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Agosto 2015

Date post: 23-Jul-2016
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Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo
28
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 8/2015 anno 58° TRENTINI nel MONDO Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha guidato una delegazione in visita alle comunità trentine in Brasile. Foto di Marco Pontoni
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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 8/2015anno 58°

TRENTINI nel

MONDO

Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha guidato una delegazione in visita alle comunità trentine in Brasile.

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CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI

dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione

Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Australia - 8 circoli - 2 delegazioniAdelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville

Belgio - 4 circoli - 1 delegazione

Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo

Bolivia - 1 circolo

La Paz

Bosnia - 3 circoli

Sarajevo, Stivor, Tuzla

Brasile - 62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

Canada - 5 circoli

Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago

Colombia - 1 circoloBogotá

Danimarca - 1 circoloCopenaghen

Ex emigrati - 3 circoliAustralia, Stivor (BIH), Svizzera

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Germania - 7 circoli - 1 delegazioneColonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazioneLondra - Manchester

Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste

Lussemburgo - 1 circolo

Lussemburgo

Messico - 13 circoli - 1 delegazione

Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Paraguay - 10 circoli

Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Peru - 1 circolo

Lima

Portogallo - 1 circolo

Portogallo

Romania - 1 circolo

Romania

Serbia - 1 circolo

Indija

Stati Uniti - 21 circoli

Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming

Sud Africa - 2 delegazioni

Pretoria, Cape Town

Svizzera - 8 circoli

Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

Uruguay - 5 circoli

Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR)

Venezuela - 1 circolo

Caracas

FederazioniITTONA (Canada e Stati Uniti)

CoordinamentiArgentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay

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EDITORIALE

ASSOCIAZIONETRENTINI NEL MONDO

O.n.l.u.s.

TRENTINI NEL MONDOMensile dell’Associazione

Trentini nel Mondoaderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazioneVia Malfatti, 21 - 38122 TRENTOTel. 0461/234379 - Fax 0461/230840sito: www.trentininelmondo.ite-mail:[email protected]

Direttore responsabileMaurizio Tomasi

Comitato editorialeG. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande,B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè,P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan,B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi,E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri,G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato:R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi -F. Bocchetti

Autorizzazione del Tribunale di Trenton. 62 - 6 febbraio 1958

STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)

Quote di adesione:Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00;Nord America e Australia: Euro 25,00Socio - Euro 30,00Conto corrente postale n. 12509386

N. 8 AGOSTO 2015Stampato il 1° ottobre 2015

In copertina: l’incontro del presidente della Provincia con i trentini di Rodeio (Brasile).

PresidenteAlberto Tafner

DirettoreAnna Lanfranchi

I GIORNALI HANNO DATO RISALTO ALLA NOTIZIA CHE SONO STATE FISSATE LE NUOVE UDIENZE

Associazione e Corte dei Conti,chiarezza su un punto cruciale

SOMMARIOPagine 2-4

MISSIONE ISTITUZIONALEIN BRASILE DEL PRESIDENTE

DELLA PROVINCIA DI TRENTO

Pagina 5ATTUALITÀ

Pagine 6-7VISITE IN SEDE

Pagina 8GENTE E FATTI

Pagine 9-16INSERTO SPECIALELE CELEBRAZIONI

PER IL 50° ANNIVERSARIODELLA TRAGEDIA DI MATTMARK

Pagine 17 -21CIRCOLI

(Paraguay, Rio dos Cedros,Santa Olimpia, Buenos Aires,Tucuman, Corzuela, Sydney,

Basilea)

Pagine 22-23 RACCONTI DI VIAGGIO

Pagina 24ABBONAMENTI

Nella relazione fatta all’Assem-blea dei soci della Trentini nel Mondo che nell’aprile del 2009 approvò il passaggio della presi-denza da Feruccio Pisoni ad Al-berto Tafner, veniva sottolineato con forza la volontà di aprire l’As-sociazione alla collaborazione di tutti i trentini - sia che vivessero in Trentino o all’estero - per co-struire assieme una grande, libera e coesa Comunità Trentina.

La Trentini nel Mondo dunque ribadiva la volontà di proseguire un percorso già avviato da tempo, spalancando ulteriormente porte e fi nestre e mettendosi a disposi-zione di chiunque volesse parte-cipare volontariamente a questo processo di rinnovamento: nella più totale e completa trasparenza e limpidezza di rapporti.

Un notevole passo avanti in questa direzione accadde due mesi dopo quell’assemblea, quan-do venne realizzato un incontro pubblico al palazzo della Regione a Trento, dove chiunque avesse voluto, avrebbe potuto discutere nella maniera più libera e aperta e avrebbe potuto chiedere spiega-zioni per saperne di più, proprio su uno degli argomenti più pro-blematici dell’attività dell’Asso-ciazione: i progetti di solidarietà internazionale, iniziati alla fi ne degli anni ’90, quando scoppiò in tutta la sua drammaticità la grande crisi argentina.

Su questa linea di condotta si è proseguito poi negli anni, nono-stante il periodico acutizzarsi di attacchi (il più delle volte prete-stuosi e malevolmente persona-listici) dei consueti professionisti della denigrazione, incapaci di comprendere i cambiamenti cul-turali, economici e sociali che stavano trasformando il mondo e di cui l’Associazione cercava di farsi interprete.

Nel 2010, in seguito ad alcuni interventi - anche di chi magari

aveva bisogno di costruirsi gra-tuitamente una campagna eletto-rale sulla pelle altrui - è iniziata un’indagine della Corte dei Conti attinente i progetti di solidarietà realizzati all’estero tra il 2004 e il 2009. Due anni e mezzo dopo, dal «servizio notificazione atti giudiziari» arrivarono i primi «inviti a dedurre» sull’ipotesi di danno erariale relativo ad alcuni di questi progetti e i giornali locali fecero risuonare la grancassa, riportando in particolare gli aspetti che più potevano stimolare la curiosità morbosa dei lettori e quindi le vendite.

A febbraio 2015 ci fu la prima udienza e i giudici della Corte dei Conti rilevarono «l’indetermina-

tezza della causa petendi» e per tanto ordinarono al Pubblico Mi-nistero vice Procuratore Generale «la rinnovazione della citazione, con le integrazioni indicate nella sentenza-ordinanza». Oggi, a cin-que anni dall’inizio dell’inchiesta, le citazioni sono state rinnovate e le udienze fi ssate, con ovvio risalto sulla stampa locale.

La Trentini nel Mondo, al di là di come la vicenda proseguirà e si concluderà secondo giusti-zia, continua nel suo lavoro nel solco della trasparenza e della limpidezza verso i soci e verso le istituzioni. Proprio per questo motivo abbiamo voluto aggior-nare questa breve cronistoria, in modo che tutti quelli che sono interessati a seguire la vicenda (e principalmente i Circoli Trentini che sono all’estero) possano es-sere informati.

Per completezza di informa-zione però, vogliamo riportare una frase che compare in tutti gli atti giudiziari emessi delle Corte dei Conti e che i giornali si sono sempre «dimenticati» di riportare.

La frase dice testualmente ….«questa Procura risponde in primo luogo di NON AVER MAI IPOTIZZATO APPROPRIA-ZIONI INDEBITE DI FONDI O PERCEZIONE DI VANTAGGI ECONOMICI DA PARTE DEI PRESIDENTI DELLA TRENTINI NEL MONDO».

Per chi riporta decine e decine di notizie forse questa dichiarazio-ne uffi ciale non è sembrata degna di essere resa nota, ma i diretti interessati e l’Associazione che da cinque anni attendono che venga fatta piena luce sui fatti, ritengono costituisca un punto fondamen-tale per la dignità ed il rispetto delle persone. Tutto ovviamente nell’ottica della chiarezza e della limpidezza.

Alberto Tafner

In tutti gli atti giudiziari emessi, c’è una frase

che la Trentini nel mondoe i diretti interessatiritengono costituisca

un punto fondamentale per la dignità e il rispetto delle persone, che peròfi nora non è mai stata riportata negli articolidedicati alla vicenda apparsi sugli organi

di informazione

Nella prima udienzai giudici hanno rilevato

«l’indeterminatezzadella causa petendi»

ordinando al PubblicoMinistero «la rinnovazione

della citazionecon le intregrazioni indicate nella sentenza-ordinanza»

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AGENDA

Missione istituzionale in Brasiledel presidente della Provincia

Curitiba, Piraquara, Floriano-polis, Nova Trento, Rodeio, Rio dos Cedros, Timbò, Blumenau, Bento Gonçalves: città dei tre Stati del sud Brasile che non verranno presto dimenticate dal Presidente della Provincia Au-tonoma di Trento, Ugo Rossi, il quale a suo tempo si era riservato anche le competenze in materia di emigrazione e che ha voluto – nel corso dello scorso mese di settembre – compiervi una visita.

Con lui c’erano i consiglie-ri provinciali Lucia Maestri e Claudio Civettini, il Presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Giorgio Fracalossi, il Presidente di Dolomiti Energia Rudi Oss, il Dirigente per la Promozione e l’Internazionaliz-zazione della Provincia Raffaele Farella, il vice presidente della Trentini nel Mondo Cesare Ciola, ia Presidente dell’Unione Fami-glie Trentine all’Estero, Giorgia Pezzi, i funzionari provinciali Moreno Tait, Antonella Giordani e Lorenza Fracalossi, e Mar-co Pontoni e Marco Tomaselli dell’uffi cio stampa della giunta provinciale.

I TRENTINI-BRASILIANISONO CIRCA 2 MILIONI

Si è trattato di una missione istituzionale, accompagnata sul posto dai due Consultori Alceu Xenofontes Lenzi e Elton Diego Stolf, con lo scopo da un lato di conoscere questa realtà dell’e-migrazione trentina che celebra

i 140 anni dall’arrivo in Brasile, ma anche di verifi care, allacciare e consolidare opportunità di inter-scambi nel campo dell’economia, della cultura e dell’università.

Purtroppo la missione non ha potuto aver luogo ad ottobre,

come aveva chiesto la Trentini nel Mondo per abbinarla ai fe-steggiamenti già programmati da mesi e che vedranno la pre-senza in terra brasiliana anche dell’Arcivescovo di Trento Luigi Bressan (a pagina 4 è riportato il

UGO ROSSI HA GUIDATO UNA DELEGAZIONE CHE COMPRENDEVA ANCHE IL VICE PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO

programma), a causa di altri in-derogabili impegni del Governa-tore, limitando così le possibilità di incontro con i rappresentanti di tanti degli oltre 60 Circoli trentini attivi in Brasile.

Gli incontri con la comunità

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AGENDA

LE IMPRESSIONI DI UGO ROSSI, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

In questo viaggio abbiamo innanzitutto potuto toccare con mano quanto sia vivo fra gli oriundi trentini del Brasile l’attaccamento alle radici, l’amore per quella parte importante della propria identità rappresentata dalla lingua parlata dai pro-pri avi, dalle tradizioni, dalle memorie condivise.

Al tempo stesso abbiamo trovato delle comunità vive, vivaci, dinamiche, perfettamente inserite nel proprio contesto nazionale e regionale.

Abbiamo trovato - o in qualche caso ritrovato - imprenditori, professionisti, amministratori locali e fi gure che ricoprono posizioni di vertice in alcuni fra gli stati più sviluppati del Brasile. Alcuni di loro hanno completato i loro studi all’università di Trento, altri hanno allacciato rapporti di collabo-razione con imprese, cooperative o centri di ricerca

trentini come la Fondazione Mach, in particolare nel settore della viticoltura.

Senza dimenticare che la Dolomiti Energia, nel corso della missione, ha siglato un accordo con una delle più importanti aziende brasiliane per la produzione di energia elettrica, la Celesc.

