Date post: | 23-Jul-2015 |
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Neuropsicologia della Neuropsicologia della VisioneVisione
Neuropsicologia della Neuropsicologia della VisioneVisione
Fabio Bandini Fabio Bandini
VisioneVisione
Ottica
Retino-corticale
Associativa
Ottica
Retino-corticale
Associativa
Fisiologia della Visione
Input: vie visive Retina: recettori visivi nervo ottico chiasma ottico nucleo genicolato laterale radiazioni ottiche
(tratto genicolo-calcarino) V1
Comprende molteplici aree visuo-associative (ventrali e dorsali)
La funzione è quella di “convertire” le proprietà elementari del segnale visivo in immagini complesse e significative e di preparare le risposte motorie degli arti, del corpo e degli occhi in risposta a stimoli visivi
Componente Visuo-AssociativaComponente Visuo-Associativa
Dopo aver raggiunto V1 e V2/V3 il segnale visivo viene veicolato ed elaborato attraverso 2 sistemi/canali funzionalmente distinti:
1) il sistema occipito-temporale (ventrale) detto “WHAT”
2) il sistema occipito-parietale (dorsale) detto “WHERE”
Componente Visuo-AssociativaComponente Visuo-Associativa
Sistemi Dorsale (Where) e Ventrale (What)
Sistemi Dorsale (Where) e Ventrale (What)
Deputato alla percezione della localizzazione dello spazio e del movimento
Si estende dorsolateralmente dal polo occipitale sulla superficie superolaterale temporale sino al lobo parietale (aree MT/V5, MST, IPA, LIP)
Deficit da lesione: deficit visuo-spaziali (es. S. di Balint, neglect)
Sistema dorsale o WHERE
Deputato alla percezione/identificazione degli attributi fisici dell’immagine visiva (forma - colore)
Si estende sulla superficie inferiore dei lobi occipitali e temporali, sino alle strutture limbiche (aree V4, V8, IT)
Deficit da lesione: alessia, agnosia visiva, acromatopsia
Sistema ventrale o WHAT
Aree VisiveAree Visive
PET (positron emission tomography)PET (positron emission tomography)
PET (positron emission tomography) PET (positron emission tomography)
Che cosa non è l’Agnosia Visiva
NON è un deficit percettivo, ma del riconoscimento
Gli agnosici visivi NON sono ciechi.
Sono capaci di vedere gli oggetti intorno a loro, ma tali oggetti non possiedono più un significato
Il danno cerebrale degli agnosici visivi NON è quindi nelle aree o vie visive primarie (dalla retina a V1)
Agnosia Visiva – Cenni StoriciAgnosia Visiva – Cenni Storici 1881 - Herman Munk definisce “mind blindness” o “cecità
psichica”: ablazione lobi occipitali nel cane produceva un disturbo del riconoscimento di stimoli visivi: L’animale fissava gli oggetti ed evitava gli ostacoli, ma non ne capiva il significato
1887 - Herman Wilbrand: “mind blindness” nell’uomo
1888 - Louis Verry: relazione tra danno al lobo occipitale sinistro e la perdita della visione cromatica in un paziente (Mme. R.)
1890 - Heinrich Lissauer definisce due tipi di “mind blindness” Appercettiva Associativa
1891- Sigmund Freud conia il termine “agnosia”
1881 - Herman Munk definisce “mind blindness” o “cecità psichica”: ablazione lobi occipitali nel cane produceva un disturbo del riconoscimento di stimoli visivi: L’animale fissava gli oggetti ed evitava gli ostacoli, ma non ne capiva il significato
1887 - Herman Wilbrand: “mind blindness” nell’uomo
1888 - Louis Verry: relazione tra danno al lobo occipitale sinistro e la perdita della visione cromatica in un paziente (Mme. R.)
1890 - Heinrich Lissauer definisce due tipi di “mind blindness” Appercettiva Associativa
1891- Sigmund Freud conia il termine “agnosia”
Freud (1891):Deficit del riconoscimento di stimoli sensoriali da lesione cerebrale, in assenza di turbe percettive, intellettive e linguistiche
Tale deficit può essere descritto con la definizione di Perception without meaning (Tauber, 1968)
Oltre allo stimolo visivo, l’agnosia può riguardare vari aspetti sensoriali (agnosia uditiva, agnosia tattile)
La grande maggioranza delle sindromi agnosiche visive deriva da lesioni delle aree del sistema visuo-associativo ventrale o “WHAT”
Che cosa è l’Agnosia
V4V4(color)(color) FaceFace
recognitionrecognitionPerceivePerceive
Facial ExpressionFacial Expression
Sistema ventrale o WHATSistema ventrale o WHAT
Agnosia Appercettiva
Lissauer (1889): un paziente con agnosia appercettiva non è in grado di discriminare le qualità percettive elementari dell’oggetto (forma, dimensione…)
Non é quindi in grado di accoppiare un immagine ad una copia o ad un modello di riferimento.
