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Africa- Unione Europea Scenari e prospettive per un nuovo ... · pagate durante le diffuse...

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© Rödl & Partner © Rödl & Partner 13.06.2014 Africa- Unione Europea Scenari e prospettive per un nuovo continente Studio Rödl & Partner, Padova Avv. Eugenio Bettella METEF - Veronafiere Viale del lavoro n. 8, Verona
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© Rödl & Partner© Rödl & Partner 13.06.2014

Africa- Unione EuropeaScenari e prospettive per un nuovo continente

Studio Rödl & Partner, PadovaAvv. Eugenio Bettella

METEF - VeronafiereViale del lavoro n. 8, Verona

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Sommario

Africa01

02 La cooperazione fra Europa e Africa

04 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)

05 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)

06 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals

03 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

Highlights07

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Sommario

Africa 1.1 Informazioni generali1.2 Trade Facilitation Reforms1.3 Opportunità di investimento

01

02 La cooperazione fra Europa e Africa

04 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)

05 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)

06 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals

03 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

Highlights07

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1.1 AFRICA: informazioni generali

Lo sviluppo economico è certamente da ricollegarsi ad una crescente stabilità politica negli Stati oltreché ad una sempre

maggiore affermazione dei principi democratici, come evidenziatoanche dal grafico sopra riportato

� Situazione politica stabile nella maggior parte dei Paesi dell’African Union (54). Focolai di protesta localizzati, ma contenuti e controllati dai governi.

� Politiche anticorruzione adottate dai governi al fine di attirare investimenti stranieri; in particolare, nel settore doganale vengono adottati standards uniformi per accrescere la trasparenza nelle operazioni di import/export.

�Rischio investimento ridotto : gli indici SACE del rischio di credito, di regolamentazione e di violenza politica (ranking≤75/100), nonchégli indici O.C.S.E. (ranking≤6/7), che prendono in considerazione anche la situazione economica e finanziaria del Paese destinatario, evidenziano 9 Paesi di particolare interesse (Nigeria, Ghana, Angola, Mozambico, Kenya, Camerun, Tanzania, Uganda e Zambia).

�Gli IDE (investimenti diretti esteri) 2013 in aumen to rispetto a quelli dell’anno precedente + 6,8% (Global Investment Trands Monitor - gennaio 2014); nella decade 2003-2012 il totale degli investimenti esteri è passato da USD 18 bn. a USD 56.6 bn. (African Development Bank).

� Significativa progressione della partecipazione della componente femminile all’economia , con prevalente inserimento nel settore del commercio e dei servizi (Woman in Trade in Africa -World Bank Report).

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1.1 AFRICA: informazioni generali� Superficie : ca. 30.000.000 km2

� Popolazione (World Population Review - 6 dicembre 2013):

• ca. 1.033.000.000 abitanti pari a ca. 1/7 (ca. 14,5%) della popolazione mondiale (7.119.506.000; U.S. Census Bureau -ottobre 2013)

• in aumento fino 1.900.000.000 persone entro il 2050

• oltre 50 centri urbani con più di 1 milione di abitanti

• il 36,8% della popolazione vive in aree urbane; entro il 2020, le stime prevedono un incremento al 70% del medesimo dato percentuale

� Densità (persone/km2): 35,7 (cfr. immagine a lato)

� Crescita annuale : ca. 2% Lagos – slum and skyscrapers

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1.1 AFRICA: informazioni generali� PIL: USD 1,03 tn. (Economic Commission for Africa –

Economic Report on Africa 2012)

• in crescita del 4,8% nel 2013 e stimato al +5,1% nel 2014 (Economic Report on Africa 2013);

• entro il 2020 il PIL africano è previsto raggiunga gli USD 2,6 tn. con corrispondente rapida e progressiva crescita della middle-class (spesa in beni di consumo prevista in USD 1,4 tn. – McKinsey Forecasts).

� Struttura del PIL

• I settori che contribuiscono maggiormente alla formazione del PIL sono quelli dell’industria mineraria/estrattiva e dell’agricoltura con significative variazioni da Paese a Paese. Ulteriori settori in crescita sono quello energetico e quello delle infrastrutture (trasporti, comunicazioni, e servizi collegati) sostenuti da politiche governative per lo sviluppo.

• I governi di molti Paesi promuovono politiche volte a diversificare le loro economie interne, al fine di ridurre la dipendenza dalle commodities, il cui prezzo è variabile a seconda dell’andamento dei mercati finanziari.

� Distribuzione della ricchezza

• La percentuale della popolazione nella fascia di estrema povertà (al di sotto di USD 1,25/giorno) raggiungerà, secondo le previsioni, il 35,8% nel 2015, in calo rispetto alle medesime stime delle Nazioni Unite del 2011 (38%).

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1.1 AFRICA: informazioni generali

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1.2 AFRICA: Trade Facilitation Reforms

� Trade Facilitation Reforms (T.F.)

• I governi africani hanno progressivamente compreso la necessità di attuare politiche destinate a semplificare i traffici commerciali, ed in tal senso si stanno rapidamente muovendo (Doing Business Report, 2014).

• Ad esempio, la East African Community (E.A.C.) ha varato importanti riforme per facilitare il commercio interregionale: i benefici sono stimati in ca. USD 17 bn. entro il 2016.

• I costi relativi alla logistica, alle procedure doganali, nonché ad ulteriori formalità del commercio transfrontaliero interno, influiscono sul prezzo finale di un prodotto in misura non inferiore al 15% (su questo dato influisce per ca. il 93% il valore delle “tangenti”pagate durante le diffuse operazioni di pesa effettuate durante il trasporto di un carico su gomma).

