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A P S A E e C l N a t C A s I L o T A p A e nT o I i t P E ... · Interviste 11 Don Alessio Secci...

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POSTE ITALIANE SPA Spedizione in abb.to postale 70% Roma AUT MP-AT/C/CA/ 1.00 ANNO XII N .44 DOMENICA 6 DICEMBRE 2015 S ETTIMANALE D IOCESANO DI C AGLIARI La nuova stagione della scuola italiana DI ROBERTO PIREDDA* U na grande opportunità. In questo mo- do si può descrivere la stagione che sta vivendo la scuola italiana. Dopo il periodo dei tagli, che la memoria corta di certa propaganda forse dimentica, l’at- tuale Governo con la legge 107 (la “Buona Scuola”) e altri provvedimenti, ha ripreso a investire sulla scuola. La “Buona Scuola” è più un’operazione di “riordino” funzionale di alcuni aspetti, che una riforma complessiva, e prova ad in- tervenire su dei punti essenziali: il rinforzo dell’autonomia scolastica, la fine del pre- cariato dei docenti, i compiti del dirigente scolastico, la corresponsabilità di inse- gnanti, famiglie e studenti, l’alternanza scuola-lavoro, il merito dei docenti e la loro formazione, la didattica per compe- tenze e laboratoriale e le tecnologie digi- tali. Tra gli aspetti che rimangono scoperti c’è ancora quello che riguarda le scuole pari- tarie. In Italia esiste già un sistema nazio- nale d’istruzione (cfr. Legge n. 62, 10 mar- zo 2000), costituito dalle scuole statali e da quelle paritarie, private e degli enti locali. In nome del principio di sussidiarietà, pre- sente anche nella Costituzione, va pro- mosso il ruolo delle paritarie, che offrono un reale servizio al bene comune. Per vincere la sfida dell’emergenza edu- cativa non bastano però soltanto le leggi, fossero anche le più efficaci: proprio l’in- sistenza sull’autonomia scolastica fa in- tendere che la scommessa sulla scuola pas- sa per le persone, docenti e studenti in pri- mo luogo. La vera “conversione educativa” da com- piere è quella di volgere lo sguardo dalle questioni amministrative – che vanno prese sul serio, ma non possono essere le sole - alla realtà dei ragazzi, mettendosi in ascolto con umiltà e apertura d’animo. I volti e gli sguardi degli alunni sono una domanda perenne, qualche volta “gridata”, altre più discreta e silenziosa, che esige una pro- posta educativa all’altezza del loro desi- derio di senso. Questo compito è proprio di tutto il mondo della scuola e interpella in modo specifico anche i cristiani. Papa Francesco lo ha richiamato parlando nell’anniversario della “Gravissimum edu- cationis”: «Andare avanti negli atteggia- menti, nei valori umani, pieni, apre la porta al seme cristiano» (21 novembre). A questo proposito è prezioso l’Insegna- mento della Religione Cattolica che, nel «quadro delle finalità della scuola», offre la possibilità ai ragazzi - di ogni orienta- mento culturale o religioso - di confrontare il vissuto personale e sociale con la pro- posta di senso del cristianesimo e cono- scere il patrimonio culturale cattolico. Chi fa scuola deve avere come prima pre- occupazione quella di affermare la vita dell’altro, dando strumenti perché arrivi alla sua pienezza, e questa sfida va va af- frontata fino in fondo. Il desiderio di vita dei ragazzi non può attendere. * DIRETTORE DELL’UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE SCOLASTICA Le scuole paritarie e le loro quotidiane difficoltà A quasi tre mesi di attività i dirigenti parlano dei problemi degli istituti In evidenza 2 Vocazioni 3 Diocesi 4 Caritas 5 L e voci dei giovani impegnati da tempo nel cammino di discernimento D ue coniugi aperti alla vita hanno adottato tre bimbe dalla Colombia C on un protocollo i due enti uniscono le forze per offrire opportunità ai giovani L’8 dicembre è la festa del Seminario La famiglia e la sua capacità di accoglienza Accordo con Coldiretti per il lavoro «Perché amo la scuola? Proverò a dirvelo. Ho un’immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere. E ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni. E quest’immagine mi fa bene! Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla. » Francesco - Discorso al mondo della scuola italiana 10 maggio 2014 Papa 10 Dall’Africa un invito alla speranza Giovani 7 A Selargius la seconda rassegna dei cori Amo la scuola Scuola. Dopo la riforma un’analisi su criticità e pregi della legge. n INIZIO DEL GIUBILEO IN DIOCESI. Sabato 12 dicembre raduno alle 23 in viale Buoncammino, fronte ex carcere, da cui partirà la fiaccolata, animata dalla Pastorale giovanile, verso piazza Palazzo per la «statio» e la preghiera. Seguirà l’ingresso in cattedrale attraverso la Porta della misericordia e la Messa presieduta dal Vescovo Arrigo Miglio. Media 12 Nuovo sito internet della Conferenza episcopale sarda Interviste 11 Don Alessio Secci racconta il clima che si vive in Belgio
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La nuova stagionedella scuola italianaDI RoBERTo PIREDDA*

Una grande opportunità. In questo mo-do si può descrivere la stagione chesta vivendo la scuola italiana. Dopo

il periodo dei tagli, che la memoria cortadi certa propaganda forse dimentica, l’at-tuale Governo con la legge 107 (la “BuonaScuola”) e altri provvedimenti, ha ripreso ainvestire sulla scuola.La “Buona Scuola” è più un’operazione di“riordino” funzionale di alcuni aspetti, cheuna riforma complessiva, e prova ad in-tervenire su dei punti essenziali: il rinforzodell’autonomia scolastica, la fine del pre-cariato dei docenti, i compiti del dirigentescolastico, la corresponsabilità di inse-gnanti, famiglie e studenti, l’alternanzascuola-lavoro, il merito dei docenti e laloro formazione, la didattica per compe-tenze e laboratoriale e le tecnologie digi-tali.Tra gli aspetti che rimangono scoperti c’èancora quello che riguarda le scuole pari-tarie. In Italia esiste già un sistema nazio-nale d’istruzione (cfr. Legge n. 62, 10 mar-zo 2000), costituito dalle scuole statali eda quelle paritarie, private e degli enti locali.In nome del principio di sussidiarietà, pre-sente anche nella Costituzione, va pro-mosso il ruolo delle paritarie, che offronoun reale servizio al bene comune.Per vincere la sfida dell’emergenza edu-cativa non bastano però soltanto le leggi,fossero anche le più efficaci: proprio l’in-sistenza sull’autonomia scolastica fa in-tendere che la scommessa sulla scuola pas-sa per le persone, docenti e studenti in pri-mo luogo.La vera “conversione educativa” da com-piere è quella di volgere lo sguardo dallequestioni amministrative – che vanno presesul serio, ma non possono essere le sole -alla realtà dei ragazzi, mettendosi in ascoltocon umiltà e apertura d’animo. I volti e glisguardi degli alunni sono una domandaperenne, qualche volta “gridata”, altre piùdiscreta e silenziosa, che esige una pro-posta educativa all’altezza del loro desi-derio di senso. Questo compito è propriodi tutto il mondo della scuola e interpellain modo specifico anche i cristiani. Papa Francesco lo ha richiamato parlandonell’anniversario della “Gravissimum edu-cationis”: «Andare avanti negli atteggia-menti, nei valori umani, pieni, apre la portaal seme cristiano» (21 novembre).A questo proposito è prezioso l’Insegna-mento della Religione Cattolica che, nel«quadro delle finalità della scuola», offrela possibilità ai ragazzi - di ogni orienta-mento culturale o religioso - di confrontareil vissuto personale e sociale con la pro-posta di senso del cristianesimo e cono-scere il patrimonio culturale cattolico.Chi fa scuola deve avere come prima pre-occupazione quella di affermare la vitadell’altro, dando strumenti perché arrivialla sua pienezza, e questa sfida va va af-frontata fino in fondo. Il desiderio di vitadei ragazzi non può attendere.

* DIRETToRE DELL’UFFICIo DIoCESANo PER LA PASToRALE SCoLASTICA

Le scuole paritariee le loro quotidianedifficoltàAquasi tre mesi di

attività i dirigentiparlano dei problemidegli istituti

In evidenza 2 Vocazioni 3 Diocesi 4 Caritas 5

Le voci dei giovaniimpegnati da tempo

nel cammino di discernimento

Due coniugi apertialla vita hannoadottato tre bimbe

dalla ColombiaCon un protocollo i

due enti unisconole forze per offrireopportunità ai giovani

L’8 dicembreè la festadel Seminario

La famigliae la sua capacitàdi accoglienza

Accordo con Coldirettiper il lavoro

«Perché amo la scuola? Proverò a dirvelo. Ho un’immagine. Ho sentitoqui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta acrescere. E ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna,quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola.Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sonoandato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui èmancata, a 98 anni. E quest’immagine mi fa bene! Amo la scuola, perchéquella donna mi ha insegnato ad amarla. »

Francesco - Discorso al mondo della scuola italiana10 maggio 2014

Papa 10Dall’Africaun invitoalla speranza

Giovani 7A Selargiusla secondarassegna dei cori

Amo la scuola

Scuola. Dopo la riforma un’analisi su criticità e pregi della legge.

n INIZIO DEL GIUBILEO IN DIOCESI. Sabato 12 dicembre raduno alle 23 in viale Buoncammino, fronte ex carcere, da cuipartirà la fiaccolata, animata dalla Pastorale giovanile, verso piazza Palazzo per la «statio» e la preghiera. Seguirà l’ingresso in cattedrale attraverso la Porta della misericordia e la Messa presieduta dal Vescovo Arrigo Miglio.

Media 12Nuovo sito internetdella Conferenzaepiscopale sarda

Interviste 11Don Alessio Secciracconta il climache si vive in Belgio

2 domenica6 dicembre 2015

èuna storica presenza nel va-riegato panorama scolasticocagliaritano.

Nella sede di viale Fra Ignazio aCagliari non si contano gli alunniche sono passati attraverso le au-le delle medie e dei licei. Stiamoparlando dell'istituto Don Bosco,retto dai padri salesiani, che pro-prio l'anno scorso hanno festeg-giato i 100 anni di presenza nel-l'isola.Al momento la struttura scola-stica è diretta da don Sergio Nuc-citelli. Gode dello status di scuolaparitaria, oggetto, periodicamen-te, di diversi attacchi in meritoalla concessione di finanziamentiprevisti in quanto scuole pubbli-che a tutti gli effetti, con diritti edoveri connessi. Qual è lo stato di salute del-l'istituto salesiano?Nonostante la politica scolasticadiscriminatoria dello Stato italia-no nei confronti della Scuola Pa-ritaria, pubblica non statale (cheha portato alla chiusura di mi-gliaia scuole in Italia e delle scuolesalesiane di Santulussurgiu, Ar-borea, Lanusei, Selargius in Sar-degna), l’istituto Don Bosco diCagliari (unica Scuola salesianarimasta in Sardegna), grazie allasua “sana e robusta costituzione”,gode ancora buona salute. Leiscrizioni in questi ultimi due anniscolastici hanno fatto registrareun incremento sensibile nellascuola media, una buona tenutanel liceo scientifico, un lieve calonel classico. Il numero comples-sivo degli studenti di questo annoè di 458 unità con tre sezioni del-la media ed una del classico edello scientifico. L’organico do-

«L’assenza di contributi ci sta creando moltedifficoltà». è pragmatica come al solito suorDina Serra, delle ancelle della Sacra famiglia,

che da anni opera nella scuola dell’infanzia di Ca-poterra. «Abbiamo – spiega – un'insegnante laica,due persone che assicurano il servizio mensa e pu-lizie. Si tratta quindi di tre persone che vengono re-tribuite ma senza i fondi che dovrebbero essere de-stinati alle scuole paritarie è difficile garantire il ser-vizio se non a costo di enormi sacrifici». Tra le pe-culiarità di questa scuola la collaborazione con lefamiglie che si esplicita anche in momento formativiper gli stessi genitori. «Si tratta – dice ancora suorDina – di appuntamenti realizzati per condividerecon loro il nostro progetto formativo. Si tratta di at-tività che gestiamo in proprio e che ricadono intera-

mente sulle nostre spalle, ma riteniamo siano utiliper creare quelle sinergie tra scuola e famiglia». L’of-ferta formativa della scuola dell’infanzia di Capoterraè realizzata anche grazie agli spazi adeguati ricavatinell’edificio che ospita i bambini. «Questa disponibilità– riprende la religiosa – convince i genitori ad affidarcii loro figli e, insieme al progetto educativo che por-tiamo avanti con diverse attività a volte realizzateanche al di fuori delle mura della scuola, convinconopadri e madri a scegliere la nostra scuola. Il numerodei bambini è per fortuna è alto, abbiamo due sezioni,ma sicuramente potremmo averne un’altra se solofossimo sostenuti in maniera adeguata dalle risorsepubbliche». Alla normale attività in sede se ne affiancano altre,come quella per la festa di santa Barbara, con la par-

tecipazione ad una manifesta-zione con i vigili del fuoco,un’escursione nel territorio di Ca-poterra, la presenza della Prote-zione Civile per una simulazionedi evacuazione dell’edificio. Tutteattività che sono complementaria quelle strettamente didattiche,realizzate con la buona volontàdelle religiose e del personale di-sponibile. Di una cosa però è cer-to chi opera nelle scuole paritarie.Il continuo taglio dei fondi, cosìcome il saldo dei finanziamentierogati con così forte ritardo,mettono a rischio il diritto di scel-ta delle famiglie, un diritto tutelatodalla Costituzione.

Roberto Comparetti

Penalizzati dai contributi non adeguati Suor Dina Serra, delle Ancelle della Sacra Famiglia, lancia un grido d’allarme per un settore che, se messo in condizione, potrebbe dare risposte ai bisogni formativi

centi attualmente è composto da36 insegnanti, per la maggioran-za assunti a tempo indetermina-to, di cui 3 salesiani.Si parla tanto di scuole paritariee, secondo alcuni, della non op-portunità che questi istitutipercepiscano fondi. Comestanno esattamente le cose allaluce del fondamentale servizioche gli istituti paritari svolgo-no?è un discorso fritto e rifritto. Lascuola media e superiore non ri-ceve fondi dallo Stato se nonqualche briciola, per l’ottusità dimolti nostri politici impregnatifino all’osso di ideologismo sta-talista ed oscurantista, pur aven-do conoscenza di quanto lo Statorisparmia con le scuole paritarie.ma, secondo l’organizzazioneper la cooperazione e lo sviluppoeconomico, le paritarie costitui-scono un forte risparmio per loStato, oltre 6 miliardi l’anno. Ilcosto medio di uno studente dellascuola statale è di 6.800 € l’anno.Per uno studente della scuola pa-ritaria (soprattutto per la prima-ria) lo Stato spende 500 € l’anno.Ciò vuol dire che lo Stato nonspende (quindi risparmia) perogni studente della paritaria6.300 €, che moltiplicati per ilcirca un milione e cinquantamiladi iscritti, si trasforma in una cifracomplessiva di 6 miliardi. Nono-stante questi dati, lo Stato con-tinua a vessare e massacrare lescuole paritarie per affossarle eportarle alla chiusura o per met-terle a dura prova. E tutto questoper una ideologia statalista con-sapevole di andare contro l’unicosistema scolastico integrato con

scuole statali e paritarie ricono-sciuto giuridicamente nel 2000. recentemente ci sono state po-lemiche sul blocco dei fondi re-gionali stanziati per le scuoleparitarie, con anche manifesta-zioni in piazza. La misura ri-guarda anche voi o soltanto lescuole dell'infanzia?Riguarda la scuola dell’infanzia,ma ci coinvolge in quanto «l’In-fanzia Lieta» di via Lai a Cagliari,fa parte integrante del nostro isti-tuto e del «Progetto educativo»di don Bosco.I Salesiani sono una storicapresenza all'interno dell'ampiaofferta educativa proposta incittà. Quanto il messaggio diDon Bosco è ancora attuale nel-l'insegnamento da voi offertonei vostri istituti?

Vorrei rispondere servendomi diuna icona, quella dell’albero diZaccheo. Il Vangelo narra la storiadi un uomo della città di Gerico,esattore delle tasse, ricco, ma in-felice. Un giorno, sentendo direche passava Gesù, volle andare avederlo. Passandogli volutamentevicino, lo chiamò per nome e siinvitò a casa sua. Non sappiamoche cosa si siano detti, ma sap-piamo che Zaccheo, dopo quellavisita, sembrava l’uomo più felicedella terra. E se l’albero non cifosse stato? Ebbene, il «Don Bo-sco» di Cagliari è quell’albero; etutti, soprattutto i nostri giovani,possono essere tanti Zaccheoche, salendo su questo albero,trovano, felici, la realizzazionedella loro vita.

Andrea Pala

L’Istituto di viale Fra Ignazio è l’unico rimasto aperto in Sardegna, dopo la chiusura di molte scuole paritarie,e prosegue l’attività registrando numeri in crescita

registrazione tribunale Cagliarin. 13 del 13 aprile 2004

S E T T I m A N A L E D I o C E S A N oD I C A G L I A R I

QUESTo SETTImANALE è ISCRITTo ALLA FISCFEDERAZIoNE ITALIANA SETTImANALI CATToLICI

DIrEttOrE rESPONSABILERoberto Comparetti

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Alessandro orsini

AMMINIStrAZIONEvia mons. Cogoni, 9 Cagliari

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StAMPAGrafiche Ghiani - monastir (CA)

rEDAZIONEAndrea Pala, Federica Bande,

Francesco Aresumaria Chiara Cugusi, Chicco macciocco.