Dicotomia appercettiva/associativa: Sebbene non da tutti accettata, può essere utile come punto di partenza per esplorare i disturbi agnosici
Farah (2004): Visual form agnosia
Rara: casi ben documentati estremamente rari
Molti pazienti si trovano in una condizione di recupero da una cecità corticale e, a causa dell’estremo impaccio nel muoversi nell’ambiente, vengono considerati virtualmente ciechi.
In realtà, come documentato da alcuni autori, tali pazienti sono in grado di vedere
L’impossibilità al riconoscimento non è neanche conseguenza di una compromissione intellettiva, poiché è stato dimostrato che gli agnosici appercettivi possono possedere un alto quoziente intellettivo
Agnosia Appercettiva
Efron (1968): paziente con avvelenamento da COAssenza di deficit visivi elementariIncapace di identificare verbalmente gli oggetti, di
disegnarli o di associare per eguaglianza forme geometriche elementari
Incapace anche di distinguere adeguatamente l’oggetto dallo sfondo in cui era incluso, a meno che l’oggetto non venisse mosso dall’esaminatore
Benson & Greenberg (1969): paziente girava su è giù per i corridoi dell’ospedale sulla sedia a rotelle evitando facilmente i vari ostacoli sul suo cammino
Agnosia Appercettiva
Forma più lieve di agnosia
Più spesso dovuta ad intossicazione da CO
I pazienti sono in grado di accoppiare gli oggetti ad una copia/modello anche se non possono riconoscerli
Sono anche in grado di disegnare ciò che non riconoscono
Rubens e Benson (1971): paziente in grado non solo di accoppiare gli oggetti, ma anche di riconoscere direttamente la classe a cui appartiene un oggetto (“può essere un cane o qualche altro animale” quando gli veniva mostrato un maiale)
Agnosia Associativa
Rubens & Benson, 1971
Ratcliff & Newcombe, 1982
Riddoch et al. (1999). Memories are made of this: the effects of time on stored visual knowledge in a case of visual agnosia. Brain, 122, 537–559.
Boston Naming TestBoston Naming Test
I pazienti con agnosia appercettiva manifestano un deficit “più vicino” al processo percettivo
I pazienti con agnosia associativa hanno un danno più elevato, “più vicino” alla rappresentazione mnesica di un oggetto
Input visivo------->------>------>---->-------->Riconoscimento
Stimolo Percezione “Memoria”
1. Agnosia per gli oggetti
2. Agnosia per i colori
3. Prosopoagnosia
4. Alessia pura
Agnosia Visiva
1. Agnosia per gli oggetti
2. Agnosia per i colori
3. Prosopoagnosia
4. Alessia pura
Agnosia Visiva
Agnosia per gli oggetti
La difficoltà di riconoscimento degli oggetti, in particolare semplici disegni di oggetti comuni, migliora nel rapporto con gli oggetti reali
La perfomance migliora anche se l’agnosico deve riconoscere un oggetto mentre viene mosso, usato o se in un contesto appropriato
Sebbene l’appartenenza di un oggetto ad una classe corretta sia talora possibile (es. denominare un cane quando viene mostrato un maiale), i pazienti non sono usualmente in grado di raggruppare oggetti comuni in categorie (es. animali)
I pazienti che non sono in grado di denominare un oggetto presentano più verosimilmente un disturbo di denominazione che di riconoscimento
Diagnosi differenziale:
Afasia anomica (disturbo del linguaggio)
Anomia visiva o Afasia Ottica (incapacità a denominare, ma capacità a descriverne l’uso)
Agnosia per gli oggetti
Diagnosi D ifferenziale Agnosia O ggetti
A G N O S IA P E R G L I O G G E TTI
IL P . R IE S C E A D E N O M IN A R L O
IL P . TO C C A L 'O G G E TTO
IL P . N O N R IE S C E
A F A S IA A N O M IC A
S I
A N O M IA V IS IV A
N O
P R E S E N Z A D I A F A S IA
IL P . N O N R IE S C E A D E N O M IN A R L O
IL P . TO C C A L 'O G G E TTO
IL P . R IE S C E
C H IE D E R E A L P . L 'U S O D E L L 'O G G E TTO
IL P A Z IE N TE N O N E ' IN G R A D O
IL P. DEVE NOM INARE OG G ET T I T RIDIM ENSIONALI SOLO VEDENDOLI
Diagnosi D ifferenziale Agnosia O ggetti
A G N O S IA P E R G L I O G G E TTI
