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A V I O f f r i a m o con O L e a l t à e A m o r e · IL LEONE E LA ZANZARA In un circo di...

Date post: 18-Feb-2019
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C A L E N D A R I O 2 0 1 5 F e l i c e A n n o V i O f f r i a m o con L e a l t à e A m o r e Istituto Comprensivo “29 Miraglia Sogliano”- Napoli Dirigente scolastico: prof.ssa Giuseppina Florio Laboratorio di lettura e ri-scrittura creativa prof.ssa Rosa Sepe classe I E a. s. 2014-2015
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F e l i c e

A n n o

V i O f f r i a m o con

L e a l t à e A m o r e

Istituto Comprensivo “29 Miraglia – Sogliano”- Napoli

Dirigente scolastico: prof.ssa Giuseppina Florio

Laboratorio di lettura e ri-scrittura creativa prof.ssa Rosa Sepe classe I E a. s. 2014-2015

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IL LEONE ED IL GIAGUARO Un giorno, il leone andò a caccia e da lontano

vide un’appetitosa zebra e incominciò a pun-

puntarla.

Il leone non si accorse che un giaguaro stava

osservando la scena.

Il giaguaro lentamente si avvicinò al leone e

disse: “La zebra ha un cattivissimo sapore, è

amara e poco saporita”.

Ma il leone non era ingenuo, così gli rispose:

“Vai via, questa preda è saporita, l’ho trovata

io e la mangerò”.

Il leone ed il giaguaro cominciarono a combat-

tere.

Nel frattempo la zebra capì che era in pericolo

e scappò.

Il leone ed il giaguaro tornarono a casa san-

guinanti senza preda e le mogli e i loro figli

non mangiarono niente per il resto della gior-

nata.

Tra i due litiganti il terzo gode.

Autori: Antonio, Matteo e Vincenzo

Istituto Comprensivo “29 Miraglia – Sogliano”- Napoli

Dirigente scolastico: prof.ssa Giuseppina Florio

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IL LUPO IN TRAPPOLA Un giorno una lepre, un coniglietto e una

marmotta passeggiavano allegramente per

la foresta. A un certo punto un lupo affa-

mato con un balzò saltò davanti a loro e

disse: “Come siete appetitosi piccoli ani-

maletti, adesso vi mangerò!”.

Gli animaletti se ne fuggirono velocemen-

te. Dopo tanto e tanto tempo riuscirono a

seminare il lupo. Stanchi e senza fiato,

incontrarono degli scoiattolini che li fecero

nascondere nella loro tana.

“Perché stavate correndo?” chiesero gli

scoiattolini.

“Il lupo vuole mangiarci!” risposero loro.

Gli scoiattolini allora dissero: “Sì, è vero

quel lupo spaventa quelli più piccoli di lui e

ci costringe a vivere nascosti. Diamogli

una bella lezione!”.

I piccoli animaletti insieme organizzarono

una trappola per il lupo: scavarono un fos-

so e lo ricoprirono con le foglie di una pal-

ma. Poi cominciarono a chiamare il lupo, si

misero intorno facendogli delle boccacce e

il lupo balzò in avanti per aggredirli, ma

cadde nel fosso. Così il lupo fu catturato e

tutta la foresta restò in pace per un pò!

Questa favola insegna che quando i più

deboli uniscono le proprie forze possono

difendersi dai prepotenti.

Autori: Erika e Sarah

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ROM, IL BUGIARDO

In una savana vivevano tanti leoni che con il

tempo avevano imparato a dialogare e a gio-

care.

Tra questi c’era un leone di nome Rom che

incantava tutti con i suoi racconti avventurosi.

Egli raccontava di aver compiuto imprese im-

possibili e, per farsi ammirare da tutti, inven-

tava storie fantastiche con lui protagonista.

Una volta raccontò ai leoncini di aver sconfitto

dieci anni prima il grande e forte Randal.

Un bel mattino di primavera, Rom e i leoncini

videro arrivare da lontano un leone vecchio

che camminava lentamente. Quando il vec-

chio leone si avvicinò al branco, tutti lo guar-

darono con diffidenza e il più coraggioso di

loro gli chiese: “Chi sei? Cosa ci fai nel nostro

territorio?”. Il vecchio rispose: “Questo che

oggi chiamate il vostro territorio, un tempo è

stato il mio regno ed io ero il più forte tra i

leoni, ma per seguire il mio branco sono an-

dato via da qui. Io sono il grande Randal, il

leone dei leoni!”.

