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Agosto 2010

Date post: 23-Mar-2016
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Mensile d'informazione politica e cultura dell'Associazione comunista "Luciana Fittaioli", via del Grano 11-13 Foligno (PG) Italia
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Mensile di informazione, politica e cultura dell’Associazione Luciana Fittaioli - Anno II, n. 8 - Foligno, agosto 2010 Maceratola era una frazione di 5-600 anime, sita al di là del fiume Topino, nell’im- mediata periferia di Foligno ed al confine con il comune di Bevagna, che negli ultimi 15 anni ha visto incremen- tare notevolmente il nume- ro di residenti; oggi ne con- ta all’incirca 8-900. Al cen- tro del paese vi è la chiesa di S.Stefano con un ampio piazzale dotato di attrezza- ture sportive di proprietà della Curia vescovile, che ha rappresentato e rappresen- ta tutt’ora l’unico punto di aggregazione fra le varie ge- nerazioni e dove da circa trent’anni ha luogo la “Ma- gnata de pesce”, ideata agli inizi degli anni ’80 dal par- roco Don Luigi Filippucci coadiuvato da un cospicuo numero di ragazzi e non so- lo, uniti dalla passione per la pesca e con tanta voglia di stare insieme. Un tempo come tante altre realtà simili, Maceratola era un luogo ricco di lavori e mestieri tipici della cultura contadina ed artigiana, nu- merose erano le fattorie e le piccole aziende agricole a conduzione familiare, mol- ti gli ortolani che la mattina caricavano i propri mezzi e si recavano all’alba in “piaz- za dell’Erba” o presso i frut- tivendoli per portare i pro- pri raccolti. Con il passare degli anni la città è inesorabilmente avanzata, calpestando tutto ciò che era tipico del luogo, sfrattando a volte anche co- loro che per decenni con le loro attività avevano arric- chito e conservato la natura del territorio. L’espansione urbana registrata in seguito all’approvazione dell’ulti- mo piano regolatore e favo- rita dal post terremoto, sta trasformando di fatto la fra- zione in un piccolo quartie- re, in quanto è stata consen- tita la costruzione di manu- fatti tipici dell’arredo urba- no (cioè edifici da tre o quattro livelli) modificando profondamente l’aspetto di questo paesino caratteriz- zato prevalentemente da edifici rurali e residenziali con un massimo di due pia- ni fuori terra. Tutto questo è stato pensa- to senza metter mente all’a- deguamento delle infra- strutture esistenti come la rete stradale, le fognature, l’acqua, il metano e senza potenziare i servizi fonda- mentali quali l’igiene urba- na, i luoghi di aggregazione sociale come potrebbero es- sere dei centri polivalenti presenti in altre aree della città, i trasporti (oramai gli autobus funzionano sola- mente a chiamata), ma so- prattutto la creazione di un polo scolastico sicuro ed a misura di bambino, che possa essere fruibile anche dalle frazioni limitrofe co- me Fiamenga, Cave e Budi- no vittime anche loro di questo processo di urbaniz- zazione incontrastata. In un periodo come questo, nel quale l’esigenze ed il costo della vita sono aumentati, costringendo al lavoro en- trambi i genitori i nuovi in- sediamenti debbono essere ricalcolati intorno alla fami- glia, con asili e scuole pri- marie limitrofe ai luoghi di residenza in modo da facili- tare anche gli spostamenti. Sino alla scorsa legislatura erano presenti le Circoscri- zioni che se pur inutili, co- me considerano tanti (forse il numero era eccessivo), erano l’unico modo che per- metteva ai cittadini di inte- ragire con l’amministrazio- ne comunale. Io ne ho fatto parte come consigliere e debbo dire che la mia esperienza è stata positiva, nel senso che ascoltando le istanze porta- te dai cittadini di fronte al consiglio di circoscrizione, sono riuscito a capire le esi- genze e lo stato d’animo di tante persone che si sento- no tradite dalla politica, ma soprattutto da chi li ammi- nistra, che nella maggior parte dei casi agisce senza prendere in considerazione i bisogni della comunità, in molti casi infatti vengono realizzati progetti sulla car- ta senza nemmeno fare del- le accurate verifiche sulla fattibilità delle opere e sul reale impatto che il territo- rio può avere, arrecando di fatto molti più disagi che benefici. La gestione della vicenda che ha portato alla defini- zione del progetto esecuti- vo della variante Sud, che in parte lambirà anche Mace- ratola, ma che pesantemen- te ricadrà sulla frazione di Cave, la quale sarà divisa in due aree da un terrapieno che verrà realizzato per consentire la costruzione della strada, è l’esempio cal- zante di come chi gestisce l’amministrazione pubblica non conosce realmente le esigenze dei cittadini e del territorio o per lo meno fa finta di non capirle; mi sem- bra assurdo infatti che si ri- tenga necessaria la realizza- zione di una strada extraur- bana di 10-11 metri di car- reggiata, per agevolare il transito degli autoveicoli e dei mezzi pesanti dalla S.S. 77 nei pressi della zona in- dustriale di S.Eraclio verso l’ospedale e quindi la Pacia- na (con sei o sette rotatorie in mezzo!), quando ci sono zone in cui sono stati realiz- zati complessi edilizi di no- tevole cubatura (palazzine e quartieri residenziali) dove le strade sono di tre metri circa, dove non sono stati previsti parcheggi in grado di soddisfare le esigenze dei residenti e dove non ci sono spazi pubblici di area verde, se non pezzi di terre- no lasciati incolti solo per- ché previsti dai progetti di urbanizzazione. Le grandi opere lasciamole fare a chi ci governa a livel- lo nazionale, ritorniamo con i piedi per terra, cer- chiamo di ascoltare il citta- dino, rendiamolo partecipe attraverso un processo de- mocratico di amministra- zione dal basso, solo in questo modo si riuscirà a ricucire lo strappo creato fra le nuove generazioni e la politica e riusciremo for- se a tutelare e valorizzare le specificità dei territori compreso il centro storico che lentamente procede verso l’inesorabile morte, con famiglie che lasciano l’urbe per trasferirsi in ciò che resta delle campagne e attività commerciali che chiudono i battenti per tra- sferirsi a loro volta nei cen- tri commerciali che sorgo- no in prossimità dei nuovi insediamenti. Maceratola Arrogante e cafone La Repubblica delle banane 4 pagine di inserto ANDREA TOFI Demolita l’ultima fattoria nella zona, di proprietà dell’Opera Pia Bartocci, già in disuso da anni a seguito della realizzazione di una precedente lottizzazione, per lasciare spazio a nuovi insediamenti residenziali plurifamiliari all’interno Costituzione e popoli migranti a pagina 2 Un figlio degli Agnelli a pagina 3 Neruda, Canto General a pagina 5 Se 60 ora vi sembran poche a pagina 6 La Merloni non va in vacanza a pagina 7 Alimentazione e gravidanza a pagina 9 Miseria e Nobiltà a pagina 10 Principali eventi della Quintana a pagina 12 E’ noto che l’abito non fa il monaco e che dietro i riti ed i for- malismi di protocollo si na- sconde a volte il “vuoto” (di idee e di contenuti), altre vol- te, peggio, l’ipocrisia e l’in- ganno. La forma, anche nell’abbiglia- mento e nell’atteggiamento, spesso è però una “forma” di rispetto tanto per le persone quanto per il contesto nel quale si manifesta. Disattendere la “forma” può essere sintomo di sciat- teria o, al contrario, segna- le di ragionata arroganza e presunzione che, comun- que, sempre si accompagna alla maleducazione. Lo scorso mese di luglio, se- condo un rito che si ripete oramai da quasi un secolo, il padrone della Fiat si è recato in Quirinale per presentare al suo “inquilino” (oggi Presi- dente e prima re) il nuovo “gioiello di famiglia”. Fin qui, tutto sommato, è sta- to anche giusto visto che a pagare i costi di produzione del “gioiello” (come anche dei “rottami”) è da sempre lo Sta- to (Repubblica o monarchia nulla è cambiato). Il grande manager “amerika- no” dell’industria automobi- listica multinazionale, però, a differenza dei suoi predeces- sori più ipocriti vestiti in abi- ti di gala, si è presentato con il suo solito maglioncino giro collo, senza cravatta, senza giacca, mani in tasca (forse anche masticando un gom- ma “amerikana” dell’amico Obama). Diceva il marchese del Grillo: “Scusate, ma io sono io e voi non siete un cazzo!”. Passi per il titolo di marche- se del Maglioncino, ma il “cazzo” in questo caso è sta- to il Presidente della Repub- blica, cioè lo Stato. Due letture: una peggiore dell’altra. La prima è la manifestazione di arroganza del potere, una volta di lignaggio oggi di lin- gotti (d’oro), che si permette di non rispettare più nulla e nessuno, sentendosi al di so- pra di tutto e di tutti. La seconda, decisamente più grave, è la manifestazione di disprezzo per le istituzioni democratiche, considerate un antico retaggio inutile e ingombrante in un mondo che “va veloce”, che non co- nosce più limiti e confini, che non tollera più norme, nep- pure quelle della buona edu- cazione, residui insomma di cultura catto-comunista co- me dice l’altro omino arro- gante (che almeno lui si osti- na ad indossare larghi abiti doppiopetto molto più for- mali ed eleganti, anche se lo fanno sembrare un paracarro con le scarpe). L’ “amerikano” è sbarcato in Italia, “minaccia” di far lavo- rare lo stabilimento di Pomi- gliano, poi invece ci ripensa e decide (non “minaccia” più, ma decide) di chiudere lo sta- bilimento di Mirafiori, nel frattempo, mentre saccheg- gia le casse dello Stato, fa fa- re un giretto sulla sua nuova automobile al Capo di uno Stato che per lui, tanto, non conta più un “cazzo”. Purtroppo è storia già vista, quando i padroni delle grandi società americane in- vadevano gli Stati del centro e del sud America, saccheg- giandone le risorse agricole, forestali e minerarie e in- tanto “sollazzavano” con gadgets e tangenti i loro go- verni succubi e venduti. Per quegli Stati era stata co- niata una definizione entra- ta nella storia: Repubbliche delle Banane. Anche l’Italia da “Repubblica fondata sul lavoro” si sta tra- sformando in una “Repubbli- ca delle banane”? Una nota ancora, per così di- re informativa: il signore del maglioncino non è affatto il proprietario della Fiat, è un “manager” a stipendio dei pa- droni (anche se mostruosa- mente alto); solo qualche de- cennio fa lo avremmo chia- mato un “fattore”. Quanto alla proprietà della FIAT va ricordato che i circa 100 eredi Agnelli ne possie- dono, tutti assieme, poco più del 30%, il 10% è in mano a fondi USA, il 30% alle banche europee creditrici della so- cietà semi-decotta, il residuo circa 30% al “parco buoi”, cioè all’azionariato diffuso fatto per lo più da quei risparmia- tori che comprano le azioni al prezzo più alto e le rivendono a quello più basso “ingrassan- do” gli speculatori (magari gli stessi “altri” soci). Il giornale è “on line” al sito www.piazzadelgrano.org 11 settembre
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Page 1: Agosto 2010

Mensile di informazione, politica e cultura dell’Associazione Luciana Fittaioli - Anno II, n. 8 - Foligno, agosto 2010

Maceratola era una frazionedi 5-600 anime, sita al di làdel fiume Topino, nell’im-mediata periferia di Folignoed al confine con il comunedi Bevagna, che negli ultimi15 anni ha visto incremen-tare notevolmente il nume-ro di residenti; oggi ne con-ta all’incirca 8-900. Al cen-tro del paese vi è la chiesadi S.Stefano con un ampiopiazzale dotato di attrezza-ture sportive di proprietàdella Curia vescovile, che harappresentato e rappresen-ta tutt’ora l’unico punto diaggregazione fra le varie ge-nerazioni e dove da circatrent’anni ha luogo la “Ma-gnata de pesce”, ideata agliinizi degli anni ’80 dal par-roco Don Luigi Filippuccicoadiuvato da un cospicuonumero di ragazzi e non so-lo, uniti dalla passione perla pesca e con tanta vogliadi stare insieme.Un tempo come tante altrerealtà simili, Maceratola eraun luogo ricco di lavori emestieri tipici della culturacontadina ed artigiana, nu-merose erano le fattorie e lepiccole aziende agricole aconduzione familiare, mol-ti gli ortolani che la mattinacaricavano i propri mezzi esi recavano all’alba in “piaz-za dell’Erba” o presso i frut-tivendoli per portare i pro-pri raccolti.Con il passare degli anni lacittà è inesorabilmenteavanzata, calpestando tuttociò che era tipico del luogo,sfrattando a volte anche co-loro che per decenni con leloro attività avevano arric-

chito e conservato la naturadel territorio. L’espansioneurbana registrata in seguitoall’approvazione dell’ulti-mo piano regolatore e favo-rita dal post terremoto, statrasformando di fatto la fra-zione in un piccolo quartie-re, in quanto è stata consen-tita la costruzione di manu-fatti tipici dell’arredo urba-no (cioè edifici da tre oquattro livelli) modificandoprofondamente l’aspetto diquesto paesino caratteriz-zato prevalentemente daedifici rurali e residenzialicon un massimo di due pia-ni fuori terra. Tutto questo è stato pensa-to senza metter mente all’a-deguamento delle infra-strutture esistenti come larete stradale, le fognature,l’acqua, il metano e senzapotenziare i servizi fonda-mentali quali l’igiene urba-na, i luoghi di aggregazionesociale come potrebbero es-sere dei centri polivalentipresenti in altre aree dellacittà, i trasporti (oramai gliautobus funzionano sola-mente a chiamata), ma so-prattutto la creazione di unpolo scolastico sicuro ed amisura di bambino, chepossa essere fruibile anchedalle frazioni limitrofe co-me Fiamenga, Cave e Budi-no vittime anche loro diquesto processo di urbaniz-zazione incontrastata. In unperiodo come questo, nelquale l’esigenze ed il costodella vita sono aumentati,costringendo al lavoro en-trambi i genitori i nuovi in-sediamenti debbono esserericalcolati intorno alla fami-glia, con asili e scuole pri-marie limitrofe ai luoghi diresidenza in modo da facili-

tare anche gli spostamenti.Sino alla scorsa legislaturaerano presenti le Circoscri-zioni che se pur inutili, co-me considerano tanti (forseil numero era eccessivo),erano l’unico modo che per-metteva ai cittadini di inte-ragire con l’amministrazio-ne comunale.Io ne ho fatto parte comeconsigliere e debbo dire chela mia esperienza è statapositiva, nel senso cheascoltando le istanze porta-te dai cittadini di fronte alconsiglio di circoscrizione,sono riuscito a capire le esi-genze e lo stato d’animo ditante persone che si sento-no tradite dalla politica, masoprattutto da chi li ammi-nistra, che nella maggiorparte dei casi agisce senzaprendere in considerazionei bisogni della comunità, inmolti casi infatti vengonorealizzati progetti sulla car-ta senza nemmeno fare del-le accurate verifiche sullafattibilità delle opere e sulreale impatto che il territo-rio può avere, arrecando difatto molti più disagi chebenefici.La gestione della vicendache ha portato alla defini-zione del progetto esecuti-vo della variante Sud, che inparte lambirà anche Mace-ratola, ma che pesantemen-te ricadrà sulla frazione diCave, la quale sarà divisa indue aree da un terrapienoche verrà realizzato perconsentire la costruzionedella strada, è l’esempio cal-zante di come chi gestiscel’amministrazione pubblicanon conosce realmente leesigenze dei cittadini e delterritorio o per lo meno fafinta di non capirle; mi sem-

bra assurdo infatti che si ri-tenga necessaria la realizza-zione di una strada extraur-bana di 10-11 metri di car-reggiata, per agevolare iltransito degli autoveicoli edei mezzi pesanti dalla S.S.77 nei pressi della zona in-dustriale di S.Eraclio versol’ospedale e quindi la Pacia-na (con sei o sette rotatoriein mezzo!), quando ci sonozone in cui sono stati realiz-zati complessi edilizi di no-tevole cubatura (palazzine equartieri residenziali) dovele strade sono di tre metricirca, dove non sono statiprevisti parcheggi in gradodi soddisfare le esigenzedei residenti e dove non cisono spazi pubblici di areaverde, se non pezzi di terre-no lasciati incolti solo per-ché previsti dai progetti diurbanizzazione.Le grandi opere lasciamolefare a chi ci governa a livel-lo nazionale, ritorniamocon i piedi per terra, cer-chiamo di ascoltare il citta-dino, rendiamolo partecipeattraverso un processo de-mocratico di amministra-zione dal basso, solo inquesto modo si riuscirà aricucire lo strappo creatofra le nuove generazioni ela politica e riusciremo for-se a tutelare e valorizzarele specificità dei territoricompreso il centro storicoche lentamente procedeverso l’inesorabile morte,con famiglie che lascianol’urbe per trasferirsi in ciòche resta delle campagne eattività commerciali chechiudono i battenti per tra-sferirsi a loro volta nei cen-tri commerciali che sorgo-no in prossimità dei nuoviinsediamenti.

Maceratola

Arrogante e cafoneLa Repubblica delle banane

4 pagine di inserto

ANDREA TOFI

Demolita l’ultima fattoria nella zona, di proprietà dell’Opera Pia Bartocci, giàin disuso da anni a seguito della realizzazione di una precedente lottizzazione,per lasciare spazio a nuovi insediamenti residenziali plurifamiliari

all’internoCostituzione e popoli migranti a pagina 2

Un figlio degli Agnelli a pagina 3

Neruda, Canto General a pagina 5

Se 60 ora vi sembran poche a pagina 6

La Merloni non va in vacanza a pagina 7

Alimentazione e gravidanza a pagina 9

Miseria e Nobiltà a pagina 10

Principali eventi della Quintana a pagina 12

E’noto che l’abito nonfa il monaco e chedietro i riti ed i for-

malismi di protocollo si na-sconde a volte il “vuoto” (diidee e di contenuti), altre vol-te, peggio, l’ipocrisia e l’in-ganno.La forma, anche nell’abbiglia-mento e nell’atteggiamento,spesso è però una “forma” dirispetto tanto per le personequanto per il contesto nelquale si manifesta.Disattendere la “forma”può essere sintomo di sciat-teria o, al contrario, segna-le di ragionata arroganza epresunzione che, comun-que, sempre si accompagnaalla maleducazione.Lo scorso mese di luglio, se-condo un rito che si ripeteoramai da quasi un secolo, ilpadrone della Fiat si è recatoin Quirinale per presentare alsuo “inquilino” (oggi Presi-dente e prima re) il nuovo“gioiello di famiglia”.Fin qui, tutto sommato, è sta-to anche giusto visto che apagare i costi di produzionedel “gioiello” (come anche dei“rottami”) è da sempre lo Sta-to (Repubblica o monarchianulla è cambiato).Il grande manager “amerika-no” dell’industria automobi-listica multinazionale, però, adifferenza dei suoi predeces-sori più ipocriti vestiti in abi-ti di gala, si è presentato conil suo solito maglioncino girocollo, senza cravatta, senzagiacca, mani in tasca (forseanche masticando un gom-ma “amerikana” dell’amicoObama).Diceva il marchese del Grillo:“Scusate, ma io sono io e voinon siete un cazzo!”.Passi per il titolo di marche-se del Maglioncino, ma il“cazzo” in questo caso è sta-to il Presidente della Repub-blica, cioè lo Stato.Due letture: una peggioredell’altra.La prima è la manifestazionedi arroganza del potere, unavolta di lignaggio oggi di lin-gotti (d’oro), che si permettedi non rispettare più nulla enessuno, sentendosi al di so-pra di tutto e di tutti.La seconda, decisamente piùgrave, è la manifestazione didisprezzo per le istituzionidemocratiche, considerateun antico retaggio inutile e

ingombrante in un mondoche “va veloce”, che non co-nosce più limiti e confini, chenon tollera più norme, nep-pure quelle della buona edu-cazione, residui insomma dicultura catto-comunista co-me dice l’altro omino arro-gante (che almeno lui si osti-na ad indossare larghi abitidoppiopetto molto più for-mali ed eleganti, anche se lofanno sembrare un paracarrocon le scarpe).L’ “amerikano” è sbarcato inItalia, “minaccia” di far lavo-rare lo stabilimento di Pomi-gliano, poi invece ci ripensa edecide (non “minaccia” più,ma decide) di chiudere lo sta-bilimento di Mirafiori, nelfrattempo, mentre saccheg-gia le casse dello Stato, fa fa-re un giretto sulla sua nuovaautomobile al Capo di unoStato che per lui, tanto, nonconta più un “cazzo”.Purtroppo è storia già vista,quando i padroni dellegrandi società americane in-vadevano gli Stati del centroe del sud America, saccheg-giandone le risorse agricole,forestali e minerarie e in-tanto “sollazzavano” congadgets e tangenti i loro go-verni succubi e venduti.Per quegli Stati era stata co-niata una definizione entra-ta nella storia: Repubblichedelle Banane.Anche l’Italia da “Repubblicafondata sul lavoro” si sta tra-sformando in una “Repubbli-ca delle banane”?Una nota ancora, per così di-re informativa: il signore delmaglioncino non è affatto ilproprietario della Fiat, è un“manager” a stipendio dei pa-droni (anche se mostruosa-mente alto); solo qualche de-cennio fa lo avremmo chia-mato un “fattore”.Quanto alla proprietà dellaFIAT va ricordato che i circa100 eredi Agnelli ne possie-dono, tutti assieme, poco piùdel 30%, il 10% è in mano afondi USA, il 30% alle bancheeuropee creditrici della so-cietà semi-decotta, il residuocirca 30% al “parco buoi”, cioèall’azionariato diffuso fattoper lo più da quei risparmia-tori che comprano le azioni alprezzo più alto e le rivendonoa quello più basso “ingrassan-do” gli speculatori (magari glistessi “altri” soci).