Quella dei «brasiliani trentini» è insomma una realtà molto diversa rispetto a quella delle prime ondate migratorie, che dovettero affrontare con-dizioni di vita durissime, una realtà con la quale vogliamo stringere legami ancora più stretti, e questo grazie anche all’instancabile lavoro delle nostre associazioni, come la Trentini nel Mondo, e dei nostri consultori, indispensabili «antenne» del Trentino sul suolo brasiliano, a cui va tutta la nostra riconoscenza. Ugo Rossi

Comunità vive, vivaci, dinamiche

trentina del Brasile, stimata in circa due milioni di discendenti degli ottantamila emigrati che alla fi ne del 19° secolo hanno lasciato l’allora Tirolo per il «nuovo mondo», non sono certo mancati, facendo sentire al Pre-sidente Rossi ed alla delegazione l’affetto di questa bella comunità, coesa ed in tanti casi ai vertici della società brasiliana.

A Curitiba vi è stato l’incontro con il Console generale d’Italia Enrico Mora, il quale ha poi pre-so parte alla visita alla sede del Circolo Trentino, che quest’anno festeggia i 25 anni dalla fonda-zione, dove è stata scoperta una targa a ricordo della storica visita.

Si tratta di un circolo particolar-mente attivo, come ha sottolineato il Console, che ha dato e sta dando un contributo importante alle autorità consolari per il disbrigo delle pratiche per il riconoscimen-to della cittadinanza italiana ai 25 mila discendenti di emigrati tren-tini che ne hanno fatto richiesta.

A Curitiba non potevano man-

care una visita al Prefeito (Sinda-co) Gustavo Fruet, i cui antenati provengono da Pergine Valsuga-na e al Governatore Beto Richa a Palacio Iguacú, dove si è svolto anche un incontro formale con il Governo per individuare possibili collaborazioni.

Dopo Curitiba la delegazione ha visitato Piraquara, città ge-mellata alla Valle di Primiero

dal 2009 e dove nel 1878 si inse-diarono 59 famiglie provenienti da quella valle per dar vita alla Colonia Imperiale Santa Maria do Novo Tirol da Boca da Serra, come testimoniano la chiesa eretta in quei tempi ed il Caminho Trentino.

Dal Paranà alla capitale di San-ta Catarina, Florianopolis, dove Rossi e la delegazione trentina

hanno incontrato i rappresentanti delle Associazioni di emigrazio-ne ma anche e soprattutto dove Dolomiti Energia ha fi rmato as-sieme al Governatore Raimundo Colombo (discendente per via materna dalla famiglia Fontana, originaria di Imer) un accordo di collaborazione con la società

CONTINUA A PAG. 4

L’accoglienza a Rodeio. In basso (e in senso antiorario), la delegazione trentina all’ingresso di Bento Gonçalves; l’incontro con i trentini di Piraquara; nella sede del Circolo trentino di Curitiba; foto di gruppo davanti alla sede del Comune di Nova Trento, insieme al sindaco. Tutte le foto di questo articolo sono di Marco Pontoni.

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AGENDA

energetica dello stato Celesc, allo scopo di aprire le porte ad aziende trentine che vogliano mettersi in gioco nel campo delle energie rinnovabili.

L’abbraccio con i trentini bra-siliani è avvenuto nei tre centri dove l’associazionismo trentino è presente ormai da 40 anni: Nova Trento, Rodeio e Rio dos Cedros.

Se Nova Trento è divenuto il maggior centro per il turismo re-ligioso per effetto della presenza del santuario di Santa Paulina, a Rodeio la storia è conservata nel

bellissimo Museo degli Usi e Co-stumi della Gente Trentina, che il Presidente Rossi si è impegnato a sostenere e potenziare, prima di visitare la Vinicola San Michele.

A Rio dos Cedros la delega-zione trentina ha potuto rendersi conto dell’operatività della piat-taforma logistica dove hanno la loro base una decina di aziende trentine che hanno voluto aprirsi al mercato brasiliano ed a cui la Provincia vuole dedicare molta attenzione.

La parte finale dell’intensa missione ha riguardato Bento Gonçalves, nel Rio Grande do

Sul, la capitale brasiliana del vino dove la presenza trentina è particolarmente signifi cativa. Qui il Presidente Rossi e la delega-zione hanno potuto toccare con mano il grande sviluppo messo in atto dagli emigranti, sia in cam-po agricolo come nella Vale do Vihnedos ma anche nel turismo.

Nel tornare a Porto Alegre per il rientro, la delegazione ha fatto visita a San Leopoldo ad una struttura per minori in diffi coltà promossa e realizzata qualche anno fa per volontà di Lucia Ma-estri, allora assessore del Comune di Trento.

Lunedì 12Bento GonçalvesAl mattino, ritrovo e saluti delle autorità presenti con la presenza dei Circoli Trentini con i propri labari.Alle ore 10, nella Chiesa di Santo Antonio, messa celebrata dall’Arcivescovo di Trento.

Martedì 13Bento – TaiòIncontro con tutti i circoli dell’Alta ValleOre 19:30 sezione solenne della «Camara de Verea-dores de Taió» e cena al Panifi cio Taioense.

Mercoledì 14Rodeio - GasparMattina a Rodeio (Museo Trentino) cerimonia uffi -ciale e visita al Museo A Gaspar ad ore 18:00 inaugurazione del murale per i 140 anni di emigra-zione in Brasile.

Giovedì 15Nova Trento Trasferimento a Nova Trento. In mattinata, visita al Circolo e incontro con il sindaco. Alle ore 15, messa al San-tuario di Santa Paulina, celebrata dall’Arcivescovo di Trento, mons. Bressan.

Venerdì 16FlorianopolisAl mattino visite istitu-zionali.Al pomeriggio partenza per Campinas e trasferi-mento a Piracicaba.

Sabato 17PiracicabaCelebrazione dei 140 anni.

Il programma della prossima trasferta dell’Associazioneper celebrare con i Circoli il 140°dell’emigrazione in Brasile

Dal 12 al 17 ottobre, il presidente e il vice presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner e Cesare Ciola, insieme all’Arcivescovo di Trento mons. Luigi

Bressan, saranno in Brasile per parteci-pare alle celebrazioni per i 140 anni di emigrazione in Brasile, organizzate dai Circoli trentini. Prima di raggiungere

il Brasile, Tafner e Ciola il 10 ottobre parteciperanno a Colonia del Sacramento (Uruguay) all’«Incontro dei Circoli trentini dell’Uruguay».

CONTINUA DA PAG. 3

Scorcio del monumento inaugurato a Bento Gonçalves nel 2005, in occasione dei 130 anni dell’emigrazione in Brasile.

A sinistra, la stretta di mano con il Governatore del Paranà, Beto Richa. Qui sopra l’incontro con il sindaco di Curitiba, Gustavo Fruet. In basso, Ugo Rossi e Lucia Maestri a San Le-opoldo.

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ATTUALITÀ

Per uscire dalla crisi economica non basta regolamentare la fi nan-za. Occorre dare risposte ai biso-gni della collettività sviluppando modelli nuovi di amministrazio-ne, più effi cienti e inclusivi. Biso-gna aiutare i cittadini a diventare più attivi, responsabili e solidali nella gestione dei beni comuni materiali e immateriali.

Questa la convinzione dei ricercatori che in Trentino da anni studiano le migliori pratiche nazionali e internazionali per la gestione sostenibile di beni comuni come la qualità dell’aria e dell’acqua, il paesaggio, l’am-biente, la sicurezza alimentare, ma anche la vivibilità e la rige-nerazione urbana, l’istruzione, l’integrazione e molti altri. Temi che riguardano la vita quotidiana dei cittadini ma che sono anche importanti obiettivi generali per la politica e devono essere consi-derati adeguatamente anche dalle istituzioni europee.

Quella dei beni comuni è una materia diffi cile, perché sfuggen-te, i cui riferimenti ancora fram-mentari a cavallo tra economia, politica e giurisprudenza, stanno gradualmente emergendo anche a livello comunitario.

Ma come tradurre in termini giuridici e in interventi normativi di livello europeo – e poi anche nazionali e locali – quanto di positivo appreso nello studio dei beni comuni?

Su questo interrogativo si è concentrato il 15 settembre a Bruxelles (Belgio), nella sede del Parlamento Europeo, il con-vegno dal titolo «Prenderci cura dei beni comuni per uscire dalla crisi. Quale apporto dall’Unione Europea?».

Il convegno è stato organizzato dall’unità di ricerca dell’Uni-versità di Trento, coordinata dal professor Marco Bombardelli, che insieme ad altri undici atenei partecipa al progetto nazionale PRIN «Istituzioni democratiche e amministrazioni d’Europa: coesione e innovazione al tempo della crisi economica».

I beni comuni – come è emerso nel convegno – sono risorse a disposizione della collettività, che, se adeguatamente curate e valorizzate, possono contribuire

a compensare gli effetti negativi della crisi. Ma la loro importanza sta anche nel fatto che la loro cura è in grado di dare luogo a nuovi modelli di amministrazione e di attivare dinamiche «virtuose» nelle relazioni tra istituzioni pubbliche e soggetti privati ca-paci di creare del «valore sociale aggiunto».

Le regioni dell’arco alpino sono state in questo senso tea-tro di buoni esempi di gestione effi ciente dell’ambiente e delle

risorse naturali a benefi cio delle comunità montane, attraverso esperienze come la gestione degli usi civici.

Ma il prendersi cura dei beni comuni sta diventando una prassi frequente in molti ambiti diversi su scala nazionale, come di-mostra anche la diffusione del Regolamento per la gestione dei beni comuni urbani redatto dal Comune di Bologna insieme con Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà. Ora, queste buone

NELLA SEDE DEL PARLAMENTO EUROPEO A BRUXELLES SI È SVOLTO UN CONVEGNO ORGANIZZATO DALL’UNIVERSITÀ DI TRENTO

Le «Carte di Regola», sono antichissimi statuti in vigo-re all’interno di ogni singola comunità trentina che per se-coli hanno rappresentato una forma di autogoverno locale; l’insieme di queste norme de-lineava l’organizzazione istitu-zionale interna – cariche, compiti e nomine, obblighi e divieti – e regolava lo sfruttamento delle risorse naturali.

(Testo e foto sono stati tratti dal sito www.lanostraautonomia.eu)

Le regioni dell’arcoalpino sono stateteatro di buoni esempi di gestione effi ciente dell’ambientee delle risorse naturalia benefi ciodelle comunità montane, attraverso esperienze comela gestione degli usi civici

pratiche condotte a livello loca-le, insieme agli studi condotti in campo economico, giuridico e politologico, possono candidarsi ad essere punto di riferimento per migliorare e rendere più razionale ed organico l’approccio europeo ai beni comuni.

Un tema trasversale, quello del-la tutela dei beni comuni, attorno a cui il convegno è riuscito a creare grande convergenza anche a livello politico.

Al convegno hanno preso parte gli europarlamentari Alessia Mo-sca (S&D), Herbert Dorfmann (PPE) e anche Sergio Cofferati (S&D) nella sua veste di vicepre-sidente dell’Intergruppo «Beni Comuni e Servizi Pubblici».

Ad esporre gli obiettivi dell’u-nità di ricerca trentina nell’ambi-to del Progetto di ricerca nazio-nale è stato lo stesso coordinatore Marco Bombardelli, professore ordinario di Diritto amministra-tivo all’Università di Trento.

A seguire il professor Gregorio Arena, già professore ordina-rio di Diritto amministrativo nell’Ateneo trentino e presidente di Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà) ha approfondito il modello dell’amministrazione condivisa per la cura dei beni comuni portando proposte e buone pratiche raccolte a livello nazionale.

Infi ne, il professor Fabio Gi-glioni, professore di Diritto am-ministrativo all’Università la Sapienza di Roma ha inquadrato il tema dei beni comuni in rela-zione al diritto europeo.

