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a cura di Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017 Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017 E...

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Speciale a cura di Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017 OLTRE L’Italia nel mondo, il mondo in Italia.
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Speciale a cura di

Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

OLTREL’Italia nel mondo,

il mondo in Italia.

Nuova Classe E Cabrio.L’intelligenza è una scoperta continua.Il piacere di guida open air si fa strada sulla Nuova Classe E Cabrio. Anche in movimento, ti bastano 20 secondi per aprirela capote e goderti le carezze del vento, mentre l’AIRCAP riduce le turbolenze nell’abitacolo e la sciarpa d’aria caldaAIRSCARF prolunga la stagione estiva anche quando le temperature scendono. L’emozione allo stato puro ora ha un nome.

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2 (g/km): 194 (Classe E 400 4MATIC Cabrio) e 126 (Classe E 220 d Cabrio).

3

Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

EDITO

RIAL

E

giovani imprenditori di Confindustria hanno fama di andarecontrocorrente. Il movimento, quando è nato nei primi anni Sessanta – sipiange il primo presidente Lorenzo Vallarino Gancia scomparso qualchegiorno fa a 87 anni – aveva proprio questo proposito: portare aria nuova nellestanze chiuse di una lobby che l’opinione pubblica riteneva egoista e distantedagli interessi della società.

Di tempo ne è passato, Capri festeggia la sua trentaduesima edizione esono di scena i nipoti (quando non i pronipoti) dei pionieri del movimentoche per definizione è croce e delizia dell’Associazione datoriale. Lo spiritoresta lo stesso, quello non cambia. Ma è cambiata Confindustria che oggiassomiglia molto a quella agognata da Gancia: democratica, inclusiva,corresponsabile.

Si potrebbe dire che Confindustria abbia assorbito e fatti suoi i valori delgruppo giovanile. Che oggi deve quindi scegliere un nuovo campo di gioco.Perché se è vero che ha raggiunto gli obiettivi interni che si era prefisso èanche vero che la freschezza che rappresenta è un toccasana perl’organizzazione e il suo mondo di riferimento con particolare riguardo allapolitica.

E alla politica si rivolge con preferenza il neo presidente Alessio Rossi,reduce dal convegno di Rapallo ma alla sua prima edizione sull’isolaazzurra, che invita a riflettere sulla posizione dell’Italia sullo scacchiereinternazionale. Inutile o almeno riduttivo guardarsi l’ombelico e ritenersisoddisfatti di una forma che va lentamente migliorando. Il confronto con iconcorrenti ci fa riflettere.

L’Italia cresce, è vero. Ha imboccato la strada di importanti riforme chestanno incidendo sull’economia reale, quindi sui fatturati, sui margini esull’occupazione. Ma ancora non basta per tornare a essere o diventare queicampioni che i nostri competitori dovrebbero temere più di ogni altro per lepotenzialità che teniamo dentro e stentiamo a far emergere.

Allora un invito a tutti gli interlocutori: basta litigi. Dove laframmentazione è la regola, con tutto quello che comporta in terminid’indebolimento del sistema, l’impegno dei Giovani Imprenditori riuniti aCapri è far riflettere sulla necessità di stare uniti, di trovare un linguaggio eun’azione comune per il bene di tutti. Come dire, la rivoluzione del buonsenso.

ALFONSO RUFFO

La rivoluzione

del buon senso

I

5

Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

3EDITORIALELa rivoluzionedel buon senso

41InsertoFONDAZIONECON IL SUD

78UN ANNO DICONFINDUSTRIA

8 32° Convegno di CapriIL PROGRAMMA

12 Susanna MocciaPiù attenzione alle nostre pmiSpazio a ricerca e innovazione

14 Francesco Giuseppe PalumboForti nel mondo ma dall’esteroarrivano ancora poche risorse

16 Vittorio CiotolaCompetitività? Ok a formazionee più supporto dalle banche

18 Maria Grazia VillanoLe potenzialità non mancanoma occorrono infrastrutture

20 Andrea PorcaroLe grandi aziende scelgono il SannioCi creda anche Roma con la Zes

22 Angela CasalePromuovere i nostri prodottiè una partita da vincere

24 Pasquale SessaGrazie all’export può crescere il territorioPronti alla sfida

38 Renato AbateNecessario unirsi: reti e cultura hitechper vincere la sfida della globalizzazione

58 Pietro SpiritoZone speciali e logistica 4.0:il futuro di Napoli passa per il porto

60 Vito GrassoBene l’exportma serve più sostegno alle imprese

63 Giovanni De MartinoQui sede naturale per ConfindustriaIl futuro del Sud? È nei nostri giovani

64 Industria e territorioEsportazioni, Campaniaregina del Mezzogiorno: +2,3% nel 2017

66 Poli produttiviExport: promosso il Sud. Campania,Calzature al top male la Concia di Solofra

32 Andrea PreteSemplificazione e incentiviCosì ripartono gli investimenti

34 Bruno ScuottoFormazione: il vero segretodelle imprese più competitive

36 Francesco TuccilloSisma bonus ed eco-bonus:l’edilizia riparte con le agevolazioni

26 Paolo ScudieriIl Mezzogiorno ha una marcia in più,la nostra è una missione

30 Amedeo LeporeVoucher, Zes e agevolazioniEcco il piano per le imprese

41

L’ente, insieme ad altre fondazioni e

realtà del terzo settore, ha costruito una

proposta per la valorizzazione in chiave di

imprenditoria sociale delle aziende e degli

immobili sottratti al patrimonio dei boss

Una propo

sta di profonda r

evisione del qua

dro

normativo e deg

li strumenti oper

ativi relativi alla

gestione dei ben

i sequestrati e co

nfiscati alle maf

ie:

è questa una del

le più importanti

sfide in cui si è

lanciata Fondazi

one CON IL SUD,

l’ente no profit

privato nato nel n

ovembre 2006 da

ll’alleanza tra le

fondazioni di orig

ine bancaria e il

mondo del terzo

settore e del

volontariato per

promuovere l’in

frastrutturazione

sociale del

Mezzogiorno e f

avorire percorsi d

i coesione sociale

per lo sviluppo.

La Fondazione, p

resieduta da Car

lo Borgomeo, ha

coordinato un

gruppo di lavoro

costituito dalla

Fondazione Carip

lo, dalla Fonda-

zione Cariparo, d

alla Fondazione

del Monte di Bol

ogna e Ravenna,

dalla Fondazion

e Sicilia e dal Fo

rum del Terzo se

ttore che ha sent

ito

l'esigenza di svilu

ppare un'approfo

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su questo

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Le indicazioni, ch

e di seguito si pre

sentano in modo

sintetico,

individuano i pu

nti decisivi di un

a possibile, ed au

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tto in sede

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Beni confiscati

alle mafie

Avanticon la riforma

del sistemaCarlo Borgomeo

presidentedi Fondazione con il Sud

Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

La Fondazione

CON IL SUD è un en

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ivato

nato nel novem

bre 2006 dall’a

lleanza tra le fo

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origine bancari

a e il mondo de

l terzo settore p

er promuo-

vere l’infrastrut

turazione social

e del Mezzogio

rno, ovvero

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ciale per lo svil

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La Fondazione

sostiene interv

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cazione dei rag

azzi alla legalità

e per il contras

to alla di-

spersione scola

stica, per valori

zzare i giovani t

alenti e

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elli” al Sud, pe

r la tutela e val

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eni confiscati a

lle mafie),

per la qualifica

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i, per l’inte-

grazione degli

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avorire il welfa

re di comu-

nità.

La Fondazione

CON IL SUD ha

sostenuto oltr

e 1000 inizia-

tive, tra cui la n

ascita delle prim

e 5 Fondazioni

di Comu-

nità del Mezzog

iorno, coinvolg

endo 6.000 org

anizzazioni

e 283 mila citta

dini, soprattutt

o giovani, erog

ando com-

plessivamente c

irca 180 milioni

di euro di risor

se private.

INFO:

www.fondazion

econilsud.it / ww

w.bilanciodimi

ssione.it

ALESSIO ROSSI

Guardare oltree fare sistemaServono sceltelungimiranti

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SOMMAR

IO

I PROTAGONISTI

FOCUS EXPORT

68 Pianoforte Holding70 Marina di Sant’Anna72 Sippic74 TGroup

IMPRESE DI SUCCESSO

ildenaro.ittel. 081.19349000fax [email protected]

Supplemento gratuito allatestata www.ildenaro.itiscritta al ROC n. 26253

Direttore responsabile:Alfonso Ruffo

Società editrice:Denaro Progetti Srl

Direzione e amministrazione:Galleria Umberto I 8380132 Napoli

[email protected]

www.magjlt.com

ROMA

MILANO

TORINO

BERGAMO

BOLOGNA

PADOVA

PORDENONE

NAPOLI

CATANIA

LONDRA

MAG-JLT “THE INSURANCE BROKER OF ITALY’S BUSINESS ENTERPRISES”

FIRST ITALIAN BROKER TO BECOME A LLOYD’S BROKER AND AMONGST THE LARGEST INDEPENDENT BROKERS IN ITALY

200 Employees and business areas ranging from corporate risks to aviation, marine, affinity, fine art and part of the JLT Network covering 135 countries worldwide

JLT International NetworkPartner

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Ogni viaggio inizia col primopasso.Ogni impresa inizia con untratto di matita.Ogni cosa contiene ilsuo oltre.Oltre l’ingegno, i progettidiventano reali quando si possono

toccare. Bulloni nelle sonde spaziali, cavi sottoi mari, microchip nel telefono. É dai tempi delcannocchiale di Galileo che l’Italia esportatecnologia.Oltre la strada già tracciata, ogni personatrova un’ispirazione: dalle ali di Leonardo DaVinci al design, c’è un’Italia che esporta sestessa col fascino immortale delle proprie idee.C’è un’Italia che diffonde il meglio di sé e trovain ogni angolo del mondo un’occasione perintegrarsi e crescere insieme. E che chiede lostesso a chi investe qui. C’è un Italia che nonchiuderà le porte in faccia a nessuno. E sa cheil futuro sarà robotizzato, ma la veramacchina dell’avvenire resterà l’uomo.Serve impegno contro ogni disuguaglianza,perché la crescita di un Paese non vale meno diquella di ogni suo singolo cittadino.C’è una galassia di italiani, oltre l’Italia chenon li ha saputi trattenere. Ci sono le nostreimpronte digitali e la nostra tenacia su ponti,dighe, architetture, opere d’arte.É l’epica delle cose fatte bene: della crescita cheriparte, e stavolta non si deve fermare. Ilrischio Paese deve diventare un valore Paese.Qui può nascere una nuova Europa, che alledue velocità preferisce un solo percorso,venendo da 27 direzioni.Siamo quelli che puntano ai campioni europei:siamo le grandi storie industriali, siamo ipiccoli eroi. É l’epica delle persone coraggiose:quelle che sul tavolo sbattono le soluzioni, noni pugni. Perché non ci basta che le Istituzioni cirappresentino, vogliamo che ci migliorino. Él’epica di ogni momento: ogni giorno è unarivoluzione, ogni impresa contiene unprogresso. Non ci sono frontiere che possanocontenere la forza del cambiamento. É ilfuturo, semplice. Ed è OLTRE.

VENERDÌ 20 OTTOBRE

Ore 14.15 Registrazione dei partecipanti

Ore 14.35 Apertura lavoriFrancesco Palumbo, Presidente G.I. ConfindustriaCampania

Ore 14.45 OLTRE.L'Italia nel mondo, il mondo in Italia.

Alessio Rossi, Presidente Giovani ImprenditoriConfindustria

Ore 15.15 Uno sguardo al mappamondo Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo di ISPI

Ore 15.30 Vivere ai tempi dell’economia mondialeEditoriale di Maurizio Molinari, Direttore de LaStampane discutonoOfer Sachs, Ambasciatore d’Israele in ItaliaAntonio Alunni, Amministratore Delegato FucineUmbreStefano Venturi, Presidente American Chamber ofCommerce in Italy

Ore 16.10 Cambio d'epocaEnnio Doris, Amministratore Delegato BancaMediolanum

Ore 16.25 Spingersi oltre gli ostacoliEditoriale di Guido Gentili, Direttore Sole 24 Orene discutonoLiborio Stellino, Ambasciatore d’Italia Emirati ArabiUnitiAlessandra Ricci, Amministratore Delegato SIMEST

32° Convegno di

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Ore 16.55 Fishbowl debate - storie di export Davide Bollati, Presidente DavinesErnesto Lanzillo, Senior partner DeloitteCostantino Vaia, DG Consorzio Casalasco delPomodoro - Pomì

Ore 17.30 Facciamo squadraLuca Lotti, Ministro per lo SportMauro Baldissoni, Direttore Generale AS Roma

Ore 17.55 Esportare la bellezzaDario Nardella, Sindaco di FirenzeCesare Verona, Amministratore Delegato Aurora

Ore 18.15 Intervento Angelino Alfano, Ministro degli Affari Esteri edella Cooperazione Internazionale

Ore 18.20 Chiusura lavori

SABATO 21 OTTOBRE

Ore 09.30 Registrazione dei partecipanti

Ore 09.50 Apertura lavoriFrancesco D’Alema, Presidente ComitatoInterregionale Mezzogiorno G.I.

Ore 10.00 Direzione crescitaIvan Scalfarotto, Sottosegretario MinisteroSviluppo Economico

Ore 10.15 A chi interessa l’ItaliaLucio Caracciolo, Direttore Limes

Ore 10.30 Fishbowl debate - A trazione Sud

Bernardo Mattarella, Amministratore DelegatoBanca del Mezzogiorno Mediocredito CentralePaolo Scudieri, Presidente Adler Group

Ore 10.55 Campioni europeiGiuseppe Bono, Amministratore DelegatoFincantieri

Ore 11.10 Le sinergieEditoriale di Guido Gentili, Direttore Sole 24 Orene discutonoSilvio Angori, Amministratore Delegato PininfarinaGianluca Brozzetti, Amministratore DelegatoGruppo Buccellati

Ore 11.40 La rotta americanaEditoriale di Maurizio Molinari, Direttore de LaStampane discutonoMaurizio Balducci, Amministratore DelegatoOvermarine GroupGabriele Clementi, Presidente El. En. GroupClaudio Dordi, Università Bocconi

Ore 12.20 Lo stato investitoreInnocenzo Cipolletta, Presidente Fondo Italianod’Investimento

Ore 12.35 Intervento istituzionale

Ore 12.50 InterventoVincenzo Boccia, Presidente Confindustria

Ore 13.15 ConclusioniAlessio Rossi, Presidente Giovani ImprenditoriConfindustria

Modera le due giornate: David Parenzo

Capri

IGiovani Imprenditori di Confin-dustria pronti ad andare “Oltre”per rilanciare un Paese a cui ser-vono idee e coraggio per tornare

a correre. Il titolo del 32° Convegnodi Capri è indicativo. L’industria habisogno che l’Italia guardi più in làdei propri confini - non solo quelligeografici - e che il mondo guardiall’Italia in modo diverso. La partitaè anche e soprattutto culturale comedimostrano le recenti analisi eco-nomiche sul rating nazionale e sulvalore del Brand Italia.

Si va “Oltre”, come sostieneAlessio Rossi che da qualche meseè alla guida del Gruppo Giovani Im-prenditori, perché il rischio e con-naturato in tutto ciò che si fa. Perchéal primo posto, per il presidente,c’è l’orgoglio nei confronti dell’Ita-lia e di un’Industria, che non sem-pre è amata ma che dà lavoro ad oltreun terzo degli italiani.

In questo senso la sua analisi nonpuò che partire dal ruolo dell’Italianel mondo e dell’influenza del

mondo in Italia, dagli investimentiinterni ed esteri, che devono diven-tare leva di sviluppo per i prossimi30 anni.

Uno spunto alla riflessione glielaconsegna l’analisi che Moody’s hafatto del nostro Paese confermandoil rating negativo Baa2. L’agenziainternazionale ha riconosciuto i re-centi miglioramenti dell’Italia, lastabilizzazione del settore bancario,la crescita economica superiore alleattese. Nonostante questo ha con-fermato l’outlook negativo. Perché?Perché non sono diminuiti i rischidi un peggioramento dell’affidabi-

lita creditizia né il Paese ha saputooffrire certezze sulle priorità poli-tiche del prossimo governo. Perchél’Italia resta vulnerabile agli shockeconomici e finanziari.

Gli analisti economici di Moody’sattendono insomma di capire se ilPaese, col nuovo corso di governo,saprà garantire una strategia di ri-forme strutturali e un percorso dipolitica fiscale capace di produrrel’auspicata riduzione del debitopubblico.

Ancor più significativi sono i datidi Brand Finance e Fdi Intelligen-ce-Financial Times che hanno sti-

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Guardare oltree fare sistemaServono scelte lungimiranti

I PRO

TAGO

NIST

IAlessio Rossipresidente nazionale dei Giovani imprenditori

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

I PRO

TAGO

NIST

I

lato come ogni anno la classifica deiBrand Paese. Quello dell’Italia è au-mentato rispetto allo scorso anno,con una crescita record di 513 mi-liardi di dollari (+34%), superandoi 2mila miliardi di dollari. Ciò nonè bastato a rafforzare l’immagine delbrand che al contrario si è indebo-lito scendendo da AA- ad A+. In-somma anche qui l’instabilità poli-tica ha condizionato i giudizi e si èriflettuta in un parere negativo daparte del mondo degli affari.

Rossi invita a riflettere su questevicende, a pensare anche ciò che lostesso Massimo Pizzo, ManagingDirector Italia di Brand Finance hamesso in evidenza, ossia che siamopenalizzati da una percezione sullecondizioni in Italia che e peggiorerispetto alla realtadei fatti. E questoaccade per diversi fattori, per unaqualita della comunicazione nonadeguata, per la storica tendenzadegli italiani a screditarsi, per leforti aspettative nei confronti del-l'Italia spesso deluse. Ecco, dunque,che ritorna la necessità di un cambiodi marcia e di approccio alla gestio-

ne del sistema Italia, sottolinea ilpresidente.

Il Paese inizierà a correre, ne so-no convinti i Gi, se il mondo del-l’industria, le istituzioni, le orga-nizzazioni datorali e sindacali re-meranno tutti dalla stessa parteguardando alla crescita in un’otticadi lungo periodo. Chi già lo ha fattoè più avanti di noi.

La ferma convinzione di Rossi èsupportata dai dati sull’export. Ger-mania con 257,3 miliardi di euro disaldo e Paesi Bassi con 59,9 miliardisono ai primi posti della classificaeuropea. l’Italia è terza con un saldodi +51 miliardi. Lo stesso vale pergli investimenti esteri per i quali ilnostro Paese si attesta al nono postoin termini di attrattività per gli in-vestimenti diretti esteri e solo al18esimo in termini di investimentieffettivamente ricevuti nel corso del2015.

Il nostro paese perde due posi-zioni rispetto all'anno precedentenonostante l'Europa occidentalecontinui a rappresentare la desti-nazione piu attraente, con il 77% di

investimenti diretti con la triadeRegno Unito, Germania e Franciache da sola si e aggiudicata il 51%del totale.

Questo porta i Giovani di Con-findustria a lanciare col convegnodi Capri un messaggio chiaro: oc-corre fare sistema, sentire il valoredella responsabilità. Vale per le partisociali ma soprattutto per la politica.Occorre procedere in maniera co-ordinata e organica, con unità di in-tenti e determinazione. Soprattuttola classe dirigente deve essere ca-pace di indicare una rotta e di per-seguirla, deve saper rispondere aduna domanda: qual è il perimetrodell’Italianità?

Tutto questo, è la conclusione delpresidente, vuol dire anche agire inottica politica e industriale e pen-sare sul lungo periodo. Sono prontia dare il proprio contributo i giovaniimprenditori, quelli che il futuro lovivranno davvero. E chiedono sceltegiuste, magari difficili, ma lungi-miranti. Scelte i cui effetti si ve-dranno fra 10 anni, o forse 20..

FRANCESCO AVATI

LA SQUADRA DI ROSSI

Nicola Altobelli

Licia Angeli

Lara Botta

Franco Bucciarelli

Riccardo Di Stefano

Simone Ghiazza

Giacomo Lucibello

Susanna Moccia

Giordano Riello

NOVE I VICEPRESIDENTIC’E’ ANCHE LA CAMPANASUSANNA MOCCIA

Ripartire dalla valorizzazionedel made in Italy, ritrovandol’orgoglio di produzioni uni-che, capaci di far sognare il

mondo intero. Nasce da qui il nuovocorso dell’impresa giovane italiana,dalle iniziative che i Giovani Im-prenditori hanno scelto di portareavanti in tutta Italia e che proprio daCapri prendono il via facendo ilpunto tra il rapporto inscindibileche lega l’impresa italiana e campa-na ai mercato internazionali. Ne èconvinta Susanna Moccia, vicepre-sidente degli under 40 di Viale del-l’Astronomia.Qual è secondo lei lo stato di salutedell'export campano?

L’export campano fa registrare,in alcuni comparti, una costante, an-che se lenta, ripresa. Stentano i di-stretti, ma fanno meglio le impreseinnovative e quelle legate ai principiguida delle produzioni made in Italy.A trainare il volume delle nostreesportazioni sono soprattutto i com-parti agroalimentare e nautico. Si

potrebbe fare di più, sia in terminidi filiera che in termini di assisten-za, soprattutto per le piccole e microimprese, ma non bisogna dimenti-care che i primi segnali positivi perl’economia della nostra regione ar-rivano proprio da questo indicato-re.Cosa serve alle imprese campaneguidate da giovani per essere piùcompetitive nel mondo?

Il primo errore da non commet-tere è quello di allontanarsi dalleproprie radici. Il made in Italy hafatto grande il nostro Paese nelmondo, ha fatto sognare e fa sognaregenerazioni di stranieri. Il nostro

compito è mantenere vivo questosogno, un valore indispensabile perla competitività delle nostre aziende.un valore che si traduce in creatività,qualità, originalità. Oggi più che maii giovani sono il vero fattore strate-gico per dare un nuovo impulso allacrescita economica del nostro Paese.La formazione, il coraggio, la tenaciae la passione che ci contraddistin-guono sono elementi importanti peraffrontare con successo i rischi e glisforzi dell’attività imprenditoriale. Il Sistema Italia, inteso come as-sistenza a chi investe all'estero,funziona?

Il Sistema Italia ha strumenti e

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Più attenzionealle nostre PmiSpazio a ricercae innovazione

I PRO

TAGO

NIST

ISusanna Mocciavicepresidente nazionale dei Giovani imprenditori

organismi molto utili per favorirel’apertura internazionale delle no-stre imprese. In un mercato globalechiudersi è il più grave errore che sipossa commettere. Molto può esserfatto per migliorare ancora, soprat-tutto in termini di trasformazioneculturale del nostro tessuto produt-tivo.Cosa c'è da correggere?

Bisognerebbe prestare una atten-zione ancora maggiore al mondodelle piccole e micro imprese chetendono a vedere, sempre più, ilmercato estero come fonte di ri-schio. È opportuno che ne colgano,invece, i vantaggi e le occasioni dicrescita. È necessario che questeimprese inizino ad affacciarsi almercato globale e riducano la lorotendenza a “chiudersi”, “aprendosi”alle nuove opportunità e alle sfidecompetitive create e imposte dal-l’internazionalizzazione e dalla glo-balizzazione. La dimensione inter-nazionale della Campania deve raf-forzarsi fino a sviluppare un effettivoradicamento, grazie anche a un ef-ficiente sistema di accompagna-mento del nostro sistema Paese checonsenta di valorizzare al meglio leproprie eccellenze.Aziende estere iniziano a mostrare

interesse per la Campania. Siamosulla rotta giusta?

Trasformare la Campania in unterritorio capace di attrarre investi-menti esteri in misura sempre piùcostante e crescente è un dovere.Anche in questo caso è necessarioavviare un percorso di rivoluzioneculturale. In tal senso negli ultimimesi la Campania ha dato dimostra-zione di sapere attrarre investitoristranieri grazie a un elemento stra-tegico unico al mondo: il suo capitaleumano. Penso, ad esempio, alla Ap-ple Academy o alla scuola per lecompetenze digitali a cui l’Univer-sità Federico II e Deloitte hanno dapoco dato vita. Penso a Cisco e aglialtri che hanno trovato nei nostri ra-gazzi potenzialità uniche. Cosa pensa delle normative, Zes sututte, che Regione e Governo stan-no mettendo in campo per accre-scere l'attrattività della Campaniaall'estero?

Ben vengano tutte le iniziativevolte ad attrarre maggiori investi-menti stranieri e a migliorare la si-tuazione aziendale. In merito, la Po-lonia rappresenta uno degli esempipiù citati poiché, grazie alle zone Zes,il suo Pil è cresciuto notevolmente. Italia all'estero ma il mercato in-

terno? E' un capitolo definitiva-mente chiuso?

Assolutamente no. Il mercato in-terno e il rilancio dei consumi resta-no due priorità. La Campania è ca-ratterizzata dalla dinamicità del tes-suto economico-produttivo, da nu-merose potenzialità del territorio eda risorse umane altamente formatee qualificate che devono essere in-vestite prima di tutto nel mercato lo-cale. C’è però da sottolineare che laridotta crescita del mercato nazionalee la continua espansione dei mercatiemergenti impone alle aziende diguardare oltre i confini nazionali persopravvivere e crescere.Come accrescere la competitivitàdelle imprese italiane all'estero?

Le imprese dovrebbero investiremaggiormente nelle attività di Ri-cerca e Sviluppo per accrescere leloro conoscenze interne e per foca-lizzare la loro attenzione sullo studiodi innovazioni tecnologiche volte amigliorare i prodotti già esistenti oa crearne di nuovi. L’innovazione èessenziale per la crescita della com-petitività e rappresenta il futuro delnostro Paese. Un altro elemento sucui far leva è la formazione, a partiredalle lingue straniere.

ENZO SENATORE

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

“Il primo errore da evitareè quello di allontanarsidalle proprie radici.Il made in Italy ha fattogrande il nostro Paese nelmondo, e ancora incantagenerazioni di stranieri.Il nostro compito èmantenere vivoquesto sogno”

I PRO

TAGO

NIST

I

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Il nuovo presidente del gruppoGiovani Imprenditori di Confin-dustria Campania è un impren-ditore salernitano con una visio-

ne molto concreta del panoramaindustriale locale. Già da presiden-te dei Giovani di Salerno, France-sco Giuseppe Palumbo ha offertonumerosi spunti critici interessantial dibattito sulla crescita e lo svi-luppo. Presidente, cosa possiamo diredell’export made in Campania?

