+ All Categories
Home > Documents > A Livia Turco il ministero della Salute - fnopi.it · l nuovo corso della sanità si è aperto. A...

A Livia Turco il ministero della Salute - fnopi.it · l nuovo corso della sanità si è aperto. A...

Date post: 09-Nov-2018
Category:
Upload: lylien
View: 215 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
6
l nuovo corso della sanità si è aperto. A guidarlo saranno il ministro Livia Turco e i sottosegretari alla Salute Antonio Gaglione, Gian Paolo Patta e Serafino Zucchelli. Questa la squadra messa in campo dal Governo Prodi per risolvere le gravi questioni della sanità, non più procrastinabili se si vorrà garantire la tenuta del sistema sanitario italiano e, in generale, di buona parte delle Casse dello Stato. Pronte anche le Commissioni parlamentari della sani- tà, elette lo scorso 6 giugno: Ignazio Marino presiede- rà la Commissione Igiene e Sanità del Senato, mentre la guida della Commissione Affari Sociali della Camera è stata affidata a Domenico Lucà, entrambi dell’Ulivo. La XV legislatura, dunque, ha preso il via. E Livia Tur- co sembra avere le idee ben chiare sugli obiettivi da perseguire. La strategia scelta per raggiungerli è il dia- logo con tutti i protagonisti del panorama sanitario, dagli operatori sanitari, alle Regioni, ai rappresentati del settore farmaceutico. Nel primo mese di lavoro qualcosa già si è mosso: ha preso il via il tavolo di confronto con le Regioni e quel- lo sul settore dei farmaci di cui, oltre a Turco, fanno parte il ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, e i rappresentanti di Farmindustria. Il tavolo avrà lo scopo di produrre una piattaforma condivisa di programma per gli investimenti nella ricerca e l’inno- vazione del settore farmaceutico, ma anche per il con- trollo della spesa farmaceutica. Il problema dei conti resta infatti una priorità per il Governo, e la sanità vi incide in maniera consistente. Una questione che sul piano farmaceutico va affrontata, secondo il ministro, in una logica che sappia coniugare “rigore nei controlli, appropriatezza nelle prescrizioni e nei percorsi tera- peutici, contenimento della spesa pubblica e dei costi a carico dei cittadini”. Perché, ha osservato il ministro, maggiori risorse “non bastano. Ci sono problemi che riguardano la qualità del sistema e un altro punto im- portante è la lotta agli sprechi, la necessità di moraliz- zare la sanità, di dare fiducia agli operatori e rendere il cittadino sempre più competente”. l’infermiere 4/2006 2 Presa Diretta ALivia Turco il ministero della Salute I UNA DONNA TORNA ALLA GUIDA DEL MINISTERO DELLA S ALUTE . ÈL IVIA TURCO (DS ), NOMINATA LO SCORSO 17 MAGGIO MINISTRO DELLA S ALUTE DEL GOVERNO PRESIEDUTO DA R OMANO P RODI , CHE GIÀ NEL 1996 AVEVA SCELTO DI AFFIDARE LA GUIDA DEL DICASTERO A UNA MINISTRA,R OSY BINDI COMMISSIONE IGIENE E SANITÀ DEL SENATO (25 membri) Presidente: Marino Ignazio Roberto (Ulivo) Vicepresidenti: Caforio Giuseppe (Misto Idv) Cursi Cesare (An) Segretari: Monacelli Sandra (Udc) Silvestri Gianpaolo (Verdi) Componenti: Baio Dossi Emanuela (Ulivo) Bassoli Fiorenza (Ulivo) Bianconi Laura (Fi) Binetti Paola (Ulivo) Bodini Paolo (Ulivo) Carrara Valerio (Fi) Colli Ombretta (Fi) Emprin Giardini Erminia (Rif. Com.) Gabbana Albertino (Lnp) Ghigo Enzo Giorgio (Fi) Gramazio Domenico (An) Iovene Nuccio (Ulivo) Lorusso Antonio (Fi) Massidda Piergiorgio (Dc-Ind-Ma) Perrin Carlo (Aut) Polito Antonio (Ulivo) Serafini Anna Maria (Ulivo) Tomassini Antonio (Fi) Totaro Achille (An) Valpiana Tiziana (Rif. Com.) COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA (44 membri) Presidente: Lucà Mimmo (Ulivo) Vicepresidenti: Bianchi Dorina (Ulivo) Capitano Santolini Luisa (Udc) Segretari: Gardini Elisabetta (Fi) Poretti Donatella (Rnp) Componenti Astore Giuseppe (IdV) Bafile Mariza (Ulivo) Baiamonte Giacomo (Fi) Barani Lucio (Dc-Ps) Bocciardo Mariella (Fi) Bucchino Gino (Ulivo) Burtone Giovanni Mario Salvino (Ulivo) Cancrini Luigi (Comunisti italiani) Caruso Francesco Saverio (Rif. Com. – Sinistra Europea) Ceccacci Fiorella (Fi) Conti Giulio (An) Crimi Rocco (Fi) Di Girolamo Leopoldo (Ulivo) Di Virgilio Domenico (Fi) Dioguardi Daniela (Rif. Com. – Sinistra Europea) Garavaglia Massimo (Lega) Grassi Gero (Ulivo) Laganà Fortugno Maria Grazia (Ulivo) Lisi Ugo (An) Lo Monte Carmelo (Misto-Mpa- Mov. per l’autonomia) Lucchese Francesco Paolo (Udc) Lumia Giuseppe (Ulivo) Mancuso Gianni (An) Mazzaracchio Salvatore (Fi) Moroni Chiara (Fi) Mosella Donato Renato (Ulivo) Napoli Angela (An) Palumbo Giuseppe (Fi) Pellegrino Tommaso (Verdi) Pignataro Rocco (Popolari-Udeur) Porfidia Americo (IdV) Rampi Elisabetta (Ulivo) Sanna Emanuele (Ulivo) Smeriglio Massimiliano (Rif. Com. – Sinistra Europea) Squeglia Pietro (Ulivo) Trupia Lalla (Ulivo) Ulivi Roberto (An) Volontè Luca (Udc) Zanotti Katia (Ulivo) Le Commissioni parlamentari della sanità La XV legislatura ha preso il via Antonio Gaglione Medico cardiologo, professore associato di Cardiologia e chi- rurgia all’Università di Foggia e di Cardiologia dello sport all’Università di Scienze moto- rie. È stato senatore del- la Margheri- ta nella XIV legislatura. Ha contri- buito alla realizzazione, a Bari, del primo Servi- zio di cardio- logia interventistica in Puglia. Gian Paolo Patta Sindacalista, segretario generale del- la Cgil per i settori pubblici. Aderi- sce alla Cgil nel 1982 e al Congresso del 1986 partecipa alla costituzio- ne dell'area di “Democrazia consiliare” e inizia la carrie- ra di dirigente nazionale co- me componente dell'Esecutivo del- la Confederazione. Nel ‘91 passa al- la componente di minoranza “Esse- re sindacato” fino al ‘94. Serafino Zucchelli Medico e, dal 2000, segretario na- zionale dell’Anaao Assomed, il mag- giore sindacato dei medici dirigenti del Ssn. Dal 1999 è direttore del Di- partimento di emergenza della Ausl di Modena. Nel “curriculum” di Zucchelli il contributo alla redazione della Legge Mariotti del 1968 sulla riforma ospe- daliera. Ha par- tecipato anche alla redazione della riforma Bindi del 1999. Livia Turco È nata il 13 febbraio 1955 a Cuneo, sposata e madre di Enrico. Livia Turco è stata eletta lo scorso aprile al Senato, ma è stata membro del- la Camera a partire dal- la X Legislatura (1987). Iscritta al partito dei De- mocratici di Sinistra (Ds) ha fatto parte della Se- greteria nazionale del partito dal 1986 ed è sta- ta responsabile naziona- le delle donne del Pci poi Pds dal 1986 al 1994. Nella X e XI legislatura ha fatto parte rispettiva- mente nella Commissio- ne giustizia e della Commissione lavoro pubblico e privato. Nel maggio 1996 è stata chiama- ta da Romano Prodi a ricoprire l’incarico di ministro per la Soli- darietà sociale, incarico che ha conservato anche nei successivi Governi D’Alema e Amato II. Tra i provvedimenti legislativi e di riforma più significativi che Livia Turco, ha portato a termine ricor- diamo, in particolare la Legge 328 del 2000 sull’assistenza sociale. ...e dei sottosegretari Iprofili biografici della MINISTRA Nella tornata di elezioni amministrative tenutasi a fine maggio, sono stati molti gli infermieri eletti nei Consigli comunali o chiamati a ricoprire in- carichi assessorili. Le colleghe e i colleghi eletti possono segnalarci il proprio nome e potre- mo così pubblicarne l’e- lenco sul prossimo nume- ro della rivista e sul nostro sito internet www.ipasvi.it Le segnalazioni devono per- venire alla Federazione na- zionale dei Collegi Ipasvi, en- tro il 6 luglio, inviando un fax al numero 06.46.200.127 Infermieri eletti alle amministrative
Transcript