Hanno collaborato a questo numero Tore Ruggiu, marco orrù, Federico Locci,

Emanuele mameli maria Grazia Pau,Lorenzo Piras,Lorenzo Zucca,

michele Antonio Corona, Samuele mulliri, Andrea Agostino, Enrico murgia,Francesco Deffenu, Andrea Serci,

Fabiola Soggiu, mario Girau, Peppino Leone, Corrado Ballocco,

Giovanni Contu, Chiara Lonis, Laura Cabras, Alessandro Zorco

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alle Poste il 21 ottobre 2015

IN EVIDENZA

Salesiani: una storica presenza in città

Chiese giubilari e Porte della Misericordia Cattedrale: portale del transetto destro Basilica di Bonaria: porta sinistra della basilica Santuario di S. Ignazio: porta destra del santuario

Date e orari delle celebrazioni di apertura Cattedrale Sabato 12 dicembre Ore 23.00 Basilica di Bonaria Domenica 13 dicembre Ore 16.00: Processione e Liturgia della Parola Santuario di S. Ignazio Domenica13 dicembre Ore 19.30: Processione e Liturgia della Parola. In cattedrale si terrà una solenne celebrazione giubilare domenica 13 dicembre con inizio alle ore 10.00

CELEBRAZIONIDIOCESANE

PER L’APERTURADEL GIUBILEO

DELLA MISERICORDIA

domenica6 dicembre 2015 3

Sono ormai 55 anni che lastruttura sul colle di San mi-chele, voluta dall’allora ve-

scovo Paolo Botto, ospita i giovanialunni del seminario arcivescoviledi Cagliari. I tempi sono cambiatie con loro anche il numero di gio-vani desiderosi di vivere, in unadimensione comunitaria, il pro-prio personale percorso di fede.Tuttora la comunità liceale è com-posta da dieci giovani tra i 15 e i18 anni, provenienti da varie zonedella diocesi, tutti frequentanti lascuola superiore in vari istitutidella città e dell’hinterland ca-gliaritano. Lo stile di vita del gio-vane in seminario non è diversoda quello di qualsiasi adolescente,caratterizzato dall’impegno nellostudio, dallo sport, dal tempo li-bero e lo svago, ma anche dallapreghiera, dalla vita comunitariae da un continuo confronto glieducatori e con le varie figuredell’equipe formativa che si al-ternano nei giorni in cui i ragazzivivono in seminario. Infatti il ret-tore don michele Fadda e il vice-rettore don marco Puddu sono af-

fiancati da figure quali il confes-sore ordinario, don marco orrù,il direttore spirituale, don AndreaSecci e alcuni amici della famigliadel seminario come suor Berna-dette Dessì, che anima l’adora-zione del martedì sera, e Ales-sandro manca, seminarista pros-simo al diaconato che, dal giovedìal sabato, abita con i ragazzi econ loro condivide i momenti dipreghiera e di gioco accompa-gnandoli come un fratello mag-giore. La giornata in seminarioinizia con la celebrazione euca-ristica e la colazione, dopodichéi ragazzi raggiungono con i mezzipubblici i rispettivi istituti, dovetrascorrono la mattina per seguirele lezioni. Il pranzo insieme con-clude l’impegnativa mattinata,mentre solitamente il primo po-meriggio è dedicato alle attivitàsportive o alle pulizie per la curadella casa.L’impegno che caratterizza mag-giormente la serata dei semina-risti, come quella di qualsiasi li-ceale, è quello dello studio. è pos-sibile trascorrere la serata in una

L’annuale giornata del Se-minario offre senza dubbiol’occasione anche ai semi-

naristi e diaconi in formazione aRoma di gioire con la propriaChiesa locale, con la diocesi peril dono della chiamata e della vitache si preparano a consegnare ea donare in modo radicale a Cri-sto. è la giornata nella quale, piùdi altre, la nostra Chiesa e comu-nità diocesana si proietta in avantipregando, affidando e investendosui loro futuri pastori.In diversi numeri di questo setti-manale, infatti, si è trattato piùvolte, nello specifico, della pro-posta e del taglio formativo of-ferto dai collegi, unitamente aipercorsi che ciascuno dei semi-naristi intraprende per giungeredapprima all’ordinazione diaco-nale e poi a quella presbiterale. Tre realtà accolgono il gruppo deiseminaristi diocesani: don GiorgioFranceschini studia all’almo col-legio Capranica, mentre don LuigiCastangia e manuel Bruno Usaisono alunni del Pontificio semi-nario francese. Enrico murgia eFrancesco Deffenu sono invece alquinto anno presso il Pontificioseminario romano maggiore. Tut-ti e cinque, tra baccalaureato e li-cenza sono impegnati in un re-golare percorso accademico pres-so la Pontificia università grego-riana e il Pontificio istituto biblico.I due diaconi, don Giorgio e donLuigi, concludono la loro licenzarispettivamente in Beni culturalidella Chiesa e in Sacra Scrittura.mentre noi due e manuel ci ap-prestiamo a concludere gli studiper il conseguimento del bacca-laureato in teologia.Perché studiare e formarsi a Ro-ma? Non certo per dimenticarcidi quale Chiesa siamo figli, maper ritornare a questa prendendoe portando quanto ricevuto, co-minciando dagli stessi compagnioggi in cammino nel Seminario

«La vera gioia non vie-ne dalle cose, dal-l’avere, nasce dal-

l’incontro, dalla relazione congli altri».Lo ha detto il Papa rivolgen-dosi ai seminaristi, novizi enovizie nei suoi primi giornidi pontificato. «Non abbiatepaura – ha aggiunto – di mo-strare la gioia di aver risposto alla chiamata del Si-gnore, alla sua scelta di amore e di testimoniare ilsuo Vangelo nel servizio alla Chiesa. E la gioia,quella vera, è contagiosa; contagia. Fa andare avan-ti. Invece, quanto tu ti trovi con un seminaristatroppo serio, troppo triste, o con una novizia così,tu pensi: ma qualcosa qui non va! manca la gioiadel Signore, la gioia che ti porta al servizio, la gioiadell’incontro con Gesù, che ti porta all’incontrocon gli altri per annunziare Gesù. manca questo!Non c’è santità nella tristezza, non c’è! Santa Teresadiceva: “Un santo triste è un triste santo!”». Queste parole dette da papa Francesco ci fannocapire quanto la nostra testimonianza di cristianisia importante agli occhi del prossimo. La gioia diseguire il Signore, attraverso la realtà del seminariomaggiore, è quella che ti fa ricordare la scena evan-gelica degli apostoli che lasciando tutto lo segui-rono. In un’omelia mauro morfino, vescovo di Alghero -Bosa, ha detto: «Chi intravvede Cristo nella sua vitalascia tutto per seguirlo». Nel Pontificio seminario regionale sardo si assaporaquindi questo clima di chi ha visto nella sua vita ilSignore, è rimasto colpito dalla sua presenza, egliha posato gli occhi su ciascuno di noi e noi lo stiamoseguendo attraverso un cammino di discernimentoe formazione. Al momento, il gruppo dei seminaristi della diocesidi Cagliari è composto da sette persone, più duegià ordinati diaconi. Una realtà che sta seguendola linea di papa Francesco: «Chiesa semplice vicinaagli ultimi», come da lui ribadito recentemente aFirenze. Il progetto educativo per l'anno 2015/2016 è incontinuità con i precedenti anni e prevede anche,

come negli anni precedenti, la conoscenza dellerealtà della nostra diocesi. I ragazzi del biennio,solitamente al sabato e alla domenica, si immer-gono nelle dinamiche e nelle problematiche dellenostre diocesi e parrocchie, attraverso momenti diconfronto, catechesi e presenza sul campo. Chiinvece frequenta il triennio intrattiene un contattodiretto con le parrocchie attraverso la pastorale inessa praticata. Stessa prospettiva è vissuta da coloroche frequentano il sesto anno. L'equipe educativa è composta dal rettore don An-tonio mura, che ha anche le funzioni di animatoredei ragazzi del quinto e del sesto anno. Don Ric-cardo Pinna è invece animatore del biennio, mentredon Salvatore Fois si occupa dei ragazzi del terzoe del quarto anno. All'interno del progetto educativo non manca lapresenza del direttore spirituale, nella persona didon Gianni Sanna, sostenuto da due padri spiritualiesterni. Importante è anche la presenza dei con-fessori ordinari, il cappuccino padre marco marcise monsignor Carlo Cani. La giornata, all'interno del seminario, è scanditada diversi momenti. La mattina è prevista la Santamessa e, successivamente, si seguono le lezionipresso la Facoltà Teologica.Altri momenti rilevanti della vita in seminario sonoil giovedì dedicato alla preghiera davanti a GesùSacramentato e il venerdì con la Lectio e la letturadella «misericordiae Vultus». Il cammino in seminario è insomma un continuocammino di sequela a Cristo e, come diceva unsanto vicino alla realtà seminaristica, «una continuaricerca del maestro, un continuo riporre la nostrafiducia su di lui».

Andrea Agostino

regionale di Cagliari. In questosenso lo stile del cammino che ciaccomuna non può non arricchircicalando sempre di più qualcosada sempre evidente nella nostrafamiglia diocesana: il respiro am-pio della Chiesa universale. Tuttociò non ha pretese, se non quelladi rafforzare la comunione viva-cizzando le attenzioni e le prioritàdella diocesi. «Colui che ha ini-ziato una buona opera, la porteràa compimento». Lo spunto, soloper non perdere di vista il fine, ètratto dalle parole che papa Fran-cesco ha pronunciato nel recenteviaggio apostolico in Kenya in-contrando il clero, i religiosi e iseminaristi.Il Signore, in questo tempo, ci do-na l’opportunità di prepararci alministero ordinato qui a Roma enon ha cessato di far venire menola sua grazia, peraltro così fortequando in presa diretta, solo perrichiamare un esempio, noi cometutti sentiamo parlare di Giubileostraordinario della misericordia.Questo offre la possibilità per iseminaristi di avere un fermentooriginale, diremmo pure unico diChiesa che si interroga ponendosiin discussione, ma dall’altra, pen-sando alla diocesi che andremo aservire a tempo pieno, il vantaggiodi pensare a come declinare il te-soro di questi anni formativi inuna realtà concreta, specifica enon ideale.Seminaristi, «preti cominciati» chedall’Immacolata, da maria «donnadei nostri giorni», direbbe donTonino Bello, desiderano nonsentirsi mai degli «arrivati» pro-prio perché restano significativi evalidi i motivi per affidare e nuo-vamente custodire il cammino.Con e per la diocesi allora, oggipiù che mai l’abbraccio nella pre-ghiera che più di tutto e tutti ac-corcia le distanze.

Enrico Murgiafrancesco Deffenu

grande sala studio, dove, aiutatoda un clima di silenzio, ciascunopuò curare la propria formazioneculturale che, insieme a quellaspirituale e umana è uno dei treobbiettivi del percorso di un gio-vane che affronta il discernimentovocazionale in seminario. La se-rata si conclude sempre nella cap-pella della casa con un momentodi preghiera, come l’adorazioneeucaristica, la liturgia delle ore, lalectio divina o la preghiera per-sonale. Il dopocena è spesso oc-cupato da incontri di formazioneo da momenti di fraternità e giocoinsieme. ovviamente, prima delriposo notturno, si presenta l’in-tera giornata al Signore con lapreghiera comune. Tutti i ragazziprovengono da una esperienzaattiva nella propria comunità par-rocchiale, dove hanno maturato,con l’aiuto del parroco, il desideriodi una sequela più radicale, di undiscernimento più accurato che,un giorno, li potrebbe portare ascegliere di donarsi totalmente aCristo e ai fratelli con il sacerdo-zio. Avendoli visti crescere e ma-

Il Seminario diocesano in festa per l’Immacolata Concezione

In cammino alla sequela di Cristo Studiare a roma per portareil respiro della ChiesaI seminaristi

della diocesiospiti del Seminarioregionale, raccontanola loro esperienzaformativa

Da oltre mezzo secolo il Seminario di via Cogoni ospita i ragazzi che, frequentandole scuole superiori, iniziano un cammino di discernimento vocazionale

turare nella scelta di una sequelapiù radicale, le comunità di ap-partenenza continuano quotidia-namente a pregare per loro. Tut-tavia il fatto di non aver ancorascelto di donarsi totalmente nonesclude un esempio di sobrietà,nel linguaggio e nel vestire, e unatestimonianza serena e gioiosadella scelta di vivere in seminario.Testimonianza che deve esseredata in particolar modo in classe,dove il Signore Gesù chiede di«uscire in avanscoperta» in mez-

zo alle situazioni più disparate.Tanti fanno domande, altri stor-cono il naso dubbiosi o chiedonocon sorpresa: «Quindi tu sei pre-te?», ma anche nei luoghi di ag-gregazione che si frequentano.maria, che generazioni di semi-naristi invocano sotto il titolo diImmacolata, continui ad accom-pagnare questi giovani desiderosidi camminare con Lei e con il suofiglio Gesù.

Lorenzo Piras, Lorenzo Zuccae Samuele Mulliri

IN EVIDENZA

4 domenica6 dicembre 2015

«Il mistero della creazione della vita sulla terra ci riempie di in-canto e stupore. La famiglia basata sul matrimonio dell’uomoe della donna è il luogo magnifico e insostituibile dell’amore

personale che trasmette la vita».La prima parte della relazione finale del Sinodo, che si è chiuso il 25ottobre scorso, dedicata all’ascolto della famiglia, si apre con questaaffermazione che rimanda alla verità della rivelazione, indicando nelmatrimonio tra l’uomo e la donna il luogo insostituibile in cui si rea-lizza la famiglia. Si fa riferimento al mistero della creazione invitandocialla contemplazione con sguardo incantato e pieno di stupore davantialla bellezza e alla bontà del «maschile» e del «femminile» che ri-flettono l’immagine di Dio. La differenza e la complementarietà tra l’uomo e la donna sono alvertice della creazione divina che in Gen 1,27 sono così definiti: «aimmagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò». La differenzasessuale iscritta nell’atto creativo di Dio ci dice che l’uomo e la donnada soli ma anche insieme, come coppia, sono immagine di Dio. L’uomo e la donna portano nella differenza, come indica la radicelatina stessa della parola, qualcosa di diverso per la relazione di co-munione e in vista della generazione.L’uomo e la donna sono un dono l’uno per l’altra e nel percorso cheli vede camminare insieme, guardandosi con amore contribuisconoalla conoscenza più profonda di se stessi.Siamo coscienti che la conoscenza che abbiamo di noi stessi è semprelimitata nella sfera del nostro ego che non ci permette di coglierecon obiettività tutta la verità del nostro essere. è l’altro che mi aiutaa capire chi sono veramente e mi costringe ad andare più in profonditàper riconoscere anche le pieghe più nascoste di me stesso. Questo è ancora più vero quando lo sguardo dell’uomo si posa sulladonna e quello della donna si posa sull’uomo. In questo incrocio disguardi si costruisce una relazione nell’arricchimento reciproco equando ci si lascia raggiungere insieme, dallo sguardo d’amore diDio, allora la fecondità del rapporto si realizza nel cammino di crescitadella coppia, ancor prima che nella generatività. Come ci ricorda papa Francesco, nella decima catechesi, in occasionedell’udienza generale del mercoledì dedicata alla famiglia, la culturamoderna ha aperto nuovi spazi nella comprensione di questa diffe-renza, ma ha anche introdotto molti dubbi e scetticismo.La teoria del gender, egli afferma, «appare come espressione di unafrustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenzasessuale perché non sa più confrontarsi con essa.è così che la rimozione della differenza diventa il problema, non lasoluzione». Come cristiani ci dobbiamo fare carico responsabilmente di testi-moniare la bontà e la bellezza di essere fatti a immagine di Dio.Siamo chiamati a diventare per scelta ciò che siamo in virtù di undono che ci è stato consegnato fin dalle origini.

Marco OrrùDirettore dell’Ufficio diocesano di Pastorale familiare

Maschile e femminile sono a immagine di DioIl matrimonio tra l’uomo e la donna è il luogoinsostituibile in cui si realizza la famiglia

«Per questo l’uomo lasceràil padre e la madre e siunirà a sua moglie e i due

diventeranno una sola carne.Questo mistero è grande: lo dicoin riferimento a Cristo e alla chie-sa» ( Ef. 5,32). Sotto la luce di que-sta parola si è recentemente te-nuto a Cagliari, il terzo convegnodiocesano per le equipe di pre-parazione dei fidanzati al matri-monio. Circa 60 le coppie di sposipresenti, che anche grazie al ser-vizio di accoglienza e animazioneper i bambini, hanno seguito l’ap-passionante relazione di monsi-gnor Renzo Bonetti, centrata sulrecupero della sacramentalità delmatrimonio negli sposi di oggi.L’identità degli sposi si scoprequando si mette al centro Gesù.Bisogna ripartire da qui: conse-gnare la bellezza di Dio e del Van-gelo perché possano guidarci sul-le strade dell’amore. Certo sonotempi difficili e i numeri delle cop-pie che si preparano al matrimo-nio sono sempre in calo, ma pro-prio per questo occorre suscitarelo stupore divino sino alla com-

Il matrimonio nasce come sacramento di salvezzaoltre 60 coppie di sposihanno partecipato al recente convegno delle equipe di prepazionealle nozze cristiane

mozione per tale meraviglia. Nelrispetto di tutte le scelte diverse,il matrimonio cristiano fa la dif-ferenza perché alimentato dallafede nella forza dello Spirito San-to, che rende presente in manieracostante Gesù nell’amore deglisposi. I sacerdoti e gli sposi te-stimoniano la bellezza dell’amorein modo diverso ma entrambi so-no fondamentali per dare vita allacomunità. La famiglia è chiamataquindi a essere soggetto pastoralein modo sempre più cosciente eresponsabile, intessendo reti dicomunione e rendendo presenteGesù in stato di alleanza. Gesùvuole che lo aiutiamo a dire almondo che Lui vuol fare semprerinnovare le nozze con l’umanità.monsignor Bonetti ci ha esortatoa non congelare la grazia dellafede nel freezer, a non puntaresolo su energie e aiuti umani perfarcela, ma centrarsi sulla pre-ghiera e il dialogo con il Dio vivoin mezzo alla coppia. Quando in-nestiamo questa marcia della pre-ghiera, diventa evidente la crescitaspirituale permanente delle cop-pie. Allora qual è l’aspetto dellamissione della vocazione matri-moniale, il compito specifico deglisposi? Il matrimonio nasce comeun sacramento per la salvezzadell’Umanità, poi ne godono deibenefici anche gli sposi, ma primanasce come servizio. Questa è lasacramentalità del matrimonio: è

un mezzo di santificazione per-sonale in quanto collabora allasalvezza altrui. Allora ripartiamoda noi operatori, perché è impos-sibile trasmettere ai fidanzatil’identità e la missione senzaaverne piena comprensione.Spesso gli sposi finiscono con ilpartecipare alla vita parrocchialecome collaboratori, prestatorid’opera per le attività che si svol-gono nella parrocchia, trascuran-do invece quella che è la loro vo-cazione peculiare, la loro missioneparticolare nella chiesa. Per mon-signor Bonetti devono emergerealcuni aspetti in una coppia spo-sata in Chiesa. Anzitutto, nel ma-trimonio, gli sposi ricevono in do-no lo Spirito Santo e, dunque,prendono coscienza di essere im-magine di quell’amore trinitariodivino impresso nell’uomo findalla genesi. ma l’amore si esten-de alla parrocchia e gli sposi laamano come Gesù ha amato lachiesa. Infine l’invito provocatorioche viene dal convegno alle fa-miglie: gli sposi non siano «lam-pade spente o pozzi secchi», mapronti e audaci nel salire le vettepiù alte, quelle più belle dell’amo-re, dando così sempre più lucealle nozze tra Dio e l’umanità.Nella piccola chiesa domesticaquotidianamente si può e si devecostruire la grande Chiesa.

