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AAnnporIVil-en · 2 aprile2010 SOMMARIO 3 Chiamatiall’annunciodelRisorto 4...

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Anno IV - n. 4 Aprile 2010 Mensile dell’Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. in AP fil. Trento D.L. 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, 7 - 38122 Trento
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Page 1: AAnnporIVil-en · 2 aprile2010 SOMMARIO 3 Chiamatiall’annunciodelRisorto 4 Salmo130:«Dalprofondoategrido, Signore»(Deprofundis) 6 LaLaboremexercens 8 Viverelapolitica(2) 10 Crisi,economiaebudgetlocali

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2 aprile 2010

SOMMARIO

3 Chiamati all’annuncio del Risorto

4 Salmo 130: «Dal profondo a te grido,Signore» (De profundis)

6 La Laborem exercens

8 Vivere la politica (2)

10 Crisi, economia e budget locali

12 Ci scrivono da Tuenno

14 È tempo di rinascita

15 L’Agenda di Ac

Camminiamo Insieme

Segreteria Acvia Borsieri, 7 - 38122 Trentotel. 0461 260985 • fax 0461 233551segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it

Orario: mercoledì, giovedì e venerdìdalle 8.30 alle 11.00 edalle 13.00 alle 15.00

L’Ac di Vittorio Veneto in gita a Trento, aprile 2010

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3aprile 2010

Camminiamo Insieme

Nei giorni della Settimana Santa èiniziato ad arrivare nelle nostre ca-se (per chi già non lo riceveva) ilquotidiano Avvenire come oppor-tunità di informazione e forma-zione offerta agli aderenti ed ami-ci di Ac. Un’iniziativa che stacoinvolgendo altre associazionidiocesane e che ha preso avvioproprio dal Centro Nazionale già da alcuni mesi. Questa opportunità“in più” che ci viene offerta è arrivata proprio nei giorni “caldi” non solo per l’avvi-cinarsi della Pasqua e dei suoi riti, ma anche per le notizie che vedono coinvolta laChiesa, pubblicate con toni forti, sia di fermezza e di posizione che di polemica, chegià avevamo iniziato a respirare attraverso altri mezzi di informazione.Le sempre più allarmanti e tragiche persecuzioni nei confronti dei cristiani in va-ri punti del mondo, dall’India al Pakistan, all’Iraq, alla Palestina e all’Africa, perporre l’accento non su una questione di maggioranza o di minoranza, ma sulla li-bertà stessa di professare oggi nel nostro tempo la propria fede religiosa, con la

quasi indifferenza di fronte a tutto questo di un mondo occidenta-le ormai assuefatto e indifferente. Altro fatto di cronaca e di pole-mica, le notizie di casi sempre più numerosi di pedofilia che coin-volgono sacerdoti e laici impegnati. Per noi che cerchiamo di faredella formazione e del servizio i nostri punti cardine, diviene ne-cessario e urgente porre attenzione a quanto accade nel nostrotempo, darci e prenderci il tempo per leggere un giornale, anzi me-glio sarebbe leggere più giornali, per avere una giusta informazio-ne su quanto sta accadendo. Siamo chiamati come laici non a co-struire barricate attorno alla Chiesa e ai nostri sacerdoti, ma adessere, come ci invita il Santo Padre, annunciatori della resurre-zione, del bene che vince sul male. Consapevolezza, informazione,corresponsabilità per poter essere quel lievito che agisce, che tie-ne insieme la pasta, che sa portare parole di Speranza e di Vitadentro le pieghe della storia, anche quelle più oscure e dolorose.Oggi come allora, davanti ad un sepolcro vuoto ci viene chiesto dicredere che l’impossibile è divenuto realtà, ci viene chiesto il co-raggio dell’annuncio, anche davanti all’indifferenza e al male delmondo.

Fabiola

«Come Gesù è stato l’annunciatore dell’amore diDio Padre, anche noi lo dobbiamo essere della ca-rità di Cristo: messaggeri della sua risurrezione,della sua vittoria sul male e sulla morte, portato-ri del suo amore divino. Certo, rimaniamo per na-tura uomini e donne, ma riceviamo la missione di“angeli” messaggeri di Cristo». (Benedetto XVIall’Angelus della domenica di Pasqua 2010)