l nuovo corso della sanità si è aperto. A guidarlo saranno ilministro Livia Turco e i sottosegretari alla Salute AntonioGaglione, Gian Paolo Patta e Serafino Zucchelli. Questa lasquadra messa in campo dal Governo Prodi per risolvere legravi questioni della sanità, non più procrastinabili se sivorrà garantire la tenuta del sistema sanitario italiano e, ingenerale, di buona parte delle Casse dello Stato.Pronte anche le Commissioni parlamentari della sani-tà, elette lo scorso 6 giugno: Ignazio Marino presiede-rà la Commissione Igiene e Sanità del Senato, mentre laguida della Commissione Affari Sociali della Camera è

stata affidata a Domenico Lucà, entrambi dell’Ulivo.La XV legislatura, dunque, ha preso il via. E Livia Tur-co sembra avere le idee ben chiare sugli obiettivi daperseguire. La strategia scelta per raggiungerli è il dia-logo con tutti i protagonisti del panorama sanitario,dagli operatori sanitari, alle Regioni, ai rappresentatidel settore farmaceutico.Nel primo mese di lavoro qualcosa già si è mosso: hapreso il via il tavolo di confronto con le Regioni e quel-lo sul settore dei farmaci di cui, oltre a Turco, fannoparte il ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi

Bersani, e i rappresentanti di Farmindustria. Il tavoloavrà lo scopo di produrre una piattaforma condivisa diprogramma per gli investimenti nella ricerca e l’inno-vazione del settore farmaceutico, ma anche per il con-trollo della spesa farmaceutica. Il problema dei contiresta infatti una priorità per il Governo, e la sanità viincide in maniera consistente. Una questione che sulpiano farmaceutico va affrontata, secondo il ministro,in una logica che sappia coniugare “rigore nei controlli,appropriatezza nelle prescrizioni e nei percorsi tera-peutici, contenimento della spesa pubblica e dei costia carico dei cittadini”. Perché, ha osservato il ministro,maggiori risorse “non bastano. Ci sono problemi cheriguardano la qualità del sistema e un altro punto im-portante è la lotta agli sprechi, la necessità di moraliz-zare la sanità, di dare fiducia agli operatori e rendereil cittadino sempre più competente”.

l ’ i n f e r m i e r e 4 / 2 0 0 6

2 Presa Diretta

A Livia Turco il ministero della Salute

IUNA DONNA TORNA ALLA GUIDA DEL MINISTERO DELLA SALUTE.È LIVIA TURCO (DS), NOMINATA LO SCORSO 17 MAGGIO MINISTRO DELLA SALUTEDEL GOVERNO PRESIEDUTO DA ROMANO PRODI, CHE GIÀ NEL 1996 AVEVA SCELTODI AFFIDARE LA GUIDA DEL DICASTERO A UNA MINISTRA, ROSY BINDI

COMMISSIONE IGIENE E SANITÀ DEL SENATO(25 membri)Presidente: Marino Ignazio Roberto (Ulivo)Vicepresidenti: Caforio Giuseppe (Misto Idv) Cursi Cesare (An)Segretari: Monacelli Sandra (Udc)Silvestri Gianpaolo (Verdi)Componenti:Baio Dossi Emanuela (Ulivo)Bassoli Fiorenza (Ulivo)Bianconi Laura (Fi)Binetti Paola (Ulivo)Bodini Paolo (Ulivo)Carrara Valerio (Fi)Colli Ombretta (Fi)Emprin Giardini Erminia (Rif. Com.)Gabbana Albertino (Lnp)

Ghigo Enzo Giorgio (Fi)Gramazio Domenico (An)Iovene Nuccio (Ulivo)Lorusso Antonio (Fi)Massidda Piergiorgio (Dc-Ind-Ma)Perrin Carlo (Aut)Polito Antonio (Ulivo)Serafini Anna Maria (Ulivo)Tomassini Antonio (Fi)Totaro Achille (An)Valpiana Tiziana (Rif. Com.)

