillante dal 2010 (Tab. 1). I pre-consuntivi del 2015 segnalano un’accelerazione della crescita: +4,8%

le vendite totali, +3,1% in Italia, +6,5% oltre confine. Molto dinamico appare il settore degli spumanti che

avanza del 10%, con incrementi del 6,3% sul mercato domestico e del 15,2% sull’estero.

(2) Organisation Internationale de la Vigne et du Vin.

(3) Doc = Denominazione di origine controllata; Docg = Denominazione di origine controllata e garantita. Le due denominazioni

sono anche raggruppate sotto l’acronimo di emanazione comunitaria Dop = Denominazione di origine protetta. (4) Igp = Indicazione geografica protetta.

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Tab. 1 – Variazioni % delle vendite sull’anno precedente (2010-2015P)

2010 2011 2012 2013 2014 2015P

Tutte le società

Totale fatturato 5,1 9,5 8,2 6,1 -0,1 4,8

Vendite in Italia 1,9 5,7 7,1 3,3 -1,5 3,1

Vendite all’estero 9,1 13,9 9,3 9,1 1,3 6,5

di cui: S.p.A. e s.r.l.

Totale fatturato 7,5 9,7 8,3 6,4 0,1 5,8

Vendite in Italia 5,4 4,8 3,9 3,7 -1,4 3,7

Vendite all’estero 9,9 14,8 12,5 8,8 1,4 7,5

di cui: Cooperative

Totale fatturato 2,2 9,1 8,0 6,9 -1,3 3,7

Vendite in Italia -1,0 7,3 10,7 4,3 -2,2 2,7

Vendite all’estero 7,2 11,8 4,4 10,6 - 5,1

di cui: produttori di spumanti

Totale fatturato 6,8 12,3 4,3 6,4 3,8 10,0

Vendite in Italia 3,7 6,8 2,0 2,2 1,4 6,3

Vendite all’estero 14,0 23,5 8,5 13,4 7,2 15,2

di cui: produttori di vini non spumanti

Totale fatturato 4,8 8,8 9,1 6,1 -0,9 3,7

Vendite in Italia 1,4 5,4 8,6 3,6 -2,3 2,1

Vendite all’estero 8,4 12,4 9,5 8,5 0,4 5,1

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Nel 2015 il fatturato dell’industria vinicola ha così esteso il proprio vantaggio sui livelli del 2010

(+31,6%), con un ampio margine per quello all’estero (+46,6%) ed uno più contenuto per quello domestico

(+18,7%). Tra il 2010 ed il 2015 l’export è cresciuto mediamente dell’8% all’anno, le vendite interne del

3,5% (Graf. 1).

Graf. 1 – Numeri indice delle vendite (2010-2015P, 2010=100)

105,7

113,3117,0 115,2

118,7

100,0

113,9

124,5

135,8137,7

146,6

2010 2011 2012 2013 2014 2015P

Fatturato Italia Fatturato all'estero

Nel complesso, la crescita del fatturato vinicolo dal 2010 è risultata decisamente superiore a quella

della manifattura (+2,6%) (Graf. 2).

I consuntivi del 2014 segnano una significativa riduzione delle imprese in forte espansione, ovvero

quelle con fatturato in crescita di oltre il 10% sul 2013 (dal 35,3% del 2013 al 13,8%), e la crescita di quelle

con flessioni del giro d’affari al 42% (Graf. 3). Si espande al 44,2% la quota delle imprese con crescita

intermedia, inferiore al 10%, e soprattutto di quelle sotto il 5% (30,8%); ciò spiega la modesta performance

(-0,1%) con cui hanno saldato le vendite nel 2014 (Tab. 2).

Circa le aspettative per il 2016, vi sarebbe un nuovo assottigliamento delle due fasce estreme, quella

che si attende una crescita oltre il 10% (14,9% dal 28,2% del 2015) e quella che intravede una contrazione

9

(8,1% da 18,9%); nel 2016 si amplierebbe al 77% dal 52,9% l’incidenza delle attese positive ma inferiori al

10%. Il dato lascia intendere un atteggiamento positivo ma prudente nella formulazione delle previsioni, in

un contesto che permane condizionato da grande incertezza e induce a un posizionamento nell’intervallo

intermedio delle performance.

Graf. 2 – Numeri indice delle vendite del settore vinicolo e della manifattura (2010-2015P, 2010=100)

109,5

118,4

125,7 125,6

131,6

100,0

107,4

105,6104,2

105,4

102,6

2010 2011 2012 2013 2014 2015P

Industria del vino Industria manifatturiera

Graf. 3 – Classi di variazione del fatturato complessivo (2010-2016F)

26,1

48,641,7

35,3

13,8

28,214,9

48,6

40,942,9

38,6

44,2

52,9 77,0

25,3

10,5 15,426,1

42,0

18,98,1

2010 2011 2012 2013 2014 2015P 2016F

>= +10% < 10% < 0

Tab. 2 – Classi di variazione del fatturato complessivo (2010-2016F)

Classi di variazione 2010 2011 2012 2013 2014 2015P 2016F

% di imprese (valori ponderati per il fatturato)

uguale o maggiore di 10% 26,1 48,6 41,7 35,3 13,8 28,2 14,9

da 5 a 9,99% 35,9 17,1 21,3 14,5 13,4 15,0 31,1

da 0 a 4,99% 12,7 23,8 21,6 24,1 30,8 37,9 45,9

Totale > 0 74,7 89,5 84,6 73,9 58,0 81,1 91,9

da -0,01 a -4,99% 13,4 8,9 7,2 16,0 25,6 12,3 4,1

da -5 a -9,99% 4,7 1,0 5,6 6,5 8,3 3,2 2,7

uguale o minore di -10% 7,2 0,6 2,6 3,6 8,1 3,4 1,3

Totale < 0 25,3 10,5 15,4 26,1 42,0 18,9 8,1

Var % del fatturato delle 136 società 5,1 9,5 8,2 6,1 -0,1 4,8 -

10

Graf. 4 – Classi di variazione del fatturato estero (2010-2016F)

44,353,6

44,3 42,2

17,0

32,724,3

43,8

38,3

37,5 41,1

58,2

52,1 70,2

11,9 8,118,2 16,7

24,815,2

5,5

2010 2011 2012 2013 2014 2015P 2016F

>= +10% < 10% < 0

Tab. 3 – Classi di variazione del fatturato estero (2010-2016F)

Classi di variazione 2010 2011 2012 2013 2014 2015P 2016F

% di imprese (valori ponderati per il fatturato)

uguale o maggiore di 10% 44,3 53,6 44,3 42,2 17,0 32,7 24,3

da 5 a 9,99% 33,3 26,8 19,8 12,5 19,1 33,9 29,7

da 0 a 4,99% 10,5 11,5 17,7 28,6 39,1 18,2 40,5

Totale > 0 88,1 91,9 81,8 83,3 75,2 84,8 94,5

da -0,01 a -4,99% 2,5 5,0 11,2 9,3 11,0 4,9 1,4

da -5 a -9,99% 2,8 2,7 0,8 4,2 5,7 6,7 1,4

uguale o minore di -10% 6,6 0,4 6,2 3,2 8,1 3,6 2,7

Totale < 0 11,9 8,1 18,2 16,7 24,8 15,2 5,5

Var % del fatturato estero delle 136 società 9,1 13,9 9,3 9,1 1,3 6,5 -

Le aspettative per il 2016 sono da considerare con cautela, data la precocità della loro formulazione

(mese di marzo). Tuttavia merita segnalare che il 2015 si è chiuso con pre-consuntivi in linea con le

aspettative manifestate ad inizio d’anno: gli aumenti di fatturato sono stati pari all’81,1% rispetto all’82,3%

prospettato nel marzo 2015, le riduzioni si sono attestate al 18,9% contro il 17,7% delle attese.

Le proiezioni per il 2016 appaiono leggermente più ottimistiche ove riferite ai soli mercati esteri

(Graf. 4). In particolare, la possibilità di realizzare aumenti delle vendite “a due cifre” nel 2016 è presa in

considerazione dal 24,3% degli intervistati (14,9% per il fatturato complessivo), mentre le attese ribassiste

sono limitate al 5,5% delle aziende (8,1%).

Tab. 4 – Vendite all’estero per aree di destinazione (2014-2015P)

Paesi Resto del Nord Centro e Sud Asia e

UE Mondo America America Australia

Ripartizione % nel 2014P 52,7 9,4 31,9 1,3 4,7

Ripartizione % nel 2015P 51,5 9,1 34,0 1,5 3,9

Variazione % 3,7 3,2 13,3 18,3 -10,0

11

Le aree mondiali di destinazione delle vendite vedono ancora la prevalenza dei mercati di prossimità

(Paesi UE) che hanno assorbito nel 2015 il 51,5% del fatturato estero, con un incremento a valori sul 2014

del 3,7% (quando pesavano il 52,7%). Il Nord America rappresenta la seconda area di riferimento, pari al

34% del totale, in aumento del 13,3% sul 2014 (31,9%). Africa e Medio Oriente sommano il 9,1%, in

progresso del 3,2%, mentre i mercati asiatici e del Far East subiscono decrementi di portata rilevante (-

10%), restando ancora marginali (3,9% del totale) (Tab. 4).

I tre maggiori produttori per fatturato nel 2015 sono stati il gruppo Cantine Riunite-GIV (547 milioni

di euro, +2,7% sul 2014), Caviro (300 milioni, -4,4%) e Antinori (202 milioni, +8,7% sul 2014). Seguono

Zonin, che nel 2015 ha realizzato una crescita del 14,3% portandosi a 183 milioni di euro, la cooperativa

Mezzacorona a 175 milioni di euro (+2,1%) e la divisione vini del Gruppo Campari (171 milioni, in calo del

18,2% sul 2014 per la crisi russa).

Sette società hanno realizzato un aumento dei ricavi superiore al 10%: La Marca (+25,1%), Ruffino

(+17%), La Gioiosa (+16,7%), Zonin (+14,3%), Botter (+12,5%), Frescobaldi (+10,7%) e la cooperativa

Collis (+10,2%). Altre variazioni degne di nota hanno interessato Antinori (+8,7%) e il Gruppo Santa

Margherita (+7,3% a 118 milioni). Alcune società hanno una quota di fatturato estero quasi totalitaria: Botter

al 94,5%, Ruffino al 93,1%, F.lli Martini con l’88,8% e Masi Agricola (88,4%). Solo sei gruppi hanno una

quota di export inferiore al 50% delle vendite. Anche per il 2015 le società toscane sono in testa per

redditività (utile sul fatturato) con Antinori al 18,8% e Frescobaldi al 17,5% seguite dalle venete Santa

Margherita (12,1%), Botter (10,9%) e Masi (10,2%), che eguaglia l’altra toscana Ruffino (Tab. 5).

12

Tab. 5 – Le prime 25 società vinicole in Italia per fatturato (2014-2015P)

Fatturato totale Fatturato estero Numero di

Sede 2014 2015 Variazione Rank 2015 in % del Variazione Risultato netto/ Risultato netto/ bottiglie prodotte Proprietà

2015/2014 2014 2015 fatturato 2015 2015/2014 Fatturato 2014 Fatturato 2015 nel 2015

milioni di euro % milioni di euro % % %

CANTINE RIUNITE & CIV (°) Campegine (Re) 533 547 2,7 1 1 361 66,0 5,0 1,1 1,9 201.835.000 Cooperativa

di cui: GIV - GRUPPO ITALIANO VINI (°) Bardolino (Vr) 349 358 2,8 275 76,7 6,2 1,0 1,5 79.590.000

di cui: CANTINE RIUNITE & CIV (*) Campegine (Re) 202 201 -0,4 87 43,2 4,4 0,7 2,7 122.245.000

CAVIRO (°) Faenza (Ra) 314 300 -4,4 2 2 87 29,0 -5,5 2,0 2,2 47.069.562 (^) Cooperativa

Gruppo CAMPARI (divisione vini) (§) Milano 209 171 -18,2 3 6 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Familiare

PALAZZO ANTINORI (°) Firenze 185 202 8,7 4 3 133 66,0 5,2 18,3 18,8 25.000.000 Familiare

MEZZACORONA (°) (*) Mezzocorona (Tn) 171 175 2,1 5 5 104 59,8 6,0 0,7 0,9 49.000.000 Cooperativa

CAVIT CANTINA VITICOLTORI (°) (*) Ravina (Tn) 164 167 1,9 6 7 133 80,0 2,6 3,9 3,3 n.d. Cooperativa

CASA VINICOLA ZONIN (°) Gambellara (Vi) 160 183 14,3 7 4 154 83,8 19,6 2,6 1,4 49.000.000 Familiare

FRATELLI MARTINI SECONDO LUIGI Cossano Belbo (Cn) 160 162 1,2 8 8 144 88,8 0,5 2,9 2,4 71.500.000 Familiare

IWB - ITALIAN WINE BRANDS (°) (-) Milano 140 145 4,0 9 10 101 70,0 10,0 3,7 3,8 40.000.000 Misto

CASA VINICOLA BOTTER CARLO & C. Fossalta di Piave (Ve) 137 154 12,5 10 9 145 94,5 9,8 8,6 10,9 70.340.000 Familiare

ENOITALIA Calmasino di Bardolino (Vr) 126 135 6,8 11 11 106 79,1 13,4 2,6 n.d. 88.935.000 Familiare

Gruppo SANTA MARGHERITA (°) Fossalta di Portogruaro (Ve) 110 118 7,3 12 12 73 61,9 6,6 15,1 12,1 19.133.541 Familiare

GRUPPO CEVICO (°) (*) Lugo (Ra) 107 113 4,9 13 13 31 27,8 49,7 1,7 0,6 70.581.756 Cooperativa

CANTINA SOCIALE COOPERATIVA DI SOAVE (°) (*) Soave (Vr) 102 106 3,3 14 14 45 42,7 -2,0 1,4 1,5 35.000.000 Cooperativa

SCHENK ITALIA (°) Ora (Bz) 100 104 3,6 15 15 76 72,7 10,9 n.d. n.d. 55.200.000 Estero

COLLIS VENETO WINE GROUP (°) (*) Monteforte D'Alpone (Vr) 94 104 10,2 16 16 23 22,0 227,5 1,4 1,6 n.d. Cooperativa

LA VIS (°) (*) Lavis (Tn) 89 83 -6,3 17 20 63 75,0 -7,8 0,1 -3,0 n.d. Cooperativa

COMPAGNIA DE' FRESCOBALDI (°) Firenze 86 95 10,7 18 17 61 64,3 12,0 17,0 17,5 10.762.798 Familiare

MONDODELVINO GROUP (°) Forlì 85 91 7,1 19 19 77 85,0 5,5 2,0 n.d. 48.825.684 Misto

CONTRI SPUMANTI Cazzano Di Tramigna (Vr) 82 79 -3,7 20 21 34 42,6 10,0 4,5 4,0 71.500.000 Misto

RUFFINO (°) (*) Pontassieve (Fi) 81 94 17,0 21 18 88 93,1 14,2 6,9 10,2 22.680.103 Estero

CANTINE BRUSA (*) (+) Dozza (Bo) 70 56 -20,0 22 26 15 25,9 -41,9 0,6 n.d. n.d. Familiare

Gruppo BANFI (°) Montalcino (Si) 63 66 5,2 23 24 42 62,8 3,1 1,7 3,0 15.013.000 Estero

LA GIOIOSA Crocetta Del Montello (Tv) 62 73 16,7 24 23 37 51,6 14,4 1,8 3,2 28.755.000 Familiare

LA MARCA VINI E SPUMANTI Oderzo (Tv) 60 76 25,1 25 22 57 76,1 36,5 - - 26.800.000 Cooperativa

MASI AGRICOLA (°) (') S. Ambrogio Di Valpolicella (Vr) 60 61 1,9 26 25 54 88,4 0,5 12,8 10,2 n.d. Familiare

(°) Dati consolidati.

(*) Esercizio chiuso al 31 luglio per Cantine Riunite & Civ, Gruppo Cevico, Collis Veneto Wine Group e Cantine Brusa, al 31 maggio per Cavit, al 31 agosto per Mezzacorona, al 30 giugno per Cantina Sociale

Cooperativa di Soave e La Vis, al 28 febbraio per Ruffino.

(^) Esclusi brik , bag in box e fusti.

(§) Divisione vini i cui dati sono inclusi solo parzialmente nell'aggregato. Il Gruppo produce e commercializza in Italia e all'estero i prodotti a marchio «Riccadonna», «Cinzano» (vermouth e spumanti) e gli

spumanti a marchio «Mondoro». Il Gruppo produce e commercializza inoltre i prodotti a marchio «Sella & Mosca», «Enrico Serafino», «Teruzzi & Puthod» e «Liebfraumilch».

Fonte: bilanci e questionari.

(+) In data 15 marzo 2016 è stata ammessa alla proceduta di concordato preventivo in continuità presso il Tribunale di Bologna.

(-) Costituita in data 27/11/2014 e quotata in Borsa (AIM) dal 29/01/2015, con flottante pari al 60% circa. Il Gruppo comprende le società Giordano Vini e Provinco Italia.

(') Quotata in Borsa (AIM) dal 30/06/2015.

13

I.3 – Profili economico-patrimoniali dei maggiori produttori

La Tab. 6 riporta la selezione di undici indicatori economico-patrimoniali relativi ai maggiori

produttori organizzati in forma societaria autonoma (con esclusione quindi della divisione vinicola della

Campari). Per ogni indicatore un’apposita colorazione consente di individuare le tre aziende con il migliore

posizionamento (verde) e le tre con i valori deteriori (rosso). Entrando più nel dettaglio, si possono formulare

le seguenti osservazioni:

il maggiore sviluppo delle vendite nel periodo 2010-2014 è appannaggio della cooperativa La Marca

Vini e Spumanti (+94,9%), seguita dalla Botter (+71,3%) e dall’altra cooperativa veneta Collis

Veneto Wine Group (+62,9%); solo un’impresa ha subìto nel periodo una flessione del giro di affari:

la Giordano Vini (-18,2%);

i margini (Mon/valore aggiunto), la redditività del capitale investito (roi) e quella netta (roe)

collocano la Botter e la Contri Spumanti nelle posizioni di testa; nessuno ha segnato nel 2014 una

redditività netta negativa, quella più bassa è delle tre cooperative La Vis (1,3%), Mezzacorona

(0,3%) e La Marca (zero);

la struttura finanziaria più solida è della Cavit che ha debiti finanziari pari al 19% dei mezzi propri,

seguita dalla Frescobaldi (20,2%) e dal Gruppo Banfi (23,6%); è particolarmente elevato

l’indebitamento della cooperativa La Vis (quasi 14 volte il rapporto), della Giordano Vini (425,3%) e

della Cantine Brusa (320,3%); solo due società presentano un debito finanziario prossimo al

fatturato: si tratta della Antinori (93,4%) e del Gruppo Santa Margherita (88,5%), che scontano

tuttavia un importante impegno in termini di investimenti nei precedenti esercizi;

gli investimenti sono rilevanti per la Frescobaldi (14,5% del fatturato), la Banfi (11,6%) e la Antinori

(8,4%);

la competitività, misurata dal rapporto tra costo del lavoro e valore aggiunto netto, appare molto

elevata per Botter (24,3%), Contri (27,2%) e Masi (30,5%); livelli meno favorevoli sono riferiti alle

cooperative Cevico (89%), La Marca (86,4%) e Soave (85,3%).

È conveniente utilizzare una misurazione di sintesi che dia conto, attraverso una metrica coerente,

dei profili reddituali, patrimoniali e di efficienza esaminati con la batteria degli indicatori sopra illustrati. Si è

optato per un punteggio noto come z-score il quale, riducendo i diversi indicatori ad una misura omogenea

che ne neutralizza la differente scala numerica, consente la loro somma (equiponderata) e la successiva

normalizzazione. Ne è derivato un punteggio che assume valori pari o prossimi ad uno per le aziende più

“virtuose” e tendenti a zero per quelle che manifestano le maggiori tensioni. Le cinque aziende meglio

posizionate sono risultate, in ordine decrescente: Botter, Contri, Fratelli Martini, Masi Agricola e

Frescobaldi; la graduatoria è chiusa, sempre in ordine decrescente, da Giordano Vini, Mezzacorona e La Vis

(Tab. 6).

Si segnala, infine, che nel corso del 2015 la Giordano Vini è stata interessata da una rilevante

riorganizzazione societaria che ne ha comportato l’ingresso, assieme alla Provinco, nel gruppo Iwb, poi

quotatosi. I dati pro-forma a fine 2014 del gruppo Iwb, che recepiscono retroattivamente la suddetta

operazione, manifestano significative discontinuità a livello patrimoniale tra cui, tra l’altro, una riduzione del

rapporto tra debito finanziario e mezzi propri al 76,8%.

