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A. P. Foto Karate story

Date post: 18-Dec-2021
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27 Samurai Karate Karate Karate story A. P. Foto Nadia Ferluga ha un legame speciale con il mare, d’altronde al mare c’è nata, a Trieste il 29 gennaio 1948... Trieste rimane fino all’età di ventuno anni poi il trasferimento a Milano dove inizia a lavorare da Peter Sport in piazza Liberty, all’epoca il negozio di rife- rimento per tutti gli sportivi di Milano. E’ lì che comincerà a conoscere e apprezzare quello che sarà un altro grande amore della sua vita oltre al karate: la subacquea e diven- ta istruttore Fips per il Club Mediterranee. Lì le parlano del karate, con due amici sceglie sulle Pagine Gialle la palestra di via Bezzecca dove insegna il maestro Shirai “più giapponese di così” si dicono. Per due mesi si limita a osservare seduta su una panca il mae- stro che insegna a coloro che saranno poi i grandi nomi del karate italiano: Carlo Fugazza, Rosario Capuana, Enzo Montanari, Beppe Beghetto, Maurizio Marangoni, Bruno de Michelis, Rossano Ruffini, Nino Tammaccaro, Beppe Perlati, Luigi Zoja e tanti altri ancora. A convincerla un altro grande nome, il presi- dente Elia Fugazza che incuriosito nel vedere questa ragazza bionda tutte le sere lì a guardare, la incita a cominciare spiegandole che si comincia da cintura bianca e poi via si prosegue. Ad aprile 1972 Carlo Fugazza ini- zia il primo corso della sua vita con una deci- na di allievi e Nadia comincia con lui. Il primo corso come istruttore per Carlo e il primo per Nadia, che lo avrà sempre nel cuore. Dopo un mese il primo esame, dopo A Al Palalido in dimostrazione di kendo Nadia a sinistra attacca in dimostrazione con il maestro Miyazaki Premiazione di un Europeo con il maestro Nishiyama, il maestro Shirai e il presidente Elia Fugazza 27.29.sa 30-11-2005 11:49 Pagina 1
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Nadia Ferluga ha un legame speciale con ilmare, d’altronde al

mare c’è nata, a Trieste il 29 gennaio 1948...

Trieste rimane fino all’età di ventunoanni poi il trasferimento a Milanodove inizia a lavorare da Peter Sport

in piazza Liberty, all’epoca il negozio di rife-rimento per tutti gli sportivi di Milano. E’ lìche comincerà a conoscere e apprezzarequello che sarà un altro grande amore dellasua vita oltre al karate: la subacquea e diven-ta istruttore Fips per il Club Mediterranee. Lìle parlano del karate, con due amici scegliesulle Pagine Gialle la palestra di viaBezzecca dove insegna il maestro Shirai “piùgiapponese di così” si dicono. Per due mesi silimita a osservare seduta su una panca il mae-stro che insegna a coloro che saranno poi igrandi nomi del karate italiano: Carlo

Fugazza, RosarioCapuana, EnzoMontanari, BeppeBeghetto, MaurizioMarangoni, Bruno deMichelis, RossanoRuffini, NinoTammaccaro, BeppePerlati, Luigi Zoja etanti altri ancora. A convincerla un altrogrande nome, il presi-dente Elia Fugazzache incuriosito nel

vedere questa ragazza bionda tutte le sere lì aguardare, la incita a cominciare spiegandoleche si comincia da cintura bianca e poi via siprosegue. Ad aprile 1972 Carlo Fugazza ini-zia il primo corso della sua vita con una deci-na di allievi e Nadia comincia con lui. Ilprimo corso come istruttore per Carlo e ilprimo per Nadia, che lo avrà sempre nelcuore. Dopo un mese il primo esame, dopo

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Al Palalido in dimostrazione di kendo

Nadia a sinistra attacca in dimostrazionecon il maestro Miyazaki

Premiazione di un Europeo con ilmaestro Nishiyama, il maestro Shirai e ilpresidente Elia Fugazza

