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AIL News - ailpadova.it · Fotografie: Luigi Griggio. 3 EDITORIALE DEL PRESIDENTE AIL Sezione della...

Date post: 16-Feb-2019
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NOTIZIARIO AIL Sezione della Provincia di Padova ONLUS - VIA GABELLI 114, 35121 PADOVA TEL. 049 66.63.80 FAX 049 65.57.90 - POSTE ITALIANE SPA – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2, NE PD AIL NEWS RAGAZZI: inserto staccabile al centro n°3/2016 A Natale si accende una nuova luce piena di speranza PERIODICO DELL’AIL SEZIONE DELLA PROVINCIA DI PADOVA DELL’ ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE-LINFOMI E MIELOMA ONLUS Giorgia C., 13 anni AIL News
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n°3/2013

AIL NEWS RAGAZZI:inserto staccabile al centro n°3/2016

A Natale si accende una nuova luce piena di speranza

PERIODICO DELL’AIL SEZIONE DELLA PROVINCIA DI PADOVA DELL’ ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE-LINFOMI E MIELOMA ONLUS

Giorgia C., 13 anni

AIL News

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NOTIZIARIO n°3/2016

Scrivi all’A.I.L. le tue idee, le tue esperienze, le tue domande, i tuoi pensieri... [email protected]

INFORMATIVADati non raccolti presso l’interessato. Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. c), del D.Lgs 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali non è ri-chiesto quando riguardi dati provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art. 13 del D.Lgs 196/2003) La informiamo che i Suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da AIL sezione della provincia di Padova, anche attraverso l’inserimento in banche dati e l’elaborazione mediante procedure informatizzate, al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del giornale periodico “Notizia-rio AIL Sezione della Provincia di Padova ONLUS”. Responsabile del trat-tamento dei dati è il dr. Armenio Vettore. Potrà in ogni caso accedere in ogni momento ai dati personali che La riguardano, ottenere l’indicazione della loro origine, delle modalità e delle finalità di trattamento, l’aggior-namento, la rettifica e l’integrazione dei dati personali, nonchè opporsi all’utilizzazione degli stessi ed esercitare ogni altro diritto previsto dall’art. 7 scrivendo a: AIL Sezione della Provincia di Padova ONLUS, Via Gabelli, 114 - 35121 Padova.

In questo numero

03 EDITORIALE

05 FILO DIRETTO

07 MALATTIA MINIMA RESIDUA 10 RUBRICA DI BIBLIOGRAFIA

11 CHIRURGIA PEDIATRICA

12 SEMINARIO EDUCAZIONE NUTRIZIONALE

14 PROGETTO DREPANOCITOSI COMPITINSIEME

16 RICORDO DI ANTONIO MARCUCCI

17 NEWS REPARTO ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA

24 “A PARTIRE DA ZERO” DI GIANNI BALLESTRIN

26 -VISITA SINDACO DI PADOVA -PORCHETTA SPIN DAY

27 SCUOLA NIEVO DI MANTOVA

28 -L’AIL A SCUOLA A CADONEGHE -STUDIO EMME SOCIAL CLUB

29 -7° MEMORIAL G. MARTIGNON -DANCE FOR YLENIA

30 -IN MEMORIA DI FEDERICA -ZUMBATHON AL PALAESTE

31 PRANZO DI BENEFICENZA DEL GRUPPO AIL “ANDREA PETRIN”

32 APPUNTAMENTI NATALIZI...

34 BOMBONIERE SOLIDALI

35 NOTE E NUMERI

AIL NewsPERIODICO DELL’AIL SEZIONE DELLA PROVINCIA DI PADOVA DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE-LINFOMI E MIELOMA ONLUS

AIL Sezione della Provincia di Padova dell’Associa-zione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma ONLUS: Via Gabelli, 114 - 35121 PadovaTel 049 66.63.80 - [email protected] Tribunale di Padova 3 marzo 1986 - n. 933Editore: AIL Sezione della Provincia di Padova ONLUSDirettore Responsabile: Sabina Scatolini.Comitato di Redazione: Prof. Luigi Zanesco, Giuseppe Cavaliere, Emiliano Zerin, Stefania Gallo, Marco Anzalone.Comitato Scientifico: Prof. Giuseppe Basso, Prof. Gianpietro Semenzato, Prof. Luigi Zanesco.Tipografia: Litocenter Srl, Via G.Rossa, 17 Piazzola sul Brenta (PD).Fotografie: Luigi Griggio.

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EDITORIALE DEL PRESIDENTE AIL Sezione della Provincia di Padova ONLUS

PROF. LUIGI ZANESCO

La questione dei “lungo-sopravviventi”

EDITORIALE

Negli studi statistici di oncoematologia pediatrica si è scelto di selezionare gruppi di pazienti che dopo 5 anni hanno concluso il programma terapeutico iniziale. Quelli che sono in remissione com-pleta (in maggioranza) vengono definiti “lungo sopravviventi”, tralasciando per il momento la de-finizione di “guariti”, poco appropriata nei pazienti colpiti da malattie per natura ondivaghe, non sempre prevedibili.L’esperienza ha dimostrato peraltro che la maggior parte dei “lungo sopravviventi” saranno dei veri “guariti”. Essi dovranno aspettare, per attingere questo traguardo, alcuni anni, duranti i quali peral-tro godranno di una vita perfettamente normale, e saranno soltanto sottoposti a periodici controlli. Quali ostacoli esistono ancora per loro in questi anni?1) Possibilità (non molte) di avere la ricomparsa di malattia maligna iniziale (recidive tardive);2) comparsa di malattie oncologiche diverse da quelle iniziali (evento non frequente);3) complicanze dovute al complesso delle cure eseguite contro la neoplasia iniziale (radioterapia, chirurgia, compresa la terapia di supporto…) e designate sotto il nome di “late effects” (effetti tar-divi).I dati, raccolti durante i normali controlli “fuori terapia”, sono importanti non solo per confermare una remissione stabile, obbiettivo principale e atteso con ansia dai genitori dei bambini, e dagli stessi bambini (o ragazzi); ma sono indispensabili anche per stabilire l’effetto statisticamente più rilevante possibile del programma iniziale (protocollo).Lo studio dei sopravviventi, difficile e complicato per la loro dispersione (studio, lavoro, migra-zioni …), ha prodotto un importante risultato con uno studio dei pazienti ed ex-pazienti esegui-to da volenterosi centri di Stati Uniti e Canada.Già negli anni 60 dopo l’inizio delle cure meno della metà dei bambini “oncologici” erano vivi dopo 5 anni.Questi lunghi sopravviventi sono via via aumentati negli anni fino a raggiungere nel 2013 il rilevante valore dell’83% di una popolazione di 420.000 (ripeto il concetto: si tratta dei sopravissuti di tutti i bambini con malattie oncologiche non di “guariti” definitivi).Riporto qui i risultati, probabilmente i più aggiornati e completi, condensati in un complesso (un po’ complicato) lavoro comparso nel New England Journal of Medicine del marzo 2016 (pag. 833), co-ordinato da Gregory Armstrong. Nel lavoro viene studiata la popolazione di pazienti pediatrici lungo sopravviventi oltre i 5 anni ma deceduti dopo 15 anni dall’esordio della malattia.L’autore riporta la mortalità in 34.033 di questi lunghi sopravviventi, che all’esordio avevano avuto un’età fra 0 e 21 anni, diagnosticati e curati dal 1970 per tutte le varie malattie oncologiche pediatri-che, raccolti in 3 gruppi a seconda degli anni di esordio: 1970, 1980, 1990.

4Fra i 34.033 “lunghi sopravviventi” riscontra globalmente 3.958 decessi e registra le cause di decessi:- 2002 recidive della malattia oncologica iniziale;- 746 malattia oncologica diversa da quella iniziale;- 872 “late effects” (conseguenze a distanza di anni delle cure fatte inizialmente).La mortalità nei diversi gruppi è stata del 10% (gruppo curato negli anni ‘70) 7.9% (gruppo curato negli anni ‘80)5.8% (gruppo curato negli anni ‘90)Nel suo commento Armstrong spiega la diminuzione della mortalità nei lunghi sopravviventi più recenti sia per una chemioterapia specifica via via negli anni più efficace e meno tossica, sia per una terapia di supporto più corretta e più valida.Nella casistica si evidenzia anche la differenza nella percentuale di lunghi sopravviventi dalla leuce-mia (che offre in tutti i gruppi un maggior numero di casi) rispetto a quello dei linfomi di Hodgkin, e di molti tumori solidi (es. il neuroblastoma, gli astrocitomi ecc…), anche se negli anni più recenti si nota anche in questi un chiaro miglioramento.Nella valutazione dei dati di Armstrong occorre sottolineare che sono presi in considerazione soltan-to i “Late effects” che hanno portato a morte pazienti curati. Si tratta, nella gran parte, delle compli-cazioni cardiache ed epatiche (in particolare per causa dei farmaci più efficaci nella cura dei tumori solidi…). L’uso più oculato di questi farmaci, tuttavia, ne limitano gli effetti nelle terapie più recenti ma sono ancora possibili “late effects” come cause di invalidità o di altri disturbi.I “late effects” che non hanno effetto mortale, restano quindi un problema assillante per i pazienti fuori terapia, in particolare quelli pediatrici. Infatti, l’obbiettivo di “guarire” la malattia oncologica è diventato ormai più ambizioso: si vuole ottenere la sopravvivenza rispettando il più possibile l’inte-grità psicofisica, eliminando i danni di organi e apparati.Gli oncoematologi pediatri aggiungono questo obbiettivo a quello della eliminazione del tumore, fin dalla formulazione dei nuovi protocolli di cura, che si presentano sempre più efficaci ma con ridotti, per quanto possibili, effetti tossici, immediati o futuri. A parte il numero dei lungo sopravvi-venti, va fortunatamente crescendo anche il numero dei guariti.Pertanto i pazienti presi in cura da un Centro di Oncoematologia Pediatrica non devono essere a un certo punto abbandonati ma, anche se conducono una vita normale, controllati a intervalli pro-grammati (sia pure a lunga scadenza) coinvolgendo i medici di famiglia e, se occorre, utilizzando la collaborazione di specialisti.Il centro deve avere un costante aggiornamento della casistica, in modo da offrire, oltre un favore-vole contatto con i pazienti, guariti o meno, la possibilità di valutare criticamente la significatività statistica del lavoro fatto, per avere indicazioni sicure su possibili futuri miglioramenti.Il Centro avrà così, anche, l’occasione di rispondere facilmente alle molte richieste di informazione che gli ex-pazienti e i loro familiari richiedono circa l’inserimento sociale, lavorativo, scolastico, l’ere-ditarietà, le vaccinazioni, le gravidanze, lo sport ecc.Occorre pertanto che ogni Centro di Oncoematologia Pediatrica sia organizzato per rendere possi-bile la raccolta aggiornata della casistica, a vantaggio della ricerca ma soprattutto degli ammalati e degli ex-ammalati.Il Servizio Sanitario dovrà offrire spazi e personale adeguati ed assumersi l’onere, che tuttavia non appare insostenibile, considerando i vantaggi sociali che sicuramente offre.L’Ail ha il compito di vigilare affinché l’impegno raccomandato venga rispettato senza remore.

Prof.Luigi Zanesco

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FILO DIRETTOPROF. GIUSEPPE BASSODOTT.SSA BARBARA BULDINIDOTT.SSA MARTINA PIGAZZI CLINICA DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA, UNIVERSITÀ-AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA.