COMMISSIONE AFFARISOCIALI DELLA CAMERA(44 membri)Presidente:

Lucà Mimmo (Ulivo)Vicepresidenti:Bianchi Dorina (Ulivo)Capitano Santolini Luisa (Udc)Segretari:Gardini Elisabetta (Fi)Poretti Donatella (Rnp)ComponentiAstore Giuseppe (IdV)Bafile Mariza (Ulivo)Baiamonte Giacomo (Fi)Barani Lucio (Dc-Ps)Bocciardo Mariella (Fi)Bucchino Gino (Ulivo)Burtone Giovanni Mario Salvino (Ulivo)

Cancrini Luigi (Comunisti italiani)Caruso Francesco Saverio (Rif.Com. – Sinistra Europea)Ceccacci Fiorella (Fi)Conti Giulio (An)Crimi Rocco (Fi)Di Girolamo Leopoldo (Ulivo)Di Virgilio Domenico (Fi)Dioguardi Daniela (Rif. Com. –Sinistra Europea)Garavaglia Massimo (Lega)Grassi Gero (Ulivo)Laganà Fortugno Maria Grazia (Ulivo)Lisi Ugo (An)Lo Monte Carmelo (Misto-Mpa-

Mov. per l’autonomia)Lucchese Francesco Paolo (Udc)Lumia Giuseppe (Ulivo)Mancuso Gianni (An)Mazzaracchio Salvatore (Fi)Moroni Chiara (Fi)Mosella Donato Renato (Ulivo)Napoli Angela (An)Palumbo Giuseppe (Fi)Pellegrino Tommaso (Verdi)Pignataro Rocco (Popolari-Udeur)Porfidia Americo (IdV)Rampi Elisabetta (Ulivo)Sanna Emanuele (Ulivo)Smeriglio Massimiliano (Rif.Com. – Sinistra Europea)Squeglia Pietro (Ulivo)Trupia Lalla (Ulivo)Ulivi Roberto (An)Volontè Luca (Udc)Zanotti Katia (Ulivo)

Le Commissioni parlamentari della sanità

La XV legislatura ha preso il via

Antonio GaglioneMedico cardiologo, professoreassociato di Cardiologia e chi-rurgia all’Università di Foggia edi Cardiologia dello sportall’Università di Scienze moto-rie. È statosenatore del-la Margheri-ta nella XIVlegislatura.Ha contri-buito allarealizzazione,a Bari, delprimo Servi-zio di cardio-logia interventistica in Puglia.

Gian Paolo PattaSindacalista, segretario generale del-la Cgil per i settori pubblici. Aderi-sce alla Cgilnel 1982 e alCongresso del1986 partecipaalla costituzio-ne dell'area di“Democraziaconsiliare” einizia la carrie-ra di dirigentenazionale co-me componente dell'Esecutivo del-la Confederazione. Nel ‘91 passa al-la componente di minoranza “Esse-re sindacato” fino al ‘94.

Serafino ZucchelliMedico e, dal 2000, segretario na-zionale dell’Anaao Assomed, il mag-giore sindacato dei medici dirigentidel Ssn. Dal 1999 è direttore del Di-partimento di emergenza della Ausldi Modena. Nel“curriculum” diZucchelli ilcontributo allaredazione dellaLegge Mariottidel 1968 sullariforma ospe-daliera. Ha par-tecipato anchealla redazionedella riforma Bindi del 1999.

Livia TurcoÈ nata il 13 febbraio1955 a Cuneo, sposata emadre di Enrico. LiviaTurco è stata eletta loscorso aprile al Senato,ma è stata membro del-la Camera a partire dal-la X Legislatura (1987).Iscritta al partito dei De-mocratici di Sinistra (Ds)ha fatto parte della Se-greteria nazionale delpartito dal 1986 ed è sta-ta responsabile naziona-le delle donne del Pcipoi Pds dal 1986 al 1994.Nella X e XI legislatura hafatto parte rispettiva-mente nella Commissio-ne giustizia e della Commissionelavoro pubblico e privato. Nel maggio 1996 è stata chiama-ta da Romano Prodi a ricoprirel’incarico di ministro per la Soli-darietà sociale, incarico che ha

conservato anche nei successiviGoverni D’Alema e Amato II.Tra i provvedimenti legislativi e diriforma più significativi che LiviaTurco, ha portato a termine ricor-diamo, in particolare la Legge 328del 2000 sull’assistenza sociale.

...e dei sottosegretariI profili biografici della MINISTRA

Nella tornata di elezioniamministrative tenutasi afine maggio, sono statimolti gli infermieri eletti

nei Consigli comunali ochiamati a ricoprire in-carichi assessorili.Le colleghe e i colleghi

eletti possono segnalarciil proprio nome e potre-mo così pubblicarne l’e-lenco sul prossimo nume-

ro della rivista e sul nostrosito internet www.ipasvi.it Le segnalazioni devono per-venire alla Federazione na-zionale dei Collegi Ipasvi, en-tro il 6 luglio, inviando unfax al numero 06.46.200.127

Infermieri eletti alle amministrative

a regolamentazione delle Professioni Infermieristiche, questoil titolo della II Conferenza annuale che dall’11 al 13 mag-gio scorso ha visto riuniti i rappresentanti della Federa-zione europea delle professioni infermieristiche (Fepi)per discutere dello sviluppo di una piattaforma di co-operazione per fissare regole condivise dello svolgimentodella professione infermieristica in Europa.Costituita nel 2004, la Fepi riunisce gli enti regolatori ele autorità competenti nell’area infermieristica. I Paesifondatori sono l’Italia (che fino alle elezioni di settem-bre ne detiene la presidenza), l’Irlanda, la Spagna e il Re-gno Unito. A questi si sono aggiunti poi Croazia, Roma-nia, Polonia e Grecia.“Questa seconda Conferenza internazionale conta circail doppio dei Paesi aderenti rispetto alla prima edizione”,ha osservato Annalisa Silvestro, presidente della Fepi, ol-tre che dell’Ipasvi. Ed in prospettiva di un ulteriore, fu-turo allargamento, che riguarda non solo la Fepi ma l’Ue,Silvestro sottolinea la necessità di individuare al più pre-sto criteri omogenei per i percorsi formativi e l’esercizioprofessionale di tutto il personale infermieristico euro-peo. “Tutti i cittadini, in qualsiasi Paese si trovino o simuovano, devono trovare la stessa impostazione e so-prattutto qualità assistenziale”.Essenziale, in questo contesto, anche l’elaborazione di unCodice etico-deontologico comune. “La specificità dellaFepi – ha spiegato Silvestro – è che associa tutti i Paesiche hanno una regolamentazione formale e ufficiale del-la professione infermieristica, in cui, cioè, è istituito l’Or-dine. Un ente riconosciuto dallo Stato che verifica la com-petenza, la formazione, la qualità e anche la deontologiadei professionisti sanitari tutelando i cittadini”.Per parlare di tutti questi aspetti erano presenti a Romai rappresentanti dei professionisti infermieri dei Paesiaderenti alla Fepi, ma anche i rappresentanti dell’Ue, gliesperti delle istituzioni Europee (Commissione Europa,Parlamento Europeo) e i membri delle Associazioni deiconsumatori e dei Pazienti.Ecco i passaggi principali dei tre giorni di lavoro, nel cor-so dei quali è stata annunciata anche la sede della III Con-

ferenza annuale Fepi: ap-puntamento a Dubrovnik, inCroazia nel settembre 2007.