Occorre sviluppare modelli di amministrazione più effi cienti e inclusivi e aiutare i cittadini

a diventare più attivi, responsabili e solidali nella gestione dei beni comuni materiali e immateriali,

come la qualità dell’aria e dell’acqua, il paesaggio, l’ambiente, la sicurezza alimentare, ma anche la vivibilità, l’istruzione, l’integrazione

Le «Carte di regola»

Imparare a prendersi cura dei beni comuniè una via per uscire dalla crisi economica

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VISITE IN SEDE

Da Tuzla (BiH)Zelijko Mott (secondo da sin-

stra) del Circolo trentino di Tuzla (Bosnia Erzegovina) durante un suo viaggio in Trentino, ha fatto tappa anche presso la sede della Trentini nel mondo. Al suo fi anco ci sono Gordana Mott, Anton Mott e Jadranka Mott. Ad acco-glierli c’erano Sabina Corradini (prima a sinistra), Giada Dega-speri (seconda da destra) e Tibor Kovacevic, anch’egli di Tuzla, impegnato presso l’Associazione in un progetto europeo.

I fratelli Gustavo ed Emma Carranza, entrambi dall’Argentina

Riscoprire le radici della famiglia e frequen-tare un corso di italiano alla scuola Dante Alighieri di Camerino: sono questi i motivi che hanno portato in Italia e in Trentino i fratelli Gustavo ed Emma Carranza (primi da sinistra nella foto). Sono discendenti di Daniele Morelli, nato a Canezza ed emigrato

intorno al 1870. Daniele ha avuto otto fi gli (tre maschi e cinque femmine).

Emma vive a Rio Tercero (Provincia di Cordoba - Argentina) e Gustavo a Comodoro Rivadavia (Provincia di Chubut - Argenti-na). Con loro nella foto ci sono (da sinistra) Carlos Gouardes Carranza (fi glio di Emma),

Alberto Tafner (presidente della Trentini nel mondo), Nelida Yofre (moglie di Gustavo), Silvia Carranza Yofre (fi glia di Gustavo), Marina Eccher (assessore allo sport, turismo e commercio del Comune di Caldonazzo) e Francesco Bocchetti (vice direttore della Trentini nel mondo).

Matias Perli, da Azul

I fratelli Marchetti, da Toronto (Canada)

Gustavo Perli (secondo da sinistra) è il presidente del Circolo trentino di Azul, una città nella Provincia di Buenos Aires (Argentina), fi n da quando il Circolo fu fondato nel 2005. Fu suo bisnonno Fortunato, che era nato a Nave San Rocco ma abitava a Zambana Vecchia, ad emigrare in Argentina nel 1897.

Quando quest’estate Gustavo ha fatto visita alla Trentini nel mondo, accolto da Rosanna Barchiesi, era con Renato Perli e Antonia Passer.

Il richiamo del paese di origine è irre-sistibile per Adriano e Sergio Marchetti (rispettivamente primo e terzo da destra), soci del Circolo trentino di Toronto (Canada). Durante l’estate hanno fatto visita ai parenti a Castelfondo, in Val di Non, e ne hanno approfi ttato per rag-

giungere Trento e far visita alla Trentini nel mondo.

Il benvenuto è stato dato dal presidente, Alberto Tafner. Nella foto ci sono anche Joe e Annie Moore di Reno (Nevada - USA) e Dino Marchetti (un loro parente che vive a Castelfondo).

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VISITE IN SEDE

Il gradito regalo di un libro

Andrey Taffner, dal Brasile

M. L. Mattedida Blumenau

In luglio c’è stata la visita di Andrey José Taffner Fraga (se-condo da sinistra nella foto), vice presidente del Circolo trentino di Rio dos Cedros (Santa Catarina - Brasile). Ad accoglierlo è stato il presidente dell’Associazione, Alberto Tafner e sua moglie Antonietta (terzo e seconda da destra nella foto).

Con Andrey c’erano anche (da sinistra), sua moglie Daniela

Destefani (che è anche del diret-tivo del Gruppo Folk Trentino di Rodeio), sua madre Marisa Taffner Fraga, la nonna Cecilia Taffner e il nonno Olivio (uno dei fondatori del Circolo Trentino di Rio dos Cedros, nel 1975, durante le celebrazione per il centenario dell’immigrazione italiana/tren-tina in Brasile).

La prima a destra è Joselina Destefani.

La vice presidente del Circolo trentino di Blumenau (Santa Catarina Brasile), Maria Luzia Mattedi, quest’estate ha fatto visita alla sede della Trentini nel mondo, accompagnata da Gabriele Mattedi, un suo amico trentino.

Editta Moratti è stata nella sede della Trentini nel mondo per regalare all’Associazione una copia del libro «Tridentinità transoceanica» (di Giovanni Amistadi, curato da Angelo Franchini). Il libro, una guida storico-biografica dei trentini negli Stati Uniti, racconta la vita dei trentini emigrati oltre oceano e riporta gli elenchi dei nostri concittadini partiti per gli USA, tra cui il padre di Editta.

Editta, figlia di Silvio e di Luigia Quaresima, è nata negli Stati Uniti nel New Jersey dove la famiglia era emigrata, per seguire il padre che aveva trovato lavoro

nelle miniere.Editta è rientrata in Trentino

quando aveva appena otto anni, assieme alla madre e alle due so-relle dopo la prematura scompar-sa del padre, dovuta alla silicosi, malattia che colpiva i minatori.

A rendere particolarmente emozionante il momento della consegna del libro, ha contribu-ito la presenza in sede di Jorge Herrera, presidente del Circolo Trentino di Tucuman (Argen-tina), che, come si vede nella foto, lo ha ricevuto a nome della Trentini nel mondo.

Il volume ora arricchisce la biblioteca dell’Associazione.

Alice Amigassi (al cento nella foto con Giada Degasperi e Sabina Corradini), del Circolo Trentino di San Francisco (Stati Uniti), du-rante un suo soggiorno estivo in Trentino è venuta a conoscere la sede dell’Associazione.

Alice è nata in Trentino ed è partita dalla Val di Ledro per la Silicon Valley quattordici anni fa, assieme al marito, per motivi di lavoro. Ogni anno ritorna in Trentino per riabbracciare i genitori, i parenti e gli amici.

Alice è l’ideatrice del logo per il 35° anniversario di fondazione del Circolo trentino di San Francisco (evento del quale abbiamo parlato nel precedente numero del giornale).

Alice Amigassi (S. Francisco)

Alcides e RitaEra febbraio quando Alcides

Bernardi Junior, fondatore e pri-mo presidente del Circolo trenti-no di Jahu (San Paolo – Brasile), è tornato a fare visita all’Associa-zione, insieme alla moglie Rita Ester Masiero Bernardi, come fa ogni volta che è in Trentino.

Suo nonno Giuseppe Bernardi, era emigrato in Brasile da Ronce-gno nel 1890; la nonna Arminda Victoria Furlan, invece, è arrivata in Brasile nel 1897 partendo da Povo.

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GENTE E FATTI

Uno alla volta, i pionieri e fondatori dei Circoli Trentini in Australia stanno rispondendo alla chiamata del Signore di fare ritorno alla casa del Padre. Que-sta volta si tratta di Dima Fox, nata Zeni, ad Andalo in Val di Non, in una numerosa famiglia di dodici fi gli. Dima aveva goduto di una lunga vita, essendo nata il 22 marzo del 1912, è passata a miglior vita a 103 anni di età, il 3 settembre 2015, in una casa per anziani a Wodonga, Victoria, Australia.

A Rovereto, dove Dima aveva ottenuto un buon lavoro presso una famiglia, conobbe Emilio Fox della Vallarsa, ottimo fale-gname, e nel 1938 si sposarono. Purtroppo il primo fi glio Rinaldo morì di poliomielite a tre anni di età. Poi arrivarono due fi glie, Marcella e Bruna.

Nell’immediato dopoguerra scarseggiava il lavoro, e nel 1949 Emilio decise di raggiungere la sorella Lina, sposata con Luigi Cobbe, a Myrtleford, nella Stato del Victoria in Australia. Qui Emilio imparò la lavorazione del tabacco, che rendeva di più del mestiere di falegname. La moglie Dima e le due fi glie lo raggiunsero nel 1954.

Dopo aver raggiunto il marito, Dima si coinvolse subito con la numerosa comunità italiana del paese e del distretto. Con tenacia trentina imparò la nuova lingua, e continuò la sua professione di sarta e di ricamatrice fi no agli ul-timi anni della sua vita, vincendo anche premi a varie mostre ed esibizioni.

Nel 1966 la comunità trentina della zona decise di formare il Circolo Trentino di Myrtleford e Distretto, e Dima fu eletta come prima Segretaria – ruolo che occupò ininterrottamente per diciotto anni, lasiandolo soltanto dopo aver deciso di trascorrere i suoi ultimi anni vicino alle fi glie nella località di Wodonga. Come Segretaria del Circolo si era imposta per la sua effi cenza, generosità e intraprendenza – qualità che le permisero di tenere in ordine un Comitato composto esclusivamente da uomini!

Perse il marito nel 1976. Pochi mesi dopo, all’inizo del 1977,

arrivava in Australia il dottor Bruno Fronza, allora Presidente dell’Associazione Trentini nel Mondo, il quale visitò anche Myrtleford. Il dott. Fronza infor-mò il Comitato del Circolo che l’Arcivescovo di Trento, Mons. Gottardi, avrebbe fatto una visita pastorale ai Trentini in Australia nei mesi di agosto-settembre di quell’anno. Dima assunse la re-sponsabilità dell’organizzazione della visita, con l’assistenza di Padre Bertagnolli.

A 103 anni è scomparsa Dima Zeni Fox«custode fedele» dello spirito trentino

La visita dell’Arcivescovo fu un’occasione molto emozionante per la comunità trentina.

Qualche anno dopo, nel gen-naio del 1982, il Circolo Tren-tino di Myrtleford organizzò la prima Convention Nazionale dei Trentini in Australia, con grande successo. Anche in questa occa-sione, Dima come Segretaria del Circolo divenne il cuore dell’or-ganizzazione.

Da allora i Trentini in Australia hanno ritenuto Myrtelford come la loro sede naturale. E qui si ritrovano volentieri per le loro feste.

Nel 2016 verrà organizzata un’altra Convention Nazionale dei Trentini a Myrtleford per

celebrare il cinquantesimo an-niversario della Fondazione del Circolo Trentino. Purtroppo Dima non sarà con noi; ma ci sarà il suo spirito di donna trentina, capace, volenterosa e intrapren-dente, che ha testimoniato alla famiglia e ai numerosi amici il suo amore per il Trentino.

Il rito funebre celebrato da Padre Bertagnolli, con grande partecipazione della comunità trentina e italiana della zona, è stata una celebrazione della lunga vita di una donna amata e rispettata da tutti.

L’Associazione Trentini nel Mondo ha inviato un messaggio di condoglianze alla famiglia e al Circolo Trentino locale, tramite il Coordinatore dei Circoli trentini dell’Australia, Silvano Rinaldi.

Mentre la salma usciva dal-la chiesa, accompagnata dalla bandiera del Circolo, risuonava solenne l’«Inno al Trentino», ricordando a ogni trentino emi-grante per il mondo di essere, come Dima, «custode fedele di sante memorie...».

Alle fi glie Marcella e Bruna, e alle nipoti, Simone, Emily e Ju-lia, la comunità trentina rinnova sentite condoglianze.

Padre F. Bertagnolli

NATA AD ANDALO ERA EMIGRATA IN AUSTRALIA NEL 1954: PER 18 ANNI È STATA LA SEGRETARIA DEL CIRCOLO DI MYRTLEFORD

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L’articolo e la quarta di copertina dedicata dal nostro giornale a Dima FoX nel 2012, in occasione del suo centesimo compleanno.