Chiamati all’annuncio del Risorto

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4 aprile 2010

Camminiamo Insieme

Non c’è situazione umana, anche la piùestrema, che i Salmi non sappiano in-terpretare, fosse anche la disperazio-ne. È per questo che la Chiesa conti-nua ad affidarsi a questi antichi testi,carichi di umanità, per portare davantial Signore, nella preghiera, ogni situa-zione di cui è chiamata a farsi carico.Che la tentazione della disperazione siaoggi tra le più minacciose, non servonomolti sforzi a dimostrarlo: l’oggettivacondizione di disagio profondo in cui vi-ve l’umanità per i più svariati motivi, laconstatazione della forza distruttrice delmale, l’amplificazione operata dai massmedia delle notizie drammatiche che ciraggiungono quotidianamente da ogniangolo della terra, cisottopongono ad uncontinuo stress emoti-vo, che lentamente ero-de il deposito di ottimi-smo e di fiducia chepossiamo aver accumu-lato nelle esperienze po-sitive della vita.

Abissi, grida e tantasperanzaSe è importante, anchedal punto di vista psico-

Salmo 130: «Dal profondo a te grido,Signore» (De profundis)

La speranza? Una certezza, per chi crede!

Pregarei Salmi

logico, lasciar emergere dal nostro pro-fondo ciò che ci provoca disagio o ad-dirittura angoscia, e prenderne mag-gior consapevolezza possibile, questodeve però trovare una valida risposta,pena il dover fare i conti con una sof-ferenza in più: la constatazione dellanostra impotenza.Questo è proprio il movimento psicolo-gico dell’autore del Salmo 130. La suacondizione ai limiti della disperazione èbene descritta nei primi due versetti,dove si fa riferimento ad immagini mol-to forti come il “grido” e il “profondo”.Infatti, la sua non è una semplice sup-plica, ma un vero e proprio urlo lancia-to verso il Signore, un grido inconteni-

bile, «come di chi lanciaun S.O.S. perché sta an-negando» (Martini). Vie-ne spontaneo l’accosta-mento con il gridomisterioso e sconvol-gente di Gesù che, dopoaver tentato di calmarela propria angoscia tra lelacrime, il sudore di san-gue e la preghiera nelGetsemani, non può piùtrattenerla sulla croce,quando sperimenta per-

La logica terribile del delitto-castigo, che incombe come una minacciasull’uomo sprofondato nel fango dei suoi peccati, trova finalmente aPasqua una radicale alternativa: delitto-perdono-speranza. Il salmistal’aveva sperimentata e cantata nel suo poema già più di duemila anni fa…

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5aprile 2010

Camminiamo Insieme

fino l’abbandono di Dio egli esce dalla gola nella for-ma di un urlo che sa tantodi sovrumano.Quel grido il salmista losente salire dal profondo,che richiama gli abissi cao-tici delle acque primordiali,all’inizio della creazione (cf.Gen 1,2). «Come in quel ba-ratro si agitavano le acquedistruttrici che Dio ha do-mato nella creazione, cosìla coscienza torturata dalpeccato è come distrutta eattirata verso l’area della morte, delnon-Dio, verso l’antipodo di Dio» (Ra-vasi). Risulta dunque chiaro che losprofondamento interiore dell’orantenon ha solo connotazioni psicologi-che, tanto care a noi moderni (vediFreud), ma anche esistenziali, più pre-cisamente teologiche: l’abisso è in ul-tima analisi quello del male e del pec-cato, che ha precipitato il cuore delcredente nel nadir del proprio “inferno”rispetto allo zenit del cielo di Dio.Ma proprio quando la descrizione del-la propria condizione di perdizione, edella sofferenza che ne deriva, rag-giunge la massima espressività, il sal-mista impone una improvvisa sterzataalla preghiera, che riceve tutta la suaforza dalla ferma convinzione che«presso di Te è il perdono» (v. 4) e«presso il Signore è la misericordia,grande presso di lui è la redenzione» (v.7): una vera professione di fede nel Diodella misericordia, il solo a poter attra-versare gli abissi altrimenti incolmabiliche il peccato crea tra l’uomo e il suo

Creatore. Sulla certezzache Dio ha già ascoltato ilgrido di pietà che sale dalproprio cuore, il poeta in-tona un vero e propriocanto della speranza, infervida attesa che la paroladivina del perdono sia fi-nalmente pronunciata sudi lui: «Io spero nel Signore,l’anima spera nella sua pa-rola» (v. 5). Allora sul buioangoscioso della notteprenderà di nuovo il so-pravvento la tenue ma si-

cura luce dell’aurora, con il suo caricodi gioia e di vita (cf. v. 6).