Il giornale è “on line” al sito www.piazzadelgrano.org

11 settembre

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Leggi e diritti21

Il Giudice delle leggi inter-viene in materia di immi-grazione con due pronun-ce importanti, la prima,(Corte Cost. Sentenza 5-8luglio 2010 n. 249) boccial’aggravante di clandesti-nità mentre, la seconda,(Corte Cost. Sentenza 5-8luglio n. 250) ritiene legit-timo il reato di immigra-zione clandestina.Per quanto concerne laprima decisione, la normadichiarata costituzional-mente illegittima è l’art.61, n. 11bis del codice pe-nale relativamente alla cir-costanza aggravante “l’a-vere il colpevole commes-so il fatto mentre si trova-va illegalmente sul territo-rio nazionale”.I giudici remittenti avevanoprospettato come intrinse-camente irragionevole lapresunzione di maggiorepericolosità collegata allamera carenza di un titoloper il soggiorno nel territo-rio dello Stato ed in ognicaso la non giustificabilitàdi una pena più elevata inassenza di qualsiasi corre-lazione tra la condizionedel reo e la gravità del rea-to commesso e infine l’irra-gionevole disparità di trat-tamento.La sentenza della Consultapronuncia, sulla scorta dialtre simili decisioni, la il-legittimità delle norme cheapprontano una fattispecieincriminatrice adoperandopresunzioni assolute di pe-ricolosità, con l’effetto di

istituire discriminazioni ir-ragionevoli. In sostanza la Corte ha ri-tenuto che comportamentipregressi non sono idoneidi per sé a giustificare untrattamento speciale diffe-renziato.La sentenza affonda anchele sue ragioni sulla disposi-zione interpretativa che illegislatore ebbe ad adotta-re con la norma (art. 1,comma 1 L. 94/2009) cheha escluso l’applicabilitàdell’aggravante ai cittadinidei paesi appartenenti allaUnione Europea, come nelcaso in cui l’irregolarità delsoggiorno sia stata concre-tamente riscontrata da par-te dell’autorità di sicurez-za, conclamando in tal mo-do una disparità di tratta-mento.La declaratoria di incostitu-zionalità in buona sostan-za sanziona una presun-zione di disvalore nei con-fronti degli stranieri extra-comunitari irregolarmentepresenti nello Stato, senzaconsiderare che il mancatopossesso di un titolo abili-tativo alla permanenza delterritorio dello Stato non èunivocamente sintomaticodi una pericolare pericolo-sità sociale.Di diverso avviso è la Cor-te sul reato (contravvenzio-ne penale) di ingresso esoggiorno illegale deglistranieri extracomunitarinel territorio dello Stato in-trodotto nell’ordinamentodall’art. 1 comma 16, lett.a) della L. 94/2009 che a in-serito l’art. 10bis (punitocon l’ammenda da 5 a10mila euro) ritenuto, appun-

to, costituzionalmente le-gittimo con la seconda sen-tenza richiamata in pre-messa.I giudici remittenti avevanopuntato sul contrasto conl’art. 25 secondo commadella Costituzione, laddovesi richiede, ai fini della pu-nibilità, la commissione di

un fatto, mentre nella fatti-specie si sanzionerebbe unparticolare status.Secondo la Corte lo statusdi clandestino – diversa-mente dalla aggravante so-pra esaminata - non rap-presenta un elemento chepreesiste al reato, ma nerappresenta la risultanteche qualifica soggettiva-mente l’autore del fatto. Insostanza è l’autore del fat-to reato che diviene “clan-destino” e non è il clande-

ROBERTO FRANCESCHI

MARCO MARIANI

FOLIGNO

Assegno bancario

Popoli migranti: assimilazioneintegrazione e multiculturalismoLa Corte Costituzionale “naviga a vista” tra difesa dei principi universali di uguaglianza e non discriminazione ela diffusa involuzione dei principi metagiuridici di accoglienza e asilo, in attesa di nuove linee comuni europee

Alcune regole e avvertenze per la compilazione e l’incasso in sicurezza

Avevo già preannunciato neiprecedenti articoli l’argomen-to che per la sua complessitàdovrà essere trattato almenoin più parti.Cercherò inoltre di limitareaspetti strettamente giuridi-ci, un buon legale in caso dieffettive esigenze pratichepotrà aiutarvi.L’assegno bancario è un titolodi credito "pagabile a vista".Il “pagabile” necessita di unimmediato chiarimento:prendere un assegno non si-gnifica aver incassato la som-ma dovuta, ma questo av-verrà solo dopo che la bancasu cui è stato tratto il titolo,avrà effettivamente addebita-to l'importo sul rapporto diconto corrente.Anche se la casistica più rile-vante per il mancato paga-mento è l’assenza di fondi o

- la sottoscrizione di colui cheemette l'assegno (traente);- l'indicazione dell’importo inlettere e cifre (in caso di di-scordanza prevarrà semprel'importo in lettere).La mancanza di alcuni diquesti requisiti rendono il ti-tolo assolutamente non esi-gibile (ad esempio la manca-ta sottoscrizione di chiemette l’assegno), altri inve-ce potrebbero essere omes-si (vedi il caso della mancan-za del luogo di emissione seaccanto alla firma di traenzaè indicato il luogo del traen-te ad esempio con timbrodella società).Altri aspetti ancora (vedasi da-ta di emissione) incidono sultermine della levata del prote-sto che sarà di giorni otto sepagabile nello stesso comunedi emissione, quindici se pa-gabile su diverso comune.Necessita una breve notasulla valenza del protesto:avere insoluto un assegno

provvista (aspetto questonon valutabile dal prenditoredel titolo), l’assegno potrà es-sere non pagato anche per al-tre molteplici motivazioni re-lative ad esempio alla man-canza dei requisiti dell’asse-gno bancario (ben valutabilidal prenditore), pertanto l'at-tenzione alla verifica di que-sti elementi è da considerarela migliore tutela delle nostreragioni di credito.Elencheremo quindi i requisi-ti dell'assegno:- la denominazione di asse-gno bancario inserita nel con-testo del titolo;- l’ordine incondizionato dipagare una somma determi-nata;- il nome di chi è designato apagare (trattario);- l’indicazione del luogo di pa-gamento (tutti aspetti di fattogià prestampati sul titolo);- l'indicazione del luogo e del-la data dove l’assegno è statoemesso;

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stino in quanto tale ad es-sere punito.In tale ottica vengono ri-chiamate le legislazionistraniere che contemplanola scelta di assoggettare asanzione penale l’ingressoe il trattenimento illegaledegli stranieri come inFrancia (pena detentiva e

pecuniaria)), in Germania(pena detentiva alternativaalla pena pecuniaria), Re-gno Unito (pena detentivaalternativa o congiunta al-la pena pecuniaria) e viavia in Belgio, Lussembur-go, Grecia, Danimarca e Ir-landa.La scelta del legislatore na-zionale, secondo la Corte,dunque, discutibile fin chesi vuole, non può definirsieccentrica rispetto alle al-tre legislazioni europee né

in contrasto con quelli cheormai si possono definire icomuni “principi fonda-mentali” e né in violazionedel principio di uguaglian-za e di solidarietà.Le sentenze commentatedenotano senza dubbiouna complessità giuridica edi conseguenza politica del

fenomeno dell’immigrazio-ne anche alla luce dellecontinue mutazioni dellepolitiche degli Stati nazio-nali e dei riflessi sul pianointernazionale.Un dato comunque è certoe ineludibile, quello che lesocietà (moderne) globa-lizzate non potranno sot-trarsi ad individuare lineecomuni nell’affrontare ilfenomeno dell’immigra-zione su nuove e condivisebasi. In tale prospettiva, in

appendice al commentodelle sentenze della CorteCostituzionale, mi piaceaprire una riflessione tra ilettori che trae spunto daun articolo di Sergio Ro-mano, il quale ha afferma-to: “Gli Stati migliori sonoquelli in cui il concetto dicittadinanza e di ugua-glianza sono collocati nel-la scala delle virtù, su ungradino più alto di quellosu cui sono le tradizioniereditarie e le peculiaritàetnico-religiose. Se l’iden-tità del gruppo è più im-portante dell’identità col-lettiva, è possibile che isingoli gruppi finiscanoper avere due patrie e duelealtà”.Allora vorrei stimolareuna vostra riflessione sualcune opzioni politico-culturali. Voi siete più fa-vorevoli:- all’assimilazione (descri-ve il processo che consen-te all’immigrato di veniregradualmente assorbitodal Paese che lo ha accolto)- all’integrazione (descriveinvece uno spazio in cui ilnuovo arrivato e la sua fa-miglia avrebbero vissutoconservando una buonaparte delle loro tradizioni edei loro costumi)- al multiculturalismo (de-scrive l’organizzazione diuna società in cui diversigruppi etnici e religiosipossono convivere separa-tamente).O forse Voi pensate che ta-li categorie siano super-flue alla luce del concettodi cittadinanza e ugua-glianza collocato nella sca-la più alta?

non protestato (ad esempioper decorrenza dei termini)non comporta la decadenzadei diritti propri dei titoli dicredito (attenzione però l’a-zione cartolare propria del-l’assegno si prescrive in me-si sei) ma non poter aggredi-re i vari giranti, potendosi ri-valere pertanto solo edesclusivamente sul traente:aspetto assai grave sullapossibilità di un eventualerecupero della somma inquanto si perderà la possibi-lità di rivalersi su un nomi-nativo girante magari molto

solido patrimonialmente.Di seguito ora riassumeremoalcune tipologie dell’assegnobancario che trovano la lororagione d’essere nel loro uti-lizzo corrente (purtroppo og-getto di notevole confusione).“Assegno sbarrato”: si trattadella apposizione di due bar-re parallele apposte sullaparte anteriore. Molti inter-pretano le barre come “nontrasferibile” che è cosa diver-sa. Le barre indicano che iltrattario (banca) può pagaresolo ad un banchiere o ad uncliente ben conosciuto (sbar-

ratura generale e\o speciale)pertanto rimane la possibi-lità della libera circolazionedel titolo con girata (atten-zione però al limite di impor-to ai sensi della nuova nor-mativa sulla limitazione delcontante e della trasferibilitàdegli assegni ad oggi pari adeuro 4.999 euro).“Assegno da accreditare”: iltraente può vietare il paga-mento in contanti del titolocon questa clausola. Il paga-mento potrà avvenire soloattraverso un’operazionecontabile (ad esempio ver-sandolo sul proprio contocorrente).“Assegno non trasferibile”:l’apposizione di questa clau-sola incide sulla circolazionedel titolo. L’assegno potrà es-sere pagato solo ed esclusiva-mente all'intestatario del tito-lo senza nessuna eccezione.“Assegni di conto personaliz-zati”: di fatto sono assegninormalissimi, ma a causa delfenomeno delle falsificazionil’Associazione Bancaria Ita-liana ne sconsiglia fortemen-te l' uso.Basta così. Eventuali chiari-menti, se vorrete, potrannoessere rivolti via e-mail allaredazione del giornale.

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Politica ed Etica 31FOLIGNO

mante per distruggere ilcandidato alla presidenzadi una regione da parte diun’organizzazione direttadal responsabile regionaledello stesso suo partito diappartenenza, peraltro giàindagato per mafia. Il tentativo di introdurreuna legge che di fatto costi-tuisce un bavaglio all’infor-mazione, bene essenzialedella democrazia e, da ulti-mo, e non certo per impor-tanza, la scoperta di un co-mitato funzionale all’affida-mento di appalti truccati eal tentativo di condiziona-mento degli organi di con-trollo dello Stato, finalizza-to ad influenzare il Consi-glio Superiore della Magi-stratura nella nomina diPresidenti delle Corti di Ap-pello e la Corte Costituzio-nale nella dichiarazione dilegittimità del Lodo Alfano.Unica circostanza di rilievonel mondo politico, che hadato luogo a un dibattitocon qualche conseguenza èstata la presa di distanzadel cofondatore del partitodi governo che, facendo le-va su problemi etici, ha, difatto, spaccato la coalizionedi riferimento provocando

come reazione una serie diattacchi giornalistici allasua persona in una sorta difaida familiare.Avendo dei seri dubbi sullacircostanza che dietro que-

ste prese di posizione e suldibattito che ha prodottocirca la possibilità di nuoveelezioni, ci sia un effettivointeresse per le sorti delPaese, valuto come inquie-tante lo scenario politico at-tuale, soprattutto alla lucedella siderale distanza del-

l’opinione pubblica che intempi non lontani, per ana-loghi fenomeni, aveva pro-vocato il rovesciamento diun sistema durato oltrequaranta anni e dato inizio

Con questo nomignolo l’ “Av-vocato” usava chiamare ilgiovane Montezemolo quan-do lo portava con sé a scuoladi (da) padrone.Il “giovane Luca”, oramai cre-sciuto, sembra avere deciso(o almeno sta minacciando)di scendere, anche lui, “incampo”, cioè di entrare in pri-ma persona nella vita politicadella nazione.In verità la stirpe degli Agnel-li in politica ci è sempre sta-ta: senatore era il nonno Gio-vanni, il fondatore, senatoreaddirittura a vita il nipoteGianni, l’Avvocato, senatore ilfratello Umberto e parlamen-tare anche la sorella Susanna,che da bambina “vestiva allamarinara”.Tuttavia, tutti gli antenati del“giovane Luca” hanno sem-pre avuto l’accortezza di ge-stire in maniera molto “soffi-ce” (soft in inglese) le loro ca-riche parlamentari evitando,ovviamente nella forma, dimanifestare un potenzialeconflitto di interessi tra le lo-ro cariche pubbliche e le eter-ne necessità di sostegno pub-blico al loro zoppicante im-pero metalmeccanico.A curare i loro interessipresso i politici usavano in-viare i loro “fattori”, primaValletta, poi, tra gli altri Ro-miti, da ultimo oggi Mar-chionne, tenendosi attenta-mente in seconda linea, inun’ombra “abbagliante”.

Emergenza legalità

LUIGI NAPOLITANO

PALMIRO TOGLIATTI

SANDRO RIDOLFI

S c e n a r i p o l i t i c i i n q u i e t a n t i r e n d o n oauspicabile un progetto alternativo

Venti anni fa (quanti ne sonopassati...) un industriale, an-che se è difficile attribuire ta-le qualifica a un palazzinaro eproduttore di servizi “eterei”,ha rotto gli indugi ed è scesodi persona “in campo” a difen-dere, senza più remore e ipo-crisie, i propri interessi sia ci-vili che soprattutto penali.Sembra ora che anche la stir-pe degli Agnel-li stia per rom-pere gli indugie, mentre man-da il “fattore” atrattare con icapi di Stato dimezzo Mondo,fa scendere in“campo” unproprio rap-presentantegenealogico.C’è poco da di-re: il fatto èestremamentegrave, non tan-to perchésquarcia un ve-lo di sostanzia-le ipocrisia,quanto perché,in questo mo-do, finisce perlegittimare, quasi legalizzare,la “non resistita” illegittima eillegale condotta dell’altropiccolo uomo, quello delle te-levisioni.Ma ciò che più disorienta, sesi può utilizzare questo ter-mine “soffice”, è che l’eventosia stato salutato da un since-ro plauso proprio da coloro,di quella parte politica, stori-ca e culturale, che avrebbe

dovuto resistere (resistere,resistere...) alla discesa incampo del primo “piccolo”.Un tempo si usava il termine(in ambito politico) “ammuc-chiata”; forse finalmente cisiamo davvero.Un grande fronte di “solida”opposizione che unisce i restidi quello che fu un grandepartito comunista, con il nu-

cleo irriducibile del cattolice-simo politico (Casini, figlioc-cio e allievo di Forlani), con inuovi, ma sempre gli stessi,fascisti (Fini, allievo predilet-to di Almirante) e, ora, con irampolli del padronato na-zionale per eccellenza.Pensare che una volta dei de-mocristiani si diceva che inparte (in certo senso la mi-gliore) erano “papisti” (An-

a quella che, con enfasi for-se eccessiva, fu definita laSeconda Repubblica.A rafforzare questa visionepessimistica contribuiscel’atteggiamento di totaleastensione nel commentarein alcun modo lo spettacoloal quale assistiamo da par-

te dei rappresentanti delmondo economico, cultura-le e professionale, definitosul sito internet dell’asso-ciazione vicina all’ex presi-dente di confindustria “l’as-

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sordante silenzio che si levadalla società civile” comple-tato dalla mancanza di ade-guate reazione dei politicidell’opposizione.Il continuo richiamo da par-te dei rappresentanti diquesta maggioranza ad unacostituzione di fatto, cheimpedirebbe l’eventuale madoveroso tentativo del Capodello Stato, questo si costi-tuzionale, di verificare l’esi-stenza di un Governo alter-nativo a quello attuale, la di-ce lunga sulla considerazio-ne che dello Stato ha la par-te politica che oggi governail Paese e che, se dovesseveder riaffermato il consen-so avuto alle ultime elezio-ni, libera da qualsiasi remo-ra potrebbe stravolgere l’in-tero sistema statuale.In questo quadro l’unico au-spicio che mi sento di for-mulare è che tutti i rappre-sentanti di quella parte delPaese che non condividequesto modo di amministra-re la cosa pubblica e che nonsi riconosce in un sistemache ignora emergenze con-crete quali la disoccupazio-ne giovanile e il diffuso disa-gio economico delle classimeno protette, a tacere del-le tante altre in essere, primaancora di discutere su chidebba fronteggiare l’attualeleader della maggioranza,elabori un proget-to chechiarisca al suo elettorato dasubito, tentando di riavvici-narlo al voto, quale siano lepriorità che intende affron-tare e con quale modalità.

Del tutto disperata, sul terre-no di un serio dibattito politi-co e ideale, mi sembra ormaila situazione di coloro che sipropongono di dimostrareche il nostro partito – il par-tito comunista – è quel nemi-co della democrazia e dellalibertà dal quale bisognereb-be proteggere e salvare l’at-tuale ordinamento politico,perché ne sarebbe il nemicoprincipale.Nella storia ormai non brevedella nostra esistenza – dico-no che siamo così vecchi! – sedavvero fossimo nemici del-la democrazia e della libertà,un atto, un atto solo che po-tesse venire portato a soste-gno di quest’accusa dovreb-be pur trovarsi.E invece non lo si trova! Percui sono costretti a dire chesiamo antidemocratici e an-tiliberali perché non siamod’accordo con loro, il che, ve-ramente, è troppo poco e puòanche essere la prova cheproprio noi, e non coloro checi combattono, siamo gli ami-ci della democrazia (...)La controversia di natura fi-losofica, circa l’affermazioneche la storia sia sempre sto-ria della libertà e circa il mo-do d’intendere questa tesi,fondamentale per l’idealismodi Benedetto Croce e di Gio-vanni Gentile, non è cosanuova, per noi (...)Nessuno è libero, in una so-cietà divisa in classi, di sceglie-re la classe cui appartiene.Il figlio di Giovanni Agnelli è

“un Agnelli”, cioè un grandeindustriale monopolista, nonappena apre gli occhi alla luce.Il figlio del proletario sarà pro-letario: lo può far uscire daquesta condizione, in via di ec-cezione, uno straordinario efortunato sforzo individuale,in via di sviluppo storico, un’a-zione rivoluzionaria che creiuna società senza classi.E a produrre quest’azione, mo-menti personali e collettivi diprogresso della coscienza edell’azione e momenti di evolu-zione oggettiva contribuisconoe s’intrecciano, in quel proces-so di azione e reazione che è iltessuto della storia (...)In questo grande quadro la li-bertà non è e non può essere il“primo”, perché è sempre, in-vece, una scelta, una aspira-zione, una conquista dell’uo-mo nella lotta contro le forzedella natura, da un lato, dal-l’altro lato contro gli ordina-menti economici e sociali daiquali scaturisce la costrizione,il freno, la tendenza a impedi-re l’avanzata di tutti gli uomi-ni verso la libertà, nell’interes-se di coloro che in quel mo-mento si collocano alla som-mità della scala sociale e delpotere e vogliono tener sogget-ti tutti gli altri.La libertà, per gli uomini, esi-sterà soltanto quando questacostrizione sarà stata supe-rata completamente, cioè inuna società di liberi e dieguali, in una società sociali-sta e comunista (...) L’alienazione del lavoratoree dell’uomo non può aver fi-ne se non sulla base di unnuovo ordinamento di tutti irapporti sociali.

Il “piccolo Luca”, scende in campo Noi, e la Democrazia

AGOSTO 2010

Negli ultimi mesi abbiamoassistito ad eventi, ricondu-cibili alla maggioranza, cheaprono scenari a dir pocosconcertanti. Le dimissioni del ministrodello sviluppo economico,la cui casa pare sia stata inparte pagata da soggetti ter-zi che avevano rapporti dilavoro con il ministero. Vicenda grottesca, in quantolo stesso ministro, quandopresiedeva il dicastero degliinterni in un precedente ga-binetto, aveva dovuto dimet-tersi per aver definito in ma-niera inqualificabile un col-laboratore del Governo col-pito a morte da un’organiz-zazione sovversiva. La nomina di un nuovo mi-nistro che, come primo attodel suo dicastero, invoca illegittimo impedimento apartecipare a un processonel quale era imputato e,costretto a dimettersi, pat-teggia la pena, riconoscen-dosi di fatto colpevole delreato ascrittogli. La creazione e la divulga-zione di un dossier infa-

Tempi che cambianoIl conflitto di interessi oggi è diventato un diritto

Un figlio degli Agnelli sarà sempreun Agnelli

dreotti), in parte collusi e an-che personalmente mafiosi(Gava e soci); dei fascisti si di-ceva, semplicemente e schiet-tamente, che erano fascisti;degli Agnelli (e soci Pirelli, Pe-senti, Falck, ecc.) si diceva cheerano i “padroni”, naturali av-versari della classe operaia.Allora c’era però un grandepartito comunista, affiancato

da un pessimoma comunquec o n s i s t e n t epartito sociali-sta e “provoca-to” da una dif-fusa area di si-nistra più radi-cale o rivoluzio-naria.Allora l’opposi-zione, cioè la si-nistra, era ingrado di pro-durre non solograndi idee,progetti edesempi morali,ma anche, pursenza voler ri-baltare il siste-ma capitalistaitaliano, validis-simi modelli al-

ternativi di produzione e digestione cooperativistici e so-ciali, soprattutto nelle eccel-lenze delle regioni “rosse”.I tempi cambiano, e non inmeglio, oggi ci si “eccita” perla discesa in campo del “pic-colo Luca”, nel mentre il suo“fattore” Marchionne smobi-lita stabilimenti, licenzia eprova a cancellare i diritti co-stituzionali dei lavoratori.

Carlo Carrà, I funerali dell’archico Galli, 1911

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Corrispondenze dal Mondo41 FOLIGNO

FARC braccio armato del Partito Comunista colombianoNon sono terroristi ma forze “belligeranti” per la liberazione della Colombia

Contratto di lavoro a tempo indeterminato, settore no profit

Non è un sogno, ma purtroppo non è Italia

VIOLA ANTONINI

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Dopo aver accumulato qual-che bel titolo di studio edesperienze formative in Ita-lia e all’estero, ero di nuovoin cerca di un’occupazione.Un infinito numero di CVinviati invano, quando unachiamata dall’Inghilterra miha fatto capire che non eraarrivato il momento di fer-marmi. Colloquio e poi su-bito via: Londra. Progetto diassistenza a giovani donnesenzatetto. Ente finanziato-re: il comune… Ed ecco co-me lo Stato può concreta-mente aiutare un/a giovanea diventare indipendente. A Dashwood House, un vec-chio edificio vittoriano sitoa Notting Hill, un team disei persone (la sottoscrittainclusa) lavora con 26 gio-vani donne (di età compre-sa tra i 16 e i 30 anni) che,oltre ad aver bisogno di untetto, necessitano di unsupporto per poter diventa-re indipendenti. L’esseresenza tetto, generalmente,non significa necessaria-mente che queste ragazzevengano dalla strada, maspesso semplicemente che,per ragioni di diverso tipo,non possono o non voglio-no più vivere con la propriafamiglia. E’ a questo punto che si ri-volgono all’autorità locale,per chiedere appoggio neltrovare una sistemazione. Sulla carta, una stanza a Da-

shwood House è carissima,costando £206 (circa 240)a settimana, una cifra irra-gionevole per un qualsiasilavoratore medio, figuria-moci per una giovane sen-zatetto! Ma il suo affitto verrà paga-to tramite i sussidi per lacasa, che, una volta conces-si, copriranno gran partedell’ammontare e la nuovainquilina dovrà sborsare ditasca sua £5 a settimana.Con questo sistema, oltread assicurare un tetto alleragazze, viene assicurato,in parte, il sostentamentodel progetto. Per avere dirit-to ai sussidi per la casa, sideve dimostrare di disporredi un ingresso fisso di dena-ro, contraddizione che vie-ne subito smentita dal fattoche questo ingresso può an-che consistere nei sussidiper la disoccupazione o per lo studio.Assicurata una base econo-mica per vivere, inizia lastrada verso l’autonomia:durante la loro permanenzaogni ragazza viene seguitada una key worker (una sor-ta di educatrice) che l’aiu-terà a individuare aspirazio-ni ed obiettivi di breve e me-dio termine, sui quali lavo-rare insieme. Il tempo dipermanenza non è fisso:ogni ragazza esce da Da-shwood House nel momen-to in cui ha trovato un’altrasistemazione ed è in gradodi provvedere a se stessa ealla casa. A tal proposito illavoro di rete con il comune

polare) o di una casa priva-ta con agevolazioni sulla ca-parra e sull’affitto. Il comune, più precisamen-te il distretto di Kensingtonand Chelsea, è la nostra fi-gura di riferimento, essen-do, infatti, il finanziatoredel progetto: gli affitti delleragazze rappresentano solouna piccola parte dei fondi,che, per il resto, provengo-no dal Supporting people,un programma di Kensing-

Le Forze Armate Rivoluzio-narie della Colombia - Eser-cito del Popolo, in spagnoloFuerzas Armadas Revolu-cionarias de Colombia -Ejército del Pueblo, più no-te con gli acronimi di FARCo FARC-EP, sono un'orga-nizzazione guerrigliera co-munista clandestina dellaColombia di ispirazione bo-livariana fondata nel 1964.Il movimento ha da semprebasato la sua pratica milita-re sulla guerra di guerrigliaed ha creato una strutturapolitica nota come "PartitoComunista Clandestino del-la Colombia". La nascita del-le "Forze Armate" risale al27 maggio 1964 durantel'"Operazione Marquetalia",una massiccia operazionemilitare dello Stato colom-biano con appoggio statuni-tense atto a reprimere conla forza le esperienze di au-torganizzazione agrariacontadina che si erano svi-luppate nelle regioni Tolimae Huila, che rappresentava-no per il governo un perico-lo per l'integrità della nazio-ne definendo le stesse comedelle "inaccettabili repubbli-che indipendenti". Alla lucedella cruenta repressione isostenitori di quelle espe-rienze, che sfuggirono sottola direzione di Manuel Ma-rulanda Velez ad un accer-

chiamento effettuato da mi-gliaia di effettivi dell'eserci-to, stabilirono che la resi-stenza e la lotta armata eral'unica strada da percorrereper portare in Colombia il

cambiamento e le riformestrutturali che la popolazio-ne chiedeva. Il loro scopo èsovvertire l'ordinamentostatale colombiano per in-staurare una democraziapopolare socialista.Le FARC sono tra le più lon-geve organizzazioni ribellidel mondo ancora esistenti ead esse aderiscono una for-za stimata (al 2008) di 6.000- 16.000 effettivi e controlla-no un 15-20 % del territorio

colombiano al 2007.Per il governo colombiano ele autorità degli Stati Uniti edell'Unione Europea sonoun'organizzazione terrori-sta, inserita nel 2002 in una

lista nera statunitense, as-sunta in seguito dall'UnioneEuropea. Per tutti i paesi la-tinoamericani, fatta ecce-zione per i governi di Perù eColombia, non sono un'or-ganizzazione terrorista, mauna forza guerrigliera, cosìcome per l'ONU, nella cui li-sta le FARC non sono pre-senti. Le azioni belliche del-le Farc, quali attacchi, atten-tati e sabotaggi, mantengo-no la Colombia in uno stato

di forte destabilizzazionepolitica. Sono anche accusa-te di autofinanziarsi me-diante il traffico illegale dinarcotici, ma le stesse FARChanno sempre negato il lo-ro coinvolgimento nel nar-cotraffico. Nonostante le recenti accu-se di terrorismo, le FARC-EPsono state considerate pri-ma del 2002, e continuano aconsiderarsi, una forza bel-ligerante, con la quale glistessi governi colombiani sisono più volte seduti al ta-volo delle trattative. Sostengono di rappresenta-re gli interessi dei poveriche abitano la Colombia ru-rale contro le classi ricche esi oppongono all'ingerenzadegli Stati Uniti d'Americanegli affari interni della Co-lombia (particolarmente alPlan Colombia), alla priva-tizzazione delle risorse na-turali, alle multinazionali ealla violenza delle organiz-zazioni paramilitari.Nel gennaio 2008 il Presi-dente venezuelano HugoChávez, recentemente im-pegnato come mediatorenel sequestro di Ingrid Be-tancourt, ha avanzato la ri-chiesta al governo colom-biano e a tutta la comunitàinternazionale di riconosce-re le FARC come "forza bel-ligerante" di un conflitto ci-

vile e non più come ungruppo terrorista. Questo riconoscimento èconsiderato un passaggioimportante per la conquistadella pace in Colombia, per-ché consentirebbe al gover-no di effettuare uno scam-bio di prigionieri tra le dueparti in conflitto e riprende-re il processo di pace inter-rotto nel 2002. Nel corso diquesti dialoghi, realizzatinella zona del Caguàn, l'al-lora presidente Andres Pa-strana e l'allora comandan-te in capo delle FARC-EP,Manuel Marulanda, sotto-scrissero un'intesa, articola-ta in dodici punti, chiamataAgenda Comune per il cam-biamento verso la NuovaColombia.Il 31 agosto 2008 il governo

colombiano ha denunciato icontatti esistenti tra il re-sponsabile esteri di Rifon-dazione Comunista, RamonMantovani, e le FARC; ildossier del governo Colom-biano definisce i contatti"non solo politici", le infor-mazioni sui contatti conl'organizzazione terroristi-ca sono venute alla luce inseguito al ritrovamento delcomputer di Raul Reyes (nu-mero due della guerriglia)grazie ai cui documenti so-no emersi "appoggi esplici-ti, raccolta fondi, scambioinformazioni". Il PRC ha ri-sposto a questa denunciachiarendo che i contatti conle FARC sono sempre statialla luce del sole e avevanol'obiettivo di far riprendereil processo di pace.