Dagli ultimi dati che siamo riu-sciti a ricavare, vediamo che la Re-gione Campania ha recuperato quasi2,5 punti del Pil, che è più o meno ildoppio rispetto alla Lombardia, undato estremamente positivo fermarestando la difficile condizione dipartenza della nostra economia. Ciòè stato possibile grazie alle eccel-lenze produttive del nostro territo-rio, a cui ha contribuito tantissimoanche l’estero, che nell’ultimo pe-riodo ha tracciato dati positivi.

Solo luci o anche qualche ombra?Dati non positivi, purtroppo, ri-

guardano la seconda fase del rap-porto con l’internazionalizzazione,cioè quella di poter favorire lo svi-luppo di imprese e multinazionaliin aziende estere che vengono a in-vestire in Italia. Abbiamo una ver-sione in controtendenza: esportia-mo, ma abbiamo difficoltà ad avereun territorio attrattivo per chi vienea investire nel nostro Paese.Su quali settori la Regione dovreb-be puntare per recuperare com-petitiva nel mondo?

La nostra è una regione che si ba-sa principalmente su eccellenze nelsettore dell’agroalimentare, del-l’automotive, della meccanica,dell’aerospazio. Sicuramente ancheil turismo nell’ultimo anno sta cre-scendo tantissimo. Ritengo che inun clima mondiale, di perplessità,di paura e di grandissimo rischioattentati l’Italia sta diventando unameta ambita anche per la tranquil-

lità, nonostante le tante incertezzeche abbiamo nel nostro Paese, sottovari punti di vista. E le imprese campane che sononelle mani di giovani hanno mag-giori possibilità di essere compe-titive?

L’innovazione oggi è fondamen-tale, perché ti permette di entrarein mercati dove prima era inimma-ginabile entrare e di stare un passoavanti rispetto alla concorrenza.Non vedo l’innovazione come unostrumento che possa portare pro-blemi all’occupazione, anzi, secon-do me per innovare bisogna for-marsi. Tante tute blu possono di-ventare camici bianchi con la for-mazione. L’industria 4.0 è la nuovarivoluzione industriale, la nuovafrontiera, e il nostro Paese in questosta credendo tanto, perché in de-terminati ambiti come le tecnologiepiù avanzate bisogna arrivarci primadegli altri. Secondo lei il sostegno alle impre-

Forti nel mondoma dall’esteroarrivano ancorapoche risorse

I PRO

TAGO

NIST

IFrancesco G. Palumbopresidente dei G.I. della Campania

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

“È necessario che le istituzioni lavorinoper creare le condizioni affinché una multinazionale

scelga di investire in Italia piuttosto che altroveAl momento siamo decisamente poco competitivi”

se che investono all’estero è suf-ficiente o si può migliorare?

In Italia abbiamo diversi ufficideputati ad accompagnare le azien-de italiane all’estero, penso alle ca-mere di commercio, all’Ice, che so-no uffici che funzionano, ci sonoanche delle assistenze organizzatebene su determinati Paesi, la stessaConfindustria si muove con una se-rie di uffici di rappresentanza. Se siinveste all’estero si va verso regimipiù vantaggiosi.E invece per chi investe in Italia ?

Bisogna lavorare per rendere ilnostro Paese veramente attrattivo,perché se una multinazionale vienea investire in Italia si creano nuoviposti di lavoro e si porta la possibilitàdi far muovere quella filiera indi-retta e verticale che presta lavoro allamultinazionale. Il caso Nestlè di Be-nevento è uno degli ultimi esempilampanti: Nestlè viene, investe, as-sume centinaia di dipendenti e tuttala filiera, da chi produce la mozza-rella al pomodoro, fornisce prodottialla multinazionale e questo vuol di-re far muovere l’economia. Cosa c’è che non la convince ?

In un momento critico a livellomondiale dal punto di vista econo-mico, dove noi paghiamo una pres-sione fiscale pazzesca, che diventaaddirittura secondaria se ci andia-mo a mettere la pressione burocra-tica che inficia l’organizzazione ge-stionale di un’azienda, con questiproblemi anche il made in Italy ri-schierà col tempo di passare in se-condo piano. E quel punto perde-remo tutte le opportunità per at-trarre nuovi capitali. Oggi l’Italia sitrova in una situazione dove le im-prese devono necessariamente in-

vestire, la ripresa c’è ma è comun-que lenta perché i problemi sonotanti, quindi poter portare capitalinuovi dall’estero potrebbe esserequella famosa svolta di cui parliamoda tempo.Volendo restringere il discorsosullo sviluppo alla Campania?

Noi abbiamo la fortuna di avereun popolo laborioso, che ha corag-gio, perché è chiaro che chiuderel’azienda in Campania o in Italia eandare all’estero è la strada più fa-cile, ma se in Campania abbiamotante aziende che rappresentanoanche il fiore all’occhiello del nostroPaese all’estero, vuol dire che esi-stono ancora uomini coraggiosi checredono e investono nel proprioPaese e lo fanno per i figli che ver-ranno.Molto si sta facendo per favorireinvestimenti dall’estero. Al mo-mento c’è la novità delle Zone Eco-nomiche Speciali.

Le Zes rappresentano quelle bestpractice che la regione sta mettendoa punto, così come la decontribu-zione per l’assunzione dei giovani,come il credito d’imposta. Sonoquegli aspetti che, aggiunti ad even-tuali opportunità come fondi euro-pei e fondi nazionali, potrebberorendere la Campania veramente at-trattiva. È grazie a queste best prac-tice che probabilmente nell’ultimoanno abbiamo avuto un recupero delPil, rispetto al 2007 i dati sono be-neauguranti da questo punto di vi-sta, ma è ancora molto poco. Par-liamo di recupero e non di crescita.Voi cosa proponente per essere piùforti all’estero?

Bisogna lavorare molto sull’im-portanza della comunicazione del-

l’importanza del made in Italy, dichi siamo, che facciamo e soprat-tutto come lo facciamo, perchétroppe volte l’Italia e soprattutto ilMezzogiorno e la Campania sonostate oggetto di speculazioni. Biso-gna investire molto anche sulla qua-lità dei prodotti e della produzione,che è l’unico modo per poter con-correre con mercati aggressivi comequello sudcoreano, indiano, unavolta quello cinese. L’unico modoper poter battere questi concorrentiè essere presenti in quei Paesi noncome numero, ma con un nome im-portante. Le vostre iniziative sull’export?

All’atto di insediamento abbiamoorganizzato dei gruppi di lavoro condelle commissioni di studio, ne ab-biamo dedicata una all’internazio-nalizzazione, che è tra l’altro unadelega che io avevo prima di diven-tare presidente regionale ma comepresidente di Salerno, favorendo gliinterscambi e gli incontri con le ri-spettive autorità di una serie di Paesiche individuiamo in base alle nostrecaratteristiche. Lo stiamo facendocon gli Emirati Arabi, con l’Ameri-ca, perché il nostro scopo è quellodi poter incontrare quei Paesi, an-dare lì con le delegazioni e poter or-ganizzare non solo seminari forma-tivi ma anche incontri b2b che pos-sano facilitare i rapporti e gli scambicommerciali futuri.Mercato interno, quindi, discorsochiuso?

Se si creano le condizioni per unaripresa duratura e proficua possia-mo anche ambire a rilanciare ilmercato domestico, ma ci vorrannoanni.

PAOLACIARAMELLA

I PRO

TAGO

NIST

I

Incrementare il supporto bancariofuori dai confini nazionali, poten-ziare le infrastrutture digitali e in-vestire sulla formazione dei gio-

vani imprenditori, che possono col-mare il gap di competitività con leaziende estere. Questi, secondo Vit-torio Ciotola, alla guida dei GiovaniImprenditori dell’Unione industrialidi Napoli dallo scorso aprile, gli ele-menti chiave su cui puntare per ac-crescere la competitività delle im-prese italiane nel mercato globale. Ese un’attenzione maggiore va riser-vata a settori come “servizi e costru-zioni, che non possono usufruire di-rettamente del marchio made in Italycome accade per la moda o l’agroali-mentare”, per la crescita della Cam-pania è necessario “far partire final-mente le Zes, che prevedono in par-ticolare una semplificazione degliadempimenti burocratici”.Presidente, uno sguardo sullo statodi salute dell’export in Campania.

Gli ultimi dati sul Pil campano so-

no in crescita e ciò è dovuto a un’im-portante quota di export su settorichiave del nostro territorio come ae-rospazio, agroalimentare e moda. Lerisorse della regione, i nostri prodottie la creatività ci danno un grande po-tenziale per essere apprezzati al-l’estero. Tuttavia, oggi le imprese ita-liane, e ancora di più quelle campane,hanno un forte gap di competitivitàrispetto alle aziende estere e in talecontesto i giovani possono fare tanto,formandosi in maniera seria anchein contesti internazionali. E propriole istituzioni potrebbero investiresulla formazione dei giovani impren-ditori, affinché riescano a competere

in un mercato globale.Quali sono gli elementi da modifi-care o rafforzare nel Sistema Italia,inteso come assistenza a chi investeall’estero?

Il Sistema Italia, rispetto alle im-prese che investono all’estero oggi,vede nell’ITA (ex ICE) e nelle Cameredi Commercio un supporto sostan-ziale rispetto al passato, però si po-trebbe fare molto di più. Ci sono nu-merosi enti che supportano l’inter-nazionalizzazione con eventi e altreiniziative che però sono fine a se stes-si: si potrebbe pensare di accorparele risorse all’interno dell’ICE e so-stenere i settori che hanno meno ap-

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Competitività?Ok a formazione e più supporto dalle banche

I PRO

TAGO

NIST

IVittorio Ciotolapresidente dei G.I. di Napoli

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peal rispetto alla moda e all’agroali-mentare – che già viaggiano in virtùdel marchio made in Italy – e chehanno bisogno di un maggiore sup-porto, come servizi e costruzioni. Epoi per gli italiani che vanno all’esterobisognerebbe incrementare il sup-porto bancario: oggi, per esempio, seun imprenditore francese viene inItalia trova Bnl, trova Crédit Agricole;trova, insomma, un sistema bancariodel proprio Paese pronto a sostener-lo. Un italiano che va all’estero hamaggiori difficoltà da questo puntodi vista. È necessario incrementaree rafforzare il sostegno all’export, fa-cendo in modo che ciò vada a creareun vero e proprio Sistema Paese al-l’esterno. Per accrescere la competitività delleimprese italiane nel mercato glo-bale su cosa bisogna puntare?

Può sembrare banale per i nostritempi, ma è importantissimo raffor-zare le infrastrutture italiane digitali.Oggi abbiamo ancora aziende chehanno difficoltà a navigare in Inter-net, ci sono delle aree più interne chenon sono coperte dalla fibra, e sap-piamo che essere connessi vuol direavere una finestra sul mondo. E gli investimenti dall’estero in

Campania, secondo lei, sono suffi-cienti?

Sicuramente qualcosa si sta facen-do ma non è abbastanza. Il problemaè burocratico e non è prettamentecampano, ma a mio avviso riguardal’intero Sistema Paese. C’è troppa in-certezza negli investimenti anche sulpiano normativo. Ritiene che le Zes siano utili per ac-crescere l’attrattività della Campa-nia all’estero?

La normativa Zes rappresenta unintervento rilevante per creare unmigliore ecosistema per le aziende.Le agevolazioni fiscali previste dallanormativa sono fondamentali, ma vasottolineato soprattutto il fatto chenelle Zone economiche speciali èprevista una semplificazione degliadempimenti burocratici. E il veroproblema è proprio lì, nella burocra-zia del nostro Paese. Ben vengano,quindi, le Zes. E rispetto al mercato interno com’èla situazione?

Per quanto riguarda il mercato in-terno, oggi le aziende in Italia si pos-sono dividere in due macrosettori. Cisono quelle che esportano, crescono,ma ci sono aziende che operano sulmercato interno che stanno morendo

lentamente. Il maggior cliente delmercato italiano è lo Stato, che spen-de di più nel Sistema Paese, con tuttele imprese che ci lavorano. Ma se pro-prio lo Stato ha ritardi continui neipagamenti, molto spesso le impresesono costrette a ribaltare i ritardi suifornitori e di conseguenza si crea uncircolo vizioso. E poi c’è il regime del-lo split payment che ha dato un altrobrutto colpo alle imprese, perchétrattenendo l’iva si crea un ulterioreproblema, da sommare ai ritardatipagamenti. Sul mercato interno bi-sognerebbe ripartire proprio da lì,dalla pubblica amministrazione: giàrisolvere la problematica pagamentidella PA darebbe un grosso segnale. Come Giovani Industriali di Napolistate mettendo in atto iniziativespecifiche legate all’export?

A Napoli come consiglio ci siamoinsediati da poco, ma stiamo già fa-cendo dei focus Paese per sceglierequello in cui approfondire, con mis-sioni all’estero. Da qui a sei mesi saràfatto il lavoro di indagine e di sceltadei mercati più promettenti; è unadirezione che riteniamo fondamen-tale per la crescita delle nostre im-prese.

PA. CI.

Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

I PRO

TAGO

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I

“Occorre rafforzare leinfrastrutture italianedigitali. Oggi abbiamoancora aziende che hannodifficoltà a navigare inInternet, ci sono delle areepiù interne che non sonocoperte dalla fibra. Essereconnessi vuol dire avereuna finestra sul mondo”

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Il concetto è chiaro: la Campaniaè già competitiva ma potrebbeesserlo ancora di più in presenzadi determinate condizioni.Ma-

ria Grazia Villano, presidente delgruppo Giovani Imprenditori diConfindustria Avellino, ne è ferma-mente convinta. Presidente, partiamo da una seriedi considerazioni sullo stato di sa-lute dell’export campano?

I dati statistici dell’export cam-pano hanno rivelato dinamiche eperfomance positive di tutta l’area.Riporto alcuni dati statistici: laCampania è la prima Regioneesportatrice del Sud Italia con oltre10 miliardi di euro di beni vendutinel 2016.

Il buon andamento delle espor-tazioni prosegue nel primo seme-stre del 2017 con più 2,3 per centograzie anche alle vendite extra-Unione Europea.

La Campania ha dimostrato diessere competitiva nelle produzionia piuelevato contenuto tecnologico,

come aeromobili, veicoli spaziali erelativi dispositivi, settori di puntadell’export regionale.

Risultati positivi si sono registra-ti anche nel settore agroalimentare,farmaceutico, mezzi di trasporto,moda e turismo. La Campania potrebbe avere an-che un valore aggiunto rappresen-tato dal suo capitale umano. Lapresenza di giovani in azienda puòfare la differenza in termini di ex-port?

In primo luogo, chiediamoci cosasi intende per capacità imprendi-toriale.

E’ la capacità di assecondare il

cambiamento senza farsi travolgere.Questo è più che mai necessarionella realtà odierna, dove tra nuovetecnologie e globalizzazione deimercati, la concorrenza si abbattesolo assecondando i mutamenti chela società impone.

La resilienza, caratteristica ti-pica di noi Giovani, è condizionenecessaria per far fronte a tali cam-biamenti e il concetto di co-wor-king deve essere il nuovo baluardodelle nostre aziende per resisterein un mercato sempre più sotto-posto ad una concorrenza spietatae all’internazionalizzazione dellostesso.

Le potenzialitànon mancanoma occorronoinfrastrutture

I PRO

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NIST

IMaria Grazia Villanopresidente dei G.I. di Avellino

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Per ottenere risultati all’estero c’èbisogno anche di un sistema di ac-compagnamento che funzioni adovere. Secondo lei gli strumentimessi a disposizione delle aziendesono sufficienti?

La Regione Campania, intesa co-me Sistema Italia, ha un piano stra-tegico per l’internazionalizzazioneanche ben strutturato. A mio avvisoandrebbe maggiormente divulgatoalle imprese campane per dare ef-ficacia alle misure in esso previste.A tal proposito ricordo che PalazzoSanta Lucia ha siglato due impor-tanti protocolli di intesa con Sace eUnioncamere per favorire l’inter-nazionalizzazione e ampliare l’of-ferta dei servizi destinati alle im-prese campane per promuovere ipropri prodotti e servizi sui mercatiesteri. Capitolo investimenti esteri inItalia. Dal suo osservatorio che va-lutazione si sente di fare?

E’ noto che le potenzialità delterritorio campano sono elevate. E’necessario fare di più per attrarregli investitori esteri, ad esempio intermini di intervento sulla carenzainfrastrutturale delle nostre areeindustriali, in relazione al cuneo fi-

scale e tutta una serie di altre leveutili per accrescere l’attrattività delnostro territorio all’estero. Regione e Governo stanno met-tendo in campo una serie di ini-ziative per favorire l’arrivo di ca-pitali dall’estero in Campania. Lamisura del momento è l’istituzio-ne delle Zone Economiche Spe-ciali. Lei che ne pensa?

Le Zone Economiche Speciali(Zes) hanno l’obiettivo di attrarreinvestimenti esteri o extra-regio-nali, attraverso incentivi, agevola-zioni fiscali, deroghe normative. Ri-tengo rappresentino uno degli stru-menti normativi utili e necessariper consentire alla Campania diaumentare la sua attrattività al-l’Estero.Questa grande attenzione versol’export rischia di far perdere divista la situazione del mercato in-terno, che sembra compromessa.lei che ne pensa?

Assolutamente No. Il mercato in-terno può essere alimentato ancheattraverso l’abilità di fare rete, “faresistema", e ancor prima, lavorandosulla capacità di costruire l’identitàdel sistema, sulla volontà di dar vitaad un tessuto di relazioni a vari li-

velli tra le strutture produttive e traqueste e gli altri soggetti istituzio-nali.Che proposte si potrebbero avan-zare per accrescere la competiti-vità delle imprese italiane al-l’estero?

La competitività delle impreseitaliane nei nuovi mercati interna-zionali è oramai sempre più inte-grata con la capacità delle stesse digenerare un ecosistema che inglobiin una visione unitaria impresa,università e ricerca.

Il gruppo Giovani Imprenditoridi Confindustria Avellino resta co-munque molto attivo anche nel fa-vorire rapporti tra aziende in am-bito domestico e non solo nel rap-porto con i mercati internazionali.Molto ben riuscita, in questo senso,l’iniziativa dei Business Café che havisto la partecipazione di centinaiadi aziende e professionisti, moltidei quali provenienti da altre zonedella Campania.

Un modo diretto per favorirerapporti di affari e consentire a chiha delle idee innovative di poterleesporre nella maniera più velocepossibile.

PA. CI.

I PRO

TAGO

NIST

I

In Irpinia l’edizione 2016del Business CaféHandShake Winter Edition,l’evento organizzato ognianno dai GiovaniImprenditori perconoscersi e svilupparerelazioni di business traaziende campane ed extraregionali

Campania prima regione espor-tatrice del Sud e nona in Italia,con 10 miliardi di beni espor-tati, il 2,4% del totale nazio-

nale, e un tasso di crescita intorno al3% nel 2016. Parte da questi numeril’analisi di Andrea Porcaro, presi-dente dei Giovani Imprenditori di Be-nevento. Dati che, spiega l’impren-ditore, sorridono in particolare aiprodotti sanniti “che hanno fatto re-gistrare negli ultimi anni ottime per-formance. Tra il 2015 e il 2016 infattila provincia di Benevento presentauna crescita export dell’11,1%, per-centuale tra le più alte della Campania.Tra i settori che esportano maggior-mente emergono quello della filieraagroalimentare e dell’automotive”.In questo contesto quale prospettiveintravede per le imprese campaneguidate da giovani?

Secondo i dati emersi da un’analisidi Unioncamere, sembra che l’ele-mento giovanile nel tessuto impren-ditoriale italiano stia decisamente ac-celerando e quasi una nuova azienda

su 3 (il 30,4%) sia guidata da unanuova generazione di manager under35. Rispetto alla fine del 2016, il nu-mero di società guidate da millennialè aumentato del 6,1%. Queste azien-de potranno favorire la crescita delnostro Paese e a loro suggerisco didotarsi di prodotti e/o servizi di qua-lità e di una organizzazione efficientecapace di anticipare le evoluzioni ele esigenze del mercato.Le istituzioni, secondo lei, stannosupportando nel modo giusto le im-prese che vogliono investire all'este-ro?

I risultati dell’export dicono di sì.Aver dedicato negli ultimi due anni

risorse pari a 50 milioni di euro an-nui al piano export sud a mio avvisoè una scelta che favorisce l’export.Il piano si articola in diversi inter-venti destinati alle imprese, in par-ticolare alle medie e piccole imprese.Al fine di raggiungere due finalità:trasformare le aziende potenzial-mente esportatrici in esportatoriabituali e incrementare la quota ex-port ascrivibile alle Regioni del Mez-zogiorno sul totale nazionale. Ma an-che lo strumento dei voucher perl’internazionalizzazione rappresentauna importante supporto per chi in-tende strutturarsi ed investire al-l’estero.

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Le grandi aziendescelgono il SannioCi creda ancheRoma con la Zes

I PRO

TAGO

NIST

IAndrea Porcaropresidente dei G.I. di Benevento

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

E la Campania oggi sa essere real-mente attrattiva per gli investoristranieri?

Credo si possa fare sempre di più.Riuscire ad essere attrattivi è per noiuna leva fondamentare per far crescereil Pil delle singole province campane equindi dell’intera regione. Vorrei ri-chiamare l’attenzione sull’importanteinvestimento Nestlé che è stato pre-sentato poche settimane fa e che vedràa Benevento la realizzazione di un hubinternazionale della pizza. L’investi-mento messo in campo dalla Nestlèsarà dunque in grado di sviluppare al-cuni assi strategici che nel futuro por-teranno vantaggio in termini di valoree vero vantaggio competitivo per l’in-tero Paese. Il progetto prevede tre lineedi produzione, le migliori tecnologieoggi disponibili, magazzini a tempe-ratura controllata, nuovo lay out linea-re, 159 nuovi posti di lavoro previstientro il 2020 quando lo stabilimentosarà a regime, per una fabbrica 4.0 chepotrà produrre fino a 350 pizze al mi-nuto. L’investimento è supportato daun accordo di programma tra il Mini-stero dello Sviluppo Economico, Re-gione Campania e Invitalia e da unContratto di Sviluppo industriale. A Benevento si è molto discusso delprovvedimento sulla zona economica

speciale che Regione e Governo stan-no mettendo in campo...

Ritengo molto intelligente la sceltadel governo regionale di puntare sulleZes, come strumento di attrazione diinvestimenti. Questo strumento uni-tamente al rilancio dei Porti e della lo-gistica può rappresentare senza dubbioun importante volano per l’intera re-gione. Sulla scelta delle zone da indi-viduare come Zes, l’attuale propostadeliberata dalla Regione Campaniaprevede due fasi. Nella prima si inclu-dono alcune aree, nella seconda se neprevedono altre. Benevento è l’unicaprovincia campana collocata nella fasesuccessiva. L’auspicio di ConfindustriaBenevento, manifestato anche pub-blicamente dal presidente Liverini èche su questa partita si possa aprire unragionamento franco e scevro da cam-panilismi, ma funzionale nel rispon-dere alla domanda proveniente dagliinvestitori. Una domanda che a Bene-vento è ben presente e delineata. Tral’altro proprio la zona industriale diPonte Valentino è già servita da unastazione ferroviaria e da uno scalo mer-ci, adeguato a fine anni novanta e at-tualmente inutilizzato.Arranca il mercato interno. Come sirisponde a questa situazione?

La riduzione demografica e il mu-

tato scenario economico hanno di fattoridotto la domanda interna. Tuttavia siriduce la domanda di alcuni prodotti oservizi ma nel contempo aumenta ladomanda di altri servizi correlati allemutate condizioni della popolazione.L’importante a mio avviso è risponderea queste nuove esigenze e attivare po-litiche che favoriscano gli investimentie creino reddito ed occupazione perevitare fughe di cervelli e di giovani.Proprio su questo punto sono ancoratroppi i giovani che continuano a la-sciare il territorio, soprattutto in alcunearee del Paese. Per loro ci vuole unaterapia d’urto, che come più volte sot-tolineato dai Giovani Imprenditori,potrebbe essere già prevista nella pros-sima manovra finanziaria. Mi riferiscoad una decontribuzione del 100% perl’ingresso dei giovani, con età fino a 35anni. Una operazione che, secondo idati del Centro Studi Confindustria,attiverebbe circa 900.000 posti di la-voro.Ci dia la sua ricetta per accrescere lacompetitività delle imprese italianeall'estero.

La competitività si gioca su alcunifattori prioritari: il prodotto, l’orga-nizzazione aziendale e la professiona-lità e la competenza del personale.

EN. SE.

I PRO

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I

Tra il 2015 e il 2016 ilterritorio sannita ha fattoregistrare una crescitadell’export dell’11,1%, tra le più alte dellaCampania. I settori con lemigliori performance sui mercati internazionalil’agroalimentare el’automotive

22 Aangela Casaleè al suo esordionel ruolo di presidente delgruppo Giovani di Confindu-stria Caserta ma ha alle spalle

una considerevole esperienza nell’as-sociazione sia come membro del co-mitato Internazionalizzazione di Con-findustria Caserta che come delegataregionale del comitato Piccola Indu-stria della territoriale di Terra di La-voro. Presidente, vogliamo parlare del-

lo stato di salute del sistema campanodi esportazioni. Magari partendodalla sua azienda di appartenenza, laAnnamaria Alois?

La mia impresa produce e com-mercia tessuti di pregio, di conse-guenza ha come riferimento un mer-cato di nicchia perché certamente iprodotti che vendiamo non si pre-stano a essere inseriti nel contestodel grande export. Se vogliamo par-lare di numeri, invece, posso direche al momento l’80 per cento delnostro fatturato proviene da venditeall’estero.

Questo cosa significa?Senza dubbio che l’export è una fon-

te di salvezza per molte aziende che,altrimenti, avrebbero problemi a so-pravvivere in un contesto come quelloitaliano. Volendo allargare l’orizzonte a una

valutazione del sistema export dellaCampania?

