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ACCOGLIERE

Date post: 09-Mar-2016
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Appoccio iniziale al tema dell' accoglienza
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ACCOGLIERE

ACCOGLIERE

Accogliere per edeucare

Raccogliersi in un luogo o rivolgersi vicino a qualcuno

Ricevere con varia disposizione d’ animo:con piacere un amico, un dono

Approvare, accettare: una proposta, una istanza

Contenere, ospitare

Raccogliere, radunare

La famiglia è strutturalmente luogo di accoglienza

E’ suffi ciente un sorriso, una parola

Emergenza immigrati, sicurezza sociale

Accogliere_natura

Natura_insieme di tutti gli enti che nn sono stati artefatti dall’ uomo.

Possiamo davvero pensare, oggi, ad un BenEssere che sia fuori dalla Natura e dalla naturalità?Siamo ancora in grado di stabilire un dialogo con la Natura per cercare in essa i principi della nostra stessa essenza?L’essere umano da millenni ha tratto la propria saggezza e ispirazione per il futuro osservando ciò che accadeva tra cielo e terra, osservando gli animali, le mutazioni celesti, testando le proprietà delle piante ha ricercato una salu-te complessiva dello spirito, dell’anima, della mente e del corpo.Da sempre l’uomo trova nelle leggi della Natura una guida solida e sicura, come un consiglio che proviene da una grande Madre, che tutti accoglie e protegge, ma dalla quale adesso l’uomo sembra essersi distaccato.Da alme-no cento anni abbiamo adattato la nostra vita ai ritmi incessanti di questa parte del mondo che ha scelto la via del “consumo”. Ci siamo così assuefat-ti, spesso, a condurre vite spossanti e ad avere abitudini che, se osservate obiettivamente, sono nocive proprio nei confronti della Vita. Abitudini come lavorare in modo eccessivo, per svariate ore al giorno e secondo la logica dell’esclusivo tornaconto personale, alimentarsi male, per mancanza di tem-po o d’informazione corretta, subire il bombardamento dei mass-media e gli stress emotivi senza esserne nemmeno consapevoli.

Filosofi a Zen _va al di là dei legami della dualità,rinuncia a tutti i concetti creati dall’intelletto e vede le cose comerealmente sono, per mezzo della introspezione intuitiva.Il programma basico dello Zen è quello di calmare la mente e il corpo, in unprimo tempo, mediante la pratica della meditazione, con lo scopo di arrivaread una visione interiore.Zazen (meditazione seduta), seduti con le gambeincrociate, la schiena dritta, la respirazione calma, il corpo e lo spiritounifi cati, senza spirito avido. Girando il proprio sguardo verso l’interno,ciascuno depone naturalmente i limiti dell’egoismo e fa direttamentel’esperienza del risveglio alla sua vera natura. La base della fi losofi a Zenè il silenzio, è il Ku (il silenzio totale), che è la condizione originariadella natura umana.Il metodo Zen, questo tipo di approccio alla realtà, è un metodoprescentifi co, o metascentifi co, o perfi no antiscentifi co. In questo modo,lo Zen si immerge nella fonte della creatività e beve ad essa tutta la vitache contiene.

Giardini Zen_ Il giardino zen crea un senso di tranquillita’, immobilita’ e calma;

la mente può espandersi e liberare l’ immaginazione.

Le bellezze che si scoprono nel corso della passeggiata intorno al giardino lasciano

senza fiato per il senso di mistero e di serenità che si diffonde.

Il giardino Zen è tipico della cultura giapponese, i cui gli elementi (acqua, piante, pie-

tre) sono rappresentati in maniera simbolica da pietre e ghiaia. L’acqua viene rappre-

sentata da “fiumi” di ghiaia il cui moto si scontra con l’emergenza dal suolo di grosse

pietre dalle forme naturalmente disordinate, allo scopo di simboleggiare il dinamismo del-

Kengo Kuma_l’architettura Zen che si armonizza con l’ambiente. armonizza con l’ambiente. armonizza con l’ambiente. armonizza con l’ambiente. armonizza con l’ambiente. armonizza con l’ambiente.

Kengo Kuma_uno tra i più noti esponenti dello star system giapponese e tra i più grandi interpreti dell’architettura contestuale, che ha fatto dell’uso

sapiente della materia costruttiva la chiave espressiva delle proprie visioni ar-

chitettoniche. Kuma infatti prende spunto dalla natura stessa dei materiali per

elaborare e definire la forma, la tecnica costruttiva e le potenzialità espressi-

ve delle sue architetture, in una ricerca in cui ideazione e costruzione, ma-

teria e forma sono strettamente connesse tra loro. Gli elementi naturali che

contribuiscono a plasmare i suoi progetti sono sempre intimamente legati al

paesaggio da cui nascono e in cui si collocano, ma al tempo stesso sono

dotati di una forte identità propria caratterizzata dalla semplicità delle soluzioni

spaziali e dal dialogo simbolico tra forma, luce e natura.