AGOSTO 2010

che, in Gran Bretagna, i pro-getti con finanziamentopubblico vengono monito-rati, revisionati, ispezionatidalla testa ai piedi. Il mio ingresso a DashwoodHouse è avvenuto nell’ulti-ma fase di preparazionedella revisione annuale daparte del team di Suppor-ting People. Sentivo continuamente par-lare di una persona con unostrano nome, Hideo, che ho

la mia manager di allora,Amor, aveva preparato unmassiccio fascicolo di provedel nostro lavoro per dimo-strare l’adeguatezza delservizio agli standard ri-chiesti.Ogni giorno, per una setti-mana, Hideo ha passato oreed ore nel nostro ufficio,analizzando pagina per pa-gina il fascicolo preparatoda Amor, sfogliando tutti ifascicoli di tutte le ragazze

per esaminare il lavoro svol-to, controllando i registriper le misure di sicurezza,intervistando le ragazzesulla qualità del servizioche ricevono e parlando conlo staff.Il parere delle utenti, il lorogrado di soddisfazione e dicoinvolgimento nel proget-to influiscono sul risultatodell’ispezione più di qual-siasi altro fattore. Al temu-tissimo risultato farà segui-to un piano di azione indi-cato da Supporting people edestinato a migliorare gliaspetti meno soddisfacentidel progetto. Ora siamo vicini alla prossi-ma revisione ed ho iniziato,stavolta con cognizione dicausa, a raccogliere tra i fa-scicoli delle mie ragazze, lerisposte al piano d’azione,che ha indirizzato il lavorosvolto durante l’anno, conl’ambizione di raggiungerei livelli più alti nel QAF edevitare tagli al progetto. E’ così ovvio: come può unservizio non migliorare selo si costringe anno per an-no ad aumentare le proprieprestazioni, pena la ridu-zione dei fondi? Certo, che la revisione ab-bia esito positivo o meno,un taglio ai fondi sarà pre-sto inevitabile, vista la ma-novra prevista dal nuovogoverno… ma questa èun’altra storia, così come loè l’approccio alla lotta con-tro la povertà, che sembra avolte un palliativo finaliz-zato a ridurre il degradosociale e la criminalità,piuttosto che diretto a mo-tivare i giovani meno ab-bienti affinché possano di-ventare parte attiva e con-sapevole della vita socialeed economica del Paese.

ed altre istituzioni risultafondamentale per trovarel’opzione giusta per ogniutente. Le autorità locali, adesempio propongono diver-se opzioni, che si tratti diun council flat (che corri-sponde alla nostra casa po-

ton and Chelsea destinatoad assicurare un alloggio al-le persone vulnerabili e agarantire un supporto affin-ché diventino indipendenti. La prima cosa che ho impa-rato non appena ho messopiede a Dashwood House, è

poi scoperto essere l’ispet-tore capo mandato dal co-mune, un simpatico anglogiapponese con humour in-glese, ma meticolosità 100%giapponese. Sulla base delQAF (quality assessmentframe) che lui aveva fornito,

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Cultura/e 5 1FOLIGNO

Ti ricordo, Amanda, - nella strada bagnata mentre correvi alla fabbrica - dove lavorava Manuel.

Col tuo largo sorriso, - della pioggia nei capelli non t'importava, correvi - incontro a lui, a lui, a lui.

Sono cinque minuti, - passa una vita eterna in cinque minuti, - suona la sirena, - di nuovo al lavoro,

e tu, camminando, - illumini la strada; quei cinque minuti - ti hanno fatto fiorire. Ti ricordo, Amanda, - nella strada bagnata,

che correvi alla fabbrica - dove lavorava Manuel. Col tuo largo sorriso, - la pioggia nei capelli

non t'importava niente - correvi incontro a lui a lui, a lui, a lui.

Che partì per la guerra, - che non fece male a nessuno, che partì per la guerra - e in cinque minuti

fu trucidato - Suona la sirena, - di nuovo al lavoro. Molti non tornarono, - come Manuel.

Ti ricordo, Amanda, - nella strada bagnata, che correvi alla fabbrica - dove lavorava Manuel.

Te recuerdo AmandaVictor Jara - 1973

[...] Pace per i tramonti che verranno, pace per il ponte,pace per il vino, pace per le parole che m'inseguono e mi

sorgono nel sangue intrecciando di terra e di amoril'antico canto, pace per la città nella mattina allorché il

pane si sveglia, pace per il Mississippi, fiume delle radici:pace per la camicia del fratello, pace sul libro come un

timbro d'aria, pace per il grande colcos di Kiev, pace perle ceneri di questi morti e di quest'altri, pace per il ferronero di Brooklyn, pace per il postino che va di casa in

casa come il giorno, pace per il coreografo che grida conun megafono verso i caprifogli, pace per la mia manodestra, che soltanto vuol scrivere Rosario: pace per ilboliviano taciturno come un blocco di stagno, pace

perché tu possa sposarti, pace per tutte le segherie delBio- Bio, pace per il cuore lacerato della Spagna

guerrigliera, pace per il piccolo Museo del Wyoming dovela cosa più dolce è un cuscino con un cuore ricamato,pace per il fornaio e i suoi amori e pace per la farina:

pace per tutto il grano che deve nascere, per ogni amoreche cercherà ombra di foglie, pace per tutti quelli chevivono: pace per tutte le terre e tutte le acque. Io a

questo punto vi saluto, torno alla mia casa, dentro i mieisogni, torno in Patagonia, là dove il vento scuote le stalle e

spruzza gelo l'oceano. Sono soltanto un poeta: vi amotutti, vado errante per il mondo che amo: al mio paese

mettono in carcere i minatori e i poliziotti comandano suigiudici. Ma io amo perfino le radici del mio piccolo paesefreddo. Se dovessi mille volte morire là voglio morire: se

dovessi mille volte nascere là voglio nascere, accantoall'albero selvaggio dell'araucaria, dinnanzi ai venti marinidel sud, presso le campane comprate di recente. Nessunopensi a me. Pensiamo insieme a tutta la terra, battendocon amore sulla mensa. Non voglio che il sangue torni abagnare il pane, i fagioli, la musica: voglio che venga con

me il minatore, la fanciulla, l'avvocato, il marinaio, ilfabbricante di bambole; entrino con me in un cinema edescano a bere con me il vino più rosso. Io non vengo a

risolvere nulla. Io sono venuto qui per cantare e persentirti cantare con me.

Canto GeneralPablo Neruda - 1950

a un grande momento dicrescita. Marx non è mortoquindi, vive e lotta con i ci-nesi, la prossima prima po-tenza mondiale, solo chenoi non ce ne accorgiamo,abbiamo la mente obnubila-ta dal bagno neo-liberista.La Napoleoni ha intervista-to intellettuali, professori egente comune chiedendo illoro giudizio sul governo: icinesi si fidano dei loro po-litici che li stanno portandosenz’altro a star meglio diprima. Chi può dire la stes-sa cosa in Occidente?Questi sono solo alcuni dei

tanti concetti e pareriespressi in "Maonomics", unlibro complesso e pieno dispunti, tra cui l’analisi dellebanche islamiche che condi-vidono con i clienti il rischiod’impresa. Ti costringe astare incollato alle paginecome fosse un giallo co-struito bene, un giallo chesvela tante cose nascoste,intrighi e trame non facil-mente visibili. Un libro daleggere per capire meglioqual è il futuro che ci aspet-ta insegnandoci a rifletterecon la nostra testa e a met-terci nei panni degli altri.

Governi democratici che or-mai si sono dimenticati co-sa vuol dire gestire le nazio-ni, ma che delegano le deci-sioni economiche all’alta fi-nanza che non ha nessunpudore e che pensa solo alsuo personale profitto. Unabanda di super managerche ha portato i ricchi Paesioccidentali sull’orlo del tra-collo, dove i lavoratori gior-no dopo giorno stanno per-dendo i diritti conquistati inpiù di un secolo. Che cosaabbiamo noi da insegnare aicinesi? Forse ad esportarela nostra democrazia con leguerre, partendo da presup-posti inesistenti come le fa-mose armi di distruzione dimassa dell’Iraq?La Cina sta conquistando ilmondo non con la guerrama con la produzione, conil lavoro quello antico, conpersone in carne ed ossache producono merci, men-tre in Occidente ormai lafalsa ricchezza si crea congiochetti di borsa, accorditra le banche e speculazionifinanziarie. Dopo la gravecrisi finanziaria tutto è ri-masto come prima, le rego-

In Cina governa la politica,in Occidente i banchieri

Ricette Immorali

Loretta Napoleoni, economista controcorrente, prova a leggereil nostro mondo con gli occhi dei cinesi.

Si assiste ormai da tempoad un proliferare di roman-zi, più o meno interessanti,che raccontano le avventu-re dei più diversi tipi di in-vestigatori (commissari, av-vocati, giudici ecc.). Fra questi quello che più miha incuriosito ed affascina-to è Pepe Carvalho, investi-gatore privato nato dall’e-stro e dalla creatività delloscrittore spagnolo ManuelVázquez Montalbán. Le caratteristiche che con-traddistinguono il perso-naggio di Pepe Carvalho so-no molteplici e astruse (è unex agente della Cia, vive nel-la Barcellona post regimefranchista - contro cui si èopposto partecipando allelotte clandestine –, ama lebelle donne, usa i libri dellasua amata/odiata bibliotecaper accendere il camino (“…come giusto castigo a tanteverità inutili e incompleteche conteneva” - Assassinioal Comitato Centrale, Ed.Universale Economica Fel-trinelli). Ma ciò che nella lettura del-le varie avventure di Car-valho ha sempre particolar-mente attratto la mia atten-zione rendendo ai miei oc-chi il personaggio oltremo-do intrigante, è la passionesmisurata che l’investigato-re prova per la buona cuci-na e il buon vino. Nonostante il cinismo chespesso lo caratterizza e no-nostante una vita segnata

dalla delusione per ciò chenon è stato, Carvalho è un“godurioso”. Anche nei momenti più dif-ficili e cupi riesce ad estra-niarsi dalla realtà, facendo-si trascinare in veri e propriorgasmi eno-gastronomici,gustando una pietanza pre-libata – che spesso cucinapersonalmente- o una pre-

giata bottiglia di vino. Il ci-bo per lui non è mai nutri-zione: può accostare la pie-tanza più squisita e raffina-ta al peggior vino da tavolao una pregiata bottiglia divino ad un piatto semplice.Quello con il cibo e il vino è,per il personaggio creato daVázquez Montalbán, unrapporto sui generis (“Ho

uno spirito senza fondo.Quando mi si sazia il corpo,mangio con lo spirito”-Quintetto di Buenos Aires,Ed. Universale Economica).Spesso è un rapporto inti-mo, personale, da non divi-dere con altri che con sestessi (“… i piaceri solitarigli erano sempre sembratiincomunicabili” – Tatuag-

gio, Ed. Universale Economi-ca); in altre circostante, di-versamente, è un momentoda dividere con un amico“per ascoltarsi” (Il Labirintogreco, Ed. Universale Econo-mica); o, ancora, può rap-presentare “l’antipasto” diun luculliano banchetto dipiaceri (“Charo ingollava ilcibo come un’adolescente

in via di sviluppo. Era una delle cose che Car-valho approvava di lei. Inrealtà nessun essere umanoindifferente al cibo è degnodi fiducia. Charo seppe trovare il mo-mento giusto per smetteredi mangiare e dare inizio al-l’amore…” – Tatuaggio, Ed.Universale Economica). Chi ama il buon cibo e ilbuon vino e sa gustarli egoderli non può non ama-re il personaggio di PepeCarvalho per questo suorapporto con i piaceri del-la tavola. Condivide con lui la consa-pevolezza che il piacere visi-vo, olfattivo e gustativo chepuò suscitare una pietanza oun vino in alcuni casi è suf-ficiente ad appagare ognipropulsione fisico emotiva;in altri, invece, costituisce“l’afrodisiaco” che predispo-ne lo spirito e il corpo ad as-saporare altri piaceri. D’altra parte, non potevache essere “un godurioso”che ama le donne, il buonvino e la buona cucina ilpersonaggio creato dallafantasia di colui che hascritto: “Tutti i piaceri sonogoduriosamente immorali… E la questione diventatanto più immorale quandobisogna sommare o combi-nare due piaceri così defini-tivi come il mangiar bene efare bene l’amore … Man-giar bene, e bere ancor me-glio, rilassa gli sfinteri dell'a-nima, sconvolge i punti car-dinali della cultura repressi-va e prepara alla comparsadi una comunicabilità chenon va sprecata” - RicetteImmorali, Ed. UniversaleEconomica). Purché, aggiungo, i com-mensali abbiano la stessacapacità di perdersi nelpiacere.

www.piazzadelgrano.orgAGOSTO 2010

le del gioco non stannocambiando per niente, eneanche le persone che legestiscono. La Cina ha avuto un brevetrimestre di recessione, maora è ripartita a gonfie vele.Si accusa la Cina di non ri-spettare i diritti civili, di trat-tare i lavoratori come bestie,di sfruttamento in fabbricadi bambini, di censurare ereprimere il dissenso e cosìvia, eppure, ci rivela la Napo-leoni che i cinesi sono con-tenti, stanno molto megliodi prima, migliorano le lorocondizioni giorno dopo gior-no e hanno una grande fidu-cia nel futuro.I cinesi sono grati al PartitoComunista che nel loro sen-timento lavora per la gente,o almeno governa l’econo-mia, non lascia il benesseredel popolo in mano dell’al-ta finanza. Crollano le economie del-l’Occidente e anche la Rus-sia, che ha abbracciato ilneoliberismo occidentale, èal collasso; la Cina, che insi-ste nel seguire i dettami delmarxismo adattandolo ainostri tempi, sta assistendo

Gli orgasmi eno-gastronomici di Pepe Carvalho

IOLANDA TARZIA

Kim Basinger in “9 settimane e 1/2”

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Lavoro61

Non si può continuare a la-vorare tutte fino alla stes-sa età senza considerare iltipo di lavoro che si svolge,la vita che si fa, e senzapensare al futuro di tantegiovani donne.Si può, invece, impostare unsistema pensionistico checontempli la libertà di scel-ta: andare in pensione trauna soglia minima di età euna massima, in modo daconciliare condizioni di la-voro (innanzitutto quellecon mansioni usuranti) edesigenze personali.Flessibilità valsa in molteoccasioni di ristrutturazio-ne in settori privati e pub-blici per ammortizzare icosti sociali e andare in-contro alle convenienzedello Stato e delle aziende.Quando si calcolano gli an-ni di lavoro femminile duepiù due fa cinque.Dati Eurostat e Commis-sione Europea (2006-2007)attestano che in media ledonne italiane lavorano 60ore la settimana: sono inEuropa quelle che lavora-no di più.Sulla somma incide laquantità di lavoro svoltofuori casa che resta ma-schile nei modi e nei tem-pi e la mole di impegni dilavoro prestati gratuita-mente dalle donne.Questo lavoro gratuito chegli indicatori economicinon rilevano tiene in piedila società la quale, però, re-stituisce alle donne assaipoco rispetto a quanto daloro riceve.E’ una differenza che nes-suno può cancellare entrouna finta parità.Una differenza che solleci-

ta una trasformazioneprofonda per tutti: libertàdi scelta, riconoscimentosociale del lavoro di cura esua redistribuzione tradonne e uomini, efficienterete di servizi pubblici enuovi modi di lavorare.Un’altra civiltà.Certo, le donne hanno fat-to straordinari passi avan-ti: oggi più di ieri decidonodi sé, della propria sessua-lità e maternità, hanno piùdenaro e lavoro retribuito,sono presenti ovunque.Ma, ancora troppi sono gliostacoli che si frappongo-no alla possibilità di viverepienamente in libertà: la-voro precario, carriere in-termittenti, redditi piùbassi, scarsità di servizi so-ciali, assenza nelle stanzeche contano anche in quel-le in cui si decide di man-darle in pensione a sessan-tasei anni.La parità, così intesa, è unamistificazione che oltre a

non riconoscere i creditiacquisiti dalle donne con illavoro di cura, chiude laporta al futuro di moltegiovani.Fare parti uguali tra dise-guali è la cosa più ingiustadel mondo.Facciamo un’operazione“trasparenza”, rendiamovisibile ciò che viene datoper scontato e perciò na-scosto.Dichiariamo in tante epubblicamente tutti i lavo-ri che svolgiamo, retribuitie gratuiti, produttivi e ri-produttivi, obbligati e vo-lontari.E’ il momento di dar vita aduna nuova stagione di im-pegno per la libertà e l’au-todeterminazione delledonne come fondamentodi un diverso modello so-ciale, più giusto e solidale.(Il modulo da compilare einviare è scaricabile dalsito: http://www.ilmani-festo.it)

ELISA BEDORI

FOLIGNO

A proposito dell’appello “ Se 60 ore vi sembran poche…”

Appello “Se 60 ore visembran poche”

E' importante prendere paro-la contro la sciagurata azionedel governo in materia di etàpensionabile delle donne. Eancor più ci interessa quandoviene fatto, come l'appello“Se 60 ore...”, valorizzandoargomenti del femminismosindacale degli anni ’80/90,oggi più che mai di attualità.Allora, l’Intercategoriale Don-ne di Torino, il Coordinamen-to donne FLM, fecero dell’in-treccio tra “Produrre e ripro-durre” la chiave di lettura dellavoro, della condizione ma-teriale delle donne nella fab-brica e nelle relazioni sociali;con questa ottica, le donnedella Cgil Piemonte e Sinda-cato Donna, arrivarono nel1994 ad elaborare una pro-posta di sistema pensionisti-co alternativo!Donne di provenienza e cul-tura diversa, dentro e fuori ilmovimento sindacale, riusci-rono a segnare il sindacato diquegli anni, con un radica-mento nei posti di lavoro e

che di tutte le donne e la stra-da maestra per una manipo-lazione dell’intero sistemapensionistico. Di nuovo, inautunno, abbiamo insiemelanciato un appello, chieden-do a donne dentro e fuori iposti di lavoro di rifiutare lamanomissione delle condi-zioni acquisite.E tuttavia, né daidiversi settori dilavoro né dall'in-sieme della Cgil,né da luoghi didonne fuori delsindacato, si è riu-scite a suscitareun movimento,che portasse nellepiazze una decisaopposizione delledonne all’ennesi-mo sopruso diquesto governo.Perché?Le argomentazio-ni di tale opposi-zione non manca-no, come ricordaanche l'appello“se 60 ore vi sembran po-che…”: maggior carico di oredi lavoro e di fatica, disconti-nuità della vita lavorativa del-le donne, che alternano pe-riodi di esclusivo lavoro dicura a periodi di doppio lavo-ro; maggiore fragilità delle

sociale, dando vita a una retesempre più consapevole didelegate sindacali che prati-cava nella contrattazione l’af-fermazione della “scandalosadifferenza”.Oggi prevale la frammenta-zione: la relazione tra donnedi diverse esperienze sinda-cali è stata persa dentro l’au-toreferenzialità delle singoleconfederazioni, la strategiadella divisione sindacale, finoall’arroganza degli accordiseparati.Da tempo passa una politicadi smantellamento di tutti idiritti, in nome di una paritàpunitiva, che cancella la sog-gettività femminile come mo-tore di cambiamento e vocenuova nell’etica del lavoro enel mestiere di vivere, checonsegna il corpo delle don-ne al destino misero di vecchie nuovi stereotipi.Non si può tacere, né stareferme: come metalmeccani-che e donne della funzionepubblica abbiamo lanciatol’allarme già in vista dellosciopero generale Fiom e FPCGIL del 13 febbraio del2009, quando denunciammola strategia del governo sul-l’innalzamento dell’età pen-sionabile per le dipendentipubbliche, come un attaccoalle condizioni pensionisti-

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Il Governo, presentando unemendamento alla manovrafinanziaria per il periodo2011/2012, ha previsto unbrusco innalzamento del-l’età pensionabile a 65 anniper le lavoratrici del pubbli-co impiego.Tale emendamento è statoconcepito al fine di ottempe-rare alla sentenza della Cortedi Giustizia europea, emessain data 13 novembre 2008,che ha condannato la Repub-blica italiana per aver mante-nuto in vigore nel proprio si-stema previdenziale una nor-mativa che consente ai pubbli-ci dipendenti il diritto a perce-pire la pensione di vecchiaiaad età diverse a seconda che sitratti di uomini o di donne.In verità, già nel 2005 la Com-missione europea ha avviatouna procedura di infrazionenei confronti dell’Italia pro-prio perché consentiva ai di-pendenti pubblici di sessofemminile di andare in pen-sione a 60 anni, mentre l’etàpensionabile per i colleghi disesso maschile si innalzava a65 anni, costituendo così untrattamento meno favorevoleper gli uomini, in violazionedel trattato CE.Per porre rimedio a tale situa-zione, il legislatore italiano siè adoperato per attendere al-la diffida della Commissioneeuropea con una norma cheprevedeva il graduale innalza-mento dell’età pensionabiledelle donne sino al raggiungi-mento dei 65 anni nel 2018.Ma la recente sentenza della

Corte di Giustizia europea èservita da pretesto alla Com-missione per dare una svoltadecisiva alla querelle, polveriz-zando la gradualità delle tappeed inducendo in tal modo il no-stro legislatore ad introdurrel’emendamento per il colloca-mento a riposo per anzianitàdi servizio a 65 anni anche perle donne sin dal 2011.In particolare, stando alle di-sposizioni contenute nellalegge, tra 18 mesi per le don-ne del pubblico impiego scat-terà un blocco delle pensionidi quattro anni. In altre paro-le: fino al 31 dicembre 2011basteranno 61 anni di età perandare in pensione; dal primogennaio 2012 ci sarà il salto equindi per ottenere la pensio-ne di vecchiaia sarà necessa-rio avere 65 anni. Resta in ogni caso escluso daicalcoli della vecchiaia chi ha40 anni di contribuzione, poi-ché potrà andare in pensioneindipendentemente dall’etàanagrafica. Anche per l’Inpsha lavorato a sufficienza.Permangono, inoltre, del tut-to immutate le vigenti dispo-sizioni per le donne magistra-to, ambasciatori, professores-se universitarie che prevedo-no requisiti anagrafici più ele-vati. Per quanto riguarda ilpersonale femminile apparte-nente alle forze armate, l’ar-ma dei carabinieri, il corpodella guardia di finanza, le for-ze di polizia ad ordinamentocivile e del corpo nazionaledei vigili del fuoco, il limite dietà rimane fissato al compi-mento di 60 anni.Ad ogni buon conto, se l’eli-minazione del graduale in-

nalzamento dell’età pensio-nabile per vecchiaia delledonne del pubblico impiegoci consente, da un lato, di ot-temperare alla disposizionidella Comunità Europea, dal-l’altro, di fatto, non compor-terà dei cospicui risparminell’erogazione dei tratta-menti pensionistici, in quan-to l’età media delle donnenella pubblica amministra-zione è di poco superiore ai62 anni per raggiungere l'an-zianità contributiva e dunquequesto significa che, in lineagenerale, le donne sceglieran-no il collocamento a riposoper limiti contributivi.E comunque, era davvero soloquesta l’unica soluzione possi-bile per garantire l’uguaglianzatra i sessi all’interno del pubbli-co impiego? Oppure è la solu-zione economicamente piùvantaggiosa per lo Stato? Perequiparare l’età pensionabile sisarebbe anche potuto abbassa-re il limite dei 65 anni previstoper gli uomini. In sintesi, questa legge nonpuò bastare, da sola, a cancel-lare le disparità tra uomini edonne. Forse la parità tantoacclamata dalla Corte di Giu-stizia europea dovrebbe con-figurarsi “prima dei 60 anni”,attraverso la predisposizionedi una fitta rete di tutele per ledonne che garantisca una ve-ra parità nei ruoli familiari enella carriera, senza che gliimpegni a casa arrestino lacrescita professionale, oltre apolitiche sociali e struttureche supportino la lavoratricenella cura dei figli e degli an-ziani. Allora potremo parlaredi parità nelle pensioni.

condizioni di lavoro: le don-ne rappresentano quasi il58% del lavoro precario e per-mangono precarie per il dop-pio dei loro colleghi maschi;un differenziale salariale chepesa circa il 25% medio, de-terminando lo scarto di red-dito tra i sessi, quindi con in-

cidenza negativa sul montan-te pensionistico delle donne,l’utilizzo dei permessi di cu-ra che penalizza sul pianocontributivo chi ne usufrui-sce; il blocco delle carriere ela collocazione più frequentein cassa integrazione.