CAPITOLO CURATO DA

IL MONITORAGGIO DELLA MALATTIA RESIDUA MINIMA E’ UN FATTORE PROGNOSTICO NELLA LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA DELL’ETA’PEDIATRICA

Le leucemie sono disordini proliferativi clonali della cellula staminale emopoietica o di un progenitore linfoide o mieloide arrestatosi ad un determinato stadio maturativo. Le leucemie sono caratterizzate da un'anomala capacità proliferativa e apoptotica che comportano un progressivo accumulo di cel-lule maligne nel midollo osseo. Le leucemie sono la più frequente forma tumorale nella popolazione pediatrica coprendo il 35-40 % di tutte le neoplasie infantili. Si dividono in linfatiche e mieloidi, distinte a loro volta in acute e croniche in base alla rapidità del decorso, al grado di invasione midollare e allo stadio maturativo dei blasti. In ambito pediatrico onco-ematologico, il 77 % delle leucemie acute è di tipo linfatico (LAL), il rimanente identifica un grup-po eterogeneo di neoplasie ematologiche dette leucemie non linfoblastiche (LAnL) con connotazio-ni biologiche e cliniche peculiari tali da comportare un approccio diagnostico e terapeutico specifico. Le LAnL del bambino sono una malattia rara, rappre-sentando approssimativamente il 15-20% delle leu-cemie acute dell’età pediatrica; sono il risultato di una trasformazione neoplastica in grado di alterare i meccanismi proliferativi e differenziativi di un pro-genitore emopoietico orientato in senso mieloide. Di queste, oltre il 90% è rappresentato dalla Leuce-mia Acuta Mieloide (LAM): in Italia, ogni anno, si am-malano di LAM circa 70 bambini d’età compresa tra 0 e 15 anni. In rapporto al tipo e al grado di differen-ziazione del clone cellulare interessato si possono riconoscere diverse forme di LAM: leucemie mieloi-di propriamente dette, leucemie monocitiche, mie-lomonocitiche, eritroidi e megacariocitiche. Sotto il profilo patogenetico, le LAnL si distinguono in for-me primarie (LAM), che compaiono acutamente in soggetti per i quali non è dimostrabile una pregres-sa Sindrome mielodisplastica (MDS) o una patolo-gia onco-ematologica che abbia richiesto un tratta-mento con agenti leucemogeni e forme secondarie che rappresentano l’evoluzione neoplastica di una precedente MDS o correlate all’esposizione ad agenti leucemogeni (therapy-related AML).La prognosi di questo disordine mieloproliferativo è migliorata grazie ad una più precisa stratificazio-ne dei pazienti in differenti gruppi di rischio, ad un miglioramento della terapia di supporto e all’utiliz-

zo di una chemioterapia intensiva, in associazione, in taluni casi, al trapianto di cellule staminali emopoieti-che (TCSE). Più in particolare, una moderna chemio-terapia di induzione è in grado di assicurare a circa l’85% dei bambini con LAM il raggiungimento di una RC; una terapia postremissionale adeguata permette di ottenere una Event-Free Survival (EFS) a 5 anni me-diamente pari al 64 % a 8 anni con l’ultimo protocollo AIEOP concluso (AIEOP-AML 2002/01).La classificazione delle LAM largamente utilizzata nel corso degli ultimi 3 decenni, fu stabilita nel 1976 dal gruppo FAB (Francese-Americano-Britannico). Questa classificazione, che si basa su criteri morfologici (os-servazione microscopica di strisci di sangue periferi-co e di midollo osseo) e citochimici, ha trovato largo impiego in tutto il mondo permettendo per la prima volta una classificazione uniforme di queste patolo-gie. Un ruolo chiave svolge la caratterizzazione cito-genetica e molecolare che identificando aberrazioni cromosomiche (monosomie) e mutazioni somatiche (per lo più traslocazioni) sono cardine della stratifica-zione del rischio di ciascun paziente alla diagnosi gui-dandone le scelte terapeutiche. Lo studio in immunofenotipo è fondamentale per la conferma diagnostica. Tale tecnica si basa sull'uso di anticorpi rivolti verso antigeni cellulari di superficie ed intracitoplasmatici.Lo studio immunofenotipico, eseguito con metodi-che multiparametriche differenzia con alta sensibili-tà e specificità le LAM dalle LAL e riconosce forme a difficile definizione morfologica. Solamente con l’im-munofenotipo è possibile riconoscere forme mieloidi più indifferenziate, perossidasi negative, come le LAM M0, e forme miste ovvero le leucemie bifenotipiche e biclonali. Valutare la presenza di glicoproteina Ib o glicoproteina IIB/IIIa (CD41a, 61) è fondamentale per porre diagnosi di LAM M7. L'espressione di Glicofori-na A contribuisce al riconoscimento delle forme LAM M6. La caratterizzazione fenotipica alla diagnosi iden-tifica per ciascun paziente alla diagnosi un pannello di anticorpi che possa essere usato durante il corso della terapia per riconoscere con alta sensibilità le cellule malate dalle sane e monitorare pertanto la risposta al trattamento. In particolare, identificare il numero resi-duo di cellule malate durante il follow-up del pazien-te costituisce un fattore prognostico chiave per com-prendere meglio l’andamento clinico del paziente.

INTRODUZIONE

6LO STUDIO DELLA MALATTIA RESIDUA MINIMA (MRM) IN CITOMETRIA A FLUSSO.

Negli ultimi anni lo studio della MRM dopo i primi cicli di terapia nei pazienti affetti da LAM ha suscita-to grande interesse in virtù del suo significato pro-gnostico. Tra i pazienti in remissione completa (RC), il 35% ricade verosimilmente per la persistenza di una quota di cellule resistenti alla terapia. La valu-tazione morfologica non è in grado di individuare con certezza i blasti residui, specialmente se inferio-ri al 5% sul totale delle cellule midollari. Da qui na-sce l’esigenza di utilizzare nuove metodiche dotate di maggior sensibilità per ricercare e quantificare la MRM durante le fasi della terapia. Fino ad oggi, la maggior parte degli studi sulla MRM nelle LAM si è basato sulla ricerca in RT-PCR nelle varie fasi di ma-lattia di aberrazioni citogenetiche eventualmente espresse all’esordio di malattia. L’unico sottotipo di LAM in cui è stata dimostrata l’utilità della MRM mo-lecolare è la Leucemia Acuta promielocitica, positiva per t(15;17) (PML-RARA): la persistenza del trascritto in PCR è risultata associata ad elevatissimo rischio di recidiva; interventi terapeutici precoci hanno porta-to al miglioramento dell’outcome. Recentemente anche i livelli di espressione di alcuni tra i più frequenti trascritti di fusione presenti all'e-sordio di malattia, quali la t(8;21), l'inv(16) e la muta-zione FLT3ITD sono stati studiati mediante metodi-che di biologia molecolare dopo il ciclo di induzione dimostrando che livelli più alti di trascritto indicano un più alto rischio di recidiva di malattia, rivelandoli buoni markers per la valutazione della malattia resi-dua minima. Ad oggi solo la metà dei pazienti con LAM ha un marcatore molecolare utile al monitoraggio della MRM.L’uso della citometria a flusso (CFM), per la valuta-zione della MRM nelle LAM si basa sull’identificazio-ne di fenotipi aberranti su cellule leucemiche. Allo scopo di estendere l’utilizzo della MRM a tutti i pazienti affetti da LAM e non solo a quelli con spe-cifiche aberrazioni citogenetiche all’esordio, alcuni studi hanno analizzato l’utilità della CFM, che pre-senta potenzialmente una serie di vantaggi (rapidi-tà dell’analisi, costo ridotto della metodica e appli-cabilità superiore rispetto alla biologia molecolare), nell’individuare la presenza di malattia occulta in pazienti in remissione morfologica e il suo impatto prognostico.In uno studio condotto su 126 adulti con LAM in RC, San Miguel et al. hanno dimostrato che la presenza di MRM individuata tramite CFM correla con un ri-schio molto più elevato di recidiva rispetto a quello dei soggetti con MRM negativa. Successivamente, in uno studio del Children’s Cancer Group su 252 pazienti pediatrici con LAM in remissione morfolo-gica, il 16% dei pazienti in RC presentava malattia occulta alla CFM con un rischio 4.8 volte superiore di recidivare rispetto a quello dei pazienti con CFM-MRM negativa e una EFS a 3 anni del 41% rispetto al 69%. Anche il tempo medio di recidiva è risultato

essere significativamente più breve nei soggetti con MRM positiva.I risultati su casistica pediatrica dell’I-BFM evidenzia-no come la CFM-MRM, eseguita a time points pre-coci rappresenta un indice predittivo significativo dell’outcome in termini di EFS a 3 anni, differenzian-do pazienti pediatrici a buona o a cattiva prognosi.L’utilità della CFM-MRM è stata valutata prospetti-camente solo in nel trial clinico AML02 del St Jude Children’s Research Hospital su 230 pazienti pediatri-ci affetti da LAM. La positività della CFM-MRM, defi-nita dalla presenza di 1 o più cellule leucemiche ogni 1000 cellule mononucleate midollari (>0.1%), è stata valutata sia al termine dell’Induzione I che al termine dell’Induzione II: in base a tale dato i pazienti sono stati sottoposti o meno ad intensificazione del trat-tamento. I risultati dello studio hanno evidenziato una stretta correlazione tra CFM-MRM e prognosi: il rischio di recidiva è significativamente più eleva-to nei soggetti con CFM-MRM >1% (49.2%) rispetto a quelli con livelli inferiori di MRM (16.7%). L’analisi multivariata ha permesso di riconoscere nella CFM-MRM >1% del giorno +22 fattore prognostico indi-pendente in grado di influenzare negativamente sia l’EFS che l’OS. Analoghi risultati sono stati otte-nuti su 94 pazienti pediatrici affetti da LAM arruola-ti in un singolo trial (DCOG ANLL97/MRC AML12). I livelli di CFM-MRM su aspirato midollare eseguito dopo il primo ciclo di chemioterapia, si sono dimo-strati correlati all’outcome (Relapse Free Survival a 3 anni: 85%±8% se MRM negativa, 64%±10% se MRM positiva-bassa e 14±9% se MRM positiva alta). Anche lo studio AAML03P1 del Children's Oncology Group su 249 pazienti conferma il valore prognostico del-l’MRM al termine del I ciclo di induzione: la positività dell’MRM si associa a Relapse-Risk (RR) a tre anni del 60%, rispetto al 29% dei pazienti con MRM negativa.Gli studi sopracitati suggeriscono l’utilizzo della CFM-MRM nei protocolli terapeutici, in associazione ai fattori di rischio clinici, citogenetici e molecolari. Lo studio italiano eseguito su una coorte di 142 pa-zienti arruolati al protocollo AIEOP-LAM 2002 ha evi-denziato un’ importante correlazione tra la malattia minima residua, valutata mediante citofluorimetria al termine del primo ciclo di induzione, e l’outcome di pazienti. Il riscontro di una MRM positivo (≥0.1%) precocemente nel corso della terapia (termine del primo ciclo di induzione, ICE1) correla con una pro-gnosi sfavorevole. In particolare, pazienti con MRM ≥ 0,1% hanno una sopravvivenza libera da malattia a 6 anni del 35,29% + 7,23% (vs una DFS a 6 anni del 73,16% + 5,62% nei pazienti con MRM <0,1%).La significatività dell’analisi (p<0,01) per DFS, secon-do i due livelli di positività della MRM (<0,1% e ≥ 0,1%), conferma un importante impatto della CFM-MRM sulla prognosi dei pazienti pediatrici affetti da LMA. I risultati di tale studio verranno a breve pubbli-cati su British Journal of HaematologyAlla luce di tale studio, l’attuale protocollo di terapia AIEOP-LAM-2013 ha introdotto la MRM citofluorime-trica, in associazione ai fattori citogenetici e moleco-lari, e di risposta morfologia alla terapia per la strati-ficazione dei pazienti arruolati nel nuovo protocollo.

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EMATOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA, DIPARTIMENTO DI MEDICINA,UNIVERSITÀ-AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA.

Valutazione della malattia minima residuaA CURA DEL PROF. GIANPIETRO SEMENZATO

La serie di contributi dedicata alla ricerca svolta nell’Unità Operativa di Ematologia e Immunologia Clinica dell’Università-Azienda Ospedaliera di Pado-va, continua prendendo in esame in questo numero il tema della malattia minima residua nelle leuce-mie. Si tratta di una problematica molto attuale che affronta una delle sfide più importanti nella gestio-ne del trattamento di una leucemia: la possibilità di distinguere i pazienti che hanno necessità di un trat-tamento meno intensivo, e quindi meno tossico, da quelli che hanno invece necessità di trattamenti più aggressivi e quindi anche maggiormente a rischio di effetti collaterali. La presenza o assenza di malat-tia minima residua rappresenta un modo per poter definire queste due diverse tipologie di pazienti e di conseguenza una guida per trattarli nel modo più adeguato. Lo studio della malattia minima residua consente una diretta quantizzazione, con metodo-logie diverse, della persistenza di malattia che la chemioterapia riesce ad eliminare ovvero di quella che residua. Prendendo come esempio la leucemia a grandi cellule granulate di tipo T, il contributo alle-gato, redatto dalla Dott.ssa Giulia Calabretto, affron-terà questa problematica.

Giulia si è Laureata a Padova con laurea trien-nale in Biologia Molecolare nel 2012 e nel 2014 ha conseguito la laurea magistrale in Biologia Sanitaria con 110/110 e la lode . Dopo l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo con Esame di Stato Giulia ha continuato il suo percorso con una Laurea triennale in Tecniche di Laboratorio Biomedico sempre all’Università degli studi di Padova. Durante tale esperienza la Dott.ssa Calabretto si è aggregata ai laboratori della Clinica Ematologica dell’adulto e, più specificatamente, si è inserita nel nostro gruppo di ricerca che si occupa della leuce-mia a grandi cellule granulate (Dott. Renato Zambel-lo, Dott.ssa Antonella Teramo, Dott.ssa Chiara Ercolin, Dott. Gregorio Barilà, Dott.ssa Monica Facco).Dopo aver usufruito di una Borsa di studio finanziata dall’AIL di Padova dal titolo “Valutazione a livello mo-lecolare della malattia minima residua in pazienti con leucemie T” che appunto rappresenta l’argomento dell’articolo che segue, Giulia attualmente frequenta la Scuola di Dottorato in Oncologia, proseguendo le ricerche presso il nostro laboratorio di Ematologia.