A Cristo risorto, “stella radiosa delmattino”A che cosa servirebbe gridare, se nes-suno tende gli orecchi per ascoltarci?Forse come sfogo di un momento, maalla fine non c’è nulla di più terribile discoprire che i miei aneliti di liberazio-ne, di guarigione, di vita nuova sonosemplici flatus vocis, destinati a perder-si nel nulla.Mi pare stia qui la differenza tra la spe-ranza umana e quella del credente, acui il Salmo 130 vuole educarci: non unaltro modo di dire illusione e infine de-lusione, ma attesa piena di desiderio edi fiducia, nella certezza che Qualcunoverrà in nostro aiuto. Del resto, noi cri-stiani abbiamo appena inneggiato nel-la veglia pasquale a Colui che ricono-sciamo “stella luminosa del mattino”,Cristo risorto, aurora del nuovo giornosenza tramonto.

Don Albino

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6 aprile 2010

Camminiamo Insieme

Nel percorso che stiamo facendo nonabbiamo lo spazio per dedicare una ri-flessione specifica su un testo di Pao-lo VI, scritto in occasione degli ot-tant’anni della Rerum novarum, chefigura come lettera apostolica, intito-lata Octogesima adveniens, indirizzata alCard. Roy. Papa Montini elabora alcuneriflessioni sui cambiamenti culturali do-vuti alla crescente urbanizzazione delterritorio, con la necessità di una ca-pacità amministrativa e politica sensi-bile ed improntata al bene comune. Inquesta lettera divenne famosa la fraseche «La politica è una maniera esigen-te – ma non è la sola – di vivere l’im-pegno cristiano al servizio degli altri»(n.46). Il cristiano deve agire in que-st’ambito cosciente della responsabi-lità perché spetta alle comunità cri-stiane analizzare obiettivamente lasituazione del loro pae-se, chiarirla alla lucedelle parole immutabilidell’evangelo, attingereprincipi di riflessione,criteri di giudizio e diret-tive di azione nell’inse-gnamento sociale dellachiesa» (n.4). Il cristia-no, quindi, è chiamatoad agire nella società edanche Giovanni Paolo II,che fu eletto papa nel-

l’ottobre del 1978, ha la chiara convin-zione che l’uomo si realizza agendo. Lavita giovanile del Papa polacco fu mol-to travagliata. Aveva vissuto l’espe-rienza della II Guerra Mondiale, duran-te la quale egli dovette lavorareduramente in Polonia per non esseredeportato in Germania; successiva-mente, i lunghi anni della dittatura so-cialista con le sue teorie di una orga-nizzazione della società collettivista. Inqueste due ideologie c’era una visionedella persona che veniva dopo lo Sta-to ed essa era solo funzionale al siste-ma; la dignità della persona non è co-stitutiva di essa, non fa parte della suaessenza, ma è data “dall’utilità che lapersona ha per lo Stato”: insomma, es-sa è un mezzo e non il fine. Il lavorodella persona, in questa logica, non èun’espressione personale, ma un fatto

necessario e congenialeal sistema.Karol Wojtyła, nei suoianni di insegnamento inPolonia sull’etica socia-le, aveva elaborato tuttauna visione antropologi-ca legata all’agire, attra-verso il quale la personaesprime la sua soggetti-vità (stupendo il testoPersona ed atto); impor-tanti anche le sue rifles-

La Dottrina sociale della Chiesa (7):La Laborem exercensEssere Chiesa

Il lavoro umano è centrale nella vita di una persona in quanto è unavocazione, un dovere, un diritto e un bene per l’uomo.

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7aprile 2010

Camminiamo Insieme

sioni sulla Dottrina so-ciale della Chiesa. Dive-nuto papa volle subitodedicare un’enciclica altema del lavoro e così, il14 settembre del 1981, anovant’anni dalla Rerumnovarum, pubblicò la La-borem exercem. Il lavoro stava subendograndi trasformazioni causate anchedalla crescita del progresso tecnologi-co, con la preoccupazione che essostava diventando totalizzante nella vitadelle persone e con la presunzione dirisolvere ogni problema e dare senso alvivere (pensiamo a I 10 comandamenti diR. Polanski). In essa ci viene presenta-to il significato del lavoro dal punto divista del pensiero biblico-teologico: es-so fa parte del progetto iniziale di Dio,è una chiamata che il Creatore ha rivol-to ad ogni persona per custodire e col-tivare (cfr. Gen 2,15) il giardino dellacreazione e quindi della vita.Il lavoro per la Bibbia non è un castigo,anche se su di esso, come del resto sututta la vicenda umana, è scesa la ma-ledizione che l’uomo ha attirato su di séscegliendo il male e rifiutando Dio e ilsuo progetto. L’alienazione sul lavoronon nasce perché l’uomo non gode delsuo prodotto (come diceva Marx), madal rifiuto di Dio. In questa enciclica sichiarisce che il lavoro non è solo unmezzo per guadagnarsi da vivere, mauna dimensione per la realizzazione dise stessi: il lavoro è atto della persona equindi noi cristiani parliamo di personache esercita un lavoro. La Laborem Exercensesprime una concezione che pone il la-voro su un piano superiore rispetto al