Le più giovani e le lavoratricimigranti nei fatti vedono se-riamente compromessa lapossibilità di avere una co-pertura pensionistica, perl’intreccio perverso tra lavo-ro irregolare, precarietà e ab-bassamento progressivo del-le prestazioni nel sistema

contributi-vo.Condizionidi maggiorepovertà eprecarietàpensionisti-ca delle don-ne, più voltedenunciatesenza néascolto né ri-sposte serie,neppure ne-gli accordiG o v e r n o -S i n d a c a t isuccedutisinel corso de-gli anni.Oggi inveceg o v e r n o ,

opinionisti, e, ahinoi, anchealcuni sindacalisti continua-no imperterriti a parlare asproposito di aspettativa me-dia di vita e di parificazionedell’età pensionabile impostadalla UE!Sappiamo che non è vero: og-

gi nella UE ci sono ancora 14paesi ( tra cui Gran Bretagna,Austria, Belgio, oltre l’Italia )in cui l’età pensionabile rima-ne diversa tra i sessi senzache la Ue abbia o possa im-porre loro alcuna modifica,dato che tale diversità è pre-vista e compatibile con la le-gislazione europea, che pre-vede e sostiene le cosiddette“discriminazioni positive”.Alla sentenza europea si do-veva e si poteva risponderediversamente.Il grande inganno è funziona-le invece a una politica euro-pea di progressiva marginaliz-zazione del sistema pubblicodi welfare e dei diritti acquisi-ti ( vedi libro verde sui sistemipensionistici), ed è chiaro chel’obiettivo del governo italianoè quello di fare delle lavoratri-ci pubbliche la testa di ponteper l’innalzamento dell’etàpensionabile per tutte e tutti,obiettivo del resto già antici-pato nei provvedimenti conte-nuti nella manovra estiva da25 miliardi.Come passare da questaconsapevolezza a un movi-mento diffuso e attivo? Untema che interroga tutte etutti: incontriamoci per cer-care insieme risposte, perdare spazio e forza alle ra-gioni di tante.

Pensione più lontana per ledonne del pubblico impiegoVia libera del Consiglio dei Ministri all’aumento dell’etàpensionabile per le dipendenti pubbliche da 61 a 65 anni,come richiesto dall’Unione Europea.

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Lavoro 71FOLIGNO

drammatiche del Paese. Laseconda, in particolarequella umbra – ha prosegui-to il Segretario CGIL - è an-ch'essa inspiegabilmente al-la finestra e non ha nemme-no preso parte al tavolo chela Regione ha costruito loscorso 27 luglio per affron-tare la vertenza”. Bravi richiama dunque Go-verno e imprenditori umbrialle proprie responsabilità eindica i “tre tasti” da preme-re per uscire dal pantano diuna situazione sempre piùcritica. Primo: emanare un nuovobando per l'acquisto, in mo-do che se vi sono soggettirealmente interessati allaMerloni (ma su questo ilsindacato nutre forti dub-bi), escano allo scoperto.Secondo: attivare l'accordodi programma siglato adAncona lo scorso marzocon gli obiettivi fondamen-tali della reindustrializza-zione dell'area e della salva-guardia dei livelli occupa-zionali (3mila i posti a ri-

schio su 70mila abitantidella fascia appenninicaumbra). Terzo: sfruttare le nuove ri-sorse che arriveranno dallaUE con l'inserimento delterritorio di Nocera Umbratra le aree ammissibili agliaiuti a finalità regionale (“equi sono le imprese che de-vono battere un colpo”, hadetto Bravi). Questo il per-corso indicato dalla CGILumbra insieme alla FIOM eai lavoratori del comitatodegli iscritti Merloni, pre-senti alla conferenza stam-pa odierna. “Non si possono continuarea illudere i lavoratori – hadetto Francesco Gianninidella FIOM CGIL di Perugia –le voci sull'arrivo dei cinesi,dei turchi, degli americani odegli italiani lasciano il tem-po che trovano. Noi voglia-mo invece ragionare sui fat-ti e i fatti sono che c'è un ac-cordo di programma da at-tivare e da riempire di con-tenuti che permettano dicreare lavoro e reindustria-

lizzazione. Per questo chie-diamo che Confindustriaumbra, come sta facendoquella marchigiana, parteci-pi ai tavoli e stimoli gli im-prenditori a prendere ini-ziative”. Intanto, i lavoratori dellaMerloni, ormai da anni inCassa integrazione, devonofare i conti anche con i ritar-di nei pagamenti di quei650 euro mensili erogatidall'INPS. “Siamo ormai a ol-tre 10 giorni sul pagamentodi giugno – hanno spiegatoLuciano Recchioni, Mauri-zio Tempesta e Maria StellaTraversini – e questo è undramma per chi ha già gran-dissime difficoltà a tirareavanti con cifre simili”. Diqui la richiesta all'INPS,scandita con forza da Rec-chioni, di evitare il ripetersidi situazioni del genere, pe-na il rischio di reazioni an-che molto forti da parte deilavoratori, esasperati dauna situazione al limite. “E'vero che rispetto ad altri la-voratori in lotta non noi sia-

Dallo scorso 19 marzo, gior-no in cui fu firmato l’Accordodi Programma per la salva-guardia del gruppo A. Merlo-ni in amministrazione straor-dinaria, le due regioni, Um-bria e Marche, colpite dallastessa “catastrofe” hannoreagito in maniera diversa. Difronte ad un forte dinami-smo marchigiano, caratteriz-zato da un’azione mirata diricerca d’investitori e mana-ger da coordinare e porre insinergia per costruire proget-ti credibili e sostenibili, inUmbria non si è colto lo stes-so dinamismo, pur avendo adisposizione strutture e pro-fessionalità adeguate e purvivendo uno stato di males-sere economico ed occupa-zionale che è sicuramentedella stessa portata di quellomarchigiano.Per questo la CISL non puòche essere critica rispetto al-la strategia tracciata fin quidalla regione Umbria nell’ap-proccio alla gestione di que-sta grande crisi aziendale, si-curamente tra le più pesantia livello nazionale, sia per ladimensione occupazionaleche per l'estensione a livellopluriregionale. D’altronde quando i rappre-sentanti della Regione affer-mano a un tavolo ufficiale,quale quello dello scorso 26luglio, che la crisi del com-parto del bianco è di tale di-mensione e portata, per cuisarà quasi sicuramente inevi-tabile guardare ad una diver-sificazione per lo stabilimen-to di Colle di Nocera, edun’altra sigla sindacale gli fasponda, dimostrando eviden-temente di concordare in tut-to e per tutto con quanto at-tuato fin qui, questo non puòche significare che si è pron-ti ad abdicare rispetto alla

Merloni: la vertenza non può andare in vacanzaCGIL Umbria, ecco da dove ripartire: nuovo bando, accordo di programma e aiuti europei

possibilità di continuare aprodurre in quel territorio.Per la CISL invece lo stabili-mento di Nocera può offrireancora tutte le potenzialitàper inserirsi nel mercato delbianco, anche se non nellastessa misura del passato,ma per fare questo ci vuoleimpegno e convinzione ri-spetto a un futuro che biso-gna anche essere capaci di di-segnare e ricostruire. Per questo giudichiamo ne-cessario e irrinunciabile l’im-pegno della regione Umbriaper un lavoro propositivo ecostante di un tavolo tecnico,che cerchi di intercettare im-prenditori, risorse e opportu-nità, facendosi promotore diproposte, possibilmente an-che con la Regione Marche,ma cercando di essere prota-gonista attraverso l’elabora-zione di un proprio progetto,creando sinergia tra i singolie ricercando contatti ed ap-procci con soggetti finanzia-tori, invece di attendere pas-sivamente che qualcuno dibuone intenzioni si facciaavanti, o peggio ancora, at-tendere di andare a rimor-chio di altri.Insomma, la CISL sottolineal’urgenza di un’azione da pro-

tagonista per un rilancio chepotrà scaturire solo da un la-voro concreto e sinergico trale potenzialità che in Regioneci sono per attuarlo; il nuovobando che a breve dovrebbeessere pubblicato potrà offri-re alla nostra regione un’op-portunità ulteriore per recu-perare il tempo perso.Tutto questo per allontanarequanto più possibile l’applica-zione della seconda fase del-l’Accordo di Programma chedi fatto sancirebbe la definiti-va perdita di potenzialità in-dustriale per un territorio giàprovato da una crisi pesante,producendo effetti devastan-ti in termini occupazionali edeconomici collegati (...)Questa è la “ricetta” della CI-SL per tentare di salvare ungruppo che secondo noi puòancora tornare ad essereun’eccellenza nel nostro ter-ritorio, ..., per l'ennesima vol-ta, la CISL ripropone la pro-pria strategia: una grande ma-nifestazione regionale cherappresenti le difficoltà dellaA. Merloni e della Basell maanche quelle di tutte le altrepiccole industrie del territorioregionale di cui meno si parlama che ugualmente pesanosull'economia dell'Umbria...

mo ancora saliti su un tettoe non abbiamo occupatoun'isola, ma se non ci resta-no alternative faremo anchequesto – ha concluso Rec-chioni – vorremmo peròmaggiore rispetto e soprat-tutto maggiore attenzione.Da parte nostra c'è la vo-lontà di continuare la mobi-litazione, anche se tra mille

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difficoltà. E chiediamo allealtre organizzazioni sinda-cali più coraggio per anda-re, se necessario, anche aduno sciopero regionale”.Intanto, la CGIL e la FIOMhanno annunciato un'inizia-tiva a Nocera Umbra, “perverificare lo stato di avanza-mento della vertenza” per ilprossimo 1° settembre.

Il Comitato dei Lavoratoridella A. Merloni ribadisce leproprie preoccupazioni peril rischio del frazionamentodel sistema industriale Mer-loni che avrebbe la sicuraconseguenza di separare lostabilimento di Colle di No-cera Umbra, in particolaregli asset Umbria-Marche,escludendo la possibilità diun ricollocamento che nefaccia salva la produttività el'occupazione.Uno stabilimento industria-le della dimensione produt-tiva e occupazionale qualequello di Colle di Nocera, in-fatti, non avrebbe alcunapossibilità di sopravviverese non venisse rilevato daun imprenditore di dimen-sioni nazionali, se non in-ternazionali.La chiusura irreversibiledello stabilimento costitui-rebbe una perdita gravissi-ma per l'intero sistema pro-duttivo della nostra Regio-ne, già in gravi difficoltà.Il Comitato dei Lavoratorirecepisce pertanto positiva-mente la decisione dellaFiom-Cgil umbra di porrecome primo obiettivo daraggiungere la collocazionedell'intero sistema indu-striale Merloni comprensivodello stabilimento di Colledi Nocera Umbra, solleci-tando la pubblicazione deibandi di gara da parte deiCommissari.Il Comitato dei lavoratoriperaltro da atto alla Fim-Ci-sl, seppure non a tutti i suoilivelli organizzativi, che hada tempo anch'essa condi-viso le preoccupazioniespresse da questo Comita-to, sostenendo l'obiettivodella cessione in blocco de-gli asset Umbria-Marche.Per questo il Comitato dei

Lavoratori non comprendela polemica insorta tra ledue maggiori sigle sindaca-li su di un punto pienamen-te condiviso, osservandoche le controparti dei lavo-ratori non sono certamentei sindacati, né le istituzioniregionali che per obbligocostituzionale dovrebberoschierarsi dalla parte dei la-voratori in difesa del fonda-mentale diritto al lavoro.Il Comitato dei Lavoratori,benché sino ad oggi non siastato ammesso a partecipa-re alle riunioni dei tavoli re-gionali ed interregionali,pur rappresentando un con-sistente numero di operaidello stabilimento di Colledi Nocera Umbra giusta-mente interessati della sor-te dei loro posti di lavoro, èa conoscenza, anche attra-verso il sito internet del Pre-sidente della Regione Mar-che, della esistenza di unconcreto interesse manife-stato da parte di una grandeimpresa cinese di finanzia-re l'acquisto, il risanamentoe il rilancio commerciale delgruppo Merloni, avendo po-sto la sola condizione della

elaborazione da parte di unpartner italiano di un seriopiano industriale.Su queste premesse il Comi-tato dei Lavoratori invitatutte le forze sindacali e leistituzioni locali a fare fron-te comune perché vengapresa ogni iniziativa e ven-ga fatto ogni sforzo neces-sario per il raggiungimentodell'obiettivo della colloca-zione dello stabilimento diColle di Nocera con il sitoMarchigiano.A tal fine il Comitato dei La-voratori della A. Merloni sifa promotore di un incontrotra tutte le forze sindacaliche sicuramente hanno acuore la sorte dei lavoratoriumbri, perché venga con-cordato e redatto un docu-mento che vincoli le istitu-zioni locali a difendere inogni modo e con ogni stru-mento la sopravvivenza del-lo stabilimento di Colle diNocera Umbra, ritiene inol-tre che sia necessaria quan-to prima una grande mani-festazione che coinvolgal'intera Regione. Nocera Umbra 18 Agosto2010

Le proposte della CISLper la A. Merloni

Il Comitato dei Lavoratoridella A. Merloni

AGOSTO 2010

Il messaggio è chiaro: non sipuò perdere tempo, anchein agosto bisogna lavorarein tutte le direzioni persbloccare una delle verten-ze più pesanti del Paese pernumero di lavoratori coin-volti e per le ricadute che ri-schia di avere sul territorio,in particolare sulla fasciaappenninica umbra. Insomma, la vertenza Mer-loni “non può andare in va-canza” come ha chiaritostamattina, aprendo la con-ferenza stampa tenutapresso la Camera del Lavo-ro di Perugia, il SegretarioGenerale della CGIL del-l'Umbria Mario Bravi. “Ci ri-volgiamo alle due contro-parti che il sindacato e i la-voratori della Merloni han-no in questa vertenza – hadetto Bravi – ovvero il Go-verno nazionale e la Confin-dustria. Il primo, che non hanemmeno un ministro delleAttività produttive, è com-pletamente assente e nonsta muovendo un dito peruna vertenza tra le più

Mario Bravi segretario CGIL Umbria

Intervento di Pierpaola Pietrantozzi segretario generale UST CISL Foligno

Difendere l’integrità degli asset Umbria-Marche per collocare lo stabilimento di Colle con il gruppo Merloni

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Enti locali e servizi8 1 FOLIGNO

Ancora si discute della bat-taglia tra il Governo cinesee Google per la censura el’oscurazione del providerstatunitense mentre in Ita-lia il giudice monocraticodel Tribunale di Milano hacondannato i responsabilidi Google Italy e di GoogleInc, in concorso tra loro, peril reato di cui all’art. 167d.lg. 30 giugno 2003, n. 196del (il cosiddetto codice del-la privacy) per la pubblica-zione da parte di un utentedi un video che ritraeva unragazzo down picchiato daicompagni di scuola. In altri termini, riconosciu-ta la palese natura biasime-vole del materiale, la re-sponsabilità preventiva deicontenuti caricati dall’uten-te è stata fatta ricadere sull’Internet service providerche non è stato in grado dicontrollarne il contenuto e,prima, non ha predispostoadeguati avvisi delle poten-zialità lesive dell’altrui pri-vacy di quanto andava adimmettere on line. Per i responsabili legali diGoogle la sentenza è stato“un attacco ai principi fon-damentali di libertà sui qua-li è stato costruito Internet”.Viene ricordato anche che:“I manager italiani dellamultinazionale hanno so-

stenuto che i tre dirigenti«non hanno avuto nulla ache fare con il video in que-stione, poiché non lo hannogirato, non lo hanno carica-to, non lo hanno visionato”.Hanno anche ribadito chese viene meno il principioche la responsabilità deicontenuti è esclusivamentedi chi li carica in rete, cadedi fatto la possibilità di of-frire servizi su Internet. Per taluni interpreti, sembrache le autorità italiane abbia-no cercato di imporre ai rap-presentanti di una compa-gnia privata una censurapreventiva dei contenuti.La Sentenza (così SCORZA,Una sentenza piccola picco-la, in www.guidoscorza.it ewww.puntoinformatico.it)“minaccia di produrre uno"scontro tra culture" e ri-mette in discussione princi-pi di diritto sui quali riposa-no gran parte delle dinami-che della comunicazioneonline sulla base di pocopiù che considerazioni di -peraltro dubbio - buon sen-so e, in ogni caso, più dabuon padre di famiglia e/oda dispensatore di precettimorali che da interprete deldiritto”.Il principio fondamentaledella libertà di Internet è vi-tale per le democrazie chericonoscono il valore dellalibertà di espressione e per-ciò viene tutelato.Del resto è noto che Inter-

LORENZO BATTISTI

SALVATORE ZAITI

La Gazzetta Ufficiale n. 185del 10 agosto 2010 ha pub-blicato la Direttiva del Pre-sidente del Consiglio deiMinistri del 27 luglio 2010recante “Indirizzi per losvolgimento delle attivitàpropedeutiche alle delibe-razioni del Consiglio deiMinistri da adottare ai sen-si dell’articolo 5, comma 1,della legge 24 febbraio1992, n. 225”.Il titolo del provvedimentonon contribuisce certamen-te a rendere comprensibilela materia sulla quale è sta-ta posta l’attenzione del-l’Organo di governo, ragio-ne, questa, già di per sé suf-ficiente per sollevare qual-che perplessità in ordine al-la chiarezza intellettuale dichi tecnicamente ha curatola stesura della Direttiva.Cosa sarebbe cambiato sel’oggetto fosse stato indivi-duato nel seguente: “Indi-rizzi applicativi per la di-

chiarazione di grande even-to”? Ma, tant’è!La Direttiva, quindi, dopoaver dichiarato le proprie fi-nalità - limitare l’impiegodelle procedure derogatorieemergenziali alle sole ipote-si strettamente necessarie epervenire ad una tipizza-zione delle situazioni e deipresupposti necessari perprocedere alla relativa di-chiarazione - introduce lanozione di grande evento.E’ tale quella situazionestraordinaria avente poten-zialità atte a generare stra-volgimenti nell’ordinario si-stema sociale e che, pur nonessendo propriamenteascrivibile a fenomeni cala-mitosi, si connota pur tutta-via per un elevato grado dioffensività degli interessiprimari della collettività. Sitratta cioè di situazioni nel-le quali l’inadeguatezza de-gli enti ordinariamentecompetenti a superare ilcontesto problematico chesi manifesta è suscettibiledi provocarne un aggrava-mento per impedire il qua-

le si rende perciò improcra-stinabile l’intervento delloStato in via sussidiaria.Il grande evento, quindi, alpari di una calamità natura-le, si caratterizza per la suapericolosità, sì da compro-mettere addirittura il beneprimario della vita, nonchéper la inadeguatezza degliEnti e Autorità che in via or-dinaria avrebbero il compitodi affrontare la situazione.La Direttiva si conclude,poi, con la elencazione deiparametri, cui fare riferi-mento in sede di dichiara-zione, legati alla comples-sità organizzativa dell’even-to e alla esigenza di piani emisure straordinarie.Non possiamo sapere anco-ra se gli indirizzi dettati dalPresidente del Consiglioavranno realmente l’effettodi limitare il ricorso alle di-chiarazioni di grande even-to; certo è che associare unasituazione celebrativa a unaaltamente pericolosa per gliinteressi primari della col-lettività, rischia di diventa-re quasi un ossimoro.