Lotus House_Distinguendosi dalla sperimentazione contemporanea più radicale che assimila l’architettura al paesaggio, contaminando recipro-

camente reminiscenze land-art e tecniche digitali di morphing, Kengo

Kuma mette in reciproca tensione artificio e natura. L’obiettivo è per-

seguito lavorando sulla sezione dell’edificio, che nega il concetto di

facciata attraverso una innovativa interpretazione del tema della pa-

rete.L’edificio unifamiliare si colloca in una radura, attraversata da un

fiume, tra la fitta vegetazione boschiva, sviluppandosi nella direzione

dell’asse eliotermico. L’impianto monodirezionato, disposto su due li-

velli, unitamente alla profondità semplice del corpo di fabbrica, richia-

ma le proporzioni di un lotto urbano giapponese insolitamente isolato.

La condizione di straniamento che ne deriva risulta amplificata dalla

collocazione dell’area di pertinenza- una vasca d’acqua con fiori di

loto alimentata dal corso d’acqua- in aderenza al lato maggiore ri-

volto a sud, verso cui si aprono tutti gli ambienti di vita. A causa

della sostanziale chisura della parete controterra a nord- all’interno

della quale, per l’intera profondità della casa, si sviluppa la manica

distributiva- e dei fronti brevi, occupati da garage e scala di servizio,

l’intero edificio si configura come sezione prospettica sul paesaggio a

valle.

Gli spazi principali sono collocati al piano terreno. In particolare, la zona

giorno si organizza attorno a una corte coperta a doppio volume, dal-

la quale è possibile accedere al piano soprastante, dove si trovano la

sauna e un tetto-terrazza contraddistinto dalla presenza di un ulteriore

specchio d’acqua. Utilizzando le scale in testa ai lati corti dell’edificio è

possibile ritornare alla quota di campagna. L’identità mutevole dell’archi-

tettura, in relazione alle imprevedibili variazioni, quotidiane e stagiona-

li, dell’ambiente, ristabilisce in tal modo un’armonia possibile tra lavoro

dell’uomo e natura.Nella poetica di Kengo Kuma la distinzione tra arti-

ficio e natura non è di sostanza, bensì di grado. Il primo appare in-

fatti come il risultato di un processo di progressiva astrazione del dato

naturale, interpretato nelle sue complesse dinamiche interne e interazioni

esterne. Così come la natura è il prodotto unico e irripetibile della coa-

zione tra forze instabili e materie a cambiamento di stato continuo, per

l’architetto giapponese l’artificio è il risultato replicabile di un sistema di

operazioni impersonali e standardizzate esercitate su componenti prodotte

industrialmente. In analogia, alla corruttibilità dei materiali naturali, indotta

dal tempo e dagli agenti atmosferici, Kuma contrappone la durata teori-

camente illimitata dei prodotti industriali di cui si serve e delle lavorazioni

speciali a cui sottopone quelli naturali, privandoli di qualsiasi connotazione

artigianale.

La luce_è un elemento fondamentale e primario.

La luce_nel nostro mondo, e cioè nella cornice entro la quale si manifesta la vita così come la conosciamo, la luce è un elemento fondamentale, primario. Nulla può

esistere se non all’interno delle regole che la luce sancisce per il nostro universo.

Il tempo, lo spazio, la materia sono in relazione strettissima con la forma energetica

sprigionata dalla luce. Di più, la luce è l’origine della vita, la possibilità stessa della

vita, basti pensare al fatto che non vi è vita se non c’è luce.

L’importanza della luce e dei colori non è una nuova scoperta: antichi testi sacri di

differenti culture parlano di luce all’origine della vita; negli ultimi decenni, poi, da più

parti si è affermata l’importanza dei colori e la loro influenza sugli esseri viventi. L’uso

dei colori nel campo del benessere ha determinato la nascita di svariate cromoterapie.

La Cromologia si distingue in quanto non usa i colori in base ai sintomi; essa è una

Disciplina Energetica e come tale ha come scopo quello di aiutare l’uomo a vivere

in armonia con se stesso, con i suoi simili e con l’ambiente che lo circonda agendo

prima di tutto sul processo di scambio energetico fondamentale che sta alla base del-

l’organizzazione della vita.

Jean Nouvel_una copertura traslucida che consente la penetrazione di

una magica luce diffusa.

Jean Nouvel_Il progetto per il Classical Museum trae ispirazione dal paesaggio naturale attorno.“L’isola – commenta il progettista francese

– offre un panorama rigido, attenuato dall’incontro con il canale, im-

magine esplicativa dell’aridità della terra contro la fluidità dell’acqua.

Questo ha stimolato l’immaginazione di città che bruciano nella terra o

che affogano nell’acqua. Pensieri onirici che si sono trasformati in un

insieme di edifici disposti lungo un’unica fila lungo un piacevole lungo-

mare”.

Il progetto presenta una enorme tenda che ricopre edifici più picco-

li generando una sorta di pergolato attraverso il quale la luce riesce a

penetrare, ma che riesce a conservare all’interno un clima fresco.