capitale e al profitto epresenta l’atto dell’uo-mo non solo come pro-ducente qualcosa diesterno (idea marxista),ma come trasformazionedella persona stessa. Peril cristianesimo è, quindi,

importante sottolineare che il lavoro èespressione di un soggetto e ciò si evin-ce dal fatto che l’uomo è creato ad im-magine e somiglianza del Creatore,chiamato a collaborare con Lui. Questaenciclica pone nuovamente all’atten-zione la questione del lavoro che ancheoggi, nella situazione di crisi che stiamovivendo, si pone come chiave essenzia-le di tutta la questione sociale. Il lavoroumano è centrale nella vita di una per-sona in quanto è una vocazione, un do-vere, un diritto e un bene per l’uomo.Non c’è dubbio che in questa enciclicaprevalga il taglio biblico-teologico e sipossono accogliere le critiche che af-fermano che essa compie un’analisistorica piuttosto veloce e ormai lontanadalle nuove sfide e problematiche delmondo del lavoro del terzo millennio;ma ci sembra di poter affermare che inessa, come cristiani e persone amantidella vita, possiamo trovare quei fonda-menti etici e antropologici affinché il la-voro sia per il bene e la realizzazionedella persona, soprattutto in que-st’epoca dove la flessibilità (terribile sediventa precarietà) è più applicata allapersona lavoratrice che non all’impresae dove la globalizzazione è per la con-correnza e il profitto fine a se stesso chenon per la solidarietà.

Don Rodolfo Pizzolli

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8 aprile 2010

Camminiamo Insieme

I fatti relativi alle liste respinte e riferi-ti alle elezioni regionali, che per quasiun mese hanno riempito le pagine deigiornali e le cronache dei telegiornali,hanno messo in evidenza l’importanzadel rispetto delle procedure e delleregole, dettate dalla Costituzione edalle Leggi, nel processo democraticoelettivo. Chi intende partecipare al-l’elezione deve sottostare agli adempi-menti previsti circa la presentazionedelle candidature. La negligenza o lamancata osservanza di tali regole evi-denzia soprattutto atteggiamenti de-mocratici assai labili e perciò estrema-mente preoccupanti.Contrario di atteggiamenti democraticilabili sono atteggiamenti democra-tici solidi. Gustavo Zagrebelski (giudi-ce della Corte Costituziona-le), in una lezione sulla parolademocrazia li proponeva nelseguente decalogo:1) La fede in qualcosa che vale. Lademocrazia è relativistica,non assolutistica. Deve cioècredere in se stessa e saper-si difendere, ma al di là di ciòè relativistica perché fini e va-lori sono da considerare rela-tivi a coloro che li propugna-no e, nella loro varietà,ugualmente legittimi.

2) La cura delle individualità personali. Lademocrazia è fondata sugli individui,non sulla massa. Per questo la demo-crazia deve curare l’originalità di cia-scuno dei suoi membri e combattere lapassiva adesione alle mode.3) Lo spirito del dialogo. La democrazia èdiscussione, è ragionare insieme. “…dialettica di ragionati contrasti è lo sti-molo vitale di ogni regime democrati-co” (Pietro Calamandrei).4) Lo spirito dell’uguaglianza. La demo-crazia è basata sull’uguaglianza; è insi-diata dal privilegio.5) Il rispetto delle identità diverse. In demo-crazia le identità particolari sono inin-fluenti sul diritto di stare in società. Ilconcetto di identità può valere per ri-conoscere e proteggere le culture diver-

Vivere la politica (2)Attualità

Nell’articolo precedente, sottolineando l’importanza della consultazioneelettorale alla quale saremo chiamati a partecipare il prossimo meseper le elezioni amministrative comunali, avevo iniziato a condividereuna riflessione su tre punti: partecipazione al voto, che ho già trattato,procedure e regole, atteggiamenti democratici.