• I benefici delle T.F. reforms toccano tanto il settore economico (PME locali e single traders) quanto quello ambientale e sociale (cross border traders sono spesso donne e bambini che soffrono l’applicazione di regole arbitrarie nell’esercizio delle loro attività).

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1.2 AFRICA: Trade Facilitation Reforms

� Trade Facilitation Reforms (T.F.) segue

• Customs Clearance– Per la crescita economica del Paese, è imperativo accelerare le procedure doganali, snellirle, semplificarle, seguendo gli

standards internazionali R.K.C. (Revised Kyoto Convention) promossi dalla World Customs Organisation (W.C.O.): • trasparenza e prevedibilità delle procedure;• standardizzazione, riduzione e semplificazione delle dichiarazioni a presentare rispetto a settori merceologici affini

nonché dei documenti da presentare a supporto;• informatizzazione delle procedure;• coordinamento con agenzie doganali paesi limitrofi / che registrano maggior volume di scambi commerciali (esempio

virtuoso del porto di Durban, Sudafrica).

• Transport Infrastructure Implementation

– L’African Development Bank ha destinato, nel quinquennio 2008-2013, ca. USD 12 bn. allo sviluppo di infrastrutture regionali quale forma di investimento per lo sviluppo del commercio nei Paesi membri dell’A.U.

• Duties & Tariffs

– Politiche di armonizzazione delle imposte all’importazione ed all’esportazione fra i Paesi membri delle differenti regioni economiche in cui è suddiviso il continente.

– Politiche di abbattimento dei costi legati ai trasporti interni.

– Il “Corridoio settentrionale” - Africa’s Northern Corridor (1.700 km) - collega Kigali (Rwanda) al porto di Mombasa (Kenya), passando per l’Uganda; fra le politiche coordinate a questo progetto infrastrutturale vi è anche la rimozione di tutti i precedenti 26 roadblocks e l’istituzione di un O.S.B.P. destinato ai controlli doganali, che saranno progressivamente operati con formalità elettroniche ed automatizzate.

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1.3 AFRICA: opportunità di investimento

� L’Africa sub-sahariana è un territorio interessato da un rapido processo di sviluppo economico, che ha contribuito ad attrarre un numero crescente di investitori stranieri.

• Secondo le proiezioni della Banca Mondiale, si trovano in Africa nove dei quindici Paesi al mondo che avranno il più alto tasso di crescita economica nei prossimi cinque anni.

• Aumento degli investimenti diretti fino a un totale di USD 54 bn. entro il 2015, pari ad una crescita del 40% rispetto ai USD 37.7 bn. investiti nel 2012.

• Lo sviluppo economico dell’Africa sub-sahariana è sostenuto da:

– sfruttamento delle risorse minerarie;

– stabilità politica e macroeconomica;

– riforme micro-economiche;

– crescente espansione del mercato interno;

– apertura delle economie agli investimenti stranieri;

– crescita della classe media e della corrispondente domanda di prodotti e beni di consumo tendenti agli standards europei e occidentali.

• Più particolarmente fra le risorse minerarie disponibili che interessano l’industria estrattiva si citano:

– nell’Africa meridionale, giacimenti di carbone e riserve di gas (ad esempio, in Mozambico) e rame (nello Zambia);

– nell’Africa occidentale, in particolar modo le risorse presenti in Ghana (bauxite, manganese, oro, diamanti, petrolio), Angola (oro, argento, uranio, diamanti, petrolio), Nigeria (petrolio e gas naturale specialmente), ma anche Guinea, Liberia e Sierra Leone.

• I costi relativi alle forniture d’acqua, all’energia elettrica ed ai trasporti sono tra i fattori che più ostacolano la crescita economica dei Paesi africani: una criticità che i governi locali stanno gradualmente affrontando dopo l’ingente sforzo economico-finanziario sopportato negli ultimi anni al fine di ridurre l’esposizione debitoria nei confronti degli Stati del Nord del Mondo.

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1.3 AFRICA: opportunità di investimento

I settori commerciali di maggiore interesse sono

� Costruzioni ed edilizia

• Per soddisfare le crescenti esigenze abitative ed infrastrutturali sono stati realizzati investimenti consistenti tanto nelle operepubbliche (sviluppo di strade, ponti, porti ed aeroporti ecc.) quanto in quelle private (centri commerciali).

• I progetti di sviluppo immobiliare realizzati e realizzandi sonolocalizzati nelle maggiori aree urbane, dove si concentra la maggior parte della popolazione, ed altresì nelle immediate periferie.

• Il mercato del lusso, nel settore immobiliare, si rivolge soprattutto alla fasce della popolazione arricchite, alle rappresentanze politiche, industriali, nonché al crescente numero di espatriati stranieri.

• Ingenti risorse sono state destinate alla costruzione di complessi residenziali a “basso costo” (social and affordable housing in collaborazione con World Bank, African Development Bank, governi locali e Istituti di credito dei Paesi interessati).

Nigeria – Lagos, Heritage Palace (Laurus)

Ghana – Accra, One Airport Square (Laurus )

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1.3 AFRICA: opportunità di investimento

I settori commerciali di maggiore interesse sono:

� Arredamento da interno privato e per uffici

• La previsione d’incremento del commercio nel settore risponde all’aumento della domanda delle classi sociali emergenti.

• Le tipologie di arredo che possono penetrare il mercato dei Paesi dell’Africa sub-sahariana sono molteplici: abitazioni private, uffici, attività nel settore terziario.

• Il made in Italy è percepito come indiscusso standardqualitativo e, pertanto, privilegiato rispetto alla concorrenza nel settore, soprattutto di Cina e Turchia.

Nigeria, Abuja - Linea Italia Ltd.

Nigeria, Lagos – OfficeLine & Company Ltd.