A. Serci- F. Soggiu(Uffi. dioc. di Past. familiare )

Sempre aperti all’accoglienzaLa storia di Gianbattista e Rosa e della loro recente adozione di tre bambine

Una famiglia aperta alla vita.Rosa Sale e Gianbattistamereu sono appena rien-

trati dalla Colombia dove hannopotuto finalmente abbracciarele loro tre figlie adottate. «Unascelta – dice Rosa - frutto diquella voglia di accogliere i figliche ci ha sempre contraddistintofin dal giorno delle nozze. Pur-troppo non sono arrivati figlinostri, per cui ci siamo orientativerso l’adozione internazionale,iniziando l’iter fatto di presen-tazione al tribunale dei minori,colloqui con i servizi sociali etutte quelle pratiche che con-traddistinguono un percorsoverso l’adozione di figli».Era il 2014 quando, terminatiquegli adempimenti necessariall’adozione di figli, Rosa eGianbattista hanno dato il man-dato ad un associazione. «Que-sto – spiega – perché per le ado-zioni internazionali è necessariofare riferimento ad un’associa-zione. Abbiamo scelto «Amicidei bambini», che ha sede vicinoal Seminario diocesano. Ci han-no seguito nell’espletamentodelle pratiche a gennaio 2015abbiamo avuto l’abbinamentocon la nazione, ovvero la Co-lombia. Questo perché ogni sta-to chiede determinate caratte-ristiche per l’adottabilità deibambini. Secondo quanto cer-

tificato per la nostra l’abbina-mento è scattato con la Colom-bia». Per i due inizia così un’ul-teriore fase quella della predi-sposizione dei documenti ri-chiesti dalla Colombia fino al 4settembre scorso quando è ar-rivato il decreto di abbinamentocon le tre sorelline di undici, set-te e quasi due anni, per que-st’ultima la festa di compleannoè stata fatta nel paese sudame-ricano. Prima di poter portare letre bimbe in Sardegna i due co-niugi hanno dovuto trascorrereun periodo in Colombia. « Lanostra permanenza in Sud Ame-rica – conclude Rosa - è statamolto breve, perché siamo par-

titi il 26 ottobre e siamo rientratiil 25 novembre, al di sotto deicanonici 45 giorni lavorativi chedi solito sono previsti per leadozioni internazionali. Saràstata forse l’integrazione rea-lizzata con facilità ma da subitoil rapporto con le bambini è sta-to più che buono. Avevamo giàavuto contatti prima con foto escritti poi via internet, in videochiamata, tutte modalità chehanno fatto crescere l’attesa perl’incontro che è avvenuto congrande gioia reciproca. Quantovissuto finora è la conclusionenaturale del nostro percorso divita».

R .C.

LA DIOCESI

n SAN LUCAIl giardino oratorialeSabato 12 dicembre, dopo la messa delle 19,nella parrocchia di san Luca a Quartu saràpresentato il progetto di massima per lavalorizzazione del giardino oratoriale, con larealizzazione di un itinerario riguardante lepiante nella bibbia.Scopo dell’iniziativa è quello di potercoinvolgere i fedeli di tutte le età, in unprogetto interdisciplinare, curato dal botanicoGiuseppe Fois.

n MUSICAConcerto per la Caritas diocesanaIl Cral Regione Sardegna, in collaborazione conl’ente concerti «Città di Iglesias», haorganizzato per martedì 8 dicembre, alle 18, alT-Hotel di Cagliari, un concerto di beneficienzaper sostenere le attività della della Caritasdiocesana. Il programma della serata prevede l’esecuzionedi brani di musica jazz e pop, proposti dal duoformato da Fabiola marras, alla voce, e GianlucaErriu al pianoforte&liveelettronics.

domenica6 dicembre 2015 5

Firmato il protocollo di colla-borazione tra la Caritas dio-cesana e la Coldiretti per

promuovere nuove opportunitàdi lavoro. Un accordo accolto congrande favore dalla diocesi ca-gliaritana, come sottolineato dalvescovo, Arrigo miglio, per l’im-portanza della riscoperta dellaterra (proprio pochi giorni fa, lacelebrazione della Giornata delringraziamento) e per la ricadutache esso può avere sui giovani,attraverso il progetto Policoro.Un progetto che può creare retevirtuosa e valorizzare le qualitàspecifiche dei prodotti della Sar-degna. Inoltre, l’auspicio che es-so possa estendersi anche allealtre Caritas sarde e che vengafatto conoscere ai tanti giovanicostretti a emigrare per cercarelavoro. Una collaborazione cheva avanti da due anni, quella traCaritas e Coldiretti. «In due anniabbiamo già attivato una ventinadi borse lavoro e tirocini lavorativi- ricorda don marco Lai, direttoredella Caritas di Cagliari- questaè un’occasione per mettere a si-stema la collaborazione. Andre-mo a costruire un percorso con icentri d’ascolto che registranofortemente l’esigenza di dignitàche passa per il lavoro: l’obiettivoè dare un’iniezione di fiducia esperanza, un’occasione per ri-tornare alla terra». Il direttore Ca-ritas ha poi richiamato anche ilPrestito della speranza, che «siconiuga bene con l’accordo, vistoche la Coldiretti ha sempre dettoche mancano braccia lavoro e li-quidità finanziaria». Presenti anche il direttore di Col-

Coldiretti e Caritasinsieme per il lavoroFirmato nei giorni scorsiun protocollo d’intesaper favorire l’occupazionedei giovani nei campi

diretti Cagliari, Vito Tizzano, e ilpresidente di Coldiretti Cagliari,Efisio Perra. Grazie all’accordo,«abbiamo previsto l'istituzione diun gruppo di lavoro - ha spiegatoPerra - che fungerà da interfacciasia per i centri di ascolto dellaCaritas che per gli uffici zona del-la Coldiretti, favorendo l'incontrotra la domanda e la richiesta dilavoro». Perra ha parlato delle op-portunità occupazionali offertedal settore agricolo per i giovanie per chi è stato espulso dal mon-do del lavoro. Basti pensare al-l’ortofrutta un settore che oggiin Sardegna interessa 4mila ettari,mentre la produzione attuale co-pre il 20-30% della richiesta in-terna: se entro il 2020 si raddop-piasse la produzione, ciò porte-rebbe all’occupazione di 1.200persone. Come ricordato da Perracon 60-70mila euro (tra pubblicoe privato) si stabilizza una per-sona in agricoltura: i fondi deri-vano dalla nuova programmazio-ne dello sviluppo rurale e si au-spica anche una politica del cre-dito agricolo, da tempo richiestaalla Regione).

Maria Chiara Cugusi

Un progetto con finalità di animazione e sensibilizzazioneverso il rispetto dell’ambiente e il sostegno ai più bisognosi.è questa l'idea di fondo della «Raccolta indumenti usati e

dona valore», portata avanti dalla Caritas diocesana. Importante l’aspetto solidale e pedagogico, come spiega il direttoredella Caritas diocesana don marco Lai. «Grazie a questa iniziativa– spiega – si potrà raccogliere un quantitativo di indumenti supe-riore al fabbisogno. Il materiale in eccesso e quello non distribuitopotranno essere commercializzati e, in base alla qualità e allaquantità del prodotto raccolto, sarà riconosciuto un contributoeconomico che sarà destinato ad aiutare le famiglie bisognose,alla mensa e agli altri servizi della Caritas diocesana e di quelleparrocchiali». Perciò, aggiunge il direttore, «lanciamo un invito aiparroci e alle comunità religiose, ad aderire al progetto, attraversol’installazione dei contenitori nei propri cortili e sagrati parrocchiali,e a sensibilizzare le comunità. Alcune parrocchie hanno già ade-rito». La Caritas ha intanto stipulato una convenzione con un collabo-ratore esperto del settore Giampiero Cesarini. Da tempo cura lapromozione del progetto nel territorio divulgandolo nei comuniinteressati e scuole e altre istituzione. Ha proposto due modalitàdi raccolta: la prima, permanente, in collaborazione con unasocietà di raccolta, trasporto, igienizzazione e selezione di indu-menti (la Eurofrip srl con sede a Casoria, società autorizzata comeprevisto dalle recenti normative vigenti), e la seconda, occasionale.La prima prevede l’installazione di contenitori (con logo della Ca-ritas diocesana) in cui i cittadini potranno portare gli indumentiusati. Il materiale raccolto sarà trasferito in un impianto di igie-nizzazione e selezione, dove i capi in buono stato vengono recu-perati e commercializzati, mentre quelli non più utilizzabili sarannodestinati al riciclo per la produzione di nuovi tessuti e infine quellaparte non riciclabile andrà a macero. Parte dei capi recuperati sa-ranno inviati alla Caritas, per implementare l’attività del centrodiocesano di assistenza. Un’altra parte degli indumenti verrà com-mercializzata e il ricavato sarà destinato ai bisognosi assistiti dallaCaritas diocesana e dalle Caritas parrocchiali. La seconda raccolta, itinerante, viene effettuata per donazione:gli indumenti vengono consegnati nelle parrocchie aderenti al-l’iniziativa, scuole e attività commerciali, tramite dei sacchetti conlogo Caritas a disposizione delle famiglie. Il materiale raccoltosarà selezionato e smistato ai bisognosi che si rivolgono allastessa Caritas.«Tra i principali obiettivi del progetto – spiega unodei referenti Rosa Contiello - è importante quello di salvaguardarel’ambiente: attraverso la raccolta si sottraggono indumenti e ac-cessori usati al rifiuto “secco”».

M. C. C.

Gli indumenti usatidiventano un valoreGrazie ad una convenzione la Caritasraccoglierà abiti e scarpe destinandole a famiglie bisognose e ai servizi per i poveri

LA DIOCESI

nMISSIONIritiro spirituale delCentro diocesanoDomenica 13, nella sede deiPadri saveriani di via Sulcisa Cagliari, è previsto unritiro spirituale organizzatodal Centro missionariodiocesano. Il programmaprevede alle 15.30l’adorazione con immaginidella storia del centromissionario, alle 16.30 lariflessione proposta dal vicedirettore, don CarloRotondo.Alle 18 la messa animatadal coro della parrocchia diSant’Elia e a seguire unmomento di convivialità.

n EDItOrIAIl 20 dicembre tornaAvvenire Cagliari

Domenica 20 dicembre,come ogni terza domenicadel mese, è in edicola ildorso di Avvenire curatodall’Ufficio ComunicazioniSociali della diocesi.L’inserto si affianca alnostro settimanale per dareun respiro regionale allenotizie che caratterizzano lavita della diocesi di Cagliari.Le modalità di ricevimentodell’inserto e de «Il Portico»sono disponibili sul sitointernetwww.chiesadicagliari.it. A partire dal gennaio 2016con l’abbonamento a «IlPortico», in formatocartaceo, è previsto anchequello al dorso «AvvenireCagliari».

n SAN CESELLOL’8 dicembreAdorazione eucaristica

In occasione dell’iniziodell’Anno della misericordiamartedì 8 dicembre alle 18nella chiesa di San Cesello,in via San Giovanni 212 aCagliari, si terrà un’ora diadorazione eucaristica,guidata dalle Adoratriciperpetue del Santissimosacramento.

n CArItAStre giorni di convegnosui rom

Tre giorni di confronto e distudio sulla condizione deiRom nel nostro Paese e inSardegna in particolare peresplorare i percorsi diconoscenza e di inclusionesociale già avviati e gliinterventi che ancorapossono essere posti inatto.A Cagliari dal 3 al 5dicembre per iniziativa dellaCaritas diocesana siaffronta il tema "Da Zingaroa cittadino. Percorsi diconoscenza e inclusionesociale", indica la volontà disostenere e promuovereiniziative per limitare, sino arimuoverli, i fattori culturali,strutturali e sociali checoncorrono a determinarel'esclusione sociale delpopolo Rom. Si tratta di un seminarioarticolato in più sessioni dilavoro, ognuna dedicata adun tema specifico.Tutte le informazioni sulsito www.caritascagliari.it.

Giovani e musica rappresen-tano un forte binomio. Di-versi gli spartiti pubblicati

dalle case editrici che si rivolgono,in modo specifico, a questa fasciadi età. Nelle parrocchie, anche at-traverso la preziosa presenza de-gli oratori, esistono da tempo deipercorsi di avvio al canto e allamusica. E, accanto a essi, capitache si sviluppino e sorgano coricostituiti da giovani per l'anima-zione della liturgia nelle comunitàdi appartenenza. Per loro è stata pensata la rasse-gna, giunta alla seconda edizione,che si è svolta domenica 29 no-vembre, prima del tempo di Av-vento, nella parrocchia dedicataalla Beata Vergine Assunta di Se-largius. «Abbiamo deciso – dicel'organizzatore don Davide Collu,

direttore del Coro giovanile dio-cesano – di tenere come data fissaquella della prima domenica deltempo di preparazione al Natale.Abbiamo potuto verificare comeci sia grande attenzione da partedelle realtà giovanili a questoevento. La rassegna ha rappre-sentato davvero un momento as-sai importante per la nostra co-munità ecclesiale, perché i corigiovanili, certo non tantissimi,svolgono il proprio servizio congrande entusiasmo, in grado dicontagiare altre realtà».Il programma della serata ha pre-visto il raduno alle 17.30, neipressi della chiesa parrocchiale.A seguire alle 18, la celebrazioneeucaristica animata dal coro dio-cesano dei giovani, arricchita dallapresenza di tutti i cori parteci-

panti. La rassegna, iniziata intornoalle le 19.30, è stata conclusa dallecorali che hanno intonato l'innodella prossima Giornata mondialedella gioventù, che trae ispirazio-ne dal testo delle Beatitudini. «Il nostro unico obiettivo – ha evi-denziato don Davide – è statoquello di realizzare un bello e gio-ioso momento di preghiera. Nonabbiamo infatti voluto nella ma-niera più assoluta che la manife-stazione diventasse un concerto,ma bensì fosse un momento dilode con una numerosa parteci-pazione giovanile. E infatti è statauna bellissima serata di condivi-sione. Ciascun coro ha infatti por-tato un proprio canto che ha aiu-tato tutti noi a raccoglierci in pre-ghiera. Il vescovo miglio, chiu-dendo la rassegna, ha sottolineatocome i giovani si esprimono nel

Grande partecipazione alla rassegna dei «cori giovani»canto attraverso tante tipologie:gospel, canto a una voce o poli-fonico. Questo sta a indicare comesi sia espressa, in una sola sera,la diversità delle nostre comunità.E abbiamo avuto modo di sentiretutto questo esprimendo una solagrande lode al Signore».Tra i partecipanti, non solo for-mazioni parrocchiali, ma anchegruppi espressione di alcuni mo-vimenti, come il Tlc o la Gioventùfrancescana. «La variegata pre-senza – conclude don Davide – hapermesso alla rassegna di esseretestimone di una Chiesa viva, checanta e fa cantare. Abbiamo vis-suto davvero, nel corso della se-rata, grandi emozioni, all'insegnadella lode e della preghiera, chehanno creato un clima di profondacomunione».

A. P.

ogni giovedì sera sulle frequenze e sul servizio streamingdel sito di Radio Kalaritana, è possibile seguire latrasmissione «L’ora di Nicodemo», appuntamento con i

temi della fede.In questo spazio trovano posto meditazioni e proposte diriflessioni sui Testi sacri. In particolare quest’anno l’attenzioneviene rivolta al commento del Vangelo di Luca, offerto dalmonaco della comunità di Bose, Sabino Chialà.L’appuntamento, della durata di circa 40 minuti, vienetrasmesso alle 21.10 circa, ed è disponibile anche sul serviziopodcast della radio, all’indirizzo www. radiokalaritana.it.