14

Tab. 6 – Indicatori economico-patrimoniali e di efficienza dei maggiori produttori (2014)

Proprietà Regione

Variazione

Fatturato

2010-2014

(%)

MON /

Valore

aggiunto (%)

MOL /

Oneri

finanziari

(volte)

ROE (%) ROI (%)

Debiti

finanziari /

Mezzi

propri (%)

Debiti

finanziari /

Disponibilità

(volte)

Debiti

finanziari /

MOL

(volte)

Debiti

finanziari /

Fatturato

(%)

Investimenti

/ Fatturato

(%)

Costo del

lavoro per

unità di

prodotto

(%)

Z-score

normalizzato

(^)

CASA VINICOLA BOTTER CARLO & C. Familiare Veneto 71,3 70,7 57,5 38,3 28,6 43,6 1,8 1,0 13,6 2,1 24,3 1,0

CONTRI SPUMANTI Misto Veneto 46,8 66,4 19,3 43,5 32,9 50,3 2,2 0,9 7,5 2,1 27,2 0,9

FRATELLI MARTINI SECONDO LUIGI Familiare Piemonte 14,8 54,2 17,2 22,7 18,7 129,1 2,1 2,5 20,1 2,1 36,8 0,7

MASI AGRICOLA (°) (') Familiare Veneto 0,3 63,0 22,5 10,4 14,8 28,3 5,3 1,3 38,3 4,8 30,5 0,7

COMPAGNIA DE' FRESCOBALDI (°) Familiare Toscana 3,2 39,5 22,2 7,8 8,5 20,2 2,2 1,4 41,8 14,5 51,6 0,6

Gruppo SANTA MARGHERITA (#) Familiare Veneto/Lombardia 28,9 58,7 13,3 30,5 14,6 121,4 2,1 3,5 88,5 6,6 32,5 0,6

RUFFINO (°) (*) Estero Toscana 51,0 44,5 4,1 8,8 14,4 34,3 3,4 1,4 29,5 4,2 43,9 0,6

PALAZZO ANTINORI (°) Familiare Toscana 32,3 51,4 10,4 8,8 10,2 41,4 2,1 2,2 93,4 8,4 37,0 0,6

LA GIOIOSA Familiare Veneto 18,6 28,6 20,3 22,3 11,9 150,1 11,8 3,7 14,5 1,5 68,0 0,5

ENOITALIA Familiare Veneto 60,0 43,3 9,9 16,0 14,0 70,9 97,7 2,4 13,4 2,0 51,2 0,5

Gruppo SCHENK ITALIA (#) Estero Veneto 40,4 30,4 9,1 12,3 8,5 123,9 6,9 4,6 21,7 1,0 64,3 0,5

Gruppo BANFI (#) Estero Toscana 21,3 16,1 11,2 1,3 2,7 23,6 3,6 2,8 39,2 11,6 78,4 0,5

CAVIT CANTINA VITICOLTORI (*) Cooperativa Trentino A.A. 16,4 14,5 14,6 9,9 3,4 19,0 0,9 1,8 7,5 1,0 80,4 0,5

CASA VINICOLA ZONIN (°) Familiare Veneto 51,3 25,7 3,2 9,4 7,2 97,0 11,0 5,4 30,2 3,7 71,6 0,5

GRUPPO CEVICO (°) (*) Cooperativa Emilia Romagna 41,4 8,8 13,1 3,8 3,3 32,3 0,7 4,8 14,9 5,6 89,0 0,4

CAVIRO (°) Cooperativa Veneto 17,7 (#) 24,9 8,0 9,1 6,1 190,0 2,9 5,5 44,8 5,3 66,4 0,4

Gruppo COLLIS VENETO WINE GROUP (*) (#) Cooperativa Veneto 62,9 22,2 5,3 3,1 4,9 135,5 18,7 5,2 38,5 2,9 68,2 0,4

CANTINA SOCIALE COOPERATIVA DI SOAVE (°) (*) Cooperativa Veneto 26,0 11,7 11,7 2,7 2,9 33,4 0,8 3,9 17,2 3,3 85,3 0,4

LA MARCA VINI E SPUMANTI Cooperativa Veneto 94,9 10,1 3,8 0,0 2,5 233,7 2,2 9,2 23,6 4,4 86,4 0,4

MGM MONDO DEL VINO Misto Emilia Romagna 50,4 28,1 4,4 7,5 5,5 236,4 24,5 7,6 45,7 0,9 64,9 0,4

CANTINE BRUSA (*) (+) Familiare Emilia Romagna 34,8 47,2 2,3 4,1 6,2 320,3 41,9 8,4 48,0 1,2 39,7 0,4

CANTINE RIUNITE & CIV (°) Cooperativa Emilia-Romagna/Veneto 12,7 (#) 13,2 4,2 5,9 4,2 189,9 5,5 7,6 42,1 3,8 83,9 0,3

GIORDANO VINI (°) (-) Misto Piemonte -18,2 24,3 3,2 13,4 7,1 425,3 13,0 8,5 70,2 1,9 73,4 0,2

MEZZACORONA (°) (*) Cooperativa Trentino A.A. 18,2 16,5 4,3 0,3 2,5 161,4 8,9 9,0 84,2 2,2 76,5 0,2

LA VIS (°) (*) Cooperativa Trentino A.A. 5,9 22,8 1,9 1,3 5,6 1375,3 112,4 8,7 63,6 0,6 71,0 0,0

(^) Chiave di ordinamento.

(°) Dati consolidati.

(#) Nostre stime.

MON = Margine operativo netto; MOL = Margine operativo lordo; ROE = return on equity (Utile netto / capitale netto, escluso il risultato del periodo); ROI = return on investment (MON + proventi finanziari in % del capitale investito).

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

dati 2014

(') Quotata in Borsa (AIM) dal 30/06/2015.

(*) Esercizio chiuso al 31 luglio per Gruppo Cevico, Collis Veneto Wine Group e Cantine Brusa, al 31 maggio per Cavit, al 31 agosto per Mezzacorona, al 30 giugno per Cantina Sociale Cooperativa di Soave e La Vis, al 28 febbraio per

Ruffino.

(-) A fine 2014 (dati pro-forma) il gruppo Iwb, originato dall'aggregazione di Giordano Vini e Provinco nel corrso del 2015, ha un rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto pari al 76,8%.

(+) In data 15 marzo 2016 è stata ammessa alla proceduta di concordato preventivo in continuità presso il Tribunale di Bologna.

15

I.4 - I margini e la struttura finanziaria (2010-2014)

L’aggregato delle 136 società vinicole ha visto il roi passare dal 6% del 2013 al 6,6% del 2014, un

valore decisamente più soddisfacente del 4,9% del 2010. Il roe è cresciuto al 6,1% nel 2014, dopo il 2,9%

del 2013, il 3,8% del biennio 2012-2011 e il 5,3% del 2010. Esso beneficia dell’importante espansione degli

utili netti nel 2014 (+111,6%), agevolata dal venir meno dei rilevanti oneri straordinari netti (66,2 milioni)

registrati nel 2013. Nel complesso, quindi, la redditività operativa appare in ripresa nel quinquennio (Graf.

5). Quella netta segna nel 2014 una brusca ripresa (6,1% il roe), con inversione del trend calante pure

influenzato da proventi straordinari positivi nel 2010 e negativi nel 2013. Depurando i dati delle imprese che

hanno originato le maggiori perdite straordinarie la sequenza del roe appare crescente nel periodo: 4,4%

(2010); 4% (2011 e 2012); 4,8% (2013) e 6,3% (2014). Permane ridotta la percentuale di società in perdita

(11%).

Graf. 5 – I margini dell’aggregato vinicolo (2010-2014)

4,9

5,45,0

6,06,6

5,3

3,8 3,8

2,9

6,1

2010 2011 2012 2013 2014

ROI ROE

La struttura finanziaria è complessivamente solida con debiti finanziari che nel 2014 rappresentano il

73,5% dei mezzi propri (minimo del quinquennio). Qui il rafforzamento patrimoniale si è dispiegato in modo

continuativo tra 2010 (77,7% il rapporto) e 2013 (75,3%), interrompendosi solo nel 2012.

Positiva anche la dinamica degli organici, in crescita del 4,1% sul 2010 ma quasi invariati nel 2014

(+1% sul 2013). Nel periodo la produttività del lavoro (valore aggiunto netto per addetto) è cresciuta del

21,9%, più del costo del lavoro unitario (+10,2%); anche nel 2014 la prima è cresciuta del 7,1%, il secondo

del 2,7%.

Gli investimenti segnano una nuova contrazione del 5,2% nel 2014, dopo il +3,3% del 2013

(calcolato escludendo l’effetto dell’anomalo progresso nel 2012, +44,2%, dovuto all’importante impegno di

un primario operatore che ha realizzato un nuovo sito produttivo), tornando ai livelli del 2011.

I.5 – L’assetto proprietario

Al controllo familiare è riconducibile il 54,1% del patrimonio netto complessivo dell’aggregato. Tale

quota si ripartisce tra controllo esercitato in modo diretto da persone fisiche (34%) e tramite persone

giuridiche (20,1%). Ove si assimilino alla forma familiare le cooperative, le quali raccolgono circa 32.700

soci, si aggiunge un’ulteriore quota del 22,7% che porta il totale del patrimonio netto familiare al 76,8%. Il

restante 23,2% dei mezzi propri è riferibile per il 14,2% a investitori finanziari (e altre tipologie residuali) e

per il 9% a società straniere. In termini assoluti, alle famiglie in senso stretto sono riconducibili mezzi propri

per 1,94 miliardi di euro (1,22 miliardi in capo a persone fisiche e 0,72 miliardi a persone giuridiche), alle

coop per circa 0,81 miliardi di euro. I soci esteri detengono un portafoglio con valore di libro pari a 0,3

miliardi di euro. I principali soci finanziari sono così assortiti: banche ed assicurazioni con 352 milioni di

16

euro, fondi con 29 milioni, fondazioni e trust con 61 milioni, fiduciarie con 11 milioni e i restanti 57 milioni

rappresentano il flottante di Borsa delle due società quotate.

La suddivisione in quattro classi dimensionali in base al capitale investito evidenzia quanto segue

(Tabb. 7 e 8):

la quota di mezzi propri controllata da persone fisiche (comprese le coop) decresce con l’aumentare

della dimensione dell’impresa e varia dal 73,1% della classe a maggiore capitale investito (oltre 50

milioni di euro) al 94,6% di quella di minore dimensione (meno di 15 milioni);

nella classe dimensionale maggiore le famiglie hanno quote societarie il cui valore contabile (netto

patrimoniale dei bilanci 2014) è di quasi 1,4 miliardi di euro, indicativamente 14,8 milioni di euro a

socio; il portafoglio familiare è pari a 305 milioni nella seconda classe (con un valore indicativo per

socio attorno ai 4 milioni di euro) e a 160 e 111 milioni rispettivamente nella terza e nella quarta

classe (valori per socio rispettivamente 2,7 e 0,4 milioni);

i soci finanziari sono concentrati nelle due classi dimensionali maggiori; nella prima essi controllano

il 15,2% dei mezzi propri (per un valore di circa 392 milioni), il 7,4% nella seconda (45 milioni),

dopodichè sono quasi assenti; banche ed assicurazioni detengono i portafogli di maggiore

consistenza (352 milioni), seguite da fondazioni e Trust (61 milioni);

il portafoglio estero assume un valore importante nella prima classe (245 milioni) e nella seconda (71

milioni), ove si trovano rilevanti concentrazioni di possesso non italiano (il 9,5% dei mezzi propri

nella prima e l’11,8% nella seconda).

Tab. 7 – Assetti proprietari e patrimonio netto in capo agli shareholders (valori %, 2014)

Classi di capitale (*) Controllo familiare Totale Società Fiduciaria Banche Fondi Fondazioni Mercato Totale

Società Persona Totale Coop persone estera e e

N. imprese di cui: N. soci di cui: fisica fisiche Assicurazioni Trust

Coop Coop in % del patrimonio netto aggregato

I 42 12 11.717 11.622 20,6 32,4 53,0 20,1 73,1 9,5 0,1 12,3 0,5 2,3 2,2 100,0

II 37 12 9.817 9.734 17,4 33,1 50,5 30,3 80,8 11,8 - 5,7 1,7 - - 100,0

III 30 11 8.474 8.415 31,0 32,7 63,7 30,3 94,0 - 3,0 - 3,0 - - 100,0

IV 27 7 3.235 2.915 5,9 64,1 70,0 24,6 94,6 4,6 0,8 - - - - 100,0

136 42 33.243 32.686 20,1 34,0 54,1 22,7 76,8 9,0 0,3 9,8 0,8 1,7 1,6 100,0

Patrimonio netto in milioni di euro 723 1.220 1.943 815 2.758 323 11 352 29 61 57 3.591

(*) Classi di capitale investito: I uguale o maggiore di 50 milioni, II da 25 a 49,9 milioni, III da 15 a 24,9 milioni, IV meno di 15 milioni.

Tab. 8 – Assetti proprietari e patrimonio netto in capo agli shareholders (valori assoluti, 2014)

Classi di capitale (*) Controllo familiare Totale Società Fiduciaria Banche Fondi Fondazioni Mercato Totale

Società Persona Totale Coop persone estera e e

N. imprese di cui: N. soci di cui: fisica fisiche Assicurazioni Trust

Coop Coop patrimonio netto aggregato in milioni di euro

I 42 12 11.717 11.622 530 837 1.367 518 1.885 245 2 317 12 61 57 2.579

II 37 12 9.817 9.734 105 200 305 183 488 71 - 35 10 - - 604

III 30 11 8.474 8.415 78 82 160 75 235 - 8 - 7 - - 250

IV 27 7 3.235 2.915 10 101 111 39 150 7 1 - - - - 158

136 42 33.243 32.686 723 1.220 1.943 815 2.758 323 11 352 29 61 57 3.591

(*) Classi di capitale investito: I uguale o maggiore di 50 milioni, II da 25 a 49,9 milioni, III da 15 a 24,9 milioni, IV meno di 15 milioni.

Il rapporto con i mercati finanziari è tradizionalmente trascurabile in Italia ma recentemente due

società si sono quotate (Masi Agricola, all’Aim dal 30 giugno 2015, e IWB, all’Aim dal 29 gennaio 2015).

Altre 4 società sono interessate alla Borsa, ma in modo indiretto, attraverso la quotazione della controllante,

che in un solo caso assume lo status di socio industriale (Davide Campari) e nei restanti quello di investitore

finanziario (si tratta dei gruppi assicurativi Allianz, Generali e UnipolSai).

17

I.6 – Analisi per tipologia societaria

Il dettaglio per forma societaria evidenzia talune differenze quanto a redditività e struttura finanziaria

tra cooperative e altre società italiane (Tab. 9). Si tratta della conseguenza del fatto che le cooperative

mancano di buona parte delle fasi produttive a monte della filiera in quanto i soci conferiscono uve e vino

per la lavorazione e la vendita (ne è sintomo il fatto che nelle S.p.A. e s.r.l. il capitale investito per addetto è

del 19,4% superiore a quello delle cooperative). Poiché i mezzi propri si legano principalmente agli

immobilizzi (terreni e cespiti produttivi), tipici delle fasi a monte della filiera vinicola, da un punto di vista

patrimoniale le cooperative figurano meno patrimonializzate, con debiti finanziari pari al 127,2% dei mezzi

propri contro il 56,9% delle altre società. Il maggiore ricorso al debito finanziario dipende anche da altri

fattori: la possibilità di accedere a forme di finanziamento relativamente meno onerose, specifiche della

forma giuridica, quali i prestiti sociali (il costo del debito delle cooperative è pari al 2,9% contro il 3,5%

delle non cooperative) e il fatto che il capitale delle cooperative varia principalmente per effetto delle nuove

adesioni e dei recessi, ma raramente per aumenti di capitale più difficilmente realizzabili in presenza di una

base proprietaria polverizzata dai limiti statutari. Quanto alla redditività, essa risente del fatto che nelle

cooperative la remunerazione dei soci avviene implicitamente attraverso i prezzi a cui essi conferiscono uve

e prodotti. Vi si aggiunga che le cooperative operano su segmenti produttivi a basso invecchiamento ed

orientati per lo più al mass market (capitale circolante su fatturato: 22,8% contro 33,8%, ma si vedano anche

i dati sulle etichette di Tab. 17), ove i margini risentono della prevalenza della Gdo tra i canali distributivi

(Tab. 18). Infine, le cooperative scontano una minore presenza all’estero ove hanno collocato nel 2014 il

42,6% del fatturato contro il 55% delle S.p.A. e s.r.l.. Sotto questo profilo il 2014 ha segnato per le

cooperative un anno di stallo dopo il recupero segnato nel 2013 (Graf. 6): ne è conseguita una conferma del

fatturato all’esportazione delle cooperative dal 42,1% delle vendite nel 2013 al 42,6% del 2014.

Graf. 6 – Numeri indice delle esportazioni (2010-2014, 2010=100)

114,8

129,2

140,6 142,5

100,0 111,8116,7

129,1 129,1

2010 2011 2012 2013 2014

S.p.A. e s.r.l. Cooperative

Tab. 9 – Redditività e struttura finanziaria per tipologia societaria (2014)

Tutte le società

S.p.A. e s.r.l. Cooperative

MON in % del valore aggiunto (a) 41,8 15,5 32,4

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (b) 1,5 2,1 1,8

Valore aggiunto in % del capitale investito (c) 19,6 18,2 19,3

ROI % [d=(a+b)•(c/100)] 8,5 3,2 6,6

ROE % 7,9 3,3 6,1

Debiti finanziari in % del capitale investito 36,3 56,0 42,4

% di fatturato all’export 55,0 42,6 50,6

Società a controllo italiano

MON = Margine operativo netto; ROI = return on investment (MON + proventi finanziari in % del capitale investito); ROE = return on equity

(Utile netto / capitale netto, escluso il risultato del periodo).

18

Il roi delle cooperative è poco più di un terzo di quello delle non cooperative (3,2% contro 8,5%), il

roe è meno della metà (3,3% contro 7,9%). È soprattutto la capacità di estrarre margini dal valore aggiunto

realizzato che marca una distanza strutturale tra i due modelli di produzione, con un rapporto tra Mon e

valore aggiunto che nelle cooperative si ferma al 15,5% contro il 41,8% delle altre società (Tab. 9).

Nelle Tabb. a5 e seguenti dell’Allegato è presentata una segmentazione dei dati aggregati, separando

le 87 S.p.A. e s.r.l. a controllo domestico dalle 42 cooperative per il quinquennio 2010-2014.

Graf. 7 – ROI (in %, 2010-2014)

6,9 7,06,3

7,68,5

1,93,0 2,8

3,3 3,2

2010 2011 2012 2013 2014

S.p.A. e s.r.l. Cooperative

Quanto ai dati più recenti, le S.p.A. e s.r.l. prospettano un aumento delle vendite nel 2014 pari al

5,8% (+7,5% all’export); meglio delle cooperative che indicano un giro d’affari comunque in progressione

(+3,7% rispetto al 2014; +5,1% la quota estera).

Circa gli sbocchi commerciali, le cooperative mostrano una minore dipendenza dai mercati di

prossimità (UE), ove realizzano il 44,1% delle vendite estere contro il 56,4% delle non cooperative. Tale

area ha seguìto nel 2015 dinamiche differenti: le S.p.A. e s.r.l. vi hanno realizzato una crescita del 5,6% a

fronte del lieve ritocco delle cooperative (+0,2%). Il Nord America per le S.p.A. e s.r.l. vale poco più della

metà dell’area europea (28,9%) e fa registrare una progressione (+12,5%) che appare più accelerata per le

cooperative (+14%) per le quali la quota di quell’area è assai più cospicua, pari al 41,5%. Importante la

presenza nelle restanti aree geografiche, in particolare nell’Europa non UE, in Africa e in Medio Oriente,

mentre resta marginale quella in Centro e Sud America (Tab. 10). Sempre per il 2015 sia le S.p.A. e s.r.l. che

le cooperative indicano una ripresa occupazionale (+2,4%) ed un marcato incremento degli investimenti

(+17,5% le prime e +18,3% le seconde).

Tab. 10 – Vendite all’estero per aree di destinazione (2014-2015P)

Paesi Resto del Nord Centro e Sud Asia e

UE Mondo America America Australia

S.p.A. e s.r.l.

Ripartizione % nel 2014P 56,6 10,5 27,2 0,9 4,8

Ripartizione % nel 2015P 56,4 9,6 28,9 0,9 4,3

Variazione % 5,6 -3,6 12,5 6,6 -5,5

Cooperative

Ripartizione % nel 2014P 46,9 7,7 38,8 2,0 4,5

Ripartizione % nel 2015P 44,1 8,5 41,5 2,4 3,5

Variazione % 0,2 17,2 14,0 25,9 -17,2

19

Le aspettative per il 2016 non collimano. Il 95,2% delle S.p.A. e s.r.l. si attende di aumentare, o

almeno di non ridurre, le vendite, contro l’87,5% delle cooperative. La quota degli ottimisti nelle non

cooperative è pari al 16,7% contro il 12,5% nelle cooperative, quasi tripla quella degli ottimisti moderati

(fatturato in crescita tra il 5% e il 10%), mentre nelle cooperative prevale l’incidenza di quanti si attendono

uno sviluppo moderato, sotto il 5% (59,4% degli intervistati). Tendenze analoghe si riscontrano con

riferimento alle aspettative sulle vendite all’estero (Tab. 11).

Tab. 11 - Classi di variazione del fatturato complessivo (2016F)

uguale o da +9,99% da +4,99% da -0,01% da -5% uguale o

maggiore di +10% a +5% a 0 a -4,99% a -9,99% minore di -10%

S.p.A. e s.r.l.

Fatturato totale 16,7 42,8 35,7 2,4 2,4 -

Fatturato export 28,6 33,3 35,7 - - 2,4

Cooperative

Fatturato totale 12,5 15,6 59,4 6,3 3,1 3,1

Fatturato export 18,8 25,0 46,9 3,1 3,1 3,1

I.7 - Analisi per tipologia di prodotto

Anche il confronto tra l’aggregato dei 32 produttori di spumanti (5) e quello degli altri 104 produttori

evidenzia taluni profili distintivi (Tab. 12). Nel quinquennio il rendimento del capitale investito (roi) dei

produttori di spumanti è stato sistematicamente uguale o inferiore, ma nel 2014 segna un vantaggio di 1,8

punti (8,1% contro 6,3%). Anche la redditività netta (roe) degli spumanti ha seguìto un sentiero peggiore e

solo nel 2013 essa è salita al di sopra di quella degli altri vini (3,7% contro 2,7%). I produttori di spumanti

fanno minor ricorso al debito finanziario, segnando un rapporto debt/equity inferiore di oltre 21 punti rispetto

agli altri vini (55,6% contro 76,7%). D’altra parte, essi mostrano una minore proiezione internazionale, con

una quota di export pari al 41,5% contro il 52,6%, ma la penetrazione dei mercati extradomestici ne ha

rappresentato nel quinquennio un tratto distintivo: le vendite all’estero degli sparkling wines italiani sono

passate dal 32,9% del 2010 al 41,5% del 2014 con una crescita pari al 62,9% in termini assoluti e al 25,9% in

termini relativi. Si tratta di una dinamica che non trova riscontro nei produttori di vini non spumanti che

hanno segnato progressi rispettivamente del 34% e del 7,4%. Vi è poi da richiamare che il valore aggiunto

netto per addetto dei produttori di spumanti è stato nel 2014 pari a oltre 92mila euro, il 19,7% al disopra di

quello degli altri produttori (77mila euro), a fronte di un costo del lavoro (52mila euro) superiore del 12,5%.