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1.3 AFRICA: opportunità di investimentoI settori commerciali di maggiore interesse sono:

� Agricolo/alimentare

• La crescita demografica, il consolidamento e l’ampliamento della middle-class determinano una progressiva crescita del fabbisogno interno, che, a tutt’ora, la maggior parte dei Paesi dell’Unione Africana non riesce a soddisfare (secondo i dati Euromonitor, la classe media africana acquista beni per ca. il 60% del PIL continentale).

• La fase di produzione/raccolta delle materie prime, quella di conservazione e la successiva di distribuzione necessitano, nonostante le politiche agricole avviate dai governi, di essere ulteriormente sostenute e perfezionate.

• La fase di trasformazione delle materie prime è quasi del tutto assente e comunque fortemente carente, con la conseguenza che non apportando additional value, i prodotti alimentari raccolti e non trasformati soffrono, nelle operazioni commerciali, le oscillazioni dei prezzi.

• Il costo delle materie prime alimentari è soggetto alle fluttuazioni determinate da fattori climatici e finanziari.

Centri Commerciali Alimentari (Shoprite, Woolworths , Massmart, Game)

Hawker sudafricani

Grocery stores

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1.3 AFRICA: opportunità di investimentoBuildings Food & Agricoltural Interiors Design

Lagos, Victoria Island

Lagos, Thompson Luxury project

Accra, Acasia Project

Accra, Grocery stores,

Accra, Hotel Movenpick Large distributor of consumer goods

Interior Designers Association (IDAN)

Interior Designers Association (IDAN)Lagos, Processing of fruit

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1.3 AFRICA: opportunità di investimentoProgetti immobiliari

Lagos, Eko Atlantic Project Social Housing projectsResidential project , Port Elizabeth

Alice Lane Offices , Sandton, Johannesburg

Cornubia Project , North Durban

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Sommario

Africa01

02 La cooperazione fra Europa e Africa

04 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)

05 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)

06 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals

03 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

Highlights07

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2 La cooperazione fra Europa e Africa

� 1957, firma del Trattato di Roma: la parte IV°prevedeva la creazione di un Fondo Eu ropeo per lo Sviluppo cui attingere per offrire un aiuto tecnico/finanziario ai Paesi africani ex colonie

� 1963, Convenzione di Yaoundé (Camerun) I: stabilisce un regime di vantaggi commerciali ed un programma di aiuti (cooperazione tecnica e culturale) ai 18 Paesi ex coloniali firmatari dell’accordo con la CEE

� 1969, Convenzione di Yaoundé II: estende la disciplina applicabile ai rapporti fra la CEE e i Paesi firmatari di “Yaoundé I” ad altri 3 Paesi africani; focus sul supporto economico allo sviluppo infrastrutturale delle ex colonie francesi

� 1975, Convenzione di Lomé (Togo) I: estende il programma di cooperazione ad alcuni Paesi non africani membri del Commonwealth (1973: ingresso UK nella CEE) ; istituisce un sistema di quote preferenziali per lo zucchero, le banane, la carne bovina ed altri prodotti dei Paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico), senza vincolo di reciprocità rispetto alle esportazioni comunitarie; istituisce anche il regime Stabex per finanziare le perdite sui prodotti agricoli ACP derivanti dalle fluttuazioni dei mercati (in relazione ai prezzi delle materie prime)

� 1985, Convenzione di Lomé III: introduce il regime Sysmin, analogo allo Stabex ma applicabile ai prezzi delle materie prime minerarie

� 1990, Convenzione di Lomé IV: condiziona l’applicazione dei regimi commerciali di favore previsti nell’ambito dell’Accordo al rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto

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Sommario

Africa01

02 La cooperazione fra Europa e Africa

04 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)

05 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)

06 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals

03 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

Highlights07

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3.1 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

� L’ Accordo di partenariato commerciale è stato firmato il 23.06.2000 a Cotonou (Benin) per finalitàeconomico-commerciali, ma anche politiche e di cooperazione (articolo 1°dell’ Accordo): “ al fine di promuovere ed accelerare lo sviluppo economico, culturale e sociale degli stati ACP, contribuendo

in tal modo alla pace ed alla sicurezza e favorendo un contesto politico stabile e democratico [...] al fine principale di ridurre, prima, ed eliminare, poi, la povertà”

� È stato concluso fra le Parti firmatarie per un periodo di 20 anni, con possibilità di revisione ogni 5 anni

� 1° revisione: Lussemburgo 25.06.2005 (in vigore dal 1° luglio 2008); 2° revisione: Ouagadougou

(Burkina Faso) 22.06.2010

� La 1°versione dell’Accordo (2000) sopprime i regimi Stabex e Sysmin

� L’ultima versione dell’accordo è stata sottoscritta da UE e 75 (su 79) Paesi membri del c.d. “blocco ACP” (Africa, Caraibi e Pacifico), riconosciuto con l’Accordo di Georgetown il 06.06.1975

� Per il periodo 2014-2020, l’ammontare complessivo del sostegno finanziario dedicato ai Paesi ACP

è pari a ca. € 31,5 mld., dei quali € 29.089 mln. nell’ambito dell’XI F.E.S. (Fondo Europeo di Sviluppo, su cui vd. infra)

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3.1 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

� Sotto il profilo economico, le Parti firmatarie si propongono di:

• articolo 21.1 (investimenti e sviluppo del settore privato): “creare un contesto favorevole agli investimenti ed allo sviluppo di un settore privato dinamico, efficiente e competitivo” attraverso:

- “la promozione del dialogo e della cooperazione tra il settore pubblico ed il settore privato;

- lo sviluppo di competenze imprenditoriali e di una cultura aziendale;

- le privatizzazioni e la riforma delle imprese;

- lo sviluppo e l’aggiornamento dei sistemi della mediazione e dell’arbitrato”.