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due anni è già cintura nera.Adesso si allena con Beppe Beghetto suben-trato a Carlo Fugazza rapito dalla naja.Partecipa ai Campionati italiani ‘74 ed èmedaglia d’argento nel kata e oro nel kumite. Inizia nel 1975 a insegnare al Csks di viaMaffei. Nel 1977 è istruttore.In contemporanea, su indicazione del mae-stro Shirai, si dedica al kendo insieme aCarlo Fugazza. Arrivano fino alla cinturanera ed entrambi partecipano anche a unCampionato italiano di kendo misto. Nadiavince la medaglia d’argento battuta in finaleproprio da Carlo Fugazza.Dall’inizio della atti-vità agonistica capisceche deve abbandonare,pur con grande dispia-cere, Peter Sport e lasubacqua, attività cheormai comporterebbecontinui viaggi all’e-stero impedendole didedicarsi anima ecorpo al karate.“L’agonismo è sacrifi-cio”, dice, “ed è unascuola di vita di grandevalore che insegna agliatleti ad affrontare esuperare le difficoltà eanche a evolversi spiri-tualmente. Per cuicredo che l’agonismo

sia un aspetto estremamente importante delkarate”.L’anno successivo i Mondiali di Los Angeles,i primi aperti alle donne, ma solo per il kata.Scelta per altro contestata fortemente dagliatleti maschi “…con tutti gli uomini che cisono mandano le donne”. Con Michela Turcie una giovanissima Cristina Rissone parteci-pa con la squadra di kata conquistando lamedaglia d’argento.Da lì è sempre stata sul podio individuale e asquadre sia a livello nazionale che interna-zionale nel kata come nel kumite sua grandepassione, anche se l’attesa per gareggiare nel

ju–kumite internazionale è stata lunga perchél’Italia si ostinava a non presentare la squadradi kumite femminile in campo internazionalementre, a livello nazionale, le donne gareg-giavano nel semiliberi. Per sei anni consecu-tivi campionessa italiana kumite, eccelleanche nel kata dove si alterna sul gradino piùalto con Gabriella Curti. Cinque volte cam-pionessa europea e sempre sul podio neiMondiali di kata, finalmente riesce a gareg-giare nel kumite libero Wuko al Mondiale1982 in Cina — ha trentaquattro anni — èmedaglia d’argento, nello stesso anno èmedaglia d’oro nel kumite europeo. Nel1985 è ancora vicecampionessa mondiale edè la sua ultima gara.Da allora si dedica solo all’insegnamentopresso lo Shunkukai Mariano. istruttrice dal1977 e maestro 5° dan nel 1990 — sesto nel1996. Non ha mai inseguito le qualifiche,tant’è che ha lasciato passare quindici annidall’esame di istruttore a quello per maestro.E’ sempre stata convinta del fatto che “l’uni-co modo giusto per fare karate è seguire il

Nel dojo del maestro Nishyama a LosAngeles la squadra azzurra nel 1975, siriconoscono Luigi Zoja, Enzo Montanari,Carlo Pedrazzini, Bruno de Michelis, idue arbitri Cannoni e Corbella, BeppePerlati, Beronzo, e accosciati da sinistraRosario Capuana, Rossano Ruffini,Michela Turci, Nadia, Cristina Rissone, inprima fila il maestro Shirai , il maestroRoberto Fassi e poi Carlo Fugazza

Europeo di Essen — doppia medagliad’oro per Nadia si riconoscono gli arbitriDi Bari e Corbella, il maestro Naito,Sergio Meroni, la grande squadra di katamaschile Rossano Ruffini, Carlo Fugazza,Maurizio Marangoni. Il segretario FrancoFranchi, Rodolfo Corazzo, CarloPedrazzini, Carlo Bonizzoni, la squadrafemminile di kata: Maria Grazia Ferrero,Nadia Ferluga e Cristina Rissone

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maestro” e così ha sempre seguitoil maestro Shirai in qualsiasi fede-razione e poi anche nella fonda-zione della Fikta.Oltre a insegnare contiua ad alle-narsi con il maestro Shirai e con ilmaestro Naito.Ormai ha allievi anch’essi alleporte del 5° dan istruttori e mae-stri a loro volta. Ma continua ainsegnare con la passione e l’u-miltà che l’hanno sempre contrad-distinta con risultati eccellenti Dal 1995 allena la squadra di kataEska, otto volte campioned’Europa e campione del Mondoin carica.

Dopo il Mondiale a Los Angeles conRosario Capuana e Michela Turci

Squadra nazionale alla partenza per Los Angeles.Bronzo: Capuana, Montanari, Fugazza, Ruffini,Perlati, Ferluga, De Michelis, Rissone, Turci.Presidente dottor Zoia, arbitri: Cannoni, maestroShirai, Pedrazzini, Fassi, Corbella

Un Campionato italiano, arbitro Bruno de Michelis

La nazionale italiana ai Mondiali Wuko 1980

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