Nell’udire questo nome i leoncini, stupiti, do-

mandarono: “Randal? Ma lei non era stato

sconfitto da Rom?”.

Randal, accennando un sorriso, rispose:

“ Ahm, Rom… Rom … Ancora non ha perso

l’abitudine di inventare storie!”.

Così Rom fu deriso e ignorato da tutti i leoni

della savana.

Morale: Le bugie hanno le gambe corte.

Autori: Mario e Maurizio

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LA PASSIONE DI JADE

Un giorno la cagnolina Jade, mentre passeggiava per il quartiere, incontrò il cane Gregorio e gli chie-se: “ Perché sei così felice?” “Perché tra pochi mesi ci saranno le gare di danza del mio gruppo!” esclamò il cane. “Che bello! Anche a me piace ballare”, aggiunse Jade. “Allora ti presenterò al mio gruppo e se vorranno, sarai dei nostri”. “Ok, ci sto!” rispose Jade. Arrivati nel luogo dove il gruppo si riuniva, Grego-rio presentò Jade e tutti erano entusiasti di lei tranne Chelsea, la leader del gruppo, che disse: “Vorrei vedere come balla questa Jade!”. Gregorio accese lo stereo e la cagnolina iniziò a fare alcuni passi di danza e riuscì ad entrare nel gruppo, anche se Chelsea non era d’accordo per-ché non la riteneva all’altezza della prova di ballo. Chelsea, ogni volta che vedeva Jade, diceva sem-pre: “Non ce la farai mai a vincere” poi con una piroetta balzava via. Jade non si scoraggiava e dall’alba al tramonto si allenava senza fermarsi mai. Arrivò il giorno della gara, tutti i partecipanti erano in fila tranne Jade che fu circondata da un gruppo di cani randagi mandati da Chelsea. La cagnolina Jade si spaven-tò ma riuscì a scappare grazie a Gregorio, che era venuto a cercarla. Jade e Gregorio ritornarono alla gara di ballo. Al turno di Jade, la cagnolina ballò con tutto il cuore e la passione che aveva e così conquistò il primo posto. Questa favola dimostra che l’arroganza e l’invidia

non premiano, invece la fiducia in se stessi e

l’impegno costante fanno superare qualsiasi prova

o difficoltà.

Autori: Marco e Marika

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IL LEONE E LA ZANZARA In un circo di campagna un vecchio e malato leone si esibiva ogni sera nello spettacolo. Una sera mentre a malapena cer-cava di salire su un cubo, venne punto sull'orecchio da una zanzara, la quale rimase intrappolata nella folta criniera. Il leone sentì quella puntura come una grande offesa alla sua fierezza. Dopo lo spettacolo accorgendosi di averla ancora attaccata al suo orecchio, le domandò: "Come ti chiami?" "Mi chiamo Piccolina" "Perché hai scelto il mio orecchio come pista di atterraggio?" "Il tuo orecchio sembrava un campo di grano" "Cosa volevi fare?" "Volevo solo riposare su un comodo materasso" "Tu hai voluto sfidarmi e da questo momento ricorderò il dolo-re della puntura e non ti darò pace" "Tu sei il re della foresta a cui tutti si rivolgono per essere gui-dati dalla tua forza e intelligenza" "Sì, è vero! Proprio per questo non avresti dovuto pungermi e farmi del male" "Non volevo farti del male, sono caduta perché ho perso le mie ali, ma ero anche affamata e da tre giorni non mangio" "Il mio orecchio vecchio e decrepito non rappresenta un boc-concino prelibato" "Scusami, mio re, non era quella la mia intenzione" "Dovrei proprio fartela pagare, ma sei simpatica e sincera. Con te voglio essere clemente !" "Ti ringrazio mio re , cercherò di non darti fastidio ma soprat-tutto di farti buona compagnia ." "Facciamo questo patto: la mia criniera sarà per te un como-do materasso e ti prometto anche che dividerò con te il mio pasto” "Bene, bene”. Il vecchio leone non aveva capito che quella zanzara opportu-nista gli stava raccontando solo frottole. In realtà lei era solo stanca di svolazzare da una parte all' altra e aveva scelto un animale grosso solo per potergli succhiare tanto sangue sen-za alcuna fatica. Una sera, il leone si ferì e stava molto male. La zanzara, ve-dendolo soffrire, decise di non succhiargli più il sangue ma di aiutare il leone a vivere in modo tranquillo il resto dei suoi giorni. Morale: quando le persone ricevono amore e protezione si

dimenticano dell’egoismo.