• articolo 22.1 lett. b (riforme e politiche macroeconomiche e strutturali): la Cooperazione supporterà gli sforzi dei Paesi ACP nell’attuare politiche strutturali intese a rafforzare il ruolo dei vari attori, soprattutto del settore privato, e a migliorare il contesto per una maggiore mobilitazione delle risorse interne e per un aumento del volume degli affari, degli investimenti e dell'occupazione, nonché a:

- liberalizzare la disciplina commerciale, il regime dei cambi e la convertibilità delle partite correnti, tenendo conto delle condizioni particolari di ciascun paese;

- rafforzare le riforme dei mercati del lavoro e dei prodotti;

- perfezionare la qualità dei servizi pubblici e privati;

- incoraggiare riforme del sistema finanziario che aiutino a sviluppare un efficiente sistema bancario e non bancario, il mercato dei capitali e dei servizi finanziari, incluso il micro-credito;

- incoraggiare la cooperazione regionale ed il progressivo accoglimento di politiche macroeconomiche e monetarie».

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3.1 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE • articolo 23 (sviluppo dei settori economici): «La cooperazione sostiene riforme politiche e istituzionali durature e gli

investimenti necessari a garantire un accesso equilibrato alle attività economiche e alle risorse produttive, e in particolare:- lo sviluppo di sistemi di formazione […];- il capitale, il credito e la terra , soprattutto per quanto riguarda i diritti di proprietà e di uso ;- lo sviluppo di strategie rurali […];- lo sviluppo di strategie volte a migliorare la produzione e la produttività agricole negli Stati ACP prevedendo in

particolare i necessari finanziamenti per la ricerca agronomica, per i fattori di produzione e i servizi agricoli, per l’infrastruttura rurale di appoggio e per la riduzione e la gestione del rischio. Il sostegno comprende investimenti agricoli pubblici e privati, incentivi per lo sviluppo di politiche e strategie agricole, il rafforzamento delle organizzazioni di agricoltori e del settore privato, la gestione delle risorse naturali e lo sviluppo e il funzionamento dei mercati agricoli. Le strategie inmateria di produzione agricola sono destinate a rafforzare le politiche di sicurezza alimentare nazionali e regionali e l’integrazione regionale. In questo ambito, la cooperazione sostiene l’impegno degli Stati ACP per il miglioramento della competitività delle loro esportazioni di prodotti di base e per l’adattamento delle loro strategie di esportazione di questi prodotti alla luce dell’evoluzione delle condizioni commerciali;

- lo sviluppo sostenibile delle risorse idriche […];- lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura e della pesca […];- le infrastrutture economiche e tecnologiche e i servizi, compresi i trasporti , i sistemi di telecomunicazione , i servizi di

comunicazione e lo sviluppo della società dell’informazione ;- lo sviluppo di settori industriali , minerari ed energetici […];- lo sviluppo degli scambi , compresa la promozione del commercio equo ;- lo sviluppo del settore commerciale, delle attività finanziarie e bancarie e di altri servizi;- lo sviluppo del turismo ;- lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi scientifici , tecnologici e della ricerca , compresi il miglioramento, il

trasferimento e l’assimilazione delle nuove tecnologie ;- […]

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Sommario

Africa01

02 La cooperazione fra Europa e Africa

04 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)

05 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)

06 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals

03 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

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4 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)� Il Fondo europeo di sviluppo (FES) ha sempre rappresentato lo strumento principale degli aiuti comunitari per

la cooperazione allo sviluppo degli Stati Africani, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e dei Paesi ed i Territori d’Oltremare (PTOM)

� Il FES non rientra nel bilancio generale della Comunità; è finanziato dagli Stati membri, dispone di regole finanziarie proprie ed è diretto da un Comitato istituito presso la Commissione europea

� Ciascun FES è concluso per un periodo di 5 anni (l’XI° FES è settennale; la sua durata coincide con il termine dell’Accordo di Cotonou nella versione successiva alla revisione del 2010)

� Per il X°FES, che ha coperto il periodo 2008-2013, è stata destinata una dotazione finanziaria complessiva di ca. € 22 mld.; di questo importo, € 21.966 mln. sono stati stanziati per i Paesi ACP secondo la seguente ripartizione:

• € 17.766 mln. per il finanziamento dei programmi indicativi nazionali e regionali;

• € 2.700 mln. per il finanziamento della cooperazione intra-ACP e interregionale;

• € 1.500 mln. per il finanziamento del Fondo Investimenti (Investment Facility Fund), un Fondo rotatorio gestito dalla BEI con l’obiettivo di incentivare lo sviluppo del settore privato nei Paesi ACP.

� Nell’ambito del FES, oltre all’Investment Facility Fund, viene finanziato anche l’Infrastructure Trust Fund (ITF), che si propone di sostenere lo sviluppo e la costruzione di infrastrutture che facilitino l’interconnessione e l’integrazione regionale del continente africano.