In questa regione abbiamo tanteimprese che producono prodotti di fa-scia alta e rappresentano delle realtàdi spicco nel panorama del Made inItaly. Però è necessario che l’intero si-stema funzioni e che le istituzioni fac-ciano la loro parte sia sostenendo i pro-cessi di internazionalizzazione che in-vestendo, insieme alle aziende, in in-novazione. Dai giovani imprenditori che con-

tributo può arrivare al processo diinternazionalizzazione del mondoeconomico campano e nazionale?

Siamo già impegnati attivamente suquesto fronte con una serie di inizia-tive. Su tutte l’alternanza scuola-lavoro,

che ci permette di mettere in connes-sione le imprese, gli istituti scolasticie, a un livello più alto, l’università. Cer-to, si può fare di più. Per esempio met-tere i giovani in condizione di cono-scere le migliori imprese del territo-rio.Con quale scopo?Per far capire che in Campania, e

specificamente nel territorio casertanoche io rappresento, ci sono delle realtàdi primo piano che possono cresceree offrire lavoro. Poi c’è il discorso com-plessivo della comunicazione perchéè necessario che le nostre migliori re-altà abbiano una loro visibilità inter-nazionale, sia singolarmente che in re-lazione al settore di appartenenza, an-cora troppo carente. Export da una parte, attrazione di

investimenti dall’altra. La Campa-nia, secondo lei, è una regione chepuò destare interesse per gli impren-ditori di altri Paesi del mondo?

Rispondo prendendo in prestito leparole di un manager di una grande

Promuoverei nostri prodottiè una partitada vincere

Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Angela Casalepresidente dei G.I. di Caserta

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multinazionale, che ha parlato nel cor-so dell’ultima assemblea pubblica diConfindustria Caserta. Ebbene, questapersona ha detto che in Campania, edin modo particolare a Caserta, la suasocietà ha trovato persone affidabiliche si sentono parte integrante del-l’impresa.Questo cosa significa?La Campania e il Sud, in termini

di attaccamento al lavoro e di dedi-zione, hanno qualcosa in più che fa ladifferenza e che viene loro ricono-sciuto dalle grandi aziende interna-zionali. Su questi aspetti dobbiamolavorare perché questo territorio èfatto di persone affidabili alle quali ilmondo sta cominciando a offrire dellechances.

Le misure istituzionali per l’attra-zione di capitali dall’estero, in questosenso, la convincono? Crede sianoun incentivo reale a investire inCampania e in Italia?

Sono misure molto importanti che,combinate tra loro, possono accrescerel’appeal dell’Italia e del Sud. Penso alcredito d’imposta per i nuovi investi-menti nel Mezzogiorno e alla decon-tribuzione per i nuovi assunti a tempoindeterminato. Sono passi in avantiimportanti.

Che vanno accompagnati in chemodo?

Con la comunicazione. Oggi viviamoin un mondo che, soprattutto grazie aisociali network, è costantemente con-nesso. Ecco, noi in questo contestodobbiamo essere presenti da protago-nisti. Poi bisogna fare sistema e aggre-gare le energie perché, e quanto sto di-cendo è sotto gli occhi di tutti, presen-tarsi al cospetto dei mercati interna-zionali con un sistema forte e coeso fala differenza in termini di business. I giovani imprenditori campani

sono pronti ad affrontare queste sfi-de?

Molti sono ancora troppo conser-vatori, nonostante la giovane età. Manon gliene faccio una colpa. Qui è il si-stema che deve fare formazione, spie-gare come si comunica nel mondo, il-lustrare le nuove forme di pubblicitàche esistono in ambito globale, incul-care una mentalità da innovatori.Se parliamo di Italia nel mondo

non possiamo dimenticare tutto ilcomplesso universo di agenzie e re-altà istituzionali che accompagnanole aziende nei loro investimenti. Leiche ne pensa?

Ice e Governo, insieme a Confin-dustria, hanno messo in campo una

serie di iniziative che sono state di aiutoper entrare nei mercati internazionali.Ma torniamo al discorso dell’aggrega-zione. Gli strumenti funzionano, pensoper esempio ai bond per gli agenti tem-poranei all’estero, ma se un’azienda èsola e soprattutto guidata da giovaninon riesce ancora a emergere lontanodall’Italia. Lei quando gira il mondo che idea

si fa del Made in Italy?Tutto ciò che è italiano è ambito, pe-

rò se parliamo di investimenti dob-biamo anche dire che l’affidabilità delnostro sistema è considerata scadente.La situazione politica in continuo cam-biamento non aiuta ad attrarre capitali,chi investe vuole avere certezze di re-gole e di interlocutori. Italia nel mondo, mondo in Italia.

Una sfida che si può vincere?Certamente, a patto che tutti fac-

ciano la loro parte e che finalmentel’Europa sia un territorio omogeneo.Io sono europeista convinta però, perfare un esempio, non mi spiego comemai la qualità della vita di Casertadebba essere inferiore a quella delNord Italia o di qualche altro contestoeuropeo. Su questo aspetto c’è moltoda lavorare.

PA. CI.

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

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“In questa regioneabbiamo tante imprese cherealizzano prodotti difascia alta e rappresentanorealtà di spicco nelpanorama del Made inItaly. Le istituzioni devonofare la loro partesostenendo i processi di internazionalizzazione”

Un piano armonico e struttu-rato per l’internazionalizza-zione delle imprese. Per Pa-squale Sessa (Cicalese Im-

pianti SRL, Salerno), alla guida deiGiovani Imprenditori di Confindu-stria Salerno da aprile 2017, la chiaveper la crescita dell’export è “fare si-stema”. Tanto che annuncia che “unapossibile missione all’estero, strut-turata con i vari enti camerali che conle ambasciate”.Presidente, come commenta i re-centi dati sull’export campano?

Con grande ottimismo. Dimostra-no che l’export in Campania sta cre-scendo tantissimo. Oggi il Porto diSalerno è una realtà affermata, i suoioperatori stanno raggiungendo nu-meri sopra la media e sono quasi ar-rivati a livelli pre-crisi, investendosoprattutto sulle esportazioni. Tanteaziende, durante la crisi, quando iconsumi interni del Paese venivanosempre più a diminuire, sono rimastein piedi grazie all’export.

In che modo le imprese campaneguidate da giovani possono diven-tare più competitive nel mondo?

Noi giovani dovremmo avere il co-raggio di fare delle fusioni, essere piùuniti e fare sistema, perché per an-dare all’estero bisogna essere strut-turati in modo ben preciso, non pos-siamo più pensare di fare azienda co-me facevano i nostri genitori. E poiin Italia abbiamo bisogno di banchedi investimento che credano nei pro-cessi di internazionalizzazione dellenostre imprese e che possano entrarenei nostri capitali. Le aziende delMezzogiorno sono sane, ecco perchédovremmo avere la capacità di met-

terci insieme e far sì che un sistemabancario di investimento ci creda in-sieme a noi. Sul fronte dell’assistenza per chiinveste all’estero, secondo lei, il Si-stema Italia funziona?

A livello generale abbiamo l’Iceche ci supporta all’estero ma, anchecon la stessa Sace, ad oggi non abbia-mo soggetti che investono con noi.La Campania si sta dimostrando ab-bastanza in fermento e capace forsedi accompagnare le imprese, haemesso il bando dei Voucher per l’in-ternazionalizzazione, che sono di aiu-to per chi ha dei costi da sostenereper mantenere il brand fuori. A mio

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Pasquale Sessapresidente dei G.I. di Salerno

Grazie all’exportpuò crescereil territorioPronti alla sfida

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

avviso, però, è necessario un pianostrutturale: se davvero il Paese vuoleinternazionalizzare ci deve essere unpiano armonico e strutturato sui set-tori su cui investire. Penso che lo Sta-to debba fare una scelta per capirequali sono i settori che possano fareda volano per la crescita dell’econo-mia e per far sviluppare il Paese, in-vestendo su quelli. E, per attrarre investimenti esteriin Campania, come bisogna muo-versi?

In Campania dovremmo esserepiù bravi a vendere, a creare le op-portunità per un vero investimentonel turismo congressuale e alber-ghiero. Io ho la fortuna di vivere inuna città splendida come Salerno, so-no circondato dalla Costiera Amalfi-tana e dalla Costiera Cilentana.Quest’ultima, in particolare, dovreb-be essere oggetto di investimento,perché abbiamo degli attrattori comeil mare, come il Parco archeologicodi Paestum o la Certosa di Padula, percitarne alcuni, e dal Nord Europa po-trebbero venire a stare da noi almenosette o otto mesi l’anno, grazie al cli-ma che abbiamo. Non possiamo se-derci più sugli allori rispetto a ciò cheabbiamo ricevuto dalla natura: biso-

gna certamente aumentare il livellodei servizi e investire sulla formazio-ne, in modo che si possano creareposti di lavoro per personale quali-ficato. Cosa pensa delle normative, Zes sututte, che Regione e Governo stannomettendo in campo per accrescerel’attrattività della Campania al-l’estero?

La Zes a mio avviso va trattata conle giuste proporzioni e con le dovuteprecauzioni: a noi fa piacere averedelle zone che possano godere di age-volazioni fiscali, però non bisognafare in modo che ciò vada a discapitodelle aziende dei nostri territori, chestanno riuscendo a rimanere in piedie che vanno aiutate. Siamo sempre ilMezzogiorno che deriva da ciò che èstato fatto negli anni Ottanta e No-vanta, quando grandi aziende hannoaperto qui, ma comunque oggi ci ri-troviamo con deserti occupazionali.Non possiamo creare una disparitàdi competizione. È una tematica si-curamente ostica che stiamo affron-tando.E il mercato interno? È un capitolochiuso?

Per il mercato interno sembra cheuna timida ripresa ci sia stata, c’è una

maggiore fiducia rispetto al passato.Per il mio settore, che è quello delleinfrastrutture, quando la RegioneCampania ha speso dei finanziamentieuropei c’è stata una ripresa, le im-prese avevano ordini e commesse. Inquesto momento siamo in attesa dellosblocco di tutti gli altri investimenti.Come Giovani Imprenditori diConfindustria Salerno, in che modovi state muovendo a sostegno del-l’export?

Stiamo lavorando al bando suiVoucher per l’internazionalizzazionee per una possibile missione all’este-ro, strutturata con sia con i vari enticamerali che con le ambasciate. In-tendiamo operare di sistema e spero,nel prossimo futuro, di fare un pas-saggio europeo, andando nella nostradelegazione a Bruxelles per miglio-rare il dialogo. Internazionalizzarenon significa soltanto investire al-l’estero, ma cogliere anche l’oppor-tunità di lavorare con soggetti comenoi di altri Paesi, partecipando di piùai bandi europei, in cui si crea la si-nergia tra società estere di varie na-zionalità. Nel prossimo futuro Con-findustria Salerno si accingerà a farequesto.

PA. CI.

I PRO

TAGO

NIST

I

“Se davvero il Paese vuoleinternazionalizzare devedotarsi di un pianoarmonico e strutturato suipunti forti. Lo Statoindividui i settori chepossono far da volano perla crescita dell’economia elo sviluppo del Paese einvesta su quelli”

E’ l’unico imprenditore campanoinvitato a portare la propria te-stimonianza sul palco di Capri,in occasione del 32° Convegno

dei Giovani Imprenditori di Confin-dustria. È Paolo Scudieri, classe1960, alla guida di Adler- Hp Pelzer,il Gruppo internazionale fondato nel1956 dal padre Achille che progetta,sviluppa e industrializza componentie sistemi per l'industria del trasporto.Oggi Adler, con sede a Ottaviano (Na-poli), conta 64 stabilimenti in 23 Pae-si, 7 siti di ricerca e Sviluppo, 13miladipendenti, ed è fornitore dei prin-cipali produttori mondiali nei settoridell’automotive e dell’aeronautica,quali Ferrari, Porsche, Audi, Roll Roy-ce, Agusta, Alenia, Boing, Bombar-dier.Presidente Scudieri, l'anno scorsodi questi tempi, più o meno, rice-veva il premio "L'Imprenditoredell'Anno 2016" di Ernst&Young“per il coraggio e la perseveranzacon cui è riuscito a trasformare unbusiness di famiglia in un eccellente

gruppo globale". Quanto è difficileper un'azienda italiana, e in parti-colare campana, imporsi a livellointernazionale?

Le imprese meridionali si carat-terizzano per un’inferiore aperturainternazionale e propensione all’ex-port rispetto al dato nazionale. E’ piùcomplicato fare impresa qui e com-porta necessariamente più lavoro, mala nostra è una missione. Da meri-dionale dico che abbiamo grandi po-tenzialità. Il Sud ha due vantaggi: hapiù aree a disposizione per chi vuolefare impresa e un numero enorme digiovani disponibili e formati. Ci sonoperò troppe resistenze anche cultu-

rali. Il Sud deve imparare ad esserepragmatico. Oggi, invece, non ha an-cora un obiettivo chiaro. Quali sono gli ostacoli da affrontaree quale il valore aggiunto nel portareall'estero il Made in Italy?

L’Italia è il paese dell’artigianato,con un sistema economico fortemen-te incentrato sulla piccola e micro im-presa, che rappresenta il 98% del to-tale. L’export è stato il fattore princi-pale che ha permesso all’industria ita-liana di resistere alla crisi e di intra-vedere spiragli di ripresa. E tutto que-sto è stato possibile grazie all’alta qua-lità delle nostre produzioni. Oggi oc-corre utilizzare le tecnologie digitali

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

Il Mezzogiornoha una marciain più, la nostra è una missione

I PRO

TAGO

NIST

IPaolo Scudieripresidente Adler Group

per valorizzare questo tessuto im-prenditoriale, in modo che il “saperfare” italiano diventi cultura dell’in-novazione e della personalizzazione.L'Italia cresce ma lo fa a ritmo piùlento rispetto ad altri Paesi stranie-ri. E in questo contesto il Mezzo-giorno arranca in maniera più mar-cata. Cosa manca al territorio perdiventare competitivo?

I valori espressi nel Mezzogiornoed in Campania in termini di ricchez-za pro-capite, di occupazione e di skillformativi sono indubbiamente troppodeboli per non creare ostacoli signi-ficativi alla crescita diffusa e compe-titiva di un territorio. L’unica via percreare sviluppo è attrarre imprese,anche grazie all’aiuto del Governocentrale. Innanzitutto è fondamentaleuna burocrazia non dico efficiente,ma per lo meno normale, svincolatada tutte quelle procedure ostative chescoraggiano anche i più volenterosi.Noi imprenditori, però, abbiamo unruolo indispensabile. Dobbiamo cer-tamente investire nei luoghi dove è

più facile farlo, ma dobbiamo anchecontribuire senza polemiche a mi-gliorare i territori in cui viviamo, sepur difficili.Si parla tanto oggi di Industria 4.0.Pensa che il Paese stia correndo sul-la strada giusta e soprattutto ritieneche l'imprenditoria del Mezzogior-no sia capace e pronta a raccoglierequesta sfida?

Il 2016 è stato per l’Italia l’anno d’ir-ruzione nel dibattito di Industria 4.0,indispensabile per l’innovazione di al-cuni dei prodotti più competitivi delnostro sistema. Il bilancio ad un annodal varo del Piano Nazionale è positivoper quanto riguarda il PIL, l’indice diproduzione industriale, la fiducia delleimprese, l’export, i tassi di occupazionee gli investimenti esteri nel Paese. IlMezzogiorno può affrontare la sfida ecogliere le opportunità dell’Industria4.0 per aumentare la competitività, laproduttività e l’occupazione. Si trattadi un’occasione importante anche pervalorizzare le eccellenze tecnologichedel nostro Paese.

Negli anni lei ha diversificato i suoiinvestimenti ma rimane fortissimoil suo impegno nel campo dell'Au-tomotive che negli ultimi anni haregistrato un netto rilancio. La stes-sa Regione Campania l'ha inqua-drato come uno dei settori chiave sucui puntare, una delle 4 A dell'eco-nomia regionale. Come giudica illavoro delle istituzioni su questosettore e più in generale nel soste-gno alle imprese che devono affron-tare la sfida della globalizzazione?

Il settore auto, con il suo indotto,fa scuola. Sul territorio campano cisono oltre 80 imprese di primo livelloche lavorano per le grandi case inter-nazionali e che danno lavoro a 12milaaddetti, generano ricavi per 4,5 mi-liardi, producono 900 milioni di va-lore aggiunto e 400 milioni di export.All’Automotive si aggiungono le fi-liere dell’Aerospaziale, dell’Agroali-mentare e dell’Abbigliamento, cheassumono una rilevanza sia per il pesoeconomico sull’economia interna siaper il contributo al sistema economiconazionale ed internazionale.Ma af-finchè tali settori mantengano il lorotrend di crescita, è necessario che leistituzioni garantiscano, oltre agli in-vestimenti, qualità e disponibilitàdelle infrastrutture immateriali e del-le infrastrutture materiali funzionalialle imprese (ed ai cittadini).Tra le 4A c'è anche l'agroalimenta-re, settore in cui lei è impegnato conun importante progetto, quello diEccellenze campane. Il made in Italypuò trainare il rilancio del Mezzo-giorno?

Il Made In Italy agroalimentare staraggiungendo vette mai toccate.L’esportazione, infatti, cresce in me-dia dell’8%. E’ un settore, quindi, sulquale investire e puntare e il Sud Italiaabbonda di prodotti eccellenti. Mihanno spesso definito “un impren-ditore dell’automotive, prestato al-l’agroalimentare”. Con il Polo del Gu-sto di via Brin sono fortemente im-pegnato nella valorizzazione e pro-mozione del territorio, per tutelare lenostre produzioni regionali famosein tutto il mondo.

FR. AV.

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

I PRO

TAGO

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I

Il 26 aprile scorso la visita del premier Paolo Gentiloninello stabilimento di Tta di Airola

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Affiancamento delle imprese chevogliono esportare o interna-zionalizzare ma soprattutto so-stegno a quelle realtà impren-

ditoriali che decidono di investire inCampania: queste le due leve su cui è in-centrata l’attività di Palazzo Santa Lucia,dove sono in cantiere importanti misurea favore dell’imprenditoria. A fare unquadro della situazione è il massimo re-sponsabile del settore Attività Produttive. Assessore Amedeo Lepore, gli ultimidati accreditano all’export campanoun aumento del 3%. Lo giudica unbuon risultato?

Certo. Soprattutto rivela una buonavitalità da parte delle imprese campane.Sappiamo però che la base di partenza èbassa e per questo lo sforzo deve essereancora più forte. Cosa sta facendo la Regione per dareuna scossa al territorio?

Tante cose. Insieme alla collega Fa-scione abbiamo approvato un piano perl’internazionalizzazione che prevede mi-sure sistematiche a favore delle imprese.

Abbiamo firmato due protocolli di intesacon l’Istituto per il commercio estero econ Sace per offrire in modo organicoalle nostre aziende i canali che questerealtà hanno sui mercati internazionali.Molto importante è anche l’interventoprodotto sul fronte della partecipazionealle fiere per la quale le imprese campanepotranno godere di specifiche agevola-zioni e voucher. Inoltre in accordo conIce intensificheremo la possibilità perle nostre imprese di utilizzare le piatta-forme estere dell’Agenzia per una pre-senza più costante e diffusa sui mercatiinternazionali. Ultimamente la Campania ha suscitatol’interesse di grandi gruppi industria-

li, segno che le aziende estere voglionotornare a investire nella nostra regio-ne. E’ così?

Sì, è così. Questa credo che sia la partepiù importante del lavoro che stiamoportando avanti, quella che riguarda piùda vicino la leva di sviluppo dell’econo-mia campana. L’attrazione degli inve-stimenti richiede un’azione strutturata,la stessa che stiamo cercando di portareavanti, direi, con risultati notevoli. Alpunto che possiamo dire che la Campa-nia è la regione più conveniente per gliinvestimenti dall’esterno. Di cosa si tratta nel concreto?

Di un insieme di misure connessetra di loro per le quali stiamo anche pre-

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Voucher, Zese agevolazioniEcco il pianoper le imprese

I PRO

TAGO

NIST

IAmedeo Leporeassessore regionale alle Attività produttive

parando una guida che distribuiremoattraverso le nostre ambasciate e l’Ice.Oltre alle leggi di semplificazione, chehanno portato a ridurre i tempi dei pro-cedimenti regionali ad un massimo ditre mesi e a costituire lo sportello unicoregionale per le attività produttive (Su-rap), oltre a Industria 4.0 e alla leggesulla Bioeconomia, fanno parte di questopacchetto provvedimenti importantis-simi, tutti già approvati e funzionanti .Quali sono?

Il primo è il Credito di imposta sugliinvestimenti che a livello nazionale ab-biamo finanziato prima e con più risorsedi tutte le altre Regioni. Parliamo di 116milioni di euro, di cui 25 milioni già ero-gati. Questo ha consentito di attrarre in-vestimenti nel 2017 per 1,1 miliardi dieuro su un totale a livello nazionale diquasi 2,9 miliardi. Altra iniziativa im-portante riguarda la decontribuzione al100% sulle nuove assunzioni, adottatacome misura regionale nel 2016 e fi-nanziata con 50 milioni di euro. Questamisura ci ha permesso di ottenere inCampania oltre 7600 nuove assunzionia tempo indeterminato ed è stata in se-guito fatta propria dal Governo per tuttele regioni meridionali: il ministro per iMezzogiorno è pronto a prolungarla pertutto il 2018 .Vi sono poi le agevolazionisull’Irap che attraverso due misure spe-cifiche permettono lo sgravio e l’esen-zione a Startup e imprese di nuova co-stituzione per 5 anni . Entriamo nel capitolo Zes.

Queste costituiscono sicuramente ilpiù potente motore di attrazione degliinvestimenti. Ci abbiamo lavorato perdue anni e all’inizio pochi ci credevano.Ora, anche grazie al nostro lavoro rico-nosciuto dal governo, stanno per diven-tare realtà. Con quali tempi?

Entro la fine di ottobre avremo l'ap-

provazione del decreto attuativo da partedell’esecutivo e per fine anno - questo èl’impegno del Ministro - la Zona Eco-nomica Speciale in Campania. Una Zesche riguarderà non solo i due porti diNapoli e Salerno ma anche le aree re-troportuali di Nola, Marcianise, Batti-paglia, l’Agro nocerino sarnese e la ValleUfita. Un traguardo importantissimo chesi aggiunge ad altri già raggiunti... A cosa fa riferimento?

Ai contratti di sviluppo. Abbiamo fi-nanziato tre accordi di programma conrealtà del calibro di Nestlé, Denso e Ge-neral Electric Avio che sul nostro terri-torio hanno deciso di investire circa 160milioni di euro. E si tratta solo di unapiccola parte di ciò che si sta muovendoin Campania dove, tra contratti di svi-luppo del triennio 2015-2018 e l'accordodi programma quadro con il Governosottoscritto a luglio, si prevedono com-plessivamente 2 miliardi e mezzo di eurodi investimenti . A tal riguardo sono statigià finanziati 2 accordi di sviluppo per learee di Arzano e Teverola, che compor-tano oltre 106 milioni di euro di inve-stimenti . Recente è anche l'avviso pubblico perle aree di crisi industriale non com-plessa.

Sì e, su questi, i numeri che si pre-vedono sono significativi per la Cam-pania. Pensi che per quanto riguarda learee di crisi non complessa, su 231 do-mande, 119 riguardano imprese che in-vestono in Campania. In pratica del mi-liardo di euro di investimento totaleprevisto 550 milioni ricadono sul nostroterritorio, degli 80 milioni di euro fi-nanziati dal Governo 37 milioni andran-no a investimenti in Campania. Il tuttoa conferma della grande proattività delnostro tessuto produttivo. Per questaragione abbiamo approvato un nuovoaccordo di programma quadro con il

Governo che prevede 113 mln di finan-ziamenti per consentire l’assorbimentodelle proposte di investimento presen-tate a Invitalia.E per le aree di crisi complessa?

Per quelle abbiamo definito tre poli,quelli di Acerra, Marcianise e Airola, diCastellammare e Torre Annunziata e diBattipaglia e Solofra, 24 comuni in totale,e definito un intervento che prevedel’utilizzo di tutte le provvigioni della legge181 per la ristrutturazione e la riconver-sione industriale. Il tassello che mancasono i contratti di programma per le Pmi,unico provvedimento non ancora adot-tato, che sarà licenziato a breve. Riguar-derà soprattutto il sostegno degli inve-stimenti legati all’innovazione, alla bioe-conomia e alla creazione di filiere pro-duttive complete, dalla ideazione allaproduzione e commercializzazione deiprodotti . Quali saranno i prossimi passi dellaRegione?

Stiamo lavorando ad un provvedi-mento molto significativo a favore del-l'artigianato campano e ad altri sull’ef-ficientamento delle imprese il cui primobando da 20 milioni di euro ha avutomolto successo. In questo quadro stiamorealizzando un censimento delle areeindustriali collegato tra l’altro al progettodi riforma delle Asi. Ha parlato di una nuova vitalità delleimprese campane. Cosa si sente di direai Giovani Imprenditori che si riuni-scono a Capri?

Che la Regione intende sostenerequesta nuova vitalità e che sta ampliandole occasioni di investiment o produttivo,che possono far crescere il territorio,specie se vedono impegnate i giovani ele donne . Ogni nostra iniziativa si svolgein una logica di ferma lotta alla distor-sione dell'assistenzialismo e alla mala-pianta della criminalità organizzata . Sia-mo impegnati ogni giorno con i fatti afar emergere le attività produttive vir-tuose, anche attraverso la legge che ab-biamo approvato sul rating di legalitàdelle imprese, poiché siamo convinti,ribaltando un postulato dell'economia,che la moneta buona possa scacciare lamoneta cattiva e che gli investimentiproduttivi e i comportamenti ispirati allalegalità siano moneta buona.

FR. AV.