IL P . R IE S C E A D E N O M IN A R L O
IL P . TO C C A L 'O G G E TTO
IL P . N O N R IE S C E
A F A S IA A N O M IC A
S I
A N O M IA V IS IV A
N O
P R E S E N Z A D I A F A S IA
IL P . N O N R IE S C E A D E N O M IN A R L O
IL P . TO C C A L 'O G G E TTO
IL P . R IE S C E
C H IE D E R E A L P . L 'U S O D E L L 'O G G E TTO
IL P A Z IE N TE N O N E ' IN G R A D O
IL P. DEVE NOM INARE OG G ET T I T RIDIM ENSIONALI SOLO VEDENDOLI
1. Agnosia per gli oggetti
2. Agnosia per i colori
3. Prosopoagnosia
4. Alessia pura
Agnosia Visiva
Il danno cerebrale determina una compromissione nel riconoscimento dei colori
Tre forme fondamentali:
1. Acromatopsia o cecità corticale per i colori: Disturbo percettivo con incapacità parziale o totale di distinguere i colori, che appaiono desaturati o offuscati
2. Anomia per i colori: disturbo di denominazione
3. Agnosia per i colori p.d.: disturbo del riconoscimento
Agnosia per i coloriAgnosia per i colori
- L’agnosia per i colori é diversa dalle discromatopsie congenite esattamente come il riconoscimento é diverso dalla percezione- La discromatopsia congenita é causata da una anomalia genetica dei coni retinici (responsabili della visione dei colori)- L’agnosia per i colori é dovuta ad un deficit di riconoscimento nella corteccia visiva associativa
- L’agnosia per i colori é diversa dalle discromatopsie congenite esattamente come il riconoscimento é diverso dalla percezione- La discromatopsia congenita é causata da una anomalia genetica dei coni retinici (responsabili della visione dei colori)- L’agnosia per i colori é dovuta ad un deficit di riconoscimento nella corteccia visiva associativa
Disturbo acquisito della discriminazione dei colori (disturbo percettivo)
Lesione del cd. “Centro del colore” (area V4 sistema “WHAT”)
Il paziente non esegue i test di valutazione del senso cromatico (Ishihara plates, Farnsworth 100 Hue)
Due forme:Emiacromatopsia: più comune (lesione unilaterale)Acromatopsia: lesioni biemisferiche
Pallis (1955): paziente descriveva il proprio deficit nel modo seguente: “Everything appears in various shades of grey. My shirts all look dirty and I can’t tell one of them from the others. I have no idea which tie to wear...”
Disturbo acquisito della discriminazione dei colori (disturbo percettivo)
Lesione del cd. “Centro del colore” (area V4 sistema “WHAT”)
Il paziente non esegue i test di valutazione del senso cromatico (Ishihara plates, Farnsworth 100 Hue)
Due forme:Emiacromatopsia: più comune (lesione unilaterale)Acromatopsia: lesioni biemisferiche
Pallis (1955): paziente descriveva il proprio deficit nel modo seguente: “Everything appears in various shades of grey. My shirts all look dirty and I can’t tell one of them from the others. I have no idea which tie to wear...”
Acromatopsia
N.B.
V1= corteccia visiva primaria
V2, V3 = come V1
V4 = colore, forma?
V5-MT = movimento
V8 = colore?
Hadjikhani et al. (2004) Retinotopy and color sensitivity in human visual cortical area V8. Nature Neuroscience, 1, 235-241.
Superficie ventrale encefalica con giro linguale e fusiforme posteriore (Area V4) corrispondenti al “Centro del colore” (Sistema “WHAT”)
Esempio di Ishihara Plates
Lesioni bilaterali del giro linguale e fusiforme (area V4), immediatamente al disotto della corteccia calcarina (V1)
Acromatopsia
Disturbo visivo peculiare caratterizzato da
impossibilità a denominare i colori
Nessun problema agli esami del senso
cromatico (Ishihara, Farnsworth) e alla discriminazione dei vari colori
Anomia per i colori
Anomia per i coloriAfasia anomica per i colori: disturbo del linguaggio (presenti altri segni di afasia)
Anomia per i colori da disconnessione:
Anomia limitata ai colori
Sempre associata ad emianopsia omonima destra ed alessia.
Lesione delle aree temporo-occipitali sinistre e dello splenio del corpo calloso.
Le aree temporo-occipitali destre (sane) rimangono “disconnesse” dai centri del linguaggio.
