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ACQUEDOTTI: DEFINIZIONI, SCHEMA DI UN ACQUEDOTTO ... · Corso di Costruzioni idrauliche (E.A.) A.A....

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Corso di Costruzioni idrauliche (E.A.) A.A. 2009/2010 ACQUEDOTTI: DEFINIZIONI, SCHEMA DI UN ACQUEDOTTO, NORMATIVA DI RIFERIMENTO E FABBISOGNO IDROPOTABILE (Appunti tratti dalla lezione del 19/04/2010, non rivisti dal docente) Riferimenti bibliografici: V. Milano, “Acquedotti”, Ed. Hoepli, Milano, 1996 L. Da Deppo et al., “Acquedotti”, Ed. Cortina, Padova, 2005
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Corso di Costruzioni idrauliche (E.A.)

A.A. 2009/2010

ACQUEDOTTI:

DEFINIZIONI, SCHEMA DI UN ACQUEDOTTO,

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

E FABBISOGNO IDROPOTABILE

(Appunti tratti dalla lezione del 19/04/2010, non rivisti dal docente)

Riferimenti bibliografici:

• V. Milano, “Acquedotti”, Ed. Hoepli, Milano, 1996 • L. Da Deppo et al., “Acquedotti”, Ed. Cortina, Padova, 2005

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DEFINIZIONE DI ACQUEDOTTO(Disposizioni Min. LL.PP. del 04/02/1977 – Allegato 3)

L’insieme delle opere necessarie per prelevare, (trattare), trasferire, immagazzinare e distribuire acqua

Il complesso degli

• Impianti di Attingimento• Impianti di Trattamento• Impianti di Trasporto• Impianti di Distribuzione

SCHEMA ACQUEDOTTO

OPERAOPERADI PRESADI PRESA

DECANTAZIONEDECANTAZIONEFLOCCULAZIONEFLOCCULAZIONE

FILTRAZIONEFILTRAZIONE

POTABILIZZAZIONEPOTABILIZZAZIONEEE

CORREZIONI CHIMICHE CORREZIONI CHIMICHE

SOLLEVAMENTSOLLEVAMENTOO

ADDUZIONEADDUZIONE

SERBATOIOSERBATOIODI TESTATADI TESTATA

SERBATOIOSERBATOIODI ESTREMITDI ESTREMITÀÀ

RETERETEDI DISTRIBUZIONEDI DISTRIBUZIONE

SOLLEVAMENTSOLLEVAMENTOO

POTABILIZZAZIONEPOTABILIZZAZIONEEE

CORREZIONI CHIMICHE CORREZIONI CHIMICHE

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DEFINIZIONI(Decreto Min. LL.PP. del 08/01/1997 n°99 – Allegato)

• DISTRETTOporzione di rete di distribuzione per le quali sia installato unsistema fisso di misura dell’acqua in entrata ed in uscita

• SETTOREparte di rete di distribuzione caratterizzate dalla possibiltà di essere intercettate ed isolate dal sistema generale

CLASSIFICAZIONE ACQUEDOTTI - USI DELL’ACQUA(Decreto Min. LL.PP. del 08/01/1997 n°99 – Allegato)

• Uso CIVILErelativo al consumo umano

• Uso CIVILE NON POTABILErelativo alle acque di lavaggio dei vasi igienici, innaffiamento, impianti di riscaldamento...• Uso AGRICOLOuso irriguo, zootecnico e ittiogenico

• Uso PRODUTTIVOusi industriali e dei settori commerciale e terziario per la parte non potabile• Altri USIlavaggio strade, innaffiamento verde pubblico, idranti...

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DISPOSIZIONI MATERIA DI RISORSE IDRICHE - 1(Legge del 05/01/1994, n°36 – Legge Galli)

• Principi della legge-tutte le acque sono pubbliche e costituiscono una risorsa da salvaguardare ed utilizzare secondo criteri di solidarietà

-l’uso delle risorse deve essere razionale per salvaguardare i diritti delle generazioni future a fruire di un patrimonio ambientale integro

-l’uso dell’acqua è prioritario per il consumo umano rispetto ad altri usi

-l’equilibrio del bilancio idrico va conservato

DISPOSIZIONI MATERIA DI RISORSE IDRICHE - 2(Legge del 05/01/1994, n°36 – Legge Galli)

• Istituisce il SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione• Organizzazione del SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

definire l’AMBITO TERRITORIALE OTTIMALE al fine di ottenere una maggiore efficienza tecnica ed economica