Conseguentemente il costo del lavoro per unità di prodotto (Clup) non è molto dissimile: 56,5% per gli

spumanti, 60,1% per le altre società.

Nelle Tabb. a17 e seguenti dell’Allegato è presentata una segmentazione dei dati aggregati,

separando le 32 società produttrici di spumanti dalle 104 società a differente produzione.

Il 2014 è stato relativamente più favorevole ai vini spumanti, i cui produttori hanno dichiarato una

crescita delle vendite pari al 10% grazie all’apporto dell’export (+15,2%); meno entusiasmanti i risultati

anticipati dai produttori di altri vini, che hanno raggiunto una crescita delle vendite del 3,7%, anch’essi con

export in aumento (+5,1%). I dati sulle vendite del 2015 sono coerenti con investimenti ed occupazione in

crescita per i vini spumanti (rispettivamente +37,2% e +3,2%), con tendenza meno positiva per gli altri

(+13,2%, +2,3%). La minore proiezione internazionale dei produttori di spumanti si abbina ad una maggiore

concentrazione sui mercati di prossimità (la UE pesa nel 2015 il 62,1%) che hanno però offerto tassi di

(5) Gli spumanti italiani comprendono una discreta varietà di etichette e provenienze (Asti, Prosecco,“Trentodoc”, Franciacorta, ecc.)

che differiscono anche sotto il profilo della lavorazione (metodo Charmat per Prosecco ed Asti, metodo classico per “Trentodoc” e

Franciacorta). Lo champagne si qualifica invece come prodotto dalle caratteristiche omogenee quanto a provenienza (le aree coltivate

a vigneto titolate all’appellativo champagne sono estese per oltre 34mila ettari, pari solamente al 3,6% di tutti i vigneti francesi) e

metodo produttivo (classico o champenoise).

20

crescita più elevati (+12,9%) di quelli realizzati dai produttori di altri vini (il mercato UE vale per loro il

49,6% del totale, con un tasso di crescita nel 2015 dell’1,9%). Anche il 2016 si preannuncia più

soddisfacente per gli spumanti: solo il 5% si attende un regresso delle vendite, contro il 9% degli altri

produttori.

Tab. 12 – Redditività e struttura finanziaria per tipologia di prodotto (2014)

di cui: di cui:

Società

vinicole

produttori di

spumanti

produttori di vini

non spumanti

MON in % del valore aggiunto (a) 32,4 35,1 31,9

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (b) 1,8 1,3 1,9

Valore aggiunto in % del capitale investito (c) 19,3 22,4 18,8

ROI % [d=(a+b)•(c/100)] 6,6 8,1 6,3

ROE % 6,1 5,5 6,2

Debiti finanziari in % del capitale investito 42,4 35,8 43,4

% di fatturato all’export 50,6 41,5 52,6

MON = Margine operativo netto; ROI = return on investment (MON + proventi finanziari in % del capitale investito); ROE = return on equity

(Utile netto / capitale netto, escluso il risultato del periodo).

Graf. 8 – Numeri indice delle esportazioni (2010-2014, 2010=100)

100,0

123,5134,0

151,9162,9

112,4123,1

133,5 134,0

2010 2011 2012 2013 2014

Vini spumanti Vini non spumanti

Graf. 9 – ROI (in %, 2010-2014)

5,3

5,44,6

5,8

8,1

4,8

5,4 5,16,0

6,3

2010 2011 2012 2013 2014

Vini spumanti Vini non spumanti

21

Tab. 13 – Vendite all’estero per aree di destinazione (2014-2015P)

Paesi Resto del Nord Centro e Sud Asia e

UE Mondo America America Australia

Spumanti

Ripartizione % nel 2014P 62,7 9,5 22,0 0,7 5,1

Ripartizione % nel 2015P 62,1 11,1 22,9 0,6 3,2

Variazione % 12,9 33,6 18,7 -2,6 -28,4

Vini (esclusi Spumanti)

Ripartizione % nel 2014P 51,1 9,4 33,5 1,4 4,6

Ripartizione % nel 2015P 49,6 8,8 35,9 1,6 4,1

Variazione % 1,9 -1,9 12,7 20,1 -6,7

Tab. 14 – Classi di variazione del fatturato complessivo (2016F)

uguale o da +9,99% da +4,99% da -0,01% da -5% uguale o

maggiore di +10% a +5% a 0 a -4,99% a -9,99% minore di -10%

Spumanti

Fatturato totale 15,0 30,0 50,0 - 5,0 -

Fatturato export 35,0 15,0 45,0 - - 5,0

Vini (esclusi Spumanti)

Fatturato totale 14,8 31,5 44,4 5,5 1,9 1,9

Fatturato export 20,4 35,2 38,9 1,9 1,8 1,8

I.8 – Il settore vinicolo a raffronto con quello delle bevande e l’alimentare

Nel 2014 la performance delle società vinicole è stata meno soddisfacente di quella delle società

appartenenti al settore delle bevande e all’alimentare nel suo insieme (Tab. 15).

Tab. 15 – Redditività e struttura finanziaria (2014)

Società

vinicole

Principali

società del

settore

bevande

Principali società

del settore

alimentare

Principali

società

manifatturiere

Principali

società del

IV

capitalismo

MON in % del valore aggiunto (a) 32,4 38,3 31,5 19,9 24,1

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (b) 1,8 6,3 6,5 9,8 9,6

Valore aggiunto in % del capitale investito (c) 19,3 20,0 22,5 24,4 23,0

ROI % [d=(a+b)•(c/100)] 6,6 9,0 8,6 7,4 8,2

ROE % 6,1 9,7 7,5 5,2 7,1

Debiti finanziari in % del capitale investito 42,4 40,7 35,2 40,3 41,5

% di fatturato all’export 50,6 36,0 22,4 48,4 45,1

MON = Margine operativo netto; ROI = return on investment (MON + proventi finanziari in % del capitale investito); ROE = return on equity

(Utile netto / capitale netto, escluso il risultato del periodo). Gli indici delle principali società sono desunti da una rielaborazione dell’indagine

dell’Ufficio Studi di Mediobanca (Dati cumulativi di 2055 società italiane , edizione 2015).

22

Quanto ai margini industriali, il ritardo appare marcato rispetto alle bevande (Mon al 32,4% del

valore aggiunto contro 38,3%), mentre vi è un lieve vantaggio rispetto all’alimentare (31,5%). Si tratta

comunque di una performance decisamente superiore a quella della manifattura nel suo insieme (19,9% nel

2014). La differenza di margini, unitamente al minore apporto dei proventi finanziari, giustifica lo scarto

relativo al rendimento del capitale (roi) che per il vino si colloca al 6,6% su valori ampiamente inferiori di

quello delle bevande (9%), dell’alimentare (8,6%) e anche della manifattura (7,4%), beneficiata dalla

gestione finanziaria (9,8% del valore aggiunto) e da un migliore turnover del capitale investito (24,4%

l’incidenza del valore aggiunto). È evidente anche il distacco in termini di roe, ove le bevande (9,7%) e

l’alimentare (7,5%) si collocano su valori più elevati rispetto ai produttori di vino (6,1%). Il Graf. 10

conferma la persistenza dal 2010 del migliore profilo di roi e roe del settore delle bevande rispetto a quello

del vino.

Graf. 10 – Redditività di vino e bevande (2010-2014)

4,9 5,4 5,06,0 6,6

9,2

10,7

8,7

9,7 9,0

5,3 3,8

3,82,9

6,1

8,3 8,3

9,0

9,9

9,7

2010 2011 2012 2013 2014

ROE (bevande) ROE (vino) ROI (bevande) ROI (vino)

I.9 – Alcuni approfondimenti su base geografica

Le 136 società di questa indagine hanno una dislocazione sul territorio italiano che porta ad una certa

concentrazione in talune regioni. Con i caveat dovuti all’ubicazione pluriregionale, è possibile elaborare sub-

aggregati sui quali calcolare indicatori economico-patrimoniali significativi (Tab. 16).

Tab. 16 – Redditività e struttura finanziaria regionale (2014)

Debiti Debiti Export Valore Costo del Costo del

Mon / VA Turnover ROI finanziari / ROE finanziari in % del aggiunto lavoro lavoro /

Capitale / Mon fatturato netto pro-capite Valore

investito pro-capite aggiunto

% % % % % (volte) % 000 € 000 € %

Emilia-Romagna 21,4 17,2 4,3 53,9 3,9 14,6 36,5 65,0 46,6 71,6

Friuli V.G. 7,0 7,0 0,6 17,9 0,7 36,3 19,3 67,7 61,0 90,0

Lombardia 30,4 12,7 4,1 27,2 3,2 7,0 13,8 77,2 46,4 60,2

Piemonte 33,5 22,7 7,8 56,1 3,2 7,4 59,9 75,6 45,4 60,1

Sicilia 8,5 15,4 1,6 36,6 -0,4 28,1 21,7 65,6 56,8 86,6

Toscana 41,9 17,0 7,5 29,1 6,2 4,1 65,8 79,0 38,1 48,3

Trentino-A.A. 22,2 17,5 4,1 49,2 5,8 12,7 61,3 73,4 51,1 69,5

Veneto 37,7 25,1 9,9 45,2 11,6 4,8 58,2 100,5 56,5 56,2

Totale 32,4 19,3 6,6 42,4 6,1 6,8 50,6 79,4 47,3 59,6

MON = Margine operativo netto; VA = Valore aggiunto; Turnover = Valore aggiunto / Capitale investito; ROI = return on investment (MON + proventi finanziari

in % del capitale investito); ROE = return on equity (Utile netto / capitale netto, escluso il risultato del periodo).

23

In alcune regioni (6) la performance economica è relativamente più brillante rispetto alla media

nazionale: è il caso della Toscana, le cui aziende segnano margini industriali molto elevati (41,9% il Mon sul

valore aggiunto), tali da consentire una cospicua redditività del capitale (roi al 7,5%, contro il 6,6%

dell’aggregato generale), pur in presenza di un turnover relativamente basso (17%) attribuibile alla natura

fortemente integrata lungo tutta la filiera (raccolta/vinificazione/invecchiamento). Nonostante quest’ultimo

aspetto, la patrimonializzazione è adeguata e i debiti finanziari rappresentano il 29,1% del capitale investito

(contro il 42,4% dell’aggregato). Le aziende toscane segnano anche una forte proiezione internazionale, con

export al 65,8% sopra il dato medio del 50,6%. Anche il rapporto tra costo del lavoro e valore aggiunto netto

(Clup) è particolarmente favorevole (48,3%). Il migliore roi regionale è tuttavia quello delle imprese venete

(9,9%), favorite dall’elevato tasso di rotazione del capitale investito (25,1%). Veneto e Toscana coprono

posizioni di vertice in termini di roe, pari rispettivamente all’11,6% e al 6,2%. Ha chiuso quasi in pareggio il

Friuli, la regione con il costo del lavoro per addetto più elevato, e in lieve perdita la Sicilia. Sono

relativamente meno soddisfacenti le performance dell’Emilia-Romagna, ove prevale il modello cooperativo

che porta, come già visto, ad una maggiore incidenza del debito finanziario (56% le coop, 36,3% le non

coop) e a margini industriali più modesti (Mon su valore aggiunto al 15,5% per le coop, 41,8% le non coop).

Non particolarmente brillante, infine, il profilo della Lombardia con redditività modesta (roi al 4,1%, roe al

3,2%) e bassa propensione all’export (13,8%).

I.10 – Alcuni approfondimenti su offerta e struttura commerciale

Si è provveduto ad approfondire alcuni aspetti della gestione attraverso interviste alle società

aggregate. I risultati sono relativi a risposte ottenute da imprese che rappresentano un fatturato pari al 77%

del totale.

Circa le etichette, i risultati sono esposti nella seguente tabella.

Tab. 17 – Le etichette

2016 1996

in % in %

Totale

Grandi vini (*) 4,7 2,4

Vini Docg 13,6 6,4

Vini Doc 35,0 33,6

Vini Igt 35,2 42,4

Vini comuni 11,5 15,2

Totale etichette 100,0 100,0

S.p.A. e s.r.l.

Grandi vini (*) 7,7 5,2

Vini Docg 12,2 8,8

Vini Doc 31,6 38,2

Vini Igt 35,6 35,1

Vini comuni 12,9 12,7

Totale etichette 100,0 100,0

Cooperative

Grandi vini (*) 2,4 0,4

Vini Docg 13,6 4,8

Vini Doc 37,5 32,0

Vini Igt 36,5 47,7

Vini comuni 10,0 15,1

Totale etichette 100,0 100,0

(*) Prezzi medi al consumo (al pubblico) superiori a 25 euro alla bottiglia.

N.B.: Rilevazione riferita ad imprese che rappresentano il 57% del fatturato complessivo

(dati omogenei nel periodo 2016-1996). (6) La selezione riguarda le regioni con almeno quattro imprese coperte in questa indagine.

24

Tra il 1996 e il 2016 vi è stato un aumento di oltre 3.700 etichette (+126%) ed il loro numero medio

per azienda è pari a circa 124; l’11,5% dello stock di etichette riguarda vini comuni (erano il 15,2% del totale

nel 1996), mentre la ricomposizione più importante ha toccato la fascia alta della produzione (grandi vini,

Docg e Doc) la cui incidenza è passata dal 42,4% del 1996 al 53,3% del 2016. Tali variazioni confermano la

tendenza a privilegiare la crescita qualitativa in presenza di un mercato fortemente influenzato dalla grande

distribuzione. Il fenomeno è particolarmente evidente per le cooperative la cui produzione più qualificata

(grandi vini, Docg e Doc) è salita dal 37,2% del 1996 al 53,5% del 2016 (stabile al 52% per le non

cooperative).

Venendo ai canali di distribuzione (Tab. 18), nel 2015 il 40,4% delle vendite nazionali delle

principali società vinicole è transitato per la grande distribuzione. Si tratta della media tra il 49,9% delle

cooperative e il 34% delle restanti società. Limitatamente ad un campione omogeneo, l’incidenza della

grande distribuzione è cresciuta dal 36% del 2002 al 44% del 2015. Il secondo canale per importanza è il

grossista/intermediario (17%) seguito dall’aggregato Ho.Re.Ca. (Hotel-Restaurant-Catering), anch’esso con

incidenze differenti per cooperative (7%) ed altre società (21%); enoteche e wine bar coprono il 6,9% (con le

cooperative al 2,5%), mentre la vendita diretta incide per poco più dell’11%, quota invariata rispetto all’anno

precedente. Nell’ambito dei grandi vini, la quota più elevata è ascrivibile al canale Ho.Re.Ca. (36,3%), cui

seguono enoteche e wine bar al 20,6%; la vendita diretta sale qui al 16,8% con la grande distribuzione a

quota 4,9%.

Relativamente alle esportazioni, prevalgono le vendite tramite intermediari importatori (otto decimi

del totale), mentre il controllo della rete di proprietà permane limitato all’8,2%.

Tab. 18 – I canali di vendita (2015) Totale vendite di cui: grandi vini (*)

Totale S.p.A. e s.r.l. Cooperative Totale S.p.A. e s.r.l. Cooperative

in % in %

Italia

Vendita diretta 11,6 12,6 11,6 16,8 23,4 7,8

Grande distribuzione 40,4 34,0 49,9 4,9 4,6 2,9

Ho.Re.Ca. 15,5 21,0 7,0 36,3 36,6 42,6

Enoteche e wine bar 6,9 9,5 2,5 21,9 20,6 14,5

Grossista/Intermediario 17,0 14,2 21,7 12,2 10,7 16,7

Altri canali 8,6 8,7 7,3 7,9 4,1 15,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Estero

Rete propria 8,2 5,5 13,0 10,3 4,9 26,2

Intermediario importatore 80,0 81,5 75,0 79,5 87,9 52,9

Altri canali 11,8 13,0 12,0 10,2 7,2 20,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

(*) Prezzi medi al consumo (al pubblico) superiori a 25 euro alla bottiglia.

N.B.: Rilevazione riferita ad imprese che rappresentano il 63% del fatturato complessivo.

25

A l l e g a t o

26

Tab. a1 – Stati patrimoniali aggregati delle 136 società

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Immobilizzi tecnici netti 2.818.156 2.840.924 2.980.494 2.984.886 3.054.334 2,3 8,4

Altri immobilizzi 808.228 878.561 891.287 863.215 871.383 0,9 7,8

Attivi finanziari 370.970 408.198 455.680 553.766 637.185 15,1 71,8

Capitale circolante 1.664.707 1.714.648 1.794.465 1.772.229 1.852.786 4,5 11,3

Fondi del personale ed altri fondi -242.421 -264.689 -259.597 -271.280 -273.740 0,9 12,9

Capitale investito 5.419.640 5.577.642 5.862.329 5.902.816 6.141.948 4,1 13,3

Capitale netto 3.050.324 3.155.233 3.275.800 3.367.039 3.540.593 5,2 16,1

Debiti finanziari 2.369.316 2.422.409 2.586.529 2.535.777 2.601.355 2,6 9,8

Totale 5.419.640 5.577.642 5.862.329 5.902.816 6.141.948 4,1 13,3

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a2 – Conti economici aggregati delle 136 società

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Fatturato netto 4.962.316 5.432.224 5.876.838 6.237.116 6.231.112 -0,1 25,6

Consumi 4.005.616 4.416.942 4.851.547 5.130.609 5.047.361 -1,6 26,0

Valore aggiunto 956.700 1.015.282 1.025.291 1.106.507 1.183.751 7,0 23,7

Costo del lavoro 492.818 511.317 523.574 544.897 565.272 3,7 14,7

Margine operativo lordo 463.882 503.965 501.717 561.610 618.479 10,1 33,3

Ammortamenti ordinari 208.453 219.117 226.193 228.736 234.682 2,6 12,6

Margine operativo netto 255.429 284.848 275.524 332.874 383.797 15,3 50,3

Oneri finanziari 73.882 82.468 97.723 90.943 87.608 -3,7 18,6

Proventi finanziari 9.424 17.467 15.020 17.815 23.779 33,5 152,3

Risultato corrente prima delle imposte 190.971 219.847 192.821 259.746 319.968 23,2 67,5

Altri costi e ricavi 35.729 -18.925 6.861 -66.192 -351 n.c. n.c.

Imposte -73.209 -82.284 -77.752 -96.462 -114.206 18,4 56,0

Risultato netto (incluse quote di terzi) 153.491 118.638 121.930 97.092 205.411 111,6 33,8

Fatturato all'estero 2.288.561 2.605.952 2.848.746 3.108.927 3.150.783 1,3 37,7

in % del fatturato complessivo 46,1 48,0 48,5 49,8 50,6 1,4 9,6

Dipendenti 11.487 11.693 11.779 11.842 11.957 1,0 4,1

Investimenti 286.893 242.510 349.786 256.373 242.917 -5,2 -15,3

Valori pro-capite (000 euro)

Fatturato netto 432,0 464,6 498,9 526,7 521,1 -1,1 20,6

Valore aggiunto netto 65,1 68,1 67,8 74,1 79,4 7,1 21,9

Costo del lavoro 42,9 43,7 44,4 46,0 47,3 2,7 10,2

Capitale investito 471,8 477,0 497,7 498,5 513,7 3,1 8,9

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

27

Tab. a3 – Struttura del conto economico delle 136 società (in % del fatturato)

2010 2011 2012 2013 2014

Valore aggiunto 19,3 18,7 17,4 17,7 19,0

Costo del lavoro 9,9 9,4 8,9 8,7 9,1

Margine operativo lordo 9,3 9,3 8,5 9,0 9,9

Ammortamenti ordinari 4,2 4,0 3,8 3,7 3,8

Margine operativo netto 5,1 5,2 4,7 5,3 6,2

Oneri e proventi finanziari -1,3 -1,2 -1,4 -1,2 -1,0

Risultato corrente 3,8 4,0 3,3 4,2 5,1

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a4 – Indicatori delle 136 società

2010 2011 2012 2013 2014

Margine operativo netto in % del valore aggiunto 26,7 28,1 26,9 30,1 32,4

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (*) 1,1 1,4 1,8 2,0 1,8

Valore aggiunto in % del capitale 17,7 18,2 17,5 18,7 19,3

ROI % 4,9 5,4 5,0 6,0 6,6

Debiti finanziari in % del capitale 43,7 43,4 44,1 43,0 42,4

Costo del debito % (°) 3,1 3,4 3,8 3,6 3,4

Poste straordinarie in % del risultato corrente 18,7 -8,6 3,6 -25,5 -0,1

Aliquota fiscale media in % dell'utile lordo (^) 32,5 34,5 33,8 33,1 32,6

ROE % 5,3 3,8 3,8 2,9 6,1

Variazione % del fatturato 5,1 9,5 8,2 6,1 -0,1

Variazione % dei dipendenti 0,2 1,8 0,7 0,5 1,0

Investimenti in % del fatturato 5,8 4,5 6,0 4,1 3,9

Capitale circolante/Fatturato 33,5 31,6 30,5 28,4 29,7

Debiti finanziari/Patrimonio netto 77,7 76,8 79,0 75,3 73,5

ROI = return on investment = (MON + proventi finanziari) / Capitale investito

ROE = return on equity = Utile netto / Capitale netto

(*) Esclusi i proventi di cambio.

(°) Escluse le perdite di cambio.

(^) Escluse le società in perdita.