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SPECIALE MATTMARK

A Mattmark posata una targa ricordonel 50° anniversario della tragediaLe commemorazioni uffi ciali si sono svolte in Svizzera il 29 e 30 agosto, con il patrocinio

del Consolato Generale d’Italia di Ginevra e del Governo del Cantone Vallese.Alle due giornate ha partecipato anche una delegazione dell’Associazione Trentini nel mondo

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SPECIALE MATTMARK

Nel’alta valle di Saas, situata nelle Alpi del Vallese, vicino al paese di Saas Almagell si trovano Mattmark e il ghiacciaio Allalin.

In quella zona, ad oltre 2.000 metri di quota, era ubicato uno dei cantieri idroelettrici più grandi d’Europa. Si lavorava per la costruzione di una diga in terra battuta, necessaria a convogliare l’acqua per la produzione di energia elettrica. Il progetto e la direzione dei lavori facevano capo all’Elektrowatt di Zurigo per quanto riguardava la diga e la centrale di Zermeiggern, e alla Suiselectra di Basilea, relativa-mente alla centrale di Stalden. Le ditte impegnate nei lavori erano: la Schaffi r & Muglin Ag, la Ag Conrad Zschokke, la Losinger & Co Ag, la Locher & Cie Ag, la Ag Heinrich Hatt Haller e la Bless & Co, riunite in un consor-zio sotto la siglia A.S.M. Inoltre erano attive la Walo Bertschin-ger, la Schindler, la Schmalz, la Fux, la Baumann, la Theiler & Kalbermatten, l’Evêquoz e la Swissboring.

In totale, tra operai, tecnici e dirigenti, lavoravano a Mattmark tra le 600 e le 800 persone circa.

I lavori presero avvio a metà degli anni ’50 e la diga fu com-pletata nel 1967.

Si tratta di un’opera imponen-te. Una diga fatta con il pietrame prelevato dalle morene del so-prastante ghiacciaio Allalin, con una base di 370 metri, un’altezza di 115 e un volume totale di 10.000.000 di m3 di materiale.

Il cantiere più importante, il cantiere base, era stato impiantato a metà strada tra Mattmark, dove appunto si stava innalzando la diga, e il paese di Saas Almagell, ma alcune baracche, per uffi cio, mensa, offi cina, dormitorio, era-no state posizionate a circa 700 metri dalla diga, sulla traiettoria del ghiacciaio.

Nel tardo pomeriggio del 30 agosto 1965, tra le 17 e le 17 e 15, una lingua di seicentomila metri cubi di ghiaccio franò sul sottostante campo di lavoro alle-stito per la costruzione della diga. Rimasero travolti e sepolti sotto una coltre di ghiaccio spessa più di 50 metri 88 operai. 56 italiani, 24 svizzeri, 3 spagnoli, 2 austria-ci, 2 tedeschi e un apolide.

Se la tragedia fosse capitata

poco più tardi, i morti sarebbe-ro stati molti di più, poiché il ghiaccio avrebbe trovato sulla sua strada i lavoratori proprio nel momento del cambio di turno, quando la zona raggiungeva il massimo affollamento di persone.

Iniziarono subito le operazioni di soccorso, per cercare di trova-re qualcuno che poteva essersi salvato. Ben presto, tuttavia, i presenti compresero che c’erano poche speranze, e i lavori di scavo si trasformarono in ricerca delle salme. Ricerca tragica e complicata, resa ancora più ardua dal pericolo di nuovi crolli che il

ghiacciaio continuava a minac-ciare. L’ultima salma fu ritrovata solo due anni dopo la tragedia, nel mese di agosto. Si trattava di Costante Renon, di Sagron Mis, comune del Trentino.

Dopo la sciagura era necessa-rio accertare le responsabilità di quanto accaduto.

Il campo di lavoro travolto, infatti, era stato piazzato proprio sotto ad un ghiacciaio la cui insta-bilità era nota, tanto che la diga fu costruita più a monte, così da evitare che eventuali frane potes-sero danneggiarla. I lavori stessi inoltre, potevano aver aggravato

il rischio. Per ottenere il materiale di costruzione furono infatti sot-tratti dieci milioni di metri cubi di materiale dalle due morene formate nel tempo dall’Allalin e fatte esplodere una grande quan-tità di mine.

Era necessario verificare se fossero state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie ed effettuati gli indispensabili controlli sul ghiacciaio e sulla posizione delle baracche, così da stabilire se la catastrofe poteva essere prevista ed evitata.

Il 12 novembre 1969 terminò l’inchiesta e il giudice istruttore Mario Ruppen alla fi ne dell’anno trasmise al procuratore del Valle-se l’incartamento per la redazione dell’atto di accusa in vista dei dibattiti e della sentenza

Il 22 febbraio del 1972, a Visp, nel Canton Vallese, si aprì il processo. Gli imputati erano 17, tra impresari, funzionari federali e della cassa infortuni elvetica, tecnici delle imprese, ispettori dell’uffi cio sulla sicurezza del lavoro, accusati di omicidio “per negligenza”. Il procuratore straordinario dell’Alto Vallese, Anton Lanwer, il pubblico accu-satore, affermò la colpevolezza degli accusati chiedendo come pena un’ammenda tra i 1000 e i 2000 franchi.

La difesa affermò invece l’«imprevedibilità» di quanto accaduto, sulla base della perizia d’uffi cio prodotta dai professori Libourty di Grenoble, Baurst di Muenster, Muller di Monaco di Baviera e Hoinkes di Innsbruck.

Il 25 febbraio si chiuse il dibat-timento processuale e il 2 marzo fu pronunciata la sentenza che determinò l’assoluzione per tutti gli imputati. Gli avvocati di parte civile, rappresentanti i familiari delle vittime, ricorsero in appel-lo, per cui il 27 settembre dello stesso anno, a Sion, fu aperto un nuovo processo.

La sentenza arrivò il 5 ottobre e confermò quanto già espresso in prima istanza, con l’assoluzione completa di tutti gli imputati per l’«imprevedibilità» di quanto accaduto. Oltre a questo, però, i familiari delle vittime furono costretti a pagare metà delle spese processuali.

(Questo testo è stato tratto dal sito«50mattmark.bellunesinelmondo.it»)

Una tragedia senza colpevoliDOPO IL PROCESSO E L’APPELLO TUTTI GLI IMPUTATI SONO STATI ASSOLTI PER L’«IMPREVEDIBILITÀ» DI QUANTO ACCADUTO

Sotto una coltre di ghiaccio spessa più di 50 metririmasero travolti e sepolti 88 operai: 56 italiani

(e fra di loro cinque trentini), 24 svizzeri, 3 spagnoli, 2 austriaci, 2 tedeschi e un apolide

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SPECIALE MATTMARK

Commemorare, onorare e ri-spettare i caduti di Mattmark significa anche fare un atto di verità: non si tratta di rivangare il passato, superstiti e familiari non chiedono colpevoli ma sono in diritto di aspettarsi da parte di Svizzera e Italia delle scuse for-mali e uffi ciali. Sono state accolte da un applauso queste parole del senatore Claudio Micheloni (nella foto), durante il suo intervento alla cerimonia che si è svolta domeni-ca 30 agosto ai piedi della diga di Mattmark (foto in alto a destra).

Anche se con molta diffi col-tà - ha affermato il senatore - possiamo capire che allora per la Svizzera fosse un problema riconoscere delle colpe e che per l’Italia fossero più importanti le rimesse degli emigrati che non essere presente in difesa dei diritti dei propri cittadini all’estero: ma non è possibile dimenticare che le famiglie delle vittime sono state addirittura condannate a pagare parte delle spese giudiziarie: e questo, ha ribadito Micheloni, è inaccettabile.

LA CERIMONIADEL 30 AGOSTO

Il grande tendone allestito ai piedi della diga di Mattmark e al cospetto di quello che rimane del ghiacciaio dell’Allalin (foto a fi anco) non è stato suffi ciente ad ospitare le centinaia di per-sone salite fino a 2.100 metri per partecipare alla commemo-razione, iniziata con la messa - in lingua francese, italiana e tedesca - celebrata dal Vescovo di Sion, Jean Marie Lovey, con la partecipazione dei bellunesi monsignor Umberto Antoniol e don Cesare Lares, padre Costante

e due sacerdoti locali. Durante il rito religioso il Coro Monte Dolada ha cantato alcuni brani e il vice presidente della Bellunesi nel mondo, Rino Budel, ha letto una sua poesia (il testo è riportato a pagina 16).

La lettura da parte dell’Amba-sciatore d’Italia a Berna, Cosimo Risi, del messaggio inviato dal presidente della Repubblica Ser-gio Mattarella (testo a pagina 15), ha aperto la parte riservata agli interventi delle autorità.

Dopo Domenico Mesiano (pre-sidente dell’Associazione Italia-Vallese e del Comitato ad hoc Mattmark 2015), introdotti da Gregoire Jirillo hanno preso la parola Martin Anthamatten (pre-sidente del comune di Saas- Alma-gell e deputato al parlamento del Vallese), Umberto Soccal (sinda-co del Comune di Pieve d’Alpa-go), Giuseppe Belcastro (sindaco di San Giovanni in Fiore, il paese della provincia di Cosenza che ha

avuto sette vittime), il senatore Claudio Micheloni e Jacques Melly, Presidente del Consiglio di Stato del Cantone Vallese. Melly ha ammesso che in questa tragedia ci sono state delle colpe e ha voluto ringraziare la comunità italiana presente nel Vallese, che attualmente conta circa ventimila italiani, per quanto hanno fatto e continuano a fare per il benessere e il progresso della Svizzera.

Gli interventi sono stati chiusi

dal sottosegretario per gli affari regionali e le autonomie del governo italiano, Gianclaudio Bressa (stralci del suo intervento sono riportati a pagina 15).

Al termine della cerimonia i presenti hanno raggiunto in cor-teo il luogo dove è stata collocata una targa a ricordo del 50° anni-versario, inaugurata e benedetta mentre il Coro Monte Dolada intonava «Signore delle cime».

LA GIORNATADEL 29 AGOSTO

Il giorno precedente, sabato 29 agosto, il programma della commemorazione prevedeva al mattino una tavola rotonda sul tema «Sicurezza e prevenzione sui cantieri: quali politiche oggi contro i rischi d’infortunio sul lavoro?», che si è svolta presso la Grünwald-Saal a Briga, e la sera-ta d’onore al Zentrum Missione di Naters (foto in alto a sinistra).

La serata è stata aperta dagli inni nazionali italiano e svizzero, eseguiti rispettivamente dal Coro Monte Dolada e dalla Musikge-sellschaft di Vispe. Sono seguiti gli interventi di Gennaro Praticò (vice presidente del Comitato ad hoc Mattmark 2015), Remo Salzman (vice presidente del Co-mune di Naters), Andrea Bertozzi (Console Generale d’Italia a Gine-vra), Esther Waeber-Kalbematten, (vice presidente del Consiglio di Stato del Vallese), Oscar De Bona (presidente dell’Associazione Bellunesi nel mondo), Vania Alleva (presidente del Sindacato Unia), Kurt Regotz (segretario centrale del sindacato Syna), Nicolas Voide (presidente del Gran Consiglio del Vallese) e di un familiare di una delle vittime.

Dopo 50 anni è tempo che Svizzera e Italiachiedano scusa ai superstiti e ai familiari

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SPECIALE M

Sotto il tendone allestito ai piedi della diga di Mattmark dove è stata la celebrata la messa c’era anche Ettore Dal-don (primo a sinistra nella foto) di Sagron Mis, uno dei trentini sopravvissuti alla tragedia, che cinquant’anni fa sotto il ghiaccio ha perso il fratello Ottorino. Ettore era accompagnato dalla moglie, Leopoldina (al suo fianco nella foto). Da Sagron Mis è arrivato anche Erminio Sal-vadori (terzo da sinistra), un altro sopravvissuto, insieme alla moglie Maria.