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mocrazia. Poche parole, poche idee,poche possibilità, poca democrazia. Laqualità delle parole: per l’onestà del dia-logo le parole non devono essere in-gannatrici. Parole precise e dirette; bas-so tenore emotivo, poche metafore;lasciar parlare le cose attraverso la pa-role, non far crescere parole su parole.Tutti i concetti esposti in questo testonon sono farina del mio sacco, comecerto avete potuto comprendere daivari riferimenti richiamati; tali riferi-menti poi sono stati presi dalle lezionidella prof.ssa Antonella Valer nel corsodi “Cittadinanza consapevole: dal lo-cale al globale” e dalla lezione dellaprof.ssa Donata Borgonovo Re alla“Scuola diocesana per la politica,l’economia e il sociale. Il riprendereconfidenza con il testo della Costitu-zione” che con questi concetti mi haportato ad avere un atteggiamento piùinteressato, corretto ma anche atten-tamente critico nei confronti della po-litica in generale e della particolare si-tuazione attuale.

Giuliana (Lizzana)

9aprile 2010

Camminiamo Insieme

se, ma è irrilevante per la par-tecipazione alla vita pubblica.6) La diffidenza verso le decisioni ir-rimediabili. La democrazia im-plica la rivedibilità di ogni de-cisione (sempre esclusa quellasulla democrazia stessa). Inquanto perennemente dialogi-ca, la democrazia non ha enon può volere verità né apriori né a posteriori. La stradaper dire: «ci siamo sbagliati»deve restare sempre aperta.7) L’atteggiamento sperimentale.La democrazia è orientata da principima deve imparare quotidianamentedalle conseguenze dei propri atti.8) Coscienza di maggioranza e coscienza diminoranza. In democrazia, nessuna de-liberazione si interpreta nel segno del-la ragione e del torto. La prevalenza diuna maggioranza su una minoranzanon è la vittoria della prima e la scon-fitta della seconda ma l’assegnazionedi un duplice onere: alla maggioranza,dimostrare nel tempo a venire la vali-dità della decisione presa; alla mino-ranza, insistere su ragioni migliori.9) L’atteggiamento altruistico. La demo-crazia è forma di vita di esseri umanisolidali. È disponibilità a mettere in co-mune qualcosa di sé: tempo, capacità,risorse materiali. L’emarginazione so-ciale è contro la democrazia.10) La cura delle parole. Essendo la de-mocrazia dialogo, gli strumenti del dia-logo, le parole, devono essere oggettodi cura particolare. Cura duplice: quan-to al numero e alla qualità. Il numero diparole conosciute ed usate è propor-zionale al grado di sviluppo della de-

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10 aprile 2010

Camminiamo Insieme

Rieccoci qui dopo aver smaltito le“tossine” del post settimana di pro-mozione di Ac e i grassi della post Pa-squa e pasquetta.Siamo già alla fine di aprile e qualcunopensa a programmare le ferie estiveper il meritato riposo.Ferie per tutti, tanti, o pochi? Le stimediramate dagli immancabili uffici di sta-tistica danno nuovamente gli italiani inferie in massa, sia in Italia che all’este-ro, magari per periodi più brevi. È forseuno dei tanti attesi indici di una crisieconomica che sem-bra vedere la fine,oppure solo un fred-do dato statistico?Eppure questa crisieconomica che haattanagliato l’Italiada almeno un anno emezzo sembra averedei paradossi molto lampanti: siete maiusciti alla sera di un venerdì, sabato odomenica in pizzeria o in ristorante?Non c’è un posto libero per almenomezz’ora e il gestore ti invita a prenota-re per la volta successiva. Io e gli amiciabbiamo sempre una discussione sullacrisi ogni volta che usciamo a cena. Iopolemicamente sostengo che almeno inTrentino la crisi è stata più avvertita checondivisa, ovvero se ne è sentito parla-re, si è agito di conseguenza, ma tuttosommato è andata bene. Alcuni mieiamici non sono d’accordo, specie unaragazza che lavora nel sociale, che si ar-

rabbia sempre perché sottolinea comenelle famiglie si sia avvertito eccome ilproblema, tanto da farmi notare che difamiglie in pizzeria non ce ne sono qua-si. Condividere o meno questa afferma-zione di Chiara? Una famiglia è l’insie-me di tante esigenze: vestiti per adulti ebambini, alimentazioni particolari se-condo l’età, giocattoli, libri di scuola,cancelleria, iscrizioni a gruppi sportivi,musicali, spese mediche, aspetti che inuna coppia o in un single non sono co-sì marcatamente riscontrabili quotidia-

namente. Ma sequesta crisi c’è statae forse per molti c’èancora in Trentino,dove la troviamo?Sicuramente nelleindustrie, con i li-cenziamenti e lacassa integrazione.