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Africa01

02 La cooperazione fra Europa e Africa

04 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)

05 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)

06 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals

03 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

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5.1 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)� La Banca Europea per gli Investimenti

(BEI) è l’istituto di credito dell’Unione Europea: concede prestiti al settore pubblico e privato per finanziare progetti di interesse europeo

� Ciascuno stato membro dell’Unione sottoscrive, unitamente agli altri, il capitale della BEI secondo una ripartizione che riflette il proprio peso nell’UE

� In via generale, per l’aggiudicazione di un finanziamento, il Fund Manager dovràdimostrare di aver soddisfatto i requisiti di cui alla “Bank’s Guide to Procurement”

� I criteri di scelta adoperati per il finanziamento di un progetto sono:

• il progetto deve concorrere al raggiungimento degli obiettivi generali dell’UE;

• Il progetto deve attirare altre fonti di finanziamento oltre a quello BEI;

• Il progetto deve essere bancabile sotto i profili finanziario, tecnico e del rispetto dell’ambiente.

progetti finanziati, per area geograficaperiodo 2003-2012

www.eib.org

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progetti finanziati, per settoreperiodo 2003-2012

5.1 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)� BEI, alcuni fra i progetti recenti

• 13.03.2014: approvato il Global Climate Partnership Fund (ca. € 60 mln. su ca. € 306 mln. del costo complessivo del progetto), il quale si propone di sostenere la diffusione e lo sviluppo di energia da fonti rinnovabili

• 20.12.2013: sottoscritto il finanziamento al Global Energy Efficiency and Renewable Energy Fund (ca. € 10 mln. su ca. € 216 mln. del costo complessivo del progetto); il progetto ha ad oggetto la produzione energetica da fonti rinnovabili e l’efficienza energetica in un ottica di crescita sostenibile dei Paesi in via di sviluppo

• in esame: partecipazione in Fondo di privateequity a sostegno investimenti PMI africane in settori vari

www.eib.org

Pills•ZAMBIA: € 75 mln. riabilitazione e ampliamento servizi idrici e fognari provincia di Copperbelt

•MALAWI: € 30 mln. diversificazione e rafforzamento settore delle esportazioni agricole (incentrato su tabacco principalmente)

•KENYA: € 200 mln. produzione energia da fonti rinnovabili (eoliche) nell’area del Lago Turkana

•TANZANIA: € 7 mln. supporto PMI locali

•TANZANIA: € 105 mln. costruzione impianto per approvvigionamento risorse idriche sponde meridionali lago Victoria

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Sommario

Africa01

02 La cooperazione fra Europa e Africa

04 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)

05 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)

06 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals

03 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

Highlights07

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6.1 S.O.P.: standard operating procedures doing deals

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1. Official support : in considerazione del loro oggetto, per determinate tipologie di accordi commerciali (concessioni estrattive, erogazione di servizi in settori sensibili quali ad es. banking, insurance e communication, etc.), è opportuno assicurare l’investimento con il dovuto appoggio legislativo e governativo, nel rispetto delle gerarchie e degli organi istituzionali del Paese ospite:

i. per evitare il rischio di incorrere in procedimenti anti-corruzione (stop and sanctions);ii. per circoscrive i rischi legati alle instabilità politiche.

2. Legal support : fondamentale è la scelta di una consulenza legale competente in materia internazionale, consapevole dei rischi insiti in ogni investimento in un Paese straniero e capace di circoscriverli, nonché dotata di un buon network nel paese ospite.

3. Judiciary : di primaria importanza è prevedere che sia competente un arbitro / un collegio arbitrale, in un foro internazionalmente riconosciuto, a dirimere un’eventuale insorgenda controversia contrattuale.

4. Governing law : è opportuno prevedere che il contratto sia disciplinato dalla legge di un Paese terzo (salvo ciò non sia espressamente vietato da norme imperative dello stato ospite: ad es. per societàpubbliche/a partecipazione pubblica in Mozambico).

6.1 S.O.P.: standard operating procedures doing deals

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5. Waiver of sovereign immunity : in particolare nelle negoziazioni con enti pubblici o a partecipazione pubblica prevedere un’apposita clausola contrattuale volta a neutralizzare le immunità sovrane del Paese ospite in caso di inadempimento alle obbligazioni contrattuali dallo stesso assunte.

6. Security of the loan : con riguardo al finanziamento dell’investimento:i. prevedere una specifica legge applicabile (solitamente England & Wales laws / State of NY law);ii. garantire l’investimento attraverso una “onshore security” (per lo più un’ipoteca su beni immobili)

ovvero una “offshore security” (banca ovvero istituto di credito con buon world ranking che abbia sede in Paese terzo rispetto a quello delle Parti, ove sia aperta la linea di credito destinata alla partnershiped ove sia negoziata la vendita dei prodotti dell’investimento).

7. Local laws : approfondire il contenuto della legislazione dello Stato ospite (investment hosting country) con particolare riferimento a:

i. local content laws: previste nella maggior parte dei Paesi africani, esse disciplinano le necessità, le modalità e le tipologie di impiego nella società a partecipazione straniera di cittadini del Paese ospite (es: Nigerian Oil & Gas Industry Content Development Act 2010).

6.1 S.O.P.: standard operating procedures doing deals

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ii. company laws (discipline in materia societaria): al fine di:• scegliere la struttura più congrua al tipo di business da intraprendere;• conoscere il regime di responsabilità ricondotto al tipo di partecipazione nonché i limiti

riconosciuti alle clausole di governance della società.

iii. tax laws: nello scegliere il Paese sede dell’investimento, di primaria importanza è il trattamento fiscale e contributivo cui è sottoposta la società (attività, utili e dividendi) e cui sono sottoposti i capital gains (proventi indiretti delle attività d’impresa derivati da rendite sugli assets aziendali, ad es.: immobili, diritti di privativa, interessi su capitale, ecc.) quando destinati verso Paesi terzi.

iv. custom laws: da non trascurare sono le formalità doganali da compiere relativamente alle importazioni ed alle esportazioni di beni e servizi; in particolare si suggerisce di rivolgersi al customs service nazionale ovvero ad operatori professionali del settore attivi nel paese dell’investimento.

v. “specific laws”: sono le normative di settore che, in taluni casi, in merito a determinate tipologie di investimento, possono derogare alle norme generali (per lo più frutto di specifiche politiche governative volte a privilegiare o sostenere determinati settori economici nazionali).