LE SFIDE DELLA FEPILa Conferenza di Roma si èconcentrata in particolare sul ruolo che la regolamen-tazone della professione infermieristica gioca nella sfe-ra politica. Nei tre giorni di lavoro, la Fepi ha presenta-to, in una prospettiva comparativa, una serie di study ca-se dei Paesi che hanno da anni esperienza nella regola-mentazione e che rappresentano la base su cui costrui-re un sistema unico, stabile e condiviso a livello euro-peo. Sono state discusse le opportunità e le sfide che l’al-largamento dell’Europa pone alla professione infermie-ristica, a partire dalla “buona pratica” per la tutela del-la salute pubblica e dei singoli pazienti. Questo, in sintesi, il piano d’azione che la Fepi si propo-ne per il prossimo futuro:Obiettivo 1La protezione del cittadino attraverso la regolamen-tazione europea delle professioni infermieristiche• Promuovere la sicurezza e la tutela del paziente attra-

verso attività per lo sviluppo di nuove linee politiche alivello europeo;

• stabilire e mantenere standard della pratica infermie-ristica basati sulla migliore evidenza disponibile;

• sviluppare i requisiti più alti per l’iscrizione all’Albo egli standard per la formazione pre e post registrazione;

• difendere le questioni inerenti alla regolamentazionedelle professioni infermieristiche a livello europeo (conun’attenzione particolare alle istituzione dell’Ue);

• contribuire alla stesura di direttive dell’UE e di altreprocedure legislative che interessano la regolamenta-zione delle professioni infermieristiche.

Obiettivo 2Raccolta e condivisione delle informazioni • Fornire informazioni sulla pratica migliore della rego-

lamentazione del nursing da condividere con tutti ipartner europei e sostenere quei Paesi che desideranocreare un sistema per la regolamentazione del nursing;

• favorire lo scambio di conoscenze avanzate attraversol’istituzione di un database europeo di enti regolatori;

• fornire una guida sulla terminologia della regolamen-tazione europea della professione infermieristica.

Obiettivo 3Idoneità alla pratica • Scambio di informazioni sulle procedure di indagine e

giudizio di accuse di non idoneità alla pratica; • scambio di informazioni su questioni riguardanti l’a-

bilitazione alla pratica.

PIÙ FORZA POLITICA PER INNALZARE IL PROFILO INFERMIERISTICO“È stato un evento carico di emozioni e di entusiasmo”,ha dichiarato Silvestro, dicendosi certa che nel corso deilavori sia stato possibile trovare numerosi punti di con-divisione per continuare a guardare il futuro. “Il primogrande risultato della Conferenza – ha infatti osservatola presidente – è quello di cominciare a sentirci davve-ro un gruppo unito e coeso, che ha voglia di lavorare perraggiungere delle mete e degli obiettivi comuni, e chesta realmente costruendo qualche cosa di importante,che ci porterà a raggiungere quella dimensione europeain grado di valorizzare la professione infermieristica emigliorare l’assistenza ai cittadini”.Nella convinzione che sia necessario continuare a con-frontare le singole realtà nazionali per trovare quel lin-guaggio comune che permetta di intraprendere un per-corso omogeneo, la Fepi sta lavorando dall’ottobre 2005alla creazione di un data base degli enti regolatori delsettore infermieristico di ogni nazione, per realizzare unafonte statistica affidabile sulla regolamentazione del set-tore in tutta Europa.Gli argomenti inclusi nel data base della Fepi saranno: laregolamentazione del settore infermieristico; l’immatri-colazione e mobilità; i Codici deontologici; l’idoneità al-l’esercizio; gli standard e le competenze formative.“Uno sforzo ulteriore – ha però evidenziato la presidente –dovrà esser compiuto per omogeneizzare il modo degli en-ti regolatori di percepire e dialogare politicamente, per farsì che i contenuti professionali discussi all’interno della Fe-pi possano poi trovare una dimensione omogenea nella tra-sposizione politica sia all’interno dei propri confini nazio-nali, che a livello europeo”. Si tratta, in pratica, di creare una“forza politica infermieristica” in grado di incidere sullescelte di politica sanitaria e professionale dei Governi. “Questa è la vera grande sfida – ha affermato Annalisa

Presa Diretta 3

L Bruxelles, febbraio 2006. Alcuni rappresentanti della Fepi, insieme a colleghi di altre nazioni, al Parlamento europeo

Gli infermieri guardano ALL’EUROPA

Svolta a Roma la II Conferenza annuale della Fepi

[SEGUE A PAGINA 6] t

Nello scorso numero della rivista(L’Infermiere n.3/06), presentan-do i nuovi organismi dirigenti del-la Federazione nazionale dei Col-legi Ipasvi, abbiamo pubblicato cheVincenzo Gargano, membro del

Collegio dei Revisori dei Conti,opera a Milano. In realtà Garganoè Coordinatore del Corso di laureain Infermieristica presso l’Ospe-dale Civico di Palermo. Ci scusia-mo dell’errore con i lettori e conl’interessato.

ERRATA CORRIGE

ARRIVARE A PARLARE UN LINGUAGGIO COMUNEIN TUTTA EUROPA NELL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONEINFERMIERISTICA E, ATTRAVERSO LA LIBERA CIRCOLAZIONEDEGLI OPERATORI, L’ADOZIONE DI UN CODICEDEONTOLOGICO E DI PERCORSI FORMATIVI OMOGENEINEI PAESI DELL’UE, FAR SÌ CHE TUTTI GLI INFERMIERIDEGLI STATI MEMBRI POSSANO RICONOSCERSINELLA COMUNE DEFINIZIONE DI “INFERMIERE EUROPEO”

l settore sanità produce ricchezza e va dunque ri-visto il luogo comune secondo cui le spese per pro-durre beni e servizi a tutela della salute sono per-dite, se pure a buon fine, per i bilanci dello Stato.Al contrario, non sono spese ma investimenti, vi-sto che la filiera sanità produce l’11,1% del Pil na-zionale e assorbe il 6% degli occupati in Italia, rap-presentando la terza impresa più importante delmercato italiano. La ricerca, coordinata da Romano Bedetti e realiz-zata dall’economista Nicola Quirino per conto del-la Commissione Sanità di Confindustria, analizzatutte le componenti del settore sanitario – indu-

stria, commercio e servizi – arrivando a conclusio-ni per certi aspetti sorprendenti, che confermano,con l’autorevolezza del dato economico, la visionesecondo la quale la sanità deve essere consideratauna risorsa del Paese e non soltanto un fattore dispesa. “Poiché da più parti si sostiene la necessitàdi comprimere la dinamica delle spese sanitarie,considerate spesso erroneamente come spese deltutto improduttive, – scrive Quirino nel capitolodedicato al contributo dato dalla filiera sanitaria alreddito nazionale – vale forse la pena cercare diquantificarne l’impatto sul reddito nazionale, inmodo da apprezzarne al meglio il ruolo che esse

giocano all’interno del sistema economico”. Il valore aggiunto della filiera, calcolato facendola differenza tra costi di produzione e costi al con-sumo, è di 73,5 miliardi (pari al 5,4% del Pil), matenendo conto dell’indotto supera i 149 miliar-di, raggiungendo l’11,1% del Pil. Ripartito persegmenti, ciò significa che i servizi sanitari con-tribuiscono per il 7,1% alla formazione della ric-chezza nazionale, la distribuzione di farmaci emedicali per il 2,4%, l’industria per il rimanen-te 1,6%. A superare la filiera della sanità nel pa-norama nazionale ci sono solo le imprese mani-