Valutazione a livello molecolare della malattia minima residua in pazienti con leucemie di tipo TGIULIA CALABRETTOEMATOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA, DIPARTIMENTO DI MEDICINA, UNIVERSITÀ-AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA.

Con il termine “malattia minima residua” si in-tende la presenza di cellule tumorali residue al termine di una terapia, ovvero di cellule maligne sopravvissute al trattamento con i farmaci utiliz-

zati per curare la patologia. L’importanza di valu-tare la persistenza di cellule tumorali, al termine di una terapia, è dovuta al fatto che la loro pre-senza può essere fonte di ricadute, in quanto esse

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Figura 1. Un grande linfocita granulato osser-vato al microscopio ottico. Queste cellule sono caratterizzate da dimensioni di 15-18 micrometri (un micrometro corrisponde ad un millesimo di millimetro), possiedono un nucleo rotondo o re-niforme (in viola scuro) ed un ampio citoplasma (in viola chiaro) contenente i tipici granuli.

potrebbero iniziare a moltiplicarsi ripristinando in breve tempo lo stato di malattia. Queste cellule, inoltre, poiché già una volta sono riuscite a sfug-gire all’azione dei farmaci utilizzati per debellarle, qualora dovessero nuovamente dare origine ad uno stato di malattia sarebbero probabilmente più difficili da eliminare e costringerebbero a ri-correre a farmaci nuovi, diversi da quelli già utiliz-zati inizialmente. Quantificare la malattia minima residua, dunque, consente di individuare i pazienti maggiormente a rischio di ricadute o resistenti ai farmaci, che dovranno essere seguiti nel tempo con control-

li più frequenti e ravvicinati rispetto a coloro che presentano una remissione completa.La patologia su cui ho lavorato per la messa a pun-to di nuove metodiche per la valutazione della malattia minima residua è la leucemia a grandi lin-fociti granulati. Questo tipo di leucemia è caratte-rizzato dall’accumulo nel sangue di un particolare tipo di cellule appartenenti al nostro sistema im-munitario, i “grandi linfociti granulati”. La funzione di queste cellule è quella di difendere l’organismo dagli agenti patogeni (ad esempio virus e batteri) che superano le barriere di difesa del nostro corpo ed entrano nel circolo sanguigno.

I grandi linfociti granulati, in un adulto sano, rap-presentano circa il 10-15% di tutte le cellule circo-lanti nel sangue. Nei pazienti affetti da leucemia a grandi linfociti granulati, invece, si riscontra la presenza di un elevato numero di queste cellule, identiche tra di loro, che costituiscono ciò che in termini medici viene definito “clone patologico”. L’aumento di queste cellule compromette e sbi-lancia la presenza delle altre tipologie cellulari circolanti nel sangue e utili al benessere dell’or-ganismo. Ad esempio, una popolazione cellulare che spesso diminuisce drasticamente è quella dei neutrofili, cellule impegnate principalmente nella difesa in prima linea contro i batteri. La loro ridu-zione, che in termini clinici viene indicata con il termine “neutropenia”, espone i pazienti ad un ri-

schio più elevato di contrarre infezioni, sviluppan-do polmoniti o ascessi.Nel caso della leucemia a grandi linfociti granulati esistono già delle metodiche che permettono di valutare la persistenza di cellule maligne residue. Una di queste si basa sull’analisi di una proteina chiamata “recettore per l'antigene dei linfociti T" (o TCR), una struttura deputata al riconoscimento di specifiche molecole, dette antigeni, appartenen-ti a virus e batteri. In condizioni normali, essa ha la caratteristica di essere diversa da linfocita gra-nulato a linfocita granulato a livello di una zona chiamata, per l'appunto, regione variabile. La va-riabilità di questa regione è fondamentale per l’i-dentificazione, da parte dei linfociti, di una grande molteplicità di agenti patogeni (Figura 2).

Figura 2. Rappresentazione schematica del re-cettore per l’antigene dei linfociti T. Questa pro-teina è costituita da due catene, chiamate catena α e catena β. Ogni catena è a sua volta formata da una regione costante, identica in tutti i tipi di recettore per l’antigene dei linfociti T, e da una re-gione variabile, deputata al legame con l’antige-ne dell’agente estraneo. All’interno della regione variabile vi è una particolare sequenza, chiamata CDR3, che viene analizzata per valutare la malat-tia minima residua.

9Nei pazienti affetti da leucemia a grandi linfociti granulati, diversamente dagli individui sani, i re-cettori per l'antigene dei linfociti T presenti sulle cellule leucemiche hanno tutti la stessa identica regione variabile. Questa regione può essere carat-terizzata al punto da diventare la "firma" delle cel-lule leucemiche: questo significa che tutte le cellu-le che presentano sulla loro superficie il recettore con la regione variabile incriminata sono cellule leucemiche.La caratterizzazione della regione variabile del re-cettore dei linfociti T viene effettuata a livello di una specifica sequenza contenuta al suo interno, chiamata “CDR3”. L’analisi viene eseguita applican-do alle cellule, prelevate dal sangue dei pazienti, una metodica chiamata real time polymerase chain reaction (o rt-PCR), basata sull’utilizzo di specifiche sonde di DNA che permettono sia di identificare la regione CDR3, sia di quantificarla. Nei pazienti che rispondono alla terapia, la regione CDR3 che con-traddistingue le cellule leucemiche cala nel tem-po fino a scomparire, poiché calano e spariscono anche le cellule leucemiche che la contengono. Al contrario, se la regione CDR3 delle cellule leuce-miche persiste, significa che sono ancora presenti cellule tumorali nel sangue del paziente.

L’importanza di investire nello studio di nuove me-todiche si deve all’esigenza di riconoscere più fa-cilmente le cellule maligne resistenti alla terapia, e soprattutto di identificarle in tempi brevi, in modo da permettere interventi rapidi prima che la malat-tia abbia il tempo di svilupparsi nuovamente. La mia attività di ricerca è dunque orientata allo sviluppo di metodi sempre più accurati per individuare e quan-tificare la presenza residua di cellule maligne nei pa-zienti. Nel nostro laboratorio abbiamo recentemente mes-so a punto una tecnica che sfrutta la scoperta che alcuni pazienti, affetti da leucemia a grandi linfociti granulati, presentano caratteristiche mutazioni nel DNA delle cellule tumorali. Il DNA rappresenta il linguaggio universale con il quale vengono costru-iti i “mattoni” del nostro organismo, ossia le protei-ne. Quando si sviluppa una mutazione a livello del DNA, cambiano le istruzioni per la costruzione delle proteine, che vengono quindi prodotte in maniera alterata. La tecnica utilizzata per leggere le singole lettere (A, T, G, C) che costituiscono il DNA è detta sequenziamento: attraverso questa metodica è pos-sibile individuare le mutazioni, cioè i punti in cui le istruzioni per le proteine sono state scritte in modo sbagliato (Figura 3).

Figura 3. Nella figura sono rappresentate le immagini ottenute da analisi di sequenze di DNA mediante la tecnica del sequenzia-mento. Nel pannello A è rappresentata una sequenza priva di mutazioni: ad ogni lettera che compone la sequenza di DNA corrispon-de un picchetto colorato. Nel pannello B è invece rappresentata la medesima sequenza di DNA, contenente però una mutazione in corrispondenza del punto in cui vengono vi-sualizzati due picchetti sovrapposti di colore diverso.

Attualmente, stiamo valutando la presenza di mu-tazioni nel gene responsabile della produzione di una proteina chiamata STAT3, importante per la sopravvivenza dei grandi linfociti granulati. Nor-malmente, l’attività di questa proteina è stretta-mente controllata in modo che vi sia un equilibrio tra il segnale di sopravvivenza che quest’ultima può trasmettere alla cellula e quello di morte cel-lulare. Quando il gene che produce STAT3 presen-ta una mutazione, lo spegnimento della proteina risultante è più difficile, per cui prevale il segnale di sopravvivenza e le cellule, di conseguenza, non muoiono più, accumulandosi nel sangue. Le mu-tazioni più frequentemente riscontrate nel gene di STAT3 sono state chiamate “Y640F” e “D661Y”. Dal momento che queste mutazioni interessano sol-tanto le cellule “malate”, esse non dovrebbero esse-re più trovate nelle cellule del sangue dei pazienti

che guariscono. La loro individuazione, invece, fun-ge da sentinella di allarme e permette ai medici di capire che non tutte le cellule tumorali sono state eradicate.Sebbene il sequenziamento del DNA sia una tecnica molto sensibile per valutare la malattia minima resi-dua, essa presenta però un limite, dato dal fatto che può essere utilizzata soltanto nei pazienti che pos-siedono le mutazioni appena descritte. Sarà pertan-to necessario approfondire lo studio di nuove me-todiche, finalizzato alla ricerca di marker specifici e caratteristici di questa patologia, utili a monitorare nel tempo l’evoluzione della malattia. Da oltre 45 anni, AIL promuove e sostiene la ricerca scientifica per la cura delle leucemie, dei linfomi e del mieloma. Tale sostegno si traduce concretamen-te nell’erogazione di un gran numero di borse di studio, volte a finanziare l’attività di giovani medici

10e ricercatori, che si dedicano con grande impegno e passione allo studio di queste patologie. Anch’io, come altri miei colleghi, ho potuto beneficiare del sostegno di questa associazione e i fondi devoluti per la mia borsa di studio hanno sostenuto il pro-getto che ho illustrato. Sostenere i progetti di ricerca come fa AIL rappre-senta un investimento per il nostro futuro e per

quello delle prossime generazioni, in quanto è sulla ricerca che si fondano l’innovazione e il progresso, ed è grazie ad essa che è possibile sviluppare nuo-vi approcci per la diagnosi delle leucemie e tratta-menti innovativi per la cura dei pazienti. Gli impor-tanti miglioramenti conseguiti negli ultimi anni nel campo clinico sono il risultato del fatto che “si cura meglio dove si fa ricerca”.

RUBRICA DI BIBLIOGRAFIAA CURA DEL PROF.LUIGI ZANESCOEMERITO DI PEDIATRIA - UNIVERSITÀ DI PADOVA

David C. Dale, Now I diagnose and treat neutropenia, Curr. Opin. Hematol 2016, 23, pag. 1

Straordinaria sintesi dell’intero capitolo della neutropenia. In 4 pagine vengono riportati i principali dati clinici, gli esami utili per una necessaria prima sospetta diagnosi e il primo approccio terapeutico, per arri-vare alla diagnosi finale.L’intero “spettro” della neutropenia è racchiuso in 7 capitoletti, che comprendono anche recenti dati sulla patogenesi delle emopatie, con una breve e interessante discussione sulle complesse questioni delle neu-tropenie croniche.Un clinico può considerare sufficiente riferirsi completamente a questo sommario per ritenere risolto il problema della diagnosi e del trattamento della neutropenia nella maggior parte dei casi.Per le situazioni dubbie o difficili sono indicate 6 voci bibliografiche di riferimento sul modo di procedere.Consiglio l’articolo (un vero “bignami”) a tutti i clinici, medici di medicina generale e ai pediatri; e sarà uti-lissimo agli studenti e agli specializzandi.Se non riescono a trovare la rivista, ancora poco diffusa, possono richiedere il lavoro direttamente all’auto-re, di cui riporto l’indirizzo:

David C. Dale – How I diagnose and treat neutropeniaDepartment of MedicineUniversity of WashingtonBOX 3564221959 BE Pacific St.Seattle WA 98195 USA

Prof. Luigi Zanesco

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LA CHIRURGIA PEDIATRICA DI PADOVA

La Chirurgia Pediatrica di Padova oramai da anni collabora in maniera multidisciplinare con il reparto di Oncoematologia Pediatrica per cu-rare e migliorare la qualità di vita dei piccoli pazienti affetti da tumore che vengono trattati quotidianamente presso il nostro dipartimento.I chirurghi padovani sono da tempo dedicati al trattamento dei tumori solidi con ottimi risul-tati riconosciuti in ambito nazionale e interna-zionale: dal neuroblastoma al tumore di Wilms, dai tumori dell’ovaio ai sarcomi delle parti mol-li, sono ancora molte le malattie che richiedo-no interventi anche invasivi al fine di portare a buon fine la battaglia di questi bambini e ra-gazzi. Inoltre la competenza e l’impegno del reparto di Chirurgia Pediatrica scende in campo a fian-co dei piccoli malati anche quando sono affetti da leucemie e linfomi. I nostri specialisti se ne occupano sin dalla diagnosi: quando è neces-saria una biopsia, il posizionamento di un ca-tetere venoso centrale per somministrare con efficacia la chemioterapia necessaria o altre procedure ancillari; chirurghi, anestesisti e in-fermieri sono pronti e mettono a disposizione le loro competenze al fine di mettere i malati nella migliore condizione possibile per l’inizio del loro impegnativo trattamento. Ma l’impe-gno del reparto non si ferma qui e anzi prose-gue a fianco dei piccoli affetti da leucemia per tutta la durata del loro trattamento. Varie com-plicanze infatti possono funestarne il decorso e ogni volta che sia necessario, la chirurgia viene utilizzata per permettere che il cammino ver-so la guarigione continui senza discontinuità e che i pazienti possano sempre avvalersi di una buona qualità di vita nonostante le pesanti te-rapie a cui sono sottoposti.