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L’attrazione degli investimenti richiede un’azionestrutturata. La stiamo portanto avanti e i risultati ci danno ragione. La Campania oggi è la regione più

conveniente per chi vuole venire a investire

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I

Andrea Prete arriva all’ap-puntamento di Capri nellatriplice veste di presidentedi Confindustria Salerno,

presidente della Camera di Com-mercio di Salerno e presidente. Chimeglio di lui, quindi, può entrarenel dettaglio della realtà economicaregionale e fornire così un quadrod’insieme della situazione che at-tualmente vivono le imprese. Capriè una realtà che vive da anni vistoche, da imprenditore, è sempre statoimpegnato nel mondo di Confindu-stria rivestendo peraltro una seriedi incarichi. Il 2017 è stato un annoimportante soprattutto per la colla-borazione che Confindustria Saler-no e Unioncamere Campania hannoinstaurato con la Regione Campania.E quando si parla di Italia nel mondoe di investimenti esteri in Italia nonè possibile tralasciare il fatto che bi-sogna creare, soprattutto in una re-gione come la Campania, un am-biente favorevole alle imprese e achi viene da altri Paesi del mondo

per investire. E va proprio in questadirezione il patto siglato a giugno traPrete e De Luca per assegnare nuoverisorse alle aziende campane e av-viare un grande piano di sburocra-tizzazione e ridimensionamentodelle procedure amministrative.

“Come ha ben spiegato a suo tem-po il presidente De Luca - dice Prete- sarà possibile avviare un’impresanel giro di 24, adeguandosi così aglistandard internazionali, inoltre nonsarà più necessario presentare agliuffici regionali documenti già inpossesso della pubblica ammini-strazione. Tutto questo, ovviamente,viene fatto per favorire nuovi inve-

stimenti e dare respiro all’occupa-zione”.

Che resta il grande problema darisolvere in una regione come laCampania. “Sempre a margine dellostesso piano - Prete lo ricorda spes-so nel corso delle sue uscite pubbli-che - sono stati presentati bandi per2,5 miliardi di euro, tutti a favoredelle aziende che investono e creanolavoro. Questo per dire che sia leistituzioni sia noi rappresentantidelle imprese dobbiamo cercare intutti i modi di favorire il processo disviluppo aiutando e non creandoproblemi a chi sta sul campo”. Paroleda imprenditore che, al timone della

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Semplificazionee incentiviCosì ripartonogli investimenti

I PRO

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IAndrea Pretepresidente di Unioncamere Campania

sua azienda, in tanti anni di lavoroha visto un po’ di tutto nel panoramaburocratico italiano.

L’altro grande caposaldo da af-frontare è quello relativo alle infra-strutture che, poi, rappresentanol’elemento fisico di collegamento tral’Italia e il mondo. In questo ambitoPrete oltre che sulla situazione re-gionale è sempre attento a cosa ac-cade in casa sua, a Salerno, dove tie-ne banco la questione dell’aeropor-to. “Credo - afferma il presidente diConfindustria e Camera di Com-mercio di Salerno - che gli ultimisviluppi vadano nella direzione diuna concreta collaborazione con Ca-podichino, finalizzata alla distribu-zione del traffico in base alle carat-teristiche dei due principali aero-porti regionali. Napoli ha ormai ri-dottissimi spazi di crescita mentreSalerno, anche per la sua posizione,può essere senza dubbio un aero-porto da utilizzare per il traffico tu-

ristico, soprattutto se parliamo dicharter, e per espandere il bacinod’utenza campano anche alla Basi-licata e a parte della Calabria”.

La palla, adesso, “è nelle manidelle Regioni Campania e Basilicata,i soci principali della società di ge-stione, ma devo die che entrambestanno facendo al meglio la loro par-te e certamente garantiranno un fu-turo di sviluppo all’aeroporto di Sa-lerno”.

Certo qualcosa bisogna ancora fa-re, come nel caso dell’allungamentodella pista, però la strada intrapresasembra essere quella giusta.

“Per la pista - ricorda Prete nelcorso di alcuni suoi interventi - bi-sogna attendere il 2018 perché soloallora arriveranno i fondi, poi qual-che altra risorsa si potrà recuperaremediante lo Sblocca Italia. Noi, co-me Camera di Commercio di Saler-no, conserveremo una quota all’in-terno della società ma proprio come

testimonianza di quanto fatto nelcorso degli ultimi 20 anni”.

Aeroporti e porti, anche in questocaso con il connubio Napoli-Saler-no, sono le leve principali di attra-zione, insieme agli incentivi messiin campo da Governo e Regione, peri capitali esteri. “Possiamo dire - èil pensiero di Prete - che la Campa-nia si sta costruendo un futuro disviluppo sia grazie alle aggregazioniche per merito di una visione poli-tica che mette le imprese al centrodei progetti di crescita”.

Se invece vogliamo parlare diCampania nel mondo possiamo sof-fermarci tanto sulle medie e grandiaziende che continuano a fare affarigrazie alla loro capacità di stare suimercati da protagoniste sia sull’uni-verso delle Pmi e delle start-up che,spesso, sono il frutto della straor-dinaria inventiva dei cervelli localiche decidono di restare invece dicercare fortuna all’estero.

“Di sicuro - riconosce Prete - lanostra presenza nel mondo è fattaanche da un qualificato capitaleumano che, con qualche sforzo,dobbiamo cercare di trattenere sulterritorio perché rappresenta un va-lore aggiunto oltre che una leva diincremento del prodotto internolordo”.

Il mondo delle start-up è al centrodi uno dei tanti progetti che Prete,con la sua carica propositiva, hamesso in campo in questi anni.

“Dal punto di vista della capacitàinnovativa - è il suo pensiero - pun-tiamo a superare la Lombardia siadal punto di vista del numero diaziende sia per quanto riguarda leprocedure semplificate per l’accessoall’apposito registro delle impreseinnovative”.

Rientra in questo ambizioso di-scorso il progetto “Officine Future”,una serie di corsi formativi gratuitiuniti all’assistenza qualificata perpoter aumentare significativamenteil numero di start-up in Campaniae fare di questo territorio il più in-novativo in ambito nazionale e, ma-gari, europeo.

EN. SE.

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

I PRO

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Grazie al patto siglato con la Regione è possibile oggi avviare un’impresa nel giro di 24 ore:

stop alla burocrazia e sostegno a chi ha vogliadi investire sul territorio. La priorità? L’occupazione

Dalla sua nascita ad oggi Fon-dimpresa ha finanziato in-terventi formativi per più di2 miliardi di euro, superando

il miliardo per percorsi relativi allacompetitività e all’innovazione. “IlFondo non ha atteso il tag 4.0, hasempre creduto nell’innovazione,visto che a questo scopo ha destinatopiù del 50 per cento delle risorse di-sponibili”. Per Bruno Scuotto, damarzo scorso alla guida del Fondointerprofessionale per la formazionecontinua gestito bilateralmente daConfindustria, Cgil, Cisl e Uil, il se-greto per imprese più competitive ecapaci di vincere la sfida della glo-balizzazione è soprattutto uno: for-mazione. “A tutti i livelli, partendoda una buona qualità delle compe-tenze di base – dice – sulle quali lascuola è chiamata a svolgere il suoruolo”.Un’azienda con dipendenti formatiè un’azienda più competitiva anchesui mercati globali. Le Pmi del Sudhanno compreso questa equazione?

Credo che oggi si stia parlando sem-pre più di formazione all’interno delleimprese e che lo si faccia in manierapiù proattiva rispetto al passato. Men-tre prima si era un po’ trainanti dagliobblighi di legge, attualmente nellePmi si registra una maggiore consa-pevolezza. Questo certo non significache sia cambiata la marcia ma che,quanto meno, stiamo assistendo aun’evoluzione culturale.Investono in formazione più le im-prese del Nord che quelle del Sud.Come si spiega questo gap?

Il gap è dettato, a mio avviso, so-prattutto da una questione di mercato:il Nord è ripartito in maniera concreta,

il Mezzogiorno ancora arranca. Se fac-ciamo un sondaggio tra le imprese delCentro Sud la maggior parte di loro diràche la crisi non è passata. E natural-mente questa percezione si riflette inmaniera negativa sui processi di for-mazione.Le piccole e le microimprese inve-stono in formazione meno della me-tà delle grandi. In che modo si re-cupera questo divario?

Sì può recuperare attraverso unapromozione di percorsi formativi chesiano più vicini alle esigenze reali dellepiccole imprese e attraverso un mi-glioramento dell’offerta, avviando cioèuna selezione sempre più profonda e

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Formazione:il vero segretodelle imprese più competitive

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IBruno Scuottopresidente di Fondimpresa

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puntuale di quella che è l’offerta for-mativa. E devo dire che su questo frontei fondi interprofessionali, nati pertutt’altro scopo, hanno fatto davveromoltoQuali sono le competenze di cui unaPmi necessita per essere più com-petitiva?

È sempre più complicato fare un di-scorso generale su quali siano le ca-ratteristiche di cui una Pmi ha bisognoper stare sul mercato, ma quello chesto notando è che rispetto agli ultimianni in cui si spingeva molto su com-petenze più trasversali - e quindi azionidi carattere organizzativo piuttosto checapacità di comunicazione o leadership- oggi si torna prepotentemente anchea una buona qualità delle competenzedi base, e su questo la scuola è chiamataa svolgere il suo ruolo. Da questo puntodi vista abbiamo uno strumento ecce-zionale, che è quello dell’alternanzascuola- lavoro.I Fondi interprofessionali rappre-sentano i due terzi del finanziamen-to pubblico alla formazione continuain Italia. Ma quante imprese cono-scono le opportunità offerte dallalegge 338 del 2000?

La legge in questione consente alleimprese di destinare ai fondi una quotadello 0,30 per cento dei contributi ver-sati all’Inps per la formazione dei pro-pri dipendenti. Ma sono troppo pochele imprese che lo sanno. Basti pensareche arriviamo solo alla metà delle im-prese iscritte al Fondo che sono iscritte

anche alla Confindustria. C’è molto dafare e mi rendo conto anche personal-mente girando per le sezioni territo-riali che spesso non è ben compresoné il ruolo né l’esistenza dei Fondi in-terprofessionali.Che cosa si può fare per promuoverela conoscenza di queste opportunitàtra le Pmi?

Stiamo facendo molto: mi sono in-sediato a marzo scorso e già a luglio horealizzato un evento pubblico a Roma.Sproniamo le articolazioni territorialipuntando sulla promozione delle no-stre attività.Gli incentivi del Piano Calenda perlo sviluppo vanno nella giusta dire-zione per migliorare la competitivitàdelle imprese?

Sì. Abbiamo spinto tanto per quelPiano dove una grossa fetta riguardaproprio la formazione. Il Piano non èorientato solo all’acquisito di macchi-nari, come spesso erroneamente sipensa, ma all’interno dell’innovazioneproduttiva occupa un peso importantequella dei processi.Il prossimo bando di Fondimpresasi concentra proprio sull’innovazio-ne. Quali sono i termini e i requisitiper partecipare?

Termini e requisiti sono quelli fis-sati dal bando: sarà attivo dal 13 no-vembre al 16 giugno, salvo esaurimentorisorse. La dotazione dell’avviso è com-plessivamente di 10 milioni di euro, ilvalore minimo del finanziamento con-cesso per ciascun piano formativo è di

50mila euro, 250mila quello massimo.Requisito indispensabile per l’ammis-sione è che sia in atto una collabora-zione con un’università o un ente diricerca. Il Piano formativo può essererealizzato, anche in più regioni o ma-croaree, a livello aziendale o intera-ziendale. Ma quello che più mi premesottolineare sono i risultati raggiuntifino ad oggi grazie ai finanziamentiFondimpresa.Quali sono?

Nata nel 2004, Fondimpresa ha fi-nanziato interventi formativi per piùdi 2 miliardi di euro, superando il mi-liardo di finanziamenti per i percorsirelativi alla competitività e all’innova-zione. Insomma, il Fondo non ha attesoil tag 4.0, ha sempre creduto nell’in-novazione, visto che a questo scopo hadestinato più del 50 per cento delle ri-sorse disponibili.Qual è il livello di adesione delle Pmiai bandi di Fondimpresa?

Torniamo alla questione sollevataprima: purtroppo, se molte piccole re-altà non sanno delle opportunità cuiavrebbero diritto, non parteciperannoai bandi. Ma non è nemmeno giustoche la conoscenza dei bandi avvengaattraverso gli operatori della forma-zione: dovrebbero essere i lavoratoristessi a interessarsene. La spinta do-vrebbe partire dal basso anche per po-ter accedere a una formazione che siamaggiormente in linea con le esigenzedella singola impresa

ANTONELLAAUTERO

I PRO

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“Il nostro Fondointerprofessionale non ha atteso che sidiffondesse il tag 4.0,ha sempre credutonell’innovazionedestinandole più del 50per cento delle risorse”

Francesco Tuccillo è il numerouno dell’Acen, l’Associazionedei Costruttori edili di Napoli.Guida da tre anni l’associazio-

ne di Palazzo Partanna che raccoglieun folto gruppo di imprenditori cheopera nel centrale comparto del-l’economia meridionale. E non so-lo. Circa l’8% del Pil regionale, in-fatti, è generato dalle costruzioni,una percentuale che sale al 9% se siosservano i dati nazionali. Purtroppo se l’economia nazionale,e alcuni settori in particolare, regi-strano timidi segnali di ripresa, lecostruzioni sono ancora al palo. Agennaio l’Ance, l’Associazione na-zionale dei Costruttori, prevedevauna crescita degli investimenti incostruzioni dello 0,8% per il 2017,ma ha dovuto ribassare le stime allo0,2%. E la crisi, iniziata nel 2008,non sembra demordere. Gli unicisegnali in controtendenza proven-gono dal segmento della riqualifi-cazione del patrimonio edilizio. L’avvio e, ancor più, l’incremento

dei lavori sul patrimonio edificatoha un impatto determinante sullasicurezza e sull’assetto del territo-rio. Il Governo sembra quanto maiavvertito, tanto da prevedere spe-cifiche agevolazioni. Ne parliamocon il presidente Tuccillo.Perché le agevolazioni fiscali, l’ecobonus e il sisma bonus, sono im-portanti?

Innanzitutto perché l’Italia è unodei Paesi a maggiore rischio sismicodel Mediterraneo. Ci dia qualche dato in più.

Le stime dell’Ance (elaboratesulla base della Classificazione si-smica della Protezione Civile del2015) evidenziano che il 44% dellasuperficie nazionale è ad elevato ri-schio sismico (le cosiddette zone 1

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Sisma bonus ed eco-bonus: l’edilizia riparte con le agevolazioni

I PRO

TAGO

NIST

IFrancesco Tuccillopresidente di Acen

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

e 2) e in queste aree vivono quasi 22milioni di persone.Numeri impressionanti.

Non solo. In queste aree il 74%degli edifici residenziali - circa 3,8milioni di immobili - è stato co-struito prima che avesse piena ope-ratività la normativa antisismica perle nuove costruzioni. Se a questeconsiderazioni, aggiungiamo la fre-quenza e l’intensità dei terremotiche hanno colpito – anche di recen-te - il nostro Paese, sono evidentil’elevato rischio sismico a cui èesposta buona parte del patrimonioedilizio e l’inadeguatezza delle co-struzioni a rispondere agli eventisismici. Con impatti sociali ed eco-nomici che non possiamo più per-metterci. Quindi, lo Stato ha risposto inquesto senso.

Sì. Le Linee guida per la classifi-cazione del rischio sismico delle co-struzioni emanate dal ministro delleInfrastrutture a marzo di quest’an-no rappresentano un passo impor-tante verso l’articolato percorso dimessa in sicurezza sismica del pa-trimonio edilizio del nostro Paese.Tali linee consentono di attivare ilcosiddetto “Sismabonus”. Di cosa si tratta?

Il “Sismabonus” conferisce lapossibilità di una detrazione fiscalefino all’85% del costo dell’inter-vento sostenuto per l’adozione dimisure antisismiche, con un perio-do di ripartizione delle detrazionifino a 5 anni. A differenza della pre-cedente normativa, dal 2017 l’age-volazione riguarda non soltanto gliedifici che si trovano nelle zone si-smiche ad alta pericolosità ma an-che quelli situati nelle zone a minor

rischio (zona sismica 3). E anche gliimmobili destinati attività produt-tive. L’eco-bonus, invece, che è sta-to prorogato fino al 2021, prevedeagevolazioni fiscali (fino al 75%) perinterventi realizzati da privati eaziende volti ad aumentare l'effi-cienza energetica degli edifici.È evidente che gli incentivi fiscalipotranno costituire uno stimoloper far ripartire il settore, assicu-rando maggiore sicurezza al ter-ritorio e riducendo i consumi dienergia. Ma per chi non avesse ca-pacità economica?

A giugno sono state definite lemodalità di “cessione dei crediti”con un provvedimento del direttoredell’Agenzia delle Entrate. Dal 1ºgennaio 2017, in luogo della detra-zione del 75 o dell’85 per cento,aziende e privati riuniti in condo-minio possono scegliere di cedereil corrispondente credito ai forni-tori che hanno effettuato gli inter-venti o ad altri soggetti privati.E l’Associazione, a questo punto,cosa farà?

Avremmo potuto limitarci a dif-fondere le informazioni alle nostreaziende, ma abbiamo fatto molto dipiù. Il sistema Ance ha instauratouna collaborazione con Deloitte, so-cietà di consulenza tra le più grandie qualificate, per diffondere i be-nefici delle agevolazioni, superandoi principali ostacoli del mercato: ladifficoltà per i condòmini di repe-rire le risorse finanziarie e la scarsaconoscenza dell’incentivo.Cosa produrrà l’intesa?

Una vera e propria piattaforma,che sarà varata a breve, con soluzio-ni innovative per cogliere tutte leopportunità offerte dall’attuale qua-

dro legislativo. La possibilità per icondomini di cedere il creditod’imposta ai fornitori che hannoeseguito i lavori unitamente allapossibilità di successive cessioni didetto credito è nata proprio per su-perare le difficoltà riscontrate nelriuscire a far fronte alle spese ne-cessarie per attuare gli interventi diriqualificazione sismica ed energe-tica degli stabiliIn termini pratici, cosa accadrà?Sono praticabili tre vie. Nella primaipotesi, i singoli condòmini hannole risorse finanziarie o hanno ac-cesso al credito per pagare l’inter-vento sull’edificio e maturano ilcredito d’imposta che potranno uti-lizzare o cedere attraverso la piat-taforma. Nella seconda, i singolicondòmini non hanno le risorse fi-nanziare per pagare l’intervento enon riescono ad ottenere un finan-ziamento dalla propria banca. Inquesto caso, la piattaforma potràfornire consulenza per poter pagarel’impresa con il credito d’imposta.Nel terzo e ultimo caso, le impreseche realizzano gli interventi accet-tano in pagamento il credito d’im-posta. In tal caso la piattaforma po-trà fornire consulenza per stipularecontratti con terzi investitori perassicurare alle imprese la possibilitàdi cessione ad un prezzo predeter-minato, a una certa data.Ed è possibile immaginare svilup-po per il settore?

Sì, a partire da un circolo virtuosocon un incontro sicuro tra domandae offerta, coniugando tutti gli inte-ressi dei soggetti chiamati in causaper la riqualificazione e l’efficien-tamento del patrimonio edilizio.

AN. AU.

I PRO

TAGO

NIST

I

“Come Associazione dei Costruttori abbiamo avviato una collaborazione con Deloitte

per diffondere i benefici delle agevolazionisuperando i principali ostacoli del mercato”

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

“Piccolo è bello” non èpiù un’equazione va-lida. O almeno non loè più per le attività

produttive, che per riscattarsi dailimiti imposti dalle proprie dimen-sioni, dovrebbero puntare a sosti-tuire l’aggettivo piccolo con i più di-gnitosi “innovativo, aggregato, for-mato”. Ne sa qualcosa Renato Aba-te, presidente regionale della Pic-cola Industria di ConfindustriaCampania per il triennio 2016-2019. Irpino, 51 anni, una laurea inEconomia e Commercio pressol’Università di Cassino-, un masterin Controllo di gestione conseguitoalla Bocconi di Milano, Abate è a ca-po dell’omonimo Gruppo con inte-ressi nei settori metalmeccanico,costruzioni, immobiliare, media eagroalimentare. La strada per vin-cere la sfida della globalizzazione?Il presidente del gruppo Piccola nonha dubbi: “Per le Pmi, dice, passaattraverso l’aggregazione e l’inno-vazione di prodotto e di processo,

sfruttando le opportunità offertedall’industria 4.0”.Per le attività produttive “piccolo”da tempo non è più sinonimo di“bello”: come si stanno muovendole Pmi campane per vincere la sfi-da della globalizzazione?

Le Pmi campane si dovrebberomuovere sulla strada dell’aggrega-zione facendo massa critica per po-ter accedere a quei mercati che nonriuscirebbero, per limiti dimensio-nali, a raggiungere da sole. L’alter-nativa è quella di rendersi più com-petitive attraverso innovazioni diprodotto e di processo sfruttandole opportunità offerte dall’industria4.0. Quali sono gli ostacoli maggioriche una piccola impresa incontrasulla strada dell’ampliamento

delle proprie attività oltre i con-fini nazionali?

Il primo ostacolo è rappresentatodalle stesse dimensioni dell’aziendache impediscono quasi sempre didotarsi di un management qualifi-cato in grado di creare concrete op-portunità per processi di interna-zionalizzazione. Ci sono poi le limi-tate risorse economiche e ancheformative, visto che molte Pmi sonoancora legate a management obso-leti, per lo più a carattere familiarie, pertanto, privi di una formazioneadeguata. Basti pensare che parec-chie aziende non sono attualmentea conoscenza di quali siano le pre-condizioni per attrarre industria4.0, e non sanno effettuare cambia-menti strutturali per fare investi-menti e innovazione.

Necessario unirsi:reti e cultura hitechper vincere la sfidadella globalizzazione

I PRO

TAGO

NIST

IRenato Abatepresidente regionale Piccola Industria di Confindustria Campania

Considerando che circa un terzodella popolazione mondiale usu-fruisce di Internet, le opportunitàdi vendita online sono infinite.Quante Pmi campane ne usufrui-scono?

Il web potrebbe essere indubbia-mente una grossa opportunità ma an-che su questo fronte tra le piccole im-prese c’è poca formazione. ComeConfindustria abbiamo organizzatoworkshop insieme con Intesa San-paolo per lo sfruttamento di questocapitale che rappresenta un’occasio-ne concreta per molti prodotti che siprestano a questo tipo di commer-cializzazione. Ma torniamo sempreallo stesso discorso: quello di una for-mazione culturale spesso insufficien-te da parte di chi gestisce una Pmi.E non si potrebbe puntare su ini-ziative di formazione ad hoc indi-rizzate alle piccole imprese?

Ci sono attualmente diverse op-portunità di formazione attraversodi Fondi interprofessionali ma pa-recchi piccoli imprenditori spessoneppure sanno che hanno un cas-

setto a disposizione con risorse chepossono essere utilizzate proprio aquello scopo. Insomma, è sempreun problema culturale.Quindi la cultura media di chi ge-stisce una Pmi in Campania èpiuttosto bassa?

Imprenditori preparati ce ne so-no tantissimi, ma dobbiamo essererealisti: il tessuto delle Pmi in Cam-pania è costituito in larghissimaparte da imprese con meno di 10 di-pendenti, dove ci sono il capofami-glia, il figlio che ha studiacchiato oanche no, e che il più delle volte nonsi possono permetter un managerformato. Già se andiamo a guardarela fascia delle aziende di media di-mensione le cose cambiano. Perso-nalmente giro molte Confindustriee le posso garantire che specie nelCentro-Sud la situazione non èmolto diversa da quella campanaCome valuta il processo di alfabe-tizzazione digitale del nostro tes-suto imprenditoriale?

Anche il livello di alfabetizzazionedigitale è piuttosto basso. Purtroppo

è un cane che si morde la coda: leaziende hanno un personale pocoqualificato ed obsoleto e difficil-mente riescono a sostituirlo con ununo più giovane e più indirizzato,anche per questioni anagrafiche, alladigitalizzazione. Per cui si dovrebbefare un discorso più ampio coinvol-gendo il Governo per dare la possi-bilità alle aziende, attraverso pianidi incentivi mirati, di effettuare unturn over con personale più perfor-mante. Ancora meglio, servirebbe-ro, come ha recentemente propostoil presidente Boccia, incentivi shockper l’ingresso dei giovani.Su quali strumenti a supporto deiprocessi di internazionalizzazioneoggi possono contare le Pmi cam-pane?

Ci sono dei bandi regionali a va-lere su fondi europei che incenti-vano l’internazionalizzazione anchecon effetti premianti per la costi-tuzione di reti ad hoc per progettidi questo tipo.La Regione potrebbe fare di piùattraverso i bandi?

L’assessore sta lavorando bene.I bandi licenziati prima dell’estatesono tutti molto efficaci.Tra le priorità del suo programmaha indicato l’accesso al credito,che rappresenta ancora una spinanel fianco per le Pmi. Qual è la si-tuazione in Campania?

Certo non è felice e i dati sonosempre mortificanti. Le regole re-strittive di Basilea 4 sono restrittiveper la maggior parte delle Pmi, spe-cie quelle che non hanno ottimi bi-lanci e che, pertanto, si vedonoescluse dai canali di finanziamentodi natura tradizionale, come losconto di fattura ad esempio. Esi-stono formule alternative di finan-ziamento, come i fondi di investi-mento, ma anche queste sono moltoelitarie, e si rivolgono a fasce diaziende che hanno rating elevati.Così molte piccole aziende già incrisi stentano ad uscirne perché nonhanno né rating né bilanci all’altez-za delle condizioni dettate dagli isti-tuti di credito.

AN. AU.

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I

“Il primo ostacolo per le Pmi è la loro dimensioneche impedisce di dotarsi di un management qualificato in grado di creare opportunità di internazionalizzazione

e di aggredire alcuni mercati“

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L’ente, insieme ad altre fondazioni erealtà del terzo settore, ha costruito unaproposta per la valorizzazione in chiave diimprenditoria sociale delle aziende e degliimmobili sottratti al patrimonio dei boss

Una proposta di profonda revisione del quadronormativo e degli strumenti operativi relativi allagestione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie:è questa una delle più importanti sfide in cui si èlanciata Fondazione CON IL SUD, l’ente no profitprivato nato nel novembre 2006 dall’alleanza tra le

fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e delvolontariato per promuovere l’infrastrutturazione sociale delMezzogiorno e favorire percorsi di coesione sociale per lo sviluppo.

La Fondazione, presieduta da Carlo Borgomeo, ha coordinato ungruppo di lavoro costituito dalla Fondazione Cariplo, dalla Fonda-zione Cariparo, dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna,dalla Fondazione Sicilia e dal Forum del Terzo settore che ha sentitol'esigenza di sviluppare un'approfondita riflessione su questodelicato tema.