Operai, prima categoria a fare le spesedi un fenomeno nato perché chi face-va credito a qualcuno, come alcunebanche, non aveva le capacità di farlose non barando con qualcun altro chefaceva credito alla banca stessa e cosìa catena. È chiaro che a un certo pun-to se il primo creditore non paga, a ca-tena vanno in crisi tutti gli altri sistemise non tutelati da un sistema più gran-de di loro. La catena si è rotta negliStati Uniti e si è diffusa in tutto il mon-do, anche se in Italia un po’ meno dra-sticamente grazie alle regole impostedalla Banca d’Italia (la banca delle ban-

Crisi, economia e budget realiAttualità

dialoghi tra amici e conti alla mano...

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11aprile 2010

Camminiamo Insieme

che). Anch’essa però hasubito il contraccolpo,dal momento che ha vi-sto calare le contratta-zioni con le altre banchemondiali.E il Trentino? Beh, ringra-ziamo don Guetti che piùdi 100 anni fa fondò leCooperative e le Casse Rurali, simbolodi un legame tra la banca e il territorio.Grazie alle Casse Rurali fatte dalla gen-te del posto, in Trentino molto si è fat-to per aiutare le persone a pagare i mu-tui delle case (cresciuti a dismisura),aiutando famiglie che hanno entrambi igenitori senza lavoro o a riduzione diorario. Molto si è fatto per agevolare glianziani nella scelta degli investimentidei loro risparmi e ancora molto si è fat-to per agevolare i giovani in conti cor-renti dinamici e al passo coi tempi. LaProvincia Autonoma di Trento con leggispeciali ha aumentato i contributi a fon-do perduto per le imprese in crisi pur dimantenere i posti di lavoro, o a coloroche vogliono investire nonostante i ri-schi che la crisi ha comportato.Ma torniamo al nostro ristorante e airagionamenti tra me e gli amici:Antonio dice che anche il costo dellabenzina è sproporzionato se si pensache in America si paga quattro volte dimeno.Anche questo è un dato reale e pochisanno che al carburante è legata mez-za economia dello Stato Italiano. Aparte l’IVA, le varie imposte e accise le-gate ad un litro di benzina sono for-mate da:guerra d’Abissinia (1935); cri-si di Suez (1956); disastro del Vajont

(1963); alluvione a Firen-ze (1966); terremoto delBelice (1968); terremotoin Friuli (1976); terremo-to in Irpinia (1980); mis-sione in Libano (1983);missione in Bosnia(1996); rinnovo contrattoautisti tram (2004). La

somma totale di questi capitoli aperti emai chiusi dalla cassa dello Stato am-monta al 50% del costo del carburante.Ci mancava solo che qualcuno pen-sasse di aumentare la benzina per aiu-tare le categorie in crisi. Ma questo celo hanno risparmiato per fortuna!Torniamo alla pizzeria e arriviamo almomento di pagare il conto: accidenti,una pizza, per buona che sia, al costodi 12 euro. Una birra a cinque euro e ilcoperto 1 euro e mezzo. Totale in due:37 euro. Se siamo vicini a casa con ilcosto della benzina arriviamo a 40 eu-ro. Se due giovani vanno pure a vede-re un film spendono altri 10 o 12 euroa testa arrivando a 64 euro totali. Seesce una famiglia intera con due figliadolescenti si ottengono 128 euro,praticamente il 10% dello stipendiomedio di un operaio o una segretaria. Ese lavora solo una persona in famigliaperché l’altra si dedica ai figli e alla ca-sa? Uscire anche una sola sera al mesesarebbe un lusso, una sera a settimanaun suicidio economico con 128x4 =512 euro, quasi metà stipendio. E nonho tenuto conto di chi, goloso comeme, prende anche dolce e caffè...…devo dire una cosa: Chiara, aveviproprio ragione!