Questa sinergia di intenti si estrinseca in varie forme, non ultima quella della ricerca clinica e sperimentale. Un esempio è la borsa di studio che l’AIL ha con generosità concesso ad uno dei nostri giovani specialisti che oramai da anni si impegna nel campo della chirurgia oncologica pediatrica con buoni risultati clinici e di ricerca. Il dottor Calogero Virgone sta portando avanti, grazie anche all’AIL, il suo progetto di ricerca dal titolo: “IDENTIFICATION OF TUMOR STEM CELLS AND THEIR POTENTIAL ROLE IN PROGRESSION AND PROGNOSIS OF PEDIATRIC TRANSLOCA-TION NEGATIVE RHABDOMYOSARCOMAS (ERMS AND t- ARMS).”I rabdomiosarcomi dell’età pediatrica sono un gruppo di tumori con diverse caratteristiche istologiche e cliniche. La prognosi di alcuni pa-zienti è ancora oggi infausta, in special modo quella dei pazienti con malattia metastatica alla diagnosi o con recidiva dopo trattamento di pri-ma linea. Alcune recenti evidenze nel campo dell’onco-logia portano a pensare che le cellule staminali tumorali possano essere responsabili della dif-fusione sistemica dei tumori, della comparsa di recidive e della resistenza al trattamento che-mioterapico. L’identificazione quindi di queste cellule tumorali con caratteristiche di staminali-tà potrebbe portare a comprendere meglio qua-li caratteristiche innate o acquisite del tumore siano alla base del comportamento più o meno aggressivo di queste malattie. Inoltre una più precisa conoscenza dei meccanismi molecolari di metastatizzazione e diffusione di tali tumori inoltre potrebbe portare, in un prossimo futuro, allo sviluppo di nuove terapie (target therapy) di prima linea o di salvataggio. Identificare a li-vello cellulare e molecolare i tumori con carat-

U.O. DI CHIRURGIA PEDIATRICAUNIVERSITÀ-AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA.

A CURA DEL PROF. PIERGIORGIO GAMBA

12teristiche aggressive potrebbe permettere una migliore stratificazione di tale patologie con terapie più mirate e, conseguentemente, otte-nere un miglior outcome e qualità di vita nei pazienti affetti da rabomiosarcoma. Nell’ambito dei rabdomiosarcomi pediatrici, lo studio delle cellule tumorali staminali è anco-ra all’inizio; sono pochi i dati finora raccolti che possano fare luce sui meccanismi che rendono un tumore, piuttosto che un altro, più aggres-sivo e letale. Alcune ricerche eseguite per altre forme tumorali di pertinenza dell’oncologia dell’adulto hanno già indicato nelle cellule sta-minali tumorali le responsabili di alcune carat-teristiche: diffusione metastatica, alta inciden-za di recidive locali e a distanza, resistenza al trattamento chemioterapico.Uno sforzo maggiore nella ricerca in questo am-bito anche nell’oncologia pediatrica è più che auspicabile: il miglioramento delle cure oncolo-giche e chirurgiche nei tumori solidi pediatrici a cui abbiamo assistito negli ultimi anni sembra essersi fermato e questo è particolarmente vero per i sarcomi dell’infanzia e dell’adolescenza.Il progetto del dottor Virgone, tuttora in corso, è focalizzato sull’identificazione e definizione delle cellule staminali tumorali di un particola-re sottogruppo di sarcomi: i rabdomiosarcomi embrionali e i rabdomiosarcomi alveolari che non presentano alcun riarrangiamento cromo-somico. Sono un gruppo eterogeneo di sarco-mi, con prognosi infausta ancora in troppi casi, la cui diagnosi con tecniche classiche è a volte difficile. Rimane dunque fondamentale ride-finire le categorie diagnostiche dei RMS basa-te solo sulla morfologia e definire la relazione potenziale tra l’eterogenicità morfologica di questi tumori e la variabilità delle alterazioni molecolari responsabili dell’attivazione o inat-tivazione delle differenti pathway cellulari.

Attualmente il dottor Virgone ha portato a ter-mine un side project (tale lavoro è stato edito a stampa su una autorevole rivista scientifica) che prevedeva la valutazione immunoistochimica (basate dunque su tecniche diagnostiche “classi-che”) di alcuni noti marker tumorali (DAX-1, Ap2β e Myf4) e del loro ruolo nella diagnosi differen-ziale tra rabdomiosarcomi con traslocazione e rabdomiosarcomi senza traslocazione (questi ultimi oggetto della ricerca). Tale studio è stato condotto su una casistica di 71 rabdomiosarco-mi alveolari e 23 rabdomiosarcomi embrionali, questi ultimi utilizzati come controllo. La nostra ipotesi è che i rabdomiosarcomi alveolari senza traslocazione siano un gruppo a sé stante anche se attualmente vengono considerati insieme a quelli che presentano una traslocazione. In que-sto lavoro i rabdomiosarcomi alveolari senza tra-slocazione sono stati riclassificati, in alcuni casi cambiandone la diagnosi, e studiati con metodi-che di immunoistochimica; tutto questo per cer-care di definire il potenziale diagnostico di alcuni markers (Ap2β e DAX-1) che sembrano associarsi ad una traslocazione, ovvero a un riarrangiamen-to cromosomico.Tali markers sono risultati positivi entrambi nel 78% dei casi di rabdmiosarcoma alveolare con traslocazione mentre gli embrionali (privi di tra-slocazione) non li esprimevano nel 76% dei casi. Inoltre entrambi Ap2β da solo era positivo nel 3.9% dei tumori senza traslocazione and DAX-1 nel 25%.La determinazione di questi markers sembra poter essere promettente nel distinguere con la sola immunoistochimica i rabdomiosarcomi con traslocazione. In particolare il loro utilizzo in as-sociazione permetterebbe di diminuire il numero di falsi positivi e di falsi negativi rispetto all’ana-lisi del singolo marker (DAX-1 da solo o Ap2β da solo).

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EDUCAZIONE NUTRIZIONALE PER PERSONE IN CHEMIOTERAPIAGiovedi' 6 ottobre 2016 presso l’aula Castellino del Policlinico ha avuto luogo il Seminario di “Educa-zione Nutrizionale per persone in Chemioterapia”. Come si evince dal titolo l’evento era rivolto prin-cipalmente ai malati che si sottopongono a cure a base di chemioterapici ed ai loro familiari. Il progetto ha preso avvio da quesiti posti sempre più frequentemente da chi transita presso il Day Hospital di Ematologia. Non vi è dubbio che negli ultimi anni l’interesse sull’alimentazione nella nostra società ha avu-to un aumento esponenziale tanto che Expo 2015 svoltosi Milano era dedicato esclusiva-mente a questo tema con tut-te le sue sfaccettature. Basta vedere nelle edicole e nelle librerie per rendersi conto di quante pub-blicazioni trattino l’argomento cibo. Non da meno tutti gli altri mezzi di comunicazione di massa vi de-dicano spazio con trasmissioni televisive ed interi canali dedicati, con siti web e blog. Ma spesso tanta informazione rischia di creare confusione in coloro che il più delle volte con uno stato di ansia e con un forte desiderio di riconquistare la salute cercano in-formazioni su quale regime alimentare sia più adat-to per poter stare meglio e in tempi brevi. Uno dei principali scopi dell'incontro è stato proprio quello di portare chiarezza e creare consapevolezza.I relatori che hanno partecipato sono stati la Dott.ssa Teresa Nardi medico nutrizionista dello IOV, il Prof. Livio Trentin medico ematologo, la Dott.ssa Micaela Fergnani psicologa.Il pomeriggio ha avuto inizio con l'intervento del ragionier Giuseppe Cavaliere in veste di rappre-sentante di A.I.L. che, dopo aver portato i saluti del Professor Luigi Zanesco, ha riassunto gli anni di attività dell'Associazione a Padova e i contributi importanti sia per l 'oncoematologia pediatrica che per l'ematologia adulti. Ha inoltre informato la pla-tea su progetti futuri che AIL intende portare avanti grazie anche al sostegno dei privati che ne colgono l'utilità.A seguire è intervenuto il Prof. Trentin che, dopo aver salutato a nome del Direttore dell' UOC di Ematologia e Immunologia professor Gianpietro Semenzato, si è soffermato sull'importanza dell'ini-ziativa in corso letta in un percorso più ampio di at-tenzione al paziente e alla relazione che il medico deve instaurare con esso. Con gli effetti collaterali della chemioterapia sull'apparato gastrointestinale e sulle mucose ci si è poi addentrati nel tema cen-trale del seminario andando a sondare come un'at-tività fondamentale e ricca di significati quale è l'at-to di mangiare possa venire influenzata ed in parte compromessa dalle terapie farmacologiche.

Le aspettative sul cibo e i significati simbolici che esso può assumere per ognuno di noi è stato il tema brevemente trattato da me in qualità di Psicologa presso l'UOC di Ematologia. Sono state inoltre gira-te alla Nutrizionista alcune domande e curiosità che

nelle settimane precedenti all'ap-puntamento erano state raccolte tra i pazienti in trattamento presso il day hospital.La Dott.ssa Nardi ha esordito sot-tolineando l'importanza di un cor-retto apporto nutrizionale anche in persone che affrontano una che-mioterapia. Il rischio di malnutrizio-ne risulta essere alto ma talvolta è sottovalutato ed é fondamentale contrastarlo. L'uso di un linguaggio non riservato ad addetti ai lavori e

l'utilizzo di esempi pratici e realisticamente attuabili nella quotidianità ha reso l'intervento molto gradito e stimolante. Domande e curiosità poste dalle per-sone presenti hanno trovato subito risposta grazie alla competenza della relatrice.Tra le tante informazioni emerse vi sono state le rac-comandazioni su un fabbisogno proteico e calorico che nel soggetto malato aumenta rispetto ad uno sano e soprattutto è stato messo in rilievo che non esistono diete che curano il cancro. Una alimenta-zione corretta ed equilibrata può invece essere molto utile nella prevenzione di tante patologie, neoplastiche comprese. In corso di chemioterapia si possono avere disturbi quali nausea, vomito, diar-rea, stipsi, mucosite, xerostomia (secchezza della bocca) e disgeusia (alterazione del senso del gusto). Per ognuno di questi effetti collaterali sono state for-nite indicazioni pratiche su comportamenti alimen-tari corretti per limitare i disagi. Infine si è sottoline-ato come, al di là di consigli generici per i pazienti, sarebbe bene effettuare valutazioni individuali per fornire strumenti ad hoc per ogni malato.Durante il seminario è stato offerto da AIL un coffee break.

Micaela Fergnani Psicologa AIL UOC Ematologia e Immunologia Clinica Azienda Ospedaliera Universitaria Padova

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PROGETTO DREPANOCITOSI COMPITINSIEMESupporto psico-sociale a famiglie con bambini affetti da malattie emato-oncologiche ed ema-tologiche presso la Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova, diretta dal Prof. Giuseppe Basso.

Progetto finanziato dall’Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma Sezione di Padova ONLUS grazie al sostegno economico della Fondazione Antonveneta di Padova.