Le indicazioni, che di seguito si presentano in modo sintetico,individuano i punti decisivi di una possibile, ed auspicata, revisionedella materia, ma non si spingono fino alla definizione puntuale deicontenuti di un eventuale nuovo assetto normativo, né fannodiretto riferimento alla discussione attualmente in atto in sedeparlamentare.

Beni confiscatialle mafieAvanticon la riformadel sistema

Carlo Borgomeopresidentedi Fondazione con il Sud

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La Fondazione CON IL SUD è un ente non profit privatonato nel novembre 2006 dall’alleanza tra le fondazioni diorigine bancaria e il mondo del terzo settore per promuo-vere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, ovverofavorire percorsi di coesione sociale per lo sviluppo.

La Fondazione sostiene interventi “esemplari” per l’edu-cazione dei ragazzi alla legalità e per il contrasto alla di-spersione scolastica, per valorizzare i giovani talenti eattrarre i “cervelli” al Sud, per la tutela e valorizzazionedei beni comuni (patrimonio storico-artistico e culturale,ambiente, valorizzazione dei beni confiscati alle mafie),per la qualificazione dei servizi socio-sanitari, per l’inte-grazione degli immigrati, per favorire il welfare di comu-nità.

La Fondazione CON IL SUD ha sostenuto oltre 1000 inizia-tive, tra cui la nascita delle prime 5 Fondazioni di Comu-nità del Mezzogiorno, coinvolgendo 6.000 organizzazionie 283 mila cittadini, soprattutto giovani, erogando com-plessivamente circa 180 milioni di euro di risorse private.

INFO:www.fondazioneconilsud.it / www.bilanciodimissione.it

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FONDAZIONE CON IL SUD

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La proposta di revisione parte da una constatazione: lalegge Rognoni-La Torre e la successiva legge 109 del 96, per il riutilizzosociale dei beni confiscati, hanno rappresentato e rappresentano an-cora un momento straordinariamente importante nella storia dellanostra Repubblica, tuttavia a vent'anni dall’approvazione la normativa,o meglio, il sistema di governo e di amministrazione della materiamostra una crescente inefficacia. Si moltiplicano i casi in cui l'ineffi-cienza del sistema viene denunciata con forza all'opinione pubblica,mentre cresce il senso di smarrimento in molti dei soggetti interessati,a partire dai sindaci.

LE CRITICITÀLa destinazione e la consegna dei beni non sempre comporta il loroeffettivo utilizzo; vi è mancanza di trasparenza, pubblicità e parità ditrattamento nelle assegnazioni; vi è un isolamento dei Comuni eduna eccessiva frammentazione degli interventi; vi è assenza di pro-grammazione nelle azioni a sostegno dello sviluppo locale; vi è assenzadi strategia nazionale di intervento per tipologia di beni immobili; viè una ridotta capacità amministrativa e tecnica di progettazione.Al riguardo va segnalata la crescente perplessità di molti Comuni avedersi assegnati i beni, soprattutto nel timore di dover adempiere ad

La situazione attuale

A vent’anni dall’approvazionedell’attuale normativa basata sullalegge Rognoni-La Torre e lasuccessiva legge 109 del 96, ilsistema mostra una crescenteinefficacia. La destinazione e laconsegna dei beni non semprecomporta il loro effettivo utilizzo,vi è mancanza di trasparenza, unisolamento dei Comuni ed unaeccessiva frammentazione degliinterventi

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FONDAZIONE CON IL SUD

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una norma che mette in capo ad essi l'adempimento al risarcimentopatrimoniale in caso di vittoria dei ricorrenti contro la confisca. Comepure in qualche caso appare di difficile attuazione, soprattutto sulversante della gestione dei beni, la fattispecie della destinazione deibeni a servizi sociali. Lo studio parte dall’analisi dello stato dell’arte, evidenziandone lecriticità. In Italia i beni immobili confiscati sono 23.576 (dati Anbsc,febbraio 2016), concentrati soprattutto in 6 regioni (Sicilia 43,51%,Campania 12,76%, Calabria 12,00%, Puglia 9,46%, Lazio 7,02%,Lombardia 6,88%). Non sono disponibili, però, dati certi sul numerodi beni utilizzati, nonostante i 21 milioni di euro destinati nel prece-dente ciclo della programmazione dei Fondi strutturali alla loro map-patura con i progetti Regio (un sistema informatico del valore di 7milioni di euro) e Sit-Mp (un sistema informatico telematico del valoredi circa 14 milioni di euro) nati proprio allo scopo di garantire un con-tinuo scambio di dati e informazioni sui sequestri, sulle confische esulla gestione dei beni confiscati. Una recente ricerca di Libera hacensito 525 soggetti, del terzo settore, che hanno valorizzato beniconfiscati. Non va meglio sul fronte delle aziende confiscate: l’Anbscne segnala 3.585 ma, secondo gli ultimi dati disponibili, sono menodi 10 quelle date in gestione a cooperative di dipendenti, mentre1.893 sono in carico all’Agenzia che non ha ancora deciso la desti-nazione.Non esistono invece dati sui beni mobili, registrati e non.L’attuale normativa prevede che le somme di denaro (comprese leattività finanziarie a contenuto monetario o patrimoniale) affluiscanoal Fondo unico di giustizia (Fug), istituito dal DL 143/08 convertitodalla legge 181/08. Anche in questo caso non mancano le difficoltà,a partire dall’acquisizione di dati certi sullo stock e sui flussi di risorseche affluiscono nel fondo quantificati comunque in circa 3,5 miliardidi euro.Le criticità sono evidenziate anche da una relazione della Corte deiConti del 10-07-2014, che sottolinea come “l’analisi istruttoria [...]ha evidenziato la presenza di risorse ancora in sequestro, alcune ri-salenti addirittura a 30-35 anni addietro, per le quali non risultano in-tervenuti (o comunicati) successivi provvedimenti definitivi di confisca,restituzione o devoluzione allo Stato. Ulteriore sintomo di criticità èrappresentato dal numero non indifferente di uffici giudiziari [...] chenon hanno mai effettuato comunicazioni di provvedimenti di perti-nenza del FUG. Inoltre [...] è emerso il fenomeno, di cui non si cono-scono ancora le reali dimensioni, della mancata volturazione al Fondodi molte delle liquidità oggetto di sequestro e, poi, di confisca e delladiffusa abitudine degli amministratori giudiziari a non soddisfare gliobblighi di rendicontazione”.Il Fug non è alimentato solo dalle risorse economiche o finanziarieconfiscate alla mafia e, comunque, non tutte queste affluiscono nelfondo. La loro destinazione è molteplice e non sempre sembra ri-spondere a logiche e interventi normativi lineari.Lo stato dell'arte è, quindi, considerato complessivamente preoccu-pante e appare evidente che processi di manutenzione, correzione,qualificazione del sistema legislativo, amministrativo, organizzativosono destinati ad una sostanziale inefficacia.

Sicilia 43,51%Campania 12,76%Calabria 12,00%Puglia 9,46%Lazio 7,02%Lombardia 6,88%Piemonte 2,14%Altre regioni 6,23%

BENI IMMOBILI

Beni immobili confiscati* 23.576

Soggetti, del terzo settore, che hannovalorizzato beni confiscati** 525

* dati ANBSC ** Dati Libera

LE AZIENDE

Aziende confiscate* 3.585

Aziende "destinate", date in gestione, a cooperativedi dipendenti meno di 10

Aziende in carico all'Agenzia che non ha ancoradeciso la destinazione 1.893

* dati ANBSC

FONDO UNICO DI GIUSTIZIA

* dati Ministero della Giustizia

Al FUG non affluiscono solo risorse economiche o finanziarie confiscatealle mafie; e non tutte le risorse confiscate con sentenza contro mafiosisono destinate al FUG. Inoltre al FUG affluisce il denaro contante seque-strato negli spazi doganali dalla Agenzia delle dogane e dei monopoli.

1,430 liquide2,058 non liquide

Somme del FUG* 3,487 miliardi di euro

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La proposta

I PRINCIPI DI BASELa proposta si basa su quattro assunzioni di fondo: la gestione dei beniconfiscati dovrà incorporare una dimensione più economicamente ef-ficiente, non speculativa, non privatistica, non di profitto, ma, sostan-zialmente, imprenditoriale; la gestione dovrà essere improntata allamassima trasparenza e dovrà essere più "pubblica" nel senso letteraledel termine: non una questione da addetti ai lavori, ora sostenuti oraincalzati dalle associazioni più attive sul fronte antimafia, ma una que-stione partecipata. In questo quadro vi sono evidenti spazi di recuperodi efficienza, di lotta agli sprechi, a posizioni consolidate e conservative,

a comportamenti contraddittori ed in qualche caso ambigui; la gestionedell'intera filiera dovrà essere in capo ad un unico soggetto: ciò permotivi operativi e per motivi di individuazione delle responsabilità. Essoentrerà in campo, con modalità diverse, ma con procedure date, in con-comitanza con il provvedimento di sequestro; in particolare le risorse aqualunque titolo acquisite dovranno essere esclusivamente destinatealla valorizzazione e gestione dei beni immobili confiscati e delle aziendesequestrate e confiscate. A questi si aggiunge il delicato nodo della tutela dei terzi in buona fedeche l'attuale sistema lascia sostanzialmente irrisolto.

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L'ENTE DI GESTIONEA capo dell’intera filiera si prevede un “Ente” pubblico economico,che subentri all’Anbsc ma con piu vaste competenze e responsabilita,con sede a Roma e personale con contratto di diritto privato, gestitoda un Consiglio di Amministrazione di nomina pubblica composto damanager con esperienze industriali, immobiliari e finanziarie, da unrappresentante dell’ANCI e delle Associazioni piu impegnate nella lottaalle mafie. Oltre al Collegio sindacale, e previsto un comitato strategicocomposto da rilevanti personalita delle istituzioni, del mondo dell’im-presa e della finanza, della magistratura, del mondo scientifico e delterzo settore.

LE COMPETENZE DELL'ENTEL’Ente si dovrebbe occupare di gestire lo stock di risorse derivanti dalleconfische e dai sequestri, che attualmente fanno parte del FUG. Diqueste, 10 milioni di euro ne costituirebbero il patrimonio.Secondo le indicazioni fornite da Nomisma, l’Ente potra raggiungereun pieno equilibrio economico finanziario e predisporra semestralmenteuna dettagliata relazione al Parlamento sulle attivita svolte e i risultaticonseguiti.

IL FONDO BENI CONFISCATISi prevede, presso l’unita di gestione dei beni, la costituzione del FondoBeni Confiscati, alimentato dalle risorse economiche e finanziarierelative a provvedimenti di sequestro e di confisca alle mafie attualmentetrasferite al FUG, dalla eventuale vendita di beni immobili e di impreseconfiscate e da proventi finanziari derivanti da investimenti del patri-monio, comunque gestito con criteri di prudenza.

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L'IMPIEGO DELLE RISORSELe risorse del Fondo potrebbero essere impiegate per diverse attivita:valutazione, monitoraggio e promozione; compensi a temporary ma-nager da impiegare nella gestione di imprese sequestrate e confiscate;investimenti su beni immobili (valorizzazione e gestione autososte-nibili o spese di demolizione) e per imprese confiscate (ristrutturazione,riconversione, qualificazione tecnologica); a garanzia di queste ultimenei confronti degli istituti di credito; per il sostegno ai familiari di vit-time della mafia, al reddito e per il ri-orientamento al lavoro dei di-pendenti delle imprese sequestrate; per dar vita ad un meccanismoassicurativo per danni da ritorsioni; per la restituzione delle sommesequestrate o del corrispettivo economico dei beni, sottraendo questoonere ai Comuni assegnatari; per i rimborsi a terzi, soprattutto fornitoridelle imprese sequestrate.

LA GESTIONE DEI BENI IMMOBILI CONFISCATILa proposta individua anche priorita e diverse soluzioni per la valo-rizzazione e utilizzazione delle differenti tipologie di beni confiscati.Per gli immobili, viene proposto: il comodato d’uso gratuito ad orga-nizzazioni del Terzo settore per finalita sociali o attivita imprenditorialinon profit con meccanismi di evidenza pubblica; la concessione nononerosa ai Comuni per attivita di rilevanza sociale; l’utilizzazione perscopi istituzionali (scuole, caserme, Enti pubblici locali) mediante av-viso pubblico; la vendita del bene con procedure di evidenza pubblicaaperta a tutti i soggetti, a determinate condizioni e con la cautelanecessaria per evitare il rischio di “riacquisto” da parte di organiz-zazioni mafiose o di soggetti collegati e una volta verificata la nonpraticabilita delle ipotesi precedenti (ad esempio per appartamentidi grande valore nei centri urbani); la demolizione del bene e la re-stituzione dell’area a titolo gratuito all’Ente locale.

LA GESTIONE DELLE IMPRESE CONFISCATEPer le imprese, la proposta prevede: l’affitto a condizioni agevolateai lavoratori dipendenti dell’impresa confiscata riuniti in cooperativa,in sinergia con la CFI (legge Marcora); l’affitto a titolo oneroso asoggetti pubblici e privati mediante meccanismi di evidenza pubblica;la vendita; la liquidazione e utilizzazione dell’immobile secondo lepriorita indicate per i beni immobili.

LA GESTIONE DEI BENI MOBILI CONFISCATIInfine, per i beni mobili, si propone: la donazione ad organizzazionidel Terzo settore, alle Forze di Polizia o ad Enti pubblici per finalitasociali o ai destinatari di beni confiscati per lo svolgimento di attivitaconnesse al progetto implementato; la vendita all’incanto.

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Il BandoBeni confiscati alle mafie,6.8 milioni di euro per 17 nuoviprogetti nel Mezzogiorno

Sono 17 i progetti selezionati con la terza edizione del BandoBeni Confiscati, promosso dalla Fondazione CON IL SUD incollaborazione con la Fondazione Peppino Vismara e rivolto alleorganizzazioni non profit meridionali.Le iniziative permetteranno, previa verifica amministrativadell’effettiva assegnazione dei beni, l’avvio o il rafforzamento diattività di economia sociale (ristorazione, ricettività, agricoltura,artigianato, ecc) su terreni ed edifici confiscati alla criminalitàorganizzata, capaci di offrire servizi al territorio e opportunità diinclusione socio-lavorativa per persone svantaggiate. Gli interventi coinvolgono complessivamente oltre 140organizzazioni, tra associazioni, cooperative sociali e altri soggettidel terzo settore, enti pubblici, privati e saranno realizzati:6 in Campania (Province di Caserta, Benevento e Napoli), 4 inCalabria (province di Crotone, Reggio Calabria), 5 in Sicilia (provincedi Enna, Palermo, Catania) e 2 in Puglia (province di Foggia e Bari) -sostenuti complessivamente con circa 6,8 milioni di euro (una mediadi 400 mila euro a progetto) grazie al contributo di circa 2 milioni dieuro della Fondazione Vismara.

Complessivamente la Fondazione CON IL SUD, attraverso le primedue edizioni del Bando e altre iniziative, ha sostenuto 39 progetti su50 beni confiscati (39 fabbricati e 11 terreni) nelle regionimeridionali con circa 7 milioni di euro. Lo scorso luglio, inoltre, laFondazione ha promosso una proposta di revisione dell’attualequadro normativo relativo alle gestione dei beni confiscati nelnostro Paese (“Beni confiscati, beni di tutti”), disponibile all’internodi un approfondimento sul tema su www.conmagazine.it, periodicoonline della Fondazione. Lo studio è frutto della riflessione di ungruppo di lavoro costituito dal Forum del Terzo Settore, dallaFondazione Cariplo, dalla Fondazione Cariparo, dalla FondazioneSicilia, dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ecoordinato dalla Fondazione CON IL SUD

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In una villa confiscata a Casal di Principe (Ce) saràrealizzato il progetto “F.U.C.IN.A.” (promosso dal Comitato DonPeppe Diana, contributo: 400 mila euro). L’iniziativa prevedel’avvio di un incubatore di impresa sociale: 4.000 giovani e 2.000adulti, seguiti da esperti, svilupperanno idee innovative suagroalimentare, edilizia, turismo ed energie rinnovabili e,attraverso un’attività di crowdfunding, le aziende potrannoinvestire nelle migliori proposte, da trasformare in attivitàimprenditoriali.In due immobili e un terreno confiscati al clan Magliulo aPugliano, piccola frazione di Teano (Ce), sarà avviato il progetto“Agri-Cultura Solidale” (promosso dalla cooperativa socialeOsiride, contributo: 475 mila euro), che prevede di ricorrere al“budget di salute” per creare un gruppo di convivenza compostoda persone affette da malattie croniche degenerative e con

disabilità psico-sociale. L’iniziativa, inoltre, ha l’obiettivo dirafforzare l’attività di olivicoltura già avviata, anche attraverso unfrantoio. Le attività imprenditoriali verranno gestite da una nuovacooperativa sociale composta prevalentemente da persone incondizione di disagio.A San Cipriano d’Aversa (Ce), in una villa confiscata al bossPasquale Spierto, sarà realizzato il progetto “NuovaComunicazione Organizzata” (promosso dalla cooperativa socialeAgropoli, contributo: 430 mila euro), per il rafforzamento delleattività dell’agenzia di comunicazione sociale “Etiket” attraversola ridefinizione del business model, l’avvio di un laboratorio digrafica e stampa, la realizzazione di una app per la promozionedei prodotti e servizi di economia sociale realizzati all’interno deibeni confiscati del casertano. È previsto, inoltre, l’avviosperimentale di un’attività ricettiva per l'accoglienza di operatori

I progetti in Campania

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della comunicazione, studenti, ricercatori e gruppi organizzatiall’interno della struttura che ospita un gruppo di circa 10 personecon disabilità psichica.Il progetto “Fattoria dei sogni” (promosso dalla cooperativasociale Al di là dei sogni, contributo: 475 mila euro) permetterà dipotenziare l’attività di un agriturismo sociale a Sessa Aurunca (Ce),nato in un bene confiscato al boss Antonio Moccia. Sono previsti:l’acquisto di macchinari e attrezzature che permetteranno dipotenziare la produzione sia in termini di varietà che di quantità diprodotti coltivati; l’ampliamento dell’area dedicata allaristorazione; la ristrutturazione degli spazi destinati a strutturaricettiva. Saranno inoltre realizzate attività di animazione (opendays, laboratori sensoriali per giovani, percorsi turistici sui beniconfiscati del territorio) e saranno inserite nelle attivitàdell’azienda persone in condizione di disagio.

Villa Fernandes - edificio dei primi del ‘900 nel cuore di Portici (Na)confiscato al clan camorristico Rea – ospiterà l’omonimo progetto(promosso dalla cooperativa sociale Seme di Pace, contributo: 450mila euro) che realizzerà nel bene un sistema integrato di servizi:bar-caffetteria, agenzia per il lavoro, ente di formazione e diversilaboratori. Obiettivo dell’iniziativa è incrementare lapartecipazione dei cittadini alla vita socio-culturale della città,creando nuove realtà imprenditoriali e posti di lavoro.Un fabbricato industriale a Melizzano (Bn), confiscato a unimprenditore affiliato al clan dei Fabbrocino, ospiterà il progetto“RAEEGALITY” (promosso dalla cooperativa sociale Sant'Alfonso,contributo: 440 mila euro) che trasformerà il bene in un centro per ilritiro, la lavorazione dei RAEE e la successiva produzione di materiaprima seconda da vendere alle ditte specializzate per il loro riuso.Nel progetto saranno coinvolte 5 persone in condizione di disagio.

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In un locale commerciale nel quartiere Malaspina diPalermo, confiscato alla famiglia Buscemi, sarà realizzato ilprogetto “Sartoria Sociale: ricucire il territorio” (promosso dallacooperativa sociale Al Revés, contributo: 410 mila euro) chepermetterà di rafforzare le attività del laboratorio sartoriale,attraverso nuovi posti di lavoro, l’avvio della vendita online, ilposizionamento della sartoria sociale all’interno di una rete diimprese per la promozione di un ‘distretto fashion’. Sono inoltrepreviste attività di sensibilizzazione nelle scuole e lacollaborazione con l’Accademia delle Belle Arti, per unaproduzione critica e socialmente responsabile.

Ad Altavilla Milicia (Pa) verrà realizzato il progetto “Cambio Rotta:la meglio gioventù” (promosso dal Consorzio Ulisse, contributo:370 mila euro). In una villa confiscata ad un imprenditore affiliatoa cosa nostra sorge oggi un centro culturale, le cui attività sarannopotenziate grazie all’iniziativa: attività culturali, di educazioneambientale e di animazione per bambini arricchiranno l’offerta giàesistente (lounge bar, ristorante e scuola di cucina), a cui si è datovita grazie al precedente bando della Fondazione CON IL SUD perla valorizzazione e il riutilizzo in chiave sociale dei beni confiscati.

Il progetto “AVIBIOAGRO” (promosso dalla cooperativa socialeSolidarietà, Sviluppo e Legalità, contributo: 470 mila euro) avvieràa Monreale (Pa) - in un’azienda agricola già esistente in un beneconfiscato al boss Bernardo Bommarito - l’allevamento di polli inregime biologico e la produzione del foraggio necessario per laloro alimentazione. Sono previsti incontri di animazione territoriale

con le scuole, laboratori sulla legalità, l’alimentazione e lespecificità delle zone rurali dell'entroterra palermitano. Inoltre, ilprogetto favorirà l’inserimento lavorativo di alcune persone incondizione di disagio e il coinvolgimento di 30 famiglie di personecon autismo, attraverso attività di pet therapy, laboratori dimanipolazione e stimolazione sensoriale olfattiva.

Con il progetto “SUD – Arte & Design” (promossodall’associazione Don Bosco 2000, contributo: 475 mila euro) inuna villa e in un appartamento confiscati a Villarosa (En) saràrealizzata un’officina (‘fab lab’) per la fabbricazione artigianale edigitale di prodotti di ‘arredo-casa’ in stile afro-europeo e in varimateriali (ceramica, stoffa, vetro, legno), a brand “Sud-Arte &Design”. 20 giovani siciliani e migranti saranno coinvolti in unpercorso formativo e di work experience e, alcuni di loro, sioccuperanno poi delle attività di produzione in laboratorio e divendita al dettaglio per la nuova impresa sociale avviata.

A Misterbianco (Ct), in un terreno e un immobile confiscati aFilippo Riela, sarà avviato il progetto “Gli orti del Mediterraneo”(promosso dall’Osservatorio Mediterraneo Centro StudiFormazione Onlus, contributo: 230 mila euro), per l’avvio di unparco educativo-didattico chiamato “Orti del Mediterraneo” – conorti sociali, il coinvolgimento di studenti in percorsi di alternanzascuola-lavoro, laboratori di inserimento socio-lavorativo per 10ragazzi con disturbi psico-cognitivi, visite didattiche - e diun’attività imprenditoriale per la lavorazione e vendita di derivatidei semi della canapa e pappa reale.

I progetti in Sicilia

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A Polistena (Rc) sarà avviato il progetto “Liberamente insieme2.0” (promosso dalla Parrocchia Santa Maria Vergine, contributo: 500mila euro) che, in un palazzo confiscato alla cosca locale dei Versace,permetterà di ampliare la struttura ricettiva già esistente, di aprire unristorante-pizzeria basato su una proposta ‘etica e biologica’ e uncentro culturale e artistico. Nello stesso bene, grazie al sostegno dellaFondazione CON IL SUD, sono nati un ostello e un centropolifunzionale, con sportelli di ascolto e orientamento per persone indifficoltà, servizi di formazione per l’inserimento lavorativo diimmigrati e giovani disoccupati. Il palazzo ospita inoltre il primoPoliambulatorio calabrese di Emergency.

In un immobile confiscato a Reggio Calabria all’imprenditore nelsettore del gioco d’azzardo Gioacchino Campolo, sarà realizzato ilprogetto “Soleinsieme Sartoria Sociale” (promosso dalla cooperativasociale Soleinsieme, contributo: 64.696 mila euro) per ilpotenziamento delle attività di una sartoria, che prevede dispecializzarsi nella lavorazione delle fibre tessili naturali (lana e cotonebiologici, canapa e bamboo) e nel riutilizzo di materiali di scarto. Sonoprevisti percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro perdiverse donne e la creazione di posti di lavoro, la ristrutturazione dellaboratorio, con la creazione di uno spazio baby care per le lavoratricimadri, postazioni di co-working e organizzazione di eventi.

Su tre terreni a Cirò Marina (KR), Isola Capo Rizzuto (KR) eCropani (CZ) – confiscati a Nicodemo Guerra del clan Farao –Marincola di Cirò e alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto – saràavviato il progetto “I love Calabria” (promosso dall’associazioneAmici del Tedesco, contributo: 390 mila euro). Si prevede direalizzare un percorso cicloturistico, un orto botanico e un parcoper la sicurezza stradale, per favorire l’occupazione giovanile epotenziare l’attrattività turistica di queste zone, in parte giàsostenute dalla Fondazione CON IL SUD con il precedente bandosui beni confiscati.

A Locri (Rc) sarà realizzato il progetto “L’ostello LOCRIDE e ilTurismo Responsabile” (promosso dal Consorzio sociale GOEL,contributo: 450 mila euro).Un immobile confiscato alla cosca dei Cataldo - coinvolta neltraffico di droga, armi e in attività pubbliche e appalti – ospiteràun ostello di cinque piani, con 15 camere e ambienti comuni(soggiorno con cucina, sala per attività, lavanderia e ampioterrazzo/solarium).La struttura è nel centro di Locri, abbastanzavicina al mare e alla stazione ferroviaria. Oltre a pacchetti eitinerari ambientali ed enogastronomici, verranno offerti anchepercorsi turistici religiosi e legati agli eventi che scandiscono lavita della cittadina.

I progetti in Calabria

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Il progetto “Natura Viva” (promossodalla cooperativa sociale S.A.I.D., contributo:450 mila euro) avvierà una start up agricolanel campo della produzione, conservazione,distribuzione e vendita di prodotti biologicifreschi e conservati, attraverso lavalorizzazione di 3 beni confiscati adAcquaviva delle Fonti (Ba): un ex opificio(laboratorio polifunzionale), un locale(punto vendita) e 2 terreni (coltivazioneprodotti). Saranno realizzati dei corsi diformazione per 60 persone in condizione didisagio su temi legati alla gestione diun’azienda, coltivazione e raccolta diortaggi e verdure, produzione di cibiconfezionati; avviate borse lavoro rivolte adonne vittime di tratta, richiedenti asilo,persone in protezione internazionale, condisabilità psichica. Verrà inoltre costituitauna cooperativa sociale agricola.