Autori: Emanuela e Sara

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LA RANA INGORDA

Una rana stava sbirciando una mosca che dormiva.

La rana voleva mangiarsela e quindi macchinò un

piano: nascondersi sott’acqua e al momento giusto

saltare fuori e alla fine inghiottirla. La mosca, essen-

do prudente e astuta, avvicinandosi al laghetto escla-

mò: “Ehi, rana! Lo so che sei lì sotto”. La rana do-

mandò: “Ahhh, come hai fatto a scoprirmi?”.

“Voglio essere tua amica e farti un bel regalo” rispo-

se la mosca.

La rana, allettata da queste parole, accettò subito e

la mosca aggiunse: “Voglio portarti in un bosco dove

ci sono mosche più grandi di me, io sono piccola ed

ho un brutto sapore ma con mosche più grandi di me

ti faresti una bella scorpacciata!”.

La rana e la mosca si incamminarono verso il bo-

schetto.

“Tu aspettami qui, vado a controllare che non ci sia-

no pericoli” disse la mosca. Nel frattempo la mosca

mise una grande ninfea piena di colla sul laghetto,

poi ritornò dalla rana.

“Ora vedi questo lago di ninfee? Tu devi saltare sul-

la ninfea più grande perché è lì che arriveranno tutte

le mosche!”.

La rana allora si avviò verso la ninfea pensando fra

sé: “Ahh! Sarà un gioco da ragazzi!”. E si gettò subi-

to sulla ninfea con un grande salto ma zacchete vi

rimase intrappolata con le zampe.

La mosca, ridendo a crepapelle, esclamò: “Chi trop-

po vuole, nulla stringe!” e se ne volò via molto soddi-

sfatta.

Autore: Francesco Copp.

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IL PAGELLO E I SUOI AMICI

Una mattina d’estate, nel Mar Mediterraneo,

nacquero quattro pesciolini: la sogliola Bricio-

la, l’anguilla Gino, la ricciola Ginevra ed il pa-

gello Germano.

Passarono gli anni e i pesciolini diventarono

amici.

Germano il pagello, un giorno, mentre andava

al supermercato marino, si perse. Un feroce

squalo, quando lo vide, aprì la bocca, ma il

pesciolino riuscì a nascondersi tra i coralli. Lo

squalo allora disse: “ Prima o poi uscirai da

quel buco e per te sarà la fine”.

Germano, piangendo, disse: “ No, ti prego,

lasciami in pace, non mangiarmi”.

Lo squalo cattivo rispose: “ Sì, ti mangerò”.

I suoi amici, non vedendolo ritornare, si preoc-

cuparono e lo andarono a cercare.

Da lontano videro lo squalo e sentirono Ger-

mano che urlava: “ Aiuto, lo squalo vuole pren-

dermi!”.

Briciola, Gino e Ginevra corsero a chiamare i

pesci palla poliziotto che cacciarono via lo

squalo cattivo.

Germano uscì dalla tana dove si era nascosto

e tutti insieme tornarono a casa.

I veri amici non ti abbandonano mai neanche

nei momenti più difficili.

Autori: Sabrina e Simona

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LO SCOIATTOLO E LA FAINA

Una bella giornata calda d’estate, uno scoiattolo

stava cercando un po’ di cibo nel bosco perché

stava arrivando l’inverno e aveva bisogno di prov-

viste. Mentre camminava per strada, incontrò una

faina.

La faina disse: “ Vieni amico mio a giocare? Fa

molto caldo oggi”. Ma lo scoiattolo rispose: “ Tra

un po’ arriverà l’inverno e quindi morirò di fame e

di freddo. E’ meglio che raccolgo le provviste”.

“Fai come vuoi tu” rispose la faina.

Arrivò l’inverno e la faina andò a casa dello sco-

iattolo e bussò alla porta. Lo scoiattolo aprì la

finestra e la faina disse: “Per favore, mi fai entra-

re nella tua tana? Amico mio, scusa se ho giocato

durante l’estate”.