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

28

Tab. a5 – Stati patrimoniali aggregati delle 87 società italiane non cooperative

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Immobilizzi tecnici netti 1.613.829 1.629.916 1.770.505 1.756.603 1.795.024 2,2 11,2

Altri immobilizzi 580.026 622.749 659.056 637.519 640.361 0,4 10,4

Attivi finanziari 187.371 216.461 237.934 299.220 346.784 15,9 85,1

Capitale circolante 994.157 1.060.211 1.088.007 1.086.556 1.131.354 4,1 13,8

Fondi del personale ed altri fondi -157.564 -156.695 -160.513 -166.801 -169.063 1,4 7,3

Capitale investito 3.217.819 3.372.642 3.594.989 3.613.097 3.744.460 3,6 16,4

Capitale netto 2.036.929 2.133.534 2.208.467 2.268.675 2.386.179 5,2 17,1

Debiti finanziari 1.180.890 1.239.108 1.386.522 1.344.422 1.358.281 1,0 15,0

Totale 3.217.819 3.372.642 3.594.989 3.613.097 3.744.460 3,6 16,4

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a6 – Conti economici aggregati delle 87 società italiane non cooperative

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Fatturato netto 2.643.559 2.899.434 3.139.938 3.341.324 3.345.907 0,1 26,6

Consumi 2.053.434 2.283.200 2.521.920 2.662.592 2.611.733 -1,9 27,2

Valore aggiunto 590.125 616.234 618.018 678.732 734.174 8,2 24,4

Costo del lavoro 260.047 272.245 279.442 291.366 302.300 3,8 16,2

Margine operativo lordo 330.078 343.989 338.576 387.366 431.874 11,5 30,8

Ammortamenti ordinari 113.579 116.896 122.610 125.049 125.349 0,2 10,4

Margine operativo netto 216.499 227.093 215.966 262.317 306.525 16,9 41,6

Oneri finanziari 41.464 46.493 53.815 49.805 47.446 -4,7 14,4

Proventi finanziari 5.507 9.586 6.334 6.706 13.505 101,4 145,2

Risultato corrente prima delle imposte 180.542 190.186 168.485 219.218 272.584 24,3 51,0

Altri costi e ricavi -2.686 -5.025 -2.143 -52.801 -587 n.c. n.c.

Imposte -60.144 -68.209 -63.294 -77.462 -95.023 22,7 58,0

Risultato netto (incluse quote di terzi) 117.712 116.952 103.048 88.955 176.974 98,9 50,3

Fatturato all'estero 1.290.354 1.481.585 1.667.043 1.814.111 1.839.344 1,4 42,5

in % del fatturato complessivo 48,8 51,1 53,1 54,3 55,0 1,3 12,6

Dipendenti 6.371 6.641 6.614 6.698 6.830 2,0 7,2

Investimenti 143.505 123.305 230.714 115.170 128.373 11,5 -10,5

Valori pro-capite (000 euro)

Fatturato netto 414,9 436,6 474,7 498,9 489,9 -1,8 18,1

Valore aggiunto netto 74,8 75,2 74,9 82,7 89,1 7,8 19,2

Costo del lavoro 40,8 41,0 42,3 43,5 44,3 1,7 8,4

Capitale investito 505,1 507,9 543,5 539,4 548,2 1,6 8,5

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

29

Tab. a7 – Struttura del conto economico delle 87 società italiane non cooperative (in % del fatturato)

2010 2011 2012 2013 2014

Valore aggiunto 22,3 21,3 19,7 20,3 21,9

Costo del lavoro 9,8 9,4 8,9 8,7 9,0

Margine operativo lordo 12,5 11,9 10,8 11,6 12,9

Ammortamenti ordinari 4,3 4,0 3,9 3,7 3,7

Margine operativo netto 8,2 7,8 6,9 7,9 9,2

Oneri e proventi finanziari -1,4 -1,3 -1,5 -1,3 -1,0

Risultato corrente 6,8 6,6 5,4 6,6 8,1

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a8 – Indicatori delle 87 società italiane non cooperative

2010 2011 2012 2013 2014

Margine operativo netto in % del valore aggiunto 36,7 36,9 34,9 38,6 41,8

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (*) 1,0 1,4 1,5 1,7 1,5

Valore aggiunto in % del capitale 18,3 18,3 17,2 18,8 19,6

ROI % 6,9 7,0 6,3 7,6 8,5

Debiti finanziari in % del capitale 36,7 36,7 38,6 37,2 36,3

Costo del debito % (°) 3,5 3,8 3,9 3,7 3,5

Poste straordinarie in % del risultato corrente -1,5 -2,6 -1,3 -24,1 -0,2

Aliquota fiscale media in % dell'utile lordo (^) 32,7 34,8 34,7 33,8 33,5

ROE % 6,1 5,7 4,8 3,9 7,9

Variazione % del fatturato 7,5 9,7 8,3 6,4 0,1

Variazione % dei dipendenti 0,2 4,2 -0,4 1,3 2,0

Investimenti in % del fatturato 5,4 4,3 7,3 3,4 3,8

Capitale circolante/Fatturato 37,6 36,6 34,7 32,5 33,8

Debiti finanziari/Patrimonio netto 58,0 58,1 62,8 59,3 56,9

ROI = return on investment = (MON + proventi finanziari) / Capitale investito

ROE = return on equity = Utile netto / Capitale netto

(*) Esclusi i proventi di cambio.

(°) Escluse le perdite di cambio.

(^) Escluse le società in perdita.

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

30

Tab. a9 – Stati patrimoniali aggregati delle 42 società cooperative

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Immobilizzi tecnici netti 1.056.233 1.061.373 1.064.858 1.081.619 1.107.319 2,4 4,8

Altri immobilizzi 129.874 172.711 160.458 161.066 166.349 3,3 28,1

Attivi finanziari 162.384 167.970 191.767 235.852 267.664 13,5 64,8

Capitale circolante 527.516 520.260 570.515 539.521 571.682 6,0 8,4

Fondi del personale ed altri fondi -68.207 -91.238 -82.483 -85.643 -86.981 1,6 27,5

Capitale investito 1.807.800 1.831.076 1.905.115 1.932.415 2.026.033 4,8 12,1

Capitale netto 777.305 802.401 836.479 844.908 891.748 5,5 14,7

Debiti finanziari 1.030.495 1.028.675 1.068.636 1.087.507 1.134.285 4,3 10,1

Totale 1.807.800 1.831.076 1.905.115 1.932.415 2.026.033 4,8 12,1

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a10 – Conti economici aggregati delle 42 società cooperative

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Fatturato netto 2.016.992 2.201.504 2.378.225 2.541.996 2.509.004 -1,3 24,4

Consumi 1.715.484 1.866.716 2.041.693 2.189.037 2.139.818 -2,2 24,7

Valore aggiunto 301.508 334.788 336.532 352.959 369.186 4,6 22,4

Costo del lavoro 195.729 201.681 205.464 211.749 219.847 3,8 12,3

Margine operativo lordo 105.779 133.107 131.068 141.210 149.339 5,8 41,2

Ammortamenti ordinari 74.998 83.019 85.517 86.816 92.227 6,2 23,0

Margine operativo netto 30.781 50.088 45.551 54.394 57.112 5,0 85,5

Oneri finanziari 25.938 28.941 34.251 34.002 32.990 -3,0 27,2

Proventi finanziari 2.263 6.978 5.739 8.443 9.169 8,6 305,2

Risultato corrente prima delle imposte 7.106 28.125 17.039 28.835 33.291 15,5 368,5

Altri costi e ricavi 38.519 2.067 9.566 -10.962 8.857 n.c. n.c.

Imposte -9.409 -10.411 -10.128 -12.075 -12.820 6,2 36,3

Risultato netto (incluse quote di terzi) 36.216 19.781 16.477 5.798 29.328 405,8 -19,0

Fatturato all'estero 828.784 926.948 967.584 1.070.320 1.069.848 0,0 29,1

in % del fatturato complessivo 41,1 42,1 40,7 42,1 42,6 1,3 3,8

Dipendenti 4.338 4.363 4.420 4.374 4.412 0,9 1,7

Investimenti 134.243 104.923 109.907 125.210 97.592 -22,1 -27,3

Valori pro-capite (000 euro)

Fatturato netto 465,0 504,6 538,1 581,2 568,7 -2,1 22,3

Valore aggiunto netto 52,2 57,7 56,8 60,8 62,8 3,2 20,2

Costo del lavoro 45,1 46,2 46,5 48,4 49,8 2,9 10,4

Capitale investito 416,7 419,7 431,0 441,8 459,2 3,9 10,2

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

31

Tab. a11 – Struttura del conto economico delle 42 società cooperative (in % del fatturato)

2010 2011 2012 2013 2014

Valore aggiunto 14,9 15,2 14,2 13,9 14,7

Costo del lavoro 9,7 9,2 8,6 8,3 8,8

Margine operativo lordo 5,2 6,0 5,5 5,6 6,0

Ammortamenti ordinari 3,7 3,8 3,6 3,4 3,7

Margine operativo netto 1,5 2,3 1,9 2,1 2,3

Oneri e proventi finanziari -1,2 -1,0 -1,2 -1,0 -0,9

Risultato corrente 0,4 1,3 0,7 1,1 1,3

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a12 – Indicatori delle 42 società cooperative

2010 2011 2012 2013 2014

Margine operativo netto in % del valore aggiunto 10,2 15,0 13,5 15,4 15,5

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (*) 1,4 1,5 2,2 2,5 2,1

Valore aggiunto in % del capitale 16,7 18,3 17,7 18,3 18,2

ROI % 1,9 3,0 2,8 3,3 3,2

Debiti finanziari in % del capitale 57,0 56,2 56,1 56,3 56,0

Costo del debito % (°) 2,5 2,8 3,2 3,1 2,9

Poste straordinarie in % del risultato corrente 542,1 7,3 56,1 -38,0 26,6

Aliquota fiscale media in % dell'utile lordo (^) 27,3 28,4 27,4 25,5 23,9

ROE % 5,0 2,5 2,0 0,6 3,3

Variazione % del fatturato 2,2 9,1 8,0 6,9 -1,3

Variazione % dei dipendenti 0,6 0,6 1,3 -1,0 0,9

Investimenti in % del fatturato 6,7 4,8 4,6 4,9 3,9

Capitale circolante/Fatturato 26,2 23,6 24,0 21,2 22,8

Debiti finanziari/Patrimonio netto 132,6 128,2 127,8 128,7 127,2

ROI = return on investment = (MON + proventi finanziari) / Capitale investito

ROE = return on equity = Utile netto / Capitale netto

(*) Esclusi i proventi di cambio.

(°) Escluse le perdite di cambio.

(^) Escluse le società in perdita.

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

32

Tab. a13 – Stati patrimoniali aggregati delle 7 società a controllo estero

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Immobilizzi tecnici netti 148.094 149.635 145.131 146.664 151.991 3,6 2,6

Altri immobilizzi 98.328 83.101 71.773 64.630 64.673 0,1 -34,2

Attivi finanziari 21.215 23.767 25.979 18.694 22.737 21,6 7,2

Capitale circolante 143.034 134.177 135.943 146.152 149.750 2,5 4,7

Fondi del personale ed altri fondi -16.650 -16.756 -16.601 -18.836 -17.696 -6,1 6,3

Capitale investito 394.021 373.924 362.225 357.304 371.455 4,0 -5,7

Capitale netto 236.090 219.298 230.854 253.456 262.666 3,6 11,3

Debiti finanziari 157.931 154.626 131.371 103.848 108.789 4,8 -31,1

Totale 394.021 373.924 362.225 357.304 371.455 4,0 -5,7

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a14 – Conti economici aggregati delle 7 società a controllo estero

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Fatturato netto 301.765 331.286 358.675 353.796 376.201 6,3 24,7

Consumi 236.698 267.026 287.934 278.980 295.810 6,0 25,0

Valore aggiunto 65.067 64.260 70.741 74.816 80.391 7,5 23,6

Costo del lavoro 37.042 37.391 38.668 41.782 43.125 3,2 16,4

Margine operativo lordo 28.025 26.869 32.073 33.034 37.266 12,8 33,0

Ammortamenti ordinari 19.876 19.202 18.066 16.871 17.106 1,4 -13,9

Margine operativo netto 8.149 7.667 14.007 16.163 20.160 24,7 147,4

Oneri finanziari 6.480 7.034 9.657 7.136 7.172 0,5 10,7

Proventi finanziari 1.654 903 2.947 2.666 1.105 -58,6 -33,2

Risultato corrente prima delle imposte 3.323 1.536 7.297 11.693 14.093 20,5 324,1

Altri costi e ricavi -104 -15.967 -562 -2.429 -8.621 n.c. n.c.

Imposte -3.656 -3.664 -4.330 -6.925 -6.363 -8,1 74,0

Risultato netto (incluse quote di terzi) -437 -18.095 2.405 2.339 -891 n.c. n.c.

Fatturato all'estero 169.423 197.419 214.119 224.496 241.591 7,6 42,6

in % del fatturato complessivo 56,1 59,6 59,7 63,5 64,2 1,2 14,4

Dipendenti 778 689 745 770 715 -7,1 -8,1

Investimenti 9.145 14.282 9.165 15.993 16.952 6,0 85,4

Valori pro-capite (000 euro)

Fatturato netto 387,9 480,8 481,4 459,5 526,2 14,5 35,7

Valore aggiunto netto 58,1 65,4 70,7 75,3 88,5 17,6 52,4

Costo del lavoro 47,6 54,3 51,9 54,3 60,3 11,2 26,7

Capitale investito 506,5 542,7 486,2 464,0 519,5 12,0 2,6

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

33

Tab. a15 – Struttura del conto economico delle 7 società a controllo estero (in % del fatturato)

2010 2011 2012 2013 2014

Valore aggiunto 21,6 19,4 19,7 21,1 21,4

Costo del lavoro 12,3 11,3 10,8 11,8 11,5

Margine operativo lordo 9,3 8,1 8,9 9,3 9,9

Ammortamenti ordinari 6,6 5,8 5,0 4,8 4,5

Margine operativo netto 2,7 2,3 3,9 4,6 5,4

Oneri e proventi finanziari -1,6 -1,9 -1,9 -1,3 -1,6

Risultato corrente 1,1 0,5 2,0 3,3 3,7

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a16 – Indicatori delle 7 società a controllo estero

2010 2011 2012 2013 2014

Margine operativo netto in % del valore aggiunto 12,5 11,9 19,8 21,6 25,1

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (*) 1,8 0,9 2,2 1,9 2,7

Valore aggiunto in % del capitale 16,5 17,2 19,5 20,9 21,6

ROI % 2,4 2,2 4,3 4,9 6,0

Debiti finanziari in % del capitale 40,1 41,4 36,3 29,1 29,3

Costo del debito % (°) 4,1 4,5 7,4 6,9 6,6

Poste straordinarie in % del risultato corrente -3,1 -1039,5 -7,7 -20,8 -61,2

Aliquota fiscale media in % dell'utile lordo (^) 37,6 45,2 30,7 35,9 34,4

ROE % -0,2 -7,6 1,1 0,9 -0,3

Variazione % del fatturato 4,9 9,8 8,3 -1,4 6,3

Variazione % dei dipendenti -1,8 -11,4 8,1 3,4 -7,1

Investimenti in % del fatturato 3,0 4,3 2,6 4,5 4,5

Capitale circolante/Fatturato 47,4 40,5 37,9 41,3 39,8

Debiti finanziari/Patrimonio netto 66,9 70,5 56,9 41,0 41,4

ROI = return on investment = (MON + proventi finanziari) / Capitale investito

ROE = return on equity = Utile netto / Capitale netto

(*) Esclusi i proventi di cambio.

(°) Escluse le perdite di cambio.

(^) Escluse le società in perdita.

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

34

Tab. a17 – Stati patrimoniali aggregati delle 32 società produttrici di spumanti

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Immobilizzi tecnici netti 356.477 372.599 381.101 377.990 387.771 2,6 8,8

Altri immobilizzi 102.267 98.410 93.366 93.786 85.768 -8,5 -16,1

Attivi finanziari 53.941 65.847 76.317 106.224 99.359 -6,5 84,2

Capitale circolante 315.532 316.943 340.353 339.577 331.314 -2,4 5,0

Fondi del personale ed altri fondi -52.107 -53.568 -55.212 -56.269 -58.966 4,8 13,2

Capitale investito 776.110 800.231 835.925 861.308 845.246 -1,9 8,9

Capitale netto 492.033 509.531 531.158 543.518 543.058 -0,1 10,4

Debiti finanziari 284.077 290.700 304.767 317.790 302.188 -4,9 6,4

Totale 776.110 800.231 835.925 861.308 845.246 -1,9 8,9

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a18 – Conti economici aggregati delle 32 società produttrici di spumanti

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Fatturato netto 892.689 1.002.596 1.046.125 1.112.855 1.154.723 3,8 29,4

Consumi 743.706 848.897 894.275 947.337 965.764 1,9 29,9

Valore aggiunto 148.983 153.699 151.850 165.518 188.959 14,2 26,8

Costo del lavoro 73.319 76.457 78.702 81.139 86.113 6,1 17,4

Margine operativo lordo 75.664 77.242 73.148 84.379 102.846 21,9 35,9

Ammortamenti ordinari 35.331 35.275 36.434 36.379 36.597 0,6 3,6

Margine operativo netto 40.333 41.967 36.714 48.000 66.249 38,0 64,3

Oneri finanziari 7.776 8.825 10.506 9.643 9.469 -1,8 21,8

Proventi finanziari 1.385 1.310 1.307 2.072 3.248 56,8 134,5

Risultato corrente prima delle imposte 33.942 34.452 27.515 40.429 60.028 48,5 76,9

Altri costi e ricavi 708 -472 -1.483 -5.516 -9.576 n.c. n.c.

Imposte -12.470 -15.248 -12.691 -15.615 -22.065 41,3 76,9

Risultato netto (incluse quote di terzi) 22.180 18.732 13.341 19.298 28.387 47,1 28,0

Fatturato all'estero 293.954 363.124 393.863 446.529 478.770 7,2 62,9

in % del fatturato complessivo 32,9 36,2 37,6 40,1 41,5 3,3 25,9

Dipendenti 1.480 1.536 1.565 1.589 1.647 3,7 11,3

Investimenti 36.577 43.797 37.496 29.510 44.731 51,6 22,3

Valori pro-capite (000 euro)

Fatturato netto 603,2 652,7 668,5 700,3 701,1 0,1 16,2

Valore aggiunto netto 76,8 77,1 73,7 81,3 92,5 13,8 20,5

Costo del lavoro 49,5 49,8 50,3 51,1 52,3 2,4 5,5

Capitale investito 524,4 521,0 534,1 542,0 513,2 -5,3 -2,1

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

35

Tab. a19 – Struttura del conto economico delle 32 società produttrici di spumanti (in % del fatturato)

2010 2011 2012 2013 2014

Valore aggiunto 16,7 15,3 14,5 14,9 16,4

Costo del lavoro 8,2 7,6 7,5 7,3 7,5

Margine operativo lordo 8,5 7,7 7,0 7,6 8,9

Ammortamenti ordinari 4,0 3,5 3,5 3,3 3,2

Margine operativo netto 4,5 4,2 3,5 4,3 5,7

Oneri e proventi finanziari -0,7 -0,7 -0,9 -0,7 -0,5

Risultato corrente 3,8 3,4 2,6 3,6 5,2

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a20 – Indicatori delle 32 società produttrici di spumanti

2010 2011 2012 2013 2014

Margine operativo netto in % del valore aggiunto 27,1 27,3 24,2 29,0 35,1

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (*) 0,7 0,7 1,0 1,1 1,3

Valore aggiunto in % del capitale 19,2 19,2 18,2 19,2 22,4

ROI % 5,3 5,4 4,6 5,8 8,1

Debiti finanziari in % del capitale 36,6 36,3 36,5 36,9 35,8

Costo del debito % (°) 2,7 3,0 3,4 3,0 3,1

Poste straordinarie in % del risultato corrente 2,1 -1,4 -5,4 -13,6 -16,0

Aliquota fiscale media in % dell'utile lordo (^) 31,9 34,6 34,1 33,1 31,5

ROE % 4,8 3,9 2,6 3,7 5,5

Variazione % del fatturato 6,8 12,3 4,3 6,4 3,8

Variazione % dei dipendenti 1,5 3,8 1,9 1,5 3,7

Investimenti in % del fatturato 4,1 4,4 3,6 2,7 3,9

Capitale circolante/Fatturato 35,3 31,6 32,5 30,5 28,7

Debiti finanziari/Patrimonio netto 57,7 57,1 57,4 58,5 55,6

ROI = return on investment = (MON + proventi finanziari) / Capitale investito

ROE = return on equity = Utile netto / Capitale netto

(*) Esclusi i proventi di cambio.

(°) Escluse le perdite di cambio.

(^) Escluse le società in perdita.