A Cerignola (Fg) - in un terreno e unimmobile confiscato a Rosario Giordanoaffiliato al clan Piarulli-Ferraro,particolarmente attivo nella zona tra glianni ‘80 e ‘90 e influente ancora oggi - saràrealizzato il progetto “Ciascuno cresce solose sognato” (promosso dalla cooperativasociale Pietra di Scarto, contributo: 319 milaeuro), che realizzerà una filiera etica per laproduzione e trasformazione del pomodoro,coinvolgendo piccoli produttori e lavoratorivittime di sfruttamento, con particolareattenzione all’inclusione lavorativafemminile e dei migranti. La comunità localesarà coinvolta in eventi di valorizzazionedelle tradizioni popolari, spazi di produzionecondivisa della passata di pomodoro perfamiglie e gruppi, incontri formativi conbambini delle scuole primarie.

I progetti in Puglia

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CON I BAMBINIQuando la vera impresa (sociale)è formare gli adulti di domani

L’impresa sociale “Con i Bambini” è stata costituita il 15giugno 2016, con sede a Roma. E’una società senza scopo di lucro cheha per oggetto l’attuazione dei programmi del Fondo per il contrastodella povertà educativa minorile, previsti dal Protocollo d’Intesastipulato il 29 aprile 2016 tra il Presidente del Consiglio dei Ministri, ilMinistro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro del Lavoro e dellePolitiche Sociali e il Presidente di Acri, l’associazione delle Fondazioni(in attuazione di quanto previsto dall’art. 1 della legge 28 dicembre2015, n. 208). L’impresa sociale Con i Bambini è interamentepartecipata dalla Fondazione CON IL SUD.

IL FONDO PER IL CONTRASTODELLA POVERTÀ EDUCATIVA MINORILELa povertà economica è spesso causata dalla povertà educativa: le due sialimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione.Un’alleanza per contrastare questo preoccupante fenomeno è stata messain campo dalle Fondazioni di origine bancaria e dal Governo che, conapposite agevolazioni fiscali previste nella Legge di stabilità per il 2016, havoluto incentivare l’ulteriore impegno delle Fondazioni su questo fronte.A fine aprile i due partner hanno firmato un Protocollo d’Intesa per lagestione di un Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che èdestinato “al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gliostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la pienafruizione dei processi educativi da parte dei minori”. Il Fondo è alimentatodalle Fondazioni di origine bancaria, che usufruiranno di un creditod’imposta. Il fondo avrà una consistenza di 120 milioni di euro l’anno pertre anni.Tre ’operatività del Fondo è stata assegnata all’impresa sociale “Con iBambini” per l’assegnazione delle risorse tramite bandi. Le scelte diindirizzo strategico sono definite da un apposito Comitato di indirizzo nelquale sono pariteticamente rappresentate le Fondazioni di origine bancaria,il Governo, le organizzazioni del Terzo Settore e rappresentanti di Isfol eEIEF – Istituto Einaudi per l’economia e la finanza.

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I TRE BANDI L’impresa sociale “Con i Bambini” ha promosso tre bandi: Bando Prima Infanzia (0-6 anni); Bando Adolescenza (11-17); BandoNuove Generazioni (5-14 anni).

• Il Bando nazionale “Prima Infanzia” rivolto alle organizzazioni delterzo settore e al mondo della scuola, si propone di ampliare epotenziare i servizi educativi e di cura dei bambini di età compresatra 0 e 6 anni, con un focus specifico rivolto ai bambini, allefamiglie vulnerabili e/o che vivono in contesti territoriali disagiati.Sono pervenute circa 400 proposte di progetto. A settembre sonostati approvati 80 progetti, finanziati complessivamente con 62,2milioni di euro.

• Il Bando nazionale, “Adolescenza” rivolto alle organizzazioni delTerzo Settore e al mondo della scuola, si propone di promuovere estimolare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di dispersionee abbandono scolastici di adolescenti nella fascia di età compresatra 11 e 17 anni. Attraverso la combinazione di attività scolastiche,attività extra-scolastiche e tempo libero dovranno esseresperimentate soluzioni innovative e integrate. Sono ancora in fasedi valutazione le circa 800 proposte pervenute, i cui risultatidefinitivi saranno pubblicati nei primi mesi del 2018. Per unfinanziamento massimo di 82 milioni di euro.

• “Nuove Generazioni”, rivolto a bambini e ragazzi di età compresatra 5-14 anni, è il terzo Bando (pubblicato a settembre) chel’impresa sociale Con i Bambini rivolge agli enti di Terzo settore e almondo della scuola con l’obiettivo di mettere in campo progetti dicontrasto alla povertà educativa minorile. A disposizione unammontare complessivo di 60 milioni di euro, in funzione dellaqualità dei progetti ricevuti.Rispetto ai precedenti bandi Prima Infanzia (0-6 anni) eAdolescenza (11-17 anni), la nuova iniziativa prevededirettamente la presentazione online dei progetti, entro e nonoltre il 9 febbraio 2018.

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Iniziative in cofinanziamento

La Fondazione ritiene importante, nel perseguimento dellapropria missione, stabilire relazioni e avviare collaborazioni con enti eistituzioni che condividano lo spirito e gli obiettivi che la animano. In talsenso, ha avviato una specifica linea di intervento finalizzata apromuovere interventi al Sud, congiuntamente ad altri enti dierogazione, al fine di catalizzare ulteriori risorse del privato socialeattorno alla domanda proveniente dalle regioni meridionali. Tale esperienza va considerata positivamente, sia perché la risorsedestinate a tal fine producono un effetto “leva” determinando unmaggior afflusso di risorse per progetti di infrastrutturazione sociale alSud, sia perché consentono un positivo scambio di esperienze con altrienti erogatori.Attraverso le iniziative in cofinanziamento, la Fondazione ha collaboratocon oltre 100 enti erogatori tra non profit e imprese, prevalentementesettentrionali. Questi interventi hanno permesso di indirizzare al Sud piùdi 21 milioni di euro per interventi nel sociale, con un “effetto leva” dioltre 11 milioni.Sono state avviate collaborazioni in cofinanziamento con le principalifondazioni di origine bancaria e fondazioni corporate nazionali einternazionali, istituti di credito, soggetti istituzionali, società editoriali,numerose srl attive nel territorio e gruppi imprenditoriali quali adesempio Bulgari e Ferrarelle.

La Fondazioneha collaborato con oltre100 enti erogatoritra non profit e imprese

Più di 21 milioni di euro perinterventi nel sociale al Sud con

un effetto levadi oltre 11 milioni di euro

C’è un legame a doppio filotra attrazione degli inve-stimenti produttivi e ade-guatezza logistica: “rap-

presenta una delle chiavi di volta perl’efficacia delle politiche industrialie il recupero di competitività dei ter-ritori”. Ne è convinto Pietro Spirito,presidente dell'Autorità portuale delTirreno (comprendente gli scali diNapoli, Salerno e Castellammare diStabia), che vede nell’imminenteistituzione delle Zes una grande op-portunità per il tessuto produttivocampano, tra credito d’imposta, in-centivi, e una sburocratizzazione“quanto mai essenziale per un ter-ritorio come il Mezzogiorno dove leimprese impiegano il doppio deltempo per nascere rispetto al Cen-tro-Nord”.Le Zone economiche speciali diven-tano realtà per Salerno e Napoli: en-tro questo mese ci sarà la firma delministero per l’istituzione delle Zes.Quali saranno i vantaggi per l’eco-nomia della regione?

Il ministero deve approvare tre de-creti: il primo sui criteri e le modalitàdelle nuove Zes che sarà emanato entroottobre, uno sulle regole per la sburo-cratizzazione e, infine, un terzo perl’istituzione delle Zes. Speriamo che iltutto si chiuda entro dicembre. Perquanto riguarda i vantaggi, intanto, cisono quelli già previsti dal decreto 91:il credito di imposta viene elevato a unvalore massimo pari a 50 milioni dieuro per ciascun singolo investimentoeffettuato nelle Zes. Ma ce ne sarannoaltri attesi con i prossimi decreti. Di che cosa si tratta?

Principi sulla sburocratizzazione,essenziali per un territorio come ilMezzogiorno dove le imprese impie-gano il doppio del tempo per nascererispetto al Centro-Nord. Infine, ci sa-ranno tutta una serie di ulteriori in-

centivi da stabilire nel secondo decre-to, quello di ottobre.Qual è il ruolo della logistica nel pa-radigma di una nuova economia in-dustriale?

Quando si parla di industria 4.0 tuttifanno riferimento quasi esclusivamen-te alle grandi novità, all’introduzionedi nuove tecnologie e alle stampanti 3D.Un quadro sicuramente attraente mache senza una logistica 4.0 non puòfunzionare. Il ruolo dei porti e dei re-troporti - vere e proprie cerniere tramare e territorio - diventa fondamen-tale. E, in questo senso, gli scali di Na-poli e Salerno, assieme a quello di GioiaTauro, saranno i baricentri di questainnovazione. Il legame tra attrazionedegli investimenti produttivi e adegua-tezza logistica costituisce una delle chia-vi di volta per l’efficacia delle politiche

I PRO

TAGO

NIST

I

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Zone specialie Logistica 4.0:il futuro di Napolipassa per il porto

Pietro Spiritopresidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale

industriali e il recupero di competitivitàdei territori. Non contano più solo la-voro e capitali per generare produtti-vità, ma anche competenze e connes-sioni. Nel paradigma della nuova eco-nomia industriale, la logistica svolge unruolo determinante. Senza un accessoefficiente ai mercati si determina unosvantaggio competitivo difficilmentecolmabile.A metà settembre le Autorità por-tuali del Tirreno e dell’Adriaticohanno siglato il primo accordo dicollaborazione tra Authority. Qualivantaggi ne potranno nascere?

Innanzitutto dobbiamo prepararcia un investimento in corso, ovvero alpotenziamento della Linea Napoli-Ba-ri che in 4-5 anni consentirà di avereuna connessione più robusta sulla mo-dalità terrestre. Dobbiamo ragionaresu che cosa significa questa novità av-viata da Rete Ferroviaria Italiana. Poiabbiamo deciso di scambiarci le buonepratiche che ciascuno può mettere adiposizione dell’altro. Si sta dando vitaa un modello di organizzazione più

snello: con il passaggio da 24 a 15, leAutorità devono essere coordinatemantenendo un rapporto di collabo-razione più stretto. Auspichiamo chedopo la nostra iniziativa, si possa rea-lizzare una sorta di protocollo tra tuttele Authority del Mezzogiorno.Nei primi otto mesi del 2017 il traf-fico commerciale e passeggeri ha fat-to registrare una significativa cre-scita nei porti di Napoli e Salerno.Le previsioni per i prossimi mesi?

Le previsioni fino a dicembre sonoottime: il traffico commerciale conti-nuerà a crescere a velocità anche dop-pia rispetto all’export della produzionecampana. È un periodo positivo perl’industria che è competitiva ancheperché c’è un tasso di cambio favore-vole all’euro per le esportazioni. Quindisi registra un incremento dei traffici.Sono meno positivi, invece, i dati deltraffico crocieristico. Per quale ra-gione?

È l’unico dato negativo sia per Na-poli che per Salerno ed è collegato so-prattutto a una flessione interna del

mercato italiano perché la crisi politicae sociale del Bacino Sud del Mediter-raneo ha fatto ridurre gli spostamenti.Ma l’anno prossimo sarà con il segnopiù: lo confermano già i primi dati dellecompagnie per il 2018.Sia per Napoli che per Salerno?

Per Napoli di sicuro. Per Salernovedremo, dal momento che sarà im-pegnata nei lavori di dragaggio fino al2019.A proposito di dragaggio: a breve ri-partirà la macchina amministrativaper i lavori sui fondali del Porto diNapoli. L’intervento consentirà diallargare le prospettive di mercatodello scalo partenopeo?

È una operazione che andrà avantiper 14 mesi e renderà i fondali più coe-renti con le caratteristiche del trafficocommerciale che continuerà a cresce-re. Nei prossimi anni lavoreremo permigliorare il pescaggio e la funzionecommerciale. Il dragaggio consentiràal Porto di accogliere navi di media egrande grandezza, da 10-14mila con-tenitori, ma non le mega ships da 18-20mila container. Non possiamo pun-tare a questo. Non è il nostro obiettivoE per potenziare quello di Salernocosa c’è in programma?

Due attività: migliorare i collega-menti autostradali, con la realizzazionedella galleria che favorisce un più facileafflusso, ed effettuare i lavori di allar-gamento dell’imboccatura, oltre aquelli di dragaggio dei fondali.Alla fine niente più “Corno” al portodi Napoli. Però per lei era una bellaidea?

Credo che, in ogni caso, il tema sol-levato dal Comune di Napoli resta: ab-biamo una Stazione Marittima bellis-sima, progettata e costruita a metà deglianni 30 dall’architetto Cesare Bazzani,che rimane vuota per un lungo periododell’anno dopo la chiusura della sta-gione turistica. Abbiamo interi mesiin cui possiamo mettere la struttura adisposizione della cittàPer quali iniziative? Ha già un’idea?

Faremo una gara di idee per sce-gliere gli eventi che possano renderepiù vitale una Stazione al momento soloparzialmente utilizzata.

AN. AU.

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I PRO

TAGO

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I

Dopo il no alla mega struttura a forma di “Corno” voluta dal Comune l’annuncio: Apriremo una gara

di idee sull’utilizzo della Stazione Marittimaper lo svolgimento di iniziative ed eventi

Export in netta ripresa, un Pilregionale cresiuto in una per-centuale più alta rispetto al re-sto d’Italia, il rilancio di Ba-

gnoli che ormai appare collocato suibinari giusti. Il giudizio del lavorosvolto dalle istituzioni locali e nazio-nali negli ultimi due è confortante aparere di Vito Grassi, presidente diGraded spa, società che opera nelcampo dell’efficientamento energe-tico e delle energie rinnovabili, vicepresidente dell’Unione industriali diNapoli con delega a Energia, Infra-strutture e Trasporti. Il denaro lo haintervistato.Qual è secondo lei lo stato di salutedell'export campano?

Direi che, considerate le tante cri-ticità di cui spesso parliamo a pro-posito del contesto in cui operano leimprese regionali, lo stato di salutedell’export della Campania sia in net-ta e significativa ripresa. Lo confer-mano, tra gli alti, i dati del RapportoExport 2017 presentato da Sace e Si-mest di recente. La Campania è la pri-

ma regione esportatrice del Sud e lanona in Italia, con 10 miliardi di beniesportati, il 2,4% del totale nazionale,e un tasso di crescita intorno al 3%nel 2016. Alcuni settori sono stati ilfiore all'occhiello: gli apparecchielettrici ed elettronici, infatti, sonocresciuti oltre il 24%. A premiare laCampania sono dunque i settori amaggior contenuto di innovazione equelli legati alla qualità tipici del“Made in Italy”. Quindi in futuro l’export continue-rà a sostenere la nostra economia?

Aumenterà il suo peso. Si prevedeinfatti una crescita per il periodo2016-19 dello 0,9% in Campania e

del 2,9% nel Mezzogiorno. Interna-zionalizzare non è più un'opzione maun imperativo categorico. Anche i dati di crescita del Pil cam-pano sono interessanti e meritevolidi commento, non crede?

Sono convinto che se la produ-zione industriale italiana ha regi-strato un balzo del 4,4% su base an-nua, come certifica l’Istat, è perchéal risultato ha contribuito in ma-niera determinante il balzo in avantidel Mezzogiorno e della Campania,che in tale contesto ha svolto il ruolodi motore dell’exploit, con un +2%del Pil nel 2016 rispetto all’annoprecedente.

Bene l’exportma serve più sostegnoalle imprese

I PRO

TAGO

NIST

IVito Grassivicepresidente dell’Unione Industriali di Napoli

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Un salto in avanti. A che cosa è do-vuto?

Alle imprese e alle istituzioni digoverno locali e nazionali, che negliultimi anni hanno profuso un impe-gno notevole per fare del Mezzogior-no una leva che contribuisca a ripor-tare il nostro Paese su un sentiero dicrescita. Cosa pensa delle normative, Zes sututte, che Regione e Governo stannomettendo in campo per accrescerel'attrattività della Campania al-l'estero?

Penso che a nostra città se ne puògiovare molto, perché nel dispositivodi legge è stabilito che uno dei requi-siti sia la connessione della Zes conun’area portuale collegata alla retetranseuropea dei trasporti. Il con-fronto con altre aree del mondo incui le Zes hanno simili caratteristiche(cioè un porto baricentrico) è illu-minante. In che misura le imprese campaneguidate da giovani possono esserepiù competitive nel mondo?

Uno dei dati più stimolanti checoncorre a dimostrare che il Mezzo-giorno non è una landa desolata è ilnumero delle nuove imprese e, inparticolare delle start up. Si comin-

ciano a vedere gli effetti di una eco-nomia trainata dalla digitalizzazione,una frontiera in cui i giovani si muo-vono a loro agio, dove conta quelloche fai, a prescindere da dove vivi.Ora deve crescere la capacità di faresistema e fare rete, una evoluzione sucui Confindustria si batte da sempree che può essere agevolata dai progettidi Industria 4.0Il Sistema Italia, inteso come assi-stenza a chi investe all'estero, fun-ziona?

No. Non a sufficienza. L’esperienzadi decine di imprese, dei più diversisettori e dimensioni, è netta su questoaspetto. Sui mercati altamente com-petitivi della globalizzazione esse sonosole. E questo è un grave handicap ri-spetto ad altri Paesi che sono in com-petizione con noi, come la Germania.L’imprenditore può fare ogni sforzo,quelli più bravi e capaci possono farei miracoli, ma non possono surrogareil ruolo delle istituzioni.Sugli investimenti dall'estero inCampania cosa pensa. Sono suffi-cienti o pochi?

Sono pochi per la semplice ragioneche non c’è stato un lavoro di mar-keting territoriale capace di illustrarei vantaggi e gli attrattori in grado di

mobilitare investimenti importanti.Ed è un impegno che devono assu-mersi le imprese, assieme alle isti-tuzioni del territorio.Italia all'estero ma il mercato in-terno? E' un capitolo definitiva-mente chiuso?

Dipende dai settori in cui si opera.Ci sono produzioni ad alta compo-nente di lavoro che non possono reg-gere il confronto con economie doveil costo del lavoro è significativamen-te più basso. Ma per settori tecnolo-gicamente avanzati e per produzionidi nicchia, il mercato domestico èsempre il primo più vicino e più fa-cilmente agganciabile.Proposte per accrescere la compe-titività delle imprese italiane al-l'estero?

Direi che è ora di chiudere il ca-pitolo dei viaggi promozionali al-l’estero che non possono avere lafunzione di missioni all’estero allequali non seguono ricadute concrete.A mio parere si dovrebbe riprendereseriamente in considerazione l’ideache la diplomazia italiana sia piùcoinvolta nell’obiettivo di sostenereil sistema delle imprese all’estero inmaniera strutturata e assidua.

FR. AV.

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“E’ ora di chiudere ilcapitolo dei viaggipromozionali all’estero chenon possono avere lafunzione di missioni allequali non seguono ricaduteconcrete. La diplomaziaitaliana deve essere piùcoinvolta nel sostenere ilsistema Italia”

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I PRO

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Capri pronta ad accogliere i Giovani Imprenditoridi Confindustria. La due giorni di dibattito suinternazionalizzazione ed export non poteva delresto avere sede migliore di un’isola che è nota

e apprezzata in tutto il mondo, un luogo “globale”, sipotrebbe dire. Ne è convinto il sindaco di Capri Gio-vanni De Martinopronto ad accogliere sul proprio ter-ritorio i big dell’imprenditoria e delle istituzioni. “E’una grande soddisfazione che Confindustria abbia de-ciso di confermare la sua presenza sull’isola - dice - Vaavanti così una tradizione ripresa già da qualche annodopo la parentesi napoletana, segno evidentemente chesull’isola l’associazione di rappresentanza dei giovaniindustriali ha trovato la sua sede naturale”. Cosa significa per Capri tornare ad essere per duegiorni “capitale” dell’economia italiana?

Significa molto anche perché gli argomenti che sa-ranno in discussione, come l’esportazione del made inItaly, l’approccio ai mercati esteri, l’attrazione degliinvestimenti, riguardano da vicino il territorio, il suotessuto imprenditoriale e quindi la vita delle persone.Capri in questo contesto può davvero occupare un postodi primo piano.Arriveranno sull’isola anche tanti esponenti dellapolitica. Cosa vorrebbe dire loro?

Intanto che ci impegneremo a far trovare un’isolacome sempre accogliente, con servizi all’altezza, pia-cevole da visitare. Quanto al dibattito, sarà interessanteascoltare da loro ciò che avranno da dire per capirequali saranno le future linee guida di governo. Si parlerà inevitabilmente anche di Mezzogiornoche, nonostante alcuni buoni risultati negli ultimitempi, fatica a tenere il passo di concorrenti aggue-

ritissimi. Quale messaggio può giungere da Capri?Capri è una grande industria del turismo, il simbolo

della ricettività turistica d’eccellenza. Io credo che que-sto settore sia un grande volano di sviluppo per tutte lealtre industrie, quella dei trasporti, dei servizi, dellenuove tecnologie. Il Mezzogiorno su questo fronte hagrandissimi margini di sviluppo. Qui ci sono ricchezzeuniche dal punto di vista paesaggistico, storico, cultu-rale, e tante capacità, soprattutto giovani, nel settoredelle nuove tecnologie e dell’innovazione. Tutto questoandrebbe incoraggiato, come già il governo sta facendo,per dare al territorio la possibilità di emergere in questonuovo scenario globalizzato.Saranno i giovani a prendere per mano il Paese chearranca?

Ne sono certo. In tutti questi anni di Convegno con-findustriale ho visto emergere tanto entusiasmo da par-te dei giovani, la loro volontà di mettersi in gioco, ladeterminazione nel rischiare in prima persona. Le isti-tuzioni dovrebbero cogliere questo segnale e sostenerei nostri giovani che hanno tutte le capacità per farcela.Nel nostro piccolo, come amministrazione, stiamo giàcercando di fare la nostra parte.

FR. AV.

Qui sede naturaleper ConfindustriaIl futuro del Sud?E’ nei nostri giovani

Giovanni De Martinosindaco del Comune di Capri

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Speciale Convegno Giovani Imprenditori CAPRI2017

La Campania è la prima regio-ne esportatrice dell’Italiameridionale e la nona a livel-lo nazionale, con 10 miliardi

di beni esportati, ovvero il 2,4 percento del totale nazionale, e untasso di crescita intorno al 3 percento nel 2016. Sono i dati emersida “Export Unchained. Dove lacrescita attende il Made in Italy”,l’ultimo Rapporto Export di Sace– che insieme a Simest costituisceil Polo dell’export e dell’interna-zionalizzazione del Gruppo Cdp –, presentato giovedì 12 ottobre aNapoli.Al centro dell’incontro, che si ètenuto a Castel Sant'Elmo con al-cune aziende protagoniste dell’ex-port regionale – Pastificio Di Mar-tino, Magaldi, Kiton, Getra Power– le previsioni export per mercatie settori, e gli strumenti assicura-tivo-finanziari attraverso cui leaziende locali possono incremen-tare la propria competitività a li-vello globale.

I SETTORI TRAINANTIAlcuni settori sono stati il fiore

all’occhiello della regione: gli ap-parecchi elettrici ed elettronici, in-fatti, sono cresciuti oltre il 24 percento, ma anche la farmaceutica hafatto registrare una buona perfor-mance (+14 per cento), grazie alladomanda proveniente dai Paesi eu-ropei fuori dall’area Euro.

Mezzi di trasporto, tessile e ab-bigliamento, prodotti in metallo efarmaceutico, rappresentano il 70per cento dell’export regionale.

I MERCATI DI SBOCCOI mercati avanzati europei (Fran-

cia, Germania, Regno Unito) - mal-grado un calo nel 2016 - ed extra-europei (Svizzera e Stati Uniti) ri-mangono le mete privilegiate per levendite estere campane e costitui-scono quasi la metà del totale espor-tato. Positive le vendite verso i Paesidell’Est Europa (Polonia, Repubbli-ca Ceca, Slovacchia e Ungheria) chepesano per il 5 per cento sul totale.

Nei primi sei mesi del 2017 pro-segue il trend positivo dell’exportcampano ad un tasso di crescita del2,3 per cento, trainato dai mercatiextra-Ue (+6,9 per cento).

I settori principali hanno chiusoi primi sei mesi con il segno più,fatto salvo quello alimentare in dif-ficoltà a causa della minore doman-da dell’Unione europea, e la farma-ceutica che si conferma un traino(+14 per cento).

A livello di geografie di destinazio-ne, il primo semestre dell'anno ha re-plicato l'andamento del 2016: ancoramolto bene l'export verso Stati Unitie Svizzera, e, ancora in flessione levendite verso Francia, Germania eRegno Unito. Da evidenziare l'ottimoandamento sul mercato spagnolo conun incremento di oltre il 40 per cento,grazie al maggiore export di mezzi ditrasporto (più 172,5 per cento, con unpeso di oltre il 30 per cento in questiprimi sei mesi) e prodotti alimentari(+36,1 per cento, che rappresentanoil 14 per cento del totale).

Industria e territorio

Esportazioni, Campania reginadel Mezzogiorno:+2,3% nel 2017

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LE OPPORTUNITÀ PER LA REGIONE"Il 2017 sta segnando un’ottima

performance per l’export italianoche, secondo le nostre stime, chiu-derà l’anno con una crescita poco aldi sotto del 4 per cento, in linea conquanto prevediamo anche per ilprossimo triennio - dice Livio Mi-gnano, Head of Domestic Networkdi Sace -. In questo quadro nonmancano le opportunità per la Cam-pania, che si conferma un traino perle esportazioni dal Sud Italia. Unterritorio dinamico e ricco di im-prese eccellenti in cui, grazie all’uf-ficio di Napoli, lo scorso anno Sacee Simest hanno mobilitato 540 mi-lioni di euro di risorse in favore dioltre 1.000 aziende, in prevalenzaPmi”.