6.1 S.O.P.: standard operating procedures doing deals

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Sommario

Africa01

02 La cooperazione fra Europa e Africa

04 Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)

05 La Banca Europea per gli investimenti (BEI)

06 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals

03 Accordi commerciali: Cotonou 2000/483/CE

07 Highlights 7.1 Tips on Tenders & Projects7.2 Tips on Import / Export

7.3 La politica italiana di sostegno agli investimenti esteri

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7.1 HIGHLIGHTS: TIPS on TENDERS & PROJECTS

TENDERS

�L’imprenditore che voglia effettuare un investimento nei Paesi dell’Africa sub-sahariana potrà monitorare i siti di istituzioni sovranazionali quali, ad es. (fra le maggiori), World Bank , European Investment Bank , African Development Bank , etc., ovvero altri minori come tenders.nigeriang.com , oppure ancora verificare periodicamente i siti governativi del Paese cui èorientato al fine di verificare se siano stati pubblicati bandi di gara che corrispondano all’attività imprenditoriale che intende svolgere

�Nell’esaminare un tender, prima di procedere al deposito dei documenti di gara presso il soggetto competente preposto a riceverli, è prioritario:

• procedere quantomeno ad una sommaria preliminare valutazione della congruità del bando di gara rispetto alle esigenze ed al background del paese dell’investimento;

• verificare l’autorevolezza della fonte che ne ha pubblicato gli estremi anche avvalendosi di strutture in grado di riuscire a valutare la bontà della documentazione fornita (tender reference number o altro identificativo del progetto, responsabile del progetto, ecc.) e di quella richiesta;

• non trasmettere alcun documento non adeguatamente protetto al vostro interlocutore prima di averne verificato con la dovuta perizia l’identità, le mansioni ed il ruolo (in particolare, l’invio di documentazione in formato word dovrà essere evitato in qualsivoglia circostanza così come buona pratica sarà anche evitare l’invio di loghi, marchi, ovvero informazioni di cui possa essere fatto un uso indebito e/o indebito);

• ed ancora, più tecnicamente, verificare le garanzie richieste alla luce della capacità finanziaria propria e dell’eventuale partner locale; altresì dovranno essere valutate le modalità, la valuta, i tempi di pagamento, i meccanismi di aggiustamento del prezzo e di estensione del termine dei lavori, la disciplina delle riserve ed i metodi di risoluzione delle controversie nonché l’eventuale % di preferenza riservata ai bidder locali.

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7.1 HIGHLIGHTS: TIPS on TENDERS & PROJECTS

Nigeria Ghana Sudafrica

� Infrastrutture• (26.03.2014) USD 205 mln. Finanziamento

della African Development Bank per lo sviluppo di un Urban Water & sanitation project (Port Harcourt).

• (19.11.2013) Costruzione di un porto deepwater a 60 km ad est di Lagos (Lekki Port) che potrà servire navi da carico di grande pescaggio. Progetto approvato dal Ministero per l’Ambiente e finanziato dalla European Investment Bank (EIB).

• (27.03.2014) USD 200 mln. 2°finanziamento a progetto sviluppo infrastrutturale finanziato da World Bank con beneficiario lo Stato di Lagos.

� Infrastrutture• (24.10.2013) USD 97 mln. Obiettivo del

progetto, condotto sotto l’egida della World Bank, è lo sviluppo delle capacità delle istituzioni governative nel dialogo con i cittadini attraverso il consolidamento e la diffusione delle information & communication technologies (ICT).

• (dal 30.06.2009) USD 225 mln. Progetto infrastrutturale in 7 fasi condotto sotto l’egida della World Bank (project n. P102000) volto allo sviluppo ed alla riabilitazione della rete stradale nazionale tanto commerciale (trasporto pesante) che civile, urbana ed extra urbana.

� Infrastrutture• USD 8 bn. destinati dalla Passenger Rail

Agency allo sviluppo della rete ferroviaria del Paese nei prossimi 10 anni.

• USD 424 mln. Olifants River Water Resources Development Project Phase II. Il progetto ORWRDP-2 si pone obiettivi di sviluppo economico e sociale volti al soddisfacimento delle necessità idriche delle comunità locali e del settore industriale nell’area di Limpopoattraverso la creazione di un bacino idrico di raccolta (De Hoop dam) il quale avrà una capacità di 347 mln. di metri cubi.

�Housing• Nell’ambito del United Workers Housing

Scheme il quale prevede la costruzione di 100.000 unità abitative negli stati della Repubblica Federale, Rock of Ages Properties Ltd. (Chicason Group) ed il Trade Union Congress hanno inaugurato lo scorso febbraio 2014 la costruzione di 2.000 “case (finanziariamente) accessibili” (prezzo di acquisto USD 4.000/8.000).

�Housing • Friendship City Estates è un progetto a cura di

Ayensu River Estates che prevede la costruzione di 160 affordable houses il cui costo sarà compreso tra USD 65.000 e USD 95.000 nell’area di Oyarifa (Adenta); le unitàabitative saranno principalmente costituite di due camere e saranno destinate a funzionari pubblici ovvero dipendenti di altre agenzie istituzionali.

�Housing• (30.10.2013) € 464 mln. Social & affordable

housing II: Progetto di edilizia urbana congiuntamente finanziato da European Investment Bank, National Housing Finance Corporation, Development Bank of Southern Africa.