L’incontro con una malattia grave è un evento stressante per ogni famiglia. Quando malattie emato-oncologiche o ematologiche congenite colpiscono un bambino, i genitori sono ancor più assaliti da sentimenti di angoscia, confusione, rab-bia e impotenza. Molto spesso le famiglie in forte difficoltà economica (in particolare i nuclei stranie-ri) non hanno punti di riferimento e si sentono ab-bandonate a loro stesse. Una situazione che condi-ziona negativamente il futuro del figlio: il bambino rischia di non seguire correttamente le terapie e di essere tagliato fuori dalla vita sociale/scolastica. Per rispondere a questi bisogni l’Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma Sezione di Padova ha dato il via ad un importante progetto di supporto psicologico e sociale a famiglie con bambini affetti da malattie emato-oncologiche ed ematologiche congenite presso la Clinica di Onco-ematologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, diretta dal prof. Giusep-pe Basso. L’inizia-tiva, iniziata nel 2014 attraverso un progetto pi-lota, ora aspira ad ampliarsi e aiutare ancora più pazienti. «La malattia si porta dietro un carico di paura che cau-sa disequilibrio all’interno delle famiglie», spiega

la dottoressa Serena Zaccaria, referente del proget-to per gli aspetti sociali, «Soprattutto nel caso delle famiglie straniere, è una causa di vulnerabilità che si aggiunge a già altre. Basti pensare che queste persone si devono scontrare non solo con proble-mi economici, ma anche con difficoltà sociali e con barriere linguistiche e culturali. Lo scopo del pro-getto è la presa in carico della famiglia a 360 gradi. Garantiamo sostegno dal punto di vista pratico, in-formando i genitori sul percorso per arrivare ad ot-tenere l’invalidità o altri benefici di loro diritto. Fac-ciamo rete con tutti i soggetti che entrano in gioco nella vita di un bambino che soffre di una patologia grave e cronica, come: i servizi sociali, le scuole, gli insegnanti di sostegno, i pediatri di base, i Caf e non

solo. Assume particolare importanza il “Progetto Compitiinsieme”: un ser-vizio pomeridiano di do-poscuola gratuito, offerto due volte a settimana, che si svolge un giorno all’interno del Day hospi-tal della Clinica di Oncoe-matologia pediatrica e un altro pomeriggio presso le aule di una scuola media all’Arcella. Noi insegnan-ti siamo tutti volontari e garantiamo un sostegno individualizzato, in costan-

15te coordinamento con le scuole frequentate dai bambini. In estate il servizio non si ferma perché portiamo i bambini ad iniziative culturali proposte dalla città, come mostre o proiezioni al cinema». L’iniziativa è possibile anche grazie al sostegno economico dell’importo di 10.000 euro della

Fondazione Antonveneta. L’investimento è diret-to a sostenere il lavoro di tre figure fondamentali: uno psicologo a tempo pieno, un esperto di servizi sociali e uno psicologo part time. Inoltre, copre i co-sti di un pulmino AIL utilizzato per accompagnare i bambini al doposcuola

Serena ZaccariaRosanna Bodon

16 RICORDO DI

ANTONIO MARCUCCI

Il 9 Ottobre è mancato improvvisamente Antonio Marcucci, co-fondatore nel 1975 della sezione di Padova (allora Sezione di tutto il Triveneto) dell’Associazione Italiana contro le leucemie, personaggio basilare nello sviluppo del volontariato assistenziale dell’Associazione.Antonio Marcucci ha operato ininterrottamente per lunghi anni, sempre con incredibile disponibilità, con lungimiranza e intelligenza, nell’organizzazione degli eventi che hanno consentito all’AIL di trovare il soste-gno economico necessario per realizzare il suo programma assistenziale.Partecipò con entusiasmo all’attività pionieristica dell’AIL, indirizzata soprattutto al miglioramento dell’assi-stenza all’interno del Reparto delle leucemie. Citiamo gli interventi strutturali per rendere “più vivibile” la vita dei bambini in reparto; gli aiuti alle famiglie bisognose; l’acquisto di farmaci essenziali per le cure oncolo-giche all’estero (anni ’70); aiuti ai medici e alle infermiere per fini assistenziali o per iniziare una seria ricerca clinica (o anche “di base”).Negli anni seguenti si distinse nella realizzazione delle numerose iniziative “esterne” all’ospedale: le case di accoglienza, i soggiorni estivi in montagna per bambini fuori terapia o convalescenti (ognuno accompagnato da un parente), il potenziamento dell’offerta natalizia di Stelle di Natale, la fantasiosa festa della Befana. In ognuno di questi eventi c’era un decisivo e cospicuo intervento di Marcucci!La sua automobile è stata per molti anni la prima auto a disposizione per i molti servizi dell’AIL, finché non giunse la donazione di un furgone da parte di volontari.A un certo punto egli divenne il gestore amministrativo ed economico dell’AIL. La sua attività fu sempre carat-terizzata da una inossidabile onestà morale e da un severo controllo economico, che pretendeva vivacemen-te da tutti. Antonio lavorava sempre nascosto umilmente nelle “retrovie” delle manifestazioni, in ombra, per così dire, ma non riusciva a nascondersi; la sua presenza era sempre riconoscibile: lavorava con perseveranza e decisione, e nulla riusciva a togliergli quella calma e serenità, qualità che lo ha sempre accompagnato, men-tre la disponibilità e la gentilezza faceva accorrere a lui moltissime famiglie di Oncoematologia bisognose di aiuto.L’AIL rimpiange una persona come Marcucci, e si augura che il suo esempio non sia dimenticato e possa favo-rire l’arrivo di nuovi personaggi ispirati al suo comportamento.

Il CD e tutti i soci dell’AIL

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A CURA DI : STEFANIA GALLO SEGRETERIA AIL PRESSO LA CLINICA DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA

LA SOLIDARIETA’ DEI BAMBINI

NEWS DAL REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA:tanti modi per fare solidarietà

“Quando una brutta malattia colpisce un figlio il mondo ti crolla addosso. Ma per fortuna ci sono tante persone che ti stanno vicino. Specialmente i bambi-ni”….

E’ con queste parole che inizia la lettera scritta dai genitori del piccolo Claudio V., in cura presso la Clinica di Oncoematolo-gia Pediatrica, e così prosegue:

….“In occasione della Prima Confessio-ne i bambini di Pieve di Bono-Prezzo e Valle di Daone hanno promosso una raccolta di offerte spontanee. La somma (400 euro) è stata donata a Claudio, che a sua volta ha deciso di destinarla all’As-sociazione A.I.L. di Padova”…..

“Anche i bambini della Prima Comu-nione di Sella Giudicarie (dove Claudio vive) hanno voluto donare le offerte rac-colte (627 euro) all’A.I.L. di Padova”…..

“Con l’occasione vogliamo ringraziare tutti i medici, le bravissime infermiere del Day Hospital e della Radioterapia e soprattutto i volontari che ci hanno te-nuto tanta compagnia e dato sostegno morale.

Grazie mille daClaudio, mamma e papà.”

La solidarietà non ha confini e, soprattutto, non ha età. Ce lo conferma questa bellissima testimonianza di speranza e solidarietà. Ringraziamo di cuore Claudio e i suoi genitori, i bambini e le famiglie di Pieve di Bono-Prezzo, Valle di Daone e Sella Giudicarie, Don Artemio, Don Celestino e le loro bravissime catechiste.

Quest’anno i nostri bambini della Prima Comunione, in questa giornata così importante e piena di gioia, hanno deciso di raccogliere dei soldi e donarli all’Associazione AIL di Padova.

Con questo gesto i nostri bambini hanno voluto ricordare e stare vicino al loro amico Claudio V. (al centro nella foto).

Un grazie di cuore a tutti i bambini e alle loro famiglie per l’entusiasmo e la generosità che hanno dimostrato.

Don Celestino e le catechiste Doris, Ida, Flavia e Edy.

25 maggio 2016“Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano,

ma se non la facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. I Bambini Prima Confessione Pieve di Bono-Prezzo, Valle di Daone

Padre Artemio e le catechiste Martina, Bruna, Luciana e Valeria

Il grande cuore di Pieve di Bono-Prezzo, Valle di Daone e Sella Giudicarie (TN)

Rubrica di grandi o piccole cronache della solidarietà.Riservata ai bambini

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Luca M.: mercatino solidale in piazzaLuca è un simpatico ragazzo di 13 anni. Insieme alla sua classe si è reso protagonista di una impor-tante iniziativa per raccogliere offerte a sostegno della Clinica di Oncoematologia Pediatrica.Sabato 9, 16 e 23 luglio, in occasione del mercato settimanale, hanno deciso di allestire un banchet-to solidale nella piazza del loro paese.Con grande entusiasmo hanno esposto i loro lavo-retti . Molte persone incuriosite si sono fermate ad ammirare questi insoliti “prodotti artigianali”.L’iniziativa ha riscosso un notevole successo (come resistere alla simpatia di questi due giovanotti?) e alla nostra Associazione sono stati versati ben 120 euro.

Grazie a Luca e ai suoi compagni, e a quanti hanno lasciato volentieri un’offerta.Buon anno scolastico!

LA SCUOLA portatrice e promotrice del valore della solidarietàSCUOLA DELL’INFANZIA “G. Rodari” di Olmo di MartellagoE’ aria di grande festa quella che si respira alla Scuola dell’Infanzia “G. Rodari” di Olmo di Martellago in occasione del mercatino solidale che ogni anno viene organizzato dagli alunni con l’aiuto degli insegnanti.Molti sono i genitori che hanno collaborato alla realizzazione di questo importante evento e hanno voluto dare anche un contributo personale con un’offerta.Tanta la curiosità e grande il fervore attorno agli allegri banchetti ricolmi delle coloratissime creazioni. Una bellissima giornata per grandi e piccini! Le aspettative non sono state deluse e l’iniziativa ha portato i suoi frutti: sono stati raccolti 830 euro! La Scuola “G. Rodari” è una scuola dove si insegna la cultura del dare per ricevere in cambio un sorriso, in questo caso, il sorriso di tutti i bambini che frequentano la Clinica di Oncoema-tologia Pediatrica di Padova.La somma infatti è stata interamente versata alla nostra Asso-ciazione e verrà utilizzata per delle iniziative di intrattenimento, così da allietare le giornate dei nostri piccoli pazienti in Day Ho-spital e nella Sezione Degenze-TMO.

La nostra più profonda riconoscenza va al:alla Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Cavezzali, per aver soste-nuto l’iniziativa;a tutto il personale, docente e non docente;a tutti i genitori coinvolti nell’organizzazione dell’evento;a tutte le persone che hanno partecipato con un’offerta,ma soprattutto, un carissimo saluto e un sacco di complimenti a tutti i bambini!Cogliamo l’occasione per ringraziare la prof.ssa Monica Cuzzolin, nuova Dirigente Scolastica, per la preziosa collaborazione. Le inviamo l’augurio sincero di un proficuo lavoro!

Buon NATALE A TUTTI e buon 2017 !!!!

Nella foto: la segreteria AIL, l’ufficio più colorato della Clinica di Oncoema-tologia Pediatrica, e i bellissimi disegni dell’Angolo degli Artisti, Poeti e Viaggia-tori, che quest’anno compie 8 anni!

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LA SOLIDARIETA’ DEI GRANDINuove apparecchiature mediche ed elettrodomestici per la Clinica di Oncoematologia PediatricaNe avevamo già donato uno alcuni anni fa, ma per la Sezione Degenze era fondamentale disporne di uno di riserva. E così è arrivato un nuovo umidificatore attivo per ossigenoterapia umidificata e ventilazio-ne non invasiva, uno strumento che permette di ridurre la secchezza e l’infiammazione delle vie aeree nei bambini con problemi respiratori. Alla Sezione Trapianto di Midollo Osseo, invece, serviva urgentemente una lavatrice. La Sezione Trapian-to è un’area “isolata”, a bassa carica batterica, dove i bambini trascorrono lungo tempo dopo il trapianto e necessitano di assistenza continua da parte dei genitori. Ecco che in questi casi una lavatrice è davvero utile! Qui in ospedale non sono molti i reparti in cui i genitori possono usufruire di questo pratico “servizio”.La lavatrice è stata consegnata lunedì 9 maggio e messa subito in funzione con grande gioia di tutti!Ci è arrivata anche la segnalazione che il televisore di una delle stanze di degenza era fuori uso. I bambini non hanno dovuto aspettare molto. In pochi giorni è arrivato un nuovo TV Samsung. Lo sappiamo che la TV è il loro passatempo preferito!

In arrivo nuove POMPE INFUSIONALIDa tempo desideravamo esaudire que-sto desiderio e tanti di voi erano in atte-sa di buone notizie.Quest’anno sotto l’albero di Natale i pic-coli pazienti e il personale medico ed in-fermieristico della Clinica di Oncoema-tologia Pediatrica troveranno 10 nuove pompe infusionali mod. Agilia Injec-tomat, utilizzate per infondere farmaci e soluzioni a velocità controllata. Le pratiche sono attualmente in corso e siamo in attesa di poter procedere con l’acquisto, reso possibile grazie all’entu-siasmo di tante persone. Molti sono genitori di bambini seguiti presso l’Oncoematologia Pediatrica che, avendo avuto modo di constatare di persona le necessità del re-parto degenze, hanno dato un contributo personale e hanno anche sensibilizzato amici e ditte. Molti bam-bini ci hanno donato i loro risparmi, come la piccola Emma e la sorella Anna, o hanno rinunciato ai doni in occasione del loro compleanno, come Maddalena. Non è mancato poi il contributo delle tante persone che ci sostengono con affetto da molti anni.

Il valore totale delle donazioni liberali finalizzate all’acquisto di queste apparecchiature è di euro 14.169,99

I nostri ringraziamenti e i migliori auguri per le prossime festività:a Emma e Anna T., alla piccola Maddalena B. e ai suoi genitori, ai genitori di Luca F., ai genitori di Filippo C., ai genitori di Simone B., ai genitori e ai nonni e Emanuele F., alla signora Maria F., al signor Giancarlo B. e signora, ai signori Ivana e Antonio V., ai signori Narciso M. e Gianni B., alla famiglia della signora Liliana Z., al Gruppo teatrale “Carramba che sosia”, alle ditte CMSR, IGLASS e CO.MET.Fer, alla FIDAS sez. Cave Chiesanuova.

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NONNI: un amore impagabile e insostituibileCon alcuni ci si incontra spesso nei corridoi del day hospital, si scambiano due parole o ci si saluta con un cenno della mano. Di altri abbiamo sentito parlare così tanto che è come se li conoscessimo di persona. Sono gli straordinari nonni dei piccoli pazienti della Clinica di Oncoematologia Pediatrica !!!Sempre affettuosi, sempre sorridenti, perché é così che i loro nipotini li vogliono vedere. Dei veri SUPEREROI, a volte autisti, altre volte baby-sitter o insegnanti. Loro i nipotini li adorano, li coccolano e talvolta li viziano ...