• Gestione del SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

gestione di impresa di carattere pubblico, privato o misto• Tariffa del SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

obbligatoria, determinata dall’AATO, controllata da autoritàcentrale, serve a coprire gestione ed investimenti

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LIVELLI MINIMI DEI SERVIZI(D.P.C.M. del 04/03/1996 – Allegato 8)

• Alimentazione Idrica- una dotazione pro-capite giornaliera alla consegna

non inferiore a 150litri/abitante/giorno

- una portata minima erogata al punto di consegna non inferiore a 0,1l/s

- un carico idraulico di 5m, misurato al punto di consegna, relativo al solaio di copertura del piano abitabile più elevato

- un carico massimo riferito al punto di consegna, rapportato al piano stradale, non superiore a 70m

LIVELLI MINIMI DEI SERVIZI(D.P.C.M. del 04/03/1996 – Allegato 8)

FABBISOGNO IDROPOTABILE - 1

Vita utile

buona funzionalitàdell’opera con la normale manutenzione delle sue

parti

Qual è il quantitativo di acqua con cui progettare un acquedotto?

Soddisfare la domanda idrica che si avrà dopo un periodo di 30-40 anni

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FABBISOGNO IDROPOTABILE - 2

Il fabbisogno idrico di un centro abitato dipende dalle utenze

• Abitazioni private(usi domestici dell’acqua, innaffiamento giardini, lavaggio auto, lavaggio spazi condominiali…)

• Edifici pubblici e collettivi(scuole, ospedali, uffici, caserme, prigioni, istituti religiosi…)

• Servizi pubblici vari(lavaggio strade, lavaggio fogne, servizio antincendio, impianti ferroviari, mercati, impianti sportivi, innaffiamento verde pubblico, fontane, servizi igienici…)

• Utenze commerciali e turistiche(alberghi, pensioni, campeggi, ristoranti, bar, negozi…)

• Utenze artigianali ed industriali(lavanderie, officine meccaniche, lavaggi auto, stazioni di servizio, piccole industrie alimentari…)

FABBISOGNO IDROPOTABILE - 3

Il fabbisogno idrico delle utenze dipende

• Clima• Livello sociale ed economico

• Usi ed abitudini della popolazione

• Prezzo dell’acqua

• Perdite- reali

- apparenti (consumi non contabilizzati)

• Sprechi

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FABBISOGNO IDROPOTABILE - 4

Il fabbisogno idrico non coincide con il consumo ed è di difficile determinazione.

DOTAZIONE IDRICA MEDIA ANNUA(tiene conto del fabbisogno complessivo di acqua per tutti gli usi, compresi gli sprechi e le perdite ed è espressa in

litri/giorno/abitante )

La dotazione idrica ed il livello sociale ed economico aumentano con l’aumentare della popolazione del centro.

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DOTAZIONE IDRICA PRO CAPITE - 1

Vari studi per stabilire il rapporto tra popolazione e D.I.

• Piano Regolatore Generale degli Acquedotti

• Arredi (Conferenza Nazionale delle Acque)

• Arredi (Fabbisogni dei Comuni italiani)

• Orsi e Zampaglione• Regione Lombardia

• Valori consigliati

DOTAZIONE IDRICA PRO CAPITE - 2

In alcuni centri abitati si deve considerare la componente della popolazione fluttuante

• pendolari ½ giornata lavorativa 30÷50 l/g/ab

• pendolari 1 giornata lavorativa 50÷150 l/g/ab

• pendolari settimanali D.I.p = D.I.r• turisti che dimorano un giorno 50÷150 l/g/ab

• turisti che dimorano più di un giorno D.I.t = 80%÷90% D.I.r

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POPOLAZIONE SERVITA

Per valutare la portata media annua o il volume totale annuo occorre effettuare una stima della popolazione da servire con l’acquedotto per il periodo della vita utile.

LEGGI DI CRESCITA

• legge di crescita aritmetica

• legge di crescita dell’interesse composto

• legge di crescita geometrica

• legge di crescita logistica

PREVISIONI DEGLI STRUMENTI URBANISTICI

VARIAZIONI DEI CONSUMI

I consumi idrici presentano delle variazioni nell’arco dell’anno, del mese e del giorno generico

Le oscillazioni dei consumi dipendono da molti fattori. A parità delle altre condizioni, all’aumentare della popolazione servita si verifica un appiattimento de lle oscillazioni

Le variazioni annuali sono molto legate alle fluttuazioni stagionali, cioè alle variazioni climatiche, nonché agli spostamenti della popolazione nei periodi di ferie.