Su radio Kalaritana «L’ora di Nicodemo»

6 domenica6 dicembre 2015

Ecumenismo. In Facoltà teologica un convegno del meic sul pastore luterano morto in un campo di concentramento

Tempo d’Avvento in musica

n CAtECHESIPercorso formativoper in tre tappeL’Ufficio di pastorale giovanile equello catechistico diocesanohanno organizzato un percorsoformativo per catechisti dipreadolescenti e adolescenti(11-16 anni) dal titolo «... c’èqui un ragazzo».

obiettivo del percorso è quellodi rafforzare le competenzecomunicative o didattiche inmodo tale da aiutare i catechistia costruire un vero e proprio«ponte» tra le propostedell’iniziazione cristiana e lepossibili proposte che potrannosvilupparsi nelle parrocchie pergli adolescenti (oratorio eassociazionismo). La prima di queste tre tappe è

prevista per martedì 8 dicembrealle 18 nell’oratorio dellaparrocchia Santissimo Crocifissodi Cagliari. Le altre due tappesono in programma il 6 gennaiosempre nella comunità diGenneruxi e il terzo a Solanas,un weekend residenziale.Per informazioni è possibilecontattare il segreteriadell’Ufficio catechistico07052843634.

n AZZArDOA Selargiusritorna «Slotmob»Sabato 5 dicembre dalla 9.30 al«City Cafè» di Selargius, nuovoappuntamento con «Slotmob», lamanifestazione che vuolpremiare gli esercenti chelasciano fuori le slot machine.L’iniziativa intende sensibilizzare

i cittadini ai problemi del giocod’azzardo. In mattinata sonopreviste attività di animazionecon artisti e un torneo di calciobalilla, mentre nel pomeriggio,alle 15.30 è prevista unapedalata durante la qualeverranno regalati adesivi a ottoesercenti che hanno detto noalle Slot. Alle 16.30 in piazza Si’eBoi è prevista un momento difesta conclusivo.

Un grande uomo coraggiosoe «resistente». Il suo pensie-ro, a settant’anni dalla morte

per mano nazista, è ancora attualee tanto materiale fornisce al dia-logo interreligioso. Dietrch Bon-hoeffer, teologo luterano tedescoe protagonista della resistenza alregime totalitario, è stato al centrodi un convegno realizzato giovedì26 novembre dl movimento eccle-siale di impegno culturale di Ca-gliari, insieme alla Chiesa evange-lica battista di Cagliari e all’Ufficioregionale per l’Ecumenismo e ildialogo della Conferenza episco-pale della Sardegna. Nell’aula magna della Pontificia fa-coltà teologica della Sardegna gre-mita in tutti i suoi posti, nel saluto,la presidente del meic, Lucia Baire,ha sottolineato come il futuro del-l’ecumenismo e del dialogo inter-religioso non si esaurisca nella set-timana di preghiera per l’unità deicristiani, ma in un «Kairos», accoltoe vissuto da tutta la comunità re-ligiosa e civile. Nella vita della Chie-

sa questi giorni e questi mesi sonoun tempo davvero provvidenzialeper le tante attese. La presidenteha anche ringraziato in modo par-ticolare la presenza di molti stu-denti del seminario regionale, fu-turi realizzatori di dialogo e inte-grazione. Puntuale ed essenziale il profiloche la pastora Cristina Arcidiaconotraccia di Bonhoeffer. Forse è ilteologo del ’900 più letto ed amatoin campo ecumenico. All’indomanidell’ascesa al potere di Hitler, ilgiovane pastore Bonhoeffer parlòalla radio di Berlino mettendo inguardia gli ascoltatori da un «fu-hrer» che rischiava di diventarepresto un «verfuhrer», ossia uncorruttore. Questo coraggioso eprofetico religioso (giustiziato asoli 39 anni) continuò la sua op-posizione a Hitler e a lavorareclandestinamente per la resistenza,e in favore degli ebrei in seno allaChiesa «confessante», ossia a quelgruppo di pastori e comunità checontrastavano quella ufficiale delReich omologata al regime e si op-ponevano con tutte le loro forzeai cosiddetti «cristiano-tedeschi»,accesi antisemiti.Il teologo valdese Paolo Ricca, unodei più preparati e competenti co-noscitori italiani del pensiero delpastore luterano tedesco, ne hainvece evocato la figura e l’inse-gnamento. Con la sua relazione

ha messo a fuoco la profondità diuna figura complessa, non con-traddittoria, ma comunque contante sfaccetature, che si è con-frontato con la modernità e ha par-lato di un mondo adulto, capacedi perseguire autonomamente ipropri fini, «areligioso», senza al-cun bisogno di ricorrere alla reli-gione intesa come insieme di pre-scrizioni, limiti e divieti. Con riferimento al pensiero diNietzsche, anche Bonhoeffer pro-spetta l’esigenza di un cristiane-simo nuovo, che non crei nell’uo-mo – tramite la religione – sensi dicolpa e angoscia del peccato. Fucapace di individuare molto pertempo la pericolosità del nazio-nal-socialismo, indicandolo comeidolo anti-Dio. In questa opera-zione si trova isolato dagli ambienticulturali e dalla stessa sua Chiesaluterana. oggi le Chiese hanno ur-gente necessità di ritrovare questacapacità, perché gli idoli continua-mente risorgono nella società eanche dentro le Chiese. Bonhoeffersosteneva inoltre che era venutoil momento di «tacere Dio» dopoaverne parlato troppo per secoli.«Le parole di un tempo – diceva –devono perdere la forza e ammu-tolire, e il nostro essere cristianioggi consisterà solo in due cose:nel pregare e nell’operare ciò cheè giusto tra gli uomini».

Peppino Leone

Si intitola «Suoni d'Avvento:musica e canti in attesa delNatale» la breve e avvincente

rassegna organizzata presso ilsalone parrocchiale di san Paolo,in piazza Giovanni xxIII a Cagliari.Fortemente voluta dal parrocoDon Simone Calvano, da appenadue mesi insediatosi nella par-rocchia cittadina, e dai suoi col-laboratori, l'iniziativa colpisce perla ricchezza e la varietà dell'of-ferta.Il programma ha preso il via do-menica 29 novembre con l'ap-prezzata esibizione della coralepolifonica Santa Cecilia di Caglia-ri, diretta da Giovanni Pani. Il secondo appuntamento, pre-visto per domenica 6 dicembrealle 17.30, prevede, invece, laperformance, sempre molto ac-

cattivante e coinvolgente, del«Black Soul Gospel Choir», for-mazione corale e musicale spe-cializzatasi nel genere Contem-porary Gospel.La formazione, diretta da Fran-cesco mocci, gioca in casa essen-do nata e avendo sede presso lastorica struttura salesiana dipiazza Giovanni xxIII e vantamolti estimatori che non si la-sceranno sfuggire l'occasione diassistere, ancora una volta, al lorotrascinante spettacolo.Il terzo momento, domenica 13dicembre, sarà affidato al coro «IlPentagramma» di Sinnai, direttoda Francesca Spanu.Attiva da una dozzina d'anni, laformazione sinnaese, intende,con il proprio repertorio, tra-smettere i valori dell'amicizia e

«Signore, aiutaci a prega-re». Queste parole ripor-tate nell’opuscolo con-

segnato da don Paolo Putzu, par-roco di san Pietro a Suelli, ai ca-techisti, ai ragazzi e all’assembleadurante la celebrazione inaugu-

rale dell’anno catechistico, esprimono efficacemente il messaggiocon cui ha avuto inizio la preparazione spirituale delle nuove ge-nerazioni nella nostra realtà parrocchiale.Nell’omelia il parroco ha ricordato a tutti i fedeli il senso profondodel catechismo, nonché l’autentico messaggio di cui deve farsiportavoce chi voglia seguire l’esempio di Cristo. Gesù stesso ciricorda chi è il nostro prossimo e cosa deve fare colui che vuoleavere la vita eterna, che poi significa essere felice: avere misericordiaverso chi gli sta accanto in questo mondo, qui e ora.«I catechisti - ha ricordato don Paolo - si sentono chiamati aseguire questa traccia, l’eredità garantita da messaggio delle re-surrezione, “Io sarò con voi, fino alla fine del mondo”».Su questa prospettiva deve essere interpretata la catechesi: i ca-techisti, gli educatori di fede vivono questo messaggio.

Giovanni Contu

Chiamati a testimoniarela misericordia di Dio

della solidarietà. Infine la «CoralePolyphonika», diretta da FrancaDevinu, chiuderà il ciclo, dome-nica 20 dicembre sempre alle ore17.30.Dopo il successo della prima dataè lecito attendersi un pubblicosempre maggiore per questa me-ritevole iniziativa che non man-cherà di fornire spunti di rifles-sione interiore e comunitaria sulsenso dell'attesa.

Corrado Ballocco

A Suelliè stato inauguratoil nuovo annocatechistico

«Un umile che Dio esaltò, che seppe tradurre in pratica nella suainterezza il programma evangelico». Con queste parole padreBernardo Sussarellu, ministro provinciale dei frati minori, ricorda,

nel febbraio 1967, il quarto centenario della morte di san Salvatore daHorta. L’ordine dei Frati minori di Sardegna ha dato il via, con una solenneliturgia eucaristica presieduta dal vescovo miglio, alle celebrazioni per il450° anniversario dell’arrivo a Cagliari di questo fraticello. In città fraSalvatore giunse apparentemente per potenziare la comunità francescanadel convento cagliaritano di «Gesù e maria» – situato nel complesso dovefino a qualche anno fa ha funzionato la manifattura tabacchi - formatada frati molto autonomi, che «rifiutavano di ottemperare alle indicazionidell’ordinario diocesano, che mostravano – come scrive Giancarlo Sorgia– molto interesse verso la cultura italiana e che, soprattutto, avversavano

decisamente l’aggregazione della provincia francescana sarda all’obbe-dienza spagnola». In realtà quel trasferimento esaudiva i desideri di molticonventi spagnoli che volevano liberarsi di un frate che, ovunque andasse,toglieva tranquillità ai confratelli a causa dei tanti fedeli che lo cercavanoe lo seguivano. Gli chiedevano guarigioni, ma anche altri miracoli. Comequello, sollecitato direttamente dal duca di Gandia, Francesco Borgia - inseguito preposito generale dei gesuiti e più tardi canonizzato - di liberareun monastero di clarisse dagli spiriti infernali. La visita minuziosa fattada fra Salvatore nei locali, accompagnata dalla recita delle preghiere edal segno della croce, fece cessare d’incanto le molestie diaboliche. ACagliari il frate muore il 18 marzo 1567 all’età di 47 anni, dopo aver ri-destato e animato in soli 17 mesi la vita spirituale cittadina.

Mario Girau

frAtI MINOrIIn festa perSan Salvatore

L’attualità di Dietrch Bonhoeffer, teologo devoto a Dio e al mondo

n SAN PAOLO. Nella parrocchia cagliaritanauna rassegna per prepararsi alle feste del Natale

A soli 39 anni fu vittimadel nazismo e del suo capo,Hitler, che aveva definitoun «corrutore». A 90 annidalla morte il suo pensieroresta ancora valido

LA DIOCESI

In corso le celebrazioniper i 450 annidall’arrivo a Cagliari

domenica6 dicembre 2015 7

Una mostra sui «colori dellasperanza». è la nuova ini-ziativa, recentemente inau-

gurata e curata dal museo delDuomo di Cagliari, che offre alpubblico alcuni dipinti di CarloPonticelli. L'esposizione è visita-bile fino al 13 dicembre ed è stataorganizzata a favore di tre asso-ciazioni benefiche che operanoper il bene comune verso il pros-simo più bisognoso. Cvx, anzi-tutto, presente da oltre 80 annicome congregazione mariana edi vita cristiana applicata al so-stegno dei più deboli in diversipaesi del mondo oltreché sul no-stro territorio. ma c'è spazio an-che per Casa Lions, struttura im-portante per la città e per tutti imalati oncologici e i loro familiari,e per progetto Senegal, associa-zione con 10 anni di esperienzain Senegal, che supporta i medicie i pazienti donando strumenti estrutture adeguate come una salaparto e degenza, oltreché la curaalla persona e la sua istruzione. La finalità della mostra è quelladi raccogliere fondi. Non dunquela solita esposizione ma bensì unsegno di bellezza ed eleganzaospitata negli splendidi spazi delmuseo allestiti all'interno dellecavità sotterranee e nella sala de-gli argenti. Storia, arte e culturasi fondono dunque in uno sce-nario che si potrebbe definire,

Fra Daniele, un giovane fran-cescano sardo residente adAssisi, è stato ospite della

giornata dei giovani della foraniadi Senorbì, tenutasi a Guasila.Una giornata piena e intensa, de-dicata al tema della misericordiae del perdono, in linea col Giu-bileo straordinario indetto da pa-pa Francesco, e rivolta alla fasciadi ragazzi dalla seconda mediaalla quinta superiore. Alla base dell’incontro c’è statala voglia, da parte dei componentidell’équipe e dei loro parroci, diproseguire quell’incarico che,quasi un anno fa, la Pastorale gio-vanile di Cagliari aveva dato aogni forania della diocesi, e chequella di Senorbì sta portandoavanti credendoci davvero. L’intento è stato quello di ricrearein scala più piccola qualcosa disimile a quello che la Pastoralegiovanile aveva fatto vivere e in-segnato ai giovani che, semprepiù numerosi, hanno partecipatoagli incontri diocesani. Per poter accompagnare i giovanicristiani nel loro percorso di cre-scita è necessario formarsi e met-tere a loro disposizione tutti imezzi e le forze di cui si può di-sporre. In questo l’equipe di Se-norbì si è soffermata organiz-zando quasi l’intera giornata, svi-luppatasi intorno alla paraboladel figliol prodigo. Ad aprire le attività la messa inscena di quelle occasioni nellequali i figli «scappano» dalla di-rezione tracciata dai genitori, perpoi accorgersi degli amari risvolti,e capire così che spesso bisognaabbandonare la punta di orgoglioche caratterizza l’uomo e ritor-

nare sui propri passi. La rappre-sentazione è stata inframmezzatadalla visione di uno spezzonedella miniserie televisiva «Prefe-risco il Paradiso» , basata sullabiografia di san Filippo Neri e ilsuo gruppo di ragazzi.Il parroco di Senorbì, don NicolaRuggeri, ha poi celebrato la mes-sa animata dal coro «Garden ofEden» di Senorbì e resa più in-tensa da un offertorio partico-larmente significativo composto,oltre che dal pane e dal vino, an-che da simboli che rimandano di-rettamente al perdono e alla mi-sericordia, come ad esempiol’ulivo. A conclusione della mattinata ilpranzo e i giochi all’insegna dellaconvivialità. Nel primo pomerig-gio la testimonianza di fra’ Da-niele che ha incontrato Dio du-rante l’impervio percorso dellasua storia e che, con commozio-ne, ha condiviso coi 180 giovani

presenti. A chiudere la giornata l’attivitàspirituale tenutasi in sette gruppidi lavoro, seguiti anche dai mem-bri più giovani dell’équipe. Un la-voro focalizzato, oltre che sullaparabola del figliol prodigo, an-che sull’analisi di un’opera delsacerdote cattolico tedesco Sie-ger Köder, con il risultato di unariflessione riccamente e profon-damente interiorizzata anche daipiù piccoli. In conclusione una super meren-da e tanti palloncini arancioni li-berati nel cielo. Chi ha ascoltatofra’ Daniele ha avuto un’ulterioreconferma che Dio è tra noi e, perquanto possa essere difficile«catturare» l’attenzione degliadolescenti per evitare che scap-pino dalla Chiesa, così comescappano da dalla direzione trac-ciata dai genitori, è necessariocontinuare a crederci per loro.

Chiara Lonis

come dicevano i greci, «bello ebuono». Bello per la rappresen-tazione delle opere di Carlo Pon-ticelli e della ricchezza custoditaal museo, e buono per l’iniziativabenefica proposta. L’artista, diorigini toscane e partenopee macagliaritano a tutti gli effetti,amante del quartiere Castello edegli scorci storici, ha deciso in-fatti di donare le sue opere ai be-nefattori che vorranno parteci-pare a questa nobile iniziativa.All’inaugurazione era presentel’artista e autore delle opere CarloPonticelli, insieme ad altre per-sonalità tra le quali il direttoredel museo maria Lucia Baire e ilparroco della Cattedrale AlbertoPala.ogni fine settimana fino a do-menica 13 dicembre, interver-ranno amici come Valentina Neri,mariella Degortes, mario Giuamarassi, Lisa Derenzio, GiuliaClarkson, Giampaolo Cassitta ealtri che animeranno le serateculturali per favorire una mag-giore partecipazione.

Laura Cabras

I giovani della forania di Senorbìin cammino verso il Giubileo

Una mostra solidaledi Carlo Ponticellial Museo del Duomo

LA DIOCESI

I nuovi cavalieri del santo Sepolcro

Un percorso di preghiera, ma anche di adorazione, in compagniadelle beatitudini. è questo l'intento di un'iniziativa promossadalla Consulta giovanile della forania di Quartu Sant'Elena.

Da tempo questo organismo, che vede al suo interno rappresentantidi ognuna delle sette parrocchie cittadine, promuove occasioni di in-contro e di riflessione all'interno della terza città dell'isola. «L'iniziativanasce dai ragazzi – precisa don Davide Collu, vice parroco dellabasilica di sant'Elena e coordinatore della consulta – che hanno espres-so, nelle singole parrocchie, il desiderio di potersi incontrare nonsolo per organizzare eventi e momenti di gioco ma anche per riunirsiin preghiera. Dato che mancava in città, a livello giovanile, una propostadi questo tipo, si è pensato a una proposta non di tipo saltuario odoccasionale, ma stabile e duraturo. Pertanto ogni primo martedì delmese è previsto un momento di adorazione eucaristica, organizzatointeramente dai giovani della consulta».Il primo appuntamento è stato organizzato per martedì 1 dicembre.Alle 20.45, nella chiesa di Sant'Agata, i giovani presenti hanno pregatodinanzi al Santissimo Sacramento e ragionato intorno alla prima af-fermazione contenuta nelle beatitudini: «Beati i poveri in spirito». Ilprossimo incontro, previsto per il 12 gennaio, il martedì successivoall'Epifania, avrà come tema «beati gli afflitti». Gli incontri prosegui-ranno fino al 7 giugno, sempre nella storica chiesa cittadina a pochipassi dalla basilica di sant'Elena.«Come consulta – sottolinea don Davide – vogliamo essere portavoceverso gli altri. Comunichiamo la presenza di questi appuntamentimensili e sarà poi lo Spirito Santo a guidare i giovani alla partecipazione.L'orario è stato scelto anche per venire incontro alle esigenze di tantiche, in altri orari della giornata, avrebbero potuto avere altri impegni.mentre il tema, le beatitudini, è stato scelto sulla base delle indicazioniche papa Francesco ha dato al convegno ecclesiale di Firenze, anchein vista della prossima Giornata mondiale della Gioventù e dell'ormaiimminente Anno santo della misericordia».ma la Consulta giovanile ha previsto altri appuntamenti in vista delprossimo Natale. Lunedì 21 dicembre, nella parrocchia di San Luca,al margine Rosso, si celebra alle 20.30, la liturgia penitenziale per igiovani. «Con questa iniziativa – evidenzia il sacerdote – vogliamoprepararci al Natale attraverso il sacramento della confessione. maanche in Quaresima sono previste altre iniziative sempre dedicata aigiovani. Il 10 febbraio alle 21 nella basilica di sant'Elena ci sarà laliturgia delle imposizioni delle ceneri, mentre, dal 14 al 16 marzo, laparrocchia di Santo Stefano ospita gli esercizi spirituali sul tema “Beatii misericordiosi”».L’attenzione al mondo giovanile, nelle parrocchie della forania quarteseè dunque ampia. Così come le iniziative riservate anche agli oratori,culminate, a inizio novembre, nell’incontro riservato ai cresimandi.