In questo nuovo appuntamento di “News dal reparto di Oncoematologia Pediatrica” vi presentiamo tre straor-dinarie nonne (di altrettante straordinarie nipoti) e vi raccontiamo la loro instancabile operosità a sostegno della Clinica di Oncoematologia Pediatrica.

A tutti i nonni GRAZIE e i nostri più cari auguri!

Nonna FERNANDAVi ricordate Giorgia C., 13 anni? Nel precedente numero di AIL NEWS, oltre a essere l’autrice della bellissima copertina che raffigurava un campo di papaveri, abbiamo dedicato un arti-colo ai suoi lavoretti in pasta di fimo. Inoltre, è una delle vincitrici del concor-so di disegno “Cercasi giovani artisti di talento” (articolo a pag. 11 dell’inserto) .Ebbene, è venuta a trovarci anche durante l’estate! Questa volta ci ha portato dei simpaticissimi cuccioli di lana. Per tanti bambini è stato amore a prima vista e la campagna “Amici a 4 zampe” si è conclusa in poche ore!Ma non è tutto, con la sua energia travolgente è riuscita a coinvolgere anche nonna Fernanda, che con l’uncinetto fa davvero delle opere d’arte. Anche zia Roberta non ha potuto fare a meno di contribui-re offrendo la sua “consulenza cre-ativa”. A mamma Meris e a papà Alessandro il compito di portar-ci le preziose creazioni.Così la nostra vetrinetta si è arricchita di tante nuove idee regalo solidali: orec-chini, collane, cappellini e cestini di ogni genere...Ora nonna Fernanda sta realizzando delle meravigliose deco-razioni natalizie.

Carissima Giorgia,è sempre un gran-de piacere vederti! Grazie per aver realizzato la copertina di questo appuntamento natalizio del nostro periodico. Grazie per il tuo impegno e la tua simpatia. Tanti auguri per le prossime festività a te e a tutta la tua famiglia.

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Nonna MARIA PIERINAFrancesca D.N., 9 anni, è una bambina molto gentile, sensibile, sempre pronta a regalare un sorriso a chi la incontra. In diverse occasioni abbiamo avuto modo di apprezzare la sua bravura e quella di mamma Angela. Tutti ricorderanno le eleganti Stelle di Natale in pan-nolenci che per alcuni giorni hanno impreziosito l’al-bero di Natale della nostra segreteria.Non sapevamo però che in famiglia ci fosse un’altra abilissima artista: la signora Maria Pierina. Di lei sappiamo che è una nonna SPRINT, molto atti-va e di gran cuore. Alcuni mesi fa ci ha donato dei coloratissimi brac-cialetti. Ne erano rimasti quattro quando un po-meriggio la piccola Eva, 5 anni, (una bambina gra-ziosissima che viene sempre a salutarci) li ha visti. Purtroppo erano tutti troppo larghi. Così, timidamente, abbiamo scritto a Francesca chiedendole se la nonna fosse disponibile a realizzarne uno di misura più piccola.Ebbene, mamma Angela ha subito ordinato altre perline e nonna Maria Pierina si è messa all’opera, acconten-tando non solo la nostra piccola amica ma facendo anche altri braccialetti di misure diverse. E’ stata una bella sorpresa riceverli per posta!

Carissima nonna Maria Pierina,Grazie di cuore. Inviamo a lei e a tutta la sua famiglia (con un pensiero particolare a Francesca) i nostri più cari auguri e complimenti per il tocco artistico dei braccialetti!

Di nonna Luciana abbiamo sentito parlare spesso dalla piccola Marta. E’ molto brava tra pentole e fornelli (pare prepari degli ottimi tortellini) ma è anche abilissima nel ricamo e nei lavori all’uncinet-to (predilige i punti più complessi) . E naturalmente da bravissima nonna sa dare sempre buoni consigli!Sono tante le creazioni che ci ha donato negli anni: simpatici animaletti di spugna, bellissimi canovacci con laboriose bordure, asciugamani con disegni floreali a “micro” punto croce (davvero incredibili), centrini e bavaglini. Tutti lavori che con grande orgo-glio Marta, a volte da sola, a volte accompa-gnata da mamma Sandra, ci ha portato per raccogliere offerte a sostegno della Clinica di Oncoematolo-gia Pediatrica.

Carissima nonna Lucy,di cuore, le mandiamo i nostri più affettuosi saluti e la ringraziamo di tutto.Un abbraccio a tutta la sua famiglia e un saluto speciale a Matilde. Non si dimentichi di salutare per noi le sue amiche Martina e Valeria.

Nonna LUCIANA

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Segreteria AIL Padova ONLUS c/o la Clinica di Oncoematologia Pediatrica - 1° piano

tel. 049 8211461 email: [email protected]

Cessalto (TV) saluta la cara bisnonna Paola“Ha dedicato la sua vita totalmente alla famiglia, con uno sguardo preferito verso i nipoti. A tutti ha trasmesso i valori fondamentali della vita, assieme ad una fede autentica e incrollabile.” Così i figli Carla, Milena, Adriano e Luciano ricordano la signora Paola, bisnonna del piccolo Emanuele.“Non fiori ma opere di bene a favore della Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova”. Questo è il modo in cui Lei avrebbe voluto essere ricordata, pensando ai bambini che soffrono. E così i suoi cari hanno invitato quanti l’avevano conosciuta a devolvere un’offerta all’AIL di Padova. Grande è stata la partecipazione di tutta la comunità di Cessalto. In totale sono stati raccolti 655 euro.

Ci uniamo alla famiglia nel ringraziare parenti ed amici, nonché i colleghi di lavoro dei figli Adriano e Luciano, la compagnia teatrale “Dietro le quinte, teatro per l’AIL” di Cessalto e tutte le persone che hanno voluto assecondare questo desiderio di solidarietà.

RUBRICA “Notizie flash”DOPOSCUOLA “COMPITINSIEME”

MASCHERINE PER USO A DOMICILIO

Martedì 11 ottobre è ripresa la regolare attività del doposcuola “Compitinsieme”, il servizio gratuito di supporto nello svolgimento dei compiti a casa, offerto ai bambini seguiti presso la Clinica di Oncoematologia Pediatrica.Anche quest’anno il mitico Giancarlo, alla guida del pulmino AIL , va a prendere tutti gli alunni per poi riac-compagnarli a casa al termine delle lezioni.Ad accoglierli al loro arrivo c’erano gli insegnanti vo-lontari di “Compitinsieme”: Rosanna, Paolo, Umber-to, Bruna, Giovanna, Alessandro, Giorgio, Maria e Serena …. A sorpresa, grazie al sostegno degli amici della carto-libreria “La Tecnica Service” di Padova, abbiamo con-segnato ai bambini un piccolo pensiero, un modo per dare un caloroso “BEN TORNATI A COMPITINSIEME”.

Sarebbe bello poter offrire a tutti (in totale 8 bambini) una piccola merenda (brioche + succo di frutta). Chi volesse sostenere questa iniziativa può contattarci telefonicamente.

Alcuni genitori ci hanno segnalato di non riuscire a trovare (o di trovare con difficoltà) le mascherine per i loro bimbi.Con la collaborazione del personale medico della Clinica di Oncoematologia Pediatrica, siamo riusciti a trovare confezioni da 50 unità di mascherine con elastici. Sono disponibili in tre misure, per bambini piccoli, ragazzi e adulti.I genitori dei bambini ricoverati in Sezione Degen-ze, se impossibilitati ad allontanarsi dalle stanze, possono contattarci telefonicamente. Ve le conse-gneremo direttamente in reparto.Vi ricordiamo che vanno indossate assicurandosi di coprire bene naso e bocca, così come ci mostra la pic-cola Eva (nella foto).

News dal reparto di Oncoematologia Pediatrica termina qui.

Buone Feste a tutti i nostri carissimi lettori!

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“A PARTIRE DA ZERO”UN NUOVO LIBRO CHE CI RIGUARDA TUTTI DA VICINOFinalmente, dopo un lungo lavoro, esce un libro pensato anni fa per raccontare una storia preziosa, quella dell’oncoematologia pediatrica padovana. Il suo autore, Gianni Ballestrin, con la pubblicazio-ne di Alunni pazienti (Ed. Erickson, 2007), sentiva di aver raccontato solo una parte di una storia ricca e nobile. Da qui l’idea di una scrittura che abbrac-ciasse un po’ tutti i racconti, le cronache, gli sforzi, i successi di quel mondo che si era formato attorno alla cura del bambino oncologico. “Ho passato gli ultimi undici anni di lavoro a fare scuola ai ragazzi ricoverati, un’esperienza fortunata, devo dire, per quanto la cosa possa sembrare paradossale. For-tunata perché mi ha permesso di condividere la vita del reparto, in molta parte caratterizzata da umanità e solidarietà, ma anche perché ho potuto conoscere la realtà della cura dal di dentro. Molto presto ho cominciato a pensare che questa fortu-na dovesse essere condivisa, è così che è maturata in me l’idea di provare a scrivere questo secondo libro.”Ma per un non medico non era possibile ricostruire una storia che gli apparteneva solo marginalmen-te se non ricorrendo all’aiuto di un protagonista come il Prof. Zanesco che ne fu subito entusiasta tanto che il lavoro, si può dire, iniziò quel giorno stesso, nel suo studio, con i primi appunti. “Ricor-do il fascino personale che avevo dell’angolo di un caffè (ora ahimè scomparso), nel quale ci trovava-mo una o due volte alla settimana. Il caffè aveva piccoli tavolini appartati e un bancone con espo-sizione e vendita di libri ed era poco rumoroso. Mi vedevo nei panni di uno dei molti scrittori che amano ritrovarsi in un caffè e parlare di arte e let-teratura anche se i miei argomenti erano ben di-versi, soprattutto quelli che emergevano dalla mia memoria cui accedevo spesso con qualche diffi-coltà. Fu anche un’occasione di bilanci, di qualche considerazione possibile grazie alla distanza dalla professione che si era stabilita da quando ero in pensione.”Alla sua voce se ne aggiunsero successivamente tante altre di medici, infermiere, insegnanti, psi-cologi, genitori, volontari e persino allievi. Tanti soggetti diversi perché furono e sono tante le sto-rie che tutte insieme si tennero nel reparto di on-coematologia pediatrica di Padova negli anni che vanno dal 1968 ad oggi. Come quella che l’AIL ha vissuto in prima fila contribuendo concretamen-te a costruirla con un apporto che non si è mai esaurito come dimostra la capacità di progettare nuove iniziative, in primis quella dell’assistenza domiciliare. Ed è stato proprio a sostegno di que-sto importante progetto che l’autore ha voluto devolvere i proventi del libro all’AIL.Il libro ha uno sviluppo cronologico sostenuto dai grafici che riportano, a scadenza decennale, le cur-ve di sopravvivenza. Seguirne lo sviluppo, vedere come queste curve risalgono la montagna delle

zero sopravvivenze di inizio storia (da qui il titolo), ha un effetto entusiasmante e insieme commoven-te. Come sempre quando si scopre quanta capacità di dono per l’altro possa celarsi in un essere umano.Per concludere, ancora alcune parole del prof. Zane-sco: “Questo è un libro di memorie, di ricordi e di fatti in cui chi ha vissuto quegli anni può ritrovarsi in una specie di amarcord. Ma, per chi non ha partecipato agli eventi di cui si parla, la lettura di questo libro può rappresentare un’occasione di conoscenza e di confronto, come sempre quando si legge un libro di storia, per quanto modesto come questo. Tutto quel-lo che capita oggi ha un fondamento specifico nel passato e io mi auguro che quelli che vengono dopo abbiano l’utile modestia di voler conoscere quelli che sono venuti prima, le loro opere, i loro intenti. Me lo auguro soprattutto perché sono convinto che quel che si è realizzato nello specifico ambito dell’onco-ematologia pediatrica padovana, è stato possibile soprattutto grazie all’insieme. C’era una percezione forte di identità comune tra tutti noi che lavoravamo lì, fatta di obiettivi condivisi, di rispetto e di capacità di ascolto. Erano i nostri criteri fondativi, quelli che ci facevano sentire di fare parte. Spero che queste pagine possano essere di stimolo a dare continuità all’idea di una struttura con un fondo umano, l’unica che possa garantire risultati come quelli che abbiamo raggiunto noi.”

Il volume è disponibile presso:• Segreteria Ail Padova - Via A. Gabelli,114

Tel. 049 666380• Segreteria Ail presso Clinica di Oncoematologia

Pediatrica Tel. 049 8211461 Contattando per telefono le Segreterie sarà possibile concordare la spedizione del volume.