Al termine della cerimonia, abbiamo scambiato due parole con Ettore Daldon.

Che signifi cato ha per lei questa giornata?

Questa giornata ha un valore signifi cativo molto forte per me, perché i ricordi di allora sopravvengono ora uno sopra l’altro... è molto diffi cile, an-che, perché si vedono i posti dove si è lavorato, dove si era. Quando è caduto il ghiacciaio mi trovavo proprio in questa zona dove siamo adesso. L’ho visto dalla partenza fi no alla fi ne: si vedeva l’aria davanti che buttava via le baracche,

portava via gli uomini, le mac-chine, faceva una distruzione prima l’aria e poi il ghiacciaio ha coperto tutto. Una distesa enorme, una distesa di ghiac-cio che se non si vede non è possibile da credere.

Ha riconosciuto alcuni luoghi, oggi?

I posti li ho riconosciuti benissimo, sono cambiati un pochino, perché fi niti i lavori hanno fatto ordine, hanno messo tutto a posto. Ho rico-nosciuto anche un posto dove ho lavorato per l’inizio di una galleria: ci sono ancora i ferri piantati da allora e li avevo piantati io. Li ho riconosciuti, li ricordo benissimo.

Cosa bisogna imparare da questa giornata di comme-morazione?

Da questa giornata bisogna imparare che cose del genere non succedano più, che si deve migliorare e auguriamoci che fi niscano anche le tragedie di tutti gli altri migranti, morti in mare e sui camion e che l’Europa si metta anche un po’ d’accordo per sostenerli tutti o per creare le condizioni affi nché possano rimanere nei loro paesi di provenienza.

Il ricordo di Ettore Daldon: il ghiaccio ha coperto tutto

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MATTMARK

Domenica 30 agosto abbiamo celebrato a Mattmark i 50 anni trascorsi dalla tragedia di quel lunedì di fi ne estate quando alle 17.15 un consistente pezzo del ghiacciaio dell’Allalin si staccò e precipitando a valle travolse ben 88 di quei poveri operai – in maggior parte italiani – che per sfamare le loro famiglie era-no costretti a turni massacranti per costruire una diga che dal 1969 avrebbe poi fornito centinaia di megawatt di energia elettrica a tutta la Svizzera.

L’evento rappresentò la maggiore tragedia del lavoro nell’ambito elvetico, la seconda per l’Italia dopo quella della miniera di Marcinelle: per entrambe le opere, come si è ripetuto a Mattmark, si aspettavano braccia e sono arrivati uomini, giovani, padri di fa-miglia che hanno pagato cara la loro volontà di riscattarsi dalla miseria e dalla povertà.

Mi sono fatto ripetere, perché credevo di non aver capito bene, il numero delle ore lavorate ogni mese da uno dei superstiti incontrati il 30 agosto: mai meno di 380, per due anni! Aveva già la famiglia, a Saas-Armagell, solo cinque chilometri più a valle, ma passavano anche dieci giorni prima di po-terla rivedere, in quanto tra un turno e l’altro non rimaneva che il tempo per riposare un po’ nelle baracche poste sotto il ghiacciaio, proprio quelle che sono state poi spazzate via in un attimo: lui si salvò perché si trovava sull’altro lato della montagna, più in alto, assistendo così al compiersi della tragedia.

Drammatico e commo-vente anche sentire sul posto la testimonianza di un altro superstite, Gue-rino Papa (nella foto), originario di Teramo, che all’epoca aveva solo 19 anni e lavorava lì assie-me al papà di 41, mentre descrive il percorso fatto

dalla valanga di ghiaccio e pietrame. Entram-bi sentono il boato, il papà alza gli occhi ed esclama «Oddio, per noi è fi nita»; poi arriva la fi ne del mondo. Il fi glio, che racconta la scena come fosse accaduta ieri, si salva senza nemmeno un graffi o, ma il papà non c’è: viene individuato un paio di ore dopo, sotto la ruspa del fi glio; rimane solo il tempo di sentire un ultimo grido di dolore, poi il silenzio e la morte.

Ma Mattmark è stata per anni ed anzi è ancora una tragedia dimenticata, a parte il grande lavoro guidato e coordinato dall’As-sociazione Bellunesi nel Mondo in collabo-razione con l’Associazione Italia Vallese per preparare e celebrare il cinquantesimo di un evento accaduto meno di due anni dopo l’immane tragedia del Vajont, dove la montagna è precipitata nella diga appena ultimata. Inevitabile per me pensare anche alla nostra Stava…

Domenica 30 agosto i superstiti che erano lassù a Mattmark, con le lacrime agli occhi pensando ai loro colleghi morti, non doveva-no essere considerati semplici partecipanti alla cerimonia ma eroi, ai quali tributare un doveroso omaggio, un concreto segno di riconoscenza. Purtroppo, invece, sono stati lasciati nell’anonimato, privilegiando i doverosi passaggi celebrativi uffi ciali, che rischiano però di essere dimenticati in pochi giorni.

Un fatto positivo lo abbiamo peraltro percepito chiaramente: tutti - radunati a lato di quello che era il ghiacciaio - hanno riconosciuto la prevedibilità dell’evento e la superfi cialità con la quale la giustizia ha assolto i responsabili della tragedia, beffan-do addirittura i familiari con la condanna a pagare metà delle spese processuali.

Unanime è stato lo sdegno, con la richie-sta precisa affi nché vengano fatte – seppur in grande ritardo – le scuse uffi ciali: di là, in Svizzera, per quanto accaduto e di qua, a Roma, per le condizioni in cui i migliori uomini venivano mandati all’estero o lasciati andare a lavorare, per mandare in patria le rimesse a sostegno delle loro famiglie.

Ma se queste scuse non arriveranno a breve, entro qualche anno, sarà troppo tar-di, perché gli eroi di quei giorni ci avranno lasciati.

Cesare Ciola

Ma i sopravvissuti si meritavanoun concreto segno di riconoscenza

LE RIFLESSIONI DEL VICEPRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO, CESARE CIOLA, DOPO LA CERIMONIA AI PIEDI DELLA DIGA

Domenica 30 agosto i superstiti che erano lassù a Mattmark,

con le lacrime agli occhipensando ai loro colleghi morti,non dovevano essere considerati

semplici partecipanti allacerimonia ma eroi, ai quali

tributare un doveroso omaggio.Purtroppo, invece, sono stati

lasciati nell’anonimato

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SPECIALE MATTMARK

Il presidente dell’Associa-zione Bellunesi nel mondo ha preso la parola durante la serata di sabato 29 agosto. Qui di seguito alcuni passaggi del suo intervento.

La diga che chiude il lago, sapientemente costruita in terra-pieno, non ha l’aspetto arrogante della nota chiusa del Vajont, ma quasi si perde nel paesaggio e lo specchio d’acqua, celeste pallido, sembra lì da sempre come natura-le conseguenza dello sciogliersi del ghiaccio.

Questo è Mattmark oggi. Un luogo tranquillo frequentato da turisti che arrivano a contemplare il ghiacciaio oppure a passeggiare sulle sponde del lago. Un’imma-gine da cartolina.

Cinquant’anni fa tutto era diver-so. L’ambiente e lo stato d’animo. L’anima era a pezzi per la morte di queste persone. In provincia di Belluno, che ebbe 17 vittime, si riaprì la ferita, mai completamen-te rimarginata, del Vajont.

Quanti emigranti hanno soffer-to, lavorando sodo per un futuro migliore da dare ai propri fi gli e alla stessa comunità. Quanti sacrifi ci.

Da questa immane tragedia nel 1966 si costituì l’Associazione Bellunesi nel Mondo (allora As-sociazione Emigranti Bellunesi) e fi n dalla sua nascita si impegnò a tutelare gli emigranti bellunesi, ma non solo. Da sempre l’As-sociazione e altre associazioni hanno tenuto alta la voce dei propri associati e hanno diffuso a livello scolastico la storia dell’e-migrazione.

Non dimentichiamo che il progresso dell’Italia, per diversi decenni, è stato fatto grazie alle rimesse di chi lavorava all’estero. E a questo progresso hanno con-tribuito anche i 56 italiani morti a Mattmark.

Il progresso... a volte l’uomo per il progresso e la sete di de-naro, è cieco alle esigenze e ai bisogni dell’umanità.

1963 Vajont, Belluno... 1965 Mattmark, Svizzera.

Nella sfi da uomo natura il pri-mo ha perso, ma nella sfi da uma-nità e potere purtroppo ha vinto il secondo. Come dimenticare il verdetto del processo. Tutti as-solti, nessun condannato. Eppure l’opinione pubblica ha dimostrato la sua totale disapprovazione e gli articoli dell’epoca ne sono un prova concreta, come i due do-cufi lm che le TV Svizzere RSI e SRF hanno prodotto quest’anno.

Trasmettiamo alle nuove ge-nerazioni cosa è stato Mattmark. Con soddisfazione posso dire

che l’Associazione Bellunesi nel Mon-do e le associazioni consorelle, attraver-so questo 50°, sono riuscite a smuovere le coscienze di molte istituzioni sia in Ita-lia che in Svizzera.

N e l l ’ a r c o d e l 2014/2015 abbiamo

raccolto oltre 70 testimonianze di questa tragedia e le abbiamo trascritte affi nché non cadessero nell’oblio. Sebbene Mattmark abbia portato morte, da questa tragedia è nata l’Associazione Bellunesi nel Mondo che, anche con questa celebrazione, prose-gue il suo impegno di tutela verso le future generazioni di migranti, mantenendo vivo nella storia quanto fatto dai nostri emigranti. Se siamo qui oggi è grazie a loro. Non dimentichiamolo e non di-mentichiamoli.

«Morti nel ghiaccio, vivi nella memoria».

Primo Appoloni (di Pieve di Bono), Ferdinando Degara (di Tiarno di Sotto), Costante Renon (di Sagron Mis), Gino Furletti (di Riva del Garda), e Ottorino Daldon (di Sagron Mis): sono questi i nomi dei lavoratori tren-tini scomparsi nella tragedia di Mattmark.

Le loro fotografi e compaiono in questo ordine sulla prima pagina

dell’edizione uscita nell’ottobre 1965 del mensile «Trentini nel mondo» (nella foto sulla pagina a fi anco).

Le cinque vittime non erano gli unici trentini presenti sul luogo. Come riportato sul mensile della Trentini nel mondo, gli «scampati alla catastrofe» furono Camillo Broch, Valerio Faoro (di Tona-dico), Oscar Salvadori e Modesto

Il ricordo di Esther Waeber-Kalbermatten,vice presidente del Consiglio di Stato Vallese.

Avevo 13 anni allora. La nostra famiglia abitava a Stalden e mi ricordo bene il suono delle sirene dei mezzi della polizia e delle ambulanze che si facevano eco durante tutta la giornata.

La verità sull’accaduto si venne a sapere solo in serata. E lo choc si fece largo in un baleno. Ot-tantotto era il numero delle vittime fra gli operai. Come poteva succedere un disastro del genere? Sconvolgenti erano le foto dei baracconi distrutti che facevano il giro del mondo.

E immediatamente sorse la domanda se la causa principale fosse dovuta alle misure di sicurezza insuffi cienti. Come mai si piazzarono le baracche, gli alloggi degli operai proprio sotto la lingua del ghiacciaio? Con una citazione del fi losofo cinese Laotse vorrei sottolineare che «Si è responsabili non soltanto per quello che si fa ma bensì anche per quello che non si fa!»

Mattmark ha lasciato tracce profonde, nei nostri cuori, come pure nel nostro modo di pensare e agire. E posso assicurarvi che quella tragedia ci è servita da insegnamento.