4 Presa DirettaPresa Diretta

La sanità è un motore economico e produce l’11% del PilUNO STUDIO CONDOTTO SU TUTTI I SEGMENTI DELLA SANITÀ: INDUSTRIA, SERVIZI, DISTRIBUZIONEE COMMERCIO. I RISULTATI “RIBALTANO” UNA CONVINZIONE DIFFUSA, PERCHÉ IL MONDO DELLA SANITÀNEL SUO INSIEME SI RIVELA IL TERZO SETTORE PRODUTTIVO ITALIANO E NON È QUINDISOLO UNA VOCE DI SPESA “A FONDO PERDUTO”

Una ricerca di Confindustria sulla filiera della salute

I

l ’ i n f e r m i e r e 4 / 2 0 0 6

Negli ultimi mesi Confindustriaha più volte manifestato il suo fa-vore per il Ssn. Presidente Riva,può spiegare meglio la vostra po-sizione?Nell’economia, negli equilibri sociali,negli scenari di sviluppo demografi-co, rispetto alle grandi tematiche delWelfare, il tema della sanità assumevalore crescente. Tale tendenza è pre-sente anche nel sentire della classeimprenditoriale italiana. Ci siamo resi conto che la sanità, for-se anche più della previdenza, puòdiventare la vera bomba ad orologe-ria per i conti pubblici. È nella spe-sa per la salute che si giocherà neiprossimi anni l’equilibrio stesso del-lo Stato sul piano della tenuta eco-nomica e finanziaria.

Non rendersi conto di questa realtàsarebbe stato per noi industriali unvero e proprio suicidio. Se salta il si-stema sanitario pubblico, già oggi fi-nanziato in buona parte dall’indu-stria, le ripercussioni sulla tenutadelle imprese sarebbero inevitabili ene pagheremmo le conseguenze tut-ti, grandi, medie e piccole imprese.Senza eccezioni.

Solo una scelta di opportunità?Non solo. Il buon funzionamento del-la sanità è considerato dai cittadiniun valore prioritario. Se il Ssn forni-sce prestazioni insoddisfacenti si ge-nerano tensioni che coinvolgono irapporti tra cittadino e Governo atutti i livelli di responsabilità, inci-dendo negativamente anche sui rap-

porti fra le parti sociali e sullo stes-so svolgimento delle attività econo-miche.La tenuta e la sostenibilità del siste-ma sanitario, rappresentano quindiun collante, una cerniera sociale, al-la quale Confindustria intende ade-rire con la propria forza e autorevo-lezza. Senza dubbi o fraintendimen-ti. Per questo Confindustria non vuo-le la privatizzazione della sanità, co-me scioccamente ancora oggi qual-cuno insinua.

Come pensate possa essere conci-liata la presenza dei privati in unsistema sanitario pubblico?Siamo persone serie e non abbiamoretaggi ideologici da difendere. Piut-tosto saremmo a favore di un mag-

gior pragmatismo nel discutere diproblemi che toccano milioni di cit-tadini e che interessano in modo cre-scente imprenditori e lavoratori. Iltema vero è quello di premiare la qua-lità del servizio in un sistema che ga-rantisca efficienza nella spesa. Sap-piamo che questa quadratura del cer-chio è difficile. Ma certamente nonpassa attraverso la contrapposizionefra pubblico e privato il migliora-mento concreto del sistema. È auspicabile e necessario un ri-pensamento dei rapporti. Penso cheil privato non debba più essere vistoesclusivamente nel solo ruolo di for-nitore o di erogatore di prestazioni.Attraverso un confronto con le isti-tuzioni centrali e regionali, si dovràinfatti prendere consapevolezza che

“Se saltasse il sistema sanitario pubblico ne pagheremmo tutti le CONSEGUENZE”Occorre registrare un cambiamento nel giudizio degli industriali italiani riguardo al Ser-vizio sanitario nazionale. La prospettiva di una sanità “di mercato” sembra allontanarsi, afavore di una crescente attenzione al ruolo di “collante sociale” svolto dal servizio pubbli-co. Ovviamente, come chiarisce Guido Riva nell’intervista che segue, l’auspicio di Confin-dustria è che si apra una stagione di partenariato “strategico” tra pubblico e privato, me-glio se accompagnata dalla fine della lottizzazione politica delle nomine in sanità

Intervista a Guido Riva, presidente della Commissione sanità di Confindustria

fatturiere e il settore delle banche e assicurazioni.Dall’indagine realizzata da Confindustria emerge inoltre che la filiera sa-nità assorbe direttamente oltre il 6% degli occupati nel nostro Paese, 1,4milioni di persone in tutto (con una crescita del 12,8% dal 1996 al 2004);ma se si tiene conto dell’indotto l’incidenza supera il 10 % dei lavoratoriitaliani. L’80,3% dei lavoratori è occupata nei servizi, il 10,3% nella produ-zione di farmaci e apparecchiature. Nell’ambito della distribuzione spicca-no le farmacie, con quasi 68mila addetti. Agli occupati della filiera spettaanche il record assoluto in termini di valore aggiunto alla produzione: 138mila euro a testa, contro la media di 106 mila dell’intera economia. Il mas-simo si registra nel settore farmaceutico (con 119mila euro), mentre il va-lore minimo è registrato nel settore delle apparecchiature medicali, chi-rurgiche e ortopediche (33mila euro).

Presa Diretta 5Presa DirettaTab.1 - Unità locali e addetti della filiera della salute (anno 2001)

Attività economiche Unità locali AddettiNumero % Numero %

INDUSTRIA 22.901 9,1 142.208 10,3Fabbricazione di prodotti farmaceutici, chimici e botanici per usi medicinali 911 0,4 68.883 5,0Fabbricazione di apparecchi medicali, chirurgici, ortopedici, di lenti e occhiali da vista 21.990 8,8 73.325 5,3COMMERCIO 33.458 13,3 128.929 9,4Commercio all'ingrosso di prodotti farmaceutici, strumenti e apparecchi sanitari 5.190 2,1 38.642 2,8Commercio al dettaglio di prodotti medici, apparecchi e materiale terapeutico 28.268 11,3 90.287 6,6SERVIZI 194.428 77,5 1.104.183 80,3Servizi ospedalieri 2.829 1,1 661.580 48,1Prestazioni ambulatoriali 191.599 76,4 442.603 32,2TOTALE FILIERA 250.787 100,0 1.375.320 100,0Fonte: Elaborazione CONFINDUSTRIA su dati ISTAT

Tab.2 - Occupati nelle aziende della filiera della salute (anni 1996-2001-2004)

Attività economiche 1996 2001 2004Valori assoluti (in migliaia) Var. %

2004/1996INDUSTRIA 137,7 142,2 143,6 4,3Fabbricazione di prodotti farmaceutici, chimici e botanici per usi medicinali 64,5 68,9 69,5 7,8Fabbricazione di apparecchi medicali, chirurgici, ortopedici, di lenti e occhiali da vista 73,2 73,3 74,1 1,2