Alessandro Cagol

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12 aprile 2010

Camminiamo Insieme

Domenica 21 febbraio alle 14.30 ci ri-troviamo in chiesa per recitare i Vespridella Prima Domenica di Quaresima eper ascoltare l’omelia. Subito dopo cirechiamo all’oratorio per dare il ben-venuto alla Presidente diocesana, Fa-biola, ringraziandola di essere venutafin quassù per incontrarci amichevol-mente e spronar-ci a perseverarenel nostro cam-mino con tantagioia.Fabiola legge unbiglietto di auguriper tutte, perve-nuto dalla sociapiù anziana delgruppo, la novan-tenne Fortunata, assieme alle paroledella canzone popolare della “Madon-nina”,che ci invita subito a cantare.Margherita, la presidente, intona la“Madonnina” e tutte facciamo corocon passione e allegria. Segue un bat-timani caloroso per Fortunata.Poi Margherita fa leggere a Carla la re-lazione sull’attività del gruppo.“Una signora chiese ad una socia: “Co-me mai a Tuenno resiste ancora il grup-po donne di Azione cattolica?”. La ri-sposta immediata fu: “Le nostre sociesono saldamente ancorate al SantoRosario e all’Eucarestia. Nessuna me-raviglia che da un ceppo tanto solido

spuntino donne di preghiera, azione,sacrificio”. Il gruppo è formato in pre-valenza da persone anziane in cui cisono alcune ammalate. Le nostre fon-ti di formazione, oltre ai nostri periodi-ci mensili Camminiamo Insieme (diocesa-no) e Segno (nazionale) sono: VitaTrentina, Avvenire, Radio Maria, Famiglia

Cristiana, Il Tren-tino, L’Adige, Tele-pace.Quest’anno ab-biamo avuto lafortuna di ospita-re sabato 14 no-vembre nel no-stro oratorio gliiscritti all’Ac ditutto il Trentino

per approfondire il Salmo 63, recitarele Lodi, partecipare alla S. Messa epranzare in serenità tutti insieme.Il nostro assistente diocesano, prof.don Albino Dell’Eva, ci ha fatto inna-morare dei Salmi, dandoci i criteri perapprofondirli e gustarli; inoltre ha elo-giato le socie tuennesi che hanno pro-grammato la giornata, la cuoca, i nu-merosi volontari che si prestano peravere un oratorio sempre accoglientee funzionale.Cerchiamo costantemente di avere no-tizie dei nostri ammalati, sia in casache in ricovero, per andare a trovarli,facendo loro un po’ di compagnia, di

Ci scrivono da TuennoVita di Ac

Le aderenti di Tuenno desiderano condividere con noi qualche pensierosulla visita al gruppo della Presidente diocesana. Pubblichiamo unaparte della loro lettera.

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13aprile 2010

Camminiamo Insieme

coraggio e ascol-tando i loro pro-blemi. Alcune so-cie, con l’aiutodelle volontarie,partecipano allapulizia della chie-sa e degli arredibianchi degli alta-ri, sempre di can-dore impeccabile.Partecipiamo al gruppo missionario,con l’aiuto al mercatino e facendoadozioni a distanza nel Myanmar colgruppo di suor Mosele di Maria Bambi-na; e abbiamo anche contribuito alsorgere di una scuola elementare nelLaos, intestata Padre Mario Borzaga; lavice presidente Raimonda raccoglieaiuti per don Kerschbaumer, che dirigeun seminario nelle Filippine.La nostra associazione testimonia insilenzio, ma per far sì che nuove socieentrino nell’associazione, che cosadobbiamo fare?”Fabiola riprende il breve pensiero delparroco ai Vespri: «Adorerai il Signore Diotuo, e a Lui solo renderai culto». Siamospesso tentati di dirigere il nostro cuo-re sulle cose di questo mondo, met-tendo in esse le nostre speranze e at-tese di vita. Invece, con l’aiuto delloSpirito Santo, possiamo mettere Dio al

primo posto, fi-darci di Lui, viveresecondo la Parolaed essere donoper coloro che vi-vono con noi. Ri-badisce poi che lasorgente della vi-ta del nostrogruppo è l’Eucari-stia e il Rosario, e

che da queste sorgenti potranno na-scere future socie di Ac.Accoglie la sollecitazione di una mam-ma che propone, per esperienza per-sonale, di accostare i figli adolescentialle opere giovanili di volontariato, at-traverso le quali può farsi strada l’im-pegno di una vita di fede e di dono aipoveri e bisognosi.Ci parla poi della riuscitissima settima-na di promozione “EducataMente”, te-nutasi a Trento dal 22 al 29 gennaio,che ha visto un numero insperato dipartecipanti e ci ha dato tanto in ter-mini di contenuti, di esperienza, di re-lazioni; e richiesto molto in termini dienergie, di tempo, di fatica.Abbiamo chiuso l’incontro in allegriacon i biscotti preparati dalle nostrebrave cuoche, tè, caffè e l’immancabi-le foto di gruppo

Anna (gruppo Ac di Tuenno)

È con grande piacere che annunciamo lanascita di Lorenzo, il bimbo di Giovanni(presidente parrocchiale di Rovereto) eCecilia Diez.