A. P.

Le beatitudini comepercorso d’AvventoLa Consulta giovanile di Quartu ha in cantiereuna serie di appuntamenti per tutta la città,nel periodo che precede le festività natalizie

Fra Daniele, francescanosardo ad Assisi, ha proposto ai ragazzila sua testimonianza

Il vangelo di Luca, e inparticolar modo i primicapitoli, sono organizzati

attraverso lo schema retoricodella «syncresis», una sorta diparallelismo tra duepersonaggi.molte biografie di personaggifamosi venivano strutturatesecondo un continuo richiamoparallelo tra due personagginoti, ad esempio «Viteparallele» di Plutarco. Lucaattua questo processo ponendoin parallelo Giovanni Battista eGesù. Infatti, nei primi capitolisi narra l’annuncio della nascitadei due, la loro nascita, la lorocirconcisione, la vita nascosta el’istruzione, la predicazione e,nel resto del vangelo, la lorosorte. Per questo motivo, laliturgia ci propone la figura delBattista per poterne leggere infiligrana la vicenda e ilmessaggio stesso di Gesù.Guardare il precursore eascoltare la sua parola è giàesperienza di Cristo, visionedel Figlio di Dio,contemplazione del messia. Lapericope del vangelo liturgicoinserisce Giovanni in un quadrostorico (non sempre corretto)costellato di nomi epersonaggi: l’imperatoreromano, il governatore dellaGiudea, tre tetrarchi didifferenti regioni, due sommisacerdoti e, infine, Giovanni.Questi è l’unico a non avere untitolo specifico, ma è appellatocome «figlio di Zaccaria». Lucasembra ironizzare sul fatto chei sette personaggi titolatihanno un ruolo di potere nellastoria, ma non hanno alcunacapacità di leggerne il senso, diannunciare una svolta, diintravedere come quel temposia occasione di grazia.Giovanni, invece, investito della«parola di Dio» si mette inmovimento da e verso ildeserto. L’irruzione dellaparola di Dio ricordal’investitura carismatico-occasionale dei giudici, i qualierano chiamati a salvare Israeledall’oppressione e ricondurlo aDio, dopo l’idolatria e ilpeccato. Tale aspetto non èassente nel ruolo del Battista, ilquale annuncia un ritorno alSignore attraverso il battesimodi conversione. Egli è, dunque, come ungiudice che precede il popolonel cammino verso il suo Dio e,in modo particolare, prepara lastrada definitiva al messia.Neppure Giovanni sa benecome sarà il Cristo, in chemodo porterà a compimento lasalvezza definitiva. Come igiudici, neppure Giovanni èpadrone della Parola di Dio, mane è servitore, ascoltatore edestinatario. Al capitolo 7 diLuca è indicativa la domanda diGiovanni a Gesù: «Sei tu coluiche deve venire o dobbiamoattendere un altro?». è evidenteche anche il Battista deveimparare la grande novitàevangelica che modificaradicalmente l’idea di unmessia principe, autoritario,politico, militare, sacerdotale insenso classico. Inoltre,Giovanni è certamenteassimilabile ad un profeta cheannuncia la parola di Dio, purnon «com-prendendola» inmodo pieno. L’oracolo di Isaiaprevede un messia travolgentee riconoscibile per la suapotenza. Gesù risponderà aGiovanni che il segnomessianico è «i ciechi vedono,gli zoppi camminano, i lebbrosi

II Domenica del tempo d’Avvento (Anno C)

Nell'anno quindicesimo dell'impero di TiberioCesa re, mentre Ponzio Pilato era governatoredella Giudea. Erode tetràrca della Galilea, eFilippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa edella Traconìtide, e Lisània tetràrcadell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.Egli percorse tutta la regione del Giordano,predicando un battesimo di conversioneper il perdono dei peccati, com'è scrittonel libro degli oracoli del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

sono purificati, i sordi odono, imorti risuscitano, ai poveri èannunciato il vangelo». Laparola di Isaia viene adempiutain un modo propriamentedivino: l’amore. Il segno perriconoscere il Cristo e la suaopera salvifica è l’attenzioneagli ultimi, la compassione peri malati, l’annuncio ai poveri, losguardo verso i dimenticati.«Preparare la via del Signore»allora potrebbe essere proprioquesto cammino di educazioneall’altro, inteso come dono diDio per vivere in pienezza ilvangelo di Gesù. Il v. 6, «ogniuomo vedrà la salvezza di Dio»,sembra più un augurio utopicorispetto a ciò che viviamo ognigiorno. Ci chiediamo: comevedo la salvezza in un mondopieno di odio, soprusi,violenza, morte, arrivismo eoppressione? Quando sirealizzerà questa parola? Aipastori che vegliano l’angeloannuncia la nascita del Cristodicendo: «Ecco per voi il segno:un bambino avvolto in fasce,adagiato su una mangiatoia»(2,12). Ecco il segno dellasalvezza: la vita che continua agermogliare come fuscello chepuò essere spezzato e noncome fusto imponente etronfio. Un bambino, creaturaindifesa e fiduciosa, è il segnodella messianicità del Cristo,della novità evangelica, dellalogica di Dio imperniata su unamore totale e rispettoso.Giovanni è voce non potenza, èparola non editto, è annuncionon decreto.

Dal Vangelosecondo

Luca

Lc 3,1-6

DI mICHELE ANToNIo CoRoNA

Preparatela via al Signore

8 domenica6 dicembre 2015LA PArOLA DI DIO

Il mistero dell’universo. «Per la tradizione giudeocristiana dire “creazione” è più che dire natura,perché ha a che vedere con un progetto del-

l’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore eun significato.La natura viene spesso intesa come un sistemache si analizza, si comprende e si gestisce, ma lacreazione può essere compresa solo come donoche scaturisce dalla mano aperta del Padre ditutti, come una realtà illuminata che ci convocaad una comunione universale» (Laudato sì, n.76).L’insegnamento dell’enciclica di papa Francescosulla cura della casa comune ci richiama, ancorauna volta, a una visione spirituale della realtà,perchè essa non è frutto del caos o della causalità.Nelle cose create possiamo contemplare la vo-lontà creatrice della parola del Padre, pertantola creazione appartiene all’«ordine dell’amore».Dal 30 novembre all’11 dicembre, a Parigi, sisvolge, organizzata dall’onu la ventunesima Con-ferenza sul clima, al fine di contenere le emissionidei gas che inquinano il pianeta, al punto da ren-derlo invivibile e inabitabile.Saranno presenti 190 paesi e 147 tra premier ecapi di Stato, provenienti da tutto il mondo. Sialterneranno a dibattere scienziati ed esperti coni risultati delle loro indagini, perché ciascunoprenda degli impegni concreti così da evitare queidisastri ambientali che recano danni irreversibilial pianeta e agli uomini.Dunque è una cosa buona che capi di Stato e diGoverno si incontrino e prendano in esame, conurgenza, questo problema per trarne delle con-seguenze operative e certamente improrogabili,in modo da evitare tragedie sì grandi, sebbene,ci sia da dire che le loro analisi e i loro studi sifermano alla superficie del problema.Essi, infatti, vedono soltanto le cause dell’inqui-namento e si impegnano per correggere quegli

stili di vita e di progresso che compromettono lasalute e la stessa aria che respiriamo tanto ne-cessaria per una vita salubre.ma essi, nelle loro analisi, non considerano leorigini della natura e dunque sembra che non ri-conoscano che proprio quella natura che studianoaltro non è che la creazione promanata dall’amoredel Creatore. Ed ecco allora che per i cristiani l’impegno di sal-vaguardare il pianeta e la vita, diventa un impe-rativo che non può essere lasciato a domani.La tradizione giudeo-cristiana, ci ricorda papaFrancesco, ci mette in condizioni di operare ri-conoscendo in ogni essere vivente la sapienza, eprimariamente l’amore misericordioso di Dio Pa-dre.«Perfino l’effimera vita dell’essere più insignifi-cante è oggetto del suo amore, e in quei pochisecondi di esistenza, Egli lo circonda con il suoaffetto. Allo stesso tempo, il pensiero ebraico-cristiano ha demitizzato la natura. Senza smetteredi ammirarla per il suo splendore e la sua im-mensità non le ha più attribuito un carattere di-vino. In questo modo viene sottolineato ulterior-mente il nostro impegno nei suoi confronti.Se riconosciamo il valore e la fragilità della naturae allo stesso tempo le capacità che il Creatore ciha dato, questo ci permette oggi di porre fine almito moderno del progresso materiale illimitato.Un mondo fragile, con un essere umano al qualeDio ne affida la cura, interpella la nostra intelli-genza per riconoscere come dovremmo orientare,coltivare e limitare il nostro potere» (Laudato sì,n.77-78).Ben venga quindi la Conferenza sul clima, maessa non basterà a farci scoprire l’amore di Dio,se noi stessi, non apriamo gli occhi per vedere inmodo nuovo la verità che ci precede e ci previene!

Maria Grazia Pau

La cura della casa comunePORTICO DELLA FEDE

Il dialogo ecumenico non è un lusso ma è essenzialeCosì il papa Francesco a Nairobi, in Kenya,ai delegati dell’incontro interreligioso

Voce di uno che grida nel desertoVoce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via al Signore, appianatenella steppa la strada per il nostro Dio» (Is 40, 3).Dichiara apertamente che le cose riferite nel vaticinio, e cioè l'avventodella gloria del Signore e la manifestazione a tutta l'umanità dellasalvezza di Dio, avverranno non in Gerusalemme, ma nel deserto. Equesto si è realizzato storicamente e letteralmente quando GiovanniBattista predicò il salutare avvento di Dio nel deserto del Giordano,dove appunto si manifestò la salvezza di Dio.Infatti Cristo e la sua gloria apparvero chiaramente a tutti quando,dopo il suo battesimo, si aprirono i cieli e lo Spirito Santo, scendendo

in forma di colomba, si posò su di lui erisuonò la voce del Padre che rendevatestimonianza al Figlio: «Questi è il Fi-glio mio prediletto, nel quale mi sonocompiaciuto. Ascoltatelo» (mt 17, 5).ma tutto ciò va inteso anche in un sensoallegorico. Dio stava per venire in queldeserto, da sempre impervio e inac-cessibile, che era l'umanità. Questa in-fatti era un deserto completamentechiuso alla conoscenza di Dio e sbar-rato a ogni giusto e profeta. Quella vo-ce, però, impone di aprire una stradaverso di esso al Verbo di Dio; comandadi appianare il terreno accidentato escosceso che ad esso conduce, perchévenendo possa entrarvi: «Preparate lavia del Signore» (ml 3, 1).Preparazione è l'evangelizzazione del

mondo, è la grazia confortatrice. Esse comunicano all'umanità al co-noscenza della salvezza di Dio.«Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la vocecon forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme» (Is 40, 9).Prima si era parlato della voce risuonante nel deserto, ora, con questeespressioni, si fa allusione, in maniera piuttosto pittoresca, agli an-nunziatori più immediati della venuta di Dio e alla sua venuta stessa.Infatti prima si parla della profezia di Giovanni Battista e poi deglievangelizzatori.ma qual è la Sion a cui si riferiscono quelle parole? Certo quella cheprima si chiamava Gerusalemme. Anch'essa infatti era un monte,come afferma la Scrittura quando dice: «Il monte Sion, dove hai presodimora» (Sal 73, 2); e l'Apostolo: «Vi siete accostati al monte di Sion»(Eb 12, 22). ma in un senso superiore la Sion, che rende nota le venutadi Cristo, è il coro degli apostoli, scelto di mezzo al popolo della cir-concisione.Si, questa, infatti, è la Sion e la Gerusalemme che accolse la salvezzadi Dio e che è posta sopra il monte di Dio, è fondata, cioè, sull'unigenitoVerbo del Padre. A lei comanda di salire prima su un monte sublime,e di annunziare, poi, la salvezza di Dio.Di chi è figura, infatti, colui che reca liete notizie se non della schieradegli evangelizzatori? E che cosa significa evangelizzare se non portarea tutti gli uomini, e anzitutto alle città di Giuda, il buon annunziodella venuta di Cristo in terra?Dal «Commento sul profeta Isaia» di Eusebio, vescovo di Cesarea.

(Cap. 40, vv. 3. 9; PG 24, 366-367)

RISCRITTURE

Quando vengo a visitare icattolici di una Chiesa lo-cale, è sempre importante

per me avere l’occasione d’in-contrare i leader di altre comunitàcristiane e di altre tradizioni re-ligiose. è mia speranza che que-sto tempo trascorso insieme pos-sa essere un segno della stimadella Chiesa nei confronti dei se-guaci di tutte le religioni e rafforzii legami d’amicizia che già inter-corrono tra noi.A dire il vero, il nostro rapportoci sta mettendo dinanzi a dellesfide; ci pone degli interrogativi.Tuttavia, il dialogo ecumenico einterreligioso non è un lusso. Nonè qualcosa di aggiuntivo o di op-zionale, ma è essenziale, è qual-cosa di cui il nostro mondo, feritoda conflitti e divisioni, ha semprepiù bisogno.In effetti, le credenze religiose ela maniera di praticarle influen-zano ciò che siamo e la compren-sione del mondo circostante. Essesono per noi fonte di illumina-zione, saggezza e solidarietà ein tal modo arricchiscono le so-

cietà in cui viviamo. Prendendocicura della crescita spirituale dellenostre comunità, formando lementi e i cuori alla verità e ai valoriinsegnati dalle nostre tradizionireligiose, diventiamo una bene-dizione per le comunità nellequali vive le nostra gente. In unasocietà democratica e pluralisticacome questa, la cooperazione trai leader religiosi e le loro comu-nità diviene un importante ser-vizio al bene comune.In questa luce, e in un mondosempre più interdipendente, siavverte con crescente chiarezzala necessità della comprensioneinterreligiosa, dell’amicizia e dellacollaborazione nel difendere ladignità conferita da Dio ai singoliindividui e ai popoli, e il loro di-ritto di vivere in libertà e felicità.Promuovendo il rispetto di taledignità e di tali diritti, le religioniinterpretano un ruolo essenzialenel formare le coscienze, nell’in-stillare nei giovani i profondi va-lori spirituali delle rispettive tra-dizioni e nel preparare buoni cit-tadini, capaci di infondere nella

società civile onestà, integrità euna visione del mondo che valo-rizzi la persona umana rispettoal potere e al guadagno materia-le.Penso qui all’importanza dellanostra comune convinzione se-condo la quale il Dio che noi cer-chiamo di servire è un Dio di pace.Il suo santo Nome non deve maiessere usato per giustificarel’odio e la violenza. So che è vivoin voi il ricordo lasciato dai bar-bari attacchi al Westgate mall, alGarissa University College e amandera. Troppo spesso dei gio-vani vengono resi estremisti innome della religione per semi-nare discordia e paura e per la-cerare il tessuto stesso delle no-stre società. Quant’è importanteche siamo riconosciuti come pro-feti di pace, operatori di pace cheinvitano gli altri a vivere in pace,armonia e rispetto reciproco!Possa l’onnipotente toccare icuori di coloro che perpetranoquesta violenza e concedere lasua pace alle nostre famiglie ealle nostre comunità.Cari amici, quest’anno ricorre ilcinquantesimo anniversario dellachiusura del Concilio Vaticano II,nel quale la Chiesa Cattolica si èimpegnata nel dialogo ecumenicoe interreligioso al servizio dellacomprensione e dell’amicizia. In-tendo riaffermare questo impe-gno, che nasce dalla convinzionedell’universalità dell’amore di Dioe della salvezza che Egli offre atutti. Il mondo giustamente si at-tende che i credenti lavorino in-sieme con le persone di buonavolontà nell’affrontare i moltiproblemi che si ripercuotono sul-la famiglia umana.

Papa francescoIncontro ecumenico

ed interreligiosoNairobi (Kenya)

26 novembre 2015

domenica6 dicembre 2015 9LA VItA CrIStIANA

Tra cristiani e musulmani siamo fratelli. Dobbiamo dunqueconsiderarci come tali, comportarci come tali. Sappiamobene che gli ultimi avvenimenti e le violenze che hanno

scosso il vostro Paese non erano fondati su motivi propriamentereligiosi. Chi dice di credere in Dio dev’essere anche un uomo ouna donna di pace. Cristiani, musulmani e membri delle religionitradizionali hanno vissuto pacificamente insieme per molti anni.Dobbiamo dunque rimanere uniti perché cessi ogni azione che,da una parte e dall’altra, sfigura il Volto di Dio e ha in fondo loscopo di difendere con ogni mezzo interessi particolari, a scapitodel bene comune. Insieme, diciamo no all’odio, no alla vendetta,no alla violenza, in particolare a quella che è perpetrata in nomedi una religione o di Dio. Dio è pace, Dio salam.In questi tempi drammatici, i responsabili religiosi cristiani emusulmani hanno voluto issarsi all’altezza delle sfide del mo-mento. Essi hanno giocato un ruolo importante per ristabilirel’armonia e la fraternità tra tutti. Vorrei assicurare loro la miagratitudine e la mia stima. E possiamo anche ricordare i tantigesti di solidarietà che cristiani e musulmani hanno avuto neiriguardi di loro compatrioti di un’altra confessione religiosa,accogliendoli e difendendoli nel corso di questa ultima crisi, nelvostro Paese, ma anche in altre parti del mondo.