COMMERCIO 124,0 128,9 130,0 4,8Commercio all'ingrosso di prodotti farmaceutici, strumenti e apparecchi sanitari 37,3 38,6 39,0 4,6Commercio al dettaglio di prodotti medici, apparecchi e materiale terapeutico 86,7 90,3 91,0 5,0

SERVIZI 972,1 1.104,2 1.118,2 15,0TOTALE FILIERA 250.787 100,01.375.320 100,0Fonte: Elaborazione CONFINDUSTRIA su dati ISTAT

la cooperazione tra pubblico e pri-vato rappresenta una soluzione stra-tegica al tema degli investimenti, del-le tecnologie, della progettazione edella gestione dei servizi sanitariospedalieri e territoriali.Occorre avviare una stagione di par-tenariato “strategico” in cui, nel pie-no rispetto dei ruoli di ognuno, sitrovino caso per caso le soluzioni piùadatte.Si tratterebbe di una alleanza a van-taggio di tutti, cittadini per primi.

Uno studio di Confindustria ha in-dicato la sanità come terza impresadel Paese. Cosa si può fare secon-do lei per trasformare in ogni ca-so la sanità da fattore di spesa afattore di crescita economica?Si può fare molto. Penso ad esempioalla capacità di attrarre domanda diassistenza e prestazioni dall’estero.Ne abbiamo capacità tecnica, clini-ca e organizzativa. Senza contare che,in quanto ai costi delle prestazioni,il nostro servizio può essere assolu-tamente concorrenziale a livello eu-ropeo e internazionale. Nello stessotempo potremmo divenire esporta-tori di know how sia tecnologico, chegestional-organizzativo, verso Paesiemergenti dell’area mediterranea enon solo. Potremmo infine fare fi-nalmente quel passo decisivo di in-centivazione della ricerca scientifi-

ca facendo dell’Italia un Paese at-trattivo per imprese e realtà inter-nazionali.La sanità è uno dei migliori esempidi domanda pubblica qualificata dagovernare con strategie lungimiran-ti. Ma è chiaro che, prima di tuttociò, dobbiamo vincere la sfida dellasostenibilità.

Come?È fuor di dubbio che il tema del fi-nanziamento ha una valenza strategi-ca sia sotto il profilo quantitativo chequalitativo delle fonti. Per questo vafatta una riflessione sulla sostenibili-tà complessiva del sistema e su comeattuare un federalismo fiscale che nonincida sulla solidarietà ma garantiscaefficienza e competitività del sistema.E, allo stesso modo, va portata avan-ti l’analisi, senza barriere ideologiche,su come costruire un sistema di sa-nità integrativa che possa svolgere unruolo complementare ai fini del per-seguimento degli obiettivi di tuteladella salute.Ragionare sul finanziamento, co-munque, significa parimenti ragio-nare sull’ottimizzazione dei costi.A questo riguardo, occorre riflette-re sulla revisione della struttura com-plessiva dell’offerta di servizi sanita-ri attualmente ancora incentrata ingrandissima parte sull’ospedale.Su tutto ciò pesa tuttavia la grande

zavorra degli sprechi gestionali. Unazavorra che rischia di minare qual-siasi processo di innovazione e cheva espulsa con decisione.

Quello degli sprechi di gestionenella pubblica amministrazione èun cancro apparentemente incu-rabile. Pensa veramente che la bat-taglia possa essere vinta?Sì. Ma è certo che l’efficienza nonpuò essere frutto di un interventoestemporaneo, ma di una ricercacontinua del miglioramento: tutte leattività hanno dei costi, ma non tut-te le attività sono utili o produconovalore o sono svolte da personaleadeguato e di profilo appropriato perquelle date funzioni. Nello stessotempo occorre sviluppare praticheadeguate anche dal punto della ge-stione e della trasparenza della spe-sa senza le quali è difficile indivi-duare politiche ed azioni adeguate.

Lei ha denunciato con forza la lot-tizzazione di Asl e ospedali da par-te dei partiti. Non le sembra di

avere esagerato?Assolutamente no. La nostra è unacritica seria e costruttiva. Non ab-biamo intenzioni qualunquiste o de-magogiche. Siamo ben coscienti delfatto che la politica, quella con la Pmaiuscola, debba governare con lun-gimiranza, tempestività e con grandesenso di responsabilità i processi dicambiamento che interessano il Ssn.Nello stesso tempo siamo consape-voli che la politica deve avere vocein capitolo nella scelta di persone emanager competenti per gestire ser-vizi che assorbono fino al 70-80%dei bilanci regionali. Ma questo nonsi deve e non si può fare attraversologiche meramente lottizzatrici. Nonmi interessa la tessera di questo oquel manager o primario. Mi inte-ressa che sia competente. Quello chenoto è che invece, spesso, il criteriodi scelta segue diverse priorità: pri-ma la tessera, poi, se siamo fortuna-ti, la competenza. Questa prassi de-ve finire, altrimenti tutte le belle co-se fin qui dette non avranno speranzadi vedersi realizzate.

Tab.3 - Produzione e valore aggiunto ai prezzi di mercato dei settori che compongono la filiera della salute (anno 2004)

Attività economiche Produzione Valore Valore Valoreaggiunto aggiunto aggiunto/Pil

per addetto(in milioni di euro) (in migliaia di euro)

INDUSTRIA 25.900 10.800 75,2 0,80Fabbricazione di prodotti farmaceutici, chimici e botanici per usi medicinali 20.800 8.300 119,4 0,61Fabbricazione di apparecchi medicali, chirurgici, ortopedici, di lenti e occhiali da vista 5.100 2.500 33,7 0,19COMMERCIO 51.900 7.600 58,5 0,56Commercio all'ingrosso di prodotti farmaceutici, strumenti e apparecchi sanitari 27.700 2.800 71,8 0,21Commercio al dettaglio di prodotti medici, apparecchi e materiale terapeutico 24.200 4.800 52,7 0,36SERVIZI 114.100 55.100 49,3 4,08TOTALE FILIERA 191.900 73.500 52,8 5,44Fonte: Elaborazione CONFINDUSTRIA su dati ISTAT

6 Presa Direttal ’ i n f e r m i e r e 4 / 2 0 0 6

Silvestro – perché non si può raggiungere una formazio-ne di alto livello e un esercizio professionale autonomo sequesti non sono obiettivi condivisi anche dai Governi na-zionali e dal Governo europeo, che ne dovranno fare l’e-lemento fondante delle loro scelte politiche in ambito sa-nitario e infermieristico”. È una montagna impegnativa da scalare, ma che la Fepi staaffrontando con convinzione, per ritrovare, in cima, le con-dizioni adatte a garantire una sempre migliore qualifica-zione degli infermieri, dalla formazione di base, alla for-mazione specialistica, dalla formazione permanente, aglistandard per i percorsi di formazione, dagli standard e gliindicatori per l’esercizio professionale, alla definizione dibuone pratiche assistenziale, dalla diffusione delle eccel-lenze, a un Codice deontologico condiviso che renda gliinfermieri sempre più uniti sotto la bandiera europea.