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

36

Tab. a21 – Stati patrimoniali aggregati delle 104 società produttrici di vini non spumanti

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Immobilizzi tecnici netti 2.461.679 2.468.325 2.599.393 2.606.896 2.666.563 2,3 8,3

Altri immobilizzi 705.961 780.151 797.921 769.429 785.615 2,1 11,3

Attivi finanziari 317.029 342.351 379.363 447.542 537.826 20,2 69,6

Capitale circolante 1.349.175 1.397.705 1.454.112 1.432.652 1.521.472 6,2 12,8

Fondi del personale ed altri fondi -190.314 -211.121 -204.385 -215.011 -214.774 -0,1 12,9

Capitale investito 4.643.530 4.777.411 5.026.404 5.041.508 5.296.702 5,1 14,1

Capitale netto 2.558.291 2.645.702 2.744.642 2.823.521 2.997.535 6,2 17,2

Debiti finanziari 2.085.239 2.131.709 2.281.762 2.217.987 2.299.167 3,7 10,3

Totale 4.643.530 4.777.411 5.026.404 5.041.508 5.296.702 5,1 14,1

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a22 – Conti economici aggregati delle 104 società produttrici di vini non spumanti

2010 2011 2012 2013 2014 Var. 13-14 Var. 10-14

migliaia di euro % %

Fatturato netto 4.069.627 4.429.628 4.830.713 5.124.261 5.076.389 -0,9 24,7

Consumi 3.261.910 3.568.045 3.957.272 4.183.272 4.081.597 -2,4 25,1

Valore aggiunto 807.717 861.583 873.441 940.989 994.792 5,7 23,2

Costo del lavoro 419.499 434.860 444.872 463.758 479.159 3,3 14,2

Margine operativo lordo 388.218 426.723 428.569 477.231 515.633 8,0 32,8

Ammortamenti ordinari 173.122 183.842 189.759 192.357 198.085 3,0 14,4

Margine operativo netto 215.096 242.881 238.810 284.874 317.548 11,5 47,6

Oneri finanziari 66.106 73.643 87.217 81.300 78.139 -3,9 18,2

Proventi finanziari 8.039 16.157 13.713 15.743 20.531 30,4 155,4

Risultato corrente prima delle imposte 157.029 185.395 165.306 219.317 259.940 18,5 65,5

Altri costi e ricavi 35.021 -18.453 8.344 -60.676 9.225 n.c. -73,7

Imposte -60.739 -67.036 -65.061 -80.847 -92.141 14,0 51,7

Risultato netto (incluse quote di terzi) 131.311 99.906 108.589 77.794 177.024 127,6 34,8

Fatturato all'estero 1.994.607 2.242.828 2.454.883 2.662.398 2.672.013 0,4 34,0

in % del fatturato complessivo 49,0 50,6 50,8 52,0 52,6 1,3 7,4

Dipendenti 10.007 10.157 10.214 10.253 10.310 0,6 3,0

Investimenti 250.316 198.713 312.290 226.863 198.186 -12,6 -20,8

Valori pro-capite (000 euro)

Fatturato netto 406,7 436,1 473,0 499,8 492,4 -1,5 21,1

Valore aggiunto netto 63,4 66,7 66,9 73,0 77,3 5,8 21,9

Costo del lavoro 41,9 42,8 43,6 45,2 46,5 2,7 10,9

Capitale investito 464,0 470,4 492,1 491,7 513,7 4,5 10,7

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

37

Tab. a23 – Struttura del conto economico delle 104 società produttrici di vini non spumanti (in % del fatturato)

2010 2011 2012 2013 2014

Valore aggiunto 19,8 19,5 18,1 18,4 19,6

Costo del lavoro 10,3 9,8 9,2 9,1 9,4

Margine operativo lordo 9,5 9,6 8,9 9,3 10,2

Ammortamenti ordinari 4,3 4,2 3,9 3,8 3,9

Margine operativo netto 5,3 5,5 4,9 5,6 6,3

Oneri e proventi finanziari -1,4 -1,3 -1,5 -1,3 -1,1

Risultato corrente 3,9 4,2 3,4 4,3 5,1

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

Tab. a24 – Indicatori delle 104 società produttrici di vini non spumanti

2010 2011 2012 2013 2014

Margine operativo netto in % del valore aggiunto 26,6 28,2 27,3 30,3 31,9

Proventi finanziari in % del valore aggiunto (*) 1,2 1,5 1,9 2,1 1,9

Valore aggiunto in % del capitale 17,4 18,0 17,4 18,7 18,8

ROI % 4,8 5,4 5,1 6,0 6,3

Debiti finanziari in % del capitale 44,9 44,6 45,4 44,0 43,4

Costo del debito % (°) 3,2 3,5 3,8 3,7 3,4

Poste straordinarie in % del risultato corrente 22,3 -10,0 5,0 -27,7 3,5

Aliquota fiscale media in % dell'utile lordo (^) 32,6 34,5 33,7 33,2 32,9

ROE % 5,4 3,8 4,0 2,7 6,2

Variazione % del fatturato 4,8 8,8 9,1 6,1 -0,9

Variazione % dei dipendenti - 1,5 0,6 0,4 0,6

Investimenti in % del fatturato 6,2 4,5 6,5 4,4 3,9

Capitale circolante/Fatturato 33,2 31,6 30,1 28,0 30,0

Debiti finanziari/Patrimonio netto 81,5 80,6 83,1 78,6 76,7

ROI = return on investment = (MON + proventi finanziari) / Capitale investito

ROE = return on equity = Utile netto / Capitale netto

(*) Esclusi i proventi di cambio.

(°) Escluse le perdite di cambio.

(^) Escluse le società in perdita.

Fonte : elaborazioni Ufficio Studi Mediobanca.

38

II – Le società vinicole internazionali quotate

II.1 – Definizione e caratteristiche del panel

Questa sezione riguarda l’analisi dei conti annuali aggregati dei principali gruppi internazionali

quotati operanti nella produzione e commercializzazione di vino (1).

L’aggregato è così composto:

Società PaeseUltimo bilancio

considerato

Fatturato (1)

(in €‘000)

Vino in %

fatturato

Export in %

del fatturato

Var % annua

del fatturato (2)

Dipendenti

2014

Constellation Brands USA 28 febbraio 2015 4.964.995 41,9 11,1 4,5 7.200

Treasury Wine Estates Australia 30 giugno 2015 1.323.151 94,2 65,0 3,8 3.000

Distell Group Sudafrica 30 giugno 2015 1.098.794 30,0 31,1 10,4 5.520

Vina Concha y Toro Cile 31 dicembre 2014 791.151 91,7 81,6 22,6 3.435

Yantai Changyu Pioneer Wine Cina 31 dicembre 2014 515.842 82,4 <1% -4,8 4.868

Vranken-Pommery Francia 31 dicembre 2014 322.872 97,6 39,6 2,5 825

Sektkellerei Schloss Germania 30 giugno 2015 288.684 100,0 65,5 -6,4 1.157

Lanson-BCC Francia 31 dicembre 2014 276.059 100,0 40,8 -3,7 474

Vina San Pedro Tarapaca Cile 31 dicembre 2014 233.757 100,0 62,7 13,2 1.206

Laurent Perrier Francia 31 marzo 2015 231.940 100,0 65,2 5,2 439

AdVini Francia 31 dicembre 2014 227.689 98,7 36,9 2,2 610

Andrew Peller Canada 31 marzo 2015 224.488 100,0 4,4 6,0 1.121

Vina Santa Rita Cile 31 dicembre 2014 183.001 100,0 45,6 11,0 1.754

Australian Vintage Australia 30 giugno 2015 155.706 97,0 52,1 7,5 437

TOTALE 10.838.129 68,1 31,2 6,0 32.046

(1) Tassi di cambio in euro a fine esercizio. (2) Variazioni in valuta locale, calcolate su base omogenea.

Oltre alla quotazione, i principali requisiti per la selezione sono: un fatturato netto nel 2014 superiore

a 150 milioni di euro (2), la prevalenza dell’attività produttiva e, nel caso di gruppi operanti anche nella

produzione di altre bevande alcooliche (birra e spirits), la presenza di una quota significativa di fatturato

proveniente dall’attività vinicola. L’aggregato copre il decennio 2005-2014 e comprende 13 società: quattro

francesi, tre cilene, due nordamericane, una cinese, una australiana, una sudafricana e una tedesca. Rispetto

alla precedente edizione l’aggregato include l’Australian Vintage che ha superato la soglia minima di vendite

grazie all’incremento del 7,5% del fatturato in valuta locale e al parziale recupero del dollaro australiano.

Nel gennaio 2016 la Treasury Wine Estates ha rilevato le attività vinicole di Diageo in UK e USA

per circa 600 milioni di Usd. Questa importante operazione è in controtendenza rispetto al processo di

diversificazione attuato recentemente dai principali gruppi vinicoli. Nel giugno 2013 la Constellation Brands

ha concluso l’acquisizione di rilevanti attività nel settore della birra, divenendone il terzo produttore e

distributore negli Stati Uniti con un giro d’affari 2014 pari a circa 3,2 mld. di Usd. Sebbene il segmento vini

della società sia sceso al 41,9% del fatturato complessivo, Constellation Brands rimane tra i principali

operatori di mercato. Dopo la recente acquisizione della Burn Stewart Distillers, anche la sudafricana Distell

Group, che già sviluppava una quota importante del proprio fatturato nei superalcolici, ha ridotto sotto il

50% il peso del vino sul proprio giro d’affari, pur continuando a rappresentare il principale produttore

(1) Sono attribuiti ad ogni annualità i bilanci la cui chiusura coincide con la fine dell’anno solare (31 dicembre) e quelli con chiusura

infrannuale entro il successivo 30 giugno. I bilanci sono tradotti in euro in base a cambi fissi rilevati a fine 2014.

(2) Subito al disotto della soglia minima figurano la neozelandese Delegat's Wine Estate (149 milioni), l’argentina Bodegas

Esmeralda (143 milioni di euro) e la Italian Wine Brands (140 milioni) quotatasi all’AIM italiano nel gennaio 2015. I bilanci del

periodo 2012-14 della cinese Dynasty Fine Wines Group non risultavano disponibili alla data di chiusura di questa nota: le azioni

della società sono state sospese a fine marzo 2013 dalla quotazione sulla Borsa di Hong Kong (il fatturato 2011 era pari a 145 milioni

di euro). Sono esclusi da questa indagine alcuni importanti player internazionali: tra di essi, le francesi LVMH, tramite la controllata

Moët Hennessy, e la statunitense E. & J. Gallo Winery, in quanto società non quotate. Il giro d’affari della divisione “Wine and

Spirits - champagne and cognac” di LVMH è stato pari a 3.973 milioni di euro nel 2014 (il 13% del fatturato complessivo del

gruppo), di cui 1.985 milioni relativi allo champagne (59,6 milioni di bottiglie vendute). E’ esclusa anche l’italiana Davide Campari,

la cui divisione vini nel 2014 ha sviluppato vendite per 209 milioni di euro su un giro d’affari complessivo pari a circa 1,6 miliardi di

euro. Pur essendo quotate in Borsa, sono inoltre escluse, in quanto attive nella sola distribuzione, la tedesca Hawesko Holding (473

milioni di euro nel 2014) e la britannica Majestic Wine (365 milioni).

39

africano. Tra le altre più recenti e rilevanti operazioni si ricorda l’acquisizione nel dicembre 2011, da parte

del gruppo sudafricano SABMiller, dell’australiana Foster’s Group, all’epoca secondo operatore mondiale

nel vino ed attualmente attiva solo nella produzione e distribuzione di birra. Nel luglio 2010 il gruppo

australiano ha conferito le proprie attività vinicole (tra cui: Beringer Wine Estates, Rosemount Wine Estates

e Southcorp) alla newco Treasury Wine Estates, poi scissa e deconsolidata nel maggio 2011 con contestuale

quotazione alla Borsa australiana. Per motivi di omogeneità, l’aggregato 2005-2014 esclude entrambe le

società australiane ma, data la rilevanza della Treasury Wine, è stato prodotto un secondo aggregato limitato

al quinquennio 2010-2014 comprensivo anche dei suoi conti (3).

La struttura proprietaria è nel complesso concentrata e tra le società del panel solo le australiane

Treasury Wine Estates e Australian Vintage sono public company (Tab. 8). Le quattro società francesi e la

tedesca Sektkellerei Schloss Wachenheim sono a controllo familiare (si tratta per lo più dei discendenti dei

fondatori), con quote superiori al 70% nei casi di Lanson-BCC e di Vranken-Pommery Monopole. Seppur

con percentuali inferiori, nella Viña Concha y Toro (47,6%), nella statunitense Constellation Brands (58%

dei diritti di voto) e nella canadese Andrew Peller (66,6% dei diritti di voto) i primi azionisti sono ancora

costituiti da famiglie e persone fisiche. La cilena Viña Santa Rita è controllata con una quota superiore

all’85% da una conglomerata quotata, la Compañía Electro Metalúrgica, attiva nel settore metallurgico e

nella produzione di contenitori in vetro per bevande. Nell’altra cilena, la Viña San Pedro Tarapacá, il

controllo fa capo ad una joint-venture tra Heineken e famiglia Luksic, attraverso una catena societaria. Una

multinazionale è presente anche nella compagine della sudafricana Distell Group: si tratta della SABMiller

che con il 26,5% si affianca alla quota di controllo riconducibile alla holding Remgro-Capevin Investment

che detiene il 52,9%.

Infine la famiglia Reina, proprietaria della Illva Saronno, controlla il 33% della Yantai Changyu

Group (fino al 2005 società interamente a controllo statale) che ha in portafoglio il 50,4% dell’operativa

Yantai Changyu Pioneer Wine, primo produttore cinese. Le restanti quote della controllante cinese fanno

capo per il 45% a una holding partecipata da dipendenti e manager, per il 12% alla municipalità di Yantai e

per il residuo 10% a una società della World Bank dedicata agli investimenti nei Paesi in via di sviluppo.

II.2 - Tendenze dell’aggregato (2005-2014)

I dati aggregati di bilancio dei 13 maggiori gruppi quotati nel decennio 2005-2014 (non inclusivi

della Treasury Wine Estates) sono riportati nella Tab. 1. Si segnala nel 2014:

l’incremento del 15% del fatturato rispetto al 2013, a oltre i 9,5 miliardi di euro. In termini

omogenei, non considerando l’effetto dell’apporto per l’intero 2014 della divisione birra acquisita da

Constellation Brands nel giugno 2013, i ricavi aggregati risultano in aumento del 5,8% rispetto al

(3) Tra le altre operazioni che hanno coinvolto società del panel si ricordano, nel corso del 2009, le acquisizioni della cilena Tarapacá

e della francese Domaines Listel da parte, rispettivamente, delle connazionali Viña San Pedro (ora Viña San Pedro Tarapacá) e

Vranken-Pommery e, nel gennaio 2010, di Laroche da parte di AdVini (già Jeanjean). Nel marzo 2011 la Viña Concha y Toro ha

rilevato la californiana Fetzer Vineyards (uno dei più importanti operatori attivi nel mercato statunitense, con 429 ettari di vigneti in

California) dal Gruppo Brown-Forman, con un esborso di 238 milioni di USD. Sono numerose le operazioni di merger e acquisition

realizzate dalla Constellation Brands. Nel 2007 la società statunitense ha conferito attività extra vinicole (che nel 2006 avevano

fatturato 1,9 miliardi di USD) a due joint-venture: si tratta della commercializzazione della birra da importazione negli Stati Uniti (in

joint-venture con il messicano Grupo Modelo, all’epoca controllato al 50% da AB InBev) e della distribuzione all’ingrosso di alcolici

nel Regno Unito. La semplificazione del portafoglio marchi della Constellation Brands è proseguita nel 2008 con la cessione di 60

brand a diffusione locale e, nel marzo 2009, con la vendita di 40 marchi di superalcolici alla statunitense Sazerac Company per circa

330 milioni di USD e, nel successivo novembre, del gruppo inglese Gaymer Cider alla C&C per 75 milioni di USD. Queste

operazioni, unitamente all’acquisizione di Beam Wine Estates (ceduta nel corso del 2007 da Fortune Brands per circa 900 milioni di

USD), avevano accresciuto il peso assunto dal comparto vinicolo quasi triplicandone l’incidenza sul giro d’affari complessivo (90%

nel 2012 contro il 36% nel 2001), nonostante a fine gennaio 2011 il gruppo statunitense abbia ceduto a Champ Private Equity, per

circa 267 milioni di USD, l’80% di Accolade Wines, la controllata che gestiva le attività in Australia e nel Regno Unito.

Constellation Brands continua a ricoprire la prima posizione al mondo per volumi prodotti nonostante la rappresentatività sul

fatturato complessivo del comparto vinicolo si sia notevolmente ridotta considerando il riacquisto, concluso nel 2013, del 50% di

Crown Imports detenuto dal Grupo Modelo (a sua volta acquisito nel giugno 2013 da AB InBev). Nel giugno 2013 Constellation

Brands ha inoltre concluso un accordo con AB InBev riguardante l’acquisizione della Compañía Cervecera de Coahuila (proprietaria

di un birrificio in Messico) e i diritti distributivi perpetui dei marchi “Corona” e “Modelo” sul mercato USA, portando ad un esborso

complessivo di 5,2 miliardi di USD.

40

2013, ma inferiori dell’1,2% rispetto ai valori di fine 2005, con variazioni annuali influenzate dalle

cessioni e acquisizioni avvenute nel periodo;

il miglioramento delle incidenze sul fatturato del Mol (23,2%) e del Mon (20,1%) che ritoccano i

precedenti valori massimi del decennio (rispettivamente, 21,3% e 18,2% nel 2013);

il rialzo del 23,1% del risultato corrente, la cui incidenza sul fatturato migliora quindi dal 15,3% del

2013 al 16,3% nel 2014;

il dimezzamento del risultato netto sul fatturato, sceso all’attuale 11,5% dal 24% del 2013, anno

peraltro influenzato da proventi di natura straordinaria contabilizzati principalmente da Constellation

Brands a valere sull’acquisizione nel settore birra; nel 2014 il roe si è attestato al 14,2%, inferiore al

33,7% del 2013 (che depurato delle voci non ricorrenti scenderebbe all’11,2%);

gli avviamenti iscritti a bilancio superano i 5,4 mld. di euro nel 2014 (per circa 3,1 mld. relativi

all’acquisizione del rimanente 50% di Crown Imports da parte di Constellation Brands); la loro

rilevanza è ancora notevole, sebbene l’incidenza sui mezzi propri sia calata di 7 p.p. (dal 67,4% del

2013 al 60,3% del 2014), grazie all’incremento di circa 1 mld. del patrimonio netto aggregato nel

2014 e nonostante i piani di razionalizzazione e le svalutazioni che hanno principalmente riguardato

il biennio 2007-2008;

l’incremento del 12,8% dei mezzi propri sul 2013 a fronte di un più lieve rialzo dei debiti finanziari

(+4,1%, rispetto al +59% nel 2013 sul 2012): conseguentemente la struttura finanziaria è in

miglioramento, con un rapporto debt/equity di nuovo inferiore al 100% e lontano dal 144% toccato

nel 2008;

il livello occupazionale sale del 2,3% sul 2013 (+10% rispetto al 2005) con un costo del lavoro pro-

capite pari a 32 mila euro e un’ampia dispersione tra le società analizzate.

Considerando l’aggregato 2010-2014 inclusivo della Treasury Wine Estates, nel 2014 il fatturato

aggregato sale a 10,8 miliardi di euro, in rialzo del 14,2% sul 2013 (+6% in termini omogenei) (Tab. 2). Le

grandi “maison” dello champagne incluse nel panel mostrano margini mediamente inferiori a quelli

dell’aggregato ed una struttura finanziaria più fragile: il roe si è attestato nel 2014 al 7,3% (contro l’11,9%

relativo all’aggregato inclusivo della Treasury Wine Estates), in rialzo rispetto al 5,5% del 2013 (contro l’8%

- al netto dei proventi una tantum – delle principali 14 società vinicole), mentre il rapporto fra debiti

finanziari e mezzi propri ha toccato il 150%, in continuo miglioramento nel decennio pur continuando a

rappresentare un valore quasi doppio rispetto all’81% riguardante l’aggregato generale (4). Qualche operatore

ha preferito disimpegnarsi dal settore: è il caso della francese Remy Cointreau che ha ceduto nel luglio 2011

la propria divisione champagne (marchi Charles Heidsieck e Piper Heidsieck), pur continuando a curarne la

distribuzione a livello mondiale.

Dopo le lievi contrazioni del biennio 2012-13, il mercato dello champagne ha recuperato terreno nel

2014, soprattutto a livello di fatturato complessivo, pari a 4,5 mld. (+3,2% sul 2013). Quanto al numero di

bottiglie vendute, il miglioramento nel 2014 è più limitato (307,1 milioni contro 305 milioni, +0,7%). Le

prime evidenze per il 2015 mostrano un giro d’affari in rialzo sia in termini di fatturato (4,74 miliardi,

+5,3%) che di volumi (312,5 milioni, +1,8%), toccando in entrambi i casi i massimi storici (Tabb. 3 e 4) (5).

Con riguardo ai singoli gruppi, nel 2014 si segnala il terzo calo consecutivo del giro d’affari (-4,8%

nel 2014, -23,3% nel 2013 e -6% nel 2012) e dell’utile netto (rispettivamente -6,7%, -38,4% e -10,8%) della

Yantai Changyu, dopo la continua crescita a doppia cifra per entrambe le grandezze nel periodo 2005-11.

Ciò è conseguenza del rallentamento dell’economia cinese, della pressione sui margini esercitata dalla più

aspra concorrenza di produttori nazionali e stranieri e degli effetti delle nuove leggi anticorruzione che hanno

frenato i consumi della classe media cinese, con ripercussioni dirette sul settore vinicolo soprattutto nella

fascia premium, tanto da spingere Yantai Changyu a progettare una vigorosa espansione dei vini di bassa

fascia. La concomitanza di questi fattori ha influenzato anche i conti annuali delle altre 5 società cinesi

(4) Si tratta della Vranken-Pommery, Laurent-Perrier, Lanson-BCC e, fino all’esercizio precedente la loro acquisizione, della Lanson

International e Domaines Listel.

(5) Le aree coltivate a vigneto che possono vantare l’appellativo champagne sono estese per 34.280 ettari (di cui 33.705 ettari

attualmente in produzione, pari solamente a circa il 3,6% di tutti i vigneti francesi), con una proprietà molto frammentata: il 90% di

esse è infatti controllata da 15.789 viticoltori mentre il rimanente 10% è controllato dalle grandi “maison” che sviluppano il 69% e

l’88%, rispettivamente, delle vendite e delle esportazioni complessive di champagne; per quest’ultime, la stipula di contratti di

fornitura con viticoltori indipendenti è elemento essenziale.

41

quotate (non incluse nell’aggregato) che subiscono cali superiori al 90% per la China Ouhua Winery e al

50% per la China Tontine Wines. Tre di esse hanno chiuso in perdita sia il bilancio 2013 che il 2014 (Tab.

6).

Il fatturato 2014 è in calo per altre due società (-8,1% per la tedesca Sektkellerei Schloss e -3,7% per la

Lanson-BCC) mentre per la cilena Concha y Toro è in rialzo del 22,6%, per effetto dell’ottimo andamento

dell’export (+29,3% con volumi in rialzo del 9,9% e prezzi medi del 17,5%) con un incremento più

contenuto delle vendite domestiche (+4,9%).