Oltre 80 articoli modificati etante novità per neopatenta-ti, conducenti professionalie per chi si mette alla guidadi un ciclomotore. E' in vigo-re da pochi giorni il ddl sul-la sicurezza stradale, appro-vato in via definitiva al Sena-to con 145 voti favorevoli(Pdl e Lega) e 122 astenuti(Pd, Idv, Udc), che modifica ilCodice della strada introdu-cendo molte novità: alcoolzero per neopatentati e con-ducenti professionali, stret-ta sulle minicar, rateizza-zione delle contravvenzionioltre i 200 euro per i menoabbienti, guida accompagna-ta a 17 anni, patente a ore incaso di ritiro del titolo di gui-da (3 ore al volante per anda-re al lavoro o assistere pa-renti disabili). Arriva ancheuna prova pratica per con-durre i ciclomotori e un esa-me per recuperare i puntipersi sulla patente. Più con-trolli per gli over 80 che perottenere il rinnovo dovrannosottoporsi a una visita medi-ca biennale per accertare irequisiti fisici e psichici. Ecco alcune delle più signifi-cative novità in dettaglio. Guida in stato d'ebbrezzaE' stata introdotta una nor-ma che punisce alcune parti-colari categorie di guidatoriche hanno assunto bevandealcoliche, in particolare èvietato guidare dopo averassunto bevande alcoliche a:giovani di età inferiore a 21anni, anche se alla guida diveicoli che non richiedono lapatente di guida; neopaten-tati nei primi tre anni dalconseguimento della paten-te B; conducenti che eserciti-no di professione l'attività ditrasporto di persone; tutticoloro che si trovino alla gui-

da di veicoli con massa su-periore a 3,5 tonnellate. Laconduzione di un veicolo, daparte di una persona appar-tenente alla categorie indica-te, dopo aver ingerito bevan-de alcoliche in quantità taleda determinare un tasso al-colemico compreso tra 0,0 e0,5 g/l, costituisce illecitoamministrativo e comportal'applicazione della sanzio-ne pecuniaria da 155 euro a624 euro. La sanzione è rad-doppiata se il conducente haprovocato un incidente stra-dale. Viene depenalizzata lacondotta di chi guida contasso alcolemico superiore a0,5 g/l e non oltre 0,8 g/l,prevedendo la sanzione am-ministrativa pecuniaria da500 euro a 2.000 euro.All'ac-certamento della violazioneconsegue la sanzione ammi-nistrativa accessoria dellasospensione della patente diguida da tre a sei mesi e ladecurtazione di 10 puntidalla patente. Sono state,inoltre, inasprite le sanzionipreviste per chi guida un vei-colo con tasso alcolemicosuperiore a 0,8 g/l. Guida dopo aver assuntostupefacentiAnche in materia di guida instato di alterazione psico-fi-sica dopo aver assunto stu-pefacenti, si registrano nu-merose novità. In particola-

SILVIA PROSAICI

Grandi eventi, nuovi indirizzi applicativiUna “celebrazione” si traveste da “calamità” per andare in deroga

Si inasprisce la lotta alla guida in stato di ebbrezza e stupefacenti

Il nuovo Codice della StradaLa responsabilità del gestore del provider per le immissioni offensive

Il tribunale di Milano condanna Google

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net libero è un diritto uma-no inalienabile che va tute-lato nelle società libere, pre-stando però grande atten-zione agli abusi. Tuttavia,eventuale materiale offensi-vo non deve diventare unascusa per violare questo di-ritto fondamentale.Nell'ultimo periodo, il go-verno ha abbandonato que-sta linea, manifestando ini-ziative di tipo censorio. Oraquesto clima potrebbe esse-re rafforzato da una letturasbrigativa della sentenza eanche da un’eventuale mo-tivazione del tribunale chenon tenesse conto della na-tura della rete.Ogni giorno su YouTube o

su Facebook vengono intro-dotti centinaia di migliaia dicontenuti, e questo escludepossibilità di controlli pre-ventivi come quelli previstisu stampa, radio e tv.Il dibattito è tutt’altro checoncluso e, se pur auspica-bile, un intervento legislati-vo in tal senso potrebbe sol-tanto fissare un obbligo ditempestiva rimozione deicontenuti, indipendente-mente dalla richiesta di chisi senta leso nei propri di-ritti o delle autorità.E tale obbligo dovrà esseretanto più stringente e da ot-temperare in tempi breviquanto più evidente si pale-si, nei contenuti immessi inrete, una lesione dell’altruidiritto.

re: è aumentato (da tre a seimesi) il minimo edittale del-la pena prevista per chi gui-da in stato di alterazione do-po aver assunto stupefacen-ti; è disposta la revoca dellapatente di guida quando ilconducente in stato di alte-razione abbia provocato unincidente stradale.Rifiuto di sottoporsi al testQuando un conducente ri-fiuta di effettuare le prove ogli accertamenti sulla per-sona di cui all'art. 186, com-mi 3, 4 o 5, C.d.s. (alcol estupefacenti), è punito conle attuali sanzioni penali:ammenda da 1.500 euro a6.000 euro, arresto da seimesi ad un anno), aumenta-te da un terzo alla metà,nonché con la sospensioneamministrativa accessoriadella patente di guida da seimesi a due anni e la confi-sca del veicolo. Diversamen-te da quanto previsto pertutti gli altri conducenti cherifiutino l'accertamento al-colimetrico (art. 186, c.7,C.d.S.), qualora la confiscanon possa essere applicataperché il veicolo appartienea persona estranea al reato,la durata della sospensionedella patente di guida è rad-doppiata.(fine della prima parte, il se-guito verrà pubblicato nelnumero di settembre)

AGOSTO 2010

Secondo una ricerca del-l'Università californiana diBerkeley, Google Inc è ingrado di controllare e trac-ciare i movimenti di chiusa Internet sul 88,45%della rete.Direttamente, attraverso isuoi siti cult, come il mo-tore di ricerca, il serviziodi posta elettronica (gmail.com), Youtube, Google Ma-ps, Picasa. Ma anche indi-rettamente, grazie a queisoftware gratuiti usati damilioni di bloggers, gesto-ri di siti e aziende. Il database di Google è ilpiù vasto oggi esistente, eanche quello che contieneil maggior numero diinformazioni su un utenteunico. E ora è anche sui te-lefonini. Con Admobile stainvadendo il settore delleapplicazioni pubblicitarieper cellulari.Google non chiede maiesplicitamente il consenso

alla raccolta e al tratta-mento dei dati. Lo fa e ba-sta. Scoprire l'identità diqualcuno che durante lanavigazione accede al pro-prio account di posta elet-tronica o di Facebook èmolto semplice.Un'inchiesta del Wall StreetJournal dimostra che navi-gando sui 50 siti più popo-lari negli Stati Uniti, ci si ri-trova con il computer infe-stato da 3.180 files specifi-ci per la profilazione,software invisibili capaci inalcuni casi di stilare l'età, ilsesso, il codice postale, ilreddito, lo stato civile, lecondizioni di salute dell'u-tilizzatore.Google dichiara di utiliz-zare le informazioni sugliutenti solo a scopi promo-zionali, ma nel 2006 l’exagente della Cia Robert Da-vid Steele denunciò cheGoogle "is in bed with theCia", ovvero "va a letto"

con la Cia, accusandola dicondividere informazioniprivate con i servizi segre-ti americani. Google ha venduto di re-cente alcuni server alla Ciae alla National SecurityAgency ed ha fornito aiservizi segreti americani"Intellipedia", un softwareche permette di gestire econsultare via web unenorme database usatodalle spie di tutto il mon-do. Google sfugge a ogni giuri-sdizione in quanto l'azien-da è in California e rispon-de alle leggi americane.Non può dire dove sono fi-sicamente i database per-ché non lo sa neanche lei,polverizzati su 450 milaserver sparsi in tutto ilmondo. Ora magari sono aSingapore, tra un minutosaranno in Russia. Sempree comunque nelle mani diGoogle.

I dati di Google nelle mani della CIA

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Salute 9 1FOLIGNO

Recentemente si parla mol-to di specie chimiche ossi-danti comunemente dette“radicali liberi”, queste en-tità chimiche altamentereattive altro non sono cheatomi e molecole che, per laloro struttura, possono, persemplice “contatto”, dan-neggiare, anche irreversibil-mente, le cellule del nostroorganismo tramite un mec-canismo di tipo ossidativoinnescando delle lunghereazioni a catena autoam-plificanti.Fortunatamente il nostroorganismo è dotato di unvero e proprio sistema an-

tiossidante antiradicalicoche è in parte endogeno,cioè prodotto dal nostro or-ganismo, come una serie dienzimi e proteine antiossi-danti, e in parte esogeno,cioè introdotto con l’ali-mentazione, come una seriedi vitamine, polifenoli etc.Tuttavia in certe condizionil’equilibrio tra radicali liberie sistema antiossidante sirompe e l’eccesso di radicaliliberi porta al cosiddettostress ossidativo che si tra-duce inesorabilmente in undanno cellulare e tissutalediretto ed indiretto, da cuiderivano l’invecchiamentoprecoce e un maggior rischiodi insorgenza di malattie. Quindi i radicali liberi sono

assimilabili ad un vero e pro-prio fattore di rischio asinto-matico e subdolo come il co-lesterolo e l’ipertensione.I fattori che influenzano laproduzione di radicali liberisono molteplici, tra questi ipiù importanti sono: lo sfor-zo fisico intenso e sporadi-co, eccesso di alcol, di fumo,inquinamento, eccessivaesposizione a radiazioni so-lari e lampade, uso della pil-lola contraccettiva oppure laterapia ormonale sostitutivain menopausa (in entrambi icasi si ha un forte stress os-sidativo), stress psicofisico ,cattive abitudini alimentari(scarsa assunzione di fruttae verdura), obesità, sedenta-rietà, stati infiammatori, pa-

Nel periodo della gravidanza, ogni futura ma-dre deve nutrirsi in modo tale da mantenerese stessa in buona salute e consentire, nel con-tempo, ai tessuti fetali di formarsi e sviluppar-si nella maniera migliore. L'alimentazione cor-retta rappresenta uno dei presupposti fonda-mentali per la normale evoluzione della gra-vidanza e il normale accrescimento del feto:quantità e qualità del cibo e delle bevande van-no scrupolosamente controllate. In parole molto semplici, la donna gravidadovrebbe alimentarsi in modo adeguato alleesigenze proprie e a quelle del figlio. Possia-mo dire subito che l'alimentazione in gravi-danza non deve discostarsi molto da quellache dovrebbe essere seguita in ogni altro pe-riodo della vita, con la differenza che l'appor-to calorico deve essere più alto e che alcuninutrienti particolari devono essere semprepresenti. Questo non vuol dire che la donnagravida deve "mangiare per due", anzi, il pe-so corporeo va sempre controllato perchénon superi certi parametri rigidamente sta-biliti. La dieta è molto importante per la fisio-logica evoluzione della gravidanza, del par-to e del puerperio. È quindi bene assumereuna corretta quantità di calorie e fare unascelta qualitativa degli alimenti, orientata al-le particolari esigenze del periodo. È importante conoscere il proprio peso e va-lutarlo in funzione dell'altezza già primadel concepimento per calcolare il Body MassIndex (peso corporeo in Kg diviso altezza inm2): valori inferiori a 20 depongono per sot-topeso, tra 20 e 25 per normopeso, tra 25 e30 per sovrappeso e superiori a 30 per obe-sità. Una donna non gravida normopeso econ normale attività fisica necessita di cir-ca 2300 kcal al giorno. Nel primo trimestredi gravidanza le necessità caloriche salgo-no a 2450 (+150) e nel secondo e terzo tri-mestre a 2600 (+300). Purtroppo la diffusione di alimenti iperca-lorici porta facilmente il consumo giorna-liero a superare ampiamente le 3000 kcale ciò determina eccessivo incremento pon-derale con alterazioni del metabolismo gli-co-lipidico e nei casi più importanti con ri-percussioni negative sulla crescita fetale esul parto stesso. L'incremento ponderale in un soggetto nor-mopeso al concepimento, nei nove mesi digestazione dovrebbe essere intorno ai 12 -13 Kg; se si è invece sovrappeso (BMI > 25)dovrà essere contenuto tra 7 e 11 Kg; nelledonne sottopeso (BMI < 20) è auspicabile unincremento di 14 - 16 Kg. Bisogna prendere l'abitudine di pesarsisempre sulla stessa bilancia, alla stessa ora

del giorno, preferibilmente al mattino, a di-giuno, dopo aver vuotato la vescica. L'eccessivo aumento di peso al momentodel concepimento o durante il secondo eterzo trimestre di gravidanza comporta unaffaticamento per la madre e può predi-sporre al diabete gestazionale (che compor-ta un accrescimento disarmonico ed ecces-sivo del feto e un rischio per la madre di svi-luppare il diabete di tipo 2 anche a distan-za di anni dal parto) e alla gestosi, condizio-ne tossica nella quale compaiono una seriedi alterazioni: quali l'aumento della pressio-ne arteriosa, comparsa di notevoli proteinenelle urine, comparsa di edemi. L'eccesso di peso in gravidanza si associadi per sé ad un aumento del rischio di par-to prematuro e di ricorso al taglio cesareo.Inoltre può favorire altre condizioni spia-cevoli, quali smagliature cutanee e varicialle gambe.Quindi le future mamme non devono met-tere in atto strategie fantasiose, ma dovran-no solo chiedere al pediatra che, in collabo-razione con il dietista, affronterà tutti i dub-bi della nuova condizione fisiologica for-nendo (il pediatra) e attuando (il dietista)una strategia comportamentale e alimenta-re adatta a loro e al futuro bambino.

Le malattie croniche del fe-gato (epatiti virali, alcoli-che, steato-epatite non al-colica ecc..) determinanonel tempo la deposizione ditessuto fibrotico nel paren-chima epatico.La fibrosi epatica può quindiessere di grado lieve, mode-rato o severo, a seconda del-la quantità di tessuto deposi-tato. Nei casi più avanzati siparla di cirrosi epatica quan-do la struttura epatica è com-pletamente sovvertita e so-stituita da tessuto fibroso(fegato duro, bozzuto).Quindi la prognosi e la ge-stione di questi pazienti dipende dall’accumu-lo di tale fibrosi e dalla sua progressione neltempo e le stesse scelte terapeutiche sonocondizionate da questo parametro.Da qui la necessità di una diagnosi precoce,per prevenire le complicanze della malattia.Sino a pochi anni fa la BIOPSIA EPATICA rap-presentava l’unico strumento di valutazionedella fibrosi. Tuttavia la biopsia è una proce-dura invasiva e ciò può scoraggiare alcuni pa-zienti a sottoporsi a questa procedura, inol-tre è difficilmente ripetibile nel tempo.Per queste ragioni la valutazione della fibro-si epatica con metodi non invasivi ha rap-presentato una sfida che ha favorito la ricer-ca di metodologie alternative. I diversi ap-procci hanno incluso la ricerca di markerssurrogati di fibrosi, cioè markers sierici che,in combinazione fra loro, potessero predi-re la fibrosi con un alto grado di accuratez-za. Tuttavia la maggioranza di essi (fibrote-st, APRI, indice di Forms) sono fortementeinfluenzati da condizioni extraepatiche edè ben lontana dall’essere ottimale per la va-lutazione della cirrosi.Per questo è stato sviluppato la misurazionedella fibrosi epatica mediante la elastometriaad impulsi (FIBROSCAN) che consente di sta-bilire in modo non invasivo l’entità della fibro-si, permettendo grazie alla sua accuratezza diseguirne l’evoluzione nel tempo.Il Fibroscan quantifica l’entità della fibrosi me-diante la tecnica di elastografia ad impulsi. Esso valuta la fibrosi del fegato misurandonela durezza che viene espressa in kPa .Il dispositivo misura la rigidità di una sezionecilindrica di tessuto epatico di 4 cm di lun-ghezza e di 1 cm di diametro che si trova aduna profondità di 2 ,5 cm al di sotto delle su-perficie cutanea .

Queste dimensioni sono all’incirca 100 voltemaggiori di un campione bioptico standard edunque più rappresentative dell’intero paren-chima , consentendo così di ridurre l’errore dicampionamento. Si tratta di un test facilmente eseguibile che ri-chiede 5 minuti per effettuare almeno diecimisurazioni .Modificando la posizione della sonda , sullospazio intercostale prescelto si possono effet-tuare diverse misurazioni della durezza del fe-gato esplorato.Il Fibroscan presenta alcune limitazioni , in-fatti la tecnica non può essere utilizzata : inpresenza di versamento ascitico perché leonde elastiche non si propagano attraversoi liquidi, nei pazienti con spazi intercostaliristretti e nel paziente obeso , perché il tes-suto adiposo attenua sia l’onda elastica chegli ultrasuoni ( è in uscita una sonda adattaai pazienti obesi) . Il Fibroscan consente una valutazione noninvasiva della fibrosi epatica che permettein molti casi di evitare la biopsia epatica.Inoltre il Fibroscan è attualmente il migliorstrumento della diagnosi precoce della cir-rosi e in questo tipo di pazienti può averevalore prognostico.Considerata l’elevata accettabilità della me-todica da parte del paziente, l’elastografiapotrà rilevarsi molto utile per il monitorag-gio della fibrosi.Attualmente tale strumento, ormai indi-spensabile nei servizi di epatologia, è pre-sente nella nostra regione presso l’Ospeda-le di Terni e Perugia. Il Fibroscan dovrebbe essere acquistato anchedall’Ospedale di Foligno, onde evitare scomo-di spostamenti a decine di pazienti della no-stra ASL affetti da malattie epatiche.

Alimentazione e gravidanza

In farmacia la cultura della prevenzione dei danni causatidai radicali liberi e dell’importanza degli antiossidanti

Fibroscan

LEONARDO MERCURI PARIDE TRAMPETTI

SIBILLA MEARELLI

AGOSTO 2010

tologie, etc.I possibili interventi che sipossono mettere in atto perprevenire ed arginare il dan-no radicalico sono princi-palmente due: modificazio-ne dello stile di vita, innan-zitutto rimuovendo la fontedei radicali liberi e adeguan-do l’alimentazione, privile-giando frutta e verdura, ric-che in vitamine antiossidan-ti. Una testimonianza del-l’importanza di una “dietaantiaging” deriva anche dastudi che hanno dimostratoche alcuni polifenoli antios-sidanti, come la curcuminadella curccuma longa e l’aci-do ferulico derivato dal lico-pene dei pomodori abbianouna potente azione di atti-

vazione dei geni della resi-stenza allo stress ossidativodetti vitageni. Inoltre è im-portante praticare anche unblando e quotidiano eserci-zio fisico, ma quando tuttociò non è possibile o è in-sufficiente può essere utilel’assunzione d integratoriad azione antiossidante.Tra questi ne esistono in-numerevoli contenenti verie propri cocktails di mole-cole antiossidanti che van-no da diversi tipi di moleco-

le, proteine, enzimi, coenzi-mi (Q10), vitamine (tocofe-roli, carotenoidi, ascorbato,etc.) ad antocianosidi, poli-fenoli e piante officinali, tracui le più utili, perché piùricche in polifenoli, sono iltè verde, il tè rosso, il mirtil-lo, l’olivo, inoltre va ricorda-ta anche la propoli e le in-numerevoli piante aromati-che e spezie come la cannel-la, l’origano, il timo, la sal-via, il rosmarino, etc..

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Una tecnologia oramai indispensabileper lo studio delle malattie del fegato

Una dieta corretta per una fisiologica evoluzionedella gravidanza, del parto e del puerperio

Lo stress ossidativo

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Pensieri e Parole101 FOLIGNO

alla volta. A metà cottura in-corporare le pere precedente-mente sbucciate e tagliate acubetti e il formaggio taleggiosempre tagliato in piccoli pez-

zi, proseguire con la cotturasempre mescolando e aggiun-gendo qualche mestolino dibrodo, aggiustare il sale.A cottura ultimata (circa 20minuti) aggiungere il burro ri-masto e il parmigiano, mesco-lare e lasciare riposare perqualche minuto il risotto pri-ma di servirlo.Spuma di baccalà su cremadi ceci al rosmarinoTempo di preparazione 1 oraIngredienti per 4 persone:Filetti di baccalà bagnati gr600, ceci in scatola gr 400, lat-te l 1/2, aglio 3 spicchi, acciu-ghe sott'olio 4, panna frescagr 250, olio extra vergine dioliva q.b., sale q.b., patate 1,

Risotto pere e taleggioTempo di preparazione 30minutiIngredienti per 6 persone:gr. 600 riso arborio, una ci-polla piccola, gr. 200 taleggio,gr. 100 parmigiano reggiano,2 pere kaiser, un litro di bro-do, sale q.b, gr 100 burro.Procedimento: in una casse-ruola mettere la cipolla trita-ta finemente con la metà delburro e lasciare appassire, ag-giungere il riso. farlo tostareper qualche minuto quindiaggiungere il brodo un poco

LE RICETTE DEL MESE : RISOTTO PERE E TALEGGIO - SPUMA DI BACCALÀ

CGIL INFROM@ - BLOGGIOVANI

GIUSEPPEGARIBALDI: ATEOEANTICLERICALE

...NONFIDARSIÈMEGLIO!

Fra verità e censura: comuni-care in libertà per creare nuo-ve coscienze e nuovi valori.Pochi giorni fa ho assistitoalla messa in onda del nuo-vo canale che va per il mo-mento in onda solo su sky alcanale 130. Questo progetto, chiamatoCURRENT tv è stato creato dal-l’ex vicepresidente americanoAl Gore che, dopo la sconfittaelettorale contro George BushJr, ha ricostruito il suo futuropolitico guardando alla comu-nicazioni di massa.Dopo aver portato avanti lesue politiche sull’ambiente esulla libertaà d’espressionead oggi si ritiene un “politicoconvalescente”. Durante la sua intervista fattaa Roma l’8 maggio ha puntua-lizzato e dimostrato, con lasua emittente, che mettendoinsieme libertà, indipendenzae democrazia si può ottenereuna logica di sistema che vaoltre il coinvolgimento politi-co e la tendenza classica della

satira subliminale. Con questo canale vuole di-mostrare come nessuno im-pedirà di mandare in ondaquello che si è deciso di tra-smettere, soprattutto chiun-que abbia idee e volontà difarlo può mandare il propriovideo. L’esperienza è partitaproprio dal pensiero cherompendo il monopolio tele-visivo si apriva un canale atutti quegli utenti che voglio-no dare voce e video alle pro-prie esperienze ma non han-no uno strumento per farlo. Al Gore si è rivolto molto aibloggers, proprio a chi, finoad oggi, si è legato alla retecome strumento libero prin-cipe per esprimere il propriopensiero, attraverso traccedel loro passaggio, e che han-no contribuito per fare cre-scere questa cultura di liberainformazione, che finora ri-maneva solo a beneficio dichi usa lo stesso mezzo percomunicare o un computercollegato in rete.

parmigiano reggiano gr 100,rosmarino un mazzetto.Procedimento: mettere sullafiamma media una padellaantiaderente con un filo diolio, 2 spicchi di aglio, le ac-ciughe, il baccalà, precedente-mente spellato e ripetuta-mente lavato con acqua fred-da, la patata tagliata a fettinesottili, coprire con il latte e, in-fine aggiungere il parmigiano,lasciare cuocere per circa 30minuti sino a che il latte nonsi sarà rappreso, togliere dalfuoco e lasciare intiepidire.Trasferire il composto otte-nuto in un frullatore e lavo-rarlo aggiungendo poco allavolta la panna sino a che non

BUDDHISMO: UNARELIGIONEATEA MISERIAENOBILTÀ

Redazione: Via della Piazza del Grano 1106034 Foligno (PG) - tel. 0742510520Mail:[email protected] di Perugia n° 29/2009Editore: Sandro RidolfiDirettore Editoriale: Sandro RidolfiDirettore Responsabile: Giorgio AuriziDirettore Sito Internet: Andrea TofiStampa: Grupo Poligrafico Tiberinosrl, Città di CastelloChiuso in redazione il 24/08/2010Tiratura: 4.000 copiePeriodico dell’Associazione ”Luciana Fittaioli”

Finalmente si passa da pro-grammi tv stupidi sulla retealla rete che diventa innume-revoli servizi intelligenti in tv:un bel salto! Oggi la rete ci ha abituato acercare qualsiasi cosa e, so-prattutto nel tempo passato,ci ha fornito un filtro su tut-to quello che possiamo clic-care o che vogliamo vedere:dopo i recenti risultati eletto-rali ci si rende conto di quan-to sia importante che ognunodi noi guardi le cose per quel-lo che realmente sono e noninvece per quello che voglio-no farci arrivare attraversofacili tranelli mediatici. Ancora una volta, poter avvi-cinare uno strumento di li-bero pensiero democratico,partecipare attivamente allacostruzione della liberainformazione, può dare lapercezione che i nostri con-tributi (in termini di video)possano soppiantare vecchiprogrammi, vecchie logiche,nuove censure.

Non posso credere di essererimasta senza il mio lavoro.Prendetela come un piagni-steo, un continuo lamentar-si addosso, ma io faccio an-cora fatica ad abituarmi.Eppure di mesi ne sono pas-sati.Per una donna non pensiateche sia facile restare senzaniente tra le mani, da ungiorno all'altro.Con uno stipendio da fame,riuscire a mettere in piedi unpranzo e una cena, a dare aimiei figli la parvenza di unavita normale.Non pensiate che sia faciledormire la notte, quando lamattina dopo ci si sveglia edè un altro giorno, identico aquello di ieri e identico aquello di domani.Io sono fuori mercato. Cosasignifica? Significa che perquesta società io non ho di-ritto di cercarmi un’occupa-zione perché non servo più.Io per lo Stato devo accon-tentarmi dell'elemosina chericevo, e dire persino graziemille con gratitudine vera.La cassa integrazione i poli-tici non sanno nemmeno co-s'è. Non sanno come si vivecon 4 soldi, i problemi che ci

sono, perché non hanno l'u-miltà di sentirsi dei privile-giati, non ha il senso dellanazione, ma solo quello per-sonale, anche se sentendoqueste parole qualcuno faràil finto indignato e minac-cerà magari querela, chie-dendo soldi ovviamente. Perché gli affamati di dena-ro non conosco l'anoressia,al massimo sono sempre bu-limici.Ho una rabbia dentro chegraffia più della puntina delgiradischi su un vecchio vi-nile.Politici, sindacalisti, che midite di star calma, di sorride-re, di sentirmi fortunata.. Viprego. Non fatelo più. Vorreiprevalesse dentro di mesempre e solo la speranza ela forza di andare avanti no-nostante tutto.Perché se fosse la rabbia aprendere il sopravvento, al-lora sarebbe davvero finitala possibilità che si crei in unfuturo qualcosa di miglioreper i nostri figli.Lavoro all'Antonio Merlonida non molti anni. Prima miavevano detto che le donnenon le assumevano e quan-do è stato possibile ho lotta-to disperatamente per l'im-piego in questa azienda. An-che contro la mia dignità.