Papa francescoIncontro con la Comunità Musulmana

Bangui (repubblica Centrafricana)30 novembre 2015

Cristiani e musulmani sono fratellie come tali devono comportarsi

PreghieraLodi 6.00 - Vespri 20.05 - Compieta 23.00 - Rosario 20.30Kalaritana EcclesiaLunedì - Sabato 9.30 - 16.30rK Notizie - radiogiornaleLunedì - Venerdì 10.30 - 12.30rK Notizie - Cultura e SpettacoloSabato 11.30 - 17.30Kalaritana SportSabato 10.30 - 14.30Kalaritana SetteSabato 12.30 - 19.00 / Domenica 10.30 - 17.40L’udienzaLa catechesi di Papa Francesco - mercoledì 21.40 circaL’ora di NicodemoIntroduzione al vangelo di Luca - Giovedì 21.10Lampada ai miei passiCommento al Vangelo quotidianoogni giorno alle 5.15 / 6.45 / 21.00Dal 6 al 13 dicembre a cura di don Walter onanoOggi parliamo di...· Aiuto alla vita - Lunedì 19.10 / martedì 8.30· Comunicazione - martedì 19.10 / mercoledì 8.30· Libri - Giovedì 19.10 / Venerdì 8.30· Salute - Venerdì 19.10 / Sabato 8.30· Missione e mondialità - Domenica 19.10 / Lunedì 8.30Oggi parliamo con... / Codice rosa (a settimane alterne)· Intervista - mercoledì 19.10 / Giovedì 8.30

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frEQUENZE IN fM95,000 - 97,500 - 99,900

102,200 - 104,000

10 domenica6 dicembre 2015

«oggi Bangui diviene lacapitale spirituale delmondo». Con queste

parole papa Francesco ha intro-dotto il rito dell’apertura della Por-ta santa della cattedrale di Bangui,in Repubblica Centrafricana. Conquesto gesto il Santo Padre ha vo-luto sottolineare in particolarel’appello alla misericordia e allariconciliazione che proviene dalleperiferie dimenticate del mondo,e ha donato un segno profeticoed eloquente anche per l’occi-dente che rischia di ampliare ilsuo deserto spirituale se non ri-trova la capacità di riscoprire lafreschezza della sorgente delVangelo.L’Anno santo della misericordia,ha spiegato il Pontefice semprenelle parole introduttive al rito diapertura, «viene in anticipo inquesta Terra. Una terra che soffreda diversi anni la guerra e l’odio,l’incomprensione, la mancanza dipace. ma in questa terra sofferenteci sono anche tutti i Paesi chestanno passando attraverso lacroce della guerra. Bangui diviene

Papa. Nella città della Repubblica Centroafricana, Francesco ha aperto la Porta santa della Cattedrale

«Oggi Bangui diviene capitale spirituale del mondo»

la capitale spirituale della pre-ghiera per la misericordia del Pa-dre. Tutti noi chiediamo pace, mi-sericordia, riconciliazione, per-dono, amore. Per Bangui, per tuttala Repubblica Centrafricana, pertutto il mondo, per i Paesi che sof-frono la guerra chiediamo la pa-ce!».Nell’omelia della messa, celebratasubito dopo l’apertura della Portasanta nella cattedrale di Bangui,papa Francesco ha ripresol’espressione del Vangelo di Luca«passare all’altra riva» (cfr. 8,22),contenuta nel brano della «tem-pesta sedata»: «Gesù non ci man-da soli all’altra riva, ma ci invitapiuttosto a compiere la traversatainsieme a Lui, rispondendo, cia-scuno, a una vocazione specifica.Dobbiamo perciò essere consa-pevoli che questo passaggio al-l’altra riva non si può fare se noncon Lui, liberandoci dalle conce-zioni della famiglia e del sangueche dividono, per costruire unaChiesa-Famiglia di Dio, aperta atutti, che si prende cura di coloroche hanno più bisogno».

La via del perdono,sul quale insiste inmaniera decisiva ilGiubileo della mi-sericordia, è quelladella chiamata allaperfezione nellavita cristiana: «Ec-co – ha affermatoil Papa - la nostravocazione fonda-mentale: “Voi,dunque, siate per-fetti come è per-fetto il Padre vo-stro celeste” (mt5,48). Una delle esigenze essen-ziali di questa vocazione alla per-fezione è l’amore per i nemici, chepremunisce contro la tentazionedella vendetta e contro la spiraledelle rappresaglie senza fine. Gesùha tenuto ad insistere su questoaspetto particolare della testimo-nianza cristiana (mt 5,46-47). Glioperatori di evangelizzazione de-vono dunque essere prima di tuttoartigiani del perdono, specialistidella riconciliazione, esperti dellamisericordia. è così che possiamo

aiutare i nostri fratelli e sorelle a“passare all’altra riva”, rivelandoloro il segreto della nostra forza,della nostra speranza, della nostragioia che hanno la loro sorgentein Dio».I credenti sono chiamati a mani-festare al mondo la verità di unDio che è amore, anche in mezzoalle prove e alle difficoltà più dure:«Preparandoci al mistero del Na-tale, noi facciamo nuovamentenostro il cammino del popolo diDio per accogliere il Figlio venuto

Il Viaggio apostolico in Kenya,Uganda e Repubblica Centra-fricana ha caratterizzato la set-

timana del Santo Padre. La ric-chezza degli insegnamenti di pa-pa Francesco in terra d’Africa nonè facilmente sintetizzabile anchese si può tentare di richiamarealcuni filoni sui quali ha partico-larmente insistito: l’impegno perl’evangelizzazione e la testimo-nianza cristiana, la giustizia so-ciale e l’attenzione ai poveri, lacura dei giovani e delle vocazio-nie il dialogo interreligioso edecumenico.Il Pontefice ha insistito partico-larmente sulla chiamata ad esserediscepoli missionari nel nostrotempo. Per fare questo è indi-spensabile accompagnare l’azio-ne con la preghiera incessante:«Il vostro è un lavoro santo. LoSpirito Santo è presente laddoveil nome di Cristo viene procla-mato. Egli è in mezzo a noi ognivolta che eleviamo i cuori e lementi a Dio nella preghiera. Eglivi darà la luce e la forza di cuiavete bisogno! Il messaggio cheportate si radicherà tanto piùprofondamente nei cuori dellepersone quanto più voi saretenon solo dei maestri, ma anchedei testimoni. Che il vostro esem-pio faccia vedere a tutti la bel-lezza della preghiera, il poteredella misericordia e del perdono,la gioia di condividere l’Eucaristiacon tutti i fratelli e le sorelle» (Vi-sita a munyonyo e saluto ai ca-techisti e insegnanti, Kampala,Uganda, 27 novembre).Nelle parole del Papa non è poimancata una denuncia chiaradelle ingiustizie presenti nella

vita economica e politica del-l’Africa e l’esortazione all’impe-gno per lo sviluppo e l’attenzioneverso i poveri. «Nel contesto dellerelazioni economiche tra gli Statie i popoli non si può omettere diparlare dei traffici illeciti che cre-scono in un contesto di povertàe che, a loro volta, alimentano lapovertà e l’esclusione. […] Anchequesta situazione è un grido de-gli uomini e della terra che de-v’essere ascoltato da parte dellacomunità internazionale» (Visitaall’Ufficio delle Nazioni Unite,Nairobi, Kenya, 26 novembre).Il Santo Padre ha poi sottolineatocome solo operando per la pacee la riconciliazione è possibilecostruire un autentico sviluppodei popoli. «Fintanto che le no-stre società sperimenteranno ledivisioni, siano esse etniche, re-ligiose o economiche, tutti gliuomini e le donne di buona vo-lontà sono chiamati a operareper la riconciliazione e la pace,per il perdono e per la guarigionedei cuori» (Incontro con le Au-torità del Kenya, Nairobi, 25 no-vembre).Una delle indubbie ricchezzedell’Africa è data dai tanti giovaniche la popolano. A loro il Papa siè rivolto esortandoli all’impegnoe alla fiducia. «Tre cose. La prima:superare le difficoltà. La seconda:trasformare il negativo in posi-tivo. La terza: preghiera. Preghie-ra a Gesù che può tutto. Gesù,che entra nel nostro cuore e cicambia la vita. Gesù che è venutoper salvarmi e che ha dato la suavita per me. Pregate Gesù, perchéLui è l’unico Signore» (Incontrocon i giovani, Kampala, Uganda,

La ricchezza dei giornitrascorsi in AfricaIl Pontefice ha evidenziatol’attenzione ai poveri,alla giustizia socialee la necessità di pace

28 novembre). Il Santo Padre haincoraggiato in particolare i gio-vani a vincere la tentazione dellacorruzione. «Se non vuoi la cor-ruzione nel tuo cuore, nella tuavita, nella tua patria, cominciatu, adesso! Se non cominci tu,non comincerà neanche il tuo vi-cino. La corruzione ci ruba anchela gioia, ci ruba la pace. La per-sona corrotta non vive in pace»(Incontro con i giovani, Nairobi,Kenya, 27 novembre).Per papa Francesco chi percorreuna via di speciale consacrazioneal Signore deve comprendere chesi tratta di un cammino di totaledonazione, che non lascia spazioa interessi mondani. «Nella vitadella sequela di Gesù non c’è po-sto né per la propria ambizione,né per le ricchezze, né per essereuna persona importante nelmondo. […] La Chiesa non è unaimpresa, non è una ong. La Chie-sa è un mistero: è il mistero dellosguardo di Gesù su ognuno dinoi che dice “Seguimi!”» (Incontrocon il clero, i religiosi, le religiosee i seminaristi, Nairobi, Kenya,26 novembre).Nel corso della visita nella Re-pubblica Centrafricana, il SantoPadre ha poi incontrato la comu-nità musulmana, richiamando ilvalore del dialogo tra le varie fedireligiose. «Cristiani, musulmanie membri delle religioni tradi-zionali hanno vissuto pacifica-mente insieme per molti anni.Dobbiamo dunque rimanere unitiperché cessi ogni azione che, dauna parte e dall’altra, sfigura ilVolto di Dio e ha in fondo lo sco-po di difendere con ogni mezzointeressi particolari, a scapito delbene comune. Insieme, diciamono all’odio, no alla vendetta, noalla violenza, in particolare aquella che è perpetrata in nomedi una religione o di Dio. Dio èpace» (30 novembre 2015).

R. P.

LA CHIESA

a rivelarci che Dio non è soltantoGiustizia ma è anche e innanzi-tutto Amore. Dovunque, anche esoprattutto là dove regnano laviolenza, l’odio, l’ingiustizia e lapersecuzione, i cristiani sonochiamati a dare testimonianza diquesto Dio che è Amore».La testimonianza che viene daBangui possa illuminare il cam-mino giubilare che la Chiesa uni-versale si appresta ad iniziare sot-to la guida di papa Francesco.

roberto Piredda

Il Santo Padre ha così dato il via alle celebrazioni per l’Anno della misericordiache entreranno nel vivo il prossimo 8 dicembre. In Africa ha ricordato lesofferenze di una terra che soffre per la guerra, l’odio e la mancanza di pace

La programmazionedell’emittentedella nostra diocesi

domenica6 dicembre 2015 11L’INtErVIStA

nGIUBILEOCercasiaccompagnatoriIn occasione del Giubileodelle misericordia èpossibile diventareaccompagnatori volontari.Giovani e adulti, dai 18anni in su, che lodesiderano possono offrirela propria disponibilità adassistere i pellegrini nellacattedrale e nelle altrechiese giubilari delladiocesi.Avranno cura di accogliere ipellegrini, di accompagnarlilungo i percorsi giubilaricon il dovutoraccoglimento. Ladisponibilità è richiesta peril sabato pomeriggio/sera eper la domenica, oltreeventuali giorni feriali inoccasione di pellegrinaggiprogrammati da parte digruppi.Per diventare volontario ènecessario compilare ilmodulo disponibile sul sitowww.chiesadicaglairi.it,inviarlo via e-mail a:[email protected],allegando copia di undocumento di identitàvalido, una foto-tessera euna lettera dipresentazione: per i laici daparte del proprio parroco,per i religiosi e le religioseda parte del propriosuperiore.

n CArItASI dieci anni del centrodi Solidarietàmercoledì 2 dicembre alle10.30 si è svolta lacelebrazione del decennaledall’apertura del Centrocomunale di solidarietàGiovanni Paolo II, in vialeSant’Ignazio 88.Per l’occasione è stataavviata un’iniziativa dibeneficenza denominata«Il dono».Si tratta di una mostrafotografica realizzata daEnrico Albiani, volontariodella Caritas.Il Centro di solidarietà«Giovanni Paolo II» venneaperto nel 2005, perospitare in un unico puntol’intera gamma dei serviziofferti dalla Caritas allepersone in difficoltà ebisognose di aiuto, il cuinumero è in crescita.

BrEVI

Don Alessio: la chiesa belgasfida la paura con il dialogo

Dopo gli attentati di Parigi,il terrore si è spostato aBruxelles. Stato d'allerta fi-

no al livello massimo possibilenelle settimane scorse nella ca-pitale belga e, seppur a un livellopiù basso, anche nel resto delpaese. Il timore che potesseroessere realizzati attentati altret-tanto sanguinosi come quelli chesi sono verificati nella capitalefrancese ha costretto le forze del-l'ordine a prendere queste misuredi grande emergenza. Strade elocali quindi chiusi nella capitalebelga, con vaste operazioni di

polizia in tutto il paese. Compresala zona di Liegi, dove opera daalcuni anni, come missionario,don Alessio Secci, originario diNurri che presta il suo serviziopresso la comunità italiana stan-ziata in questo angolo del Belgio,purtroppo non a riparo dalle de-rive estremistiche, nonostante lapacifica convivenza tra popola-zioni.«L'allarme non è stato così altocome nella capitale – dice il sa-cerdote – ma la gente ha trascor-so giorni di paura per il timore diavere degli attentatori pratica-mente sotto casa. Nonostante icontrolli militari, la vita è comun-que trascorsa con un certo livellodi normalità. Le scuole e gli ufficisono rimasti aperti, ma dopo il13 novembre qualcosa è cam-biato anche qui. Nonostante que-sta tranquillità infatti, è maturatala consapevolezza che anche aLiegi le forze dell'ordine hannoaumentato sensibilmente la loropresenza. Tanti i convogli militariche abbiamo visto passare neigiorni di piena emergenza in di-rezione Bruxelles».

Giorni dunque non facili per lanazione belga, che ha dovuto farei conti con uno stato di allertasenza precedenti. «E la comunità– conferma don Alessio – è rima-sta sensibilmente provata dal-l'esperienza vissuta in quei fre-netici giorni. In questa zona lamulticultarità è ben presente enon da poco. La comunità mu-sulmana è molto attiva e il nu-mero di emigrati è considerevole.Certamente non giova alla co-munità tutta sapere che ci po-trebbe essere qualcuno al propriointerno in grado di uccidere civilie persone innocenti. è un qual-cosa di molto forte e delicato.Come comunità cristiana cer-chiamo di sostenere e superarequesta situazione attraverso lapreghiera. Ed evitiamo a ogni co-sto di cadere nel sospetto gene-rale. Siamo consapevoli che, da-vanti a noi, ci sono persone chepotrebbero soffrire, e non poco,da un clima di questo tipo. Serveinvece una condivisione generaleintorno al concetto stesso di pacee di rispetto reciproco. Ecco per-ché come comunità siamo molto

attenti a non instaurare sospettidi carattere generale, soprattuttorivolti a coloro che alcuni consi-derano come “stranieri”».Da tempo il Belgio è profonda-mente inserito in un contesto diampia multiculturalità. Nota è ladivisione del paese in regionefiamminga e regione vallona, icui confini sono tracciati sia subasi etniche sia su basi lingui-stiche. La ricchezza del territo-rio, soprattutto in termini mine-rari, ha portato in passato a unafortissima migrazione, dallastessa Sardegna, verso questopaese del nord Europa. E il dif-fuso benessere ha portato, neglianni, in Belgio numerosi migran-ti provenienti dalle nazioni delmedio oriente e dell'Africa. male comunità hanno espresso unsecco no alla diffusione di pre-concetti ideologici in grado dimettere in discussione la pacificaconvivenza.«Già fin dal 13 novembre – dicedon Alessio – la comunità cri-stiana si è messa in contatto conquella musulmana per creareoccasioni di incontro reciproco.

Proprio pochi giorni dopo gli at-tentati di Parigi, a 25 chilometrida Liegi, è stato sventato un at-tacco proprio dove è massima lapresenza araba nel paese. Dopoquello che è stato un momentodifficile, le comunità hanno de-ciso di instaurare un intenso dia-logo, all'insegna dell'incontroreciproco. Si è cercato insommadi abbattere il muro dell'indif-ferenza, ma anche quello delpregiudizio, perché non tutti imusulmani abbracciano l'ideo-logia terrorista, così come nontutti parteggiano per l'Isis. èquindi importante che si percor-ra la via del dialogo tra confes-sioni religiose».Quanto accaduto in Belgio dimo-stra quindi che è possibile nonabbandonare l'idea di convivenzafraterna e pacifica tra etnie e po-polazioni, nonostante lo stato diallerta e nonostante le preoccu-pazioni per il futuro. «Le comu-nità – evidenza il missionario –hanno certamente vissuto mo-menti molto importanti nei giorniscorsi, finalizzati a ritrovare e anon lasciare la via della pace tra ipopoli. è un segno davvero im-portante per tutta la comunitàbelga senza distinzione alcuna.Le differenze di origine, così co-me di cultura e di linguaggio, nonpossono essere ostacolo per unincontro».