PROJECTS alcuni esempi

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7.1 HIGHLIGHTS: TIPS on TENDERS & PROJECTS

Nigeria Ghana Sudafrica

� Finanza• (26.03.2014) USD 125 mln . progetto finanziato

da African Development Bank: credito erogato alla Zenith Bank PLC per il sostegno ad un progetto volto a finanziare il credito delle PMI nigeriane;

• € 100 mln. progetto di finanziamento tra FirstBank Nigeria e European Investment Bankma non ancora approvato volto a sostenere l’acceso al credito PMI locali.

� Finanza• (23.12.2013) € 80 mln. siglato un progetto di

finanziamento dalla European Investment Bankper il sostegno di progetti PMI locali (max 250 dipendenti) e per il supporto degli operatori del settore finanziario allo sviluppo di intermediary skills.

� Finanza• La United States Agency for International

Development partner di alcuni istituti di credito sudafricani attraverso credit guarantees agreements (portafoglio complessivo per oltre USD 100 mln .); tale forma di accordi commerciali è orientata a consentire un accesso facilitato alle PMI locali a forme di finanziamento di progetti di investimento. Es. partnership con ABSA Bank; e con Cadiz Life Ltd. per il finanziamento di 300 PMI e la creazione di 20.000 posti di lavoro.

� Energia• (19.06.2012) USD 100 mln. Finanziamento

addizionale della World Bank (project n. P126182) ad un progetto di implementazione, ristrutturazione e manutenzione della rete distributiva esistente per la fornitura di gas necessaria all’approvvigionamento energetico di servizi pubblici.

• USD 350 mln. Accordo di investimento concluso tra Stanbic Bank e General Electric per il finanziamento di piccoli e medi progetti di sviluppo energetico (produzione tra 1 e 20 MW).

� Energia• (26.02.2014) USD 74 mln . Electricity

Distribution System Reinforcement & Extension project approved by African Development Bank;

• (08.11.2013) USD 1 mln. Finanziato da African Water Facility con beneficiario il Ghanian NGO Training Research and Networking for Development; il progetto finanzia la ricerca sulla trasformazione di rifiuti in energia(Ashaiman District, ACCRA).

� Energia• (07.02.2014) € 857 mln. Progetto volto alla

produzione di 100 MW di energia da fonti solari parzialmente finanziato dalla European Investment Bank;

• (29.10.2013) € 560 mln. Progetto volto alla costruzione di un impianto per la produzione di energia solare promosso da Kaxu Solar One LTD in partnership con European Investment Bank, FirstRand Bank e Development Bank of Southern Africa;

• (27.10.2011) USD 1.228,00 mln. Progetto di sviluppo energetico da fonte eolica (World Bank project ID P122329).

PROJECTS alcuni esempi recenti

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7.2 HIGHLIGHTS: TIPS on IMPORT / EXPORT

Nigeria Ghana Sudafrica

• Importazioni regolate dal Custom, Excise Tariff (consolidation) Act.

• Il Revised Import Prohibition List (Trade) and Other Fiscal Policy Measures definisce un elenco delle importazioni vietate nel Paese.

• Gli oneri doganali applicati ai beni in ingresso variano dal 5% al 75% del valore del bene a seconda della sua natura, del luogo di ingresso (porto/aeroporto/terra) e del Paese di provenienza.

• Il costo indicato dal Doing Business Report2014 per l’importazione di un singolo container a mezzo trasporto oceanico con destinazione Lagos è di ca. USD 1.695, i documenti che lo debbono accompagnare in n. 13 ed il tempo necessario al completamento dell’operazione pari a 33 giorni.

• I documenti richiesti annoverano, in particolare, anche il certificato di fabbricazione del produttore, quello di conformità SONCAP e quello di pagamento delle imposte doganali.

• Per l’importazione di beni da Paesi non appartenenti alla Comunità Regionale dell’ECOWAS, verrà applicato, indipendentemente da ogni altra imposta, un dazio dello 0,5% del valore del bene importato (Ecowas Levy).

• Le tariffe doganali possono variare dallo 0 al 20% del prezzo in base alla categoria merceologica di appartenenza.

• Le Customs Division di Accra e di Tema (Customs, Excise and Preventive Service)sono competenti ad informare gli operatori del settore circa la possibilità o meno di introdurre un determinato bene nel mercato ghanese.

• Alcune materie (soprattutto materie prime disponibili in loco) sono soggette ad una tassazione particolarmente elevata.

• Il costo indicato dal Doing Business Report2014 per l’importazione di un singolo container a mezzo oceanico con destinazione Accra è di ca. USD 1.360, i documenti richiesti sono 7 ed il tempo necessario all’operazione pari a 42 giorni.

• Il quadro giuridico di riferimento è costituito principalmente dal Customs and Excise Act 91/1964.

• L’importazione di merci è regolata da un sistema di autorizzazioni per il cui rilascio è competente il Department of Trade and Industry.

• L’aliquota applicabile sui beni importati varia tra lo 0 ed il 30% del valore doganale dichiarato, mentre l’IVA dovuta (salvo esenzione prevista ai sensi del Value Added Tax Act n. 89/1991) è pari al 14%.

• Il costo indicato dal Doing Business Report2014 per l’importazione di un singolo container a mezzo trasporto oceanico con destinazione Johannesburg è di ca. USD 1.980, i documenti che lo debbono accompagnare in n. 6 ed il tempo necessario al completamento dell’operazione pari a 21 giorni.

• L’Export Control Act indica i beni dei quali è vietata l’importazione.

• Gli importatori devono registrarsi presso il South African Revenue Service.

IMPORT

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7.2 HIGHLIGHTS: TIPS on IMPORT / EXPORT

Nigeria Ghana Sudafrica

• Le società registrate in Nigeria la cui attività di esportazione di prodotti superi il 60% del loro volume d’affari scontano un’agevolazione fiscale pari al 10% per cinque anni sulla corporate tax.