Oggi per pagare l'affitto emantenere i miei figli ho do-vuto integrare la cassa inte-grazione con un lavoro innero.Faccio la donna delle puliziee guadagno 6 euro l'ora.Mi spacco la schiena dallamattina alle 8 per 10 ore , sen-za nessun diritto lavorativo,ma lo faccio solo per i soldi.All'improvviso.. mi sonosentita immigrata ancheio..come le badanti dell'Est.Non mi sentivo più italiana,perché lo Stato c'è soloquando deve chiedermi letasse, e la politica c'è soloquando ci sono le elezioniper chiedere voti, per strap-pare promesse.Non chiedo nient'altro senon il mio vero posto di la-voro, nella catena di mon-taggio a fare frigoriferi.Niente di più. Non un euro ditroppo.Sono sfiduciata..lo so le cosenon cambieranno...ma chis-sà che qualcuno domani co-me me, non vergognandosidi raccontare la sua storia,possa riuscire a smuovere lecoscienze di chi dovrebbeaiutarci, di chi dovrebbe rap-presentare lo Stato e non ab-bandonarci.Vado perché è tardi e doma-ni un altro giorno arriverà.

diverrà spumoso.In una casseruola mettere unfilo di olio e uno spicchio diaglio, lasciare riscaldare, ag-giungere i ceci scolati, un piz-zico di sale, il rosmarino, pre-cedentemente tritato fine-mente, lasciare insaporire ecoprire con 2 bicchieri di ac-qua, cuocere per circa 20 mi-nuti. Passare i ceci al passa-verdure, ottenendo così unacrema. Preparare ogni singo-lo piatto mettendo alla baseun mestolo di crema di cecisu cui verrà appoggiato unabbondante cucchiaio di spu-ma di baccalà e un rametto dirosmarino. Servire a tempera-tura ambiente.

www.piazzadelgrano.org

TAERI SUNIM SAMANTHA PASSERI

ANTONIETTA STADERINI

AGOSTO 2010

...è interessante fare un pa-rallelismo tra il Buddismo el’epicureismo che ritornasempre più attuale, soprat-tutto sul piano etico della vi-ta moderna.L’epicureismo è stato un mo-vimento prevalentementeateo dato che già il suo fon-datore Epicuro, nel IV secoloAC pur confermando l’esi-stenza degli dei, aveva nega-to loro la possibilità di inter-venire nella vita degli uomini,relegandoli quindi a puri mo-delli ideali di virtù. Per Epicu-ro non ha infatti alcun sensorivolgere loro le preghiere oaverne timore dato che sonototalmente indifferenti al de-stino degli uomini...Parallelamente il Buddha, neisuoi vari sermoni mette inguardia i praticanti dal rivol-gersi a lui come a una divinitàe, contemporaneamente, anon rivolgersi alle divinità delricco pantheon tradizionaleindù con preghiere di suppli-ca dato che queste nulla pos-sono fare per soddisfarle.Gli dei sono posti dalBuddha, al pari di tutti gli al-tri esseri, nella sfera del Sam-sara, il ciclo di nascita e mor-te, quindi in una condizionedi impermanenza: anche loroun giorno esaurito il karmapositivo rinasceranno in altresfere di esistenza inferiore. In

questo senso, il loro status èda loro stessi riconosciutocome inferiore a quello delBuddha che, anche se umano,ha trasceso la condizione deldivenire...Ma ciò che più è importantesottolineare è l’aspetto eticoche accomuna le due filoso-fie di vita....La morale epicurea, fonda-mentalmente consiste neltentativo di ricercare una fe-licità terrena senza l’ausiliodi un dio. Questa felicità siidentifica in quello stato diserenità interiore e equilibra-ta saggezza che è l’atarassia.L’assenza del dolore fisico edel turbamento (inquietudi-ne) morale deve essere ricer-cato dal saggio senza super-ficialità o dissolutezza per-ché causerebbe più mali chepiaceri.Per Epicuro l’atarassia è unostato di delicato equilibriointeriore che se praticato datutti può generare una so-cietà sana, giusta e armo-niosa.... La piena responsabilitàdell’agire umano è data al-l’individuo proprio come fail buddhismo, dandogli in talmodo piena dignità. L’infer-no consiste nelle angosce e itimori che risiedono nellacoscienza.Nel Buddhismo il concetto diVia di Mezzo, il giusto equili-brio fra gli estremi dell’asce-

tismo e del sensualismo, per-mea i principi etici laici equindi della sfera mondana.Nel Sigalovada Sutta peresempio il consiglio dato ailaici di praticare il Dharmasenza bisogno di rinunciareai propri beni (come invece èdetto nel Vangelo: abbando-na tutto e seguimi ) è quellodi saperli gestire saggiamen-te e senza avidità.Nel terzo precetto riguar-dante la sessualità, non siesige l’astinenza completa oil rapporto sessuale ai solifini procreativi, ma un rap-porto corretto con l’altro/a,preferibilmente accompa-gnato da sinceri sentimentid’affetto e rispetto.Nel cibarsi non si consiglia difare digiuni prolungati o evi-tare tutto ciò che è considera-to “leccornia” ma di mangia-re con consapevolezza e mo-derazione.... Ciò che rende molto forte eattraente l’etica buddhista, eche la distanzia da altre filo-sofie è infatti la compassionee la non violenza verso tuttele forme di vita.Quindi in molti punti l’eticabuddhista coincide con quel-la epicurea, soprattutto perciò che concerne la saggezzamondana, quella che permet-te di vivere in questo mondodel Samsara in modo menosofferente possibile.

Estratto dal testamento diGiuseppe Garibaldi

«Siccome negli ultimi mo-menti della creatura uma-na, il prete, profittandodello stato spossato in cuisi trova il moribondo, edella confusione che so-vente vi succede, s'inoltra,e mettendo in opera ogni

turpe stratagemma, pro-paga coll'impostura in cuiè maestro, che il defuntocompì, pentendosi dellesue credenze passate, aidoveri di cattolico: in con-seguenza io dichiaro, chetrovandomi in piena ra-gione oggi, non voglio ac-cettare, in nessun tempo,il ministero odioso, di-

sprezzevole e scelleratod'un prete, che consideroatroce nemico del genereumano e dell'Italia in par-ticolare. E che solo in stato di paz-zia o di ben crassa igno-ranza, io credo possa unindividuo raccomandarsiad un discendente di Tor-quemada»

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Spettacoli ed eventi a cura di Piter Foglietta

Quello appena concluso è sta-to un programma particolar-mente ricco e stimolante -ideato e realizzato dall’Asso-ciazione Culturale Platea, conla collaborazione della Re-gione Umbria, del Comune diFoligno, della FondazioneCassa di Risparmio di Folignoe della Confcommercio diFoligno - per un festival che haproseguito il suo processo dimulticulturalità attraverso lacontaminazione delle diverseforme di espressione artisticae che attraverso i suoni, le im-magini e i sapori delle “ondemediterranee” ha unito i varispettacoli in programma. “Nonostante le ristrettezze fi-nanziarie e gli ingiustificatitagli ai bilanci degli enti locali– dichiara il sindaco di FolignoNando Mismetti – il Comunecontinua a sostenere la cul-

del mondo, continuando unaricerca culturale che si rinno-va costantemente attraversoeventi che fanno bene al cuoree alla mente”.Le piazze e tutti gli altri luoghidel festival hanno sempre reg-istrato un tutto esaurito pergli spettacoli in programma.Far vivere i tanti luoghi diFoligno è stato un altro ele-mento che ha caratterizzato ilFestival. Non è stato da meno anche loscenario di piazza del Grano,uno spazio che per la primavolta è stato trasformato inuna grande arena cine-matografica all’aperto, una lo-cation azzeccata per leproiezioni della sezione cine-ma di “Canti e Discanti” con ifilm del regista tedesco diorigine turca Fatih Akin, a cuiè stata dedicata una retrospet-tiva, curata da RobertoLazzerini.Al Ciac (Centro Italiano ArteContemporanea) due impor-tanti fotografi di livello inter-nazionale, Vanessa Winship eGeorge Georgiou, grazie a“Canti e Discanti” hanno es-posto per la prima volta in-sieme. Una doppia e suggesti-va mostra, curata dal fo-tografo folignate Daniele Mat-tioli, che affronta il tema“Turchia, identità attraversoun Est ed Ovest in crisi. Le sezioni “Photo” e “Film” delfestival sono state pertantodedicate alla Turchia, unascelta, ricordano gli organiz-zatori, dovuta anche al fattoche Istanbul nel 2010 è statanominata “capitale europeadella cultura”.

Il cortile di Palazzo Trinci si èpoi rivelato ancora una voltaspazio importante per glieventi targati “Canti e Dis-canti”. Attraverso una bellissi-ma serata che rimarrà nellastoria del festival, in questosuggestivo luogo, in collabo-razione con il Laboratorio diScienze Sperimentali di Folig-no, è stato presentato unospettacolo originale e in primaassoluta per l’Umbria. L’incon-tro tra la scienziata Margheri-ta Hack e la cantante GinevraDi Marco, ha visto queste due“stelle” indagare, attraversoun mix di parole e musica, sualcune tematiche sociali scot-tanti quali immigrazione/em-igrazione, nuove energie,globalizzazione, lavoro, cor-ruzione. Questa edizione, inoltre, havoluto offrire qualcosa ancheai più piccoli. Sempre a Palaz-zo Trinci è stato molto parte-cipato anche il concerto-labo-ratorio per bambini, “Il Can-talibro”, tenuto da PaoloCapodacqua in collabo-razione con La Locomotiva el'Assessorato alle Politiche

tura e pertanto non ha volutofar mancare l’appoggio adun’importante rassegna chenegli anni ci ha sempre ac-compagnato durante le varieiniziative dell’estate folignate.Un evento che pure in questaedizione ha rappresentatouno dei motivi di orgoglio perla nostra città”.Dopo le congratulazioni delprimo cittadino, esprime sod-disfazione anche la direzioneartistica della rassegna che,con la solita consulenza delcantautore Massimo Libera-tori e di Stefano Romagnoli,anche quest’anno è stata diPiter Foglietta, figlio di quelVincenzo (mai dimenticatocantastorie-musicista folkfolignate) a cui fin dalla primaedizione è dedicata la mani-festazione. “Il festival – afferma il diret-

tore artistico Piter Foglietta –è ormai maturato e con-siderando i positivi riscontridi pubblico e critica è in con-tinua crescita. La nona edi-zione si è rivelata, dopo questiprimi anni di vita, un impor-tante punto di arrivo, ma cheper noi organizzatori è ancheuna tappa necessaria perripresentarci con una decimaedizione ancora più ricca”.“Come Amministrazione co-munale – dichiara l’assessorealla cultura del Comune diFoligno Elisabetta Piccolotti –non possiamo che ringraziarel’Associazione Platea per il la-voro svolto da tanti anni perorganizzare questo festival acui siamo molto affezionati.Anche in questa edizione lamanifestazione ha proseguitocon risvolti importanti il suopercorso tra i villaggi d’Italia e

Dopo lo straordinario successo della nona edizione,cresce l'attesa per il decennale di CantieDiscanti

111FOLIGNO

Grande successo per le “onde mediterranee” di Canti e Discanti. Tra mostrefotografiche internazionali, suggestivi concerti, proiezioni ed incontrienogastronomici, per venti giorni Foligno è stata contaminata dal suo worldfestival, cresciuto in qualità e quantità di proposte, facendo registrare pre-senze di pubblibo da tutto il centro Italia. L’appuntamento è per il prossimoanno con l’anniversario dei dieci anni, per un’edizione ancora più ricca.

La XXXI edizione di SegniBarocchi Festival si apre il 28agosto con il secondo inter-vento del progetto di mostresulla fiaba barocca chequest’anno è dedicato ai rac-conti fiabeschi di Giambat-tista Basile (1566 o 1575-1632), illustrati da MariellaCarbone. La mostra con librod’artista curato da EmanueleDe Donno, verrà inaugurata aPalazzo Trinci di Foligno alleore 11.00 e resterà aperta fi-no alla giornata conclusivadel festival.Nello stesso giorno il TeatroLirico Sperimentale di Spole-to “A. Belli” presenta, in pri-ma assoluta, con la direzionedi Carlo Palleschi e con il co-ordinamento artistico diMichelangelo Zurletti, lo spet-tacolo multimediale, tra mu-sica, poesia, documenti dalBarocco e oltre, “Dove elceverdeggia” con musiche diFabrizio De Rossi Re, DavidLang, Goffredo Petrassi e contesti di Claudio Monteverdi,Giovan Battista Marino, Car-

lo Emilio Gadda e Alberto Ar-basino (Auditorium SanDomenico, ore 21.15).Da mercoledì 1 settembre asabato 18 settembre le li-brerie di Foligno del circuito“Antiquarian Bookshops ofUmbria” (Libreria Carnevali,Editoriale Umbra, IlFormichiere, Il Salvalibro)metteranno in mostra du-rante l’orario d’apertura diciascun esercizio, la culturabarocca.Venerdì 3 settembre, l’associ-azione “Commedia Harmon-ica” presenta, in prima asso-luta, “La barca di Venetia perPadova” (1623) di AdrianoBanchieri: uno spettacolo cre-ato e realizzato per SegniBarocchi (Auditorium SanDomenico, ore 21.15).La “Notte Barocca”, ideata eprogettata da Segni Barocchi,viene realizzata a Foligno, incollaborazione con l’EnteGiostra della Quintana, saba-to 4 settembre. Il programmadella V edizione prevede leseguenti iniziative:

d'Infanzia.Anche in questa edizionesono stati individuai spazirappresentativi al di fuori delcentro storico come il sagratodella Chiesa di San GiovanniEvangelista a Fiamenga (perl’incontro Umbria-Salento at-traverso la musica dei Mali-canti, i sapori della Puglia e ivini del territorio) e la Basilicadi Plestia a Colfiorito che è sta-ta lo scenario dell’ultimo ap-puntamento in cartellone.“Canti e Discanti” ha quindivoluto, come da suatradizione, anche riscoprirele radici, musicali ma nonsolo, della propria terra. Inquesto senso il progettoideato da Canti e Discanti in-titolato “Altipiani Sonori”,che ha visto protagonisti ilcantautore Massimo Libera-tori, i Cantori del Miserere diColfiorito e la Banda di Anni-fo, si è dimostrato un ap-puntamento teso a valoriz-zare l'ecosistema naturale eculturale dell'Altipiano diColfiorito, attraverso unagiornata di musica, incontried enogastronomia.

AGOSTO 2010

- alle ore 17.30 nella Saladelle Conferenze di PalazzoTrinci, Raffaele Riccio pre-senta la conferenza spettaco-lo con degustazione “Immag-inario fantastico e mondogastronomico della NapoliBarocca: ‘Lo cunto de li cunti’di Giambattista Basile”;- alle ore 21.00 l’orchestra dacamera Notte BaroccaVeneziana propone, in cos-tume del settecento, le mu-siche di Antonio Vivaldi,Tommaso Albinoni, Giusep-pe Tartini, Alessandro Mar-cello;- dalle 21.00 alle 03.30 “Vi-sioni d’incanto” illuminanoPiazza della Repubblica e Pi-azza San Domenico;- dalle 21.00 alle 02.00, in col-laborazione con il Laborato-rio di Scienze Sperimentali econ l’Associazione Astro-nomica Antares, sono pre-visti proiezioni e incontri alPlanetario di Via Isolabella;- dalle ore 22.30, con replicaalle ore 02.00, la Compagniedes Quidams – Inko’ Nito pre-

senta lo spettacolo itinerantecon finale fisso a Piazza del-la Repubblica “Rêve d’Her-bert”;- dalle 23.30, a Largo Carduc-ci, l’Ensemble Terra d’Otran-to, propone le tarantelle del-la Puglia e della Spagna dalXVI al XVIII secolo: musica eparole da ascoltare, ma an-che per ballare.Venerdì 10 settembre, alle17.30 Gabriele Metelli pro-pone la conferenza “Il vinonella società folignate traCinque e Seicento (Foligno,Palazzo Trinci, Sala delleConferenze);Giovedì 16 settembre alle ore17.30 e 21.30 nella MultisalaSupercinema di Foligno vieneproiettato il film “Amor nel-lo specchio” di SalvatoreMaira.Venerdì 17 settembre il festi-val si trasferisce a Montefal-co con due appuntamenti:- alle ore 18.00 il teatro SanFilippo Neri ospita la con-ferenza di Omar Calabrese“Nuovi concetti neobarocchi;

Il Soprintendente artistico di Segni Barocchi, Massimo Stefa-netti, ci introduce la XXXI Edizione del Festival, che si svol-gerà tra Foligno e Montefalco dal 28 agosto al 19 settembre

- alle ore 21.15 nella chiesamuseo di San Francesco Lasocietà dello Spettacolo pre-senta “1610-2010. Il neo-barocco”, rappresentazioneteatrale multimediale ispira-ta alle elaborazioni di OmarCalabrese.Il progetto “La musica baroc-ca nei film” viene dedicato algrande regista russo AndrejTarkovskij: con la regia delfiglio Andrej Andrejevic e ladirezione musicale di StefanoMaurizi, l’Auditorium SanDomenico ospita la perform-ance multimediale “Sonoritàvisive” con temi e improvvisitratti da composizioni diBach, Pergolesi e Purcell

scelte da Tarkovskij per isuoi film (sabato 18 settem-bre, ore 21.15).La XXXI edizione di SegniBarocchi si conclude, in col-laborazione con “Isole” del-la Provincia di Perugia, nel-la chiesa di Santa Maria As-sunta di Verchiano, domeni-ca 19 settembre alle ore18.00; nel terzo centenariodella nascita di GiovanniBattista Pergolesi ,l’ensem-ble con strumenti originaliMusica Perduta ricorda ilcompositore marchigianoeseguendo composizioniinedite contenute nel-l’archivio musicale del SacroConvento di Assisi.

Ginevra Di Marco e Margherita Hackfoto di Giovanni Galardini

Ensemble Terra d’Otranto

foto di Pierpaolo Metelli

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12 FOLIGNOwww.piazzadelgrano.org

AGOSTO 2010

Domenica 29 agosto Fiera dei Soprastanti

dalle ore 17.00 alle ore 24.00Portico delle Conce e vie limitrofeCommedia di Vincenzo Jacobilli

“L’Ostessa” - Rione La Moraore 22.00 Corte di Palazzo Trinci

Martedì 31 agostoPalio di San Rocco

ore 22.00 Piazza San Domenico

Giovedì 2 settembre“Parata Fairy Tales”

Gruppo Teatrale Nouvelle Luneore 22.00 Vie del Centro Storico

Venerdì 3 settembre“Teatro Instabile Urga” e “Arterego”

Artisti del fuoco e giocolieriore 22.00 Vie del Centro Storico

Sabato 4 settembreLa Bianca Notte Barocca

In collaborazione con Segni Barocchi Festivaldalle ore 21.30 Centro Storico

Domenica 5 settembre“Pony…amo la Quintana a cavallo”

e Spettacolo di giocoleria per bambini ore 17.00 Piazza Matteotti

Quintanella di Scafali ore 22.00 Piazza della Repubblica

Mercoledì 8 settembreGara dei Tamburini

ore 22.00 Piazza della Repubblica

Giovedì 9 settembreLa Staffetta del Popolano

ore 21.00 Piazza della Repubblicae vie del Centro Storico

“Buffoni di Corte” e “Associazione Culturale Guitti Teatro”

Spettacoli itineranti artisti di stradaore 22.00 Vie del Centro Storico

e Piazza della Repubblica

Palio della Filomé ore 23.00 Piazzetta San Salvatore

Venerdì 10 settembre“Il Draaago”

Compagnia Teatro dei Ventiore 22.00 Vie del Centro Storico

e Piazza della Repubblica

Sabato 11 settembreLettura del Bando

e Benedizione dei Cavalieriore 21.00 Piazza della Repubblica

Domenica 12 settembreGiostra della Quintana

“La Rivincita”ore 15.00 Campo de li Giochi

“Marcello Formica e Paolo Giusti”

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I

supplemento al numero 8 - Anno II - agosto 2010 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org

Lavoratori del Cile:vi parla il presidente della Repub-blica. Le notizie che abbiamo finoa questo momento ci rivelano l’esi-stenza di una insurrezione dellaMarina nella Provincia di Valpa-raiso...Abbiate la sicurezza che il Presi-dente resterà nel Palazzo de La Mo-neda difendendo il Governo dei La-voratori...Sicuramente questa sarà l’ultimaopportunità in cui posso rivolgermia voi. La Forza Aerea ha bombarda-to le antenne di Radio Magallanes… Di fronte a questi fatti non mi restache dire ai lavoratori: Non rinunce-rò! Trovandomi in questa tappa del-la storia, pagherò con la vita la leal-tà al popolo. E vi dico con certezza che il seme af-fidato alla coscienza degna di mi-gliaia di Cileni, non potrà essereestirpato completamente. Hanno laforza, potranno sottometterci, ma iprocessi sociali non si fermano nécon il crimine né con la forza. La storia è nostra e la fanno i po-poli.Lavoratori della mia Patria: voglio

ringraziarvi per la lealtà che avetesempre avuto, per la fiducia cheavete sempre riservato ad un uomoche fu solo interprete di un grandedesiderio di giustizia, che giurò dirispettare la Costituzione e la Leg-ge, e cosi fece.In questo momento conclusivo, l’ul-timo in cui posso rivolgermi a voi,voglio che traiate insegnamentodalla lezione: il capitale straniero,l’imperialismo, uniti alla reazione…con aiuto straniero, di riconquistareil potere per continuare a difenderei loro profitti e i loro privilegi.Mi rivolgo a voi, soprattutto allamodesta donna della nostra terra,alla contadina che credette in noi,alla madre che seppe della nostrapreoccupazione per i bambini…Mi rivolgo alla gioventù, a quelliche cantarono e si abbandonaronoall’allegria e allo spirito di lotta.Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’ope-raio, al contadino, all’intellettuale, aquelli che saranno perseguitati, per-ché nel nostro paese il fascismo hafatto la sua comparsa già da qual-che tempo; negli attentati terroristi,facendo saltare i ponti, tagliando le

s e t t e m b r es e t t e m b r e

Santiago del Cile, 11 settembre 1973, bombardamento del palazzo presidenziale de La Moneda

linee ferroviarie, distruggendo glioleodotti e i gasdotti, nel silenzio dicoloro che avevano l’obbligo di pro-cedere…Il popolo deve difendersi ma non sa-crificarsi. Il popolo non deve farsiannientare, né crivellare, ma nonpuò nemmeno umiliarsi.Lavoratori della mia Patria, ho fedenel Cile e nel suo destino.Altri uomini supereranno questomomento grigio e amaro in cui iltradimento pretende di imporsi.Sappiate che, più prima che poi, siapriranno di nuovo i grandi vialiper i quali passerà l’uomo libero,per costruire una società migliore.Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i la-voratori!Queste sono le mie ultime parole esono certo che il mio sacrificio nonsarà invano, sono certo che, alme-no, sarà una lezione morale checastigherà lafellonia, la co-dardia e il tradi-mento.

Salvador Allende

Page 14: Agosto 2010

II III

Presidente dei LavoratoriPresidente dei Lavoratori

Falliti i ripetuti tentativi di

corrompere l’opposizione po-

litica democristiana e liberale,

bensì strenua avversaria del

governo social-comunista ma

troppo legata al rispetto dei

principi della costituzione re-

pubblicana per tradirli, liqui-

dati i vertici storici dell’eserci-

to anch’essi certamente ostili

al nuovo governo social-co-

munista ma ancora rispettosi

del principio di lealtà delle

forze armate alle istituzioni

legittime, gli USA trovarono

nel generale Augusto Pinochet

il boia che avrebbe asseconda-

to i loro desideri, rovesciando

con la forza delle armi il go-

verno legittimo e sopprimen-

do i diritti costituzionali.

A Pinochet, trovatosi al coman-

do dell’esercito in seguito all’al-

lontanamento del generale

Pratt, amico e consigliere fidato

del Presidente Allende (anch’e-

gli poi ucciso in un attentato

terroristico a Buenos Aires do-

ve era riparato dopo il colpo di

stato), venne affidato il compi-

to di guidare una giunta milita-

re temporanea che avrebbe do-

vuto governare il paese per il

tempo necessario alla elimina-

zione fisica dei partiti socialista

e comunista e,

quindi, restituire il

potere a un gover-

no civile.

Pinochet, invece,

grazie alla fedeltà

dimostrata al pa-

drone nord ameri-

cano e alla ferocia

con cui eliminò fi-

sicamente, con tor-

ture e “sparizioni”,

decine di migliaia

di sostenitori del

governo popolare,

ebbe in premio dagli USA tutto

il potere, che conservò per ben

17 anni.

Per tutti questi anni in Cile

venne soppressa ogni forma di

libertà politica, sindacale e di

opinione, mentre le grandi so-

cietà nord americane tornaro-

no in possesso di tutte le ric-

chezze del paese la cui econo-

mia, anche a causa dell’embar-

go commerciale e politico op-

posto da diversi paesi occiden-

tali non anglosassoni, divenne

una dipendenza organica di

quella USA.

Nel 1988, crescendo l’imbaraz-

zo internazionale per l’amicizia

degli USA con la dittatura cile-

na, Pinochet fu costretto a indi-

re un referendum, cercando

per tale via di legittimare il suo

potere assoluto sotto la parven-

za di un consenso popolare.

L’esito fu diverso, nonostante

l’assenza dei partiti socialista e

comunista rimasti al bando, il

referendum non passò e alle

prime elezioni democratiche del

1990 al potere tornarono i “vec-

chi” governanti democristiani.

Pinochet tuttavia si assicurò

per ancora otto anni la carica

di comandante dell’esercito e

poi quella di senatore a vita

per godere dell’immunità par-

lamentare.

I tempi stavano però cambian-

do in tutto il mondo e nel 1998

sembrò profilarsi una “resa dei

conti” per il criminale cileno.

Era stata appena firmata la

“Convenzione internazionale

contro la tortura” e il giudice

spagnolo Baltasar Garzon, che

indagava sulla “operazione

condor”, il patto tra le dittatu-

re sud americane e gli USA per

la repressione terroristica del-

le opposizioni democratiche

nel continente sudamericano,

spiccò un mandato di cattura

internazionale contro il ditta-

tore cileno che allora si trovava

in Inghilterra.

Pinochet fu posto agli arresti

domiciliari e vi restò per circa

cinque anni mentre il parla-

mento inglese dibatteva sulla

richiesta della sua estradizione

in Spagna.