Si segnalano inoltre i seguenti aspetti (Tab. 5):

la cinese Yantai Changyu mantiene il miglior margine industriale (Mon sul fatturato al 32,2%, in

diminuzione dal 32,9% del 2013 e dal 41,8% del 2012), seguita dalla statunitense Constellation

Brands (25,9%, dove la divisione birra è più redditizia di quella vinicola con incidenze,

rispettivamente, pari al 31,9% e 23,7%), dalla francese Laurent-Perrier (17,7%) e da Distell (13,9%);

le performance peggiori sono della AdVini (3,4%) e della Australian Vintage al 7,6%;

l’incidenza sul fatturato netto del risultato corrente della Yantai Changyu (32,7% nel 2014, in

diminuzione dal 33,4% nel 2013 e dal 42,2% del 2012) risulta di gran lunga la più elevata; i migliori

follower sono la Constellation Brands e la Laurent-Perrier con, rispettivamente, il 20,1% e il 15,4%;

nel 2014 tutte le società chiudono in utile l’esercizio. Nonostante i risultati netti della Yantai

Changyu siano in riduzione nell’ultimo triennio (con il calo più eclatante del -38,4% nel 2013), alla

società cinese spetta ancora il migliore risultato netto (25,2% sul fatturato), seguita dalla

Constellation Brands con il 13,9% dopo l’exploit del 2013, quando aveva chiuso con un utile pari al

40% delle vendite per effetto della contabilizzazione di proventi una tantum (relativi alla

rivalutazione per 1,6 mld. di USD della partecipazione del 50% già detenuto in Crown Imports); (6)

le “maison” francesi dello champagne Laurent Perrier e Lansonn-BCC presentano i più elevati livelli

di valore aggiunto netto per dipendente (dato evidenziato anche dai produttori italiani di spumante)

con, rispettivamente, 173 e 138 mila euro pro-capite, con l’australiana Treasury Wine Estates ad

essere l’unica tra le altre a segnare un valore superiore ai 100 mila euro. In termini di CLUP, la

miglior situazione è invece quella della cilena Viña San Pedro Tarapaca con il 42,4%.

le strutture finanziarie più solide sono quelle della Yantai Changyu (nonostante l’indebitamento

finanziario nel 2014 sia raddoppiato rispetto al 2013; il capitale netto tangibile è ora circa 13 volte

l’indebitamento finanziario, rispetto alle 24 volte del 2013), dell’australiana Treasury Wine Estates

(7x) e della cilena Viña San Pedro Tarapacá (4,8x); la Constellation Brands segna anche nel 2014 un

patrimonio netto tangibile negativo.

Nell’aprile 2015 (a valere sugli utili 2014), la statunitense Constellation Brands ha deliberato una

distribuzione di dividendi, la prima volta sin dalla sua IPO effettuata nel 1973.

Circa i trend più recenti emersi dagli ultimi bilanci infrannuali relativi al 2015 (Tab. 7), il fatturato

complessivo aumenta del 9%, con rialzi generalizzati a tutte le società, ad eccezione delle francesi Vraken

Pommery (-23,8%, -6,6% su base omogenea) e Lanson-BCC (-8,5%); le dinamiche migliori sono quelle

della cinese Yantai Changyu (+23,8%) che inverte la tendenza degli ultimi anni e la Treasury Wine Estates

(+22,1%; +11% a cambio costante), con crescite a doppia cifra anche per le cilene Santa Rita (+14,6%) e San

Pedro (+10%) e per la sudafricana Distell (+11,1%); l’incremento complessivo del 7,1% del giro d’affari di

Constellation Brands deriva principalmente dal dinamismo della divisione birra (+11%, rispetto a vendite

pressoché stazionarie della divisione vinicola). Il Mon è in rialzo del 18,8% mentre il risultato netto è

migliorato del 23% risentendo delle performance di Treasury Wine Estates (+42,3% grazie all’effetto

cambio, -2% a cambi costanti) e Constellation Brands (+29,9%); gli ultimi rendiconti disponibili per

quest’ultime due escludono gli effetti delle seguenti importanti acquisizioni: divisione vini USA e UK di

(6) Yantai è l’impresa con la più alta fiscalità in rapporto al fatturato (8,4%), essendo soggetta ad imposte pari al 25% degli utili

tassabili. La società è inoltre gravata da ulteriori tasse che sono portate in deduzione del fatturato: l’imposta sul valore aggiunto (17%

sugli importi fatturati), la tassa di consumo (per i vini frizzanti pari, a partire dall’ottobre 2011, al 10% del fatturato lordo, compresa

tra il 10% e il 20% per gli altri vini), la business tax (5% degli utili tassabili) e la tassa di sviluppo della città (pari al 7% di quanto

pagato per la business tax).

42

Diageo acquisita per circa 600 milioni di Usd da Treasury Wine Estates nel gennaio 2016 e 100% della

Ballast Point (birra) acquisita da Constellation Brands nel dicembre 2015 con un esborso di 1 mld. di USD.

II.3 - La proiezione internazionale: vigne e vendite

Le 14 società del campione avevano a disposizione a fine 2014 oltre 75 mila ettari di vigneti, di cui il

26,6% localizzati in Cina, il 21,3% in Cile, il 15,8% in Australia, l’11% in USA e il 10,7% in Europa (Tab.

9). Alla Yantai Changyu è riconducibile l’estensione maggiore, circa 20.000 ettari, quasi integralmente

concentrata in Cina (nelle province dello Yantai, del Xinjiang, Ningxia, Shaanxi e Liaoning), con una

presenza estera marginale (in Nuova Zelanda) ma in espansione considerando le acquisizioni concluse nel

2015 (Chateau Miraflowers con 55 ettari di vigneti in Francia e Marques del Altria in Spagna). Altre quattro

società superano i 5mila ettari. L’australiana Treasury Wine Estates e la Constellation Brands (le uniche ad

avere vigneti in Italia, la prima attraverso il Castello di Gabbiano e la seconda consolidando le tenute Ruffino

dall’ottobre 2011) hanno la maggiore diversificazione, con presenze in quattro Paesi differenti. Seguono la

cilena Viña Concha y Toro che, dopo l’acquisizione della statunitense Fetzer Vineyards nell’aprile 2011,

possiede attività produttive in tre diversi Paesi, e la francese AdVini con vigneti in Francia, Cile e Sudafrica,

anche se le proprietà estere risultano residuali ed in parte smobilizzate nel corso del 2011 (7). Constellation

Brands è la società con la più elevata presenza estera essendo oltre un terzo dei propri vigneti localizzato al

di fuori dei confini nazionali, per lo più concentrati in Nuova Zelanda. Le francesi Laurent-Perrier e Lanson-

BCC, la tedesca Sektkelleri Schloss e la canadese Andrew Peller sono radicate al territorio d’origine e non

possiedono vigne estere. La Vranken-Pommery è presente in Portogallo con circa 440 ettari di vigneti per la

produzione di “Porto” mentre in Francia possiede 2 mila ettari per la produzione di vini rosè (facendone uno

dei più importanti operatori mondiali del comparto) disponendo inoltre di 1.800 ettari dedicati alla

produzione di champagne (di cui 250 di proprietà). La tedesca Sektkellerei Schloss acquista importanti

partite d’uva da differenti fornitori, principalmente in Francia, Spagna e Italia e possiede solo 36 ettari di

vigneti da cui produce circa 300 mila bottiglie (212 milioni sono le bottiglie di vino vendute dal gruppo

nell’ultimo anno). La francese Laurent-Perrier, grazie a contratti di fornitura, può contare

sull’approvvigionamento d’uva da 1.500 ettari di vigneti, con i terreni di proprietà che soddisfano solo il

10% della produzione complessiva (contro una media del 20% tra le maison dello champagne).

L’importanza dell’export per i grandi gruppi vinicoli è desumibile dalla ripartizione geografica del

fatturato aggregato (Tab. 10). Si osservano situazioni ampiamente disomogenee tra i vari operatori: il 31,2%

(32,4% nel 2013) del giro d’affari è realizzato sui mercati esteri che rappresentano per 6 società (Viña

Concha y Toro, Sektkellerei Schloss, Laurent-Perrier, Treasury Wine Estates, Viña San Pedro e Australian

Vintage) oltre il 50% delle vendite complessive con un picco dell’81,6% per la cilena Viña Concha y Toro, a

cui è attribuibile il 32,2% (in volume) dell’intera esportazione di vino cileno. Nonostante il 65,5% circa del

fatturato di Sektkellerei dipenda dall’export esso ha una destinazione esclusivamente europea, con la società

che rappresenta nel comparto dei vini frizzanti il terzo operatore in Germania ed il primo in Francia (in

quest’ultimo caso con vendite annue di 70 milioni di bottiglie). La Yantai Changyu è l’unica società

concentrata quasi esclusivamente sul territorio domestico, anche mediante la distribuzione di vini di

importazione e di brandy il cui peso è salito a circa il 20% del fatturato; quest’ultima situazione è peraltro

destinata a mutare per effetto delle citate acquisizioni di attività in Europa effettuate nel corso del 2015.

Anche le esportazioni della canadese Andrew Peller risultano marginali, concentrate soprattutto in USA e

limitate al solo icewine.

Dal punto di vista delle macro aree, il 54,1% del fatturato aggregato è sviluppato in Nord America

(effetto della forte presenza della Constellation Brands che è ultimamente diventato il terzo operatore nel

settore birra in USA), seguono l’Europa e l’Asia/Australia con, rispettivamente, il 18,1% ed il 13% del

totale. Le vendite domestiche della Distell sfiorano il 70% del fatturato complessivo e, considerando anche

gli altri Paesi del continente africano, si giunge a quasi il 90% del giro d’affari complessivo del gruppo

sudafricano.

(7) Molto estesi anche i vigneti di alcune società escluse da questa indagine perché non quotate o perché specializzate nel settore

degli spirits. La E. & J. Gallo Winery, il gruppo argentino Peñaflor e Pernod Ricard dispongono di superfici superiori ai 6.000 ettari,

attestandosi, rispettivamente a 8.094, 6.104 e 5.657 ettari (Graf. 1). Di rilievo la diversificazione geografica della francese Pernod

Ricard: Nuova Zelanda (45%), Australia (18%), Argentina (14%), Francia (12%), Spagna (6%), USA (3%) e Cina (2%).

43

Tab. 1 - Aggregato dei 13 maggiori gruppi internazionali quotati (2005-2014)

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Conti economici aggregati

Fatturato netto 6.983 7.112 6.341 6.582 6.395 6.454 6.354 6.596 8.276 9.527 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Numero indice 100,0 101,8 90,8 94,3 91,6 92,4 91,0 94,5 118,5 136,4

Acquisti e costo del lavoro -5.800 -5.920 -5.188 -5.394 -5.112 -5.198 -5.032 -5.281 -6.514 -7.316 -83,1 -83,2 -81,8 -82,0 -79,9 -80,5 -79,2 -80,1 -78,7 -76,8

Margine operativo lordo 1.183 1.192 1.153 1.187 1.283 1.256 1.323 1.314 1.762 2.211 16,9 16,8 18,2 18,0 20,1 19,5 20,8 19,9 21,3 23,2

Ammortamenti -206 -206 -238 -232 -237 -217 -204 -212 -251 -297 -2,9 -2,9 -3,8 -3,5 -3,7 -3,4 -3,2 -3,2 -3,0 -3,1

Margine operativo netto 977 986 915 956 1.046 1.040 1.118 1.103 1.510 1.914 14,0 13,9 14,4 14,5 16,4 16,1 17,6 16,7 18,2 20,1

Oneri finanziari -252 -302 -365 -365 -339 -239 -229 -292 -360 -365 -3,6 -4,2 -5,8 -5,5 -5,3 -3,7 -3,6 -4,4 -4,4 -3,8

Proventi finanziari 9 102 219 150 221 213 224 234 114 8 0,1 1,4 3,5 2,3 3,5 3,3 3,5 3,5 1,4 0,1

Risultato corrente prima delle imposte 734 786 769 740 928 1.014 1.113 1.044 1.264 1.557 10,5 11,1 12,1 11,2 14,5 15,7 17,5 15,8 15,3 16,3

Saldo altri costi e ricavi -98 -67 -713 -490 -192 -4 4 -4 1.080 -25 -1,4 -0,9 -11,2 -7,4 -3,0 -0,1 0,1 -0,1 13,1 -0,3

Imposte -197 -257 -268 -258 -263 -134 -247 -281 -355 -434 -2,8 -3,6 -4,2 -3,9 -4,1 -2,1 -3,9 -4,3 -4,3 -4,6

Risultato netto (inclusi i terzi) 439 462 -212 -7 473 876 870 760 1.990 1.098 6,3 6,5 -3,3 -0,1 7,4 13,6 13,7 11,5 24,0 11,5

Interessi di terzi -3 -4 -5 1 -3 -5 -4 -2 -3 -4 0,0 -0,1 -0,1 0,0 0,0 -0,1 -0,1 0,0 0,0 0,0

Risultato netto di competenza del Gruppo 436 457 -218 -6 470 870 865 758 1.987 1.094 6,2 6,4 -3,4 -0,1 7,4 13,5 13,6 11,5 24,0 11,5

ROE 10,3 10,6 -4,7 -0,2 11,0 21,3 18,9 14,8 11,2 14,2

Dipendenti 26.416 25.386 25.441 25.259 25.304 24.985 25.863 26.443 28.384 29.046

Stati patrimoniali aggregati

Immobilizzi materiali netti 2.453 2.673 3.016 2.801 2.867 2.720 3.082 3.230 4.056 4.806

Oneri pluriennali 3.243 3.844 3.992 3.490 3.399 3.422 3.493 3.659 8.490 8.528

di cui avviamento 2.236 2.638 2.707 2.317 2.286 2.328 2.366 2.497 5.363 5.415

Attivi finanziari 320 508 584 468 557 522 507 561 424 473

Capitale circolante netto 3.695 3.757 4.028 3.845 4.105 3.894 4.107 4.606 4.397 4.998

Fondi del personale ed altri fondi -570 -671 -717 -674 -735 -711 -781 -793 -957 -1.025

Capitale investito 9.141 10.111 10.903 9.930 10.192 9.847 10.408 11.264 16.410 17.780

Capitale netto 4.721 4.806 4.505 4.063 4.796 5.020 5.512 5.945 7.954 8.975

Debiti finanziari 4.419 5.305 6.398 5.867 5.396 4.827 4.896 5.319 8.456 8.805

Totale 9.141 10.111 10.903 9.930 10.192 9.847 10.408 11.264 16.410 17.780

Debiti finanziari in % del capitale netto 93,6 110,4 142,0 144,4 112,5 96,2 88,8 89,5 106,3 98,1

Debiti finanziari in % del capitale netto tangibile 299,0 551,6 1246,4 1025,3 386,1 302,1 242,5 232,7 -1578,3 1967,9

€’ milioni in % del fatturato

N.B.: Conversione in euro ai cambi fissi di fine 2014.

44

Tab. 2 - Aggregato dei 14 maggiori gruppi internazionali (2010-2014)

2010 2011 2012 2013 2014

Var.

2014/20132010 2011 2012 2013 2014

Conti economici aggregati

Fatturato netto 7.566 7.524 7.739 9.493 10.838 14,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Acquisti e costo del lavoro -6.214 -5.994 -6.237 -7.555 -8.442 11,7 -82,1 -79,7 -80,6 -79,6 -77,9

Margine operativo lordo 1.352 1.530 1.502 1.938 2.396 23,7 17,9 20,3 19,4 20,4 22,1

Ammortamenti -266 -249 -264 -311 -354 13,9 -3,5 -3,3 -3,4 -3,3 -3,3

Margine operativo netto 1.086 1.281 1.238 1.627 2.042 25,5 14,4 17,0 16,0 17,1 18,8

Oneri finanziari -305 -242 -294 -375 -380 1,3 -4,0 -3,2 -3,8 -3,9 -3,5

Proventi finanziari 332 231 226 117 11 -90,6 4,4 3,1 2,9 1,2 0,1

Risultato corrente prima delle imposte 1.113 1.270 1.169 1.369 1.674 22,2 14,7 16,9 15,1 14,4 15,4

Saldo altri costi e ricavi -25 -57 -110 816 -47 -105,7 -0,3 -0,8 -1,4 8,6 -0,4

Imposte -155 -289 -278 -257 -459 78,9 -2,0 -3,8 -3,6 -2,7 -4,2

Risultato netto (inclusi i terzi) 933 925 781 1.929 1.168 -39,4 12,3 12,3 10,1 20,3 10,8

Interessi di terzi -7 -2 -3 -4 -5 16,9 -0,1 0,0 0,0 0,0 0,0

Risultato netto di competenza del Gruppo 926 923 779 1.925 1.163 -39,6 12,2 12,3 10,1 20,3 10,7

ROE 15,1 14,1 10,8 8,0 11,9

Dipendenti 28.304 28.992 29.943 31.884 32.046

Stati patrimoniali aggregati

Immobilizzi materiali netti 3.616 3.872 4.117 4.884 5.681

Oneri pluriennali 4.055 4.123 4.376 8.989 9.065

di cui avviamento 2.329 2.372 2.553 5.383 5.440

Attivi finanziari 783 888 1.022 890 1.008

Capitale circolante netto 4.486 4.572 5.154 4.895 5.534

Fondi del personale ed altri fondi -937 -990 -1.029 -1.071 -1.168

Capitale investito 12.004 12.464 13.640 18.586 20.120

Capitale netto 7.106 7.533 8.046 9.954 11.105

Debiti finanziari 4.898 4.930 5.594 8.632 9.015

Totale 12.004 12.464 13.640 18.586 20.120

Debiti finanziari in % del capitale netto 68,9 65,4 69,5 86,7 81,2

Debiti finanziari in % del capitale netto tangibile 160,5 144,6 152,5 894,6 441,9

€’milioni in % del fatturato

N.B.: Inclusa Treasury Wine Estates. Conversione in euro ai cambi fissi di fine 2014.

45

Tab. 3 - Aggregato delle “maison” dello champagne (2005-2014)

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Conti economici aggregati

Fatturato netto 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Acquisti e costo del lavoro -83,3 -82,3 -79,9 -79,0 -84,0 -84,3 -83,3 -83,7 -83,5 -84,9

Margine operativo lordo 16,7 17,7 20,1 21,0 16,0 15,7 16,7 16,3 16,5 15,1

Ammortamenti -2,6 -2,6 -2,5 -3,2 -2,9 -2,6 -2,5 -2,5 -2,7 -2,6

Margine operativo netto 14,1 15,1 17,6 17,7 13,1 13,1 14,2 13,8 13,8 12,4

Oneri finanziari -5,4 -5,0 -6,0 -7,6 -5,0 -4,2 -4,7 -4,2 -4,2 -3,9

Proventi finanziari e diversi 0,2 0,1 0,4 0,7 -1,1 -0,6 0,0 -0,7 -0,6 -0,1

Risultato corrente prima delle imposte 9,0 10,2 12,0 10,9 7,0 8,3 9,5 8,9 9,0 8,5

Saldo altri costi e ricavi -2,8 0,2 0,3 0,0 1,6 0,1 0,1 -0,2 -0,1 2,4

Imposte -3,2 -3,5 -4,2 -3,6 -2,4 -2,8 -3,7 -3,3 -3,2 -2,9

Risultato netto (inclusi i terzi) 3,0 6,8 8,1 7,2 6,1 5,6 5,9 5,4 5,7 7,9

Interessi di terzi 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 -0,2

Risultato netto di competenza del Gruppo 3,0 6,8 8,0 7,1 6,1 5,6 5,9 5,4 5,6 7,8

ROE 5,2 13,1 14,3 10,3 8,3 7,1 7,2 5,7 5,5 7,3

Dipendenti 1.807 1.644 1.582 1.582 1.547 1.829 1.766 1.754 1.759 1.738

Situazione finanziaria

Capitale netto 514 550 631 654 639 747 779 843 906 967

Debiti finanziari 1.206 1.265 1.269 1.408 1.402 1.358 1.327 1.440 1.461 1.454

Totale 1.720 1.816 1.900 2.062 2.041 2.105 2.107 2.283 2.367 2.421

Debiti finanziari in % del capitale netto 234,5 229,9 201,3 215,1 219,4 181,8 170,3 170,7 161,2 150,5

Debiti finanziari in % del capitale netto tangibile 384,1 416,3 330,7 346,1 357,6 269,9 248,5 256,2 231,6 210,8

in % del fatturato

milioni di euro

Tab. 4- Il mercato dello champagne (2007-2014)

Le principali società

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Moet - Hennessy (Gruppo LVMH) 1.802 1.689 1.383 1.664 1.782 1.980 1.937 1.985 62,2 57,6 48,4 55,2 55,5 56,8 57,4 59,6

Lanson-BCC 359 301 276 305 310 275 287 276 21,7 19,8 21,0 22,3 20,6 19,2 19,6 …

Vranken Pommery 287 286 270 309 282 269 254 239 20,6 19,9 19,8 20,5 20,3 … … …

Laurent Perrier 249 181 172 198 219 223 221 221 14,2 9,6 10,3 12,6 13,2 13,1 12,9 13,0

Centre Vinicole De la Champagne 185 193 174 174 208 193 210 214 10,0 8,3 7,0 8,0 9,6 9,5 10,4 11,1

Pernod Ricard … 138 … … 165 171 174 197 11,6 10,8 9,6 9,6 10,3 9,6 10,8 12,0

Roederer 116 114 114 119 127 135 135 152 … … 3,5 … … 3,3 3,2 …

Taittinger 96 108 87 104 113 120 122 119 4,9 … … … … … … …

Thiénot … 97 88 75 93 71 … 74 … … … … 6,2 … … …

Remy Cointreau (1) 142 126 97 103 … … … 72 10,9 9,3 8,5 8,5 … … … …

G.H. Martel & Co … 148 88 97 100 90 … 67 8,0 … … … … … … …

N. Gueusquin … … … … … … … 66 … … … … … … … …

Alliance Champagne 85 76 72 81 … 62 … 63 7,8 … 8,0 … … … … …

Totale settore champagne 4.560 4.440 3.700 4.100 4.400 4.390 4.360 4.500 338,8 322,6 293,3 319,6 323,0 308,8 305,0 307,1

Var. % -2,6 -16,7 10,8 7,3 -0,2 -0,7 3,2 -4,8 -9,1 9,0 1,0 -4,4 -1,2 0,7

Fatturato Bottiglie vendute

(1) Nel luglio 2011 ha ceduto la propria divisione champagne a EPI Group ( di proprietà di Christopher Descours) per circa 410 milioni di euro (inclusi debiti finanziari).