Andrea Pala

La testimonianzadi un nostro sacerdotemissionario degliemigrati italianinella città di Liegi

Giovane prete, originario di Nurri, don Alessio da tempo si trova in Belgiocome cappellano degli italiani, e racconta il clima che si respira nel Paese dopo le tensioni scaturite in seguito ai fatti di Parigi dello scorso 13 novembre, che hanno spinto il governo a blindare frontiere e presidiare le città

L’adorazione eucaristica nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo«Quando uno contempla il Croci-

fisso comprende quanto Gesù ciamò, quando uno contempla

l’Eucarestia, comprende quanto Gesù ciama». Queste parole pronunciate dal ve-scovo di Pamplona, Francisco Perez Gon-zales nella messa pontificale di riparazioneche si è celebrata il 28 novembre scorsoalle 19 nella Cattedrale di Santa maria laReal in Pamplona, ci consente di entrare inuno dei fatti sicuramente più incresciosidella storia di Spagna e d’Europa del mo-mento presente, come è stato autorevol-mente definito; nel maggior episodio di cri-stianofobia dalla guerra civile spagnola deglianni ’30, al presente.mi riferisco al gravissimo atto sacrilegocompiuto e perpetrato in madrid e nellastessa Pamplona contro l’Eucarestia, da unopseudo artista che, invocando libertà diespressione oltreché la sua accesissima op-posizione alla Chiesa, in modo speciale al-l’opus Dei che in Pamplona ha la sede della

Università di Navarra, fondata nel 1952 dasan Josemaria Escrivà (università che ha 4sedi e 33 programmi di dottorato con unospedale e un centro di ricerca medica uni-versitario) ha rubato durante varie celebra-zioni della messa 242 ostie consacrate, cheha poi disposto per terra formando la parola«pederastia», all’interno di una sua mostra,nella città di Pamplona appunto, intitolata«Amen» e volta a condannare i peccati pub-blici della Chiesa cattolica. Il sacrilegio si èperpetrato da venerdì 20 novembre giornodella apertura della «mostra», ma le ostieerano state raccolte in celebrazioni euca-ristiche durante tutta l’estate.Si è saputo che qualcuno ha raccolto le ostiee le ha portate in una chiesa della città, mal’autore dell’atto sacrilego ne ha espostole foto, che in un certo senso continuano ilsignificato del gesto sacrilego ed ha an-nunciato di aver già raccolto tramite «vo-lontari» altre 36 ostie consacrate.La nostra comunità parrocchiale, per il fatto

che vive e propone l’adorazione eucaristicaquotidiana da 11 anni a questa parte, sentemolto il peso di questo atto sacrilego. Sentecon forza, più che mai in questo momentostorico, la necessità della riparazione, cheè l’offerta personale di amore a Cristo eu-caristico come risposta al suo amore infinitoper noi e come offerta di atti di carità checompensino il peccato di ciascuno e quellodi tutti. Se è vero come è vero che «dove ha abbon-dato il peccato sovrabbonda la misericordia»(Rm 5,20) è vero anche che dove abbondail peccato deve sovrabbondare la ripara-zione, cioè l’amore.L’Eucaristia è nata nel Giovedì santo dalcuore di Cristo come dono di prossimitàdel Signore, che nutre il cuore, alimenta lavita cristiana, costruisce vincoli di fraternità,spinge alla testimonianza.La parrocchia dei santi Pietro e Paolo a Ca-gliari ha proposto giovedì 26 novembrescorso una serata di preghiera, durante la

quale molta gente ha adorato e riparato enella quale sono state offerte più di 150comunioni con il fine della riparazione. Giovedì 3 dicembre propone ugualmenteuna serata di preghiera dalle 17 alle 22 conil fine riparatorio.Alle 18 il rosario e la Benedizione eucaristica,alle 18.30 la messa e alle 21 l’ora di adora-zione animata dai giovani.Chiediamo che si uniscano tutti coloro chesentono la gravità di questo sacrilegio e ildovere della riparazione, che si diffonda lavoce per chiamare quanti più è possibileall’offerta di amore verso Gesù sacramen-tato.Ci uniremo ancora al numero di oltre100mila testimonianze di affetto e ripara-zione inviate da tutte le parti di Spagna edel mondo al vescovo di Pamplona - Tudela,ci uniremo soprattutto nel professare la no-stra fede nella Eucaristia e il nostro amoreriparatore per l’orribile sacrilegio.

don Chicco Locci

èstato inaugurato nel corso diuna riunione a oristano tra idirettori dei media ecclesiali

dell’isola e alla presenza del di-rettore dell’ufficio nazionale perle comunicazioni sociali dellaConferenza episcopale italiana,don Ivan maffeis - il portale uffi-ciale della Conferenza episcopalesarda (Ces) www.chiesasarda.org.Realizzato a cura dell’ufficio re-gionale per le comunicazioni so-ciali della Ces, con il supportodell’ufficio informatico della Cei,il sito si colloca nel solco di quan-to auspicato dai vescovi della Sar-degna che in diverse occasioniavevano sottolineato «la necessitàdi un sempre più organico lavorodi coordinamento e di individua-zione di percorsi per dare al-

l’azione della Chiesa in Sardegnaun volto sempre più unitario eincisivo, capace di individuareobiettivi rispondenti alle doman-de poste dalla nostra realtà re-gionale».Attraverso le nuove pagine inter-net e grazie all'utilizzo di unagrafica pulita ed essenziale, cheoffre la possibilità di fruire facil-mente dei contenuti e ben siadatta alla natura «istituzionale»,sarà possibile essere costante-mente informati in merito alle ini-ziative promosse a livello regio-nale dalla chiesa sarda, conoscerei principali appuntamenti eccle-siali regionali, scaricare i docu-menti ufficiali e consultare i co-municati stampa relativi alle riu-nioni periodiche dei vescovi della

Nuovo portale web dei vescovi dell’IsolaInaugurato sabato scorso, il sito vuol dareinformazioni sulle iniziative di livello regionale

Sardegna.Il sito, inoltre, descrive la com-posizione della Conferenza epi-scopale sarda con i nomi e le fotodei vescovi in carica e di quelliemeriti e contiene i dati relativialla regione ecclesiastica e allesingole diocesi tratte dall'Annua-rio Pontificio.Alcune aree tematiche verrannoimplementate nel corso dei pros-simi mesi: si tratta dello spazio

«Volti della fede» che presenteràprofili biografici di persone si-gnificative nel panorama eccle-siale dell’isola e della sezione«Chiesa e mondo» che aprirà unafinestra sul panorama ecclesialeoltre i confini della Sardegna.Il nuovo sito è raggiungibile an-che attraverso i domini www.sar-degna .ch iesaca t to l i ca . i t ,www.chiesasarda.com ewww.chiesasarda.net.

n IN LIBrErIAIn dialogo con Etty Hillesum

«Anime attente: Dialogo conEtty Hillesum» di KarimaBerger è un dialogoimmaginario, di grandeintensità, che mette in lucela figura straordinaria diEtty Hillesum e la ricerca diun senso all’esistenza, inun’epoca dominata dallafollia.Su Etty Hillesum sono stativersati fiumi d’inchiostro finda quando questa figura,complessa e controversa, è

stata«scoperta»attraverso ildiario e lelettere.ma, proprioper la suacomplessità,per lavarietàinfinita ditematiche

che la sua vita, il suopensiero, le sue sceltemettono in luce, ogni nuovaparola scritta su Etty puòessere preziosa e originale.Tanto più se una scrittricefrancese di origini algerine,Karima Berger, utilizza unartificio stilistico (che non èsoltanto formale) perraccontare ancora una voltala vicenda esistenziale diquesto personaggiostraordinario.L’autrice prende spunto daun fatto vero. Quandoviveva ad Amsterdam, Ettyaveva appeso la fotografiadi una ragazza marocchinasopra la sua scrivania.A volte si rivolgeva a questafigura orientale scrivendo ilsuo diario. Partendo daquesto dato,apparentemente marginale,la Berger dà voce alla«piccola marocchina dagliocchi animaleschi e limpidi»,che instaura così un dialogodi grande intensità con EttyHillesum. Corrispondenzenotevoli fra le due vite darenderle quasi sorelle.

LEttUrE

12 domenica6 dicembre 2015L’AttUALItà rEGIONALE

è necessario fare rete tra i media cattolici della SardegnaFare rete e investire sulle persone: il rilancio dei media diocesani sardi

deve passare attraverso la cooperazione e la professionalità. è quantoemerso nell’incontro tra il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali

della Conferenza episcopale italiana, don Ivan maffeis, i direttori e i col-laboratori degli uffici diocesani per le comunicazioni sociali e i rappre-sentanti della stampa cattolica (Ucsi) e del meic, che si è tenuto sabato

scorso ad oristano. In Sar-degna ci sono 11 testatediocesane iscritte alla Fisc (7settimanali, 2 quindicinali e2 mensili) con una tiraturadi un milione di copie all’an-no e circa 30mila abbonati.Completano il quadro alcuneradio diocesane e parroc-chiali, l’inserto mensile diAvvenire, la web-tv dei fratiCappuccini, alcuni periodicidi parrocchie e ordini reli-

giosi e il sito della Conferenza eEpiscopale sarda, appena messo online.Principali criticità di questo sistema – ha evidenziato il delegato regionaledella Fisc marco Piras – sono la poca capacità di innovazione, un'attivitàredazionale basata quasi esclusivamente sul volontariato e uno scarsoutilizzo dei social network. Durante l’incontro, la stampa diocesana sardaha chiesto all’Ufficio nazionale maggiore sostegno nella formazione, unsupporto legale e amministrativo e una maggiore veicolazione dellenotizie sui canali nazionali dell’agenzia Sir e di Avvenire. Dal raccontodegli addetti ai lavori è emersa una realtà fatta di tanto impegno, maanche di localismi e difficoltà dovute alla mancanza di risorse, profes-sionalità e coordinamento centrale.Don Ivan maffeis ha annunciato ladisponibilità dell’ufficio nazionale a fornire un supporto di formazionee assistenza (amministrativa, legale e anche tecnologica) e a contribuire,con una somma tra i 15mila e i 20mila euro, alla realizzazione dei progettiper il rilancio dei media diocesani sardi, puntando su pagine regionali eutilizzo dei social. «Chiedete – ha spiegato – e fate sentire la vostra vocema non organizzate cose che non servono. Individuate i bisogni reali,ma non attendete soluzioni da Roma». (www.blogosocial.com)

Alessandro Zorco

n MEDIA. Incontro a oristano con don Ivan maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale comunicazioni sociali

www.chiesasarda.org

domenica6 dicembre 2015 13L’AttUALItà NAZIONALE

n IN fACOLtà Una due giorni di convegno

Nell’aula magna dellaFacoltà Teologica dellaSardegna il 4 e 5 dicembreuna due giorni di studi daltitolo "L'agiografia sardaantica e medievale: testi econtesti". Il convegno vuolrendere noti i risultati delprogetto di ricerca"Passiones martyrumSardiniae", vinto dallaFacoltà con la leggeregionale 7/2007 sullaricerca di base e coordinatodal professor Antonio Piras,docente di letteraturacristiana antica. Entro ilprossimo anno è prevista, acura della Facoltà, lapubblicazione di un'edizionecritica dei testi agiograficisardi che terrà conto di tuttala tradizione manoscrittadelle Passiones.Nel convegno, suddiviso intre sezioni (filologica,archeologica eantropologica), previstiinterventi dei borsisti delprogetto per esporre irisultati dei loro studi,insieme ad altri studiosi edocenti universitari degliatenei sardi per presentarele relazioni di contesto, suisiti archeologici e sulletradizioni popolari relative alculto di questi martiri.

n ALLA tEOLOGICA Il 14 e15 dicembre sarà Open Day

Il 14 e 15 dicembre l’istitutosalesiano «Don Bosco» diCagliari organizza «openday», due giornate diapertura al pubblico. Saràl’occasione per i genitori deiragazzi che frequentano laquinta elementare o la terzamedia di conoscere l’offertaformativa della prestigiosaistituzione salesiana,presente in città da oltre unsecolo. Il 14 dicembre dalle17.30 spazio allaconoscenza delle attivitàdella scuola media, il giornosuccessivo per quelle delliceo. Per informazioni è possibilecontattare il numero070658653 oppure via mailall’[email protected].

BrEVI

Il disagio abitativo in Italia hasuperato la soglia dell’emer-genza sociale.

La casa di proprietà, consideratada sempre un «bene rifugio», stadiventando oggi, a causa dellacrisi, un «bene disagio» perchérisulta fonte di preoccupazionela difficoltà di pagare la rata delmutuo, l’affitto, le spese per leutenze, fino alle gravi conse-guenze come gli sfratti e i pigno-ramenti.Il recente studio «Un difficile abi-tare» (Edizioni lavoro) realizzatoda Caritas italiana insieme con ilSindacato degli inquilini (Sicet) ela Cisl, mette in evidenza che gliitaliani destinano un terzo delproprio reddito alle spese per lacasa. Dall’indagine, condotta suun campione di 1000 utenti deicentri d'ascolto e degli sportelliSicet di 15 città italiane, emergeche il 68,7% di coloro che chie-dono aiuto alla Caritas incontragrandi difficoltà a pagare l'affitto,il mutuo e le spese condominiali.E sono in costante aumento co-loro che non ce la fanno: nel 2014i provvedimenti esecutivi di sfrat-to sono stati 77.278 (+5% rispet-

to all’anno precedente), di cui69.015 per morosità. Per la Bancad’Italia queste cifre portano giàa superare la soglia di «sofferenzaeconomica».mentre il mercato immobiliareregistra una caduta delle com-pravendite (-3,4%), diversi maliche affliggono il «pianeta casa»in Italia. Troppi gli affitti ancora in nero.Dall’indagine risulta che l’11%delle persone in affitto non ha unregolare contratto; al 26,6% nonviene rilasciata alcuna ricevuta; il36,6% riceve una ricevuta con unammontare più basso. Il 46,2%degli intervistati vive in zone con-trassegnate da criminalità e, aseguire, mancanza o carenza diaree verdi (35,9%) e di collega-menti (28,8%).molte sono le case piccole e mal-messe. Quasi la metà degli in-tervistati vive in abitazioni «strut-turalmente danneggiate», o di«ridotte dimensioni», e il 20,4%denuncia la «mancanza di lumi-nosità» nell’abitazione. A fronte di questo disagio le ri-sposte istituzionali risultano mol-to deboli: solo il 23,5% del cam-

Quando la casaè un problemaCaritas italiana denuncia le grandi difficoltàper pagare affitto, mutui e spese condominiali

pione usufruisce di misure so-cio-assistenziali come il Fondosociale affitto. Caritas e Sicet evi-denziano in particolare la neces-sità di un Piano per l’edilizia re-sidenziale pubblica, come haspiegato Walter Nanni, respon-sabile del centro studi di Caritasitaliana, sul mensile «ItaliaCari-tas». «Andrebbero realizzati - di-ce - la costruzione e il recuperodi alloggi pubblici a canone so-ciale e di alloggi in affitto a ca-none sopportabile, ponendo alcentro l’efficienza energetica, lasostenibilità ambientale e la qua-lità insediativa».Altre proposte sono l’istituzionedi un Fondo nazionale per il wel-fare abitativo, un osservatorio

nazionale sulla casa, per moni-torare il fabbisogno e l’emergen-za abitativa, una riforma dellalegge sull’affitto 431/98 finaliz-zata alla riduzione dei canoni econ penalizzazioni fiscali sullecase sfitte. A livello locale si po-trebbe pensare a censimenti e re-cupero degli alloggi pubblici eprivati sfitti o inoccupati (da af-fittare a canoni sostenibili) e aduna migliore definizione dei pianiurbanistici. In Italia, nelle casepopolari gestite dagli ex Iacp abi-tano circa 2 milioni, spesso fa-miglie con persone disabili, an-ziani e redditi molto bassi. Le do-mande di alloggio in attesa diesecuzione sono ben 650.000.

Salvatore Maciocco

Chiese italiane impegnate nell’accoglienza ai migrantiIministri della Giustizia e degli Interni europei, riunitisi il 20 novembre

per affrontare l’emergenza terrorismo, hanno concordato sulla ne-cessità di aumentare i controlli e rivedere il trattato di Schengen.

Dopo Parigi, la paura di altri attacchi da parte dell’Isis, modificherà(speriamo temporaneamente) la nostra idea di libera circolazione tra

i paesi dell’UnioneEuropea.Quali saranno le ri-cadute di queste de-cisioni sulla crisiumanitaria dei pro-fughi? Le centinaia dimigliaia di personeche bussano alle no-stre porte non sonoscomparse improv-visamente solo per-ché non se ne parlapiù. La maggioranzadei profughi fuggedagli stessi pericoli

che noi temiamo: terrorismo e bombe. L’Europa, che già ora appareuna «fortezza», rischia di diventarlo ancora di più, e l’aumento deicontrolli, che di fatto aboliscono Schengen, scaricano tensioni e pauresu chi ha più bisogno di aiuto e accoglienza: i rifugiati.Senza rendersi conto che chi è disperato cambierà strada e cercheràqualsiasi mezzo pur di salvarsi. migliaia di persone sono bloccate allefrontiere di Grecia, Croazia, Serbia, mentre crescono i km di muro traUngheria e Serbia, tra Bulgaria e Turchia e tra Grecia e Turchia. Neifatti il piano europeo di redistribuzione dei profughi è già fallito primadi iniziare, e le misure antiterrorismo richieste dalla Francia complicanodi molto la situazione. In controtendenza rispetto a questo quadrodrammatico la Caritas italiana ha registrato, dopo i fatti di Parigi, unaumento delle richieste di accoglienza dei profughi nelle parrocchiee nelle famiglie. Il progetto «Un rifugiato a casa mia», inizialmenteprevisto per 200 persone è arrivato a 700 un mese fa. «Ci immagina-vamo – ha commentato oliviero Forti, responsabile dell’area immi-grazione di Caritas italiana - una frenata invece abbiamo raggiuntonumeri importanti. Questo dimostra un disallineamento tra il dibattitopolitico e mediatico e la percezione della gente che ha sicuramentepaura ma non la collega al tema “rifugiati”»

S. M.

n IMMIGrAZIONE. mentre l’Europa blinda le frontiere contro il terrore, in Italia le parrocchie aprono le porte

Jihad, jihadismo, sono termini noti che si riferiscono al fe-nomeno del fondamentalismo islamico, che purtroppo rim-balzano sempre più frequentemente nelle nostre giornate.