La richiesta non venne accolta

per il debito di riconoscenza

che l’Inghilterra aveva con Pi-

nochet per l’appoggio logistico

offerto in occasione della guer-

ra delle Falkland.

Tornato libero in Cile Pinochet

fu di nuovo inquisito dalla ma-

gistratura del proprio paese in

forza di un rapporto di indagi-

ne che aveva accertato circa

35.000 casi di tortura nei primi

anni della dittatura.

Neppure la magistratura cilena

riuscì però a processare il ditta-

tore protetto dall’immunità

parlamentare che il Parlamento

non consentì mai a revocare.

Pinochet è morto all’età di 91

anni nella sua casa a Santiago

del Cile senza avere mai rispo-

sto dei suoi crimini e scontato

un solo giorno di carcere.

Non ha avuto il funerale di Sta-

to, ma gli sono stati resi co-

munque gli onori militari.

<<Non vedo alcuna ragione per cui ad un paese dovrebbe essere per-

messo di diventare marxista soltanto perché il suo popolo è irrespon-

sabile. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni pos-

sano essere lasciati a decidere da soli>> (Henry Kissinger) 1976, Coppa Davis all’ItaliaUna vergogna da non dimenticare

La scuola del terrorismo, dal sudAmerica, all’Iraq e all’Afghanistan

Per comprendere l’impor-tanza storica della breveesperienza del governo po-polare in Cile negli anni’70, e con essa la violenzadella ingerenza del gover-no degli USA nel così detto“giardino di casa” (l’interocontinente centro-sud ame-ricano), occorre ricordareche in Cile, diversamentedagli altri Stati del centro esud America, non c’eranomai state dittature militari.Pur afflitto dalla diffusapovertà e diseguaglianzatipica del terzo mondo edeconomicamente dominatodalle multinazionali ameri-cane che possedevano tut-te le risorse naturali delpaese e ne controllavano ilsistema finanziario col ri-catto di un elevatissimodebito estero, il Cile avevavissuto una condizione diformale democrazia eletto-rale, con l’esercito in posi-zione neutrale ed estraneaalla vita politica.In Cile, governato sino aprima dell’elezione di Al-lende da una coalizione de-mocristiana-liberale, esi-steva il partito socialistamarxista, di cui Allende erastato fondatore 1933, de-

putato, senatore e persinoministro della sanità in ungoverno di coalizione giànel 1943.Esisteva anche un partitocomunista legato all’Unio-ne Sovietica, di volta in vol-ta nel tempo legittimato orepresso, al quale aderivala cosi detta “intellighen-zia” cilena, tra cui Pablo Ne-ruda, senatore e per alcunianni anche ambasciatore.Il Cile godeva, in sostanza,di un’autonomia democra-tica tollerata dagli USA, al-meno sino al 1970 quando,scaduto il secondo manda-to del Presidente della Re-pubblica, il democristianoEduardo Frei, le elezionidel 1970 furono vinte dallacoalizione di Unità Popola-re formata dai socialisti edai comunisti, che portò al-la massima carica dello Sta-to il primo Presidentemarxista del sud America.A trenta anni dal colpo distato che ha istaurato lalunghissima dittatura mili-tare di Augusto Pinochet,l’apertura degli archivi del-la Cia ha rivelato l’enormeingerenza del governo USA(presidente Richard Nixone consigliere plenipoten-

“Importante non è vincere, ma

partecipare” e quindi... impian-

ti sportivi miliardari, ingaggi di

campioni milionari, uso sfre-

nato di sostanze chimiche, cor-

ruzione.

Lo sport unisce i popoli, stimo-

la la solidarietà e combatte il

razzismo e quindi Zidan arabo,

Balotelli negro, ecc. ecc.

Ma la cosa più vergognosa di

uno sport, divenuto impresa

economica e spettacolo da cir-

co, è l’ansia di vittoria che su-

pera ogni sentimento etico.

Nel 1976 la squadra italiana di

tennis disponeva, per la prima

volta, di fuori classe in grado

di competere con i mostri sa-

cri USA, Australiani, Svedesi e

quindi di aspirare concreta-

mente alla vittoria del massi-

mo trofeo mondiale: la Coppa

Davis.

Nel suo girone la squadra italia-

na riuscì a battere tutti i più for-

ti avversari e a qualificarsi per

la finale con il vincitore dell’al-

tro girone.

Nell’altro girone la storia era

però stata assai diversa: in fina-

le era infatti giunta la modestis-

sima squadra cilena in virtù del

fatto che molte delle assai più

forti squadre avversarie si era-

no rifiutate di incontrare la

squadra del paese del dittatore

Pinochet salito al potere tre an-

ni prima con un colpo di stato

sanguinosissimo.

Toccava ora all’Italia la scelta;

non ci furono dubbi (o almeno

dubbi reali a parte le solite ipo-

crisie di facciata) e la squadra

italiana andò in Cile ad affron-

tare il debolissimo avversario

che sconfisse, come si dice,

“senza partita”.

Gli incontri vennero giocati

nello Estadio Nacional de Chile

dove, solo tre anni prima, era-

no stati concentrati, torturati e

ammazzati migliaia di giovani

lavoratori e studenti cileni.

Una vittoria facile contro un av-

versario schifato da tutti i paesi

civili del mondo libero; una ver-

gogna da non dimenticare.

Eppure tre anni prima, nel tor-

neo del 1973, per la prima vol-

ta era giunta in finale la squa-

dra indiana. L’avversario quella

volta era il Sud Africa, immeri-

tatamente giunto anche lui in

finale come il Cile in virtù del

rifiuto di molti avversari di ga-

reggiare con la quadra dello

stato razzista dell’apartheid.

La squadra indiana rifiutò il

confronto e lasciò la Coppa

Davis, la sola forse della sua

storia tennistica, nelle mani dei

sudafricani.

Nella foto gli “eroi” del tennis

italiano Barazzutti, Pietrangeli

e Panatta.

A Fort Benning, in Georgia, è

aperta dal 1946 la "Scuola

delle Americhe" (SOA) che ha

"laureato" un grande numero

di terroristi, torturatori e dit-

tatori.

Da sessantacinque anni la

SOA addestra terroristi le cui

vittime superano di molto

quelle dell'attacco a New

York, delle bombe alle amba-

sciate e delle altre atrocità at-

tribuite, a ragione o a torto,

ad al-Qaeda.

Tra i suoi "laureati" vi sono

molti dei torturatori, omicidi

di massa, dittatori e terroristi

di stato più famosi del conti-

nente sudamericano,

come dimostrano cen-

tinaia di pagine di do-

cumentazione compi-

late dal gruppo di

pressione Soa Watch.

Alla Scuola delle Ame-

riche ha studiato il

40% dei ministri che

hanno preso parte ai

regimi genocidi di Lu-

cas Garcia, Rios Montt

e Mejia Victores. Nel

1993 la commissione

Onu per la verità sul

Salvador ha dato un

nome agli ufficiali del-

l'esercito che hanno commes-

so le peggiori atrocità della

guerra civile. Due terzi di loro

erano stati addestrati alla

Scuola delle Americhe. Tra lo-

ro vi erano gli uomini che han-

no ucciso l'arcivescovo Oscar

Romero e 19 dei 26 soldati

che uccisero i padri gesuiti nel

1989. In Cile, la polizia segre-

ta di Augusto Pinochet e i suoi

tre principali campi di con-

centramento erano diretti da

uomini addestrati alla Scuola

delle Americhe.

I dittatori argentini Roberto

Viola e Leopoldo Galtieri, i

panamensi Manuel Noriega e

Omar Torrijos, il peruviano

Juan Velasco Alvarado e l'e-

quadoregno Guillermo Rodri-

guez, si sono tutti avvalsi del-

l'addestramento ricevuto in

questa scuola. Altrettanto

hanno fatto i capi dello squa-

drone della morte "Grupo Co-

lina" nel Perù di Fujimori,.

Nel 1999 il rapporto del Dipar-

timento di stato americano sui

diritti umani cita due uomini,

addestrati in questa scuola, co-

me gli assassini del commissa-

rio di pace Alex Lopera.

L'Fbi definisce il terrorismo

come "atti violenti... miranti aintimidire o a coartare la po-polazione civile, a influenzarela politica di un governo, o ainterferire nella condotta diun governo", una definizione

che descrive precisamente le

attività della Soa.

Le prove che collegano que-

sta scuola alle atrocità che

ancora avvengono in America

Latina sono più schiaccianti

delle prove che collegano i

campi di addestramento di

al-Qaeda all'attacco di New

York.

Nel 1996 il governo Usa è sta-

to costretto a rendere pubbli-

ci sette dei manuali di adde-

stramento della scuola. Tra

gli altri consigli per i terrori-

sti, essi raccomandavano il ri-

catto, la tortura, l'esecuzione

e l'arresto dei parenti dei te-

stimoni.

I manuali sugli interrogatori a

lungo usati dalla SOA furono

resi pubblici dall’Archivio

della Sicurezza Nazionale e

pubblicati sul sito web dopo

che furono declassificati se-

condo il Freedom Informa-

tion Act. Quei manuali descri-

vevano tecniche coercitive

esattamente corrispondenti a

quelle utilizzate con i detenu-

ti ad Abu Ghraib.

Le tecniche di tortura di Abu

Ghraib sono state testate dai

diplomati alla SOA.

Come ha scritto il dottor Mi-

les Schuman, un medico del

Centro canadese per le Vitti-

me delle Torture: “Il cappuc-

cio nero che copre i volti dei

prigionieri nudi ad Abu Gh-

raib era noto nelle camera

delle torture guatemalteche e

salvadoregne co-

me la “capuchi”. Il

letto metallico sul

quale i detenuti,

denudati e incap-

pucciati, venivano

legati in una posi-

zione da crocifis-

sione era la “ca-

ma” usata con i

prigionieri cileni

sotto il regime di

Pinochet. Gli elet-

trodi venivano at-

taccati alle brac-

cia, alle gambe e ai

genitali, così come

sono stati attaccati ai detenu-

ti iracheni, poi messi su un

box e minacciati con scosse

elettriche se cadevano. Gli

uomini iracheni venivano le-

gati, nudi, a gattoni sul pavi-

mento e tenuti a guinzaglio

da una giovane recluta ameri-

cana sorridente nello stesso

modo già utilizzato degli

aguzzini del dittatore ameri-

cano John Claude (Baby Doc)

Duvalier”.

Grazie anche alla campagna

condotta da Soa Watch, molti

membri del Congresso ameri-

cano hanno cercato di far

chiudere la scuola. Sono stati

sconfitti per dieci voti.

Affermava Mark Twain “nonesiste nessuna, differente,classe criminale americana,tranne che il Congresso”.

ziario Herny Kissinger) cheinvestì decine di milioni didollari per sostenere for-mazioni terroristiche con ilcompito di destabilizzare ilgoverno popolare e infinedi corrompere l’esercito in-ducendolo a un colpo distato in verità (stando al-meno alle memorie dellostesso dittatore Pinochet)lungamente resistito.Eletto alla carca di Presi-dente della Repubblica ecapo del governo (il Cileera una repubblica di tipopresidenziale analoga agliUSA) Allende avviò una po-litica di radicale cambia-mento del sistema econo-mico e sociale cileno: na-zionalizzò le più importan-ti industrie minerarie edenergetiche espropriandole multinazionali nordamericane, annullò (rifiutòdi pagare) l’enorme debitoestero e soprattutto avviòla riforma agraria smantel-lando il sistema latifondi-sta, investì nel sociale enell’istruzione popolare,ma anche, sul piano dellapolitica estera, ruppe l’as-sedio politico-economicoimposto dalla organizza-zione degli Stati centro e

sud americani a Cuba, sta-bilendo forti legami di ami-cizia e di interscambio conl’isola caraibica.La riforma politica intrapre-sa da Allende produssenell’immediato notevoli mi-glioramenti al sistema eco-nomico e sociale cileno, magià dal secondo anno di go-verno iniziarono le “contro-misure” reazionarie, comedetto, finanziate e pilotatedagli USA che, oltre alla per-dita di un pezzo del loro“giardino di casa”, temevanoun effetto “domino” sociali-sta e anti nord americanonell’intero subcontinentesud americano, costante-mente attraversato da colpidi Stato militari e dove cre-scevano in diversi Stati mo-vimenti guerriglieri.Negli anni 1972 e 1973 ilCile fu interessato di un no-tevole numero di attentatiterroristici che colpirono leinfrastrutture energetichee dei trasporti, finendo col“mettere in ginocchio” unPaese morfologicamentecaratterizzato da grandiproblemi di collegamentilungo la dorsale andina.Il colpo di stato che portòalla uccisione del Presiden-

te Allende e alla instaura-zione della dittatura milita-re di Pinochet fu precedutoda almeno un paio di tenta-tivi, compreso un assediocon mezzi blindati del pa-lazzo presidenziale, chetuttavia nell’immediatoabortirono a causa della re-sistenza dell’esercito e del-la stessa opposizione de-mocristiana e liberale allaviolazione delle regole co-stituzionali.Nel settembre del 1973,tuttavia, gli USA rupperogli indugi e costrinsero (gliarchivi Cia documentano:comprarono) lo stato mag-giore dell’esercito a inter-venire nella vita politicadel paese.La mattina dell’11 settem-bre l’aviazione bombardò ilpalazzo presidenziale e letrasmittenti radio isolandoil governo dal resto del Pae-se; poi l’assalto dell’eserci-to al palazzo dove Allendeera coraggiosamente rima-sto, rifiutando di mettersiin salvo e lì venne uccisodai militari golpisti.Seguirono 17 anni di ferocedittatura militare, imprigio-namenti, uccisioni e torturedi decine di migliaia di so-

stenitori del governo diUnità Popolare, in prevalen-za giovani e lavoratori, an-che con attentati terroristicimortali ai fuoriusciti, traquali lo stesso generale UgoPratt, predecessore di Pino-chet, che aveva rifiutato diobbedire agli ordini USA.Molti governi occidentalinon riconobbero mai la dit-tatura cilena, ma il forte ap-poggio degli USA e poidell’Inghilterra della That-cher, grata dell’appoggiologistico offertole dal Cilenella guerra delle Malvi-ne/Falkland contro l’Argen-tina, consentì a Pinochet digovernare per 17 anni epoi, perso il referendumper la legittimazione elet-tore della sua carica di Pre-sidente della Repubblica, digodere comunque dell’im-munità parlamentare (sena-tore e vita) e diplomaticasostanzialmente sino allamorte avvenuta all’età di91 anni.Il Cile è oggi tornato allademocrazia parlamentarema non sono ancora staterisarcite le ferite della lun-ga dittatura e processati icolpevoli della efferata re-pressione.

Pinochet, il boia comprato da Nixonper uccidere la democrazia in Cile

Pablo Neruda, il poeta comunista cheha cantato la speranza della libertà

Pablo Neruda con Salva-dor Allende

Pablo Neruda viene considerato

una delle più importanti figure

della letteratura latino america-

na contemporanea.

Il suo vero nome era Neftalí

Reyes Basoalto, usava l'appella-

tivo d'arte Pablo Neruda (dallo

scrittore e poeta ceco Jan Neru-

da) che in seguito gli fu ricono-

sciuto anche a livello legale.

Nel 1971 È stato insignito del

Premio Nobel per la letteratura.

L'abbraccio delle idee comuni-

ste nacque durante la sua per-

manenza in Spagna dove visse

il colpo di stato fascista di Fran-

co. Divenne amico del poeta Fe-

derico Lorca, barbaramente as-

sassinato dai fascisti, combattè

per la Repubblica e, dopo la vit-

toria del fascismo, si occupò

della evacuazione dalla Spagna

di migliaia di oppositori.

Tornato in Cile nel 1945 venne

eletto senatore in seno al parti-

to comunista.

Nel 1948 nel corso di una sedu-

ta del Senato accusò il governo

democristiano della violenta re-

pressione di uno sciopero dei

minatori del rame, pronuncian-

do il discorso, chiamato in se-

guito "Yo acuso", in cui lesse al-

l'assemblea l'elenco dei minato-

ri tenuti prigionieri.

La reazione dell’allora presi-

dente Vileda fu l'emanazione di

un ordine d'arresto contro Ne-

ruda, che fu costretto di nuovo

all’esilio, mentre il partito co-

munista cileno veniva messo

fuori legge e suoi iscritti dichia-

rati decaduti dal parlamento.

Riuscì a fuggire grazie all’aiuto

di Miguel Ángel Asturias, allora

diplomatico del Guatemala, e di

Pablo Picasso che gli consentì

di raggiungere Parigi.

Nel 1952, Neruda visse per un

periodo in Italia nell’isola di Ca-

pri e poi di Ischia (la vicenda è

stata narrata nel film di Troisi

“Il postino”).

Neruda tornò in Cile nell’ago-

sto del 1952, dopo la caduta

del presidente Vileda e il ripri-

stino della legalità e lì riprese

nel suo impegno politico,

prendendo posizione contro

gli Stati Uniti durante la crisi

dei missili di Cuba e per la

guerra del Vietnam.

Nel 1970, Neruda fu indicato

come uno dei candidati alla ca-

rica di presidente della repub-

blica cilena, ma si ritirò dalla

competizione elettorale appog-

giando Allende e aiutandolo a

divenire il primo presidente so-

cialista democraticamente elet-

to in Cile. Per circa due anni e

mezzo riprese allora la carriera

diplomatica presso la sede di

Parigi, che dovette però lasciare

per motivi di salute.

Il 21 ottobre 1971, ottenne, ter-

zo scrittore dell'America Latina

dopo Gabriela Mistral nel 1945

e Miguel Ángel Asturias nel

1967, il Premio Nobel per la let-

teratura. Al suo primo ritorno

in patria, l'anno successivo,

venne trionfalmente accolto in

una grande manifestazione

presso lo stadio di Santiago.

Prima di morire assistette al di-

sfacimento del primo governo

democratico cileno e al colpo di

stato del generale Augusto Pi-

nochet dell'11 settembre, non-

ché alla morte del presidente

Allende, suo amico personale.

Insediatasi la dittatura, i milita-

ri cominciarono a vessarlo con

perquisizioni ordinate dal ge-

nerale golpista; durante una di

queste, Neruda avrebbe detto ai

militari «Guardatevi in giro, c'è

una sola forma di pericolo per

voi qui: la poesia».

Mentre attendeva di poter

espatriare in Messico, il poeta

morì il 23 settembre 1973, as-

sassinato nella clinica santa

Maria a Santiago.

Page 15: Agosto 2010

II III

Presidente dei LavoratoriPresidente dei Lavoratori

Falliti i ripetuti tentativi di

corrompere l’opposizione po-

litica democristiana e liberale,

bensì strenua avversaria del

governo social-comunista ma

troppo legata al rispetto dei

principi della costituzione re-

pubblicana per tradirli, liqui-

dati i vertici storici dell’eserci-

to anch’essi certamente ostili

al nuovo governo social-co-

munista ma ancora rispettosi

del principio di lealtà delle

forze armate alle istituzioni

legittime, gli USA trovarono

nel generale Augusto Pinochet

il boia che avrebbe asseconda-

to i loro desideri, rovesciando

con la forza delle armi il go-

verno legittimo e sopprimen-

do i diritti costituzionali.

A Pinochet, trovatosi al coman-

do dell’esercito in seguito all’al-

lontanamento del generale

Pratt, amico e consigliere fidato

del Presidente Allende (anch’e-

gli poi ucciso in un attentato

terroristico a Buenos Aires do-

ve era riparato dopo il colpo di

stato), venne affidato il compi-

to di guidare una giunta milita-

re temporanea che avrebbe do-

vuto governare il paese per il

tempo necessario alla elimina-

zione fisica dei partiti socialista

e comunista e,

quindi, restituire il

potere a un gover-

no civile.

Pinochet, invece,

grazie alla fedeltà

dimostrata al pa-

drone nord ameri-

cano e alla ferocia

con cui eliminò fi-

sicamente, con tor-

ture e “sparizioni”,

decine di migliaia

di sostenitori del

governo popolare,

ebbe in premio dagli USA tutto

il potere, che conservò per ben

17 anni.

Per tutti questi anni in Cile

venne soppressa ogni forma di

libertà politica, sindacale e di

opinione, mentre le grandi so-

cietà nord americane tornaro-

no in possesso di tutte le ric-

chezze del paese la cui econo-

mia, anche a causa dell’embar-

go commerciale e politico op-

posto da diversi paesi occiden-

tali non anglosassoni, divenne

una dipendenza organica di

quella USA.

Nel 1988, crescendo l’imbaraz-

zo internazionale per l’amicizia

degli USA con la dittatura cile-

na, Pinochet fu costretto a indi-

re un referendum, cercando

per tale via di legittimare il suo

potere assoluto sotto la parven-

za di un consenso popolare.

L’esito fu diverso, nonostante

l’assenza dei partiti socialista e

comunista rimasti al bando, il

referendum non passò e alle

prime elezioni democratiche del

1990 al potere tornarono i “vec-

chi” governanti democristiani.

Pinochet tuttavia si assicurò

per ancora otto anni la carica

di comandante dell’esercito e

poi quella di senatore a vita

per godere dell’immunità par-

lamentare.

I tempi stavano però cambian-

do in tutto il mondo e nel 1998

sembrò profilarsi una “resa dei

conti” per il criminale cileno.

Era stata appena firmata la

“Convenzione internazionale

contro la tortura” e il giudice

spagnolo Baltasar Garzon, che

indagava sulla “operazione

condor”, il patto tra le dittatu-

re sud americane e gli USA per

la repressione terroristica del-

le opposizioni democratiche

nel continente sudamericano,

spiccò un mandato di cattura

internazionale contro il ditta-

tore cileno che allora si trovava

in Inghilterra.

Pinochet fu posto agli arresti

domiciliari e vi restò per circa

cinque anni mentre il parla-

mento inglese dibatteva sulla

richiesta della sua estradizione

in Spagna.

La richiesta non venne accolta

per il debito di riconoscenza

che l’Inghilterra aveva con Pi-

nochet per l’appoggio logistico

offerto in occasione della guer-

ra delle Falkland.

Tornato libero in Cile Pinochet

fu di nuovo inquisito dalla ma-

gistratura del proprio paese in

forza di un rapporto di indagi-

ne che aveva accertato circa

35.000 casi di tortura nei primi

anni della dittatura.

Neppure la magistratura cilena

riuscì però a processare il ditta-

tore protetto dall’immunità

parlamentare che il Parlamento

non consentì mai a revocare.

Pinochet è morto all’età di 91

anni nella sua casa a Santiago

del Cile senza avere mai rispo-

sto dei suoi crimini e scontato

un solo giorno di carcere.

Non ha avuto il funerale di Sta-

to, ma gli sono stati resi co-

munque gli onori militari.

<<Non vedo alcuna ragione per cui ad un paese dovrebbe essere per-

messo di diventare marxista soltanto perché il suo popolo è irrespon-

sabile. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni pos-

sano essere lasciati a decidere da soli>> (Henry Kissinger) 1976, Coppa Davis all’ItaliaUna vergogna da non dimenticare

La scuola del terrorismo, dal sudAmerica, all’Iraq e all’Afghanistan

Per comprendere l’impor-tanza storica della breveesperienza del governo po-polare in Cile negli anni’70, e con essa la violenzadella ingerenza del gover-no degli USA nel così detto“giardino di casa” (l’interocontinente centro-sud ame-ricano), occorre ricordareche in Cile, diversamentedagli altri Stati del centro esud America, non c’eranomai state dittature militari.Pur afflitto dalla diffusapovertà e diseguaglianzatipica del terzo mondo edeconomicamente dominatodalle multinazionali ameri-cane che possedevano tut-te le risorse naturali delpaese e ne controllavano ilsistema finanziario col ri-catto di un elevatissimodebito estero, il Cile avevavissuto una condizione diformale democrazia eletto-rale, con l’esercito in posi-zione neutrale ed estraneaalla vita politica.In Cile, governato sino aprima dell’elezione di Al-lende da una coalizione de-mocristiana-liberale, esi-steva il partito socialistamarxista, di cui Allende erastato fondatore 1933, de-

putato, senatore e persinoministro della sanità in ungoverno di coalizione giànel 1943.Esisteva anche un partitocomunista legato all’Unio-ne Sovietica, di volta in vol-ta nel tempo legittimato orepresso, al quale aderivala cosi detta “intellighen-zia” cilena, tra cui Pablo Ne-ruda, senatore e per alcunianni anche ambasciatore.Il Cile godeva, in sostanza,di un’autonomia democra-tica tollerata dagli USA, al-meno sino al 1970 quando,scaduto il secondo manda-to del Presidente della Re-pubblica, il democristianoEduardo Frei, le elezionidel 1970 furono vinte dallacoalizione di Unità Popola-re formata dai socialisti edai comunisti, che portò al-la massima carica dello Sta-to il primo Presidentemarxista del sud America.A trenta anni dal colpo distato che ha istaurato lalunghissima dittatura mili-tare di Augusto Pinochet,l’apertura degli archivi del-la Cia ha rivelato l’enormeingerenza del governo USA(presidente Richard Nixone consigliere plenipoten-

“Importante non è vincere, ma

partecipare” e quindi... impian-

ti sportivi miliardari, ingaggi di

campioni milionari, uso sfre-

nato di sostanze chimiche, cor-

ruzione.