IL MODELLO DI LAVORO DELLA FEPISono sfide importanti, quelle proposte dalla Fepi. Ed è evi-dente che per raggiungere questi obiettivi sia necessario

un modello di lavoro efficace, che permetta agli infermie-ri dei diversi Paesi europei di lavorare insieme e su una ba-se comune, costruendo indicatori di processo e di risul-tato che permettano di raccogliere dei risultati oggettivisu cui attivare un confronto interno da illustrare, infine,agli organi politici nazionali ed europei.Per far ciò la Fepi ha costruito un modello di lavoro su cin-que punti:• input• analisi• diffusione• feedback• valorizzazione dei risultati“L’intenzione – spiega la Fepi – è di esercitare il nostro ruo-lo di politica professionale basandoci sull’orientamento chericeviamo dagli infermieri che noi rappresentiamo. Ma vo-gliamo che questo avvenga attraverso un sistema rigoroso,scientificamente forte, che ci permetta di fare delle compa-razioni e di individuare, lì dove il linguaggio non è comune,un glossario condiviso per dialogare e confrontarci”. Per questo la Fepi ha deciso di basare la sua attività su un mo-dello di lavoro basato sull’idea di gruppo (workgroup, gruppi

di riflessione e focus) per mettere in atto un reale e democra-tico confronto e arrivare a conclusioni davvero partecipate.Nella prima fase, quella dell’input, la Fepi ha lavorato allaraccolta di dati su alcuni aspetti della professione infer-mieristica quali formazione, disciplina e standard. Una vol-ta raccolti, i dati vengono elaborati per comprendere ipunti in comune e gli obiettivi condivisi.Nella fase successiva, quella che vede la Fepi attualmenteimpegnata, i risultati delle analisi effettuate dalla Federa-zione vengono inviati e diffusi a tutti gli enti europei di in-fermieri, che avranno modo di esprimere la loro opinionee condividere o confutare l’analisi della Federazione. È sulla base di questo feedback, quindi, che la Fepi ripen-serà ai risultati raggiunti nel corso della prima valutazio-ne, apportando le eventuali correzioni o convalidando idocumenti già elaborati. Ed è a questo punto che scattal’ultima fase del lavoro, che consiste nella diffusione deirisultati e nel tentativo di valorizzazione del lavoro svolto,presentando i dati alle istituzioni nazionali ed europee eproponendo le azioni politiche necessarie per una cresci-ta della professione infermieristica e la nascita di un in-fermiere europeo formato e competente.

n Italia gli infermieri sono troppo pochi. A lanciare l’allar-me era stata l’Ipasvi, anche in occasione della Giornatamondiale della Salute, celebrata lo scorso 7 aprile. Sul di-scorso è tornata la Caritas-Migrantes, che nel Dossier Sta-tistico Immigrazioni pone l’attenzione sulla presenza degli in-fermieri stranieri nel nostro Paese, aumentata negli ultimitre anni del 160% ma, tuttavia, non sufficiente a colmare lacarenza di personale infermieristico in Italia.All’appello mancavano 61 mila unità nel 2004, secondol’Ipasvi (99mila secondo l’Ocse, l’Organizzazione per laCooperazione e lo Sviluppo Economico). Un’assenza chepesa soprattutto al Nord e che, secondo il Dossier della Ca-ritas-Migrantes, è stata in parte supplita dall’ingresso de-gli infermieri stranieri nel nostro Paese, cresciuta da 2.612unità nel 2002 a 6.730 nel 2005.

IN ITALIA INFERMIERI DA TUTTO IL MONDOSette infermieri stranieri su 10 provengono da un Paese eu-ropeo, con in testa Romania e Polonia, mentre quelli pro-

venienti da Paesi asiatici sono passati dal 4% al 12,2% ne-gli ultimi 3 anni. In calo, invece, quelli provenienti da Sta-ti africani, ridotti dal 14,4% al 6,6%.Per illustrare la presenza degli infermieri stranieri nel no-stro Paese la Caritas-Migrantes ha utilizzato i dati prove-nienti da due fonti: l’Ipasvi e l’Inail. Anche se basati su an-ni diversi, i due rilevamenti mostrano alcune discrepanzeche potrebbe essere dovute, ad esempio, all’utilizzo di fat-tori diversi per definire il profilo di chi esercita l’assistenzainfermieristica, professione infermieristica, così come al ri-levamento di coloro che hanno cessato il rapporto di lavo-ro o, ancora, alle differenze temporali tra le date di assun-zione e le date di iscrizione al Collegio. Secondo quanto ri-portato dal Dossier su elaborazione dei dati Ipasvi, gli in-fermieri stranieri sarebbero in Italia 6.730 nel 2005 (erano2.612 nel 2001); mentre secondo i dati Inail le presenze stra-niere sarebbero passate da 3.979 nel 2003 a 4.598 nel 2004.Nel complesso però, secondo la Caritas-Migrantes gli in-fermieri stranieri sarebbero in Italia molti di più (circa 20

mila) se si considera che il loro impiego non è limitato al-le corsie di ospedali, ma riguarda anche gli ospizi e le casedi cura private.

LE CONDIZIONI DI LAVORO DEGLI INFERMIERI STRANIERIGli infermieri stranieri possono stipulare un contratto di la-voro anche a tempo indeterminato e il loro permesso di sog-giorno è prorogabile anche in caso di cambio del datore dilavoro, purché si tratti sempre di occupazione con la qualifi-ca di infermiere. Gli infermieri non comunitari sono tenutia chiedere il riconoscimento del titolo di studio, mentre peri comunitari è sufficiente il nulla osta del ministero della Sa-lute e il riconoscimento è scontato se il titolo è stato conse-guito in Italia. Si procede poi a un esame in materia di deon-tologia e leggi professionali e un altro di lingua italiana (que-st’ultimo non obbligatorio per i comunitari), quindi all’iscri-zione al Collegio Ipasvi del luogo di lavoro o di domicilio. L’inserimento nelle strutture pubbliche è possibile ancheattraverso una chiamata diretta da parte delle stesse strut-ture con un contratto a tempo determinato, così come tra-mite l’assunzione da parte di cooperative appaltatrici diservizi infermieristici riconosciute dal ministero della Sa-lute o di agenzie interinali di lavoro. Esistono inoltre le co-operative sociali, che operano nel 90% dei casi nel settoresocio-assistenziale, dove hanno assunto una posizione do-minante per i costi inferiori di assistenza.Dal punto di vista economico e normativo le differenti vie diassunzione comportano un diverso trattamento. “Non sussi-stono problemi quando gli infermieri vengono assunti di-rettamente dagli ospedali”, afferma il Dossier, aggiungendoperò che non pochi sono i casi di “reclutamento disinvolto,che hanno suscitato una serie di motivate riserve, tanto dafar parlare di una sorta di caporalato infermieristico”.