PREVISIONI 2017-2020Si apre finalmente una fase molto

più favorevole della precedente perle esportazioni italiane di beni. Com-plice la ripresa degli investimenti inalcuni mercati emergenti, la neutra-lizzazione del ciclo avverso del pe-trolio, il nostro export si preparadunque a un cambio di marcia so-stanziale, mettendo a segno, dopo laperformance moderata del 2016(+1,2 per cento), una crescita a untasso medio del 4 per cento nei pros-simi quattro anni, fino a raggiungerenel 2020 il valore di 489 miliardi dieuro. Di pari passo, aumenterà l’in-cidenza dell’export di beni e servizisul Pil, che, già salita dal 25,8 del2010 al 30,4 per cento del 2016, ar-riverà al 32,4 per cento entro il 2020.

PREVISIONI 2017PER AREA GEOGRAFICA

Per l’anno in corso, i tradizionalimercati europei, nordamericani easiatici contribuiranno in modo si-gnificativo alla crescita dell’exportitaliano. La performance miglioreè attesa per il Nord America (+4,9per cento), trainato dagli Stati Unitie seguito dall’Asia (+4,6 per cento),dove Cina, India e Indonesia garan-tiranno ottime opportunità; a se-guire Europa avanzata (+3,4 percento) ed emergente (+2,9 per cen-to). In crescita anche Medio Orientee Nord Africa (+2,1 per cento) eAmerica Latina (+1,6 per cento),nonostante le difficoltà dell’ultimoanno. Le criticità di diversi Paesiafricani, invece, non consentirannodi andare oltre una stabilizzazionedelle nostre vendite nell’area sub-sahariana (-0,4 per cento), con al-cune economie in controtendenza.

PREVISIONI PER SETTORIIl Rapporto segnala performance

molto positive per la chimica e peri mezzi di trasporto; buone prospet-tive per i comparti del Made in Italytradizionale, tra cui spicca l’agroa-limentare; alcune cautele per la me-tallurgia, comunque in ripresa dopole avversità congiunturali dell’ulti-mo anno. La chimica (42 miliardidi euro di export nel 2016) registre-rà il tasso di crescita più sostenutonelle vendite estere (+6,3 per centonel 2017 e +5,8 nel 2018-2020), gra-zie al rilancio degli investimenti neisettori industriali in cui trova ap-plicazione, dal petrolchimico al far-maceutico. Per la meccanica stru-mentale (primo settore per l’exportitaliano, con 85 miliardi di euro nel2016) si prevede un +2,2 per centonel 2017 e un’accelerazione neltriennio successivo. I mezzi di tra-sporto (45,2 miliardi di euro di ex-port nel 2016) metteranno a segnouna crescita estera del 5 per centonell’anno in corso e del 5,4 nel2018-2020, grazie alla performancedi tutti i comparti - automotive, navie velivoli - destinati alla clientelaretail o legati a settori strategicidell’economia.

WHAT’S IN FOR THE MADE IN CAMPANIA?

RISCHI E OPPORTUNITÀ PER L’EXPORT DELLA CAMPANIA NEL 2017

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Poli produttivi

Export: promosso il SudCampania, Calzature al topmale la Concia di Solofra

Nel primo trimestre del 2017 l'export dei distrettidel Mezzogiorno è tornato in territorio positivoregistrando un progresso del 6,1% (pari a 103milioni di euro aggiuntivi rispetto all'anno pre-

cedente), in linea con l'andamento altrettanto positivodei distretti italiani. Il quadro congiunturale è, tuttavia,molto differenziato, con alcune regioni in forte crescita(Puglia in primis) e altre in difficoltà (Campania e Sar-degna). E' quanto emerge dall’’ultimo Monitor dei Di-stretti del Mezzogiorno a cura della Direzione Studi eRicerche di Intesa Sanpaolo.

CORRE LA PUGLIAUn forte traino per la dinamica dell'area proviene

dalle buone performance registrate sui mercati esteridalle imprese distrettuali della Puglia che, grazie a unincremento dell'export del 15,1% (pari a 104 milioni dieuro aggiuntivi rispetto al primo trimestre 2016), nelprimo trimestre hanno ottenuto un valore delle venditedi quasi 800 milioni di euro. Le imprese pugliesi sonotornate in territorio positivo dopo un 2016 non brillante.In forte ripresa la Meccatronica del barese (+36,4% paria 98 milioni di euro aggiuntivi rispetto al primo trimestredel 2016) e recuperano terreno anche l'Ortofrutta e con-serve del foggiano e l'Olio e pasta del barese.

In netta accelerazione le Calzature di Casarano e po-sitivo anche l'export degli altri distretti del Sistema modapugliese, il cui andamento risulta allineato all'andamentopositivo dei distretti italiani del comparto. Rallenta ilMobile imbottito della Murgia pur rimanendo in terri-torio positivo, e registra ancora un regresso l'Ortofruttadel barese, distretto che segue una dinamica negativadal 2015. Seguono un profilo positivo le esportazioni del-l'Abruzzo (+3,3%), dove si assiste a un forte recuperodell'Abbigliamento sud-abruzzese dopo oltre un quin-quennio di criticità. Il brillante andamento dell'exportdell'Abbigliamento sud-abruzzese, seguito dai Vini delMontepulciano d'Abruzzo e dal Mobilio abruzzese, è riu-scito a compensare i cali di export subiti dall'Abbiglia-mento nord-abruzzese e dalla Pasta di Fara. Positiva an-che la performance dei distretti della Sicilia (+1,4%),che ha potuto beneficiare del forte impulso dell'export

dei Vini e liquori della Sicilia occidentale e dell'anda-mento positivo dell'Ortofrutta di Catania.

CAMPANIA IN RIBASSOLievemente negativa invece la performance dell'export

in Campania (-0,5%).I positivi contributi, in particolare, dell'Agricoltura

della Piana del Sele e delle Calzature napoletane, oltre aquelli dell'Abbigliamento del napoletano e dell'Alimen-tare del napoletano, non sono riusciti a controbilanciarei cali di export subiti soprattutto dall'Alimentare di Avel-lino, dalla Concia di Solofra e dalle Conserve di Nocera.Il distretto delle Conserve arretra dopo un 2016 di fortecrescita. Ancora forte regresso per i distretti della Sar-degna (-14,2%), penalizzata dalla consistente flessionesui mercati esteri del Sughero di Calangianus e del Lat-tiero-caseario del sassarese. A livello di singoli distrettisi evidenzia che nel primo trimestre dell'anno la Mec-catronica pugliese e l'Agricoltura della Piana del Selesono i poli produttivi che hanno sperimentato una mag-gior crescita in valore. L'analisi dell'orientamento delleesportazioni dei distretti del Mezzogiorno pone in evi-denza il forte contributo alla crescita offerto dal mercatostatunitense, dalla Spagna e dalla Svizzera, che è riuscitoa compensare i cali subiti nelle prime mete europee (Ger-mania, Regno Unito e Francia). Positivo anche l'anda-mento delle vendite estere in alcuni nuovi mercati e, inparticolare, in Cina e Federazione russa, che sperimen-tano una crescita a doppia cifra.

Aeronautico di Napoli 909 -7,9Aeronautico pugliese 574 +7,3Farmaceutico di Napoli 795 +19Polo Ict dell’Aquila 201 -5Polo Ict di Catania 282 -14

CRUSCOTTO DEI POLI TECNOLOGICI DEL SUD

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Polo Export 2016(mln di euro)

Var. %Gen-Mar 2017

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POLI TECNOLOGICINel primo trimestre 2017 i Poli tecnologici tornano

a crescere (+1,3%) dopo le criticità della seconda partedel 2016, beneficiando soprattutto dell'ottima perfor-mance dell'export del Polo farmaceutico napoletanoche, insieme al Polo aeronautico pugliese, è riuscito acontrobilanciare gli arretramenti subiti dal Polo Ict diCatania, dal Polo aeronautico di Napoli e dal Polo ICTdell'Aquila. Per quanto riguarda il Polo Ict di Catania,il dato tuttavia non trova conferme da parte degli ope-ratori presenti sul territorio.

Al netto dell'export del polo catanese i poli del Mez-zogiorno registrano una variazione tendenziale del 4,1%

rispetto al primo trimestre 2016. L'export del Polo far-maceutico napoletano è stato sostenuto dalle ottimeperformance registrate sul mercato svizzero (primosbocco commerciale), mentre il Polo aeronautico pu-gliese ha beneficiato in particolare del buon andamentodelle vendite sui mercati maturi extraeuropei (soprat-tutto Stati Uniti, prima meta distrettuale, Giappone eCanada).

Il Polo aeronautico di Napoli risulta invece penaliz-zato dal forte regresso dell'export, in particolare inFrancia (prima meta distrettuale), mentre il Polo Ict diCatania perde terreno negli Stati Uniti (primo sboccodistrettuale) e in Svizzera.

CRUSCOTTO DISTRETTI SUD

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Carlo Palmieri, vice presidente di Pianoforte Hol-ding (titolare dei brand Carpisa, Yamamay e Ja-ked) e consigliere di Sistema Moda Italia con de-lega al Mezzogiorno, in occasione del Convegno

di Capri si sofferma sia sullo sviluppo della sua aziendache sullo stato di salute dell'economia. Partendo proprioda questo ultimo elemento. “I dati macroeconomici di-cono che ci sono dei segnali di ripresa. Dopo anni distagnazione i consumi, l'export e gli investimenti sonoripartiti con un trend positivo. Il comparto Moda è ca-pofila positivo di altri in questa fase, ma la stabilizza-zione e la ricaduta economica su molte aree del Paesenon è ancora visibile”.Dal suo osservatorio di consigliere di Smi, federa-zione del tessile e della moda presieduta da ClaudioMarenzi che rapprsenta il settore con oltre 400mila

addetti e quasi 50mila imprese, cosa pensa manchialle aziende del Sud per competere con il Nord delPaese?

Partirei da una seria analisi di autocritica spero co-struttiva. Pur avendo le aziende del nostro territorionella maggior parte dei casi i requisiti base per il suc-cesso (estro, creatività, spirito di adattamento) spesso

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Necessario un salto culturale per imporsi sui mercati esteri

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Carlo Palmieri con FedericaPellegrini, testimonialJaked, e il sindaco diFirenze Dario Nardella

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Carlo Palmierivicepresidente di PIANOFORTE HOLDING

non riescono ad "aprirsi" all'esterno in modoconcreto. Sono spesso sottocapitalizzate, noninnovative e a conduzione familiare non sonoquindi in grado di competere sui mercati glo-bali del fashion. Fare rete, aprire al capitaledi terzi, pur nella individualità, insita nellaModa per me è fattore determinante. l vostro gruppo nell'ultimo anno ha superatoi 300 milioni di euro di fatturato e conti-nuate a crescere. La dimensione è un plusobbligato?

Siamo stati per anni in Italia legati al motto"piccolo è bello". Oggi con le evoluzione deimercati e la presenza di player internazionalipuò essere solo un limite. Ovviamente crescitadimensionale fatta con giudizio e scelte ap-propriate. Dotarsi di un piano strategico e in-dustriale che disegni in modo chiaro gli ob-biettivi di medio termine è fondamentale, qua-lunque sia la struttura attuale.Cosa possono fare le associazioni di categoriaper aiutare queste aziende?

Lo facciamo già concretamente. L'informa-zione è il primo step del percorso. Sulle misuredi Industria 4.0 e del Progetto Elite di BorsaItaliana, Confindustria è presente e propositiva,ma a mio avviso, c'è bisogno di un vero e proprio"salto culturale" da parte delle nostre aziende espero che anche il cambio generazionale chenaturalmente si sta svolgendo in esse, aiuti inquesto.Il Convegno di Capri dei Giovani di Confin-dustria di quest'anno ha nel suo titolo la parola"coraggio", è questo che manca alle aziendeattualmente?

In parte. Non è semplice essere coraggiosoquando il contesto non ti aiuta, ma la vita del-l'imprenditore non può transigere dall'esserlo.Noi, con tanti altri, ne sono certo, non ci "tire-remo dietro".

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In alto, Carlo Palmieri con latestimonial Carpisa Penelope Cruz.A lato, Palmieri con Claudio Marenzipresidente del Sistema Moda Italia epresidente di Confindustria Moda

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Marina di Sant’Anna

Ischia e l’impresa del mare,ecco la sfida di Aenaria

Nelle acque di Ischia, il rinvenimento di Aenariasommersa. La scoperta di un’area archeologicasubacquea nei pressi del castello Aragonese,ulteriore occasione per il rilancio turistico e

culturale della isola che c’è.Sorprende Aenaria, antica città romana sommersa e

ritrovata dopo circa 2000 anni nell’incantevole baia diCartaromana. Una culla di civiltà originaria da cui trarrelinfa, anche in risposta agli eventi del sisma di questaestate, e renderla volano di sviluppo economico e socialedel territorio insulare. Non è un caso che a testimoniarnel’importanza, l’Area Marina Protetta Regno di Nettunoha proposto recentemente una visita, un “press tour”,tra le meraviglie archeologiche subacquee nelle AreeMarine Protette della Campania, sotto i riflettori di stam-pa estera e nazionale proprio l’antica Aenaria.

Una realtà che si sta rivelando impresa di ampio re-spiro, grazie alla passione e alla competenza di “gentedi mare” cui non manca capacità di visione, e al lavoroattento e scrupoloso di esperti sul campo.

In questo spicchio di paradiso racchiuso tra il Ca-stello Aragonese e gli scogli di Sant’Anna, un’armoniadi bellezze paesaggistiche e ritrovamenti archeologicigravitano intorno al Borgo di Ischia Ponte.

Da quando nel 2011 un gruppo di giovani ischitanidella Marina di Sant’Anna hanno proposto all’AMP diavviare, sotto la regia della Soprintendenza Archeologia,Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli,gli scavi subacquei, il progetto di ricerca non ha maismesso di evolversi. Un progetto singolare e affasci-nante, come rivela Michael Day ai lettori inglesi nel re-portage dell’Indipendent. E così dalle prime scopertedella città portuale di Aenaria insediamento romanosull’isola, a seguirle in prima linea l’archeologa subac-quea Alessandra Benini coadiuvata dall’ineccepibile

squadra della Cooperativa Ischia Barche col suo timo-niere Giulio Lauro e della Marina di Sant’Anna, l’obiet-tivo di ricostruire la storia e l’antica topografia dell’areanon trova interruzione.

La sfida del team è quella di divulgare le scopertescientifiche attraverso visite guidate e multimediali,dove il fruitore entra in contatto con i ritrovamenti direperti unici: una cassaforma in legno in perfetto stato,frammenti di imbarcazioni, lingotti e scarti di lavora-zione del piombo, tessere di mosaico, fregi architetto-nici, il ceppo in piombo di un’ancora romana e mate-riale ceramico, databile tra il II secolo a.C. e l’VIII d.C.Reperti in attesa di essere accolti nel futuro spazio espo-sitivo Museo Civico di Aenaria della Torre Guevara diMichelangelo, e che testimoniano la presenza di unporto attivo di scambi commerciali e di una villa ma-rittima, attribuendo al sito non solo una antica desti-nazione portuale ma anche abitativa, probabilmentedistrutte dai successivi eventi sismici.

Un esempio virtuoso di storia familiare e impren-ditoriale, basato sul binomio turismo e cultura, capacedi sostenere il polo di attrazione archeologica anchecon nuove opportunità di impiego per i giovani, nonsolo legate all’attività stagionale, dai sei agli otto/novemesi.

Una storia che parte da lontano e che ha il suo fulcronel rapporto con il mare. Si parla di due generazionimarinare della zona della Mandra. La prima, intornoalla fine degli anni ’80, decide di diversificare l’attivitàdella pesca, non più redditizia, e con coraggio ed intuito,si costituisce in cooperativa, la Ischia Barche, per svol-gere assistenza all’ormeggio, noleggio, trasporto pas-seggeri e lavori subacquei. Attività che oggi si affiancanoalle attività turistico culturali della Marina di Sant’Anna,costituita dai figli.

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Quando i pescatori si fanno imprenditorie riscoprono la storia romana sommersa

Indimenticabile la visita guidata sulla motobarca dalfondo trasparente, anticipata dalla proiezione nella salamultimediale di “Navigando verso Aenaria” (nome an-che di una collana di libri per i più piccoli) , per ammi-rare ad occhio nudo sotto il mare i ritrovamenti archeo-logici e le specie biologiche sottomarine, illustrate dallaarcheologa e dalla biologa per grandi e piccini.

Una visita che ha riscosso grande successo, se si pensache nell’ultimo anno ha captato circa 4000 presenze.

Un aspetto che fa onore a tutto il progetto è l’ autofi-nanziamento dell’itinerario.

Nel raccontare questa storia di vocazione imprendi-toriale che parte dalla riconversione della pesca, ancorain divenire, non si può che pensare al potere e alla forzaattrattiva e magnetica del mare.

Come dice Baricco, “Il mare incanta, il mare uccide,commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, spari-sce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruiscetempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte,è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprat-tutto: il mare chiama”.

Di sicuro questi uomini ischitani hanno risposto,nella loro meravigliosa isola.

FEDERICA CIGALA

1 Sala mutimediale • 2 Il team dimare padri e figli • 3 Castelloaragonese • 4 L’archeologa

Alessandra Benini con Giulio Lauro• 5, 6 ,7 Alcuni reperti sommersi

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Dal restyling delle stazioni al-l’abbattimento delle barrierearchitettoniche, ed ora puntaalle nuove fonti energetiche.

Fiuto imprenditoriale, vocazione edimpegno per il sociale e per l’ambiente.

Una donna con grande energia sesi pensa che nella vita professionale èdocente universitario, avvocato ma-trimonialista presso i tribunali Eccle-siastici avendo superato i tre anni distudi presso la Sacra Romana Rota eprima donna nella storia ad accederein tale consesso, prima proibito alledonne, oltre ad avere incarichi di ver-tice in associazioni femminili, tra cuil’A.G.I., Associazione Giuriste Italia-ne. E tutto questo senza mai tralasciareil ruolo di moglie, madre ed ora anchedi nonna di due splendidi nipoti e col-tivare le sue passioni come quella delcanto e del ballo. Si parla di Anna LaRana, protagonista di un processo dimodernizzazione che la vede molto at-tiva in qualità di amministratore unicodella Funicolare di Capri dal 2009. Unprogetto che nel prevedere il continuoammodernamento della storica Fu-nicolare dell’isola azzurra in efficienza

e sicurezza sempre al passo con i tem-pi, ha a cuore principalmente le per-sone affette da disabilità. A tale pro-posito al tradizionale ed efficace im-pianto costituito da ascensore e mon-tascale collegato direttamente allapiazzetta, già lo scorso anno di questitempi l’avvocato annunciava un pro-getto finalizzato, oltre all’abolizionedelle barriere architettoniche, a daredignità ai portatori di handicap. Eb-bene ad oggi l’avvocato La Rana ha rea-lizzato quanto si era prefisso.

Più specificamente, nell’intervi-starla- l’avvocato riferisce- che il di-versamente abile uscendo dall’ascen-sore della stazione superiore della Fu-nicolare autonomamente arriva inpiazza passando attraverso l’ingressodegli uffici della Funicolare e l’ingres-so dei locali tecnici (zone riservate edi proprietà) grazie all’abolizione dalei fortemente voluta, degli scalini so-stituiti da un percorso in lieve salita:attraverso questo passaggio l’ammi-nistratore ha rinunciato alla riserva-tezza del suo ingresso in ufficio purdi agevolare il percorso dei diversa-mente abili che autonomamente pro-

prio attraverso questo passaggio siimmettono in Via Acquaviva,di fronteai bagni pubblici, per proseguire edarrivare, girando a sinistra attraversouna rampa in salita predisposta dalComune, direttamente in Piazzetta allato tra il Piccolo Bar ed il Bar Caso.Ovviamente questo percorso vale siain andata che nel rientro ovvero inpartenza da Capri, munito, il diver-samente abile, di biglietto acquistatoin biglietteria in piazza.

Molto apprezzato dagli utenti è sta-to il nuovo look dato dall'amministra-tore ad entrambe le stazioni, più pre-cisamente ha affermato nell'intervista“I lavori hanno interessato la stazioneinferiore sotto l’aspetto architettoni-co attraverso la riqualificazione dellagalleria di copertura di stazionamentodel caratteristico vagoncino rosso,dove le superfici sono state rivestitedi elementi impermeabili e di un mo-derno impianto di illuminazione aled. Inoltre nell’ingresso della stazio-ne-continua l’imprenditrice - sonostate rimosse le strutture in acciaio esi è ridato luce e splendore all’anticavolta caprese. I lavori sono stati ese-

La Funicolaredi Capri versouna smart island

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OAnna La Ranaamministratore unico diSIPPIC FUNICOLARE DI CAPRI

LA CENTENARIA STRUTTURA PENSA AL FUTUROCON LE NUOVE FRONTIERE

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guiti anche nella stazione superioreche immette nella piazzetta più bellae conosciuta al mondo”. Meritevoleanche il suo vivo interesse per il turi-smo di Capri, per i villeggianti e pertutti i capresi mantenendo per tuttal'estate,da luglio al 18 settembre, unprolungamento di orario di chiusuradella Funicolare fino alle 23.00 quan-do nell'accordo firmato il 30 marzo2017 dai due Comuni Capri e Anacapriera prevista un'ultima corsa della Fu-nicolare alle 21.20 con "aumento deltitolo di viaggio a tariffa integrata oeventuali servizi autorizzati" per corsedella Funicolare oltre tale orario (ac-cordo firmato in Regione il 3 aprile2017): benché autorizzata è stata poisospesa per disaccordo del Sindacovenendo egli pertanto meno ad en-trambi gli accordi e subendo la Funi-colare maggiori costi di esercizio, noncompensati, con il prolungamento diorario. Senz'altro, conclude l'ammi-nistratrice, in un'autentico spirito dicollaborazione con le rappresentanzedell'Ente locale ed in particolare conil Sindaco è opportuno, dall'esperien-za di quest'anno, rivedere l'accordodel 30 marzo.

Ma su tutto interessante risulta ilnuovo progetto dell'avvocato Anna LaRana sulla Funicolare che punta al-l’efficienza energetica dell’impiantodella Funicolare in una visione di eco-sostenibilità.

“Il mio nuovo progetto si fonda sullostudio di soluzioni idonee a consentirealla Funicolare di essere alimentata daun impianto fotovoltaico (fonte rinno-vabile) con proprio sistema di accumulodi energia” afferma l’avvocato La Rana.“La forte esigenza di agire presto e bene- continua l’avvocato - diventa impel-lente dopo aver visto un programma te-levisivo sugli effetti devastanti nel pia-

neta causati da erratoconsumo di ener-gia, di qui la mia proposta di parteciparead un incontro di conferenza con gli am-basciatori organizzato presso il Ministerodegli Esteri (Farnesina) da Confindustriache, fra le tante proposte, ha accolto conentusiasmo il mio progetto teso a darein tale contesto uno sguardo di aperturainternazionale alla tematica ambientaledella Funicolare di Capri. La decisionedi puntare a soluzioni tecnologicamenteavanzate nasce dopo un viaggio in Fran-cia a Brest, città che vanta un impiantofuniviario avanzato ed esclusivo con unmoderno sistema di accumulo di ener-gia. Le nuove cabine della Funicolare diCapri avranno a breve motori di nuovagenerazione che utilizzeranno un siste-ma di raffreddamento ad acqua edavranno un significativo risparmio ener-getico con recupero di energia ed accu-mulo in fase di frenata della funicolare.Inoltre la potenza dell’impianto sarà au-mentata di oltre il 50% per consentireun aumento della velocità e della portataoraria dei viaggiatori, a tutto vantaggiodella mobilità”, spiega la professoressaLa Rana e ancora “gli equipaggiamentiprevisti saranno notevolmente sempli-ficati con la possibilità di assistenza daremoto da parte dei tecnici. I risultatipoi potrebbero avere ricadute anche sulservizio sostitutivo della Funicolare ov-vero gli autobus non più a gasolio maelettrici, alimentati dall’impianto adenergia rinnovabile della Funicolare”.

Se come dice Schwartz “l’impren-ditore è essenzialmente un visualizza-tore e un attualizzatore” e che quandovisualizza qualcosa sa esattamente co-me farla accadere, non ci resta che at-tendere il futuro prossimo della storicarotaia dell’isola azzurra,traguardo lun-gimirante del suo capitano d’aziendaAnna La Rana.

Un profilo a tutto tondo quellodell’amministratore unico dellaFunicolare di Capri. A testimoniarlosono anche i suoi numerosi impegni perle associazioni femminili. Infatti qualepresidente nazionale dell’AssociazioneGiuriste Italiane (A. G. I.) grandeenergia ha profuso con conferenze varie,tra le tante, su “violenza alle donne”,“coppie in crisi e tutela dei minori”,“agromafia e caporalato” e relativeproposte legislative nelle opportune sedicompetenti. Queste tematiche hannoanche interessato le giuristeinternazionali in quanto la stessaricopre la carica di vice presidenteinternazionale della F. I. F. C. J. e anchein tale contesto ci sono avanzateproposte legislative in vari Stati.Recentemente è stata eletta consiglierenazionale del C.N.D.I. ovvero ConsiglioNazionale Donne Italiane. Nel campodell’avvocatura ha fatto parte dell’O.U.A.- organismo unitario dell’avvocatura,quale prima donna chiamata a farneparte dall’allora Presidente nazionaleforense Grande Franzo Stevens. È sua laproposta legislativa sulla tutela per lamaternità per il lavoro autonomoformulata nell’ambito dell’OUA elegislativamente andata in porto grazieanche al sostegno di tutta l’avvocatura.In tale ambito ha ricevuto dal Consigliodell’Ordine di Napoli una medaglia

d’oro per il suo notevoleimpegno verso le donne con suafirma in importanti trattatiinternazionali. Nell’ambito delComitato Nazionale di Parità (dicui ne ha fatto parte a tutt’oggisin dall’inizio della suaistituzione) notevoli progetti diazioni positive per le donnesono state e sono da lei avallateper l’attuazione di un autenticoprincipio di parità.