Quella tragedia ci è servita d’insegnamento

Ci furono anche cinque vittime trentineI LORO NOMI SONO INCISI SULLA LAPIDE COMMEMORATIVA CHE SI TROVA NELLA CAPPELLA SANT’ANNA DI SAAS ALMAGELL

Progresso e sete di denaro talvolta accecanoNEL SUO INTERVENTO IL PRESIDENTE DELLA BELLUNESI NEL MONDO, OSCAR DE BONA, HA CITATO ANCHE IL VAJONT

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SPECIALE MATTMARK

Simon (di Transacqua), Raul Bancher (di Siror), Luigi, Ago-stino ed Ettore Reppele (di Mez-zano), Ettore Daldon e Vittore Salvadori (di Sagron), Giuliano Zancanella, Bruno Lamber (di Centa San Nicolò) e Gianfranco Perotto.

L’allora direttore della Tren-tini nel mondo, Rodolfo Abram (primo a sinistra nella foto a

fi anco), appe-na giunta la notizia, partì immediatamente per il luogo della trage-dia, dove il giorno seguente fu raggiunto da Bruno Fronza (ter-zo da sinistra), vice presidente dell’Asso-ciazione.

Il messaggio inviato dal Pre-sidente della Repubblica, Ser-gio Mattarella, è stato letto dall’Ambasciatore d’Italia a Berna, Cosimo Risi.

Desidero esprimere la mia più sentita vicinanza ai familiari delle vittime della tragedia del Mattmark e rivolgere un caloroso saluto agli organizzatori e ai par-tecipanti all’odierna cerimonia conclusiva delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario.

La commemorazione di oggi rappresenta un atto di doveroso

Un atto di doveroso rispettonei confronti di tutte le vittime

Le rifl essioni di Vania Alleva, presidente del sindacato UNIA

Commemorare i lavoratori morti a Mattmark signifi ca anche ricordare l’immenso contributo che i lavoratori migranti hanno dato a questo Paese. Ad un Sviz-zera prospera che per la costru-zione delle grandi opere, quali le gallerie, le dighe, le strade e au-tostrade negli anni ha fatto capo a migliaia e migliaia di lavoratori stagionali. Costringendoli spesso a lavorare in condizioni disu-mane. Oggi gli orari di lavoro, i salari, le condizioni igieniche e gli standard di sicurezza che han-no accompagnato la costruzioni delle grandi opere in Svizzera ci appaiono inconcepibili.

Commemorare signifi ca anche ricordare il contributo dei lavo-ratori migranti oggi, in Svizzera ma anche in Europa.

Signifi ca trarre i dovuti inse-gnamenti per il futuro. Signifi ca capire che la sicurezza sul lavoro e la protezione della salute sono anche espressione del rispetto per le persone che svolgono per noi i lavori più pericolosi e pesanti.

Quelle condizionidi lavoro, oggi

sono inconcepibili

rispetto nei confronti delle vitti-me, italiane e non, di una delle pagine più dolorose della storia della nostra emigrazione

Il dramma di Mattmark ci richiama altresì ad un’attenta ri-fl essione sul contributo che l’im-migrazione ha portato, e porta, allo sviluppo e al progresso delle nostre società e sull’opportunità di mantenere alta l’attenzione sul delicato tema della sicurezza sul luogo di lavoro.

In questo spirito, desidero rinnovare i miei saluti a tutti i

presenti e a quanti sono oggi uniti nel ricordo di quella dolorosa vicenda della nostra storia.

Oggi in Europa quasi ogni giorno c’è una MattmarkAlcuni stralci dell’intervento

di Gianclaudio Bressa, sottose-gretario per gli affari regionali e le autonomie del governo italiano.

Credo che manifestazioni come queste, promosse da un eccezio-nale comitato organizzatore, non sono dei fatti che durano il tempo di una mattina ma sono dei punti fermi nella stioria e nella vita delle persone e delle istituzioni.

Nei giorni successivi alla tra-gedia l’allora presidente della Confederazione elvetica disse che quella catastrofe spaventsoa ci aveva ricordato che l’uomo non è padrone del suo destino. Ora, lontani dalle emozioni scon-volgenti di quei giorni, abbiamo il dovere delle risposte.

Dopo Mattmark cambiarono molte cose. Gli operai nella trage-dia tornarono ad ad essere donne e uomini di nazionalità diverse accomunati dal sacrifi cio a cui

sono stati costretti in nome del progresso. Mattmark contribuì in maniera defi nitiva a cambiare il modo di raccontare questi tragici eventi e cambiò nella gente la percezione di questi eventi.

Dal punto di vista della sicurez-za sul lavoro e della salvaguardia del territorio, Mattmark fu de-

terminante per la ridefi nizione delle strategie di sicurezza nella realizzazione delle grandi strut-ture, contribuì a far crescere la consapevolezza della necessità di pensare politiche capaci di armo-nizzare le ragioni dello sviluppo con la tutele di uomo e ambiente.

Mattmark ci ha fatto capire che l’emigrazione è una favola amara che divora, come scrisse Dino Buzzati all’indomani della tragedia. E oggi, nel Mediter-raneo e nell’Europa centrale e Balcanica, quasi ogni giorno c’è una Mattmark. È in gioco l’eredità umanitaria dell’Europa, la concezione che noi abbiamo dell’uomo,

Impariamo da questa lezione e non dimentichiamola né oggi né in nessuno dei giorni che ab-biamo davanti, che ci chiedono di essere all’altezza dei valori di civiltà che abbiamo saputo costruire.

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SPECIALE MATTMARK

Quando il cielo di sera cambia i colorila campana dell’Ave inizia suonareil cielo si oscura, s’inoltra la notte,in silenzio la valle or va riposare.

Sol lassù in cima si sente rumoredi gente che corre, che va lavorare,ruotare di mezzi, scavar delle pale,martelli che roccia fan sgretolare.

Pochi minuti ed il turno si cambia,la sciolta di notte inizia il lavoro,un’ultima scorsa a quelle due righeoggi arrivate che parlan d’amore.

La sposa ti scrive, ti parla del fi glioche del grembo l’attesa sta per fi nire,solo una cosa ti vuol domandare:Sia l’ultima volta a vederti partire!

I gracchi nel cielo ritornano ai nidi,l’aria che pizzica e morde la pelle,sulla montagna sopra il cantierel’azzurro del ghiaccio si mesce col cielo.

D’improvviso un boato vien di lassù

che tutta la valle vibra e rintrona,non è stato il rumore di una volata,

né un temporale nel cielo che tuona.

Quell’azzurro turchese si è staccato dal cielosui sassi e le rocce fa come una biscia,che corre, che salta, che tutto travolge,questa bianca morte... che scivola liscia.

Si piegano i tetti, si spaccano i travi,lamiere contorte... di sangue arrossate,gente che cerca, che urla, che chiama,con l’ultimo gesto, un gesto di croce.

Or quella lettera in mano tu stringimentre il respiro si spegne pian piano,si chiudono gli occhi ed al cuore la portivolando il pensiero al tuo paese lontano.

Sotto a ’sta coltre di ghiaccio e detritidistruzione e morte su tutto il cantiere,erano ottantotto lassù a Mattmark saliti,portando i loro sogni, sacrifi cio e dovere.

Quando il cielo la sera cambierà i colori,della campana i rintocchi or sì piangeranno,nella valle il silenzio, un muto pregareper quegli emigranti che mai più torneranno!

Mattmark, 30 agosto 1965Poesia di Rino BudelVice presidente Associazione Bellunesi nel mondo

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CIRCOLI

L’11 settembre Rio dos Cedros (Santa Catarina - Brasile) ha avu-to l’onore di ricevere la visita del presidente della Provincia Auto-noma di Trento, dott. Ugo Rossi, che è venuto accompagnato da una delegazione trentina (articolo alle pagine 2-3), nell’ambito di un viaggio organizzato per ricorda-re i 140 anni di immigrazione trentina-italiana in Brasile.

La delegazione trentina è ar-rivata a Rio dos Cedros a metà pomeriggio: ad accoglierla presso la sede del Consiglio comunale, c’erano conglieri, il vice sindaco, Marildo Felippi, il presidente del Circolo Trentino di Rio dos Ce-dros, Doralice Panini, il console onorario italiano, José Campestri-ni, e altre autorità.

Il coro del Circolo Trentino, «Gruppo Folkloristico Compagni Trentini», ha eseguito l’«Inno al Trentino» e alcune melodie tipi-che, dimostrando che Rio dos Ce-

Da destra nella foto: il Console onorario italiano, José Campestrini; il presi-dente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi; la presidente del Circolo Trentino, Doralice Panini; Andrey José Taffner Fraga, vice presidente del Circo-lo Trentino di Rio dos Cedros, e sua moglie, Daniela Destefani.

dros mantiene ancora vivo il suo folclore. In seguito la delegazione ha visitato alcune aziende situate nella città, i cui titolari sono discendenti di immigrati trentini.

Alla sera, il presidente Rossi e la delegazione trentina sono stati ospiti presso il ristorante Thapyoka, dove erano presenti anche altri membri della comu-

nità trentina, come Andrey José Taffner Fraga (vice presidente del Circolo Trentino di Rio dos Cedros), Iracema Moser Cani (coordinatrice generale dei Cir-coli Trentini in Brasile), Simone Sehnem (coordinatrice dei Circo-li trentini - zona Santa Catarina), Diego Poffo (del Circolo di tren-tino di Ascurra), componenti del Gruppo Folk Trentino di Rodeio e del Circolo Trentino di Rodeio.

È interessante notare che questa è la seconda volta che Rio dos Cedros riceve la massima auto-rità della Provincia di Trento - il presidente. La prima volta fu nel 1975, quando si celebrò il cente-nario dell’immigrazione italiana a Rio dos Cedros, occasione in cui è stato fondato il Circolo Trentino di Rio dos Cedros. Que-sta nuova visita rafforza i legami della città e del Circolo con la terra d’origine, il Trentino.

Andrey Taffner Fraga

Il presidente Ugo Rossi a Rio dos CedrosUNA VISITA, AVVENUTA L’11 SETTEMBRE, CHE RAFFORZA I LEGAMI DELLA CITTÀ E DEL CIRCOLO CON LA TERRA DI ORIGINE

Circa una trentina di persone dei vari Circoli trentini hanno creato la «Cooperativa Trentina Ltda.» per far fronte alle loro comuni ne-cessità ed aspirazioni economiche, sociali e culturali. L’obiettivo è di raggiungere tutte le famiglie trentine per lavorare assieme e migliorare la qualità di vita di ogni associato. La cooperativa nasce con un ampio spettro di azione: risparmio, credito, consumo, produzione, servizi e commercializzazione.

Il consiglio di amministrazione è così composto: presidente, Marta Libardi; vice presidente, Mirtha Nuñez; segretaria, Alice Bernal; tesoriere, Eusebio Mayeregger; consigliere titolare, Gabriela Arenas, supplente, Teresita De Aponte; secondo consigliere, Marcelo Jaime. Essenzialmente una cooperativa di trentini con attività e benefi ci per tutti i trentini che vogliono associarsi. (r.p.)

NOTIZIE DAI CIRCOLI TRENTINI DEL PARAGUAY

Cooperativa Trentina Ltda.

Riunione di coordinamentoRappresentanti di nove dei die-

ci Circoli trentini del Paraguay si sono riuniti il 16 agosto ad Asun-cion, convocati da Alejandrino Acuña Gianotti (coordinatore dei Circoli trentini) e da Rober-to Paolazzi (responsabile della struttura Trentini nel mondo in Argentina). I Circoli presenti era-no quelli di Fernando de la Mora, Lambare, Asuncion, Luque, Atyra, Caacupé, Caaguazu, San Pedro y Concepcion. Unico as-sente (giustifi cato) Paso Barreto.

L’incontro di coordinamento ha offerto innanzi tutto un’occasione per rinnovare i legami di amicizia e di solidarietà fra i Circoli del paese.