Il paziente non è in grado di eseguire compiti visuo-verbali (indicare su richiesta verbale il colore di un oggetto che gli viene indicato)
Tali pazienti eseguono correttamente Ishihara e Farnsworth e sono in grado di raggruppare i colori a seconda della loro tinta
Non in grado di nominare colori che vengono loro mostrati o di indicare correttamente un colore nominato dall’esaminatore
Il riconoscimento dei colori è compromesso e il paziente non possiede più i concetti verbali di colore (“di che colore sono il sangue, il mare, l’erba?”) né è in grado di colorare oggetti comuni
Agnosia per i colori p.d.
Diagnosi D ifferenziale Agnosia Colori
AFASIA ANOM ICA PER I COLORI
SI
ANOM IA COLORIDA DISCONNESSIONE
SI
AG NOSIA PER I COLORI P.D.
S I
DIAG NOSI INCERT A
NO
PERDIT A CONCET T I VERBALIDEI COLORI
NO
PRESENZA DI ALESSIA
NO
PRESENZA DI AFASIA
NORM ALE
ACROM AT OPSIA
ALT ERAT O
ESEGUIRE ISHIHARA E/O FARNSW ORT H
IL PAZIENT E NON E ' IN G RADO DI DENOM INARE CORRET T AM ENT E I COLORI
Diagnosi D ifferenziale Agnosia Colori
AFASIA ANOM ICA PER I COLORI
SI
ANOM IA COLORIDA DISCONNESSIONE
SI
AG NOSIA PER I COLORI P.D.
S I
DIAG NOSI INCERT A
NO
PERDIT A CONCET T I VERBALIDEI COLORI
NO
PRESENZA DI ALESSIA
NO
PRESENZA DI AFASIA
NORM ALE
ACROM AT OPSIA
ALT ERAT O
ESEGUIRE ISHIHARA E/O FARNSW ORT H
IL PAZIENT E NON E ' IN G RADO DI DENOM INARE CORRET T AM ENT E I COLORI
1. Agnosia per gli oggetti
2. Agnosia per i colori
3. Prosopoagnosia
4. Alessia pura
Agnosia Visiva
Joachim Bodamer (1947): il primo a utilizzare tale termine per descrivere l’incapacità di riconoscere i volti familiari (greco prosopon = faccia), intesi come i volti di persone celebri, amici e familiari
I pazienti sono in grado sia di distinguere un volto da un altro, sia di accoppiare volti uguali, sia di distinguere le espressioni (tristezza, felicità, paura)
Ciò che manca è il loro riconoscimento. Il paziente sa che sta guardando un volto, ma non è in grado di dire a chi appartenga
Pallis (1955): il paziente riferiva di dover aspettare che una delle due parlasse per poter distinguere la propria moglie dalla madre (80enne)
Prosopoagnosia
Uno degli aspetti più bizzarri di tale condizione patologica è che il paziente può non essere in grado di riconoscere il proprio viso allo specchio
Macrae and Trolle (1956): il paziente si domandava frequentemente se la faccia allo specchio fosse davvero la sua (sebbene non potesse essere di nessun altro) e spesso tirava fuori la lingua per essere sicuro
Pallis (1955): il paziente riferiva: “At the club I saw someone strange staring at me and I asked the steward who it was. I’d been looking at myself in a mirror”
Lesione: giro linguale, fusiforme e paraippocampico (sistema “WHAT”), usualmente in modo bilaterale, con maggior estensione a destra
Prosopoagnosia
Disturbo agnosico a sé stante ? Contro: Spesso si accompagna a difetti percettivi, di
memoria visiva e ad altri tipi di agnosia. Pro: Può presentarsi come disturbo isolato (Hécaen, 1981)
Meccanismo non chiaro. Alcuni autori (es. Sergent, 1987): le facce sono solo oggetti
particolarmente difficili da riconoscere a causa della loro facili somiglianze. Ne consegue che un paziente affetto da una forma lieve di agnosia per gli oggetti potrebbe presentare disturbi solo per oggetti “difficili” e, quindi, soffrire solo di prosopoagnosia
Altri autori, attraverso studi di fMRI, ritengono che esista una regione cerebrale specifica per il riconoscimento dei volti (lobo temporale inferiore destro)
Prosopoagnosia
Giro Fusiforme: attività fMRI in risposta a foto di volti
Giro Fusiforme: attività fMRI in risposta a foto di volti
Pelphrey et al., 2003: Brain activation is shown in red and deactivation in blue
“Fig. 2. fMRI results. The left panel shows regions activated by the face-perception tasks (z > 4.0) in the right hemisphere of one subject. Regions are shown on the folded surface, presented in lateral and ventral views (upper left figures) and on the cortical surface, inflated to show the extent of activated regions in the sulci. The lower figure shows the cortical surface for the entire right hemisphere presented as a flat, two-dimensional surface.Sulcal cortex obscured in the folded surface is shown with a darker shade of gray on the inflated and flattened surfaces. On the flattened cortex, occipital cortex is on the left and frontal cortex is on the right”. (pg. 82).