Anna La Rana, una donna in carriera traimprenditoria, professioneed impegno umanitario

ILPROFILO

1 Amministratore e sindaco davanti ad un bus elettrico di nuovagenerazione • 2 Antica funicolare a Napoli in partenza per Capri •3 Ingresso uffici funicolare e passaggio per disabili

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Utilizza solo mezzi e personaleproprio. Copre entro le 24ore più del 70% delle pro-vince italiane. È presente in

Italia (isole comprese) con 53 puntidistributivi e 20 piattaforme. Viag-gia senza sosta.

Un disegno imprenditoriale co-struito pezzo per pezzo, che sta as-sumendo contorni sempre più de-finiti. Un discorso iniziato qualcheanno fa, oggi realizzabile.

“Con Tgroup possiamo confezio-nare un servizio unico, con speci-fiche caratteristiche da corriere pal-lettizzato”, è questa la connotazioneche vuole dare il Presidente Giu-seppe Terracciano a Tgroup, corrie-re espresso pallet che offre una seriecompleta di servizi ed infrastruttureper il trasporto e la logistica di qua-lunque tipo di merce attraverso unarete di distribuzione specifica.

“Stiamo puntando alla qualità ealla velocità del servizio che oggi si-gnifica poter arrivare in tutta Italia- entrando anche nelle città e nellearee a traffico limitato con i nostrimezzi ecosostenibili - fino a coprirel’ultimo miglio, con tempi di con-segna da corriere espresso .”

Grazie infatti ad una pianifica-zione territoriale, che consente diabbinare mezzi di proprietà (i l no-stro vettore Terracciano Service èstato inserito nell’elenco delle1.000 aziende a più rapida crescitain Europa dal Financial Times) adun importante numero di piattafor-me in Italia, Tgroup riesce a movi-mentare merci tra le sue filiali, finoa ridurre a 24 ore la consegna alcliente finale con la nuova formuladi spedizione TOP PLUS o con il

nuovissimo servizio SUPER TOPche garantisce, la consegna entro leore 12:00 del giorno successivo alritiro della merce.

Un ciclo di transito delle merciattuabile perché in Tgroup si lavorasecondo una logica non stop dellemerci.

Sono molti i requisiti che defi-niscono un operatore logistico mauno ha la prevalenza su tutti: la com-petenza. Ed è proprio grazie allcompetenza, frutto di anni di lavo-ro, che Tgroup oggi ambisce a posi-zionarsi nel mezzo tra un corriere eun pallettista , che ha dalla sua unrapporto qualità/prezzo eccezionaleperché, alla qualità, vanno associatii costi vantaggiosi che i grandi vo-lumi movimentati consentono di

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Come si diventa“corriere pallettizzato”

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praticare. (Tgroupmovimenta più di3.000 pallet a notte,superando il milionel’anno).

Un modo di pensa-re nuovo, per certiversi rivoluzionario,che esce dal concettodi network per incon-trare quello di esclu-sività. Non una retedunque, ma uno spazio in cui simuove un unico soggetto, Tgroup,che attraverso le 20 piattaforme lo-gistiche e i 53 punti distributivi sta-bilisce un collegamento privilegiatotra mittente e destinatario. Senzapassaggi intermedi.

Una soluzione che permette diaccelerare il processo di trasferi-mento delle merci - non dobbiamorivolgerci a nessun soggetto esternoa Tgroup - che verrebbe altrimentirallentato con l’entrata di terzi.

Come l’azienda riesce ad inte-grare processi e procedure pur es-sendo così ramificata? È un aspettoche diventa relativamente facilequando si investe su innovazione eformazione.

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Tgroup integra nella proposta commercialela corresponsabilità sulla gestione dellemerci mettendo il cliente Tgroup al riparoda preoccupazioni. L’azienda ha sceltoinfatti di non lavorare con cooperative macon personale diretto, dicendo no aicontratti di subvezione. Un modo di fare

impresa che fa bene a sé stessa e al cliente. La risposta è stata rapida:la committenza si sente più protetta.La sfida imprenditoriale di Tgroup è interpretata dalla campagnaSpediamo in contemporanea la quale ha anticipato una strategiad’impresa che oggi, delinea in maniera ancora più chiara il suomessaggio: raccontare Tgroup come l’operatore che sta investendo inItalia per rafforzare sempre più la propria capillarità nazionale. Gliinvestimenti in mezzi, risorse, piattaforme e punti distributivi,giustificano la strategia del “entro le ore 12” e “entro le 24 ore.”Possiamo dirlo chiaramente: oggi Tgroup è la velocità di un corriere,la competenza di un trasportatore pallet. È una sfida difficile ma lecaratteristiche perdisegnare il volto diun’azienda completamenterinnovata, purmantenendo quelle radiciche la tengono ben salda, cisono tutte.

Un progetto lungimirante:la sfida imprenditoriale di Tgroup

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Sempre più il caffè, come il food o la moda, viene percepito all’estero come simbolo di uno stile di vitaattraente, desiderabile, fortemente connesso con quell’italianità che attira e affascina in ogni angolo delmondo. Si tratta di un buon momento per il Made in Italy e, in particolare, per il comparto del caffè: l’Italiaè di fatto il quarto Paese nel mondo per volumi di esportazione di caffè in tutte le forme, verde etrasformato. Anche per Kimbo, l’export è decisamente una voce importante, che pesa per il 19% sulfatturato e con una stima di oltre il 30% del business nei prossimi 3 anni. L’azienda partenopea è presente in circa 80 paesi, confermandosi ambasciatore della culturadell’espresso napoletano nel mondo; e sono proprio la tazzina del caffè e gli scorci della città di Napoli iprotagonisti della nuova campagna internazionale, esprimendo al meglio, e in tutto il mondo, l’unicità delprodotto Kimbo.

L’Italia, nell’ambito del caffè e del suo consumo, è certamente interessata da nuovi stimoli internazionalie dalla contaminazione con altre culture. Ad esempio il caffè lungo, sempre più diffuso tra i giovani, cosìcome il “cold brew”, una estrazione a freddo che ha origini in Giappone e di successo nei locali ditendenza. Kimbo ha colto queste nuove tendenze e le ha reinterpretate attraverso la proposta dellacuccuma destrutturata: una rivisitazione della tradizionale caffettiera napoletana, in chiave moderna,ideale sia per l’estrazione a caldo sia per ottenere il cold brew coffee. La tradizione prima di tutto,dunque, ma con un approccio innovativo e sempre aperto verso nuove opportunità, in Italia e nel mondo.www.kimbo.it

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Presidente Prezioso, Unioneindustriali Napoli ha com-piuto nel 2017 i cento annidalla nascita. Facciamo un

bilancio delle attività realizzate peril Centenario?

E’ stato un anno bello e importante.Insieme a Confindustria nazionale,con la quale abbiamo organizzato l’in-tero ciclo di eventi, abbiamo voluto da-re a questa ricorrenza il significato nondi una celebrazione meramente rie-vocativa ma di qualcosa che, grazie alleesperienze già vissute, potesse fornireindicazioni utili per la crescita di Na-poli, della Campania e del Sud in unaprospettiva di sviluppo integrato del-l’intero Paese. Quali sono stati gli eventi principali?

Al complesso universitario diS.Giovanni a Teduccio abbiamo di-scusso di Quarta rivoluzione industria-le, Internet delle cose e Industria 4.0,creando un’occasione di incontro trastartupper e potenziali investitori e fi-nanziatori. A Città della Scienza il focusè stato sulle ‘vie dello sviluppo’, le in-

frastrutture per la crescita e l’attratti-vità del territorio, e i processi di rige-nerazione urbana. Poi il gran finale a giugno, al TeatroSan Carlo.

Esatto: il ciclo di incontri si è chiusoalla presenza del Capo dello Stato Ser-gio Mattarella, che ci ha onorati dellasua partecipazione, con il convegno“Napoli Europea, 100 anni di futuro”,dedicato al ruolo di Napoli e del Sudnello sviluppo sociale ed economicodel Paese. Abbiamo avuto il piacere diavere presente con noi a tutte le ini-ziative il Presidente di ConfindustriaVincenzo Boccia. A Palazzo Partannainoltre abbiamo ospitato una mostrafotografica sui 100 anni dell’Unioneindustriali con foto d’epoca, documen-ti e testimonianze di alcune delle nostreprincipali imprese. Che peso ha avuto Napoli in questianni nell’economia nazionale?

Napoli vanta da sempre una grandetradizione, con una imprenditoria dif-fusa e tante singole eccellenze. E’ man-cato invece uno sviluppo che favorissela crescita complessiva del sistema im-presa. Ancora oggi scontiamo il fattodi avere poche medie imprese, quelladimensione cioè che meglio favorisceil consolidamento di un tessuto pro-duttivo facendo da ponte tra i grandigruppi e le piccole realtà. Napoli e l’in-dustria restano in ogni caso un bino-mio indissolubile.In quali settori, in particolare?

Abbiamo eccellenze dall’automo-tive al packaging, dall’agroalimentareall’elettromeccanica, dal sistema modaall’aerospazio e all’armamento. La vo-glia di fare impresa è connaturata allacittà e si rinnova attraverso le genera-zioni.Quali sono le priorità per lo svilup-po?

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DUSTRIA La città ritrovi

la centralitàdi pensieroe di azione

Ambrogio Preziosopresidente dell’Unione Industriali di Napoli

Abbiamo importanti infrastrutture,come aeroporto, porto, ferrovie, assiviari e interporti. Bisogna integrarledando vita a una sola rete, i cui nodisiano efficacemente connessi. Dob-biamo ottimizzare la nostra piattafor-ma logistica, i trasporti e l’intermoda-lità. E poi le reti energetiche e tecno-logiche.Abbiamo parlato di “Vie dello svi-luppo”: qualcosa si sta muovendo?

I flussi turistici sono in crescita ec’è un nuovo dinamismo al vertice dellestrutture museali. Ci sono poi molteimprese create da giovani, realtà in cre-scita in comparti tradizionali del madein Italy e in poli manifatturieri all’avan-guardia per tassi di innovazione. Di-partimenti universitari di eccellenzahanno poi contribuito ad attrarre l’at-tenzione di Apple e altre multinazio-nali.Può bastare?

Bisogna fare sempre di più, ovvio:Napoli attende da tempo interventi dirigenerazione urbana che potrebberofarla decollare. In Italia però ci sonogrovigli inestricabili di leggi e regola-menti che troppo spesso ingessano iprogetti meritevoli. Serve una prospet-tiva che congiunga le istanze dei pro-tagonisti del territorio con la pianifi-cazione nazionale ed europea. Napolideve avere una sua vision strategicaentro la quale possano essere accoltiprogetti di investimento pubblici e pri-vati. E bisogna superare una concezio-ne del ruolo di classe dirigente legataalla soluzione di ricorrenti emergen-ze.Che ruolo può avere il partenariatopubblico-privato?

E’ uno strumento fondamentale edall’enorme potenziale: il dialogo traistituzioni, e tra istituzioni e privati, èessenziale per lo sviluppo. Nei territori

che hanno affrontato con successo larigenerazione urbana, si è creato unmix virtuoso tra spesa pubblica con-tenuta e alti investimenti privati. E’ unmetodo che vogliamo promuovere suscala nazionale, nel Gruppo di lavorosulle Aree Urbane e Metropolitane co-stituito da Confindustria, fortementevoluto dal Presidente Boccia e che hol’onore di coordinare. Cosa fanno gli industriali napoletaniper accelerare questi percorsi?

Siamo al fianco del gruppo di im-prenditori che ha presentato un masterplan per Napoli est e Pompei: abbiamodato impulso ad analisi che hanno pro-mosso il loro piano di riqualificazionee rilancio dell’area orientale della cittàe del territorio extra moenia di Pompei,fino a Torre Annunziata e Castellam-mare di Stabia. Quanto a Napoli Ovest,il completamento della bonifica di Ba-gnoli favorirà la pianificazione e valo-rizzazione dell’intera area flegrea. Ba-gnoli è in una posizione strategica, pun-to di convergenza tra i golfi di Napoli ePozzuoli. La Baia di Pozzuoli può e devediventare un Golfo ‘intelligente’, dandoarmonia a progetti dialoganti che si ri-lancino vicendevolmente e a iniziativeconcrete e attuabili in tempi rapidi. E poi?

Fra le iniziative recenti abbiamopromosso Elite, piattaforma di serviziintegrati creata da Borsa Italiana persupportare la crescita delle imprese, ela nascita del Campania Digital Inno-vation Hub, un network costituito dalle5 territoriali campane di Confindustriae dall’Ance regionale in linea con ilprogetto strategico di Confindustria econ il Piano“Industria 4.0”, che hal’obiettivo di avvicinare domanda e of-ferta di innovazione e aiutare le im-prese ad entrare nella quarta rivolu-zione industriale. Un impegno non dipoco conto, se pensiamo che solo il38% delle aziende italiane afferma diconoscere Industria 4.0 e di esserepronte alla sfida. A breve aderirà al DIHanche l’Università Federico II, con cuida tempo il sistema confindustriale lo-cale ha avviato una proficua collabo-razione su vari temi, ed è previstal’estensione a livello interregionale..

FR.AV.

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“Nel 2017 i festeggiamenti per i 100 anni dell’associazioneimprenditoriale partenopea: Non volevamo una celebrazione

meramente rievocativa ma qualcosa che potesse fornireindicazioni utili per lo sviluppo del Mezzogiorno”

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Fare rete: sono queste le paroled’ordine dei Giovani Imprenditoridi Confindustria Campania che loscorso 25 ottobre si sono riuniti al

Bel Sito Hotel “Le Due Torri” diAvellino per celebrare l’edizioneinvernale del Business Café Handshake.All’evento partecipano, oltre airappresentanti locali di Confindustria,Luca De Vita di RetImpresa, OtelloNatale della Rete Poema, AndreaAmbra, responsabileInternazionalizzazione delle impreseIce, Ermanno Ruozzi, direttoreGenerale BPer banca, Amedeo Lepore,assessore alle Attività Produttive dellaRegione Campania. La formulautilizzata è quella del date matching: treminuti per presentare la propriaazienda, tre minuti per conoscere ilpossibile partner e eventualmentechiudere un’intesa, poi via con un altroincontro. Una formula già sperimentatanella Winter edition quando l’evento hagià ottenuto un considerevole riscontroin termini di partecipazione.

Business CaféFunziona il formatdei GI dell’Irpinia

25 OTTOBRE 20161

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1 L’ex presidente di Gi Campania Nunzia Petrosino • 2 L’assessore regionaleAmedeo Lepore • 3 L’ex presidente di Confindustria Avellino Sabino Basso • 4Lepore (a destra) in prima fila con gli imprenditori

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8 DICEMBRE 2016

Giochi contraffatti sequestratidalle forze dell’ordine inmostra per sensibilizzare ilpubblico ai valori della

legalità e della sicurezza: questa è lasfida dell’associazione “Museo delVero e del Falso” che, incollaborazione con la Procura dellaRepubblica di Napoli, dall’8dicembre 2016 al 19 marzo 2017,propone un’esposizione moltosingolare. “Con i Giocattoli nuns’pazzea” è il titolo dell’eventoorganizzato per puntare iriflettori su un settore,quello dei giochi, che èuno tra i più colpiti dalfenomeno dellacontraffazione. Nata nel2015 dalla volontà di alcuniimprenditori del sistema diConfindustria Campaniaanimati dalla convinzioneche il rispetto delle regole edei consumatori sianoinscindibili precondizioni allosvolgimento dell’attivitàd’impresa, l’Associazione“Museo del Vero e del Falso”punta a favorire la cultura dellalegalità. La contraffazione digiocattoli è un business dacentinaia di milioni di euro,soprattutto a Natale, per leorganizzazioni criminali.

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1 - 2 - 3 - 6 Particolari della mostra • 4 Ilpresidente di Confindustria CampaniaCostanzo Jannotti Pecci nell’eventoconclusivo del 17 marzo nel Complesso di SanDomenico Maggiore • 5 Il presidente diUnione Industriali Napoli Ambrogio Preziosonel corso del suo intervento

A Napoli la mostra dei giocattoli falsi

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A San Giovanni a Teduccioinizia la festa per i 100 anniL’Unione Industriali di Napoli nel 2017 compie i suoi primi cento

anni di vita. Un traguardo importante che vuole essere l’occasioneper guardare al futuro dell’impresa nel Mezzogiorno partendo daricerca e innovazione, fattori chiave per la crescita del Sud nell’era

del 4.0. Le celebrazioni per il centenario prendono il via il 27 e il 28febbraio nel complesso dell’Università “Federico II” di San Giovanni aTeduccio: un luogo scelto non per caso, che da ex area industriale dellaperiferia Est, dove sorgevano gli stabilimenti Cirio, oggi è diventato unpolo in continuo fermento in cui convivono i corsi della Facoltà diIngegneria, la Apple Academy e un hub per l’open innovation nato daun accordo con il Banco di Napoli, insieme a startup, spin-off,incubatori. Interamente dedicata alla rivoluzione rappresentatadall’Industria 4.0 la mattinata del 28 febbraio, aperta dal presidentedell’Unione Industriali di Napoli, Ambrogio Prezioso. Tra i presentianche il dg del Banco di Napoli, Francesco Guido, e il rettoredell’università Federico II, Gaetano Manfredi.

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1 Ambrogio Prezioso con Roberto Napolitano eCarlo Calenda in collegamento • 2 MassimoDeandreis • 3 Luca De Biase • 4 Marco Gay eAlberto Boban • 5 Consegna del premiospeciale dell’unione industriali Napoli per laquarta edizione Hackathon

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Il 4 aprile faremo partire lo sportello della nuova Legge 181. Non sarà unclick-day: più che puntare ad arrivare primi è più importantepresentare buoni progetti": preme sulla qualità l'amministratoredelegato di Invitalia, Domenico Arcuri nel presentare a Napoli le nuove

misure sulle Aree di crisi industriale non complessa. Sede di discussione,il 10 marzo di quest’anno, è quella dell'Unione degli Industriali a PalazzoPartanna di Napoli. Al tavolo, insieme ad Arcuri. il presidente diConfindustria Campania, Costanzo Jannotti Pecci, il presidentedell’Unione Industriali di Napoli, Ambrogio Prezioso, l’assessoreregionale alle Attività Produttive, Amedeo Lepore, e il presidente diUnioncamere Campania, Andrea Prete. L’incontro rientra in una serie diappuntamenti che mettono intorno allo stesso tavolo imprenditori eistituzioni per definire un piano di rilancio della produzione industriale inCampania attraverso gli strumenti forniti dallo Stato.

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1 Da sinistra il presidente diUnioncamere Campania Andrea Prete,l’Ad di Invitalia Domenico Arcuri, ilpresidente di Confindustria CampaniaCostanzo Jannotti Pecci, il presidente diUnione Industriali Napoli AmbrogioPrezioso, l'assessore regionale AmedeoLepore

Con Invitaliaun pattoper la Campania

Ospiti dell’azienda aerospaziale campana Abeteil 6 aprile presentato a Nola l’accordo triennaletra Confindustria Piccola Industria e IntesaSanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla

competitività e alla trasformazione delle imprese percogliere le opportunità offerte dalla "quartarivoluzione industriale". La partnership, che mette adisposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro,dei quali 10 miliardi destinati alle imprese di questoterritorio, viene presentata dentro i luoghi deputati adaccogliere e far proprie le finalità dell’accordo: l’impresa.

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A Nola si presenta l'accordotra Piccola Industriae Intesa Sanpaolo

1 Paolo MinucciBencivengapresidente GruppoPiccola IndustriaUnione IndustrialiNapoli • 2 La saladella conferenza •3 Il direttoreregionale di IntesaSanpaoloFrancesco Guido

6 APRILE 2017

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1 Il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia • 2 Da sinistra ilmoderatore Giorgio Santilli e il ministro Claudio De Vincenti • 3 Il presidente diUnione Industriali Napoli Ambrogio Prezioso • 4 Santilli, l’Ad di Invitalia DomenicoArcuri, il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice e Prezioso • 5 Prezioso, DeVincenti e Boccia • 6 Il direttore Generale del Banco di Napoli Francesco Guido •7 Il segretario generale di Città della Scienza Vincenzo Lipardi

Nuove città e infrastruttureper “le vie dello sviluppo”

Il 27 aprile a Città dellaScienza si svolge il convegno“Le vie dello sviluppo “,seconda tappa del

Centenario dell’UnioneIndustriali Napoli. Al centrodei lavori una riflessione sudue delle tematiche piùrilevanti per le prospettive disviluppo della città, delMezzogiorno e dell’interoPaese: i processi diriqualificazione urbana maanche le prospettive delle retiinfrastrutturali meridionali. Alconfronto tra gli altri VincenzoLipardi, segretario generale diCittà della Scienza, e DomenicoArcuri, ad di Invitalia, “Siamoal terzo anno del ciclo diprogrammazione e cipromettiamo di essere moltopiù avanti, abbiamo già attivatooltre il 26% risorsedisponibili“, spiega Claudio DeVincenti, ministro per laCoesione territoriale e ilMezzogiorno, facendo il puntosulla programmazione deifondi europei 2014-2020. Ilpresidente di Confindustria,Vincenzo Boccia, evidenzia inconclusione il ruolo dei giovaninella costruzione di unavisione del futuro.

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Getra ospita il focus su Industria 4.0

La Getra Power di Marcianise (Caserta), azienda che fa capoall’imprenditore Marco Zigon, a maggio di quest’anno ospita uninteressante confronto tra imprenditori, banche e istituzioni suIndustria 4.0. “Progettare il futuro” è il titolo

dell’appuntamento a cui partecipano, oltre al padrone di casa Zigon,il presidente del comitato Piccola Industria di Confindustria, AlbertoBaban, il presidente di Confindustria Caserta, Luigi Traettino, ilpresidente del comitato Piccola Industria di Confindustria Caserta,Giovanni Bo, il dg del Banco di Napoli, Francesco Guido, il direttorecommerciale Imprese per la Campania di Intesa Sanpaolo, GianluigiVenturini. Nell’occasione viene presentato il plafond di 10 miliardidi euro destinato alla Campania per lo sviluppo delle iniziativeinerenti Industria 4.0. “Una vera e propria leva di sviluppo per ilnostro Paese e la nostra regione - commentano i presenti - alcospetto della quale non possiamo assolutamente farci trovareimpreparati”.

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1 Il presidente nazionale della PiccolaIndustria di Confindustria Alberto Baban • 2 ildirettore Generale del Banco di NapoliFrancesco Guido, Baban, il presidente di GetraMarco Zigon • 3 Il presidente di ConfindustriaCaserta Luigi Traettino, Guido e Baban • 4Zigon • 5 Traettino

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1 Il ministro Claudio De Vincenti • 2 Il teatro gremito • 3 Da sinistra il presidentedi Unione Industriali Napoli Ambrogio Prezioso e il presidente nazionale diConfindustria Vincenzo Boccia con la torta dei 100 anni • 4 In prima fila ilpresidente della Repubblica Sergio Mattarella, Boccia, Prezioso • 5 Ilpresidente Istat Giorgio Alleva • 6 Il commissario Europeo alla PoliticaRegionale Corina Cretu • 7 Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris

Cerimonia al San CarloC’è anche Mattarella

Il Teatro San Carlo, a giugno, èla cornice per il dibattito su“Napoli europea, 100 anni difuturo”. Con un'ospite

d'eccezione: il presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella,che ha seguito i lavori dallaplatea. Il clima è quello dellegrandi occasioni. Enormi lemisure di sicurezza attorno alteatro: gli industriali napoletanihanno voluto un grande eventoper i propri cento anni. L'entratadi Mattarella è salutata dall'innonazionale. In un San Carlo pienoin ogni ordine di posto, ci sono,oltre al capo dello Stato, ilsindaco di Napoli, Luigi deMagistris, il governatoreVincenzo De Luca, il ministro delMezzogiorno, Claudio DeVincenti, e il presidente diConfindustria, Vincenzo Boccia.Per l’occasione gli imprenditoripresentano un masterplan perNapoli con una serie di proposteper siti storici come Napoli Est eBagnoli oltre che per lo sviluppodi altre aree della città. I grandiprogetti, secondo la visione degliindustriali napoletani, sonol’unico strumento a disposizionedi istituzioni e aziende pergarantire uno sviluppo duraturoe sostenibile.

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L’11 luglio scorso, presso la sede dell'Unione Industriali Napoli, va in scena l'assembleadei soci di Garanzia Fidi Scpa, la prima dopo la fusione con Crc, autorizzata da Bancad'Italia, mediante la quale i due più grandi Confidi Confindustriali della Campaniahanno dato vita al più grande soggetto di garanzia del Mezzogiorno. Garanzia Fidi Scpa

è associata a Unione Industriali Napoli, che ha voluto fortemente questa aggregazione perassicurare alle imprese del territorio uno strumento più strutturato, agile e funzionale, ingrado anche di ampliare l'offerta dei servizi alle Pmi. Presentata a una folta e qualificata plateadi imprenditori e professionisti la struttura del nuovo Confidi, che è rappresentativa di circa4.000 aziende socie, per lo più operanti nella regione Campania, che esprimono circa 6miliardi di fatturato complessivo e occupano circa 40.000 addetti. La struttura opererà su scalamultiregionale coprendo, oltre alla Campania, anche i territori della Basilicata e della Calabria.

Battesimo all’Unioneper il più grandeConfidi del Sud

Foto e documenti d'epoca: rivive la storiadell'Industria partenopea

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Da sinistra ilpresidente di CrcAntimo Caputo, ilpresidentedell’UnioneIndustriali NapoliAmbrogio Prezioso,il presidente di GafiRosario Caputo

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Partanna La storia dell'industria napoletana inuna mostra documentaria dal titolo"100 Anni di Imprese. UnioneIndustriali Napoli 1917-2017". È

quella presentata con una conferenzastampa il 28 giugno a Palazzo Partanna,sede dell’Associazione imprenditoriale. Lamostra ripercorre le tappe salienti dellastoria dell'associazione seguendo ilpercorso dei cicli produttivi e valorizzandoaspetti meno noti di natura economica,sociale, immateriale. Nell'ambito dellaMostra è presente anche il totem video conle dodici opere finaliste del Premio “100anni di Imprese – Unione IndustrialiNapoli – 1917-2017”, riservato a giovaniartisti residenti in Campania.

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