Lo sport unisce i popoli, stimo-

la la solidarietà e combatte il

razzismo e quindi Zidan arabo,

Balotelli negro, ecc. ecc.

Ma la cosa più vergognosa di

uno sport, divenuto impresa

economica e spettacolo da cir-

co, è l’ansia di vittoria che su-

pera ogni sentimento etico.

Nel 1976 la squadra italiana di

tennis disponeva, per la prima

volta, di fuori classe in grado

di competere con i mostri sa-

cri USA, Australiani, Svedesi e

quindi di aspirare concreta-

mente alla vittoria del massi-

mo trofeo mondiale: la Coppa

Davis.

Nel suo girone la squadra italia-

na riuscì a battere tutti i più for-

ti avversari e a qualificarsi per

la finale con il vincitore dell’al-

tro girone.

Nell’altro girone la storia era

però stata assai diversa: in fina-

le era infatti giunta la modestis-

sima squadra cilena in virtù del

fatto che molte delle assai più

forti squadre avversarie si era-

no rifiutate di incontrare la

squadra del paese del dittatore

Pinochet salito al potere tre an-

ni prima con un colpo di stato

sanguinosissimo.

Toccava ora all’Italia la scelta;

non ci furono dubbi (o almeno

dubbi reali a parte le solite ipo-

crisie di facciata) e la squadra

italiana andò in Cile ad affron-

tare il debolissimo avversario

che sconfisse, come si dice,

“senza partita”.

Gli incontri vennero giocati

nello Estadio Nacional de Chile

dove, solo tre anni prima, era-

no stati concentrati, torturati e

ammazzati migliaia di giovani

lavoratori e studenti cileni.

Una vittoria facile contro un av-

versario schifato da tutti i paesi

civili del mondo libero; una ver-

gogna da non dimenticare.

Eppure tre anni prima, nel tor-

neo del 1973, per la prima vol-

ta era giunta in finale la squa-

dra indiana. L’avversario quella

volta era il Sud Africa, immeri-

tatamente giunto anche lui in

finale come il Cile in virtù del

rifiuto di molti avversari di ga-

reggiare con la quadra dello

stato razzista dell’apartheid.

La squadra indiana rifiutò il

confronto e lasciò la Coppa

Davis, la sola forse della sua

storia tennistica, nelle mani dei

sudafricani.

Nella foto gli “eroi” del tennis

italiano Barazzutti, Pietrangeli

e Panatta.

A Fort Benning, in Georgia, è

aperta dal 1946 la "Scuola

delle Americhe" (SOA) che ha

"laureato" un grande numero

di terroristi, torturatori e dit-

tatori.

Da sessantacinque anni la

SOA addestra terroristi le cui

vittime superano di molto

quelle dell'attacco a New

York, delle bombe alle amba-

sciate e delle altre atrocità at-

tribuite, a ragione o a torto,

ad al-Qaeda.

Tra i suoi "laureati" vi sono

molti dei torturatori, omicidi

di massa, dittatori e terroristi

di stato più famosi del conti-

nente sudamericano,

come dimostrano cen-

tinaia di pagine di do-

cumentazione compi-

late dal gruppo di

pressione Soa Watch.

Alla Scuola delle Ame-

riche ha studiato il

40% dei ministri che

hanno preso parte ai

regimi genocidi di Lu-

cas Garcia, Rios Montt

e Mejia Victores. Nel

1993 la commissione

Onu per la verità sul

Salvador ha dato un

nome agli ufficiali del-

l'esercito che hanno commes-

so le peggiori atrocità della

guerra civile. Due terzi di loro

erano stati addestrati alla

Scuola delle Americhe. Tra lo-

ro vi erano gli uomini che han-

no ucciso l'arcivescovo Oscar

Romero e 19 dei 26 soldati

che uccisero i padri gesuiti nel

1989. In Cile, la polizia segre-

ta di Augusto Pinochet e i suoi

tre principali campi di con-

centramento erano diretti da

uomini addestrati alla Scuola

delle Americhe.

I dittatori argentini Roberto

Viola e Leopoldo Galtieri, i

panamensi Manuel Noriega e

Omar Torrijos, il peruviano

Juan Velasco Alvarado e l'e-

quadoregno Guillermo Rodri-

guez, si sono tutti avvalsi del-

l'addestramento ricevuto in

questa scuola. Altrettanto

hanno fatto i capi dello squa-

drone della morte "Grupo Co-

lina" nel Perù di Fujimori,.

Nel 1999 il rapporto del Dipar-

timento di stato americano sui

diritti umani cita due uomini,

addestrati in questa scuola, co-

me gli assassini del commissa-

rio di pace Alex Lopera.

L'Fbi definisce il terrorismo

come "atti violenti... miranti aintimidire o a coartare la po-polazione civile, a influenzarela politica di un governo, o ainterferire nella condotta diun governo", una definizione

che descrive precisamente le

attività della Soa.

Le prove che collegano que-

sta scuola alle atrocità che

ancora avvengono in America

Latina sono più schiaccianti

delle prove che collegano i

campi di addestramento di

al-Qaeda all'attacco di New

York.

Nel 1996 il governo Usa è sta-

to costretto a rendere pubbli-

ci sette dei manuali di adde-

stramento della scuola. Tra

gli altri consigli per i terrori-

sti, essi raccomandavano il ri-

catto, la tortura, l'esecuzione

e l'arresto dei parenti dei te-

stimoni.

I manuali sugli interrogatori a

lungo usati dalla SOA furono

resi pubblici dall’Archivio

della Sicurezza Nazionale e

pubblicati sul sito web dopo

che furono declassificati se-

condo il Freedom Informa-

tion Act. Quei manuali descri-

vevano tecniche coercitive

esattamente corrispondenti a

quelle utilizzate con i detenu-

ti ad Abu Ghraib.

Le tecniche di tortura di Abu

Ghraib sono state testate dai

diplomati alla SOA.

Come ha scritto il dottor Mi-

les Schuman, un medico del

Centro canadese per le Vitti-

me delle Torture: “Il cappuc-

cio nero che copre i volti dei

prigionieri nudi ad Abu Gh-

raib era noto nelle camera

delle torture guatemalteche e

salvadoregne co-

me la “capuchi”. Il

letto metallico sul

quale i detenuti,

denudati e incap-

pucciati, venivano

legati in una posi-

zione da crocifis-

sione era la “ca-

ma” usata con i

prigionieri cileni

sotto il regime di

Pinochet. Gli elet-

trodi venivano at-

taccati alle brac-

cia, alle gambe e ai

genitali, così come

sono stati attaccati ai detenu-

ti iracheni, poi messi su un

box e minacciati con scosse

elettriche se cadevano. Gli

uomini iracheni venivano le-

gati, nudi, a gattoni sul pavi-

mento e tenuti a guinzaglio

da una giovane recluta ameri-

cana sorridente nello stesso

modo già utilizzato degli

aguzzini del dittatore ameri-

cano John Claude (Baby Doc)

Duvalier”.

Grazie anche alla campagna

condotta da Soa Watch, molti

membri del Congresso ameri-

cano hanno cercato di far

chiudere la scuola. Sono stati

sconfitti per dieci voti.

Affermava Mark Twain “nonesiste nessuna, differente,classe criminale americana,tranne che il Congresso”.

ziario Herny Kissinger) cheinvestì decine di milioni didollari per sostenere for-mazioni terroristiche con ilcompito di destabilizzare ilgoverno popolare e infinedi corrompere l’esercito in-ducendolo a un colpo distato in verità (stando al-meno alle memorie dellostesso dittatore Pinochet)lungamente resistito.Eletto alla carca di Presi-dente della Repubblica ecapo del governo (il Cileera una repubblica di tipopresidenziale analoga agliUSA) Allende avviò una po-litica di radicale cambia-mento del sistema econo-mico e sociale cileno: na-zionalizzò le più importan-ti industrie minerarie edenergetiche espropriandole multinazionali nordamericane, annullò (rifiutòdi pagare) l’enorme debitoestero e soprattutto avviòla riforma agraria smantel-lando il sistema latifondi-sta, investì nel sociale enell’istruzione popolare,ma anche, sul piano dellapolitica estera, ruppe l’as-sedio politico-economicoimposto dalla organizza-zione degli Stati centro e

sud americani a Cuba, sta-bilendo forti legami di ami-cizia e di interscambio conl’isola caraibica.La riforma politica intrapre-sa da Allende produssenell’immediato notevoli mi-glioramenti al sistema eco-nomico e sociale cileno, magià dal secondo anno di go-verno iniziarono le “contro-misure” reazionarie, comedetto, finanziate e pilotatedagli USA che, oltre alla per-dita di un pezzo del loro“giardino di casa”, temevanoun effetto “domino” sociali-sta e anti nord americanonell’intero subcontinentesud americano, costante-mente attraversato da colpidi Stato militari e dove cre-scevano in diversi Stati mo-vimenti guerriglieri.Negli anni 1972 e 1973 ilCile fu interessato di un no-tevole numero di attentatiterroristici che colpirono leinfrastrutture energetichee dei trasporti, finendo col“mettere in ginocchio” unPaese morfologicamentecaratterizzato da grandiproblemi di collegamentilungo la dorsale andina.Il colpo di stato che portòalla uccisione del Presiden-

te Allende e alla instaura-zione della dittatura milita-re di Pinochet fu precedutoda almeno un paio di tenta-tivi, compreso un assediocon mezzi blindati del pa-lazzo presidenziale, chetuttavia nell’immediatoabortirono a causa della re-sistenza dell’esercito e del-la stessa opposizione de-mocristiana e liberale allaviolazione delle regole co-stituzionali.Nel settembre del 1973,tuttavia, gli USA rupperogli indugi e costrinsero (gliarchivi Cia documentano:comprarono) lo stato mag-giore dell’esercito a inter-venire nella vita politicadel paese.La mattina dell’11 settem-bre l’aviazione bombardò ilpalazzo presidenziale e letrasmittenti radio isolandoil governo dal resto del Pae-se; poi l’assalto dell’eserci-to al palazzo dove Allendeera coraggiosamente rima-sto, rifiutando di mettersiin salvo e lì venne uccisodai militari golpisti.Seguirono 17 anni di ferocedittatura militare, imprigio-namenti, uccisioni e torturedi decine di migliaia di so-

stenitori del governo diUnità Popolare, in prevalen-za giovani e lavoratori, an-che con attentati terroristicimortali ai fuoriusciti, traquali lo stesso generale UgoPratt, predecessore di Pino-chet, che aveva rifiutato diobbedire agli ordini USA.Molti governi occidentalinon riconobbero mai la dit-tatura cilena, ma il forte ap-poggio degli USA e poidell’Inghilterra della That-cher, grata dell’appoggiologistico offertole dal Cilenella guerra delle Malvi-ne/Falkland contro l’Argen-tina, consentì a Pinochet digovernare per 17 anni epoi, perso il referendumper la legittimazione elet-tore della sua carica di Pre-sidente della Repubblica, digodere comunque dell’im-munità parlamentare (sena-tore e vita) e diplomaticasostanzialmente sino allamorte avvenuta all’età di91 anni.Il Cile è oggi tornato allademocrazia parlamentarema non sono ancora staterisarcite le ferite della lun-ga dittatura e processati icolpevoli della efferata re-pressione.

Pinochet, il boia comprato da Nixonper uccidere la democrazia in Cile

Pablo Neruda, il poeta comunista cheha cantato la speranza della libertà

Pablo Neruda con Salva-dor Allende

Pablo Neruda viene considerato

una delle più importanti figure

della letteratura latino america-

na contemporanea.

Il suo vero nome era Neftalí

Reyes Basoalto, usava l'appella-

tivo d'arte Pablo Neruda (dallo

scrittore e poeta ceco Jan Neru-

da) che in seguito gli fu ricono-

sciuto anche a livello legale.

Nel 1971 È stato insignito del

Premio Nobel per la letteratura.

L'abbraccio delle idee comuni-

ste nacque durante la sua per-

manenza in Spagna dove visse

il colpo di stato fascista di Fran-

co. Divenne amico del poeta Fe-

derico Lorca, barbaramente as-

sassinato dai fascisti, combattè

per la Repubblica e, dopo la vit-

toria del fascismo, si occupò

della evacuazione dalla Spagna

di migliaia di oppositori.

Tornato in Cile nel 1945 venne

eletto senatore in seno al parti-

to comunista.

Nel 1948 nel corso di una sedu-

ta del Senato accusò il governo

democristiano della violenta re-

pressione di uno sciopero dei

minatori del rame, pronuncian-

do il discorso, chiamato in se-

guito "Yo acuso", in cui lesse al-

l'assemblea l'elenco dei minato-

ri tenuti prigionieri.

La reazione dell’allora presi-

dente Vileda fu l'emanazione di

un ordine d'arresto contro Ne-

ruda, che fu costretto di nuovo

all’esilio, mentre il partito co-

munista cileno veniva messo

fuori legge e suoi iscritti dichia-

rati decaduti dal parlamento.

Riuscì a fuggire grazie all’aiuto

di Miguel Ángel Asturias, allora

diplomatico del Guatemala, e di

Pablo Picasso che gli consentì

di raggiungere Parigi.

Nel 1952, Neruda visse per un

periodo in Italia nell’isola di Ca-

pri e poi di Ischia (la vicenda è

stata narrata nel film di Troisi

“Il postino”).

Neruda tornò in Cile nell’ago-

sto del 1952, dopo la caduta

del presidente Vileda e il ripri-

stino della legalità e lì riprese

nel suo impegno politico,

prendendo posizione contro

gli Stati Uniti durante la crisi

dei missili di Cuba e per la

guerra del Vietnam.

Nel 1970, Neruda fu indicato

come uno dei candidati alla ca-

rica di presidente della repub-

blica cilena, ma si ritirò dalla

competizione elettorale appog-

giando Allende e aiutandolo a

divenire il primo presidente so-

cialista democraticamente elet-

to in Cile. Per circa due anni e

mezzo riprese allora la carriera

diplomatica presso la sede di

Parigi, che dovette però lasciare

per motivi di salute.

Il 21 ottobre 1971, ottenne, ter-

zo scrittore dell'America Latina

dopo Gabriela Mistral nel 1945

e Miguel Ángel Asturias nel

1967, il Premio Nobel per la let-

teratura. Al suo primo ritorno

in patria, l'anno successivo,

venne trionfalmente accolto in

una grande manifestazione

presso lo stadio di Santiago.

Prima di morire assistette al di-

sfacimento del primo governo

democratico cileno e al colpo di

stato del generale Augusto Pi-

nochet dell'11 settembre, non-

ché alla morte del presidente

Allende, suo amico personale.

Insediatasi la dittatura, i milita-

ri cominciarono a vessarlo con

perquisizioni ordinate dal ge-

nerale golpista; durante una di

queste, Neruda avrebbe detto ai

militari «Guardatevi in giro, c'è

una sola forma di pericolo per

voi qui: la poesia».

Mentre attendeva di poter

espatriare in Messico, il poeta

morì il 23 settembre 1973, as-

sassinato nella clinica santa

Maria a Santiago.

Page 16: Agosto 2010

Lottare contro la minaccia ter-rorista nel rispetto dei dirittiumaniIl Parlamento ricorda anzituttoche, nel novembre 1990, adot-tando una risoluzione sul casoGladio, il Parlamento aveva giàmesso in evidenza «l'esistenzadi attività clandestine che coin-volgevano i servizi segreti e or-ganizzazioni militari sottratti aqualsiasi adeguato controllodemocratico». Pur ribadendo che il terrori-smo rappresenta una delleprincipali minacce alla sicu-rezza dell'Unione europea, ideputati sottolineano che es-so «deve essere combattutocon iniziative legittime e co-ordinate da tutti i governi eu-ropei, in stretta collaborazio-ne con partner internazionalie segnatamente con gli StatiUniti, seguendo le linee dellastrategia definita a livellodelle Nazioni Unite».La lotta contro il terrorismo,in particolare, «va condottasulla base dei nostri valoricomuni di democrazia, Statodi diritto, diritti umani e li-bertà fondamentali e a tuteladegli stessi». In proposito, il Parlamento ri-tiene che dopo gli eventidell’11 settembre 2001, la co-siddetta “guerra al terrore”,«con i suoi eccessi», abbia pro-dotto «una grave e pericolosa

erosione dei diritti umani e del-le libertà fondamentali». E' per-tanto necessario che, nel con-temperare l'esigenza di sicu-rezza con i diritti dei singoli in-

dividui, «siano sempre piena-mente rispettati i diritti umani,garantendo quindi che i so-spetti terroristi siano sottopo-sti a processo e condannati nelrispetto delle regole di diritto».

Nel prendere atto della di-chiarazione del PresidenteBush e di altre testimonianzeche hanno confermato le at-tività della CIA al di fuori de-

gli USA, il Parlamento chiedeal Consiglio e agli Stati mem-bri di mettere a punto unadichiarazione per sollecitareil governo degli USA «in mo-do chiaro ed energico» a por-

re fine alla prassi delle de-tenzioni e consegne straordi-narie. (…) Consegne straordinarie: i go-verni sapevano

Il programma di consegnestraordinarie, ricorda il Parla-mento, è una prassi extragiudi-ziale che contrasta con le nor-me internazionali vigenti inmateria di diritti umani, e se-

L’11 settembre 2001 due aereipasseggeri fuori rotta colpiro-no a distanza di pochi minuti igrattacieli del Word Trade Cen-ter, le torri gemelle di Manhat-tan, un terzo aereo – forse –cadde sul perimetro del Penta-gono, un quarto aereo – forse–venne abbatto in volo primadell’arrivo sul bersaglio.In seguito all’incendio provo-cato dagli aerei – forse– le torricollassarono e crollarono.I quattro velivoli passeggeri –forse – erano stati dirottati daterroristi suicidi islamici adde-strati e inviati da Al Qaeda. Nel crollo delle torri gemelle –forse – morirono circa 3.000persone, ma - forse– anzi sicu-ramente ne morirono molte dipiù; il numero non potrà maiessere accertato, c’erano infatti

IV

gli “invisibili”, immigrati clan-destini invisibili da vivi e inesi-stenti da morti perché il solocercarli o almeno richiederne ilcorpo avrebbe significato l’ar-resto e l’espulsione dei familia-ri e degli amici.A distanza oramai di nove annida quell’evento restano fortis-simi dubbi praticamente sututto: sorpresa (la Cia sapeva?),organizzazione (erano solomusulmani?), crollo (esplosio-ni controllate?), altri aerei (cad-dero davvero?) e, come detto,numero delle vittime (alti, altis-simi livelli dirigenziali? Nazio-nalità religiosa?).Un fatto è però certo, quell’at-tentato, il primo in tutta la sto-ria a penetrare nel cuore del-l’Impero, cambiò radicalmentela strategia politica e militare

degli USA in tutto il mondo, apartire da quella interna aglistessi Stati Uniti.Con la approvazione del Pa-triot Act venne stabilito il prin-cipio secondo il quale la tuteladella sicurezza nazionale, se ri-tenuta in pericolo, superavaqualsiasi norma di diritto in-terno e internazionale.Sul piano internazionale ebbeinizio la strategia della “guerrapreventiva” in forza della qua-le gli USA si riteneva autoriz-zati ad aggredire, invadere edistruggere qualsiasi paesevenisse da loro, e a loro insin-dacabile giudizio, ritenutoconnivente con potenziali ter-roristi, nonché, o conseguen-temente, a catturare, imprigio-nare, torturare e, all’occorren-za, fare scomparire qualsiasi

essere umano venisse anchesolo sospettato di complicitào di prossimità con organiz-zazioni terroristiche anti ame-ricane e questo in qualsiasiparte del mondo, al di sopradel rispetto dei diritti di sovra-nità di qualsiasi Stato, inclusiquelli occidentali.In questi nove anni dall’atten-tato alle torri gemelle i 3.000morti americani di New Yorkhanno germogliato da uno adue milioni di morti non ame-ricani negli altri paesi del mon-do, una rappresaglia che anni-chilisce quella nazista.Ancora un aspetto delle conse-guenze (e forse delle ragioni) diquell’evento va ricordato.Nel 2003, sulla scia della rea-zione all’attentato subito e alradicale cambiamento della

“Qualsiasi governo, se sponsorizza fuorilegge e assassini diinnocenti, diventa esso stesso fuorilegge e assassino”(G. W. Bush)

propria politica interna edestera, gli USA invasero l’Iraqcon il preteso, poi risultatoconsapevolmente inesistente,della costruzione in quel paesedi armi di distruzione di mas-sa; poi è stata la volta dell’Afga-nistan; l’una e l’altra occupa-zione sono ancora in corso esembrano ben lontane dall’es-sere esaurite.Con l’invasione dell’Iraq el’enorme rafforzamento dellapresenza militare nei paesi delgolfo arabico gli USA si sonoimpadroniti del totale control-lo delle risorse petrolifere diquell’area e talune famiglie, in-clusa quella del PresidenteBush, di ricchezze personaliimmense per le cointeressenzenelle principali industrie petro-lifere americane beneficiarie

delle conquiste militari.Eppure, nonostante tutti que-sti anni di guerra senza quar-tiere e senza regole, il presuntoterrorismo islamico non sem-bra affatto indebolito e il suooramai “mitologico” capo, BinLaden, in passato usuale fre-quentatore della famiglia Bushe non solo, risulta introvabile(davvero?).In Italia, per quanto più diretta-mente ci può riguardare, a par-te e oltre il nostro coinvolgi-mento nella occupazione pri-ma dell’Iraq e poi dell’Afgani-stan (e non è poco!), gli USAhanno, o intendono raddop-piare la loro base aerea di Ve-rona, nella quale è istallato unvero e proprio arsenale nuclea-re (altro che uranio arricchitodell’Iran!).

condo la quale un individuosospetto di coinvolgimento inattività terroristiche viene ille-galmente rapito, arrestato e/oposto sotto la custodia di fun-zionari statunitensi e/o tra-sportato in un altro paese peressere sottoposto a interroga-tori, il che, nella maggior partedei casi, comporta torture e de-tenzione in "incommunicado". Tra la fine del 2001 e la fine del2005, i voli effettuati dalla CIAnello spazio aereo europeo oche hanno fatto scalo in aero-porti europei sono stati alme-no 1.245. Ad essi va aggiuntoun imprecisato numero di volimilitari per lo stesso scopo.I deputati condannano le con-segne straordinarie quale«strumento illegale» utilizzatodagli Stati Uniti nella lotta alterrorismo, così come il fattoche, in diverse occasioni, «que-sta prassi sia stata accettata etenuta nascosta dai servizi se-greti e dalle autorità governati-ve di taluni paesi europei». (…)In proposito, i deputati con-dannano la consegna straordi-naria da parte della CIA delfunzionario egiziano AbuOmar, rapito a Milano nel feb-braio 2003 e trasportato in ae-reo verso l'Egitto, «dove da al-lora viene tenuto in "incommu-nicado" e torturato». (...)Centri di detenzione segretaCompiacendosi delle indagini

svolte da Human RightsWatch, dal Washington Post edall'ABC News sull'esistenza dicentri di detenzione segreta inEuropa, i deputati si diconoprofondamente preoccupatiper il fatto che, in alcuni casi,questi centri possano esserestati situati presso basi militaristatunitensi. Al riguardo, sot-tolineano che, secondo laCommissione di Venezia, il re-gime giuridico delle basi mili-tari straniere nel territorio de-gli Stati membri del Consigliod'Europa deve consentire agliStati di esercitare competenzesufficienti per adempiere aipropri obblighi in materia deidiritti umaniIl Parlamento esorta poi ipaesi europei, quando con-ducono operazioni militariin paesi terzi, a, garantire chequalunque centro detentivoistituito dalle loro forze mili-tari sia soggetto al controllopolitico e giudiziario, vietan-do la detenzione in incom-municado, e adottare misurepositive volte ad impedire aqualunque altra autorità digestire centri detentivi chenon sono soggetti al control-lo politico e giudiziario o incui è consentita la detenzio-ne in “incommunicado”.

“Consegne Straordinarie” (Extraordinary Rendition)Adottando nella sessione plenaria del febbraio 2007 la relazione conclusiva della Commissione sulle attività illegali della CIA in Europa, il ParlamentoEuropeo ha condannato il rapimento e la detenzione di sospetti terroristi sul suolo dell'UE, censurando la mancanza di collaborazione da parte ditaluni governi e del Consiglio europeo. Per gli eurodeputati, il terrorismo va combattuto nel rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Dopo oltre 6 anni di guerra senza motivoDopo oltre 4 milioni di iracheni sfollatiDopo oltre 1.000.000 iracheni mortiDopo oltre 4.000 soldati americani mortiDopo oltre 3.000 miliardi di dollari spesi per il conflitto

Centro di detenzione e tortura USA di Abu Graib

Campo di concentramento e tortura USA di Guantanamo


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