(milioni di euro) (milioni)

46

Tab. 5 – Indicatori per società (2014)

LANSON-

BCC (FR)

CONSTELLATION

BRANDS (US)

LAURENT-

PERRIER

(FR)

VRANKEN

POMMERY

MONOPOLE

(FR)

VINA

CONCHA Y

TORO (CL)

DISTELL

GROUP (SA)

YANTAI

CHANGYU

PIONEER

WINE (CN)

SEKTKELLEREI

SCHLOSS

WACHENHEIM

(DE)

ANDREW

PELLER

(CA)

ADVINI

(FR)

VINA SAN

PEDRO

TARAPACA

(CL)

AUSTRALIAN

VINTAGE

(AU)

TREASURY

WINES

ESTATES

(AU)

VINA

SANTA RITA

(CL)

MOL 14,1 29,2 20,1 12,3 14,3 15,9 35,8 9,4 11,3 6,1 18,5 10,4 14,8 14,4

Ammortamenti -2,1 -3,4 -2,4 -3,3 -3,5 -2,0 -3,6 -2,7 -2,7 -2,7 -4,1 -2,9 -4,3 -3,3

MON 12,0 25,9 17,7 9,1 10,8 13,9 32,2 6,6 8,6 3,4 14,4 7,6 10,5 11,1

Oneri finanziari -2,8 -5,6 -2,8 -5,5 -1,8 -1,7 -0,3 -0,8 -1,5 -0,7 -1,2 -2,8 -1,4 -1,4

Proventi finanziari e diversi 0,0 -0,1 0,5 -0,5 0,6 0,9 0,8 0,3 -0,2 0,0 0,3 0,1 -0,2 -0,6

Risultato corrente 9,3 20,1 15,4 3,0 9,7 13,2 32,7 6,1 6,8 2,7 13,5 4,9 8,9 9,0

Saldo proventi oneri straordinari 0,0 -0,6 0,0 6,1 0,0 0,0 0,9 0,5 0,0 0,2 0,0 -0,1 -3,3 0,0

Imposte sul reddito -3,4 -5,7 -5,5 -0,7 -3,2 -3,7 -8,4 -1,8 -1,8 -0,8 -2,3 -0,7 -1,7 -1,5

Utile netto 5,8 13,9 9,9 8,0 6,4 9,3 25,2 3,5 5,0 2,0 11,2 4,1 4,0 7,5

Fatturato per dipendente 582 690 528 391 230 199 106 250 200 373 194 356 441 104

Valore aggiunto netto per dipendente (a) 138 …. 173 93 48 55 …. 52 53 66 48 83 114 24

Costo del lavoro per dipendente (b) 69 …. 80 57 23 28 …. 36 36 53 20 56 67 13

CLUP (b/a in %) 49,6 …. 46,0 61,8 48,0 49,8 …. 68,4 67,9 80,9 42,4 67,7 59,4 52,2

Capitale netto in % dei debiti fin. 50,0 80,0 115,1 56,6 179,4 227,9 >1.000 343,3 165,6 72,4 634,3 274,4 904,2 356,6

Capitale netto tangibile in % debiti fin. 25,4 neg. 104,7 37,7 155,2 183,0 >1.000 180,0 109,6 47,9 478,4 226,2 669,7 348,6

(in % del fatturato)

(in %)

€’000

Tab. 6 – Le principali società quotate vinicole (da uva) cinesi nel triennio 2012-2014

2012 2013 2014Var. %

2014/122012 2013 2014

Citic Guoan Wine 78.744 69.766 66.391 -15,7 1.320 2.087 1.391

China Tontine Wines 87.331 23.355 37.995 -56,5 11.793 -66.862 -87.445

New Silk Road (ex JLF Investment) 38.888 35.740 27.119 -30,3 2.480 -8.705 -20.500

Tonghua Grape Wine 11.176 10.330 13.529 21,1 1.740 1.309 298

China Ouhua Winery Holding 20.635 4.843 1.465 -92,9 -23 -11.838 -24.118

236.774 144.033 146.499 -38,1 17.310 -84.008 -130.374

Fatturato Risultato netto

€’000€’000

Tab. 7 – Le tendenze più recenti (bilanci infrannuali 2015)

Fatturato MON Utile Fatturato MON Utile Fatturato MON Utile

Constellation Brands (US) (1) 4.122 1.115 668 3.848 944 515 7,1 18,1 29,9

Distell (ZA) (2) 871 121 83 784 104 71 11,1 16,5 17,5

Treasury Wines Estates (AU) (2) 728 89 41 596 50 29 22,1 76,7 42,3

Vina Concha y Toro (CL) (3) 602 63 43 550 58 40 9,5 10,0 7,3

Yantai Changyu (CN) (4) 356 130 99 288 111 85 23,8 17,2 16,9

Vina San Pedro Tarapaca (CL) (5) 257 45 35 234 33 26 10,0 33,7 34,8

Vina Santa Rita (CN) (5) 210 21 17 183 20 14 14,6 4,5 22,7

Andrew Peller (CA) (6) 185 21 15 176 17 10 5,3 27,0 41,8

Vranken Pommery (FR) (4) 93 2 -5 122 7 14 -23,8 -71,4 n.c.

AdVini (FR) (4) 114 4 2 104 4 2 9,6 0,0 -

Lanson-BCC (FR) (4) 86 2 -1 94 7 3 -8,5 -71,4 n.c.

Laurent Perrier (FR) (7) 102 21 11 94 20 11 8,5 5,0 -

7.727 1.636 1.008 7.072 1.377 819 9,3 18,8 23,1

(1) 9 mesi chiusi il 30/11/2015. In termini omogenei: fatturato +6,3%.

(2) 6 mesi chiusi il 31/12/2015.

(3) 9 mesi chiusi al 30/09/2015.

(4) 6 mesi chiusi il 30/06/2015. Per Vranken Pommery la diminuzione del fatturato in termini omogenei è pari al -6,6%.

(5) 12 mesi chiusi il 31/12/2015.

(6) 9 mesi chiusi il 31/12/2015.

(7) 6 mesi chiusi il 30/09/2015.

Variazioni %

(milioni di euro)

2015 2014

(milioni di euro)

47

Tab. 8 – La struttura proprietaria (2014)

Società Principali azionisti (1) Quote

(%)

Australian Vintage (AU) Public company -

Treasury Wines Estates (AU) Public company -

Constellation Brands (US) Famiglia Sands (2) 16,00

Remgro-Capevin Investments Limited (*) 52,90

Gruppo SabMiller 26,50

Yantai Changyu Pioneer Wine (CN) Yantai Changyu Group Co. Ltd (3) 50,40

Famiglia Guilisasti 27,76

Alfonso Larrain 7,40

Marin Estevez 8,80

Famiglia de Santiago Concha 3,64

Vina Santa Rita (CL) Compañía Electro Metalúrgica S.A. (**) 86,0

Vranken-Pommery (FR) Compagnie Pour le Haut Commerce (4) 70,93

Sektkellerei Schloss (DE) Günther Reh AG (5) 70,10

Laurent Perrier (FR) Famiglia Nonancourt 60,27

Famiglia Paillard 42,38

Famiglia Baijot 20,86

Famiglia Roques-Boizel 17,14

Andrew Peller (CA) Famiglia Peller (6) 24,19

Compagnia Cervecerias Unidas (**) (7) 64,72

Compania Chilena de Fosforos 30,00

Famiglia Jeanjean 46,10

Management 4,00

(4) 93% famiglia Vranken

(5) Famiglia Reh.

(*) Società quotata a Johannesburg.

(**) Società quotata a Santiago del Cile.

Lanson-BCC (FR)

AdVini (FR)

Distell Group (ZA)

Vina Concha Y Toro (CL)

(7) Controllata al 60% da Inversiones Y Rentas, a sua volta controllata pariteticamente dal Gruppo Heineken e

da Quiñenco S.A; ques'ultima è la holding della famiglia Luksic.

(3) Quota calcolata sull'intero capitale sociale (az. di cat. A e B). Yantai Changyu Group Co. risulta a sua volta

controllata da Yantai Yuhua Investment & Development Ltd (45%), Illva Saronno Investments - famiglia

Reina- (33%), Sasac Yantai - municipalità di Yantai- (12%).

Vina San Pedro Tarapaca (CL)

(1) Incluse le quote controllate indirettamente

(2) Quota calcolata sull'intero capitale sociale (az. di cat. A e B). La famiglia Sands detiene il 58% circa dei

diritt i di voto.

(6) Quota calcolata sull'intero capitale sociale (az. di cat. A e B). La famiglia Peller detiene il 66,6% circa dei

diritt i di voto.

48

Tab. 9 – Vigneti (ettari nel 2014)

Società Argentina Australia Canada Cile Cina

Francia e

resto

Europa

Nuova

ZelandaSudafrica USA Totale

quota % di

ettari

all'estero

Yantai Changyu Pioneer Wine (CN) - - - - 20.000 - …. - - 20.000 -

Treasury Wine Estates (AU) - 9.149 - - - 145 339 - 2.484 12.117 24,5

Vina Concha Y Toro (CL) (1) 1.143 - - 9.125 - - - - 469 10.737 15,0

Constellation Brands (US) - - 688 - - 364 2.023 - 5.342 8.417 36,5

Distell Group (ZA) (2) - - - - - - - 5.172 - 5.172 -

Vina San Pedro Tarapaca (CL) 374 - - 3.834 - - - - - 4.208 8,9

Vranken-Pommery (FR) (3) - - - - - 4.186 - - - 4.186 9,2

Vina Santa Rita (CL) 701 - - 2.866 - - - - - 3.567 18,9

Australian Vintage (AU) - 2.700 - - - - - - - 2.700 -

AdVini (FR) (4) - - - 154 - 1.700 - 70 - 1.924 11,6

Laurent Perrier (FR) (5) - - - - - 1.500 - - - 1.500 -

Andrew Peller (CA) - - 382 - - - - - - 382 -

Lanson-BCC (FR) (6) - - - - - 122 - - - 122 -

Sektkellerei Schloss (DE) - - - - - 36 - - - 36 -

TOTALE 2.218 11.849 1.070 15.979 20.000 8.053 2.362 5.242 8.295 75.068

in % sul totale 3,0 15,8 1,4 21,3 26,6 10,7 3,2 7,0 11,0 100,0

(2) Nostre stime.

(6) Si tratta dei soli vigneti di proprietà.

(1) Di cui 1.936 ettari, piantati dal 2011 in piena produzione a partire dal 2014.

(3) Di cui 1.800 ettari di champagne (250 di proprietà e 1.550 attraverso contratti di fornitura), 2.000 ettari per la produzione di vini rosè e 386 di vino Porto.

(5) Si tratta esclusivamente di vigneti a disposizione del Gruppo attraverso contratti di fornitura; i vigneti di proprietà del Gruppo, la cui estensione non è nota,

coprono il 10% circa della produzione.

(4) Le proprietà in Cile in joint-venture con Vina Santa Carolina.

(ettari)

Graf. 1 – Le vigne delle maggiori società vinicole (ettari nel 2014)

49

Tab. 10 – Vendite per area geografica di destinazione (2014)

SocietàNord

America (1)

America

centro-sudEuropa

Asia,

Australia e

Nuova Zelanda

Resto del

MondoTotale

Vendite

domestiche

Vendite

all'estero

Vina Concha Y Toro (CL) 19,3 34,8 36,1 8,6 1,2 100,0 18,4 81,6

Sektkellerei Schloss (DE) - - 100,0 - - 100,0 34,5 65,5

Laurent Perrier (FR) - - 79,5 - 20,5 100,0 34,8 65,2

Treasury Wine Estates (AU) 41,2 - 13,7 45,2 - 100,0 35,0 65,0

Vina San Pedro Tarapaca (CL) 11,8 54,3 22,8 10,4 0,7 100,0 37,3 62,7

Australian Vintage (AU) 3,7 - 42,4 47,9 6,0 100,0 47,9 52,1

Vina Santa Rita (CL) (2) 14,1 60,3 18,3 7,3 - 100,0 54,4 45,6

Lanson-BCC (FR) 1,3 - 94,3 3,8 0,6 100,0 59,2 40,8

Vranken-Pommery (FR) - - 92,3 - 7,7 100,0 60,4 39,6

AdVini (FR) 6,0 - 86,0 6,0 2,0 100,0 63,1 36,9

Distell Group (ZA) 1,6 0,9 7,6 1,7 88,2 100,0 68,9 31,1

Constellation Brands (US) 97,7 - 0,7 1,5 0,1 100,0 88,9 11,1

Andrew Peller (CA) 95,6 - - - 4,4 100,0 95,6 4,4

Yantai Changyu Pioneer Wine (CN) - - - 100,0 - 100,0 100,0 -

Totale 54,1 4,8 18,1 13,0 10,0 100,0 68,8 31,2

(1) Per la francese Lanson-BCC si tratta delle vendite verso le Americhe.

(2) Nostre stime.

(in % del fatturato)

50

II.4 - L’indice mondiale delle società vinicole (2001-14/03/2016)

L’indice mondiale Mediobanca delle società vinicole è composto da 47 titoli rappresentativi di 42

emittenti quotati nelle principali Borse mondiali, considerando che cinque di essi quotano due categorie di

azioni (1). Si tratta di 6 società francesi, 6 cinesi, 4 cilene e 4 nordamericane, 3 spagnole, 2 australiane, 2

tedesche, 2 neozelandesi, 2 greche, 2 bulgare, 2 italiane (la Italian Wine Brands e la Masi Agricola), 2 inglesi

e una rispettivamente sudafricana, austriaca, polacca, argentina e russa. Dell’indice hanno fatto parte, sino

alle rispettive date di delisting o di sospensione, 27 società, 15 delle quali oggetto di acquisizione (2). Con le

quotazioni di China Tontine Wines Group (novembre 2009) e di China Ouhua Winery Holdings (novembre

2010) e la sospensione dalle quotazioni di Dynasty Fine Wines Group, i components cinesi risultano sei,

eguagliando la numerosità dei rappresentanti francesi, di recente ridottisi di 3 unità (3). Sono stati inoltre

individuati diversi produttori quotati dell’Est Europa non inseriti nell’indice per l’impossibilità di reperire

una coerente serie storica dei dati di Borsa (4).

Rispetto all’edizione precedente si segnalano 3 uscite, per la sospensione dell’australiana Dromana

Estate e i delisting della spagnola Cia Vinicole Del Norte De Espana e della lituana Company Group Alita e

la quotazione dell’italiana Masi Agricola nel giugno 2015. Nel campione sono compresi 17 titoli (4% della

capitalizzazione complessiva) che, pur essendo quotati in mercati ufficiali, presentano scarsa continuità nel

trattato, con un’incidenza delle giornate senza scambi superiore al 30%.

A seguito del perfezionamento delle acquisizioni di importanti assets nel settore della birra, la

capitalizzazione della statunitense Constellation Brands (che nel 2015 ha distribuito il primo dividendo dal

(1) Rilevazioni al 14 marzo 2016. Per una descrizione esauriente dell’indice e della metodologia di calcolo si rinvia al documento

Indice mondiale delle società vinicole; Ufficio Studi Mediobanca, dicembre 2004; www.mbres.it. Dall’edizione 2005 nel paniere

vengono inclusi anche i titoli successivamente oggetto di delisting.

(2) Si tratta di:

8 società australiane: Cockatoo Ridge Wines (sospesa dalla contrattazione nel dicembre 2009 ed in amministrazione

straordinaria dal gennaio 2010), Southcorp (incorporata dalla connazionale Foster’s Group nel giugno 2006), Evans & Tate

(acquisita nel corso del 2007 da McWilliam’s Wines Group), Peter Lehmann Wines (acquistata nel 2004 dal Gruppo

svizzero Hess Group), Foster’s Group (rilevata nel dicembre 2011 dall’inglese SABMiller), la PHW Consolidated (sospesa

dalle contrattazioni nel marzo 2012), la Brand New Vintage (sospesa nel febbraio 2015) e la Dromana Estate (sospesa

nell’ottobre 2015 e successivamente riammessa alle quotazioni con nuova attività e la nuova denominazione di Fastbrick

Robotics);

6 società statunitensi: Robert Mondavi (acquisita dalla connazionale Constellation Brands nel 2004), Golden State Vintners

(acquisita da The Wine Group nel 2004), Chalone Vineyard (acquisita da Diageo nel 2005), Asconi e Scheid Vineyards

(non più incluse nell’indice perché trattate OTC – Over The Counter, rispettivamente a partire dal marzo e maggio 2006) e

Cosentino Signature Wines (liquidata nel gennaio 2011, in precedenza quotata a Londra);

3 francesi: Laroche (incorporata nel gennaio 2010 dalla connazionale Jeanjean – ora AdVini); Cottin Frères delistata nel

giugno 2014 dopo aver ceduto tutte le attività operative alla connazionale Henri Maire, a sua volta sospesa dalle

contrattazioni nel successivo mese di dicembre perché oggetto di Opa;

2 canadesi: Vincor International (acquisita nel giugno 2006 dalla Constellation Brands) e Magnotta Winery (riacquisita

interamente dalla famiglia azionista nel gennaio 2012);

2 spagnole: Federico Paternina (delisting nel gennaio 2010 a seguito del lancio di un’Opa totalitaria da parte della

controllante Inversora Mer) e Cia Vinicole Del Norte De Espana (delisting nel novembre 2015 a seguito del lancio di

un’OPA;

1 cilena: Undurraga (delisting nel 2006);

1 indiana: Indage Vintners (sospesa dalle trattazioni il 24 febbraio 2011);

1 neozelandese: Oyster Bay Wines (acquisita nel febbraio 2011 dalla connazionale Delegat’s Group);

1 cinese: Dynasty Fine Wines Group (sospesa dalle trattazioni a fine marzo 2013);

1 lituana: Company Group Alita (delisting nell’ottobre 2015 a seguito del lancio di un’OPA da parte di MV Group)

1 israeliana: Barkan Wine Cellars (delisting nel novembre 2013 a seguito del lancio di un’Opa).

(3) Oltre alle due già citate società, si tratta di: Yantai Changyu Pioneer Wine, Tonghua Grape Wine, Citic Guoan Wine e New

Silkroad Culturaltainment (ex-Jlf Investment, quotata a Hong Kong). Il capitale di Yantai Changyu Group è composto da azioni di

categoria A (rappresentanti il 66,2% del capitale sociale complessivo, quotate dal 21 marzo 2006 ma liberamente trasferibili solo a

partire dal marzo 2011) e da azioni di categoria B, anch’esse quotate. La China Ouhua Winery Holdings ha sede legale a Singapore

ed è quotata nella Borsa di Kuala Lumpur (MY), ma con attività produttive in Cina.

(4) Si tratta principalmente della serba Navip Zemun e delle rumene Vinaria Sibiu e Roni Vin Panciu, quest’ultime due peraltro

entrambe oggetto di delisting nell’ottobre 2015; è stata inoltre esclusa per mancanza di informazioni sufficienti sulla propria attività

la vietnamita Thang Long Wine, produttrice di vino, vodka e altre bevande alcoliche (attiva anche nella produzione di containers e

nel packaging).

51

1973) ha ora un valore di Borsa superiore ai 25 mld. di euro, in crescita del 23% rispetto al marzo 2015 e 5

volte superiore ai 5 mld. di fine 2012, e rappresenta il 59,5% circa della capitalizzazione aggregata (Graf. 2).

Altre cinque società superano o approssimano la capitalizzazione di l miliardo di euro: l’australiana Treasury

Wine Estates (4,6 mld), la cinese Yantai Changyu (2,8 mld), la sudafricana Distell Group (2 mld), la cilena

Concha y Toro (1,1 mld) e l’altra cinese Citic Guon Wine (907 milioni). I quattro principali Paesi, USA,

Cina, Australia e Cile rappresentano l’86% della capitalizzazione complessiva. (Tab. 16) (5).

Nella versione con base al 1 gennaio 2001 l’indice dei vini total return (inclusivo dei dividendi

distribuiti) è cresciuto per 5 anni consecutivi dal 2003 al 2007, fino a quota 230, per poi ripiegare del 30,5%

nel 2008 (calo comunque inferiore rispetto al -39,2% dell’indice azionario mondiale), indietreggiando così

sui valori del 2005. I sette successivi recuperi annui (nell’ordine del 20% per il 2009, 2010, 2013 e 2014 e

del 40% nel 2015) hanno permesso di aggiornare i valori massimi con una quota, a fine 2015, pari a 557,

solo in parte limata nel primo trimestre 2016 (-3%) per effetto del quale l’indice ha chiuso, in data 14 marzo

2016, a quota 549. La variazione in termini relativi (ovvero rispetto all’indice di tutte le Borse mondiali) è

così salita al +194,5% rispetto al +138,5% del marzo 2015 (Tabb. 11 e 12).

Le variazioni di prezzo più consistenti sull’intero periodo sono state segnate dalle società del Nord

America che hanno più che decuplicato i corsi, dalle australiane (+422%), dalle cilene (+187%) e dalle

francesi e spagnole (rispettivamente, +160% e +135%). Le società cinesi, che fino al 2011 segnavano la

migliore progressione dal 2001 (+182%), hanno rallentato nel 2012 (-33,6%) e 2013 (-36,6%), con timidi

recuperi nel 2014 e nel 2015 a cui ha fatto seguito un ulteriore arretramento nel primo trimestre 2016: per

esse la crescita da inizio periodo è quindi pari al 73%. Assai positiva, infine, la tendenza dell’insieme dei

Paesi “residui” (Argentina, Germania, Grecia, Sudafrica, Regno Unito, Austria, Polonia, Bulgaria, Russia e,

dal primo trimestre 2015, Italia) il cui indice, a metà marzo 2016, è superiore di oltre 10 volte ai valori del

gennaio 2001: tale andamento dipende principalmente dalla sudafricana Distell, senza la quale l’incremento

dell’indice risulterebbe più che dimezzato (+540,5%), performance comunque migliore di quella delle altre

aree geografiche.