FFA: Fusiform Face Area
Hoffman & Haxby (2000). Distinct representations of eye gaze and identity in the distribute human neural system for face perception. Nature Neuroscience, 3, 80-84.
La lesione è localizzata grossolanamente nella stessa sede del paziente con agnosia per gli oggetti, ma è preminente a destra
Sebbene raramente, una lesione unilaterale destra è in grado di provocare prosopoagnosia
Prosopoagnosia
Diagnosi D ifferenziale Prosopoagnosia
PROSOPOAG NOSIA
IL P. E ' IN G RADO
DIAGNOSI INCERT ADISTURBI PSICHIAT RICI O COGNIT IV I?
IL P. NON E ' IN G RADO
FAR IDENT IFICARE AM ICI O PARENT I AT RAVERSO LA VOCE
IL P. NON E ' IN G RADO
DIAGNOSI INCERT A
IL P. E ' IN G RADO
FAR IDENT IFICARE AL P. AM ICI O PARENT I SOLO G UARDANDO IL VOLT O
IL P. NON E ' IN G RADO DI IDENT IFICARE VOLT I NOTI DA UNA RIVIST A
Diagnosi D ifferenziale Prosopoagnosia
PROSOPOAG NOSIA
IL P. E ' IN G RADO
DIAGNOSI INCERT ADISTURBI PSICHIAT RICI O COGNIT IV I?
IL P. NON E ' IN G RADO
FAR IDENT IFICARE AM ICI O PARENT I AT RAVERSO LA VOCE
IL P. NON E ' IN G RADO
DIAGNOSI INCERT A
IL P. E ' IN G RADO
FAR IDENT IFICARE AL P. AM ICI O PARENT I SOLO G UARDANDO IL VOLT O
IL P. NON E ' IN G RADO DI IDENT IFICARE VOLT I NOTI DA UNA RIVIST A
1. Agnosia per gli oggetti
2. Agnosia per i colori
3. Prosopoagnosia
4. Alessia pura
Agnosia Visiva
Detta anche alessia senza agrafia o cecità per le parole
Perdita, più o meno completa, della capacità di leggere, in assenza di altri disturbi fasici (denominazione, comprensione, scrittura…)
Il paziente è spesso in grado di leggere singole lettere, ma non sa metterle insieme a formare una parola
Il paziente sa scrivere, ma, dopo una adeguata pausa distraente, non è più in grado di leggere ciò che ha scritto.
Si accompagna invariabilmente a emianopsia omonima destra e, spesso, ad anomia per i colori e ad agnosia per gli oggetti
Alessia Pura
Lesione situata nell’area temporo-occipitale sinistra (sistema “WHAT”) e coinvolge lo splenio del corpo calloso.
Ciò causa una disconnessione tra l’area visiva destra (intatta) e i centri del linguaggio a sinistra.
Questi ultimi vengono “tagliati fuori” dalle informazioni visive (disconnessione visuo-verbale)
Alessia Pura
Lesione coinvolgente le radiazioni ottiche sinistre e lo splenio del corpo calloso
Alessia Pura
Diagnosi D ifferenziale A lessia Pura
ALESSIA PURA
IL P. RIESCE
ALESSIA AFASICA
IL P. NON RIESCE
ESTENDERE LO STUDIO DEL LINGUAGGIO(Scrivere, eseguire ordini verbali, ripetere frasi...)
IL PAZIENTE COM PIE ERRORI LESSICALI
ALESSIA SPAZIALE
IL PAZIENTE COM PIE ERRORI SPAZIALI
FAR LEGGERE IL PAZIENTE
Diagnosi D ifferenziale A lessia Pura
ALESSIA PURA
IL P. RIESCE
ALESSIA AFASICA
IL P. NON RIESCE
ESTENDERE LO STUDIO DEL LINGUAGGIO(Scrivere, eseguire ordini verbali, ripetere frasi...)
IL PAZIENTE COM PIE ERRORI LESSICALI
ALESSIA SPAZIALE
IL PAZIENTE COM PIE ERRORI SPAZIALI
FAR LEGGERE IL PAZIENTE