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14 aprile 2010

Camminiamo Insieme

È tempo di rinascita

Riusciremo a capire quando sarà il “tempo”…?Gesù dice nel vangelo di Luca (12,54): «Quando vedete una nuvolasalire da ponente, subito dite: ci sarà caldo e così accade. Ipocriti!Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questotempo non sapete giudicarlo?»

È tempo di…

“Nel silenzio e nellasperanza”: è questo lostile (dalla regola dellecarmelitane) con ilquale riusciamo aper-tamente ad intravvede-re il compimento delmistero messianico?Anche osservando la natura, dalla suameravigliosa trasformazione, vedremovelatamente il mistero di questo tem-po di rinascita?Scrutando la camelia, vediamo che es-sa fin dall’estate prepara il “nido” per ilfiore che rimane protetto nel bocciolofino alla primavera, quando arriva iltempo ne uscirà un incantevole fiorerosso/rosa splendente in tutta la suabellezza!Nel tempo di Pasqua avviene il passag-gio, la trasformazione dalla croce alla

Resurrezione; dalla vitaterrena alla vita eterna,con la speranza nell’Al-dilà per ognuno di noi.La salvezza infatti nonproverrà dalla MadreTerra, come vuol farcicredere il regista di

“Avatar” nella sua proiezione, ma dal Fi-glio del Padre.C’è però un’incompiutezza in noi: ab-biamo ricevuto lo Spirito Santo, manon ancora la pienezza, perché l’at-tendiamo nell’Aldilà.Cristo ci ha insegnato la strada, sof-frendo con amore per starci vicino, an-che nella nostra sofferenza.Buona Pasqua! Cristo è Risorto, è ve-ramente Risorto!

Lucia Battisti Prosser(Gruppo Ac Calliano)

«Come Cristo fu risuscitato dai mortiper mezzo della Gloria del Padre,così anche noi possiamo camminarein una via nuova». (Rm 6,4)

La Presidenza diocesana e il comitato di redazione di Cam-miniamo Insieme porgono a tutti gli aderenti e agli amicidell’Ac tanti auguri di una sereno Tempo Pasquale.

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15aprile 2010

Camminiamo Insieme

Sabato 15 maggiodalle 9.00 alle 16.45 presso ilCentro Pastorale Beata Giovannadi Rovereto (Via Conciatori 6)VI GIORNATA DI SPIRITUALITÀdell’itinerario“Pregare i Salmi. Da laici”,sul Salmo 103 “Benedici il Signoreanima mia, non dimenticaretanti suoi benefici”guidati dall’assistente diocesanodon Albino Dell’Eva.Iscrizioni entro mercoledì 12 maggio

La carta utilizzata per questoprodotto è stampata daPublistampa Arti Grafiche,azienda certificata FSC

L’Agenda di AcSabato 29 maggioad Arcodalle 15.00 alle 21.00FESTA DEGLI INCONTRI ACR“C’è di più”per i ragazzi dai 6 ai 14 anni,con attività di gruppo, gioco, par-tecipazione alla S. Messa parroc-chiale e cena al sacco.Per informazioni ed [email protected] presso la segreteria diocesana.

Da venerdì 18 adomenica 20 giugnoFINE SETTIMANADI SPIRITUALITÀ a Bose (BI)con partenza ore 13 da Trento erientro domenica in serata.La comunità monastica offre mo-menti comuni di preghiera (Pre-ghiera delle Ore e lectio quotidia-na) e ci sarà un approfondimentosulla preghiera cristiana dei Salmi.La quota di partecipazione è di€ 170 (€ 300 per le coppie) e com-prende il viaggio in pullman el’ospitalità.Ai partecipanti verrà inviata entro breveuna lettera con le note tecniche e il pro-gramma dettagliato.

Il tema di quest’anno sarà la vita diS. Chiara come esempio di santità peraiutare i ragazzi a vivere l’incontro conGesù risorto e la bellezza dell’essere cri-stiani. Il sussidio è disponibile presso ilcentro diocesano o in libreria (€ 25.00).

C’È CAMPO!Azione Cattolicadei RagazziIl cofanetto contiene ilsussidio per l’educatore,il libretto per la liturgia, il librettoper i giochi e un DVD con i materialidi approfondimento.

SUSSIDIO ACCampi scuola AcrCome ogni anno, l’Azione cattolica na-zionale propone un sussidio per l’anima-zione delle attività estive con i ragazzi.

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