Lo scoiattolo disse: “ Scusa perché hai giocato?!

Adesso vuoi il mio cibo per l’inverno? Mi dispiace,

adesso balli!”.

La faina disse: “ Mi dispiace, non lo farò più”.

Lo scoiattolo chiuse la finestra e la faina restò a

dormire fuori per tutto l’inverno.

Autore: Francesco O.

I.C. “29 Miraglia – Sogliano” - Napoli

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L’APE E LA MOSCA

Una fresca mattina d’autunno, un’ape

incontrò una mosca in un mercatino e le

domandò: “Ehi, ti va di unirci insieme per

cercare del buon miele?”.

La mosca rispose: “D’accordo”.

L’ape, mentre ronzava tra le bancarelle

della frutta, vide un barattolo alto e largo

pieno di miele e così andò a chiamare la

mosca. I due animaletti cominciarono a

succhiare il miele, ma all’improvviso l’ape

cadde dentro il barattolo e non riusciva

più ad uscire. La mosca corse a prendere

un filo d’erba e lo gettò nel barattolo.

L’ape si arrampicò e quando uscì fuori

disse: “ GRAZIE, mi hai salvato la vita”.

La mosca poi disse: “ Invece di continua-

re a mangiare il miele, perché non ci

mangiamo un po’ d’uva?” . “Hai ragione,

andiamo!” rispose l’ape.

E così l’ape e la mosca diventarono gran-

di amiche.

La favola insegna che l’amicizia e l’aiuto

reciproco sono due cose importanti nella

vita.

Autore: Francesco detto Kekko

I.C. “29 Miraglia – Sogliano” - Napoli

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IL GATTO E IL TOPO In una casa abbandonata viveva un gatto

che non sapeva però che quella casa era

abitata anche da un topo. Il gatto stava

cercando da un bel pò di tempo un topo

per mangiarselo.

Un giorno il gatto preparò una trappola:

prese dei pezzi di formaggio dal frigorife-

ro e li mise sul tavolo. Poi tornò nella sua

cuccia e fece finta di dormire. Il topo,

convinto che il gatto dormisse, uscì dalla

sua tana per andare a mangiare il for-

maggio sul tavolo, ma mentre stava man-

giando, il gatto chiuse con un tappo

l’entrata della tana del topo. Il gatto iniziò

ad inseguire il topo che però riuscì a fug-

gire dal buco della porta di entrata. Il gat-

to arrabbiato si mise a correre e rimase

incastrato con la testa dentro la porta.

Allora il topo si girò e disse: “ Mio caro,

chi macchina sventure agli altri, tende

trappole a se stesso”.

Autore: Daniele T.

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IL PANDA

Un giorno il panda gigante stava divo-

rando tante foglie di bambù. Su un ramo

c’era una famiglia di scoiattoli e quando

videro quell’animale così grosso scappa-

rono via per la paura.

Il panda urlò: “Non scappate, non voglio

farvi del male!”.

Mentre gli scoiattoli scappavano, finiro-

no in una rete che era stata messa dai

cacciatori.

Dopo un po’ arrivò il panda, si avvicinò

alla rete e disse agli scoiattoli:

“ Non vi preoccupate, vi libero io!”.

Il panda ruppe la rete, gli scoiattoli furo-

no salvi e capirono che il panda era

buono anche se era grande e grosso.

Non bisogna giudicare le persone dalle

apparenze.

Autori: Davide e Ivan

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IL CANE E IL GALLO

Un cane e un gallo erano amici insepa-

rabili e viaggiavano insieme.

Una sera il gallo andò a dormire sul

ramo di un albero, il cane si sistemò un

po’ più lontano.

All’alba il gallo cantò chicchirichì.

Una volpe l’udì, corse sotto l’albero e

disse: “ Come canti bene! Che bella

voce! Scendi, voglio abbracciarti”.

Il gallo, lusingato da quelle parole,

stava per scendere ma arrivò il suo

amico cane che sentenziò: “ Ma non

ricordi la favola del corvo e della vol-

pe?”.

La volpe intimorita dal cane scappò

via.

Morale: ci sono persone che non impa-

rano niente neanche dagli errori degli

altri.

Autori: Francesco Di M. e Marika


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