“L’edificio è coperto da una grane cupola – commenta Nouvel – una

forma comune a tutte le civiltà. Si tratta di una copertura traslucida

che consente la penetrazione di una magica luce diffusa….l’acqua ri-

veste un ruolo fondamentale, sia nel riflettere ogni porzione dell’edificio

diventandone quasi l’anima, sia nel creare, con un piccolo aiuto da

parte del vento, un confortevole micro-clima”.

La Torre Bionica_Il suo segreto di

stabilità è rubato

alla natura.

La Torre Bionica_MADRID – Un’utopia alta 1.228 metri: trecento piani, quattro volte la Tour Eiffel. Una città verticale, costruita con criteri di “natura-

lezza” che hanno ispirato il nome della “creatura” ai suoi progettisti, gli archi-

tetti spagnoli Javier Pioz e Maria Rosa Cervera: la Torre Bionica.

Il suo segreto di stabilità è rubato alla Natura: una struttura leggera, ma resi-

stente come le ossa degli uccelli, la stessa flessibilità degli alberi e fondamenta

come radici, progressivamente più ampie e profonde, man mano che il gigante

cresce verso il cielo. Alla fine, se mai diventerà reale, la Torre Bionica sarà

casa e (al 50 per cento) albergo di centomila persone, che si divideran-

no due milioni di metri quadrati e costerà 15 milioni di dollari. Per i progettisti

è l’unica via di scampo alla sovrappopolazione del pianeta e ai limiti di cre-

scita orizzontale delle città. I quartieri, dodici in questo caso, saranno sovrap-

posti. Anche in Giappone un’impresa, la Takenaka Corporation, sta studiando

la sua “Città del cielo”, alta mille metri, per uffici e appartamenti residenziali,

con giardini e spazi pubblici ogni dieci piani. Di forma ellittica, la Torre Bionica

raggiungerà l’ampiezza maggiore, nella parte centrale, con raggi di 166 metri

per 133. Il sindaco di Shangai, che ha 15 milioni di abitanti stabili e altret-

tanti di passaggio, ha manifestato ai due architetti il suo interesse. Ma uno dei

maggiori urbanisti spagnoli, José Maria Ezquiaga, ha confidato al quotidiano “El

Pais” le sue perplessità: “Nessun edificio potrà mai sostituire una città. Non

dobbiamo perdere i nostri spazi pubblici, né le strade, né le piazze”.

Mercedes bionic car

Mercedes bionic car_auto a forma di…pesceAnche Mercedes negli ultimi tempi ha indirizzato i suoi sforzi creativi in questo senso,

alla ricerca di innovazioni tecnologiche che possano rivoluzionare il mercato dell’auto-

mobile.Protagonista degli studi tedeschi è l’Ostracion Cubicus, meglio conosciuto come

boxfish (“pesce scatola”). Questo piccolo abitante delle barriere coralline ha destato

l’interesse del Centro Tecnologico Mercedes per il fatto che, nonostante le sue for-

me a prima vista poco aerodinamiche, dimostra una notevole agilità nel suo ambiente

naturale. La sua sezione trasversale risulta peraltro compatibile con quella di un abi-

tacolo, essendo pressoché rettangolare. A partire da queste considerazioni i designer

hanno costruito un modello di boxfish che hanno poi sottoposto ai test in galleria del

vento con risultati sorprendenti: il coefficiente di penetrazione aerodinamica del proto-

tipo è 0,06!Allettati da questo dato confortante, i tecnici Mercedes hanno proseguito

il lavoro con modelli che avvicinavano man mano la sagoma definitiva, eliminando le

“pinne” tanto utili al boxfish (e altrettanto inadatte ad un’auto) e modificando i volumi

tenendo conto delle mutate esigenze di spazio.Il prodotto di tanto alacre lavoro è la

concept car che potete ammirare nella galleria fotografica di Infomotori.com, dalle linee

tanto avveniristiche quanto finalizzate ad ottenere i migliori valori in termini di abitabilità,

prestazioni e bassi consumi.Osservando attentamente l’auto “bionica” si nota innanzitut-

to la mancanza dei retrovisori, eliminati in favore di una telecamera, che riporta su di

uno schermo le immagini del retro.

Anche le maniglie risultano quasi invisibili, essendo totalmente carenate: è suf-

ficiente toccarle con un dito perché fuoriescano dalla carrozzeria.Telaio in carne

ed ossa_Gli studi della Mercedes sul boxfish non hanno influenzato solamente

l’aspetto esteriore del prototipo. Il telaio e le sospensioni sono frutto di osserva-

zioni sul sistema scheletrico umano ed animale e presentano una struttura selet-

tiva, rinforzata nei punti in cui gli sforzi sono maggiori e meno resistente altrove.

Ne risulta un corpo vettura alleggerito del 30% senza compromettere la rigidi-

tà e la sicurezza degli occupanti.Lo spazio interno è infatti sorprendente ampio

e quattro persone ci stanno dentro molto comodamente, riservando un adeguato

spazio anche per i bagagli.


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