I

t [SEGUE DA PAGINA 3]

Infermieri stranieri in Italia cresciuti del 160% in tre anni

Gli infermieri stranieri in Italia secondo il Rapporto Caritas-Migrantes

La ricerca della Caritas-Migrantes foto-grafa una realtà preoccupante per le de-cine di migliaia di infermieri stranieriche lavorano nel nostro Paese, spessoin condizioni di estrema precarietà. Que-sti dati vanno però inseriti in una valu-tazione più generale relativa alla “ca-renza di personale infermieristico” che,come denuncia l’Oms, ha una dimen-sione internazionale. “È un errore stra-tegico – puntualizza Annalisa Silvestro,presidente dell’Ipasvi – pensare di ri-

solvere la questione infermieristica de-pauperando altri Paesi di risorse pro-fessionali importanti. Bisogna inveceoperare affinché questi infermieri re-stino a lavorare nelle loro realtà per mi-gliorare le condizioni di vita di quellepopolazioni. Ma anche in Paesi comel’Italia la carenza di personale va risol-ta con interventi strutturali che avvici-nino i giovani alla professione infer-mieristica e che mantengano alta la mo-tivazione di coloro che esercitano la pro-

fessione. Infatti il problema comune adentrambe le situazioni si conferma quel-lo del riconoscimento e della valorizza-zione del ruolo degli infermieri in ognisistema sanitario. E proprio da questo obiettivo di fon-do discende anche la necessità di pre-sidiare che i flussi migratori siano re-golamentati da norme chiare e condi-vise, che da una parte tutelino gli stan-dard assistenziali delle prestazioni ero-gate ai cittadini e dall’altra garanti-scano un corretto inserimento dei no-stri colleghi nel mondo del lavoro. Iltema della carenza infermieristica edella presenza di infermieri non ita-liani nel nostro sistema sanitario è unodei primi punti che affronteremo nelconfronto con il ministro Livia Turco”.

Silvestro: “Valorizzare gli infermieri in ogni sistema sanitario”

Presa Diretta 7

ntra nel suo secondo anno di vita la rivista che ac-coglie i contributi scientifici di una professioneormai pronta a confrontarsi con le grandi sfide del-la scienza moderna, utilizzando gli strumenti fi-nora patrimonio esclusivo di altre figure profes-sionali. Il Giornale italiano di Scienze infermieristicheintende quindi stimolare la produzione di lavorioriginali “proponendosi come uno strumento uti-le allo sviluppo delle grandi potenzialità di cui èricca la nostra professione in ambito clinico-assi-stenziale, organizzativo, formativo e nella ricerca”spiega la presidente della Federazione nazionaledei Collegi Ipasvi, Annalisa Silvestro, nell’edito-riale di apertura del numero appena pubblicato. Un numero che dedica la sezione monografica, ilFocus, all’Educazione terapeutica nella cronicità,una delle nuove sfide della professione infermie-ristica. Che, seppure da sempre investita di unafunzione educativa, è oggi direttamente chiama-

ta in causa per favori-re consapevolezza enuove abilità nell’as-sistito, ricoprendoruoli un tempo pa-trimonio esclusivodi altri professio-nisti. “Per il perso-nale sanitario si

tratta di una rivoluzione culturale vera e propria– spiegano Carla Saracco e Anna Maria Ferraresinell’introduzione alla sezione monografica – l’e-ducazione terapeutica si configura infatti comeun intervento complesso che, allontanandosi dal-la semplice informazione, tende a sviluppare l’em-powerment dell’utente, affinché sia in grado di ge-stire la propria condizione di salute/malattia”. È specificamente diretta agli infermieri e al lorolavoro quotidiano la sezione Review che si occupadi assistenza al paziente traumatizzato: l’articolooffre infatti una panoramica sulle innovazioni at-tualmente in studio, partendo dagli aggiornamentiprovenienti dalla medicina di guerra e delle cata-strofi, passando per la fase ospedaliera del soc-corso, analizzando i cambiamenti in materia ditrauma cranico e spinale, di gestione del dolore,di valutazione, prevenzione e trattamento nel pa-ziente pediatrico e anziano, per arrivare a trattareanche gli aspetti organizzativi per quanto attieneal sistema di soccorso e alla formazione infermie-ristica specifica. La rivista si completa con la fondamentale sezio-ne degli Articoli originali, il corpo centrale della ri-vista che intende offrire visibilità alle ricerche con-dotte con competenza e professionalità dagli in-fermieri italiani. Il team dell’unità operativa di Ri-animazione del P.O. di Borgo San Lorenzo (Fi) ri-

ferisce della propria esperienza di follow up per ipazienti dimessi, un servizio progettato e messo inatto dagli stessi infermieri. Mentre uno studio mul-ticentrico ha valutato l’efficacia del processo edu-cativo nello stoma care rilevando l’autonomia rag-giunta dal paziente con stomia intestinale e/o uri-naria. Infine segnaliamo un interessante Contribu-to che fa il punto sulle reazioni avverse da farma-ci: definizione, segnalazione normativa e ruolo del-l’infermiere. Ricordiamo a tutti coloro che fos-sero interessati a ricevere il Gior-nale italiano di Scienze infermieri-stiche di inviare alla Federazionenazionale il cedolino di prenota-zione riportato nello spazio sot-tostante (opportunamente com-pilato) unitamente alla copia del-la ricevuta dell’avvenuto versa-mento. Solo se saranno registra-ti entrambi i passaggi, prenota-zione e pagamento, l’abbona-mento sarà attivato e riceveretele vostre copie.

E

Un punto di riferimento per gli infermieri che fanno ricerca

Il Giornale italiano di Scienze Infermieristiche ha superato il primo anno

CEDOLINO DI ABBONAMENTO

Per prenotare il CD o sottoscrivere un abbonamento vi preghiamo di effettuare il versamento sul c/c, dicompilare la scheda e inviarla per fax (06 46200131) o in busta chiusa a: FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IPASVIVia Agostino Depretis, 70 - 00184 ROMA

Cognome Nome

Indirizzo

Cap Città Prov Telefono

Chiedo l’invio di:

Giornale Italiano di Scienze Infermieristiche Anno 2006 in abbonamento (tre numeri, costo 30,00 euro) nn

Data Firma

PROSEGUE LA CAMPAGNA ABBONAMENTI PER IL GIORNALE ITALIANO DI SCIENZEINFERMIERISTICHE, LO STRUMENTO CREATO DALL’IPASVI PER LA CRESCITADEGLI INFERMIERI E PER LO SVILUPPO DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA

#

Il Giornale italiano di Scienze infermieristiche èun quadrimestrale. Il costo dell’abbonamento annuale per il 2006(tre numeri) è di Euro 30,00. I versamenti potranno essere effettuati versando la somma dell’abbonamento su: c/c postale n. 49587009 intestato a:

Federazione nazionale Collegi Ipasvi Via Agostino Depretis, 7000184 Roma

Come abbonarsi


Recommended