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CI HA LASCIATI GIANCARLO MURER: IL RICORDO DELL’EX PRESIDENTE DELL’AIL ARMENIO VETTORE

Ciao Giancarlo, ti saluto amico mio come fossi ancora assieme a noi. Sì, perché io ho uno strano concetto della morte: la morte è una cosa naturale, è il prolun-garsi delle vita terrena. Mi è stato chiesto di dire qualcosa di Giancarlo Murer e voglio farlo come se stessimo parlando durante uno dei tanti viaggi a seguito dei ciclisti del gruppo di Franca, evento annuale per l’AIL, in giro per l’Europa e oltre, evento denomi-nato “I mille colori per la vita”.Giancarlo tu eri sempre disponibile a venire con me e a seguire il gruppo degli intraprendenti ciclisti, con le tue inseparabili telecamera e macchina fotografi-ca. A volte esponendoti a rischi, sporgendoti con il corpo fuori dal pulmino per meglio riprendere certe azioni dei ciclisti o degli accompagnatori per immor-talarle. Poi ritornati a casa consegnarle alle varie televisioni locali, perché eri conosciuto nel settore in quanto nel tempo avevi svolto le funzioni di direttore in più gruppi televisivi.Le esperienze insieme sono state molte e ne ricordo alcune: il gemellaggio con l’ospedale oncoematologico de Il Cairo, in oltre 20 giorni attraversammo il deserto. La biciclettata Padova-Stoccarda dove, dopo essere arrivati nella bella città tedesca, ci aspettata un illustre gruppo di personalità che si erano riunite per un congresso mondiale di medicina oncoematologica; altro viaggio importate dal punto di vista umano e sociale effettuato in Romania con lo scopo di conoscere e portare in Italia, per cure oncoematologiche, un bambino di Bucarest. Altra grande esperienza che abbiamo fatto insieme attraverso l’Italia per celebrare il 25° anniversario della vittoria del campione del mondo di ciclismo Maurizio Fondriest, mio carissimo amico, con tappe a Genova presso la casa di Fausto Coppi, a Firenze presso la vedova e il figlio di Gino Bartali, a Maranello per visitare la “Ferrari” ed infine arrivare in Vaticano per offrire a Papa Benedetto XVI la “bici” di Maurizio e la “rosa” autentica di Sant’Antonio.Quanti ricordi Giancarlo! E queste sono solo alcune avventure che abbiamo vissuto insieme sempre con lo scopo di aiutare l’AIL e farla conoscere sotto tutti i suoi aspetti, non ultimo ricavare fondi per sostenere i due reparti eccellenti padovani: l’oncoematologia pediatrica e il reparto di ematologia per adulti.Giancarlo, ricordo che ci tenevi tanto a mettere il tuo prezioso tempo di operatore televisivo a disposizione dell’AIL, perché credevi molto nelle diverse finalità dell’associazione e vivevi direttamente la realtà in oncone-matologia pediatrica nel riprendere le varie visite di illustri personaggi che si recavano in reparto, commentavi i miei interventi affermando che erano troppo lunghi nell’esposizione e il servizio televisivo lungo non veniva poi seguito dal pubblico. Tu volevi la notizia esplosiva dal punto di vista giornalistico, eri un critico positivo e convincente. Eri tu che davi la possibilità a tanti spettatori di conoscere l’AIL, perché dicevi che la gente deve sapere tutto dell’associazione e di quello che faceva e continua a fare per poter ricevere aiuto e sostegno indi-spensabili per proseguire e migliorare le cure degli ammalati.Tu, amico mio, eri il portabandiera dell’AIL, tu eri la persona che continuamente mi spronava ad andare avanti e a progredire. Giancarlo, mi mancano anche le tue visite nel mio studio, per sorseggiare un caffé e per program-mare nuovi eventi, manchi a tutti noi dell’AIL con la tua inseparabile telecamera.Ti saluto caro amico mio, perché sono certo che mi stai ascoltando.

Un abbraccio.Armenio Vettore

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PORCHETTA SPIN DAY PER AIL DI PADOVANato qualche anno fa come ritrovo spontaneo di alcuni amici appassionati di fitness e soprattutto della bicicletta, il “Porchetta Spin Day” è diventato un appuntamento immancabile per il gruppo di amatori “Tortugas Team”.La settima edizione, andata in scena nel maggio scorso, ha contato la partecipazione libera di oltre 50 ciclisti-amici, che come sempre, con tanta spen-sieratezza e spirito goliardico, anche con mezzi im-provvisati per l’occasione, hanno creato un lungo serpentone che dal centro di Monselice si è spinto sino al passo Roverello. La chiassosa pedalata, lun-go un tracciato in prevalenza sterrato nella splendi-da cornice dei Colli Euganei, è giunta sino alla loca-lità di Galzignano Terme, dove una meritata pausa ristoratrice ha permesso agli “atleti” di affrontare la salita finale della Cingolina.Il nome “Porchetta Spin Day” nasce dalla fantasia del promotore dell’iniziativa, l’insegnante di spin-ning Andrea Zampieri, che ogni anno coinvolge sempre più partecipanti e li incoraggia a sfidarsi in un percorso all'aria aperta che tutti, con un po’ di allenamento, possono facilmente affrontare. Tutti infatti hanno conquistato la temuta Cingolina, meritandosi gli applausi di una ventina di amici ad attenderli in cima, risultando “vincitori” e merite-

voli del p r e m i o f i n a l e : una birra fresca e un buon p a n i n o, possibil-m e n t e con la porchetta: da qui il simpatico nome con cui è stato battezzato l’evento. Non si tratta solo di una bella giornata in compagnia, ma di un modo diverso per mettersi alla prova dopo mesi di allenamento in palestra e di un’esperienza nuova per coniugare la passione per le due ruote, senza fini agonistici o competitivi, e la voglia di stare insieme per fare del bene. Quest’anno si è deciso, in-fatti, di unire la finalità del ritrovo e della pedalata a quella ben più rilevante della beneficenza. Tutti i ciclisti hanno contribuito con gioia a racco-gliere fondi a favore di AIL di Padova, sostenendo e supportando le iniziative che l’associazione pro-muove sul territorio. L’appuntamento per tutti gli appassionati delle due ruote è per l’anno prossimo, sempre nel mese di maggio, per l’ottava edizione.

IL SINDACO DI PADOVA, MASSIMO BITONCI, HA VISITATO LA CLINICA DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICAIl sindaco di Padova Massimo Bitonci è stato invita-to dal presidente dell’AIL Luigi Zanesco a visitare la clinica di oncoematologia pediatrica: un’eccellenza padovana conosciuta in tutta Italia e anche all’este-ro per la qualità dei servizi medici e dell’assistenza ai bambini. Bitonci è stato accolto dal direttore prof. Giuseppe Basso che gli ha fatto vedere tutti i reparti dal day hospital fino alla parte dedicata ai trapianti. “Questa clinica – ha detto il Sindaco – è una strut-tura all’avanguardia che fa onore alla nostra città. E’ stata per me un’esperienza molto toccante Rin-

grazio il prof. Basso e tutta la sua équipe per la par-ticolare dedizione e per la grande professionalità e umanità con la quale si dedicano a questi bambini. Un ringraziamento lo rivolgo anche all’AIL per il co-stante sostegno che da sempre rivolge alla clinica e soprattutto ai familiari dei piccoli ammalati”.Al termine della visita sono stati presentati al Sinda-co i progetti che l’AIL sta promuovendo e in parti-colare quello dell’assistenza domiciliare per il quale è stato chiesto un aiuto anche all’amministrazione comunale di Padova

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I BAMBINI DELLA NIEVO DI MANTOVA IN FAVORE DELL’AIL DI PADOVAAnche quest’anno la scuola primaria Ippolito Nie-vo di Mantova ha organizzato una manifestazione a conclusione di un progetto, condiviso da tutte le classi, di lettura espressiva e drammatizzazione cor-poreo-musicale: “Questa sera si gioca”. Attraverso la tematica del gioco si è inteso sviluppa-re anche le relazioni sociali e la condivisione delle regole che esistono in ogni gioco. Hanno iniziato i bambini delle Terze, cercando di rappresentare il primo e il più semplice dei giochi: il Girotondo. A seguire il Campanone, lo Scarabeo e una frizzante rappresentazione del gioco della Ma-gia. Poi altre scene, tra cui il Gioco delle Carte, degli Scacchi, del Biliardino … fino alla conclusione con

un particolare e dovuto omaggio alla maestra Ales-sandra Micheli, vero motore ispiratore del progetto, che da quest’anno sarà in pensione.All’evento hanno partecipato tutte le 21 classi (circa 500 alunni) e le relative famiglie che hanno suppor-tato le insegnanti nell’organizzazione, nella realizza-zione delle scenografie e, soprattutto, nella realizza-zione dei costumi.Come ogni anno, nel discorso introduttivo si è vo-luto ricordare un’ex alunna, Francesca, la cui vita si concludeva 31 anni fa. Da quel momento, in tutte le manifestazioni ufficiali, ci si è sempre ricordati di lei, devolvendo una quota delle offerte raccolte all’AIL, sezione di Padova.

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L’AIL A SCUOLA A CADONEGHEIn occasione della festa di fine anno, la scuola prima-ria Falcone Borsellino di Cadoneghe(PD) ha invitato i rappresentanti dell’AIL, perché venissero spiegate le iniziative e tutto ciò che fa l’associazione per aiu-tare sia le persone ammalate che per incentivare la ricerca.Per l’AIL erano presenti il volontari Giuseppe Ca-valiere e Luigi Griggio che, dopo aver ringraziato la scuola per il sostegno che da molti anni rivolge all’associazione, hanno illustrato i nuovi progetti, i mezzi acquistati e il nuovo centro di accoglienza.Da molti anni la scuola Falcone Borsellino e l'Istitu-to comprensivo hanno iniziato un percorso di aiuto che coinvolge gli alunni della scuola con lo scopo di

far crescere nei più piccoli la coscienza e la consape-volezza verso chi è stato meno fortunato. Il progetto è nato alla fine degli anni 70, quando le insegnanti Annalisa Pegoraro e Patrizia Moratti, portavano per-sonalmente il contributo raccolto al professor Luigi Zanesco allora direttore della clinica di oncoemato-logia pediatrica. Ancor oggi questo progetto di so-lidarietà continua e consiste nel far disegnare a tutti i bambini di ogni classe il tema dell'anno, creando poi con i disegni un calendario che va venduto dai genitori. Le offerte raccolte vengo quindi devolute all’AIL. È' stata una ottima opportunità per far capire ai bambini quanto sia importante l'aiuto di tutti per ottenere grandi risultati.

IL GRUPPO STUDIO EMME SOCIAL CLUB HA TRASFORMATO L’AMICIZIA IN VOLONTARIATOIl gruppo “Studio Emme social club” è sorto dalla volontà del commercialista Salvatore Melilli che, coinvolgendo amici e clienti, ha creato una serie di iniziative aventi tutte scopo benefico. “Abbiamo voluto dare un ulteriore senso alla nostra amicizia – spiega Melilli - trasformando la convivialità in un processo di condivisione comune rivolto al volon-tariato”.

L’ultima iniziativa è stata la gita in barca sulla Rivie-ra del Brenta che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone. Al ritorno la numerosa com-pagnia si è fermata a Strà al Ristorante Da Caronte dove ha terminato la giornata con la cena sotto al gazebo, messo a disposizione dal gestore, allietati dalla musica di un quartetto di archi. Alla fine, gra-zie anche al contributo concesso da Italo Collesei di Mediolanum, sono stati raccolti circa 2000 euro che il gruppo ha devoluto all’AIL.

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7° MEMORIAL GIACOMO MARTIGNONSi è concluso domenica 12 giugno il 7° torneo di cal-cio a cinque, che si tiene a Maerne di Martellago in memoria di Giacomo Mar-tignon, nato per promuo-vere la ricerca, per permet-tere di facilitare diagnosi, per fare in modo di speri-mentare nuove e più effi-caci cure.Le sedici squadre maschi-li e le sei femminili dal 16 maggio al 12 giugno han-no disputato un torneo di buon livello tecnico, accettando più o meno sportivamente le sconfitte mettendo però sempre in primo piano lo scopo per cui questo memorial si tie-ne.Il terzo tempo, come lo staff lo definisce richiamando quello del rugby, riesce a stemperare eventuali ten-sioni; fuori dal campo ci si trova tutti insieme a ban-chettare intorno allo stesso tavolo.I genitori di Giacomo sono supportati da un gruppo di persone che di anno in anno sta crescendo. Erica, Thomas, Mauro e Francesco, che si occupano della parte tecnico-sportiva, vengono affiancati da una ventina di persone che provvedono alla parte ricre-ativa. Tutti insieme programmano, lavorano e si so-stengono a vicenda, rafforzando così la motivazione.Qui di seguito la classifica dei premiati: torneo maschile - 1° I Pirati - 2° Gli Ignoranti - 3° Q.A.N.L. torneo femminile - 1° Atletico Saraitu - 2° W le pol-pette - 3° One lesaPremi per i miglior portieri, Leonardo Bona e Elena Orlando e per i capocannonieri Andrea Marani e Ila-ria Scolaro. Il premio "Giusto spirito", alla squadra che meglio ha interpretato lo spirito del torneo, è andato ai Q.A.N.L.