L’escalation di attentati terroristici che a partire dall’attentatoalle Torri gemelle dell’11 settembre 2001 si sono diffusi a di-mensione planetaria ha portato papa Francesco a parlare diuna terza guerra mondiale combattuta «a pezzi» con crimini,massacri e distruzioni. è riconosciuta la capacità professionalecon cui l’Isis si serve delle nuove tecnologie mediatiche per lapropaganda di arruolamento, ma viene da chiedersi che cosapossa spingere soprattutto i giovani a aderire a questi idealidi distruzione, anche a prezzo della propria vita.Un bisogno, proprio di ogni essere umano, è quello di affermarela propria dignità al di là del potenziale economico o dellacondizione sociale. E particolarmente su questa «dignità offesa»fanno leva i jihadisti per sedurre quei giovani che si sentonoemarginati dal sistema sociale vigente nelle complesse societàoccidentali. Paradossalmente, quella dignità umana che l'oc-cidente ritiene oltraggiata dagli attacchi di Parigi è la stessache spinge i giovani jihadisti a colpire le nostre certezze, ilnostro stile di vita, le nostre regole di convivenza.Più che con le bombe, allora, la lotta al terrorismo islamicodovrà passare, all’interno dei confini europei, attraverso la viamaestra del dialogo delle culture e delle religioni e, nello stessotempo, alimentarsi di virtù come la semplicità, la povertà,l’umiltà, la carità, che rappresentano l’atteggiamento essenzialeper il rispetto. La dignità di ogni essere umano – essenza dellacultura occidentale – affonda le sue radici nella fede cristianae rinvia ad un concetto secolare. Il rispetto dell’essere umano,nella sua unicità e individualità, e valori come la libertà, l’ugua-glianza e la fraternità, trovano infatti il proprio nucleo essenzialenel rispetto della dignità umana, sia quale conseguenza del-l’essere l’uomo a immagine e somiglianza di Dio sia, qualeconseguenza dell’essere l’uomo in costante e dinamica rela-zione con altri uomini, cui consegue il reciproco riconoscimentoche sta alla base dei nostri ordinamenti giuridici.

S. M.

madre Teresa di Calcuttasarà canonizzata il pros-simo settembre 2016,

durante il Giubileo della mise-ricordia. Lo ha riportato inizial-mente l’agenzia di stampa Agi,indicando come possibile datalunedì 5 settembre, memorialiturgica della Beata, fondatricedelle missionarie della Carità, e19mo anniversario della suascomparsa. ma sembra più pro-babile che la canonizzazione sisvolga il giorno precedente, cioèdomenica 4 settembre.Il miracolo che potrebbe far ele-vare madre Teresa sugli onoridegli altari è la guarigione in-spiegabile di un uomo brasilia-no, della diocesi di Santos, al-l’ultimo stadio di un tumoremaligno al cervello, avvenutadopo che il malato aveva pre-gato intensamente madre Te-resa. Dalle Tac è improvvisa-mente scomparso il cancro chesi era ormai esteso a un’ampiaporzione del cervello. Per arrivare a ufficializzare lacanonizzazione sono perònecessari ancora dei passi. Ilpresunto miracolo attribuitoall'intercessione della beatamadre Teresa sarà preso in

esame dai cardinali e vescovidella Congregazione per leCause dei santi il mese pros-simo. Anche se quello deiporporati non è un esame dimerito, sono sempre possibilirichieste di approfondimentiche possono far slittare itempi del processo. Dopo chei porporati della Congrega-zione si pronunceranno, ilPapa approverà il miracolo ecomunicherà la data della ce-rimonia al concistoro dei car-dinali.madre Teresa, al secolo AnjëzëGonxhe Bojaxhiu, era nata aSkopje, capitale dell'attuale ma-cedonia, da genitori albanesi, il26 agosto 1910. Visse la mag-gior parte della sua esistenza

Per Madre teresa si avvicinail tempo della santificazione

Cosa muovei giovani jihadisti?

in India prendendosi cura deipiù piccoli tra i poveri in rispostaalla chiamata di Gesù: «Vieni,sii la mia luce». Fondò la Con-gregazione delle missionariedella carità e più tardi dei Fratellimissionari della carità. morì a Calcutta il 5 settembre1997. Il processo che ha por-tato al riconoscimento dellevirtù eroiche e dei miracoli siera aperto a meno di due annidalla sua morte a causa delladiffusa fama di santità. La ce-rimonia di beatificazione è av-venuta in piazza San Pietro il19 ottobre 2003, presiedutada Papa Giovanni Paolo II, le-gato alla religiosa da una pro-fonda amicizia.

S. M.

La possibile datadi canonizzazionepotrebbe essereil prossimo 4 settembre

Alla radice dei sentimenti che animanol’attività di propaganda per l’arruolamentodei terroristi del sedicente «Stato Islamico»

14 domenica6 dicembre 2015L’AttUALItà INtErNAZIONALE

La vicenda dell’abbattimento del jet dacombattimento russo Sukhoi Su-24 daparte di un F-16 turco, ha evidenziato la

politica ambigua di Russia e Turchia nelloscacchiere mediorientale e in particolare inSiria.I due paesi fanno parte della grande coalizioneche combatte in Siria per sconfiggere i ter-roristi dell’Isis, ma perseguono interessi pernulla coincidenti.Ankara vuole rovesciare il dittatore sirianoAssad per trasformare la Siria in uno Statosunnita ispirato ai principi della Fratellanzamusulmana, cui si rifà anche il partito Akp diErdogan, e diventare il principale attore re-gionale vista la debolezza dei Paesi arabi.mosca invece, appoggiando Assad, cerca unavittoria politica e militare, per imporsi in mediooriente a scapito degli Usa e rafforzare cosìla propria presenza in vista di una eventualetransizione politica siriana.

In questo modo Putin si ritrova a combattereinsieme all’Iran, a sostegno del presidentesiriano Bashar al Assad il cui esercito combattea fianco dei pasdaran iraniani e delle milizielibanesi di Hezbollah, tutti sciiti.Si combatte contro Isis ma anche per inde-bolire le forze di opposizione ad Assad. LaRussia, inoltre, accusa la Turchia di fare affaricon Isis, acquistando in contrabbando pe-trolio, opere d’arte trafugate e facendo pas-sare, attraverso le sue frontiere, combattentistranieri e mezzi. Erdogan – forte di un ac-cordo con l’Arabia Saudita – continua ad ad-destrare le milizie anti Assad alle quali ga-rantisce rifornimenti e armi. Nel contempobombarda i curdi.I combattenti peshmerga (forze armate curde)sono i principali nemici di Isis al quale hannoinflitto diverse sconfitte militari sul campo,grazie anche all’appoggio dell’aviazione ame-ricana.

obiettivo turco è quello di evitare che il pre-stigio acquisito sul campo di battaglia daicurdi valga loro il diritto di creare un proprioStato tra la Siria e l’Iraq che verranno.E tutto questo causa un’emergenza umani-taria che coinvolge almeno 40mila personee che si aggiunge a quella in corso dall’iniziodella guerra (2011) che ha portato nel paesedella mezzaluna 1,9 milioni di profughi si-riani.mai come ora l’ordine deve essere ripristinatoattraverso la collaborazione di tutte le potenzein campo, da quelle sovranazionali come l’Uea quelle regionali e locali.Senza ambiguità e doppi giochi, in balloc’è una destabilizzazione di dimensione glo-bale con costi altissimi per tutte le popola-zioni, non solo della zona, ma anche per l’Eu-ropa, che avrebbe ripercussioni sul suo ter-ritorio,

S. M.

MEDIOOrIENtESi può costruireuna vera pacea colpi di missili?La crisi tra Russia e Turchiadopo l'abbattimento del jetda combattimento russo

Caro MassimilianoRiceviamo e pubblichiamol’omelia funebre pronunciataalle esequie di MassimilianoGhiani celebrata a Gergei.mi rivolgo a te, prima di tutti,sapendo che tra noi, ancorapellegrini sulla terra, e te, contutti i morti che vivete la pacedel Paradiso e che, pur nonavendo più la capacità divederci, rimane la capacità diun dialogo che non siinterrompe solo perché ilvostro corpo ha cessato divivere. Ci siamo chiesti tantevolte: dove sono i nostrimorti? Dove sei tu,massimiliano? Ci risponde illibro della Sapienza: «Leanime dei giusti sono nellemani di Dio, nessun tormentole toccherà». E poiché Dio è«in cielo, in terra e in ogniluogo», come ci insegna ilcatechismo, anche i mortiquindi sono in Dio e anchementre diamo a te l’estremosaluto, Dio e la tua anima,sono a fianco a me, a fianco aituoi genitori Cesare e Pina, afianco della tua sposa milena,di tua sorella Silvia conDemetrio, a fianco dell’assemblea che riempie lasplendida chiesa parrocchialedi Gergei. è su questo altareche 30 anni fa ti ho accoltonel gruppo dei 35 ministranti.E tu eri sempre puntuale,preciso nei servizi liturgici cheti venivano affidati, ordinato esempre sorridente. Quelsorriso che esprimeva la tuainteriorità,, ti haaccompagnato per tutta lavita. Non si è spento neppuretra il 14 gennaio scorso,giorno del primo ricovero,fino al 26 novembre, giornodella tua morte. Tante volte,quando ci sentivamo, midicevi che eri contento,ottimista e che avrestisuperato anche questaterribile prova. Lo dicevi a unprete amico a cui hai volutotanto bene, così come io horicambiato questo affetto perte e per tutta la tua famiglia.Il proverbio che recita:«L’uomo propone, Diodispone». Ed è Dio, quelPadre che ci amainfinitamente e contenerezza, che ti ha chiamatoa se da questa vita perchésiamo tutti figli suoi, non ciapparteniamo e siamodestinati a ricevere come figlil’eredità che è la vita eterna,cioè la vita stessa di Dio.Umanamente tutti noifatichiamo oggi ad accettarequesta prova, ma proprio perquesto ti chiedo la carità dipregare per noi, in attesa chedi incontrarci un giorno tuttiinsieme, nella casa del Padre.Grazie, massimiliano, per latua semplicità, per la tuafiducia, per tutto quello chesei stato per noi. Carissimi Cesare e Pina, a voiuna parola di conforto, con leparole della fede: «la vita dimassimiliano non è tolta, matrasformata». A te, caramilena, che, pur sapendo chemassimiliano era affetto dauna leucemia gravissima, lohai sposato per poterloaccudire giorno e notte. Nonsei scappata via: quello chehai fatto è vero amore. E anome di tutti ti ringrazio diquesto fulgido esempio. A te,Silvia, una parola di coraggioperché hai perso tuo fratello,l’unico che avevi, ma che nonsi dimenticherà di te e dellatua famiglia. A tutti voipresenti: credete nella viaeterna.

tore ruggiu

domenica6 dicembre 2015 15LA fOrMAZIONE

DEttO trA NOI

Il recente convegno catechisticoe pastorale della nostra diocesi,iniziando il triennio dedicato

ai giovani, ha conosciuto pas-saggi importanti relativamentealla fascia dei ragazzi e degli ado-lescenti che nelle nostre comunitàparrocchiali decidono di intra-prendere i percorsi di iniziazionecristiana e di approfondimentodella fede.L’immagine del «ponte» che col-lega l’intensa attività svolta nelleparrocchie per i cammini di ini-ziazione cristiana e la pastoralegiovanile che ha cura di proporrepercorsi formativi in un’età in cuisi intravedono o si stanno stabi-

lizzando scelte esistenziali im-portanti e decisive, ben definisceil passaggio esistenziale e di con-sapevolezza umana e spiritualecaratterizzato dall’età adolescen-ziale. Un tempo in cui anche la comu-nità cristiana come altre realtàeducative fa esperienza della dif-ficoltà nel dialogo con i ragazzie gli adolescenti e, soprattutto,si ritrova sprovvista, nella mag-gior parte delle situazioni, distrumenti, contenuti, risorse esoprattutto di catechisti e ani-matori attrezzati, formati e, uma-namente, spiritualmente ed ec-clesialmente, decisivi nell’inter-

cettare domande e accompagna-re cammini tipici dell’età adole-scenziale.Per questo motivo, anche alla lucedei recenti «orientamenti pasto-rali diocesani per il triennio», lacollaborazione tra diversi ufficidiocesani, coordinati dalla pa-storale giovanile, sta muovendoi primi passi verso una pastoraledei ragazzi e soprattutto per pro-muovere percorsi formativi a ser-vizio di catechisti, animatori ededucatori propensi ad un cam-biamento di mentalità e di prassipastorale e, di conseguenza, ca-techistica. «I prossimi anni de-vono essere dedicati alla forma-zione di personalità educativeche nella parrocchia sappiano ge-stire con competenza e senso diresponsabilità anzitutto il delicatopassaggio di ricerca dell’identitàche vivono i ragazzi tra i 12 e 17anni: figure educative di riferi-mento (genitori, catechisti, ani-matori...) che siano per i ragazziil volto di una comunità acco-gliente, che si prende cura di loroe che vive con loro la bellezzadell’incontro con Gesù, anzituttonella preghiera» (Piano pastoralediocesano per il triennio 2015-

2018). Il percorso formativo cheprende avvio la sera dell’8 di-cembre, organizzato dalla pasto-rale giovanile e dall’ufficio cate-chistico diocesano, ha l’obiettivodi rafforzare le competenze co-municative e didattiche in modotale da aiutare i catechisti a co-struire un vero e proprio «ponte»tra le proposte dell’iniziazionecristiana e le possibili proposteche potranno svilupparsi nelleparrocchie per gli adolescenti(oratorio, associazionismo e nonsolo). è il tentativo di confrontarsi,condividere esperienze, affinareconoscenze, modulare contenutie acquisire metodologie che pos-sano confluire in proposte pa-storali e catechetiche valide econdivise per ragazzi e adole-scenti, soprattutto negli itinerariche precedono, accompagnanoe seguono la celebrazione dellaCresima.Una tappa, necessaria e indero-gabile, di un più importante eglobale lavoro verso un progettocatechistico diocesano che possaindicare obiettivi, orientamenti estrumenti per i percorsi catechi-stici e pastorali delle parrocchie.

Emanuele Mameli

Un ponte che uniscai percorsi formatividi ragazzi e giovani

La necessità di sinergiatra ufficio catechisticoe pastorale giovanile

alla base delle proposte

formativedel prossimo triennio

cia disse alla mamma: «Per l’in-tercessione di sant’Agata, Gesùti ha guarita» e, pensando chequello era il momento giusto, ri-velò alla sua mamma l’intenzionedi consacrarsi a Gesù. Un giovanepagano della sua città, innamo-rato di Lucia, deluso per il man-cato matrimonio, in quanto Luciale aveva spiegato che lei si eraconsacrata a Gesù, si vendicò conrabbia, denunciandola, come se-guace di Cristo, al terribile pre-fetto romano Pascasio.L’imperatore Diocleziano avevaemesso un editto che prevedevauna feroce repressione contro icristiani. Lucia fu arrestata e con-dotta dinanzi al prefetto Pascasio,che le ordinò di fare sacrifici aglidei pagani per rinnegare la pro-pria fede cristiana, ma Lucia op-pose un fermo rifiuto. Pascasiosi rese conto che non avrebbe ot-tenuto nulla e allora ordinò chela ragazza fosse portata nei peg-giori bassifondi della città affin-ché le fosse usata violenza. I sol-dati l’afferrarono per portarla via,ma, benché legata mani e piedie tirata uomini e buoi, non riu-scivano a spostarla. Inspiegabil-mente Lucia rimaneva salda comeun masso. Cosparsa di resina e

pece venne data a fuoco ma lefiamme non la bruciavano. Pa-scasio furente la condannò alladecapitazione. Lucia prima del-l’esecuzione, preannunciò lamorte di Diocleziano, avvenutadopo pochi anni, e la fine dellepersecuzioni, terminate nel 313d.C. con l’editto di Costantino.Lucia venne uccisa il 13 dicembredel 304 ed ebbe sepoltura nellostesso luogo dove nel 313 sanGregorio magno inserì Lucia nelcanone della messa romana. La

leggenda popolare narra che lefurono strappati gli occhi dalleorbite, per questo alcune icono-grafie la raffigurano con un vas-soio in mano su cui sono postigli occhi. La vita di santa Lucia,come spesso accade per i santidei primi secoli del cristianesimo,è intessuta di elementi leggen-dari. Questi stanno a testimoniarel’enorme venerazione di cui lasanta ha goduto e gode sia in Ita-lia che nel mondo.

Andrea Agostino

Nasce intorno all’anno 283d.C., a Siracusa, da una no-bile famiglia cristiana. Fu

allevata da mamma Eutichia dallaquale apprese le verità del cri-stianesimo e il messaggio diamore di Gesù.Fu così che Lucia conobbe le sto-rie dei primi cristiani, il loro mar-tirio per amore di Gesù e, cosìcrescendo, in cuor suo, decise diconsacrarsi con voto perpetuodella verginità. Lucia, preoccu-pata per l’aggravarsi della ma-lattia che aveva colpito la mam-ma, una emorragia ritenuta in-curabile, suggerì il pellegrinaggiopresso il sepolcro della martiresant’Agata, a Catania. In cuor suoLucia era certa che avrebbe gio-vato anche alla sua cara mamma.Eutichia accettò piena di speranzal’esortazione di Lucia e così sta-bilirono di partire in pellegrinag-gio per raggiungere Catania, dovearrivarono proprio nel giorno del-la festa di sant’Agata.mentre Eutichia toccava il sepol-cro, a Lucia apparve in visionesant’Agata che le disse «Lucia,sorella mia, perché chiedi a meciò che tu stessa puoi ottenereper tua madre? Ecco, tua madreè già guarita per la tua fede». Lu-

Santa Lucia, vergine e martiren StOrIE DI SANtI

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