Gianotti e Paolazzi hanno par-lato degli obiettivi della Trentini nel mondo e hanno sollecitato i Circoli a prendere contatto con le autorità e le altre associazioni delle loro città, a promuovere iniziative e a far circolare infor-mazioni sulle loro a t t iv i tà . Durante la riu-nione Cristian Gonzalez, di ori-gini trentine, ha eseguito all’arpa alcuni brani mu-sica paraguaiana e internazionale.

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CIRCOLI

Alla «Festa trentina» di Rio dos Cedros»rivivono tradizioni e cultura dei padri

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CIRCOLI

Dopo un anno di sospensione - a causa dell’alluvione che ha col-pito la città nel 2014 - quest’anno Rio dos Cedros (Santa Catarina - Brasile) ha potuto celebrare la sua storia e la sua origine, orga-nizzando un’altra edizione della «Festa Trentina».

Il 3 settembre c’è stata l’apertu-ra uffi ciale, con la partecipazione

di autorità regionali, co-munali, membri del

Circolo Trentino di Rio dos Cedros, le principesse e la regina della Festa e il nonno

e la nonna, i personaggi

della Festa che ricordano tutti i nonni della città, i guardiani della cultura e della saggezza degli

antenati.

Nel suo discorso inaugurale, la presidente del Circolo trentino, Doralice Panini, ha ricordato i 140 anni dell’immigrazione trentina - italiana in Brasile. Il sindaco, Fernando Tomaselli, ha parlato dell’importanza de-gli immigrati per lo sviluppo della città e della provincia di Santa Catarina. La cerimonia di

apertura della Festa è proseguita con le esibizioni del «Gruppo di Violini» della Orchestra della città di Timbó, e del Gruppo Folkloristico Compagni Trentini (il coro del Circolo Trentino di Rio dos Cedros).

La Festa è proseguita fi no al 7 settembre. Ogni giorno c’eranno spettacoli con gruppi tipici della città e di tutta la provincia. Ogni sera c’era musica da ballo.

Come ogni anno la polenta è stata il piatto principale dell’o-ferta gastronomica della Festa, sempre accompagnata da buon vino. Il menù prevedeva, tra l’al-tro, anche il «Piatto Nostrano» e il barbecue.

Nell’ultimo giorno della Festa, c’è stata l’elezione delle nuove principesse e della regina per la prossima edizione della Festa.

Così, Rio dos Cedros continua a mantenere vive le sue tradizioni e a celebrare la cultura dei bravi colonizzatori trentini. (a.t.f.)

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CIRCOLI

Il Circolo Trentino di Santa Olimpia (San Paolo – Brasile), con il sostegno dell’Associa-zione Trentini nel Mondo, ha realizzato il progetto «CUCI-NA trentino-tirolese: PIATTI a piacere», riservato a bambini e ragazzi di Santa Olimpia, di età compresa tra 9 e16 anni.

In ogni lezione gli studenti hanno imparato a preparare due piatti salati e dolci.

A conclusione di questo pro-getto, così importante per la nostra cultura gastronomica,

gli alunni, insieme al consiglio del Circolo trentino e ai loro insegnanti, hanno organizzato un pranzo al quale hanno par-tecipato i loro familiari e amici: erano presenti anche Dori Vitti, coordinatore del Circoli trenti-ni del Brasile del nord, Silverio Vitti, presidente del Circolo di Piracicaba e Arnaldo Stenico, rappresentante dell’Associazio-ne di S. Olimpia. Il menù pre-vedeva strangolapreti, crauti, polenta, pollo in salsa, cucagna, foiadetti (pasta fatta in casa), grostoli e crema dessert.

È stata un’esperienza unica, nella quale gli insegnanti e tutti i presenti hanno avuto modo di apprezzare l’entusiasmo e la dedizione con cui gli alunni del corso hanno cucinato e servito il menù, orgogliosi di aver pre-parato dei piatti così gustosi.

Doverose congratulazioni

Congratulazioni per dedizione e bravuraai giovanissimi cuochi di Santa Olimpia

IL CIRCOLO HA ORGANIZZATO UN CORSO DI CUCINA RISERVATO A BAMBINI E RAGAZZI DI ETÀ COMPRESA FRA 9 E 16 ANNI

CIRCOLI

ni adcilp

vanno espresse a tutti gli stu-denti, ai loro genitori e agli insegnanti, che hanno saputo dare il giusto peso a questo progetto. Ora basta mettere in pratica nella vita quotidiana di ciascuno quanto imparato durante il corso, e la nostra tra-dizione gastronomica rimarrà per sempre viva nella nostra comunità!

Il Direttivo del Circolotrentino di Santa Olimpiatrentino di Santa Olimpia

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CIRCOLI

Domenica 14 giugno, è stato celebrato l’83° anniversario del Circolo Trentino di Buenos Aires (Argentina), appuntamento al quale hanno partecipato circa 130 persone. A fare gli onori di casa sono stati Gabriela Anzelini, presidente del Circolo, e Mariano Roca, Consultore della Provincia Autonoma di Trento e già componente del direttivo del Circolo, che hanno accolto i partecipanti con la loro abituale gentilezza.

Alle 12.30 padre Italo Serena ha celebrato la santa messa ricordando i membri del Circolo scomparsi e i loro amici. Poi è stato servito il delizioso pranzo con le pietanze preparate dalle donne del Comitato. Il menù prevede-va: antipasto, polenta e crauti, semifreddo e vin brulè. Alla fi ne tutti hanno innalzato il bicchiere per il brindisi.

L’animazione è stata garantita dall’orche-stra «Le Stelle d’Oro».

Da segnalare, la presenza dei presidenti e di alcuni membri dei Circoli trentini di La Plata e Zarate, che insieme al sottoscritto hanno espresso elogi per la cordialità e il delizioso pranzo.

Carlos Trentin

Delizioso menù trentinoal Circolo di Buenos Airesper il suo 83° anniversario

Venerdì 5 giugno, i soci del Circolo Trentino Corzuela (Argentina) e la famiglia di Don Humberto Bandeo, si sono riuniti per onorarlo e festeg-giare con lui il suo novantesimo compleanno. Da parte del Circolo è stata preparata una cena, della quale il festeggiato non era a conoscenza: in questo modo il Circolo ha voluto

manifestare il suo affetto e la stima nei confronti di Humberto, per la sua costante, attiva e disinteressata partecipazione alla vita del Circolo. Humberto ha ringraziato commosso per la bella sorpresa. È stata una serata nel segno dell’allegria e dell’a-micizia, che ha lasciato un bellissimo ricordo in tutti partecipanti.

NOVANTA CANDELINE A TUCUMAN E CORZUELA

Don Humberto Bandeo

Oscar Nicolas AgostiniMercoledì 25 marzo il Circolo tren-

tino di Tucuman (Argentina) ha fe-steggiato i novantanni di vita di Oscar Nicolas Agostini, fi glio del maestro Silvio Agostini, emigrato da Levico Terme, che si insediò nella provincia di Cordoba, dove fondò un’importante scuola di musica, che al giorno d’oggi porta il suo nome.

Oscar Nicolas dopo aver conseguito il diploma nella scuola tecnica, si trasferì a Tucuman, dove avviò molte iniziative, tra le quali la più grande

impresa metallurgica del Nord Est argentino.

Il carisma, la semplicità e la volontà di servizio sono alcuni caratteri distin-tivi della sua personalità.

Oscar Nicolas ha festeggiato il suo compleanno insieme alla moglie Blanca Silvia Maldonado, ai fi gli Su-sana, Carlos e Luis e ai nipoti Susana, Alejandra, Franco e Mateo.

Il Circolo, anche dalle colonne del giornale, vuole rinnovare gli auguri di buon compleanno.

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LI RICORDIAMO COSÌ

Antonietta Saiani, vedova Cumerlotti, era nata il 24 luglio1932. Nel 1964 con la piccola Lorena nata dal matrimonio con Elio Cumerlotti, raggiunse il marito a Basilea (Svizzera), dove quest’ultimo lavorava da qualche tempo e si stabi-lirono a Muttenz. In seguito nacque il secondogenito Fabrizio. Antonietta fu un’importante collaboratrice dell’allora neocostituito Circolo Trentino di Basi-lea, sempre presente alle attività, lavorando assiduamente.

Nel 1994 raggiunta l’età pensionabile, Antonietta e Elio tornarono nel loro amato Trentino e si stabilirono a Lizzana. Anche qui An-tonietta si distinse per la voglia di fare, fece parte del circolo degli anziani e di altre attività sociali del paese.

Nel 2008 il marito Elio morì e questa fu una prova diffi cile da su-perare, ma le molte attività che la tennero occupata e la fede in Dio l’aiutarono a lenire il grande dolore.

Il Circolo Trentino di Basilea esprime a Lorena, Fabrizio e alle loro famiglie le più sentite condoglianze.

Marco Paris era nato a Marcesina di Rumo il 02 aprile 1931. Nel 1955 emigrò a Basilea, Svizzera, e lavorò per la mag-gior parte della sua vita da emigrante per la ditta Spaeter.

A Basilea conobbe Gilda Bertolas di Pedavena (BL) che nel 1957 portò all’altare e dalla loro unione nacquero tre fi glie, Milva, Arianna e Miriam.

Nel 1965 Marco fu uno dei padri fon-datori del Circolo Trentino di Basilea e fece parte del direttivo per oltre un decennio.

Nel 1988, dopo 33 anni di emigrazione, decise di tornare al suo amato paese natio Rumo. Anche qui trovò il tempo di dedicarsi alla vita sociale e politica del paese, assumendo anche la carica di vice-sindaco, che lasciò dopo qualche anno per motivi di salute.

Rimasto vedovo nel novembre 2012, Marco è scomparso il 14 aprile scorso lasciando alle fi glie, ai generi e ai nipoti un grande dolore. Il Circolo Trentino di Basilea si unisce ai famigliari porgendo le più sincere condoglianze. Riposa in pace Marco.

Il Circolo Trentino di Sydney e la comunità trentina dell’Austra-lia si è riunita lunedì 10 agosto presso la chiesa parrocchiale di San Filippo Neri a Northbridge (Sydney), per dare l’ultimo saluto a Giulio Larcher.

Giulio era nato a Taio (Val di Non-Trento). La perdita della mamma in giovane età e l’amara esperienza della Seconda Guerra, avevano lasciato poche oppor-tunità di lavoro. Perciò dopo il servizio militare, Giulio prese la strada dell’emigrazione – prima in Svizzera, e poi per l’Australia, dove arrivò nel 1952.

Lavoro’ per tre anni nel gran-dioso progetto idro-elettrico della «Snowy Mountains», dove si guadagnò il viaggio di ritorno in Italia. Qui l’attendeva Elena Nicolodi di Mechel-Cles con la quale si era tenuto in relazione. Si sposarono dove poche setti-mane dal suo rientro nel Trentino.

Dopo qualche mese ripartiva con Elena per l’Australia e riprese il suo lavoro nel progetto idro-elettrico. Nel campo dei minatori, nacque il fi glio George, uno dei primi e dei pochi bambini nati sulle montagne dell’Australia.

Ma per la giovane famiglia Larcher, e per dare un futuro al figlio, era necessario traferirsi in una città. Giulio ed Elena acquistarono una casa-pensione a Sydney, dove potevano dare ospitalità a una mezza dozzina di emigranti. Qui venne alla luce il secondo fi glio Robert. E mentre Elena accudiva i fi gli e gli ospiti, Giulio, si era assicurato un lavoro

nei servizi pubblici della città. Col passare degli anni Giulio

si impegnò a migliorare la sua posizione, e arrivò ad ottenere la carica di Ispettore dei Lavori Pubblici del Nord di Sydney.

All’inizio del 1977 arrivò in Australia Bruno Fronza, allora Presidente della Trentini nel Mondo per la sua prima visita alla comunità trentina. Con l’appog-gio di Padre Bertagnolli, Fronza incontrò a Sydney Giulio Lar-cher, al quale chiese di formare un Circolo Trentino.