Le variazioni mensili non sono molto marcate. Forse si dovrebbe parlare in alcuni casi di variazioni settimanali.

Le variazioni giornaliere sono legate alle condizioni di vita ed alle attività lavorative del centro abitato

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4/13.. NqID b +=

)/()400170( abdlqb ⋅÷=

metropoli

centri rurali con servizi elementari

vDabdlID +⋅= )/(200..

100000N se )/(140

5000N se )/(60

>⋅=<⋅=

abdlDa

abdlDda

v

v

11

nmNNn ⋅+= 0

nn NN )1(0 τ+=

0

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N

N-Sacon

1=

⋅+= −btn ea

SN

86400

.. NIDQ

×=

86400

.. NIDQ gg

×= ρ

86400

.. NIDQ ogo

×= ρρ

Portata media annua

Portata massima giornaliera

Portata massima oraria

coefficiente di punta giornaliero = 1.2÷1.5=gρ

coefficiente di punta orario = 1.2÷1.5=oρ

PRINCIPALE NORMATIVA DI RIFERIMENTO IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE E LORO GESTIONE E PROGETTAZIONE

(in stretto ordine cronologico) Regio Decreto del 11/12/1933, n° 1775 “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti idroelettrici” Legge del 27/12/1941, n° 1570 “Nuove norme per l’organizzazione dei servizi antincendio” Legge del 04/02/1963, n° 129 “Piano regolatore generale degli acquedotti e delega al Governo ad emanare le relative norme di attuazione” Disposizioni del Ministero del LL.PP. del 04/02/1977 “Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui all’art.2, lettere b), d), e) della legge 10/05/1976, n° 319, recante norme per la tutela delle acque dall’inquinamento” - Allegato 2: Criteri generali per il corretto e razionale uso dell’acqua. - Allegato 3: Norme tecniche generali per la regolamentazione dell’installazione degli impianti di

acquedotto Decreto del Ministero dei LL.PP del 12/12/1985 “Norme tecniche relative alle tubazioni” Decreto del Presidente della Repubblica del 24/05/1988, n° 236 “Attuazione della direttiva CEE n° 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell’art. 15 della legge 16/04/1987, n° 183” - Art. 8, lettera e): “…sono di competenza statale le norme tecniche per l’installazione degli

impianti di acquedotto” Legge del 18/05/1989, n° 183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale per la difesa del suolo” Legge del 05/01/1994, n° 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche” (Legge Galli) Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 04/03/1996 “Disposizioni in materia di risorse idriche” - Allegato 8: Livelli minimi dei servizi che devono essere garantiti in ciascun ambito territoriale

ottimale” Decreto del Ministero dei LL. PP. Del 08/01/1997, n° 99 “Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature” Normativa UNI 10779 “Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti - Progettazione, installazione ed esercizio” Decreto legislativo del 02/02/2001, n° 31 “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano”

Disposizioni del Ministero del LL.PP. del 04/02/1977 “Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui all’art.2, lettere b), d), e) della legge 10/05/1976, n° 319, recante norme per la tutela delle acque dall’inquinamento”

............................. ............................. 2. Installazione ............................. 2.1 Impianti di attingimento ............................. 2.2 Impianti di trattamento .............................

Legge del 05/01/1994, n° 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche” (Legge Galli) I principi della legge: - tutte le acque, sia superficiali che sotterranee, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da

salvaguardare ed utilizzare secondo criteri di solidarietà; - l’uso delle risorse deve essere razionale per salvaguardare i diritti delle generazioni future a

fruire di un patrimonio ambientale integro; - l’uso dell’acqua è prioritario per il consumo umano rispetto ad altri usi; - l’equilibrio del bilancio idrico va conservato. Istituisce il “SERVIZIO IDRICO INTEGRATO” ovvero l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione. Organizzazione del Servizio Idrico Integrato: gli Enti Locali definiscono gli “AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI” al fine di ottenere una maggiore efficienza tecnica ed economica del servizio (difesa dall’inquinamento, controllo continuo potabilizzazione e distribuzione, ricerca delle perdite). Gestione del Servizio Idrico Integrato: Gestione d’impresa di carattere pubblico, privato o misto. Tariffa del Servizio Idrico Integrato: Determinata dal soggetto titolare del servizio nell’ambito di opportuni vincoli imposti dal governo centrale. Serve a coprire sia la gestione che gli investimenti

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 04/03/1996 “Disposizioni in materia di risorse idriche”

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Decreto del Ministero dei LL. PP. Del 08/01/1997, n° 99 “Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature”


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