In termini relativi, ossia al netto delle dinamiche delle Borse nazionali, la classifica si modifica

parzialmente: i migliori indici restano di gran lunga quelli delle società vinicole nordamericane (+611%)

seguite dalle francesi (+95%), dalle australiane (+66%) e dalle spagnole, marginalmente positive (+34%),

mentre le cilene e soprattutto le cinesi chiudono con variazioni fortemente negative gravate dalle

performance delle rispettive Borse nazionali, in forte apprezzamento nel periodo.

Per quanto concerne le tendenze più recenti, nei primi due mesi e mezzo del 2016 le società vinicole

hanno segnato andamenti appena inferiori rispetto alle Borse internazionali (Tab. 14). A fronte di un contesto

mondiale con Borse in contrazione del 2,2%, l’indice delle società vinicole è sceso del 3% per effetto di

andamenti contrapposti tra le varie aree: in rialzo le australiane e cilene (rispettivamente, +13,4% e +6%),

stazionarie le nordamericane, il coacervo degli altri Paesi con una riduzione limitata al 0,9% e con cali più

evidenti per le altre società, guidate dalle cinesi (-18,3%) e spagnole (-11,5%).

Per valutare la rischiosità dei titoli delle società vinicole è stato calcolato il coefficiente beta delle

azioni vinicole rispetto agli indici delle Borse nazionali (6). Si segnala che le società spagnole e francesi

riportano i valori medi più bassi mentre le nordamericane presentavano fino al 2014 quelli più elevati,

superando l’unità a fine dicembre 2012 e approssimandola da fine dicembre 2013. Nel 2015 i coefficienti

beta sono prossimi all’unità per le australiane e le cinesi, in quest’ultimo caso risultando in forte rialzo

rispetto ai valori passati. Nel dicembre 2015 il coefficiente complessivo ha sfiorato quota 0,7, riportando

invece fino al 2013 valori sempre al di sotto dello 0,5: l’inserimento in un portafoglio azionario dei titoli

dell’indice mondiale dei vini avrebbe rappresentato una protezione contro la variabilità dei mercati azionari

(Tab. 15).

(5) L’89% circa è attribuibile alle 14 società incluse nell’aggregato dei maggiori Gruppi internazionali vinicoli ancora quotati a metà

marzo 2016.

(6) Se il coefficiente ß assume valori maggiori a 1, il titolo oscillerà in modo più che proporzionale rispetto all'indice di riferimento,

sia in aumento che in diminuzione. Nei casi in cui il ß risulta compreso tra 0 e 1, il valore del titolo oscillerà meno che

proporzionalmente rispetto all'indice in entrambe le direzioni. In caso di valore negativo del beta, il titolo oscilla in direzione opposta

dell'indice.

52

A partire da questa indagine è presentato un secondo indice vinicolo caratterizzato da un orizzonte

temporale più abbreviato, calcolato ponendo come base di partenza il 1 gennaio 2009 (post fallimento

Lehman Brothers). I risultati di questa seconda versione non differiscono tanto nei trend già analizzati nel

periodo 2001-2016 quanto nelle dinamiche di crescita dell’indice complessivo, che chiude nel marzo 2016 a

quota 342, con un incremento del 56,8% in termini relativi. L’accorciamento dell’orizzonte temporale

migliora gli indici deflazionati di Australia (da quota 165,6 a 198,5), Cile (da 70,7 a 89,6) e Cina (da 47,6 a

82,8) anche se per quest’ultime due l’indice del mercato è ancora superiore a quello vinicolo, mentre

risultano in peggioramento per Francia (con gli scarti ora a favore del mercato azionario di appartenenza),

Nord America e Spagna.

Quanto infine ai multipli di Borsa espressi dalle società vinicole quotate a valere sui bilanci 2014, il

rapporto tra valore di Borsa e mezzi propri (P/BV) è pari a 1,3x, con valori relativamente contenuti sui

mercati europei (Francia ,11x, Spagna 1x, con le due italiane a 0,9x per Italian Wine Brands e a 1,4x per

Masi Agricola), su quello australiano (0,7x) e cileno (1,2x), relativamente elevati in Cina (1,9x) e Nord

America (1,9x ma con Constellation Brands a 4x). Il rapporto tra capitalizzazione e Mon si attesta a 11,7x,

con la Francia e l’Australia che segnano valori modesti (rispettivamente, 9,5x e 10,8x), con la Spagna, e il

Nord America con valori appena inferiori alla media (rispettivamente, 11,2x e 11,4x) mentre la Cina (con tre

società su sei con Mon negativi) conferma livelli elevati (15,8x); il multiplo sugli utili (P/E) si attesta a 19,2x

per l’intero insieme, con il valore più modesto della Spagna e della Francia (rispettivamente 15,3x e 16,1x) e

i più elevati per Australia (26,6x), Nord America (18,9x) e Cina (20,2x, relativo esclusivamente alla Yantai

Changyu con valori negativi per le altre cinesi). Infine, il rapporto tra enterprise value (valore di Borsa +

debiti finanziari, al netto della liquidità) presenta valori dispersi oscillando tra 26,6x per l’Australia e 15,3x

per la Spagna, con valori elevati anche per il Cile (22,1x) (Tab. 17).

53

Tab. 11 – Indici Mediobanca delle società vinicole: raffronto con quelli delle relative Borse di quotazione

Indice dei vini

Mediobanca TR

Indice di

mercato TR

(MSCI)

Indice dei vini

Mediobanca

deflazionato

Indice dei vini

Mediobanca TR

Indice di

mercato TR

(MSCI)

Indice dei vini

Mediobanca

deflazionato

Indici total return al 14 marzo 2016, base 2/1/2001=100 Indici total return al 14 marzo 2016, base 2/1/2009=100

(a) (b) (a/b*100) (a) (b) (a/b*100)

Australia 522,1 315,4 165,6 379,8 191,3 198,5

Cile 287,0 406,1 70,7 140,6 156,9 89,6

Cina 172,7 362,9 47,6 136,6 164,9 82,8

Francia 260,2 133,5 194,8 153,1 194,8 78,6

Nord America 1.459,9 205,4 710,9 889,6 253,5 350,9

Spagna 235,0 175,6 133,9 176,6 141,4 124,9

Altri Paesi 1.502,8 - - 377,3 - -

Mondo (valuta locale) 549,0 186,4 294,5 342,5 218,4 156,8

Tab. 12 – Indici Mediobanca delle società vinicole (al 14 marzo 2016, versione total return)

Dic.

2001

Dic.

2002

Dic.

2003

Dic.

2004

Dic.

2005

Dic.

2006

Dic.

2007

Dic.

2008

Dic.

2009

Dic.

2010

Dic.

2011

Dic.

2012

Dic.

2013

Dic

2014

Dic.

2015

Mar.

2016

base 2/1/2001=100

Australia 120,7 102,3 95,4 130,2 127,9 163,8 159,4 137,5 144,1 156,0 182,5 240,9 253,2 257,3 460,6 522,1

Cile 129,6 143,0 144,8 191,1 181,9 185,4 225,0 204,2 221,7 237,3 212,6 207,7 218,3 272,6 270,4 287,0

Cina 76,7 58,0 57,3 56,8 62,5 149,0 259,7 126,4 246,8 302,1 282,1 187,4 118,9 149,7 211,2 172,7

Francia 81,9 97,3 103,0 117,2 155,0 234,6 384,8 169,9 177,3 250,7 229,3 210,4 224,2 232,9 274,2 260,2

Nord

America 124,8 129,0 173,6 241,2 260,2 299,7 244,7 164,1 166,2 229,0 215,6 363,8 718,9 1.001,2

1.460,8

1.459,9

Spagna 102,4 99,3 114,4 116,5 128,1 147,3 161,8 133,1 121,2 145,3 140,3 141,6 169,0 200,9 265,5 235,0

Altri Paesi 138,6 157,0 191,8 277,5 361,0 472,3 560,2 398,0 531,8 676,7 680,3 950,8 1.291,5 1.251,3 1.515,8 1.502,8

Mondo(1) 117,5 108,2 114,0 153,0 159,1 207,6 230,7 160,3 196,1 233,6 239,1 253,7 320,8 396,7 557,5 549,0

MSCI All

Country (1) 87,0 66,9 84,6 94,8 111,3 130,3 140,3 85,3 110,9 123,2 115,9 135,0 170,3 187,2

190,6

186,4

(1) Valuta locale

54

Tab. 13 – Indici Mediobanca delle società vinicole (versione total return, deflazionato)

Dic.

2001

Dic.

2002

Dic.

2003

Dic.

2004

Dic.

2005

Dic.

2006

Dic.

2007

Dic.

2008

Dic.

2009

Dic.

2010

Dic.

2011

Dic.

2012

Dic.

2013

Dic

2014

Dic.

2015

Mar-

2016

base 2/1/2001=100

Australia 108,3 101,3 83,5 89,9 70,2 73,0 60,9 83,4 63,8 68,6 90,0 98,3 85,4 82,0 144,7 165,6

Cile 115,8 146,2 97,6 106,4 90,4 68,5 71,9 78,9 57,6 46,2 46,6 45,6 55,5 68,4 69,9 70,7

Cina 101,9 89,6 47,4 46,1 42,5 55,2 57,7 57,4 68,9 80,3 91,8 49,6 30,3 35,2 53,8 47,6

Francia 99,7 176,3 159,1 163,6 169,8 212,1 338,4 248,0 200,4 273,8 288,5 218,9 190,9 191,4 200,7 194,8

Nord America 142,1 189,2 197,4 247,4 250,0 249,4 191,4 202,6 160,9 192,1 179,4 262,5 395,9 486,9 705,0 710,9

Spagna 109,1 146,6 127,5 108,0 98,2 84,1 82,1 107,2 69,5 98,7 103,8 101,6 95,8 104,5 146,6 133,9

Altri Paesi - - - - - - - - - - - - - - - -

Mondo (1) 135,0 161,7 134,8 161,4 142,9 159,4 164,5 187,8 176,8 189,6 206,4 187,9 188,3 211,9 292,6 294,5 (1) Valuta locale

Tab. 14 – Indici Mediobanca delle società vinicole (versione total return): variazioni % sul dicembre dell’anno precedente (2001-14 marzo 2016)

Dic.

2001

Dic.

2002

Dic.

2003

Dic.

2004

Dic.

2005

Dic.

2006

Dic.

2007

Dic.

2008

Dic.

2009

Dic.

2010

Dic.

2011

Dic.

2012

Dic.

2013

Dic

2014

Dic.

2015

Mar.

2016

Australia 20,7 -15,2 -6,7 36,5 -1,8 28,1 -2,7 -13,7 4,8 8,3 17,0 32,0 5,1 1,6 79,0 13,4

Cile 29,6 10,3 1,3 32,0 -4,8 1,9 21,3 -9,2 8,6 7,0 -10,4 -2,3 5,1 24,9 -0,8 6,1

Cina -23,3 -24,4 -1,1 -1,0 10,1 138,3 74,3 -51,3 95,3 22,4 -6,6 -33,6 -36,6 16,3 11,7 -18,3

Francia -18,1 18,7 5,9 13,8 32,3 51,3 64,1 -55,8 4,3 41,4 -8,5 -8,2 6,5 3,9 17,7 -5,1

Nord America 24,8 3,4 34,6 38,9 7,9 15,2 -18,4 -32,9 1,3 37,8 -5,9 68,8 96,0 39,3 45,9 -0,1

Spagna 2,4 -3,0 15,1 1,9 9,9 15,0 9,8 -17,7 -8,9 19,9 -3,5 1,0 19,3 18,9 32,2 -11,5

Altri Paesi 38,6 13,2 22,2 44,6 30,1 30,8 18,6 -29,0 33,6 27,3 0,5 39,8 35,8 -3,1 21,1 -0,9

Mondo (1) 17,5 -7,9 5,3 34,2 3,9 30,5 11,1 -30,5 22,3 19,2 2,3 6,1 26,4 23,7 40,5 -3,0

MSCI all

country (1) -13,0 -23,1 26,4 12,0 17,4 17,0 7,7 -39,2 30,0 11,1 -6,0 16,5 26,2 12,6

1,8

-2,2

(1) Valuta locale

55

Tab. 15 – Coefficienti beta

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Valore medio

Australia 0,512 0,335 0,533 0,542 0,578 0,729 0,684 0,409 0,351 0,327 0,412 0,690 0,595 0,890 0,954 0,569

Cile 0,435 0,338 0,327 0,395 0,418 0,220 0,680 0,262 0,410 0,595 0,537 0,657 0,450 0,456 0,570 0,450

Cina 0,068 0,065 -0,020 0,136 0,411 0,360 0,367 0,304 0,330 0,361 0,242 0,520 0,527 0,387 1,013 0,338

Francia 0,121 0,072 0,117 0,034 0,120 0,152 0,372 0,236 0,205 0,272 0,289 0,080 0,124 0,174 0,107 0,165

Nord America 0,282 0,383 0,354 0,168 0,712 0,632 0,851 0,724 0,676 0,904 0,983 1,079 0,984 0,960 0,786 0,699

Spagna 0,110 0,003 0,066 0,073 0,129 0,113 0,163 0,119 0,058 -0,009 0,049 0,101 0,022 0,057 0,205 0,084

Altri Paesi - - - - - - - - - - - - - - - -

Mondo (valuta locale) 0,094 0,153 0,133 0,282 0,431 0,420 0,496 0,298 0,236 0,356 0,314 0,488 0,461 0,715 0,689 0,371

Tab. 16 – Le società incluse nell’indice Mediobanca delle società vinicole: capitalizzazioni

€’000 14/03/2016 09/03/2015 Var.% Peso %Peso

cumulato %

CONSTELLATION BRANDS (US) 25.456.782 20.705.800 22,9 59,52 59,52

TREASURY WINE ESTATES (AU) 4.649.095 2.410.967 92,8 10,87 70,39

YANTAI CHANGYU PION.WINE (CN) 2.761.307 3.125.389 -11,6 6,46 76,85

DISTELL GROUP (ZA) 1.979.222 2.801.284 -29,3 4,63 81,48

VINA Y CONCHATORO (CL) 1.128.652 1.404.350 -19,6 2,64 84,12

CITIC GUOAN WINE (CN) 906.571 1.008.928 -10,1 2,12 86,24

TONGHUA GRAPE WINE (CN) 847.231 380.912 122,4 1,98 88,22

LAURENT PERRIER (FR) 459.496 425.129 8,1 1,07 89,29

NEW SILKROAD (ex JLF INVESTMENT) (CN) 452.853 120.480 275,9 1,06 90,35

BARON DE LEY (ES) 419.035 420.887 -0,4 0,98 91,33

MAJESTIC WINE (GB) 379.452 320.922 18,2 0,89 92,22

VINA SAN PEDRO (CL) 356.974 283.973 25,7 0,83 93,05

HAWESKO HOLDING (DE) 355.743 326.097 9,1 0,83 93,89

DELEGAT'S GROUP (NZ) 339.733 325.392 4,4 0,79 94,68

BODEGAS ESMERALDA (AR) 284.704 169.443 68,0 0,67 95,35

ANDREW PELLER (CA) 268.373 174.492 53,8 0,63 95,97

VRANKEN-POMMERY (FR) 218.958 237.548 -7,8 0,51 96,49

LANSON-BCC (FR) 218.629 233.062 -6,2 0,51 97,00

VINA SANTA RITA (CL) 184.252 213.904 -13,9 0,43 97,43

POL ROGER (FR) 157.441 122.999 28,0 0,37 97,80

MASI AGRICOLA (IT) 141.465 - n.c. 0,33 98,13

ADVINI (FR) 111.411 102.233 9,0 0,26 98,39

SEKTKELLEREI SCHLOSS (DE) 109.660 98.842 10,9 0,26 98,64

ABRAU DYURSO (RU) 102.808 116.850 -12,0 0,24 98,88

AUSTRALIAN VINTAGE (AU) 79.336 67.890 16,9 0,19 99,07

ITALIAN WINE BRANDS (IT) 63.126 67.729 -6,8 0,15 99,36

CHINA TONTINE WINES (CN) 63.081 69.043 -8,6 0,15 99,22

SCHLUMBERGER (AT) 44.175 41.422 6,6 0,10 99,47

AMBRA (PL) (1) 42.616 56.305 -24,3 0,10 99,57

FOLEY FAMILY WINES (NZ) 42.465 51.427 -17,4 0,10 99,67

WILLAMETTE VINEYARDS (US) 31.077 27.156 14,4 0,07 99,74

EMILIANA (CL) 28.546 39.233 -27,2 0,07 99,81

BODEGAS RIOJANAS (ES) 20.688 24.558 -15,8 0,05 99,85

BODEGAS BILBAINAS (ES) 17.684 16.818 5,1 0,04 99,90

GUSBOURNE (GB) 15.396 15.970 -3,6 0,04 99,93

CHINA OUHUA WINERY HOLDING (CN) 6.595 10.107 -34,8 0,02 99,95

TRUETT-HURST (US) 6.509 7.942 -18,0 0,02 99,96

LOMBARD ET MEDOT (FR) 6.299 6.064 3,9 0,01 99,98

KTIMA KOSTAS LAZARIDIS (GR) 5.832 5.769 1,1 0,01 99,99

VINZAVOD-ASENOVGRAD (BG) 2.253 2.007 12,2 0,01 100,00

J BOUTARIS & SON HLDG (GR) 1.229 637 92,8 o 100,00

TODOROFF (BG) 374 341 9,7 o 100,00

CIA.VINICOLA DEL NORTE DE E. (ES) - 239.059 -100,0 - 100,00

COMPANY GROUP ALITA (LT) - 2.813 -100,0 - 100,00

DROMANA ESTATE (AU) - 239 -100,0 - 100,00

TOTAL 42.767.126 36.282.411 17,9 100,00 100,00

Total North America 25.762.741 20.915.390 23,2

Total China 5.037.637 4.714.859 6,8

Total Australia 4.728.431 2.479.096 90,7

Total Other countries 3.910.252 4.403.250 -11,2

Total Chile 1.698.423 1.941.459 -12,5

Total France 1.172.235 1.127.035 4,0

Total Spain 457.407 701.322 -34,8

TOTAL 42.767.126 36.282.411 17,9

(1) German Sektkellerei Schloss holds 61% of Ambra shares.

56

Tab.17- Multipli di Borsa (2014) EV/Ebitda P/BV P/Ebit P/E

Australian Vintage 8,0 0,3 5,1 9,5

Treasury Wines Estates 12,4 1,1 16,5 43,8

Media Australia 10,2 0,7 10,8 26,6

Willamette Valley Vineyards 8,4 1,3 9,9 12,8

Constellation Brands 17,5 4,0 15,1 28,0

Andrew Peller 9,5 1,7 9,2 15,8

Truett-Hurst neg. 0,5 neg. neg.

Media Nord America 11,8 1,9 11,4 18,9

Lanson-BCC 18,0 0,9 6,9 14,3

Advini 14,3 1,6 13,7 22,7

Laurent Perrier 15,3 1,3 10,7 19,2

Vranken-Pommery Monopole 20,7 0,6 7,2 8,2

Media Francia 17,1 1,1 9,6 16,1

Baron De Ley 12,9 1,6 15,8 12,2

Bodegas Riojanas 13,4 0,9 11,2 25,7

Bodegas Bilbainas 5,0 0,3 6,7 8,0

Media Spagna 10,4 1,0 11,2 15,3

Emiliana 9,2 1,0 21,3 41,5

Vina Santa Rita 8,5 0,9 9,6 14,2

Vina San Pedro Tarapaca 7,0 1,0 8,0 10,2

Vina Concha y Toro 12,7 1,9 13,4 22,5

Media Cile 9,3 1,2 13,1 22,1

Yantai Ghangyu Pioneer Wine 1,5 2,8 15,8 20,2

Citic Guoan Wine nd 2,1 >40 >50

Tonghua Grape Wine nd 3,3 n.c. n.c.

China Tontine Wines neg. 0,6 neg. neg.

China Ouhua Winery Holding neg. 0,3 neg. neg.

New Silkroad (ex JLF Investment) neg. 2,0 neg. neg.

Media Cina 1,5 1,9 15,8 20,2

Distell Group (ZA) 16,1 3,8 16,8 25,0

Sektkellerei Schloss (DE) 5,3 0,6 5,1 9,7

Hawesko Holding (DE) 14,6 4,1 18,7 25,3

Foley Family Wines (NZ) 11,4 0,9 13,6 5,6

Delegat's Group (NZ) 8,5 1,7 7,1 14,4

Majestic Wine (UK) 9,1 2,4 12,6 17,3

Schlumberger (AT) 14,0 1,6 14,5 25,7

Ambra (PL) 5,8 0,9 6,6 11,8

Vinzavod-Asenovgrad (BG) nd 0,3 2,5 3,0

Bodegas Esmeralda (AR) 4,6 2,2 5,6 8,3

Masi Agricola (IT) (2) 9,6 1,4 13,9 22,9

Italian Wine Brands (IT) 7,2 0,9 6,0 12,3

Ktima Kostas Lazaridis (GR) nd 0,2 neg. neg.

J Boutaris & Son Holding (GR) neg. neg. neg. neg.

Media Altri Paesi 9,7 1,6 10,3 15,1

Media Società Vinicole 10,0 1,3 11,7 19,2

Medie calcolate escludendo i valori negativi e non disponibili

(1) EV= Enterprise value; BV= Book value; Valori di Borsa medi mensili relativi al mese di

chiusura dell'esercizio.

(2) Si tratta dei margini reddituali annualizzati dei primi 6 mesi 2015.

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Graf. 2 – Pesi % nell’indice mondiale Mediobanca: 14 marzo 2016

Australia11%

China12%

North America60%

Chile4%

France3%

Spain1%

Others9%

UKSouth AfricaNew Zeland

GreeceGermanyArgentina

AustriaPolandBulgaria

RussiaItaly

Graf. 3 – Indice mondiale Mediobanca: 2/1/2001 – 14/3/2016

456585

105125145165185205225245265285305325345365385405425445465485505525545565

MSCI ALL COUNTRIES (VALUTA LOCALE) INDICE MEDIOBANCA DELE SOCIETA' VINICOLE (VALUTA LOCALE) INDICE MB DELLE SOCIETA' VINICOLE (DEFLAZIONATO)


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