In questa ultima edizione si è aggiunta un'altra ini-ziativa per poter incrementare le donazioni: una sottoscrizione a premi con estrazione la serata delle finali. Maglie e gadget di giocatori di calcio a 5 di squadre nazionali gentilmente donate a cui si sono andati ad aggiungersi oggetti raccolti tra amici e co-noscenti. L'iniziativa ha avuto un notevole successo infatti la cifra che si è potuta donare a favore della borsa di studio in memoria di Giacomo Martignon è stata di 8.340 euro. La collaborazione del Comune di Martellago, che dà la disponibilità degli impianti e il CSI (Centro Sporti-vo Italiano) che fornisce l'arbitraggio, è preziosa ma il patrocinio e il sostegno della sezione AIL di Padova che gestisce anche la borsa di studio in memoria di Giacomo insieme al reparto del di Ematologia è in-dispensabile. A testimonianza di questa unità d'in-tenti alla cerimonia di premiazione erano presenti il prof. Gianpietro Semenzato direttore della clinica di Ematologia, il consigliere AIL Riccardo Casotto e Antonio Loro assessore del Comune di Martellago.

DANCE FOR YLENIAL’otto ottobre nel teatro parrocchiale di Susegana (TV) si è svolto uno spettacolo di danze orientali e tango argentino, organizzato da Alessandra Pinto con il suo gruppo di danza Almee e la fantastica par-tecipazione di Daniela D’Argenio con le sue allieve, Amira Halawi con Jessica e Jelena, Federica, Elisa-betta, Sergio e Giorgio con il loro sensuale tango.

Passi di danze da opposti continenti per aiutare la dolcissima Ylenia a realizzare un sogno: raccoglie-re fondi da destinare all’AIL ed in particolare ai suoi amici del reparto di oncoematologia pediatrica di Padova.Una serata di allegria e diversa dal solito, per regalare un sorriso.

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7° EDIZIONE DEL PRANZO SOLIDALE IN MEMORIA DI FEDERICA. Il 16 ottobre scorso si è tenu-to nella parrocchia di Volta-brusegana a Padova l’ormai tradizionale pranzo solidale in memoria di Federica. An-che quest'anno la generosa risposta di 280 tra amici e parrocchiani ci ha riempito il cuore di felicità , facendoci dimenticare il grosso lavoro che serve per preparare un pranzo per un gruppo così grande. Tra una portata e l'al-tra hanno fatto il loro inter-vento il professor Gianpie-tro Semenzato illustrandoci i progetti per il reparto di ematologia e per il servizio di assistenza domiciliare e il tesoriere dell'AIL Giu-seppe Cavaliere, che ha ricordato l'importanza di iniziative come la nostra per sostenere la ricerca e di altre attività a favore dei pazienti.Alla fine del pranzo sono stati raccolti ben 5000 euro che sono stati consegnati da Alberto Rampaz-zo, fratello di Federica, al professor Semenzato per

destinarli a una borsa di studio per la ricerca.Dopo pranzo c'è stata anche una sottoscrizione a premi e il ricavato è stato devoluto a Casa Federica, struttura gestita dall'AIL per ospitare pazienti e fami-gliare che li assistono.Ringraziamo tutti i partecipanti per la buona riuscita della giornata e diamo appuntamento all'anno pros-simo. Gli amici di Camminando con Federica

ZUMBATHON AL PALAESTEAncora una volta posso dire di aver vinto, un sogno diventa-to realtà!Il ballo, la mia passione di una vita, ritrovata dopo aver scon-fitto un maledetto linfoma di hodgking, che mi aveva lette-ralmente piegata.Il periodo più brutto della mia vita, che sono riuscita a supe-rare grazie alla mia forza di vo-lontà e all’aiuto di medici a dir poco fantastici….tanto odiati in un primo momento, grandi amici ora!!Ed ora eccomi qui, più forte di

prima e con la tenacia di fare finalmente io qualcosa per questa associazione, dove la ricerca costante è al primo posto.Con questo evento ho voluto far capire a tut-te le persone che sono colpite da questa ma-lattia di non mollare mai, combattere e cre-dere in se stessi e nelle cure, fino in fondo.Per me è stato pro-prio così, infatti vedete

quello che sono riuscita a fare da sola?Ci ho creduto, fatelo anche voi!!!!Un grazie di cuore alla mia famiglia, a tutti i partecipanti, a chi mi ha sostenuta, alla mia Zumba family e non ultima all’Amministra-zione comunale di Este.

Elisa Baldon

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PRANZO DI BENEFICENZA A FAVORE DELL’UOSD EMATOLOGICA – ULSS 15Domenica 23 ottobre si respirava un’atmosfera ma-gica, al terzo pranzo di beneficenza organizzato dal Gruppo AIL “Andrea Petrin” Camposampiero-Cit-tadella a favore dell’UOSD di Ematologia dell’Ulss n. 15. Come nelle precedenti edizioni, anche in quest’occasione gli ospiti sono rimasti contenti e soddisfatti dell’accoglienza e dello spirito di tutto il Gruppo. Con questo evento si è voluto ricordare la fondazio-ne del Gruppo AIL “Andrea Petrin”, nato nel novem-bre 2012. Il più importante obiettivo raggiunto in questi quattro anni è stato l’ampliamento dell’équi-pe medica: da un anno e mezzo, infatti, il Gruppo AIL contribuisce alla remunerazione di un terzo me-dico ematologo, la dott.ssa Maide MariaCavalli. Al pranzo erano presenti oltre alla dott.ssa Maide Maria Cavalli e al dott. Ercole De Biasi, la Capo Sala Susanna, tutto il corpo infermieristico composto da Michela, Rosanna, Valeria, Camilla, Michela e l’ope-ratrice sanitaria Natalia. Queste persone lavorano e collaborano assieme componendo una fantasti-ca squadra che, con professionalità e dedizione, fa sentire il paziente come in famiglia.

In rappresentanza delle categorie economiche era presente Thomas Amadio, Presidente del manda-mento del Camposampierese di Confesercenti che, piacevolmente sorpreso dall’energia del Gruppo e dei suoi sostenitori, appoggerà i progetti futuri a fa-vore dell’UOSD Ematologica.Inoltre, la presenza di Riccardo Casotto, Consigliere della Sezione AIL di Padova, è stata come sempre di fondamentale importanza per esprimere al meglio cosa rappresenti l’Associazione Italiana contro le Lucemie-Linfomi e Mieloma e cosa significhi essere volontario AIL.Infine, il Gruppo Ail ringrazia calorosamente tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento, tutti gli sponsor che hanno donato i loro prodotti e articoli per la composizione della ricca sottoscrizione a premi e in modo particolare tutto il personale del Ristorante Al Leone di Villa del Conte per la professionalità e cortesia.

Gruppo AIL “Andrea Petrin” Camposampiero-Cittadella #insiemeèpiùfacile

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AppuntAmenti nAtAlizi...

L’Ensemble Vocale Emozioni InCantoorganizza la VII rassegnaCantiamo il Natale per AIL

SABATO 10 DICEMBRE 2016, ore 20.45Chiesa Parrocchiale San Marco EvangelistaPonte di Brenta - Padova

Con la partecipazione:- Ensemble Vocale Emozioni InCanto di Padova- Coro Edi Forza di Staranzano (Go)- Gruppo Vocale Nonet di Primorsko di Caresana (TS)- Coro Femminile Col Di Lana di Livinallongo (Bl)

Ingresso libero

CONCERTO DI NATALE

“ASPETTANDO IL NATALE”MARTEDI’ 13 DICEMBRE 2016 ORE 20:45

TEATRO SOCIALE DI CITTADELLA (PD)

OSPITI:ELISANNA (VOCE EMERGENTE)

WeЯEvolution (Vocal Orchestral Ensemble )Organizzazione E-Vent di Franca Lovisetto

Ingresso GratuitoPer info e prenotazioni

[email protected]/2711969 – 349/1199696

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In occasione di matrimoni, battesimi, comunioni, cresime, lauree e ogni altra ricorrenza, festeggia con un prodotto solidale AIL, realizzato dalle nostre Volontarie.Scegliendo di legare un momento di gioia ad una scelta d’amore per gli altri, si unisce alla solidarie-tà un oggetto elegante, raffinato e di qualità che renderà ancora più speciale la festa. Un piccolo gesto di grande solidarietà per sostenere chi, ogni giorno, combatte la malattia e spera in un futuro migliore.Un vantaggio in più per festeggiare con noi è che ogni contributo è deducibile, ad esclusione degli importi versati in contanti.

E’ possibile scegliere tra diversi modelli di bombo-niere e pergamene, che possono essere persona-lizzati ed arricchiti da gadget.Naviga sul sito www.ailpadova.it per scoprire tutti i nostri prodotti solidali. Contattaci, invece, se vuoi rendere il tuo evento ancora più unico e personale, siamo in grado di rendere solidale ogni desiderio.Per qualsiasi richiesta di informazione chiama la nostra segreteria al n° 049.666380 - Sig.ra Anna Boldrin - il martedì e il giovedì dalle 9.30 alle 12.30 oppure compila il modulo on line che troverai su www.ailpadova.it cliccando su “contatti”.Qui sotto alcune delle creazioni realizzate dalle nostre volontarie.

Pergamene e sacchetti solidali: una festa diventa un’occasione per aiutare il prossimo

L’AIL Sezione della Provincia di Padova ONLUSha bisogno anche del tuo aiuto!

Fai conoscere le nostre “bomboniere” solidali a parenti ed amici!Sostituisci le tue bomboniere con le nostre pergamene solidali!

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Note e numeri

Come aiutare AILPer i versamenti tramite bollettino postale o bonifico bancario, preghiamo di indicare in maniera chiara i dati di chi effettua il versa-mento oltre che alla causale. In caso di versa-menti in memoria di una persona deceduta, al fine di poter avvisare la famiglia dell’intenzio-ne, sarebbe gradito fosse indicato l’indirizzo a cui mandare la comunicazione di avvenuto versamento.

c/c Postale (Ufficio Piazza Zanellato 9 35131 - Padova)14659353Codice BancopostaIBAN: IT88T0760112100000014659353

Cassa di Risparmio del Veneto(Corso Garibaldi 22/26 35122 - Padova) IBAN: IT42I062251218307400351775K

Monte dei Paschi di Siena(Via Felice Cavallotti, 57 35124 - Padova )IBAN: IT51Q0103012107000001720449

Banca di Credito Cooperativo Roma (Via Caltana 7 35011- Campodarsego PD)IBAN: IT02T0832762420000000222591

Attenzione!Mettiamo in guardia i cittadi-ni contro chi sfrutta il nome dell’A.I.L. presentandosi nelle case chiedendo denaro e trat-tenendolo nelle proprie tasche.

A.I.L. non ha mai autorizzato, né autorizza nessuna persona a raccogliere denaro casa per casa o nelle vie della città e dei paesi. Riceve offerte solo attraverso versamenti nel conto corrente postale o in quello ban-cario, donazioni on-line, raccoglie fondi in occasione di manifestazioni ufficiali (nel periodo natalizio e pasquale) o di iniziati-ve straordinarie quali concerti, rappresen-tazioni teatrali, ecc.

Socio 2017:Inizia la campagna tesseramento 2017

Per diventare socio aderente dell’AIL sezione della Pro-vincia di Padova ONLUS, deve essere presentata rego-lare richiesta tramite modulo disponibile in segreteria accompagnato dalla fotocopia della Carta d’identità e dal versamento della quota minima stabilita di € 10,00 che può avvenire in contanti, tramite versamento in c/c postale o bonifico bancario indicando sempre la dicitura “QUOTA SOCIO 2017”.

Deducibilità fiscaleLe donazioni effettuate in favore di una Onlus - organizzazione non lucrativa di utilità sociale - rappre-sentano ai sensi dell’art. 13 del. D.Lgs 460-97 un risparmio fiscale per il donatore sempreché vengano effettuate a mezzo bonifico bancario, carta di credito, bollettino postale o assegno bancario o circo-lare. L’art. 14 del d.l. dell’ 11/03/05 stabilisce che le liberalità in denaro o in natura erogate da persone fisiche o da enti soggetti all’imposta sul reddito delle società in favore delle Onlus sono deducibili dal reddito complessivo del soggetto erogatore nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato e comunque nella misura massima di 70 mila euro annui.

Unicredit Banca (Piazza Zanellato 2 35131- Padova)IBAN: IT25J0200812122000020155276

Unicredit Banca - AdultiIBAN: IT90U0200812122000100877425

Avvisiamo quanti effettuano un versamento a mezzo bonifico bancario che, a causa della legislazione sulla privacy, sempre più spesso ci arrivano dalle banche gli estratti conti privi degli indirizzi completi: per questo motivo ci diventa impossibile inviare la lettera di ringraziamento.Pertanto, se non vi viene recapitato il ringraziamento, Vi preghiamo, se lo desiderate, di contattare la segreteria per comunicare i vostri dati. Grazie.

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