• Per le società che operano in una Export Free Zone è garantita un’esenzione fiscale totale per 3 anni; fra queste, le industrie produttive dovranno, per beneficiare dell’agevolazione, dimostrare che almeno il 75% del loro prodotto è destinato al mercato non nigeriano.

• Il costo indicato dal Doing Business Report2014 per l’esportazione di un singolo container a mezzo trasporto oceanico con carico in Lagos è di ca. USD 1.380, i documenti di trasporto che lo accompagnano in numero di 9 ed il tempo necessario al perfezionamento dell’operazione pari a ca. 22 giorni.

• Le società operanti nelle Export Processing Zones (ad oggi 4 attive) costituite sotto il controllo del Ghana Free Zone Board (organo deputato al rilascio delle licenze per condurre attività) non sono tenute a richiedere licenze all’esportazione e godono di agevolazioni fiscali sotto le forme dell’esenzione totale per 10 anni (e successiva imposizione all’8%) alla corporate tax oltre che dal pagamento dei dazi all’importazione per i prodotti che siano strumentali all’attivitàsvolta.

• Il costo indicato dal Doing Business Report2014 per l’esportazione di un singolo container a mezzo trasporto oceanico con carico in Accra è di ca. USD 875,00, i documenti di trasporto che accompagnano il carico in numero di 6 ed il tempo necessario al perfezionamento dell’operazione pari a ca. 19 giorni.

• Il quadro giuridico di riferimento è costituito principalmente dall’Export Control Act n. 45/1963 e dal International Trade Administration Act n. 7/2002.

• L’accordo sugli Scambi, lo Sviluppo e la Cooperazione n. 441/2004 concluso tra UE e Sudafrica ha previsto la liberalizzazione dell’86% delle esportazioni verso il Sudafrica nell’arco di 12 anni (soprattutto prodotti industriali, dell’industria automobilistica e dell’industria tessile).

• Il costo indicato dal Doing Business Report2014 per l’esportazione di un singolo container a mezzo trasporto oceanico con carico in Johannesburg è di ca. USD 1.705, i documenti di trasporto che accompagnano il carico in numero di 5 ed il tempo necessario al perfezionamento dell’operazione pari a ca. 16 giorni.

• Il South African Bureau of Standards ècompetente a valutare se il prodotto importato è conforme ai livelli qualitativi richiesti dalla normativa vigente.

EXPORT

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7.3 HIGHLIGHTS:La politica italiana di sostegno agli investimenti esteri

� Il sistema normativo italiano annovera la LEGGE n. 49 del 1987 dedicata alla cooperazione internazionale:

• l’art. 1 disciplina le finalità della legge (salvaguardia vita umana, valorizzazione risorse umane, autosufficienza alimentare, conservazione patrimonio ambientale, consolidamento sviluppo endogeno e crescita economica/sociale/culturale dei Paesi in via di sviluppo, miglioramento condizione femminile, dell’infanzia, sostegno e promozione della donna, ecc.);

• l’art. 7 (per rinvio all’art. 6) dispone che sia il Ministero del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica su proposta del Ministero degli Affari Esteri ad autorizzare SIMEST a concedere ad imprese italiane crediti agevolati per assicurare il finanziamento della quota di capitale di rischio (max 70%), anche in forma anticipata per la costituzione di imprese miste.

� La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) gestisce i fondi attribuiti dalla L. 49/87 realizzando, in base alle disponibilità di risorse ex art.7 della medesima, operazioni relative al finanziamento di imprese miste.

� Nel 2013 le risorse stanziate per gli investimenti sono state pari a € 400mila su uno stanziamento ordinario disponibile pari ad € 277 mln. (ca. € 321 mln. complessivi dei residui fondi 2012).

� Per il triennio 2013-2015 i Paesi eleggibili all’uso dello strumento dei crediti agevolati per le imprese miste ex art. 7 L.49/87 a seguito della delibera del Comitato Nazionale n. 108/2012 sono Heavily Indebted Poor Countries (dei quali fanno parte anche il Ghana ed il Mozambico), Paesi Meno Avanzati (dei quali fa parte anche l’Angola), Low Income Countries (fra cui il Kenia) ed infine lower middle income countries (tra cui la Nigeria ).

� Secondo i dati forniti dal MEF, le disponibilità del Fondo rotativo ex art. 7 L. 49/87 ammontavano a € 108,4 mln. al 31.12.2012, ad € 700mila per il 2013, ammontano ad € 80mila per il 2014, mentre non sono previste allocazioni per il 2015.

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“Ogni singola persona conta”, per i Castellers come per noi.

Le “torri umane” simboleggiano in modo straordinario la cultura di Rödl & Partner. Incarnano la nostra filosofia di coesione, equilibrio, coraggio e spirito di squadra. Mostrano la crescita che scaturisce dalle proprie forze, elemento che ha fatto di Rödl & Partner quello che è oggi.

“Força, Equilibri, Valor i Seny” (potenza, equilibrio, coraggio e intelligenza) sono i valori dei Castellers, così vicini ai nostri. Per questo, dal maggio 2011, Rödl & Partner ha stretto una cooperazione con i Castellers di Barcellona, ambasciatori nel mondo dell’antica tradizione delle “torri umane”. L’associazione catalana incarna, insieme a molte altre, questa preziosa eredità culturale.

Contatti

Avv. Eugenio BettellaRödl & PartnerVia F. Rismondo, 2/E35131 PadovaTel. +39 049 8046911Fax +39 049 [email protected]

Dott.ssa Federica ScarsoRödl & PartnerVia F. Rismondo, 2/E35131 PadovaTel. +39 049 8046911Fax +39 049 [email protected]


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