Giulio e Elena che già cono-scevano varie famiglie trentine a Sydney, raccolsero un bel nume-ro di Trentini. Prima nella casa Larcher e dopo al Club Italiano Apia, venne costituita l’Asso-

ciazione Trentini di Sydney, con Giulio eletto come primo presidente, carica che mantenne per vari anni.

Sempre nel 1977, Giulio ospitò l’Arcivescovo di Trento, Mons. Gottardi, e organizzò la sua visita alla comunità trentina di Sydney.

Venne eletto presidente della Federazione dei Circoli Trentini in Australia e Consultore per la Provincia Autonoma di Trento.

In questi ruoli Giulio manifestò tutto il suo amore per la terra natale, e con grande impegno ha sostenuto la diffusione della cul-tura e delle tradizioni trentine in Australia. Sostenne, e partecipò a vari convegni di giovani trentini in Australia, e rappresentò la co-munità trentina in Australia con

orgoglio e serietà. La comunità trentina in Australia ha un debito di riconoscenza nei confronti di Giulio Larcher per la sua dedi-zione e generosità nel sostenere queste attività.

Nel 1994 si dimise da questi impegni, senza però perdere il suo grande interesse e appoggio per le attività trentine dei Circoli, specialmente per il Circolo di Sydney.

Nel frattempo sono nati i nipoti Thomas, Michael, Emma, Luke e Nick, con i quali condivise esperienze di vita e il suo amore per le montagne.

Giulio era l’uomo del dovere, della famiglia, dell’amore per il Trentino e per l’Australia, di grande onestà morale, di rispetto per l’autorità, di profonda fede cattolica e di valori cristiani, di generoso servizio.

La perdita della moglie Elena nel 2004 lasciò un enorme vuoto nella sua vita. Al funerale, cele-brato da Padre Bertagnolli, l’As-sociazione Trentina di Sydney era presente con la bandiera del Circolo con vari soci, fra i quali la presidente Joanna Terzi-Cal-legari, e alcuni soci fondatori del Circolo, Vittorio Facchini, Guido Zanella, Renzo Bassetti. Messag-gi di condoglianze sono pervenuti da Silvano Rinaldi, Coordinatore nazionale dei Circoli Trentini in Australia e Consultore della Pro-vincia come pure dalla Trentini nel Mondo e dalla Provincia, e da vari Presidenti dei Circoli in Australia.

Padre F. Bertagnolli

Antonietta Saiani Marco Paris

Giulio Larcher, fondatore e primo presidentedel Circolo di Sydney

Giulio Larcher con la moglie Elena Nicolodi, nel giorno del suo 70° compleanno.

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RACCONTI DI VIAGGIO

Con l’intento di offrire la possi-bilità di partecipare alle cerimo-nie celebrative del 50° anniver-sario della tragedia di Mattmark (di cui si parla alle pagine 9-16), l’Associazione Trentini nel Mon-do ha promosso un viaggio ri-servato ai soci, agli amici ed ai simpatizzanti, durante il quale sono state visitate anche alcune interessanti località del Piemonte e della Lombardia a ridosso del confi ne con la Svizzera.

La prima visita è stata riservata al Sacro Monte di Varallo (foto in basso su questa pagina), realizza-to dal Padre Bernardino Caimi il quale, inviato come commissario a Gerusalemme nel 1478, con-statata la gravità della minaccia turca per i pellegrini che si re-cavano a Gerusalemme, maturò l’idea di riprodurre con fedeltà in Occidente i principali santuari della Palestina, creando quasi una «Terra Santa in miniatura».

Messosi alla ricerca di una località adatta, nel 1481 indivi-duò nella terrazza rocciosa che sovrasta Varallo, il luogo più idoneo allo scopo.

La realizzazione iniziò con la fedele ricostruzione del Santo Se-polcro al quale, nei secoli succes-sivi si aggiunsero, con continuità, altri edifi ci fi no a realizzare il complesso che, oggi, comprende il Santuario, il Monastero e ben

quarantacinque artistiche cappel-le, dislocate lungo un percorso molto articolato, che raccontano i fatti ed i messaggi dei Vangeli attraverso affreschi di notevole pregio e gruppi di ottocento statue in grandezza naturale.

Dal 2003 il Sacro Monte di Varallo è stato riconosciuto dall’UNESCO come «patrimonio dell’umanità».

La successiva tappa è stata

riservata al Lago d’Orta (foto qui sopra) con visita alle isole di San Giulio e di Orta San Giulio, ricche di storia, di tesori d’arte, di ville e palazzi rinascimentali in un ambiente naturale suggestivo.

La base logistica è stata fi ssata a Domodossola, a ridosso del confi ne con la Svizzera, per la successiva partecipazione alle cerimonie di Mattmark (foto di centro pagina), attraverso il Passo Sempione e la città svizzera di Briga.

Al ritorno si è visitato il centro storico di Vogogna al centro della Val d’Ossola, insignito della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano, ed il relativo castel-lo, costruito nel 1348 da Giovanni Visconti e sempre utilizzato come presidio militare.

Il giorno successivo si è uti-lizzata la ferrovia «Vigezzina»a scartamento ridotto chiamata «Centovalli» che collega Do-

Tre giorni in Lombardia e Piemontefra tesori d’arte, cultura e natura

PER IL 50° DI MATTMARK LA TRENTINI NEL MONDO HA PROMOSSO UN VIAGGIO RISERVATO A SOCI, AMICI E SIMPATIZZANTI

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23 8 - 2015

RACCONTI DI VIAGGIO

modossola a Locarno, in un piacevole viaggio su precipizi e spettacolari cascate, attraverso campi multicolori e ponti audaci tra vigneti e castagni (foto in basso su questa pagina).

Lungo il percorso della ferrovia è prevista una tappa a S. Maria Maggiore, la località più elevata toccata dalla ferrovia (a 900 metri sul livello del mare), dove si visi-ta il centro storico e l’interessante Museo dello spazzacamino che espone i materiali usati nei secoli scorsi nella pulizia dei camini e racconta la pesante vita dei ragaz-zi dagli otto ai quindici anni che accompagnavano gli spazzacami-ni; ragazzi che dovevano entrare all’interno dei camini e procedere alla loro pulizia.

Il museo è molto interessante e consente di «partecipare» al dif-fi cile lavoro dello spazzacamino attraverso suoni, rumori e canti che investono il visitatore durante

la visite alle varie sale.Il pensiero va anche ai nostri

emigranti, con particolare rife-rimento agli spazzacamini del Trentino e dei paesi della terza sponda della Valle di Non (Revò, Rumo, Cagnò, ecc... ) che si dedi-carono a questo lavoro insalubre e pericoloso.

Lasciato il museo riprende il viaggio in treno e si scende. sempre lungo un percorso tor-tuoso, spesso in galleria, in un ambiente che si va progressiva-mente aprendo su un orizzonte più ampio, fino a raggiungere Locarno sulla sponda più a nord del Lago Maggiore.

Da qui è iniziato il rientro a Trento attraverso Lugano e il suo lago, Chiasso, Milano, Brescia e Peschiera. Alla periferia di Milano si sono intravvisti a fi an-co dell’autostrada, i padiglioni dell’EXPO 2015.

Aldo Degaudenz

Nella foto qui sopra il gruppo nelle strade di Vogogna, cittadina della quale hanno anche visitato il castello (foto qui sotto), Nell’altra foto qui sotto, uno scorcio alpino lungo la strada del Sempione.

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Page 27: Agosto 2015

CALENDARIO9 agosto

C.T. Santiago (CL): Pranzo trentino

C.T. Toronto (CA): Polenta Picnic

15 agostoC.T. Atyra (PY): Festa 12° anniversario di fondazione

C.T. La Serena (CL): festa della Madonna d’agost

16 agostoC.T. La Plata (AR): pranzo 79° anniversario di fondazione

Ad Asuncion (PY): Incontro dei Circoli trentini del Paraguay con Roberto Paolazzi, Coordinatore dell’Associazione per il

Sudamerica.

26 agostoC.T. Porto Alegre (BR): inizio corsi di conversazione in italiano

27 agostoC.T. Buenos Aires (AR): conferenza sul Trentino-Alto Adige, autono-mia, paessaggio e il Trentino d’oggi a cura di Marta Delfina Turrina

28 agostoC.T. Jaragua do Sul (BR): cena per festeggiare i papà

29 agostoC.T. Venda Nova do Emigrante (BR): Cena tipica trentina

C.T. Cordoba (AR): partecipazione al Festival Penisola Italica orga-nizzato dal Municipio di Cordoba con piatti tipici trentini

29-30 agostoCommemorazione ufficiale del 50° anniversario di Mattmark

30 agostoC.T. Myrtleford (AUS): Festa dell’emigrante 2015

C.T. Villa Regina (AR): 4° incontro del ciclo “Il Tango: Storia e pas-sione negli ultimi 150 anni”

1-9 settembreC.T. Montevideo (UY): viaggio in Trentino alla scoperta delle radici

9 settembreC.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

13 settembreC.T. San Francisco (USA):picnic di estate

C.T. Villa Regina (AR): pranzo tipico Trentino

14 settembreC.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale

15-19 settembreC.T. Rodeio (BR): La Sagra

18 settembreC.T. La Louviere (BE): Cena d’autunno

24 settembreC.T. Buenos Aires (AR): Te delle signore “La primavera en las manos”

25 settembreC.T. Toronto (CA): cena base di tortei di patate

6 ottobreC.T. Toronto (CA): primo incontro del gruppo femminile

7 ottobreC.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

10-12 ottobreC.T. Bento Gonçalves (BR): festeggiamenti dei 140 anni dell’emi-

grazione tirolesa-italiana

10-11 ottobreA Colonia del Sacramento (UY): Incontro nazionale dei Circoli

trentini dell’Uruguay

11-18 ottobreL’Associazione festeggia i 140 anni dell’emigrazione trentina-

italiana in Brasile. Il 12 a Bento Gonçalves (RS), il 13 a Taiò (SC), il 14 a Rodeio e Gaspar (SC), il15 a Nova Trento e Florianopolis

(SC), il 17 a Piracicaba-Santa Olimpia (SP)

17 ottobreA Solvay (USA): incontro dei presidenti ITTONA

18 ottobreC.T. La Lorena (FR): pranzo sociale

C.T. Colonia Manuel Gonzalez (MX): 134° anniversario dell’emi-grazione italiana e fondazione della Colonia

23-24 ottobreConvegno EZA sul tema: Emigranti a metà – Frontiere permeabili

e mobilità dei lavoratori

24 ottobreC.T. Toronto (CA): Cena d’autunno

25 ottobreC.T. Charleroi (BE): polentada d’autum

C.T. Zofingen (CH): Castagnata

30 ottobreC.T. Toronto (CA): cena base di tortei di patate

6 novembreC.T. Zofingen (CH): Assemblea generale

C.T. Toronto (CA): castagnata in compagnia per ricordare i nostri defunti

7 - 8 novembreC.T. Agro Pontino (IT): 75° anniversario dell’insediamento dei trentini dalla Bosnia nei comuni di Aprilia, Ardea e Pomezia

11 novembreC.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

14 novembreC.T. Liegi (BE): castagnata

21 novembreC.T. Montreal (CA): castagnata

22 novembreC.T. La Lorena (FR): castagnata

28 novembreC.T. Londra (GB): Festa danzante annuale

C.T. Toronto (CA): Festa dei cacciatori

6 dicembre

C.T. San Francisco (USA): festa di Natale

C.T. Toronto (CA): festa di Santa Claus

13 dicembre

C.T. Charleroi (BE): pranzo dei pensionati

C.T. Denver – Colorado (USA): Festa di Natale

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Il 30 agosto, negli stessi luoghi dove è avvenuta, è stata commemorata la tragedia di Mattmark (Cantone Vallone - Svizzera)


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